Il Reporter Q2 - Novembre 2014

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C osì diversi che si trovano a meraviglia, Babacar e Ber- nardeschi. Federico nato a un centinaio di chilometri da Fi- renze, mentre il senegalese co- mincia la sua avventura a iès, a più di quattromila chilometri dal Franchi. A tu per tu con Roberto Bolle: “La mia daa aperta a tutti” Novembre 2014 www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere tanti auguri isolotto: la storia dei quartieri Editoriale il segno lasciato dal tempo Matteo Francini D ici novembre e a Firenze pensi all’alluvione. Quan- to avvenne nel 1966 è ancora impresso nella mente di tutti i fiorentini che hanno vissuto quel momento e ben conosciu- to anche da coloro che all’epo- ca non c’erano. Un avvenimen- to che ha segnato la storia di Firenze e di cui tra non mol- to – nel 2016 – ricorreranno i cinquant’anni. La città comin- cia così a prepararsi in vista dell’importante anniversario. SEGUE ALLE PAGINE 10-11 SEGUE A PAGINA 23 U n quartiere vecchio tre generazioni. È l’Isolotto delle case po- polari, delle lotte sociali, del prete ribelle don Mazzi, della “città giardino” dove trovarono un tetto immigrati del sud e pro- fughi delle ex colonie italiane, tute blu e impiegati statali, democri- stiani e “mangiapreti”. E se l’Isolotto spegne sessanta candeline, al- tri quartieri – nati anche loro fuori dalle mura – non hanno niente da invidiargli. Alcuni sono addirittura ultracentenari. Insomma, tanti auguri periferia fiorentina. Gianni Carpini PAGINE 8-9 PAGINA 17 grandinata, cosa resta: fra appelli e solidarietà Nel mese in cui viene ricordata l’alluvione del 1966, Firenze por- ta ancora i segni del maltempo. c’erano una volta i collezionisti SEGUE A PAGINA 18 PAGINA 20 Fiorentina Distribuito da Formula Direct simply piccoli talenti crescono Periodico d’informazione locale. Anno VIII n.48 del 3 novembre 2014. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da NEXIVE S.p.A. Anno VIII Ed. 48 Campo di Marte Coverciano Cure Firenze Quartiere 2 idee e novità per piazza della libertà Interventi all’orizzonte per la zona, da tempo alle prese con alcune questioni da risolvere Primo piano PAGINA 3 san salvi in cerca di una nuova vita Istituzioni e associazioni a con- fronto per il presente e il futuro della grande area. PAGINA 2 e il ponte rosso ora si fa sentire PAGINA 4 ORLI RIPARAZIONI VARIE CAMBIO CERNIERA su piumini, gonne... CAMBIO FODERA su cappotti, giacche... TENDE RAMMAGLI RIPARAZIONE CAPI IN PELLE CAPI SU MISURA uomo - donna CIFRE RICAMATE SU CAMICIE Via D. da Buoninsegna 8 - Firenze Tel: 055 5383019 Cell: 338 3950976 www.labottegadelcucitofirenze.it Dal lun. al ven. Mattina 9:00-13:30 Pomeriggio 15:30-19:00 LA BOTTEGA DEL CUCITO SARTORIA UOMO-DONNA CAMICIE DA UOMO SU MISURA ESPONENDO LA PUBBLICITÀ SCONTO NON ACCUMULABILE DEL 10% SU UNA CAMICIA DOTT. GIANLUCA MARINI MEDICO CHIRURGO Studio: via Spinello Aretino, 18 50134 Firenze Tel. 055 71.69.52 [email protected] In occasione del 20° anno di attività,sconto del 20% sulle prestazioni di conservativa per i lettori de Il Reporter che si presenteranno con la rivista

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"Il Reporter" il mensile del tuo quartiere.

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Così diversi che si trovano a meraviglia, Babacar e Ber-

nardeschi. Federico nato a un centinaio di chilometri da Fi-renze, mentre il senegalese co-

mincia la sua avventura a Th iès, a più di quattromila chilometri dal Franchi.

A tu per tu con Roberto Bolle:“La mia da� a aperta a tutti”

Novembre2014

www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere

tanti auguri isolotto:la storia dei quartieri

� Editoriale

il segno lasciatodal tempo

Matteo Francini

Dici novembre e a Firenze pensi all’alluvione. Quan-

to avvenne nel 1966 è ancora impresso nella mente di tutti i fi orentini che hanno vissuto quel momento e ben conosciu-to anche da coloro che all’epo-ca non c’erano. Un avvenimen-to che ha segnato la storia di Firenze e di cui tra non mol-to – nel 2016 – ricorreranno i cinquant’anni. La città comin-cia così a prepararsi in vista dell’importante anniversario.

☛ SEgUE aLLE paginE 10-11

☛ SEgUE a pagina 23

Un quartiere vecchio tre generazioni. È l’Isolotto delle case po-polari, delle lotte sociali, del prete ribelle don Mazzi, della

“città giardino” dove trovarono un tetto immigrati del sud e pro-fughi delle ex colonie italiane, tute blu e impiegati statali, democri-stiani e “mangiapreti”. E se l’Isolotto spegne sessanta candeline, al-tri quartieri – nati anche loro fuori dalle mura – non hanno niente da invidiargli. Alcuni sono addirittura ultracentenari. Insomma, tanti auguri periferia fi orentina.

Gianni Carpini

☛ paginE 8-9

☛ pagina 17

grandinata, cosa resta:fra appelli e solidarietàNel mese in cui viene ricordata l’alluvione del 1966, Firenze por-ta ancora i segni del maltempo.

c’erano una voltai collezionisti

☛ SEgUE a pagina 18

☛ pagina 20

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Anno VIIIEd. 48

Campo di MarteCovercianoCure

FirenzeQuartiere 2

idee e novitàper piazza della libertàInterventi all’orizzonteper la zona, da tempoalle prese con alcunequestioni da risolvere

Primo piano

☛ pagina 3

san salvi in cercadi una nuova vitaIstituzioni e associazioni a con-fronto per il presente e il futuro della grande area.

☛ pagina 2

e il ponte rossoora si fa sentire

☛ pagina 4

ORLIRIPARAZIONI VARIECAMBIO CERNIERAsu piumini, gonne...CAMBIO FODERAsu cappotti, giacche...

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In occasione del 20° anno di attività,sconto del 20% sulle prestazioni di conservativa per

i lettori de Il Reporter che si presenteranno con la rivista

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Riflettori accesi su San Salvi: si continua a discutere sul futuro dell’area

Le Cure

il consiglio “aperto”fa tappa al mercato

Non solo San Salvi: la for-mula del consiglio di

Quartiere “aperto”, fuori dalle mura di Villa Arrivabene, sede del Q2, così come è avvenuto per l’appuntamento del 9 set-tembre, sarà ripetuta. Ed entro la fine dell’anno protagoni-sta sarà piazza delle Cure. Ad annunciarlo è lo stesso presi-dente Michele Pierguidi: “Le Cure saranno protagoniste del prossimo consiglio di Quar-tiere aperto a diversi soggetti e realtà. La piazza e la sua ri-qualificazione rappresentano uno dei prossimi interventi su cui lavoreremo sodo. Dobbia-mo ancora individuare il luogo esatto, forse sotto la loggia del mercato”.

C.M.

un “vento nuovo”per san salvi, perun parco da vivereventiquattro ore

L’area

FocusSan Salvi, con le sue po-

tenzialità e le sue pro-blematiche, torna a far parlare di sé. Lo ha fatto

(approfonditamente) lo scorso 9 settembre, con uno speciale con-siglio di Quartiere “aperto” che si è svolto all’interno dell’area. Un’occasione per un confronto fra i diversi soggetti coinvolti nel presente e nel futuro della zona. Oltre al Quartiere 2, con il pre-sidente Michele Pierguidi, erano presenti rappresentanti della Asl, della scuola Andrea Del Sarto, dei vigili urbani e delle quindici associazioni che gravitano all’in-terno dell’area, che hanno avuto modo di spiegare quanto di bello avviene ogni giorno a San Salvi. La questione più spinosa affron-tata è stata quella dell’occupazio-ne abusiva: è emersa la volontà condivisa di incrementare la vigilanza. La Asl ha sottolineato quanto sia difficile mantenere tutto il complesso, a partire dal verde, per il quale è prevista una ricognizione insieme a un agro-nomo per valutare lo stato di salute delle piante. Pierguidi, a seguito dell’incontro, ha espresso la sua soddisfazione nel vedere una gran voglia da parte di tutti di lavorare per dare una nuova vita a uno dei parchi cittadini più grandi e vivi, il terzo per dimen-sioni. Lo stesso presidente del Q2 ha spiegato che “la posizio-

ne della Asl riguardo la vendita di parte dell’area e quindi di una privatizzazione è tramontata, e adesso il lavoro da fare è quello di rendere il parco sempre più sicuro anche per i tanti soggetti che svolgono importanti attivi-tà al suo interno. Risolvendo la questione dell’occupazione – ha aggiunto – San Salvi può di-ventare un parco da vivere non solo di giorno, ma durante tutte le ventiquattro ore”. Della stessa opinione anche Claudio Ascoli, fondatore dei Chille de la Balan-za. “L’esperienza di questo consi-glio di Quartiere – afferma – ha portato tutti i soggetti coinvolti ad accorgersi quanto di buono e bello ci sia già all’interno dell’a-rea: mi riferisco ad esempio alla cooperativa Ulisse, alla Tinaia e a molte altre realtà. Uno dei pro-getti sul quale ci vogliamo impe-gnare è quello del cinema-teatro, che necessita di un grosso inter-vento, oltre un milione di euro, per il quale mi auguro di poter organizzare una ‘asta pubblica’ coinvolgendo tutti i cittadini. Si respira un vento nuovo, c’è il problema della mancanza delle risorse, ma la volontà di conti-nuare a far bene c’è ed è condi-visa. Sono contento – conclude Ascoli – dell’ipotesi del sindaco Nardella, da sempre attento a San Salvi, di voler far diventare l’area un polo della memoria”.

Costanza Marrapese

a trespiano continua l’attesa

E mentre Trespiano, per tutto il mese di novembre, si prepara a celebrare la ricorrenza dei defunti, la voce dei suoi abitanti e

lavoratori si fa nuovamente sentire. Sono tante – spiegano i citta-dini – le questioni che attendono una soluzione, a partire dal ri-facimento del piazzale centrale, chiesto ormai da molto tempo. Il comitato di via Bolognese, insieme al suo fondatore Leonardo Bo-lognini, fa sapere di essere in attesa di incontrare l’assessore ai lavori pubblici Stefano Giorgetti per discutere insieme del progetto. “Fra le cose che chiediamo – sottolinea Bolognini – oltre al rifacimento del piazzale per eliminare le buche, ci sono la sistemazione del sot-topasso che, d’inverno, si allaga spesso, e la predisposizione di un marciapiede che agevoli i pedoni a raggiungere Pian di San Bartolo, fino al capolinea della linea 25 dell’Ataf”. Fra le richieste avanzate dal comitato c’è poi anche la volontà di ristabilire il distaccamento dei vigili urbani all’ingresso del cimitero, da tempo sospeso. Intan-to la vita sotto i portici scorre frenetica per le attività commerciale rimaste, un negozio di fiori, oltre ai due esterni, il bar, che sembra fortunatamente aver avuto un attimo di tregua con i furti del pas-sato, gli esercizi di onoranze funebri e, da qualche mese, anche una gastronomia. “La città non deve ricordarsi di Trespiano soltanto a novembre – commenta proprio un commerciante della zona – ab-biamo alcune necessità che devono essere prese in considerazione quanto prima”.

C.M.

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2 | Novembre 2014 Quartiere 2Campo di Marte . Coverciano . Cure

Page 3: Il Reporter Q2 - Novembre 2014

interventiin arrivoper piazzadella libertàPavimentazione,luci e sedute: eccoche cosa cambierà

Il progetto

La rassegna

Con l’inizio dei lavo-ri per la linea 3 della tramvia anche per piazza della Libertà in

molti, nel quartiere, temevano il peggio, soprattutto per i mez-zi provenienti dalla Fortezza e dai viali Lavagnini e Strozzi. Per adesso il pericolo pare scansato, anche se la piazza rappresen-ta da sempre uno degli snodi principali verso lo stadio e Fi-renze sud. Gli esercizi commer-ciali presenti sotto le logge che circondano la piazza si dicono, chi più e chi meno, ottimisti sul fatto che la zona in futuro pos-sa migliorare, anche grazie agli interventi previsti nel corso del 2015. Esiste già uno studio di fattibilità sul tavolo dei progetti-sti di Comune e Quartiere, e una somma di trecentomila euro da destinare al rifacimento di parte della pavimentazione originaria in pietra della piazza, oltre che a interventi su alcune delle aiuole che risultano sconnesse. I lecci al loro interno hanno causato alcuni smottamenti del terre-no, per cui si dovrà intervenire

Costanza Marrapese

Presto potrebbero esserci novità per piazza della Libertà: nell’area sono previsti alcuni interventi

Al Parterre è in programma una rassegna cinematografica per il centenario dell’inizio della prima guerra mondiale

al parterre la guerra è sul grande schermo

Film sulla guerra, contro la guerra. In occasione del centenario dell’inizio della prima guerra mondiale, l’associazione Rive

Gauche - ArteCinema, in collaborazione con Comune e Quartiere 2, organizza una rassegna cinematografica iniziata a fine ottobre e in programma fino a dicembre. “Storie di cinema intorno alla Grande Guerra” è un percorso tematico di riflessione e approfon-dimento attraverso grandi capolavori del cinema italiano e inter-nazionale. Ogni mercoledì sera alle 21, nel salone dei marmi del Parterre, è possibile assistere a una proiezione accompagnata dai testi di poeti soldati come Ungaretti, Tank e Apollinaire. Gli ap-puntamenti di questo mese sono con “Le avventure di un giovane” di Martin Ritt il 12 novembre, “Per il re e per la patria” di Joseph Losey il 19 e “Messia selvaggio” di Ken Russel il 26. A dicembre sono invece in programma “Gli anni spezzati” di Peter Weir e “La vita e nient’altro” di Bertrand Tavernier.

