Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

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S e quindici giorni posson basta- re per fare la “rivoluzione”. Dal weekend del 6 e 7 giugno scorsi al verdetto finale del 21 e 22, date in cui si è tenuto il ballottaggio per Palazzo Vecchio, l’amministrazione cittadina è stata completamente (o quasi) rinno- vata. A partire dalla carica più ambita, quella di sindaco, conquistata dal can- didato del centrosinistra Matteo Ren- zi, al secondo turno, con il 60% dei voti, contro il 40% dello sfidante Gio- vanni Galli. Riuscita anche l’impresa annunciata a inizio campagna eletto- rale dal neosindaco, quella di portare facce nuove a Palazzo Vecchio. Tanti i nuovi volti che siederanno in con- siglio comunale, seppur assieme ad alcune vecchie conoscenze della poli- tica fiorentina. Cambio al vertice an- che per la Provincia, la cui guida, per i prossimi cinque anni, spetterà ad An- drea Barducci, ex vicepresidente pro- vinciale sostenuto da Pd, Sinistra per la Provincia, Idv e Comunisti fiorenti- ni. E, per la prima volta, un rappresen- tante della Lega Nord troverà posto tra i banchi del consiglio provinciale. Conferme e sorprese anche all’interno delle cinque circoscrizioni fiorentine, tutte comunque assegnate al centrosi- nistra. A campagna elettorale conclu- sa, la nuova amministrazione lancia le sfide per il prossimo mandato: ecco come cambierà la città nei prossimi cinque anni. LUGLIO 2009 Sindaco & Co, come cambia Firenze ELEZIONI. Comune, Provincia e Circoscrizioni: rinnovata l’amministrazione San Salvi, com’era e com’è D al 1891 ad oggi San Salvi ha segnato un pezzo di storia della città. Uno strappo nascosto, che troppo a lungo la gente non ha voluto vedere, dentro i cui confini sono stati ricoverati nomi noti e comuni mortali, tutti a causa di un “male” difficile da comprendere, genericamente catalogato sotto il nome di follia. Oggi che San Salvi non è più un ospedale psichiatri- co sta poco a poco ritornando ad essere considerato parte integran- te della città. Un melting pot che sta restituendo dignità ad un’area troppo a lungo dimenticata. E da cui, dopo la legge Basaglia, i “reclusi” se ne sono andati per recuperare la “normalità” perduta. Ecco dove. PAGG.18-19 PAGG.4,8-11 di B. Strappi - L.V. Zarrilli D a un anno convivo con un crociato rotto ma per operarmi aspetto che cada il go- verno. Con tutti questi tagli che fanno alla sanità non vorrei che invece del ginocchio mi tagliassero anche la gamba!Di solito si taglia una cosa quando è in sovrabbondan- za, giusto?Allora perché tagliano la sanità che è già ridotta all’osso? In un ospedale ho visto un infermiere che faceva tutto da solo: rispondeva al telefono del centralino, andava in sala operatoria come anestesista, aiutava il chirurgo ad operare e se mancava il paziente, faceva anche quello. Non è vero che la sanità italiana non funziona!Tempo fa un chirurgo ha operato un mio amico al polso e l’intervento è perfettamente riusci- to. Peccato che il mio amico fosse stato ricoverato per l’appendicite!Oggi c’è una concezione della sanità distorta: per esem- pio perché ci si vaccina per tutto?L’uomo è fatto per ammalarsi. Quando prendiamo l’influenza i nostri anticorpi si moltiplica- no, si rafforzano. Con il vaccino invece, i nostri anticorpi diventano di colpo disoc- cupati. E’ inquietante sapere che dentro di noi ci sono miliardi di anticorpi che non fanno niente dalla mattina alla sera, che gironzolano in qua e la con la mani in ta- sca. Queste cose si sa come vanno a finire. Nell’arteria principale, l’aorta, è aumenta- ta la prostituzione, la sera è piena di anti- corpi che battono. E poi c’è violenza, scip- pi, sequestri, sparatorie. Oggi i chirurghi quando aprono un paziente, lo richiudono subito. Hanno paura di fare brutti incontri. Invece che nelle discariche perché non mandano l’esercito nelle sale operatorie? Io personalmente avrei persino paura a mettermi un dito in gola!! *Comico Andrea Muzzi* Se gli anticorpi perdono il lavoro r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r r ro o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o PAG.14 In giro per la città sulle tracce dei personaggi famosi di casa nostra GOSSIP A “CACCIA” DI VIP PAG.14 Da Keith Jarret a Daniele Silvestri, tanti i concerti in programma per la kermesse. Ma non solo SPETTACOLI UN’ESTATE IN... FORTEZZA PAG.22 di Giovanni Carta PAG.27 La Fiorentina secondo Corvino l’intervista PAG.26 PAG.3 PA I giovani cambiano mete, e gli oratori si svuotano L’INCHIESTA Fan da tutto il mondo, ma in città c’è chi non lo conosce PAG.2 NEL MUSEO DI BARTALI Periodico d’informazione locale. Anno III n.39 del 1 luglio 2009. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10 EDIZIONE DEL QUARTIERE 3 • 15.321 COPIE DISTRIBUITE DA Il Giornale del tuo Quartiere Q 3 Affiliato AFFILIATO FI - Campo di Marte 055 0515231 VALUTAZIONI GRATUITE E SENZA IMPEGNO 1013960 AFFILIATO FI - Campo di Marte - 055 0515231 Affiliato Pirelli RE Agency. Ogni affiliato è imprenditore indipendente ed autonomo. 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Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

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Se quindici giorni posson basta-re per fare la “rivoluzione”. Dal

weekend del 6 e 7 giugno scorsi al verdetto finale del 21 e 22, date in cui si è tenuto il ballottaggio per Palazzo Vecchio, l’amministrazione cittadina è stata completamente (o quasi) rinno-vata. A partire dalla carica più ambita, quella di sindaco, conquistata dal can-didato del centrosinistra Matteo Ren-zi, al secondo turno, con il 60% dei voti, contro il 40% dello sfidante Gio-

vanni Galli. Riuscita anche l’impresa annunciata a inizio campagna eletto-rale dal neosindaco, quella di portare facce nuove a Palazzo Vecchio. Tanti i nuovi volti che siederanno in con-siglio comunale, seppur assieme ad alcune vecchie conoscenze della poli-tica fiorentina. Cambio al vertice an-che per la Provincia, la cui guida, per i prossimi cinque anni, spetterà ad An-drea Barducci, ex vicepresidente pro-vinciale sostenuto da Pd, Sinistra per

la Provincia, Idv e Comunisti fiorenti-ni. E, per la prima volta, un rappresen-tante della Lega Nord troverà posto tra i banchi del consiglio provinciale. Conferme e sorprese anche all’interno delle cinque circoscrizioni fiorentine, tutte comunque assegnate al centrosi-nistra. A campagna elettorale conclu-sa, la nuova amministrazione lancia le sfide per il prossimo mandato: ecco come cambierà la città nei prossimi cinque anni.

LUGLIO 2009

Sindaco & Co, come cambia FirenzeELEZIONI. Comune, Provincia e Circoscrizioni: rinnovata l’amministrazione

San Salvi, com’era e com’è

Dal 1891 ad oggi San Salvi ha segnato un pezzo di storia

della città. Uno strappo nascosto, che troppo a lungo la gente non ha voluto vedere, dentro i cui confini sono stati ricoverati nomi noti e comuni mortali, tutti a causa di un “male” difficile da comprendere, genericamente catalogato sotto il nome di follia. Oggi che San Salvi

non è più un ospedale psichiatri-co sta poco a poco ritornando ad essere considerato parte integran-te della città. Un melting pot che sta restituendo dignità ad un’area troppo a lungo dimenticata. E da cui, dopo la legge Basaglia, i “reclusi” se ne sono andati per recuperare la “normalità” perduta. Ecco dove. PAGG.18-19

PAGG.4,8-11

di B. Strappi - L.V. Zarrilli

Da un anno convivo con un crociato

rotto ma per operarmi aspetto che cada il go-verno. Con tutti questi tagli che fanno alla sanità non vorrei che invece del ginocchio mi tagliassero anche la gamba!Di solito si taglia una cosa quando è in sovrabbondan-za, giusto?Allora perché tagliano la sanità che è già ridotta all’osso? In un ospedale ho visto un infermiere che faceva tutto da solo: rispondeva al telefono del centralino, andava in sala operatoria come anestesista, aiutava il chirurgo ad operare e se mancava il paziente, faceva anche quello. Non è vero che la sanità italiana non funziona!Tempo fa un chirurgo ha operato un mio amico al polso e l’intervento è perfettamente riusci-to. Peccato che il mio amico fosse stato ricoverato per l’appendicite!Oggi c’è una concezione della sanità distorta: per esem-pio perché ci si vaccina per tutto?L’uomo è fatto per ammalarsi. Quando prendiamo l’influenza i nostri anticorpi si moltiplica-no, si rafforzano. Con il vaccino invece, i nostri anticorpi diventano di colpo disoc-cupati. E’ inquietante sapere che dentro di noi ci sono miliardi di anticorpi che non fanno niente dalla mattina alla sera, che gironzolano in qua e la con la mani in ta-sca. Queste cose si sa come vanno a finire. Nell’arteria principale, l’aorta, è aumenta-ta la prostituzione, la sera è piena di anti-corpi che battono. E poi c’è violenza, scip-pi, sequestri, sparatorie. Oggi i chirurghi quando aprono un paziente, lo richiudono subito. Hanno paura di fare brutti incontri. Invece che nelle discariche perché non mandano l’esercito nelle sale operatorie? Io personalmente avrei persino paura a mettermi un dito in gola!!

*Comico

Andrea Muzzi*

Se gli anticorpi perdono il lavororrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo

PAG.14

In giro per la città sulle tracce

dei personaggi famosi

di casa nostra

GOSSIP

A “CACCIA” DI VIP

PAG.14

Da Keith Jarret a Daniele Silvestri,

tanti i concerti in programma per

la kermesse. Ma non solo

SPETTACOLI

UN’ESTATE IN... FORTEZZA

PAG.22

di Giovanni CartaPAG.27

La Fiorentinasecondo Corvino

l’intervista

PAG.26

PAG.3PA

I giovani cambiano mete,e gli oratori si svuotano

L’INCHIESTA

Fan da tutto il mondo, ma in città

c’è chi non lo conosce PAG.2

NEL MUSEO DI BARTALI

Periodico d’informazione locale. Anno III n.39 del 1 luglio 2009.N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

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2 Luglio 2009 Gavinana • Galluzzo • Firenze sud

PERSONAGGI. Davanti alla casa del campione è nato, circa tre anni fa, il museo del ciclismo “Gino Bartali”

Nel regno dei ricordi di “Ginettaccio”

A lui è stato intitolato l’ultimo Giro d’Italia, e da una sua idea ha

preso vita la struttura che raccoglie le sue cose: maglie, coppe,

targhe, effetti personali e, ovviamente, biciclette. Il museo attira

appassionati da tutto il mondo, anche se in città c’è chi non lo

conosce. Ma i costi di gestione sono alti

L’hanno chiamato in tanti modi, l’uomo di ferro, Ginettaccio, l’intramontabile, ma gli amici e i compaesani lo ricordano come “Gino”. Quel Gino Bartali nato il 18 luglio 1914 al numero

118 di via Chiantigiana e venuto poi a mancare il 5 maggio del 2000. Ci tengono, gli abitanti di Ponte a Ema, a dire che Gino era uno di loro e che era nato lì, in quella casa dove adesso c’è una targa a indicare i natali del grande campione. Di quel mito del ciclismo internazionale a cui è stato intito-lato l’ultimo Giro d’Italia, che a maggio è passato anche da Firenze. Davanti alla casa di Gino, proprio dove lui l’aveva pensato, oggi c’è un museo: il Museo del Ciclismo “Gino Bartali”, il cui presidente onorario è il fi glio Luigi Bartali. Inaugurato circa tre anni fa, il museo è ospitato all’interno di una struttura nuovissima, fi nita di costruire nel 2005. E la prima pietra, posata nel 2001, è stata do-nata dal Comune di Castellania in una sorta di gemellaggio col paese di Fausto Coppi. Ma di chi è stata l’idea del museo? “É stata di Gino. Lui voleva un museo dedicato al ciclismo nel paese dov’era nato e in cui aveva iniziato a correre con la società sportiva l’Aquila – racconta Cecilia Nodriano, consigliera di Amici del Museo del Ciclismo “Gino Bartali”, l’associa-zione che gestisce la struttura in forma volontaria – per la realizzazione del museo è stato poi fondamentale l’impegno profuso dal socio fondatore Andrea Bresci”. E sicuramente sarebbe piaciuto a Gino questo luogo che custodisce le cose che gli appartenevano – maglie, coppe, targhe, effetti perso-nali e ovviamente biciclette - e che lui stesso donò all’asso-ciazione nel 1999, l’anno prima della sua morte. “Peccato che non l’abbia potuto vedere! – esclama Romano Pinzauti, un membro dell’associazione che insieme a un’altra quindi-

cina di persone contribuisce alle 22 ore settimanali di apertu-ra del museo, elargendo spiegazioni su ciclismo e biciclette – lo facciamo nel nome di Gino, perché noi l’abbiamo cono-sciuto: quando ero piccino mi portava in canna!”. Ma questo museo non è solo Gino Bartali, è anche, e soprattutto, cicli-smo. Infatti consente di ripercorre l’evoluzione della biciclet-ta dalla fi ne dell’800 ai giorni nostri, e la storia del ciclismo italiano attraverso bici, foto, maglie, trofei e paginate della Gazzetta dello Sport, di un rosa ormai sbiadito. “Ci impe-gniamo per lasciare ai posteri un’eredità culturale secondo noi molto bella – sottolinea il vicepresidente Emilio Batacchi – chi è venuto qui a cercare materiale per la tesi di laurea è rimasto sbalordito dalla quantità e qualità di oggetti e docu-menti disponibili”. Tutto questo, però, ha costi di gestione

molto alti, e servirebbe uno spon-sor fi sso per fi nanziare le attività del museo e permettergli di avere un sito internet aggiornato. Man-ca anche una cartellonistica stra-dale che lo segnali, ma i visitatori arrivano lo stesso, e numerosi.

Sono appassionati di ciclismo da tutto il mondo e persone di Firenze e dintorni che ne scoprono l’esistenza quasi per caso. Ogni anno, poi, vengono organizzate visite guidate con intere scolaresche - dall’asilo alle superiori - che riscuotono sempre molto successo, e la corsa Gran Fondo - in collaborazione col Quartiere 3 - che lo scorso maggio contava circa 700 parte-cipanti. Un impegno oneroso che l’associazione porta avanti col cuore perché, come ricorda il consigliere ed ex corridore gregario di Nencini, Bruno Tognaccini, “Gino era forte, era uno di fondo lui, uno che reggeva le distanze: 300 km, mica come ora! E poi voleva bene alla gente, nel ’50 mi ha salvato la vita”. Informazioni sul museo al 347.6279787 e, dal gio-vedì al sabato, allo 055/6461272.

Giulia Brestolani

Gino Bartali in una foto scattata il 21 aprile del 1932 in corso Garibaldi

Gino era forte, era uno di fondo, uno che reggeva le distanze, mica come ora! E poi voleva bene alla gente

Un salto indietro nel tempo, un viaggio nel passato del Galluz-

zo. Perché gli abitanti della zona lo sanno bene: il Galluzzo (Comune a sé fi no agli anni 30 del ‘900) non è (solo) una periferia di Firenze, ma ha una sua identità e le sue tradizio-ni da conservare, tanto che i resi-denti di qui, soprattutto i meno gio-vani, tra di loro si chiamano ancora “galluzzini”, e non fi orentini. Un salto indietro che potrà essere fatto da tutti grazie a un libro (anzi, due libri in uno) presentato lo scorso 20 giugno al Palazzo del Podestà, e composto da due parti: la prima, intitolata “Percorsi di storia per le vie del Galluzzo e di Pozzolatico”, è stata scritta da Alessandra Marti-nuzzi e Guido Salvadori, mentre la seconda, chiamata “La podesteria di Santa Maria all’Impruneta”, è a cura di Dario Ciampini. Due aspet-ti diversi di una storia comune. La prima parte del volume ha come protagoni-sti gli anti-chi popoli di Santa Lucia a Massapagani, San Felice a Ema e Santo Stefano a Pozzolatico, visti attraverso la storia dei poderi, delle case e dei loro proprietari, in un viaggio a ritroso dal 19° al 14° secolo. “Sapere che la casa in cui viviamo ha una storia lunga secoli, che lo stemma consunto dal tempo, che a mala pena abbiamo notato sulla facciata, apparteneva ad una nobile casata fi orentina, che la no-stra abitazione un tempo era la cap-pella di una villa, che personaggi

illustri come Amerigo Vespucci o Michelangelo Buonarroti sono sta-ti nel passato nostri vicini di casa, tutto questo e molto altro ancora può far maturare in noi il senso del valore intrinseco alle cose”, scrive Alessandra Martinuzzi nella sua in-troduzione. Un lavoro, quello fat-to insieme a Salvadori (entrambi mossi dall’amore per il territorio di cui sono originari), costato anni di ricerche d’archivio e di rilievi sul territorio, e che indica tre itinerari che seguono le vie attualmente co-nosciute del Galluzzo e di Pozzola-tico, lungo cui si trovano numerose case la cui storia è stata ricostruita dal 1815 a ritroso fi no al 14° se-colo. La seconda parte, invece, è una ricerca sugli stemmi dei Po-destà del Galluzzo dal 15° al 19° secolo, realizzata, anche in questo caso con certosina pazienza e dedi-zione, da Dario Ciampini, studioso

appassio-nato del posto che ha dedi-cato molti anni alle r i c e r c h e

sui Podestà del Galluzzo, e che già nel 2001 aveva pubblicato i primi risultati ottenuti. Ma le sue ricer-che sono andate avanti e gli hanno permesso di ricostruire, attraverso lo studio degli stemmi, un pezzo di storia locale, portando allo stesso tempo alla ribalta le condizioni di abbandono in cui, da anni, versa il palazzo. Per informazioni sul libro e su dove trovarlo: www.percorsi-distoria.it e www.galluzzoimmagi-ne.altervista.org.

Michelangelo e Vespuccicome (ex) vicini di casa

IL LIBRO. Viaggio nel passato del Galluzzo

Il volume fi rmatoda appassionati del luogone ripercorre la storiaattraverso poderi e stemmi

/I.G.

Si chiama “L’Arena” il festival estivo di piazza Bartali, che ha

luogo tutti i giorni fi no al 15 ago-sto con concerti, pièces teatrali, musica e cabaret a cura dell’as-sociazione culturale “La Vasca”. Scopo del festival, patrocinato dal Quartiere 3, è vivacizzare una piazza “fuori dalle mura”, propo-nendo ai fi orentini di tutte le età una location di svago alternativa al centro storico. Sotto la struttura ad anello, di fronte al centro com-merciale, è stato allestito un palco, un kebab, un bar, un banco del co-comero, un carretto anni ’30 per il gelato e una pista da pattinaggio. Il tutto circondato da palme, tavo-

li e sedute. La kermesse mette in scena, come in una vera e propria arena, cabaret e cinema, concerti pop, jazz, funky, rock, ma anche performance di ballo e show cul-turali multietnici. Oltre agli spet-tacoli di ogni sera (inizio alle 21), la domenica l’appuntamento è con “Golden Kult”, ovvero il meglio dei fi lm cult e trash degli anni ’80 italiani, proiettati su un maxischer-mo. Una carrellata di 10 fi lm che vedono protagonisti Abatantuono, Thomas Milian, Jerry Calà, Enrico Montesano, Renato Pozzetto e la coppia Ceccherini-Paci. Ingresso libero. Informazioni sul program-ma su www.larenafi renze.com.

Fino al 15 agosto musica, spettacoli e cabaret

Un’Arena in piazza Bartali

IL FESTIVAL

Page 3: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

3il giornale del tuo quartiere

L’INCHIESTA. Viaggio tra i ritrovi parrocchiali del quartiere, per capire come cambia la società

I ragazzi dei giorni nostri usano ancora l’espressione “ci vediamo all’orato-rio”? Ha senso parlare di questi spazi come luoghi di ritrovo, come accade-

va fi no a non molto tempo fa? Per rendersi conto della situazione è suffi ciente un giro nei ritrovi parrocchiali di San Piero in Pal-co, Ss. Lucia e San Giuseppe del Galluzzo e alla chiesa di Santa Maria a Ricorboli, tre degli oratori del quartiere. “Anche a San Piero in Palco - spiega il parroco, don Vit-torio Menestrina - l’affl uenza è diminuita, l’immagine del vecchio oratorio va riveduta alla luce di un differente stile di vita e di una composizione sociale-familiare nettamen-te cambiata. Il numero dei giovani relativo alla catechesi è di 210 persone, ma va mes-sa in conto una dispersione dopo la Cresi-ma. Non si parla più di attività quotidiane, ma di incontri e progetti, riguardanti anche tematiche sociali, che includano non solo il giovane, ma l’intera famiglia”. “Nel corso dell’ultimo anno – continua - sono stati fatti corsi di recupero gratuiti, corsi di batteria, la Casa della gioventù in piazza Elia Dalla Costa è stato il fulcro intorno al quale sono ruotati spettacoli e feste, all’insegna della voglia di stare insieme, di sentirsi parte di un progetto comune. Ogni mese sono state pro-poste ed effettuate escursioni e anche questa estate si effettuerà il campo estivo parroc-chiale”. Dello stesso avviso è il parroco di Ricorboli, don Raffale Palmisano: anche lui, quest’anno, per la quarta volta ha portato al campo che si è tenuto dal 17 al 27 giugno circa 40-50 ragazzi delle scuole elementari e medie. Oltre ai centri estivi e all’attività di catechesi, a Ricorboli c’è un gruppo dei can-ti, ultimamente in crisi numerica, e il gruppo di volontariato “Viola2000”, comprendente una decina di ragazzi di 17-18 anni, attivo con il centro di accoglienza San Paolino. Nei progetti in via di realizzazione c’è anche il bar sociale, organizzato da giovani fra i 22 e i 30 anni di età. Lo scopo non è ovviamente commerciale, ma ha come proposito quello di creare un luogo in cui dar vita a eventi

e spettacoli. Come spiega don Raffaele, “è tanta la voglia dei ragazzi di stare insieme. Oggi però hanno una vita super impegna-ta, non hanno un momento di respiro, non hanno spazio per la fantasia, per questo quando sono lasciati soli si rifugiano nella playstation, nei cellulari. E’ importante dar loro la possibilità di esprimere la creatività, lasciando loro anche momenti di rifl essione, per questo l’impegno è quello di insegnare loro la partecipazione attiva, anche critica

alla realtà”. Insomma, il numero dei fre-quentatori degli oratori appare in continuo calo, e i giovani del quartiere sembrano aver scelto, ormai da un po’ di tempo, altri luoghi in cui ritrovarsi. Un’isola felice, per quanto riguarda l’affl uenza, è quella rappresentata dall’oratorio “Il Pellicano” della chiesa Ss. Giuseppe e Lucia del Galluzzo. Lì, in pri-ma persona, sono coinvolte le famiglie, che organizzano attività e servizi analizzando il territorio. Anche per loro questo è il quarto

anno di centri estivi. Il servizio copre 11 set-timane delle vacanze, con attività articolate da settimana a settimana che vanno incontro alle esigenze delle famiglie garantendo mas-sima fl essibilità per gli orari e le iscrizioni, offrendo una soluzione valida per bimbi piccoli e grandi. Inoltre, da ottobre, partirà il progetto “Musica per tutti”, un corso di musica per coloro che vogliono entrare nel mondo della musica seguendo corsi di pro-pedeutica e di vari strumenti.

