iNBiCi magazine- anno 5 - Numero 1 - Gennaio 2013

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3 a Granfondo Città di Loano 3 febbraio 2013 foto PLAYFULL NIKON periodico in distribuzione gratuita www.inbici.net Anno V - N˚ 1 - Gennaio 2013

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PPassando sotto la lunga ombra della “Torre che pende”, nessuno è riuscito mai a sot-trarsi alla tentazione di farsi fotografare nella classica posa nell’atto di sorreggerla. Sarà l’inclinazione a rendere così unico questo monumento, che ha da sempre affascinato milioni di turisti, o è la sua intrinseca bellezza che non può prescindere dallo scenario che la circonda? Probabilmente è dalla fusione di queste due caratteristiche che nasce il forte fascino della città di Pisa, da sempre identifi-cata con la sua Torre in tutto il mondo. E non è neanche troppo difficile chieder-si perché la torre campanaria del Duomo penda da così tanti secoli senza cadere giù. Iniziata nel 1173, già alla costruzione del ter-zo “anello” iniziò a inclinarsi: nessuno a quel tempo aveva immaginato che le imponenti fondamenta erano state gettate su di un’an-tica laguna, cancellata apparentemente dai sedimenti portati dall’Arno e dal Serchio. Così le maestranze di allora continuarono a costruirla, cercando di correggere l’errore e di preservarla dal crollo, e ci riuscirono, por-tando a conclusione l’opera ben duecento anni dopo. Ancora oggi la Torre ha resistito al tempo, alle intemperie e alla mente devasta-trice dell’uomo che l’ha voluta anche utilizza-re per scopi militari in tempo di guerra. Pensata nel medioevo per affascinare i per-sonaggi nobili di passaggio in questa città così nota, oggi, dopo numerosi restauri e consolidamenti, è completamente aper-ta al pubblico dei curiosi che, per provare un’emozione davvero unica, si arrampicano lungo i 293 scalini della scala elicoidale in

marmo. Da qui si accede alle logge in pietra calcarea che cingono gli “anelli”.

Gli stessi archi, i motivi geometrici, le stesse tonalità pastello della pietra che caratterizza-no la Torre si ripetono lungo le pareti del Duo-mo, a cui il campanile appartiene. Proprio nel Duomo – primo esemplare di arte romanica pisana, poi esportata in tutto il territorio to-scano ed oltre – si possono cogliere i segni di un’intensa, seppur breve gloria della città ai tempi in cui, come Repubblica Marinara, dominava tutto il Tirreno. Anche il Battistero, il più grande d’Italia, richia-ma fortemente la Torre – progettata proba-bilmente dallo stesso architetto Diotisalvi – e ospita le opere scultoree di Nicola e Giovanni Pisano, di una straordinaria sobrietà e purezza. Non lontano si estende, poi il Camposanto monumentale, un luogo sacro a tutti gli effetti, per la presenza di terreno portato dal Golgo-ta dai crociati; al suo interno, oggi risistema-te interamente sotto le arcate gotiche, sono custodite tombe nobiliari e opere d’arte etru-sche, romane, medievali e del secolo scorso. Le quattro architetture si fondono perfetta-mente fra loro componendo una meravigliosa cartolina incorniciata nel verde smeraldo del Campo dei Miracoli.

Ma, come già detto, la bellezza di Pisa non si esaurisce ai quattro angoli di questa splendi-da piazza. Per assaporare tutto il fascino della città, si può raggiungere la Piazza dei Cava-lieri, per ammirare le opere architettoniche del Vasari, o passeggiare sui “lungarni” ai quali si

affacciano importanti edifici storici, come sul Lungarno Mediceo che ospita Palazzo Medici e il complesso romanico di San Matteo, nel cui ex-monastero si trova l’omonimo Museo Nazionale, tappa obbligatoria per chi vuole conoscere la stagione artistica della città fra medioevo e rinascimento. I lungarni offrono un’attrattiva non solo turisti-ca: con i loro ristoranti, pub, bar e locali sono molto popolati dai giovani, così come tutto il centro storico, essendo Pisa sede di ben tre fra le più importanti università italiane ed euro-pee. La vita notturna, piacevole ma mai caoti-ca, d’estate si trasferisce sul vicino e splendi-do litorale della Versilia.Se poi si vuol curiosare nei dintorni è facile imbattersi in borghi come Vicopisano e Mon-teriggioni che stupiscono per le testimonianze tangibili del passato medievale, attraverso le mura, le torri, le pievi e persino le strade, fra cui la celebre Via Francigena.

Insomma, non manca nulla a Pisa per esse-re confermata come un’icona artistica italiana che, invece di essere fugacemente ammira-ta nei suoi simboli monumentali più notevoli, forse meriterebbe di essere goduta nella sua totale bellezza.

PisaAbbAGLIAtI dA UNA mIrAcOLOsA beLLezzA…NoN CI SoNo DuBBI, PISA è uN’ICoNA DELLA SPLENDIDA RICChEzzA ARTISTICA ITALIANA, CoNoSCIuTA IN TuTTo IL MoNDo GRAzIE ALLA SuA CELEBERRIMA “ToRRE PENDENTE” SITuATA NELLA MERAVIGLIoSA PIAzzA DEI MIRACoLI, ChE è DAL 1987 PATRIMoNIo DELL’uMANITà, PRoTETTo DALL’uNESCo. MA LA CITTà NASCoNDE MoLTI ALTRI TESoRI DI ARTE E SToRIA NoN MENo IMPoRTANTI, BASTA PRoVARE AD ESPLoRARLA.

affacciano importanti edifici storici, come sul

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Passeggiando sul Lungarno Galilei...

Uno scorcio della Torre dalla Fontana dei Putti

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NNella “città dorica” (che prende il nome dal greco ankòn=“gomito”) la modernità caotica del porto si mescola al silenzio delle pietre, te-stimoni dei suoi oltre 2400 anni di storia. una commistione sempre esistita, dacché Ancona è sempre stata al centro dell’Adriatico e del mondo. Dori e Romani occuparono dapprima il colle Guasco, poi, con le invasioni barbari-che, la città si estese al colle dei Cappuccini e al colle Astagno, successivamente avanzan-do sempre più nell’entroterra, espandendosi anche economicamente fino al culmine della sua potenza nel Rinascimento.

Per scoprire Ancona nel modo più naturale si può partire dal golfo, dal molo della Lanter-na, il più antico punto di approdo. Qui, archi-tetture di tutte le epoche testimoniano la sua importante storia: il maestoso arco di Traiano, simbolo di apertura della città al Mediterra-neo; l’arco Clementino, vanvitelliano come la settecentesca costruzione pentagonale della Mole, costruita su un’isola artificiale, per ospi-tare merci e persone in quarantena in arrivo al porto; la casa del Capitano del Porto e le antiche porte di accesso alla città. una di que-ste, la portella di Santa Maria della Dogana, si apre al cuore della città, accedendo a piazza Santa Maria con l’omonima chiesa romanica dal bel portale gotico, costruita sui resti di due antiche chiese paleocristiane. Il centro è ricco di edifici civili di grande importanza per i com-merci, come la Loggia dei Mercanti, del ’400 e il palazzo del Governo sulla piazza del Plebi-scito, detta “Piazza del Papa”, con la Chiesa

di San Domenico del ’700, custode di capolavori del Guercino e del Tiziano.

Varcando, invece, porta San Pietro si accede alla parte più antica della città, caratteriz-zata da stretti e affascinanti vicoli. Sorprendono improv-visi scorci come quello impo-nente della quattrocentesca chiesa di San Francesco alle Scale con un altro ricchis-simo portale gotico. Pro-seguendo su verso il colle Guasco, si incontra il mera-viglioso Anfiteatro Romano da scoprire in tutti i suoi scavi e mosaici. Quindi si arriva al Parco del Cardeto, che si estende sul crinale omonimo fino al “Passetto”. un vero museo a cielo aperto attraversato da sentieri su ben 35 ettari di vegetazione spontanea. Qui è pos-sibile visitare i cimiteri storici monumentali, le mura cinquecentesche e il vecchio faro. ultima meta, la Cattedrale di San Ciriaco, che domina la sommità del Guasco, per arrivare alla quale si attraversa l’abitato con innumere-voli palazzi e chiese che dimostrano i fasti della Repubblica Marinara. I pellegrini percorrevano queste strade in salita fino alla Cattedrale de-dicata al Santo Patrono, costruita sull’antico tempio di Afrodite e sulla successiva chiesa paleocristiana dedicata a San Lorenzo, di cui rimangono alcuni resti. un gioiello romanico

che domina il panorama e risplende al tramonto rivelando il portico con i due carat-teristici leoni stilofori. Il colle Gua-sco veglia maestoso su tutta la costa con le roc-ce bianche a picco sul mare. Men-tre la spiag-

gia a nord è bassa e sabbiosa, come in gran parte della costa adriatica, qui il paesaggio è impervio e l’uomo ha cercato di imposses-sarsene scavando grotte per il ricovero delle barche. Ad esse si può scendere anche dal Passetto, attraverso la scenografica scalinata del monumento ai Caduti. Fra panorami moz-zafiato e costruzioni fortificate, ci si addentra sempre più verso il Parco del Conero, caratte-rizzato dalla macchia mediterranea (sito di alto valore ambientale per le specie di uccelli mi-gratori che vi stanziano) e da una campagna ricca di prodotti tipici. Guardando al largo ver-so sud si può ammirare il lungo scoglio natu-rale del Trave, che corre a pelo dell’acqua per circa un chilometro, mentre lungo la costa si incontrano deliziose località come Mezzavalle e Portonovo. Qui le bellissime spiagge fregiate della Bandiera Blu e raggiungibili via mare o tramite scoscesi sentieri in mezzo alla vegeta-zione, sono note oggi come meta turistica per eccellenza. In passato la località era un’attrat-tiva per la presenza di fonti di acqua dolce. La storia ha lasciato le sue tracce anche qui con la piccola romanica chiesa di Santa Maria in Portonovo, le torri difensive e il fortino napo-leonico, ancora oggi testimoni dell’importanza strategica militare di tutto il Monte Conero.

Bisogna, quindi, lasciarsi coinvolgere lenta-mente da tutti questi colori della natura e de-gli edifici, dai rumori delle attività umane, dai sapori della terra e del mare per conoscere a fondo questa singolare e viva città, regina dell’Adriatico.

anconaQUeL “GOmItO” dI terrA PrOtesO FrA cIeLO e mAreSu QuESTA uLTIMA PRoPAGGINE RoCCIoSA DEL MoNTE CoNERo, ChE SI AFFACCIA IMPo-NENTE SuL MARE ADRIATICo, NEL 387 A.C. I GRECI SIRACuSANI DI STIRPE DoRICA, FoNDA-RoNo LA CITTà. SCELSERo DI APPRoDARE IN QuESTo MERAVIGLIoSo SCALo NATuRALE E DI METTERE QuI LE RADICI, CREANDo uN LuoGo ChE DIVENNE PoI NoDo DI SCAMBIo TRA NoRD E SuD, TRA oRIENTE E oCCIDENTE, TRA MoNDo CRISTIANo E MoNDo ISLAMICo.

Un particolare scorcio di macchia mediterranea appartenente al Parco del Cardeto

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La Cattedrale di San Ciriaco, simbolo di Ancona

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68Il telaio idealea cura di Roberto Zanetti

72Grandi Eventia cura di Newspower

128Vi presento il mio showrooma cura di Nicoletta Brina

130Urban Trendsa cura di Roberto Zanetti

76Biomeccanica Inbicia cura di Fabrizio Fagioli

94Dossier sport e medicinaa cura di Maurizio Radi

48Integratori per campionia cura del Centro ricerche Keforma

58Inbici per il mondoa cura di Andrea Pelo Di Giorgio

80Salute Inbicia cura del Dr. Alessandro Gardini

10L’Editorialea cura di Maurizio Rocchi

100Glamoura cura di Roberto Zanetti

54La tua cronoa cura di Leonardo Olmi - Max Lelli

96Prossime garea cura di Enrico Cavallini

40Donna In... Bicia cura di Roberto Zanetti

84Protagonistia cura di Paolo Mei

12In copertina

Inbici Magazine di ciclismo Nuovo usato e informazioni Direzione e Amministrazione Via Delle Scalette, 431 - 47521 Cesena (FC)

Direttore Responsabile Andrea Agostini Vice Direttore Maurizio Rocchi Capo Redattore Maurizio Rocchi In Redazione Fabrizio Fagioli (Equipe VelòSystem), Equipe Enervit, Centro Ricerche Keforma, Gian Paolo Mondini, Nicoletta Brina, Bruno Achilli, Fabrizio Montalti, Enrico Cavallini, Mario Facchini, Leonardo Olmi, Ivano Ognibene, Andrea Pelo Di Giorgio, Dr. Maurizio Radi, Gianluca Barbieri, Daniele Moraglia, Roberto Bettini, Paolo Mei, Roberto Zanetti, Andrea Passeri, Ivan Risti, Dr. Alessandro Gardini, Dr. Piero Fischi, Arnaldo Priori, Luciana Rota, Lorenzo Comandini Fotografi Playfull, Studio5, foto Castagnoli, Bettini photo, Ido Talenti, Leonardo Morelli, Newspower, Frex8 Archivio fotografico Gianni Rocchi Collaboratori Carlo Brasini Distribuzione S. Service Consulting S.r.l. Responsabile Grafica Loredana Cramarossa Responsabile Facebook Nicola Negosanti Stampa Graffietti Stampati Responsabile marketing Sara Falco Resp. relazioni esterne Massimo Scagnelli.

Diritti e proprietà Gruppo MY RY Productions S.r.l. - Iscriz. Registro Tribunale di Forlì n° 24/09 del 04/11/2009Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale di articoli, foto e disegni senza autorizzazioni della MY RY Productions S.r.l.

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In bici subito Inbicimagazine

88Energia e integrazione Inbicia cura dell’Equipe Enervit

26Scatto Fissoa cura di Luciana Rota

38L’Opinionea cura di Andrea Agostini

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NNella mia mente ho ancora impres-so uno scatto bruciante col quale “il Gibo” salutò i suoi compagni di fuga e, a meno di 3 km dalla vetta, s’involò per tagliare il traguardo delle Cascate del Toce ipotecando, con quella vittoria, la conquista del suo secondo Giro d’Italia. Io ero proprio lì, nel punto esatto in cui il Gibo è scattato, e di lui ricordo lo sguardo fisso sulla ruota anteriore della sua Cannondale, la fatica disegnata sul viso e la sua splendida maglia rosa.Da quel giorno sono passati quasi 10 anni e il Gibo me lo ritrovo ancora protagonista, questa volta della mia intervista, non più come atleta ma come uomo comune, con una fami-glia, dei figli da crescere e da portare a scuola, con altri interessi e altre re-sponsabilità. Forse una veste insolita, questa, soprattutto per chi era abi-tuato a vederlo lottare sulle rampe dello zoncolan o dell’Angliru, ma, una volta “appesa la bici al chiodo”, è cominciata anche per lui una nuova vita, in cui lo sguardo è volto al futuro, senza mai dimenticare però il recen-te passato sportivo che gli ha rega-lato veramente tante soddisfazioni.

Gibo, mi piace definirti “l’ultimo scalatore” perché con Pantani e pochi altri grandi hai segna-to un’epoca. Le tue vittorie più belle sono state in salita, ter-reno duro per gente dura, tutta d’un pezzo, scolpita nella roc-cia delle sue magnifiche mon-tagne, proprio come te. Quanto c’è del tuo carattere di trenti-no dOc in tutto quello che fai?«Nella mia terra e nelle mie origini è rappresentato tutto il carattere di noi trentini, quello che noi siamo. Come hai giustamente detto tu: “terreno duro per gente dura”. La voglia di riu-scire, di emergere dal gruppo, di im-porsi salita dopo salita, giorno dopo giorno, proprio come in una lunga corsa a tappe. Non mi sono mai considerato un fuoriclasse, e il fisico non mi ha mai aiutato a diventarlo, ma la determinazione e l’entusiasmo che mi hanno sempre accompa-gnato in carriera, fin dalle categorie giovanili, hanno colmato il gap di ciò che madre natura non mi dato.»

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GiLBERTo siMoni

GIbO, L’ULtImO scALAtOre

a cura di ROBERTO ZANETTI [email protected]

Gilberto Simoni in maglia rosa vince la tappa piu lunga del Giro d’Italia 2003 con partenza da Canelli e arrivo alla Cascata del Toce a Formazza

foto tIm de WAeLe

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che ricordi hai dei tuoi anni migliori, e come hai fatto a re-stare per così tanto tempo ai vertici del ciclismo professio-nistico e a essere sempre competitivo fino all’ultimo colpo di pedale?«I ricordi sono tanti, potrem-mo restare qui una serata in-tera a elencarli, ma non è di questo che ti voglio parlare. Come sarà capitato a tutti, ho ricordi belli e altri meno, questo è normale, le cose vanno così... Mi chiedi come mai sono stato così longevo? Be’, prima di tutto ho sempre condotto una vita sana, sem-plice, ricca di passione per il mio lavoro rispettando i col-leghi e i tifosi che mi hanno sempre sostenuto, anche nei momenti difficili. Poi ritengo che la cosa più importante per la mia carriera è stato di sapermi accerchiare sempre delle persone giuste. La mia famiglia è stata fondamenta-le per la mia crescita come uomo e come atleta; senza di loro non sarei mai arrivato così lontano. A livello sporti-vo ho sempre fatto tutto da solo; non mi sono mai av-valso della collaborazione di

manager e procuratori, di ‘stregoni’ o presunti maghi del peda-le… Non ho mai lavorato con un preparatore, né ho mai seguito tabelle o training specifici. Ho sperimentato su me stesso i miei allenamenti, correggendo il tiro là dove sbagliavo, cercando di ridurre al minimo gli errori e di migliorarmi sempre, giorno dopo giorno.»

A fine carriera hai voluto provare a correre anche in mountain bike. Perché questa scelta? come sei stato accolto nel mon-do delle “ruote grasse” e quali difficoltà, se ce ne fossero state, hai avuto ad affrontare questo cambiamento?«Fin da ragazzo ho sempre cercato nuovi stimoli per migliorarmi e per completarmi nella professione. Negli ultimi anni della mia carriera, come hanno fatto e fanno tutt’ora altri miei colleghi, ho voluto cimentarmi in una specialità diversa dal ciclismo su strada, per provare una nuova esperienza. La bici da corsa si confà a tutte le tipologie di ciclista, è più istintiva, direi, più facile. La mountain bike, invece, oltre a essere uno sport in grande crescita, è una competizione che, come la ‘pista’ o il ciclocross, richiede una cer-ta abilità e un altro tipo di allenamento. Comunque, va detto che nel ciclismo moderno sono sempre di più gli atleti che passano dalla strada alla MTB o dalla MTB alla strada con estrema facilità, anzi, personalmente, lo ritengo molto allenante e molto utile. An-che io continuavo a correre su strada e parallelamente mi allenavo e partecipavo a competizioni in MTB senza alcun problema... ba-stava pedalare!»

ricordo di avere letto una tua frase che mi ha fatto riflettere: «Non si può descrivere, la passione la si può solo vivere…». A cosa ti stavi riferendo? La passione in senso sportivo (nel tuo caso per la bicicletta) o possiamo parlare della passione per tutto quello che normalmente si fa nella vita?«La passione più grande non è raccontarle, le cose, è viverle! Ovviamente nel mio caso parlo dell’immensa passione per il cicli-smo e per la bicicletta, e di emozioni, in tutti questi anni di carrie-ra che mi hanno visto protagonista, ne ho provate davvero tante. L’umiltà con la quale son cresciuto e che ancora oggi fa parte del mio patrimonio genetico mi ha permesso di raggiungere certi traguardi, di fare qualcosa di speciale che resterà, comunque vadano le cose, un patrimonio unico per i miei figli.»

foto remO mOsNA

Il campione Gilberto Simoni saluta il Giro 2010 con un addio nell’ultima tappa all’arena di Verona

foto dI bAILcIN

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A proposito di passione: tu sei stato un corridore che ha sa-puto far vibrare i cuori dei suoi tifosi. Quali giovani vedi oggi in grado di emulare, magari anche solo in parte, le tue gesta e di vincere qualcosa di importante?«Il ciclismo è uno sport umile, di grande fatica e sacrificio, dove solo ai massimi livelli si guadagna bene. Attualmente, con la crisi che ha colpito l’economia mondiale, anche gli sponsor si sono defilati e i giovani preferiscono dedicarsi ad altri sport più popo-lari e meno duri. Comunque ci sono alcuni giovani interessanti che stanno facendo bene e che, se riusciranno a mantenere le promesse, ci potrebbero dare delle belle soddisfazioni. Per un ra-gazzo il passaggio al professionismo è sempre una grande sfida, a volte un ostacolo difficile da superare, ma in ogni caso vale la pena provarci.»

sceso dalla bici ora fai parte del comitato organizzatore di una delle più belle e dure granfondo italiane su strada, la charly Gaul, con partenza dalla piazza centrale di trento, ac-canto al duomo, e arrivo sul mitico monte bondone. Nello specifico, di cosa ti occupi? La tua esperienza di sportivo ad alto livello quanto ti è utile per ricoprire questo ruolo?

«Il mio è un lavoro oscuro, un po’ come quello del gregario. Mi occupo di tutta la fase logistica; dietro a una granfondo come la Charly Gaul ci sono mesi di preparazione, sopralluoghi, richieste e permessi, mappatura dei percorsi e tante altre problematiche da risolvere. Indubbiamente, il mio nome e la mia esperienza messi a disposizione del comitato organizzatore hanno dato un grande contributo alla buona riuscita di tutto l’evento.»

Il 2013 segnerà una tappa importante per il ciclismo ama-toriale: i campionati del mondo su strada proprio nelle tue zone, nel tuo trentino. come vi state preparando? tu che ruo-lo avrai e quali saranno le tue mansioni?«Il mio sarà un ruolo già collaudato, di supporto a tutta l’organiz-zazione, così come ti ho detto per la Charly Gaul. Cercherò di tro-vare nuove e migliori soluzioni logistiche per gli atleti che verranno a correre in Trentino e di tracciare per loro dei percorsi che siano adeguati all’importanza della manifestazione. Qui c’è molta attesa per queste finali e, anche se le gare sono destinate agli amatori, il livello sarà sicuramente molto elevato. Ci sarà da lavorare sodo per fare bella figura davanti alle autorità e alle federazioni ciclisti-che di tutto il mondo.»

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L’EDiToRiaLEl’editore MAURIZIO ROCCHI

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LA GrANFONdO cIttà dI LOANO INAUGUrerà IL 2013

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LA PRoVA LIGuRE APRIRà LA STAGIoNE GRANFoNDISTICA IL 3 FEBBRAIo. TERzA EDIzIoNE PER LA GARA SAVoNESE, ChE PRoPoNE uNA TRE GIoRNI DI FESTA E DIVERTIMENTo DEDICATA ALLA BICI.

Loano (sV) – La stagione gran-fondistica prenderà il via ancora una volta dalla Liguria: sarà infat-ti la Granfondo città di Loano ad aprire il calendario gare per il 2013, con la terza edizione della gara che si svolgerà domenica 3 febbraio nell’omonima cittadina della riviera di ponente.

Ad accogliere gli atleti e i loro ac-compagnatori però non ci sarà solo la granfondo, ma una vera e propria tre giorni dedicata alla bici, per salutare nel modo più consono l’inizio della nuova anna-ta di gare.

Venerdì 1° febbraio gli indugi saranno rotti da una cronometro individuale di 10 chilometri pia-neggianti, che prenderà il via dal lungomare. Alla sera invece l’a-pericena permetterà un momento per stare in compagnia.

La mattina di sabato 2 febbraio vedrà invece l’apertura dell’area espositiva e nel pomeriggio, pre-cisamente alle ore 15.00, saran-no i giovani atleti dalla categoria G1 alla G6 a sfidarsi nella prova MTB sulla spiaggia, valida come 1a gara del Campionato Regiona-le MTB.

Alle ore 10 in punto di domenica 3 febbraio si abbasserà la ban-dierina per lo start della granfon-do, che affronterà così il percorso già collaudato nel 2012.

Le iscrizioni alla Granfondo Città di Loano sono già aperte e pos-sono essere perfezionale tramite il sito www.sdam.it.

Volendo incentivare la partecipazio-ne delle squadre più numerose, la Granfondo città di Loano riserva un’agevolazione ai gruppi più folti, omaggiando l’undicesima iscrizio-ne ogni dieci atleti paganti.Tutte le informazioni sono reperi-bili sul sito web della manifesta-zione: www.loabikers.com

Per infowww.loabikers.com

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AAlfredo martini: un uomo ricco di saggezza; un ragazzo che ha vissuto il passaggio della Seconda Guerra Mondiale da partigiano; una persona piena di ricordi preziosi, ma allo stes-so tempo dominato da una grande umiltà e di-sponibilità nei confronti del prossimo. Sempre gentile e disponibile, Alfredo Martini non dice mai di no a chi lo invita a cerimoniali o gare per presenziare come testimonial con la sua pesante e dovuta icona di Presidente ono-rario della Federazione Ciclistica Italiana. A quest’uomo, chiunque può leggere nel cuore di essere animato da un grande amore verso il ciclismo, che da sempre rappresenta la sua vita e la sua ragione di essere. Alfredo Mar-tini ha varcato da poco la soglia dei 90 anni (il prossimo 18 febbraio ne compirà 92), ma non li dimostra affatto. Nasce a Calenzano, alle porte di Firenze, nel lontano 1921: all’età di 6 anni, il padre, con 420 lire, gli compra la prima bicicletta, con la quale il piccolo Alfredo, nel 1928, va vedere il passaggio di una tappa del Giro d’Italia, alle Croci di Calenzano, a due passi da casa. Tra i corridori, vede transitare anche quel mito di nome Alfredo Binda, de-stinato a diventare il CT del giovane ragazzi-

no toscano. Ed è qui che scocca la scintilla; da questo momento in poi, dentro l’anima di questo ragazzo degli anni ’20, nasce l’amore per il ciclismo. un amore che Alfredo Martini porterà con sé per tutta la vita, fino ad oggi. Ecco perché, Alfredo Martini, possiamo defi-nirlo un’enciclopedia vivente della storia mon-diale del ciclismo. Martini è un uomo che ha vissuto quasi tutte le generazioni del ciclismo, da quello eroico degli anni ’20, a quello più moderno delle radioline; dalle bici in ferro di 14 kg a cinque rapporti, alle specialissime in carbonio con le ruote lenticolari. La biciclet-ta, lui l’ha vissuta a 360°, da ciclista prima, pedalando al fianco di campioni del passato dal nome storico altisonante ed eroico, come Magni (il suo amico di sempre, scomparso re-centemente), Coppi e Bartali; e da Commis-sario tecnico della Nazionale (1975 al ’97) poi, salendo in ammiraglia, dalla quale ha guidato alla vittoria i campioni nazionali di due gene-razioni. Durante la sua lunga carriera da CT, durata 23 anni, Martini ha conquistato l’iride per ben 6 volte. Il primo mondiale arriva con Moser in Venezuela nel ’77; segue quello di Saronni in Inghilterra nell’82; quindi Argen-

tin negli uSA nell’86; poi Fondriest in Belgio nell’88; infine la doppietta di Bugno del ’91 e ’92, rispettivamente in Germania e Spagna. Molti di questi ricordi, Martini li porta ancora con sé nel cuore, e lo dimostrano le tante fo-tografie e trofei appesi nel suo studio di Sesto Fiorentino, dove il Maestro mi ha accolto, per questa intervista rilasciata in esclusiva per i let-tori di INBIcI, il mese scorso. Tra le tante foto e ricordi, non poteva mancare quella con colui che Martini considerava un po’ come il “figlio adottivo”, l’indimenticabile Franco Ballerini.

martini, ci racconti un po’ cosa rappre-sentava la bicicletta negli anni ’20, e cosa voleva dire fare il corridore in quell’epoca? «Avevo solo 7 anni quando mio padre mi comprò la prima bicicletta che mi fece fare su misura da un artigiano di Calenzano e che pagò 420 lire. All’epoca 420 lire non erano po-che, perché mio padre (operaio della Richard Ginori) ne guadagnava 200 alla quindicina, quindi gli ci volle più di un mese di lavoro per comprarmela. Quella bicicletta mi consentiva di spostarmi, portandomi a fare molte nuove esperienze, cosa che invece non succedeva ai ragazzi che non ce l’avevano. Fu quella bi-cicletta a portarmi fino alle Croci di Calenzano, dove andai con altri amici più grandi di me e da dove passava la tappa del Giro d’Italia del 1928, partita da Pistoia per arrivare a Mode-na. Quel giorno vidi passare il mitico Binda, ed è da li che iniziò il mio amore verso il ciclismo, che all’epoca era il primo sport, quello che at-tirava la passione del grande pubblico. Il cal-cio era sempre sulla parte bassa della prima pagina dei giornali sportivi, i titoli in alto erano dedicati sempre tutti al ciclismo. Nacque da qui la mia passione verso questo sport, an-che perché attraverso la bicicletta si potevano andare a vedere posti nuovi. Ed all’epoca non era facile farlo, poiché i ragazzi cominciavano ad allontanarsi da casa solo intorno ai 15 anni, e non come me che, grazie alla bicicletta in-vece, ebbi la fortuna di farlo all’età di 7 anni. Insieme ai ragazzi più grandi di me andavo a vedere le corse degli allievi e dei dilettanti, e poi, all’età di 13 anni, iniziai a correre anch’io. Fino a 15 anni lavoravo come apprendista meccanico alla Pignone di Firenze, allenan-domi tra un turno di lavoro e l’altro, per poi andare a correre la domenica tra gli aspiranti, che sarebbero gli esordienti di oggi. Quindi mi dedicai sempre di più alle corse, distinguen-domi sia tra gli allievi che tra i dilettanti per poi

aLFREDo MaRTini

LA stOrIA VIVeNte deL cIcLIsmO mONdIALe

a cura di LEONARDO OLMI

PARLIAMo DI uN SIGNoRE DISTINTo DI 91 ANNI, ChE oLTRE AD ESSERE STATo CoMPAGNo DI SQuADRA DI CAMPIoNI ERoICI QuALI MAGNI, CoPPI E BARTALI è STATo ANChE CoMMISSARIo TECNICo DELLA NAzIoNALE PER 23 ANNI, DuRANTE I QuALI hA VINTo BEN 6 MoNDIALI CoN uoMINI DEL CALIBRo DI MoSER, SARoNNI, ARGENTIN, FoNDRIEST E BuGNo.

[email protected]

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Alfredo Martini

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approdare, nel 1941 a 20 anni, nel mondo del professionismo, dove sono rimasto per 17 anni, e da dove mi sono ritirato nel 1957. Tra i miei risultati più belli ci sono la vittoria di una tappa al Giro d’Italia del ’50, che conclusi al 3° posto assoluto dietro a Koblet e Barta-li, ed una tappa al Giro di Svizzera dell’anno successivo, che conclusi sul terzo scalino del podio dietro a Kubler e Koblet. Da corridore, tra le gare ed i giri più famosi, in totale ho fatto 5 Giri d’Italia, 2 Tour de France, 12 Milano-Sanremo, 9 Giri di Lombardia, un Fiandre ed una Roubaix.»

Il ciclismo eroico era più duro di quello moderno o sbaglio?«Prima era più facile per un atleta rispettare le regole, perché c’erano meno attrazioni, meno benessere. Io direi invece che oggi dobbiamo battere le mani a quei ragazzi che fanno an-cora i Giri d’Italia, i Giri di Francia e i Giri di Spagna, perché a qualcosa rinunciano. Una volta andare a letto alle nove di sera era già un difetto, ma si riusciva a farlo senza problemi, perché c’erano meno distrazioni. Oggi, inve-ce, tutti hanno la macchina nel garage, cinque televisori in casa, le ragazzine che li aspettano fuori dall’uscio di casa, ecc., ecc., tutte cose controproducenti in confronto a cosa voleva dire fare il corridore una volta. Prima era più facile, non è vero che erano più bravi di quelli d’ora, semplicemente perché avevano un’al-tra situazione. I ragazzi di una volta avevano meno richiami da parte della società del con-sumismo. Richiami che, inevitabilmente, oggi portano l’atleta ad allontanarsi da quei tra-guardi che vuole raggiungere. Vorrei far capire che, a differenza di ciò che si potrebbe pensa-re, non eravamo più bravi prima, ma d’inverno recuperavamo molto di più anche perché alle otto di sera s’andava a letto, ma non perché si pensava che ci facesse bene, semplicemente perché non avevamo né radio, né tv e faceva molto freddo. Quindi, una volta era più faci-le fare il corridore. Oggi, invece, è molto più

difficile farlo, ecco per-ché i corridori di oggi vanno applauditi di più di quelli di ieri, ed ecco perché la gente sale in centomila in cima allo Zoncolan facendo 20 km a piedi per veder passare i corridori.»

ci racconti com’era il ciclismo dei tempi eroici, quelli che oggi noi vediamo in tv in bianco e nero, sulle strade bianche; come facevate con le bici in ferro di 14 kg e le ma-glie di lana a superare i passi dolomitici con le strade sterrate e solo 5 rapporti?«Lo facevano andando a letto presto la sera e senza fare sesso, con-ducendo una vita quasi di clausura. Badate, attenzione, potrebbe sembrare una scioc-chezza, ma queste due cose che ho detto, da sole, sono molto impor-tanti, perché alla resa dei conti, nel ciclismo, dovremo usare tutte le energie disponibili. Questo, se si vogliono raggiungere traguardi ambiziosi, se poi invece il corridore vuol far prevalere il pensiero che la vita è una sola e che non si debbono fare rinun-ce, allora non dovrà ambire al successo ed alla vittoria. Nel ciclismo, il corridore non può pen-sare di fare la vita che fa un comune mortale e poi andare ai giri d’Italia e di Francia con l’am-

bizione di poterli vincere. E badate bene, che questo non lo dobbiamo chiamare sacrificio, ma una cosciente rinuncia. Bisogna avere ben chiaro nella nostra mente che per raggiungere certi traguardi dovremo rinunciare ad altri tipi di soddisfazioni. Fare l’uno e l’altro vorrebbe dire

fare bene entrambi a metà. Se oggi abbia-mo meno campioni è perché la vita moderna porta i ragazzi a fare meno rinunce. Questa società ti offre di tutto di più, ti sembra che ti diano il mondo e poi invece dall’altra parte non c’è niente. Quello di una volta è stato de-finito il ‘Ciclismo d’Oro’ perché c’erano dei fuo-riclasse come Bartali, Coppi, Bobet e tanti altri. Prima non esiste-va il ciclismo amato-riale, non si vedevano, come oggi, gruppi di 20 persone in bicicletta alla domenica; di ciclisti c’erano soltanto quelli che lo facevano di pro-fessione e sulle strade se ne vedeva uno ogni

L’ex CT della Nazionale nel suo garage con una delle sue bici “eroiche”

Il commento di Martini mentre guarda questa foto appesa nel suo garage: «Come perdere un Mondiale per un soffio», riferendosi a quando, nel 1978, Knetemann batte Moser al Nürburgring in Germania

foto LeONArdO OLmI

foto LeONArdO OLmI

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tanto per chilometri e chilometri. Oggi è cam-biato tutto, in meglio ovviamente, le biciclet-te sono come dei gioielli e sono diventate un motivo di svago aperto a tutti i livelli. Il ciclismo è diventato uno sport che praticarlo è anche motivo di benessere legato alla salute.»

ci parli della sua carriera, delle sue amici-zie e della famosa rivalità tra coppi e bar-tali, che lei ha vissuto in prima persona.«La mia non è stata una carriera da campio-ne, ma soddisfacente sotto tanti punti di vista, non certamente quelli economici, perché si guadagnava poco. Però ero un corridore ri-cercato dalle squadre, perché riuscivo a met-termi a disposizione di quelli più bravi di me e dargli una mano, il famoso gregario. Non a caso sono stato chiamato per ben tre volte da Alfredo Binda per fare i mondiali, quando all’epoca la squadra era formata da solo sei corridori. Inoltre, ho fatto parte anche della squadra nazionale che partecipava al Tour de France per ben due volte. La prima nel ’49, nella squadra dei cadetti capitanata da Magni, l’unico con cui avevo una grande amicizia, quella che si definisce fraterna. In quell’anno, il Tour fu vinto da Coppi, che aveva vinto an-che il Giro, un’impresa mai riuscita a nessun corridore fino ad allora. Mentre il mio secondo invito al Tour fu nel ’52, quando fu fatto uno squadrone unico (cadetti e professionisti) di 12 corridori, dove fui molto onorato di essere stato di nuovo scelto da Binda e di farne par-te. Per quanto riguarda Coppi e Bartali, posso sicuramente testimoniare che anche quando erano grandi rivali si rispettavano l’uno con l’altro. Ma non c’era una grande amicizia tra i due; per intenderci, non andavano a prendere il caffè insieme. Sono diventati più amici una volta che Bartali ha smesso di correre, ossia dopo il ’54.»

Lei martini ha avuto un grande successo come ct della Nazionale, durante questo

periodo c’era qualche corridore che prefe-riva ad un altro?«Ho avuto l’onore di fare 23 anni nel ruolo di Commissario Tecnico della Nazionale, duran-te i quali siamo saliti sul podio 20 volte, por-tando a casa 6 primi, 7 secondi e 7 terzi. Ma non è stato per niente facile, in quanto abbia-mo dovuto lottare con corridori del calibro di Merckx, De Vlaeminck, Hinault, Indurain, Ro-che, Armstrong e tanti altri. Quindi direi che abbiamo vinto i mondiali di fronte a dei grandi atleti. Tra i miei corridori non ho mai avuto nes-sun preferito, e questo mi ha aiutato molto. Non sono mai stato tifoso di nessuno, però ho sempre battuto le mani a chi si impegnava e dimostrava di esser bravo.»

e oggi, martini, perché tra i nostri corri-dori non ne troviamo più uno a cui batter le mani?«Perché, come si diceva prima, oggi ci sono troppi richiami da parte della società, e per i ragazzi è difficile fare delle rinunce. Recente-mente stanno tornando alla ribalta quei corri-dori che hanno dei valori, ma più che altro per le corse di un giorno, non per le grandi corse a tappe. Anche se Nibali è un ragazzo che ha delle grandi potenzialità per entrambe. Pur-troppo non abbiamo più un grande numero di corridori forti, come in passato, quando erava-mo abituati a Coppi, Magni e Bartali. Poi dob-biamo dire che oggi il ciclismo si è globalizzato, non è più ristretto all’Italia, la Francia, la Ger-mania, la Spagna e il Belgio, ma appunto si è allargato a tutto il mondo. Inoltre, attraverso la struttura dell’Unione Ciclistica Internazionale, con le tante prove che ci sono, i corridori sono molto più stressati dal maggior numero di gare e trasferte che devono affrontare in confronto a quante ce n’erano prima. Un giorno corrono in Africa, due giorni dopo in Danimarca e poi in Australia, è un qualcosa che non consente di avere il fisico sempre al 100%. Ecco perché oggi, un corridore deve stare molto accorto

quando firma un contratto, badando di vedere bene il tipo di attività che dovrà fare.»

martini, ma perché oggi non esiste più il ruolo del capitano e del gregario?«Perché non c’è più il grande campione, come invece c’era una volta. Se ci fosse il grande campione che fa la differenza ci sarebbero anche i gregari. Bisogna dire anche che oggi sono le strade, quasi sempre con l’asfalto in ot-time condizioni, che non consentono più la se-lezione, come invece poteva accadere una vol-ta. Prima la selezione non avveniva solo perché c’erano dei corridori più forti di altri, ma anche perché le strade ti mettevano in condizione di non riuscire di stare a ruota del corridore che ti precedeva. Mentre prima era un ciclismo indivi-duale, oggi è un ciclismo di gruppo, e questo è principalmente determinato dalla differenza tra le condizioni delle strade di una volta e quelle d’oggi. Non solo, c’è da dire che una volta la selezione era determinata anche dalla lunghez-za delle tappe; se si pensa che nel Tour del ’52 l’ultima tappa fu di 354 km, credo che abbiamo detto tutto. Si partì alle sette della mattina e si arrivò alle cinque del pomeriggio.»

cosa ne pensa martini del doping?«Non mi piace entrare in questo argomento, e le spiego perché: perché si parla troppo di doping e meno di cultura. Il doping viene dall’ignoranza, perché un corridore può vin-cere anche senza ricorrere al doping. Come mai un corridore come Contador, dopo essere stato fermo per sei mesi, torna subito a vincere quando rientra alle corse? Come mai si ricorre al doping? Per compensare le cose che non hai fatto e invece avresti dovuto fare? Perché qui si sta avvertendo una cosa, ossia che alcu-ni dei corridori squalificati per due anni, quando ricominciano rivincono subito. Perché si sono resi conto che se fanno la vita da corridore (come si diceva prima), le loro doti le possono far emergere, se invece usano delle scorcia-toie ricorrendo a degli artifizi, prima o poi ven-gono presi e squalificati. Ecco perché io sono ottimista verso questo argomento, e penso che andiamo sempre di più verso il meglio, il peggio lo abbiamo già passato. Andiamo ver-so la coscienza che si può vincere anche sen-za ricorrere al doping, e ce lo dimostrano i vari Contador e Pellizzoti, che appena rientrato ha vinto subito il titolo italiano, dove c’era gente preparatissima. Il doping viene da quei birban-ti che cercano di convincere i corridori a fare meno rinunce, proponendo loro certa roba con la quale compensare il lavoro che non hanno fatto. Dobbiamo mandare via i mercanti di veleni d’intorno ai corridori, bisogna arrestarli come se fossero dei banditi veri e propri. Non è una pasticca che ti fa diventare un campio-ne. Ad esempio, ricordo che durante le mie uscite d’allenamento con Bartali, dopo 150 km, Gino era ancora pieno di energie, conti-nuava a pedalare e parlare, io invece mi sen-tivo già stanco, e mi mettevo a ruota. Già da lì si vedeva che lui aveva la stoffa del campione, dell’uomo di ferro, come veniva definito all’ora, infatti lui vinceva e io no. Ecco perché penso che il campione non si faccia né con le pastic-che né con le iniezioni, campioni si nasce.»

