Ripartire dal verde Donne - Palazzo Fantini

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159 IO DONNA 24 SETTEMBRE 2018 ALESSANDRO LO FARO 158 Ripartire dal verde IO DONNA 29 SETTEMBRE 2018 Si occupavano di finanza, moda, fotografia... Poi hanno deciso di cambiare tutto e di mettere insieme, letteralmente, il pane e le rose, cioè di fare della loro passione per il verde un mestiere. Recuperando giardini di famiglia e, qualche volta, chiedendo aiuto al web tefania Pignatelli, 42enne, è padrona di casa (con la madre e il marito inglese) del Parco Storico Seghetti Panichi a Castel di Lama, in provincia di Ascoli Pi- ceno. Gli studi di arte e grafica non riescono a tenerla lontana da un certo “paesaggio spostato”, la villa con parco del 1870 ereditata per ramo materno, «dove il paesaggista Ludwig Winter creò un terrazzamento di agrumi non autoctoni, con palmizi e piante sudamericane». Consapevole che ci voglia la pagnotta, accanto alle rose, 18 an- ni fa Stefania decide di aprire al pubblico. Nel 2006 (vedi a pag. 168) affida il rilevamento bioenergetico del parco all’eco-desi- gner Marco Nieri, di cui ha seguito i corsi. Nel 2016, la tragedia del terremoto rende inagibile il bene storico ma non il giardino, da 12 anni tra i Grandi Giardini Italiani. «È stato un terremoto degli animi, non solo della terra. Ma il giardino ci aiuta: è di- ventato elemento di introito e promozione turistica». Stefania Pignatelli Gladstone La vita dopo il terremoto L’oratorio gentilizio di San Pancrazio, anche questo nel parco. La dimora del parco, ancora inagibile dopo il terremoto del 2016. La vallata del Tronto vista dal Parco storico Seghetti Panichi a Castel di Lama (Ascoli Piceno). Il laghetto di Venere e Cupido nel parco Seghetti Panichi. di Mariateresa Montaruli Donne di fiori S DARIO FUSARO (4) IO DONNA 29 SETTEMBRE 2018

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Si occupavano di finanza, moda, fotografia... Poi hanno deciso di cambiare tutto e di mettere insieme, letteralmente, il pane e le rose, cioè di fare della loro passione per il verde un mestiere. Recuperando giardini di famiglia e, qualche volta, chiedendo aiuto al web

tefania Pignatelli, 42enne, è padrona di casa (con la madre e il marito inglese) del Parco Storico Seghetti Panichi a Castel di Lama, in provincia di Ascoli Pi-ceno. Gli studi di arte e grafica non riescono a tenerla

lontana da un certo “paesaggio spostato”, la villa con parco del 1870 ereditata per ramo materno, «dove il paesaggista Ludwig Winter creò un terrazzamento di agrumi non autoctoni, con palmizi e piante sudamericane». Consapevole che ci voglia la pagnotta, accanto alle rose, 18 an-ni fa Stefania decide di aprire al pubblico. Nel 2006 (vedi a pag. 168) affida il rilevamento bioenergetico del parco all’eco-desi-gner Marco Nieri, di cui ha seguito i corsi. Nel 2016, la tragedia del terremoto rende inagibile il bene storico ma non il giardino, da 12 anni tra i Grandi Giardini Italiani. «È stato un terremoto degli animi, non solo della terra. Ma il giardino ci aiuta: è di-ventato elemento di introito e promozione turistica».

Stefania Pignatelli Gladstone

La vita dopoil terremoto

L’oratorio gentilizio di San Pancrazio, anche questo nel parco.

La dimora del parco, ancora inagibile dopo il terremoto del 2016.

La vallata del Tronto vista

dal Parco storico Seghetti Panichi a Castel di Lama (Ascoli Piceno).

Il laghetto di Venere e Cupido nel parco Seghetti Panichi.

