Il tè: Storia e tradizioni, tecniche colturali e aspetti...

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Il tè: Storia e tradizioni, tecniche colturali e aspetti biochimici di una bevanda millenaria Maturanda Giulia Rozzoni Anno scolastico 2013-2014 Istituto Giulio Natta Classe 5b Liceo Scientifico Tecnologico

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Il tè:Storia e tradizioni,tecniche colturali easpetti biochimicidi una bevanda

millenaria

Maturanda Giulia RozzoniAnno scolastico 2013-2014Istituto Giulio NattaClasse 5b Liceo Scientifico Tecnologico

"Si beve il tè per dimenticare

il rumore del mondo"(T´ien Yi-Heng)

Coloro che apprezzano il tè dominano l’arte di godere di ogni più piccolo attimo diceva un seggio cinese.

In numerosi paesi del mondo il tè è molto più di una bevanda: è uno stile di vita ed è, quindi, strettamente connesso alla cultura del paese di origine.

Il tè contiene numerosi elementi che hanno effetti positivi sul corpo umano.

INDICE 1. LA STORIA, LA TRADIZIONE, LA CULTURA E LE CERIMONIE 1.1. LA STORIA 1.1.1. Le origini e le leggende 1.1.2. Il tè approda in occidente 1.1.3. L’arrivo del tè in Giappone 1.1.4. La Compagnia delle Indie 1.1.5 Lo sfruttamento delle donne nelle fabbriche del tè nell'epoca vittoriana 1.2. LE CERIMONIE DEL TÈ 1.2.1. In Giappone 1.2.2. Il Gongfu 1.2.3. Il canone del tè di Lu Yu 2. UN TÈ CON EISTEIN 2.1. ESPERIMENTO DI FISICA CON FOGLIE DI TÈ 3. IL TÈ E IL PENSIERO FILOSOFICO 3.1. LA CULTURA ORIENTALE E L'INFLUENZA SU SCHOPENHAUER 4. IL TÈ NELLA LETTERATURA EUROPEA 4.1. GABRIELE D'ANNUNZIO 4.1.1 Il piacere 4.2. OSCAR WILDE 4.2.1. The picture of Dorian Gray 5. ASPETTI BIOLOGICI DELLA PIANTA DEL TÈ 5.1. CARATTERISTICHE BOTANICHE 5.2. LA GEOGRAFIA DEL TÈ : FATTORI AMBIENTALI CLIMATICI CHE INFLUENZANO LA CRESCITA

5.3. LA SEMINA E LA RACCOLTA 5.4. I PRINCIPALI TIPI DI TÈ 5.4.1. Tè verdi 5.4.2. Tè neri 5.4.3. Tè wulong (oolong) 5.4.4. Tè bianchi 5.4.5. Tè pu'er 6. LE PRINCIPALI SOSTANZE CONTENUTE NEL TÈ 6.1. METILXANTINE (ALCALOIDI) 6.2. POLIFENOLI 6.2.1. Struttura chimica dei polifenoli 6.2.2. Classificazione dei polifenoli 6.3. COMPONENTI MINORI DEL TÈ 6.3.1. Olii essenziali 6.3.2. Amminoacidi 6.3.3. Vitamine 6.3.4. Minerali 7. IL TÈ VERDE NELLA MEDICINA E NELLA PRATICA SPORTIVA 7.1. TÈ VERDE E TUMORI 7.1.1. I consigli di Umberto Veronesi 7.2. EFFETTI DELLA CAFFEINA SULL'ORGANISMO E NELLA PRATICA SPORTIVA 7.2.1. Effetti collaterali

1. LA STORIA, LA TRADIZIONE, LA CULTURA E LE CERIMONIE 1.1. LA STORIA 1.1.1. Le origini e le leggende

Una leggenda narra che Bodhidharma, monaco indiano che attorno al 500 d.C. si recò in Cina e vi fondò il buddismo Chan (da cui lo Zen giapponese), rimase per nove lunghi anni in meditazione in una grotta nei pressi del monastero di Shaolin, nello Henan. Qui, per non cadere in preda al sonno che l’avrebbe distolto dalla meditazione annebbiandogli la mente (la mistica Zen insiste molto sulla necessità di mantenere il controllo mentale), si tagliò le palpebre e le gettò a terra. Nel punto in cui caddero le ciglia sarebbe cresciutauna pianticella di tè. La leggenda è sicuramente basata sul potere nervino del tè e sul suo effetto stimolante per tutto l’organismo:infatti già nel terzo secolo a.C. un famoso erborista di nome Hua Tou spiegò in un trattato che questa bevanda era utilizzabile per aumentare la concentrazione mentale e restare svegli.

Un'altra leggenda narra di un giovane ufficiale dell'esercito, stanco della corruzione del governo, decise di partire per altri luoghi e lo fece in compagnia della madre. Nel corso del suo viaggio fu colpito da una straordinaria fragranza presente nell'aria. Si fermò e chiese spiegazioni ad un anziano del luogo. L'anziano gli spiegò che, poco distante, c'era un piccolo lago e, in mezzo ad esso, c'erano 18 fiori di peonia. Erano questi adiffondere l'aroma. L'uomo e la madre raggiunsero il lago e decisero di stabilirsi in quel posto. Dopo breve tempo, la madre si ammalò. L'uomocercò a lungo, senza successo, piante medicinali per guarirla, finché, stanco e deluso, si assopì. Nel sonno gli apparve un anziano che gli disse di cucinare una carpa con un tè nuovo: questo avrebbe guarito la donna. Al risveglio, tornò a casa e, con sorpresa, seppe che anche la madre aveva fatto lo stesso sogno. Prese allora una carpa e cominciò a pensare come trovare il nuovo tè. All'improvviso un tuono squarciò l'aria e le 18 peonie del lago divennero... piante di tè! Era un tè particolare. Essendo state peonie, le piante avevano una superficie lanuginosa bianca. L'uomo prese le foglie e cucinò la carpa. La madre la mangiò e migliorò immediatamente. Guarita, chiese al figlio di prendersi cura di quelle piante così straordinarie. La donna divenne immortale e, un giorno volò via dalla terra, divenendo la patrona del tè del luogo.1.1.2. Il tè approda in occidente In occidente la prima memoria storica di questa bevanda si ha nel 1559 quando a Venezia venne pubblicatoil libro Della navigazione et viaggi di Giambattista Ramusio (1485-1557) il quale era stato ambasciatore dellaRepubblica di San Marco. Fu così che Ramusio venne a conoscenza dei racconti di un commerciantepersiano con interessi negli scambi di merci tra l’Oriente e Venezia. Di questi racconti uno in particolareriportò nel suo libro:

Una o due tazze di questo decotto, prese a stomaco vuoto, scacciano la febbre, il mal di testa e il mal distomaco, i dolori diffusi e i dolori articolari… Esso è tenuto in così tanta considerazione che chiunque

intraprenda un viaggio ne porta un po’ con se e quei popoli volentieri scambierebbero un sacco di rabarbaroper un’oncia di Chai Catai.