F.B.

andando ad allargare lo spazio intorno ai tronchi. “Non si co-noscono ancora le tempistiche precise di quando questo proget-to diventerà esecutivo – fanno sapere dagli uffici della Gestione del verde del Quartiere 2 – ma lo studio, intanto, c’è, così come le risorse da destinare agli in-terventi”. E se nei prossimi mesi l’aspetto della piazza è dunque destinato a migliorare, in molti sperano che possa farlo anche la sua fruizione: non mancano le segnalazioni di bivacchi e de-grado da parte dei cittadini, e in tanti sottolineano anche l’aspetto della sicurezza. E poi ci sono le altre questioni da risolvere, come quella della vasca centrale, che soffre da tempo di un problema di ricircolo dell’acqua, gli ugelli sono stati manomessi e si sono otturati. Probabilmente, poi, un ritocco all’illuminazione verrà fatto da Silfi, e saranno installa-te anche nuove sedute in pietra. Michele, giovane commerciali-sta che vive e lavora in un edi-ficio della piazza, racconta: “Ho volutamente scelto questo snodo

centrale della città per vivere e lavorare. Reputo piazza della Libertà vitale e cuore di varie at-tività commerciali come di tanti liberi professionisti come me. Sono contento che si intervenga con il progetto in programma, che andrà a valorizzare anche l’interno dell’area: spero che così facendo se ne possa migliorare la fruizione”. La signora Marisa, pensionata, ricorda nostalgica i tempi di quando era più giovane e non c’era il traffico di adesso: “Va bene intervenire per riquali-ficare – commenta – ma oggi ci sono troppe auto. Ai miei tempi la piazza si poteva vivere appie-no, respirando a pieni polmoni”.

l’arco, la portae tanti nomi diversi

La porta San Gallo, la più settentrionale di Firenze,

guarda nella piazza l’Arco di Trionfo dei Lorena. A separarli è la fontana circolare. Quante volte, durante il giorno, capita di passarci vicino? Sulla porta, le cui chiavi sono ancora con-servate nel museo di Firenze com’era, un’iscrizione ne ri-corda la costruzione nel 1285 per volontà di Rolandino da Canossa, mentre un’altra targa successiva celebra il passaggio di Re Federico IV di Danimar-ca nel 1708. Nell’800 piazza della Libertà era intitolata a Camillo Cavour, nel 1930 di-venne piazza Costanzo Ciano, poi nel 1944 piazza Muti, per ottenere solo nel 1945 la deno-minazione attuale.

La storia

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Novembre 2014 | 3 Quartiere 2Campo di Marte . Coverciano . Cure

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#Zoom

a spasso (a quattro zampe)tra le aree cani del rioneNumerose quelle presenti, ma non tutte versano in buone condizioni

“furti e dannial ponte rosso”

I cani di città, si sa, non hanno i vantaggi dei loro amici di campa-gna: spesso trascorrono la maggior parte del tempo in casa e anche

quando escono, per la loro sicurezza e quella di noi umani, sono quasi sempre costretti al guinzaglio. Isole “felici” sono le aree cani, che a Firenze non manca-no. E anche nel quartiere sono presenti varie zone ad hoc dove i nostri cuccioli possono scorrazzare liberi e socializzare con i loro simili, mentre i padroni scam-biano quattro chiacchiere fra loro. Pec-

cato, però – segnalano i cittadini – che non sempre alla loro creazione segua al-trettanta cura nel tempo, con il risultato che alcune di queste aree si trasformano in pezzi di terra recintati e lasciati a se stessi. Ma in quali condizioni vertono le aree cani del nostro quartiere? Tra le noti più dolenti, a detta dei padroni de-gli amici a quattro zampe, c’è quella di lungarno del Tempio, “di ridotte dimen-sioni, priva di fonti d’acqua e di erba e decisamente trascurata, al punto che sul cassonetto dei rifiuti si legge un an-

nuncio in cui un frequentatore dell’area esorta gli altri a collaborare nel gettare il sacco una volta pieno, poiché nessuno se ne occupa”, viene spiegato. Discorso simile per l’area di lungarno Aldo Moro, le cui condizioni appaiono comunque leggermente migliori, se si tiene conto dei timidi ciuffi d’erba presenti. Anche le tre aree che costeggiano viale Fan-ti – spiegano gli abitanti – hanno visto giorni migliori, ma almeno qui si pos-sono trovare panchine e addirittura ta-voli in legno. Il punteggio sale parlando dell’area cani di Villa Favard, più ampia e in una discreta posizione nonostante dia sulla strada. Spiccano invece l’ampia area del giardino Pettini-Burresi, una delle zone verdi più apprezzate del quar-tiere, dove la parte riservata ai cani è do-tata, tra l’altro, di una rete divisoria per tenere separati i cani che non dovessero andare d’accordo, e quella del giardino di viale Malta, recentemente attrezzata per l’agility dog. Anche l’area all’interno del parco di San Salvi è molto apprez-zata: ampia, verde, dotata di panchine e immersa in un ambiente molto grade-vole. Insomma, le condizioni delle zone del quartiere riservate agli amici a quat-tro zampe sono estremamente varie, ma fortunatamente la scelta non manca, essendo piuttosto numerose quelle pre-senti (da menzionare rimangono l’area del giardino Pirandello, quella di via Vi-sconti Venosta, del giardino di Bellariva e di via Moreni). Per il resto, sta al senso civico degli “umani” evitare, se non al-tro, che la situazione peggiori.

Vetri delle auto in frantumi, specchietti rotti, biciclette deturpate o rubate, spor-co sui marciapiedi: è quanto segnalano, da un po’ di tempo a questa parte, gli

abitanti di una zona residenziale e da sempre considerata tranquilla come quella che si sviluppa intorno al Ponte Rosso, lungo il Mugnone, tra via Masaccio, piazza della Libertà e via Bolognese. A farsi sentire, dopo i residenti di via Masaccio che, nei mesi scorsi, avevano denunciato con tanto di petizione la situazione che si era venuta a creare intorno all’edificio ex Telecom, questa volta sono gli abitanti di via del Pellegrino, una traversa di via Bolognese che si affaccia sul Mugnone. Casi recenti di furti o danni ad automobili, biciclette e motocicli sono stati segnalati da alcuni residenti della strada, preoccupati per episodi come gomme bucate o vetri messi dietro le ruote delle auto. “Qualcuno si accanisce in modo particolare contro le biciclette non parcheggiate nelle rastrelliere. Per non parlare dei furti delle bici, che accadono molto spesso”, lamentano i ciclisti di via del Pellegrino e via Faentina, secondo cui, tra l’altro, le rastrelliere risultano insufficienti per il numero di biciclette presenti nella zona. Così, viene avanzata anche la richiesta di incrementarne la quantità, oltre che di pianificare meglio il sistema della sosta. D’altro canto – viene sottolineato – permangono anche i problemi di parcheggio noti alla maggior parte degli automobilisti fiorentini, ultimamente acuiti dai lavori in corso nella zona. Ma anche automobili e motocicli – denunciano gli stessi re-sidenti – sono sempre più spesso oggetto di danneggiamenti o furti nelle piccole strade comprese tra viale Don Minzoni e via del Ponte Rosso: qualche tempo fa – viene raccontato – venivano rotti i finestrini delle macchine, poi è stata la volta di specchietti danneggiati e furti di autoradio o altri oggetti lasciati in auto. A que-sti episodi di microcriminalità si aggiunge anche il poco decoro degli escrementi animali lasciati sui marciapiedi, nonché fenomeni di bivacco e accattonaggio. Da qui le richieste degli abitanti di una maggiore sicurezza nella zona, ma anche di più senso civico da parte di tutti i cittadini.

Bianca Porciatti

Fannì Beconcini

Segnalazioni/1 Segnalazioni/2

Sono diverse le aree cani presenti nel quartiere: Il Reporter ha fatto un giro al loro interno per capire in quali condizioni si trovino

Via del Pellegrino è una delle strade della zona dove sono stati segnalati alcuni episodi

4 | Novembre 2014 Quartiere 2Campo di Marte . Coverciano . Cure

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#Società

San Martino a Mensola

l’antico organoè stato restauratoNella zona nord-est di Firenze si trova la chiesa di San Martino a Mensola (via San Martino a Men-

sola 4), con un portico e l’interno a tre navate coperto con soffitto a travi a vista. Oltre all’altare maggiore, che custodisce le spoglie di Sant’Andrea di Scozia, la chiesa conserva anche un antichissimo organo. Organo che fu costruito nel 1803 da Pietro Agati di Pistoia con la collaborazione della moglie Giustina, prima organaria in Toscana, e del figlio Giosuè. Fu pagato da Giovanni Battista Strozzi, che finanziò anche la costruzione della cantoria sopra la porta d’ingresso, e donato alla chiesa di San Mar-tino nello stesso anno. Oggi l’organo è stato restaurato e conserva ancora le caratteristiche originarie: la trazione meccanica e la tastiera con prima ottava scavezza, cioè mancante dei primi tasti cromatici. Ha la facciata chiusa da due portelle in legno dipinto, sui cui si può ammirare, in rilievo, lo stemma Strozzi e otto registri: Principale, Ottava, XV, XIX, XXII, Cornetto, Flauto e Voce Umana. La cerimo-nia d’inaugurazione, in programma il 9 novembre alle 15 nella chiesa, prevede un concerto d’organo e la presentazione di un piccolo volume di circa trentacinque pagine (Edizioni Maddali e Bruni) che contiene, tra gli altri, testi del parroco don Paolo Tarchi, un testo sulla musica sacra a cura del maestro Michele Manganelli, una relazione a cura del restauratore Samuele Maffucci e un testo di Renzo Gior-getti sulla committenza dell’organo da parte della famiglia Strozzi.

V.V.

“Mario Luzi”

la bibliotecafesteggia due anniUna grande festa per il secondo compleanno della biblioteca intitolata a Mario Luzi, nel centenario

della nascita del grande poeta fiorentino che ha vissuto per molti decenni, fino alla sua morte, in via di Bellariva, nel quartiere 2. È quanto si è tenuto lo scorso 20 ottobre alla biblioteca di via Schiff, nel corso di una giornata durante la quale si sono susseguiti diversi eventi. E il centenario della nascita di Mario Luzi è stato ricordato anche in consiglio comunale: “Tutta la città ricorda con immutato affetto e stima il grande poeta, nei suoi versi la vita”, ha detto la presidente della commissione cultura di Pa-lazzo Vecchio Maria Federica Giuliani.

la notte? qua è tuttaun’altra musicaViaggio tra i locali del rione

Movida

Mentre in sottofondo risuonano gli schiamazzi del centro storico e le lamentele dei suoi abi-tanti che si schierano affinché le vie non si trasformino in discoteche (e bagni) a cielo aperto, tra le strade del quartiere 2 suona tutta un’altra musica. Sono molti i giovani (e non) che scelgono di frequentare la vita notturna che offre il quartiere piuttosto che avventurarsi

in centro dove, a causa del parcheggio difficile da trovare o del grande affollamento, anche divertirsi a molti sembra sempre più difficile. C’è dunque chi sempre più spesso decide di godersi la serata in zone più tranquille, meno affollate, ma non per questo (e non sempre) con una minor scelta di locali. Facendo un giro tra quelli più frequentati, si può scoprire il volto notturno del quartiere. Dove il divertimento è fatto spesso e volentieri di rispetto tra residenti, gestori e clienti dei locali, come raccontano all’Antico Becca-ria, ormai storico locale dell’omonima piazza: “Qui la situazione è totalmente diversa rispetto al centro. I nostri clienti, alcuni dei quali vengono qua da una vita, mentre altri sono comitive di ragazzi, aiutano a tenere un buon rapporto con il vicinato. Non abbiamo bisogno di tenere la musica troppo alta, e anche in occasione delle partite di calcio, quando magari la situazione si riscalda un po’, non ci sono state lamen-tele. Certo, ci sarà sempre chi è più sensibile e chi farà più rumore, ma sono casi isolati”. “Ci sono anche molti studenti tra i nostri clienti – viene spiegato ancora – ma non siamo né disposti a vendere alcolici a chi, data l’età, non può berli, né tantomeno a far parte dei cosiddetti ‘tour alcolici’. Inoltre, se vediamo che qualche cliente non è in grado di guidare, lo mandiamo a casa in taxi”. Un’aria simile si respira al Kitsch di viale Gramsci e alla storica “Guerrina” (viale Fanti), dove esiste sì la “movida”, ma caratterizzata da musica a basso volume divertimento “rispettoso”. E se ci sarà sempre chi rovinerà le cose per un bicchiere di troppo, come spiega Bianca, residente del quartiere, “fosse così anche in centro tutto sarebbe molto più semplice e vivibile. Avremmo una città dove nessuno rinuncia a niente e tutti potrebbero beneficiare del buono che c’è”.

Eleonora Magnanelli

Trascorri qualche ora spensierataalla sala da ballo

Si balla il Sabato dalle 21,00 e la Domenica dalle 15,30

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nuovaonchigliaa

6 | Novembre 2014 Quartiere 2Campo di Marte . Coverciano . Cure

Page 7: Il Reporter Q2 - Novembre 2014

#Realtà del quartiere

il volto “allegro” della ceramicaNella zona di via Gioberti c’è un laboratoriodove vengono organizzati corsi aperti a tutti

L’Officina, laboratorio di ceramica, nasce nel 2006, quando Vincen-zo Formisano decide

di mettersi in proprio in un’ex officina in via Nardo di Cione, a due passi da via Gioberti. “Da quando il commercio di cerami-che con la crisi è crollato, ho do-vuto in qualche modo reinven-tarmi. Questo è uno dei pochi laboratori che ancora resistono sul territorio urbano”, racconta. E, con un laboratorio e un forno più grandi, ha potuto avviare tut-ta una serie di corsi che oggi ri-scuotono molto successo. “Resto prettamente un artigiano e porto avanti tutta una serie di collabo-razioni e lavori su ordinazione. Tuttavia, con una clientela affe-zionata e prezzi molto più che popolari, non è stato poi così difficile avviare un ciclo di corsi di taglio prettamente hobbisti-co”, continua Formisano. Dalla modellazione alla decorazione, delle quali è lo stesso Vincenzo a evidenziare le (tante) diffe-

renze: nella prima si predilige la creatività e l’estro della persona, mentre la decorazione ha un taglio molto più rigoroso (“è ti-pica dei giapponesi”, spiega). Ma quello che più di ogni altra cosa si predilige è la creazione di un ambiente sereno e allegro dove

Martina Passalacqua

Mestieri

Il laboratorio di ceramica si trova in un’ex officina in via Nardo di Cione, nella zona di via Gioberti

“duemila rose perjackie sleper: così è nata la nostracollaborazione”

Fra le collaborazioni che Formisano porta avanti

c’è quella con Jackie Sleper: un sodalizio nato per caso, ma che dura ormai da ben sei anni. “Mi trovavo a una fiera e, per fare un po’ il saccente, finsi di saper fare rose in ceramica – racconta – Jackie voleva asso-lutamente collaborare con me, aveva bisogno di queste rose per alcune sue creazioni: me ne commissionò duemila in tre mesi! All’inizio ero dispera-to, non sapevo come fare: poi mi sono chiuso in laboratorio e da lì è andata meglio. Oggi ci metto meno di un minuto per una rosa in ceramica, contro i diciotto della prima volta...”.

M.P.

Focus

divertirsi e socializzare. “Non si tratta solo di hobby: quello che si viene a creare è un gruppo compatto e affiatato, con il qua-le è possibile organizzare serate a tema e gite, come ad esempio visite a musei e mostre. A vol-te – scherza – sembra di avere a

che fare con dei liceali piuttosto che con persone di cinquanta-settant’anni... è quasi una tera-pia!”. E, come fa notare, alla fine l’oggetto in ceramica è veloce da fare. “Questo non è un lavoro per arricchirsi, anzi ci vogliono grande impegno e passione. Ho

molta risposta in termini di fe-deltà e partecipazione e questo mi dà tanta energia. Purtroppo quando ho cominciato la crisi c’era già ma, per come la vedo io, rappresenta un’opportunità per offrire un qualcosa di qualità a prezzi modici. A Firenze non c’è concorrenza di mercato e que-sto è davvero un peccato. Punto molto – aggiunge – alla perso-nalizzazione dei rapporti e forse è questa la carta vincente. È un lavoro anche di ‘diplomazia’, in cui basta fare attenzione alle pic-cole cose per creare un ambiente armonioso e divertente”. E non mancano le citazioni internazio-nali: da blog come The Florence Diaries e Creative People in Flo-rence, fino a una menzione sul noto sito Lost in Florence.