di Mariateresa Montaruli

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estiva capitali e persone ma a un certo punto si è chiesta se la propria vita, come un giardino, ricevesse poca o troppa acqua. Aveva voglia di “fare la diffe-renza”. Ignara che la vita, senza cognizioni di giardi-

naggio, l’avrebbe messa in condizioni di piantare alberi. Susan-na Finardi, 43 anni, olandese di madre, di stanza a Firenze, è da due socia della startup Treedom. Visto che nella vita, come in un giardino, nulla resta come era stato progettato, gestisce la piattaforma web che consente di scegliere un albero da piantare (mango, cacao, anacardo...), regalarlo a coltivatori di Paesi co-me Kenya, Haiti, Burkina Faso e seguirne la crescita online. Nella sua prima vita, Susanna si era occupata di moda e fundrai-sing. Qualche anno fa, la direzione di Cospe onlus la porta in Senegal per un progetto sulla coltivazione dei manghi. «Quando nel 2010 ho conosciuto Federico Garcea, fondatore di Treedom, mi sono chiesta: perché non provare con Treedom anche in Se-negal?». L’idea la porta in pianta stabile nella startup. Oggi continua a fare fundraising per il suo progetto: ancora in vivaio, gli alberi vengono geolocalizzati, fotografati e raccon-tati; l’atto di collocarli in piantagioni tropicali o negli aranceti delle terre confiscate alla mafia li restituisce alla natura e alle persone che ne traggono sostentamento. Le piace pensare che le piante di caffè del progetto appena lanciato in Nepal com-piano, anche grazie a lei, il loro viaggio definitivo.

Una contadina che ha ricevuto in regalo un albero a Thika, Kenya.

Un contadino pianta una coppia di alberi ad Haiti,

nella zona di Chantal.

Un vivaio in Kenya, nella zona di Muranga.

Una veduta della foresta camerunense.

GSusanna Finardi

Sognavo l’Africa. E l’ho trovata

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La fontana con ninfee circondata da una siepe di bosso.

La corte principale della dimora, con glicini e rose.

Gli annessi agricoli di palazzo Fantini.

Palazzo Fantini a Tredozio (Forlì-Cesena). Sotto, uno scorcio del giardino.

pertura e condivisione sono il cardine della nuova vi-sione delle signore del verde. Una laurea in Scienze politiche e un’attività legata all’affitto di case chic agli stranieri, Beatrice Fontaine, 42enne bolognese, è pro-

prietaria di Palazzo Fantini, la dimora con mura del Seicento e facciata in barocchetto toscano a Tredozio, in provincia di Forlì-Cesena. Beatrice è anche consigliera dell’Associazione Dimore Storiche nella sezione Emilia-Romagna.Qui, come a casa, combatte per la buona causa della fruibilità: «Il privilegio di possedere una dimora storica, tassello del patri-monio culturale italiano, deve diventare disponibilità alla con-divisione». Beatrice, che ama riposare sotto un tasso nelle rare ore in cui sta ferma, ha trascorso a Palazzo Fantini tutta l’in-fanzia: «Ho capito che il giardino è come un innamoramento corrisposto: se lo nutri, ti restituisce puro amore».

Beatrice Fontaine

Dimore storiche e giardini per tutti

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olte donne hanno affidato al verde idee, progetti e metamorfosi. Come questa imprenditrice nata ai piedi del grande vulcano, a Catania. Chioma ros-sa ed energia da vendere, 60 anni e un curriculum,

piuttosto una tavolozza a colori, che la racconta anche fotogra-fa, visual artist e agitatrice culturale, Rossella Pezzino de Ge-ronimo, amministratore delegato dell’azienda di smaltimento di rifiuti solidi Dusty non ha dubbi: «Progettare un giardino è terapeutico: mi ha dato la forza di rinascere. Contiene il mio percorso di risalita dall’ombra». Nel 1996, acquistata la dimora Le Stanze in fiore di Canalicchio, a Catania, si trova qui a smaltire le scorie di una separazione. Una parte del parco (nel network dei Grandi Giardini Italia-ni) è dedicato all’al di là, rappresentato da un tunnel di prunus a foglia scura che si apre su un’oasi di bambù, filtro purificante di cattivi pensieri. L’intento trasformativo è adesso orientato sui quartieri dimen-ticati di Catania cui Rossella sta regalando, fino al 7 ottobre, la manifestazione Wondertime: un calendario di concerti e mostre per “seminare bellezza” e ricucire la città. «C’è un tempo per tutto» conclude. «Una di queste notti mi verrà in mente come costruire la Stanza dell’ultimo elemento, l’Aria. Ti consiglio, per arrivare viva alla morte, di non smettere mai di progettare».

Serpente che si morde la coda: una scultura nel parco progettato a tema.

Il giardino cinese nel parco delle Stanze

in fiore a Catania, dimora di Rossella Pezzino.

Il parco è diviso in zone: questo è il giardino birmano.

Un uovo in bronzo, scultura che rappresenta

la sacralità della vita.