Nell’800 d.C., mentre in Europa Carlo Magno veniva incoronato imperatore, in Cina il monaco buddista Lu Yu scriveva il Chajing, la prima opera letteraria sul tè, bevanda ormai diffusa in tutto il Celeste Impero. Questo trattato registra le esperienze della produzione e della raccolta del tè, ma soprattutto tratta fin nei minimi dettagli l’arte di berlo.

1.1.3. L’arrivo del tè in GiapponeFu il predicatore buddista Eisai a introdurre in Giappone l’uso della bevanda cinese quale elemento di unrito religioso. Per questo Eisai è considerato in Giappone “Il Padre del tè”, e per questo motivo il tè fuall’inizio associato alla ritualità del buddismo Zen. La bevanda si diffuse presto dalla Corte Imperialeall’intero paese attraverso i monasteri. Prima di venir elevato ad elemento di un’arte cerimoniale, il tè eraimpiegato nel corso di particolari competizioni (tocha). Queste gare, alle quali partecipava la migliorenobiltà giapponese, consistevano nel preparare le migliori miscele per l’Imperatore, e i vincitori ricevevanopremi di altissimo valore economico e sociale. Le cerimoniere classiche del tè, le geishe, ancora oggi inizianola loro formazione con la presentazione della cerimonia del tè. Tuttavia con il tempo si è snaturato l’antico significato religioso della cerimonia, svilendola a operazione di grande eleganza formale e lusso, lontanissima dalle sue iniziali valenze mistiche.1.1.4. La Compagnia delle Indie In Europa la diffusione del tè si ebbe con l’azione congiunta di mercanti arabi, portoghesi e missionari Gesuiti. In Inghilterra, che molti considerano la patria del tè, esso non arrivò che verso la metà del Seicento. I primi ad importarlo in Europa furono i portoghesi e gli olandesi, gli inglesi arrivarono per ultimi ma ne sfruttarono al massimo le possibilità, infatti fondarono la famosa Compagnia delle Indie. Prima che il commercio del tè fosse monopolizzato dagli inglesi, il tè si vendeva nelle farmacie dell’Aja un prezzo al chilo paragonabile a circa 200 euro odierni. Va ricordato che il tè che veniva venduto nelle farmacie era tè verde, il tè nero sembra sia stato inventato per sbaglio dagli inglesi. Si racconta che il capitano di una nave inglese che trasportava tè non si fosse accorto che dopo il lungo viaggio il tè era fermentato dando origine così al tè nero. Ben presto la bevanda divenne di moda, i consumi crebbero e scesero i prezzi, e verso il 1675 il tè si poteva trovare

in tutti i negozi di alimentari d’Olanda. Da qui la moda si diffuse in tutta Europa. Nel XVII secolo Elisabetta I aveva fondato la John Company, che in seguito a fusioni sarebbe divenuta la famosa , La Compagnia delle Indie. La John Company aveva lo scopo di promuovere i commerci con l’Oriente, e l’India fu proprio la base per l’inizio delle attività di commercio ed espansione coloniale della monarchia. Il tè era considerato, specialmente negli ambienti della Corte britannica, come una valida

alternativa all’uso dell’alcol e ne veniva pertanto incoraggiato l’uso. La diffusione della bevanda provocò,naturalmente, l’interesse del fisco e Carlo II d’Inghilterra, nel 1676, impose una tassa specifica, ealtissima, sul suo consumo, ovviamente provocando così la nascita di un diffuso contrabbando. Grandinavi provenienti dall’Olanda e dalla Scandinavia si fermavano al largo delle coste britanniche e i carichidi tè venivano traghettati con barchette di ogni tipo sino alle spiagge inglesi; per aumentare il proprioguadagno, i contrabbandieri aggiungevano al tè varie sostanze come ginepro, bacche, foglie di salice e diliquirizia e di arbusti vari. Finalmente nel 1784 Guglielmo Pitt il giovane abbassò la tassa del tè dal 119 al12,5 per cento, eliminando di conseguenza il contrabbando. Negli anni ‘20 del Settecento, essendodivenuto massiccio il consumo del tè nelle colonie inglesi occidentali, grossi carichi di prodotto vennerodirottati in America dall’Oriente. I principali centri del commercio erano Boston, New York, Philadelfia. Poiché, all’epoca, nelle colonie il tè era ancora soggetto alla vecchia tassa di Carlo II, il contrabbando tornò a fiorire sulle coste americane com’era fiorito su quelle del Vecchio Continente. La compagnia delle Indie quindi vide calare i propri introiti e fece pressioni sul Parlamento per ripristinare il suo antico privilegio.

Il 10 maggio del 1773 il Parlamento britannico autorizzò la Compagnia delle Indie Orientali, sull’orlo della bancarotta, ad importare oltre 200 tonnellate di tè nelle colonie americane senza che esso fosse soggetto all’usuale tassazione. Conquesto privilegio, la Compagnia otteneva di fatto il monopolio del commercio verso l’America, rendendo impossibile la concorrenza da parte dei commercianti americani e causando una crisi nei commerci. Fu per questo che i coloni delle città americane si ribellarono al governo di Sua Maestà e cominciarono a contrabbandare il tè apertamente, acquistandolo dai mercanti olandesi. Il 27 novembre 1773, tre navi della Compagnia delle Indie Orientali, la Darthmouth, la Eleanor e la Beaver, si presentarono al porto di Boston per scaricare il loro carico di tè. Samuel Adams, a capo dei cosiddetti Fratelli della Libertà, chiese ai loro comandanti di abbandonare il porto e di tornare da dove erano venuti, di scaricare il tè senza tassa doganale oppure di affrontare una rivolta. Diciotto giorni dopo, la notte del 16 dicembre, sedici coloni vestiti da indiani Mohawk abbordarono silenziosamente le navi e gettarono in mare le casse

che contenevano circa cinque tonnellate di tè. Successivamente ripulirono il ponte delle navi per far capire che era stato preso di mira proprio ilcarico di tè. L’evento entrò nella storia col nome di Boston party. In risposta gli inglesi bloccarono il porto e inviarono le truppe reali ad occupare la città, mentre i coloni dichiaravano la Rivoluzione nelle altre città della costa orientale. 1.1.5. Lo sfruttamento delle donne nelle fabbriche del tè nell'epoca vittorianaNell’epoca vittoriana le fabbriche e i depositi di tè erano situati quasi tutti sulle rive del Tamigi, dove i grandi importatori come Twining's e Fortnum and Mason's avevano i loro depositi. Nelle fabbriche del tè lavoravano solo donne, soprattutto ragazze, queste svolgevano lavori psicologicamente logoranti, come confezionare tutto il dì scatolette di tè con un peso medio, incollarci sopra le etichette e ricominciare tutto da capo. Ecco cosa scrive Jennifer Donnelly nel suo libro I giorni del tè e delle rose:

Il giorno prima nel reparto miscelazione, al piano superiore, avevano preparato due tonnellate di Earl Greyche doveva essere confezionato entro mezzogiorno. Cinquantacinque ragazze avevano avuto cinque ore per

confezionare ottomila scatole. Ci si poteva riuscire dedicando due minuti a ciascuna scatola.Minton però sosteneva che due minuti fossero anche troppi e si piazzava a turno dietro a ciascuna delle ra-gazze per prendere il tempo, schernirle e intimidirle. Il tutto per guadagnare qualche manciata di secondi.