L’oratorio ai tempi della playstation

Cecilia Tarchi

Quelli che, solo fi no a

pochi anni fa, erano

i luoghi di incontro

per eccellenza dei

giovani, oggi sono

spesso deserti. E per

“sopravvivere” devono

rivedere la loro immagine

San Piero in Palco

Il Reporterè un periodico di 7 edizioniche mensilmenteviene distribuito da in 192.404 copie

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LA MAPPA

Se l’oratorio ha perso quel ruolo prima-rio che fi no a non molto tempo fa gli

era stato attribuito, i giovani oggi dove si incontrano, cosa fanno? In passato, la realtà oratoriale era (quasi) l’unico luogo ricreativo esistente, specialmente in zona come il quar-tiere 3, di recente nascita e sviluppo. Ultima-mente la chiesa di San Piero in Palco è stata l’esempio, involontariamente, di come la mancanza di “educazione” in senso lato porti per assurdo a considerare l’oratorio, e anche il “luogo fi sico chiesa”, come tutt’altro che un luogo di sana aggregazione e di cresci-ta. Dopo alcuni episodi che erano balzati

all’onore della cronaca e che avevano visto come protagonisti alcuni giovani della zona, la “purtroppo famosa” comitiva ha iniziato a darsi appuntamento in via Gran Bretagna e in piazza Francia, creando anche lì disa-gio e malcontento fra gli abitanti che si sono spesso lamentati. Anche don Vittorio Mene-strina aveva più volte chiesto, senza grandi risposte, un maggior impegno da parte del-le istituzioni e delle stesse scuole, offrendo anch’egli il proprio contributo. Ma non sono solo piazze e giardini i “nuovi” luoghi di ritrovo. Altri giovani si incontrano sempre più spesso nei bar, come in via Datini o in

viale Europa, nelle gelaterie oppure nei vari circoli Arci e Acli del quartiere, soprattutto in aree come Galluzzo, Due Strade, Nave a Rovezzano e Sorgane, che ancora conserva-no un’atmosfera quasi da paese. Un luogo inaspettato, che richiama giovani anche da zone più lontane come Bagno a Ripoli, è rappresentato dal centro commerciale di via-le Giannotti che nei pomeriggi e nelle sere dei weekend pullula di giovani, spesso di età minore ai 20 anni. Altri ancora frequentano i giardini come l’Anconella, dove in prima-vera si ritrovano ai tavolini per studiare e go-dersi le belle giornate.

Dai circoli ai centri commerciali: ecco quali sono i nuovi spazi di aggregazione giovanile

I ragazzi sono in giro... in piazze, giardini e bar

/C.T.

Oggi non è più possibile guardare all’oratorio con gli occhi del passato. Ol-tre al numero dei giovani notevolmente diminuito, anche le attività sono cam-biate, andando spesso incontro alle esi-genze sociali e alle carenze strutturali dei servizi pubblici. In quasi tutte le realtà del quartiere sono presenti corsi per l’aiuto scolastico e, in due delle chiese prese ad esempio, Ricorboli e Galluzzo, è attiva la ludoteca con spazi rivolti ai più picco-li. Inoltre, vista la mancanza al Galluzzo di una biblioteca, l’oratorio il Pellicano off re - alcuni pomeriggi a settimana - la possibilità di consultazione, prestito libri ed internet. Come risulta dalle parole dei parroci delle tre realtà, “c’è la necessità e quindi l’impegno ad andare incontro anche a un’esigenza emotiva dei giovani, sempre più disorientati ma desiderosi di relazioni. La vita frenetica, la perdita di autorevolezza di istituzioni come la scuo-la e la stessa famiglia, hanno creato vuoti che, se non colmati, possono portare a casi di immaturità e ostilità”.

Tante attività, daicorsi alla ludoteca

SCHEDA

Anno III n. 39 del 1 luglio 2009

Il Reporter di Gavinana, Galluzzo, Firenze sud

raggiunge 15.321 famiglie nel quartiere 3 di Firenze.

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4 Luglio 2009 Gavinana • Galluzzo • Firenze sud

Con il 50,06% dei voti alle elezioni del 6 e 7 giugno scorsi, Andrea Ceccarelli si è confermato nuova-

mente presidente del Quartiere 3. A capo della coalizione composta da Partito Democratico, Italia dei Valori e Sinistra per Firenze, Andrea Cec-carelli ha superato di quasi 19 punti percentuali il principale avversario e candidato alla presidenza Paolo Poli, che con le liste Popolo delle Libertà e Firenze con Giovanni Galli ha rag-giunto il 31,09% dei voti. “Un risulta-to positivo, di cui sono assolutamente soddisfatto – commenta il presidente appena riconfermato – penso che ab-bia giocato a nostro favore la gestio-ne del quartiere degli anni passati: questo risultato elettorale, infatti, di-mostra che i cittadini hanno apprez-zato quanto abbiamo fatto fi nora”. Soddisfatto sul piano personale per i suoi 449 voti di preferenza (su un totale di 10.364 voti ottenuti dal Pd) e “ultracontento” per il calore manife-stato dalla gen-te durante il pe-riodo elettorale, Andrea Cecca-relli continuerà quindi a occu-parsi dell’am-ministrazione del territorio di Gavi-nana-Galluzzo, con un obiettivo ben preciso: puntare sulla qualità. “Du-rante la campagna elettorale abbiamo chiesto ai cittadini di dirci che cosa avrebbero voluto per questo quartiere e molti hanno risposto: vogliamo che non peggiori. La qualità della vita qui è già alta, e noi lavoreremo per mi-gliorarla ancora”. Nella prima parte

del mandato saranno defi nite, insieme a tutti i gruppi politici del Consiglio di quartiere, le opere più importanti da realizzare nel quinquennio, in modo

da avere tutto il tempo a disposi-zione per richie-dere permessi, autorizzazioni e quant’altro possa servire in

una determinata circostanza. Rispet-to, invece, agli interventi da portare avanti da qui a breve, troviamo: l’in-stallazione di dissuasori per piccioni in piazza Bartali, la riasfaltatura di strade (in alcuni casi col rifacimento delle fognature) in linea con quan-to fatto ultimamente, e l’inversione del senso unico in via del Podestà per cui si è in attesa di un’ordinanza

dalla Direzione mobilità del Comu-ne. “Lavoreremo per stringere il più possibile i tempi di realizzazione del presidio socio-sanitario di viale Euro-pa e per riorganizzare quello del Gal-luzzo – continua Ceccarelli – poi c’è la questione della cappellina in via Villamagna: non appena sarà chiarito a chi appartiene, se a Publiacqua o al Comune, chiederemo un passaggio di proprietà per restaurala e riportarla in condizioni dignitose, visto che rap-presenta il primo biglietto da visita di Firenze per chi viene dalla Nave a Rovezzano. Fondamentale è poi dar seguito al progetto delle nuove ram-pe del viadotto Marco Polo, per cui ci siamo impegnati tanto nella scorsa legislatura riuscendo a ottenere che le rampe vengano fatte dall’altra parte dell’Arno”.

Il recente risultato elettorale, oltre a rinnovare la presidenza di Cecca-

relli, ha rinnovato anche il Consiglio di quartiere, confermandone la mag-gioranza di centrosinistra. Per pochis-simo, (“per un pelo”, come si suol dire), con il 50,06% dei voti, grazie a quello 0,6% in più, la coalizione for-mata da Pd, Idv e Sinistra per Firenze ha preso anche il premio di maggio-ranza, aggiudicandosi 14 seggi su 23 disponibili. Concretamente, ciò signi-fi ca due seggi in più rispetto a quelli che la coalizione avrebbe ottenuto con un solo voto in meno del 50%. Di questi 14 seggi, uno è stato assegnato a Sinistra per Firenze con Francesca Cellini, un altro all’Idv con Benedet-ta Chiesi e i restanti 12 sono andati al Pd, che a Gavinana-Galluzzo ha avuto il risultato migliore di tutta Fi-renze, con Elisabetta Tinagli, Marco Bagni, Sara Lai, Irene Masi, Serena Perini, Antonio Sapia, Alessandro Scarselli, Liliana Fusi, Cristina Giani Noferi, Stefano Rigutini, Alessandro Dei e, ovviamente, Andrea Cecca-relli. Il centrodestra, invece, con il 31,09% dei voti ha guada-gnato in tutto 8 poltrone: 2 per la lista Galli con Giovan-ni Giorgetti e Selene Maionchi e 6 per il Pdl, con Giacomo Ballo, Giovanni Gandolfo, Matteo Calì, Paolo Poli, Filippo Mar-chi e Lucio Spagna. Infi ne, un seggio se l’è aggiudicato Rifondazione co-munista, con Alessandro Morandi, che ha ottenuto il 3,51% dei voti. Quello che, in poche parole, hanno fatto il 6 e 7 giugno scorsi i quasi 25mila elettori del quartiere 3 che si

sono recati alle urne (su 32.684 aven-ti diritto) è stato disegnare un quadro abbastanza compatto per il proprio quartiere. All’interno del consiglio del quartiere 3 si contano, infatti, solo 3 schieramenti (Pd, Idv, Sinistra per Firenze – Pdl e Galli – Rifondazione) e in tutto 6 sigle politiche. Delle 12 liste che si sono presentate alle ele-zioni amministrative, infatti, la metà non ha ottenuto neanche un seggio (Firenze c’è, Lista civica 5 stelle di

Beppe Grillo, Per un’altra città, Casini Udc, Popolo città nazione e Spini per Fi-renze). Oltre a

essere poco frammentato da un punto di vista delle forze politiche presenti, il nuovo consiglio di quartiere è anche molto giovane, con più di un terzo dei consiglieri nati tra gli anni ’70 e gli anni ’80. La componente maschile è di fatto maggioritaria, anche se ben bilanciata da quella femminile, poi-ché su 23 consiglieri 9 sono donne e 14 uomini.

DOPO LE ELEZIONI/1. Intervista al presidente del Consiglio di Quartiere eletto lo scorso giugno

Andrea Ceccarelli si concede il bis

Giulia Brestolani

Premio di maggioranzaper un pugno di voti

DOPO LE ELEZIONI/2. La composizione del nuovo consiglio

La qualità della vita qui è già alta, e noi lavoreremo per migliorarla ancora

Andrea Ceccarelli

L’esponente del Partito Democratico riconfermato alla guida

della circoscrizione con il 50,06% dei voti. “I cittadini hanno

apprezzato quanto abbiamo fatto fi nora”

Per la coalizione vincente14 seggi su 23 totali. Più di un terzo dei consiglieri nati tra gli anni ‘70 e ‘80

La sede del Quartiere 3

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5il giornale del tuo quartiere

Quest’anno, la società Canottieri co-munali di Firenze festeggia il suo 75esimo anno di vita. E di succes-si. Dal 1934, insignita anche della

Stella d’argento al merito sportivo, ha la sua sede in lungarno Ferrucci. La società si occu-pa prevalentemente di canoa, anche grazie alle dedizione e all’impegno del dirigente sportivo Alessandro Piccardi. Per festeggiare l’anniver-sario nel miglior modo possibile, il presidente Francesco Conforti e tutto lo staff dirigenziale hanno dato vita a numerose iniziative sportive e alla manifestazione nell’ambito del Genio Fiorentino “Riccardo Marasco canta sui barchi-ni dei Renaioli”, avvenuta il 21 maggio scorso calamitando l’attenzione di numerosi spettatori accorsi sul Ponte da Verrazzano. Questo traguar-do prestigioso si aggiunge alla soddisfazione di essere annualmente riconfermata fra le migliori società italiane di canottieri. Ciò ripaga gli atleti e la dirigenza dei sacrifi ci, dei duri allenamenti

e della passione continuamente profusa per mi-gliorarsi. Da questa società sono usciti campio-ni a livello nazionale e internazionale: fra i tanti spiccano Paolo e Andrea Salvietti (Olimpiadi 1976), Matteo Bruscoli (Olimpiadi 1992) e Ste-fania Cicali (Pechino2008), quest’ultima ora in forza alle Fiamme Azzurre ma socia benemerita della Comunali. I soci sono circa 600, divisi tra donne e uomini, e le donne sono presenti anche fra i dirigenti, seppur in minor numero. Oltre alle tre squadre agonistiche di canoa (a discesa, olimpionica e canoa a polo) che contano 100 atleti, si affi ancano altre attività come il Dra-gonboat, che lavora dal 2006 anche con la Lega italiana per la lotta contro i tumori nell’ambito del progetto “Dragonlady”, il primo barcone al femminile per testimoniare che, dalla malattia, si può uscire e tornare a essere quelle di prima. Oltre a questo progetto, è da citare l’intensa attività di master che permette agli atleti di età superiore ai 40-50 anni di competere in catego-

rie agonistiche riservate a loro. Un altro aspet-to interessante riguarda gli accordi presi con il Quartiere 3 nell’ambito dei centri estivi: i gio-vani vengono avvicinati a questa disciplina fre-quentando corsi. Molti di loro, appassionandosi alla canoa, scelgono di continuare a dedicarsi a

questo sport. Per questo, i centri di avviamento allo sport accolgono ragazzi di età compresa fra gli 8 e i 14 anni, facendoli partecipare anche a gare interne alla società, con lo scopo di inte-grare alle attività ludiche anche l’aspetto com-petitivo.

Tanti gli atleti che, dalla sede di lungarno Ferrucci,

hanno raggiunto grandi traguardi a livello nazionale e

internazionale. E le attività non si fermano

Il presidente della “Canottieri comunali” Francesco Conforti

Quei campioni “sbocciati” sull’Arno

Cecilia Tarchi

L’ANNIVERSARIO. La società Canottieri comunali di Firenze festeggia il suo 75esimo anno di vita

Da poco tempo è stata inaugurata la nuova gestione della società sportiva Firenze Sud, simbolo, in tutto il

quartiere, dell’attività calcistica. Gli impianti sportivi, che hanno la loro sede in via Villamagna 41, stanno lentamente iniziando a riprendere tutte le loro attività, dopo lo spettro di una possibile chiusura, paventata nei mesi scorsi a causa di problemi economici ora superati, grazie anche alla collabo-razione del Comune che si è fatto avanti per far fronte ai de-biti lasciati dalla precedente gestione. Il consiglio direttivo è stato completamente rinnovato. Presidente della società è Massimo Falciani, che insieme agli altri colleghi auspica il ritorno del Firenze Sud ai vertici del calcio fiorentino. Nei mesi scorsi è stato fatto un gran lavoro per rimettere in piedi la società: l’obiettivo primario era salvarla da quello che

sembrava ormai un inevitabile declino, fine infausta per una società che, negli anni, si era guadagnata la fama per serietà e bravura. Ora, scampato il peggio, i passi successivi sono quello di organizzare un valido organico, che permetta di raggiungere ottimi livelli. Un obiettivo che sta molto a cuore ai nuovi dirigenti è quello di poter allestire e rilanciare il gruppo ‘93, che l’anno scorso non c’era. Per il resto, la società presenterà nella prossima stagione tutte le squadre giovanili al completo, con due formazioni per quanto riguarda gli anni 1997 e 1998, seguite da un gruppo di tecnici già rodato e confermato. Insieme agli altri obiettivi, il Comune di Fi-renze e il Quartiere 3 avevano precedentemente dichiarato,

tramite le parole del presidente del Q3 Andrea Ceccarelli, che l’auspicio era quello di rendere il parco dell’Anconella, una delle aree verdi più grandi e più belle di tutta la città, un luogo sicuro e tranquillo dove poter praticare uno sport,

oltre a rendere l’area un punto di ritrovo e di aggregazione migliore di quanto non lo sia stato in passato. Per questo, anche la ge-stione dell’area di ristoro, comprensiva di bar e pizzeria, è stata cambiata, insieme ai rapporti con i vari enti sportivi. Questo per rilanciare anche quel settore in vista della

stagione estiva, e per rendere la zona il più fruibile possibi-le, proprio alla luce di un progetto aggregativo fortemente sentito.

Dalla grande paura alla rinascita: la nuova vita del Firenze SudPALLONE. Completamente rinnovato il consiglio direttivo del club, che ora punta a tornare ai vertici del calcio fiorentino

/C.T.

Nei mesi scorsi è stato fatto un gran lavoro per rimetterla in piedi

All’isola d’Elba, si è svolta,nei giorni 4 e 5 giugno la festa di “LiberEtà” (mensile del Sindacato Pensionati CGIL).Sono stati due giorni d’iniziative sindacali e politiche molto partecipate, che hanno visto la presenza di giuristi, parlamentari, studiosi. Fra gli altri sono intervenuti Walter Cerfeda segretario CES (Confederazione Europea Sindacati), Alessio Gramolati segretario CGIL Toscana, Carla Can-tone segretaria nazionale SPI. I due momenti di confronto e dibattito anno avuto come tema il 10° anniversario dell’omicidio di Massimo D’Antona,

il giurista e consulente del ministro del lavoro, assassinato dai brigatisti rossi nel maggio 1999, nel corso del dibattito sono stati ricordati il suo importante contributo al rinnovamento del mondo del lavoro.L’altra iniziativa ha avuto come tema, l’azione dei sindacati europei e la loro capacità di incidere sulle politiche economiche in Europa. Nel pomeriggio del 5 giugno a Portoferraio in piazza Cavour si è svolta la manifestazione conclusiva con Alfio Savini segretario regionale SPI e Carla Cantone segretario nazionale SPI.

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6 Luglio 2009 Gavinana • Galluzzo • Firenze sud

Nel quartiere 3, ma la tendenza è in crescita in tutta la città, stan-no aprendo nuove ricevitorie, non da ultima una in via Datini,

che permette un’ampia gamma di scom-messe con puntate minime e massime sen-za limiti in più di 50 paesi. E non è da meno il successo delle ricevitorie e delle tabac-cherie adibite al lotto, superenalotto e simi-li, che stanno vedendo crescere il numero dei clienti anche grazie ai famosi Gratta e vinci, che nel frattempo si sono moltiplicati nei generi, andando letteralmente a ruba. Di questa moda par-la Andrea Fabbrica-tore, residente nel quartiere 3, famoso per essere stato vin-citore, negli anni 1971-1972, del quiz Ri-schiatutto di Mike Bongiorno. Signor Fabbricatore, che differenza c’è fra la sua esperienza e questo crescente fenome-no, dato che in fondo si tratta sempre di gioco?

C’è una grande differenza. Prima di tutto io partecipai a un quiz che richiedeva una prepa-razione culturale approfondita. Non andai lì a tentare la sorte a occhi chiusi. Sicuramente la fortuna ebbe un ruolo nella mia vicenda, ma non fu la protagonista. Io passai 8 mesi a pre-pararmi, a studiare sulle enciclopedie. Avevo interessi, passione per il sapere, c’era anche l’ambizione personale, ma non era mirata al denaro. Cosa la spinse? Cosa spinge invece, oggi, le persone ad avvicinarsi a questi giochi, alle

scommesse?Mi spinse il desiderio anche di un confronto, di una competizione. Avevo voglia che i miei sacrifi ci e la mia passione fossero ripa-

gati dalla soddisfazione. Quindi sono moltepli-ci i motivi. Certo, c’è anche la spettacolarità. Oggi invece non si parla di merito, di bravura. La società è totalmente cambiata. Ci si affi da al colpo di fortuna, senza investire in sé, senza coltivare altro.

Il denaro è il motivo trainante?Anch’io fui felice della mia vincita, sarebbe ipocrita negarlo. Ma il valore che diamo al de-naro è l’aspetto da analizzare. Oggi lo si con-sidera fi ne a se stesso. Non è più un mezzo. La superfi cialità ha preso il sopravvento. Pensi a questo: quando io partecipai al quiz, l’argo-mento che più mi spaventava era quello del

costume. Una domanda per me spiazzante sa-rebbe stata sull’eventuale vincitrice di Miss Ita-lia. Oggi invece si ritiene cultura sapere chi ha vinto il Grande Fratello. Tutto si è ribaltato. In qualunque settore la bravura viene penalizzata. E’ il colpo di fortuna, la spettacolarizzazione di esso che premia. Ecco perché molti investono sulle scommesse, sul guadagno facile.