Rossella Pezzino de Geronimo

Non smettere mai di progettare

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imperfezione degli elementi vegetali trovati in natura nei diversi cicli di vita attirano in una nuova tana an-che Emy Petrini, 50enne di Lucca. Gli studi da sce-nografa e all’Accademia di Carrara la inducono ad

aprire Officina, uno spazio di arte condivisa in un’ex fonderia di inizio Novecento, occupata da una robusta gru di modello leonardesco. Ma non le basta. Nel 2004, in compagnia della sua meticcia Indi, comincia a va-gare per boschi, fuori Lucca. Nella imperfezione/perfezione di rami, foglie e cortecce trova la sua natura. Nel 2007, un corso avanzato di Floristry, in Galles, fa deviare la sua vita. Emy vive adesso in un piccolo podere fuori Lucca, tra vigne e ulivi. Nello Spazio Officina compone e assembla. Il progetto su cui si sta sporcando le mani porta il nome di Rifugi: grandi sculture in salice a forma di torri avvitate, nidi oblunghi e menhir. Dove talvolta, anche non previsto, trova spazio un fiore.

Il progetto Rifugi: grandi sculture in salice a forma di torri e menhir.

Emy Petrini trova nei boschi il materiale per le sue creazioni: rami, cortecce, foglie.

Lo Spazio Officina, in una

ex fonderia a Lucca.

Emy Petrini al lavoro.Ha frequentato l’Accademia di Carrara.

Emy Petrini

Rami, foglie, cortecce: l’arte è qui

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Giardinieri bio I corsi di formazione della rete Giardinieri Bioetici (calendario autunnale in definizione), fondata da Francisco Merli Panteghini, insegnano a gestire gli insetti con sistemi di lotta alternativa, a rigenerare i terreni, a lavorare con la natura, non contro. giardiniere.bio

Mappatori bioenergetici L’eco-designer Marco Nieri, studioso di forest bathing, tiene corsi di individuazione dei campi energetici degli alberi, di progettazione del verde, di studio dei benefici sul corpo umano delle essenze arboree. Prossime date: 5-8 ottobre e 28-28 aprile 2019 a Dozza. archibio.it

Heritage interpretation Tenuti da Vanessa Vaio dello Studio Pan, i corsi trasmettono a guide ambientali e di giardini uno stile comunicativo che mette il visitatore-attore al centro del paesaggio usando tecniche di teatro e storytelling. studiopan.it

Walking in fabula Attore e guida ambientale, Umberto Petranca propone laboratori teatrali in natura (con momenti di lettura interpretativa), workshop di yoga in natura con meditazioni ispirate da elementi vegetali e corsi di narrazione della natura. walkinginfabula.it

Alta formazione per giardinieri La grande esperta Anna Zottola è da anni responsabile didattica del centro di formazione della Fondazione Minoprio, a Vertemate con Minoprio (Como), dove passano annualmente mille studenti tra i 14 e i 60 anni in cerca di formazione professionale o ispirazione. Il suo fiore all’occhiello sono i 15 laboratori per bambini tenuti nelle vacanze scolari. fondazioneminoprio.it

d o v e i m p a r a r e l e n u o v e p r o f e s s i o n i g r e e n

fiori come piacere quotidiano e slow, fonte inesauribile di sorprese e amore corrisposto, sono il motivo del cam-biamento di vita di Roberta Bajona, 52enne vicentina, di stanza a Milano. «Ho lavorato in grandi gruppi finanziari

a Londra e in Lussemburgo: una parabola che si stava esauren-do. Rientrata in Italia mi sono dedicata al mio orto e ai miei due figli, fermandomi per cinque anni». L’amica Nadia Benatti e la passione non sopita per il verde la portano a creare Fiore Urbano, una piattaforma di abbonamen-to online che consente di ricevere, una volta alla settimana, a domicilio, un bouquet di fiori a sorpresa. Fiori che non arri-vano dalla grande asta olandese di Aalsmeer «ma che, a chilo-metro zero, raccogliamo in serre locali». I fiori, ricorda, «sono belli anche imperfetti. Ti sei mai lasciata inspirare dal bottone di un girasole sfiorito o dal fiore di carota?».

Un esempio di bouquet a sorpresa.

Il biglietto che accompagna i fiori a domicilio.

La serra della Fondazione Minoprio, a Vertemate con Minoprio.

I fiori di Roberta Bajona e Nadia Benatti (nella foto in basso).

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Roberta Bajona (a sinistra)con Nadia Benatti

Vuoi un bouquet alla settimana?

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