Come spesso accadeva, il lavoro in fabbrica era autentico sfruttamento. Leoperaie venivano multate se parlavano tra di loro, se fischiettavano o se solle-vavano lo sguardo dal loro lavoro. Analogamente c'era una detrazione dallostipendio per ogni volta che si dovevano allontanare per andare in bagno. Silavorava in piedi per cinque ore fino a che le gambe si addormentavano, rac-conta Fiona, la protagonista del libro di prima, o, se non lo eri, il dolore co-minciava lentamente dalla caviglia proseguiva fino alla spina dorsale, stra-ziandoti.I sindacalisti all'epoca erano multati e chi era scoperto a parteggiare per una organizzazione sindacale perdeva il lavoro: lo sciopero non era contemplato, non lo era l'insubordinazione e quanti altri diritti hanno ancora (forse) i lavoratori moderni.

Anche se, con le recenti opinioni espresse da certuni ministri, più che passi avanti ne stiamo facendo indietro.Quello delle ragazze del tè non era un buon lavoro, anche malpagato perché lo stipendio era di 7 scellini a settimana: le scatolette da mezza libbra di tè che venivano preparate erano per i borghesi e i benestanti, tutti gli altri compravano il tè a peso nelle drogherie, a seconda delle proprie necessità, e si accontentavano della seconda o terza scelta, di un tè mescolato e senza sapore. Siamo nel 1889, questo era il mondo poco più di un secolo fa. Quando parliamo dell'epoca vittoriana, per quanto affascinante possa essere stata, credo sia giusto mostrarne anche i lati negativi: non idealizziamola, non c'erano solo balli e feste e fidanzamenti, ma purtroppo anche cose orribili ed è nostro dovere ricordarle per far sì che non si debbano ripetere mai più e che il valore delle persone e il loro lavoro sia tenuto nella debita considerazione.

1.2. LE CERIMONIE DEL TÈ 1.2.1. In Giappone Il Matcha è un tè particolare che viene usato per la cerimonia del tè detta chanoyu:letteralmente “acqua per il tè” e proviene dalle piantagioni coltivate al riparo dalla luce solarein modo che le foglie contengano meno clorofilla. Le foglie vengono esposte al vapore in grandi cesti per bloccare la fermentazione, poi vengonoessiccate e ridotte in polvere. La particolarità di questo tè è che non va infuso come gli altri ma agitato velocemente con un frustino di bambù nella tazza. Nella cerimonia del tè ogni gesto deve corrispondere alla visione dello Zen, la cui concezione del bello è decisamente diversa rispetto ai canoni occidentali: esso si ritrova infatti nella semplicità e nell’armonia con la natura al di là di canoni umani. Questa cerimonia nasce nell’epoca detta del medioevo giapponese ed era praticata da soli uomini, di solito guerrieri, per calmare la mente prima della battaglia. La stanza da tè è in realtà una capanna in stile molto semplice e rustico, nella quale gli ospiti entrano lentamente e si adagiano su stuoie (tatami) sedendosi sui talloni. La cerimonia si svolge in silenzio, in modo da potersi immergere nella natura: si osservano i raggi del sole, si ascoltano i rumori degli animali e il rumore dell’acqua che si scalda. La capanna è poco arredata ed è costruita in modo da creare un particolare gioco di luci che aiuti il partecipante a trovarsi in completa armonia con l’universo in una piccolastanza: questo è il significato e il fine originario della cerimonia. Il tè viene servito in ciotole dai bordi nonperfettamente rotondi, la ciotola va presa con la mano destra e poggiata sulla sinistra e vengono fatti due inchiniper il maestro e per il Buddha. Prima di bere si prende nuovamente la ciotola con la mano destra e la si gira inmodo che la sua parte più bella venga posta verso gli ospiti, dopodichè si beve. Le regole della cerimonia giapponese del tè sono state dettate nel XVI secolo da Sen-no-Rikkyu, un monaco Zenconsiderato come il più grande maestro del tè e codificatore di quest’arte. Egli le riassunse nei seguenti versi:

“Fai una deliziosa ciotola di tè. Disponi la carbonella in modo da scaldare l’acqua.

Arrangia i fiori come lo sono nei campi. D’estate, evoca la freschezza; d’inverno, il calore.

Precorri in ogni cosa il tempo. Preparati alla pioggia. Dedica ai tuoi ospiti la massima attenzione”.

La totalità della cerimonia si può riassumere in quattro parole: Wa kei sei jaku Wa significa pace, unità ed armonia , Kei significa rispetto, onore, senso di distanza , Sei vuol dire purificare e Jaku significa tranquillo, dolcee solitario.

1.2.2. Il Gongfu La cerimonia del tè giapponese ha origine dalla Cina, dove però non è caricata di significati mistici e religiosi. I cinesi piuttosto hanno una seriedi precetti che seguono durante una cerimonia detta Gongfu o kung-fu: letteralmente “fallo bene” o “arte”, “metodo”. Per questo metodo si usano tazze piccolissime ed una teiera molto piccola fatta in argilla sabbiosa di Yixing che assorbe i sapori e le fragranze dei tè, e che, per questo, non va mai lavata con detergenti. Il tè che si usa di solito è il wulong 1.2.3. Il canone del tè di Lu Yu

“Non faceva cerimonie, Lu Yu. Si vestiva semplicemente, come un contadino. Abitava in una capanna nei boschi ed era un tipo originale. Eppure è

diventato un dio: il dio del tè.”

. Lu Yu è l’autore del Chajing, il Canone del tè, il primo testo e il più importante che si occupi della coltivazione, della raccolta, della preparazione e della degustazione di questa bevanda. Lu Yu non parla in modo solenne o liturgico, racconta che il tè lo può bere chiunque e dovunque: sono