Novembre 2014 | 7 Quartiere 2Campo di Marte . Coverciano . Cure

Page 8: Il Reporter Q2 - Novembre 2014

#L’inchiesta

super grandinata,i segni rimasti in cittàDiversi danni in seguito all’evento del 19 settembre scorso.Per alcuni luoghi conseguenzeancora lunghe

Novembre è il mese in cui Firenze ricorda la grande alluvione, quella che nel 1966 mise in ginocchio la

città. Quell’ondata enorme di fango che colpì edifi ci e opere d’arte, causando vittime e danni, è ancora ben impressa nella mente dei fi orentini. Che lo scorso settembre, per la precisione venerdì 19, hanno vissuto un altro evento anomalo legato al maltempo, la super grandina-ta che in pochi minuti ha “imbiancato” la città. Niente di paragonabile, ovvia-mente, con quanto avvenne quarantotto anni fa, ma anche in questa occasione i danni (in alcuni casi ingenti) non sono mancati. E ora, due mesi dopo, la città si porta ancora addosso qualche segno. Conseguenze ci sono state sia per edifi ci appartenenti al patrimonio artistico che non, e sono stati realizzati interventi di somma urgenza per quasi novecentomi-la euro. Tra gli edifi ci colpiti ci sono stati anche quelli scolastici: una delle situa-zioni più gravi è stata quella della Don Milani, nel quartiere 4, dove una parte del tetto è stata divelta dalla furia della grandine. Per le strade cittadine sono stati necessari interventi straordinari di pulizia e ripristino delle caditoie, men-tre i danni più ingenti hanno riguardato il patrimonio arboreo. E ancora, nelle biblioteche cittadine si sono verifi cate alcune infi ltrazioni, mentre fortemente danneggiata è stata la biblioteca Nazio-nale Centrale: danni che hanno riguar-dato la struttura e non (fortunatamente) il patrimonio custodito al suo interno. Chissà invece quando potremo rivede-re in tutta la sua bellezza l’orto botani-co, dove vento e acqua hanno divelto e rovinato varie piante. In frantumi an-che le vetrate di alcune serre, ed è stato colpito il tetto di uno degli edifi ci di via Micheli che si aff acciano sul giardino dei Semplici, su cui si è appoggiata una delle piante cadute. Danni anche a una ventina di sepolcri monumentali nel prestigioso cimitero degli inglesi, per la caduta di cinque grossi alberi all’interno dello spazio. Vetrate rotte, infi ltrazio-

ni e fi nestre cedute agli Uffi zi, ma per fortuna nessun danno alle opere d’arte. Sono sotto restauro a causa della gran-dine due importanti opere dell’Angelico conservate al museo di San Marco, dove danneggiati sono stati alcuni ambienti e l’antico cedro del Libano nel chiostro di Sant’Antonino. La furia della grandine non ha lasciato indenne neanche il giar-dino di Boboli, particolarmente colpito nella sua parte meridionale, compren-dente il prato dei Castagni, il viale dei Cipressi, l’isola e il prato delle Colonne. Sono state poi distrutte le vetrate delle

Sara Camaiora

Maltempo/1

Alcuni degli alberi colpiti dalla violenta grandinata di settembre: tanti i danni causati in città dall’ondata di maltempo

L’orto botanico è stato uno dei luoghi in cui le conseguenze dell’eccezionale evento si sono fatte maggiormente sentire

Focus

gli appelli lanciati agli abitanti

“Non sarà più lo stesso”. “È la prima volta che il giardino dei Semplici viene colpito così duramente”. Parole di Giovanni Pratesi e Guido Chelazzi, di-

rettore e presidente del museo di Storia Naturale, sull’impatto terribile della gran-dinata del 19 settembre sull’orto botanico. Sono stati tra i primi a rivolgere un appello alla cittadinanza per essere aiutati a ripristinare con urgenza il patrimonio arboreo qui custodito. E la solidarietà non è mancata. Ad esempio uno splendido esemplare di Wollemia nobilis – una delle piante più rare al mondo – è stato dona-to dal vivaio di Andreas Psenner di Bolzano, per andare a sostituire quello dell’or-to botanico, rimasto praticamente “decapitato”. Per dare il proprio contributo alla rinascita dello storico giardino è possibile eff ettuare un bonifi co bancario inte-stato all’Università degli Studi di Firenze (Iban IT88A0200802837000041126939) con la causale “Per Orto Botanico”. Ma a chiedere un aiuto alla città sono stati anche i monaci dell’abbazia di San Miniato al Monte, i cui “scarni bilanci” – come loro stessi hanno scritto – non consentirebbero di aff rontare le ingenti spese ne-cessarie per far fronte alle pesanti conseguenze del maltempo. Chi ha a cuore il futuro della splendida abbazia può inviare un contributo tramite bonifi co banca-rio al conto intestato all’Abbazia di San Miniato al Monte, via delle Porte Sante 34, 50125 Firenze (codice Iban G0616002813100000003360 - causale: “Restauriamo San Miniato”). Mentre la direttrice della Biblioteca Nazionale Centrale, Maria Le-tizia Sebastiani, ha lanciato un appello singolare: “Dona un euro alla Biblioteca Nazionale”, un modo per raccogliere un piccolo ma signifi cativo contributo da utenti, semplici visitatori e da tutta la cittadinanza (vedi anche articolo alla pagi-na a � anco). È stato inoltre aperto appositamente un conto di solidarietà: codi-ce Iban IT08W0200802837000103403187, conto solidarietà intestato a Circolo dipendenti Bncf M. L. King. Il conto è intestato al circolo dei dipendenti della biblioteca, che si è fatto tramite dell’iniziativa e che girerà con una donazione alla Nazionale le somme raccolte.

fi nestre monumentali della facciata ro-manica della basilica e delle bifore neo-gotiche del Palazzo dei Vescovi dell’Ab-bazia di San Miniato al Monte, non da molto oggetto di un restauro.

8 | Novembre 2014

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#L’inchiesta

e alla nazionaletorna la “gara”di solidarietàIn tanti hanno aiutato la storica biblioteca. Proprio come nel 1966

Maltempo/2

Tanta solidarietà. C’era stata nel 1966, e c’è stata anche dopo la grandinata del 19 settembre scorso nei confronti della Bi-blioteca Nazionale Centrale. Due eventi

atmosferici straordinari, seppur di diversa portata, anche per la prestigiosa biblioteca: quello di qua-rantotto anni fa causò svariate perdite all’immenso e inestimabile patrimonio librario, sommergendo quasi un milione di unità bibliografi che ospitate nel seminterrato, al piano terreno e al piano rialza-to dell’edifi cio, mentre quello più recente ha colpito la struttura, procurando danni alla facciata dell’ala nuova che dà su via Magliabechi, alla sala catalo-ghi, ai lucernai e alle piante del cortile, rendendo urgente lo spostamento del materiale che si trovava

nelle aree colpite, che non potrà essere ricollocato fi nché non saranno ultimati i lavori di risistema-zione. “Per fortuna è scattato immediatamente il piano d’emergenza che ha consentito, grazie all’ef-fi cienza del nostro personale, che ringrazio, di riu-scire a salvare pienamente il patrimonio librario e di far evacuare velocemente gli utenti senza pani-co”, racconta la direttrice Maria Letizia Sebastiani. È stata proprio lei a lanciare, nei giorni immediata-mente successivi alla violenta grandinata, la raccol-ta “Dona un euro per la Biblioteca Nazionale”, da svolgere in occasione di aperture particolari e visite alla struttura. Ed è sempre lei a raccontare come, fi n da subito, siano stati dimostrati grande aff etto e partecipazione. “La nostra direzione generale ha

messo subito in campo 480mila euro per interventi di somma urgenza, ma sono sempre stata convinta che lo Stato debba sì immediatamente intervenire in casi come questo, ma che un sostegno alla cultu-ra possa arrivare anche dalla cittadinanza, perché la cultura è di tutti e per tutti – spiega la direttrice – un euro è il costo di un caff è, una cifra spesso irri-soria per una singola persona ma che, se condivisa da molti, può diventare un contributo importante. Abbiamo ricevuto l’adesione di tante scuole – ag-giunge – ed è stato bello veder arrivare gruppi di ragazzi con i loro sacchetti pieni di euro, soddisfatti di dare un aiuto”. Nei prossimi mesi la biblioteca realizzerà, il sabato, visite guidate a tema, che sa-ranno anche nuove occasioni per i visitatori per

poter dare un contributo ai lavori di risistemazione dei locali. “Devo dire che abbiamo avuto richieste di partecipazione da tutto il mondo, da realtà pic-cole e grandi: tutti si sono sentiti coinvolti nel voler aiutare la prima biblioteca dello stato italiano”, con-clude Sebastiani.

Sara Camaiora

Tanta solidarietà da parte dei cittadiniper la Biblioteca Nazionale Centraledi Firenze dopo il maltempodello scorso 19 settembre

Oltre duemila, da tutta Italia e non solo. Sono gli Angeli del fango che, nel 2006, si ri-unirono in Palazzo Vecchio

in occasione dei quarant’anni dall’allu-vione che sommerse Firenze e a cui loro risposero con uno sforzo enorme per far rialzare la testa alla culla del Rinasci-mento così duramente colpita. Quei gio-vani degli anni ’60 si ritrovarono in città per un evento che è stato il fulcro delle commemorazioni quarant’anni dopo quel tragico evento. Commemorazioni che presto torneranno, perché nel 2016 gli anni passati dalla tremenda alluvione saranno cinquanta. E se è ancora presto per conoscere tutto quello che verrà messo in campo per questa ricorrenza, le istituzioni, la Soprintendenza, la Pre-fettura e l’Università hanno già iniziato a predisporre un comitato per lavorare in sinergia in vista di questo obiettivo. Non mancherà, inoltre, l’impegno dell’asso-ciazione Firenze Promuove, che ha già curato gli eventi per il trentennale e che, in occasione del quarantennale, ha co-ordinato la creazione di un comitato uf-fi ciale che predisponesse tutte le inizia-tive. “Ci sono tante ipotesi importanti in campo, bisognerà vedere quali progetti si potranno realizzare – anticipa Franco Mariani, presidente dell’associazione – sicuramente ci sarà una messa in Duo-mo celebrata dall’arcivescovo Betori, che fu in prima persona un angelo del fango. Anche altri tre vescovi sono stati angeli del fango: un progetto potrebbe essere quello di riunirli tutti e quattro insieme in questa occasione”. Il mezzo secolo dall’alluvione sarà un momento di ricordo e commemorazione, ma an-che un’occasione per diff ondere ed edu-care alla prevenzione, come sottolinea la

Webbncf.firenze.sbn.itTel. 055.249191

Verso l’anniversario

direttrice della Biblioteca Nazionale Maria Letizia Sebastiani. “Ricorderemo il direttore Emanuele Casamassima e i suoi insegnamenti, l’importanza della prevenzione e di un piano adeguato per saper rispondere ai rischi, che anche nell’evento di settembre ci è stato di fondamentale aiuto. Realizzeremo eventi in collaborazione con la comunità ebraica – annuncia – per parlare anche dei danni alla sinagoga e al suo patrimonio, che furono moltissimi”.

l’alluvionemezzo secolo dopo:firenze si prepara

Novembre 2014 | 9

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#Ieri & oggi

“Qua le stradenon avevano nome”

Da sessant’anni vive nel “baco” dell’Isolotto. “E

non lo cambierei per nulla al mondo”, assicura Enzo. Lui che varcò la soglia della palazzina a tre piani di via del Biancospino quando era bimbo. Della ceri-monia uffi ciale ha un ricordo sfocato: “Avevo quattro anni e due giorni – racconta – c’erano bandiere tricolori e biancogi-gliate, un palco, tanta gente”. Nel 1954 Enzo, insieme a babbo, mamma, fratello e sorella, par-tì dal Valdarno aretino a bordo di un camion stipato di oggetti. Arrivò in una delle prime abita-zioni del villaggio Ina-casa: un condominio dalla forma irre-golare – i residenti lo chiamano ancora “baco” – realizzato ai piedi della Montagnola, a est del nucleo storico. A poca distanza c’è invece il “serpente”, un condo-minio dall’andamento sinuoso aff acciato su piazza dei Tigli che, secondo le testimonianze dei “vecchi”, è il capostipite di queste costruzioni. “Allora le vie non avevano nome, erano numerate – spiega Enzo – poi hanno preso una denominazione in base alle piante e ai fi ori che si trovavano nella zona”. Il percorso lungo cui crescevano alberi di magnolia è diventato via delle Magnolie, alla presenza dei biancospini si deve il nome della strada omonima. Una delle poche eccezioni è viale dei Bambini, quattrocento metri di corso alberato circondato da vicoli e case basse, che porta fi no a piazza dell’Isolotto e ai suoi “grattacieli”. “Chiamavamo così quelle case perché erano le più alte, le uniche a sette piani, con l’ascensore”, racconta con un sor-riso. Enzo è cresciuto all’Isolotto mentre il quartiere cresceva con lui. Qua ha fatto le elementari. Andava alle baracche verdi, le prime scuole create “in costru-zioni di legno riscaldate con una stufa e due bagni alla turca”. E qua ha avuto anche il suo primo lavoro: appena diciottenne era un operaio della Fiaba, “la ‘fab-brica italiana accessori borse e affi ni’ – precisa – creata accanto alla chiesa lì dove doveva esserci il circolo del prete, ma don Maz-zi decise diversamente”. Nella sua mente conserva l’immagine di un quartiere dove i picco-li giocavano per strada perché passavano al massimo due auto al giorno. Non tutte le vie era-no asfaltate, se pioveva si creava un gran pantano, solo l’autobus numero nove portava in cen-tro. Ammette: “A sessant’anni si inizia a vedere il passato con nostalgia”. Poi rifl ette. “Però che bella cosa premere un bottone e accendere il termosifone: quan-do ero ragazzo in casa esisteva solo il camino. Alla sera – con-clude – i vicini chiedevano la brace per metterla nello scalda-letto: eravamo una delle poche famiglie a potersi permettere una cucina economica a legna”.