Andrea Fabbricatore

Cecilia Tarchi

IL PERSONAGGIO. A tu per tu con Andrea Fabbricatore, vincitore negli anni ‘70 del quiz di Mike Bongiorno

La “scommessa” dell’eroe del Rischiatutto

Anch’io fui felice della vincita. Ma il valore che diamo ora al denaro è un aspetto da analizzare

Residente da una vita nel quartiere, l’ex concorrente

del famoso gioco dice la sua sul proliferare

di ricevitorie e gratta e vinci: “Passai 8 mesi a

prepararmi, serviva una preparazione culturale

approfondita. Oggi ci si affi da al colpo di fortuna”

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politica

ELEZIONI/1. Con la proclamazione del nuovo primo cittadino si ricompone il Consiglio comunale

Quelli che... ora si va all’opposizione

Nemmeno il tempo di un brindisi, appena fi niti i festeggiamenti del nuovo sinda-co, si rialzano gli sconfi tti e tornano alla carica, pronti a prendere il ruolo di “cani

da guardia” e controllori. Da Galli alla De Zordo le congratulazioni non bastano, l’opposizione c’è e lo fa capire fi n da subito. “Sarò l’ossessione di Renzi, il suo incubo per cinque anni”. Onore al vincitore sì, da vero sportivo, ma dopo i complimenti di rito, Giovanni Galli torna subito all’attacco del neosindaco, deciso a fare “un’opposizione seria, senza dire no a tutto come siamo abituati in Italia, per il bene di Firenze”. Uscito sconfi tto dal ballottaggio, lo sfi dante di centrodestra, sostenuto da Pdl, Lega Nord, Lista Galli e altre 4 liste civiche, si appresta a prendere la guida dell’opposizio-ne in Consiglio comunale. “Ho preso degli impegni con la città, mi metto a disposizione per costruire una Firenze migliore, devo aiutare l’amministrazione a rendere la città più bella, perché l’opposizione si deve fare in questo modo” annuncia all’indomani del risul-tato, riprendendo i toni del fair play che lo hanno con-traddistinto per gran parte della campagna elettorale, fatta eccezione per qualche picco polemico. “Sono pronto a rappresentare i 4 fi orentini su dieci che mi hanno dato fi ducia” annuncia. E il suo programma, chiarisce, sarà come il Vangelo. Non si discosterà di un millimetro dai punti che ha elaborato a partire dall’ascolto dei cittadini stessi. L’unico rimpianto? “Aver avuto poco tempo a disposizione”. E lascia i

commenti sulle strategie politiche ai pesi massimi del partito. Magari a proposito della scelta di apparentarsi con Razzanelli al secondo turno, decisione che non ha fruttato un voto in più a Galli. Non si può forse par-lare di un clamoroso successo per Mario Razzanelli, che puntava a percentuali ben più alte rispetto al 3, 3 per cento ottenuto dalla sua lista Firenze C’è. Eppure anche stavolta l’ex consigliere dell’Udc ce l’ha fatta a entrare in Consiglio, a dispetto del proprio partito, che invece puntava su un altro candidato sindaco, Marco Carraresi, e non è riuscito a conquistare neanche un

seggio nel Salone dei Dugento. “Mister No tram”, in-vece, è pronto a ripartire subito con i propri cavalli di battaglia, chiedendo al nuovo sindaco di tenere in con-siderazione l’esito del famoso referendum e cancellare le linee 2 e 3 della tramvia. E alza la posta, proponen-do una nuova consultazione popolare, stavolta sull’Al-ta velocità. Matteo Renzi incassa invece i complimenti di Valdo Spini, che pur era stato più volte tacciato di essere una spina nel fi anco per il candidato del centro-sinistra, durante la campagna elettorale. Colpevole di catalizzare i voti a sinistra del Pd, sarebbe stato Spini a costringere Renzi al secondo turno. Adesso farà op-posizione da sinistra, affi ancato da Tommaso Grassi, l’unico altro consigliere eletto dalla coalizione che so-steneva l’ex ministro socialista, composta da Rifonda-zione, Comunisti italiani, Verdi, Lista Spini e Sinistra per la Costituzione. Sempre da sinistra si leva la voce di Ornella De Zordo, che è riuscita a riconquistare il suo seggio, seppur conseguendo un risultato più mo-desto rispetto a quel 12 per cento che l’aveva portata in Consiglio cinque anni fa con Un’altra città, un altro mondo. “Ci auguriamo che Matteo Renzi valorizzi il consiglio comunale - afferma la De Zordo - per favo-rire una relazione costruttiva fra tutte le forze presenti ed avviare in questa città un reale percorso di traspa-renza e partecipazione democratica che sappia uscire dalle stanze del potere per condividere le scelte con i cittadini. Il nuovo Sindaco - continua - avrà adesso l’onere di rispettare i tanti impegni presi in campagna elettorale. Lo vedremo presto alla prova dei fatti: noi riprenderemo a mettere in atto un’opposizione a tutto campo rigorosa e attenta”.

Paola Ferri

Galli, Razzanelli, De Zordo, Spini: gli “sconfi tti” dalla tornata elettorale cominciano il loro

percorso nei banchi del Salone de’ Dugento. Lo sfi dante del centrodestra: “Ho preso

degli impegni con la città, mi metto a disposizione per una Firenze migliore”

Matteo Renzi attende il risultato al comitato

Sessanta a quaranta, a conti fatti si direbbe quasi che non c’è stata

partita tra Giovanni Galli e Matteo Renzi. Eppure non è bastato il primo turno per stabilire il nuovo sindaco di Firenze e la campagna elettorale è stata più che mai combattuta. Una sfi da vera, in una situazione politica cittadina e nazionale che non aveva certo spianato la strada al candidato di centrosinistra. Il risultato del 6 e 7 giugno lo dava già in netto vantaggio, ben 15 punti sopra il 32 per cento to-talizzato da Galli, eppure Renzi stesso si era dimostrato un po’ deluso da quel 47,5 per cento di voti, un punticino sotto alle aspettative. Le due settimane successive sono state perciò segnate dalla chiamata a raccolta dei rispettivi sostenitori, all’insegna della mobilita-zione per riuscire nell’impresa: ripor-tare alle urne gli elettori per la seconda volta (terza nel caso di Renzi, compre-se anche le primarie). Se il candidato di centrosinistra ha deciso di andare avanti per la sua strada senza stringe-re “accordicchi” con altri partiti, Galli invece ha tentato la carta dell’appa-rentamento con la lista civica Firenze C’è, capeggiata da Mario Razzanelli. Ma l’accordo non ha prodotto i frutti sperati. Al ballottaggio i due sfi danti, infatti, hanno ottenuto praticamente

lo stesso numero di voti che avevano raccolto al primo turno. Circa 700 in più per Matteo Renzi, solo 13 in più per Giovanni Galli. Il verdetto è chia-ro come il sole, eppure andando ad analizzare i dati delle singole sezioni qualche sorpresa salta fuori. Il quadro lascia intravedere differenze notevoli tra le varie zone, tanto che alcune se-zioni sembrano appartenere a due città diverse. Non c’è storia nel Q4, dove Renzi fa cappotto con il 65 per cento, mentre appare più combattuta la batta-glia nei quartieri 1 e 2, centro storico e Campo di Marte, dove l’equilibrio si assesta sul 43 a 57 circa. D’altronde queste due circoscrizioni sono anche quelle in cui Galli aveva ottenuto il miglior risultato al primo turno e la cui leadership a livello di quartiere era sta-ta data per incerta fi no alla vigilia del voto. Se Renzi stravince con oltre il 70 per cento in 28 sezioni su 361, supe-rando addirittura l’84 per cento nella numero 360, Galli ha la meglio in 38 sezioni, arrivando talvolta a sfi orare il 60 per cento. Infi ne il caso curioso della sezione 137, che raccoglie i resi-denti in zona piazzale Donatello, viale Amendola e dintorni: qui i due sfi danti si sono divisi l’urna perfettamente a metà, guadagnandosi lo stesso numero di voti.

Renzi ha vinto con il 60%, Galli ha preso il 40

Ecco i numeri usciti dalle urne

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politica

“Subito al lavoro sui cento punti” ELEZIONI/2. Parla Matteo Renzi, vincitore della sfida per Palazzo Vecchio e nuovo sindaco della città

o elettorale insieme alla moglie

Alla fine il “ragazzo” dal ciuffo kenne-diano ce l’ha fatta. Dopo una campagna elettorale da record, partita nove mesi fa davanti alla platea stracolma del

Palacongressi e passata attraverso le primarie, pri-mo turno e ballottaggio, Matteo Renzi è diventato sindaco di Firenze. Il candidato del centrosinistra sostenuto da Pd, Idv, Sinistra per Firenze, Comu-nisti fiorentini e dalle due liste civiche Lista Ren-zi e Facce nuove a Palazzo Vecchio, ha battuto lo sfidante Giovanni Galli sessanta a quaranta. Una percentuale che non lascia spazio alle interpreta-zioni: “Non ci saranno alibi per nessuno se non rea-lizzeremo quello che abbiamo promesso - annuncia Renzi all’indomani delle elezioni - Abbiamo tutti i numeri per mettere fine ai capricci e alle infinite discussioni in Consiglio comunale”. Subito al lavo-ro per Firenze, dunque. E in agenda è già fissato un primo tagliando di controllo: il 26 ottobre, la scadenza (ferie comprese) dei primi 100 gior-ni di mandato, entro i quali il primo cittadino ha promesso di portare a termine gli ormai famosi 100 impegni concre-ti. Punti fermi su cui, dalle primarie in poi, Renzi non ha mai retrocesso di un passo, anche a costo di giocarsi qualche elettore o l’appoggio di qualche politico di peso. E adesso, a bocce ferme, promette di stupire gli elettori mettendo in pratica ciò che ha detto, al 100 per cento. Quali sono le priorità da affrontare?Ne abbiamo cento, i cento punti sono tutti prioritari. Certo ce ne sono alcuni che richiedono più tempo, altri a cui possiamo provvedere subito, a partire dal primo, una giunta di dieci persone, fi no al ricevimento dei cittadini nell’uffi cio del Sindaco ogni mercoledì mattina. Quel che è certo è che entro tre mesi daremo una risposta chiara a tutti quanti i punti e ne renderemo conto pub-blicamente il 26 ottobre, in un grande incontro al Teatro comunale a cui sono invitati tutti i fi orentini fi n da ora.Tra i 100 punti vi è anche la legge speciale per Firen-ze. Come affronterà la questione?

Siamo stati i primi a proporre una legge speciale per la città, in tempi non sospetti. Ma adesso ci tengo a rassi-curare il premier Silvio Berlusconi che diamo peso alle sue parole. Consideriamo vincolante l’impegno che ha preso il 2 giugno, quando è venuto a Firenze e ha annun-ciato che avrebbe realizzato la legge speciale chiunque avesse vinto. Siamo pronti a dialogare con il governo ed entro il mese di luglio presenteremo la nostra pro-posta. L’argomento da cui partire è già defi nito, il 2012, l’anno vespucciano, entro il quale ci auguriamo che la legge sia diventata realtà. I punti saranno essenzialmente tre. Innanzitutto una maggiore autonomia del Comune nella gestione dei beni culturali statali, in modo che sia possibile dare un coordinamento al patrimonio museale fi orentino, a partire dall’introduzione di un biglietto uni-co per accedere alle principali gallerie. Il secondo punto riguarda i “contenitori” vuoti della città. Da Sant’Orsola alle vecchie caserme, sono tanti gli spazi che dovreb-

bero essere restituiti alla cittadi-nanza, ma il cui recupero rimane bloccato da vincoli e sbarramenti burocratici. Infi ne le infrastruttu-re: su questo tasto spingeremo il governo per ottenere il fi nanzia-mento di opere diventate ormai

imprescindibili per lo sviluppo della città.Si riferisce alla bretella Barberino-Incisa?Sì, ma all’ordine del giorno c’è anche la discussione sull’aeroporto. Così com’è l’aeroporto non accontenta più nessuno. Il piano di AdF prevede un aumento dei passeggeri dagli attuali 2 milioni a 3 milioni e mezzo all’anno. Ma i cittadini che abitano a Peretola, Quarac-chi, Quinto basso e dintorni sono già stanchi adesso. Serve una nuova pista, orientata in maniera diversa per limitare i disagi e al tempo stesso rendere l’aeroporto più funzionale. Verifi cheremo le condizioni con i sindaci di Sesto, Campi e Prato. Senza scordarci delle buche per le strade…Senza scordarci delle buche, certo. Ma il nostro pro-gramma va molto più in là, accanto alle piccole questio-ni concrete convivono i grandi temi, di respiro nazionale e internazionale. Perché Firenze ha un ruolo nel mondo e il mondo chiede di più alla nostra città.

Francesca Puliti

Tra le sue priorità piccole e grandi questioni: dal ricevimento

dei cittadini il mercoledì mattina alla legge speciale

per Firenze (“entro luglio presenteremo la nostra proposta”),

passando per l’aeroporto, la bretella Barberino-Incisa

e la manutenzione delle buche

LA DATA

Dall’uno al cento, i punti che rivoluzioneranno la macchi-

na comunale e il rapporto tra l’am-ministrazione e i cittadini sono già entrati nelle case di quasi tutti i fi o-rentini. E chi li ha ricevuti adesso se li tiene stretti, con quell’atteggia-mento un po’ tipico dei “nativi” di Fiorenza, che ti aspettano al varco con espressione sardonica: “Oh ve-diamo”. Pronti a andare a tirare per la giacchetta il primo cittadino qua-lora non rispettasse gli impegni pre-si. Opportunità che sarà resa ancor più semplice dall’attivazione di un ricevimento settimanale nell’uffi cio del Sindaco. Ma i cittadini potranno rivolgersi anche ai trenta dipendenti comunali che saranno incaricati di girare per le strade dotati di scooter elettrico e I-phone, con il compito di annotare piccoli e grandi guai, dalle buche nelle strade alle scritte sui muri, e segnalarli direttamente all’amministrazione. Che poi dovrà provvedere a una soluzione entro 48 ore. Nel nome dell’effi cienza, i fa-mosi 100 punti prevedono una rivo-luzione all’interno delle partecipate: le aziende di servizi alla persona saranno accorpate in una soltanto, stesso destino per quelle che si oc-cupano di mobilità. E i vigilini sa-

ranno “dirottati” verso altri compiti rispetto alle multe, principalmente in funzione antidegrado. Buone no-tizie anche sul fronte dei parcheggi: il parchimetro è destinato a scom-parire dalle aree di sosta vicine agli ospedali, mentre dovrebbe essere garantita ovunque la sosta gratuita per le donne in stato interessante. La vivibilità emerge come fi lo con-duttore della lunga lista: rendere gli argini dell’Arno un posto dove non-ni e bambini possano passeggiare, recuperare spazi alla cittadinanza, come S. Lorenzo o le Cascine, an-che grazie all’innovazione tecno-logica. Così le piazze tornano un luogo da vivere, anzi da “navigare”, grazie alla connessione internet sen-za fi li. E la notte fi orentina? Una scommessa in cui il neosindaco si giocherà la carta della cultura, te-nendo aperti alcuni musei e biblio-teche fi no a mezzanotte. Un libro dei sogni? Macché. “Abbiamo tutti i numeri per portare a termine ciò che abbiamo promesso” assicura Renzi, dando appuntamento ai cittadini tra tre mesi. E, c’è da scommetterci, i fi orentini non mancheranno, volan-tini alla mano, pronti a verifi care segnando i punti realizzati e quelli ancora da completare.

Cento giorni per i primi 100 impegni

Il 26 ottobre la prima verifi ca

/F.P.

Abbiamo i numeriper mettere fi ne ai capriccie alle infi nite discussioniin Consiglio comunale

Il primo sindaco indicato dalle primarie, ma anche il primo nato dopo l’alluvione. In quanto a pri-mati Matteo Renzi supera tutti coloro che lo hanno preceduto alla guida di Palazzo Vecchio. Quin-dicesimo sindaco di Firenze dal dopoguerra ai giorni nostri, Renzi è anche il più giovane, con i suoi 34 anni. Solo Mario Fabiani, primo cittadino dal ’46 al ’51, era riuscito a fregiarsi della fascia tricolore alla stessa età, mentre l’immediato predecessore di Renzi, Leonardo Domenici, aveva dieci anni più di lui quando sedette per la prima volta in Sala Clemente VII. A proposito della famosa sala si voci-fera che il neosindaco abbia intenzione di riportarvi le sue attività quotidiane. Le pareti aff rescate e il soffi tto decorato potrebbero dunque fare da sfondo agli incontri del sindaco. Anche quelli con i comuni cittadini: sarà qui che verranno accolti i fi orentini ogni mercoledì mattina, abitudine questa traslata da un altro sindaco per il quale Renzi ha manifestato in più occasioni la propria stima, Sergio Chiamparino. Ma il suo modello di riferimento è tutto interno alla storia di Firenze: si tratta di Giorgio La Pira, che governò la città dal ’51 al ’65, un personaggio a cui il nuovo sindaco è particolarmente legato. Tanto da andare a pregare sulla sua tomba all’indomani del ballottaggio.

I PRIMATI DEL “RAGAZZO”LA CURIOSITÀ

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Page 10: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

ELEZIONI/3. Il Consiglio comunale torna a popolarsi, tra facce nuove e volti noti

Palazzo Vecchio, chi entra e chi escePer il Pd, tra gli altri,

tornano Giani e Albini,

tra i neoletti nelle liste

collegate a Renzi si

affaccia nel Salone de’

Dugento Caterina Biti,

giovane veterinaria.

Nove consiglieri in

quota Pdl e cinque

eletti dalla Lista Galli

Chi entra e chi esce, chi arriva e chi rimane. Un primo turno, un sofferto riconteggio e un bal-lottaggio dopo, ecco che fi nal-

mente le facce vecchie e nuove che com-pongono il consiglio comunale prendono posto nel Salone de’ Dugento. Ventidue seggi al Pd, che potrebbero ben presto di-ventare 26 se i consiglieri eletti dalle liste civiche renziane convergessero nello stes-so gruppo. Un risultato così non si era mai visto, numeri che non lasciano (o almeno questo è l’auspicio del neosindaco Matteo Renzi) spazio alle polemiche e ai bisticci in consiglio. Tra le facce note del Pd, torna Eugenio Giani, assessore allo Sport e alla Cultura nella giunta Domenici. E torna da recordman delle preferenze, con 1680 voti in saccoccia. Altro volto noto quello di Tea Albini, ex assessore al Bilancio di fede cioniana. Tornano al loro posto anche Rosa Maria Di Giorgi, ex capogruppo Pd, Su-sanna Agostini e Dario Nardella, ex presi-dente della commissione Cultura. Accanto a loro, tra i banchi del Pd, nomi più e meno noti: come quello di Massimo Mattei, ex presidente del consiglio provinciale, ren-ziano della prim’ora, o quello di Francesca Chiavacci, presidente dell’Arci. Sempre

dal consiglio provinciale arriva Enrico Bertini, direttamente dal Quartiere 2 Le-onardo Bieber. Accanto a loro siederanno la giovane Cecilia Pezza, 23 anni, Angelo Bassi, Francesco Bonifazi, Barbara Cavan-doli, Mirko Dormentoni, Claudio Fantoni, Giovanni Fittante, Massimo Fratini, Maria Federica Giuliani e Claudia Livi. Ma anco-ra non è detta l’ultima parola: se qualcuno dei consiglieri venisse nominato assesso-re, si spalancherebbero le porte del Salone de’ Dugento per i primi dei non eletti, Titta Meucci, Andrea Pugliese e Stefania Col-lesei in pole position. Sempre all’interno della maggioranza, torna l’ex presidente del consiglio comunale, Eros Cruccoli-ni, eletto con Sinistra per Firenze, mentre l’Italia dei Valori manda in Palazzo Vec-

chio Giuseppe Scola. Eppoi ci sono loro, le new entry provenienti direttamente dalle liste civiche: quella che porta il nome del nuovo sindaco si aggiudica tre seggi, quelli di Antonio De Crescenzo, Stefano Di Puc-cio e Salvatore Scino, mentre Facce nuove a Palazzo Vecchio elegge soltanto Caterina Biti, giovane veterinaria. Dall’opposizione già si prepara un fuoco di fi la di interro-gazioni, “Cento per ognuno dei 100 pun-ti” annunciano Giovanni Donzelli, Marco Stella e Stefano Alessandri, tutti e tre rie-letti con il Pdl. Oltre a loro, ecco tornare in consiglio l’ex capogruppo di Forza Italia Bianca Maria Giocoli, unica donna eletta nel centrodestra, Iacopo Cellai e Massi-mo Pieri. Accanto a loro Stefano Bertini, Emanuele Roselli e Francesco Torselli.

Al Popolo della libertà toccano stavolta 9 consiglieri, contro i 12 di Forza Italia e An della scorsa legislatura. Merito o col-pa, a seconda dei punti di vista, dell’ottima performance conseguita dalla Lista Galli, che ottiene cinque seggi, compreso quello del candidato sindaco Giovanni Galli. En-trano con lui il giornalista sportivo Mario Tenerani, Antonio Giambanco, Alberto Locchi e Massimo Sabatini. Riprende il suo posto anche Mario Razzanelli, unico eletto della lista Firenze C’è, mentre l’op-posizione da sinistra avrà il volto di Val-do Spini e Tommaso Grassi, per la Lista Spini e quello della battagliera Ornella De Zordo, Perunaltracittà, che si è guadagnata anche stavolta un posto al sole. Nel Salone, ovviamente.