necessari alcuni attrezzi e arnesi, ma l’importante è saper accettare quello che la natura ci offre. Egli ammette che in presenza di un nobile è necessario avere tutti gli utensili prescritti, ma il tè è principalmente un attimo di tempo all’interno della giornata nel quale rimanere in armonia della natura e del mondo, un momento nel quale un sasso può diventare un tavolino perfetto. Egli non cerca la perfezione nel decoro della tazza o nell’abito ricercato, perché la perfezione si ritrova negli elementi che compongono la natura: il fuoco, il legno, l’acqua, il metallo, laterra; quegli elementi, cioè, che si offrono a noi e attraverso il loro equilibrio creano l’universo. E questo piccolo universo lo possiamo ritrovare all’interno di una tazza di tè. La vita di Lu Yu è un mistero. Si crede fosse stato rinvenuto sulla riva di un fiume da un monaco buddista nella prima metà dell’VIII secolo d.C. Nella Cina dell’epoca i trovatelli potevano essere adottati solo dal terzo anno d’età, così la prima notizia tenuta per sicura sul suo conto è che all’età di tre anni venisse adottato dal monaco Zhiji del tempio Long Gai diJingling nella provincia dello Hubei. Lu Yu trascorse l’infanzia nel tempio di Long Gai dove ebbe un’educazione da monaco: lì, la sua intelligenza si faceva notare già a nove anni, quando scriveva saggi e leggeva classici. Presto però il suo spirito ribelle lo spinse ad unirsi ad una compagnia di attori girovaghi, dove impiegò il suo talento per scrivere copioni comici. Nel 746, diventò il protetto di un governatore caduto in disgrazia e declassato a governatoredi una sede più piccola, dove Lu Yu potè continuare a studiare. Nel 755 scoppiò la rivolta diAnlushan, destinata a sconvolgere il paese per otto anni. Il generale Anlushan, con un colpodi stato, prese il potere e si proclamò imperatore. In questo caos molti letterati fuggirono ecosì fece Lu Yu, che si ritirò a sud, probabilmente nello Zhejiang. In questo periodo egli scrissedue opere che riflettono il suo dolore per l’accaduto. Nel 760 si ritirò a Tiaoxi dove condusseuna vita appartata, divenendo quasi un eremita, ed è in questo ritiro che portò a compimento il Chajing. Infine, facendo come la volpe che, in un antico detto cinese, “morendo volge la testa verso la collina natale”, Lu Yu nell’ultima parte della sua vita fece ritorno a Jingling, dove morì nell’804.

2. UN TÈ CON EISTEIN2.1. ESPERIMENTO DI FISICA CON FOGLIE DI TÈ

“Non c’è mai pace per il cervello di un fisico. Neanche nell’ora del tè”.

Einstein formulò una nuova teoria del moto browniano derivata dalla teoria cinetica dei gas: “Movimento delle particelle sospese in liquidi in quiete e teoria molecolare del calore”. Di fattodimostrava la reale esistenza degli atomi e calcolava in modo diverso la costante di Boltzmanned il numero di Avogadro confermando innegabilmente l’esistenza delle molecole. Si racconta che l’ispirazione fosse giunta ad Einstein, mentre zuccherava una tazza di tè che stava bevendo in compagnia dell’amico ingegnere Besso. Riflettè intensamente sulla possibilità di definire la dimensione delle molecole dello zucchero considerando la velocità di diffusione rispetto alla viscosità del tè.

3. IL TE' E IL PENSIERO FILOSOFICO3.1. LA CULTURA ORIENTALE E L'INFLUENZA SU SCHOPENHAUERIl tè nella cultura orientale e soprattutto in quella giapponese ha un profondo significato simbolico e non è soltanto una celebrazione di purezza e bellezza, dove gesti, scenari e strumenti sono attori di un'elaborata estetica. I taoisti, gli adepti dello Zen e i monaci vedono il tè come un ottimo strumento capace di tenere desta la mente e quindi di prolungare la meditazione. Il tè è simbolo dell'Essenza , è partecipazione meditativa per il singolo che lo prepara e lo assume, abdicazione dell'ego, rinuncia dell'individualità. Il tè, bevanda dello spirito, dell’armonia dei sensi, della pace interiore, il cui cerimoniale ha il potere di placare le menti, gli

ardori, le paure e le irrequietezze, favorisce il raggiungimento di uno stato catartico, eterno, astratto, mentale.Tra i filosofi influenzati dalla cultura orientale troviamo Artur Schopenauer che nella meditazione e nell'ascesi ricerca la liberazione dal dolore e la verità al di là del velo di Maya. Cosa c'è dietro il velo di Maya? Secondo Schopenhaueroccorre meditare per scoprire che la vera realtà è nascostacome dietro un velo, a differenza di Kant che nonriteneva conoscibile la vera essenza del mondo

(noumeno). Il mondo non è che una rappresentazione soggettiva, che si fonda sulle forme a priori e larealtà che ci circonda non è che un' illusione. E come superare il velo di Maya? Attraverso il nostro corpo. le sue gioie e le sue sofferenze ognunodi noi sente che la sua intima essenza è la volontà di vivere un impulso forte e irresistibile che cispinge a esistere e ad agire. Espressioni di questo desiderio di vivere sono tutte le attività che mirano all'affermazione della propria individualità. Tale volontà di vivere non riguarda solo gli uomini ma si estende e domina tutte le cose ed è un impeto cieco e insopprimibile chepervade tutto l'universo e ogni singola cosa.

4. IL TE' NELLA LETTERATURA EUROPEA Il tè, bevanda di origine tutta orientale, ha uno spazio prettamente occidentale nella

letteratura. Nei grandi romanzi realisti soprattutto, ma non solo, il momento in cui si beve la bevanda ambrata assume un significato culturale

e simbolico nello stesso tempo. Bere il tè harappresentato fin dall'inizio del 900 unrito così importante da consacrare un

intero momento della giornata come "l'ora del tè". Un rito, stavolta, di certo non legato aun momento di meditazione e di ricerca individuale, bensì a un momento in cui siesprimono abitudini e costumi di società.

4.1. GABRIELE D'ANNUNZIO4.1.1 Il piacere[Elena]Accese la lampada sotto il vaso dell'acqua; aprì la scatola di lacca, dov'era conservato il tè, e mise nella porcellana una quantità misurata d'aroma; poi preparò due tazze. I suoi gesti erano lenti e un poco irresoluti, le sue mani bianche e purissime avevano nel muoversi una leggerezza quasi di farfalle...

[Maria]

"Ti farò il tè" disse.Egli s'accendeva, vedendola sul divano, tra i cuscini. (...) Parlava d'un tè prezioso, giuntole da Calcutta, ch'ella aveva donato ad Andrea il giorno innanzi. (...) Ella versò in una tazza la bevanda e gliela offerse, con un sorriso misterioso."Bada, c'è un filtro".Egli rifiutò l'offerta."Perché?""Dammi tu da bere".

Abbiamo due passi in questo romanzo che esprimono bene, messi a confronto, il potere di seduzione di questa "ora del tè". Elena esprime tutta la sua dolcezza di donna materna e tenera nel suo offrire il tè all'uomo, e nel suo caso possiamo supporre che se offrisse del tè o un'altra bevanda sarebbe esattamente lo stesso. Diverso è il caso di Maria, la quale gioca proprio sulla preziosità del suo tè, che proprio come un filtro d'amore si carica di significati sensuali e misteriosi. In entrambi i casi comunque è interessante notare come il servire il tè sia una mansione prettamente femminile, da svolgere sotto gli occhi dell'uomo che osserva, quasi come se dal modo di servire il tè potesse trarre informazioni sul tipo di donna, come un cacciatore che studia la sua preda.

Con troppa angoscia di passione, quel giorno, nell’aria tingendosi ai raggi quasi orizzontali del sole: letappezzerie s’armonizzavano in un color caldo e pastoso; l’aroma del tè si mesceva all’odore del tabacco.

T’ho portato un sacco di tè – disse il Musèllaro allo Sperelli – assai migliore di quello che beveva il tuo

famoso Kien-Lung.

Ah, ti ricordi, a Londra, quando componevano il tè, secondo la teoria poetica del grande imperatore?