Il ricordo

La “città satellite”nata dal nulla:l’Isolotto compiesessant’anni

Un quartiere vecchio tre generazioni. È l’Isolotto delle case popolari, delle lotte sociali, del prete ribelle don Mazzi che girò l’altare verso i fedeli ben prima del Concilio Vaticano II, della “città

giardino” dove trovarono un tetto immigrati del sud e pro-fughi delle ex colonie italiane, tute blu e impiegati statali, democristiani e “mangiapreti”. Alle tre del pomeriggio del 6 novembre 1954, esattamente sessant’anni fa, nasceva la “città satellite”: oltre settecento famiglie – che nove mesi dopo sa-rebbero diventate mille – stringevano in mano le chiavi dei primi alloggi, consegnati dal sindaco Giorgio La Pira e dal cardinale Elia Dalla Costa. Un quartiere, l’Isolotto, nato dal nulla a tre chilometri dal centro: una città nella città, ideata per essere autonoma nel verde e nei servizi. Il nucleo origi-nario, costruito dal 1952 al 1961, conta 1.475 appartamenti e quarantatré negozi. In tutto centocinquanta edifi ci, villette a schiera e palazzi a torre. Su molti dei quali sono ancora visi-bili le mattonelle di Ina-Casa, che portò avanti il primo pia-no di edilizia popolare nella Firenze del Novecento. Dietro al progetto i migliori architetti del tempo, tra cui Giovanni Michelucci. La “città satellite” originaria si sviluppava su ot-tocento metri di lunghezza: al centro la grande piazza dell’I-solotto, intorno micro-isolati, tagliati in due da viali alberati. A sessant’anni di distanza chi è nato all’Isolotto “vecchio” fa orgogliosamente notare la diff erenza tra la propria casa e i “giganti di cemento” spuntati alla fi ne degli anni Settanta. Per non perdere la memoria storica della “città giardino”, il Quartiere 4, impegnato in un programma di festeggiamen-ti fi no alla prossima primavera, ha in cantiere anche alcune “passeggiate isolottiane” condotte da architetti.

Gianni Carpini

Firenze e i suoi quartieri/1

L’esperto

L’architetto Bugatti: “Tutto pianificato in un unico disegno”Antonio Bugatti, presidente

dell’ordine degli Architetti di Firenze nel biennio 2009-2010 e attuale consigliere, è un esperto di interventi di edilizia pubblica. Ha curato anche alcuni recuperi delle case “storiche” dell’Isolotto.Perché l’Isolotto vecchio è un buon esempio del passato?Perché è un quartiere progettato organicamente, partendo dall’i-dea della città giardino di matrice anglosassone. Tutto è stato piani-fi cato in un unico disegno: viabi-lità, strade, piazza, servizi, negozi.Un’idea di ieri valida ancora oggi?È ancora attuale per le espansioni urbanistiche. Tuttavia a Firenze più che sull’espansione oggi si punta al recupero di spazi senza consumo di suolo. Se un tempo c’era la città giardino, oggi i giar-dini entrano in città: il regola-mento urbanistico toglie volumi

alle attività dismesse per creare aree verdi.Cosa è, invece, che non va? La città si è sviluppata intorno al nucleo originario in maniera di-sarticolata. Tra gli anni Settanta e Ottanta le periferie fi orentine sono cresciute in modo incon-trollato. Come è successo tra via Canova e l’Argingrosso: sono sta-te costruite solo case senza ser-vizi. L’Isolotto ha soff erto perché progettato per una dimensione urbana che non è stata rispettata dalla pianifi cazione successiva.Presto piazza dell’Isolotto sarà riquali� cata...Ho partecipato a molte assem-blee pubbliche per il concorso di idee promosso dal Comune. Tra i cittadini c’è un forte spirito di conservazione delle caratteristi-che principali della piazza: molti vogliono mantenerne la ricono-scibilità.

Foto: Archivio Comunità di Base Isolotto

6 NOVEMBRE 1954Vengono consegnati i primi 750 alloggi. Gli altri 255 appartamenti del primo lotto sono assegnati il 24 luglio 1955.19 MARZO 1963Nasce la prima scuola in muratura alla Montagnola. Nel 1969 i cittadini presidiano la collinetta contro la creazione di un night club. Tre anni dopo, lì viene inaugurato un asilo.4 DICEMBRE 1968Il parroco don Enzo Mazzi è rimosso dall’incarico. Il “prete ribelle” fonda la Comunità di base: al via le messe in piazza dell’Isolotto.

IMMONDEZZAIOPrima dei lavori l’Isolotto era la discarica della città: i rifiuti furono ricoperti con materiale di riporto.“AMICI MIEI”Uno scantinato dei palazzi a torre affacciati su piazza dell’Isolotto è stato usato per le riprese del film di Monicelli: era la casa del conte Mascetti.PASSERELLAPrima di quella in cemento (1962), il barcaiolo Renato Pieri costruì un ponticello in legno e corde: 20 lire per attraversare l’Arno, 30 in motorino.

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Alle tre del pomeriggio del 6 novembre 1954il sindaco La Pirae il cardinale Dalla Costa consegnavanole chiavi dei primi alloggi

10 | Novembre 2014

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#Ieri & oggi

viaggio nel passato dei rioni fiorentiniBrozzi ha spento 205 candeline, il Galluzzo va per le seicento. E Campo di Marte vanta due “padri”

Tanti auguri periferia fi orentina. Se l’Isolotto spegne sessanta can-deline, altri quartieri –

nati anche loro fuori dalle mura – non hanno niente da invidiar-gli. Alcuni sono addirittura ul-tracentenari. Brozzi, ad esempio, ha spento 205 candeline. Legna-ia è poco più anziana, Campo di Marte è della stessa generazione, mentre il Galluzzo – al confronto dei precedenti – è un “vecchiet-to” che il prossimo anno festeg-gerà un’età tonda tonda. Il trio Brozzi-Legnaia-Galluzzo, pur trattandosi di zone diverse e lon-tane fra loro, è accomunato da un destino analogo: sono tre ex comuni autonomi che, col pas-sare del tempo, sono stati smem-brati e “mangiati” dalle città vi-cine. Partiamo dal più anziano. Dopo essere nato come piccolo borgo duecentesco, il Galluz-zo diventa un territorio con un proprio governo (ai tempi c’era il podestà) dal 1415, spiegano gli storici. Tra pochi mesi festeggerà

quindi seicento anni. Per la cro-naca: il paese, a due passi dalla Certosa, diviene comune auto-nomo nel 1881 e rimane tale fi no al 1931, quando una parte della sua area viene inglobata da Fi-renze, mentre il resto è diviso tra gli altri “vicini di casa” Scandicci

e Bagno a Ripoli. Legnaia, a due passi dall’Isolotto, ha più del tri-plo dell’età della “città giardino”: 206 anni. Nel 1808 è dichiarato comune autonomo con un terri-torio amministrativo di quaran-tatré chilometri quadrati: perde questo status nel 1865 e oggi il ri-

one si estende appena lungo set-tecento metri di strada. Dall’altra parte dell’Arno, i brozzesi vanno particolarmente fi eri della storia del loro borgo: una bella targa, posizionata nel cuore del rione, ricorda che l’edifi cio principale aff acciato su piazza Primo mag-

Gianni Carpini

Firenze e i suoi quartieri/2

La Certosa “svetta” sul Galluzzo, uno dei rioni fiorentini a poter vantare una lunga storia alle proprie spalle

Leopolda e san donatosono gli ultimi arrivati

In principio fu l’Isolotto, poi arrivarono Sorgane (e la sua

nave) negli anni Sessanta e Le Piagge, con i mega-condomi-ni a forma di imbarcazione, quasi vent’anni dopo dopo. Nel biennio ’60-’80 i palazzo-ni di cemento si moltiplicaro-no e Firenze, da nord a sud, da est a ovest, con la nascita dal nulla di tante micro-città. Andando a spulciare l’albe-ro genealogico fi orentino, gli ultimi “fi occhi azzurri” tra i quartieri residenziali sono due. Il primo è l’isolato nato alle spalle dell’ex stazione Le-opolda, sei ettari con un hotel a quattro stelle e abitazioni all’interno di palazzi eleganti. Nonostante il complesso ab-bia compiuto sei anni, i resi-denti aspettano ancora che i cantieri per creare giardini e strade siano conclusi. L’altro quartiere, nato lì dove pri-ma esisteva l’immensa area industriale Fiat da trentadue ettari, è quello di San Dona-to, a Novoli. Il primo tassel-lo, il polo universitario delle scienze sociali, ha undici anni di vita. Nel corso del tempo si sono poi aggiunti altri pezzi a questa cittadella: case, parco (2008), multiplex (2011) e Pa-lagiustizia (2012). All’appello manca ancora una superfi cie grande 57mila metri quadrati da riqualifi care.

New entry

gio è stato in passato sede del municipio. Brozzi diventò un comune nel 1809 e rimase tale fi no al 1928. Il primo sindaco fu tale Filippo Papini, ricco abi-tante del luogo. Vicende diverse, invece, per Campo di Marte, che compare per la prima volta sulle mappe della città, con una for-ma ben defi nita, 202 anni fa, nel 1812. Può vantare due “babbi”: il padre “naturale” è l’architetto fi o-rentino Luigi de Cambray Digny, che qui realizza i primi edifi ci per l’addestramento dell’eserci-to toscano dopo l’occupazione francese (quasi un secolo dopo la zona ospiterà il polo sportivo fi orentino). Il papà “adottivo” è invece Giuseppe Poggi, che si prende cura del quartiere nel-la seconda metà del Novecento per i lavori di Firenze Capitale, creando una zona dedicata alle parate militari. Tutto il resto è storia recente.

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Daniela Morozzi, fi orentinissima, è Vittoria di “Distretto di polizia”, ma è soprattutto una

persona che si impegna, giorno dopo giorno, nelle battaglie in cui crede. Fra queste, quella contro la violenza sulle donne: “Il mio impegno nasce dalla politica, a fi anco delle donne metto a disposizione la mia visibilità e quello che so fare. Diciamo che cerco di trasformare la mia visibilità in credibilità”, spiega Daniela. Nasce così “Articolo femminile”, recital concerto tratto da articoli su storie di don-ne, di ingiustizie e di soprusi, interpretato insieme a Stefano Cantini, seguito da Mangiare bere dor-mire, storie di badanti e badati, un viaggio attra-verso la quotidianità delle collaboratrici familiari che assistono gli anziani, in cui è affi ancata da Le-onardo Brizzi. Ma l’impegno di Daniela Morozzi non si ferma sul palcoscenico: “Sono convinta del-la necessità di riconoscere l’identità femminile, di combattere gli stereotipi di genere, dal linguaggio

ai dati di fatto. Questo non vuol dire marcare la diff erenza rispetto all’universo maschile, con cui invece credo sia importante lavorare per arrivare a un punto di incontro. Purtroppo a volte ho l’im-pressione che invece di andare avanti si torni in-dietro: ma è normale che nel 2014 si debba ancora difendere la 194?”, si chiede l’attrice, impegnata, tra le altre cose, nella promozione della conoscen-za delle attività dei consultori fra le giovanissime. Progetti in corso? “Mi piace citare Liberetutte, centro anti-violenza di Montecatini dove si cerca di aff rontare ed elaborare il trauma della violen-za e gli eff etti che questa produce sia sulla donna vittima, sia sui fi gli che assistono agli atti violenti. Ci lavora un gruppo di donne bravissime, davvero capaci di comprendere lo stato d’animo di chi su-bisce qualsiasi tipo di violenza”, conclude Morozzi. Per informazioni: www.liberetutte.org.

#Focus

una giornatacontro la violenzasulle donne

Il 25 novembre

Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la giorna-ta contro la violenza sulle donne. Una battaglia che a

Firenze viene combattuta ogni giorno da alcune realtà, come Nosotras, associazione di don-ne migranti e italiane che han-no deciso di aff rontare insieme diversi momenti di diffi coltà, condividendo modi e soluzioni e cercando di trovare nuove spinte verso il domani. Nosotras nasce nel 1998: “Veniamo interpellate per le giornate dedicate alla don-na, l’8 marzo e il 25 novembre, ma svolgiamo un lavoro costante e quotidiano rivolto all’ascolto delle problematiche femminili – spiegano dall’associazione – i nostri sportelli di Firenze, Em-poli, Scandicci, Signa e Lastra a Signa sono luoghi di primo ascolto delle donne, da qui le orientiamo verso i centri specia-lizzati, se sono vittime di tratta, violenze domestiche o mobbing sul lavoro. Le indirizziamo quin-

Serena Wiedenstritt

di al tessuto associazionistico o professionale presente sul terri-torio toscano e in grado di dar loro risposte certe”. Un fronte particolarmente caldo per No-sotras è quello della prevenzione delle mutilazioni genitali femmi-nili, a cui l’associazione ha dedi-cato una linea telefonica specifi -ca (il numero è 055.2696715 ed è attivo ogni martedì e venerdì in orario di uffi cio). “Quest’an-no saremo, come sempre, attive su più fronti per ribadire il no alla violenza sulle donne – con-tinuano dall’associazione – e lo faremo con mezzi che sono vi-cini all’universo femminile. Per esempio, nel caso delle mutila-zioni genitali, il numero verde nazionale risponde alla polizia di stato e spaventa le donne che potrebbero utilizzarlo. Il nostro è invece un servizio piccolo ma capace di raccogliere le paure e le incertezze di tante donne che vo-gliono capire e uscire dal dubbio”. Un’altra associazione da sempre

sempre più richiested’aiuto. e aumentanole italiane che sirivolgono ai centri

Nel periodo che va dal 1° luglio 2009 al 30 giugno

2013, in Toscana sono state ventotto le vittime di femmi-nicidio. Nello stesso periodo, 8.218 donne si sono rivolte ai venti centri anti-violenza toscani. Sono i numeri del quinto rapporto sulla violen-za di genere in Toscana, che segnala una crescita delle ri-chieste d’aiuto da luglio 2012 a luglio 2013, quando il numero di donne che si sono rivolte ai centri è aumentato del 22,9 per cento rispetto all’anno precedente. L’aumento – viene spiegato – è determinato da un incremento del numero di donne italiane, principalmente appartenenti alla classe media, che vi si sono rivolte.

S.W.

Il rapporto

Il personaggio

L’impegno di Daniela Morozzi:“utilizzo la mia visibilità”

impegnata in città a fi anco dei più deboli, donne e minori, è Artemisia. Tanti i progetti che vengono portati avanti, fra cui quello sperimentale “Accoglien-za integrata di emergenze”, che intende rispondere alla necessi-tà di ospitalità immediata per le donne e i nuclei madre-bambini che si trovano in pericolo per situazioni di violenza. Il servi-zio è attivo con una reperibilità telefonica 24h/7, e le donne pos-sono trovare accoglienza in due case rifugio a indirizzo segreto. Parallelamente va avanti anche il progetto “L’asilo che non c’è”, un asilo che non ha indirizzo ma che ha come sede la casa rifugio, dove i bambini possono restare mentre le mamme vanno a lavo-rare. Sempre per i piccoli, ma per quelli in età scolare, Artemisia porta avanti incontri di forma-zione per prevenire l’insorgenza di fenomeni di violenza.