Paola Ferri

politica10 Luglio 2009

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Page 11: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

“La questione lavoro è prioritaria”PROVINCIA/1. Parla Andrea Barducci, nuovo “padrone di casa” a Palazzo Medici

Francesca Puliti

Spinto da un abbondante 55 per cento dei voti, è Andrea Barducci ad assumere la ca-rica di presidente Provincia di Firenze. Un ruolo che il candidato della coalizione di

centrosinistra (Pd, Italia dei Valori, Sinistra per la Provincia, Comunisti fiorentini) ben conosce. Dopo cinque anni al fianco di Matteo Renzi, con la carica di Vicepresidente, spetta adesso a Barducci racco-glierne l’eredità. Nato a Firenze nel 1958, sposato e padre di due figlie, il neopresidente provinciale è stato sindaco di Sesto per due legislature, dal 1995 al 2004. Presidente è soddisfatto del risultato?Assolutamente sì. E’ un risultato pieno, tondo, che non lascia adito a interpretazioni e premia una can-didatura e un’intera coalizione. Allo stesso tempo accresce la responsabilità di chi governa. Quali sono le priorità del suo mandato?Il lavoro e il sostegno alle imprese sono sicuramente al primo posto, come ho più volte sottolineato du-rante la campagna elettorale. Inoltre una delle prime cose che faremo sarà istituire un tavolo contro le discriminazioni, coinvolgendo le associazioni com-petenti. Continuità e discontinuità rispetto alla prece-dente legislatura. Cosa porterà avanti e come si differenzierà rispetto agli ultimi cinque anni?Innanzitutto non vorrei disperdere il ruolo che la Provincia ha assunto negli ultimi anni, una posizio-ne che Renzi ha saputo conquistare al nostro ente. Poi naturalmente porteremo a compimento le opere e le iniziative avviate, soprattutto per quel che ri-guarda le infrastrutture e la viabilità. Credo invece che si debba fare di più per il mondo del lavoro. Le priorità di oggi sono diverse rispetto a cinque anni fa, bisogna dedicare più attenzione e risorse allo sviluppo economico, adesso che la crisi è tornata

a mordere. Come sarà il rapporto con il Consiglio?Mi impegnerò affi nché sia un rapporto molto stret-to, costruito sull’ascolto e la collaborazione. Da Presidente parteciperò ai consigli e sarò pronto ad accogliere le istanze che nasceranno. Dalle urne sono emerse alcune novità, come l’ingresso dell’Idv tra i banchi della maggioranza e della Lega Nord tra quelli dell’opposizione, ma in ogni caso abbiamo tutti i numeri per poter governare.

Andrea Barducci

provincia

Ventidue seggi alla maggioran-za, più il Presidente della Pro-

vincia, quattordici all’opposizione: il rapporto non cambia, ma la mappa del Consiglio provinciale quella sì. A questo giro il Pd conquista 18 consi-glieri, contro i 19 di Ds e Margherita della scorsa legislatura, mentre l’Ita-lia dei Valori porta a casa tre poltro-ne, quelle di Sabatino Clementini, Alessandro Cresci (rispettivamente segretario cittadino e provinciale del partito dipietrista) e Andrea Cantini. Un seggio se lo aggiudica anche Si-nistra per la Provincia, confermando Riccardo Lazzerini che già sedeva in consiglio provinciale. Neanche uno, invece, per i Comunisti fio-rentini, formazione di nuovo conio che correva anch’essa a sostegno di Barducci. Tra i banchi della mag-gioranza trovano conferma per il Pd Sara Biagiotti, David Ermini, Piero Giunti e Loretta Lazzeri, mentre si aggiungono Adamo Azzarello, San-dro Bartoloni, Leonardo Brunetti, Federico Capecchi, Giuseppe Caro-vani, Maurizio Cei, Caterina Conti, Alessandra Fiorentini, Stefano Fusi, Marco Gamannossi, Silvia Melani, Enzo Montagni, Franco Pestelli, Stefano Prosperi. Ma le novità più consistenti si rilevano all’opposizio-ne. Innanzitutto per la prima volta

entra in consiglio un esponente della Lega Nord, Marco Cordone, grazie a un exploit da oltre 17mila voti, che ha apportato alla causa del centro-destra il 3,3 per cento del 30,7 per cento totalizzato da Pdl e Lega riuni-ti. Anche lo stesso Pdl guadagna un consigliere in più rispetto agli ultimi 5 anni: accanto a Samuele Baldini, che correva per la guida di Palazzo Medici Riccardi, ci saranno Mas-simo Lensi, Piergiuseppe Massai, Guido Sensi, Leonardo Comucci, già consiglieri uscenti, Salvatore Barillari, Filippo Ciampolini, Erica Franchi, Nicola Nascosti e Tomma-so Villa. A uscire di scena invece sono i Verdi, mentre Rifondazione Comunisti Italiani riconquista solo due seggi su tre, eleggendo Andrea Calò e Lorenzo Verdi. Un seggio in meno anche per l’Udc, che porta in consiglio solo il candidato alla pre-sidenza Federico Tondi. Questa in sintesi la formazione per i cinque anni a venire. E potrebbe essere l’ul-tima: alle prossime amministrative l’Ente provinciale potrebbe infatti non comparire, soppiantato dalla Città metropolitana. Non solo un cambio di nome, ma di funzioni e area di competenza verso il quale lo stesso Presidente neoeletto Barducci ha intenzione di spingere.

Consiglio, cambia la mappaPROVINCIA/2. Per la prima volta entra la Lega

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Page 12: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

Al via i saldi estivi 2009, un mo-mento tanto atteso da tutti colo-ro che hanno deciso di aspettare qualche settimana per l’acquisto

di articoli estivi. A partire da luglio, le vetri-ne dei negozi si riempiono anche quest’anno di quelle scritte colorate dallo straordinario potere attrattivo: “SALDI”. C’è chi compra per necessità e ha deciso di risparmiare su-gli acquisti aspettando gli sconti, ma anche chi può fi nalmente dare sfogo alla propria passione per le compere e soddisfare i propri piccoli desideri, troppo dispendiosi in altri periodi dell’anno. Perdersi è facile, tra teli da mare, costumi, magliette, gonne e tanto altro in saldo nei negozi fi orentini, pronti ad acco-gliere una massa di consumatori alla ricerca di “grandi occasioni”. Il rischio è di rimanere abbagliati da falsi sconti, soprattutto quando questi assumono entità notevoli. Come spiega Grazia De Simone, segretaria di Adiconsum Toscana (Associazione difesa consumatori e ambiente), è opportuno difatti “diffi dare dei saldi che vanno oltre il 50 per cento nonché della grande varietà di colori e di taglie, per-ché si potrebbe trattare di vendite organizzate e non di saldi”. L’esperta invita inoltre a veri-fi care sempre la percentuale di sconto indicata sul cartellino e a controllare che, nella disposi-zione degli articoli nel negozio, quelli in saldo siano ben separati dal resto della merce. La legge prevede, difatti, l’indicazione sul car-tellino del prezzo intero, della percentuale di sconto e del prezzo fi nale e obbliga i commer-cianti a separare in maniera chiara la merce scontata per evitare che si possano “inganna-re” i consumatori nascondendo, tra i capi in

saldo, articoli a prezzo intero. E per quanto riguarda il pagamento? “E’ diritto dei consu-matori poter pagare con la carta di credito an-che durante il periodo dei saldi, se l’esercizio è abilitato”. Per quel che concerne la possibi-lità di cambi, invece, i venditori sono sempre tenuti a sostituire i capi difettosi, mentre, per il resto della merce saldata, come spiega ancora De Simone, “quello dei commercianti non è che un obbligo di cortesia”. L’appuntamento con gli sconti è da sempre molto atteso, anche se in realtà molte vetrine dei negozi fi orentini si sono colorate di scritte promozionali in an-ticipo. Sempre più frequente è difatti la scelta di anticipare il periodo degli sconti proponen-do vendite promozionali “per andare incontro ai consumatori, le cui tasche sono sempre più vuote”- spiega una commerciante. Del resto sono in molti a pensare che i saldi siano una sorta di formalità di cui alla fi ne si potrebbe anche fare a meno, perché, come spiega l’Adi-consum: “rappresentano una stagione passata, di cui non ha più senso parlare, visto che i negozianti propongono continuamente ven-dite promozionali”. Molto vario l’approccio dei fi orentini riguardo questa nuova stagione di sconti. C’è chi da giorni attendeva la data d’inizio e chi, invece, ormai abituato ad ac-quistare articoli via internet, se ne disinteressa del tutto, spiegando che: “Sul web è possibile comprare tutto a prezzi da stock mentre i saldi nei negozi, si sa, sono spesso falsi. Non mi va di essere preso in giro”. Voglia di fare affari e di risparmiare sugli acquisti: una vera e pro-pria sfi da con se stessi, quella dei consumato-ri. Il migliore consiglio per tutti gli aspiranti affaristi rimane, in ogni caso, sempre lo stes-so: “comperare solo ciò di cui si ha realmente bisogno, altrimenti anche il miglior affare si trasforma in uno spreco”.

attualità

CONSUMI. Nei negozi le vendite promozionali estive: mano al portafogli e occhio alle truffe

L’ora dei saldi in tempi di crisiFrancesca Quercia

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Durante gli ultimi 20 anni la protesi d’anca ha conosciuto una larga diffusione, ed è stato realizzato un numero importante di interventi con impianti cementati. Le statisti-che riconoscono una durata media, per questo tipo di pro-tesi, di circa 15 anni: occor-re dunque aspettarsi, negli anni a venire, un aumento significativo delle sostituzio-ni di protesi d’anca. Da tre anni a questa parte, nella Casa di Cura Santa Chiara di Firenze, è stata sviluppa-ta una tecnica dedicata agli interventi di revisione delle protesi. Ne parlano i dotto-ri Arlaud, Gassend e Pinelli della Casa di Cura Santa Chiara: “Si tratta di una tec-nica particolare con apertura “a libro” del femore (oste-otomia di Wagner), rimo-zione completa del cemento intradiafisario e una prepa-razione specifica del femore che permette di ricevere in modo anatomico un impianto di revisione”. Questo lavoro si effettua tramite una fresa motorizzata ad alta velocità

(90.000 giri/mn), strumen-tario derivato da quello dei dentisti e perfettamente adat-to ad un lavoro su tessuti duri

come l’osso ed il cemento. “L’intervento viene preparato dallo studio delle radiogra-fie, della scintigrafia ossea e

dell’esame tc pre-operatorio - spiegano i dottori - dura complessivamente circa due ore e mezza, e la perdita di sangue è limitata dall’utilizzo sistematico di un sistema di recupero sanguigno per e post operatorio”. Si tratta di un intervento sicuro, prose-guono i dottori, che limita le complicanze ed ha una serie di vantaggi: la nuova prote-si viene infatti fissata biolo-gicamente, senza utilizzare il cemento, per favorire la ricrescita ossea. “Gli impian-ti femorali possono essere vincolati distalmente da 2 viti trans ossee, per autorizzare una ripresa veloce del carico, vicina a quella di una prima protesi - aggiungono i dottori - Il rischio d’instabilità della protesi viene ridotto grazie all’utilizzo di cotili partico-lari, a doppia mobilità, detti anti-lussazione”. Di più, que-sto tipo di intervento consen-te una stimolazione dell’oste-ogenesi locale, garante di una fissazione duratura della protesi. Con questa tecnica innovativa vengono aggirati

molti dei problemi correla-ti agli interventi tradizionali di revisione delle protesi, e si risparmia al paziente il rischio di fratture per opera-torie o di falsa strada, ridu-cendo disagi e costi. L’obiet-tivo è di riavvicinarsi ad una situazione paragonabile ad un primo impianto, di rispet-tare l’apparato muscolare e di stimolare l’osteogenesi per garantire al paziente un futu-ro sereno.

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Il tempo che passa, il sole, l’inquinamento lasciano segni addosso a noi tutti. Ma in molti casi, grazie al progresso tecnolo-gico, si possono cancellare anche senza ricorrere al bisturi. Succede con Endermo-logie, un macchinario installato presso gli ambulatori dell’Istituto Quisisana Medi-ca che funziona con diversi programmi adatti alle esigenze più diverse. Lotta alla cellulite, remise en forme, rassodamen-to, miglioramento dell’elasticità cutanea. Sono alcuni dei campi di applicazione dei trattamenti di Endermologie. A spiegarne il funzionamento è la dottoressa Alessia Pini referente del reparto di Medicina Estetica dell’Istituto Quisisana Medica: “Tra gli altri programmi ce n’è uno per combattere il rilassamento cutaneo del viso che viene utilizzato per rassodare e migliorare l’elasticità cutanea. Ed è un valido supporto prima e dopo gli inter-

venti di chirurgia plastica del viso e del decolté”. Le sedute durano quindici minuti, ripetute da 3 a 5 volte per settimana. Un altro programma è quello “Silhouette e cellulite”: “Si tratta di un massaggio con-nettivale - spiega la dottoressa - realizzato con rulli motorizzati. Consente di rimodel-lare e rassodare il corpo, perché migliora la stasi linfatica, e agisce sulla cellulite, prima drenando e poi rassodando”. Le sedute durano in media 35 minuti, e si può intervenire su addome, gambe, cosce, fianchi, glutei e viso: “È assolutamente indolore, anzi piacevole come un massag-gio”. Tutti i programmi di Endermologie sono personalizzati e i pazienti vengono seguiti da uno staff medico (che si avvale delle competenze di dermatologi, medici e chirurghi estetici), con una visita prelimi-nare e l’affiancamento continuo durante le sedute successive.

ENDERMOLOGIE: TRATTAMENTI ESTETICI PER TUTTE LE ESIGENZE

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LA GIORNATA DEL VISO NELLA NUOVA PARAFARMACIAIl 26 settembre, in collaborazione con la dottoressa Pini per l' Istituto Quisisana Medica, la parafarmacia “Bios Sanità”, in via di Barbano 18/r (055/461996 ) ospiterà una giornata dedicata al Viso, con i consigli dell'esperta su trattamenti post-abbronzatura, cura dell'acne e altro ancora.

Page 14: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

Calciatori, attori, starlette, cantanti: girano per la città come tutti

i “comuni mortali” e con un pizzico di pazienza può capitare di

incontrarli in piazza della Libertà, in Santa Croce, in via Vitttorio

Emanuele, a Porta Romana... e un po’ dappertutto

zoom

Anche i vip fanno la spe-sa. E per di più anche loro vengono spediti dalle mogli a prendere

pane e giornale la mattina presto. Così vi può capitare, se abitate in zona Ponte Rosso - piazza della Li-bertà, di incontrare Gilardino al for-no Fabbri con il numerino in mano o Semioli con il carrello pieno al supermercato dei Gigli, tra il ban-co frigo e la gastronomia. Firenze è piccolina, come cantava il giovane Pieraccioni, e avvistare personaggi famosi non è diffi cile. Come ogni cacciatore che si rispetti, anche chi volesse dedicarsi all’inseguimento del vip dovrà puntare la sveglia pre-sto la mattina e armarsi di cappuc-cino e brioche. Per gli amanti (o le amanti) di calcio e calciatori, la pri-ma tappa sarà la pasticceria Stefa-

nia, in via Marconi, per un caffè in compagnia di mister Prandelli e dei suoi ragazzi. Se il primo tentativo non dà gli sperati frutti, il consiglio è di tentare la fortuna al bar Villani, sempre in zona Stadio, o aspettare l’ora di pranzo al ristorante Trey, in via Saffi , dove è di casa il portierone gigliato Frey e non è raro imbattersi anche nel patron viola Della Valle. All’ora di cena, invece, spesso e vo-lentieri la squadra fa rotta sul Panta-rei, in via Vittorio Emanuele II. Ma non di solo calcio è fatta la pleto-ra di star made in Florence: attori, cantanti, presentatori si aggirano con nonchalance per le vie cittadine e stanarli è tutt’altro che un’ardua impresa. Il più alto tasso di avvista-menti vip si registra in zona Porta Romana, dove hanno casa stelle più e meno rilucenti. Dal cantate

Povia, residente al Galluzzo, all’at-trice Vittoria Puccini fi no a Piero Pelù, avvistato quasi tutti i giorni in sella alla sua bici tra via Sene-se e viale Petrarca. Quando invece porta a spasso i pargoli, l’ex leader dei Litfi ba pare si diriga a Mondo-bimbo. La Stella dell’Impruneta, Martina, si rivela invece sorella premurosa andando spesso a pren-dere la sorella a scuola, all’Istituto d’arte. Ma rigorosamente in taxi. E magari più tardi si concede un ape-ritivo all’Oibò, piazza Santa Croce, in compagnia di vip di passaggio in città, come l’ex fi danzato Lapo Elkann. Per andare sul sicuro, però, meglio puntare su Cavalli Club, aperto di recente dal noto stilista in piazza del Carmine e già punto di riferimento nella movida fi orentina. E chissà che non ci capiti di fare

un po’ di gossip durante l’insegui-mento del vip: magari potremmo imbatterci in Leonardo Pieraccioni con la bellona di turno, o con la sua vecchia fi amma Laura Torrisi, con cui di recente è stato beccato pro-prio nella città natale. Chi volesse indagare di persona può appostarsi al ristorante Acqua Cheta di Ro-

sano, frequentato dall’attore. Per i nostalgici invece, ecco scendere in campo Narciso Parigi con la squa-dra delle vecchie glorie. Altro che spocchiose stellette di oggi, Narciso è assiduo frequentatore del circolo Andrea del Sarto, zona San Salvi, e se vi fate avanti magari vi concede anche una sfi da a briscola.

Francesca Puliti

GOSSIP. Non è raro avvistare i vip “nostrani” in giro per Firenze: ecco una mappa delle loro mete

Se Gilardino fa la fi la al forno

Ecchissenefrega dove fanno colazione i vip. La faranno in un bar come qualsiasi altro comune mortale. Niente da fare. Anche per quel che ri-guarda il food and beverage (come va tanto di moda dire oggi), c’è una folta schiera di emuli voyer che amano mangiare, bere e sollazzarsi dove ama mangiare, bere e sollazzarsi qualcun altro. Pre-feribilmente qualcuno di fa-moso. “Io? Io il gelato lo man-gio solo dove lo magia tizio”, come se fosse una garanzia di qualità. Come se quel tale facesse l’assaggiatore di pro-fessione e certificasse la bon-tà del cibo e delle bevande. Nemmeno si trattasse di un enogastronomo. A Firenze storicamente non si è mai prestata tanta attenzione a queste sottigliezze. Ma si sa, col passare del tempo le abi-tudini cambiano, e così il fio-rentino medio ha cambiato radicalmente il suo modo di fare, diventando più gossip-

paro e tamarro. Non si sfugge più alla calamita vip. Al “Ca-valli Club” si incontra il pa-drone di casa e alcuni calcia-tori della fiorentina, gli stessi che poco prima avevano ce-nato al “Panta Rei”. Al “Fuor d’Acqua” ci vanno un po’ tut-ti, portafoglio permettendo, perché fa tanto fico. Da Piero Chiambretti, agli imprendito-ri più noti, fino a qualche ve-lina di passaggio. Il “Cibreo” è il regno di politici e intellet-tuali. Da Leonardo Domenici a Fiorella Mannoia, sono pas-sati tutti dagli ambienti radi-cal chic firmati dallo chef Fa-bio Picchi. Al ristorante “Villa Bardini” si vocifera che sia passato persino il magnate russo Abramovic. Cartina alla mano, si potrebbe tracciare un percorso sulle orme dei vip (fiorentini e non), sulla falsa riga di quelli dedicati ai luoghi dell’arte e della lette-ratura. Un business da non sottovalutare. Ma solo per gli amanti del genere.

va’ doveti porta il vip

14 Luglio 2009

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Page 15: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

zoom

L’attore e regista Alessandro Ben-venuti, nato a Pelago e romano di

adozione, ci ha raccontato le tante gior-nate trascorse in una splendida Firenze anni ‘70.Quando parla del passato il tono è dolce e nostalgico, ma il suo giu-dizio sul presente non lascia scampo: si profila l’immagine di una città immobi-le, come addormentata.Qual è il ricordo della Firenze che ha vissuto in adolescenza?I miei ricordi della città sono legati so-prattutto agli studi e ai continui viaggi in treno e in autobus per raggiungere l’Isti-tuto tecnico industriale che a quei tempi frequentavo. Ad esempio, mi è rimasto impresso nella memoria un sottopas-saggio talmente basso che io, con il mio metro e novanta di altezza, attraversavo con una certa diffi coltà: forse quello era uno dei tanti segni a dimostrazione che avevo sbagliato indirizzo professionale. Rammento benissimo anche le coccole fritte che compravo in un piccolo ban-chino nella zona di Rifredi: ancora oggi, quando capito da quelle parti, non rie-sco a rinunciarvi.Cosa è cambiato negli ultimi anni a suo parere? La Firenze di cui posso parlare con ammirazione inizia e fi nisce negli anni settanta. In quel periodo, il fervore e vi-vacità erano al pari di una grande capi-tale del mondo: a volte sembrava quasi di abitare a Londra. Oggi, purtroppo, la situazione è cambiata in maniera radica-le. I fi orentini si sono persi dietro inutili guerre politiche, trascurando qualunque attività e ogni genere di iniziativa. Da-vanti agli occhi abbiamo una città che non se la passa bene e che non accenna a migliorare la propria condizione. Per quattro anni sono stato a capo del Teatro Puccini e da quando sono passato a diri-gere il Teatro Dante di Campi Bisenzio

mi sento di vivere in un ambiente meno teso, meno complesso e più a portata d’uomo.Se dovesse descrivere Firenze in tre parole?Innanzitutto il mio punto di vista è quel-lo di fi orentino fuori sede che non può seguire appieno la vita quotidiana della città. Ad ogni modo, credo che l’unico aspetto degno di nota in questi ultimi venti anni sia stato il senso etico intro-dotto da Della Valle nel mondo dello sport. In perfetta controtendenza rispet-to al resto d’Italia, il calcio fi orentino si è caratterizzato per una correttezza del tutto anomala. In un contesto sociale così “fumoso” e torbido, a mio parere questo rappresenta il solo gesto rilevan-te e utile. A fronte di ciò, se mi chiede di descrivere Firenze in tre parole, mi azzarderei a dire “ un - gran - casino”.

