Il Quinto Arcano-Giugno 2010

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GIUGNO 2010

Transcript of Il Quinto Arcano-Giugno 2010

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Astrologia e Mito .................................................................................... 3Gemini

Feste della Tradizione nel Ciclo della Natura ........................ 14San Giovanni Battista

Scongiuri e Preghiere ........................................................................... 22A san Vito per incantare i caniContro gli zingari che sono entrati in casaPer far ritornare la persona amataA san Giovanni decollato per una graziaContro tuoni e fulmini

I Messaggeri Divini ............................................................................... 26I TroniBinael - Potenza del pensiero concreto

Il Libro delle Erbe .................................................................................. 32I fiori di Bach: AspenIperico

Luna di Giugno ........................................................................................ 42Calendario del MeseLuna del mieleL’Erba Magica

Cristalloterapia .......................................................................................... 48L’occhio di tigre

Il Tarocco ..................................................................................................... 51“III” L’Imperatrice

La Natura a tavola .................................................................................. 58Cosa bolle in pentola?La ricetta del mese

L’esperto risponde ................................................................................... 61I quesiti dei lettori

SOMMARIO

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“In tutte le cose della Natura esiste qualcosa di meraviglioso”. (Aristotele)

Cari lettori,

è proprio vero che in tutte le manifesta-zioni della Natura c’è sempre qualcosa di meraviglioso e Giugno, senza dubbio alcuno, è il mese ideale per apprezzare tale spettacolo ineguagliabile. In questi giorni i giardini sono ricchi di fiori giunti nella fase del loro massimo splendore e la maggior parte dei frutti è pronta per essere raccolta. Come al solito, ci siamo impegnati per offrirvi un numero ricco di argomenti e spunti di riflessione, oltre che di piacevoli sorprese. Ve ne anticipo solo qualcuna.Andremo alla riscoperta di una pianta dotata di proprietà eccezionali qual è l’iperico, utilizzata sin dall’antichità per guarire disturbi di diversa natura, dall’an-sia all’insonnia, dalle bruciature alle ulce-razioni.Riconsidereremo le origini dell’affasci-nante Imperatrice, arcano maggiore che, come vedremo, presenta delle relazioni consequenziali rispetto alla Papessa, la carta che la precede numericamente e che abbiamo trattato nel numero prece-dente. I nostri esperti ci parleranno an-che dell’appassionante mitologia legata al segno dei Gemelli e, proprio a chiusura della rubrica, sveleranno il messaggio celato in una nota pubblicità che vede protagonista l’indimenticabile pulcino

nero da tutti noi conosciuto col nome di Calimero.Grandi novità per gli affezionati esti-matori del nostro acclamato chef Gino Bonaventura (a proposito siete davvero in tanti!) che dall’alto della sua lunga esperienza ci guiderà tra gli innumerevoli impieghi del rosmarino, pianta aromatica tra le più apprezzate nell’area mediterra-nea. E come sempre ci consiglierà qualcu-na delle sue originali ricette, semplici da preparare e tutte da gustare. Bene, vi saluto rinnovandovi l’invito a scriverci numerosi perché, come potrete notare, stiamo dando grande risalto agli interessanti quesiti che mensilmente ci sottoponete. Buona lettura! Fabio Cantarella [email protected]

REDAZIONALE

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Rappresentazione dei Gemelli secondo le antiche carte del cielo

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dal 21 Maggio al 20 Giugno

GEMINI

a cura di Lorenzo La Spada

Elemento: ARIA

Qualità: MUTABILE

Polarità: MASCHILE

Domicilio: MERCURIO

Esilio: GIOVE

Colore: MARRONE

Metallo: MERCURIO

Pietra: OCCHIO DI TIGRE

Erba magica: TRIFOGLIO

Profumo: MENTA

Giorno: MERCOLEDI’

Punto debole: BRACCIA, POLMONI,

NERVI, MANI E DITA

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Superata la prova del Toro, che per la pianta consiste nell’affondare le radici solidamente a terra allo

scopo di fissarsi saldamente alla base, è stata effettuata la discesa e adesso non resta che iniziare la salita. Si tratta allo-ra di conquistare l’Aria, sotto gli auspici del Segno aereo dei Gemelli, dove le due belle stelle, Castore e Polluce, attendono il trionfo del Sole nel punto più alto della sua corsa annuale. Essi sono giovanetti inseparabili, l’uno con la mazza di Ercole, l’altro con la Lira di Apollo. Il primo si riferisce alla energia che si traduce nelle azioni, l’altro alla luce spirituale. I babi-lonesi hanno visto in tale associazione un