12 | Novembre 2014

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PROVINCIA ADDIO,ARRIVA LA CITTÀ METROPOLITANADario Nardella “super sindaco”alla guida di 42 comuni

Istituzioni

Valentina Buti

#Politica

Bettarini:“Una grandeoccasioneda cogliere”

L’intervista

Giovanni Bettarini, assessore di Palazzo Vecchio con delega alla città metropolita-na, qual è la priorità per quella di Firenze?La città metropolitana è una grande occa-sione da cogliere. Non solo per i risparmi che comporta con l'abolizione degli stipendi di presidente, assessori e consiglieri. Nasce con l'obiettivo di coniugare innovazione, semplifi cazione e crescita. Per questo, tra le prime misure che metteremo in campo ci sarà la creazione di uno sportello unico per le attività produttive a cui possano rivolgersi tutti coloro che vogliono aprire un'azienda, dall'Alto Mugello a Scandicci. Il punto di partenza su cui stiamo lavorando è il Suap del Comune di Firenze.Non è ancora chiaro quali competenze avrà la città metropolitana. Lavoro e for-mazione le vorrebbe la Regione. Cosa fa-rete?Siamo convinti che quelle deleghe siano a misura di città metropolitana. Nelle scorse settimane abbiamo incontrato il Consiglio delle aziende di Firenze, che riunisce una ventina di grandi imprese e multinazionali che investono e producono lavoro nell'area metropolitana. Si parla di realtà importanti come Gucci, Ferragamo, Menarini, General Electric, che in totale valgono 220 miliardi di euro l'anno. La richiesta che ci hanno fat-to è di avere un solo referente nella pubblica amministrazione sul territorio. È nostra in-tenzione muoverci in questa direzione.Un territorio vasto e con molte sfaccetta-ture: ce la farete a tenerlo unito? Nessuno sarà lasciato per strada. La sfi da sarà combinare le potenzialità di ciascun comune, valorizzandole al meglio. Partia-mo da una buona base, in verità, perché è dimostrato che la nostra città metropolitana è quella che sta andando meglio in Italia sul fronte dell'occupazione, dell'export e della capacità produttiva. Capitolo tasse, aumenteranno con la città metropolitana?Una cosa è certa: i cittadini non ne paghe-ranno di più. Ma va fatta chiarezza sul bilan-cio della Provincia, vanno verifi cati i fondi che arriveranno dal governo centrale. Ser-vono strumenti economici adeguati per far funzionare la città metropolitana.

Addio Provincia, ecco la città metro-politana. Il debutto del nuovo organi-smo nato con la “rivoluzione” istitu-zionale della riforma Delrio si è avuto

il 15 ottobre scorso, con la prima riunione dell’as-semblea metropolitana. 18 i consiglieri, tutti am-ministratori del territorio, tra cui molti sindaci, a stragrande maggioranza Pd. La novità rispetto al passato è che non sono stati eletti dai cittadi-ni, ma dai rappresentanti delle amministrazioni locali. Inoltre non percepiscono indennità, con conseguenti risparmi per le casse pubbliche. A

presiedere il nuovo organismo, che diventerà operativo dal 1° gennaio 2015, è Dario Nardella, sindaco del capoluogo e d’ora in poi “super sin-daco” metropolitano, alla guida di 42 comuni e quasi un milione di abitanti che popolano un ter-ritorio vasto ed eterogeneo, da Marradi a Lastra a Signa. Come vice avrà la sindaca di Empoli Bren-da Barnini. “Un momento storico – lo defi nisce Nardella – che mette fi ne a un’attesa lunga 15 anni. Le città metropolitane sono la lepre d’Italia, il 40 per cento della ricchezza del Paese passa da queste aree, dove vive il 38 per cento degli italia-

ni. Sarà per merito loro se usciremo dalla crisi”. Per quanto riguarda Firenze, Nardella stima che la nuova città metropolitana, con lo sblocco delle opere pubbliche che la interessano da vicino – dalla tramvia alla nuova pista di Peretola – sia in grado di creare da sola 20mila nuovi posti di la-voro nei prossimi 5 anni. “Visto il potenziale del-le città metropolitane – conclude – è essenziale che il governo ora fornisca gli strumenti econo-mici necessari per renderle operative al cento per cento”. Il nuovo organismo dovrà ora stendere lo statuto che ne defi nirà le competenze.

LE DATE

15 ottobre 2014 prima riunionedel consiglio metropolitano

1° gennaio 2015 entra a pieno regimela città metropolitana

I NUMERI

42 comuni1 milione di abitanti

L'ASSEMBLEA

18 consiglieri metropolitani14 Pd, 1 Forza Italia, 1 M5S,1 Città metropolitana Territori Beni comuni,1 liste civiche Città metropolitana

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#La città che cambia

Tramvia

Avanti coi cantieri: doppi turni anti-ritardi

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Turni doppi nei cantieri per recuperare i novanta giorni di ritardo accumula-ti dalla primavera scorsa nella realiz-zazione delle linee 2 e 3 del tram che

collegheranno rispettivamente piazza dell'U-nità all'aeroporto di Peretola e la stazione (via Alamanni) all'ospedale di Careggi. È l'accordo raggiunto tra Palazzo Vecchio e le ditte incari-cate dei lavori. L'obiettivo è quello di “rimetter-si in pari” entro il prossimo giugno, per rispet-tare la fatidica scadenza dei “mille giorni” di lavori in corso in città annunciata dal Comune. Lo slittamento, dovuto in parte a “motivi tec-nici” come le lungaggini legate alle procedure dei subappalti, ma anche – hanno lamentato le ditte – alla lentezza delle ordinanze con cui è stato dato il via libera ai lavori, sarà recuperato mettendo all'opera squadre doppie di operai, specie nei cantieri più complessi. In tema di cantieri, dopo l'apertura nel mese di ottobre di quelli in piazza Leopoldo, piazza Vieusseux e via di Novoli – una delle “zone rosse” in cit-tà, dove la viabilità sarà rivoluzionata per 270 giorni – a fine novembre, con un mese di ri-tardo sulla tabella di marcia iniziale, dovrebbe essere realizzato il ponte Bailey sul Mugnone all'altezza di via Leone X e via Crispi, che sosti-

tuirà quello dello Statuto che verrà chiuso. Una prima verifica del cronoprogramma è poi pre-vista il 14 novembre, con un nuovo incontro tra imprese e Comune. L'obiettivo è scongiura-re il rischio di una nuova “linea 1”: il ricordo dei disagi provocati dalla posa a singhiozzo dei primi binari del tram è ancora vivo in cittadini e commercianti. E proprio per venire incontro ai negozi coinvolti dai cantieri il Comune sta mettendo a punto una serie di provvedimen-ti ad hoc, a partire dallo sconto sulla Tari. Lo sgravio dovrebbe interessare un migliaio di esercizi, e sarà modulato in base al grado di cri-ticità dei cantieri, mappati zona per zona. Non saranno lasciati soli nemmeno i commessi e i lavoratori, per i quali Palazzo Vecchio, insieme alla Regione, metterà in campo – se necessa-rio – la cassa integrazione in deroga (fino a un massimo di cinque mensilità nell'arco del 2015 per ciascun lavoratore). Via libera anche al mi-crocredito per i lavoratori senza ammortizza-tori sociali, che potranno ottenere un prestito di tremila euro da restituire con interessi che saranno pagati dalla Regione. Le aziende con più di cinquanta dipendenti operative nel set-tore commerciale potranno invece fare ricorso alla cassa integrazione straordinaria.

http://www.ilreporter.it/speciale/6-speciale-tramvia

Valentina Buti

14 | Novembre 2014

Page 15: Il Reporter Q2 - Novembre 2014

Le mosse

Appuntamento all’angolo...Condividere il viaggio o condividere l’auto? Sono tanti i colle-

ghi che vivono nello stesso quartiere che la mattina si danno appuntamento “all’angolo” per attraversare insieme la città alla volta dell’ufficio. Numerosi, ultimamente, anche gli studenti che hanno scoperto che per raggiungere il polo universitario si può prendere una macchina sola, basta cercare di concordare l’orario della sveglia.

#La città che cambia

Serena Wiedenstritt

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Viabilità

Come ti raggiungol’ufficio:le “strategie”contro le code

Car sharing, carpo-oling, autobus o bicicletta. I fioren-tini alle prese con

i grandi cantieri della tram-via (vedi pagina a fianco), in attesa di potersi spostare sui binari cittadini, per non re-stare imbottigliati nel traffico si lanciano in “esperimenti” di mobilità alternativa. Il che si-gnifica condividere la propria auto con il collega d'ufficio che abita nello stesso quartiere, piuttosto che lanciarsi in “pro-dezze” del tipo bici più treno.Aumenta il numero dei fioren-tini che, dopo i primi giorni di code, ha deciso di lasciare la macchina in garage come il sindaco Nardella ha auspicato più volte, mentre alcune azien-de stanno valutando soluzio-ni come quella di permettere, almeno alcuni giorni alla set-timana, ai dipendenti di svol-gere il proprio lavoro da casa.Ora che anche il patron di

Virgin, Richard Branson, ha sdoganato il “lavoro agile” con alcune recenti dichiarazioni in cui proponeva di abolire del tutto orario di lavoro e conteg-gio dei giorni di ferie, anche alcune aziende fiorentine han-no varato forme di lavoro più snelle grazie alle infrastruttu-re digitali.Del resto, lo scorso anno a Mi-lano il 6 febbraio la giornata del lavoro agile aveva raccolto l'adesione di un centinaio tra aziende private, enti pubblici e studi professionali, segno dei tempi che cambiano, tramvia o non tramvia.E se tirano un sospiro di sollie-vo le tante persone che hanno stabilito il proprio ufficio in casa, per le altre parte la sfi-da alla ricerca della soluzione più economica, soprattutto in termini di tempo, per raggiun-gere i rispettivi posti di lavoro.La bici va per la maggiore, ed è anche uno dei mezzi su cui

punta più il Comune, che qual-che settimana fa ha improv-visato una gita su due ruote sotto la pioggia per il centro di Firenze per presentare il pro-getto “2x4”, che promuove il trasporto sostenibile, con una funzione anche sociale.In pratica, tutte le officine del-la rete Gestioncar, oltre alle auto, avranno in dotazione bici “di cortesia”, da offrire gratuitamente ai clienti per il tempo di fermo auto necessa-rio alla riparazione.Le biciclette, recuperate dai detenuti del carcere di Sollic-ciano che ha aderito al pro-getto “Piedelibero” promosso dalla cooperativa sociale Ulis-se, provengono dai depositi comunali.Non tutti, però, possono ab-bandonare i mezzi a motore: per chi deve fare un percorso più lungo di quello che si può coprire in sella alle due ruote, la condivisione del viaggio è

una delle soluzioni che vanno per la maggiore.A Firenze il cosiddetto “ride sharing” piace: lo confermano le statistiche di BlaBlaCar, la piattaforma on line che mette in contatto automobilisti con posti liberi a bordo delle pro-prie auto con persone in cerca di un passaggio che viaggiano verso la stessa destinazione. Il capoluogo toscano è sesto in Italia fra le città più cliccate da chi cerca/offre passaggi su un’auto condivisa.Un'abitudine che, spostamenti “importanti” a parte, sta en-trando a far parte sempre più del quotidiano dei fiorentini.

...E boom del car sharingMa sono sempre più anche gli appassionati del car sharing. Per

chi la mattina parte da casa con una serie di “missioni” da svolgere prima di entrare al lavoro, come portare il bambino all’a-silo e fermarsi a fare la spesa, far coincidere tempi e orari non è così scontato. Ed è forse anche per questo che a Firenze, in cinque mesi, il nuovo servizio “Car2go” ha registrato circa diecimila iscritti e centomila noleggi. La sua formula si distingue per il flusso libero: libero accesso alle Ztl, parcheggio gratis, benzina e assicurazione in-cluse nella tariffa al minuto, ma soprattutto la possibilità di fermarsi dove si vuole, lasciare la macchina – il parco vetture comprende solo Smart, decisamente più comode da “piazzare” – e muoversi di nuo-vo a piedi fin quando non se ne ha ancora bisogno.

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Per lo studio, la cura, l’assistenzae l’informazione sui tumori cerebrali infantili

16 | Novembre 2014

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arte, monete e francobolli,la “crisi” dei collezionistiDiffi coltà economiche e non solo:sempre meno appassionati in città

ma il “low cost”resiste ancora

Di collezionisti che riempio-no intere stanze di cimeli o quadri preziosissimi, proba-bilmente ce ne sono sempre

meno. Diffi cile incontrare, se non nella fi nzione cinematografi ca, battitori d’a-sta dal fi uto infallibile e dalla passione incontenibile, come il Virgil Oldman protagonista de “La migliore off erta” del regista Giuseppe Tornatore. Ma certo non manca, anche a Firenze, chi ancora ha il piacere di accumulare oggetti più o meno di pregio. Crisi permettendo, ovviamente: proprio per le diffi coltà del momento, alcuni dei più tipici oggetti da collezione risultano ora “fuori bud-get” per molte persone, fi nendo così per essere meno in auge. A riscuotere sempre un discreto successo sono inve-ce i mercatini in cui reperire materiale (meglio se a poco prezzo) come fumetti o altri oggetti da collezione. Ma partia-mo proprio dal mondo dell’arte. Pochi ma buoni: si potrebbero defi nire così i collezionisti di opere d’arte pregiatissi-me, stando almeno a quanto testimo-niano da una nota casa d’aste fi orentina. “La crisi ha colpito un livello medio di collezionismo, i collezionisti di opere preziose erano e restano di nicchia, ma ci sono – viene fatto presente – ovvia-mente i tempi cambiano e le fi gure dei collezionisti del passato ormai non ci sono più”. Così come non ci sono più gli appassionati di francobolli di una volta. Il circolo fi latelico fi orentino, nato nel 1923, ha visto negli ultimi tempi una drastica diminuzione dei suoi associati, pur continuando a portare avanti sva-riate iniziative ed esposizioni. “Siamo passati da 253 soci ai venticinque attuali e diciamo che siamo tutti un po’ avanti con gli anni, almeno dai cinquanta in su: un po’ sicuramente a causa delle minori disponibilità economiche, un po’ anche perché con la rete è molto più semplice reperire e acquistare ogni tipo di mate-riale, perciò riunirsi in un’associazione per tanti giovani è superfl uo – spiega il

presidente Alessandro Tomasi – ci in-contriamo il giovedì e la domenica in piazza San Pancrazio, nella sede dell’u-nione nazionale uffi ciali in congedo che ci ospita dallo scorso anno, consenten-doci di risparmiare l’affi tto. Realizziamo però ancora molte iniziative di interesse culturale, collaborando con le istituzio-ni e mettendo insieme il materiale per

mostre legate a particolari commemo-razioni”. Sempre meno diff usa anche la numismatica. “La clientela di una volta non c’è più, ma come si fa con questa crisi... lavoriamo per lo più con persone anziane, ma è sempre più un problema comprare”, lamentano da un celebre ne-gozio di monete antiche e moderne.