“Firenze oggi? Un gran casino”

Alessandro Benvenuti

Alessandro Benvenuti. Attore e regista

Simele Kruklidis

Alessandro Paci. Attore, comico

La città vista dai famosi di casa nostra

Attore, comico, Alessandro Paci si è imposto sulle scene fiorentine

prima e nazionali poi. I suoi inizi sono legati a doppia mandata al duo comi-co con l’amico Massimo Ceccherini (I Demendi) e alla partecipazione a pro-grammi televisivi diventati cult come “Aria Fresca”. Tra le sue trovate più celebri, quella di vestire i panni credi-bilissimi di Pinocchio e di portarlo in scena riadattando a modo suo la storia del celebre burattino. Oggi per lavo-ro fa una vita abbastanza itinerante (adesso è impegnato contemporane-amente alla trasmissione Stracult su Rai2, sta girando un film con Pierac-cioni ed è in tournèe con Pinocchio) ma Firenze resta pur sempre Firenze.Qual è il ricordo della Firenze che ha vissuto in adolescenza?Bella, me la ricordo bella. Io vivevo a Scandicci, ma i miei avevano un bar in centro, in via Porta Rossa, e io ci andavo sempre in bicicletta. Per me Firenze voleva dire andare al cinema, soprattutto. All’Odeon, al Gambri-nus. Arrivavamo lì con mio fratello e ci passavamo serate intere, ore e ore. L’obiettivo era scroccare il biglietto d’ingresso ai proprietari che erano clienti del bar dei nostri genitori. Ci andavamo da soli, si partiva da Scan-dicci e pedala pedala ci si arrivava in bicicletta. Anche da pischelli, si gira-va da soli, e allora non c’era nessun pericolo, neppure di notte.Cosa è cambiato negli ultimi anni a suo parere? Eh, oggi tante cose sono cambiate. Quella che non riconosco, e che trovo più cambiata di tutti è l’intera area del mercato di San Lorenzo. Mi sembra la zona più degradata, rispetto al passa-to. Certo, tutto questo è vero ma senza esagerare. Ad esempio io viaggio mol-

to per lavoro, a Roma, a Milano. An-che Firenze ha i suoi problemi, vive da vicino la questione del degrado. Ma mi sembra che dalle nostre parti si stia meglio, non si corrono i rischi che si corrono in quelle metropoli. Certe grandi stazioni nelle altre città di notte incutono timore. Via, in fondo noi non siamo messi poi così male.Se dovesse descrivere Firenze in tre parole?Tre parole? Tre aggettivi? Mm. Fate-mi pensare. Così su due piedi direi: “Una-città-favolosa”. (Dalla cornetta si sente un brusio, il Paci ride). Me lo suggerisce mio fi glio che ho qui ac-canto. Mi suggerisce anche “stupen-da” “sublime” (altro brusio, grande risata). Non esageriamo. Non è più come allora, ma è ancora “la meglio” di tutte.

“Resta sempre la meglio di tutte”

Alessandro Paci

Giulia Righi

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Page 16: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

tendenze

BACCO E DINTORNI. Aumentano le aziende che affittano le vigne a chi decide di diventare produttore

Io il vino me lo produco da solo

Cimentarsi nella produzione di vino è un’esperienza concessa solo a pochi, soprattutto in città. Ma nell’era del marketing, dove tutto

sembra a portata di mano, è possibile realiz-zare i sogni con meno fatica di quel che si pensi. Non c’è bisogno di improvvisarsi con-tadini, né fi ngere di essere grandi intenditori di uva, basta (si fa per dire) affi ttare o acqui-stare un piccolo vigneto sulle colline toscane. Al resto ci pensa l’azienda vinicola che, anno dopo anno, porta in casa degli “affi ttuari” tutto il vino che spetta loro. L’originale ini-ziativa, lanciata da alcune famose imprese del settore, ha già fatto il giro del web suscitando l’interesse e la curiosità dei tanti fi orentini aspiranti enologi. Che si tratti dell’ennesima trovata pubblicitaria o di un vezzo dedicato ai cultori del dio Bacco, ciò non toglie che

l’idea stuzzichi il palato, tanto più se si con-sidera l’acquisto del vigneto come una forma alternativa di investimento economico. Da un lotto di base di un centinaio di metri quadrati sino a raggiungere un intero ettaro, le aziende hanno messo a disposizione dei clienti deci-ne di vigneti sparsi nelle zone maggiormente conosciute della regione, dal Chianti Classico Gallo Nero a Montepulciano, passando anche per Montalcino. Ma più che di vera e propria vendita, sarebbe forse il caso di parlare di af-fi tto, dato che il contratto di proprietà è sem-pre e comunque da considerasi temporaneo: va da un minimo di un anno, ad un massimo di venti. Durante questo lasso di tempo ci si può ritenere produttori di vino a tutti gli effet-ti e già dopo i primi 12 mesi dall’accordo si può avere la soddisfazione di portare in tavo-la un Chianti rosso o, perché no, un Cabernet

Simele Kruklidis

L’area del Chianti Gallo Nero, ma anche

quella di Montepulciano e Montalcino, sono

tra le più gettonate dai novelli viticoltori.

L’investimento? Varia da una cifra media

di mille euro a una di 200 mila

ZOOM

Ormai è diventato un must, nessuno può fare più a meno del proprio orto casalingo. Al bando palestre e fitness, il modo

migliore per scaricare la tensione è sporcarsi le mani di terra. Os-servare le proprie piantine crescere, grazie alle cure e alle coccole di chi le ha piantate. Questa la filosofia degli “Ortisti”, associazione culturale nata a Impruneta, alle porte di Firenze. Lo scopo? Sen-sibilizzare le persone invogliandole ad avvicinarsi alla natura e a riscoprire il piacere di far nascere qualcosa con le proprie mani, “non solo come autoproduzione di frutta e verdura, ma anche come autentico contatto con la natura”, spiega Stefano Pissi, agronomo di professione, tra i fondatori dell’associazione. “Ritornare alla natu-

ra, questo è l’obiettivo principale. Riconciliare l’uomo con la terra - continua Pissi -. Far capire alle persone quali sono i cicli naturali, gli stessi che regolano la vita di ognuno di noi”. Ma gli Ortisti, dei quali fa parte anche il noto chef fiorentino Fabio Picchi - non fanno retorica. Si rimboccano davvero le maniche e diffondono il “verbo” dell’agricoltura fatta in casa. Organizzano corsi per trasformare le proprie terrazze cittadine in orti rigogliosi, vanno a trovare i bambi-ni nelle scuole educandoli all’amore per la terra e per i suoi prodotti e tengono corsi presso alcune comunità di recupero per tossicodi-pendenti, dove insegnano a creare un orto su misura e a realizzare qualcosa con le proprie mani. Per info: www.ortisti.org.

É nata una nuova “filosofia”: gli “Ortisti” invogliano al contatto con la natura

Orto sì, ma solo se è fai da te

/L.V.Z.

Sauvignon o ancora un Sangiovese. L’offerta di cui si può disporre è vasta e adattabile a qualsiasi disponibilità economica: in media si parte da una produzione di 300 bottiglie

l’anno fi no ad arrivare alle 7mila, opzione magari più adatta a chi ha intenzione di riven-dere il proprio prodotto. Per andare poi nel particolare, è utile sapere che tutti i passag-gi del procedimento (dalla raccolta dell’uva sino all’imbottigliamento e alla messa a pun-to del marchio) sono curati passo per passo dagli staff tecnici delle aziende che hanno intrapreso questa avventura: e in ogni caso, se il neo vinicoltore lo desidera, può decide-re di partecipare di persona a ciascuna delle attività previste. Ma prima di fantasticare sul nome della futura etichetta, è meglio stare at-tenti a non mettere il carro davanti ai buoi: bisogna mettere in conto che il prezzo medio di un vigneto non è certo economico, special-mente in zone di prestigio come quelle prese considerazione. La cifra può oscillare da un migliaio di euro l’anno, considerati piuttosto ragionevoli, fi no ai 200 mila euro per un affi t-to ventennale: una spesa impegnativa dunque, quasi il corrispettivo di un bilocale in centro. Certo è vero però che a volte, per assecondare un sogno, si fa questo e altro.

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Page 17: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

asiatico del secondo classifi cato: Wang. Ma da una scorsa all’annuario appare chiara la tempra più resistente dei signori Hu rispetto agli Wang: i primi resistono al secondo posto anche al 31 dicembre 2007, mentre i secon-di avevano già ceduto il passo a cognomi di origine locale. Dall’Annuario del comune Rossi domina anche nel quartiere 4, dove sono molto comuni anche i signori Martini, Susini, Berti e Masini, e nel quartiere 3, dove si contendono il quarto e quinto posto i co-gnomi Innocenti e Degl’Innocenti e spopo-lano Galli e Pratesi. Il quartiere 2 riporta un po’ tutti i cognomi più frequenti nelle altre zone della città, primo fra tutti Rossi che si conferma in testa in tutta la città, senza ri-servare particolari novità, a parte l’incursione dei Ricci, mentre il centro storico si distingue per l’arrivo fra i primi posti della classifi ca dei signori Lombardi. Poche le differenze fra il 31 gennaio 2006 e la stessa data del 2007, se non qualche scalata in classifi ca di cogno-mi già presenti.

ZOOM

Rossi. Come il più famoso Valen-tino che corre sulla moto. Come il classico Mario che qualche anno fa nella pubblicità in tv ci

insegnava a fare il controllo annuale della caldaia. Non stupisce quindi che sia il co-gnome più consueto a Firenze. La sorpresa arriva quando si scende nella classifi ca dei cognomi più comuni nel quartiere 5 e si tro-va al secondo posto, invece di Bianchi, Hu. A rivelarlo è l’annuario statistico del Comu-ne di Firenze 2006/2007, quasi 600 pagine di dati sulla città di Firenze, divisi in dodici capitoli: ambiente e territorio, popolazione, sanità, sicurezza sociale, istruzione e cultu-ra, giustizia, economia e lavoro, prezzi, tra-sporti, amministrazione comunale, quartieri, spettacolo e sport. La pubblicazione, giunta quest’anno alla quinta edizione, è stata re-alizzata dall’uffi cio comunale di statistica, che attraverso la consultazione del databa-se dell’anagrafe del Comune di Firenze ha stilato anche una graduatoria dei dieci nomi maschili e femminili della popolazione resi-dente e dei nati nell’anno 2006 e nell’anno 2007 più frequenti e dei dieci cognomi con la più alta frequenza all’interno dei singoli quartieri. Il quartiere 5 è quello da cui traspa-re maggiormente la Firenze multietnica, fatta di nuovi fi orentini arrivati da tutto il mondo. Questo anche se il terzo posto dopo Rossi e Hu rimane saldamente italiano: Innocenti. Seguono i signori Bianchi, Conti, Cecchi, Gori - che rimanda subito alla memoria cinematografi ca del famoso Benvenuti in casa Gori - Manetti e Fabbri. Buon ultimo nella classifi ca, ma in realtà in un onorabi-lissimo nono posto si piazzava nel 2006 un altro cognome straniero, dallo stesso sapore

Il quartiere 5 è quello da cui traspare maggiormente

la Firenze multietnica, fatta di nuovi residenti in città

arrivati da tutto il mondo. Il terzo posto dopo Rossi e

Hu rimane saldamente italiano: Innocenti. Seguono i

signori Bianchi, Conti, Cecchi e Gori

L’annuario statistico del Comune viene incontro a novelli genito-ri, in cerca di nomi particolari per i piccoli in arrivo. O quanto

meno illustra quali sono le scelte più comuni per i nuovi nati fi orenti-ni, quelle da evitare per chi lo vuole “chiamare strano”. La tendenza 2006-2007 vede in testa per i maschi Niccolò, Andrea e Lorenzo. Per le femmine Sara, Giulia e Sofi a sono quelli che vanno più di moda. Apparentemente più ricercato ma ormai piuttosto diffuso in città è

anche il femminile Asia: in due anni nel solo quartiere 5 sono nate ben 13. Per i maschi vanno forte anche Marco e Matteo, mentre scemano i Luca. Per le bimbe, tornano ad essere apprezzati i nomi Matilde ed Emma, è frequente Rebecca - mentre si contano diversi Samuele fra i maschietti - e sembra non passare mai di moda Valentina. Resiste in-vece solo nella zona del centro storico il classico Maria, mentre nelle altre zone si fanno largo Aurora e Giada.

Questi i nomi più diffusi, tra i maschietti trionfano Niccolò, Andrea e Lorenzo

Sara, Giulia e Sofi a battono Maria

I fi orentini di cognome fanno Hu

Serena Wiedenstritt

CURIOSITÀ. L’annuario statistico del Comune fotografa un’onomastica completamente rinnovata

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Page 18: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

Era l’ultimo giorno del 1998. La vigilia dell’anno nuovo, e San Salvi chiu-deva. La “città dei matti”,

chiudeva. Calava il sipario su una pagina di dolore, sulle urla dei de-genti, sul silenzio dei piani superio-ri dei reparti, rotto solo dal rumore dei mazzi di chiavi degli infermieri. Le prime aperture a San Salvi co-minciarono negli anni ‘60 ma alla chiusura effettiva si arrivò quasi 40 anni dopo. Progressivamente l’ospe-dale psichiatrico si svuotò. Al suo interno arrivò ad ospitare anche 4 mila persone, divise (rinchiuse?) in diversi padiglioni. C’era quello dei Tranquilli, quello degli Infermi e dei Paralitici, quello dei Semiagi-tati, quello dei Sudici ed Epilettici, quello degli Agitati, un pensionario, una Sezione Piccoli Paganti. Sorve-gliati dall’alto delle terrazze, come carcerati. Poi col tempo l’ospedale psichiatrico si svuotò. E dove sono fi nite quelle persone? In tanti posti, in diverse strutture. Alcune furono restituite alle famiglie. San Salvi non ha un museo, non ha un memento di ciò che fu. Ma quelle persone, quei “matti” non si sono dissolti nel nulla. Non si chiamano più matti, intanto. Alcuni di loro oggi vivono sulle col-line fi orentine, a Diacceto, assistiti dall’Oda, opera della Diocesi di Fi-renze che a Diacceto ha una struttura che ospita persone disabili. Lassù già nel ‘73 iniziarono ad arrivare al-cuni giovani usciti da San Salvi e da altre realtà manicomiali del territo-rio. “A San Salvi le condizioni erano

disumane - spiega il direttore sanita-rio del centro riabilitativo dell’Oda a Diacceto, Marco Campigli - Qui arrivarono ragazzi che molto spesso non erano neppure adolescenti. Una delle diffi coltà maggiori fu l’adat-tamento, provenivano da una situa-zione destrutturata che aveva creato delle nicchie autistiche”. La maggior parte di questi ragazzi non aveva una famiglia da cui tornare, e per questo, anche se l’idea iniziale era un rico-vero transitorio, fi nì per rimanere a Diacceto, assistita dall’Oda.“Con loro fu avviato un percorso per cer-care di promuovere le loro abilità, sono stati ricreati nuclei protetti, si è lavorato sulla loro autostima”. Alcu-ne di queste persone sono ancora lì, qualcun altro è morto. C’è ad esem-pio Sara (il nome è di fantasia) che della sua permanenza a San Salvi porta ancora qualche segno: “Anco-ra oggi mantiene l’impostazione a kapò - spiega il dottor Campigli - e

tende a voler controllare gli altri as-sistiti, si sente parte del personale”. Ma ha fatto un sacco di strada, oggi è bravissima al telaio, e realizza lavo-ri ottimi nel laboratorio di tessitura del centro, uno dei tanti che vengo-no organizzati. Come lei, dal tunnel nero di San Salvi sono uscite altre persone. Ed è stata una vittoria. Al-berta Panduri era direttrice dell’Oda a Diacceto quando iniziarono ad ar-rivare questi ragazzi. Ancora oggi la voce si incrina un po’ dall’emozione a ricordare quegli anni lontani in cui “non c’era giorno che non arrivasse qualcuno da lì, non li voleva nessu-no”. “Com’erano quando arrivarono da noi? Non si può descrivere a pa-role. Vederli mangiare con le posate fu già un progresso”. Ma hanno tutti fatto passi da gigante: “Alcuni impa-rarono a leggere, a scrivere. Anche semplicemente a parlare e a cammi-nare. E ancora oggi è una cosa che mi commuove”.

REPORTAGE/1. Quando l’ospedale psichiatrico chiuse per sempre gli ospiti furono trasferiti in varie strutture

La nuova vita dei “reclusi” di San Salvi

Benedetta Strappi

Sara è una delle molte persone che negli anni ‘70 arrivarono

al centro riabilitativo Oda di Diacceto dopo essere stata

“liberata” dal manicomio. Come lei, lì molte altre persone

hanno recuperato la “normalità” perduta

dossier

Donne a San Salvi Padiglione

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Page 19: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

Trentacinque ettari. E’ una città nella città. Solo molto più silenziosa. Strade, palazzi, incroci,

piazzette e giardini dove frescheg-giare. Il rumore più forte che si sen-te, oltre a qualche auto ogni tanto, è il treno che fi schia al di là di un’al-ta barriera verde. Oggi come una trentina d’anni fa, quando la legge Basaglia sancì la chiusura dei ma-nicomi, lo spazio è popolato da per-sonaggi diversi tra di loro, talvolta insoliti, che convivono animando una comunità fatta di spazi ampi, di caseggiati vuoti, di luoghi sugge-stivi che rimandano ad un passato scomodo. La sfi da sembra essere far rivivere il luogo senza snatu-rarlo, mettendoci dentro soggetti che lo animano e lo caratterizzano senza privarlo del tutto di quell’ani-ma malinconica e malconcia che lo rende così affascinante. Gran parte degli edifi ci - quasi tutti di proprie-tà della Asl - sono stati riconvertiti,

destinandoli ad un fi ne diverso dal ricovero di epilettici, agitati, para-litici, sudici e tranquilli, come era un tempo. Entrando da via di San Salvi, subito sulla sinistra si trova la scuola elementare Andrea del Sarto (dedicata al grande pittore del Rina-scimento che solo pochi metri più avanti dipinse uno dei cenacoli più belli della storia dell’arte). I bam-bini giocano all’ora di ricreazione sotto gli alberi grandi. Poco più in là qualcuno ha approfi ttato dello spazio in abbondanza per piantare il suo orticello, con tanto di spa-ventapasseri gonfi di paglia. Molte delle costruzioni sono occupate dagli uffi ci e dagli ambulatori della Asl, oltre a un dipartimento della facoltà di Psicologia e poi più in là il polo scolastico di proprietà della provincia che conta tre istituti: il Liceo scientifi co Gramsci, la scuola alberghiera Saffi e l’istituto tecnico Peano. Tra un caseggiato e l’altro c’è tanto spazio e molti alberi. Gli “inquilini” di San Salvi sembrano convivere pacifi camente, ma senza troppe smancerie. Al centro si tro-

va la sede della compagnia teatrale Chille de la Balanza, che ha a San Salvi il suo quartier generale, e in fondo, nell’area opposta all’ingres-so, c’è villa Panico, palazzina oc-cupata (in passato sgomberata) dal gruppo di anarchici che prima vive-va nel vicolo del Panico, di fronte al Palagio di parte guelfa. “Rispetto ad una decina di anni fa la situazione è già cambiata radicalmente - dice Gianluca Paolucci, presidente del quartiere 2 -. Lo spazio è vissuto dai ragazzi delle scuole, dalle per-sone che usufruiscono dei servizi della Asl, dai Chille della balanza che in questi dieci anni hanno fatto molto per San Salvi. E poi c’è gente che viene al parco per passeggiare e per correre la sera”. Tanto è stato fatto e altrettanto è ancora da fare. Nel 2007 è stato approvato un pro-getto comunale che dà il via libera alla ristrutturazione di alcuni caseg-giati da destinare a civili abitazioni, altri da destinare a una residenza universitaria, oltre a dei parcheggi sotterranei. Un tassello alla volta, San Salvi ricomincia a vivere.

Un pezzo per volta San Salvi riacquista la dignità che gli spetta,

conservando intatte le caratteristiche originali. Nel suo futuro ci

sono abitazioni civili, un parco verde e parcheggi sotterranei

REPORTAGE/2. Viaggio nell’area rinata. Tra attori, medici, bambini e studenti universitari

Se l’ex manicomio diventa una città

Ludovica V. Zarrilli

L’INTERVISTA

San Salvi città aperta, così l’ha ribattez-zata. Aperta ai fi orentini, che fi no a quel

momento non avevano avuto il coraggio di avventurarvisi, e aperta verso l’esterno, per raccontarsi e non farsi dimenticare. Per Claudio Ascoli, direttore della compagnia teatrale Chille de la Balanza, San Salvi è quasi una seconda casa, una scommessa lanciata undici anni fa. “Ci sono arrivato

per caso - racconta -. Cercavo un posto per la messa in scena di uno spettacolo e mi proposero San Salvi. All’epoca era uno spazio semi-abbandonato e io pensavo che ci sarei rimasto per poco, invece sono an-cora lì. Sono entrato nel momento in cui i matti entravano nella città e la città entrava nel manicomio”. Lui e la sua compagnia hanno il merito di aver portato tantissima

gente in un luogo della memoria che ri-schiava di essere dimenticato. “Quando ci siamo arrivati noi - continua Ascoli - non lo conosceva quasi nessuno. Persino le mam-me, che accompagnavano i loro bambini nella scuola elementare all’inizio del viale, non andavano oltre i cento metri successi-vi”. Spettacoli teatrali, concerti, reading, dibattiti e momenti di aggregazione. “Ma

il nostro compito non si esaurisce qui. San Salvi è come un fi glio malato: c’è bisogno di una diagnosi, ma soprattutto necessita continue cure e attenzioni. Per non correre il rischio di essere dimenticato. Perché è vero che noi abbiamo portato la città den-tro, ma corriamo il rischio di andare incon-tro ad una città svuotata della sua identità”. Per info: www.chille.it.