Romanzo scandalo per evidente immoralità. Il protagonista è Andrea Sperelli, un aristocratico romano cheama la bellezza l'arte e la cultura. E' l'alter ego dell'autore che si propone una vita fatta come un'operad'arte. D'Annunzio, il poeta europeo assoluto che rappresenta il movimento dell'estetismo, identificandoarte e vita , subordina tutto, anche la morale, ad una visione estetica della vita. La raffinatezza, la bellezzacome dono prezioso e aristocratico vanno raggiunte ad ogni costo in un processo sociale di innalzamentoal di sopra degli altri e in un processo psicologico di affinamento del gusto e delle sensazioni. La narrazione inizia medias res. È minuzioso nella descrizione della stanza dove sta aspettando Elena Muti, la sua ex amante, con cui vuole riallacciare un rapporto amoroso. Elena è bella e scatena i sensi delloSperelli, però non vuole prolungare la relazione. Andrea segue il moto chiodo schiaccia chiodo: entra in un turbine di flirt, sperando di dimenticare la sua amante ideale, cioè Elena. In seguito alle sue tresche amorose, viene sfidato a duello da un amante di una sua donna e ferito scappa da Roma. Ospitato dalla cugina contessa di Schifanoia in una villa al mare, incontra Maria Ferres , donna fragile, pura e ingenua, moglie dell'ambasciatore del Guatemala, lontano da casa. Tra Maria e Andrea nasce una relazione, interrotta dal ritorno del marito. Lo Sperelli torna a Roma e ricomincia a frequentare Elena., senza mai smettere di amare la dolce Maria, che presto tornerà a incontrare. Andrea nasconde con difficoltà il suo doppio gioco, finché, tra le braccia di Maria pronuncia il nome di Elena, causando la fine della loro relazione. La conclusione del romanzo registra il fallimento del protagonista e del suo progetto di esteta.

4.2. OSCAR WILDE 4.2.1. The picture of Dorian Gray

Bussarono alla porta e il cameriere entrò con ilvassoio del tè e lo posò sul tavolino giapponese. Si udìun tintinnire di tazze e di piattini e il sibilo flautatodi un samovar georgiano. Un paggio portava due coppe

cinesi. Dorian Gray si alzò e si versò il tè. I dueuomini si avvicinarono lentamente alla tavola e

alzarono i coprivivande.“Andiamo a teatro, stasera, - disse lord Henry. […]“Sarei lieto di venire con voi […] – disse il giovane.

They knocked on the door and the waiter came inwith a tray of tea and put it on the coffee table

Japanese. There was a tinkle of cups and saucers andthe hissing of a fluted Georgian urn. A page carriedtwo cups Chinese. Dorian Gray stood up and pouredthe tea. The two men approached slowly to the table

and lifted the sneeze guard. "Let's go to the theater tonight - said Lord Henry. [...]

"I'd be happy to go with you [...] - said the young man.

First published in instalments, The picture of Dorian Gray was Wilde's only novel. The Aesthetic theme of the importance of art and beauty is a central theme in the novel and becomes a daring portrayal of hedonism in which the protagonist devotes his life to the pleasures of the senses. There is an addes Faustian twist to the plot as the main character , Dorian Gray, is encouraged to pursue his life without suffering any of the consequences orresponsabilities having sold his soul to maintain his youth and beauty. Interestingly,

Wilde points out the dangers of this ethos when taken to extremes; art cannot be a substitute for life itself, it is merely something that can make our life more pleasurable. The novel, then, becomes an allegory for the consequences of pure narcissism and the fact that we are all, sooner or later, held responsable for our actions. Wilde writes in third-person narrative, enabling the reader to understand not only the words and behaviour of each character but also their innermost thoughts. We are guided on a journey which relates Dorian's moral decline and are able to witness his thoughts while doing so. The novel's decadent scenes and sinister atmosphere place it in the genre of the gothic novel.

Sono contento che finalmente tu apprezzi il mio

lavoro, Dorian," disse freddamente il pittore, quando

si fu ripreso dalla sorpresa. "Non l'avrei mai pensato."

"Apprezzare il tuo lavoro? Ne sono innamorato, Basil.

È parte di me, lo sento."

"Bene, non appena sarai asciutto, ti vernicerò, ti

metterò la cornice e ti manderò a casa. Allora potrai

fare di te stesso quello che più ti piacerà." Attraversò

la stanza e suonò il campanello per il tè. "Prendi il tè,

naturalmente, Dorian? E anche tu, Harry? O avete

qualcosa da obiettare contro questi semplici piaceri?"

"Adoro i piaceri semplici," disse Lord Henry. "Sono

l'ultimo rifugio delle cose complicate”.

I'm glad you appreciate my work at last, Dorian, "said

the painter coldly when he had recovered from his

surprise." I never would have thought of that. "

"Appreciate your work? They fell in love, Basil.'s Part

of me, I can feel it."

"Well, when you're dry, you paint it, you'll put the

frame and I'll send you home. Then you can make

yourself the one you love." He crossed the room and

rang the bell for tea. "Take the tea, of course, Dorian?

And you, Harry? Or do you have something to argue

against these simple pleasures?"

"I adore simple pleasures," said Lord Henry. "They are

the last refuge of complicated things."

And it 'with these words that the immortal Dorian Gray, born from the imagination of the English writer, enters the big world of' amber beverage.

5. ASPETTI BIOLOGICI DELLA PIANTA DEL TÈ5.1. CARATTERISTICHE BOTANICHE La pianta del tè fa parte della famiglia delle THEACEAE la quale appartiene al secondo ordinedelle Dilleniales le quali a loro volta si distinguono dalle Rosidae soprattutto per la posizione deglistami. Il genere del tè è CAMELLIA e la specie può essere sia SINENSIS che ASSAMICA.

5.2. LA GEOGRAFIA DEL TÈ : FATTORI AMBIENTALI CLIMATICI CHEINFLUENZANO LA CRESCITA L’arbusto cresce nelle pianure delle zone tropicali e nelle zone fresche temperate, come le regioni asiatiche in una cintura che circonda la terra al di sopra dell'equatore, ma si sviluppa anche sui rilievi di oltre 2.000 metri di altezza L'altezza e le nebbie aiutano la pianta proteggendola contro l'eccessiva esposizione al sole e creando le condizioni ideali di umidità e temperatura per favorire la crescita lenta delle foglie e dei germogli, conservandone la loro tenerezza. Le maggiori coltivazioni si trovano nel sud-est asiatico e Africa: i principali produttori sono l'India, Cina, Giappone, Sri Lanka (Cylon), Indonesia , Nepal, Vietnam, Ruanda, Camerun, Kenya, Sud-Africa . Anche in Europa vi è una piccolissima produzione di tè nelle Isole Azzorre e in Italia in provincia di Lucca e sulle rive del Lago Maggiore.