Alfredo Martini nel suo studio di Sesto Fiorentino con in mano una copia di INBICI, a cui ha rilasciato in esclusiva questa intervista

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SSe il calcio italiano è entrato in crisi lo stes-so vale per il ciclismo che sta attraversan-do un momento negativo segnato dal calo delle sponsorizzazioni e dalle sempre mag-giori difficoltà degli imprenditori ad investire in uno sport seguitissimo da una parte ma che spesso deve fare i conti con situazioni extra sportive negative. In questo panora-ma tiene banco il dibattito legato alle wild card per il Giro d’Italia 2013. Internazionalizza-re sempre di più la corsa rosa o avere un occhio di riguardo per i team italiani? L’8 gennaio la direzione del Giro dovrà prendere una decisione anche se, vista la situa-zione generale, forse occorrerà più tempo. Il numero uno della cor-sa Gazzetta, Michele Acquarone, lancia un grido d’allarme: «Temo che dovremo spostare le data leggermente più in là perché al momento la situazione legata alle licenze e al rispettivo di-ritto di correre un grande giro per un team World Tour come la Katusha è poco chiara. Con i rus-si e con le altre grandi squadre avevamo già avviato programmi di marketing e promozione ma la decisione dell’UCI ci ha spiazzati. Spero che il TAS prenda una posizione in tempi brevi, in questo caos per noi è impossibile prendere una decisione».Acquarone sulla linea che il Giro deve segui-re ha pochi dubbi: «Dal nostro punto di vi-sta l’obiettivo numero uno è portare il mag-gior numero di tifosi a interessarsi al nostro evento e, vorrei sottolineare, per me i tifosi non hanno nazionalità, colore, età, sesso. Il Giro d’Italia si deve rivolgere al mondo».La corsa Rosa rappresenta la metafora di cosa ha significato il ciclismo in Italia: uno sport duro, dove regna la fatica e il sacrificio ma uno sport in grado di unire una peniso-

la intera, regione dopo regione, provincia dopo provincia, comune dopo comune fino a raggiungere simbolicamente ogni singola casa degli italiani.In questo contesto di crisi del sistema ci-clismo non è semplice tutelare passione e qualità di una gara che deve primeggiare a livello internazionale: «Se a Napoli alla par-tenza avremo Bradley Wiggins, lui da solo,

in termini di popolarità, di ciò che rappre-senta e numeri di tifosi al seguito, vale per noi come il ritorno delle quattro formazioni invitate con le wild card messe insieme». Quindi in sostanza una cosa esclude l’altra?«Penso vi sia un equivoco di fondo, per far crescere il movimento italiano non basta essere alla partenza del Giro, serve un sal-to di livello per i team italiani che ancora stenta a vedersi. Noi dalla nostra abbiamo stretto un accordo con la FCI per cui una delle quattro wild card abbiamo deciso di darla alla squadra vincitrice della Coppa

Italia. Questa nostra scelta è passata un po’ sotto silenzio, da molti viene data per scontata ma non lo è. È importante sotto-lineare che il 25% delle nostre possibilità le usiamo per sostenere il ciclismo italiano.»C’è anche chi propone di ridurre a 8 i corri-dori per squadra, in modo da poter invitare 25 squadre ma visti i tempi stretti sarà diffi-cilmente praticabile.

Acquarone punta tutto sul rinnovamento e sull’internazionalizzazione del Giro, le questioni nazionali o nazionalistiche ri-schierebbero di fiaccare la competizione e chiude lanciando una proposta: «Per far crescere il ciclismo italiano puntiamo sui nostri giovani e sulla Coppa Italia, per essere un giorno i migliori nel mondo dob-biamo far crescere l’intero calendario, non focalizzarci solo su una corsa. Personal-mente sogno in un prossimo futuro una grande squadra italiana stile Sky per la Gran Bretagna».

GiRo D’iTaLia aL BivioinTERnazionaLizzaRE o vaLoRizzaRE i TEaM auTocToni?

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a cura di MATTEO GOZZOLI [email protected]

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Michele Acquarone direttore generale di RCS risponde alle domande dei giornalisti durante una conferenza stampa, al suo fianco il presidente della FCI Renato Di Rocco

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www.bmc-switzerland.com

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LLiotto: un nome una garanzia nell’universo delle due ruote. E non si parla solo della nota azienda del Vicentino, ma anche di un evento che alla Cicli Liotto Gino & Figli è co-munque irrimediabilmente e piacevolmente legato da anni. La Granfondo Liotto – Città di Valdagno compirà tre lustri il prossimo 14 aprile. Dal portale web ufficiale della gara (www.granfondoliotto.it) ci si può iscrivere ufficialmente alla 15a edizione della gran-fondo veneta. Meglio affrettarsi, consigliano gli organizzatori dell’ASD Team Granfondo Liotto che per il 2013 hanno confermato i maggiori aspetti tecnici dello scorso aprile, dopo i riscontri e commenti positivi da parte di concorrenti e addetti ai lavori.Valdagno sarà ancora una volta quartier ge-nerale di partenza e arrivo di gara, ospiterà l’area espositiva e ogni servizio utile ai con-correnti. Da qui scatteranno i due percorsi Mediofondo e Granfondo, rispettivamen-te di 102 km e 1.450 m/dsl e di 130 km e 2.500 metri di dislivello, che porteranno a pedalare tra le Piccole Dolomiti e attraverso note località come Recoaro Terme, le Valli

del Pasubio o Schio. Soprattutto nella va-riante “lunga”, pensata per chi già ad aprile ha nella gambe una buona preparazione, non mancano le scalate come quelle di Monte Magrè e Torreselle tra il 6% e l’8% di pendenza e il tratto Valbianca-Marana con 12 km di lunghezza e punte di pendenza del 20%, che farà la felicità dei grimpeur di razza.La Granfondo Liotto – Città di Valdagno 2012 sarà senz’altro ricordata per il sigillo dell’atleta “di casa” Roberto Cunico che fin dalle prime battute si è messo a fare da traino insieme a coloro che sarebbero sta-ti i protagonisti di giornata, ovvero Krys, Bertuola, Sorrenti Mazzocchi, Fochesato, Janes, Spiazzi e il campione di ciclocross Enrico Franzoi (fuori classifica). Dopo Passo Xon c’era un quintetto a guidare con un rit-mo indiavolato, nonostante la pioggia. Cuni-co era tra questi e in cima alla seconda sali-ta rimaneva solo insieme a Bertuola, Krys e Sorrenti Mazzocchi, ma lo spunto decisivo del vicentino arrivava all’imbocco della salita di Torreselle dove il distacco dagli inseguitori

Muraro e Franzoi si stabilizzava a 15”. Nella successiva discesa Franzoi si rifaceva sotto, ma Cunico ormai era lanciato al traguardo di Valdagno per il suo secondo sigillo con-secutivo alla GF Liotto, accompagnato al femminile dall’altoatesina Astrid Schartmül-ler, in testa dall’inizio alla fine della gara.La gara di Valdagno del 14 aprile sarà nuo-vamente prova d’apertura del Challenge Giordana, comprensivo di sei prestigiosi ap-puntamenti in Veneto, Trentino e Lombardia tra aprile e luglio del prossimo anno. Inoltre, sarà valida come 3a prova di Campiona-to Italiano ACSI ciclismo e prima prova di Campionato provinciale fondo e mediofon-do ACSI provincia di Vicenza.Sul sito ufficiale di gara sono disponibili le informazioni dettagliate sui due percorsi ed è possibile scaricare i profili Garmin degli stessi. è in fase di definizione anche il pacco gara destinato ai concorrenti, nel frattempo un pensiero ad iscriversi alla gara di aprile può essere… vantaggioso.

Info: www.granfondoliotto.it

GRanFonDo LioTTociTTà Di vaLDaGno

UNA GrANFONdO dA NON Perdere IL 14 APrILe 2013 A VALdAGNO (VI)

a cura di NEWSPOWER

DoMENICA 14 APRILE 2013 SCATTA LA 15A EDIzIoNE DELLA GF LIoTTo – CITTà DI VALDAGNo. CuNICo E SChARTMüLLER VINCIToRI DELL’uLTIMA EDIzIoNE. LA GARA APRE ANChE QuEST’ANNo IL ChALLENGE GIoRDANA.

[email protected]

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SSituata fra Foligno e Nocera umbra, Valtopina prende il nome dal fiume Topino che scorre nella valle alle pendici del monte Subasio, in un paesaggio alquanto affascinante. Si com-pone di ben undici frazioni costituite dai nuclei abitati di Giove, Sasso, Gallano, Pasano, Ca-saTommaso, Balciano, Colfulignato, Vallema-re, Poggio, Santa Cristina e Franchillo. L’essere sorta lungo la via consolare Flaminia, tradisce le sue origini prettamente romane (III sec. a.C.), nonostante in tutta la zona gli scavi abbiano, comunque, portato alla luce insedia-menti preromani. è, quindi, la Flaminia il luogo dove ritroviamo resti delle mura dell’epoca di Adriano, mentre in tutta la valle si possono an-cora oggi trovare tracce di antiche domus e di ponti romani.

Ma come quasi tutti i borghi umbri, l’antica Cerqua – così Valtopina veniva chiamata anti-camente –, conobbe la sua maggiore espan-sione a partire dall’anno mille, dominata dalle signorie di Assisi, prima, e di Foligno, succes-sivamente nel ’300.L’intensa vita medievale oggi trapela dalla presenza di alcuni castelli fra cui, forse quello più degno di attenzione perché rimasto intat-to, il Castello di Poggio, dell’XI secolo, sede del Visconte della valle del Topino e residen-

za municipale fino ai secoli più recenti. Meno evidenti e più nascoste dal verde circostante, sono ancora le tracce del castello di Serra, che fu per altro conteso per la sua grande importanza strategi-ca. Anche la frazio-ne di Gallano nel XII secolo, vide sorgere il suo castello, di cui ora si possono solo osservare le tracce all’interno del borgo. Anche gli edifici religiosi del medioevo dimo-strano un’intensa devozione da parte della po-polazione di questi villaggi, lo testimonia la pre-senza di circa 50 chiese, all’interno di ognuna delle quali si venerava un santo diverso. Tra le più antiche e forse la più bella, per la sua posi-zione panoramica e per la sua semplice strut-tura, rimane la chiesa di Santa Cristina.

Tutti questi insediamenti del passato, disse-minati su colline dalla natura incontaminata, rendono questo luogo prediletto dagli appas-sionati dell’escursionismo in bici o a cavallo. Siamo vicini al Parco del Subasio (monte che domina con i suoi 1290 metri di altezza le colli-ne e le valli circostanti), e non a caso Valtopina dispone di una rete sentieristica, ben docu-mentata e ben segnalata, con percorsi che attraversano non solo il territorio comunale ma si incrociano con il Sentiero Francescano e con il Sentiero Italia. Fra i percorsi più inte-ressanti ci sono quelli storici e il Sentiero del Tartufo nella Valle dell’Anna.

Sì, perché la località è nota anche per la sua annuale mostra-mercato del Tartufo di Val-topina (organizzata dal Comune e dalla Co-munità Montana dei Monti Martani, Serano e Subasio), che si tiene a novembre per quattro giorni, durante i weekend: un’occasione unica per degustare i prodotti del bosco e sottobo-sco fra cui il tartufo bianco e nero del Subasio e le numerosissime varietà di funghi. Allo stes-so tempo si può approfittare delle escursioni appositamente organizzate.Pur essendo un paese con appena 1.458

abitanti, la cittadinanza è molto attiva. Lo di-mostrano la fiera del tartufo, così come gli altri eventi organizzati durante l’anno, come il Palio di San Bernardino (nel periodo giugno-luglio) e la rinomata Mostra del Ricamo e del Tessile. Durante il Palio rionale di San Bernardino, è possibile assistere ad autentiche ricostruzio-ni di giochi popolari medioevali, assaggiare i piatti della tradizione locale nella Taverna dei Rioni e ammirare i costumi d’epoca curati nei minimi dettagli. Infatti, l’arte sartoriale è quella in cui i valto-pinesi si distinguono maggiormente, avendo come supporto quello della Scuola di Ricamo che dal 1996 cerca di recuperare il sapere di ricamatrici esperte per tramandarlo alle nuo-ve generazioni. Si è, quindi, creato il Museo del Ricamo e del Tessile che sta cercando di acquisire il prezioso patrimonio manifatturiero di importanti famiglie storiche del luogo. Così anche la Mostra del Ricamo e del Tessile di Valtopina, ormai carica di un’esperienza più che decennale, riveste una grande importan-za nel settore del merletto, del ricamo, della tessitura a livello internazionale, diventando punto d’incontro fra culture e tradizioni e la mi-gliore vetrina dell’artigianato artistico e dell’o-dierna creatività femminile.

Quindi la Valtopina, così ricca di beni storici, culturali e ambientali si conferma come meta essenziale per coloro i quali amano l’arte, la cultura, il buon cibo e le attività sportive nella natura. Più di un buon motivo per essere il punto di partenza della 19a Granfondo della Pace!

vaLToPina

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UN’INcANteVOLe VALLAtA ALLe PeNdIcI deL sUbAsIOCI TRoVIAMo IN PRoVINCIA DI PERuGIA, uN TERRIToRIo ChE hA FATTo DELLA PACE IL Suo VESSILLo CoN LA GRANDE MANIFESTAzIoNE DELLA MARCIA PERuGIA-ASSISI. MA ANChE IL CICLISMo VuoLE LA SuA PARTE E SI DIMoSTRA PoRTAToRE DI QuESTo MESSAGGIo ATTRAVERSo LA GRANFoNDo DELLA PACE, LA CuI 19A EDIzIoNE PARTIRà IL 14 APRILE PRoPRIo DA VALToPINA, uNA LoCALITà FRA LE PIù BELLE DELLE VALLI uMBRE. ANDIAMo A SCoPRIRE PERChé...

Il Castello medievale di Poggio

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PPresentata la prima edizione della Granfon-do Costa d’Amalfi che nasce grazie all’ASD Movicoast, in collaborazione con la Fci co-mitato regionale Campania, in programma il 16 e 17 marzo 2013. «Lo spirito – spiega il presidente dell’ASD, Nicola Anastasio – è quello della vacanza che combini turismo e sport, alla scoperta di un territorio sempre nuovo e ricco di bellezze naturali. La Gran-fondo si inserisce in un minicalendario di eventi, un programma molto intenso, ideato al fine di attirare una nicchia maggiore di per-sone, non solo ciclisti, che possa apprezza-re questo territorio. Non vogliamo creare un evento fine a se stesso e che si esaurisca con la sola gara, ma vogliamo dare un pro-gramma di qualità per tutti coloro che giun-geranno nella nostra zona in quei giorni.» L’i-niziativa nasce appunto dalla collaborazione tra il Comitato regionale campano della Fe-derazione ciclistica, in collaborazione con l’ASD, intesa che ha dato vita, nel 2012, alla prima scuola di ciclismo strada, fuoristrada e pista, per bambini ed adolescenti, ricono-sciuta dalla Federazione campana. Per quel che concerne la gara ciclistica, essa è stata ideata in due formule: per gli amatori ci sa-

ranno due percorsi, uno lungo da 120 km (2500 m di dislivello e tre Gpm) ed uno cor-to da 80 (1800 m di dislivello e due Gpm), mentre i più giovani saranno suddivisi nel-le categorie nazionali e si cimenteranno in diverse gare lungo un tracciato ridotto con due frazioni, una al giorno. è in programma un appuntamento, il 16 marzo, anche per i veterani (over 65) col Campionato provin-ciale su strada, cronometro da Pontone di Scala a Ravello, anzi, sarà proprio questa iniziativa che, alle 13, darà il via ufficiale alla kermesse ciclistica. Alle 14 la prima tappa di minicross a Scala per la categoria Promo-zionale (7-12 anni), a seguire, la cronometro Amalfi-Ravello per allievi e juniores. Le gare saranno intramezzate da visite guidate alla scoperta delle bellezze paesaggistiche-arti-stiche dei luoghi, con pasti convenzionati, offerti da ristoranti locali e buffet per gli atleti. «Non solo lo sportivo si potrà divertire – ag-giunge Anastasio – ma abbiamo creato un evento musicale, tra gli altri, coinvolgendo anche soggetti locali che non gravitano nel mondo dello sport. È l’occasione di cono-scere il territorio peraltro in un periodo in cui questo è più facilmente visitabile poiché

non saturo di turisti.» un vero programma ricreativo collaterale a quello sportivo – si diceva – che prevede, ad Amalfi, l’allesti-mento del centro ospitalità: dalle 10 alle 19, sarà effettuata presso gli Antichi Arsenali delle Repubbliche Marinare la distribuzio-ne dei pettorali e dei pacchi gara. Le na-vate dell’antico cantiere medievale saranno animate da espositori di settore, esibizioni sportive, test con campioni di ciclismo ed equipe mediche, discussioni tematiche e presentazione del programma del giorno successivo. Nel pomeriggio, dalle 15,30 visite guidate ad Amalfi. In serata, alle 18,30 a Ravello, “Il nostro viaggio jazz”, concerto all’auditorium oscar Nyemier con ingresso gratuito, even-to offerto dalla Ravello Concert Society.La seconda giornata si aprirà alle 8 col 1° Giro della Costa d’Amalfi, la medio fondo amatoriale di 80 e 12 km, alla scoperta della Costa Amalfitana. «Abbiamo cercato di cre-are un percorso che abbia una sua valenza anche dal punto di vista sportivo, ricordan-do i tragitti dolomitici: insomma, il tracciato lungo è tosto ma immerso nelle nostre bel-lezze naturalistiche, quindi da non perdere.»

Alle 9 gli Allievi e Juniores saranno impegnati nella seconda tappa di corsa in linea da Maiori, su di un trat-to del percorso della medio fondo, con arrivo a Ravello. Alle 10 per la categoria promozionale sarà la volta della gimkana a Ravello. Tra gli even-ti collaterali della giornata, a partire dalle 8,20 si terrà la visita guidata escursionistica per la riserva natura-le della Valle delle Ferriere. L’escur-sione terminerà in Ravello nei pressi dell’arrivo dei concorrenti. A questa si aggiunge, alle 9 la possibilità di vi-sitare la città della Musica, Ravello, Villa Rufolo e Villa Cimbrone, sede, la prima del festival wagneriano e la seconda della residenza del genti-luomo inglese Ernest William Be-ckett. Al termine della gara, dalle 12 in poi, all’auditorium oscar Nyemier, si svolgerà un evento folcloristico.ulteriori aggiornamenti in merito al calendario degli eventi in program-ma saranno forniti sul sito www.granfondocostadamalfi.com.

GF cosTa D’aMaLFi

NON chIAmAteLA “sOLO” GrANFONdO

a cura di NICOLETTA BRINA

FuLL IMMERSIoN IN TERRIToRIo CAMPANo, TRA BELLEzzE NATuRALISTIChE, SToRIA ED uNA VERA E PRoPRIA KER-MESSE MuSICALE DEDICATA AI CICLISTI ED AGLI ACCoMPAGNAToRI. L’ASD MoVICoAST, IN CoLLABoRAzIoNE CoN IL CoMITATo REGIoNALE FCI CAMPANIA PER LA “PRIMA” AMALFITANA.

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[email protected]

Uno dei paesaggi mozzafiato nei dintorni di Vietri sul Mare, una perla della Costa d’Amalfi

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CCi sono diritti d’autore per le preghiere? Dun-que, vediamo, quando reciti il Padre Nostro te lo sei mai posto questo interrogativo? No, no, decisamente no. Allora, caro direttore di INBIcI, senza indugi e senza paura di riven-dicazioni pubblichiamo a cuor leggero questa preghiera, scovata per caso sul web, pubbli-cata su un Blog che solo per il titolo promette bene… Il resto è una scoperta via l’altra. Pare uno di noi questo “ciclista pericoloso” che firma il Blog American Cyclo (a link http://americancyclo.wordpress.com/). uno di noi che ci regala, a Natale, questo Santo Natale, fa davvero bene, una poesia-preghiera che tutti gli appassionati di ciclismo dovrebbero tenere in camera da letto. Quando l’hai fatto leggere ad un tuo ami-co, un po’ fuori di testa d’accordo, ma uno che in bici sa il fatto suo, ex professionista, l’uomo più appassionato di ciclismo che tu conosca (dopo di te), insomma, lui ha let-to questo post in religioso silenzio e poi ha commentato «Voglio conoscere l’amatore che l’ha scritto e farci all’amore». E ti assicuro che quest’amico, perfettamente a suo agio nella famiglia degli scatto fisso, non è affatto omosessuale!Quindi, adesso che è Natale, preghiamo in-sieme. Scatto fisso è una rubrica votata an-che a questo. Alla passione per la bicicletta. Sempre a 30 all’ora nei centri abitati neh. Raccomandazione per un 2013 con molti ma molti meno incidenti di bici! E pedalare.

da American cyclo, Confessioni di un cicli-sta pericoloso.

Quando vado in bici, non ascolto mai niente.Sento tutto. Tutto mi passa a fianco, niente mi s’impiglia addosso.Tutto là sopra gira come un Rolex, al polso di un bohémien caduto dalla luna sulla terra. Tutto scorre semplice, lineare, chiaro, avvolgente. Certezze che hai solo in bici. Quando vado in bici non uso l’iPod, ma è come se l’avessi.Tra un filare d’alberi e un pezzo di Johnny Cash passa poco. Tra una parete di sassi e un campo di pannocchie, sento risuonare la melodia di un cantautore americano dimenticato tra cataste di vinili.Se chiudo gli occhi mentre pedalo leggero lungo un corso d’acqua, posso sentire con la coda dell’orecchio la voce profonda e disperata di un poeta. Sotto le palpebre, come un cortocircuito REM-ZEN, mi passano in rassegna le case cantoniere

dello Stelvio, i pascoli di pecore scendendo dalla Marmolada a Canazei, l’aria rarefatta come nessun’altra del Gavia, le due aquile nere in cima a sua maestà le Galibier, la diga sul Glandon, lo sciame sismico di un serpente colorato di caschi che sale il Pordoi da Arabba in una delle infinite Maratone, così uguali, così diverse tra loro.Se li riapro, guardo le mani sulle pieghe, sento che sono a casa. Anzi, non mi sono mai mosso.Già. Perché la fuga serve solo per tornare da dove si è sempre venuti.La strada ti passa sotto come un nastro di musicassetta.Dice chi sei, e tu lo sai. Ti spinge come una mano dove, pur non immaginandolo, sapevi che saresti arrivato.Di più: ti spinge più in là. Non si ferma mai.Vedi al tuo fianco scorrere le immagini e le persone che ti hanno incontrato.Come in un sogno di primo mattino. Di quelli fatti a soffio dalla sveglia.

Di quelli che quando ti alzi, avresti voluto vedere come andavano a finire.Ecco, sulla strada, come per magia queste persone a salutarti. Come due fiumi di folla sull’Alpe d’Huez.E tutti cantano. Come un coro Gospel.Andare in bici fa suonare.Suonano le ruote, suonano i pignoni.Suonano le viti, suonano i bulloni.Andare in bici fa suonare la vita.Io l’ho sentita. Ossì che l’ho sentita, fratelli.Mi sono abbassato sui tornanti fatati del Giau, non ho avuto paura di ascoltarla. Parlava di cieli zaffiri e sospesi. Di campi di grano, carezzati da una mano.Se non l’avessi sentita quella musica, probabilmente non l’avrei presa la bicicletta.Oggi, mentre pedalavo, suonava così: come il pezzo qui sopra. (The Wanderer by Johnny Cash, ndr)Non ci credete? Fate la prova.Amen.

scaTTo Fisso

LA PreGhIerA deL cIcLIstA

a cura di LUCIANA ROTA

Twitter @lucianarota

NON sOLO brUtte NOtIzIe Per chI PedALAIl mezzo più sicuro fra i 17 e 20 anni? LA BICICLETTA! Lo dice uno studio dell’University College London (UCL) il quale dimostra che muoversi in bicicletta è quasi cinque volte più sicuro che guidare un’auto almeno per i ragazzi sotto i ventun anni… @Oggiscienza

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Collezione inverno 2013Via F.lli Rosselli, 8 - 47023 Cesena (FC) - t. 0547.612001

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LLa Granfondo fi’zi:k – Città di Marostica cala il poker. Il 28 aprile prossimo la città degli scac-chi torna ad incarnare la passione per le due ruote, con l’evento ancora una volta orche-strato dallo staff dell’ASD B-Sport Cycling e dallo Studio RX. Sarà il quarto compleanno della gara vicentina, che parte subito con una conferma: la splendida città di Marostica e la sua Piazza Castello sono anche quest’anno quartier generale della manifestazione e, già sulla carta, lo spettacolo è assicurato. Gli ap-prezzamenti ricevuti la scorsa primavera sulla location, sia per quanto riguarda la logistica, sia per il colpo d’occhio, non hanno lasciato dubbi agli organizzatori nel confermarsi “resi-denti” a Marostica anche per il 2013 (con il contributo organizzativo anche del Comune di Marostica).Per quanto riguarda l’aspetto agonistico della Granfondo fi’zi:k – Città di Marostica, si potrà scegliere tra i due collaudati percorsi Gran-fondo di 154 km e 2.970 metri di dislivello,

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GRanFonDo Fi’zi:k ciTTà Di MaRosTica

LA GrANFONdO FI’zI:K cALA IL POKer

a cura di NEWSPOWER [email protected]

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e Mediofondo di 100 km e un dislivello più abbordabile di 1.670 metri, che dopo lo start dal centro di Marostica saliranno in direzione Pianezze, Molvena e Salcedo, nota anche dal punto di vista turistico e ambientale per le col-tivazioni di ciliegie. Seguiranno i saliscendi in Valdastico e i passaggi sull’Altopiano di Asia-go, dove bisognerà stare attenti a non farsi distrarre troppo dai piacevoli paesaggi se non si vuole essere sorpassati dagli avversari. Ci sarà un GPM posizionato a circa 45 km dalla partenza e per un po’ si rimarrà in quota tra i 900 e i 1000 metri con transiti nei pressi di Asiago e Campo di Mezza Via, cima Coppi di gara a 1061 metri di altitudine. La divisione dei due tracciati avverrà a Santa Caterina di Lusiana dopo circa 80 km in comune, i me-diofondisti voleranno di ritorno a Marostica, mentre chi avrà scelto la “lunga” dovrà ancora fare i conti con un nuovo passaggio in Valda-stico e il Monte Corno, a 1000 metri di quota, prima del rientro in Piazza Castello.Sotto un cielo del colore del piombo, la pas-sata edizione della Granfondo fi’zi:k – Città di Marostica ha accolto al via 1.700 concorrenti e tra questi c’erano big del calibro di Moreno Moser e Roberto Cunico e i vari Dell’Antonia, Quinziato, Minuzzo, Sorrenti, Bertuola e Cad-deo. Cunico è apparso fin da subito il più in palla di tutti, a condurre sicuro insieme al trio composto da Bertuola, Sorrenti e Caddeo. Ad Asiago, sotto una pioggia battente, il vicentino proseguiva nella propria azione di “sfonda-mento”, ma gli altri non lo perdevano di vista, e così fino a 5 km circa dal GPM del Monte Corno, quando il ciclista di Thiene ha allun-gato perentoriamente ed è giunto per primo a Marostica con quasi 2 minuti su Bertuola e oltre 3’ su Caddeo. La granfondo femminile ha incoronato regi-na Cristina Maria Prati, mentre i vincitori della Mediofondo sono stati Cristiano Pegoraro e Astrid Schartmueller.Dal sempre aggiornato sito www.granfondo-fizik.it è possibile curiosare in quello che sarà

la prova veneta della prossima primavera. Le quote di iscrizione 2013 sono di 32 Euro per chi si registra entro il 26 aprile e 44 Euro per chi invece si prenota nelle ultime due giornate disponibili, 27 e 28 aprile (entro le ore 8.00).La Granfondo fi’zi:k – Città di Marostica è an-che per il 2013 inserita in diversi circuiti, come il Challenge Giordana, il Nobili e SuperNobi-li delle Granfondo, il Dalzero.it e il Gran Prix Endurance RX. Per quest’ultimo, si può ap-profittare dell’allettante promozione offerta da RX, vale a dire iscrivendosi a due delle tre gare inserite nel Gran Prix (Marciabianca, Granfon-do fi’zi:k e Mezza del Brenta) la terza sarà in omaggio. oltre a ciò, la Granfondo fi’zi:k – Cit-tà di Marostica è prova del Campionato Pro-vinciale uDACE Vicenza. Marostica è una roccaforte medievale e Piaz-za Castello è il suo prezioso biglietto da visi-

ta nel mondo. Negli anni pari – da oltre 50 anni – si disputa sulla grande scacchiera permanente la partita a scacchi con per-sonaggi viventi, per rievocare la leggenda della bella Lionora. Tratta da un testo di Mirko Vucetich, si ritorna ai tempi della Serenissima, anno 1454, e al Podestà Taddeo Parisio, ca-stellano di Marostica e inviato direttamen-te da Venezia. Prota-gonisti della vicenda sono due giovani Rinaldo d’Angarano

e Vieri da Vallonara, entrambi innamorati della bella Lionora, figlia del castellano. Questi de-cide di non permettere né scontri né armi, ma la mano della figlia Lionora sarebbe andata a chi dei due contendenti avesse vinto una par-tita al nobile gioco degli scacchi. Ecco allora l’intera città riunita attorno al castellano, alle due famiglie di Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara, ai personaggi che interpretano i vari ruoli sulla scacchiera e alle ambascerie del-le nobili città ospiti, per festeggiare alla fine il matrimonio della nobile Lionora e del vincitore della partita.Per quanto riguarda invece la partita della 4.a Granfondo fi’zi:k – Città di Marostica oc-corre attendere fino al prossimo 28 aprile, ma nel frattempo è meglio pensare concre-tamente a prenotare un posto in griglia di partenza.

foto NeWsPOWer cANON

foto NeWsPOWer cANON

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IIl Duomo di Ancona, dedicato a San Ciriaco, è una delle chiese medievali più interessanti d’Italia, sorge in scenografica posizione alla sommità del Colle Guasco, dal quale domina tutta la città di Ancona e il suo Golfo. L’infini-to e increspato Adriatico si presenta ai nostri occhi dalla terrazza naturale scelta da Raf-faele Consolani, per illustrare l’attività della società ciclistica Cicli Copparo Sintesi di cui è presidente e team manager. uno sguardo verso l’infinita distesa celeste, che agli occhi degli appassionati di ciclismo dorici, rappre-senta lo spazio indefinito che gli atleti della Cicli Copparo Sintesi hanno l’opportunità di conquistare.

trentacinque vittorie stagionali, tra cui spiccano dodici granfondo. successi di caratura internazionale come la Granfon-do eddy merckx, la Gf stelvio, Vernaccia, che proiettano la cicli copparo sintesi ai vertici del movimento nazionale.«Abbiamo lavorato bene e i prestigiosi risultati conquistati ci hanno dato la giusta immagine,

che abbiamo cercato di costruire nel corso degli anni. Siamo entrati in punta di piedi nella scena internazionale del ciclismo amatoriale, pur coscienti che ciclisti del calibro di Hubert Krys, Michele Maccanti e William Dazzani, avevano le capacità per ben figurare. E i risul-tati ci hanno dato ragione. Ma io credo che soltanto nel 2013 andremo a completare quel processo di trasformazione dell’attività della Cicli Copparo Sintesi, che prevede, grazie a Krys, al suo quarto anno da ex professioni-sta, la partecipazione a manifestazioni come la Nove Colli, la Maratona delle Dolomiti e le prove della Five Stars League. Dunque, una crescita programmata quella della Cicli Cop-paro Sintesi – sottolinea Consolani – che entra sempre più nel mondo delle Granfondo, per diffondere il nome dei propri sostenitori, anche se alcuni sono già di caratura internazionale.»

L’ex professionista polacco hubert Krys è stato il protagonista assoluto per la co-stanza di rendimento e i risultati raggiunti in tutta la stagione.

«Hubert non l’ha scoperto Cicli Copparo. È un ragazzo serio che lavora, si allena, fa della bicicletta la sua attività la-vorativa. Indub-biamente il fiore all’occhiello della società, il ciclista che ci ha dato maggiori soddi-sfazioni, soprat-tutto nelle ultime due stagioni, e mi auguro che si ripeta nel 2013, visto che nel prossimo anno sarà il nostro ago della bilan-cia per quel che riguarda l’attività internazionale e con lui vogliamo raggiungere tra-guardi prestigio-si, come la Nove Colli e Maratona delle Dolomiti.»

L’esordio in luglio a causa dello stop forza-to non ha impedito a michele maccanti di guadagnare il ruolo di protagonista.«Lo scorso anno abbiamo tesserato Maccanti anche se è il ciclista più discusso d’Italia, ma il suo palmares e le numerose vittorie, ne fanno un ciclista affermato a livello internazionale. Di Maccanti, conoscevamo i lati positivi e nega-tivi. Ciò che assolutamente non sopporto è vederlo subire attacchi ingiustificati da parte di giornalisti che non seguono le linee della deontologia professionale, ma continuano a colpire un solo soggetto che ha sbagliato e pagato, quando molte altre realtà, seppur ben più gravi, non vengono prese in conside-razione. Noi andiamo avanti con lui anche per il 2013, certi delle sue potenzialità.»

Archiviata la stagione 2012, andiamo a ve-dere cosa riserva il futuro. confermati Wil-liam dazzani, hubert Krys, michele mac-canti, Piersimoni e marchetti, quali sono le novità per il 2013?«Vista la particolare situazione economica in cui viviamo, credo che confermare questi cinque ciclisti sia stato già un importante investimento per il futuro. Nella nuova formazione abbiamo inserito Veronica Pacini, una protagonista al femminile, in attesa del ritorno di Barbara Lan-cioni, dopo la gravidanza. Della Lancioni non devo sicuramente parlare io, per lei è sufficien-te scorrere il palmares. Veronica Pacini è una ciclista che può raggiungere buoni risultati. Nella formazione maschile, la novità è rappre-sentata da Francesco Macheda, ex dilettan-te con tanta voglia di tornare protagonista.»

Quali sono i programmi e obiettivi per la nuova stagione?«La nostra attività di riferimento diventa il mon-do delle Granfondo a livello nazionale. Hubert Krys sarà la nostra punta nelle manifestazioni della Five Stars League e internazionali, così come Michele Maccanti che parteciperà ad alcune delle più importanti prove del calenda-rio nazionale. William Dazzani si alternerà tra Granfondo e strada, insieme agli altri ciclisti pronti a sostenere le nostre punte e conqui-stare successi. Anche altre formazioni si sono rinforzate, ma non possiamo e vogliamo na-sconderci: puntiamo al prestigio della Nove Colli, Maratona delle Dolomiti, Granfondo Eddy Merckx e le altre prove, anche se chiara-mente non abbandoneremo l’attività su scala regionale.»

AssALtO ALLe GrANFONdO Per LA cIcLI cOPPArO sINtesIIL TEAM ANCoNETANo SI PRESENTA PIù AGGuERRITo ChE MAI IN VISTA DELLA PRoSSIMA STAGIoNE. PuNTA DI DIAMANTE L’EX PRo huBERT KRYS, CoN uN MACCANTI IN FAME DI GLoRIA. IN CAMPo FEMMINILE, LA NoVITà è VERoNICA PACINI, IN ATTESA DEL RIToRNo DELLA LANCIoNI.

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un 2013 Da PRoTaGonisTia cura di MIRKO D’AMATO [email protected]

Krys Hubert grande protagonista nel panorama granfondistico internazionale, qui nella foto vincitore della Gran Fondo Eddy Merckx 2012

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www.ciclicopparo.it

Grazie ai nostri partner

cicli copparo - Via Beniamino Gigli, 33/38 - 60128 Ancona - t. 071 896801 - e. [email protected]

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LLoano (sV) – Sarà una cronometro indivi-duale a inaugurare la kermesse ciclistica in programma a Loano nei primi giorni del mese di febbraio.

Con la Granfondo Città di Loano che si svolgerà domenica 3 febbraio, la crono di fatto sarà l’ouverture delle gare previ-ste dall’evento che coinvolgerà la citta-dina ligure: sul tracciato di 5 chilometri interamente chiuso al traffico e tutto sul lungomare, da ripetersi due volte, il primo cronoman prenderà il via alle ore 16.00 di venerdì 1 febbraio. Il cronometraggio sarà affidato all’Associazione Cronometristi e non sarà dunque necessario alcun chip elettronico.

La quota di partecipazione per la prova contro il tempo è fissata in 15 € e può esse-re perfezionata attraverso il sito www.sdam.it entro le ore 15.00 di giovedì 31 genna-io, con pagamento on-line tramite carta di credito. Venerdì 1° febbraio le iscrizioni saranno possibili presso il punto di ritrovo, al Porto Marina di Loano, operativo dalle 14.30 alle 15.30 anche per la consegna dei numeri di gara dei corridori già iscritti.

Nella quota di iscrizione, oltre al pacco gara, sono offerti i servizi docce, assi-stenza meccanica e sanitaria. I veicoli am-

messi al seguito dei partecipanti saranno esclusivamente quelli dell’organizzazione.

Le premiazioni avranno luogo sempre al Porto Marina di Loano, a partire dalle ore 18.00, e riconosceranno la bravura dei primi tre classificati di ogni categoria.

Le iscrizioni alla Granfondo Città di Loa-no possono essere regolarizzate tramite

il sito www.sdam.it. Fino al 1° febbraio è possibile iscriversi alla quota di 30 euro, per poi attestarsi a 40 euro nelle giorna-te del 2 e del 3 febbraio, con le proce-dure di registrazione effettuabili solo in loco.

Tutte le informazioni sono reperibili sul sito web della manifestazione: www.loabikers.com

GRanFonDo ciTTà Di Loano

UNA crONO INdIVIdUALe OUVertUre deLLA mANIFestAzIONe

a cura di ENRICO CAVALLINI

VENERDì 1° FEBBRAIo LA CRoNo INDIVIDuALE SuL PERCoRSo DI 10 ChILoMETRI INTERAMENTE ChIuSo AL TRAFFICo FARà DA PRoLoGo ALLA PRIMA GRANFoNDo DELLA STAGIoNE 2013.

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Il Porto Marina di Loano, sede logistica della cronometro e della granfondo

foto PLAYFULL NIKON

foto PLAYFULL NIKON

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AAncona – Logistica completamente rinnovata per la 17a edizione della Granfondo del Co-nero – Cinelli, che si svolgerà domenica 10 marzo ad Ancona.I granfondisti infatti verranno accolti nella zona adiacente allo Stadio del Conero, dove si tro-va la principale struttura sportiva anconetana, il PalaRossini. una location agevole, situata a soli 5 chilome-tri dall’uscita autostradale, con ampi spazi che permetteranno agli utenti della manifestazione marchigiana di poter usufruire di tutti i servizi in un raggio ridotto. Tuttavia il centro città dista meno di dieci chilometri dall’area dedicata alla granfondo, senza così limitare le velleità turisti-che dei partecipanti e dei loro accompagnato-ri che vorrano visitare il cuore di Ancona.

Le operazioni preliminari di accredito si svolge-ranno sabato 9 marzo dalle 14.00 alle 18.00 (ultime iscrizioni, ritiro numeri e pacco gara) e domenica 10 marzo dalle 6.45 alle 8.00 (solo ritiro numeri e pacco gara). La granfondo agonistica prenderà il via domenica mattina alle ore 9.00 dal viale dello Stadio, mentre la granfondo “Senza Fretta” vedrà il via alla fran-cese dalle 7.30 alle 8.30. Partirà invece alle 9.30 la “Granfondina”, pedalata gratuita di 10 chilometri aperta a tutti, con merenda finale e gadget per tutti i partecipanti.La Granfondo del Conero – Cinelli, prova

organizzata da ASD Pedale Chiaravallese in collaborazione con Cicli Copparo e vali-da per i circuiti Marche Marathon e Master Club Circuito Tricolore, sarà cronometrata da Kronoservice.La manifestazione marchigiana premierà i suoi partecipanti grazie a tre riconoscimenti, sorteggiati tra tutti i partenti, messi a dispo-sizione dall’azienda milanese che supporta la manifestazione. Tra tutti coloro che domenica 10 marzo prenderanno il via ad Ancona sia alla Granfondo agonistica che alla granfondo “Senza Fretta” saranno infatti estratti tre fortu-nati vincitori che si aggiudicheranno altrettanti prodotti tecnici messi in palio da Cinelli.I granfondisti troveranno esposti gli esiti del sorteggio, che avverà per numero di pettorale, nella zona del pasta party e delle premiazioni. Tutto quindi a portata di mano, con il pranzo di fine gara offerto agli atleti che sarà realizzato grazie alla collaborazione con Camst. Gli ac-compagnatori potranno accedervi a un costo agevolato di 10 €. Le premiazioni si svolgeran-no nella zona adiacente alle ore 14,00.La granfondo non sarà solo occasione per mi-surarsi in gara contro gli avversari, ma anche un’opportunità per assaporare gli splendidi panorami offerti da uno dei più suggestivi tratti di costa adriatica.Il monte Conero infatti, da cui la manifesta-zione trae il nome, sovrasta Ancona con la

particolarità delle sue rupi, le più alte di tutto l’Adriatico Italiano. Gli scorci presentati dal “gomito d’Italia”, punto di incontro tra i due segmenti di costa sabbiosa che nascono dal-le spiagge venete e da quelle del Gargano, sono del tutto unici e imperdibili: gli strapiombi sul mare sono sicuramente i più rappresenta-tivi, ma anche i paesaggi del parco naturale del Conero dipingono un quadro del tutto par-ticolare e molto suggestivo.I percorsi della granfondo attraverseranno zone meravigliose, immerse nella quiete della natura, circondate dalla ricca vegetazione che con i suoi profumi saluterà la fine dell’inverno per accogliere l’ormai imminente primavera.

Per chi volesse gustare appieno le bellezze dei tracciati della Granfondo del Conero – Cinel-li, oltre alla manifestazione agonistica è stata appositamente studiata la granfondo “Senza Fretta”, con partenza alla francese dalle 07.30 alle 08.30 di domenica mattina.una novità per la 17a edizione della Granfondo del Conero – Cinelli sarà la cronometro indivi-duale organizzata da zeppa Bike, che aprirà la festa dedicata alle due ruote sabato 9 marzo. L’iscrizione a questa prova è possibile al co-sto di 10 € dal 1 gennaio alle ore 12.00 dell’8 marzo. Prevista una combinata cronometro e granfondo alla quota agevolata di 27 €.Le iscrizioni alla granfondo marchigiana saran-no invece aperte, sia on-line che via fax, da martedì 1 gennaio fino al 3 marzo alla quota di

20 €. Dal 4 marzo au-menteranno poi a 25 € fino alle ore 12.00 dell’8 marzo. Sabato 9 marzo ci si potrà iscrivere invece sola-mente presso il Pa-laRossini - Stadio del Conero, curva nord, strada provinciale Ca-meranense, Varano di Ancona (AN), dalle 14.00 alle 18.00, alla quota di 30 €.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.granfondodelconero.it

GRanFonDo DEL conERo cinELLi

tUttA NUOVA LA GrANFONdO deL cONerO cINeLLI 2013

a cura di ANDREA CAPELLI

SARà L’AREA DEL PALARoSSINI AD ACCoGLIERE I GRANFoNDISTI. LE STRuTTuRE ADIACENTI ALLo STADIo DEL Co-NERo oSPITERANNo LA LoGISTICA DELLA MANIFESTAzIoNE. TuTTI I SERVIzI A PoRTATA DI MANo, CoMoDAMENTE IN PRoSSIMITà DELL’uSCITA AuToSTRADALE E A PoChI ChILoMETRI DAL CENTRo DI ANCoNA. TRE PREMI MESSI A DISPoSIzIoNE DA CINELLI SARANNo SoRTEGGIATI TRA TuTTI I PARTENTI. PANoRAMI IMPERDIBILI E uN VASTo PARCo NATuRALE AFFACCIATo SuL MARE. LA GRANFoNDo oCCASIoNE PER VISITARE uNo DEI PIù SuGGESTIVI TRATTI DI Co-STA ADRIATICA. uNA CRoNo SABATo 9 MARzo SARà IL PRoLoGo DELLA GRANFoNDo.

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Mmarciana marina (LI) – è una delle novi-tà del panorama ciclistico nazionale: l’Elba Tour, il primo giro a tappe dell’Isola d’Elba. Ideato e organizzato dalla ASD Folgore Bike, si svolgerà dal 1° al 6 aprile 2013, per un totale di cinque gare e 315 chilometri. I quali, saranno distribuiti su percorsi alta-mente suggestivi e spettacolari, su un ter-ritorio ricco di stupendi paesaggi naturali.

La novità che presenta l’Elba Tour, è quel-la di non essere un circuito interamente agonistico: sarà infatti un mix di prove ad andatura libera, con partenza alla france-se, con tratti cronometrati che serviranno a stilare la classifica finale.

La prima frazione, quella del 1° aprile, sarà una prova a cronometro: 13,7 chilo-metri su tracciato quasi completamente piatto. un esordio non troppo difficile per i ciclisti, che servirà soprattutto per rom-pere il ghiaccio e inaugurare ufficialmente il circuito.