La parola al direttore della compagnia Chille della Balanza, nella struttura dal 1998

“E’ come un fi glio malato. Necessita di cure e attenzioni”

dossier

/L.V.Z.

19

Page 20: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

C’è quella del tortello, quella dei porcini e persino quella della brioche con gelato. Con la bella stagione comincia il tempo di sagre e feste, quello in cui le piazze

e le strade dei paesi si vestono a festa per le tanto amate manifestazioni mangerecce. Il panorama delle offerte è molto ampio e porta alla riscoperta delle genuine tradi-zioni locali della gastronomia, di quella toscanità servi-ta a tavola che è uno dei fi ori all’occhiello della nostra regione. Il tutto accompagnato anche da musiche, gio-chi e balli. Ecco perché, al di là del piacere del palato, le iniziative in programma nel mese di luglio nei dintorni di Firenze, diventano in alcuni casi dei veri e propri eventi. Una manifestazione tutta estiva è la sagra della brioche con gelato, dal 2 al 12 luglio a San Pancrazio e Lucignano (tra San Casciano Val di Pesa e Montespertoli): un evento gastronomico che permette a tutti i suoi visitatori di provare una ricetta nuova e stuz-zicante, un abbinamento particolare per chi non si fa spaventare dai peccati di gola. Il programma delle gior-nate è accompagnato da eventi musicali e sportivi (info 339.2140206). I tortelli fatti a mano e i sughi della tradi-zione la fanno da padroni, dal 24 al 26 luglio, alla sagra del tortello di Grezzano, frazione di Borgo San Lorenzo (info 055.849661). Ancora Grezzano è protagonista, dal 31 luglio al 2 agosto, della festa del tortello e del-

lo gnocco (info 055.849661). Il 9 luglio alle Caldine si svolge invece la tradizionale Fiera Calda: bancarelle e stand arredano via di Bugia (info 055. 5978373). Qua-lità e tradizione si incontrano anche a Reggello, dal 10 al 12 luglio, per la settima edizione nella festa europea della birra. Per tre giorni si potranno gustare vari tipi di bionda spumeggiante. Un “Octoberfest” anticipato che propone la pizza reggellese, ma anche semplici hot dog e hamburger come degno accompagnamento per i patiti della bevanda al malto. Il programma musicale

in calendario qui si basa soprat-tutto sulla musica rock eseguita da alcuni giovani complessi (info 055.86691). Ci si sposta a Scarpe-ria invece per la tradizionale sagra del porcino, dal 17 al 19 e dal 24 al

26 luglio (info 055.8468120). Fino al 20 luglio (chiuso il lunedì) a Cerreto Guidi protagonisti saranno i piatti a base di papero e cinghiale (info 0571.55085). Il 18 e 19 luglio torna la sagra della zuppa a Massarella (comune di Fucecchio), dove verrà proposta la zuppa di pane, piatto tipico della zona. Le degustazioni gastronomiche, sempre accompagnate dal vino locale, saranno allietate da concerti, spettacoli di cabaret e giochi popolari (info 0571.249040).A luglio prepariamo dunque la pancia a grandi abbuffate, mettendo per qualche ora da parte lo scrupolo della linea, e facendo largo invece all’antica arte del mangiar bene.

Tortelli, tartufi e la sagra è servitaGASTRONOMIA. Con l’arrivo dell’estate si apre il periodo delle feste all’insegna del mangiar bene

Giulia Coli

Musiche, giochi e danzeaccompagnanol’offerta gastronomica

Nei dintorni di Firenze non c’è paese che non abbia la sua

manifestazione tipica: tra le altre c’è la scorpacciata di brioche

e gelato a San Pancrazio e Lucignano, quella di gnocchi a

Grezzano e una sorta di “Octoberfest” a Reggello

La musica, la storia, la tra-dizione, ma anche la fan-

tasia e il folklore. Sono questi alcuni degli ingredienti delle manifestazioni che animeranno l’estate. Il 6 luglio a Fiesole si festeggia il santo patrono con la Fiera di San Romolo: bancarelle con articoli di vario genere affol-leranno la piazza del Mercato e via Portigiani (info 055.59611). “Gli amor, le cortesie, l’auda-ci imprese io canto” è il titolo della XIV edizione delle Feste Palazzuolesi di Palazzuolo sul Senio, ispirate al Medioevo e alla Corte degli Ubaldini. Dal 24 al 26 luglio, l’edizione 2009 ripercorrerà le gesta di Orlando. Per l’occasione odalische, carto-manti, saltimbanchi, giocolieri, combattenti e saraceni coinvol-geranno il pubblico in fantasti-ci viaggi fra luoghi reali e non (info 334.8889910). In una cor-nice medieval-fantasy torna a Vinci, il 25 e 26 luglio, la V edi-zione della Festa dell’Unicorno: per gli appassionati di giochi di ruolo e di “cosplay”, ma an-

che per i bambini, i ragazzi o i semplici curiosi due giornate in un’atmosfera in bilico tra il Signore degli Anelli e Leonar-do da Vinci. Alla festa saranno presenti ospiti illustri, come il disegnatore Sergio Staino e Mi-chele Medda, sceneggiatore di Dylan Dog. La manifestazione sarà allietata da musiche celti-che, sbandieratori e tamburini oltre che da tornei d’arme (info 328.2044563). Sempre a Vinci, il 28 e il 29 luglio, si svolgerà una fi era in costume con cor-teo storico, giostre e tornei. Nel programma “Il volo di Cecco Santi”, una rievocazione stori-ca che appartiene alla tradizio-ne del luogo (info 0571.9331). A Marradi, dal 28 luglio al 10 agosto, contesa dei rioni con la “Graticola d’oro”. L’originale disputa vedrà i rioni battersi per la conquista della graticola con il contorno di una sfi lata di car-ri, giochi in acqua, la scarpinata da Campigno a Marradi, oltre che di gare di ballo e canto (info 055.8045170).

Tanti appuntamenti nell’area fiorentina

Il medioevorivive nei festival

/G.C.

FOCUS

toscanità20 Luglio 2009

CENTRO SOCIALE SORGANE - CIRCOLO ARCICENTRO SOCIALE SORGANE - CIRCOLO ARCI

TUTTI I LUNEDI’ Balli di gruppo - folkloristici dalle ore 21

Per informazioni sulle attivita’ sopraelencate telefonare nel pomeriggio

dalle ore 15.00 alle ore 18.00 al n. Tel. 055.6820200INIZIATIVE RIVOLTE ESCLUSIVAMENTE AI SOCI ARCI

si organizzano pranzi e cene a tema per eventiparticolari, compleanni, battesimi, comunioni...

SERVIZIO RISTORAZIONE• dal lun al ven

dalle 12 alle 14.30

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966099

TUTTI I GIOVEDI’ “TANGO ARGENTINO”

Via Tagliamento, 2 - 50126 FIRENZE (CAPOLINEA BUS 23a)

TUUTTI I GIOVEEDI’ “TTANGOO TT ARGEENTINNO”BALLO LISCIO OGNI VENERDI DALLE 21,00 ALLE 00,30

INGRESSO LIBERO E GRATUITO CON I SEGUENTI INTERPRETI:- 3/7 MOULIN ROUGE - 10/7 FLO SOUND - 17/7 NOVARIS

- 24/7 SANTINO E MAURO - 30/7 TONI FOLK

MERCATINO DEL COLLEZIONISTAdel “FAI DA TE”, DI BENEFICIENZA RIPRENDERA’ A SETTEMBRE

Per maggiori dettagli, consultare la locandina presso il Circolo o visitare il sitowww.compagniadelgiallo.it sez. “eventi”

R istorante - P izzer ia• ven sab dom dalle 19.30 in poi

Page 21: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

reinserimento sociale e di una loro usci-ta dall’isolamento in cui nel tempo sono purtroppo finiti, sono lievitati. “Risultati ottimi” quelli ottenuti, secondo i tre psi-cologi che fanno parte dell’equipe di Iesa,

ovvero Virginia Quaranta, Davide Musian e Sara Binazzi, risultati raggiunti “grazie all’impegno e alla disponibilità di Patrizio Donnini”, amministratore unico del grup-po Web&Press che, da parte sua, annuncia

di voler continuare a promuovere questo progetto. Che, sebbene l’ultimo, non è certo l’unico a cui la “Web&Press edizio-ni” ha dato vita in questi ultimi anni. La disponibilità verso il settore sociale non è certo mancata, come dimostra, ad esem-pio, anche l’accordo sottoscritto con “Gli amici della terra” per l’adozione di cani. “I progetti solidali devono avere una mag-giore visibilità - spiega Patrizio Donnini - così come i progetti che si occupano di persone che hanno difficoltà, e che spesso coinvolgono troppo poco le famiglie inte-ressate”. Ma non solo. “Purtroppo, troppo spesso anche gli animali sono coinvolti da problemi che, per i costi della pubblicità, non trovano spazio sui giornali, e dunque non trovano soluzioni - continua Donnini - la Web&Press, invece, vuol dare spazio a queste vicende per aiutare chi se ne oc-cupa a risolverle”. E a trovare soluzioni per chi ne ha bisogno. Come i tanti cani che hanno trovato una casa grazie alla di-sponibilità del gruppo fiorentino, o come le persone affette da disturbi psichici che, attraverso la pubblicazione gratuita su “La Locandina” e “Il Reporter”, hanno trova-to una nuova casa e nuove speranze, con vantaggi economici anche per l’azienda sanitaria di Firenze e le famiglie che han-no aderito al progetto e che, grazie a que-sto, possono contare su un introito in più. Progetto che la “Web&Press edizioni” continuerà a promuovere “grazie all’aiuto di tutte le persone che, con il loro volon-tariato - conclude Donnini - si rendono di-sponibili a portare avanti questi progetti di solidarietà. A tutte loro voglio esprimere il mio ringraziamento”.

Un grande successo, a dimostra-re che affermazione in campo imprenditoriale e attenzione al sociale possono andare a

braccetto. E che, quando lo fanno, i ri-sultati non mancano. Il successo è quello della collaborazione tra la “Web&Press edizioni” e il progetto I.e.s.a., iniziativa dell’azienda sanitaria di Firenze che pre-vede l’inserimento di adulti con disturbi psichici nelle famiglie. Da quando, alcu-ni mesi fa, è iniziata questa partnership (attraverso pubblicazioni gratuite su “La Locandina” e “Il Reporter”), i numeri del progetto Iesa (l’acronimo sta per “Inse-rimento eterofamiliare supportato e assi-stito”), che ha come obiettivo quello di inserire adulti affetti da disturbi psichici - anche leggeri - in cura nei centri di salute mentale, in famiglie che ne fanno richie-sta (e che riceveranno un contributo men-sile di 1.200 euro), con il fine di un loro

“Più visibilità per i progetti solidali”SOCIALE. Ottimi risultati per la collaborazione tra la Web&Press edizioni e I.e.s.a. Ma non solo

L’amministratore unico

del gruppo Patrizio

Donnini annuncia che la

promozione dell’iniziativa

andrà avanti: “Diamo

spazio alle esigenze di

chi è in diffi coltà”. Aiuti

anche agli animali

Patrizio Donnini

società 21

Il sondaggio è stato eff ettuato tramite il sito internet www.ilrepor-ter.it, una linea telefonica dedicata e l’indirizzo e-mail [email protected]. Totale votanti: 1388; Risposte: No, le colture vanno pro-tette in modo diverso: 815 (58,71%); Sì, la loro presenza è eccessiva e dannosa: 479 (34,51%); Non so, il problema esiste ma potrebbe-ro essere adottati altri rimedi per contenerli: 94 (6,78%); Sondaggio tramite www.ilreporter.it: Totale votanti: 928 (66,85%); Risposte: No, le colture vanno protette in modo diverso: 550 (59,3%); Sì, la loro presenza è eccessiva e dannosa: 314 (33,8%); Non so, il problema esiste ma potrebbero essere adottati altri rimedi per contenerli:64 (6,9%); Sondaggio tramite linea telefonica dedicata: totale votan-ti: 246 (17,72%); Risposte: No, le colture vanno protette in modo diverso: 144 (58,6%); Sì, la loro presenza è eccessiva e dannosa: 85

(34,5%); Non so, il problema esiste ma potrebbero essere adottati altri rimedi per contenerli: 17 (6,9%); Sondaggio tramite [email protected]: totale votanti: 214 (15,43%); Risposte: No, le colture vanno protette in modo diverso: 121 (59,1%); Sì, la loro presenza è eccessiva e dannosa: 80 (34,2%); Non so, il problema esiste ma po-trebbero essere adottati altri rimedi per contenerli: 13 (6,7%); AV-VERTENZA: I “sondaggi on line” non sono sondaggi rappresentativi ai sensi delle direttive dell’Autorità garante delle comunicazioni: essi non hanno valore statistico. I risultati che forniscono non hanno, cioè, la pretesa di rappresentare l’opinione di gruppi di persone. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione ela-borato scientifi camente, che hanno l’unico scopo di permettere agli utenti che lo desiderano di esprimere la propria personale opinione.

CATTURA E ABBATTIMENTO DI CINGHIALI, CERVI E PICCIONIPER SALVAGUARDARE L’AGRICOLTURA. SEI D’ACCORDO?

Così avete risposto al sondaggio del mese scorso

58,71% No, le colture vanno protette in modo diverso

34,51% Sì, la loro presenza è eccessiva e dannosa

6,78% Non so, il problema esiste ma potrebbero essere adottati altri rimedi per contenerli

Page 22: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

Punto di riferimento per tutte le sta-gioni, la Fortezza da Basso anche quest’estate offre una serie di pro-poste per le serate da trascorrere in

città. Dal 15 luglio all’8 di agosto con gli eventi di InFortezza i fi orentini avranno il loro punto di riferimento per l’estate, uno spazio per tutte le età dove incontrarsi e partecipare ad iniziative culturali e spetta-coli. Grande spazio nel programma di in-trattenimento lo avranno i concerti del fe-stival internazionale fi orentino, il “Live on”, con 15 serate e tanti ospiti interessanti, che quest’anno peraltro sono aumentati rispetto alle passate edizioni. Un cartellone ricercato che punta alla qualità e alla peculiarità degli artisti che si esibiranno. Per l’occasione è stata allestita anche un’arena di oltre 5mila posti. Si comincia con l’anteprima al teatro Comunale il 13 luglio, con il concerto di Keith Jarrett, che torna dopo oltre 20 anni a esibirsi a Firenze, nel trio composto anche da Gary Peacok e Jack DeJohnette. Live on a InFortezza prosegue con i Motorhead (16 luglio), Mogwai (17 luglio), Atom Heart Mother con Munfl oyd, Max Gazzè e il Coro da Camera di Bologna, per un omaggio ai Pink Floyd (18 luglio). E poi i Subsonica (22 luglio) e Donovan (24 luglio) per l’uni-ca data italiana con il suo rock psichedeli-co e particolare. Decisamente sui generis anche Caparezza che torna più stralunato che mai, con “Le dimensioni del mio caos”, ospite per il secondo anno del Live On. Tra i volti arci noti della musica italiana ecco anche Morgan con la sua nuova band “Le Sagome” (28 luglio) e Daniele Silvestri (29 luglio). I concerti lasciano invece posto al teatro il 30 luglio con il trio di casa nostra Ceccherini, Monni e Paci che riproporranno il loro cult “Pinocchio”, per una serata di risate sotto le stelle con l’irriverente grup-po di comici toscani. Poi si ricomincia con

la musica con The Chieftains (6 agosto) e Easy Star All Stars (7 agosto). Ma la comi-cità nostrana non si esaurisce in un unico appuntamento: al buon umore nelle serate di InFortezza ci pensa il “Teatro che ride”, con Carlo Monni, Marco Cocci, Andrea Muzzi e la Scuola di comici Massimo Troisi oltre a diverse nuove sorprese in programma. Per fi nire, sempre all’insegna della risata c’è la festa conclusiva l’8 di agosto con lo show di Paolino Ruffi ni e i suoi doppiaggi in li-vornese doc. Naturalmente per chi desidera

mettere qualcosa sotto i denti non mancherà l’imbarazzo della scelta: dallo stuzzichino alla grigliata, al gelato, con 30 ristoranti italiani ed etnici, pub “sfi zierie”, che porte-ranno le loro specialità per iniziare o fi nire la serata. Bancarelle con curiosità e ogget-tistica saranno qua e là nell’ampia area di stand commerciali. E per fi nire spazio anche alla cultura con la libreria di oltre 1.000 mq con più di 50.000 volumi oltre a presenta-zioni, dibattiti e reading. Chi più ne ha, più ne metta.

Daniele Silvestri

Sara Ghilardi

ESTATE A FIRENZE. Dal 15 luglio all’8 agosto la notte si veste di musica e divertimento

I concerti sono tutti… InFortezzaNuovo programma per la kermesse alla Fortezza da basso, che mette sul piatto

della bilancia concerti di grande qualità. Da Keith Jarret fi no a Max Gazzè e Daniele

Silvestri. Senza dimenticare la comicità di Paci, Monni e Ceccherini

La strada che da Firenze porta a Sesto Fiorentino si accorcia sempre di più,

invitando gli abitanti della città del giglio a prendere parte agli eventi proposti da Sesto-Estate. La formula è ormai ben collaudata, con eventi sparsi per la città e negozi aperti ogni giovedì sera. E poi ci sono gli appun-tamenti clou, offerti gratis a tutti, o quasi. Concerti rock, musica classica e spettacoli teatrali. A luglio il protagonista è il premio Oscar Luis Bacalov, che sabato 11 proporrà un concerto per pianoforte a Villa San Loren-zo, ospite del festival Intersezioni promosso dalla scuola di musica di Sesto. Grandi nomi anche per la musica contemporanea: martedì 7 luglio appuntamento con Steve Winwood. Il 10 luglio al parco di Villa Solaria è la volta degli Afterhours, di nuovo live dopo l’ottima prova sanremese. Concerti ed esibizioni pra-ticamente ogni sera negli spazi all’aperto del-la biblioteca comunale. Tra gli ospiti attesi l’attrice Maria Cassi (lunedì 13 luglio), Gior-gio Canali, Neon, Malfunk, Train de Vie. A luglio Sesto Rock in collaborazione con il Progetto Giovani di Sesto Fiorentino darà spazio anche ai gruppi emergenti del territo-rio. Chiude il ricco cartellone il tradizionale concerto del primo settembre, quest’anno sul palco ci saranno i Nomadi.

IN PROVINCIA

Un cartellone riccoper l’estate di Sesto

Maria Cassi

/S.G.

970884

Page 23: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

“Cattiva maestra”, così defi niva la televisione nel 1994 il fi losofo

Karl Popper nell’omonimo saggio. La sostanza non è cambiata, da allora le scuole di pensiero sono rimaste due: c’è chi la tv la odia e chi non ne può fare a meno. Massi-miliano Lenzi, giornalista toscano con all’attivo collaborazioni con le trasmissioni “Otto e mezzo” di Giuliano Ferrara, “Anno Zero” di Michele Santoro, le testate Il Foglio, Tempi, Il Secolo XIX e L’unione Sarda ha racchiuso nel suo “C’è posto per te” (Vallec-chi, pp.144, euro 12,50) tutte le psicosi del controverso triangolo uomo-divano-televisione. “E’ giu-sto concepire inferni o paradisi, giudicare alto o basso, buono o cattivo un prodotto come quello televisivo che non è soggetto in sé né a canoni estetici, né morali? In televisione ha valore non ciò che è giusto o sbagliato, bello o brutto, alto o basso, ma ciò che funzio-

na”. Comincia così, con la prefa-zione di Carlo Freccero il saggio di Lenzi, che in poco più di cento pagine riassume l’esperienza e le considerazioni di molti anni passa-ti dentro la scatola televisiva. “Se-condo me un prodotto di successo è, a suo modo, sempre un prodotto “alto” - continua Freccero -. Non esteticamente o moralmente, ma proprio perché funziona. E far funzionare un programma implica professionalità e intuizione”. Da qui si apre il dibattito, comincia la considerazione su un mondo fatto di meccanismi particolari, all’interno dei quali la gran parte dei telespettatori sgomita per ritro-varsi, almeno per un minuto. Mike Bongiorno nelle vesti di Virgilio, Maurizio Costanzo è Caronte, Bruno Vespa è Ciacco, Walter Vel-troni Erisittone e Silvio Berlusco-no è Marco Lombardo. Ognuno dei personaggi che la televisione la fanno, ha un suo posto nella suddivisione dantesca di Lenzi. Un viaggio nell’aldilà che è anche

un percorso nell’osceno, nel na-scosto della contemporaneità dove il “tengo famiglia” è scomparso per lasciare spazio al “c’è posto per te”. Un libro a metà strada tra il saggio e il racconto, un volume che accompagna il lettore attraver-so gironi danteschi popolati di ve-line e comici, grandi comunicatori e trascinatori di folle, che tengono inchiodata la famigliola media allo schermo, spesso raccontando loro niente di più di quello che sape-vano prima di piazzarsi in “prima fi la”. “Oggi - scrive Lenzi - Paolo e Francesca sono Fabrizio Corona, il fotografo, e Belen Rodriguez, bellezza sudamericana diventata famosa con “L’isola dei famosi” dopo essere stata la fi danzata di un calciatore”. Non risparmia colpi il giornalista toscano. Spiega senza mezzi termini le modalità secondo cui si tessono le relazioni al di là del tubo catodico. Inciuci, incon-tri, successi, nuove e vecchie star-lette. E sullo sfondo, l’Italia con il telecomando in mano.