simbolo della collaborazione fraterna tra Gilgamès ed Enkitou. Nulla fu impossi-bile alla coppia eroica. Allevati da Mer-curio fin da quando erano nella culla, si legarono d’amicizia divina, probabilmen-te per dimostrare che le cose sulla terra procedevano parallelamente a quelle del cielo. La mitologia greca accorda il carat-tere divino al solo Polluce che, alla morte di Castore, vuole rinunciare in suo favore ai privilegi divini. I gemelli costituiscono dunque una confraternita umano-divina; essi corrispondono alla dualità che si fon-de armonicamente nell’essere manifesto, entrato perciò in pieno possesso dei pro-pri mezzi intellettuali e fisici per agire.

ASTROLOGIA

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L’ideogramma del Segno è costituito da due aste verticali, parallele, racchiuse tra due linee orizzontali . Il nome proviene dal latino “geminus” (gemelli, appunto). Proprio sotto il segno dei Gemelli inizia lo stacco tra Materia e Pensiero; stacco indicato dalle due aste parallele, separate ma, come appare nell’ideogramma, an-cora impossibilitate a dividersi; Materia Castore (umano), e Spirito Polluce (divi-no). La separazione totale avverrà sotto il Segno della Bilancia.

L’UMANA FRATELLANZANelle antiche raffigurazioni i due fanciul-li si abbracciano teneramente al centro di un cerchio di fiori, per simbolizzare la fraternità umana che è l’obiettivo della civilizzazione. La quale si sviluppa sotto la garanzia della pace dispensatrice di ric-chezze, figurate dalla pioggia di oro solare. Domicilio diurno di Mercurio, i Gemelli favoriscono il discernimento pratico, che rende abili e fa riuscire nella vita. Il Mer-curiano dei Gemelli si distingue per la sua intelligenza assimilatrice e brilla ai più alti posti sociali. Egli arricchisce col commer-cio o con la speculazione e può rendere degli inapprezzabili servizi come diploma-tico conciliatore, non facendosi scrupolo di nulla. Quando i giorni si allungano, gli spiriti si illuminano in armonia con i fiori che sbocciano. La magia dei colori e della luminosità unitamente alla dolcezza atmo-sferica invitano allora l’anima umana ad aprirsi alla bontà, alla poesia, a tutto ciò che abbellisce la vita. Nessuna stagione si presta meglio all’istruzione moralizzatrice; per illuminare quelli che sono nell’errore, Castore e Polluce risultato i migliori ausi-liari; essi tendono a far riconoscere la vacu-ità delle dottrine che ingannano i popoli.

L’ANDROGINOL’Aria luminosa dei Gemelli favorisce lo spirito mercuriano, che sfavilla, ma sa-crifica alla brillantezza superficiale senza prospettiva di perdurare. I fiori diven-gono incantevoli, ma appassiscono. V’è

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della storditezza nella gioia esuberante e mercuriale, dei Gemelli, che aspirano ad elevarsi indefinitamente, mentre la Saggezza insegna, invece, a discendere dopo essersi elevati: qui entra in gioco il duplice aspetto che è tutto mercuriano. Mercurio, l’Hermes greco, signore del commercio, portatore di messaggi tra un dio e l’altro, è anche dio dei ladri e dei bugiardi, esprime il concetto di fles-sibilità e mobilità, sempre interessato ai collegamenti fra gli dèi e gli uomini, fra uomo e uomo sotto forma di idee, dena-ro e canali di comunicazione. Mercurio è anche simbolo dell’alchimia medioevale e del processo di comprensione, connes-sione ed integrazione, ciò che permette di afferrare il legame tra due cose che appa-rentemente non hanno alcuna relazione. Collegando il maschile ed il femminile, Mercurio completa la trasformazione della sostanza, è androgino, maschio e femmina insieme, unisce gli opposti e la loro conciliazione costituisce la meta del segno dei Gemelli, cioè l’unione fra gli uomini in nome della fratellanza univer-sale.