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ELBa TouR 2013

eccO IL 1° GIrO A tAPPe deLL’IsOLA d’eLbA

a cura di ENRICO CAVALLINI

SI SVoLGERà DAL 1° AL 6 APRILE A MARCIANA MARINA (LI), CoN CINQuE GARE FRA SPLENDIDI PAESAGGI. uN MIX DI AGoNISMo E CICLoTuRISMo, ChE CoNSENTIRà AI CICLISTI DI AFFINARE LA PREPARAzIoNE. ISCRIzIoNE APERTE FINo AL 15 MARzo.

[email protected]

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Il secondo appuntamento sarà leggermente più impegnativo: 91,5 chilometri con 1760 metri di dislivello. una prima parte di trac-ciato molto tranquilla, per poi affrontare una salita piuttosto impegnativa fra il 70° e il 75° chilometro.

La terza tappa proporrà solo un paio di asce-se, brevi ma intense: in tutto 87 chilometri con 1400 metri di dislivello.

La quarta frazione metterà a dura prova gambe e polmoni dei corridori: 105 chilome-tri, con oltre 2 mila metri dislivello. una prima parte di tappa non troppo movimentata, in attesa degli ultimi 30 chilometri tutti in altura.

Infine, il quinto appuntamento, quello conclu-sivo del 6 aprile. Sarà più che altro una pas-seggiata, una passerella finale, con un giro di 6 chilometri che porterà i ciclisti a prendersi i meritati applausi.

La ASD Folgore Bike, ha pensato a que-sta bella novità soprattutto per offrire agli sportivi e agli amanti della bicicletta qual-cosa di nuovo, di divertente ed eccitante. una settimana che non sarà solo agoni-smo, ma anche tempo per godersi magni-fici paesaggi naturali. Marciana Marina è uno dei comuni più piccoli d’Italia, ma an-che uno dei più ricchi di bellezze storiche e naturalistiche.

Inoltre, per molti atleti e intere società cicli-stiche, potrà rappresentare la perfetta oc-casione per rifinire la preparazione in vista delle gare stagionali. Questo, soprattutto perché l’Elba Tour, nonostante il suo spirito a metà fra l’agonismo e il cicloturismo, offre percorsi e in particolar modo salite, impe-gnative e quindi ideali per un allenamento serio ed efficace.

Le iscrizioni al circuito sono aperte già dal 1° dicembre e proseguiranno fino al 15 marzo.

Per ulteriori informazioni www.folgorebike.it

Una vista di Porto Ferraio

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L’oPinionE

cOme VeNGONO AttrIbUIte Le LIceNze WOrLd tOUr. Ombre dI UN sIstemA che FA dIscUtere.

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L’uCI (unione Ciclistica Internazionale) con sede ad Aigle in Svizzera è l’organizzazione che coordina e dirige l’attività agonistica in-ternazionale di ciclismo.La stessa rilascia le licenze ai ciclisti e alle squadre oltre che a gestire la classificazione delle gare e i ranking. Dal 2011 (preceden-temente sotto il nome di Pro Tour) l’unione ciclistica internazionale organizza il calen-dario mondiale delle corse ribattezzato uCI World Tour che comprende attualmente 28 prove tra grandi giri, classiche di un giorno e altre corse a tappe, a cui prendono parte tutte le squadre che hanno conseguito l’ap-posita licenza; si tratta di un gruppo di 18 Team che hanno il diritto/dovere di parteci-pare a tutte le prove di questo calendario.Ma quali sono i requisiti per fare parte del World Tour?è stata istituita una Commissione Licenze composta da 4 componenti e presieduta dal giudice svizzero Pierre zappelli. Sono 4 i requisiti valutati per l’accesso alla Serie A del ciclismo mondiale: 1) Meriti Sportivi; 2) Situazione finanziaria del team; 3) Situazio-ne amministrativa; 4) Condotta etica.Per l’ammissione è cruciale la valutazione sportiva dei team, il ranking uCI tiene con-to dei punti conquistati nelle due passate stagioni dai migliori atleti tesserati nella sta-gione precedente. Il valore sportivo di una squadra fa da sbarramento, ossia un team classificato nelle prime 15 posizioni della classifica su basi sportive ha di fatto soddi-sfatto il criterio principale, sempre che siano in regola i restanti punti; mentre gli altri team dovranno essere valutati dalla Commissione Licenze solo dopo aver ricevuto un dossier più completo. Il 10 dicembre 2012 l’uCI ha comunicato le licenze World Tour rilasciate per il 2013 creando un precedente mai visto, la forma-zione russa della Katusha, che annovera il leader della classifica World Tour Joaquim Rodriguez e che come squadra si colloca al 2° posto nella classifica mondiale 2012 è stata privata della licenza che scadeva, di fatto, nel 2015 perché rilasciato per un triennio nella passata stagione. Nonostante l’ottimo posizionamento a livel-lo sportivo e il rispetto dei parametri finan-ziari e amministrativi la Commissione Licen-ze presieduta dal giudice zappelli ha optato per l’esclusione nonostante i punti messi in discussione dalla commissione erano

stati approfonditi il 22 novembre 2012. Ma il 10 dicembre è arrivata la doccia fredda. ora con la stagione alle porte il team rus-so si è appellato al CAS (Corte di Arbitrato Sportivo) e in attesa del verdetto restano i dubbi sul meccanismo di selezione messo in piedi dall’uCI. Se il CAS dovesse ribalta-re la decisione della Commissione Licenze cambieranno, probabilmente, gli scenari del ciclismo internazionale. A questo punto, senza entrare nel merito della decisione perché di questo se ne oc-cuperà come dicevo prima il CAS, sorgono spontanee alcune domande. La prima è se sia possibile che la decisione venga presa il 10 dicembre quando tutti gli organici sono completi e proiettati sulla sta-gione successiva. A proposito ricordo che una squadra World Tour può avere nelle sue fila fino ad un massimo di 30 atleti, mentre una Professional fino ad un massimo di 25. Quindi nel caso specifico, la Katusha, qua-lora non ottenesse la licenza WT, dovrebbe licenziare 5 corridori. La seconda di carattere finanziario, è se sia fattibile che in un momento così delicato per l’economia mondiale, e ciclistica soprattut-to, si possa fare a meno di una struttura so-lida dove gli stipendi arrivano puntuali come non mai – una cosa meno banale di quanto si pensi nel ciclismo – e che dà da vivere a più di ottanta famiglie. La terza di carattere etico. Se veramente la Katusha non avesse soddisfatto i parame-tri etici per fare parte della prima divisione,

potrebbe fare parte della seconda? Quindi vuol dire che chi non rispetta le regole nel World Tour può liberamente continuare a farlo nella categoria Professional? Incongruenze molto pericolose perché vuol dire legittimare un atteggiamento diverso a seconda della divisione nonostante le gare a cui partecipano sono, per la maggior par-te, le stesse. Sempre in riferimento a quest’ultimo punto, se veramente vengono contestati i 4 casi di positività individuali (e non di squadra!) nei quattro anni di attività, di cui uno, Kolobnev, assolto, e qualche dipendente che in passa-to ha avuto a che fare con qualche problema di doping, mi chiedo come possano avere giudicato diversamente tutti gli altri Team. Mi risulta che quasi tutti abbiano avuto gli stessi (in diversi casi molto di più!), problemi e che abbiano in organico ex atleti con qualche “ombra” nelle maglie del doping. Allora vengono usati due pesi e due misure? E qual è il motivo, politica? Allora se è così come si può avere fiducia di chi ti governa? Per concludere, visto che molte delle do-mande rimarranno senza risposta, anche se il buon senso ci può dare una traccia importante, perché non si fanno regole chiare basate esclusivamente sui numeri e non su una commissione “indipendente” influenzabile dalle svariate interpretazio-ni? Non è giunto il momento di cambiare qualcosa in questo mondo? La sentenza del CAS aprirà, comunque vada, scenari interessanti.

a cura di ANDREA AGOSTINI

[email protected]

Speed Levity Six50B Replica FRM

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Speed Levity Six50B Replica FRM

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stefania, la confidenza che ci lega mi per-mette di farti una domanda che mi sorge spontanea: ma chi te l’ha fatto fare? Puoi anche rispondermi in malo modo o non rispondermi, dipende dal tuo stato d’ani-mo, ma vorrei che tu fossi sincera.«Ciao Roberto! Chi me lo ha fatto fare? Non lo so sinceramente… se ci avessi pensato un secondo di più non lo avrei fatto, ho fatto fati-

ca, molta. Fatica nel gestire da zero una realtà per me nuova. Fatica a far quadrare il cerchio con gli aiuti degli sponsor e le reali necessi-tà di una squadra professionistica. Fatica a relazionarmi con lo staff con le atlete con gli organizzatori, cercando di trovare sempre la giusta via di mezzo. Chi me lo ha fatto fare? Il sorriso sul volto delle mie atlete alla fine di una competizione. Il sapere di aver dato ad altre

ragazze la possibilità di provarci ancora, di seguire il proprio sogno e la propria passione contro ogni cosa e contro tutti.»

stiamo vivendo tutti momenti difficili sot-to l’aspetto economico e anche lo sport ha risentito della crisi a livello mondiale. devo ammettere che sei stata molto bra-va, in una disciplina come il ciclismo fem-minile, a creare “la tua squadra”; vuoi rac-contare ai nostri lettori come hai fatto a convincere gli sponsor a investire nel tuo progetto? Quali garanzie hai dato loro?«Io sono un’ottimista per natura. Credo nei valori dello sport e credo molto nel progetto di ciclismo femminile che ho costruito e che ho spinto.Le persone con cui sono venuta a contatto penso abbiano colto la passione nelle mie parole, l’entusiasmo nei miei toni, e soprat-tutto che abbiano voluto sostenere il cicli-smo, e quello femminile in particolare, che negli ultimi anni ha dato fortissime emozioni e grandi soddisfazioni.Conoscendo me e la mia passione, come l’hai definita tu, ‘romantica’ per il ciclismo, hanno deciso di sostenermi in questa nuova avventura.»

Alfonsa rosa maria morini, al secolo Al-fonsina strada, classe 1891, fu la prima donna nella storia del ciclismo a correre e a confrontarsi con gli uomini in gare uf-ficiali come il Giro di Lombardia e il Giro d’Italia.A distanza di quasi novant’anni, cosa ri-vedi di Alfonsina in te e nelle altre donne che corrono?«Rivedo la caparbietà di perseguire una pas-sione sopra ogni difficoltà. Io, per esempio, sono una libera professionista di 37 anni. La-voro in proprio e faccio i conti tutti i giorni con questo momento storico che non ha pietà per nessuno, ma nonostante tutto cerco di andare oltre la fatica quotidiana e ritagliarmi del tempo per le due ruote, per le competi-zioni, per le uscite con gli amici e per la mia squadra. Come donna oggi c’è più spazio che hai tempi di Alfonsina Strada, ma biso-gna faticare ancora molto per farsi notare.Intanto come lei non molliamo. Non ci faccia-mo fermare da niente e continuiamo, io e le mie colleghe e le mie atlete, ad alimentare il ciclismo femminile.»

A quell’epoca la storia di Alfonsina fece scalpore. mai si era vista una donna ci-mentarsi in tali imprese sportive. Oggi lo sport, invece, parla sempre di più al fem-minile. secondo te, se Alfonsina vivesse ai giorni nostri, a quale atleta che tu cono-sci potrebbe essere paragonata?«Oggi come oggi tutte sono un po’ Alfonsine, dalle campionesse mondiali alle ragazze che sfidano le grandi salite. Il ciclismo è uno sport duro. Impietoso, che pretende ma dà anche

LA sFIdA dI steFANIA

Stefania Baldi vive e lavora a Milano, libera professionista (consulente grafica), con una passione che oserei dire “romantica” per la bicicletta e il mondo del cicli-smo visto a trecentosessanta gradi. Solo da qualche anno si è scoperta ciclista e le esperienze agonistiche fatte nella categoria “donne élite” le hanno dato modo di allargare le proprie conoscenze nel settore cambiandole la vita. L’anno scorso ha deciso di passare dall’altra parte, togliersi il pettorale dalla maglia e abbraccia-re incarichi di tipo dirigenziale. ha costruito da zero una squadra tutta femminile per dare ad altre ragazze la possibilità di correre, di vivere le stesse emozioni che ha provato anche lei durante la sua esperienza sui pedali, di coltivare i propri sogni e farli diventare realtà.

Stefania Baldi

Donna In... Bicia cura di RoBeRto ZanettI

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tantissimo. Per una donna forse è ancora più duro. Quindi tutte le professioniste che rie-scono ad allenarsi, studiare e gareggiare per-cependo uno stipendio bassissimo o solo un rimborso spese, loro sono la nostra Alfonsina Strada. Tutte le donne che hanno un lavoro, una casa da mandare avanti, una famiglia da seguire e che riescono ad allenarsi e a gareg-giare o anche solo a uscire nel fine settimana, loro sono la nostra Alfonsina Strada.»

ho letto sulla pagina iniziale del sito del tuo team una frase che mi ha colpito: «Noi abbiamo una passione. La bicicletta. Noi abbiamo un sogno. Il ciclismo». e il sogno di stefania baldi qual è? si è già avverato?«Il mio sogno qual è? Ne ho tanti. Molti legati alle due ruote. L’importante però, secondo me, è trovare in quello che si fa puri momenti di divertimento, di sfida personale, di cresci-ta. Senza ansia senza obblighi.Il mio sogno per il ciclismo femminile è quello di far veder crescere questo mondo. Di tro-vare investitori, appassionati che con il loro supporto forniscano gli strumenti per far crescere questo sport al femminile. Ah, ho una novità a proposito di passione e investi-menti… Ora sto lavorando per la prossima stagione del Team Alfonsina (2013), cercan-do sponsor finanziari, rivedendo la struttu-ra, coinvolgendo nuove atlete; ma la buona notizia viene dal settore ‘tecnico’. Ho avuto l’enorme fortuna di venire a contatto con un produttore emiliano (Caam Corse) grazie all’aiuto del mio valente staff. Caam Corse è produttore e distributore di biciclette tutto made in Italy; le bici sono un pezzo unico, su misura, personalizzato fin nei minimi dettagli. Si trova a Reggio Emilia. Caam Corse ha una grande passione che lo muove e che l’ha direzionato al ciclismo femminile. Vedo gran-di possibilità per questo mondo, se ci sono persone così che ci credono, e spero che questa collaborazione possa portare soddi-sfazione a entrambe le parti.»

Una volta mi dicesti che mentre si pedala si “partoriscono” le idee migliori (capita sempre anche a me), che oltre a soffrire si ha tempo di pensare, di riflettere. Qual è stata la cosa più illuminante che hai crea-to nel tuo lavoro o la cosa più bella che è

successa nella tua vita dopo qualche ora passata in sella alla tua bicicletta?«Io come lavoro faccio la consulente grafica. Spesso mi ritrovo nel fatidico momento del ‘blocco dello scrittore’ in cui non si va né di qua né di là… e quando pedalo spesso mi succede di sbloccarmi, di ‘creare’, di andare oltre… e quando rientro a casa ho le idee più congeniali per il mio lavoro, per la mia attività di presidente, per la mia vita insomma.»

A proposito, “radio ciclismo” mi ha infor-mato della tua evoluzione… Qualcuno ti ha visto di recente sfrecciare per le stra-de di milano e di torino e di ravenna con una single speed o, come viene chiama-ta in Italia, bicicletta a scatto fisso. stefy, non smetti mai di stupirmi! raccontami un po’ questa novità…«Io mi sono approcciata al ciclismo molto tar-di. Avevo 34 anni. E facendo due anni di pro-fessionismo ho sempre e solo fatto “strada”. Non ho mai avuto la possibilità di sperimen-tare tutte le altre discipline legate al mondo delle due ruote: ciclocross, mtb, scatto fisso. Nel momento in cui ho smesso di fare la pro-fessionista mi sono data alla sperimentazio-ne. Ho provato ogni cosa (gare di ciclocross e gare con la bici da strada in circuiti citta-dini, che è la mia disciplina principale) fino ad arrivare al mondo dello scatto fisso e dei criterium. Mi diverto da matti e ho un rappor-to diverso con la bici. Telaio, due ruote, una

catena… e le gambe. Quest’ultime ci devo-no essere sempre! Questa esperienza mi ha permesso di entrare in un mondo nuovo e conoscere tanti amanti delle due ruote.Quest’anno ci ho provato e ho partecipato alla Red Hook Criterium di Milano. Un even-to di scatto fisso in concomitanza al BFF organizzato dall’ideatore americano Davide Trimble. Un evento mondiale; eravamo 100 corridori, 15 italiani e in totale 2 donne. Cor-ridori da tutto il mondo che si sono sfidati a colpi di pedale e muscoli. Gara e ambiente fuori dall’immaginario. Io nello specifico ho fatto 18 giri su 22, ma è stata un’esperien-za indimenticabile… sono passati due mesi e l’adrenalina è ancora in circolo. Prossimo grande obiettivo è la madre di tutte queste gare: RHC 2013 New York.»

Ieri in gruppo sulle strade a dare battaglia, adesso dirigente di un team professioni-stico femminile, infine in giro per le città italiane con lo “scatto fisso”. Ah già, di-menticavo, che nel tempo libero lavori, e tanto, e non solo al computer ma ultima-mente anche in bicicletta. cos’è quest’ul-tima novità? e poi, a parte tutto, hai deci-so o no cosa farai da grande?«Sì, infatti... Ultimamente ho avuto modo di conoscere gli UBM di Milano che offrono un servizio di bike express in giro per Mila-no. Consegne in bicicletta! È un’iniziativa che ‘sfreccia’ per Milano da ormai 4 anni e che ora si è aperta a questa nuova tendenza eu-ropea del food delivery. Questa esperienza mi permette di coniugare passione e lavoro. Nello specifico io copro proprio i turni di food delivery: consegniamo cibo da ristoranti ai clienti.Ma la cosa bella è che a lavorare con me non ci sono solo ciclisti, ma ragazzi che amano pedalare e che conoscono la città. Ma come sempre servono ragazze!Cosa farò da grande? Ahahah non lo so an-cora… ma sicuramente la bicicletta ci sarà, foss’anche solo il personaggio principale di qualche bella storia!»

foto mArcO cremAscOLI

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VVerona. Sarà la Cantina Valpantena, sita in via Colonia orfani di Guerra, 5 a Vero-na, a ospitare, domenica 27 gennaio le premiazioni dell’uNESCo Cycling Tour, il circuito che raggruppa quattro manifesta-zioni situate in altrettante città dichiarate Patrimonio dell’umanità dall’uNESCo.

Le torri di San Gimignano, il Palazzo Ducale di urbino, le Cinque Terre e infine proprio Verona, sono stati gli scenari di altrettante granfondo.

La cerimonia inizierà alle ore 11.00, al termine della quale seguirà una degustazione di risotto tipico della zona, oltre

a salumi e formaggi locali, il tutto annaffia-to da ottimo vino veneto.

Resterà così il pomeriggio libero, che si potrà sfruttare per visitare le bellezze della città di Giulietta e Romeo, oppure per un comodo rientro a casa.

Non mancherà certo la presentazione dell’edizione 2013 del circuito, che ripro-porrà le quattro prove storiche; attese del-le novità.

Le classifiche finali sono disponibili sul sito del circuito all’indirizzo: http://www.

unescocyclingtour.it/pdf/UNE-SCO2012-classifiche-finali.pdf.

Per raggiungere la Cantina Val-pantena si consiglia di prende-re l’uscita Verona Est dell’Au-tostrada Torino-Venezia, quindi seguire per Lessinia. Da qui ci saranno le indicazioni ge-stite dall’organizzazione.

unEsco cycLinG TouR

PremIAzIONI IN cANtINA IL 27 GeNNAIO A VerONASI TERRANNo DoMENICA 27 GENNAIo 2013 A VERoNA LE PREMIAzIoNI DELL’uNESCo CYCLING TouR. CERIMoNIA ALLE oRE 11.00. A SEGuIRE DEGuSTAzIoNI DI PIATTI TIPICI. PoMERIGGIo LIBERo PER AMMIRARE LE BELLEzzE DELLA CITTADINA DI GIuLIETTA E RoMEo.

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a cura di ENRICO CAVALLINI [email protected]

Un’immagine dell’Arena di Verona

La cantina Valpantena - la Bottaia

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Renova - Via Tecla Baldoni, 35 – Forlì – c. 335 8333212 – w. www.renovabike.com

RENOVA 04 - COlORE AdAmANtiO – CREAtO iN itAliA

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NNicolò Bongiorno, regista e sceneggiatore, figlio secondogenito dell’indimenticabile re del piccolo schermo Mike Bongiorno, ha scritto e diretto numerosi documentari, film e fiction per la televisione.Come il celebre Mike, che è una vera e pro-pria icona del nostro Paese, anche Nicolò è un grande sportivo.

Condivido con lui la passione per la biciclet-ta e, quando gli impegni di lavoro ce lo per-mettono, pedaliamo assieme sulle rive del lago Maggiore, dove Nicolò e la sua famiglia risiedono.è proprio ad Arona, a casa sua, che lo in-contro e col quale scambio volentieri quat-tro chiacchiere.

ciao Nicolò, conoscendoti come ciclista e amante della bici da corsa non riesco a immaginarti in sella a una eco-bike “spinta” dal motore elettrico. che riscon-tri hai avuto pedalando su e giù per le colline di casa tua?«Mi ha impressionato la facilità e la leggerez-za. Non avevo mai usato prima una biciclet-

nicoLò BonGioRno

VIVO LA cIttà IN ecO bIKe

a cura di ROBERTO ZANETTI

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[email protected]

Nicolò Bongiorno in sella alla Urban UMB3 di Move Your Life con casco Urban di Kask

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ta elettrica e per arrivare a casa mia devo affrontare delle salite piuttosto impegnative. Effettiva-mente è davvero molto comodo poter usufruire di una spinta in più in certe circostanze!»

e in città, per esempio a mi-lano, dove hanno sede gli uffici della Fondazione mike bongiorno che hai creato in-sieme alla tua famiglia, hai avuto modo di provarla? se sì, mi dici le tue impressioni?«In città ho colto i vantaggi di un mezzo non inquinante, agile e leggero, che ti porta dapper-tutto senza costringerti a ‘su-dare’… Nel caso di un appun-tamento di lavoro per esempio, con una eco-bike ci si può ve-stire senza pensare di doversi cambiare a destinazione!»

Oltre alla bicicletta elettrica quali altri mezzi “ecologici” (scooter, moto, auto) ti piace-rebbe usare per i tuoi sposta-menti quotidiani nel traffico?«Sinceramente sono molto in-teressato alle automobili elet-triche… credo che oggigiorno trovare soluzioni per rispettare l’ambiente e muoversi in modo agile sia sempre più importante.»

Per studio e per lavoro hai girato il mondo. New York, per esempio, dove hai fre-quentato la New York Uni-versity e la New school, come si sta preparando a questo progetto di eco-so-stenibilità globale? e di altre città, di altre nazioni dove sei stato, che cosa ci puoi raccontare?«Ho viaggiato molto all’estero per studio e per lavoro e mi sono reso conto che all’estero sono molto più avanti di noi in questo settore. I giovani sono molto più propensi a spostarsi in bicicletta o a piedi, e l’istinto è quello di muoversi generando il minor impatto ambientale. Comunque mi sembra che anche le nuove generazio-ni di Italiani hanno capito che ormai non c’è altra soluzione che quella di ragionare in questo modo, a rischio di distruggere il nostro stesso pianeta!»

Nel cinema, che dopo la bicicletta è l’altra tua grande passione (ovviamen-te professionale), è mai stato affrontato il tema della mobilità sostenibile? se sì, in quale occasione?«Diversi registi e produttori hanno affron-tato il tema, magari non in maniera diret-ta ma con storie a sfondo ecologico… in Italia l’esempio più recente è “Benvenuti al Nord”, e ultimamente anche a livello di

marketing si parla di promozione di cine-ma ecosostenibile e si organizzano rasse-gne con proiezioni e incontri…»

La Fondazione mike bongiorno, creata da te e dalla tua famiglia, che ruolo po-trebbe avere nel promuovere e incentiva-re il cittadino per vivere in una realtà più ecologica a baso impatto ambientale?«La nostra fondazione ha un potenziale di comunicazione molto forte attraverso i rapporti con il mondo dello spettacolo e della televisione, e siccome sposiamo al 100% la filosofia della mobilità sostenibi-le, delle energie rinnovabili e del rispetto dell’ambiente in futuro mi piacerebbe mol-to sviluppare progetti che vadano in questa direzione. L’obiettivo è quello di far capire alle persone che pensare e agire in modo ecologico è possibile… è una grande sfida,

ma il risultato sicuramente accrescerebbe il nostro benessere e la nostra felicità!»

Abbiamo quasi terminato la nostra con-versazione e mi sembra d’obbligo cita-re anche il grande mike, che da lassù ci saluta alla sua maniera: «Allegria!».conoscendo bene tuo padre, come pen-si che avrebbe visto o voluto un mondo più pulito, più sano, più ecologico?«Mike era un grande sportivo, che amava stare all’aria aperta, in montagna soprattut-to ma anche al mare e in campagna appena poteva si immergeva nella natura. Anche se mio padre apparteneva a una generazione in cui i problemi ambientali non c’erano si era reso conto, soprattutto pensando al fu-turo di noi figli, che senza un cambiamento vero di abitudini la vita sul nostro pianeta non sarebbe più stata sostenibile.»

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TTutti in sella per la quar-ta edizione della Gran Fondo del Capitano, che vedrà il suo svolgimento il 9 giugno, con partenza alle 8 del mattino da via Lungo Savio a Bagno di Romagna. Le iscrizioni potranno avvenire anche nella mattinata di gara e fino alle 7,30. Le iscrizioni sono possibili alla quota di 25 euro fino a dome-nica 2 giugno. Dopo tale data la quota aumenterà a 35 euro fino al 9 giugno.Due i percorsi: il lungo di 132 km e il corto da 91 km per un dislivello, ri-spettivamente di 3.292 e 2.212 metri. Il percorso è valevole come prova del Campionato nazio-nale Fondo e Granfondo ACSI, ed inoltre come quarta prova del circuito Romagna Challenge. Ad organizzare l’even-to, l’ASD Le Strade del Benessere, associazio-ne formata da Massimo Bardi, presidente, Michele Bardi, vice, Luca Spignoli, segretario, Matteo Bravaccini, re-sponsabile percorso. Al momento la società si occupa dell’organizzazione della Granfondo del Capitano, ma è latente il progetto di avere un proprio gruppo ciclistico che raccolga gli appassionati della zona. In tema di affluenza ed iscritti «registriamo – sottolinea Bardi – un crescendo costante di partecipazione, segnale che sia l’organizzazione che i luoghi piacciono ai ciclisti. Sarà nostra cura migliorare sempre più la qualità dei servizi e della manifestazione in generale, riuscendo a creare un evento uni-co in zona, unendo la passione ciclistica ai re-lax e, perchè no, anche al benessere termale».un territorio che, attraversato dalla gara, vale la pena poi di essere scoperto coi tempi blan-di di una passeggiata. «La Gran Fondo del Capitano, non è infatti, – spiega il presidente – solo un’occasione per mettersi alla prova con gli avversari e con le difficoltà altimetri-che del percorso, ma anche un’imperdibile opportunità di avvicinarsi e conoscere una realtà territoriale unica nel suo genere. Bagno

di Romagna è infatti una comunità immersa nel verde, ai bordi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, fatta di panorami e ac-coglienza che le hanno portato il riconosci-mento della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. In questo angolo dell’Appenni-no tosco-romagnolo sono possibili innume-revoli escursioni a piedi, in mountain bike o a cavallo, per immergersi a contatto diretto con la natura incontaminata della Val di Bagno, della Foresta di Lama e della Riserva Naturale integrale di Sassofratino. Un panorama che si arricchisce di laghi e sorgenti termali che elevano il Comune ad uno dei più apprezzati dai turisti del benessere.»

«E parlando di benessere, immediato è l’ac-costamento con la sicurezza dei ciclisti in gara, e a tal proposito stiamo lavorando per potenziare il presidio agli incroci e il gruppo di motociclisti che scorteranno il gruppo lungo i due percorsi di gara.» Non vi è poi da dimen-ticare il contesto nel quale si svolge la manife-stazione, ovvero Bagno di Romagna Terme.

«Il benessere è un concetto che coinvolge tutti gli aspetti dell’essere umano, non più inteso come assenza di patologie, ma come stato di buona salute fisica, psichica e mentale. In-dubbiamente la pratica sportiva è una delle at-tività indispensabili per raggiungere tale obiet-tivo, – continua Bardi – ma abbiamo pensato anche a coloro che viaggiano al seguito dei ciclisti e che parimenti hanno diritto di sentirsi bene. I famigliari dei nostri partecipanti potran-no dunque beneficiare delle acque calde ter-mali che da oltre due millenni sono costume antico di cura e benessere fisico, mentre per i più piccoli Bagno di Romagna offre l’opportu-nità di immergersi nella fantasioso mondo del Paese degli Gnomi che sorge all’interno del Parco dell’Armina.» Parlando di accoglienza, sono state poi definite le convenzioni alber-ghiere con ben dieci strutture tra hotel, bed & breakfast e agriturismi, per soddisfare in modo più completo le necessità dei granfondisti.Per informazioni ed iscrizioni, gli interessati po-tranno visitare il sito www.fondodelcapitano.it

GRan FonDo DEL caPiTano 2013

mAssImO bArdI PresIdeNte de Le strAde deL beNessere ce Ne ANtIcIPA I PArtIcOLArI

a cura di NICOLETTA BRINA

uN ANGoLo DI PARADISo TRA RoMAGNA E ToSCANA, TRA BENESSERE E SPoRT, SICuREzzA E AGoNISMo, FARà DA SCENARIo, IL PRoSSIMo 9 GIuGNo, ALLA GRAN FoNDo DEL CAPITANo BAGNo DI RoMAGNA TERME.

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IIn tutti gli sport di resistenza, (ciclismo, podi-smo, sci di fondo) uno dei fattori fondamentali per ottenere una performance ottimale è rap-presentato dall’apporto di ossigeno ai tessuti.Parlare nel ciclismo di trasporto plasmati-co di ossigeno è sempre argomento molto delicato. Solitamente si associano a questo tema, pratiche dopanti, in particolare l’uso di eritropoietina.

L’EPO è riconosciuta universalmente nel mondo ciclistico, anche se a dir la verità, si conoscono più le proprietà che gli effetti collaterali che l’uso di quest’ormone causa all’organismo.Non è comunque questa la sede dove af-frontare argomenti di questa portata. In questo articolo si parlerà di come sia possibile aumentare il flusso di ossigeno ai tessuti con metodi legali e soprattutto sen-za subire effetti collaterali derivati dall’uso di sostanze dopanti.Prima di introdurre qualche consiglio è utile fissare i motivi per cui un maggior apporto di ossigeno porta ad ottimizzare le prestazioni. Per meglio comprendere questo si può fare un parallelo con le automobili. Quando un’au-to si muove a bassi regimi, ha un consumo di carburante limitato. Quando invece schiac-ciamo il piede sull’acceleratore, i consumi aumentano notevolmente e il motore richiede quantità di benzina più elevate. L’ossigeno nel nostro organismo viene utilizzato per pro-durre energia ed è direttamente proporziona-le allo sforzo. Arrivati alla soglia massima di ossigeno, entrano in ballo altri meccanismi per la produzione energetica, ma al tempo stesso inizia la produzione di acido lattico.Per questi motivi aumentare la portata di os-sigeno permette all’atleta di alzare la soglia

aerobica con tutti i benefici che la situazione determina.Il consiglio di base è allenarsi. Con l’allena-mento il cuore aumenta il suo volume e la sua gittata. Allenandosi costantemente si può aumentare il volume del cuore del 25%. In più aumenta anche la capillarizzazione dei muscoli allenati, con un incremento del-la differenza arterovenosa di circa il 15%.

È facile compren-dere come con un’aumentata git-tata cardiaca e una miglior capillarizza-zione comporti un maggior afflusso di ossigeno ai tessuti.Per ottenere questi risultati però non basta fare l’uscita la

domenica mattina con gli amici, ma si deve allena-re il fisico almeno tre volte a settimana e magari la domenica per un’uscita impegnativa.Risulta essere particolar-mente interessante inve-ce un meccanismo, stu-diato per i body builder, che aiuta nella volumiz-zazione vascolare specie nella fase pre work-out.Si è verificato come cer-te sostanze possono concorrere alla produ-zione di ossido nitrico, che svolge un’azione di vasodilatazione e miglio-ra la perfusione musco-lare di nutrienti.Come già descritto sopra una migliore os-sigenazione tissutale, ottimizza la prestazione del corridore in quanto mette a disposizione dei muscoli una quanti-tà maggiore di ossigeno e nutrienti.

In questo processo un ruolo fondamenta-le lo gioca l’arginina specie nella sua forma alfa-chetogluterato. L’arginina Akg è un com-posto formato da due molecole di arginina combinate con una molecola di alfa-che-toglutarato. Grazie a questa combinazione sono migliorati, il passaggio di acqua, gli-cogeno e altri nutrienti dal flusso ematico ai tessuti muscolari.Keforma sull’onda di questi studi propone NitroGold, un integratore pensato specifica-tamente per il ciclista. Oltre all’arginina Akg di cui si sono già descritte le proprietà so-pra, nella formulazione, sono presenti Beta Alanina e Kre Alkalyn utili nell’azione tampo-ne dell’acido lattico.Si consiglia di assumere tre compresse di Nitrogold circa quaranta minuti prima della corsa per permettere ai nutrienti di svolgere la loro azione.

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INTEGRATORI PER CAMPIONI

L’ossido nitrico e iL cicLismo

a cura del CENTRO RICERCHE KEFORMA [email protected]

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VVincenza, se è vero che “il primo amore non si scorda mai”, il tuo però, spor-tivamente parlando, non sono state le due ruote...«Hai ragione. Infatti, tranne nel periodo della scuola quando la domenica mat-tina mi divertivo a fare dei giretti con la bici presa in prestito da mio papà, fin da ragazza mi sono dedicata ad altri sport altrettanto impegnativi come il nuoto e, per ben 5 anni, la pallanuoto a livello ago-nistico. Ti posso dire che il ciclismo e la bicicletta, in quegli anni, hanno fatto solo da contorno, nelle belle giornate di sole, tanto per fare qualcosa di diverso quando finiva il campionato di pallanuoto.La svolta c’è stata quando, per un certo periodo, ho cominciato a praticare paral-lelamente sia pallanuoto che ciclismo, ci-mentandomi in qualche ‘garetta corta’ su strada. Qui, con grande gioia, sono arri-vate le prime soddisfazioni, ma conciliare entrambe le cose diventava sempre più im-pegnativo, così piano piano la bici ha preso il sopravvento sulle altre attività sportive.»

raccontami i tuoi inizi, le prime emozioni.«Ho iniziato a gareggiare per una squa-dra della mia città, con la quale mi sono tesserata. Facevo percorsi sulla media distanza, anche perché agli inizi avevo una preparazione non adeguata e poca esperienza. Mi allenavo con un’amica che forse conosceva la bici ancora meno di quanto la conoscessi io: pensa che bella coppia! La passio-ne, le ore passate in sella e i chilometri pedalati su strada hanno lentamente alimentato la mia voglia di correre, così mi sono ‘but-tata’ sui percorsi lunghi che, con tutta probabilità, sono anche i più adatti alle mie caratteristiche at-letiche. Sono venuti fin da subito dei buoni risultati e tu sai cosa voglia dire per uno sportivo avere degli stimoli ed essere gratifi-cato... Le emozioni di cui parlo sono cresciute pari

pari con le soddisfazioni conquistate in tanti anni di gare e credo che non siano solo legate al risultato in sé ma alla diffi-coltà, alla fatica di quella specifica giorna-ta di corsa. In particolare, ricordo molto bene una Fausto Coppi e una Marmotte per la loro durezza, e una ex Campagnolo

per le avverse condizioni meteo (la neve sul Passo Rolle); insomma, situazioni a volte impreviste che hanno reso queste granfondo delle vere e proprie imprese.Quando tagli il traguardo di eventi leggen-dari come quelli che ti ho appena citato, la gioia di essere arrivata in fondo fa passare il risultato in secondo piano, qualunque sia la posizione di classifica o come tu ab-bia corso durante l’intera gara.»

Provieni da una regione, l’emilia roma-gna, ricca di tradizione ciclistica, in cui la cultura della bicicletta appartiene al dna di ogni suo abitante. Quanto han-no contribuito le tue origini nella cre-scita sportiva e in particolar modo nella tua passione per la bicicletta?«Sono nata a Reggio Emilia, in città, ma da dodici anni mi sono trasferita sulle col-line dell’Appennino reggiano. Anche se Reggio è un tranquillo capoluogo di pro-vincia, ho sempre amato la vita di cam-pagna. Forse è per questo che ho iniziato ad andare in bicicletta, per evadere dal centro, dal traffico, per andare alla sco-perta di posti nuovi in mezzo alla natura, di spazi aperti.Parlando di persone, anche sentimental-mente penso di essere una donna for-tunata. Ho un compagno che va in bici e, non avendo figli, possiamo dedicare il nostro tempo libero ad allenarci insieme.

Anche in casa ci siamo organizzati così bene che lui pulisce e io cucino, in-somma abbiamo trovato un buon compromesso. Secondo te qualche don-na mi sta invidiando?»

Probabilmente sì, molte vorrebbero essere al tuo posto. ma, a prescindere da questo curioso aned-doto famigliare, col lavo-ro come la mettiamo?«Per fortuna lavoro in ambito sportivo, seguo nuoto e cicli-smo all’UISP. Questo mi per-mette di organizzare i miei orari in modo da avere tem-po per gli allenamenti anche

VINCENzA FuMAROlA

sPortiVa Per Piacere e Per LaVoro

a cura di RObERTO ZANETTI, con la collaborazione di MONICA CuEl

MA GuARdA ChI SI RIvEdE...L’AvEvO CONOSCIutA ALCuNI ANNI fA ALLA PREMIAzIONE dI uN CIRCuItO, L’AvEvO vIStA CORRERE PARECChIE vOLtE NELLE PRINCIPALI GRANfONdO NAzIONALI, MA, dA QuALChE tEMPO, L’AvEvO PERSA dI vIStA.E INvECE vINCENzA fuMAROLA NON È AffAttO SPARItA, hA SOLO CAMBIAtO RESIdENzA E, IN PARtE, vItA MANtENEN-dO PERò SEMPRE vIvO QuEL fEELING INvISIBILE ChE LA LEGA ALLA BICICLEttA.

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Attimi prima della partenza a Viano - baiso (RE) al Campionato Regionale Cronoscalata uISP

dell’Emilia Romagna 2012

Fase di gara in salita

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durante la settimana, mentre nel weekend, libera da impegni, mi dedico ad allungare le distanze o a gareggiare.Credo che lo sport sarà sempre presen-te nella mia vita e, se un giorno il ciclismo dovesse passare in secondo piano (ne du-bito), non riuscirò di certo a stare ferma, farò qualcos’altro. Ho bisogno di sentirmi attiva, di muovermi, di star bene, ci sono troppo abituata.»

Vincenza, scusa, non l’abbiamo an-cora detto: attualmente con chi sei tesserata?«Da qualche anno corro per una squadra di Pesaro, la Royal Team, un bel gruppo, in cui ho trovato compagni sempre dispo-nibili a dare una mano e con i quali è un piacere condividere la stessa passione. All’inizio dell’anno si decidono gli impegni e stiliamo un calendario di gare da fare in-

sieme a tutti i componenti del team. L’obiettivo è quello di ri-uscire ad arrivare nelle prime posizioni della classifica finale dei circuiti, oltre, ovviamente, al risultato della singola gara. Insomma, si parte sempre con spirito competitivo e agguerri-to, poi nel corso della stagione quello che viene va comunque bene, l’importante è stare uniti e fare gruppo.»

Quali sono le abitudini di vita che ti hanno permesso an-cora oggi di mettere la ruota della tua bici davanti a qual-che altra donna più giovane?«Nella mia vita c’è un po’ di spazio per tutto, non esiste solo la bicicletta, forse è proprio questo il segreto per cui dopo tanti anni sono ancora competi-tiva. Già da tempo ho fatto delle scelte ben precise, conducen-do una vita sana, da sportiva, senza particolari vizi. Anche se nel periodo in cui non ci sono gare mi dedico a qualche usci-ta mondana e non rifiuto mai un bicchiere di vino o di birra. Se devo essere proprio sincera, chi mi conosce sa che ai pasta party prendo sempre il vino... unica mia trasgressione.»

come ti prepari alla stagione agonistica?«Anch’io, come fa ormai la mag-gior parte degli amatori, quando mi preparo ad affrontare una nuova stagione di gare seguo le tabelle di un preparatore. Innan-zitutto mi piace avere una trac-cia da seguire e degli esercizi che mi servano a capire quello che sto facendo. Trovo sia inte-ressante imparare ad allenarsi e sono anche sicura che, se do-vessi andare in bicicletta senza un metodo preciso, rischierei di annoiarmi e di non avere più punti di riferimento.»

oltre al personal trainer, chi sono i tuoi “angeli custodi” per quanto riguarda il mondo bici?«Col passare degli anni ho capito quanto potesse esse-re importante curare l’aspetto

biomeccanico e il posizionamento. Dato che, correndo ‘i lunghi’, devo stare tante ore seduta sul sellino della bici, mi sono avvalsa della collaborazione di Alessandro Mariano, biomeccanico del Centro Fisio-radi di Pesaro. Solo con la sua preziosa consulenza ho potuto continuare a miglio-rarmi e rendere al massimo per tutti que-sti anni. Spero di poterlo fare ancora per tanto tempo…»

In griglia prima dello start, Vincenza, scambia una barretta con un compagno di squadra

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CRONOsquAdRE dEl TIRRENO

La cronosQuadre deL tirreno è camPionato nazionaLe deLLa consuLta

a cura di ENRICO CAVAllINI

LA CONSuLtA NAzIONALE dI CICLISMO hA SCELtO LA MANIfEStAzIONE tOSCANA COME PROvA dI CAMPIONAtO NAzIONALE. ALLO StudIO uNA NuOvA zONA LOGIStICA ANCORA PIù CONfORtEvOLE. CONfERMAtE LE CONvENzIONI ALBERGhIERE.

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tirrenia (Pi) – La Consulta Nazionale di Ciclismo, l’organo che raggruppa la fede-razione Ciclistica Italiana e le sezioni cicli-smo degli Enti di Promozione Sportiva, ha scelto la 2a Cronosquadre del tirreno, che si terrà a tirrenia il prossimo 17 febbraio, come prova unica di Campionato Nazio-nale di Cronometro a squadre. Pertanto

la squadra che vincerà il campionato po-trà vantare il titolo di campione assoluto di cronosquadre.

un segnale forte che giunge dai vertici del ciclismo nazionale, che mostra come la manifestazione pisana abbia saputo dimo-strare capacità e serietà organizzativa.

Al fine di rendere la giornata ancora più en-tusiasmante è al vaglio degli organizzatori una nuova zona logistica, capace di rendere ancora più agevole ogni attività.

vengono intanto confermate le convenzioni alberghiere con convenienti pacchetti turi-stici; a breve verranno pubblicate sul sito le strutture aderenti e le relative offerte.

Si ricorda che le squadre potranno essere: maschili, femminili o miste. Ogni squadra dovrà essere composta da un minimo di 5 atleti e da un massimo di 8, anche appar-tenenti a società sportive diverse (in que-sto caso andrà indicare la denominazione della squadra). una stessa società sporti-va può presentare al via più squadre con nomi differenti.

tutti gli atleti dovranno essere in regola con il tesseramento sportivo 2013 e avere la vi-sita medica agonistica in corso di validità; il rilevamento cronometrico sarà effettuato sul 5° atleta.