Fumetti, vecchie radio ma anche tappi e sottobicchieri da birra. C’è un mondo di collezionisti “low cost” in città che si appassiona agli oggetti più disparati,

dai più comuni a quelli più originali. Artigianato e antiquariato, del resto, sono molto diff usi in tutta la Toscana, e non mancano occasioni per trovare manufatti di ogni tipo e prezzo. Lo sa bene l’associazione collezionisti fi orentini, nata nel 2010 proprio con lo scopo di valorizzare la cultura dell’inventiva artigianale, con eventi ad hoc come mostre o incontri per favorire scambio e collezionismo. “È un settore che vede un interesse trasversale, ai mercatini incontriamo famiglie intere ognuna concentrata su cose diff erenti – racconta Patrizia Poggiolini, la presidente dell’associazione – sono poche le persone che si possono permettere antiquariato prezioso, ma tante invece sono interessate a oggetti ‘storici’ più economici: vanno molto, ad esempio, vecchie radio a valvole, giradischi e grammofoni, ma anche libri e prodotti Richard Ginori”. Attira grandi e piccini anche il mondo di fumetti e fi gurine. “Tendenzialmente abbiamo una clientela giovane, ma è diffi cile cate-gorizzare: i fumetti sono ‘generazionali’, ognuno è portato ad acquistare quelli del suo periodo – spiegano da un negozio che acquista e scambia fi gurine, fumetti, libri e carte da gioco – sicuramente ci sono più lettori che veri e propri collezioni-sti, ma sono in tanti ad attendere pazientemente il numero del fumetto preferito per metterlo da parte”. E non è diffi cile nemmeno trovare chi ancora scambia le fi gurine. “Gli album dei calciatori vanno sempre per la maggiore”, viene confer-mato. Ha la sua sede centrale e il suo presidente a Firenze anche un’associazione di collezionisti molto particolare, nata nel 1980, “Il barattolo”, dedicata a tutto ciò che riguarda la birra, dai bicchieri alle bottiglie e molto altro ancora. “I nostri soci sono duecento, a Firenze una ventina – dice il presidente Silvano Caneschi – abbiamo una rivista bimestrale e ci riuniamo periodicamente per scambiarci oggetti. Si tratta di materiale che si può recuperare senza spendere cifre enormi, a volte basta un viaggio in una città, una tappa in una birreria storica ed ecco che si trovano un sottobicchiere da collezione o una bottiglia particolare”.

Sara Camaiora

Curiosità

Focus

#Attualità Novembre 2014 | 17

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Dopo le insidiose sfide di questo mese, a dicembre al Franchi arriverà la Juventus: la scorsa stagione finì 4-2 per i viola, al termine di una indimenticabile rimonta

#Fiorentina

Il calendario

baba & berna, nonchiamatele riserveI due giovani attaccanti alla conquista di Firenze

Promesse/1

Così diversi che si trova-no a meraviglia, Baba e Berna. Federico nato a un centinaio di chi-

lometri da Firenze, nella Carrara dai marmi bianchissimi, mentre il senegalese comincia la sua avven-tura a Th iès, a più di quattromila chilometri dal Franchi. Diversi anche i loro percorsi per diven-tare “calciatori veri”: più lineare quello dell’estroso mancino, che a quattro anni viene accompagnato nei campetti dell’Atletica Carrare-se. Due anni dopo è già nel club

A Bergamo c’è chi ricorda ancora il “caso” di Andy.

Così si fa chiamare Luzaya-dio Bangu, il talentuoso cen-trocampista congolese classe ‘97 fi nito al centro di un caso diplomatico con l’Atalanta quattro anni fa. Quando il tre-dicenne Bangu militava nelle fi la dei giovani atalantini, l’ex ds Corvino lo portò a Firenze. Alla corte di mister Guidi, suo attuale allenatore in Primave-ra, vinse lo scudetto nei Giova-nissimi. Poi il passaggio negli Allievi e, a soli quindici anni, il salto in Primavera. Il resto è storia recente, come la convo-cazione in Bielorussia con Pa-squal e compagni. Segno che Montella non perde di vista il “piccolo” Bangu. Piccolo di età e pure fi sicamente, con i suoi 170 centimetri per 57 chili, ma veloce, con ottime doti tecni-che e il “vizio” di vedere bene la porta avversaria. Può gio-care centrocampista centrale, mezz’ala o trequartista: insom-ma, un jolly prezioso, in tutti i sensi. Visto che il suo cartelli-no, in costante ascesa, si atte-sterebbe sugli 800mila euro, il valore più alto tra i baby vio-la. Qualche mese fa sono stati avvistati due osservatori dello United allo stadio delle Due Strade. Obiettivo: portarlo in Inghilterra prima che il suo va-lore salisse troppo. Ma il colpo questa volta non è riuscito.

I.D.

Irene Delfino

empolese del Ponzano e a nove anni arriva a Firenze, tra le fi la dei Pulcini. Gli osservatori viola ave-vano notato le grandi doti di quel bimbo che correva spensierato dietro al pallone. Pallone che non voleva mai smettere di rincorrere, di calciare, neanche a casa, dove per sua stessa ammissione ha spaccato bicchieri e perfi no muri. Spensierato come il calcio della Fiorentina di Montella, che non a caso ha creduto in Bernardeschi mentre alcuni osservatori lo con-sideravano troppo gracile per il

grande calcio. Il fi sico imponente non è invece mai mancato a Ba-bacar: in tanti lo ricordano al suo esordio in serie A, a 16 anni, con la maglia viola addosso a un fi sico da ventenne. Ma Khouma è nato solo un anno prima di Berna, nel marzo 1993. Complicato l’arrivo in viola del “ragazzo dai mezzi illimitati”, come lo defi nì Prandel-li. Mezzi tecnici che sfuggirono a due osservatori della Fiorentina, che lo scartarono ai provini. Ma un intermediario africano non si perse d’animo e decise di proporlo

proprio a Corvino. L’ex ds, quan-do si trovò di fronte il quindicen-ne attaccante in forza alla squadra senegalese del Ries, non ci pen-sò due volte ad acquistarlo per 35mila euro. La strada sembra in discesa per il più giovane giocato-re della Fiorentina ad aver segnato un gol tra i professionisti, ma nella stagione targata Mihajlovic per il vice-Gila cominciano i problemi. Per farlo maturare, nel gennaio 2012 la Fiorentina gli fa prepara-re la valigia destinazione Spagna, Racing de Santander. Continua il giro di prestiti alla ricerca del vero Baba, la prima punta mo-derna, faro al centro dell’attacco ma al tempo stesso mobile e tec-nicamente dotato. Passa prima da Padova, poi da Modena dove, grazie al lavoro di Novellino, la scorsa stagione trascina a suon di gol (venti, per la precisione) gli emiliani ai play off . Come Berna, il fantasista in prestito al Crotone. Le ex promesse tornano all’ovile, ora sono due attaccanti veri con un’intesa perfetta. E non chiama-tele riserve.

aspettando la juventus

Un novembre insidioso per i viola in campionato. Dopo la tra-sferta di Genova contro la Sampdoria di Sinisa Mihajlovic, do-

menica 9 a Firenze arriva il Napoli: la mente di tutti non può non tornare al 3 maggio scorso, quando all’Olimpico di Roma i viola furono sconfi tti proprio dai partenopei nella fi nale di Coppa Ita-lia, in una serata ricordata però soprattutto per quello che avvenne fuori dal campo. Dopo la sosta per lasciare spazio alle nazionali, il 23 novembre si riparte da Verona, contro quella che ormai non è più una sorpresa, ma una certezza, della serie A italiana. Da stare attenti, ovviamente, soprattutto all’eterno Toni, ex di turno. Il mese di campionato si conclude domenica 30 con la seconda trasferta consecutiva per la Fiorentina, questa volta sul campo del Cagliari. Montella contro Zeman: probabilmente nessuno si annoierà. Poi sarà già dicembre, che partirà col botto: la prima partita del mese è in programma al Franchi contro la Juventus. Una sfi da che ricorda forse qualcosa?

Lorenzo Mossani

Promesse/2

l’ascesadel “piccolo”bangu

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Il Reporter del Q2 raggiunge le famiglie del quartiere 2 di Firenze.

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18 | Novembre 2014

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#Sport

Palla ovale “in rosa” protagonista in città: al campo Lodigiani si sfidano Italia e Irlanda

Riccardo Paludi ha dovuto gestire una situazione difficile. E ora il basket fiorentino è in cerca di una nuova identità

Il torneo femminile

il “sei nazioni” in cittàDopo il test match Italia-Australia allo stadio Artemio Franchi

nel 2012, il grande rugby tornerà a Firenze per una gara del Sei Nazioni femminile. Una vera novità per la palla ovale. Il consiglio federale della Fir ha scelto il campo Mario Lodigiani (ex Padova-ni), proprio di fronte allo stadio Franchi, per la sfi da tra le azzurre del rugby e l’Irlanda. La scelta di Firenze è anche un omaggio al ct Marco De Rossi, che si divide tra la responsabilità della Nazionale in rosa e l’Aeroporto di Firenze Rugby in serie A. L’appuntamento è domenica 8 febbraio 2015. L’organizzazione dell’evento è stata affi -data ad Aeroporto Firenze Rugby. “Questa investitura da parte della Fir è per noi un motivo di grande orgoglio e soddisfazione – com-menta il presidente di Aeroporto Firenze Rugby Giacomo Lucibello – ci faremo trovare pronti per ripagare la fi ducia che è stata posta nella nostra società e per garantire alla città le migliori condizioni per godere di un evento del genere”.

Sim.Spa.

Basket

obiettivo ripartenzaFirenze ha lasciato i grandi palcoscenici del basket nel 1993. Da

allora varie resurrezioni, tentativi di riportare la palla a spicchi vicina alla serie A, ma questo autunno ha visto sparire anche la serie B con l’Affrico Firenze. L’allenatore Riccardo Paludi per tutta l’estate si è speso con i pochi giocatori a disposizione ma, in realtà, ha dovuto gestire una situazione difficile con vari nodi da risol-vere nei confronti di giocatori e del tecnico della scorsa stagione. È quindi il basket femminile, in serie B con la Florence (che ha festeggiato proprio quest’anno i quarant’anni di attività), la mas-sima espressione della pallacanestro a Firenze. In campo maschile rimangono, in serie C, la Enic Pino Dragons e l’Olimpia Legnaia. Un po’ poco per una città che ha sempre cercato di avere una squa-dra di vertice nella pallacanestro. E ora il basket è in cerca di una nuova identità in riva all’Arno. Magari ripartendo dai giovani, e provando a scalare le classifiche dalle serie inferiori.

Sim.Spa.

Promesse/2

l’ascesadel “piccolo”bangu

Alla piscina Costolina, in viale Malta, vengono portati avanti corsi di nuoto rivolti alle donne in gravidanza

A fare la mammasi “impara” in acquaAlla Costolina ripartono i corsi di nuoto in gravidanza

L’attività

Tel. 055.9061591 Mail: [email protected]

La gravidanza, si sa, è un periodo particolarmen-te delicato nella vita di ogni donna: disagio

fisico, sbalzi di umore, dubbi e paure possono mettere a dura prova le future mamme. Fortu-natamente, però, esistono ormai diverse possibilità per alleviare i disagi e vivere questo momento con tutta la serenità che merita: non ultimi i corsi di nuoto “ge-stazionale”, che la piscina Costo-lina propone anche quest’anno. I corsi sono aperti a tutte le don-ne in qualsiasi momento della gravidanza (previo certificato medico), e non importa nem-meno saper nuotare, dato che la profondità dell’acqua è soltanto di un metro e trenta e gli eser-cizi effettuati vengono svolti con l’ausilio di galleggianti. L’obietti-vo è appunto quello di far sentire meglio le donne in gravidanza, agendo a trecentosessanta gra-di. Ma quali possono essere i benefici? Questa attività, se pra-ticata con costanza – viene pie-gato – aumenta la circolazione, rinforzando e tonificando i vasi sanguigni e linfatici, e potenzia il

Carlo Marrone

cuore preparandolo ad affronta-re gli sforzi, quindi anche il parto. Stesso effetto migliorativo lo può avere sulla respirazione, e inoltre ha effetti positivi su colonna ver-tebrale e bacino. Ma non finisce qui: l’attività che viene svolta ha anche il vantaggio di rassodare e tonificare, e l’acqua permette di eseguire con più flessibilità e armonia i vari esercizi senza so-vraccaricare le articolazioni. Di conseguenza anche i muscoli del perineo acquistano un’adeguata elasticità, che sarà utile a sua vol-ta nel momento del parto. Im-mersi nel liquido – viene spiega-to ancora – si può poi trovare un momento di sollievo dal mal di schiena, raggiungendo anche un maggior benessere e relax, anche perché l’immersione provoca un aumento delle endorfine, so-stanze che aiutano ad alleviare il dolore. Altro fattore da non trascurare sono i benefici psico-logici del contatto con l’acqua, che può essere vista come mezzo per immedesimarsi nella creatu-ra in grembo, poiché riproduce fedelmente le sensazioni che il feto percepisce. Questi corsi per-

mettono inoltre il contatto tra donne in gravidanza, favorendo il confronto e nuove amicizie e permettendo così di dissipare, o almeno condividere, i propri ti-mori. Insomma, i vantaggi sono tanti (e accessibili): “L’iniziativa nasce spontanea dalla nostra fi-losofia: sport per tutti. È venuto quindi naturale pensare anche alle donne in gravidanza, mante-nendo i costi estremamente bas-si proprio perché questo potesse essere un servizio alla portata di tutte”, spiega Simone Ermini, di-rettore della piscina. Per coloro che fossero interessate a prova-re, i corsi si tengono il lunedì e il giovedì dalle 11 alle 11.45, per tutto il periodo di apertura della piscina.

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Problemicon il computer?La soluzioneè a Km Zero

Novembre 2014 | 19

Page 20: Il Reporter Q2 - Novembre 2014

#Cultura

Roberto bolle: “io, firenze e quel dvd”Il ballerino torna in città con uno spettacolo a fi nenovembre. E intanto si racconta a Il Reporter

Solo un caos dentro di sé può generare una stella danzante, diceva Nietzsche. Di caos, a ve-

derlo, ce n’è ben poco, ma se par-liamo di stella è di tutto rispetto: Roberto Bolle. Applaudito in tutto il mondo per la sua bravura unita a un’estetica che può com-petere con il David di Michelan-gelo, la star della danza classica italiana torna a Firenze il 24 no-vembre al Nelson Mandela Fo-rum. Il Gala da lui stesso ideato e interpretato – “Bolle and Frien-ds from American Ballet Th ea-tre” – sta compiendo una lunga tournée, e tra le tappe prescelte c’è anche la città del giglio. Che lo vedrà in scena insieme ai più grandi ballerini del momento, provenienti dalle migliori com-pagnie di danza: dalla Scala di Milano all’American Ballet Th e-atre di NY. Nell’attesa, il danza-tore racconta a Il Reporter il suo “dietro le quinte”.Che e� etto le fa tornare Firenze dopo cinque anni?