La pianta richiede un clima moderatamente caldo e umido ed un suolo acido e ben drenato.Tutti questi sono fattori che influenzano la resa e la qualità del raccolto. La temperatura ha un ruolo fondamentale, influenzando la fotosintesi della pianta, e in genere dovrebbe mantenersi fra i 13 ed i 28-32 gradi centigradi. Temperature superiori possono essere sopportate solo in caso di un tasso di umidità dell’aria che riesca acompensare le perdite per evaporazione. Sotto i 13

gradi centigradi la crescita è bloccata, come in alcune zone avviene durante l’inverno, quandoanche la quantità di luce disponibile è inferiore. La pianta del tè cresce bene in suoli ben drenati con una discreta profondità, aventi più del 2% dimateria organica e con un pH acido compreso fra 4,5 e 5,5.

5.3. LA SEMINA E LA RACCOLTA I semi della pianta del tè, della grandezza di una nocciola, vengono raccolti in ottobre e mantenuti tutto l’inverno in una miscela di terra e sabbia, per poi essere piantati in vaso o direttamente in terra. Dopo una primissima fase di crescita le piantine devono essere potate molto frequentemente, circa una volta a settimana, per evitare uno sviluppo troppo veloce. Le giovani piante vengono potate con rego per limitarne lacrescita ad un metro o un metro e mezzo, in modo da favorirne la raccolta manuale, anche se naturalmente possono raggiungere i trenta metridi altezza. Il rendimento della pianta raggiunge il picco nell’ottavo e nono anno di crescita e lo mantiene per altri quattro-cinque anni per poi decrescere, anche se la vita produttiva degli alberi da tè dura fra i trenta e quarant’anni. Di solito si inizia la raccolta su piante di almeno tre anni per le coltivazioni di bassa quota, non meno di cinque anni quando si sale in quota.

In Cina si fanno tre raccolti all’anno: il primo a marzo, da cui si ottiene il prodotto migliore, quello che raramente confluisce sul mercato internazionale; il secondo a maggio e giugno, che dà il prodotto più abbondante; e un ultimo raccolto a luglio, che però viene spesso evitato perché dà un prodotto abbastanza scadente. In altri paesi la raccolta non è stagionale ma praticamente continua, e avviene tutto l’anno: è così nello Sri Lanka, a Giava e in Africa.

Un’altra importante differenza fra la coltivazione cinese e quella indiana è che mentre in Cina il tè di solito è coltivato in piccoli appezzamenti collinari, dove l’uso di macchinari è difficoltoso e rarissimo, in India le piantagioni sono situate generalmente in grandi appezzamenti di terreno sostanzialmente pianeggianti, con una raccolta quasi completamente meccanizzata. Quand’è manuale, la raccolta delle foglie e del rametto apicale si realizza con un antichissimo gesto: strappando con le unghie verso il basso.

Le foglie vanno raccolte in particolari periodi dell’anno a seconda del tipo di tè che si vuole ottenere, questo dipende anche dal diverso contenuto in polifenoli ed enzimi contenuti nelle diverse parti della pianta. In genere nei giovani germogli ci sono più polifenoli, mentre gli enzimi sono contenuti maggiormente nelle foglie già formate. È proprio la reazione tra polifenoli, enzimi ed ossigeno a determinare il grado di fermentazione del tè: per questo motivo per la preparazione dei tè che devono fermentare poco o non devono proprio fermentare si usano germogli giovani, giacché devono avere un basso contenuto di enzimi e molti polifenoli. Le proporzioni di foglie e germogli necessarie ad ottenere il tè dipendono tuttavia in larga parte anche dal tipo di lavorazione cui il raccolto va incontro, che influenza le condizioni nelle quali avvengono la reazione e la fermentazione.

5.4. I PRINCIPALI TIPI DI TÈEsistono molti tipi di tè particolari, soprattutto in Cina, ma possiamo raggruppare la produzione mondiale di tè nelle seguenti categorie principali: 5.4.1. Tè verdi I principali produttori e consumatori sono la Cina ed il Giappone, seguiti dal sudest asiatico. Questitè non subiscono fermentazione delle foglie, ma esse vengono essiccate appena raccolte. Ci sono svariati tipi di tè verde in Oriente ma i più famosi in Occidente sono i giapponesi Gyokuro,Matcha e Tencha, Sencha, Bancha, Hojicha e Genmaicha, i cinesi Longjing, Xiang Bo Lu e Pi LoChun e l'africano Gunpowder.

5.4.2. Tè neriQuesti tè vengono prodotti favorendo la reazione fra gli enzimi (presenti soprattutto nelle foglie) e le catechine o i polifenoli (contenuti soprattutto nei giovani germogli) dando origine ad una serie di sostanze che non sono presenti nelle foglie inizialmente. Questo processo, che chimicamente è

un’ossidazione catalizzata seguita da una polimerizzazione, viene definito fermentazione, e quindi i tè neri vengono definiti fermentati. Tipi di tè neri sono i cinesi Keemun e Panyong e gli indiani Assam e Darjeerlin . 5.4.3. Tè wulong (oolong) Si tratta di tè semifermentati, per i quali la fermentazione viene bloccata prima che il tè diventi nero. Diconseguenza certi saranno più simili ai verdi ed altri avranno una fragranza simile ai tè neri.

5.4.4. Tè bianchiIl tè bianco deriva dalla prima fogliolina all’apice del fusto delgermoglio, che viene raccolto prima che si apra. La particolare raccolta del germoglio per questo tipo di tè viene fatta in solo due giornate per sole due volte l’anno, all’inizio di aprile e in settembre, e viene sospesa se piove o se c’è troppo vento. Per produrre questo tè le foglie vengono semplicemente raccolte, essiccate e confezionate cercando di impedire del tutto il processo di

fermentazione, col risultato che il contenuto di caffeina è più basso che negli altri tipi di tè. Inoltre da alcuni tra i numerosi studi che sono stati condotti sui vari tipi di tè, risulta che il tè bianco, ancor più che quello verde, ha una spiccata attività nell’inibire mutazioni genetiche nei batteri. Altri studi dimostrano che l’estratto solido del tè bianco possiede proprietà disinfettanti, ritardando la crescitadi stafilococchi, streptococchi e di quelli responsabili della carie dentaria 5.4.5. Tè pu'erQuesto tè viene fermentato due volte: mentre la prima fermentazione è in tuttoassimilabile a quella del tè nero, la seconda è una vera e propria fermentazionemicrobica, poiché sulle foglie già ossidate viene steso uno strato di muffe e batteri che glidonano un sapore caratteristico di terra fresca.

6. LE PRINCIPALI SOSTANZE CONTENUTE NEL TÈ La pianta del tè ha numerose caratteristiche: osservando le foglie si può notare che le più giovani sono ricoperte da una leggera peluria formata da lunghi peli unicellulari, mentre le più grandi presentano delle dentature che sporgono all’esterno, dotate di una punta scura che sporge invece verso l’interno. Microscopicamente la foglia ha le cellule disposte a palizzata; sono osservabili delle strutture isolate e dure che possono sporgere da entrambi i lati della foglia, le sclereidi, caratteristiche della Camellia sinensis. Fra le cellule ci sono poi molte intrusioni di ossalato di calcio. All’interno di queste foglie si trovano numerose sostanze: L'olio essenziale di tè verde contiene più di 300 composti tra cui aldeidi, alcoli, e fenoli.