Le iscrizioni sono aperte alle seguenti quote:- 200 euro per le squadre abbonate al 15°

Giro del Granducato di toscana;- 240 euro per le squadre NON abbonate.

Info: www.cronosquadredeltirreno.com

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una delle squadre al via nella passata edizione

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LLa fase del riscaldamento prima di una prova a cronometro, potrebbe sembrare un qualcosa di facile e banale, invece, come sottolineerà più volte il nostro Max Lelli, è una fase molto delicata che va fatta con cura e a cui va dedicato il suo tempo, senza né esagerare né sottovalutare, poiché è quella che ci porterà, come ama dire il cor-ridore toscano, in “pressione”. La chiave di una buona crono è un buon riscaldamento! Su questo non vi sono dubbi! Non mettiamo in discussione che tutti i più piccoli dettagli dalla scelta della bici e le ruote, alla biomeccanica e l’allenamento siano importantissimi, ma se abbiamo fatto tutto bene fino ad ora, dovremo cercare di non buttare al vento l’ottimo lavoro svolto a causa di un cattivo riscaldamento che potrebbe compromettere la nostra prestazione. un riscaldamen-

to insufficiente potrebbe farci partire un po’ “scarichi” non consen-tendoci di dare il massimo. Mentre la condizione opposta, ossia un over riscaldamento potrebbe farci andare troppo in acido lattico con il rischio di ritrovarci con gambe inchiodate e i crampi dopo pochi chilometri. Quindi, attenzione ad affrontare con molta cura e scrupolo questa fase della crono, perché ne andrà del vostro risultato finale.

PreParare una crono è PiÙ FaciLe cHe una corsa su strada max, ricollegandoci per un attimo alla puntata precedente, so che volevi aggiungere qualcosa in merito alla preparazione, vero?«Sì esatto, l’ultima volta abbiamo parlato di allenamento, ma ci tengo a ricordare che preparare una crono è comunque più facile che prepara-re una gara su strada, poiché mentre per la crono, una volta fatte tutte le nostre cose per bene (posizione in bici, stretching, alzare la soglia, dietro moto, ecc.) potremo affrontare la gara, dove saremo noi da soli a lottare contro il tempo, nelle corse su strada (visto che molti dei lettori di INBICI gareggiano anche su strada), per abituarci al ritmo di gara, ossia come diciamo noi in gergo alle famose ‘legnate’, avremo biso-gno di fare delle gare, poiché soltanto quelle ci daranno quello spunto in più che ci consentirà di superare quel cancelletto di preparazione vera e propria alla gara. Ecco perché, quando facevo il professionista, ad inizio anno, febbraio e marzo, andavamo in Spagna a correre per trovare il ritmo di gara, che solo la corsa e non l’allenamento ci poteva dare. Scordiamoci di allenarci due mesi per le corse su strada, andare a correre ed essere competitivi. Con la crono invece si può fare.»

aLimentazione cosa e quando dobbiamo mangiare e bere prima e durante una crono? «Consiglierei di mangiare del riso in bianco con parmigiano 2 ore pri-ma della gara, e poi di prendere integratori con sali e zuccheri in modo da mantenere sempre alta la glicemia fino al momento della partenza. Più che altro dovremo fare attenzione a non arrivare con la glicemia bassa al momento dello start, in modo da evitare di provare quella sensazione di tremolio prima della partenza, che è un chiaro segno di una glicemia bassa, contro la quale non servirebbero a nulla né i gel, né le barrette, poiché ormai sarebbe troppo tardi per reinte-grare la carenza di zuccheri.»

Bere moLto Prima e un GeL sotto iL PantaLoncino«Bere molti sali prima della gara va bene, anche perché se si tratta di una crono di 20 km, molto probabilmente, non sarà necessario portare dietro con sé né sali in borraccia né gel. Consiglierei, invece, di portare un gel da tenere sotto il pantaloncino, e dell’acqua (non i sali, che a parere mio impastano troppo la bocca) se la crono va oltre i 20 km. Ovviamente, a fine gara, dovremo subito reintegrarci con sali minerali, maltodestrine e gel per recuperare. Anche perché il discorso della borraccia, dobbiamo sempre tener conto che potrebbe essere causa di una perdita di concentrazione e di millesimi o addirittura di secondi preziosissimi alla resa dei conti. Una crono di 20 km potrem-mo quasi considerarla un prologo, in quanto ricordo che al Tour ne

lA TuA CRONO

come Va Fatto iL riscaLdamento PreGara? 4a Parte

a cura di lEONARDO OlMI

Dall’esperienza di Max Lellicome migliorare la propria performance nella cronometro

uNA vOLtA PRONtI Ad AffRONtARE LA NOStRA GARA CONtRO IL tEMPO, dOvREMO tENER PRESENtE ChE, A dIffE-RENzA dELLE GARE Su StRAdA dOvE SI PARtE PuR SEMPRE vELOCI, NELLA CRONO SI PARtE A tuttA! E QuINdI AvRà uN RuOLO fONdAMENtALE IL RISCALdAMENtO.

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Andare bene in pressione con un buon riscaldamento, vuol dire già essere a metà dell’opera nell’affrontare una crono

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abbiamo fatti alcuni di 15 km, dove la borraccia non la portavamo dietro per niente. Anche se a qualcuno il fatto di averla lo rassicura di più, anche se poi non la usa. Io, invece, consiglio proprio di toglierla, così può essere uno stimolo per arrivare prima a soddisfare la sete.»

Pasta La sera Prima? mangiare pasta e carboidrati la sera prima della gara serve a qualcosa?«Direi di no, non è né fondamentale né necessario, in quanto non dovremo affrontare una Granfondo di 160 km, e non stiamo facendo una gara a tappe dove ogni giorno bruciamo una grande quantità di carboidrati. Dato che arriveremo alla cronometro dopo una settimana di lavoro, in cui avremo fatto un paio di uscite dedicate a completare le nostre tabelle di allenamento, la sera prima della gara sarà suffi-ciente un’alimentazione normale. Magari, come sempre prima di una gara su strada, consiglio di bere molto, sia sali che maltodestrine anche nei due-tre giorni prima della gara.»

riscaLdamento Quanto prima dobbiamo iniziare e come dobbiamo farlo?«Il mio consiglio è quello di essere già pronti un’ora e venti minuti prima dell’orario di partenza. Perché ricordiamoci bene che nelle cronome-tro viene dato un orario di partenza che dovrà essere rigorosamente rispettato. Se si arriva più tardi ci verrà sempre contato come orario di partenza quello programmato. I giudici non tollerano ritardi ed è giusto che sia così! Altrimenti, se ognuno facesse come gli pare, ci sarebbe un gran caos. Per fare un buon riscaldamento consiglierei di fare 15 min sotto la soglia per un paio di volte, con un recupero di 10 min tra le due sedute, evitando assolutamente di andare in acido lattico.»

ruLLi o strada? dovremo usare i rulli o farlo su strada, dietro macchina o da soli?«Se nei dintorni della zona di partenza c’è una strada che ci consente di fare il riscaldamento, io lo consiglierei rispetto ai rulli. Se invece non

ci sono le condizioni ideali, causate da strade poco adatte e troppo trafficate, allora saranno perfetti i rulli. Se lo faremo su strada non avremo bisogno di fare nessun dietro moto o dietro macchina, ormai quel tipo di lavoro lo avremo già fatto in allenamento, adesso invece si tratterà solo di scaldare il motore.»

andiamo in Pressione senza acido LatticoPer scaldare il motore intendi andare in pressione, come dite voi prof. vero?«Sì esatto, lo scopo di scaldare bene il motore, al di là che si tratti di un riscaldamento su rulli o su strada, sarà quello di andare in ‘pressione’, in maniera tale da poter essere già caldi per partire forte, anche se non proprio a tutta, come poi vedremo nella condotta di gara. Andare bene in pressione vuol dire fare un buon riscaldamento che nelle prime fasi di gara, nei primi chilometri e minuti, non ci porti a sviluppare acido lattico. Come tutti sappiamo, purtroppo, l’acido lattico è uno dei nostri nemici principali, in quanto se non ci scalderemo gradualmente con lo scopo, appunto, di andare bene in pressione, rischieremo di anticipare troppo la formazione di acido lattico, che ci porta inevitabilmente all’in-durimento delle gambe, con i famosi crampi. Ecco perché la fase del riscaldamento risulterà fondamentale e molto importante ai fini di una crono perfetta, dove la somma di tutti i dettagli, anche i più piccoli, farà la differenza. Tra questi vi è anche il fatto di andare bene in pressione.»

camBiare la maGLia prima del ViaPrima di partire, sempre meglio cambiare la maglia, almeno l’in-timo, giusto?«Sì vero, almeno una decina di minuti prima della partenza consiglio di fare un cambio di maglietta, specialmente dell’intimo (dato che molto probabilmente useremo un body) che sicuramente sarà suda-ta e bagnata. Ma mi raccomando di non allontanarsi o fare questa operazione troppo distanti dalla zona di partenza poiché, ripeto, i giu-dici non transigono. 5 min prima del nostro orario di partenza dovre-mo tassativamente essere nei dintorni della pedana dello start, me-glio fare qualche pedalata in meno che rischiare di perdere il proprio turno di partenza, che minimo equivale a diversi secondi di penalità.»

Ed il sottoscritto ne sa qualcosa, visto che nella crono-coppie di Me-dicina (BO), riservata alla categoria dei giornalisti, insieme al mio col-lega e compagno ci siamo giocati il titolo di Campioni Italiani a Cro-nometro. Non avendo calcolato bene il tempo necessario a fare un giro di ricognizione del percorso (che serviva anche da riscaldamento ed affiatamento alla coppia), ci siamo presentati con 6 min di ritardo che i giudici hanno sommato al tempo realizzato nella nostra prova. un errore che abbiamo giustamente pagato e che sicuramente non si ripeterà mai più.

max Lelli Marsiliana (GR) tel. 0564-60.99.20 / cell. 346-120.4150 www.maxlelli.com / [email protected]

Come consiglia il nostro Max lelli (qui ritratto) una strada non troppo trafficata è preferibile ai rulli per il nostro riscaldamento

Se non ci sono strade adatte e possiamo avere a disposizione uno spazio adiacente alla zona di partenza, il riscaldamento potremo farlo sui rulli. Qui nella foto vediamo il campione Ivan basso, nella fase di riscaldamento prima di una crono

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Ddi recente ho avuto l’occasione di trovarmi in un hotel che ospitava ben cinque squa-dre professionistiche e ho potuto vedere le differenze tra un soggiorno di dieci giorni in una località esotica (o comunque dove non ci sono problemi di freddo, maltempo o nebbia) per un professionista e per un cicloamatore.Il professionista affronta il primo ritiro stagio-nale (a poche settimana dal debutto) con apprensione e ansia: cominciano i confronti con i colleghi e i dirigenti emettono le pri-me sentenze, pur prediligendo allenamenti lunghi e senza tratti di esagerata intensità. vengono fatti i programmi e assegnati ruo-li (a volte ingiusti e non combacianti con le aspettative) e si comincia a sentirsi parte di una squadra, di una realtà.Per alcuni ciclisti sono momenti stressanti. È possibile che si debba condividere la came-ra con una persona molto diversa, che parla un’altra lingua o che ha abitudini incompa-tibili. Oppure può succedere di star male fisicamente per un malanno o un problema muscolare e, in questi casi, lo splendido ho-tel in cui si soggiorna si trasforma in un vero

e proprio incubo! I tempi della giornata sono scanditi da un’impressionante rigidità di orari e di compiti da svolgere: Ore 08:00. Sveglia. Ore 09:00. Allenamento. dalle ore 13:00 alle ore 15:00. Pranzo. Alle 17:00. Massaggio. Alle 19:00. Meeting. Alle 20:00. Cena. Alle 23:00. dormire. tutti i giorni per almeno dieci giorni!Per il cicloamatore, invece, si parla di va-canza. un appuntamento segnato in rosso sul calendario e programmato molti mesi prima, tanto che i giorni lavorativi preceden-ti alla partenza sono vissuti con motivazione e positività: persino con stati di euforia! Il dover smontare la bicicletta, fare la valigia, preparare tutta la famiglia… la sveglia alle 4 per prendere la navetta per l’aeroporto, il viaggio e l’arrivo in hotel dopo quasi dodici ore di viaggio: niente! Solo sorrisi!Addirittura i più convinti riescono ad uscire in bici all’arrivo nella località nei pochi minuti di luce solare rimasti…!Le giornate per gli amatori sono così arti-colate: Sveglia alle 7. Partenza alle 8, per

dedicarsi alle famiglie nel pomeriggio. Alle 13 (tassativo) pranzo, altrimenti il patto con il partito delle mogli si rompe ed è una vera e propria crisi di governo! Alle 15, in piscina coi bambini o in giro per centri commerciali (la vendetta delle mogli!). Alle 19, cena poi al bar o fare due passi fino anche oltre la mezzanotte! da notare che il cicloamatore non è molto calcolatore e affronta ogni usci-ta in bici come se fosse l’ultima: sempre a tutta!!! Credo che ad entrambe le categorie manchi qualcosa. Per i professionisti i ca-richi psicologici sono pesanti e persisten-ti, tanto che i meno equilibrati sentono il bisogno di evadere ogni tanto e di uscire completamente fuori dagli schemi. Inol-tre dovrebbero recuperare quell’intensità, quella motivazione e quel divertimento che contraddistingue il cicloamatore. Il ciclo-amatore dovrebbe poter rispettare di più un programma di allenamento e ricordarsi delle leggi del proprio corpo: alimentazio-ne, riposo, recupero sono fondamentali… nonostante quello che sostiene il partito delle mogli!!

CONsIGlI & RIFlEssIONI

ritiri o Vacanze?

a cura di GIAN PAOlO MONDINI [email protected]

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Il team professionistico Katusha in una fase della preparazione

foto BettiniPHoto

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ÈÈ il silenzio, il mio silenzio, quello magico, quello che mi parla, che in pochi attimi mi racconta, riportandomi dentro l’appena vissuto, che mi accompagna al tanto desiderato traguardo. Pacato, garbato, ma così potente e squassante da liberarti dentro un’emozione talmente forte che non può far altro che manifestarsi sotto forma di pianto.Non c’è la forza di urlare, saltare, non più. Sono stanco, devastato dalla fatica.Lascio che scendano sul mio viso, mentre sento i “bravo” di terry, ri-entrando lentamente nel camper, parlo al telefono con Paola. Non le fermo, è bello sentirle scendere sul viso, uscire dagli occhi gonfi, vivere il sorriso dipinto sul volto e qualcosa di immensamente grande dentro. La scelta fatta venerdì mattina, prima di mettermi in moto, è stata sicuramente la più dura, la più difficile, ma in fondo è quella che ha poi regalato un sapore ancora più forte a questa vittoria personale. 24 ore filate, non facili dopo oltre 10 giorni di fatica, ma fattibili grazie ad un obiettivo ben preciso: arrivare in un tempo utile affinché terry Spinelli, assistente ufficiale, potesse giungere insieme a me a Santa Maria di Leuca, a degna conclusione di un’avventura vissuta insieme, nella quale ha svolto un ruolo molto importante, dimostrando una grande passione.

Nonostante il mio proferire “finisco da solo con lo zaino… non pre-occuparti” (terry l’8 doveva inderogabilmente rientrare a Cesena) ero dispiaciuto dell’eventuale “abbandono” e se c’era una possibilità di chiudere insieme, quella andava provata. un lavoro mentale forte, importante, la concentrazione lungo tutti i passi di quella giornata per renderli più svelti, per sentire meno il do-lore fisico ed avvicinarmi sempre più all’obiettivo. Sospesi sul filo dei minuti e con qualche momento di tensione arriveremo poi verso un’emozione senza precedenti, diversa, unica.Adriatic Coast Run Extreme è di per sé stata unica, diversa da tutte le mie precedenti esperienze ultra. Lei era mia, completa-mente mia, ideata da me per soddisfare la mia sete di avventura e permettere di esplorarmi in nuove condizioni. Niente agonismo, nessun avversario a cui contendere la posizione. Solo la sfida con me stesso, la voglia di capire come si sarebbe comportata la mia mente in assenza dello stimolo agonistico, prin-cipale artefice di scelte che mi hanno portato a sopportare fati-che fisiche molto forti e fare scelte vicine ai miei limiti, se non oltre. un ambiente a me familiare, il mare (ci sono nato e ci vivo) duro per il fisico, ma con un fascino estremo per alcune similitudini

con l’amata terra desertica, la sabbia su cui appoggeranno i miei piedi e l’assenza di confini che si vive, la-sciando correre gli occhi lungo l’o-rizzonte marino, oltre alla melodia creata dalle onde che si infrango-no sulla battigia. Il mare in inverno così, libero e naturale. una linea emozionale partita il gior-no della creazione ed aumentata giorno dopo giorno col crescere progressivo dell’evento. I social network, un lavoro gior-

naliero costante, un minimo di no-torietà nel campo, hanno permesso in breve tempo di attirare su Adriatic Coast Run Extre-me l’attenzione di molte persone. Amref al mio fianco con la raccolta fondi “Stand up for African Mothers”, il risvolto uma-nitario che mi apre il cuore facendomi respirare un’aria ricca di sentimento. L’emozione di partire dalla piazza centrale della mia città, Cervia, davanti agli occhi di un folto numero di amici conoscenti, sorrisi, abbracci, incitamenti.Pochi metri e, mentre gli amici (che mi ac-compagnano per il primo tratto) mi parlano, ridendo e scherzando, mi accorgo di esserci dentro, di essere arrivato a quel punto da me desiderato ma che, fino a quel momento, pur sapendolo vero, manteneva sempre un alone di quasi immaginario. La verità che si conferma verità, uno strano gioco mentale che si ripete ogni volta ed ogni volta mi fa sentire forte il momento.

INBICI PER Il MONdO

L’imPresa: adriatic coast extreme

a cura di ANDREA PElO DI GIORGIO [email protected]

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900 KM PERCORSI A PIEdI, tRA CERvIA E SANtA MARIA dI LEuCA PER uNA CORSA MASSACRANtE, MA AL CONtEMPO dENSA dI EMOzIONI. E QuANdO LE LACRIME SCENdONO SuL vISO, ARRIvA LA LIBERAzIONE.

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Saranno giorni ripetitivi nella forma, ma mai pesanti, monotoni, ogni giorno si corre, si ride, si organizza, si condivide. Ogni giorno vedo il mondo nei suoi piccoli particolari che sempre abbiamo sotto gli occhi, ma spesso e volentieri, per il ritmo frenetico della vita, ci dimentichiamo di osservare. Mille sfaccettature, mille colori che variano col variare della luce sola-re, basta una nube, un attimo d’ombra per farti vedere uno scorcio completamente diverso, dallo stesso precedente, più triste, allegro, forte, poetico.Il mare ora azzurro intenso, poi verde, grigio ed imbiancato dalla schiuma di onde come impazzite che si rincorrono, create da una tra-montana feroce. L’appannamento visivo prodotto dagli schizzi, rende i km di riviera che si distendono sotto ai tuoi occhi, come ricoperti da un soffice strato di nebbia, il rumore insistente e forte della burrasca ti accompagna, soffocando quello dei tuoi passi e del tuo respiro. Il mondo che si rivela nei particolari, nelle abitudini/modi di vivere del-le persone che cambiano pian piano, man mano che lasci alle tue spalle i chilometri.È come interagire con un film, nel quale ogni tanto entri, assaggiando e capendo quella che è la vita del momento e del luogo in cui ti trovi.tutti fantastici, una cortesia e un’accoglienza da togliere il fiato, che sottolinea valori che sempre più spesso sono una rarità. Le barche colorate, il lavoro dei pescatori, due caprioli che attraver-sano elegantemente la strada, il vento imperioso, la pioggia che ti bagna, che crudelmente ti avvolge con il freddo, se non sei svelto ad indossare gli indumenti in goretex. La notte che ti viene a trovare presto e l’alba che non smetterà mai di affascinarti; quante cose passano sotto ai miei occhi di attento osservatore, mentre le gambe continuano nel loro lavoro incessante. un porcospino, due rospi che attraversano la strada uno sopra l’al-tro, mentre il diluvio allaga il manto stradale, un bruco verde pisello che, con la sua caratteristica andatura a fisarmonica, rischia di esser schiacciato, fino al raglio potente di un asino nascosto chissà dove, che mi saluta al passaggio.Particolari, semplici attimi, che rimarranno impressi nella mia scheda di memoria.

È presto, molto presto, quando una dolorosa infiammazione assale il mio tendine tibiale destro e i tensori dell’attaccatura al piede. Sono a Monte Silvano, in appena 4 giorni, subito dopo il ricevimento dei sindaci di San Benedetto del tronto e, appunto, di Monte Silvano. uno stinco gonfio, il movimento del piede che diventa doloroso e che mi permette di correre solo una parte della giornata successiva, poi è blackout. Cammino e zoppico anche. Non c’è il pensiero di smettere, certo l’ipotesi che ciò possa avvenire mi balena nella mente, ma smettere in quel frangente no. Sono tran-quillo, l’aspetto coscienza è a posto, in fondo la mia sfida l’ho vinta partendo e accettando questa prova.Soffro ad ogni passo e lo farò ancora di più nei giorni successivi, viste le asperità montane del percorso. La zona di Ortona, il Gargano con le salite e soprattutto le discese, mi faranno vedere le stelle.un paio di visite da specialisti (e qui devo dire veramente un grande grazie agli amici), una cura potente in modo da sfiammare il tendine, almeno quanto lo infiammavo io giornalmente, e poi lei, la mente. Rimango sempre allibito, estasiato quando la valuto e cerco di entra-re nella sua profondità, cercando di carpire la sua immensa potenza. Basta un obiettivo, l’enfasi e la volontà a far sì che faccia finta di dimenticare tutto ciò che hai fatto fino a quel momento... chiedi po-tenza, forza ed eccola, chiedi resistenza al dolore ed eccola. Metabolizzo, giornalmente mi abituo a quel dolore logorante presente ad ogni passo, rinuncio alla corsa, ma non alla mia sfida, anzi trovo che sarà ancor più inebriante. Le mie sensazioni mi raccontano che non creerò danni al mio fisico e quello basta a darmi l’input per continuare.

trovo il passo giusto, né troppo lungo, né troppo corto, sopporto le salite e soffro le discese, ma avanzo, non variando gli standard. Ad ogni pausa ghiaccio, spray ghiacciato per addormentare il dolore e un discreto riposo serale in modo da non far implodere quello stinco che non è più così bello da guardare. Scivolano via le regioni, le Marche, l’Abruzzo, il Molise, la Puglia ci dà il benvenuto, è lunghissima sì, ma è l’ultima e la mente ne trae forza ulteriore. di correre non se ne parla proprio più, i chilometraggi giornalieri dimi-nuiscono, i giorni di fatica crescono e le giornate si allungano, trasfor-mando le ore serali, dalle 17 allo stop, in un tunnel che a volte sembra senza fine, aiutato anche dalle indicazioni stradali che, con i calcoli dei chilometraggi, assestano dei colpi alla mente di quelli che fanno barcollare le gambe. La certezza c’è ed è la solita, “domani arriva sempre” e allora pazien-za Andrea, pazienza, passo dopo passo. Ogni giorno, 11-14 ore di movimento, mai oltre, il tendine deve ripo-sare, deve recuperare almeno un po’. Il morale è sempre alto, si ride, si scherza, ci si offre la pizza ogni sera, prima di andare a dormire o prima di fare un’altra oretta di passeg-giata per digerire. Il camper vintage ci ospita, regalandoci anch’esso ogni giorno qualche novità, costringendoci a volte a dormire sotto a pensiline di pompe di

Andrea Pelo di Giorgio accolto da autorità ed amici alla partenza dalla città di Cervia

Soli con un cane

A Sanbenedetto del Tronto accolto dal Sindaco Giovanni Gaspari e gli organizzatori della gf di San benedetto del Tronto con la coordinatrice Sonia Roscioli

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benzina per evitare infiltrazioni di pioggia, ma è bello così, è l’avventura che ti dona un sorriso che ti dà lo spunto per una battuta. Avanzo nella Puglia con passo barcollante ma deciso, il Gargano con le sue asperità e finalmente la pianura del tavoliere dal quale posso girare la testa seguendo con gli occhi tutta la costa, stupendomi nel constatare che ieri ero là, dopo quella punta.Lì ti accorgi di quant’è lunga la strada e di quanta se ne può fare in un giorno di movimento. È una bella sensazione, strana, difficile da spiegare, una gioia dentro: quella punta è molto più lontana agli occhi rispetto a quella che in realtà hanno percepito i tuoi piedi. direzione Santa Maria di Leuca: l’ipotesi di non arrivare non esiste ne-anche più, c’è l’odore nell’aria, l’amabile odore del successo. Imma-gino già la scena a tal punto che passo sopra ai dolori con più facilità. L’ipotesi, quella di arrivare tardi rispetto ai piani, di continuare da solo sabato e domenica, viene giustamente e doverosamente cancellata dalla voglia di arrivare insieme.24 ore filate sono la soluzione unica per riuscire a fare ciò e così sarà. La mente torna in cattedra, la ripartenza dal caffè di quel venerdì mat-tina è diversa, decisa, la mente impone un ritmo più veloce al fisico, non ascolta il dolore, spezza la giornata in piccoli traguardi in modo da non sovraccaricarla, non stancarla con le 24 ore, l’obiettivo è uno e si deve raggiungere a costo di arrivare ai limiti. da fuori non cambia niente, sorrisi, battute, rispetto le solite pause, ma dentro mi sento una macchina da guerra. Passo dopo passo mi gonfio di un’aria che ha già il sapore diverso, la notte per la grande sfida mi attende, non la temo, non prendo in considerazione l’ipotesi di non farcela. Arriva puntuale, sono le 22 circa quando, prima di uscire dal camper, dopo una pizza da asporto, annuncio tramite la rete: “È nella notte più importante che ci sono i fuochi d’artificio. Inizia lo spettacolo”. Riprendo a correre: è una sensazione fantastica, di libertà, c’è un’aria

diversa che sbatte sul mio viso, la velocità in realtà non varia di molto, ma l’aria è un’altra aria, un altro respirare. un paio di km, forse qualcosa in più, poi decido di non forzare, il difficile deve ancora arrivare e le forze mi serviranno… tutte. Sarà lunga, dura e interminabile, ma sarà la cosa più bella e più vissuta di tutta l’avventura… “Se dalle 7 di stamattina sei giunto fino ad ora, puoi arrivare anche a domattina” mi ripetevo nei momenti di stanchezza. Le pause si limitano a 15 minuti, dalle 00,45 all’una, e mezz’ora dalle 3,30 alle 4 quando, per l’eccessiva stanchezza, non riesco a raggiun-gere tricase che dista due lunghi ed interminabili km. Sono distrutto in quel momento, la mente non regge più il ritmo, lo accusa ed io mi trascino lentamente sulla strada. Anticipo la sosta per far respirare corpo e mente e alle 4, mentre la moka ci regala l’ennesimo caffè della giornata, trovo anche la forza di un contrasto con terry.

Riparto dal camper col nervoso, ma con la decisione di correre gli ultimi 28 km di quell’avventura, cercando così di limitare i tempi per riuscire nell’intento. La magia si ripete, le gambe partono sospinte dalla mente, mettendo sull’asfalto un ritmo niente male. Rimango concentrato, non sprecando il minimo grammo di energia in più, saranno lunghi, duri.Io ci avrò provato. Poi il regalo: Santa Maria di Leuca 14,5 km, la tensione scema, il sorri-so torna e l’aria che respiro ritorna dolce.Continuo a correre, non spezzo l’incantesimo, il vento soffia forte ed ogni tanto piove, costringendomi ad indossare il giubbotto in goretex. Il dispendio energetico è molto più alto rispetto a quello che metto dentro al corpo e a 5 km dalla fine non so più neanche chi sono. Mi trascino nella strada completamente vuoto, contando i 100 metri indi-cati dalla segnaletica stradale subendoli come non mai. Interminabili. una barretta, dell’acqua, manca poco Andrea, manca poco. Il sopralluogo di terry parla di un cartello indicante 3 km e di un altro, poco distante da questo, che ne indica 2 km.Credo ai 3 e riparto con la corsa, occhi bassi e sguardo appena avanti ai piedi, fino a lui, lo svincolo, fino a quando i miei occhi muovendosi a sinistra vedono chiaramente le case bianche caratteristiche della Puglia. Santa Maria di Leuca. Abbandono la strada maestra, è leggera discesa, c’è il silenzio, il mio silenzio che mi rapisce, che mi racconta tutto, che mi lascia dentro la felicità e la consapevolezza di aver, nel mio piccolo, regalato emozioni e trasmesso positività e forza a chi mi ha seguito giornalmente, raccon-tandomi di una grandezza che non riesco ad incollare a me. Pacatamente, delicatamente, tutto mi arriva dentro.Il mio mondo fatto di emozioni, coloro che mi proteggono dall’alto, chi mi vuole bene si unisce al mio respiro accompagnandomi con una leggera, ma stanca corsa al cartello di Santa Maria di Leuca. Le lacrime saranno l’emozione più bella ed intensa dentro al silenzio più bello del mondo. Cervia-Santa Maria di Leuca, oltre 900 km, una lunga linea azzurra disegnata sulla cartina… c’è il mio respiro sopra.

Dopo oltre 900 km di corsa la meta è raggiunta

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Inkospor dalla parte del ciclista

Inkospor è un marchio prodotto e distribuito da nutrichem Diät + pharma GMBH, azienda farma-ceutica tedesca specializzata in alimentazione cli-nica, dietetica e nutrizione sportiva che opera nel settore da oltre 30 anni; fondata infatti nel 1977 a Roth, Nutrichem Diät + Pharma si è sviluppata fino ad essere un’industria moderna che opera in tutto il mondo nel settore dell’alimentazione clinica.

Il know-how farmaceutico, l’esperienza, la qua-lità e rigorosità dei processi produttivi e delle

materie prime impiegate rendono i prodotti Inkospor i migliori alimenti nel mondo della nu-trizione sportiva ed un sicuro supporto per tutti gli atleti professionisti, agonisti e per tutti coloro che desiderano svolgere attività sportiva per man-tenere un fisico efficiente e perfettamente in forma.

L’attività della Nutrichem si basa sullo studio approfondito di una vita sana ed attiva. Ogni settore dell’azienda è dedito allo sviluppo e ricer-ca di prodotti sicuri ed altamente performanti.

Non conviene comprare al buio!Inkospor tramite inbici magazine vi offre l’opportunità di un’informazione sulla giusta nutrizione per lo sport

facendo luce sulla qualità dei prodotti in questo settore, tramite gli esperti nutrizionisti dell’equipe inko

vi fornirà i consigli utili per i vostri acquisti.

Inkospor nel patto di massima trasparenza vuole creare con il consumatore un rapporto sinergico rispondendo direttamente

alle domande. Invia subito una mail a [email protected]

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shElTER®: PEllICOlA PROTETTIVA PER TElAI IN CARBONIO

a cura dell’uFFICIO TECNICO EFFETTO MARIPOSA

L’utilizzo sempre più ge-neralizzato dei compo-siti in fibra di carbonio per la produzione di telai ha portato all’im-piego di questo ma-teriale (inizialmente riservato all’altis-sima gamma per biciclette da corsa)

anche in prodot-ti di gamma media e nella mountain bike.

il carbonio, rispetto ai materiali metallici, ha superiore re-sistenza alla trazione ed un peso specifico inferiore, ma risulta

più “fragile”, arrivando a rottura senza che avvenga nessuna de-formazione plastica. Questo spiega perché la classica ammaccatura del telaio in acciaio o in alluminio, magari dovuta all’urto con un sasso, non si verifichi... ma venga sostituita sul tubo in carbonio da una ben più preoccupante crepa o delaminazione.Le aziende costruttrici sono, in alcuni casi, corse ai ripari, inserendo nei punti più esposti agli urti strati con fibre aramidiche (più resilienti, resi-stenti cioè agli urti), oppure aggiungendo placche esterne in materiali polimerici o metallo. Queste misure presentano alcuni inconvenienti, non soltanto relativi all’efficacia ma anche allo sgradevole effetto estetico fi-nale (che è molto importante in uno sport dove alla tecnologia si unisce passione e dove la bicicletta è un vero e proprio status symbol).Esistono poi prodotti derivanti dall’industria dell’auto consistenti in fogli adesivi trasparenti in materiale polimerico, spesso prefustellati in di-verse sagome, per proteggere le zone più sensibili del telaio.La trasparenza è chiaramente un’ottima cosa, e la protezione fornita non influisce in alcun modo sulle eleganti grafiche dei mezzi. Questi prodotti sono generalmente costituiti da un singolo materiale ed aderiscono bene a superfici piane ma presentano i seguenti limiti:

• proteggono dai graffi,ma hanno unbasso potere di smorzamento de-gli urti (assorbimento dell’energia dell’impatto);

• soprattutto se il loro spessoreè su-periore a 0,5 mm, hanno difficoltà ad adattarsi ai profili con forte curvatura, tendendo a staccarsi;

• sono di non facile applicazione, ri-chiedendo spesso accorgimenti quali riscaldamento o preparazione della superficie adesiva con prodotti particolari;

• possonoingiallirealungoandare.

Per questa ra-gione il nostro Shelter® si è rapidamente affermato sul mercato ed è

diventato un must sia per biciclette da corsa che per mountain bike (non soltanto in fibra di carbonio!).shelter® non è una semplice pellicola adesiva, ma è piuttosto un composito costituito da due strati:• lostratosuperficiale(spessore0,2mm)resisteaigraffi;• lostratosottostante(spessore1mm)hauncomportamentoviscoe-

lastico, per cui si deforma in caso di urto e ritorna lentamente nella sua condizione iniziale. Questo gli permette di dissipare una notevole quantità di energia, che non viene quindi trasmessa al materiale su cui Shelter® è applicato.

Entrambi i polimeri resistono molto bene ai raggi uv e non si verificano fenomeni di ingiallimento.

oltre a combinare efficacemente protezione a graffi e ad urti, shel-ter® segue facilmente i profili curvi (grazie alla sua flessibilità) ed è dotato di un tenace collante che – oltre all’adesione immediata – ga-rantisce un’adesione semi-strutturale dopo 24 ore: Shelter® resiste infatti ai lavaggi ed all’utilizzo su terreni fangosi.Nell’applicazione, oltre ad avere effettuato una buona pulizia del te-laio e smontato momentaneamente cavi (se d’intralcio) non servono particolari accorgimenti: senza tirarlo né deformarlo, lo si fa aderire con una costante pressione delle dita su tutta la superficie, insistendo sui bordi. Nel nostro video tecnico viene mostrata l’intera procedura: http://youtu.be/lU5gz6Hm4BM

In caso di necessità Shelter® può essere rimosso staccandolo lentamen-te, non lascia tracce di collante sulla superficie su cui è applicato. Non serve riscaldarlo né utilizzare solventi in fase di rimozione. Generalmente non avvengono distacchi di vernice e/o trasparente, se non nei casi in cui il telaio abbia subito colpi molto forti: in quel punto potrebbe avvenire un di-stacco della vernice, proprio perché ha ceduto l’interfaccia vernice telaio (in quei casi, lo Shelter® ha chiaramente evitato un danno molto superiore). La protezione fornita non è chiaramente assoluta e la collisione del tubo obliquo con una roccia ha comunque conseguenze drammatiche per il telaio... meglio evitarla. da test svolti però, con l’applicazione di shel-ter® su di una piastra di materiale composito viene raddoppiata l’en-tità dell’urto necessaria per danneggiare la piastra. Esiste poi un video (http://youtu.be/ynlxj7X86Nw), realizzato dal nostro distributore america-no, dove si vede il risultato dell’applicazione dello Shelter® su di un tubo fluorescente preso a martellate: non c’è nessun trucco!

In che punti utilizzare Shelter®:• tuboobliquo,perproteggerlodallaproiezionedipietresollevatedalla

ruota anteriore;• batticatena,dovesiriveladistraordinariaefficaciaedinvisibilità(rispetto

al classico batticatena nero...);• tuboorizzontale,incorrispondenzadelpuntoincuilelevefrenourte-

rebbero il telaio in caso di caduta;• neipuntidipassaggiodeicavi,perevitarechesegninoiltelaio;• ovunquecisiapericolodigraffiourti.

Sottolineiamo che Shelter® è ottimo anche per le biciclette da corsa: an-che se meno soggette a urti, il tubo obliquo è spesso graffiato dai piccoli oggetti (ghiaia, pietrine) sollevati dalla ruota anteriore. La protezione del-lo Shelter® permette di mantenere come nuova questa zona: in caso di vendita della bicicletta è sufficiente rimuovere la protezione per mostrare il telaio nel suo stato quasi di fabbrica.

L’utilizzo sempre più generalizzato dei compositi in fibra di carbonio per la produzione di telai ha portato all’impiego di questo materiale (inizialmente riservato all’altissima gamma per biciclette da corsa)

anche in prodot

il carbonio, rispetto ai materiali metallici, ha superiore re

Video tecnico applicazione Shelter®

Esempio di applicazione dello Shelter®

Shelter® Kit è prefustellato per proteggere le zone più esposte del telaio. Esiste anche come Pack (2 spezzoni 54x500 mm) e Roll (rotolo da 5 metri)

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ef fettomariposa.it

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QQuante volte, alla tv o dal vero, in occa-sione delle gare ciclistiche, si assiste alla sfilata di una lunga carovana di auto che le precede (o segue)?È legittimo chiedersi il perché della presen-za di una miriade di automobili. La curiosità aumenta quando si notano alcune persone sporgersi al di fuori del tettuccio. una premessa, pur senza scendere in troppi tecnicismi, va fatta: in tutte le gare italiane, esistono due soggetti fondamen-tali per il ciclismo nostrano, oltre agli atle-ti, ovvero il direttore di Corsa – figura che esiste solo in Italia – ed il Giudice di Gara. Molto spesso, queste due figure non sono conosciute bene dagli atleti e tanto meno dagli amatori, ma sono cruciali per la buo-na riuscita delle manifestazioni.direttore e Giudice svolgono, nel “dietro le quinte”, un’attività di preparazione e ge-stione della gara non facile, seppur con ruoli diversi, tanto che a distinguerli vi è, spesso, anche una maglia: blu scura per il Giudice, a scacchi per il direttore di Corsa.La differenza sostanziale sta nel fatto che il Giudice di Gara ha la competenza sui “fatti di corsa”, quindi sulle classifiche e sul corretto svolgimento, dal punto di vi-sta sportivo, della manifestazione. Il di-rettore di Corsa ha, invece, il compito di

gestire la corsa dal punto di vista della sicurezza, della logistica, del percorso e del soccorso, divenendo per tale ragione figura basilare e garante nelle competizio-ni ciclistiche. È proprio tale ruolo di responsabilità che giustifica il gran lavoro da parte della fCI nel creare nuove leve nel settore, tuttavia l’età media dei direttori di Corsa italiani è aumentata notevolmente e sono sempre

meno i giovani disposti ad assumersi tale compito. Occorre ricordare però che senza il direttore di Corsa, la gara non può ave-re luogo, poiché è figura richiamata anche nelle autorizzazioni prefettizie; ciò compor-ta inoltre continui esami e corsi d’aggior-namento cui devono sottoporsi i direttori, indispensabili al rinnovo della loro tessera.È ovvio che tra le figure che compongo-no una gara ciclistica occorre la massima

collaborazione, sempre più frequente, al giorno d’oggi, tra Giudici e direttori di Cor-sa. Non è dunque strano che un direttore di Corsa si accorga di un’infrazione e ne informi i colleghi Giudici, così come questi ultimi, ravvisando mancanze organizzative, mettano in allerta i direttori. Il mondo del ciclismo sta cambiando ed è anche per questo che a livello federale, sempre più spesso, nei corsi nazionali, le componenti di questo sport vengono fat-te sedere al medesimo tavolo, al fine di far crescere in maniera organica l’intero setto-re, integrando e facendo interagire i diversi soggetti che compongono il movimento, esaltandone così le professionalità.

dIRETTORI dI CORsA

cHi sono e cosa Li diFFerenzia dai Giudici di Gara?

a cura di GIANluCA bARbIERI

duE fIGuRE QuALIfICAtE Ed INdISPENSABILI ALLA BuONA RIuSCItA dI uNA COMPEtIzIONE. RuOLI dIffERENtI E PROfESSIONALItÁ AL SERvIzIO dELLA SICuREzzA E dEL CORREttO SvOLGIMENtO dELLA GARA.

[email protected]

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Raffaele babini Direttore di Corsa del Giro d’Italia col Capo Scorta della Polizia Stradale

Giudice internazionale alla firma del Giro del Veneto

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Sil test:Se l’intento di Shock Blaze è quello di «offrire al ciclista emozioni sempre nuove», come mi ha detto Marco dal Mas, inventore del marchio, ammini-stratore di Bicinovaitalia e distributore esclusivo per l’Italia, devo ammettere che la S1 Advanced ha acceso in me fin da subito, ancora prima di met-terla in strada, un notevole interesse.Qualche mese fa sono stato a Plovdiv, in Bulgaria, a visitare l’a-zienda (Maxtec) dove nascono le biciclette da competizione di Shock Blaze. dopo avere toccato con mano la professionalità con cui la-vorano, confesso che non vedevo l’ora di mettere alla prova e verificare le tanto decantate qualità della S1 Advanced.La S1 Advanced è una specialissi-ma che possiamo inserire di diritto nella fascia alta di mercato, alla pari di concorrenti più famosi che deten-gono il monopolio del top di gam-ma delle bici da corsa. dietro a ogni modello, e in particolar modo sulla S1 Avanced, lavora un team di per-sone capaci di applicare tecnologie innovative al telaio e ai materiali già in fase di progettazione, per poi pro-seguire nella stessa direzione in fase costruttiva. Prodotto dal carattere spiccatamente corsaiolo, le sue per-formance mi sono state pienamen-te confermate durante i test; tanto che per chi frequenta il mondo delle competizioni penso possa essere il mezzo ideale per affrontare ogni tipo di percorso. Infatti, ciò che mi ha maggiormente colpito di questa davvero “bella” bici da corsa, sono la facilità e la semplicità con le quali si è fatta guidare, nonostante aves-se un allestimento di serie di così alta gamma – mi riferisco al gruppo e alle ruote con cui me l’hanno for-nita – in grado di farne un’autentica “macchina da guerra”.