Sono molto felice, è un luogo che amo molto, dove vivono molti amici carissimi. Cinque anni fa abbiamo portato il nostro spet-tacolo all’interno dello splendido giardino di Boboli. Le serate fu-rono talmente belle che divenne-ro un dvd di successo, che spesso io stesso amo riguardare.Che ricordi, o aneddoti, ha a riguardo?Ricordo bene il pubblico, en-tusiasta e caloroso, e ricordo gli sguardi ammirati dei miei “friends” (amici in inglese, ndr) stranieri, incantati dalla città.Il suo piatto � orentino prefe-rito?La pappa al pomodoro e le zup-pe della tradizione.Roberto Bolle e il suo corpo statuario: anche lei ha un tallo-ne d’Achille?Noi ballerini viviamo un rap-porto confl ittuale con il corpo. Lo spingiamo oltre i limiti quo-tidianamente e questo non senza dolore e fatica. Non possiamo permetterci talloni d’Achille, lo

Vanessa Bambi

L’intervista

Il ballerino torna a Firenze il 24 novembre,per una performance sul palco del Mandela Forum

Webmandelaforum.itFacebook: Roberto-Bolle-Official-Page

sforzo è teso all’armonia e alla perfezione, per quanto è possi-bile.Trova che la danza classica sia una disciplina “per tutti”?Certo che lo è. È un’arte univer-sale che parla direttamente al cuore delle persone ed è in grado di emozionare chiunque senza distinzione di età, sesso, prove-nienza geografi ca o sociale. Per questo mi batto per portare la danza classica a un pubblico più ampio possibile e i risultati sono stati esaltanti. Mi hanno dato ra-gione.Alessandra Ferri, sua partner storica, è tornata in scena. Ci sarà un ritorno insieme, maga-ri qui a Firenze? Alessandra è una donna e un’ar-tista eccezionale, cui ho la for-tuna di essere legato da una profondissima amicizia, oltre che da un magnifi co cammino professionale comune. Non ne abbiamo parlato fi nora, ma non lo escludo. Sarebbe una grande emozione.

Enogastronomia, musica e solidarietà:gli eventi del mesepiù “caldo” dell’anno

Novembre, mese triste e grigio? Forse per via del

clima, ma non certo per l’off er-ta culturale, che è più “calda” che mai. Comincia il 10 e va avanti fi no alla fi ne del mese la Biennale enogastronomica � orentina, kermesse arrivata alla quinta edizione, nata per valorizzare la cucina tradizio-nale fi orentina e i suoi prodotti tipici. Ventuno giorni da tra-scorrere tra locali, ristoranti, piazze e palazzi storici con un fi ttissimo programma di even-ti dedicati alla buona tavola, con spettacoli, itinerari del gusto, mercati, degustazioni e cene (www.biennaleenoga-stronomica.it). Un calendario che non dimentica nemmeno la solidarietà, con un appun-tamento benefi co organizza-to dalla Caritas Firenze, che vedrà i ragazzi dell’istituto alberghiero Buontalenti impe-gnati nella realizzazione di un pranzo speciale per gli ospiti della mensa di piazza Santis-sima Annunziata. A proposito di “fare del bene”, da segnare in calendario l’evento a Palazzo Borghese (via Ghibellina) nel weekend dal 21 al 23, giornate durante le quali è in program-ma lo Shopping solidale delle grandi � rme organizzato dalla Fondazione Ant, che devol-ve il ricavato della vendita di capi fi rmati e accessori donati per l’occasione dai brand della moda in favore dei malati di tumore. Stesso fi ne settimana ma location diversa per un al-tro mercatino di benefi cenza, quello organizzato puntual-mente dalla Croce Rossa, che all’Obihall propone Aspettan-do Natale, una tre giorni di shopping il cui ricavato verrà devoluto alle persone biso-gnose dell’area fi orentina. E se per tutto il mese, il giovedì, il venerdì e il sabato (a partire dalle 22.30) al Plaz di piazza dei Ciompi si suona musica dal vivo in compagnia di ospiti internazionali, il 30 novembre, in occasione della Firenze Ma-rathon, al Teatro Verdi c’è Ciak, si canta, proiezione di un fi lm muto a sorpresa con “pubblico cantante” organizzata dall’Or-chestra regionale della Tosca-na. Per non rimanere mai a corto di idee.

B.B.

Agenda

Verso Natale

Flo, l’albero e la fiaba speciale

Sul lungarno Corsini (al civico 30-34r) il Natale arriva con un po’ d’anticipo, per l’esattezza il 29 novembre, quando una serata

aperta al pubblico darà uffi cialmente inizio alle feste. E non ci sa-rebbe niente di straordinario se da Flo concept store non si facesse altro che una bella vetrina a tema. In realtà la sorpresa che si tro-veranno davanti gli ospiti della serata è molto più speciale. Il team al femminile del negozio dà spazio all’installazione realizzata da un’artista e stavolta ha voluto puntare su Tuttascena, gruppo di sce-nografi teatrali che hanno pensato alla realizzazione di un Grande albero. Un Grande albero che non entra in negozio (ci sta solo una parte del tronco), con la base presumibilmente nel seminterrato e il resto che svetta (ma solo idealmente) attraversando l’intero palazzo. Un Natale il cui cuore pulsante è rappresentato proprio da quell’al-bero enorme. E a fare da corollario al curioso oggetto, una storia inedita, scritta per l’occasione da Francesco Renzoni e illustrata da Margherita Citran. Un volumetto tenero, che racchiude un messag-gio importante e che potrà essere acquistato in negozio a partire dal 29. Una fi aba dolce, per grandi e piccini, da regalare e regalarsi (e che potrà inoltre essere ascoltata sul sito del concept store grazie al QR code presente sulla copertina).

Calamini, i cervelli(quasi) in fugae la famiglia ai tempi della crisi

Attuale più che mai il tema aff rontato nell’ultimo

libro del fi orentino Cosimo Calamini, scrittore (ma anche autore e sceggiatore cinemato-grafi co per documentari e se-rie tv) che ha lasciato Firenze per la capitale, ma che ha an-cora l’Arno nel cuore. Ha appe-na pubblicato per Garzanti Il mare lontano da noi (238 pag, 16,40 euro), un romanzo – il terzo – che racconta la storia di una famiglia normale in un momento cruciale della vita: dopo aver aspettato anni, alla protagonista viene off erto il sospirato posto da ricercatrice negli Usa, come nella migliore tradizione dei cervelli in fuga. Partire o restare?

Andar per piazzeCon gli artusi,alla scopertadel capoluogo

È dedicato a piazza Santa Croce il terzo volume della

collana “Le piazze di Firenze” (Editore Giorgio Libri) scritto da due conoscitori della cit-tà del giglio come Luciano e Ricciardo Artusi. “Briciole di storia, aneddoti, misteri, feste, gusti e proverbi”, recita il sotto-titolo, che ben chiarisce di cosa si tratta. Un volume che per-mette (come i due precedenti, dedicati a piazza della Re-pubblica e piazza Santissima Annunziata) di scoprire fatti, vicende, dettagli e curiosità poco conosciuti riguardanti alcuni dei luoghi più “calpesta-ti” di Firenze. Uno sguardo per conoscere un po’ più a fondo il cuore della città.

Il libro/1 Il libro/2il fascino del filetdiventa artenegli scatti evocatividi Lucia baldini

Il tipico fi let di Quarrata (Pi-stoia) sbarca a Firenze, al

piano nobile di Palazzo Me-dici Riccardi grazie agli scatti di Lucia Baldini, che nella sua mostra “Visioni di storia e di moda” (fi no al 27 novembre) dà una lettura contempora-nea di oggetti storici, propo-nendone un’interpretazione attuale. Per questo tutti i ve-stiti e gli accessori sono stati indossati da quattro ragazze, colte dall’occhio artistico ed evocativo di Lucia, fotografa di fama internazionale e attenta osservatrice degli stati d’animo e dei movimenti. Il risultato è aff ascinante: fotografi e che raccontano emozioni, paesag-gi, ricordi e speranze.

La mostra

20 | Novembre 2014

Page 21: Il Reporter Q2 - Novembre 2014

#Cultura

Uno dei frame presiin prestito dalle pellicolein programmazioneal cinema Odeon

dieci festival per Cinquanta giorni,in giro per il mondocon il cinema d’autore

Grande schermo

Enrica Cinaschi

Web50giornidicinema.itTel. 055.214068Fb: 50giornidicinemaNovembre non è no-

vembre, a Firenze, senza la “Cinquan-ta giorni di cinema

internazionale”, maxi rassegna-contenitore che racchiude una (lunga) serie di festival nati e cresciuti a Firenze, ma che van-no ad attingere nelle maglie della produzione indipenden-te di svariati Paesi sparsi per il globo. Iniziata il 29 ottobre con un’anteprima del Festival dei popoli (che quest’anno spegne 55 candeline) e proseguita con France Odeon, festival del ci-nema francese contemporaneo che l’ha traghettata fi no al 2 no-vembre, è stato poi il tempo di Immagini e Suoni del Mondo. Festival del Film Etnomusicale e del Festival Internazionale di Cinema & Donne, fi no all’11.

Poi tocca allo Schermo dell’arte, cinque giorni (12-16 novembre) di pellicole dedicate all’arte a tutto tondo, seguite dal cinema in arrivo dall’Europa dell’est con Balkan Florence Express (17-20 novembre) e da quello dedicato al mondo gay and lesbian, con il Florence Queer Festival (21-27 novembre). Seguiranno il Festi-val dei Popoli. Festival Interna-zionale del Film Documentario (28 novembre-5 dicembre), le at-mosfere asiatiche del River to Ri-ver Florence Indian Film Festival (6-12 dicembre), gli sguardi ra-refatti de Una Finestra sul Nord, rassegna di cinema fi nlandese (12-14 dicembre) e, per chiudere in bellezza, il premio Nice Città di Firenze (14 dicembre). Una carrellata quasi inesauribile, che regala agli spettatori prime visio-

ni e chicche da non perdere. Dal 2007 (anno di nascita) ad oggi la “50 Giorni” propone a Firenze una stagione di cinema di qua-lità. Il cartellone è composto da dieci festival internazionali che hanno sede in città, festival che hanno una forte sinergia e una stretta e profi cua collaborazione grazie a un unico cartellone, alla condivisione della stessa sede e al supporto dello staff dell’area cinema di Fondazione Sistema Toscana. Le 60.600 presenze raggiunte nell’edizione 2013 confermano che la “50 Giorni” è un appuntamento amato da spettatori, cinefi li, professionisti o semplicemente dalle persone incuriosite dalla ricca proposta di fi lm inediti e spesso fuori dai circuiti commerciali. Non resta che comprare i popcorn.

L’appuntamento

giovani architetti di tutta europa, unitevi

Firenze capitale dell’architettura “giovane”. A fi ne mese, centinaia di architetti under 35 in arrivo da tutta Europa si danno appuntamento in città per mettere a confronto idee ed esperienze in occasione

del festival “New Generations: Futurology”, in programma dal 26 al 29 novembre alla Palazzina Reale di Santa Maria Novella. Organizzata dall’associazione culturale New Generations, dall’Ordine e dalla Fondazione degli architetti di Firenze, l’iniziativa prevede workshop, laboratori e dibattiti (il 26 e 27 su prenotazione, gli altri aperti a tutti), per fare il punto sul futuro della professione e sugli strumenti con cui rispondere alla crisi. Decine gli studi internazionali pronti a raccontarsi con videointerviste proiet-tate durante le cosiddette “Pecha Kucha night”. Quella in calendario a Firenze è la seconda edizione di New Generations, dopo la prima ospitata lo scorso autunno a Milano. Un evento che chiamerà a raccol-ta architetti “in erba” provenienti da Italia, Spagna, Olanda, Belgio, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Francia, Polonia, Portogallo, Romania e Turchia.

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Page 22: Il Reporter Q2 - Novembre 2014

#Rubriche

La Volta di San Piero, meglio conosciuta come arco di San Pierino, è un passaggio coperto realizzato in conci di pietra forte a vista, tra piazza San Pier Maggiore e via dell’Oriuolo. Il pittoresco luogo è ancora ricordato per

le caratteristiche botteghe di una volta che vedevano: il buzzur-ro, oggi locuzione sinonimo di persona maleducata, ma che in origine indicava il venditore di castagne e suoi derivati. Infatti, le peculiari golosità prodotte dal buzzurro erano le ballotte, cioè le castagne bollite con un rametto di fi nocchio selvatico o con foglie di alloro, oppure le bruciate arrostite sulla brace, nonché fumanti castagnacci e la pattona che altro non era che polenta di farina di castagne. Il pizzicagnolo dalla cantonata opposta, smerciava la profumata mortadella, onore e vanto del locale, formaggi e salu-mi, pasta di vari tipi disposta in una grande scaff alatura a cassetti di vetro, visto che si vendeva sfusa, nonché stoccafi sso, aringhe e salacchini disposti a raggiera in panciuti barilotti a doghe sem-pre in bella vista ai lati dell’ingresso. La fi aschetteria, o meglio la “mescita”, dove anche una breve sosta per la degustazione di un “raso” di ottimo vino toscano versato dal vinaio in bicchieri di vetro riempiti fi no all’orlo, aveva eff etto benefi co: distendeva i nervi e rallegrava gli animi e ben disponeva per il ritorno al lavoro o alla famiglia. Alla friggitoria di fronte si gustavano sommom-moli di riso, polpettine di patate e gli gnocchi di farina gialla, i cosiddetti “canarini”, fritti nello strutto con l’aggiunta di alcuni semi di fi nocchio, oppure i roventini di sangue di maiale cotti in piccole padelle e poi spruzzati di parmigiano grattato, ottimi per consumare uno spuntino “alla lesta” che non è né una colazione né una merenda ma solo un ritocchino a “battiscarpa”, cioè da consumarsi senza indugi. Nella trattoria, oltre a scambiare quattro chiacchiere, si degustavano pasta e fagioli, riso e cavolo sul brodo di trippa e lampredotto, la ribollita, la zuppa Certosina, ossi buchi o baccalà, altrimenti gobbi in umido, serviti in bianche scodelle su un foglio di carta gialla steso sul piano di marmo dei tavolini come se fosse una tovaglia! Già da molti anni questi caratteristici e popolari esercizi sono scomparsi dalla scena della Firenze con-temporanea, lasciando solo il ricordo nei più anziani, con il pro-fumo di quelle piccole botteghe e delle ironiche battutine spesso “salate”, che sbertucciavano mamme o parenti prossimi, ma che

facevano parte del pittoresco ambiente della vissuta e aff umicata volta. Al centro della fi ancata Nord dell’antico voltone, fra l’im-posta di due centine d’arco in bozze di pietra, quasi nascosta in una nicchia spontanea ricavata nella parete, si trova una piccola formella in ceramica bianca e celeste di tipologia Robbina. Il sog-getto mostra la dolce immagine della Madonna in adorazione del Bambino che le porge il piccolo braccio sinistro, di commovente signifi cato, aff ettuoso ed emblematico, fra una pianta di candidi gigli che nel linguaggio dei fi ori rappresentano la purezza, due testine di cherubini alate e all’apice, le braccia del Padre Eterno in atto di posare la corona sulla testa di Maria. Un moderno cor-po illuminante sovrasta la modesta e disadorna immagine devo-zionale, priva però di tabernacolo. A pochi passi da questa, sulla facciata del cinquecentesco palazzo di via dell’Oriuolo n° 1, già di proprietà degli Albizi, un piccolo quanto elegante tabernacolo che precede l’arco è da quasi due secoli, completamente vuoto. A que-sto punto è proprio il caso di dire: Chi ha il sacco non ha la farina e chi ha la farina non ha il sacco! Ennio Guarnieri nella sua opera I tabernacoli di Firenze così descrive la suddetta, vacua edicola:

Era privo dell’immagine anche quando Guido Carocci compilava l’elenco dei tabernacoli � orentini. Nonostante la forte corrosione della pietra serena, le linee eleganti del disegno secentesco sono an-cora perfettamente leggibili. Ha il frontone arcuato con una targa nel timpano, due lesene laterali che iniziano con volute e il davan-zale aggettante che poggia su mensole, fra le quali si trova il tipico cartiglio barocco. La parte centrale è una semplice cornice modana-ta e centinata.