Corona e Belen come Paolo e FrancescaLudovica V. Zarrilli

IL LIBRO/1. Il nuovo saggio del toscano Massimiliano Lenzi, dedicato alla televisione italiana

Chiunque nel corso della vita si è trova-to nella spiacevole condizione di esse-

re lasciato/a da un fidanzato/a. Situazione tanto poco entusiasmante quanto comune, anche se in questo caso non consola affatto il proverbio “mal comune, mezzo gaudio”. Un aiuto per superare con un sorriso i mo-menti meno piacevoli lo dà l’ultimo libro di Federica Bosco, “101 modi per dimenticare il tuo ex e trovarne subito un altro” (New-ton Compton editori, pag 288, euro 12,90), dedicato, ad onor del vero, soprattutto ai problemi di cuore del gentil sesso. Federica Bosco, che ha già all’attivo un numero co-

spicuo di libri (altri cinque per l’esattezza) tutti dedicati all’infallibile tripletta donna, amore, principe azzurro che tarda ad arri-vare, questa volta dispensa consigli ai cuori infranti. La scrittrice ha fatto un riassunto ben calibrato delle sue pene d’amore, mi-schiate a quelle delle sue amiche e delle lettrici più affezionate. Il risultato? Una sorta di antidoto al mal d’amore, 101 pa-role magiche, “101 consigli che aiuteranno a elaborare il lutto e a ritrovare la forza di andare avanti accompagnandoti in un vero e proprio percorso di disintossicazione”. Nella prima parte del libro sono elencati i

consigli per “sopravvivere” (soprattutto alla fase immediatamente successiva all’abban-dono) senza necessariamente ridursi ad uno straccio bevendo, mangiando in quantità in-dustriale o ammazzando il tempo dilapidan-do un patrimonio in shopping. La seconda parte è invece dedicata alle strategie per superare la fase più acuta della separazione ovvero, come la definisce la stessa Bosco, “l’astinenza”. Dulcis in fundo, la terapia d’urto, un vagone di idee per rimettersi in forma, riguadagnare fiducia e ripartire alla conquista di un altro uomo. Sperando che sia quello giusto.

Cuore infranto? Ecco come ricucire le feriteIL LIBRO/2. In libreria la nuova fatica letteraria della scrittrice di “Mi piaci da morire”

/C.G.

cultura 23

Page 24: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

Anche se fa caldo la voglia di ci-nema non scompare mai, anzi acquista un fascino particolare poter trascorrere una serata al

fresco godendosi qualche bella pellicola. Numerose le opportunità che la nostra città offre, con le varie arene all’aperto e i cinema che hanno una programmazione estiva. Dai 4 ai 6 euro il costo del biglietto, per vedere magari un successo che ci siamo persi o un fi lm culto di qualche tempo fa. Al Mande-la Forum c’è l’ edizione numero diciasset-te di Cinema sotto le stelle, dal 22 giugno al 23 agosto. Tra i titoli proiettati nelle due arene del Mandela: Gran Torino, L’ ospite inatteso, Mar nero e Il giardino dei limoni. Progetto nuovo di zecca, con il patrocinio del comune di Firenze e del quartiere 3, è la prima edizione di “L’Arena”, nuova ras-segna culturale realizzata dall’Associazione “La Vasca” che avrà luogo tutti i giorni fi no al 15 agosto in Piazza Bartali, a Gavinana. Due mesi di spettacoli, concerti, pieces te-atrali, musica e cabaret sotto la direzione artistica del comico toscano Alessandro Paci, impegnato in questo periodo sul set del nuovo fi lm di Leonardo Pieraccioni “Io & Marylin”. Una kermesse con lo scopo di va-lorizzare il quartiere e attrarre il pubblico in periferia. Oltre agli spettacoli di ogni sera, la domenica l’appuntamento sarà con “Golden Kult”, ovvero il meglio dei fi lm cult e trash degli anni ’80 italiani proiettati su un maxi-schermo installato sul palco. Una carrella-ta di 10 appuntamenti estivi che vedranno protagonisti Abatantuono, Thomas Milian, Jerry Calà, Enrico Montesano, Renato Poz-

La suggestione di Petra e il fascino della li-monaia di Boboli. Un viaggio nello scavo

archeologico condotto in Giordania dagli studiosi dell’Università di Firenze. Novanta le opere in mostra, provenienti dai siti di Petra e Shawbak, una delle aree archeologiche più importanti e feconde al mondo. Petra fu capitale dell’impero dei Nabatei a controllo della via dell’incenso. Più tardi fu conquistata da arabi, romani, turchi e infine, intorno al 1100, re Baldovino I di Ge-rusalemme vi edificò due castelli. Insostituibile

punto di scambio e crogiuolo di culture, Petra, restituisce oggi agli archeologi le ricchezze che il territorio ha nascosto per secoli. Oggi il vicino sito di Shawbak, sul quale re Baldovino fondò un altro castello, è oggetto di un accordo italo-giordano di cooperazione scientifica e culturale che integra ricerca archeologica, restauro conser-vativo e valorizzazione. In mostra a Boboli, oltre a un selezionato numero di reperti, numerosi do-cumenti storici e a una rassegna di film. Fino al 20 settembre.

Petra e Shawbak in trasferta alla limonaia di Boboli LA MOSTRA. 90 oggetti rinvenuti dagli archeologi dell’Università nei siti giordani

Clint Eastwood in Gran Torino

Sara Ghilardi

Cinema, non c’è luglio senza arenaFILM CULT. Con il caldo tornano i maxischermi all’aperto. Con pellicole vecchie e nuove

/C.G.

zetto e naturalmente la coppia sempreverde Ceccherini-Paci. Cambiando zona della città, a Castello, c’è la “Cineteca d’estate” di via Reginaldo Giuliani. Nell’arena all’aperto, verranno proiettate pellicole tutti i martedì di luglio e agosto alle 21.30, questa volta con ti-toli impegnati, per rifl ettere sulla storia d’Ita-lia e su temi di carattere politico e sociale. Alcuni esempi: Italia proibita di Enzo Biagi, Forza Italia di Roberto Faenza e Genova sen-za risposte di Federico Micali. Basta uscire un po’ dai confi ni di Firenze per trovare altre valide proposte. A Sesto Fiorentino il punto di riferimento è l’arena estiva del cinema Grotta che come ogni anno offre tanti titoli, fi no alla fi ne di luglio. A San Casciano Val di Pesa in Piazza dell’Arena entro le mura fi no al 6 settembre c’è “Effetto notte”, rassegna di concerti, danza, teatro e cinema all’aperto.

cultura24 Luglio 2009

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QUESTO MESEPerché è importante una corretta igiene della bocca

A cura del Dott. Giuseppe Garrubba

Cari lettori siamo in periodo di vacanze,affronteremo quindi un argomento nonparticolarmente impegnativo questomese, cosa avviene se non si puliscebene la bocca e, il mese di agosto, comefare ad avere una corretta igiene.Forse non tutti hanno capito quanto èimportante lavarsi correttamente e fre-quentemente i denti. Parliamo allora dicome si forma la carie: dopo aver lavato identi la loro superficie si riveste di un sottile strato di gli-coproteine a provenienza salivare. Questa pellicola ha unruolo protettivo, è come se il dente venisse unto per esse-re protetto dagli agenti abrasivi ambientali, essa vieneanche usata però dai batteri come superficie alla qualeattaccarsi.L’adesione alle superfici orali è indi-spensabile per la sopravvivenza deibatteri nel cavo orale, senza la qualeverrebbero ingoiati e distrutti daipotenti acidi dello stomaco.La placca che si attacca al dente dopoche è stato pulito (detta placca batte-rica) si sviluppa nelle prime 2 o 3 orea macchia di leopardo.

A 12 ore dall’inizio del processo il denteappare completamente rivestito da unapatina di 8-10 strati di cellule. Dopo unintero giorno (se non si lavano i denti) glistrati di cellule arrivano a 100, per diven-tare 300 dopo due giorni e poi aumentarein modo esponenziale. Questa placcariveste il dente non permettendo che lasaliva lo deterga più. Il malcapitato dentesi ritrova sommerso dai batteri che con-sumano i resti del cibo producendo acidiche scioglieranno i suoi minerali provo-

cando la carie. Parallelamente questi batteri danneggiano anche la gengi-va, facendola infiammare (gengivite) e alla lunga ritirarecon conseguenti zone di scollamento dal dente dove laplacca si insinuerà, provocando una progressiva degene-razione che può portare anche alla piorrea (malattia dellegengive con formazione di pus) che, se non curata, porta

al vacillamento e alla perdita dei denti.Il rimedio a tutto questo è una correttaigiene che la prossima volta vi spie-gherò come attuare.Ricordiamoci che il nostro sorriso ètroppo importante per trascurarlo.

SIAMO APERTITUTTO IL MESE DI AGOSTO

Page 25: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

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Page 26: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

“Giovani e fantasia per una nuova impresa”FIORENTINA. Il direttore sportivo Pantaleo Corvino parla di passato, presente e futuro

La sconfitta con il Milan all’ultima giornata di campionato ha impedito alla Fiorentina di poter mettere la ciliegina sulla torta. La formazione guidata da Prandelli giocherà

i preliminari di Champions League. Vietato, però, parlare di stagione fallimentare, soprattutto con il Ds Pantaleo Corvino che, in qualità di responsabile del settore giovanile, deve aggiungere il successo ottenu-to con gli Allievi Nazionali neocampioni d’Italia.Corvino, che stagione è stata quella della Fioren-tina?E’ stata la quarta grande stagione, la quarta grande impresa. Le prime quattro posizioni spetterebbero a Inter, Milan, Juventus e Roma. Noi ci dovremmo accontentare del quinto posto, vista la differenza di

introiti tra i club. E invece, da quattro anni siamo la novità del calcio. E’ un traguardo importante per questa società, siamo in competizione con club che hanno vantaggi economici. In una gara di 200 metri, noi partiamo 50 metri indietro. Siamo contenti di es-sere arrivati a tre punti dalla terza in classifi ca, questo dimostra la bontà del lavoro fatto in campo e in fuori. La strada intrapresa è quella giusta, per tenere il passo delle “big” bisogna sbagliare il meno possibile e spe-rare che le altre squadre commettano qualche errore.Tempo fa disse che il budget, per il mercato, era di ‘zero euro’...La società mi ha ribadito che sarà così. Farò il mi-nistro senza portafoglio. L’anno scorso a maggio avevamo preso già cinque giocatori. Quest’anno la-voreremo con la fantasia. Mi impegnerò fi no all’ul-timo giorno di mercato per cercare di migliorare la rosa.

Clausole rescissorie: a che punto siamo?Il mio pensiero di usare le clausole rescissorie è stato appoggiato da società, giocatori e procuratori. In Ita-lia bisogna cambiare, spero che questa nostra decisio-ne possa condizionare anche le altre squadre. Il calcio italiano, visto anche come azienda, sta passando un brutto momento.C’è qualche giocatore che vuole andar via? Nessun giocatore è venuto da me per chiedermi di andare via. Non andremo sul mercato mettendo ai nostri giocatori il cartellino ‘vendesi’: abbiamo deci-so di dare fi ducia al gruppo che quest’anno ha ottenu-to il quarto posto. Ci impegneremo nel tenere i pezzi migliori. Sarà un anno da paura perché ripetersi sarà diffi cile. Temo soprattutto le voci dell’ambiente. Ho sentito dire che siamo più vicini al Milan senza Kakà. Bisogna, invece, guardarsi alle spalle, al Napoli per esempio, che ha già speso 35 milioni di euro per raf-

forzare la rosa.Con la vittoria degli Allievi Nazionali si aggiudica il suo nono titolo personale...A vincere non ci si abitua mai. E’ sempre bello far-lo, soprattutto se accade come è successo a noi. E’ un traguardo importante, ma anche un nuovo inizio su un percorso tracciato dalla società per cercare di migliorare ancora. Buso giustamente ha sottolineato che, nonostante le grandi prestazioni di questa sta-gione, nella quale questi ragazzi hanno dimostrato qualità e carattere, ci sono anche ampi margini di miglioramento.Ogni traguardo è un inizio, quindi…Il mio obiettivo è sempre stato quello di costruire un settore giovanile che potesse diventare una risor-sa importane per la prima squadra della Fiorentina. Questo è il mandato che mi venne affi dato dai Della Valle quando accettai l’incarico.

Cristina Guerri

Quella da poco

conclusa, per lui, è

stata la “quarta grande

stagione”, la Fiorentina

è “la novità del calcio”, la

faccia bella di un pallone

che “sta passando un

brutto momento”. Il

Ds viola promette di

impegnarsi “fi no all’ultimo

giorno di mercato per

migliorare la rosa”,

e intanto si gode il

successo degli Allievi: “Il

settore giovanile risorsa

importane per la prima

squadra”

Page 27: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

Sono tante le novità che la Fiorentina ha messo a disposizione dei propri tifosi per la campagna ab-

bonamenti in vista della stagione 2009/2010. La più importante (e

conveniente) riguarda la possibilità, da parte dei tifosi, di dilazionare il pagamento dell’abbonamento at-traverso un fi nanziamento con Fin-domestic, pagando cioè l’importo prescelto per la propria tessera in sei rate mensili a tasso zero: sarà infat-ti la Fiorentina a farsi carico degli interessi (i fi nanziamenti potranno

essere richiesti esclusivamente pres-so l’apposito punto vendita allestito all’ingresso della Tribuna Autorità dello Stadio Artemio Franchi fi no al prossimo 24 luglio). Rispetto alle già conosciute formule di abbona-mento, già attuate dalla società viola in passato, quest’anno ne sono pre-viste anche di nuove, con l’obiettivo di agevolare una più vasta quantità di tifosi. Accanto all’abbonamento Under 14 e all’abbonamento Fami-glia, già lanciati la scorsa stagione, da quest’anno sarà disponibile an-che l’abbonamento Giovani, l’ab-bonamento Donna, l’abbonamento Over 65 e l’abbonamento Ridotto legge 118/71 (per persone con inva-lidità civile superiore al 34%). Ma non solo. Grazie, infatti, all’accor-do con Ticket One, nuovo partner della Fiorentina, saranno sempre più numerosi i servizi offerti ai ti-fosi. “Vogliamo - ha commentato l’amministratore delegato del club gigliato Sandro Mencucci - rendere sempre più semplifi cato l’acquisto del biglietto. Sappiamo che le nuove norme, ad esempio quella che pre-vede la nominabilità del tagliando, hanno reso le cose un po’ più com-plicate, ma penso che siano novità che, col passare del tempo, verran-no acquisite”. “I prezzi - continua Mencucci - rimarranno esattamente quelli dello scorso anno, per veni-re incontro ai tifosi visto il periodo non particolarmente positivo per l’economia italiana. Inoltre abbia-mo studiato una serie di modalità

diverse per agevolare le varie età dei nostri sostenitori. Il mio augurio è quello di fare gli stessi 25mila abbo-namenti dell’anno scorso, se faremo qualcosa in più vorrà dire che siamo stati bravi. Non credo che la cam-pagna trasferimenti infl uirà sulla

campagna abbonamenti, perché co-munque in questi anni abbiamo fat-to cose importanti e ottenuto ottimi risultati”. Ora la palla passa ai tifosi, che avranno tempo di sottoscrivere la propria tessera fi no a giovedì 8 agosto.

di Giovanni Carta

Cristina Guerri

Importo dilazionato a tasso zero, ma non

solo: arrivano promozioni per giovani,

donne, over 65 e invalidi civili. Prezzi invariati

L’abbonamento? Quest’anno si paga in sei mesiTIFOSI. Tante le novità per la campagna di tesseramento 2009/10. Obiettivo 25mila sottoscrizioni

sport

C’è la crisi. E la Fiorentina si difende con il mercato a “zero euri” e comun-que con la linea morigerata sul fronte degli ingaggi e dei bilanci. Sarà conten-to Michel Platini, che dopo aver osan-nato il fair play “made in Florence”, assicura che sta studiando un sistema per evitare le spese folli di certi club. C’è la crisi. E la Fiorentina si inventa gli abbonamenti a rate. Ormai si compra tutto a rate, dalle automobili fino alla spesa al supermercato; che male c’è se si rateizzano anche i goal? Si spende dai 255 euro per la curva ai 2205 euro per la tribuna d’onore (costa di più un om-brellone per un mese a Viareggio). Può risultare conveniente appoggiarsi alle comode sei rate mensili a tasso zero. Poi ci sono gli sconti, che quest’anno si moltiplicano: non solo under 14 e fami-glie, ma anche le donne, gli over 65 e la nuova categoria dei “giovani”, che però in curva Fiesole pagano a tariffa piena. La fede non ha prezzo! La Fiorentina si affida alla Findomestic, mentre Floren-

tino Perez si affida alle banche spagno-le che gli hanno prestato 150 milioni di euro per rifare il Real Madrid galattico, in barba al moralizzatore Platini. Ban-co Santander e Caja Madrid si fidano di Florentino e del fatto che le nuove stelle aumenteranno gli introiti dei me-rengues, a partire dai circa 600 milioni di diritti tv che dovrebbero arrivare a Madrid dal gruppo Mediapro e che valgono come ampia garanzia per i 150 prestati. La Fiorentina si accontenta di ritrovare i 25.000 abbonati della pas-sata stagione e conta sul richiamo di due testimonial come Gilardino e Var-gas, che hanno girato un improbabile videospot in biglietteria, dimostrando di valere molto più in campo che sul set. Più che in rate, sconti e testimonial, la società viola confida nell’inguaribile entusiasmo dei tifosi e nel proverbiale detto di Giovenale (Satire), che trova conferma proprio in tempo di crisi: “Il popolo… chiede smanioso solo due cose: panem et circenses”.

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Page 28: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

to con molta professionalità da tutta l’equi-pe medica ed infermieristica e mi hanno immediatamente sottoposto ad una serie di accertamenti di cui non conoscevo nem-meno l’esistenza. Sono stato ricoverato alla degenza breve attigua al pronto soccorso e lì le sorprese non sono finite, anzi ho trovato un ambiente molto accogliente e una pro-fessionalità vista solo nei telefilm. Il dottor Giuseppe Pepe in particolare, dopo una se-rie di accertamenti, tutti negativi, ha insistito perché venissi ricoverato in cardiologia per una coronografia, ed aveva ragione. Dopo 6 mesi, sottoposto di nuovo a coronografia di controllo è risultato tutto benissimo. Ringra-zio ancora il dott. Giuseppe Pepe che mi ha sempre seguito disinteressatamente, anche dopo la prima dimissione, sempre disponi-bile e raggiungibile. Con la sua bonaria coc-ciutaggine mi ha salvato da molto probabili complicazioni. Adesso grazie a tutti mi sen-to benissimo. Grazie di cuore.

Cecchini Marcello

… E QUANDO INVECE NOSpett.le redazione,vi scrivo per denunciare l’ennesimo disservi-zio nell’ambito della malasanità. Dopo avere prestato visita a mia nonna ricoverata presso la struttura Asl del Pergolino a Firenze, sono rimasta letteralmente indignata per le con-dizioni e lo stato in cui versano i pazienti. Si tratta per lo più di persone anziane che non sono del tutto autosufficienti ma ne-anche così ammalate da poter giustificare una loro degenza in ospedale, una sorta di “parcheggio” per anziani insomma. A pre-scindere da questo, credo che il compito degli infermieri sia quello di accudire i pa-zienti, ossia dare loro da mangiare e pulirli. Su questo secondo punto la struttura lascia veramente molto a desiderare. I pazienti vengono lasciati per ore con il pannolone sporco non solo di urina ma anche di feci questo perché, a detta degli infermieri, il personale è carente e non ce la fanno a sta-re dietro a tutti. Ora io mi dico, con tutta la gente che c’è a giro e che avrebbe voglia e bisogno di lavorare com’è possibile questa carenza di personale? Immagino che sia un problema finanziario, ma a tal proposito mi viene da chiedermi dove vadano a finire le migliaia di euro che la sottoscritta e tutti gli altri contribuenti italiani pagano in tasse per l’Inps. Pensare di pagare fior fior di quattrini per un servizio del genere fa molta rabbia. Non solo i pazienti vengono abbandonati a se stessi nella speranza che l’infermiere/a di turno li venga a cambiare, ma addirittura hanno paura a chiamarli e a suonare il cam-panello perché gli infermieri si spazientisco-no o peggio ancora si arrabbiano con loro e quindi i pazienti hanno paura di eventuali ritorsioni. Non a caso mia nonna ha definito la struttura una sorta di prigione, e di certo non ci si può aspettare un miglioramento né fisico né emotivo dei pazienti ricoverati lì dentro che anzi perdono la propria digni-tà personale. Dopo avere visto e valutato la situazione con i miei stessi occhi mi sento in dovere di rivolgere un duplice rimprovero. Prima di tutto ai responsabili delle struttu-re che evidentemente non hanno allocato abbastanza personale rispetto alla reale ne-cessità. I pazienti sono persone anziane ma non per questo hanno diritto ad una minore assistenza, anzi… In secondo luogo al per-sonale che lavora al Pergolino, poiché mi pare in gran parte indifferente ai bisogni dei pazienti. Quando ho fatto presente all’infer-miera che mia nonna era da cambiare mi sono sentita rispondere “quando s’è finito si viene, è tutta la mattina che si cambiano”.