Il TElAIO IdEAlE

sHocK BLaze s1 adVanced, iL Vento deLL’est

a cura di RObERTO ZANETTI

[email protected]

MEdIAMENtE duE ORE dI vOLO SEPARANO L’ItALIA dALL’EuROPA dELL’ESt, COSì ChE OGGI ARRIvARE IN BuLGA-RIA È dAvvERO MOLtO fACILE. COME LO È StAtO RAGGIuNGERE LA SEdE dI MAxtEC, LA dIvISIONE dEL GRuPPO MAxEuROPE IN CuI vENGONO PROdOttE LE BICICLEttE fIRMAtE ShOCK BLAzE, PROvA tANGIBILE dI COME IL vENtO dELLA GLOBALIzzAzIONE SIA ARRIvAtO PREPOtENtE ANChE QuI E dI COME IL REGIME COMuNIStA SIA SEMPRE PIù SOLO uN LONtANO RICORdO. LA S1 AdvANCEd dI ShOCK BLAzE, tOP dI GAMMA dELLA LINEA dA CORSA, NASCE IN QuEStI StABILIMENtI EStEuROPEI, NEL REPARtO RISERvAtO ALLE BICI dA COMPEtIzIONE (StRAdA E MtB), IN CuI vENGONO CREAtE, tEStAtE E ASSEMBLAtE A MANO PER GARANtIRE StANdARd QuALItA-tIvI ELEvAtI E PER CERtIfICARE LA BONtà dI PROdOttI COStRuItI INtEGRALMENtE IN EuROPA CON MAtERIALI dI PRIMA SCELtA.

caratteristiche tecniche- telaio: fibra di Carbonio hhM - M55J alto modulo - toray tube to tube, predisposto per gruppi elettronici e meccanici- cambio: New Sram Red 2013- deragliatore: New Sram Red 2013 Yaw technology- Guarnitura: New Sram Red 2013 Exogram in carbonio cavo - pedivelle 175 mm - 50x34- catena: New Sram Red 2013- ruota libera: New Sram Red 2013 - 11x25- movimento centrale: BB 386 EvO- Freni: New Sram Red 2013 Aero Link- Forcella: 3K full Carbon road- serie sterzo: fSA ORBIt C-40 ACB- attacco manubrio: fSA 3d forged AL 7050 - 11 cm- Piega manubrio: fSA K-force compact in carbonio - 42 cm C/C- reggisella: fSA K-force Light SB25, 350mm / 25mm ud carbon- sella: fi’zi:k Arione con forchetta in manganese- cerchi: fulcrum Racing Speed in carbonio h. 50 mm- coperture: vittoria Corsa EvO 700x23C tubular BLK- mozzi: fulcrum- taglie: 46-48-51-53-55-57-59 C/t e su misura- colori: Carbonio/Grigio opaco, Carbonio/verde opaco, Carbonio/Blu opaco- Peso telaio: 920,00 gr (forcella esclusa)- Peso bici completa (come in foto): 6,5 kg senza pedali e senza portaborraccia

Test bike

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in evidenza:Senza dubbio, nella scelta dei materiali, non si è badato a spese… telaio in fibra di car-bonio alto modulo, gruppo Sram Red 2013, ruote fulcrum Racing Speed alto profilo in carbonio, attacco + piega + reggisella fSA in carbonio, il tutto a completare l’aggressi-vo, e nel contempo raffinato, effetto dato dal colore carbonio con sfumature grigio opaco del telaio. Non per essere ripetitivo, ma ci tengo a sottolineare la lavorazione manuale a cui la S1 Advanced è sottoposta, a comin-ciare dalla verniciatura per proseguire con i test di laboratorio, con l’accurata selezione della componentistica, fino all’ultima opera-zione di assemblaggio, imballaggio e spedi-zione compresi.

da rivedere:Quando ci si trova di fronte a una così eleva-ta qualità dei componenti e dei materiali uti-lizzati, non è per nulla facile – mettendo da parte il gusto personale – trovare un punto debole “oggettivo” del mezzo. L’unica nota dolente l’ho rilevata nella fase di assettag-

gio, quando alcuni piccoli contrattempi hanno rallentato la prima sessione di test. Prima di tutto, ho dovuto correggere una millimetri-ca imprecisione nello spessore del rasamento, che provocava, nella serie sterzo, un “gioco” troppo accentuato tra l’attacco e la chiusu-ra della forcella facendo “cioccare” lo sterzo. In secondo luogo, a causa della vite troppo precisa del collarino reggisella, non è stato possibile effettuare il corretto serraggio con il tubo in carbonio, che lentamente è scivolato per alcuni centimetri giù nel telaio. Sostituito il particolare, nei giorni successivi mi è stato possibile effettuare tutti i test, confermando le assolute qualità del mezzo.

caratteristiche tecniche- telaio: fibra di Carbonio hhM - M55J alto modulo - toray tube to tube, predisposto per gruppi elettronici e meccanici- cambio: New Sram Red 2013- deragliatore: New Sram Red 2013 Yaw technology- Guarnitura: New Sram Red 2013 Exogram in carbonio cavo - pedivelle 175 mm - 50x34- catena: New Sram Red 2013- ruota libera: New Sram Red 2013 - 11x25- movimento centrale: BB 386 EvO- Freni: New Sram Red 2013 Aero Link- Forcella: 3K full Carbon road- serie sterzo: fSA ORBIt C-40 ACB- attacco manubrio: fSA 3d forged AL 7050 - 11 cm- Piega manubrio: fSA K-force compact in carbonio - 42 cm C/C- reggisella: fSA K-force Light SB25, 350mm / 25mm ud carbon- sella: fi’zi:k Arione con forchetta in manganese- cerchi: fulcrum Racing Speed in carbonio h. 50 mm- coperture: vittoria Corsa EvO 700x23C tubular BLK- mozzi: fulcrum- taglie: 46-48-51-53-55-57-59 C/t e su misura- colori: Carbonio/Grigio opaco, Carbonio/verde opaco, Carbonio/Blu opaco- Peso telaio: 920,00 gr (forcella esclusa)- Peso bici completa (come in foto): 6,5 kg senza pedali e senza portaborraccia

Sezione del telaio (scatola) dove è alloggiato il movimento centrale bb 386 EVO di Sram

Il salvacatena, posizionato a fianco del deragliatore, è di serie nel nuovo gruppo Sram Red 2013

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consigli per l’acquisto, perché comprarla?Shock Blaze è un marchio conosciuto soprattutto nel-la MtB, ma sono sicuro che, con l’avvento dei nuovi modelli stradali, saprà far-si valere anche in questo segmento di mercato. un grande valore aggiunto del-la S1 Advanced, come delle altre biciclette Shock Blaze, sono l’hand made e le fini-ture di pregio, che ne po-trebbero fare una piacevole novità per tutti gli addetti ai lavori e per i ciclisti che sono sempre alla ricerca di valide alternative e delle soluzioni più moderne, accattivanti e innovative.

il ProduttoreMaxtec Ltdwww.maxtecbike.eu

il distributore per l’italia:BICINOvA ItALIAvia vittorio veneto, 3131014 San Martino di Colle umberto (tv)tel. +39 0438 912233fax +39 0438 912252E.mail: [email protected] site: www.schockblaze.com

accessori e materiali utilizzati per il test

Gli accessori e i materiali che ho usato per il test sono:- casco: Shain mod. BK 100 gara www.shainhelmets.it- occhiali: Eassun Monster www.eassun.com- scarpe: diadora Jet Racer www.diadora.com- abbigliamento: Shock Blaze team www.shockblaze.com- strumentazione: Mio Cyclo 105 hC www.miotecnology.com- Pedali: Look Keo Karbon www.lookcycle.com- Portaborraccia: Elite www.elite-it.com

in vendita a partire da:da gennaio 2013.

tempo di consegna:40 giorni lavorativi dalla data dell’ordine.

Prezzo:7.820,00 euro al pubblico (IvA inclusa) senza pedali.

Shock blaze S1 Advanced nella colorazione Carbonio/Grigio opaco

Cambio e ruota libera (10 V – 11x25) del nuovo Sram Red 2013

I cavi freno e cambio sono integrati nel telaio in fibra di carbonio alto modulo della S1 Advanced

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www.startaway.it

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FORLÌ - CESENAVia A. Spinelli, 140 - Cesena

T. 0543 413962 - F. 0543 [email protected]

RAVENNAVia P. Maroncelli, 1 - Ravenna

T. 0544 689978 - F. 0544 [email protected]

RIMINIV.le C.A. Dalla Chiesa, 38 - RiminiT. 0541 300845 - F. 0541 300855

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Start Away offre pullman per trasposto ciclisti e biciclette, per gruppi di sportivi e appassionati delle due ruote che intendono muoversi su lunghe e medie distanze in occasione di escursioni, gite o gare.

I pullman per trasporto ciclisti di Start Away sono progettati per rispondere alle specifiche esigenze di chi vuole praticare la propria attività sportiva in località diverse.

I carrelli a rimorchio, progettati e dedicati esclusivamente al trasporto di biciclette, attraverso un perfetto ancoraggio che evita urti e contatti, garantiscono un viaggio sicuro al prezioso carico.

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• EScurSIonI • GItE

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LLa Leggendaria Charly Gaul trento Monte Bondone – trofeo Wilier triestina scalda i motori. Con il freddo di questi giorni salire in bicicletta non è forse il primo pensiero del mattino, tuttavia gli occhi degli appas-sionati delle due ruote si sono già posati su un appuntamento centrale nell’estate ciclistica trentina e italiana. L’evento dedi-cato al grimpeur lussemburghese torne-rà a correre per l’ottava volta il 21 luglio prossimo e il teatro di gara sarà ancora una volta il mitico Monte Bondone.

La montagna che domina la città di tren-to fu… domata da Gaul nel ’56, quando “l’angelo della montagna” arrivò primo, solitario e in principio di congelamento in vetta, conquistando vittoria di tappa e, in sostanza, il successo di quel Giro d’Ita-lia. A quello straordinario episodio si sono ispirati gli organizzatori trentini, oggi capi-tanati dalla presidente Elda verones, per dar vita ad un evento che nel giro di sette edizioni disputate (dal 2006) si è ritagliato uno spessore a dir poco “mondiale”. Ed

è questo un aggettivo tutt’altro che ca-suale, visto che nel 2013 La Leggendaria Charly Gaul trento Monte Bondone – tro-feo Wilier triestina avrà un doppio valore iridato. La prova del 21 luglio, che per l’occasio-ne correrà sulle due varianti Mediofondo di 58 km e 2.000 mt/dsl, e Granfondo di 142 km con 3.960 mt/dsl, sarà unica gara italiana inserita nelle prove dell’uCI World Cycling tour, ovvero la Coppa del Mondo delle granfondo su strada per amatori.

GRANdI EVENTI

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a cura di NEWSPOWER

maQuiLLaGe Per La LeGGendaria cHarLY GauLPercorsi ritoccati e ancora uWctLA LEGGENdARIA ChARLY GAuL tRENtO MONtE BONdONE – tROfEO WILIER tRIEStINA IL 21 LuGLIO. È uNICA PROvA ItALIANA dI uWCt PER QuALIfICARSI ALLE fINALI “MONdIALI” dI tRENtO. PERCORSI RItOCCAtI E MIGLIORAtI: IL dIvER-tIMENtO IN SELLA SARà ASSICuRAtO. ISCRIzIONI APERtE dAL 7 dICEMBRE CON LO SCONtO fINO AL 31 GENNAIO.

[email protected]

foto neWsPoWer canon

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Partecipando a La Leggendaria Charly Gaul 2013 ci si potrà qua-lificare alla finale di Campionato del Mondo – uWCt (si qualifica il 25% dei migliori classificati di ciascuna categoria), che – ecco la grande novità 2013 – si disputerà proprio tra trento e il Monte Bon-done nella settimana che culmine-rà con domenica 22 settembre. Il mito di Gaul a trento e sul Monte Bondone lo si vivrà due volte quin-di il prossimo anno, con le finali di settembre che richiameranno tutto il mondo sui tornanti della monta-gna trentina e che assegneranno le maglie iridate nelle prove a crono-metro, mediofondo e granfondo. Le iscrizioni a La Leggendaria Charly Gaul trento Monte Bondo-ne – trofeo Wilier triestina 2013 aperte il 7 dicembre e fino al 31 gennaio si può approfittare dalla tariffa ribassata a 38 Euro.Come detto, i percorsi 2013 sa-ranno il Mediofondo e il Granfon-do, leggermente ritoccati rispetto alle passate edizioni, resi ancor più stuzzicanti e con il mitico Monte Bondone sempre al centro di tutte le attenzioni del caso.dopo lo start da Piazza duomo a trento e la passerella nelle vie del centro, i ciclisti punteranno verso la periferia della città per prepa-rarsi ad affrontare la prima fatica di giornata in valle di Cembra, nella zona che ha dato i natali ai fratelli francesco, Aldo, diego ed Enzo Moser e a Gilberto Simoni. fo

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foto neWsPoWer canon

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dalla valle di Cembra, dopo un primo GPM, il percorso si allungherà verso San Miche-le all’Adige per poi rientrare con una lunga galoppata a trento dove ci sarà la divisione dei tracciati. Coloro che avranno scelto il Mediofondo affronteranno il Monte Bon-done lungo l’intera salita Charly Gaul che da Sardagna al finish di vason propone la bellezza di 38 tornanti con una pendenza media del 7,8% e 1.375 metri di dislivello da buttarsi alle spalle in soli 17,6 km.Il percorso Granfondo, invece, proseguirà da trento verso il paese di Aldeno e salirà sul Monte Bondone dal versante di Garni-ga terme. Al termine di questa prima im-

pegnativa salita alla “grande montagna” e giunti alla località viote, si scenderà verso la suggestiva valle dei Laghi, percorrendo circa 20 km in pianura e sfiorando i laghi di Cavedine, toblino e Santa Massenza. Il gran finale per granfondisti sarà come da copione sua maestà il Monte Bondo-ne, bisogna infatti affrontarlo per la se-conda volta, in questo caso dal versante di Sopramonte che si riallaccia, all’altezza di Candriai, alla salita dedicata a Gaul. un rush finale che conduce al traguardo di vason, a 1.650 metri d’altitudine, con im-pareggiabile vista a valle che ripaga sem-pre delle fatiche profuse.

La Leggendaria Charly Gaul trento Mon-te Bondone – trofeo Wilier triestina del 21 luglio 2013 è inserita nei circuiti No-bili/Supernobili, Leon d’Oro, Alpe Adria tour (tra Austria, Slovenia ed Italia) e dalzero.it, fa parte del Giro delle Regio-ni 2013 ed è prova finale limitatamente alla classifica a squadre per il Challenge Giordana 2013. Mancano ancora alcuni mesi all’appuntamento con La Leggen-daria Charly Gaul dell’estate prossima, è vero, ma è meglio tenere sempre sott’oc-chio il sito ufficiale www.laleggendaria-charlygaul.it continuamente aggiornato con le ultime news.

foto neWsPoWer canon

Il gruppo dei ciclisti trapiantati giunti con successo in vetta al monte bondone, qui in compagnia di Corradini, Simoni e Elda Verones

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w.nerobrand.com

_ photo by studio nova

> CARBON G.CHRONO < peso: 275 grammi _made in Italy

www.gaerne.com

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Nell’ambiente mountain bikers non è raro sentire affermazioni del genere: «sulla bici mountain bike ci si muove molto spesso per cui l’assetto in sella ha poca importanza».una riflessione tecnica sulla validità o meno di tale affermazione deve anzitutto partire dalla distinzione delle diverse specialità che deriva-no dall’utilizzo di questa tipologia di bicicletta.La mountain bike, infatti, sinonimo di libertà si presta a diverse tipologie di utilizzo competiti-ve e non competitive. fra quelle competitive distinguiamo dh (down hill), xC (Cross Country), Marathon o Gf (Gran fondo).Le non competitive sono invece il freeRide e l’Enduro o trail, a cui si aggiungono con un utilizzo creativo o acrobatico le Street e le dirt.Il down Hill (dh) ovvero le discese fuori stra-da prevede l’utilizzo di biciclette il cui obiettivo principale è quello di garantire stabilità e con-trollo nella guida alle alte velocità e su terreni sconnessi. La bicicletta per dh è perciò di solito pesante e robusta, impedalabile in sa-lita, biammortizzata con notevole escursione ammortizzante. La posizione di sella e manu-brio, perciò non devono consentire efficienza di pedalata ma bensì bilanciamento del peso e controllo del mezzo. Il manubrio sarà perciò alto e la sella bassa; entrambe più arretrati ri-spetto ad una posizione da pedalatore.Il cross country (xC) è invece una specialità che fa riferimento a gare di MtB su circuito caratterizzato da salite e discese e da percorsi con diverse difficoltà tecniche da ripetere più volte; le distanze di solito variano dai 20 ai 40 km. Le mountain bike dedicate a questa spe-cialità devono avere caratteristiche di legge-rezza e maneggevolezza, sono di solito front sospende con escursioni limitate attorno agli 80-90 mm. L’assetto biomeccanico su que-sto tipologia di bicicletta deve consentire una buona resa in salita, ottenuta ottimizzando la posizione della sella in altezza e arretramento per garantire efficienza della pedalata su que-sto percorso, e un buon bilanciamento del peso e un buon controllo del mezzo per i tratti veloci o tecnici in discesa.Il marathon o Gran Fondo (Gf) in mountain bike identifica quelle gare con sviluppo che supera i 40 km, di solito in linea o in un unico giro con dislivelli di percorso anche importan-ti. Le caratteristiche del telaio e dell’assetto sono perciò simili a quelle della bicicletta da cross country con un equo bilanciamento fra esigenze di efficienza di pedalata e guidabilità del mezzo.

L’enduro o trail è un’attività non competitiva che possiamo considerare in mezzo fra il free Ride (divertimento su ogni percorso) e il Cross Country (prestazione su percorsi anche impe-gnativi sotto il profilo tecnico). Le mountain bike utilizzate sono in genere biammortizzate con escursioni frontali fino a 120 mm, con peso non esasperato in leggerezza e un assetto un poco più rivolto al comfort e alla maneggevo-lezza in discesa senza perdere di vista l’efficien-za della pedalata. Queste bici sono predispo-ste alle lunghe escursioni dove il cronometro passa in secondo piano rispetto alla comodità.Il Free ride, intesa come attività anche com-petitiva, identifica un utilizzo estremamente

libero della mountain bike con un particola-re occhio di riguardo al divertimento. Queste mountain bike sono di solito delle full sospen-de non con ampie escursioni anche supe-riori a 150 mm. Per quanto riguarda l’attività competitiva si sviluppa su percorsi brevi con gare a punteggio dato da giuria sulla base del proprio stile.Il dirt possiamo considerarlo un free Ride effettuato su campi di terra battuta ed even-tuali rampe di terra o legno con il principale obbiettivo di saltare. La mountain bike è una front sospende spesso con ruote da 24” e componentistica ridotta al minimo al fine di avere un mezzo robusto e affidabile anche in caso di atterraggi “di emergenza” (lanciando la bici). Escursioni anteriori attorno agli 80-110 mm tarati molto rigidi. La posizione della sella è poco importante mentre quella del manu-brio diventa fondamentale per guidabilità e controllo.

Lo street consiste nell’uso di MtB pensa-te per evoluzioni emozionanti nell’ambiente urbano, usando le strutture artificiali come spunti dove eseguire manovre e tutto ciò che mette alla prova l’abilità del biker e che sug-gerisce la fantasia (es: salto di muretti, scale, manovre da trial ecc.). La bici è robusta e mol-to piccola, spesso senza cambio ed esclusi-vamente front molto agile con escursioni che vanno da 0 mm (trial) a 130 mm (drop), una sorta di incrocio tra BMx e mountain bike (per l’esattezza con telaio tipo mountain bike, ma “impostazione” da BMx). Su queste biciclet-te va esclusivamente calibrata la pozione del manubrio e delle relative impugnature.

Alla luce delle caratteristiche delle varie spe-cialità del mondo della mountain bike confer-miamo l’importanza delle regolazioni di telaio e componenti da affrontare su tre ambiti:

a) il bilanciamento dei pesi al fine di ottimizza-re “stabilità e controllo del mezzo”;

b) la posizione della sella al fine di garantire “efficienza di pedalata”;

c) la posizione del manubrio al fine di permet-tere la necessaria “guidabilità del mezzo”.

In ogni specialità è auspicabile che sia il mezzo ad assecondare le caratteristiche e la morfologia del mountain biker e non il contrario.In ogni specialità della mountain bike il corretto assetto biomeccanico è non solo importante ma fondamentale per la presta-zione o per raggiungere obiettivi anche non competitivi.

BIOMECCANICA INBICIa cura di FAbRIZIO FAGIOlI - labVelò - Cesenatico - FCVelosystem® bike Fitting Center

[email protected]

mountain BiKe: L’assetto Biomeccanico è imPortante?

MTB Assetto

sPeciaLitÀ efficienza Pedalata

Posizione sella

Guidabilità del mezzo

Posizione manubrio

stabilità e controllo

Bilanciamento Pesi

down Hill – ** ***

cross country (xc) *** ** **

marathon o

GranFondo

*** ** **

enduro o trail ** ** **

Free ride * ** **

dirt – *** **

street – *** **

Tabella 1. Importanza delle regolazioni di telaio e componenti nelle varie specialità della mountain bike: – (non importante), * (poco importante), **(importante), * (molto importante)

foto neWsPoWer canon

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FREEWhEElING APRE Il suO PRIMO OuTlETBicicLette FrW e accessori a Prezzo di FaBBrica

SSabato 1° dicembre 2012 è stato inaugu-rato il primo outlet dell’azienda romagnola fREEWhEELING. Al taglio del nastro erano presenti i titolari Claudio Brusi e Liliana Rai-mondi e il responsabile nazionale Granfondo e fondo dell’ACSI, Aviero Casalboni.

un’occasione imperdibile per tutti gli amanti delle due ruote di poter usufru-ire di importanti agevolazioni sull’acqui-sto di biciclette fRW e accessori BELL, GIRO, BLACKBuRN, EAStON, occhiali tIfOSI e altre novità.

Sulla scia delle note griffe di moda an-che l’azienda freewheeling ha deciso di creare uno spazio dove poter sognare dando la possibilità di acquistare la bi-cicletta tanto desiderata ad un prezzo imbattibile. un’opportunità che il patron dell’azienda Claudio Brusi ha voluto dare a tutti gli appassionati della bicicletta e a tutti coloro che si stanno avvicinando pian piano al mondo delle due ruote.

Nel nuovo outlet sono esposti biciclette e accessori della scorse stagioni garan-titi sempre dalla qualità e professionalità che contraddistingue il marchio.

L’outlet fREEWhEELING situato nella sede dell’azienda in via Barsanti 10 a fornace za-rattini (RA) è aperto dalle 16.00 alle 18.30 nei giorni del lunedì, mercoledì, sabato ([email protected]).

da ora sul sito http://www.frwbike.it/ è inol-tre disponibile l’elenco dei dEALERS fRW OutLEt. una selezione di negozi autorizzati che adotterà per determinati articoli le stesse condizioni di vendita dell’Outlet.

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L’L’importanza del ferro nella pratica sportiva è facilmente intuibi-le: questo oligoelemento, infatti, determina l’intero processo di respirazione cellulare ed è anche uno dei principali costituenti di molti enzimi implicati nel metabolismo energetico. In condizioni normali il nostro organismo ne contiene dai 3,5 gr ai 4 gr. dal 70 all’80 % si trova in composti funzionalmente attivi combinato con l’emoglobina nei globuli rossi (85% ferro funzionale). Que-sto complesso ferro-proteina permette al sangue di potenziare fino a sessantacinque volte la sua capacità di trasporto dell’os-sigeno. Oltre a questo ruolo principale, il ferro svolge importanti funzioni correlate all’esercizio fisico: entra a far parte della mioglobina (12% ferro funzionale) anche questa fondamentale per il processo di respirazione cellulare. Alcune quantità invece le troviamo nei citocromi, “picco-lissime” strutture importanti per il meta-bolismo energetico.Il 20% circa del ferro totale, non legato a composti attivi, lo troviamo soprattutto nel fegato, ma anche nella milza e nel midollo osseo, sottoforma di emosideri-na e ferritina. La transferrina, una proteina del plasma, ha la funzione di trasportare nel sangue il ferro assorbito a livello intestinale e quello che si libera dalla distruzione dei globuli rossi, fino ai tessuti che lo utilizzano, in particolare il fegato, la milza, il midollo osseo e il muscolo scheletrico. valutare i livelli plasmatici di transferrina risulta molto utile perché spesso riflettono un’adeguata assunzione di ferro. Risulta quindi fondamentale, soprattutto quando ci si allena con regolarità e con uno specifico programma rivolto al raggiungimento di ob-biettivi sportivi, qualunque essi siano, tenere sempre sotto con-trollo i propri parametri sanguigni. È importante effettuare con cadenza periodica gli esami del sangue e sottoporli al proprio medico per la lettura dei valori specifici.viene sostenuto che i valori ideali di concentrazione di emoglobi-na nel sangue dovrebbero essere di almeno 14,5 gr/dL per l’uo-mo e 13,5 gr/dL per la donna, tuttavia vi sono studi condotti su atleti di livello olimpico, in cui si sono ottenuti prestigiosi risultati anche con valori leggermente più bassi.Qualora si rilevino condizioni di scarso apporto alimentare di fer-ro, o in presenza di difetti di assorbimento o, ancora, in condizio-ni di aumentata perdita, si riduce drasticamente la disponibilità di ferro per la sintesi dell’emoglobina nei globuli rossi e si parla di anemia da deficienza di ferro (sideropenia). Questa si presenta con generale debolezza, calo delle prestazioni fisiche, perdita di appetito, pallore, fragilità delle unghie e mal di testa. Il termine anemia da sport comprende tutte quelle condizioni che preve-dono un abbassamento dei valori di emoglobina dovuti all’al-lenamento, con conseguente calo della prestazione per ridotto apporto di ossigeno ai tessuti.L’attività fisica molto intensa può aumentare la richiesta di ferro per diversi motivi, quali: la perdita di ferro con il sudore, la perdita di emoglobina dalle urine derivante dalla distruzione dei globuli rossi, oppure, nel caso ad esempio della corsa per la rottura

traumatica dei globuli rossi in seguito all’impatto del piede sul terreno, o anche perdita di sangue dal tubo digerente indipen-dentemente dall’età, dal sesso e dalla prestazione. Nelle donne in età fertile le perdite di ferro sono notevoli (15-30 mg con ciclo mestruale) per questo è richiesto un apporto addizionale di 5 mg al dì in media.d’altro canto sono da tenere presenti anche condizioni di ec-cesso di ferro caratterizzate da cirrosi epatica e sindrome da insufficienza cardiaca.

Generalmente attraverso una dieta il più possibile bilanciata e corretta assu-miamo i milligrammi di ferro necessari a tutte le funzioni di cui un organismo sano ha necessità. va considerato però che soltanto una piccola parte di que-sto ferro viene assorbita. Il ferro eme, quello delle carni per intenderci, è quel-lo più assorbibile rispetto al ferro non-eme presenti nei legumi, nella frutta oleosa, nel prezzemolo, negli spinaci e così via nel mondo vegetale. Qualora le necessità lo richiedano, e soprattutto negli sport di endurance, dopo avere eseguito i controlli periodici

di cui sopra, si possono introdurre nutraceutici che contengono le giuste quantità di ferro per ripristinare i valori e soccombere alle maggiori richieste. Il mercato ci offre una vasta scelta di prodotti, sia farmaci che in-tegratori, che ci aiutano a ripristinare le scorte di ferro in affianca-mento alla dieta, e grazie alle moderne tecnologie farmaceutiche permettono un assorbimento elevato con minori effetti collaterali a livello gastrointestinale rispetto al passato. I farmaci (acquista-bili in farmacia dietro presentazione di ricetta medica) conten-gono principalmente solfato ferroso e ferro gluconato. Assunti oralmente vengono efficacemente assorbiti a livello intestinale, soprattutto quando il paziente è a digiuno. Le formulazioni a ri-lascio controllato permettono, oggi, la liberazione del minerale dopo circa un’ora dall’assunzione, a livello intestinale, riducendo così al minimo le perdite da mancato assorbimento. Nonostante la sicurezza elevata possono comunque provocare disturbi quali vomito, nausea, diarrea, che in caso di sovradosaggio possono essere gravi e complicati da emorragie gastrointestinali. In coloro che manifestano queste controindicazioni si possono utilizzare nutraceutici contenenti molecole meglio tollerate, quali ad esempio il ferro bisglicinato quasi totalmente assorbibile (cir-ca 80%) e privo di effetti collaterali. È consigliata l’assunzione alla dose di circa 30 mg al giorno, in associazione con vitamina C, il glutatione o la cisteina che ne regolano l’equilibrio a livel-lo epatico e con funzioni protettive. fondamentale è associare sempre integratori nutrizionali di vitamine del gruppo B, quali la B12 e l’acido folico, che collegano il ferro alle funzioni enzima-tiche vitali a livello cellulare. Recenti studi, condotti su atleti di endurance all’università giapponese di Juntendo e in Italia all’u-niversità La Sapienza di Roma sull’ipoferremia in gravidanza, hanno dimostrato invece la peculiarità nel migliorare l’assorbi-mento a livello intestinale di una molecola chiamata lattoferrina.

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L’anemia da sPorti rimedi Per Le carenze da Ferro neGLi sPort di endurance

a cura del Dr. AlESSANDRO GARDINI

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Concludendo tutte quelle volte che ci si prepara ad una stagio-ne impegnativa di gran fondo, grandi giri e risultati sportivi che richiedono il massimo della forma fisica occorre valutare sempre i parametri sanguigni, la dieta ricca di tutti gli alimenti necessari, soprattutto a livello antiossidante e, per evitare carenze un cor-retto e professionale piano di integrazione alimentare.

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LLaigueglia (sV) – La 14a Granfondo Interna-zionale Laigueglia è senza ombra di dubbio la granfondo più sentita di inizio stagione. Al pari del trofeo Laigueglia per i professionisti, la prova savonese, in programma per domenica 10 febbraio nell’omonima cittadina, sembra essere il vero evento di richiamo per l’abbrivio di stagione dei granfondisti, la linea di confine tra la preparazione invernale e il momento in cui “si comincia a fare sul serio”.

un vero e proprio boom di iscrizioni, tanto che per la fine del mese di dicembre è previsto l’esaurimento dei posti nelle griglie di Corso Badarò, che accoglieranno i primi 2300 ciclisti. dal 1° gennaio gli iscritti verranno collocati nelle griglie di via Mazzini.

Se la gara sarà il primo vero banco di prova per i più agonisti, l’organizzazione non ha certo perso di vista l’aspetto festoso della ma-nifestazione, con il salsiccia party del testico dedicato a tutti coloro che vorranno vivere la granfondo con uno spirito più goliardico.

Non è tralasciato nemmeno il gusto: le salsic-ce che verranno offerte ai partecipanti sono infatti una vera e propria particolarità gastro-nomica. un prodotto di carne di manzo e non di suino, le salsicce arriveranno dal territo-rio braidese, grazie al gemellaggio tra la Gran-fondo Internazionale Laigueglia e la Bra-Bra, con il ristoro della penultima salita che diven-terà idealmente il punto di congiunzione tra le province limitrofe di Savona e Cuneo.

Le prelibate salsicce saranno offerte anche durante l’aperitivo del sabato sera anteceden-te la gara.

Le iscrizioni sono possibili fino al 6 febbraio 2013, alla quota di 30 €. Successivamente sarà possibile iscriversi solo in loco presso il Palazzetto dello Sport, posto in piazzale San Sebastiano a Laigueglia (Sv), sabato 9 feb-braio dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 19.30 e domenica 10 febbraio dalle 6.30 alle 09.00 al costo di 35 €.

Le adesioni possono essere perfezionate on-line, sul sito http://www.mysdam.it, con pagamento da effettuarsi tramite carta di cre-dito, oppure inviando apposita modulistica e riferimenti del versamento a mezzo bonifico

bancario secondo quanto illu-strato a questa pagina http://www.gsalpi.com/it/iscrizioni.html

tutte le informazioni sulla ma-nifestazione sono disponibi-li sul sito web ufficiale della granfondo http://www.gsalpi.com/it/gf-laigueglia.html

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GF INTERNAzIONAlE lAIGuEGlIA

Grandeur di inizio staGione

a cura di ENRICO CAVAllINI

PROCEdONO A GONfIE vELE LE ISCRIzIONI PER LA PROvA PIù IMPORtANtE dI INIzIO StAGIONE. ENtRO fINE dICEMBRE ERA PREvIStO L’ESAuRIMENtO dELLE GRIGLIE dI CORSO BAdARò, MENtRE GLI ISCRIttI dAL 1° GENNAIO PARtIRANNO dA vIA MAzzINI. GEMELLAGGIO tRA LA GRANfONdO LIGuRE E LA BRA-BRA, LA SALSICCIA dEL RIStORO SuL tEStICO ARRIvERà PROPRIO dALLA PROvINCIA CuNEESE.

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Attimi prima della partenza dell’ultima edizione

foto PLaYFuLL niKon

foto PLaYFuLL niKon

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Ddaniel, il winter triathlon è una disciplina che non tutti conosco-no, da quanto lo pratica?«Indubbiamente molti lettori non lo conoscono neppure. Pratico il winter triathlon da oltre 10 anni. Nel paesino di montagna in cui vivo, i Piani Resinelli, la bellezza dei paesaggi e l’ampia varietà di percorsi immersi nella natura, ti facilitano nel praticare sport all’aria aperta. Così è stato per me, che ho avuto la fortuna di poter coltivare questa passione per lo sport sino a trasformarla nella mia professione.»

cos’è il winter triathlon e come si svolge una gara?«Il winter triathlon è la versione invernale del più conosciuto triath-lon: resta il principio di collegare senza soste tre discipline sportive, ma nel winter triathlon il nuoto viene sostituito dallo sci di fondo e la frazione ciclistica si effettua in mountain bike. Le gare sulla distanza classica prevedono 6 km di corsa, 12 in mtb e 9 km sugli sci stretti.»

da cosa deriva la sua scelta di questa disciplina rispetto ad altre?«L’ambiente alpino dal quale sono circondato mi ha da sempre at-tratto, così da bambino ho incominciato ad esplorarlo, dapprima a piedi, poi in bici e quando faceva la neve con gli sci. Sono cresciuto praticando questi tre bellissimi sport, quindi l’avvicinamento al winter triathlon è stato naturale. Probabilmente se fossi nato al mare sarei stato triathleta estivo.»

tra le tre specialità che costituiscono il winter triathlon, nell’ordine quale preferisce e per quale motivo?«Non c’è una disciplina che preferisco, il bello sta proprio nel variare. Ma devo ammettere che pedalare sulla neve quando le condizioni lo permettono mi diverte un sacco. Comunque questo sport mi piace nel suo complesso: se dovessi praticare una sola disciplina mi annoierei.

Anche l’allenamento, ovviamente, risulta molto vario e diventa meno monotono.»

è uno dei migliori winter triathleti al mondo, campione italiano indiscusso: è nato fondista, podista ambiente alpino o biker?«All’età di 12 anni iniziai a gareggiare con gli sci da fondo, grazie ad Er-manno Riva (papà di Paolo Riva, bi-campione del mondo, ndr) che mi trasmise la passione per lo sci nordico e fu anche il mio primo allenato-

re. Mi piacque sin da subito l’ambiente delle gare anche se i primi risultati non furono eccellenti. Non essendoci alcuna pista da sci, ai Piani Resinelli, non avevo la possibi-lità di allenare quotidianamente il gesto tecnico, integravo però l’allenamento aerobico con la corsa e la bicicletta.»

nel 2005 ai campionati del mondo, faceva parte della categoria u23, categoria nella quale ha ottenu-to il titolo mondiale. in quella gara, il miglior tempo assoluto, elite compresi, è stato il suo. crede che il fatto di essere under 23 abbia in parte penalizzato il suo risultato a livello se non altro mediatico?«Il Campionato del Mondo di quell’anno a Strebske Pleso, in Slovacchia, è la gara a cui tengo maggior-mente, non tanto per il risultato ottenuto – che, come ha ricordato, non mi fu ufficialmente riconosciuto non essendo io iscritto alla categoria elite – quanto per le emozioni che mi regalò quella giornata. Pochi, fino ad allora, credevano nella possibilità di una mia vittoria assoluta, ma grazie ad un susseguirsi di condizioni e terreni di gara a me favorevoli, uniti ad un ottimo stato di forma, riuscii a primeggiare con grande stupore dei presenti, me compreso. Ricordo ancora molto bene l’emozione che provai tagliando il traguardo.Non nascondo un po’ di amarezza per il fatto che il mio nome non fu scritto nell’albo d’oro dei Campio-

nati del Mondo, ma tutto ciò mi è servito come stimolo per gli anni a venire, e lo è tutt’oggi.»

in linea generale, quali sono i suoi avversari e le nazioni più temibili a livello internazionale?«Da quando iniziai a gareggiare ad oggi, il livello degli avversari è sempre aumentato, sopratutto all’estero. I primi anni mi trovavo spesso spalla a spalla con atleti italiani, francesi, svizzeri, tedeschi e spagnoli, ora mi devo sempre più spesso confrontare con atleti provenienti da ogni parte del mondo. I più temibili sono i russi e gli scandinavi, dai quali sugli sci ho solo da imparare.»

il campionato italiano, come detto, fa parte del suo palmares da moltissimi anni. il mondiale tuttavia, dopo l’impresa del 2005 le è sempre sfuggito. Qual è la sua ambizione per i prossimi mon-diali, che tra l’altro si svolgeranno in italia?«Seppur tra alti e bassi, in questi ultimi anni, ho sempre avuto fortuna con il Campionato Italiano riuscendo a conquistare il titolo per otto anni consecutivi. Ma il titolo mondiale, quello mi sfugge: l’anno scor-so arrivai secondo. La stagione trascorsa è stata comunque nel com-plesso la mia migliore stagione di sempre: grazie ai numerosi podi, ho

PROTAGONIsTI

danieL antonioLi, iL triatHLeta cHe ama iL Freddo

a cura di PAOlO MEI

uN PROfESSIONIStA dEL WINtER tRIAthLON, CAMPIONE dEL MONdO NEL 2005, uMILE, dEtERMINAtO E RISPEttOSO dEI PROPRI AvvERSARI. CON uN SOGNO IRIdAtO PER IL 2013.

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foto PetKo Beier / PeBe-sPort.de

Daniel Antonioli

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chiuso primo il “winter triathlon world ranking”, la nostra Coppa del Mondo. Ciò mi rende fiducioso in vista dei prossimi Mondiali in casa.»

cosa ne pensa della location e delle piste di cogne, in Valle d’aosta, sede dei mondiali 2013?«Sono entusiasta per la scelta della location. Conosco bene Cogne essendoci già stato più volte ad allenarmi e conosco molto bene an-che il team organizzatore dei Mondiali. Sono convinto che sarà un evento spettacolare. Cogne ha già ospitato importanti eventi sportivi, dal suo stadio del fondo si ha un’ottima visuale sulle piste, molto tec-niche e con continue curve e sali-scendi, come piace a me. La gara piacerà sicuramente a tutti gli atleti, anche per le indiscusse bellezze paesaggistiche della zona. C’è da dire poi che oltre alle gare riserva-te agli atleti convocati nelle rappresentative nazionali, la domenica si svolgerà il Mondiale “age group”, ovvero una gara open su distanze più brevi nella quale tutti si possono cimentare.»

un nome secco: chi vincerà il mondiale 2013?«Di solito non sono scaramantico, ma stavolta preferisco non far nomi. Spero che vinca colui che si sarà allenato al meglio.»

c’è un aspetto tecnico sul quale lavorerà con particolare atten-zione anche in vista di questo appuntamento?«Negli ultimi anni i distacchi in gara si sono molto ravvicinati e nulla va lasciato al caso. Per questo farò ancora più attenzione alle procedure di cambio materiali tra la corsa, la bici e lo sci. In queste fasi infatti è possibile guadagnare importanti secondi, senza dover spendere ulteriori energie.»

Quale delle tre specialità la preoccupa maggiormente?«La mountain bike, soprattutto sui percorsi di gara innevati, è quella che presenta maggiori incognite. Le condizioni della neve possono infatti cambiare durante la gara, mi è capitato di fare delle ricognizioni pedalando senza problemi con delle gomme strette e scorrevoli, per poi ritrovarmi in gara un paio d’ore dopo costretto a scendere dai pedali per avanzare. Non sempre però questa variabile è uno svan-taggio: a volte è capitato ai miei avversari di trovarsi in queste condi-zioni, mentre io, montando gomme larghe e tassellate, ‘galleggiavo’

sulla neve. Con un po’ di esperienza ora mi è più facile indovinare la giusta gomma, ma finché non verifico le condizioni in gara, un po’ di preoccupazione rimane.»

Quali sono gli aspetti tecnici da non trascurare per una gara di winter triathlon, partendo dalla frazione di running?«La frazione podistica è la più facile da preparare: essendo la prima, le gambe non sono affaticate come nelle frazioni successive, nelle quali il cambio di fasce muscolari utilizzate può penalizzare chi non è abituato. È però importante dosare le forze ed effettuare un buon riscaldamento, restando ben coperti fino a poco prima dello start.»

Per quel che riguarda la mtb, quali sono gli accorgimenti chiave?«Come già detto, molto importante è la scelta delle gomme. Comun-que per presentarsi ad una gara di winter triathlon non è obbligatorio avere 10 coppie copertoni: in linea di massima un battistrada largo (anche da 2.3” / 2.4”), unito ad una bassa pressione di gonfiaggio, permette di pedalare su quasi tutte le condizioni di neve battuta. Ri-guardo il gesto tecnico non ci sono particolari accorgimenti, basta un po’ di pratica per capire il comportamento della bici sulla neve. L’unico consiglio che posso dare è quello di non tirare rapporti troppo lunghi per non appesantirsi le gambe in vista della frazione finale sugli sci.»

L’ultima frazione, quella più importante, è lo sci nordico: come la prepara? Ha uno ski-man?«Tutte e tre le frazioni nel winter triathlon hanno uguale importanza al fine del risultato, ma spesso quella sugli sci si è dimostrata la decisiva. La sciolina può fare la differenza, a favore, ma a volte anche a svantag-gio. Non ho uno ski-man, ma in questi anni ho accumulato una certa esperienza pratica nel preparare gli sci da gara, inoltre c’è una buona collaborazione tra noi atleti, soprattutto alle trasferte con la squadra nazionale ci dividiamo i compiti nel testare gli sci, le paraffine.»

Fa parte del centro sportivo esercito di courmayeur, unico atleta italiano professionista in questo magnifico sport. una bella re-sponsabilità e un grande onore, giusto?«Senza l’importante aiuto del Centro Sportivo Esercito credo che non avrei potuto dedicarmi a tempo pieno a questa disciplina, di questo

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ne sono consapevole e nel mio piccolo mi impegno al massimo per tenere alto il nome dell’Esercito e degli Alpini. Inoltre alla caserma di Courmayeur ho la possi-bilità di allenarmi in compagnia di molti campioni delle varie discipline invernali: oltre che un grande onore, questa è per me una grossa opportunità per confron-tarmi ed imparare da loro.»

Paolo riva, campione del mondo 1997-1998 di winter triathlon, oltre ad essere un po’ il “padre” degli appassionati di questa specialità, è stato il suo scopritore.«Conoscevo Paolo Riva già quand’ero bambino. A quei tempi era fondista e mi capitava ogni tanto di in-contrarlo mentre si allenava di corsa e in bici ai Resi-nelli, poi si è arruolato nell’Esercito e per un po’ di anni ho sopratutto sentito parlare di lui e delle sue vittorie da suo padre Ermanno. Paolo diventò per me un idolo e un punto di riferimento. Lo ritrovai alcuni anni dopo quando presi parte alla mia prima gara di winter triath-lon, al Campionato Italiano a Courmayeur, nel 1999. Lui ovviamente vinse, io arrivai attorno alla quindicesi-ma posizione. Dopo la gara si congratulò con me e mi disse che la mia era stata un’ottima prestazione, con-siderando la mia giovane età e la disciplina così dura. Aggiunse che se avessi continuato nel giro di qualche anno avrei anche potuto vincere qualche gara. Quelle sue parole furono certamente fondamentali per la mia scelta di continuare su quella strada.»

a livello di attrezzature c’è qualcuno che vuoi ringraziare?«Così come l’Esercito che mi permette di fare l’atleta, vor-rei ringraziare tutti gli sponsor tecnici che mi forniscono le attrezzature più performanti e che mi mettono così nelle condizioni di poter praticare questo sport nelle migliori condizioni. Vorrei ringraziare la famiglia Pitozzi di Cicli Pi-ton, con cui si è instaurato un bellissimo rapporto di col-laborazione ed amicizia. È importante che si creda in me perché diviene uno stimolo fortissimo per dare il meglio.»

il circus del winter triathlon è una grande famiglia. crede sia importante mantenere questa dimensione o ritiene che un giorno diventerà disciplina olimpica?«A mio modo di vedere avrebbe le qualità per ottenere i cinque cerchi e se lo meriterebbe, specie per coloro che si sono sempre impegnati per la sua crescita. Probabil-mente prima di quel giorno passeranno ancora un bel po’ di anni e l’Olimpiade non sarà più alla mia portata, perlomeno in veste di atleta. Intanto però io mi godo questa bella grande famiglia, dove tutti si conoscono e si ritrovano a festeggiare insieme dopo le gare.»

tolta questa disciplina, pratica altre attività?«Restando nell’ambito sportivo, mi piace molto lo sci alpinismo: specialmente in primavera, quando finisce la stagione del winter triathlon, mi tengo in forma girando per i monti con sci e pelli di foca. Quando invece sono a casa, mi prendo cura dei miei animali: ho quattro asini che mi danno un bel po’ da fare e qualche alveare da cui ricavo il miele per il mio fabbisogno. Sono un gran mangiatore di miele...»