6.1. METILXANTINE (ALCALOIDI) come caffeina, teofilina e teobromina;

6.2. POLIFENOLI Nelle foglie di tè ci sono principalmente sei tipi di catechine (polifenoli) ossia:

6.2.1. Struttura chimica dei polifenoliCon il termine di polifenoli si indica una grande varietà di molecole che possono essere suddivise in molte sottoclassi, suddivisioni che possono essere fatte sulla base della loro origine, funzione biologica svolta o struttura chimica.Chimicamente sono composti con caratteristiche strutturali fenoliche, che si possono associare a carboidrati differenti, ed infatti nelle piante la maggior parte si trova legata a zuccheri e quindi in forma di glicosidi, e ad acidi organici; in entrambe i casi i sostituenti si possono posizionare in posizioni differenti sugli scheletri polifenolici. Tra i polifenoli si trovano molecole semplici, come gli acidi fenolici, o strutture complesse come i tannini condensati, molecole altamente polimerizzate.

6.2.2. Classificazione dei polifenoli I polifenoli del tè possono essere suddivisi in diverse classi in base al numero di anelli fenolici presenti nella lorostruttura, agli elementi strutturali che legano questi anelli tra di loro, e ai sostituenti legati agli anelli.

6.2.3. Azione antiossidante dei polifenoli Un paradosso nel metabolismo è che mentre la maggior parte degli organismi complessi richiede O2 per la sua esistenza, quest'ultima è una molecola altamente reattiva che danneggia gli organismi viventi producendo specie reattive dell'ossigeno. Di conseguenza, gli organismi contengono una complessa rete di molecole ed enzimi che lavorano sinergicamente per prevenire il danno ossidativo a componenti cellulari come DNA, proteine (tra cui gli enzimi) e lipidi in modo particolari quelli della membrana cellulare). In generale, i sistemi antiossidanti o prevengono la formazione di queste specie ossidanti o le rimuovono prima che possano danneggiare i componenti vitali delle cellule. Tuttavia in alcuni casi queste specie ossidanti sotto forma di radicali liberi (un radicale libero è qualsiasi specie chimica capace di esistenza indipendente, da cui l’aggettivo libero, che contiene uno o più elettroni spaiati) sfuggono al controllo e solo un supporto esterno assunto con la dieta, per esempio i polifenoli del tè (ma anche quelli contenuti in frutta, verdura, cioccolato e vino), può prevenire danni cellulari. La reazione di autossidazione è una reazione radicalica a catena tra l’ossigeno atmosferico ed i composti organici. Essa porta inevitabilmente alla formazione di perossidi ed idroperossidi, che possono poi subire una ulteriore degradazione portando alla formazione di prodotti secondari, quali alcoli, aldeidi, chetoni od altri derivati ossigenati. RH + O2 → ROOH → Prodotti

Tale reazione complessiva può essere suddivisa in fasi:Iniziazione In-In → 2 In •

In • + R-H → In-H + R •

Propagazione R • + O2 → ROO • ROO • + R-H → ROOH + R •

Terminazione 2ROO • → Prodotti

I polifenoli del tè sono antiossidanti "interruttori di catena" che impediscono uno o più passaggi dello stadio di propagazione, intrappolando i radicali liberi che si formano durante la reazione di ossidazione. Le caratteristiche fondamentali degli antiossidanti sono due:

• reagire più velocemente con i radicali propagatori di catena rispetto alla velocità di reazione di quest’ultimi con il substrato; • dare origine a radicali stabili che non diano a loro volta origine a catene ossidative.

Il radicale che a normali concentrazioni di ossigeno viene intercettato dagli antiossidanti è il radicale perossile, ROO •, l’unico effettivamente intrappolabile. Possiamo rappresentare lo schema di reazione come segue:

ROO • + AH → ROO-H + A• ROO • + A• →Prodotti

AH è l’antiossidante, A • il radicale che da esso si origina per trasferimento di idrogeno, ROO • il radicale perossile responsabile della propagazione della catena ossidativa ed ROOH l’idroperossido formato come prodotto di reazione del radicale perossile. Supponendo che l'antiossidante in questione sia un fenolo, seguendo la sequenza di eventi schematizzata in precedenza, si ha l’estrazione dell’atomo di idrogeno fenolico (O-H) da parte del radicale perossile con conseguente formazione dell’idroperossido (ROO-H), mentre il fenolo, perdendo l’idrogeno, si trasforma nel rispettivo radicale fenossile (A •)

6.3. COMPONENTI MINORI DEL TÈOltre ai composti fenolici e agli alcaloidi, nelle foglie del tè che si usano per ottenere la bevanda tramite infusione ci sono anche altre sostanze che contribuiscono alla formazione del gusto e dell’aroma.

• 6.3.1. Olii essenziali Gli olii essenziali delle piante ne contengono gli aromi e i profumi, come l’anetolo nell’anice o la vanillina nella vaniglia. Nelle foglie di tè sono presenti diversi olii essenziali tra i quali: linaiolo, ossido di linaiolo, geraniolo, fenil acetaldeide, nerolidolo, benzaldeide, fenil etanolo, metil salicilato, trans-2-esanale, N-esanale, Cis-3-esenolo, beta ionone. A seconda delle proporzioni nelle quali si trovano questi olii le foglie danno una fragranza differente alla bevanda.

• 6.3.2. Amminoacidi L-teanina (5-N-etilglutamina): aminoacido responsabile del potenziamento del gusto umami, che riduce lo stress mentale e fisico.

• 6.3.3. Vitamine vitamina C, vitamine del gruppo B e vitamina K.• 6.3.4. Minerali Alluminio, calcio, rame, ferro, niacina, magnesio, manganese, silicio, sodio, zolfo e zinco.

7.IL TÈ NELLA MEDICINA E NELLA PRATICA SPORTIVA7.1. TÈ VERDE E TUMORI Il cancro rappresenta la seconda causa di morte nei

paesi occidentali, con una tendenza all’aumento.La popolazione che vive nella regione giapponese di Shizuoka presenta una incidenza più bassa di cancro rispetto ai giapponesi che vivono nel resto del paese,