La mia richiesta è arrivata alle 12.20 e quan-do me ne sono andata alle 13.20 mia nonna era ancora da cambiare. Ora io dico, prima di tutto non ho detto io a queste persone di fare l’infermiere ma se lo fanno credo che lo debbano fare bene. Posso immaginare che non sia piacevole cambiare e lavare di conti-nuo i pazienti ma fa parte del loro mestiere e proviamo invece ad immaginare quanto possa essere spiacevole rimanere nell’urina e nei propri escrementi per ore, mentre si aspetta che il personale si dia il turno per il cambio. Per cambiare un pannolone non c’è tempo evidentemente, ma per sorseggiare un caffè e chiacchierare nell’attesa che arrivi l’ora del cambio sì, e questo non è proprio giusto. Per fortuna mia nonna non rimarrà a lungo in quella struttura, ma mi pare co-munque doveroso fare presente la situazio-ne perché potrebbe riguardare tutti in pri-ma persona, o per lo meno tutti coloro che non si possono permettere un’assistenza privata e sono costretti a fare affidamento al servizio nazionale.

Lettera firmata

LAVORO A NERO, LA MIA ESPERIENZABuongiorno,volevo rispondere e dire due cose sull’arti-colo che avete pubblicato sull’argomento “lavoro a nero”. Che ci sia del lavoro a nero lo sanno tutti, forse fa comodo così? La cosa più triste è che questi tipi di lavoro sono af-fidati a persone che di quel tipo di lavoro a volte non ne sanno niente. Si parla di atten-zioni da parte di Asl o altre istituzioni per controllare ambienti, sicurezza sanitaria o come si svolgono determinati tipi di lavori per prevenire incidenti e dare garanzie ai la-voratori, ma tutto ciò resta solo nelle buone intenzioni di chi fa politica e si riempie la bocca di parole, parole, anche per prendere qualche voto di circostanza. Dico questo perché se ben ricordo fino a qualche anno fa per fare il cameriere per esempio, ci vole-va la tessere sanitaria e ti facevano delle visi-te per sapere se avevi o no varie tipologie di malattie; ora questa “usanza” non è più ne-cessaria per il singolo che vuole fare ristora-zione in genere, dovrebbe pensarci il “dato-re di lavoro” ma ciò succede? Quindi in questo particolare settore alimentare e di servizi non sai le persone che lo svolgono cosa “portano” o “hanno”, quindi già qui sia-mo in un campo minato, in più chi ci lavora non ha determinate regole o garanzie, es-sendo a nero è tutto in più sia per chi presta servizio sia per chi dà servizio... con buona pace per tutti. Questa situazione però non porta niente di buono perché se parliamo dei catering fai di tutto, anche il cameriere sia ben chiaro, ma al servizio effettivo ci arri-vi stanco perché prima hai fatto del facchi-naggio (senza offesa) e poi dopo il servizio che sei veramente stanco devi “smontare” e “caricare” e dopo diverse ore, a volte finisci alle cinque del mattino che sei uscito di casa alle 12.00 o alle 13.00 del giorno prima!! Per guadagnarti due soldi “rincoglionisci” per tutte le ore che hai fatto ed il giorno dopo te ne stai a letto per riprenderti. Ma la cosa che più sconcerta è che in quasi tutti i catering non c’è attenzione all’igiene o al lavoratore che presta “neramente” la sua prestazione. Spiego meglio: quando arrivi per il servizio in posti belli, stupendi, affascinanti che altri-menti non avresti modo di vedere, cosa suc-cede: le cucine o gli ambienti adibiti a tale scopo, salvo in alcuni casi, sono situate in posti particolari che obbligano l’addetto “cameriere” di turno in quel servizio ad una estenuante maratona con aggravio di fatica e precarietà nello svolgere il suo lavoro con

serenità, oltre poi a vari contrasti che posso-no nascere in certe situazioni in cui il furbo c’è sempre e mette in difficoltà gli altri che devono fare anche il lavoro di chi cerca di fare meno, va bene trascuriamo questo par-ticolare per il momento ma che poi alla fine porta ancora più stanchezza. Dicevo, arrivi ti guardi intorno, osservi e devi iniziare a “montare” se l’occorrente è già stato porta-to, ma questo succede in pochi catering, al-trimenti sei andato in magazzino ad un ora ben precisa, hai caricato con altri pochi, ciò per spendere meno, il furgone o i furgoni. Terminato il tutto si parte per la location e una volta arrivati c’è la fase inversa, cioè lo scarico. Sul posto trovi gli altri componenti che nel frattempo sono arrivati o arriveran-no, questo dipende dagli orari e dalla quan-tità di persone che ci saranno a quell’evento, quindi alla quantità di cose da montare, ma a volte pur di spendere meno i camerieri sono in numero minore a quanti veramente ne occorrerebbero. E già in questa prima fase noti per coloro che tengono all’igiene che qualche cosa non va, nel senso che dopo aver montato i tavoli ed essersi con-ciati le mani in condizioni non adatte dicia-mo così per la seconda fase, alcuni mettono dei guanti!,immaginate in che condizioni sono questi ultimi(!!!!). Ecco che dopo que-sta prima fase di preparazione si comincia a piazzare o se preferite ad “apparecchiare” ma nel gergo si usa dire “mise en place” che se fatta bene sei a metà del lavoro, ma per fare ciò e bene ci si arriva con esperienza e con validi capi servizio che sanno fare il loro lavoro. Già in questa fase vedi che con le mani sudice tocchi piatti, posate, bicchieri e questa sembra corretto? Diverse volte ab-biamo discusso su questo argomento, ma dato che non puoi perdere tempo, perché se arrivi mezz’ora prima per quella ditta di servizi tu sei un costo e per un servizio a vol-te ci sono diversi “camerieri” quindi lascio immaginare la cifra …., ma dicevo che prima di piazzare le stoviglie se tutti si lavassero le mani sarebbe più corretto, ma a volte si ov-via a questo problema. Se gli sposi o altri ri-chiedono questo servizio optano per far in-dossare i guanti bianchi ai “camerieri”, vi lascio immaginare cosa succede dietro le quinte! I guanti sono in numero contato, a volte già sporchi perché non lavati bene o non sono delle giuste misure ecc. servire con i guanti non è semplice perché le cose che porti possono scivolare, ma per questa accortezza c’è un trucco ….. Se dopo tale “mise en place” ti avanza del tempo ed hai preparato tutto ciò che serve (tagliato il pane, stappate le bottiglie di vino, messo in frigo il vino bianco, lo spumante, preparato le bevande per il buffet e messe in frigo, sempre che tutti lavorano, ma c’è sempre il solito o i soliti che si “imboscano” a fumare o fare telefonatine ….) riesci a mangiare se il catering ha questa attenzione per i suoi “ca-merieri”. Qui devo fare ulteriore precisazio-ne: ci sono catering che per la pausa pranzo fanno mangiare i ragazzi sul posto, ma non viene conteggiata la mezz’ora che serve per tale pausa nel conteggio delle ore finali; in altri catering la pausa per mangiare è inclusa nel servizio totale, ma il mangiare salvo vari sporadici casi e ciò che è avanzato da prece-denti servizi e ciò cosa genera? Che il “came-riere” a cui non vanno quegli avanzi preferi-sce non mangiare o mangiare al momento del servizio con conseguenze che vi lascio immaginare sia per il servizio sia per l’igiene. Devo dire che alcuni catering questo non lo accettano, ma poi alla fine qualche cosa che mangi ci scappa sempre! Ed allora perché non dedicare quella pausa pranzo ai “came-

Inviaci le tue lettere [email protected] e segnalazioni:tutto su www.ilreporter.itLettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni

lettere

CHIASSO DE’ SOLDANIERIE L’AMORE PER LA CITTA’Gentile redazione,vi ho sempre sentito al fianco dei cittadini ed io stessa ho approfittato dei vostri spazi generalmente per segnalare guai o compor-tamenti criticabili, ma oggi voglio parlarvi di una cosa bellissima che spero vivamente possa servire da antifona ai cambiamenti che tutti ci auguriamo, affinché molte cose a Firenze cambino e torni ad essere l’iris ele-gante che l’ha contraddistinta al mondo. Sto parlando del recupero del chiasso de’ Sol-danieri, a pochi passi da via Tornabuoni, un vicoletto che stacca da via Porta rossa. Dove prima era totale degrado di muri anneriti e sbrecciati ricovero di ogni sorta di spazzatu-ra che trovava dimora grazie all’incuria e alla ristrettezza degna di un cunicolo compia-cente, c’è oggi “un salottino fantastico” ri-portato a nuova vita da un restauro in buon stile fiorentino, dove si può sostare, assapo-rando delizie.... Non sono sicura di chi sia il merito di tanto impegno, ma tornando a casa ,ero così curiosa di saperne di più che ho chiamato una cara e preziosa amica che sa tanto su Firenze, Nicoletta Tarantelli, oggi presidente dell’associazione “Vivi Fiorenza”, che non ha deluso le mie aspettative rac-contandomi l’incipit e la mission in fiere... del chiasso ritrovato. Accenno doverosa-mente che più attori hanno contribuito a questo che appare come un sogno: allora si può , allora conta ancora l’amore per la propria città, ancora si può,come affermava Benedetto Croce, farci prendere dal fascino dell’osservazione di cosa abbiamo intorno, ed esso ci suggerirà le azioni giuste da com-piere. Una banca, una donna architetto, un maestro cioccolataio che somiglia a babbo natale, sono per il momento “i saggi “ di cui mi hanno parlato e a tutti indistintamente (compreso tutti coloro che hanno collabo-rato a portare a termine un così pregevole progetto) stringo forte forte la mano piena di gratitudine.

Giovanna Sanetti Spagnoli

QUANDO LA SANITA’FUNZIONA BENE...Ho 72 anni, sono quasi sempre stato in buo-na salute. Circa 6 mesi fa eseguendo un la-voro pesante ho avuto una amnesia di una mezz’ora, mi hanno accompagnato al pron-to soccorsi di Careggi dove sono stato accol-

28 Luglio 2009

Page 29: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

rieri” che possono mangiare con calma?, di modo che dopo io capo servizio o i titolari del catering hanno il sacrosanto diritto di incazz….. se vedono il “cameriere” che man-giucchia nel tentativo anche di fare il furbo e mettere in difficoltà il compagno con cui nella maggior parte dei casi è stata formata una coppia per il servizio ai tavoli. A questi tavoli ci sono vari posti nel senso che si può partire da 5 o 6 ed arrivare a 14 in casi parti-colari e vi garantisco che servire dei tavoli con tante persone non è semplice perché devi fare più viaggi in cucina per prendere i

vassoi con le pietanze per svolgere il tuo la-voro e devi correre e essere veloce nel servi-re altrimenti quando torni al tavolo per gli ultimi commensali gli altri sono già pronti con la seconda portata. Anche questo è un fattore di nervosismo e tensione perché il mangiare, il servizio ad esclusione del buffet e bar dopo si svolge in un’ora, un’ora e mez-zo e a secondo di quante portate ci sono compreso il dolce ed occorre sveltirsi appe-santendo anche l’ospite con i suoi tempi per gustarsi la pietanza e se l’ospite per quando c’è il cambio dei piatti non ha finito devi

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Gentile signor Moroni,sono d’accordo con lei quando afferma che le realtà “particolari” ancora esistenti a Firenze, come può essere quella di Ugnano e Mantignano, vadano protette e difese. I borghi che, pur facendo parte della città, sono riusciti a mantenere intatta la loro identità e le loro tradizioni, così come - e soprattutto - uno stile di vita degli abitanti differente rispetto a quello del resto di Firenze, sono da considerare senz’altro una ricchezza per tutto il territorio, e capisco bene che ci vive ne sia geloso e che voglia che tutte le caratteristiche che li contraddistinguono, e li rendo-no speciali, vengano conservate. D’altronde, chi non desidererebbe che il proprio vicino di casa non fosse uno sconosciuto, ma una persona di cui potersi fidare per le mille e una necessità che possono quotidianamente capitare a tutti noi? Anche nell’articolo a cui lei si riferisce la nostra giornalista aveva sottolineato come, nonostante la presenza dei (soli) servizi più essenziali, i residenti della zona non si lamentassero più di tanto, anzi. In chi vive a Ugnano e Mantigna-no - questo lo sa meglio di me - il livello di soddisfazione è piuttosto elevato, ma questo non toglie che i servizi che tuttora mancano non possano (o debbano) essere aggiunti. Insomma, avere una nuova linea di autobus o qualche ufficio in più male non può fare, anzi. È per questo che è sempre bene sottolineare le esigenze e le mancanze delle diverse zone di Firenze, perché cambiare non vuol dire necessariamente peggiorare le cose, ma deve (o almeno dovrebbe) significare un miglioramento, anche nelle realtà dove tutto sommato si vive bene. Altre opere, di maggior impatto, devono essere studiate in modo approfondito, questo senz’altro, per non andare a intaccare la qualità della vita dei residenti del posto, ma non credo che sia interesse di nessuno, per usare le sue parole, “demolire questo piccolo Eden”. Io penso, e mi auspico, che sarà ancora possibile andare a comprare la frutta del contadino avendo nello tesso tempo qualche servizio e comodità in più. Per quanto riguarda la necessità di conoscere un territorio prima di intervenirci, su questo punto non posso che essere d’accordo con lei: ma, in questo caso, passare un po’ di tempo a Ugnano e Mantignano non sarà poi un gran sacrificio per nessuno, considerata la sua descrizione di questo piccolo “Eden”.

Matteo Francini

UGNANO-MANTIGNANO, UN “ESSENZIALE” DA TENERSI STRETTOAlla redazione di Reporter,sul numero 27 edizione di maggio ho letto un piccolo articolo su Ugnano Mantignano, dal titolo Il “regno” dell’essenziale. Io vivo in questa realtà da almeno 10 anni e devo dire che questo essenziale non lo cambierei con niente al mondo. Per capirlo dovete solo venire qui, sia nei giorni feriali che festivi, si respira un clima che tante persone ci invidiano, si sono creati legami di amicizia, i nostri bambini sono felici, si conoscono tutti, sono a scuola insieme, all’asilo insie-me, all’oratorio insieme, a catechismo insieme e così via, potrei anche proseguire. Abbiamo un verde che ben in pochi posti potete trovare. E’ vero che su alcune cose si potrebbe migliorare, soprattutto i servizi pubblici. Vorrei dire a quei signori che stanno tentando di demolire questo piccolo “Eden” con le loro bellissime idee: cimiteri, canili, centri di rottamazione, stadi ecc.... di venire qui a passare qualche ora e a parlare con noi, perché si fa presto a dire facciamo lo stadio a Ugnano Mantignano soprattutto in periodo elettorale. Durante le loro orazioni questi signori parlano di verde, di comunicabilità fra cittadini, spazi per bambini, di solidarietà con il prossimo e poi...... cercano di fare di tutto per distruggere forse l’unico posto nei dintorni dove ancora si compra la verdura dal contadino e dove l’amicizia e la solidarietà che si è creata è veramente fuori dal comune. Sicuramente parlano senza essere mai stati qui. Purtroppo noi cittadini non possiamo fare molto per fermare lo scempio che hanno in mente, per fare ciò ci vogliono forze economiche e conoscenze, ma spero che i comitati di zona siano aiutati dalle forze politiche che vogliono salvaguardare questo borgo alle porte di Firenze da coloro che non lo conoscono e dove il vicino di casa non rimane sicuramente uno sconosciuto. Vi ringrazio per l’attenzione che vorrete prestare a questa mia lettera. Sperando che arrivi a questi signori,

R. Moroni

lettere

passare oltre e poi ritornare a prendergli il piatto e relativa posata per poi ritornarci portando piatto e posata puliti prima di arri-varci con il vassoio altrimenti dove la lasci la pietanza a quel commensale? Vi lascio im-maginare nelle giornate calde se il “camerie-re” non è un tipo attento all’igiene cosa ti può capitare nel piatto…. Dopo tutta la sgropponata del servizio a tavola, c’è la par-te di “open bar” con altro massacro di forze ed energie che ti fiaccano. Anche in questo caso non è che tutti stanno ai tavoli a servi-re, se c’è la possibilità cosa che accade in al-cune location gli altri iniziano a smontare e qui ancora una volta si insinua il “furbetto/i” di turno che pur di fare il meno possibile se ne vanno a smontare; certo anche quello è lavoro per carità, ma hai modo di riposare, mentre chi sta all’open bar deve far fronte se non ben messi in quantità sufficiente di “ca-merieri” alla “massa” di ospiti per il caffè, gli alcolici, i dolcetti, la frutta ecc. Questa situa-zione vale anche per il buffet iniziale che a volte, ma quasi sempre è molto peggio per-ché la “massa” arriva assetata affamata e si riversa in modo incivile (veramente!) sui ta-voli senza saper chiedere ed attendere che il “cameriere” svolga il suo lavoro che essen-do lì deve servire il cliente al meglio, ma vi garantisco che a volte si sfiorano tensioni notevoli!!! Alla fine di tutto se non c’è stato modo di avvantaggiarsi a smontare, mentre hai portato via di volta in volta le varie posa-te, bicchieri, piatti già usati ed inscatolati in apposite ceste pronte per essere caricate alla fine sui furgoni o li carichi subito per non perdere tempo, questo è importante(!) devi svuotare la sala perché non puoi lascia-re tutto nel mezzo perché quella location ha preso accordi con il proprietario del catering che tu “cameriere” devi anche pulire la sala così come l’hai trovata quando sei arrivato, quindi i locatari o proprietari non spendono una lira per la pulizia ed in più mangiano a carico degli ospiti. Quindi alla fine del servi-zio cioè servire a tavola, malgrado tu sia stanco devi anche pulire il locale adibito alla festa ed arrivi a fine servizio esausto ma con-tento di aver guadagnato quei pochi euro a confronto del tuo sacrificio che se ci pensi bene non sono quelli che vorresti, ma devi stare al gioco perché se dici o cerchi di far capire che non sei contento della “paga” “paghi” l’esonero per diversi servizi perché non vieni chiamato e le scuse che ti vengo-no date sono che i servizi sono meno o le persone a quel servizio sono meno, ma tu sai che così non è(!) o al limite non ti richia-mano più, malgrado tu sprechi tempo e sol-di a telefonare! Ma la ciliegina sulla torta è che in questi catering trovi persone che non sanno fare i “camerieri” e questi soggetti sono disposti a farsi pagare meno di quello che veniva dato a te pur di fare il servizio. Fra costoro ci sono molti ragazzi studenti che se ne fregano di farsi valere dal punto di vi-sta economico e non capiscono, anche se mettono in tasca dei soldi e possono spen-derli, che così facendo fanno un danno an-che a loro stessi oltre che farlo agli altri per-ché se è vero che da un lato guadagni dall’altro ti fai “strozzare” dalla situazione e chi ti “chiama” sa fare il suo gioco alla faccia dei controlli.... Ma la cosa che più mi spiazza, e mi ripeto, è che non ci sono controlli me-dici perché in questo settore il propagarsi di malattie, là dove ci sono in qualche sogget-to, è molto alto, pensate all’epatite tanto per dirne una.... Cari signori vi ho esposto in due righe striminzite questo ambiente che ho avuto modo di conoscere saltuariamente... non posso dire di altri lavori, ma credo che ogni mondo è paese!

Un saluto,Costia

ABBATTIMENTO DEGLI ANIMALI,UNA LEGGE... PER I CACCIATORIA proposito del piano straordinario di ab-battimento di cinghiali, cervi, daini, caprioli, ecc., ma dove sono queste decine di miglia-ia di cinghiali così temute dagli agricoltori? Per quel che riguarda la Toscana, in tanti anni di soggiorno fra colline e montagne, di escursioni e passeggiate, non homai avuto la sorte di incontrane uno, se non morto e sanguinante esibito come trofeo dai cacciatori. Il mio sospetto è che quelli che tanto premono per la loro soppressione siano al contempo cacciatori che si svaga-no ad abbatterli. E se realmente abbiamo un soprannumero di cinghiali, sono stati proprio i cacciatori a provocare il fenomeno introducendo una specie più aggressiva e prolifica di quella autoctona. Quindi che si faccia una legge per tenere a bada i caccia-tori, più che i cinghiali. La biodiversità è un tesoro che appartiene a tutti noi, e non può essere sacrificato all’interesse di una singola lobby, oltretutto di estrema minoranza.Maria Paola Canozzi

“DEGRADO, UN PROBLEMANELLA ZONA DEL SODO”

Leggo spesso il vostro giornale “Il Reporter”, che trovo molto interessante e per questo ho voluto scrivervi sperando che qualcuno mi ascolti al fine di risolvere un problema di degrado ambientale nonché sociale, un problema contro il quale stiamo lottando da alcuni anni senza alcun risultato concreto. Il mio appartamento si trova in via Reginaldo Giuliani 270, nella zona “Il Sodo”, zona appar-tenente al quartiere 5, ed il retro del mio pa-lazzo è contiguo con lo stabile di via Caldieri 3, 5. Detto stabile si trova oramai da anni in uno stato miserevole, dovuto alla palese to-tale incuria nella quale viene lasciato da chi ne ha la proprietà. Ci sono ben visibili pez-zi di intonaco in procinto di cadere, come anche un comignolo; da un cortile interno perennemente fradicio in qualunque sta-gione e attualmente colmo di immondizia, giungono periodicamente folate di miasmi, rappresentando l’habitat ideale per inset-ti vari e zanzare tigre, quest’ultime, non a caso, sempre più in aumento nella zona an-che in pieno inverno. Questo pietoso stato di cose influisce negativamente non solo a livello di decoro ma soprattutto a livello so-ciale e igienico-sanitario di tutti noi abitanti della zona. Faccio anche notare che benché l’entrata di questo palazzo si trovi in via Cal-dieri, l’edificio in questione si affaccia fra via Sestese e via Reginaldo Giuliani, due delle principali vie di accesso della nostra città, in una zona, “Il Sodo”, che il Comune ha deciso di riqualificare con vari interventi, come la realizzazione di una nuova piazza; operazio-ne meritevole e costosa, ma che rischia di venir sminuita a causa dell’esistenza nel rio-ne di questo edificio. La polizia municipale è intervenuta più volte, ma il risultato è stato minimo. Saluti

Martino Mugnai

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Page 30: Il reporter-Quartiere 3-luglio 2009

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