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PPer migliorare le prestazioni e raggiungere obiettivi importanti gli atleti di oggi si sottopongono ad allenamenti durissimi, che preve-dono intense sedute di training. L’organismo viene messo spesso a dura prova, con conseguenze a volte anche dannose, tra cui la produzione di tossine di diversa natura. In seguito all’esercizio intenso il muscolo produce infatti sostanze infiammatorie come ad esempio l’interleuchina-6, l’aumento della quale è di oltre 100 volte dopo una seduta di allenamento intensa.

Se da una parte allenamenti molto in-tensi e recuperi ridotti fra una seduta e la successiva consentono di raggiunge-re e mantenere le migliori prestazioni, dall’altra essi espongono però gli at-leti al rischio di infortuni, in particolare a quelli da microtrauma ripetuto, con conseguenti soste forzate anche di al-cuni mesi.

In tal senso una strategia nutrizionale equilibrata sulla base delle esigenze caloriche dell’atleta insieme con un adeguato apporto di integratori può davvero fare la differenza ai fini della salute e dunque della performance.

In particolare gli acidi grassi omega 3, sostanze naturali ricavate dall’olio di pe-sce, sono in grado di ridurre la produzio-ne dell’interleuchina-6 e di aumentare i livelli di altre sostanze (le prostaglandine della serie 1) dotate di effetti antinfiam-matori. È questo il motivo per il quale i medici che seguono gli sportivi rilevano che costoro hanno un livello inferiore di disturbi all’apparato locomotore (tendi-ni, articolazioni, muscoli.) quando utiliz-zano olio di pesce.

Ai fini dell’ottimizzazione della perfor-mance, un ruolo fondamentale è poi rivestito dagli ormoni che fungono da agenti per il trasferimento delle informa-zioni e controllano praticamente ogni elemento che abbia una rilevanza in ter-mini di prestazione sportiva. Molti degli ormoni prodotti nel nostro corpo possono essere modulati da un regime alimentare equilibra-to come la dieta zona e dall’assunzione di acidi grassi omega 3 a catena lunga, come EPA e dhA.

Ma non finisce qui. Ci sono infatti vari altri effetti positivi sugli atleti derivanti dall’assunzione di acidi grassi omega 3. Il prof. fontani e i suoi collaboratori dell’università di Siena, per esempio, han-no constatato che essi migliorano in misura significativa lo stato dell’umore; l’olio di pesce, in particolare, determina un aumen-

to del vigore ed una diminuzione della depressione, dell’ansia e dell’aggressività. Questi stessi studiosi hanno dimostrato che gli omega 3 sono altresì in grado di ridurre i tempi di reazione com-

plessi, tanto importanti in molti sport, a partire dai giochi di squadra.

E ancora sembra che l’assunzione di omega 3 aiuti ad ottenere più ampi mi-glioramenti prestativi, a parità di prepa-razione compiuta. dopo ogni seduta di allenamento generalmente la presenza nel sangue del Gh, l’ormone della cre-scita che può essere considerato un potenziatore dell’allenamento, aumenta. tale condizione sembra essere più evi-dente se si assume olio di pesce.

omeGa 3 rx QuaLitÀ certiFicataGli omega-3 sono acidi grassi definiti es-senziali perché il nostro organismo non è in grado riprodurli. Essi, di conseguen-za, devono essere necessariamente as-sunti attraverso l’alimentazione oppure, in caso di ridotto apporto o aumentato fabbisogno, con l’integrazione (nel qua-dro di una dieta variata ed equilibrata). Gli acidi grassi omega-3 (ma soltan-to quelli a lunga catena, cioè l’EPA e il dhA) sono molto utili per star bene e prevenire vari disturbi e malattie.L’EPA e il dhA contribuiscono al norma-le mantenimento delle funzioni cardiache (per assunzioni di almeno 250 mg al gior-no), delle funzioni cerebrali e della capaci-tà visiva (per assunzioni di almeno 250 mg al giorno) e dei livelli normali di trigliceridi (per assunzioni di almeno 2 g al giorno).

Enerzona Omega 3 Rx è ottenuto per distillazione molecolare e contiene oltre il 60% fra EPA e dhA e il 75% di acidi grassi Omega 3. Gli acidi grassi a lun-ga catena EPA e dhA sono presenti nel rapporto ottimale di 2:1. È inoltre preparato con una tecnologia che permette di ottenere un prodotto stabile nel tempo.

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È il momento della bicicletta. Lo dicono i numeri, il mercato, la moda, lo preannuncia un calendario ricco di appuntamenti per gli amanti del-le due ruote. I numeri: abbiamo appena assistito allo storico sorpasso delle vendite di biciclette ai danni delle auto. Crescono i ciclisti, circa 5 milioni di italiani usano la bicicletta come mezzo di trasporto ur-bano ma se si parla di uso occasionale quasi un italiano su 4 può dirsi ciclista. La moda: attenta come sempre a indovinare e guidare le ten-denze, il mercato della moda è salito sulle due ruote, nascono modelli a edizione limitata e bici decorate. L’industria italiana in particolare è leader in Europa per numero di aziende e per tasso di crescita, oltre 600 aziende, il 2,5% in più dell’anno precedente, il 16,6% della produzione destinato all’esportazione. Il 2013 sarà l’anno dei mondiali di ciclismo in italia, in toscana e a firenze, una straordinaria occasione, il più im-portante avvenimento sportivo di carattere internazionale che il nostro Paese ospiterà in questi anni. In questo contesto, Firenze Fiera Spa, la società che gestisce il quartiere fieristico-congressuale fiorentino, in collaborazione con sicrea, società che opera nel campo dell’organiz-zazione degli eventi e della comunicazione, propone un nuovo evento, una manifestazione innovativa per format e posizionamento. dal 1 al 3 marzo BiciFi, Florence Bike Festival, è un grande appuntamento per gli appassionati del mondo delle due ruote. Nella splendida cornice della fortezza da Basso, expo, aziende, prodotti e nuove tecnologie, spettacoli, le tendenze nel design e nella moda. La possibilità di provare biciclette e accessori su percorsi di straordinario fascino e adatti a tutte le esigenze. un festival perché BiciFi apre uno scenario inedito sulla bicicletta, un’offerta fatta di spazi espositivi ma anche di occasioni di incontro, spettacolo, divertimento. BiciFi è promossa da Firenze Fiera in collaborazione con sicrea e con il patrocinio della regione toscana, della Provincia di Firenze, del comune di Firenze, con la collaborazione della Federazione ita-liana amici della Bicicletta (fiab) associazione attiva per la salvaguar-dia dell’ambiente e per la promozione della mobilità ciclistica. BiciFi integra la natura fieristica a quella di un evento culturale e sporti-vo. un evento dentro e fuori dalla fortezza da Basso. L’antica fortezza Medicea trasformata nella città delle due ruote con le sue piazze tema-tiche dedicate ai miti e alle leggende del ciclismo. toscana terra di ciclismo, l’omaggio a una terra di campioni.Mobicity, lo spazio dedicato alle politiche e all’innovazione al servizio della mobilità urbana.Cicloturismo, dedicato ai servizi per il turismo in bici. E poi gli eventi e gli spettacoli ispirati al mondo della bicicletta.Provare le ultime novità, il meglio della tecnologia che l’industria produ-ce è il sogno di ogni appassionato di ciclismo. A BiciFi questo sogno si avvera in uno scenario unico al mondo: il Piazzale michelangelo. È qui, sulla collina che sovrasta firenze che sarà allestita l’area dedicata alle demo. A disposizione degli sportivi bici da corsa e mountain bike

BICIFI, FlORENCE BIkE FEsTIVAli mondiaLi di toscana Hanno un Battistrada

delle migliori marche, salite (c’è anche quella che Gino Bartali ribat-tezzò “la salita dei moccoli” tanto era dura e impegnativa), discese, sterrato e pavé. L’appuntamento è per domenica 3 marzo 2013.da firenze fino al cuore del Chianti per tornare in città lungo le strade che saranno protagoniste del Mondiale di ciclismo. È la proposta della Gran Fondo di Firenze prevista per sabato 2 marzo 2013. Partenza dalla fortezza da Basso, attraversamento del centro storico della cit-tà e poi lungo le panoramiche strade che attraversano le colline del Chianti fino a raggiungere Radda in Chianti, per tornare a firenze e completare la gara cimentandosi sulle strade dove saranno impegnati a settembre i professionisti con il Mondiale, la salita di fiesole e soprat-tutto lo strappo di via Salviati. L’appuntamento è per sabato 2 marzo 2013. davide cassani, testimonial della manifestazione ha provato il percorso della 1° Gran Fondo di Firenze, questo il suo commento: «Un ottimo percorso, non particolarmente impegnativo ma è giusto così visto che saremo a inizio stagione. Molto interessante e vario, ma soprattutto affascinante, correre su queste strade regala emozio-ni straordinarie. Avere davanti agli occhi un paesaggio come quello toscano, lo sfondo di Firenze… davvero non si sa cosa guardare, il rischio è di non guardare la bicicletta!».Per info e iscrizioni alla Gran fondo www.bicifi.it. Puoi seguire Bicifi anche sui principali social network, facebook e twitter tra questi.

Davide Cassani testimonial della manifestazione

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LLa Iplom, azienda petrolifera di Busalla, nel genovese, ha un cuore che batte per lo sport e, più nello specifico, per il cicli-smo. La società specializzata nel settore della raffineria, ha infatti un volto sportivo, legato alla passione per le due ruote a pe-dale. una propria squadra ciclistica ed il supporto, sotto forma di partnership, ad una società blasonata come la Bike Evo-lution di Genova, fanno della Iplom una realtà attenta alle relazioni che crescono non solo sul luogo di lavoro, ma anche nel tempo libero. A spiegare la mission socie-taria e sportiva, è il responsabile qualità, sicurezza e ambiente, nonché del servizio prevenzione e protezione, ingegner Gian-franco Peiretti.

di cosa si occupa precisamente la iplom?«È una raffineria, dunque trasforma il petro-lio grezzo in combustibile diesel, olio com-bustibile e bitume, ma anche zolfo ed ani-

dride carbonica per il consumo alimentare. La distribuzione è a livello nazionale tramite grossisti che provvedono poi a diffondere il prodotto lungo la rete, dunque verso i vari punti vendita. Abbiamo complessivamente circa 250 impiegati.»

che legame c’è tra ciclismo e iplom?«Il ciclismo è una nostra passione. Abbia-mo creato un club aziendale ‘Ifriends’. Da un’idea lanciata da Simone Cabella pro-prio dalle righe di IplomInforma, ha preso vita il Bike Team IPLOM & Friends. Il club aziendale nasce come sezione del Bike Evolution Roadman Team di Marco Ferto-nani. Bike Team Iplom ha un proprio logo e raccoglie tutti gli appassionati di ciclismo in azienda. È una squadra a livello amato-riale, che partecipa anche a qualche gara, a qualche granfondo. Con noi, anche l’ex pro Alfonso Dalpian – partecipò anche alla Vuelta – che è un po’ il nostro allenatore, oltre ad essere un collega. Siamo affiliati,

come detto alla Bike Evolution ed in tutto siamo circa 25, tra gli appassionati di mtb e gli amanti della strada. Gli itinerari sono comunque quelli della provincia di Geno-va, che offre interessanti percorsi sia per la mtb che per la strada.»

La iplom è sponsor della Bike evolution, com’è nato questo rapporto?«Diciamo che c’è un feeling diretto con il team dal momento che lo seguiamo co-stantemente. Io ho conosciuto personal-mente Marco Fertonani per motivi profes-sionali. Marco è socio onorario del nostro club e fa parte della nostra organizzazione, mentre noi, dal canto nostro, ci appoggia-mo alla sua organizzazione per iniziative e per consigli. L’idea del team ciclistico è nata proprio perché, parlando con Marco, il fatto di uscire in bici è motivo di aggrega-zione, di relazione e la sua professionalità, anche quella dei ragazzi del team si sposa ad una grande disponibilità nell’impartire

consigli a chi, nella nostra azienda, vuole coltivare questa pas-sione. La sponsoriz-zazione di Bike Evolu-tion è, in questo, una naturale conseguenza del rapporto che si è creato col team di Fertonani, in questo quadro di scambio continuo.»

avete partecipato an-che a manifestazioni?«Il bello della part-nership con la Bike Evolution sta proprio in questo: nell’orga-nizzazione di even-ti e nella possibilità di prendervi parte. È stata organizzata dalla squadra una granfondo a Busalla e vi abbiamo parteci-pato. Una gran bella esperienza che ha cementato ancora di più i rapporti di colla-borazione ed amici-zia con la squadra di Marco.»

BIkE EVOluTION TEAM

iPLom, cicLismo e co.

a cura di NICOlETTA bRINA

LA RAffINERIA dI BuSALLA fONdA LA SuA SQuAdRA, LA IfRIENdS, E PRENdE SPuNtO dALLA BIKE EvOLutION dI GENOvA PER CARPIRNE I SEGREtI SPORtIvI, COMPLICE L’AMICIzIA ChE LEGA LA SPA CON IL PAtRON MARCO fERtONANI.

l’ingegnere Gianfranco Peiretti con alcuni giovani alunni nella giornata dimostrativa dedicata alla sicurezza e alla prevenzione

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OOggi preferiamo parlare di “tendinopatia”, che significa sofferenza, malattia del tendi-ne e non usare il termine “tendinite” termine quasi abbandonato in quanto ha un signifi-cato che indica strettamente uno stato in-fiammatorio.Nel ciclista, come in tutti gli sportivi dob-biamo tenere in considerazione che queste patologie sono provocate da microtrauma-tismi ciclicamente ripetuti per tempi prolun-gati o con intensità elevata.un altro termine utilizzato per definire la causa malattia è “stress” o “sovraccarico”, termine che forse esprime più chiaramente il concetto ed è di immediata comprensione.

cosa sono e come sono fatti i tendini?I tendini sono delle strutture anatomiche formati da tre zone differenti da prendere in considerazione: la zona dove il muscolo diventa tendine (giunzione muscolo-ten-dinea), il tendine vero e proprio e la zona dove il tendine si inserisce all’osso (giunzio-ne osteo-tendinea). Il tendine è formato da cellule e da tessuto composto da fibre resi-stenti frammiste a una piccola parte di fibre elastiche, che hanno il compito di addolcire le trazioni. Il tendine è avvolto da una mem-brana, chiamata peritenomio, ricca di termi-nazioni nervose, e a volte scorre all’interno di una guaina che lo protegge durante i suoi movimenti, evitando sfregamenti diretti.

Qual è la funzione di un tendine?La funzione di un tendine è quella di colle-gare il muscolo all’osso e di trasmettere allo scheletro le forze prodotte dalle contrazioni muscolari ammortizzandone gli effetti. Si ha quindi una deformazione di tipo elastico del tendine in seguito ad una sollecitazione ten-soria del muscolo.

Quali sono le cause di una comparsa di una tendinopatia nel ciclista?Possiamo distinguere due fattori:1) fattori intrinseci che possono essere

di natura congenita. disallineamento dell’arto inferiore: ginocchio varo o valgo, piede varo o valgo. disallineamento del bacino. Squilibrio muscolari tra muscoli flessori ed estensori o debolezza di un gruppo muscolare. Possono accadere ad un atleta poco allenato o ad un atle-ta a cui vengono somministrati carichi di lavoro sbagliati senza aspettare l’adatta-mento fisiologico muscolo-tendineo.

2) fattori estrinseci, dove abbiamo accanto ad errori di gestualità tecnica, l’uso di at-

trezzature sportive non idonee. Bici con sellino troppo alto o troppo basso, scor-retta applicazione delle tacchette.

Quali sono le zone più colpite?Nel ciclismo prevalgono sicuramente a livello degli arti inferiori, le sedi più interessate sono a carico dell’apparato estensore del ginocchio e delle formazioni tendinee circostanti quali la bandeletta ileo-tibiale, il tendine rotuleo e il tendine d’achille. Le tendiniti posteriori del ginocchio, possono essere causate da una sella troppo alta che comporta un’iperten-sione della gamba. La tendinopatia achillea può essere legata ad una posizione troppo alto o bassa del sellino, ad uso sconsiderato uso di rapporti ad elevato sviluppo metrico.

Quali sono i sintomi di un problema ad un tendine?La risposta iniziale è sicuramente il dolore, inizialmente solo sotto sforzo, in seguito anche durante le comuni attività giornalie-re che richiedono il suo impegno. Il dolore ha un aspetto caratteristico: è presente a freddo, quando si inizia a usare il tendine malato, si riduce man mano che si usa, che si scalda e ricompare con la stanchezza o l’eccessivo sovraccarico. Il tendine, alla pal-pazione, oltre ad essere dolente, appare più grande del normale. Può apparire anche un processo infiammatorio con edema (gonfio-re) locale. Con il perdurare della causa si va incontro ad infiammazione cronica e dege-nerazione dei tessuti.

come si fa la diagnosi di una tendinopatia?deve essere fatta da un medico con una accurata analisi clinica e generalmente supportata dall’ausilio di esami strumentali quali ecografia e risonanza magnetica. At-tualmente l’ecografia muscolo-tendinea è

dOssIER sPORT E MEdICINA

La tendinoPatia deL cicLista

a cura di MAuRIZIO RADI - Fisioterapista - Centro Fisioradi Pesaro [email protected]

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Zone tramuatiche

Tendine d’Achille

Ispessimento tendineo

Rottura del tendine d’Achille

Tendine rotuleo infiammato

Tendine rotuleo degenerato

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lo strumento più idoneo per la valutazione della condizione dei tendini.La diagnosi è di prerogativa medica come il programma riabilitativo spetta al fisioterapista.

Quali sono gli obiettivi terapeutici e le mo-dalità di trattamento delle tendinopatie?Gli obiettivi terapeutici e le modalità di trat-tamento dipendono dallo stadio evolutivo della patologia. Possiamo distinguere 3 fasi in funzione dei tempi biologici:

Nella prima fase abbiamo l’obiettivo di ri-duzione del dolore e dell’edema, associati alla correzione delle anomalie biomeccani-che che sovraccaricano il tendine. Il medico in questa fase prescrive antiinfiammatori, esegue sedute di mesoterapia locale e può nelle situazioni più gravi eseguire infiltrazioni con acido ialuronico o gel piastrinico.Si associano sedute di fisioterapia con:• trattamentiditerapiamanualedidecon-

trazione muscolare e di drenaggio; • terapiafisica(laseradaltapotenza,US,

tecarterapia, ipertermia, regenoterapia);• kinesiotaping.

Nella seconda fase, gli obiettivi sono la pre-venzione di aderenze, di atrofia muscolare e di rigidità articolare e la risoluzione definitiva del processo infiammatorio. Il programma riabilitativo di graduali sollecitazioni a carico del tendine sempre supportato con mobiliz-zazione passiva, stretching, massaggi sem-pre supportato con un kinesiotaping con funzione di supporto tendineo e muscolare.

Nella terza fase, gli obiettivi terapeutici sono l’ottimizzazione della guarigione, in termine di recupero della elasticità e della forza. Lo scopo viene raggiunto attraverso l’incremen-to graduale dei carichi meccanici sul tendine,

con stretching, lavoro muscolare isometrico, concentrico ed eccentrico. ultimo obiettivo di questa fase risulta l’educazione del paziente ad evitare sovraccarichi, in tempi di durata, frequenza intensità di allenamento.

laserterapia

Tecarterapia

Sopra: due differenti applicazioni di Kinesiotaping

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VValtopina (PG) – Continuano ad arrivare le novità dalla 19a Granfondo della Pace, prova del Giro d’Italia uisp, del Master Circuito tricolore e della Coppa del Mondo Amatour. La mani-festazione si terrà domenica 14 aprile nello splendido scenario di valtopina (PG). dopo l’iniziale scelta di ap-prontare solo un percorso lun-go di 124 chilometri, la Global dream, società organizzatri-ce, ha deciso di aggiunge-re per gli agonisti anche un tracciato corto di 80 chilo-metri. Entrambi transiteran-no sull’impegnativa salita di Santa Cristina (gemellata con l’omonima ascesa valtellinese che affrontano i partecipanti alla Granfondo Giordana). Confermata per i cicloturisti, invece, la possibilità di sce-gliere tra il percorso di 124 chilometri, quello di 80 chilo-metri e uno di 66 chilometri. Prevista anche la partenza alla francese dalle 7,30 alle 9, mentre il via agonistico sarà dato alle 9,30. Chi sceglierà

la partenza alla francese sarà classificato per ordine alfabetico e con indicato il proprio tempo impiegato sul percorso scelto. Parteciperanno per chilometri percorsi alla classifica per società. Chi percorrerà da cicloturista o da partente alla francese la salita di Santa Cristina prenderà un punteggio doppio.

E proprio l’ascesa di Santa Cri-stina sarà scenario della crono-scalata che si terrà la mattina di sabato 13 aprile. Altro evento collaterale alla granfondo sarà, sempre nel pomeriggio di saba-to, la gara per Giovanissimi.Iscrizioni: terminata la fase di preiscrizione, dal 1° gennaio al 7 aprile € 25 per gli agonisti ed € 20 per i cicloturisti. Le iscrizioni riapriranno poi in occasione del ritiro dei pacchi gara sabato 13 aprile dalle ore 10 alle ore 20 e domenica 14 aprile dalle ore 7,30 alle ore 9. La quota sarà di € 30 per tutti con diritto al pacco gara fino a esaurimento.ulteriori informazioni al sito http://www.granfondodellapace.it/

PROssIME GARE

GF deLLa Pace: Per GLi aGonisti ci sarÀ ancHe un Percorso corto

a cura di ENRICO CAVAllINI

LA 19A EdIzIONE dELLA GRANfONdO dELLA PACE SI ARRICChISCE dI uN PERCORSO CORtO PER GLI AGONIStI. CONfERMAtA, INvECE, LA POSSIBILItà PER I CICLOtuRIStI dI SCEGLIERE tRA tRE tRACCIAtI.

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una fase della corsa della passata edizione

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la partenza della scorsa edizione

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AACSI si dota di una commissione col com-pito di riordinare il settore ciclismo e di as-sorbire l’udACE mediante un accordo di collaborazione sportiva. Responsabile na-zionale, l’avvocato ligure Emiliano Borgna, il quale si farà garante del riordino del set-tore, della riorganizzazione dell’immagine e degli eventi legati all’ACSI.

avvocato Borgna, è stato nominato nuovo responsabile della commissione settore ciclismo di acsi: con quale “ba-gaglio di esperienze” vi approda? «Con la sottoscrizione dell’accordo di collaborazione sportiva, l’associazione UDACE e l’ente di promozione sportiva ACSI, alla luce dell’univocità di intenti perseguiti, hanno istituito ex novo il set-tore ciclismo ACSI e sono stato nominato responsabile nazionale in quanto super partes ed equidistante dalla due realtà che hanno voluto la sua nascita. Il mio bagaglio di esperienze deriva dalla libera professione di avvocato che svolgo, con esperienze inerenti il contenzioso sporti-vo e dalla vicinanza che ho da sempre al mondo del ciclismo sia come praticante che come diretto interessato di incarichi attinenti al mondo ciclistico: per anni ad

esempio ho rivestito il ruolo di responsa-bile marketing per una squadra professio-nistica con licenza professional.»

che significato ha avuto l’incontro an-nuale di riccione?«L’incontro di Riccione del 16 dicembre è stato molto importante per festeggiare i vincitori delle maglie delle granfondo e mediofondo del 2012. Il circuito nel 2013 sarà organizzato sotto l’egida dell’ACSI settore ciclismo.»

Quale situazione ha trovato al momen-to del suo insediamento?«La situazione che ho trovato nell’insedia-mento del mio incarico viene da un’annata di evidenti problematiche che stiamo cer-cando di risolvere lavorando alacremen-te in vista della prossima stagione. Siamo comunque convinti di poter vantare una struttura territoriale molto ben radicata sul territorio nazionale e che può permettere ai nostri associati di svolgere e praticare una attività sicura e di qualità.»

il movimento è com-posto da circa ses-santamila ciclisti, i quali si sono trovati a metà dell’anno nel calderone gene-rato dal passaggio di udace in acsi. Quali sono stati i momenti più critici?«I momenti più critici sono dovuti al fatto che i cambiamenti sono avvenuti a sta-gione in corso... con programmi, calenda-ri e attività già ben delineati».

EMIlIANO BORGNA

L’uomo deL “neW deaL” di acsi

a cura di NICOlETTA bRINA

RESPONSABILE dELLA COMMISSIONE SEttORE CICLISMO ACSI, L’AvvOCAtO BORGNA hA LE IdEE BEN ChIARE SuL NuOvO CORSO dELL’ENtE. dIKtAt: IL RISPEttO dELLE NORME dELL’ORdINAMENtO SPORtIvO CON uN GARANtE SuPER PARtES.

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Emiliano borgna ad una cerimonia di premiazione

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dal punto di vista pratico, cosa è cam-biato e cosa cambierà nei prossimi mesi?«Tutte le gare saranno organizzate sotto l’egida del settore ciclismo ACSI e saranno pertanto improntate al rispetto dei principi dell’ordinamento sportivo.»

nell’ambito del riordino generale di acsi, quali saranno le tappe fondamentali e, di conseguenza, le problematiche priorita-rie da affrontare?«Le problematiche più urgenti da affrontare riguardano la commi-stione, ancora in di-verse realtà, dei loghi ACSI settore ciclismo e di quello UDACE. Sui volantini delle gare, così come sulle cartel-lonistica in genere, l’u-nico logo autorizzato e legittimato a comparire sarà quello dell’ACSI settore ciclismo. Altra priorità che sottolineo ancora è quella del ri-spetto di tutte le regole dell’ordinamento spor-tivo cui la nostra attivi-tà sarà improntata.»

Qual è l’eredità, an-che in negativo, o le cosiddette “catti-ve abitudini” che ha portato l’udace rien-trando all’interno di acsi?«Non ci sono cattive abitudini che derivano dal mondo UDACE: questa associazione può vantare 56 anni di storia e credo che ognuno abbia appreso dal mondo UDA-CE, per ciò che concerne l’organizzazione

dell’attività ciclistica amatoriale. Il neonato ACSI settore ciclismo si fregia pertanto di potersi avvalere delle strutture periferiche di derivazione UDACE.»

Qual è l’impegno primario che si porrà acsi ciclismo per il 2013 e, se è già sta-to stilato, un programma sportivo per il prossimo anno?

«L’impegno che ACSI si prefigge è quello di offrire ai propri associati un servizio di qualità che garantisca loro di poter praticare la propria passione nel miglior modo possibile, con l’organizza-zione di manifestazioni di qualità, garantendo un’ade-guata copertura assicurativa ed essendo vicino all’utente ciclista in ogni problematica che possa presentarsi. Sto e stiamo lavorando con im-pegno e buon senso. I pro-grammi sono stati stilati e prevedono gare a circuito, granfondo, mtb, ciclocross e competizioni per ogni di-sciplina ciclistica.»

Quale sarà per così dire il leitmotiv del suo mandato e da chi sarà affiancato in questa importante opera di riordino?«Il leitmotiv del mio man-dato sarà l’impegno ed il

buon senso e la voglia di risolvere le pro-blematiche in modo diretto. Sto facendo delle riunioni territoriali presso i vari co-mitati provinciali e regionali per spiegare le regole del tesseramento e dell’attività 2013 cui tutti dovranno attenersi. Sono un ciclista e mi sto impegnando per ricoprire al meglio il prestigioso incarico che mi è stato affidato.»

Nell’occasione della festa annuale del comitato di lodi nel dicembre scorso l’avvocato borgna con il giudice di gara Stefano Giussani

l’avvocato borgna impegnato in una delle granfondo disputate

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Glamour

Dio li fa e poi li accoppia

a cura di RobeRto Zanetti

NoN per scomodare Nostro sigNore che di questi tempi ha già molto da fare, ma la coppia formata dalle scarpe lake cX401 e dai pedali a sgaNcio speedplay Zero è verameNte uN biNomio beN riuscito, uNa formula viNceNte per chi pratica ciclismo ai massimi livelli e per chi se Ne iNteNde di materiali tecNici di alta qualità.

[email protected]

caratteristiche Tecniche

• Colore: Bianco/Rosso• Sistema brevettato con talloniera termoformabile e personalizzabile• Tomaia: pelle in canguro K-Lite e tessuto Outlast per la regolazione della temperatura del piede anche nella linguetta• Suola: CFC termoformante con rinforzo sul tallone intercambiabile• Chiusura: sistema brevettato BOA

La maggior parte dei ciclisti pensa che più rigida è la suola e più performante sarà la scarpa, ma io credo che un certo grado di flessibilità sia indispensabile, in parti-colar modo quando si pedala tutti i giorni su lunghe distanze. I feedback arrivati dal mondo professionistico hanno avallato la mia teoria e Lake, facendo tesoro dei pa-reri dei corridori, ha progettato una suola in cui gli atomi di carbonio che la compon-gono hanno due proprietà diverse: uno più duro per sfruttare l’efficienza della spinta e uno più morbido per garantire il massimo comfort della calzata. La suola presenta quindi due strati: il primo, a contatto diretto con il piede, in carbonio “morbido” per fa-vorire la comodità; il secondo, vicino al pe-dale, molto più rigido o “duro”. Nel mio test ho apprezzato la differenza tra le due suole nel momento in cui mi sono alzato sui pe-dali e ho impresso maggiore pressione in fase di spinta. Qui la durezza del carbonio a più diretto contatto col pedale si avverte sensibilmente.Per questo, ma non solo, ritengo che Lake CX401 sia una scarpa molto racing che coniuga in sé tecnologia, comfort ed ele-vate prestazioni. Pensiamo, per esempio, al sistema di chiusura “BOA” che con un semplice giro di rotella adatta molto bene la scarpa al piede, permettendo di appli-

care la giusta pressione grazie a un più ampio range di microregolazioni rispetto al tradizionale “cricchetto”, e rendendo così la calzata comoda e si-cura. Oppure alla tomaia che, così come il carbonio per la suola, è anch’essa di ottima qualità. La pelle di canguro fascia il piede ricalcandone con preci-sione tutte le sue forme. È sufficiente scaldare un comune forno da cucina a una temperatura di circa 70 °C, inserire le scarpe per 4 o 5 minuti, estrarle con cautela usando dei guanti protettivi, calzarle immediatamente a caldo e plasmarle sui piedi fino al totale raffreddamento; meglio ancora sarebbe farle raffreddare mentre pedaliamo. Poiché que-sta operazione richiede particolare attenzione, consiglio, nel caso non si abbiano le adeguate com-petenze, di farsi seguire da un rivenditore autoriz-zato Lake.

il produttoreLake Cyclingwww.lakecycling.com

il Distributore per l’italiaBeltrami TSAVia Euripide, 742124 Reggio EmiliaTel.: +39 0522 307803Fax: +39 0522 703106E-mail: [email protected] site: www.beltramitsa.it

Sistema di chiusura boa e ulteriore sicurezza velcro sul collo del piede

Visione laterale della CX401

Suola in carbonio a 4 fori specifica per tacchette Speedplay

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Il pedale a sgancio automatico ha se-gnato una vera rivoluzione nel modo di pedalare, coniugando al meglio forza muscolare e tecnologia dei materiali. In questi ultimi anni le aziende di settore si sono davvero sbizzarrite, sfornando modelli di ogni genere e ottimizzando l’accoppiamento pedale/tacchetta, così da consentire al ciclista di agganciarsi e sganciarsi velocemente con un solo gesto e in modo molto istintivo. Tra tutti

produttori Speedplay, brand americano di-stribuito in Italia da Beltrami TSA di Reg-gio Emilia, ha invertito la tendenza ideando un sistema nel quale è il pedale a infilarsi e bloccarsi nella tac-chetta e non viceversa. Questo significa che la

superficie di ingaggio è alloggiata nella tacchetta, non nel pedale, con il vantag-gio di avere un pedale con due faccia-te di inserimento distinte e indipendenti (come si ha con i pedali da mtb). Cosa che ho apprezzato subito nei miei test di prova, quando sia da fermo che in mo-vimento non ho dovuto nemmeno guar-dare il pedale, è bastato appoggiare il piede, attuare una leggera pressione e «Clic, si parte!».

I pedali Zero hanno un aggancio soli-do e robusto, e con il sistema “inver-tito” brevettato da Speedplay la piat-taforma d’appoggio è sì minimale ma, al contempo, molto sicura. Con questo sistema si ottiene la maggior superficie d’appoggio dei pedali in commercio, poiché pedale e tac-chetto diventano un’unica parte. Questa soluzione permette alla scar-pa di avvicinarsi al perno del pedale che, se sommato all’ampia piattafor-ma di spinta, garantisce una presta-zione più redditizia. Per esempio, ho notato che, grazie al profilo assotti-gliato e al flottaggio (movimento la-terale rotatorio) del piede sulla base del pedale, lo Speedplay Zero con-sente di continuare a pedalare e pie-garsi in curva senza correre il rischio di toccare il terreno o di sganciarsi per l’accentuata angolazione.Consiglio questo innovativo e – pur-troppo – ancora poco conosciuto pedale non solo agli agonisti ma an-che a chi è costantemente alla ricerca della posizione più precisa possibile in bicicletta oppure a chi ha problemi di tendinopatie a ginocchia e caviglie. Un pedale facile da usare, leggero. In-somma, un pedale per tutti.

Il ProduttoreSpeedplaywww.speedplay.com

Il Distributore per l’ItaliaBeltrami TSAVia Euripide, 742124 Reggio EmiliaTel.: +39 0522 307803Fax: +39 0522 703106E-mail: [email protected] site: www.beltramitsa.it

caratteristiche Tecniche

• Colore: rosso• Flottaggio da zero a 15 mm, regolazione micrometrica• Sistema di attacco delle tacchette facile da usare e regolare• Zero regolazioni della molla di tensione• Zero rischi scivolamento – ingresso da entrambe le facce• Peso dimezzato rispetto ad altri pedali a sgancio• Permette una fenomenale inclinazione in curva• Peso: 105 gr cadauno• Lunghezza perno: Chrome-Moly 53 mm• Per uso: strada, triathlon, gara a cronometro• Peso: 210 gr la coppia (tacchette escluse)• Tacchette incluse

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rItorna bIcI@romaexpoil salone Del ciclo nella capiTale

Demo day, fashion show, mostre fotografiche, spazio dedicato ai bambini, esibizioni, numerose iniziative e tanto spazio esposi-tivo per mettere in mostra tutte le novità del panorama accessori e bici del mondo del pedale. Ecco la formula della nuova edizione di bici@romaexpo, in programma alla fiera di Roma dal 7 al 10 marzo.Si parte da un importante dato: il mondo della bici continua a ri-scuotere sempre più interesse, soprattutto nel centro sud italia. È sufficiente pensare alla grande partecipazione a due degli eventi che, insieme al salone bici@romaexpo, hanno caratterizzato il ca-lendario romano delle iniziative dedicate alla due ruote ecologica nel 2012: la Gran fondo e la 24h che, rispettivamente, hanno raccolto circa 5700 e 1400 iscritti e altrettanti visitatori. In più, come spiega piero nigrelli, direttore del settore ciclo di ancma, l’Associazio-ne Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori, legata a Confindustria, i numeri parlano da soli: «Le bici vendute nel 2011 sono state oltre 1.750.000, 2mila in più rispetto alle auto. Nonostante il periodo di crisi che sta attraversando il Paese, le vendite delle bici non hanno registrato cali. Questo può essere il risultato di un riscoperto in-teresse per il mezzo: si inizia a capire che la bici fa del bene a se stessi e anche al portafoglio. Una fiera come bici@romaexpo dove si unisce l’esposizione di bici e accessori con l’organizzazione di interessanti appuntamenti e iniziative è l’idea giusta per far matu-rare ancora di più una conoscenza e una scoperta della bici».Proprio per questo gli organizzatori del primo salone del ciclo nella capitale hanno ampliato gli obiettivi: più spazio espositivo, più eventi e occasioni per divertirsi.Si parte il 6 marzo con la grande novità dell’anno, il Demo Day: un’intera giornata dedicata ai test per provare i modelli che saranno i protagonisti della stagione 2013. «L’idea è nata in seguito a una ricerca su come conciliare le esigenze delle aziende di promuovere i propri prodotti e le necessità di un consumatore sempre più attento a testare qualità e performance prima dell’acquisto – spiega Marco Rossignoli, project manager di bici@romaexpo –. L’iniziativa arricchisce di contenuti il salone del ciclo romano proponendo, così, un’occasione unica che accontenta gli espositori e il pubblico di appassionati». La location è suggestiva: il V lounge Beach del lido di ostia, una struttura attrezzata di ogni comfort dove poter effettuare due percorsi adatti a Mtb e ciclocross, per l’itinerario in pineta, e bici da strada per quello che costeggia il mar Tirreno.Altra grande novità sarà il fashion show: una serie di spettaco-li che combineranno l’arte della danza con vere e proprie sfilate dell’abbigliamento e degli accessori che saranno sul mercato nella prossima stagione. Il fashion show unisce, così, la volontà degli espositori di presentare i propri prodotti in una veste divertente e

coinvolgente e quella del pubblico che potrà godere di uno spetta-colo di musica e danza scoprendo le novità della stagione. I ballerini dello ials di Roma, coordinati dalla professionista Stefania Carapella, intratterranno il pubblico con coreografie ispirate al mondo della bici, indossando le novità di accessori e abbigliamento dei prin-cipali marchi italiani e stranieri, presentati in anteprima grazie allo spettacolo. Lo spettacolo continua sui pedali, grazie a Bike store che porterà una nuovissima pump track dove poter mettere alla prova la propria abilità sui pedali e sfidare gli altri appassionati in un torneo mozzafiato. Tante emozioni anche con i ragazzi che si esibiranno in numeri di fre-estyle tenendo con il fiato sospeso i visitatori che potranno assistere a vere e proprie acrobazie sulla due ruote. E per chi vuole mettersi alla prova ci saranno ancora le gare di rulli elite che nella scorsa edizione hanno raccolto grande entusiasmo e partecipazione.Spazio anche per la conoscenza della nostra storia del ciclismo: compagnia editoriale e il Museo del ciclismo Madonna del Ghi-sallo allestiranno una mostra dedicata al Leone fiorenzo Magni, per ricordare le imprese del grande ciclista recentemente scompar-so, attraverso immagini emozionanti e prestigiosi oggetti della colle-zione museale.Gli appassionati di fotografia saranno accontentati con l’esposizio-ne, allestita sempre da compagnia editoriale, sui luoghi più belli d’italia: una serie di pannelli illustrativi che guideranno lo spettatore attraverso un percorso suggestivo. Non potevano mancare le iniziative dedicate ai bambini: la bici è una passione che inizia da piccoli, per questo bici@romaexpo ha voluto riconfermare i laboratori, la ciclofficina e la mostra tattile di Fernanda Pessolano che lo scorso anno ha raccolto centinaia di adesioni tra i piccoli. In più, i bambini potranno mettersi alla prova e salire in sella grazie al tradizionale Trofeo scotti che nella passa-ta edizione ha rappresentato un momento unico di aggregazione e scoperta. Le novità non sono finite e la lista eventi è in continuo aggiorna-mento, come spiega Marco Rossignoli: «I 128mila visitatori della prima edizione, in contemporanea con il salone dei centauri Mo-todays, sono stati un forte segnale: un salone dedicato alla bici nel territorio del centro sud Italia era molto atteso ed è piaciuto. Per que-sto intendiamo rilanciare la scommessa: sono già molti i marchi che hanno confermato la propria presenza, solo per citarne alcuni De Rosa, Olympia, Scapin, Shimano, AMG, Carrera, Bottecchia e Gist. In più, organizzeremo tanti eventi per far scoprire il panorama del pedale non solo agli appassionati ma anche a chi si avvicina per la prima volta a questo variegato mondo. Intendiamo promuovere una cultura sostenibile dove la bicicletta è protagonista».

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Ccasciana Terme (pi) 9a Granfondo inkospor – Terme di Casciana, terza prova del Giro del Granducato di Toscana che sarà organizzata domenica 24 marzo a Casciana Terme dalla Folgore Bike in collaborazione con il Casciana Terme Bike. Da martedì 1° gennaio a giovedì 28 febbraio la quota salirà a € 30, per passare poi a € 35 da venerdì 1 marzo a domenica 24 marzo. Previste anche 50 iscrizioni a € 50 l’una il cui ricavato andrà in beneficenza e che daranno il diritto a partire nella griglia di merito.

Fu la contessa Matilde di Canossa a dare impulso allo sviluppo delle terme e allo sfrut-tamento delle proprietà delle acque con la costruzione di infrastrutture e opere di ab-bellimento. Ulteriori informazioni al sito http://www.termedicasciana.com/.

Scegliere la Inkospor significa optare per un week-end in questa cittadina dalla lunga tradi-zione termale, che anche nel 2013 curerà mol-to l’ospitalità dei ciclisti e dei loro accompa-gnatori con pacchetti attualmente allo studio.

Diverse le novità per il 2013. I percorsi sa-ranno due: il lungo di circa 122 chilometri

e il corto di circa 92 chilometri. Sul lungo ci saranno le due salite inedite di Sammuro e di Rivalto, mentre sia il lungo sia il corto transiteranno sull’ascesa del Garetto fino a Castellina Marittima. Nuova anche la lo-cation delle operazioni preliminari: le Terme di Casciana, adiacenti a Piazza Garibaldi, dove sarà allestito il villaggio expo e dove si svolgeranno premiazioni e pasta party. Ri-confermata, invece, la location di partenza e arrivo.

Queste, dunque, sono alcune delle novità già ideate dagli organizzatori, che in attesa di rendere note a breve le altre “primizie” della nuova edizione augurano a tutti Buone pedalate.

Per ulteriori informazioni visitare il sito http://www.folgorebike.it o scrivere all’e-mail [email protected].

Andrea Passeri - 3497931632Ufficio Stampa9a Granfondo Inkospor – Terme di CascianaPlay Full - Agenzia Stampat. 347 2392189e. [email protected]

GranfonDo InkosPor

il GRanDe eVenTo Di casciana TeRMe anDRà in scena il 24 MaRzo

a cura di enRiCo CaVaLLini

TANTE LE NOVITà PER LA NONA EDIZIONE: DUE PERCORSI, SALITE INEDITE E NUOVA LOCATION NELLE TERME DI CASCIANA. IN BENEFICENZA IL RICAVATO DI 50 QUOTE A € 50.

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Una delle folte griglie di partenza della granfondo cascianese

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Piazza Garibaldi gremita di ciclisti alla partenza. Sullo sfondo le terme di Casciana

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Il BAR CICCIO è il luogo di ritrovo dei ciclisti della riviera,in partenza per gli itinerari e percorsi della Valle del Savio e colline romagnole.