ragione per la quale questa regione ha attirato l’interesse di molti studiosi già dagli anni Settanta. Quella di Shizuoka è la regione del Giapponein cui viene coltivato il tè e perciò le persone che vi vivono e lavorano sono abituate a berne di più rispetto agli altri giapponesi. Anche grazie a questa osservazione, sono iniziati i molti studi sulle proprietà antiossidanti e anticancerogene del tè, che hanno scoperto una quantità di ambiti in cui il tè può assumere un ruolo attivo nella lotta al cancro. L’effetto antitumorale del tè è stato largamente pubblicizzato, sono stati eseguiti studi di antimutagenicità su microrganismi, valutata la capacità di inibizione della crescita neoplastica su molte linee cellulari ed eseguiti esperimenti su diversi modelli animali. Ovviamente i test su cavie animali e i test in vitro danno spesso risultati contrastanti rispetto ai trial clinici umani. Queste differenze dipendono da varie ragioni, tra cui il fatto che la quantità di tè usata negli esperimenti è superiore a quella normalmente usata nel normale consumo umano, e che il tè ha un’azione protettiva, ma facilmente mascherabile da tuttauna serie di fattori confondenti presenti nello stile di vita umano ed assenti in una lineacellulare o in un ratto. Va ricordato inoltre che i popoli asiatici bevono molto tè verdedurante la giornata mentre i popoli occidentali di solito bevono poco tè e di preferenzanero, che presenta una quantità molto minore di catechine. Il cancro della pelle è una delle malattie neoplastiche più comuni, come sono moltocomuni anche melanomi meno gravi ma comunque pericolosi, ed è accertato che il piùimportante fattore scatenante è l’esposizione ai raggi UVA e UVB del sole. Anche perquesto è stato rilevato un ruolo protettivo esercitato dai polifenoli del tè verde se applicatisulla pelle delle cavie con melanomi, e la protezione si è dimostrata efficace anche nel caso di assunzione orale di tè da parte delle stesse cavie. Il tè verde sembra creare una protezione contro lo sviluppo della gastrite atrofica. Numerosi studi in vitro hanno confermato che le EGC del tè verde portano le cellule cancerose del seno umano, le T-47D, ad andare in apoptosi: infatti negli Stati Uniti le donne di origine cinese, giapponese e filippina sono quelle che in maggior quantità bevono tè e soffrono meno di cancro al seno rispetto alle loro coetanee statunitensi di altre origini. Le cellule cancerose sono state mantenute in vitro nello stato G1 del ciclo cellulare, l’attività dell’azione dell’EGC nell’indurre l’apoptosi era tempo- e quantità-dipendente. Ovviamente questo non significa che l’assunzione giornaliera possa del tutto combattere i tumori, ma può essere un valido aiuto per aumentare l’efficacia dei medicinali e delle cure anti-cancro, ma sicuramente può essere molto utile per la prevenzione dei tumori.

7.1.1. I consigli di Umberto Veronesi

«Ne consiglio una tazza al giorno, contiene sostanze prezioseche aiutano l'organismo nella lotta contro il cancro»

Il tè verde fa così bene come si dice?«Sì», risponde il grande oncologo Umberto Veronesi, garante scientifico di OK. «Bevuto tuttii giorni fornisce una buona dose di antiossidanti che possono contribuire al benessere generale e alla prevenzione di malattie gravi come i disturbi cardiovascolari e alcuni tumori.Io ne consiglio almeno una tazza al giorno. Parlo di tazza in quanto le sostanze preziose per l'organismo, se assunte in forma sintetica (capsule, polvere, gocce...), sono meno efficaci. Quindi il tè verde va bevuto».

Sono numerose le ricerche che confermano il ruolo importante giocato dalle foglie del il tè verde nella lotta contro il cancro: pare prevenga la sua genesi e che ostacoli la formazione dei vasi che lo alimentano.Ma i pregi sono anche altri: una tazza di tè verde ogni giorno fa bene al cuore, alla pelle, alle ossa e al cervello.• Contrasta i radicali liberi e svolge quindi un'azione antinvecchiamento su tuttol'organismo.• Agisce sul sistema cardiovascolare: un suo composto riduce la formazione delle placche aterosclerotiche, a beneficio del cuore e della circolazione sanguigna.• Pare sia efficace contro l'Alzheimer: manterrebbe alto il livello di un neurotrasmettitore,carente nei malati di demenza.• Il tè verde viene impiegato contro obesità e sovrappeso: incrementa la produzioneenergetica bruciando grassi, come dimostra una ricerca pubblicata sull'American journal of clinical nutrition.• Si studiano i suoi benefici sulle ossa: ricco di manganese, faciliterebbe il fissaggio del calcio, aiutando a prevenire l'osteoporosi.

• Contiene fluoro, che serve per sciogliere i residui di cibo rimasti sui denti: sembra che riduca l'insorgenza della carie, protegga lo smalto e combatta l'alitosi.• Ripara i danni della pelle dopo un'esposizione al sole eccessiva e in caso di cicatrici post operatorie.Avvertenze: i polifenoli ostacolano l'assorbimento del ferro presente nei cibi. Se siete carenti di questo minerale, meglio consumare il tè verde lontano dai pasti.

7.2. EFFETTI DELLA CAFFEINA SULL'ORGANISMO E NELLA PRATICA SPORTIVANell'uomo la caffeina contenuta nel tè influenza numerosissime reazioni biologiche. Alcune di queste interazioni sono favorevoli per l'organismo mentre altre sono responsabili degli effetti collaterali di questa sostanza. La caffeina, estratta anche dal caffè e dal cacao, si trova anche in altre piante ed alimenti: coca cola, cioccolato e delle bevande energizzanti a base di Cola . E' curioso notare, ad esempio, come le foglie di tè abbiano un contenuto in caffeina circa doppio (2-4%) rispetto ai semi di caffè (1-2%); tuttavia, a causa del diverso metodo estrattivo, l'infuso ne contiene all'incirca quattro volte meno.La caffeina interagisce sulla funzionalità del sistema cardiovascolare e nervoso. Anche se gli effetti di questa sostanza sono numerosissimi la maggior parte di essi è dovuta agli effetti stimolanti che la caffeina esercita sull'intero organismo.

La caffeina favorisce il rilascio di due ormoni chiamati adrenalina e noradrenalina. Le catecolamine favoriscono l'aumento del metabolismo corporeo, della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e del numero di atti respiratori , aumentando così l'ossigenazione del sangue. La caffeina, se assunta entro i livelli massimi consentiti ha un'azione positiva sulla performancedella maggior parte degli atleti. Anche dosi tutto sommato moderate (200-400 mg) ingerite un'ora prima della competizione migliorano i riflessi, l'attenzione,

la concentrazione e la resistenza. Un atleta risulta positivo ai controlli antidoping quando la concentrazione di caffeina nelle sue urine supera i 0.012 mg/ml (= 12 mcg/ml). In genere si consiglia di non assumere più di 6-8 tazzine di caffè espresso o due tre tazze di caffè tradizionale, nelle tre ore precedenti la competizione. Quindi ecco alcuni consigli:•Prendi una tazza di tè verde (caldo o freddo) 10 minuti prima dell'esercizio fisico;•Durante l'esercizio fisico puoi usare del tè verde per recuperare e re-idratarti;•Dopo l'esercizio fisico, una tazza o due aiutano la muscolatura ad eliminare gli sgraditi effetti l'acido lattico e a riprendersi dallo sforzo.

7.2.1. Effetti collateraliUn uso eccessivo della caffeina causa eccitazione smodata, nervosismo, insonnia e tachicardia. La caffeina va quindi assunta con moderazione in caso di esofagite e reflusso gastroesofageo, ulcera allo stomaco, anemia, ipertensione,tachicardia, aritmie e problemi cardiaci in genere e osteoporosi. L'utilizzo prolungato di caffeina tende a smorzare gli effetti benefici vistiprecedentemente e, se assunta ad alte dosi, ne accentua quelli collaterali (acidosi,edema polmonare, allucinazioni). Diversi studi hanno descritto la presenza di una lieve sindrome da astinenza.