LA SUBLIMAZIONENella Iniziazione, il miste sorge dalla ter-ra come il vegetale che erige nell’Aria la Torre di Babele, destinata a portare foglie e frutti. Anch’egli si eleva più in alto che può, compiendo una Ascensione, che precede la Pentecoste che riconduce sul-la Terra lo spirito. Queste feste cristiane, come tutte quelle liturgiche, concordano col ritmo delle Stagioni. L’alchimia fa corrispondere il terzo segno zodiacale alla Sublimazione subita dalla materia putre-fatta nell’Uovo filosofico. È stato necessa-rio attivare il fuoco per provocare l’evapo-

razione che separa il sottile dallo spesso. Acceso il fuoco di Ariete, riscaldata la ter-ra del Toro, si passa all’evaporazione in Gemelli, dove l’aria condensata si risolve successivamente in pioggia. Così le ope-razioni della Grande Opera corrispon-dono a quelle dell’anno, secondo l’alchi-mia solare. Al nero del seme sottoterra, nell’ordine dei colore operativi, succede il bianco intermediario del germoglio, che la luce inverdisce con l’Aria, mentre attende che sbocci “la coda di pavone”, l’equivalente alchemico della fioritura primaverile. Il Sole transita nel segno dei Gemelli dal 21 Maggio al 20 Giugno circa, segnando la fine della stagione pri-maverile che già in trasformazione avverte l’instabilità del passaggio.

La Torre di Babele

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“O Tu, che innalzi le nubi e cammini sulle ali del vento, il cui soffio dà e riprende la forma di ogni cosa”invocazione alle Silphidi

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Pallidissima, Leda, la principessa etolica, è in attesa del parto immi-nente. Le doglie non sono trop-

po dolorose e il frutto scivola giù senza sforzo, spezzandosi in due. Si tratta di un uovo. Sì, perché Leda, oltre che da suo marito Tindaro, è stata posseduta dal grande Zeus, sceso su di lei sotto forma di bianco cigno. E dall’uovo saltano fuori vitalissimi due gemelli ridenti. Castore (castoro), laborioso e domatore di cavalli e Polluce (lo splendente), pugile e lotta-tore. Crescendo i Dioscuri (Dioskourim, cioè figli di Zeus, di Dio) s’azzuffano con altri gemelli, Ida e Linceo, per questioni di bottino o di donne. Castore, che non è immortale come il fratello (forse perché scaturito dal solo seme di Tindaro), resta ucciso. Piange Polluce e prega il padre di-vino: “Fa che possa condividere il destino del mio caro fratello. Toglimi l’immortali-tà!” E concede Zeus che i due trascorrano a turno un giorno nel cielo e un giorno sotto la terra; e pone la loro immagine nel cielo, come costellazione dei Gemel-li, a memoria perenne del loro fraterno amore.

L’AMORE FRATERNOCavalieri i Dioscuri (spesso su un solo cavallo, come poi i Templari) e cavalie-ri i loro corrispondenti indù, i gemelli Ashvins (da ashva, sanscrito = cavallo), protettori della casta degli kshatriya, i guerrieri. Ed in Roma eccoli, Castore e Polluce, patroni dell’ordine equestre. Ec-coli, nel 499 portare alla vittoria i romani contro la Lega Latina, nella battaglia del

lago Regillo. E ancora sono favorevoli ai marinai: infuria la tempesta e non può partire la nave Argo (anche i Dioscuri sono con Giasone alla conquista del vello d’oro). Invocano i due gemelli Poseidone e la procella si placa; ed ecco due fuochi misteriosi si posano sul loro capo. Come non ricordare “i fuochi di Sant’Elmo”, che colorano d’un bluastro alone gli albe-ri della nave durante le tempeste e sono felice presagio per i naviganti? Detti an-che, “i fuochi di Sant’Elena”. E – caso singolare – è sorella dei Dioscuri Elena la bella, uscita da un altro uovo di Leda con la gemella Clitennestra.

IL DONO DELLE LINGUEMa torniamo alle fiammelle sul capo dei due fratelli, elementi fondamentali che ritroviamo nella tradizionale festa della Pentecoste, che ricorda la discesa dello Spirito Santo, sotto forma di lingue di fuoco sul capo degli apostoli riuniti in preghiera nel cenacolo. La festa cade sot-to il segno dei Gemelli, dove il loquace Mercurio, che ne è il signore, governa il parlare, dunque la favella, che gli aposto-li acquistano come “dono delle lingue”. Egli è il messaggero degli dei, munito di leggiadre ali che lo rendono libero di vo-lare dove vuole, come il vento. E vento impetuoso che si abbatte gagliardo si udì nel cenacolo all’arrivo dello Spirito San-to, la mistica colomba divina che come il vento è inesplicabile nella sua origine, in-visibile nella sua essenza, improvvisa nella sua comparsa, velocissima nel suo corso, irresistibile nella sua forza. Così come ve-

MITO

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“Leda e il cigno”

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“Nella Pentecoste lo Spirito discese sotto forma di lingue infuocate”