Offre agli amici ciclisti, un punto di ristoro con un ampio parcheggio privato e un prezioso servizio di lavaggio bici (rivolgersi al bar) per coloro che rientrano dai percorsi del fuoristrada

Orari abituali di partenze e ritrovi: martedì ore 12.30 • giovedì ore 12.30 • sabato ore 13.00

Una buona giornata comincia con noi...

Bar Ciccio - Via Romea, 120 Cesena (FC) 47522 - t. 0547 331984 - e. [email protected] - BAR CICCIO

Colazioni e aperitivi con ricco buffet

Servizio di pagamento bollette luce, gas, acqua, telefono e multe

Sala TV Sky con dirette sportive tutte le partite in diretta del Cesena con Sky HD

Sala giochi • Ricariche telefoniche • Wi-fi libero

Tutti i sabati ritrovo per escursioni in MTB

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DDopo i primi impegni in Coppa del Mondo, test “mondiale” per i fondisti nel Campionato Italiano Assoluto disputato sa-bato 22 Dicembre in Val di Fiemme con la 10 e 15 km in tecnica libera.Roland Clara e Virginia De Martin Topranin non hanno tradito le aspet-tative e si sono messi al collo un oro molto im-portante in questa sta-gione che vede proprio i Campionati del Mondo in Val di Fiemme a feb-braio. Per il secondo e il terzo posto invece qualche piacevole novi-tà, soprattutto per un ri-trovato Valerio Checchi,

camPIonatI ItalIanI assolutI

“oRo” peR claRa e De MaRTin TopRaninVal Di fieMMe: TRicoloRi in aRia “MonDiale”

a cura di neWSPoWeR

CAMPIONATI ITALIANI ASSOLUTI 10 E 15 KM A LAGO DI TESERO (TN). I DUE FAVORITI CENTRANO L’OBIETTIVO. SORPRESA-CONFERMA DI ChECChI. PILLER E CAVALLAR SUL PODIO IN UNA GARA SPETTACOLARE E COMBATTUTA. “TEST” SULLE PISTE DEI MONDIALI CON LA REGIA DELL’ASD CAURIOL DI ZIANO

[email protected]

il podio maschile: 1° Roland Clara; 2° Valerio Checchi; 3° David Hofer

il campione Giorgio Di Centa in azione

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ottimo secondo davanti ad hofer che in molti ritenevano un possibile vincitore, e tra le donne Marina Piller (2.a) e Veronica Cavallar (3.a).Giornata con cielo azzurro, temperatura intorno alla zero ed anche con una buona presenza di pubblico, tra cui anche l’ex direttore della Coppa del Mondo Jürg Capol. Buone nel complesso le sensazioni dei migliori, apprezzamenti per la pista che «meglio di così non si poteva fare – ha detto Clara – sembra fatta apposta per me, salite lunghe ma non du-rissime, pochi piani e molto nervosa».Anche Virginia De Martin Topranin è molto sod-disfatta della sua prestazione: «Sinceramente non me l’aspettavo, sto preparando il Tour de Ski, sono in un periodo di carico e dunque que-sto successo, preziosissimo, era inatteso». Ben distribuite le medaglie, Fiamme Gialle, Forestale e Carabinieri al maschile, “doppietta” Forestale e Fiamme Gialle al femminile.Fra gli Under23 successi di Fabio Clementi e Debora Agreiter.Il DT degli azzurri Silvio Fauner si è lasciato scap-pare un’indiscrezione sulla formazione per il Tour de Ski che, sebbene non ufficiale, dovrebbe in-cludere Clara, Checchi, hofer, Moriggl, Di Cen-ta, Noeckler, Scola e Pellegrino per i maschi, e De Martin Topranin, Piller, Cavallar, Debertolis e Agreiter per le femmine.

Intanto il “test” in Val di Fiemme è riuscito, un plauso anche all’organizzazione dell’ASD Cau-riol per una gara che ha centrato l’obiettivo.Info: www.cauriol.it

classifica assoluta 15 km Tl maschile:1 Clara Roland Gs Fiamme Gialle 32’58.5 2 Checchi Valerio Cs Forestale 33’04.33 hofer David Cs Carabinieri 33’12.54 Moriggl Thomas Gs Fiamme Gialle 33’16.65 Clementi Fabrizio Cs Carabinieri 33’30.75 Di Centa Giorgio Cs Carabinieri 33’30.7 7 Santus Fabio Cs Carabinieri 33’33.68 Noeckler Dietmar Gs Fiamme Oro 33’34.1 9 Pasini Fabio Cs Esercito 33’35.110 Zorzi Cristian Gs Fiamme Gialle 33’41.0

classifica assoluta 10 km Tl femminile:1 De Martin Topranin Virginia Cs Forestale 25’24.2 2 Piller Marina Cs Forestale 25’37.73 Cavallar Veronica Gs Fiamme Gialle 25’39.7 4 Debertolis Ilaria Gs Fiamme Oro 25’39.85 Agreiter Debora Cs Carabinieri 25’40.26 Scardoni Lucia Gs Fiammegialle 26’10.0 7 Brocard Elisa Cs Esercito 26’18.08 Pellegrini Sara Gs Fiamme Oro 26’19.69 Confortola Antonella Cs Forestale 26’40.510 Antonelli Barbara Gs Fiamme Oro 27’26.5

classifica Under23 15 km Tl maschile 1 Clementi Fabio Cs Carabinieri 33’43.02 Bertolina Mirco Cs Forestale 34’12.03 Muller Claudio Cs Forestale 34’26.4 4 Roncador Mario Gs Fiamme Gialle 34’36.6 5 Nizzi Enrico Cs Esercito 34’50.6

classifica Under23 10 km Tl femminile 1 Agreiter Debora Cs Carabinieri 25’40.22 Scardoni Lucia Gs Fiamme Gialle 26’10.0 3 Laurent Greta Gressoney Monte Rosa 27’32.9 4 Roncari Debora Cs Carabinieri 27’37.35 Zanon Stefania Cs Forestale 27’57.1

Roland Clara conferma le aspettative della vigilia

Virginia De Martin topranin festeggia la vittoria

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chrIstIan caPetI

Una passione a fioR Di pelle

a cura di niCoLetta bRina

il team speedy NoNsolotetti è uNa famiglia, lo stimolo a rivoluZioNare la propria vita, taNto impor-taNte da voler celebrare questo legame coN uN tatuaggio sul cuore ed uNa miNiammiraglia che scorraZZa per la cittÁ.

[email protected]

CChristian Capeti, gambettolese 35enne, auti-sta di un’impresa edile di Villa Chiaviche di Ce-sena, ha fatto della bicicletta il volano del suo cambiovita. Ed ora, anche e soprattutto col sostegno della moglie Simona e di Fiorenzo e Veronica, colonne portanti del team Speedy Nonsolotetti, della bici, pare proprio che non voglia più fare a meno. christian da quanto tempo pratica ciclismo?«Io sono giunto a fare la prima uscita in bici il 30 maggio del 2010. La prima volta che sono salito in bici pesavo 120 chili, oggi ne peso 87. È stato un cambio radicale di vita. Il grazie principale lo devo a mia moglie Simona, se non fosse stato per lei non sarei mai riuscito a portare avanti questa passione. È nata grazie a Veronica e Fiorenzo che mi hanno sostenuto anche nei momenti peggiori, quando volevo mollare. Il mio ingresso nella Speedy è stato grazie a loro.»

Quindi la motivazione non è stata preva-lentemente sportiva?

«Sono da sempre stato una persona negati-va, mi sono spesso buttato giù, mentre quella della bicicletta è stata una sfida con me e l’ho vinta alla grande, ho perso ben 33 chili, quan-do il mio sport prima era il divano. Io non riu-scivo più a vedermi per com’ero, ma l’incontro con il ciclismo è stato più che altro fortuito: a mezzogiorno, quando ero nei cantieri, facevo pausa caffè e andavo al bar da Veronica ed in quel locale non si faceva altro che parlare di biciclette e di uscite, così ho pensato di sa-lire in sella, o almeno provare, utilizzando una vecchia bicicletta di mio fratello. Ebbene, in quella prima uscita – il 30 maggio, appunto – ho fatto ben 80 chilometri.»

che sensazione ha provato?«Non sentivo la stanchezza fisica quando sono tornato a casa, così il fine settimana dopo sono uscito di nuovo in bici. Quando salivo in bici scaricavo tutta la tensione, era un modo per liberarmi di tutto, di tutti i pensieri. Poi ho iniziato a stressare Veronica per entrare

in squadra, lei mi diceva di aspetta-re gennaio 2011 che sembrava non arrivare mai, sembrava sempre più lontano. Nel frattempo mi ren-devo conto che calavo di peso, nonostante man-giassi normalmen-te. Sentivo che

stavo bene e più andavo in bici e più questa sensazione aumentava.»

partecipa alle Granfondo più per puro divertimen-to che per la ricerca del risultato...«Mi rendo conto che il risul-tato si ottiene facendo un certo tipo di allenamento, con costanza e lavoro pro-grammato; per quel che mi riguarda, il tempo che mi ri-mane tolto lavoro e famiglia lo dedico alla bici, quindi esco più che altro per sta-re in compagnia. Peraltro è davvero bello il clima che si

respira in questo team, perché anche in gara, sai che i tuoi arriveranno prima, perché alcu-ni sono davvero forti, ma non ti fanno sentire ultimo. La Speedy è un gruppo di amici che va in bici per stare insieme, si parte insieme e si torna insieme. È chiaro che quando ci si mette un numero sulla schiena, occorre spin-gere, ma tutti fanno parte del gruppo e, finita la gara, si torna di nuovo tutti uguali.» Ha ideato un’iniziativa molto particolare legata alla sua 500, ce ne vuole parlare?«Sono un pazzo furioso che ogni tanto ha delle idee un po’ stravaganti. Mia moglie dice che quando tiro fuori un’idea, costi quel che costi, riesco sempre a realizzarla. È nata durante la notte, mentre dormivo e mi dicevo che è sem-plice fare un’ammiraglia con macchine grandi. Al risveglio mi son detto: perché non farne una con una macchinina di rappresentanza della squadra, con una 500? Così l’idea ha preso forma grazie all’appoggio di Cristian Domeni-coni, il presidente e mia moglie. Inizialmente si parlava di una Smart, ma sarebbe stata troppo piccola, quindi, sul pullman verso la Granfondo di Roma, è stata avvallata la proposta di una 500. È la miniammiraglia della Speedy, sarà dura caricarci delle bici, ma è la nostra mascot-te e credo che dal 2013 la si potrà vedere in giro. Sarà bianca coi loghi degli sponsor ed il nostro topino… Poi, volendo c’è posto per altri sponsor che ci vorranno sostenere.» peraltro, il logo della squadra non è solo sulla 500…«In effetti non mi sono limitato a questo. Il to-pino l’ho tatuato anche addosso, sul cuore. Il tatuaggio, segno indelebile del mio attacca-mento a questo team, l’ho fatto nel maggio 2011, ad un anno dal mio inizio. Mi ha cam-biato la vita questa squadra. Sulla schiena poi, ho Peter Pan e Trilly, io sono Peter e mia moglie e le bimbe di 3 e 5 anni, rappresentano Trilly, ed anche questo ha un significato molto importante per me.» Quali sono i programmi o i progetti per il 2013?«Non pianifico a lunga scadenza, ma improv-viso, mi sveglio, mi alzo e la vivo giorno per giorno. Quanto alle idee stravaganti, ne ho una in mente, la sto pensando e se riesco vedremo. Sono un po’ il Peter Pan dei giorni nostri, non riesco a smettere di sognare, ma in fondo… è bello così.»

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IIl sipario sul Canalone Miramonti di Madonna di Campiglio rimane aper-to, la pista della 3Tre utilizzata dai veloci atleti di Coppa del Mondo ora è “terra di conquista” dei tanti turisti che affollano la famosa località trentina.Si sono spenti invece i riflettori sull’evento ed è tempo di primi bilanci ed analisi. La gioia del successo della 3Tre rimane, come rimane negli organizzatori un velo di tristezza per la perdita di Lanfranco Bertocci, un prezioso collaboratore, vittima di un malore a bordo pista.Il rientro dopo sette anni di assenza dalla Coppa del Mondo non era semplice, sia dal punto di vista logistico-organizzativo che dal punto di vista tecnico. I tempi si evolvono, ed aver mantenuto “allenato” il team con le gare di Coppa Europa è servito. Si è lavorato molto ed i risultati ci sono stati, estremamente positivi, per alcuni versi addirittura oltre ogni aspettativa. La risposta è venuta dal paese e dai campigliani che con pazienza hanno vissuto la fase preparatoria ed hanno accolto con entusiasmo

atleti e tifosi. Se ne è avuta una prima manifestazione all’estrazione dei pettorali alla vigilia della gara: tantissime persone, più di un migliaio di giovanissimi, tifosi, curiosi e turisti ad affollare piazza Sissi, il cuore di Campiglio, per acclamare gli atleti che il giorno dopo si sono sfidati tra i paletti della 3Tre. L’ulteriore risposta di pubblico c’è stata la sera della gara: difficile stimare con certezza, ma sicuramente oltre 10.000 persone si sono presentate lungo il Canalone Miramonti, in un tripudio di bandiere e tifo da stadio.Anche dal punto di vista tecnico, chapeau all’Italia, queste le parole di Gunter hujara, responsabile della Coppa del Mondo di sci maschile: «Campiglio è rientrato definitivamente in calendario e sarà sempre in notturna. È stato un grande spettacolo, su una pista perfetta. Bravi. Complimenti a tutti». L’esperienza degli addetti alla pista è risultata fondamentale, la neve ed il freddo che hanno avvolto la Val Rendena nei giorni precedenti

la gara sono stati la ciliegina sulla torta, complici di un piano risultato poi perfetto. La macchina organizzativa non ha avuto inceppamenti. Il quartier generale al PalaCampiglio è stato il polmone che ha ossige-nato i media (200 i giornalisti giunti da tutto il mondo), coordinato le presenze e ospitato i meeting FIS e FISI. Insomma, verrebbe da dire che l’Italia ci sa fare. L’ApT, la Società Funivie, il Comune di Pinzolo e quello di Ragoli, tut-ti hanno contribuito con entusiasmo. Naturalmente ad ApT e Funivie va il ringraziamento più forte: la produzione della neve e la continua assistenza agli uomini impegnati nella preparazione della pista hanno determinato il successo, così come il personale e la struttura dell’ApT hanno dedicato anima e corpo all’organizzazione soprattutto nelle figu-re di Loredana Bonazza e Matteo Bonapace, che hanno coordinato la segreteria generale. Ma il vero cuore, l’anima delle 3Tre, sono stati loro: i 200 volontari impegnati su tutti i fronti.Il presidente Lorenzo Conci prima di entrare nel vivo del bilancio vuole spendere ancora due parole in ricordo di Bertocci: «è stato per tutti noi uno shock, una situazione molto delicata, impensabile… che ti lascia una profonda tristezza addosso».«In quanto al bilancio tecnico – prosegue Lorenzo Conci – la prepara-zione della pista, grazie ad Adriano Alimonta ed ai suoi uomini, è stata perfetta. Il Canalone Miramonti si è dimostrato nuovamente una delle piste più belle al mondo, le dotazioni tecniche adeguate, insomma tut-to è filato liscio.» Ovviamente ci sono anche altri aspetti del bilancio, a caldo, che sono positivi: «quella del pubblico – sono ancora parole di Lorenzo Conci – è stata una piacevole sorpresa. Tutti noi sognavamo una buona risposta, ma nessuno osava immaginare un risultato simile. I biglietti sono anda-ti esauriti, e sinceramente in quest’area qualche problemino c’è stato. Code alle entrate, e un po’ di confusione. L’afflusso, più forte del previ-sto, ci ha colto impreparati ed in questo dobbiamo migliorare. Ma poter lavorare su questo aspetto dà grande gioia. Ne è rimasto piacevolmente sorpreso anche il responsabile della Coppa, Hujara. In ogni settore ci sono piccoli dettagli su cui lavoreremo, ci mancherebbe, ma sostan-zialmente abbiamo vinto la difficile sfida di riproporsi dopo 7 anni e non risultare inferiori agli altri. Vogliamo ringraziare tutti quelli che sono venuti perché solo grazie alla loro presenza la 3Tre è stata un successo». Info: www.3trecampiglio.it

maDonna DI camPIGlIo scI & camPIonIa cura di neWSPoWeR

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pRiMi Bilanci a calDo peR la 3TRe hUJARA, SORPRESO DA TANTO PUBBLICO, FA I COMPLIMENTI AL COMITATO ORGANIZZATORE. IL PRESIDENTE CONCI: BILANCIO POSITIVO A LIVELLO TECNICO E ORGANIZZATIVO. LO SPORT CONQUISTA CAMPIGLIO: A MIGLIAIA SUL CANA-loNe miramoNti. uNica Nota triste la scomparsa del preZioso collaboratore bertocci.

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Manfred Moelgg

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David Van Orsdel, Beltain Schmid, Fabian Rabensteiner.Si arricchisce la colonia dei Team UCI sul suolo nazionale con l’avven-to di Focus XC Italy Team, una squadra costituita da tre giovani atleti che hanno indossato nell’ultimo anno la divisa della nazionale italiana distinguendosi ai recenti mondiali di Saalfelden (Austria). Soddisfatto il management Focus che vuole elevare il prestigio del proprio marchio in Italia, ma anche in Europa dove il Focus XC Italy Team concentre-rà buona parte della stagione agonistica disputando le prove cross country di Coppa del Mondo.

Di altissimo livello la rosa degli atleti che vede Andrea Righettini, trenti-no, classe 1992, il più “anziano” del parco atleti dal punto di vista ago-nistico. Già campione italiano allievi nel 2008, medaglia di bronzo nella categoria juniores nel 2010 e medaglia d’argento alle olimpiadi giovanili di Singapore. Nel 2012 campione regionale Veneto cross country nella categoria under con cinque centri, di cui uno nella classifica assoluta e tanti buoni risultati, compreso il 5° posto al campionato italiano di Lugagnano Val d’Arda (PC). La prestazione di Righettini che in molti ricordano in questa stagione è sicuramente il 19° posto in maglia az-zurra al campionato del mondo di Saalfelden (Austria) conquistato con una gara tutta in salita partendo dalla 92a posizione (pettorale 103). Alla firma del suo primo vero contratto professionale ha espresso la sua soddisfazione con una frase che suona come una sfida, in perfetto stile Righettini: «Ripagherò questa fiducia a suon di risultati».

Beltain Schmid. Classe 1994 il suo nome e cognome sono un mix di celtico e tirolese. È un atleta balzato agli onori delle cronache sportive nel 2012. Nel 2009 e nel 2010 nella categoria allievi, il giovane ha sa-puto attirare a sé l’interesse dei media con le prime vittorie nella Coppa Italia, nella Sudtirol Cup e il 5° posto nel campionato italiano. Dal 2011 al 2012 da juniores è stato un crescendo di successi tra i quali vale la pena ricordare la leadership e la vittoria finale agli Internazionali d’Ita-lia, ma soprattutto, l’ingresso nella top ten della classifica generale nelle pro-ve di Coppa del Mondo disputate a Nove Mesto Na Morave (CZE) e ai campionati europei di Mosca (RUS), la maglia di campione italiano di Lugagna-no Val d’Arda (PC) e la maglia iridata Team Relay. Senza dimenticare il 9° posto al mondiale 2012 di Saalfelden (Austria). Beltain Schmid afferma: «Tutto è arrivato così in fretta; la ma-glia azzurra, trico-lore e iridata, quasi fosse stato un so-gno che, però, non

ho nemmeno avuto il tempo di realizzare in tutta la sua interezza. Quello che per ogni atleta può essere il bottino ottenuto nell’intero arco di una carriera agonistica per me è arrivato nell’arco di 30 giorni circa. Che dire, ripetersi è sempre difficile ma in un ambiente che mi ha già offerto grandi stimoli, chissà!!!».

Last but not the least, un altro corregionale, Fabian Rabensteiner. Clas-se 1990, ha esordito recentemente nel mondo del fuoristrada ed è già ai vertici delle classifiche nazionali. Il 2008 segna il suo esordio tra le ruote grasse con alcune vittorie in blasonate granfondo. Nel 2009, nel-la categoria Under 23 ha conquistato il 2° posto assoluto alla Cortina-Dobbiaco e alla Ischgl Ironbike Short, ripetuto anche nel 2010 che è stato il suo ultimo anno nella categoria Under 23 ed è stata la stagione della consacrazione nel mondo delle granfondo con il 1° posto asso-luto alla Valdinon Bike, il 2° posto assoluto alla Südtirol Dolomiti Super-bike 60 km, la top five nelle prove degli Internazionali d’Italia a Chies d’Alpago e a Montichiari, nonché il 4° posto al campionati italiano di Lugagnano Val d’Arda (PC). Nel 2011, ha ottenuto un significativo 10° posto assoluto alla Vecia Ferovia. Questi sono solo alcuni dei migliori risultati ottenuti, che gli sono valsi la convocazione al Mondiale Cross Country di Saalfelden (53°). Dopo la firma ha dichiarato: «Sono sod-disfatto della scelta che mi consente di gareggiare in competizioni di altissimo livello».

Completano, per il momento, la rosa degli atleti David Van Orsdel, at-leta elite statunitense classe 1984 e alcuni giovani Juniores. Il team manager Giovanni Munari dice: «Siamo molto soddisfatti della firma di queste giovani promesse. Le aspettative sono molto alte e siamo con-vinti che con queste scelte, almeno per il momento, abbiamo creato le condizioni necessarie per affrontare nel migliore dei modi il programma tecnico 2013».

Un contributo si-gnificativo arriverà anche dai mezzi che verranno mes-si quanto prima a disposizione dei piloti. Sono i mo-delli Focus Raven 29, Raven 26 e l’innovativa Raven 650B equipaggia-te con forcelle e route DT-SWISS, componenti FSA, selle Fi’zi:k, pedali Crankbrothers e coperture Conti-nental. Gli atleti po-tranno poi contare sulla leggerezza, la performance e l’af-fidabilità dei caschi Limar, la tecnicità dell’abbigliamento GSG e il supporto che garantisce la perfetta efficienza energetica degli in-tegratori Racer.

FOCUS XC ITALY TEAMIl marchIo Focus suI campI dI gara pIù prestIgIosI

È STATO PRESENTATO UFFICIALMENTE IL TEAM UCI ChE NEL 2013 AFFRONTERà LE GARE DI CROSS COUNTRy DI COPPA DEL MONDO, PORTANDO IL MARChIO FOCUS SUI CAMPI DI GARA PIù PRESTIGIOSI.

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LLLo teniamo in vita con la lettura. Qualche volta con la scrittura. E poi con la rilettura. Il nostro caro Cop-pi. E ogni volta è una scoperta che emoziona. Anche quando ci prova un appassionato, come lo siamo tutti, di lui, di Coppi, di quel ciclismo. Come lo è Vincenzo Ledonne che si dedica a trovare, spulciare, ricercare cose scritte dette o non dette, comunque tramanda-te, che lo riguardano. Verificando la fonte. La notizia. Come si deve.

Non saranno forse del tutto esatte le cose scritte e trovate su Coppi? Ci pensa Ledonne che è andato a verificare, esercitando la minuziosa e faticosa arte della ricerca. Un grimpeur della verità assoluta. Se mai fosse possibile. Fatto sta che sono lì anche loro, le sue pagine, in una nuova edizione, con il solito (o insolito lo scopriremo leggendo) omaggio al Campionissimo. Che arriva a Natale!

A testimoniare aneddoti ricordi viaggi di un ciclismo che non è vero che non c’è più: è fra noi. Vivo. Come Coppi. Un atto d’amore che continua e semina. An-che in libreria, messo lì da Gesù Bambino, in arte As-sociazione Fausto e Serse Coppi, che ha voluto pro-muovere, con un nuovo progetto di sostegno, questo lavoro editoriale di Vincenzo Ledonne.

Titolo: Il Campionissimo. Editore: Luigi Pellegrini. Pagine: 696 pagine. Formato: 21x29,7. Illustrazioni: 50 illustrazioni. Tiratura di 1000 copie (costa 40,00 euro). Si può richiedere anche attraverso l’Associa-zione Fausto & Serse Coppi (per i soci 25 euro mail: [email protected]).

Vincenzo Ledonne, calabrese, classe 1939, offre un volume con un timbro di originalità che l’Associazio-ne che si dedica alla memoria, anche culturale, di Fausto & Serse Coppi, comprende al volo. Claudio Pesci, il presidente di questa Associazione che si muove fra il Piemonte (la sede manco a dirlo è Castellania) e l’Emilia (terra di Pesci e di un numero importante di tesserati sostenitori), ha regalato anche una delle sue pennellate di poesia: l’acquarello in copertina.

Si intitola “Per una lontana carezza”. Fausto accarezza il pubblico (forse del Vigorelli) con un mazzo di fiori iridati… È già disegnata in questo acquarello di Pesci la storia, la cultura del ciclismo che non finisce e che lui dipinge un po’ per tutti noi. Su una copertina, su un bigliettino di auguri natalizio, su un calendario, persino un murales: quello di Castellania. Andate a vederlo.

Coppi è vivo anche per questi tocchi di sensibilità e per questo ultimo libro che gli è dedicato. Non è così Maestro? «È un inno d’amore che si rinnova, anche senza tanta retorica, ciclicamente almeno una o due volte l’anno. – ci dice Pesci – E tutto accade in maniera naturale. Sembra incredibile, si pensa sempre a celebrare i miti attraverso un

anniversario, i dieci, i venti, i trenta, i quaranta e i cinquanta anni tra-scorsi ‘senza’ e invece il rito del ricordo per Coppi o per i Coppi non ha tempi né regole. La nostra associazione, è nata proprio per con-tinuare a tenere questo filo teso e ricco d’iniziative culturali e quando possibile benefiche, è proprio un punto di raccordo. Concreto. Tenta, anche quando non è facile, di aggregare attorno a questa memoria. Che va detto è bella, spontanea, semplice e anche istruttiva. Punto, quest’ultimo, che di questi tempi sembra assumere maggiore valore e un ruolo fondamentale. Per il nostro amato ciclismo».

Coppi è dunque di nuovo nelle pagine di un volume presentato a Tortona, il 15 dicembre, con il suo intimo e sentito “club” di appas-sionati irriducibili. Prossima presentazione e relativo raduno di Cop-piani, irriducibili, eroici e no, sarà a Bologna. In gennaio. Al centro Vincenzo Ledonne e la sua storia, quella di stanare storture e cose sbagliate, ma sostanzialmente riproporre la vicenda immensa del Campionissimo.

coPPI È VIVo In lIbrerIa

Un ReGalo Di naTale

a cura di LUCiana Rota

uN Nuovo volume sulla viceNda appassioNate del mito del campioNissimo. opera di viNceNZo ledoNNe, il VOLUME È PATROCINATO E PROMOSSO DALL’ASSOCIAZIONE FAUSTO & SERSE COPPI.

twitter @lucianarota

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TTempo di… saldi con Trentino MTB. Il circu-ito in fuoristrada della provincia di Trento fe-steggia quest’anno il suo quinto compleanno, e con le feste messe in archivio scatta ora il tempo dei saldi. Dal punto di vista del calen-dario, la prima prova in programma è la Val-diNon Bike del 12 maggio, c’è tempo direte voi, ma il tempo è anche denaro e di questi tempi… è meglio cogliere le offerte al volo. Offerta uno: dal 1° gennaio sono ufficialmente aperte le iscrizioni cumulative alle sei gare di quest’anno, ed ecco i primi vantaggi, perché iscrivendosi a tutte le competizioni il risparmio è sensibile rispetto al registrarsi gara per gara. Fino al 6 maggio si può ritirare il tagliando a

trentIno mtb 2013

confeRMe e noViTà e offeRTe speciali peR i TeaMs

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CIRCUITO TRENTINO AL VIA IL 12 MAGGIO CON LA VALDINON BIKE. SI ChIUDE CON LA 3T BIKE IN VALSUGANA A METà OTTOBRE. REGOLAMENTO DEFINITO E ISCRIZIONI IN PARTENZA IL 1° GENNAIO PROSSIMO. PIù SIAMO MENO PAGhIAMO: offerta speciale team.

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tutte le prove con uno sconto del 15%, che in cosiddetti soldoni corrisponde al versare 132 Euro invece di 156, cui va aggiunto anche un gadget personalizzato del circuito in omaggio.Offerta due: in Trentino, più siamo meno pa-ghiamo. Per la quinta edizione del challenge il comitato organizzatore di Trentino MTB ha deciso di richiamare a sé un gran numero di appassionati, confezionando un’offerta im-perdibile per i team che si iscrivono con più di 6 atleti. Fino a 6, infatti, si versa la quota intera, da 7 a 12 scatta il “3x2”, ovvero ogni 3 concorrenti uno riceve l’iscrizione gratuita. Oltre i 13, l’offerta diventa ancora più allettante con il “2x1”, ogni due iscrizioni una è gratis. Il “gioco di squadra” insomma conviene e il po-sto giusto dove trascorrere alcune domeniche tra maggio e ottobre sono gli sterrati trentini, tra sentieri in quota, single track in mezzo al bosco e verdi praterie dove la parola d’ordine è divertirsi sui pedali. A proposito di calendario, si parte come detto dalla ValdiNon Bike di Cavareno, in Alta Val di Non, domenica 12 maggio. Lo start quest’an-no sarà un paio di settimane più tardi rispetto alla passata edizione di Trentino MTB (anche per il fatto che le gare sono sei invece di set-te), ma come tradizione vuole, saranno i 40 km tra meleti, frutteti e canyon di roccia ad aprire le danze. Dalla Val di Non, il passo sarà breve verso gli Altipiani di Lavarone e Luserna dove il 16 giugno scatterà la 100 km dei Forti, come sempre abbinata al 1000Grobbe Bike Challenge che prevede altre due belle pedala-te venerdì 14 e sabato 15, sempre a Lavarone e dintorni. Trentino MTB legge quest’anno un evento al mese per sei mesi, ed ecco quindi la Lessinia Bike all’interno del Parco dei Lessini trentini il 28 luglio, cui seguirà solo una settimana più tardi (4 agosto) la Vecia Ferovia dela Val de Fiemme, sempre sui binari dell’antico trenino che un tempo collegava la Valle dell’Adige (da dove parte la gara nel centro di Ora) alla vallata dolomitica. La Val di Fiemme è senza dubbio

tra i luoghi più sportivi del Trentino, visto che da decenni è anche sede di grandi eventi in-vernali, come la Marcialonga di Fiemme e Fassa (27 gennaio 2013), il Trofeo Topolino di sci di fondo (19-20 gennaio 2013) o i Campio-nati del Mondo di sci nordico, organizzati per la terza volta in Trentino, dal 20 febbraio al 3 marzo prossimi. Nel mese di settembre Trentino MTB profu-merà di Coppa del Mondo con la Val di Fassa Bike 2013 (8 settembre), che per la seconda volta consecutiva è inclusa nel calendario del-la UCI MTB Marathon Series, la Coppa del Mondo marathon, e richiamerà pezzi da no-vanta a pedalare tra Moena e gli oltre 2000 metri dell’Alpe di Lusia. La chiusura del circuito è confermata in Valsu-gana con la 3T Bike del 13 ottobre, dove si

conosceranno i nuovi vincitori assoluti e delle varie categorie. Dal punto di vista del regolamento, per il 2013 non ci sono variazioni di peso rispetto all’anno passato. Ci sarà la Classifica dello Scalatore sui tratti in salita (riservata agli abbonati alle 6 gare), si potrà diventare Friend of Trentino MTB e ricevere il premio speciale finale (se si portano a termine tutte le prove in calendario) e, per quanto concerne la 100 km dei Forti e la Val di Fassa Bike, si potranno guadagnare punti sia sul percorso Classic che sul Mara-thon (questo, con coefficiente di calcolo 1,50).Dal sito ufficiale www.trentinomtb.com è pos-sibile rintracciare tutte le informazioni su come iscriversi, e se siete parte di un team occhio ai saldi. La corsa verso Trentino MTB è ufficial-mente cominciata.

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la caMpionessa paola pezzo

con la GioVane pRoMessa seRena calVeTTi

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surfing shop - Rotonda Cadorna, 9 - 48016 Milano Marittima (Ra) - t. 0544 995187 - w. www.surfingshop.net

torPaDo nearco 27.5disponibile in pronta consegna presso il nostro show room di Milano Marittima

la “Virtù sta nel mezzo”

yader Zoli, presentando la Nearco, esordisce citando Il pioniere della mountain bike Gary Fisher il quale sostiene che le ruote più grandi consentono performance migliori, grazie al fatto che riducono l’angolo di attacco (quindi facilitano il passaggio di ostacoli) e la porzione di contatto del copertone risulta maggiore. Anni di competizioni con le 26” uniti ai vantaggi della ruota più grande, hanno permesso a Torpado di sviluppare la 27,5”. Questa evoluzione, unisce i vantaggi della 29” (stabilità, sicurezza nell’affrontare l’attraversamento di ostacoli) mante-nendo accelerazione, agilità e leggerezza della 26”.

La 27,5” Torpado, è il frutto di un lavoro di squadra, dove le idee nascono dalla passione e da chi ha fatto della sua passione un mestiere. Studio, progettazione e sviluppo della Nearco si sono svolti all’interno dell’azienda con scrupolosità e particolare attenzione ai test effettuati dal Team Ufficiale Torpado UCI.

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VIenI a ProVarle Presso Il nostro shoWroom!

flu:7 race

la nuova famiglia della serie “7”, che caratterizza le bici con ruote da 27,5”, è stata

ideata per l’agonista che vuole utilizzare questo

telaio leggerissimo sia per il cross country che

per le Marathon e non accetta nessun compromesso

in termini di peso ed efficienza. la geometria è studiata

per chi ricerca la velocità pura unita ad una rigidità unica.

sistema press fit, passaggio cavi interno e sterzo conico

sono le caratteristiche tecniche principali.

DIsPonIbIleIn Pronta conseGna

DIsPonIbIleIn Pronta conseGna

astra 2013

bIcIclette bassoBiciclette da competizione realizzate in fibra di carbonio di nuova generazione. forme aerodinamiche capaci di resistere agli sforzi più intensi. estetica e funzionalità al servizio dei ciclisti più esigenti.

www.alicebike.it

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oltre l’ostacolo

fRW sYRaH caRBon x, peR caValcaRe l’onDa Della 29”«SIAMO ITALIANI, LE TRADIZIONI SONO AL CENTRO DELLA NOSTRA VITA E DEL NOSTRO LAVORO. SIAMO EMILIANO-romagNoli, la velocità e la cura artigiaNale faNNo parte di Noi. siamo ciclisti, da sempre progettiamo biciclette per realiZZare i Nostri sogNi.»QUESTO È CIò ChE SI LEGGE NELLE PRIME PAGINE DEL CATALOGO 2013 DI FRW E QUESTA È LA FILOSOFIA CON LA quale claudio brusi, presideNte di freeweeliNg, e il suo staff lavoraNo per far sì che questi sogNi diveNtiNo realtà.

Qil test:Quando Claudio Brusi, nel luglio 2010, mi invitò alla presentazione della nuova gam-ma di biciclette FRW, salii per la prima volta su una MTB da 29”. Si trattava della Syrah in alluminio, una MTB coraggiosamente innovativa, che cercava di farsi largo in un mercato ancora agli inizi che stenta-va a credere in questo nuovo progetto. Oggi, invece, la situazione è cambiata, e di molto. Infatti, quasi tutte le aziende hanno in catalogo almeno un modello da 29”, alluminio o carbonio che sia, e la tendenza delle “ruotone” ha preso piede a tal punto che tra i biker persiste il dubbio: 26” o 29”?, spesso motivo di discussione e di contrastanti pareri.Una volta trovato il giusto equilibrio tra la geometria del telaio e le grandi ruote dal diametro maggiorato, per i costruttori non è stato difficile far capire e apprez-zare un nuovo modo di pedalare fuori strada. Basta salire in sella a una 29” per accorgersi della differenza e degli in-dubbi vantaggi che ci possono essere: io l’ho provato con la Syrah Carbon X, entry level dei modelli in carbonio (sono 4 quelli proposti e 2 quelli in alluminio) nel nuovo catalogo 2013 di FRW. Una bicicletta che, nella sua semplicità, rac-chiude tutto ciò che serve per potersi di-vertire sfruttando la sua buona stabilità e la minore resistenza al rotolamento dei suoi pneumatici.Se per i modelli in alluminio si può pen-sare a un utilizzo più “turistico” che ago-nistico, la Syrah Carbon X può essere usata tranquillamente in modo promi-scuo, rivolto anche all’agonismo. Peso contenuto nella media, un discreto alle-stimento base, grafica in puro stile FRW, senza fronzoli e sempre ben curata, la Syrah Carbon X è una MTB che consi-glio anche a chi vuole cimentarsi in qual-che competizione, a patto che il biker abbia una buona preparazione atletica, che gli consenta di spingere le ruotone senza troppo affanno. Perché spingen-dola come si deve questa MTB confer-ma sin dalle prime pedalate tutte le sue potenzialità e le sue credenziali di “gran-de sportiva”.

in evidenza:Nel corso di una delle mie uscite test ho volutamente spinto le possenti ruotone della Syrah Carbon X su un sentierino al-quanto impervio, pieno di sassi nascosti

dal fogliame e di fango, e dalla pendenza impegnativa. Mentre in passato sullo stesso sentiero affrontato con una 26” mi dovetti inevitabilmente arrendere, appoggiando un piede a terra, questa volta l’ho superato con

a cura di RobeRto Zanetti [email protected]

test bike

foto MicHele Dansi

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decisione e senza eccessi-ve difficoltà. Premesso che per affrontare certe situa-zioni serve “la gamba buo-na”, il passo che una 29” come la Syrah Carbon X è in grado di dare allo svilup-po metrico della pedalata fa sicuramente la differen-za, consentendo al biker di superare ostacoli anche insidiosi con meno fatica.

Da rivedere:Ritengo che sia una MTB che possa dare grandi soddisfazioni, a patto che si abbia una discreta dimestichezza nella guida off road. L’accentuata sensibilità dello sterzo e le vibrazioni che si sentono direttamente nella zona centrale del telaio suggeriscono di non farsi prendere troppo la mano nella guida, per non compromettere la propria prestazione, se in gara, o una piacevole uscita di gruppo.

Manopola sinistra Ritchey, comandi Shimano SLX e leva comando al manubrio Lockout

Parte terminale della forcella Rock Shox Recon Gold e freno a disco anteriore

caratteristiche Tecniche

- Telaio: Carbonio Monoscocca Swing Arm UD- cambio: Shimano XT- Guarnitura:Shimano XT- freni: Shimano SLX- forcella: Rock Shox Recon Gold- serie sterzo: fsa- attacco manubrio:Ritchey Comp- Manubrio:Ritchey Comp- Reggisella: Ritchey Comp- sella:Selle Italia Nekkar- Manopole:Ritchey- cerchi:Shimano MT55- coperture:Ritchey- pedali:Shimano 520- portaborraccia:Race One- Borraccia:frw- Taglie: S-M-L-XL- colori:Black/White (come in foto)- peso bici completa (come in foto): 12,1 kg completa di pedali e portaborraccia

Forcellino d’attacco e pinza frenante posteriore firmata Shimano SLX

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consigli per l’acquisto, perché comprarla?Syrah è una delle uve rosse più nobili, da cui si ottengono ottimi vini, dall’aroma frut-tato e dal gusto pieno, robusto, corposo. Così sono i materiali con cui è stata co-struita la Syrah Carbon X da 29”: un telaio in carbonio monoscocca con valori STW (Stiffness To Weight) incrementati media-

mente del 20% – secondo i riscontri dei tecnici di FRW – rispetto a una MTB tradizionale. E come Syrah, che è un vino pregiato, anche l’omonima MTB non è da meno. Non lo dico da esperto di vini, ma di bici, ovviamente...

il produttore e Distributore per l’italia:Freewheeling sncVia Barsanti, 1048124 Fornace Zarattini (RA)Tel. +39 0544 461525Fax. +39 0544 462096E.mail: [email protected] site: www.freewheeling.it

accessori e materiali utilizzati per il test

Gli accessori e i materiali che ho usato per il test sono:- casco: Giro mod. Savant www.giro.com- occhiali:Tifosi mod. Podium S Gloss Carbon www.tifosioptics.com- abbigliamento: Giordana by Team Peruffo www.giordana.com- strumentazione: Mio Cyclo 105 hC www.miotecnology.com- scarpe: Vaude Placid RC www.vaude.com

in vendita a partire da:Già disponibile da novembre 2012.

Tempo di consegna:Pronta consegna.

prezzo:2.299,00 euro al pubblico (IVA inclusa).

Visuale dell’ampio “arco” alto del carro posteriore

FRW Syrah Carbon X

test bike (effetto speciale in movimento)

foto MicHele Dansi

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NNella sala del C.A.O.S. di Terni si è assistito ad un entusiasmante Gran Galà della MTB con numerosi spunti per il futuro, ma anche con qualche rammarico. È stato un pomeriggio memorabile, quel-lo che si è trascorso sabato 1° dicembre a Terni, in occasione della premiazione del Cir-cuito “Sentieri del Sole e dei Sapori”, rappre-sentante del girone centro degli All Star della MTB italiana.Un pomeriggio nel quale si è respirata l’aria di amicizia, che le società organizzatrici sono ri-uscite ad imprimere, grazie al loro lavoro ed al grande impegno profuso per tutta la stagione.Una location, quella del C.A.O.S., di altissimo livello: di fatto, una sala conferenze ricava-ta all’interno di un vecchio stabilimento che, abbandonato, è stato abilmente riconsegna-to alla città sotto forma di struttura moderna e museo di arte contemporanea, nel quale il pubblico può tranquilla-mente entrare ed ammirare le opere esposte. Una specie di laboratorio vivo dedicato agli artisti, in cui si me-scolano molte passioni e molte atti-vità, come quella della premiazione di un evento di MTB che ha coinvol-to centinaia di bikers del centro Italia.Molte le autorità presenti alla pre-miazione, dall’ Assessore allo Sport di Terni, Renato Bartolini, al Presi-dente della FCI regionale Umbra, Carlo Roscini, accompagnato dal collega, Presidente Provinciale FCI, Giorgio Masini. Non è stata una premiazione nor-male, quella svoltasi a Terni, poiché non limitata al solo protocollo de-dicato ai bikers, ma arricchita, nel momento centrale della giornata – che diverrà storico per la MTB italiana – dal passaggio del testimone, inteso come location per la finale All Star, tra Montalcino e San Gemini.Un passaggio cruciale, che sancisce l’impor-tanza di questo progetto che sta coinvolgen-do anche ciò che gravita attorno al ciclismo, vale a dire le Amministrazioni locali, che ormai hanno colto l’impatto che questo evento por-terà nei vari territori.In un primo momento, il Presidente Roscini, a nome della FCI, ha consegnato il gagliardetto ricordo ai rappresentanti del Bike Montalcino,

che lo porteranno al loro Sindaco in ricordo delle due finali organizzate nel 2011 e 2012, mentre Giancarlo Cesaretti, Presidentissi-mo dell’ASD La Base, si è visto consegnare il testimone, che verrà a sua volta recapitato al Sindaco di San Gemini, Leonardo Grimani, assente per malattia.Terminato questo importante momento, si è passati alle premiazioni delle società, dei win-ners e dei brevettati del Circuito “Sentieri del Sole e dei Sapori”, in occasione delle qua-li, grazie al dj, si è assistito ad un fuori pro-gramma simpaticissimo, durante il quale tutti

i premiati e le autorità hanno bal-lato assieme sul palco, sommersi dagli applausi del folto pubblico presente.L’unico rammarico è stato il do-ver registrare la presenza di nu-merosi premiati, giunti da ben cinque regioni italiane e tuttavia l’assenza sul podio di alcuni vin-citori, provenienti proprio dalle società ternane.Terminata la premiazione dei

“Sentieri”, accompagnati da Riccardo Sgam-motta e Paolo Scappiti, veri trascinatori del circuito, si è passati all’assegnazione dei rico-noscimenti per il circuito Steel Valley, dedicato alla Valle dell’Acciaio, poiché Terni impronta la sua economia su una delle più grandi acciaie-rie italiane che prevede circa 3000 dipendenti con un indotto di 20.000 persone.Un pomeriggio stupendo e ricco di allegria, let-teralmente “volato” visto il clima respirato, gra-zie all’ospitalità ed alla simpatia degli organiz-zatori, che hanno capito il vero spirito che deve contraddistinguere questo tipo di attività.