Il presente racconto è tratto dall’ultimo libro Piazza di Santa Cro-ce, il III degli otto volumi della collana Le Piazze di Firenze.

LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI

Webartusi.net

Perdere nello sport è doloroso, ma perdere nel calcio lo è molto di più! L’8 luglio 2014 milioni di brasiliani sono davanti alla tv per assistere alla semifi nale Brasile-Germania. Il Brasile è sem-

pre stata la patria dei grandi giocatori: Pelè, Zico, Ronaldo. I brasilia-ni sono entusiasti, le donne ballano in perizoma, gli uomini suonano le maracas e cantano “Hey meu amigo Charlie Brown”. Al termine dei 90 minuti il risultato è di 7-1. Per la Germania. Le donne al posto del perizoma si mettono le mutande contenitive delle nonne, gli uomi-ni invece delle maracas suonano l’organetto tipo dolce Remì e causa depressione invece di Meu amigo Charlie Brown cantano “Hey meu amigo Prozac”! Prima di questa sconfi tta i brasiliani vedevano le par-tite in vecchi televisori con il tubo catodico, con il segnale che andava e veniva. La partita la vedevano a tratti. Per l’occasione hanno invece speso montagne di soldi per una mega tv a led. In questo modo la fi guraccia l’hanno vista benissimo. Infatti lo slogan della tv brasilia-na diceva: “Vivi la tua fi gura di m... in HD”. Per i brasiliani questa sconfi tta è stata un vero trauma, addirittura il Cristo Redentore, che da secoli li vigila dalla montagna del Corcovado, per la disperazione s’è buttato di sotto: “Ci si vedeeeeeeeeeeeee!”. Ancora oggi i brasiliani non se ne fanno una ragione. Al ristorante brasiliano giorni fa ho ordinato una birra, il cameriere ha cominciato a piangere.

ANDREA MUZZIComico, attore, regista e cabarettista

Web: andreamuzzi.it

A zonzo per Firenze

Il Pungiglione

BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

ALL’ARCO DI SAN PIERINO [Volta di San Piero]

la grande sconfittain diretta tv (e in hd)

22 | Novembre 2014

Page 23: Il Reporter Q2 - Novembre 2014

Lettere

IL TRAFFICOIN VIA SAN PIEROA QUARACCHIGentile Redazione,Vi scrivo in relazione all’articolo di Via di Cammori, per segnalare lo stesso problema in Via San Piero a Quaracchi. Nel mese di Giugno ho aperto una segna-lazione tramite il servizio segui la buca del comune di Firenze, lamentandomi sul fatto che le macchine attraversano il ponte di via San Piero a velocità soste-nuta, senza rispettare il semaforo rosso e la segnale-tica esistente “divieto di acceso mezzi pesanti”. Nella segnalazione chiedevo di ripristinare la segnaletica stradale semaforica comprese le strisce di attraversa-mento ed un intervento per limitare la velocità delle stesse. Il ponte viene utilizzato spesso dai pedoni, di-venta diffi cile attraversare la strada sulle strisce, tutte le mattine si creano ingorghi allucinanti con gente che si attacca al clacson e che arriva anche alle mani pur di passare, si verifi cano spesso incidenti “vedi ultimo bicicletta con auto”. Risultato della segnalazione.... inesistente, nell’ultimo mio sollecito mi è stato dato un numero della mobilità del Comune al quale non risponde nessuno. Trovo scandaloso che un piccolo borgo di Firenze debba sostenere un traffi co da viali di circonvallazione, non passa mai nessuno a control-lare la zona.... mi fermo qui!!!!!!!!!Saluti

Francesco

PARCO DI SAN DONATO,DUE SEGNALAZIONIIl nuovo parco “San Donato” a Novoli è degno di elogi per il bel disegno con varietà di temi (il laghetto con cascatelle, la collinetta, i vasti prati, i diversi accessi, le essenze varie e idonee, ecc.) e pertanto è riqualifi -cante per il Quartiere. Vi sono però, a parere mio e di altri abitanti della zona, due nei: uno che ne sminu-isce l’uso per il tipo di panchine scelte, un altro che squalifi ca la rete viaria interna.1° - Le panchine in pietra, quasi di certo adottate per una erronea scelta di adeguamento alla tradizione “toscana”, sono scomodissime per gli anziani, che de-siderano riposare comodi come in quelle ben model-late, in legno ma anche in metallo. Ne esistono ottime versioni in tutta Firenze, con bel disegno che non do-vrebbe turbare l’aspetto generale del parco.2° - La fi nitura a ghiaietto fi ne bianco della viabilità interna. Il ghiaietto, appena messo, rende molto pia-cevole alla vista la rete stradale, ma in poco tempo il dilavamento da pioggia, oltre al calpestio e al pas-saggio numeroso di biciclette, lo trasporta a valle la-sciando vistose carenze e una immagine di sciatteria. In sintesi: scelta disastrosa e costosa per la voce “ma-nutenzione”, mentre un ghiaietto fi ne incementato (come numerosi esistono, per es. alle Cascine) sareb-be molto più resistente e più economico per la sua maggior durata. Confermando comunque la bellezza di questa nuova opera, si ritiene in molti che la eliminazione dei due punti negativi su descritti, operazione oggi certamen-te di diffi cile possibilità ma forse programmabile, ren-derebbe il parco perfetto.

Fulvio Rovèro

VOLONTARIATO,“TANTE LE ASSOCIAZIONICHE OPERANO NEL SILENZIO”Abbiamo letto l’articolo su “il Reporter” di settembre 2014, riguardante il volontariato nel Q5 e dobbiamo esprimere la nostra gratitudine per aver sottolineato come il volontariato è presente attivamente nel tes-suto del Quartiere. È sempre buona cosa mettere in evidenza le prestazioni volontarie in aiuto alle perso-ne più bisognose e, oggi, purtroppo, queste necessità

sono sempre più numerose e pressanti. Nello stesso tempo riteniamo opportuno far presente che il vo-lontariato del Q5 non si conclude con le “tre sorelle” citate nell’articolo. Vi sono nel Quartiere tantissime associazioni di volontariato (ben oltre 50) che svolgo-no attività gratuite, che operano nel sociale, sanitario, nella cultura, nello sport, ecc. Noi, come Misericor-dia, siamo presenti nella zona Petriolo, Quaracchi, La Sala, Brozzi e Le Piagge, e operiamo nel campo del sociale (centro diurno per anziani, servizi di trasfe-rimento per visite mediche, esami, trasporto disabi-li, sportello aiuto anziani, ecc.) e nel sanitario (studi medici specialistici con prezzi calmierati, ambulanza per servizi di 1° soccorso) e operiamo anche in col-laborazione col Q5 e con il Comune di Firenze. Tutti i nostri servizi vengono svolti da volontari che non hanno alcun riconoscimento economico e tutti i ser-vizi sono gratuiti. Come noi tante altre associazioni operano nel silenzio, con umiltà e serenità d’animo.Ringraziamo per la cortese attenzione e porgiamo fraterni saluti,

Desolina AstiGovernatore della Misericordia San Martino

UNA PROPOSTAPER LE DUE STRADECon l’installazione del nuovo consiglio di Quartiere e di conseguenza del suo presidente, tra le tante ini-ziative, apprendiamo delle visite settimanali (due) che verranno fatte al Galluzzo, per avere un contatto con la popolazione e apprendere le diffi coltà del Gal-luzzo. Da proporre sarebbe anche l’avvicinamento di qualche servizio importante, poiché essendo la sede molto lontana, le persone anziane come il sottoscritto (82 anni) si trovano in diffi coltà. La proposta che una volta al mese, il presidente di Quartiere, fosse presen-te anche alle Due Strade, quartiere dimenticato dalle istituzioni, sarebbe veramente importante. Ci speria-mo veramente.

Nerio Guidi

“LO SPORCO SUIMARCIAPIEDI DELLE CURE”Spettabile Reporter del Q2,vorrei segnalare lo sporco che c’è lungo i marciapiedi del quartiere delle “Cure”. Tanti marciapiedi sono pie-ni di bisogni dei cani, tanto che a volte anche cammi-nare sui marciapiedi diventa diffi cile. E vi lascio im-maginare anche l’odore. Ma non sarebbe possibile che qualcuno venisse a controllare? Lo potrebbero fare i vigili che vengono a fare le multe alle macchine, o i vigili che quasi ogni mattina stanno in piazza delle Cure per controllare il traffi co potrebbero fare anche un giro nelle strade vicine per vedere la situazione. Così potrebbero sorprendere “in fl agrante” i padroni che lasciano fare i loro bisogni ai cani senza pulire il marciapiede: almeno qualcuno capirebbe come com-portarsi la prossima volta! Penso che i vigili abbiano cose più importanti da controllare, ma vista la quan-tità dello sporco che c’è lungo le strade mi permetto di chiedere che facciano attenzione anche a questo problema.Grazie per l’attenzione,

Simone

FURTI DI BICICLETTE,QUALI SOLUZIONI?Gentile direttore,vorrei sottoporre alla sua attenzione una questione che mi sta molto a cuore: sinceramente non credo (e non voglio credere) che a oggi non sia ancora sta-ta trovata una soluzione, o quantomeno una strada percorribile per arginare - non dico, si noti, debellare - l’indecente problema dei furti di biciclette in città. Stamattina mi sono recata al lavoro in bicicletta - è

più ecologico, più economico, più veloce, più salu-tare, anche più bello - e ho lasciato la mia bicicletta agganciata a un palo nella zona di via Gioberti (so che è un problema anche la sosta selvaggia delle bi-ciclette, ma se si trovano tutte le rastrelliere piene..).. sono uscita dal lavoro dopo sei ore - dico sei ore di una giornata splendida, con tanta gente in giro - e la mia bicicletta era magicamente sparita. Volatilizza-ta. Al suo posto un’altra bicicletta, con un lucchetto molto meno resistente del mio, in “lega di cemento”, se una lega di cemento può esistere. Il punto non è tanto - o non solo - che è stata rubata la mia bicicletta, il punto è che a quasi tutte le persone che conosco e che abitano a Firenze sono state rubate almeno un paio di biciclette. Allora io mi chiedo, ed è qui che le chiedo accaloratamente di rispondermi, come sia possibile che nessuno riesca mai a vedere, sorprende-re, fermare, questi ladri. È mai stato fatto, anche solo in via sperimentale, un pattugliamento delle strade per vedere con quali modalità, tempistiche, logistica avvengono i furti? Si conoscono i responsabili, le loro caratteristiche, la loro organizzazione, il loro modo di agire? Se è troppo diffi cile intervenire sul furto, mi chiedo... ma dove vanno a fi nire le biciclette rubate? È mai stato fatto qualcosa per interrompere, cancellare il commercio clandestino delle nostre biciclette? Lo so che sono solo biciclette, ma per chi come me con la bici va al lavoro, ci porta a spasso la bambina, ci va a fare qualche girata distensivo/sportiva, la bicicletta diventa molto più di un semplice oggetto di un certo valore.Grazie per l’attenzione

Alessia F.

IL REPORTERRISPONDECara Alessia,quello dei furti delle biciclette è un problema tanto “antico” quanto complesso da risolvere, un problema che interessa e ha interessato da vicino tanti (troppi) fi orentini, che hanno visto sparire il proprio mezzo dalla sera alla mattina o, come nel caso da lei segna-lato, addirittura in pieno giorno. Un problema per il quale in molti chiedono che venga trovata una solu-zione, ma che non di rado fi nisce poi per essere sotto-valutato anche dalle stesse vittime, che spesso sono le prime a non denunciare il furto subito. E questo è uno sbaglio che non deve essere commesso: come sottoli-neato più volte dalle forze dell’ordine, i furti delle bici devono essere sempre segnalati, anche per permettere di conoscere le reali dimensioni del fenomeno e poter intervenire quindi con maggior effi cacia. Altra cosa che i cittadini non devono fare è quella di acquistare biciclette dalla provenienza “sospetta”: meglio rivol-gersi sempre a negozi di fi ducia anche per vendere o comprare mezzi di seconda mano, per non rischiare di incentivare (ovviamente senza volerlo) il commer-cio delle biciclette rubate. Fin qui quello che possono fare i cittadini in prima persona, gesti più importanti di quanto spesso si pensi per dare il proprio contribu-to alla soluzione del problema. A questo devono poi chiaramente aggiungersi i necessari controlli e il lavo-ro di chi di dovere per cercare di contrastare questo odioso fenomeno. Quanto alle soluzioni “a monte” da lei reclamate, periodicamente vengono proposte idee e nuove trovate contro i furti delle biciclette: la speranza è che qualcuna di queste possa dimostrar-si fi nalmente (e realmente) effi cace, per far dormire sonni più tranquilli ai ciclisti fi orentini.

MATTEO FRANCINI [email protected]

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Editorialedalla primaLo fa con una serie di appunta-menti che saranno messi in cam-po per ricordare quelle tragiche giornate e per ringraziare (anco-ra una volta) gli “angeli” che ac-corsero in riva all’Arno per dare una mano. Ma nel frattempo Fi-renze continua a fare i conti con il maltempo, portandosi ancora addosso qualche segno della “super grandinata” dello scorso settembre che ha colpito (oltre a molti alberi) anche alcuni “gio-ielli” del capoluogo, per i quali sono stati lanciati appelli ai citta-dini. Tornando agli anniversari, se per quello dell’alluvione si do-vranno attendere ancora un paio d’anni, già questo mese in città è tempo di festeggiamenti. In par-ticolare all’Isolotto, che spegne sessanta candeline: era il 6 no-vembre del 1954 quando il sin-daco La Pira e il cardinale Dalla Costa consegnavano le chiavi dei primi alloggi della “città satellite”, nata dal nulla ma destinata a ri-vestire un ruolo importante (e per certi versi unico) nella storia di Firenze. Ma l’Isolotto non è il solo quartiere a potersi fermare un attimo per guardare indietro: è lunga (e sfaccettata) la storia dei rioni che oggi compongono la città. Una storia che si perde nei secoli, per ripercorrere la quale Il Reporter pubblica su questo nu-mero un “viaggio” alla scoperta delle origini di Firenze e dei suoi abitanti. Che anche questo mese – tornando ai giorni nostri – do-vranno fare i conti con i cantieri delle linee 2 e 3 della tramvia: mentre i lavori vanno avanti (e vengono studiate misure per az-zerare i ritardi da una parte e per venire incontro a commercianti e lavoratori dall’altra), i fi orenti-ni si organizzano per non restare imbottigliati nel traffi co, con una serie di “esperimenti” di mobili-tà alternativa. Ad esempio c’è chi l’auto la lascia in garage e chi in-vece la condivide, ma non solo: ecco allora qualche spunto per “sopravvivere” in città ai tempi dei maxi-cantieri.

MATTEO FRANCINI

Novembre 2014 | 23

Page 24: Il Reporter Q2 - Novembre 2014

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