Il testImone all star Passa a san GemInI

senTieRi Del sole e Dei sapoRi

a cura di GianLUCa baRbieRi

A TERNI, GRANDE FESTA DEI “SENTIERI DEL SOLE E DEI SAPORI”. IL GRAN GALÁ DELLA MTB LANCIA LA SFIDA ALLE ammiNistraZioNi locali, sempre più iNteressate a questi eveNti che coiNvolgoNo taNtissimi appassio-Nati di ciclismo.

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Giancarlo Cesaretti riceve il testimone da Montalcino

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DDalla sede di Calcinelli, in provincia di Pesaro-Urbino, il 53 11, si è recentemente trasferito in via Cavallotti 31/A a Fano. Un territorio ben più orientato verso la bicicletta, da utilizzare per vivere la città ed il tempo libero, e che dallo scorso 24 novembre ha accolto il ritorno a casa di Davide Tonucci, titolare dello store.

Davide per quale ragione è avve-nuto il trasferi-mento e quanto ha inciso il voler tornare a casa?«Siamo partiti da Calcinelli ed ora siamo a Fano, una città che cono-sco molto bene, anche e soprat-tutto perché è la mia terra natale. La ragione del trasferimento è dovuta primaria-mente al fatto che qui la bicicletta viene utilizzata per il 90 per cen-to per muoversi in città, è abbastan-za evidente infatti la presenza di un numero superiore di bici a spasso per il paese. La risposta che ab-biamo ottenuto è stata peraltro molto positiva, anche tenendo conto del fatto che non ci troviamo in un periodo tipicamente da uscita in bici, ma ab-biamo già notato un numero superiore di clienti ed un movimento molto rilevante nella nostra direzione.»

Da chi è gestita l’attività?«Da me, Davide Tonucci e dal mio socio Matteo Angelini che si occupa della parte officina e meccanica con grande compe-tenza. Questo ci permette di offrire un servizio a 360 gradi alla nostra clientela.»

per quel che riguarda la parte tecnica, Davide, che tipo di con-sulenza offre?«Sicuramente riesco, vista la mia esperienza ultraventennale di ciclismo ad alti livelli, a consigliare il mezzo per affrontare una stagione agonistica e mettere in sella ragazzi che hanno voglia di fare ciclismo. Il negozio ha peraltro una squadra amatoriale su strada che frequenta medio e granfondo e poi tutte le corse in circuito

per regione Marche e Romagna. Siamo una quarantina di tes-serati, dunque siamo anche aumentati quest’anno. L’apertura del negozio a Fano permette di avere un punto di riferimento e di ritrovo più vicino, dal momento che siamo tutti di questa zona.»

Matteo, qual è il punto di forza dell’officina?«A parte la ma-nutenzione ordi-naria della bici, ci occupiamo di as-sistenza per quel che concerne i gruppi più diffusi, come Shimano ad esempio, su tutti i tipi di ruo-te, poi laddove offriamo lo stu-dio della postura in bici, seguiamo anche la parte dinamica per un miglior assetto in pedalata. Per quel che mi ri-guarda, ho mes-so sul tavolo la mia passione per il ciclismo prati-cato con quella per la meccani-ca in generale e posso dire che

con questi due ingredienti, i risultati ottenuti in officina sono mol-to buoni.»

Quali sono i marchi venduti?«Tra i maggiori, BH e Fuji per le bici e poi SH+, Vittoria, i-Stylesport per quel che concerne gli accessori, abbigliamento, caschi e oc-chiali. Poi siamo venuti a Fano per lavorare anche con la bici com-merciale da passeggio, ampliando la nostra gamma anche con il marchio Regina.»

la novità è il telaio a marchio cinquantatreundici, quali sono le sue specifiche?«Sicuramente tanta esperienza, perché Matteo a livello meccani-co ed io per l’aspetto agonistico, abbiamo lavorato duramente. Con questo marchio, a Fano, ci siamo resi conto che non esiste alcun punto di vendita così tecnico e puntiamo al massimo della performance per i nostri clienti. Per quel che attiene il telaio, ci rivolgiamo ad artigiani che ce li realizzano su misura e con que-sto possiamo garantire il massimo comfort ai nostri clienti.»

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VI Presento Il mIo shoWroom

53 11 il nUoVo pUnTo Di RifeRiMenTo peR il ciclisTa

a cura di niCoLetta bRina

DAVIDE TONUCCI E MATTEO ANGELINI PER LA “SECOND LIFE” DELLO STORE, OGGI TRASFERITOSI DA CALCINELLI A FANO. OFFICINA SPECIALIZZATA E CONSULENZA DA “PRO” SONO I MARChI DI FABBRICA DI 53 11 ChE NELLA NUOVA collocaZioNe apre i batteNti aNche alla bici da passeggio.

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Matteo angelini lo specialista in assistenza meccanica

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urban trenDs

GiRo e Tifosi, coppia D’assi

a cura di RobeRto Zanetti

ECCO DUE DEGLI ACCESSORI ChE RITENGO ASSOLUTAMENTE INDISPENSABILI PER IL CICLISTA: CASCO E OCChIALI. TRA tutti, il casco savaNt di giro e i modelli podium e veloce degli occhiali tifosi rappreseNtaNo uNa valida PROPOSTA E CON UN OTTIMO RAPPORTO QUALITà/PREZZO NEL VASTO CATALOGO DI FREEWhEELING, DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA DEI DUE RINOMATI BRAND AMERICANI.

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Savant di Giro è un casco di buona qua-lità, molto ventilato (provato e certifica-to, come tutti i prodotti Giro, nella galle-ria del vento), che offre ottimo comfort e protezione totale alla testa. Consiglio il Savant a tutti quei ciclisti che amano cimentarsi in particolare sulle lunghe di-stanze. Infatti, grazie alla sua leggerez-za, all’aerazione garantita dai 25 fori nel-la calotta e alla comodità di regolazione del sistema di chiusura Roc Loc 5, è un casco comodissimo, che fa traspirare molto bene il cuoio capelluto, tanto che rispetto a molte altre marche e modelli ho rilevato (e apprezzato) personalmen-te che quando lo indosso, anche in al-lenamenti intensi, la testa non mi suda.

il produttoreGirowww.giro.com

il Distributore per l’italiaFreewheeling sncVia Barsanti, 1048124 Fornace Zarattini (RA)Tel. +39 0544 461525Fax +39 0544 462096E-mail: [email protected] site: www.freewheeling.it

consigli per l’uso e la manutenzione:

Per la manutenzione del casco savant di Giro il mio consiglio è quello di non lasciarlo mai nelle vicinanze di fonti di

calore dirette o indirette. Inoltre, è ne-cessario pulirlo periodicamente con un panno morbido, acqua e sapone neutro. Evitare nel modo più assoluto ammonia-ca o prodotti a base di solventi.

caratteristiche Tecniche

savant• Peso: 238 gr• 25 prese d’aria per la ventilazione• Costruzione In-Mold• Copertura in policarbonato• Ionos Roll Cage, sistema di aggiustamento Roc Loc 5 per una perfetta vestibilità• Colore: Matte Black/Charcoal, White/Silver, Matte Black/Red, Navy Blue/Blue, Bright Green/Silver e hightlight yellow• Taglie: M (55-59 cm), L (59-63 cm), XL solo per colore Matte Black/Charcoal e White/Silver• Prezzo: euro 85,00 al pubblico (IVA inclusa)

Casco Giro Savant (colore Hightlight Yellow) e occhiali tifosi Veloce Gloss Carbon indossati durante una delle prove su strada

Casco Giro Savant

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Freewheeling da un paio d’anni sta com-mercializzando sul mercato una linea di occhiali sportivi molto accattivanti e dal prezzo davvero competitivo. In queste ultime settimane, in particolare, ho avu-to in prova i modelli Podium e Veloce Gloss Carbon con lenti fotocromatiche: calzata perfetta, grande leggerezza.Caratterizzati da una piccola fessura laterale che permette la ventilazione dell’aria e ne evita l’appannamento, gli occhiali Podium e Veloce hanno lenti

in policarbonato resistenti, infrangibili e garantite negli anni. Le lenti fotocro-matiche che ho avuto in prova hanno la principale caratteristica di ridurre l’affaticamento visivo, limitando l’abba-gliamento e i repentini cambi di luce, e consentendo una visione chiara e nitida della strada e degli eventuali ostacoli in essa presenti. Utilizzabili anche nel bo-sco con la mtb.

Il ProduttoreTifosiwww.tifosioptics.com

Il Distributore per l’ItaliaFreewheeling sncVia Barsanti, 1048124 Fornace Zarattini (RA)Tel. +39 0544 461525Fax +39 0544 462096E-mail: [email protected] site: www.freewheeling.it

caratteristiche Tecniche

podium s Gloss carbon:• Peso: 29 gr• Lenti fotocromatiche• Nasello regolabile• Terminali delle astine regolabili in gomma idrofila• Montatura in Grilamid TR90 leggero• Prezzo: euro 79,95 al pubblico (IVA inclusa)

Veloce Gloss carbon:• Peso: 28 gr• Lenti fotocromatiche• Nasello regolabile• Terminali delle astine regolabili in gomma idrofila• Montatura in Grilamid TR90 leggero• Prezzo: euro 79,95 al pubblico (IVA inclusa)

consigli per l’uso e la manutenzione:

Gli occhiali Tifosi podium e Veloce, invece, non richiedono una particolare manutenzione, se non la normale puli-zia delle lenti, per la quale suggerisco di utilizzare un apposito panno antigraf-fio in microfibra evitando di strofinarle, per esempio, con fazzoletti di carta o scottex. Per lavarli, usare sempre e solo acqua e sapone neutro. Dopo aver-li indossati, consiglio di riporli sempre nell’apposita custodia, al riparo da urti e luce in eccesso.

occhiali tifosi Podium S Gloss Carbon con lenti fotocromatiche

occhiali tifosi Veloce Gloss Carbon con lenti fotocromatiche

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foto neWspoWeR canon

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LLei è Monica Amati, quarantaseienne cese-nate, commessa in un panificio-pasticceria e mamma di due ragazzi, Francesca di 17 anni e Matteo di 13. È una ciclista piena di verve e grinta, della scuderia di Alice Bike di Cesena. Per lei, la passione per la bici ha due anime e due storie diverse, una legata alla strada e l’altra legata alla mountain bike, ma uno stesso filo conduttore: l’entusiasmo e la passione, condite dalla voglia di metter-si in gioco.

Monica, per lei, quella per la bici, è una passione in due tempi… «In effetti sì, dal momento che ho scoperto la bici da strada circa una ventina di anni fa: ho cominciato con un gruppo di amici e mi sono via via appassionata. Poi, per ragioni di famiglia, con i figli, la casa e tutto il resto, l’ho messa da parte per poi scoprire nuova-mente la bici tre anni fa. Solo che non era più la stessa – da strada, intendo – ma quel-la da mtb. Alcune amiche mi ci hanno tra-scinato, io onestamente ero un po’ tituban-te, ma poi un’uscita tira l’altra e il gruppo è divenuto sempre più unito e la passione per le ruote grasse ha finito per soppiantare quella per la strada, sebbene vada ancora, di tanto in tanto.»

Quindi meglio la mtb?«Assolutamente sì, è un altro modo di fare escursionismo, non sei sulla strada dove devi stare sempre attenta a tutto, la mtb ti dà uno spazio di divertimento notevole, poi ti godi l’uscita in maniera diversa. È certa-mente più impegnativa, ma se sai superare le paure, ti lasci insegnare, poi diventa an-cora più bello questo sport.»

eppure si dice che sia il primo amore a non dimenticarsi mai…«In questo caso, è il secondo (ride, ndr.) ed è anche recente. Onestamente, non pensavo mai di trovarmi ad affrontare di-scese così dure e ripide, anche vedendo mio marito che è più esperto, invece trovo il coraggio e le faccio. Torno a casa dal-le escursioni, anche se cado, e mi sento davvero soddisfatta, amo quel brivido che avverto quando affronto situazioni impe-gnative, vada come vada.»

la descrivono come una sorta di leader nell’ambito del gruppo di alice Bike,

impegnata ad organizzare escursioni, è così?«Non so come sia accaduto, fatto sta che le altre ragazze, mamme come me, si sono affezionate a me, si fidano molto, quindi se lancio un’idea, è raro che non mi seguano, evidentemente ho suscitato in loro sicurez-za. Complice di ciò, anche il fatto di aver memorizzato molto bene gli itinerari. Capita quindi spesso di organizzare le escursioni e basta un passaparola perché le ragazze, circa una quindicina, sulle trenta persone del gruppo, siano pronte ad uscire. Poi ma-gari, se io non sono disponibile, mi premu-

ro di trovare qualcuno che le accompagni. Evidentemente con me si divertono e si sentono sicure. E questo non può che farmi piacere. Poi è davvero bellissimo il clima ed il gruppo che si è formato.»

cosa si augura nel 2013?«Il mio più grande desiderio – e spero di co-ronarlo quest’anno – sarebbe quello di riu-scire a lanciarmi in una discesa impegnativa, senza avere la minima paura, lasciandomi andare come fanno in tanti, come fanno gli uomini. Più in generale, un 2013 ancora più ricco di escursioni. Mi diverto proprio!»

monIca amatI

Una MaMMa spRinT

a cura di niCoLetta bRina

uNa veNtiNa di aNNi fa, la passioNe Nasce iN sella alla bici da strada, poi la famiglia toglie tempo ai pedali e SOLO 3 ANNI FA, LA SCOPERTA DELLE RUOTE GRASSE ED IL FUOCO SI RIACCENDE, PIù VIVO DI PRIMA. SOTTO LE INSEGNE DI ALICE BIKE, ECCO ChE “IL SECONDO AMORE NON SI SCORDA MAI”.

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Monica amati in un’escursione

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AA Oggiona Santo Stefano si rinnova il ricordo di un grande amatore varesino, Orfeo Pivot-to, prematuramente scomparso nel 2005, ma sempre presente nella memoria di chi gli è stato amico. A lui è dedicata la tradiziona-le manifestazione di ciclo cross, nata grazie a quegli amici che aveva scelto come compa-gni d’avventure, capeggiati dal patron Claudio Masnaghetti con il super apporto del vice pre-sidente di Varese Silvano Migliorin.Una centuria i partecipanti con il gota del cicli-smo lombardo e i migliori esponenti novaresi, tradizionali confinanti del comitato bosino.Doveroso iniziare dalla gara che ha entusia-smato per qualità e combattività, quella dei veterani, con i fratelli Angelo e Orlando Borini, il pavese Davide Bertoni e l’atleta di casa Ales-sandro Monetta: i quattro si sono dati battaglia per tutti i giri in programma, con i fratelli Borini che alternativamente cercavano di attaccare il favorito Davide Bertoni, unico del quartetto a correre in difesa, e non è stato di certo a guar-dare il generosissimo Alessandro Monetta.Al suono della campana, dopo l’ennesimo tentativo di Angelo, è Orlando Borini che af-fonda il colpo risolutore, quando ritorna sul viale d’arrivo, Bertoni si deve accontentare del posto d’onore dietro al vincitore che in venti-quattro ore ha messo nel cassetto due sonan-ti vittorie, alle loro spalle volata per podio con

Alessandro Monetta che la spunta per meno di mezza ruota su Angelo Borini.Tra i senior, un terzetto al comando, poi nelle fasi finali il portacolori della Newsciclismo.com, Mirko Pinton, riesce a mettersi dietro Grazia-no Bonalda, l’eterno rivale, e Marco Colombo.Continua la striscia positiva per il cadetto Andrea Bonollo che, dopo le diciannove vittorie su strada, sta dominando anche la stagione crossistica, anche in virtù del fatto che il rivale più ostico della passata stagione, Gianluca Pivotto è passato junior, andando a vincere la categoria, precedendo Massimo Pagani.Nella categoria femminile, la tricolore Barbara Fanchini fatica non poco nel tenere a debita distanza la campionessa europea Sabrina Bellati, pur dominando la giornata.Tra i meno giovani Angelo Tosi si riprende la leadership, contrastato nelle fasi iniziali da un ottimo Roberto Slanzi e poco più indietro da Roberto Stagnoli, mentre nei super “A” Lucio Pirozzini deve vedersela con Flavio Somma-ruga che solo ventiquattro ore prima lo aveva battuto nella gara novarese.Lotta aspra conclusa solo con un’incertissi-ma volata, e come testimoniano le foto, solo pochi centimetri danno ragione al portacolori dell’ASD Albertoni, Lucio Pirozzini su Flavio Sommaruga che, con una bella rimonta, lo

supera tuttavia solo una decina di cm dopo la fettuccia.Sorprende il pluri campione italiano Claudio Guarnieri che, con una frattura alla clavicola rimediata a settembre, è già in grado di su-perare due quotati avversari come Vincenzo Vezzoli e Antonio Garbo.Premiazioni per tutti con Silvano Migliorin (5° class.) in veste di organizzatore, coadiuvato da Graziella e Claudio Masnaghetti, fiori per Lina Pivotto, ristoro con torte caserecce in un clima di assoluta sobrietà, una giornata di quelle che si vorrebbe vivere più spesso.

cIclocross In rIcorDo DI orfeo PIVotto

oGGiona sanTo sTefano, oMaGGio aD Un aMico

a cura di aRnaLDo [email protected]

LA MANIFESTAZIONE DI CICLOCROSS NATA IN RICORDO DI ORFEO PIVOTTO, SCOMPARSO NEL 2005, CONFERMA IL SUC-cesso iN fatto di pubblico e livello degli atleti. a spuNtarla, la faNchiNi tra le doNNe e tra i veteraNi, uN agguerritissimo orlaNdo boriNi.

DonneBarbara Fanchini – GarbagnateseSabrina Bellati – ClamasShamanta Profumo – Borgodalese

DebuttantiRiccardo Rimoldi – Team 99Edoardo Rimoldi – Team 99

cadettiAndrea Bonollo – BesaneseManuel Ballini – Bulgaro in biciMattia Lunardi – Besanese

JuniorGianluca Pivotto – ClamsMassimo Pagani - Autocar MozzateFederico Gemme – Makako Team

seniorMirko Pinton – NewsciclismoGraziano Bonalda – UslenghiMarco Colombo – Battistella

VeteraniOrlando Borini – AlbertoniDavide Bertoni – Planet BressanaAlessandro Monetta – Uslenghi

GentlemenAngelo Tosi – CasaleseRoberto Slanzi – BionicRoberto Stagnoli – Comazzo

super aLucio Pirozzini – AlbertoniFlavio Sommaruga – New TeamAldo Allegranza – Albertoni

super BClaudio Guarnieri – RizzottoVincenzo Vezzoli – BesaneseAntonio Garbo - Besanese

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«La storia dello sport del nostro Comune è legata principalmente a Rocky Marcia-no e Rocky Mattioli, due pugili di cara-tura internazionale, che hanno trovato la loro dimensione in altri stati. Noi – spiega Gabriele Marchesani, team manager della Kyklos Abruzzo – pur coscienti di non essere in grado di raggiungere la no-torietà e i successi di questi due pugili, abbiamo costruito una formazione cicli-stica amatoriale capace di ben figurare nel panorama nazionale granfondistico e regalare ai nostri sostenitori importan-ti successi. Siamo abituati a combatte-re e non ci tireremo indietro, seppur nel rispetto dei regolamenti, per portare il nome di Ripa Teatina in tutta la peniso-la. Quest’anno abbiamo raddoppiato gli sforzi e il 2 giugno organizzeremo la Me-diofondo ‘Rocky Marciano – Città di Ripa

Teatina’. Una manifestazione organizzata in collaborazione con l’Amministrazione comunale, retta dal primo cittadino Igna-zio Rucci.»Nella prossima stagione, la società assu-merà la denominazione di Team Kyklos Abruzzo – nelle scorse stagioni era Val di Foro Kyklos – scelta dal presidente Mar-co Piersante «perché evidenzia il legame con il territorio regionale da cui ha origini il sodalizio e lo sponsor tecnico Kyklos, azienda di Danilo Di Luca». Definita an-che la nutrita rosa della formazione ama-toriale che avrà in Dmitry Nikandrov il suo capitano, Giuseppe Muraglia, Francesco Scarsella, Alessandro De Gasperi, Artur Krol, Omar Pierotti e Aurelio Di Pietro formeranno il gruppo di ciclisti capaci di imporsi su qualsiasi terreno. Oltre alla passione e audacia di Salvatore Di Pip-

po, Andrea Ceccarossi, Mario Gasbarro, Domenico Addesi, Luigi Paolini, il Re del-le gare contro il tempo, Lucio Raimondi, Dario Orsini, Marco Gialloreto, Janathan Ciavattella, Gabriele Marchesani, Angelo Arigliani, Renzo Mele e Sonia Gironelli.«Il nostro è ormai considerato un top team per quel che riguarda l’attività fondistica, capace di conquistare qualsiasi succes-so su scala nazionale e internazionale – continua Marchesani – per questo nel programma gare abbiamo inserito clas-siche di prim’ordine come la Granfondo Laigueglia, Milano-Sanremo, Granfondo Eddy Merckx, Granfondo Scott Desenza-no, Granfondo Felice Gimondi e la nostra Mediofondo Rocky Marciano, oltre alle manifestazioni che si svolgono in Abruz-zo, le prove della Coppa Abruzzo e diver-se gare su strada.»

KyKlos Abruzzo

il teAM che picchiA duro

a cura di Mirko D’AMAto

EREDITÀ LOCALE DI UN TERRITORIO, QUELLO DI RIPA TEATINA, CHE HA DATO I NATALI A ROCKY MARCIANO E A ROCKY MATTIOLI, IL TEAM AMATORIALE GUIDATO DA MARCHESANI SI PREPARA NEL 2013 A DARE FILO DA TORCERE AGLI AVVERSARI SU TUTTI I TERRENI.

[email protected]

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il team kyklos Abruzzo con il campione Danilo Di Luca titolare del marchio kyklos

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PPer poter meglio descrivere Alessandro Al-legretti, occorrerebbe vederlo all’opera. La sensazione immediata è data dall’impossi-bilità di cogliere la linea di separazione tra il ragazzo e la sua bicicletta, tanto quest’ultima ne diviene il naturale prolungamento. Sulla sua piccola e scattante bici da trial, Alessan-dro sale e scende dai muretti, cavalca lette-ralmente i corrimano delle scalinate, compie evoluzioni degne del miglior funambolo. E la cosa che più colpisce è quella facilità che tra-smette e che nasconde invece anni e anni di esercizi. Eppure lui, di anni, ne ha appena 18 anche se può già dirsi un trialista navigato.

Alessandro, giovanissimo, cosa fai nella vita?«A 18 anni, sono proprio nel pieno della gio-vinezza. Sono di Carpegna, un piccolo paesi-no dell’entroterra marchigiano nella provincia di Pesaro-Urbino. Attualmente frequento il quinto anno del Liceo Scientifico di Sasso-corvaro, anche se per uno sportivo non è proprio la scuola più adatta!»

Quando e come hai iniziato?«Ho iniziato circa 7 anni fa, all’età di 11 anni, grazie a mio padre che, possedendo una moto da trial, mi ha trasmesso questa passio-ne: quando si andava ad allenare, lo seguivo con la mia mtb e cercavo di imitarlo. Un gior-no, siamo andati ad una gara di moto trial e ho visto 2 ragazzini che stavano praticando trial con le bici: non mi sembrava vero esistesse-ro delle biciclette fatte apposta per quel che volevo fare io. Ho chiesto immediatamente informazioni e in breve tempo ne abbiamo ac-quistata una, più simile ad una Bmx che ad un BikeTrial.»

Quali sono le qualità essenziali per que-sto sport?«Diciamo che questo è uno sport davvero completo perché servono numerose qualità sia fisiche che psicologiche: dal punto di vi-sta fisico, occorre soprattutto tanta potenza e forza esplosiva, agilità, equilibrio, ma anche tanta resistenza. Dal punto di vista psicologi-co, invece occorre tanta tanta concentrazione,

ma soprattutto tanta costanza e forza di volontà, elementi che forse sono es-senziali in ogni tipo di sport.»

Quanta conoscenza della bici ci vuo-le, quanto feeling per questo tipo di disciplina?«Il feeling con la bici è estremamente importante, perché per avere sicurezza devi conoscerla alla perfezione e sa-perla gestire in ogni situazione.»

Quanta dose di sangue freddo e incoscienza? «È vero ogni tanto ci sono dei momen-ti in cui anche io mi sono sentito un po’ incosciente per alcune cose che ho fatto, però tante situazioni che ad un occhio esterno sembrano da inco-scienti, per noi trialisti, dopo anni e anni di allenamenti, diventano la normalità.»

com’è cambiata la tua città sotto le tue ruote da trial? «Diciamo che della mia attività sporti-va ne hanno risentito in special modo i muretti del mio paese, che usandoli come ostacoli di allenamento, in alcuni casi ne hanno fatto le spese. Mi sento tuttavia davvero fortunato ad abitare a Carpegna, perché è in una zona che of-fre tantissime opportunità per allenarsi.»

Qual è il tuo campo d’allenamento?«Il campo di allenamento ufficiale è casa mia: qui negli anni ho allestito un vero e proprio campo trial con una grande varietà di osta-coli (bancali, tronchi, ostacoli in cemento, gomme, travi ecc.) ma come già accennato, anche il territorio ci offre numerose zone in cui allenarci su ostacoli naturali.»

Fai parte di una squadra e da chi sei allenato?«Attualmente faccio parte del GS Mondo-bici di Fermignano, che colgo l’occasione di ringraziare tantissimo per il sostegno che mi ha garantito in quest’annata. Inoltre, sono seguito per quanto riguarda la preparazione fisica, una volta sceso dalla bici, da Tomaso Mazzoli (preparatore atletico) a cui forse devo attribuire un gran merito per i risultati che mi ha fatto ottenere fino ad ora.»

capitolo risultati, appunto: nel 2012 Vice campione italiano di Bike trial e 4° ai campionati del Mondo…«Questa stagione agonistica credo la ricor-derò per sempre: innanzitutto sono riuscito a coronare un grande sogno, quello di salire sul podio in una gara di livello mondiale, ciò inoltre è avvenuto nell’ultima gara di Campionato del Mondo svoltasi a Sonico (Brescia). Poi, anche se non sono riuscito ad aggiudicarmi il titolo di Campione Italiano, sono comunque contento perché ho vinto 3 gare su 5; purtroppo essen-do arrivato in una gara 2° e nell’altra 4° a cau-sa di problemi ad una spalla, per 3 punti mi è sfuggito il titolo italiano. Ciò nonostante è stata indubbiamente una stagione da incorniciare e ne sono davvero soddisfatto.»

hai vinto altri titoli in passato?«Mi sono aggiudicato per due volte il titolo di Campione Italiano, tre di vice-campione Ita-liano, ho vinto per ben 2 volte la Coppa Italia e nel 2009 ho ottenuto un 2° posto in Coppa Europa.»

Sono tantissimi i ragazzi che praticano questo sport, come mai secondo te? «È uno sport che effettivamente sta prenden-do piede anche in Italia anche se in altri Stati come Spagna, Francia o Rep. Ceca è molto più popolare. Comunque era inevitabile che attecchisse anche nel nostro territorio, è così affascinante e spettacolare che nessun ap-passionato di sport estremi sarebbe riuscito a resistere.»

AlessANdro Allegretti

doVe FiNiSce lA Bici ed iNiZiA il triAliStA?

a cura di NiCoLEttA BriNA

DICIOTTO ANNI, IL TITOLO DI VICE CAMPIONE ITALIANO E, SEMPRE NEL 2012, UN 4° POSTO AI CAMPIONATI DEL MONDO. UNA BUONA DOSE D’INCOSCIENZA, MA ANCHE TANTI SACRIFICI. IL LICEALE SPERICOLATO CHE SALE E SCENDE DAI MU-RETTI DI CARPEGNA, IN SELLA ALLA SUA BICI, CONFESSA: «IL CAMPO D’ALLENAMENTO? L’HO RICREATO DIETRO CASA».

[email protected]

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L’atleta Alessandro Allegretti

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UUn infortunio a seguito di una caduta in moto, la riabilitazione e l’incontro (di nuo-vo) con la bicicletta. L’enduro lo rapisce durante l’estate e la pedalata diventa sempre più frequente, così come la voglia di cimentarsi in questa nuova specialità. Ed i risultati per Nicola Casadei, 23enne di San Marino, non si fanno attendere. Lavora come magazziniere presso la ditta Nuvolari di San Marino che si occupa di ricambi d’auto d’epoca. Per lui, giovanis-simo, il destino ha riservato una seconda possibilità, regalandogli una carriera che aspettava solo di essere inaugurata.

Nicola, com’è avvenuto l’incontro con la bici?«Direi in due tempi, nel senso che a 14 anni ho ini-ziato a fare downhill ed ho continuato fino ai 17. Ero forte, nel senso che ho vin-to due italiani, 15° ai Mon-diali in Nuova Zelanda, 21° in Scozia. Poi ho avuto qualche scontro con la Federazione sammarine-se ed ho mollato. Mi sono dedicato alla moto, pre-valentemente all’enduro. Fatto sta che quest’anno mi sono rotto i legamenti del ginocchio, in maggio, e mi sono ritrovato a do-ver fare riabilitazione. Mi è stata prescritta la biciclet-ta come terapia. Così mi sono accorto che la voglia di pedalare c’era ancora, in più mi son reso conto che i problemi fisici che avevo andando in moto, sparivano completamente utilizzando la bici. Così mi sono tesserato con il Gra-vity Team di San Marino.»

com’è andata la stagione?«Ho proseguito durante l’estate in bicicletta e nel mese di luglio, dato che cominciavo a stare meglio, ho voluto tentare con una gara di cross country, mi

sono divertito molto e da quel momento ho capito che il mio desiderio era quello di tornare in bici. Ho ricominciato ad allenarmi di più, poi ho fatto altre due gare di cross country, la Rampiconero e a Folgaria, la Megabike, con gli amici, più che altro per stare in compagnia. Intorno a settembre, ho sentito che il ginocchio stava meglio, le visite mi hanno dato buone notizie, così mi sono lanciato in altre gare di enduro, come l’Enduro Bike Cup ed un’altra competizio-ne che ho vinto. Poi, a fine ottobre, un ami-co mi ha proposto di partecipare a Finale Ligure al Super Enduro: sono arrivato 12° assoluto e 6° tra gli italiani.»

complessivamente una stagione piena di sorprese, quindi?«È stata una stagione particolare, perché non stavo andando bene con la moto ed è stato come se l’infortunio mi avesse ripor-tato lungo una strada che avevo lasciato. L’ultima parte della stagione mi fa dire di essere stato molto contento di aver la-sciato la moto ed essere tornato alla bici.»

crosscountry, enduro e downhill, in-somma la strada e la comodità non ti piacciono…«Assolutamente no. Il fascino è stare a contatto con la natura, in più la bicicletta

mi dà sensazioni che non mi dà nient’altro, otten-go soddisfazioni, e poi il fatto della competizione è una molla che mi spinge a continuare, mi stimo-la sempre a far meglio. Io ce la metto tutta per fare un buon risultato. Se devo essere sincero, tra tutte le discipline è l’enduro quel-lo che mi piace di più. La prossima stagione infatti la dedicherò di più a questa specialità che sento più nelle mie corde, insieme al cross country. Insomma, mi piace fare della fatica.»

Nel 2013 correrai con il team torpado Surfing Shop, come mai?«A novembre mi hanno contattato. Claudio, il re-sponsabile del team, già avevo avuto modo di co-noscerlo quando facevo downhill, sono capitato da lui per caso a novembre e, parlando, gli ho raccontato di aver ricominciato. Lui era a conoscenza del risultato che avevo ottenuto a Finale Ligure, ne abbiamo parlato e mi ha detto che cercava un atleta per l’enduro ed il cross country. E così, farò parte del team Super Enduro, con la voglia di salire sul podio.»

NicolA cAsAdei

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il giovane atleta Nicola Casadei in azione

Page 145: iNBiCi magazine- anno 5 - Numero 1 - Gennaio 2013

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«S«Sala gremita al limite della capienza», avreb-be detto il mitico Sandro Ciotti, durante un suo commento ad una partita di calcio. Una serata importante, non solo per gli eventi sportivi illustrati, ma anche per la location – lo Sportler di Sile (TV) – scelta da Eugen Messi-na e Bettina Ravanelli, il duo promotore della serata, tutta dedicata alle prestigiose gare a tappe, proposte da Bike & More per la sta-gione 2013.Non c’è che dire, la vera protagonista è stata sicuramente la Milenio Titan Desert By Gaes, la gara a tappe che si terrà in terra marocchi-na, dal 28 aprile al 3 maggio prossimi e che vedrà prorogata l’iscrizione a costo agevolato fino al 15 gennaio, per i bikers italiani.A presentare la manifestazione, giunto diretta-mente dalla Spagna, il Responsabile Tecnico della RPM, la società organizzatrice della Ti-tan, Manuel Tajada che, con l’ausilio di emo-zionanti immagini video, ha potuto trasmette-re quanto di affascinante questa gara potrà offrire ai bikers che tenteranno l’avventura. Presenti in sala anche Marzio Deho e Massi-mo De Bertolis, il primo già reduce da questa avventura e che il prossimo 24 marzo, assie-me all’amico altoatesino, correrà in coppia la prima edizione della Tran Tunisie Marathon (www.ttm-marathon.com), la gara a tappe or-ganizzata dall’italiano Luigi Veronese – questi peraltro assente alla serata poiché in Tunisia per preparare l’appuntamento – molto noto nel mondo delle ruote grasse perché già co-

ordinatore logistico del circuito Nazionale IMA Scapin. La gara si svolgerà più precisamente a Yasmine, un luogo da sogno, con percorsi montuosi e tutti da scoprire, quasi inediti, con partenza ed arrivo nel medesimo posto. Tornando alla Milenio Titan Desert, sono stati presentati i numeri: ben 170 le persone che seguono la carovana, un elicottero e 40 auto, un gruppo radio e uno staff medico di prim’ordine.La cosa più emozionante, però, è stato as-sistere a cosa riesce a fare questa importan-te manifestazione, assieme alla Fondazione Repsol, in quei territori: l’aiuto concreto agli ammalati, soprattutto ai disabili, è stato qual-cosa che ha lasciato di stucco tutta la platea.Oltre a Marzio Deho, esperto di gare a tap-pe in giro per il mondo, che ha dato una sua importante impressione sulla manifestazione, anche Michela Ton, biker che ha girato mez-zo mondo, ha definito la Millenio, «un’espe-rienza indimenticabile».

Ecco le gare a tappe attualmente ufficializzate a Bike & More:

21.01.2013 - 26.01.2013trANS ANdeS chAlleNGe 2013 cile patagonia

03.03.2013 - 08.03.2013MouNtAiNS to BeAch 2013 Australia

24.03.2013 - 29.03.2013trANS tuNiSie MArAthoN 2013

04.04.2013 - 07.04.2013BiKe FeStiVAl GrAN cANAriA 2013

28.04.2013 - 03.05.2013MileNio titAN deSert BY GAeS 2013

30.05.2013 - 02.06.2013BeSKidY MtB trophY 2013 polonia a 4 tappe

30.05.2013 - 02.06.2013AlpeNtour trophY 2013 Austria Schladming

05.07.2013 - 07.07.2013ZillertAl BiKe chAlleNGe 2013 Austria Zillertal

13.07.2013 - 20.07.2013crAFt BiKe trANSAlp 2013 già iscritti 15 team Bime & More per il 2013

28.07.2013 - 02.08.2013SudetY MtB chAlleNGe 2013 polonia una settimana

19.10.2013 - 27.10.2013crocodile trophY 2013 Australia

Oltre a queste gare a tappe, l’unica gara italiana per la MTB, attualmente ufficializ-zata da Bike & More, è la riconfermata Tre-malzo Superbike, che si terrà a Tremosine (BS) il prossimo 13 ottobre. Info su www.bikeandmore.it

uNA PerlA MArocchiNA trA i gioielli di biKe&Morea cura di GiANLuCA BArBiEri

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Debuttanti - G. Maria Renzi - Cobran TeamCadetti - Mattia Capece - KTM Forti e LiberiJunior - Matteo Tiberi - MondobikeSenior - Roberto Manna - Cingolani Veterani - Loris Leardini - Euro BikeGentleman - Marco Calise - Valle del ConcaSupergentl. - Serafino Zannoni - Valconca Ottica BiondiDonne - Manuela Di Giuli - Team Bike Valconca

La classifica finale di Società ha visto la vittoria del TEAM COBRAN seguito dalla A.S.D. VALLE DEL CONCA e dal TEAM BIKE VALCONCA

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CAMPIONATO INVERNALE MTB - CICLOCROSS DELLA ROMAGNAMemorial Sergio Mazza

I VINCITORI DELLE MAGLIE DEL CAMPIONATO INVERNALE MTBEnrico Gasparri - Mattia Massi - Emanuele Bucci - Enrico Tiberi

Loris Leardini - Patrizio Bartolucci - Serafino Zannoni assieme al Presidente Provinciale di Rimini Valeriano Pesaresi ed al Coordinatore Regionale Romeo Casadei

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La classifica finale di Società ha visto la vittoria del TEAM COBRAN seguito dalla A.S.D. VALLE DEL CONCA e dal TEAM BIKE VALCONCA

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SSarà TDS, il service che fornirà i chip attivi su tutto il circuito, ma i bikers scopriranno l’Italia nascosta che tutto il mondo ci invi-dia: dal Monte Baldo, sul versante verone-se del Lago di Garda, alle colline parmensi, fino alla Val di Merse, a pochi chilometri da Siena. Un tour su sei regioni, ma ben stu-diato a livello stradale. Toscana e Veneto le due regioni protagoniste.Eccoli, finalmente sono arrivati gli Italian MTB Awards, anche quest’anno sostenuti dal marchio che mese dopo mese sta im-perversando in tutta Italia, la Scapin.Una grande soddisfazione per il comita-to organizzatore del circuito che, oltre alle grandi novità in termini di sedi di tappa,

sta mettendo a segno importanti colpi sul piano delle sponsorizzazioni. Sono di fatto confermati quasi tutti gli sponsor dei due anni precedenti, ma con l’innesto di alcune aziende a livello internazionale che rende-ranno ancora più appetibili gli “Oscar” della MTB italiana.Il primo – già presentato in quel di Vignola, durante il Gran Galà – è stato Miche, ma a breve saranno presentati tutti gli altri che si affiancheranno al quartetto del comitato or-ganizzatore IMA che girerà per mezza Italia.In fase di definizione anche i premi che, in linea di massima, resteranno invariati, specie nella classifica Team, quindi i maxi montepre-mi rimarranno una peculiarità del circuito.

Ci sarà poi un’altra novità in casa IMA: il cronometraggio unificato. Sarà infatti TDS, Timing Data Service, che gestirà in toto le iscrizioni del circuito, onde evitare i nume-rosi problemi di classifica derivanti dai cro-nometraggi diversificati.È volontà del comitato organizzatore di cir-cuito, anno dopo anno, mettere un tassello a favore della qualità.In questo modo, i bikers avranno a loro di-sposizione una pagina classifiche dedicata, nella quale, cliccando sul proprio nome, potranno visionare i risultati ottenuti in tutte le tappe, con i tempi di gara e gli interme-di, ma non solo: il sistema che verrà mes-so in campo, darà la possibilità di vedere

ArrivA il “cicloNe” iMA scAPiN

toScANA e VeNeto le due reGioNi protAGoNiSte

a cura di GiANLuCA BArBiEri

NOVITÀ PER IL CALENDARIO MTB SEMPRE PIÙ RICCO DI NOVITÀ. PER L’EDIZIONE 2013 DEL CIRCUITO DEDICATO ALLE RUOTE GRASSE, LE TAPPE A CRONOMETRAGGIO UNIFICATO, SI RINNOVANO ED ECCO CHE SPUNTANO ANCHE VERO-NA, PARMA E SIENA COME PROVE DA NON PERDERE.

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immediatamente a fine gara le classifiche, mediante il proprio telefono o tablet, senza dover attendere l’esposizione cartacea del-le classifiche; inoltre, non servirà acquistare alcun chip, poiché verrà installato diretta-mente sul numero di gara.Altra importante novità sono le tappe che comporranno gli IMA Scapin 2013. Con-ferma sul loro numero – saranno ancora nove, cui s’aggiunge la finale All Star di San Gemini Terme (TR) – ma quest’anno partiranno dalla Toscana e non più dal Friuli, quindi grande rilevanza anche per il circuito dei circuiti, cioè gli All Star.Abdicano la Graspalonga e Franciacorta Bike, che pren-deranno un anno sabbatico, mentre un arrivederci va agli amici della Vecia Ferrovia, con i quali rimane grande amicizia, ma l’incompatibilità tra circui-ti, ha reso impossibile il prose-guo della collaborazione. Come detto, gli IMA Scapin sono come selezionatori delle squadre di calcio: l’obiettivo è quello di portare i bikers su nuove tappe, nuovi percorsi e nuove zone tutte da scoprire, attraverso gare di alto livello tecnico, con ottimi fondamentali, ma che, per mancati inserimenti in circuiti di richiamo, non sono mai riuscite a proporsi al grande pubblico delle “ruote grasse”. Ecco l’arrivo di tre gare bellissime, già visionate dal comitato orga-

nizzatore Ima e che daranno un grande va-lore aggiunto al circuito: la prima è la GF Val di Merse, che si disputerà a Rosìa (SI) e che presenta un percorso meraviglioso a 10 minuti dalla città di Siena. La seconda no-vità porterà i bikers nelle colline parmensi, in quel di Calestano, alla Montagnana Gold MTB Race con una gara tutta da scoprire e da grandi intenditori. La terza novità sarà la Baldo Bike, che si disputerà in un centro

nevralgico autostradale, con uscita ad Affi, sull’autostrada del Brennero, più precisa-mente a Rivoli Veronese, comune che dista 7 km dal Lago di Garda, con protagonista il Monte Baldo, uno degli scenari più belli d’Italia per la mtb.

Ecco il calendario degli IMA Scapin 2013:

14 aprile GF Val di Merse - Rosìa (SI) Toscana

21 aprile Tiliment Marathon Bike - Spilim-bergo (PN) Friuli V.G.

05 maggio Da Piazza a Piazza - Prato Toscana

19 maggio Montagnana Gold MTB Race - Calestano (PR) Emilia Romagna

02 giugno Casentino Bike - Bibbiena (AR) Toscana

09 giugno Atestina Superbike - Este (PD) Veneto

23 giugno Baldo Bike - Rivoli Veronese (VR) Veneto

15 settembre Rampiconero - Camerano (AN) Marche

13 ottobre Tremalzo Superbi-ke - Tremosine (BS) Lombar-dia - Trentino

20 ottobre gara finale All Star (fuori classi-fica IMA) GF Antica Carsulae - San Gemini Terme (TR)

Info: www.italianmtbawards.com

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