Il Quinto Arcano-Agosto 2010

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AGOSTO 2010

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Astrologia e Mito .................................................................................... 4Leo

Feste della Tradizione nel Ciclo della Natura ........................ 14L’Assunzione della Vergine

Scongiuri e Preghiere ........................................................................... 23Contro le scottature della pelleA San Giobbe contro la perdita del latte (Mal del pelo)

I Messaggeri Divini ............................................................................... 26Le potenzeCamael - Potenza della Giustizia e della Grazia

Il Libro delle Erbe .................................................................................. 32I fiori di Bach: HollyIl fico

Luna di Agosto ......................................................................................... 44Calendario del MeseLuna della RaccoltaL’Erba Magica

Cristalloterapia .......................................................................................... 51Il Quarzo Citrino

Il Tarocco ..................................................................................................... 57“V” Il Papa

La Natura a tavola .................................................................................. 62Cosa bolle in pentola?La ricetta del mese

L’esperto risponde ................................................................................... 68I quesiti dei lettori

SOMMARIO

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Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Accorti lettori,

nel pieno del solleone siamo a proporvi quest’edizione estiva de “Il Quinto Arca-no” , un numero ricco di argomenti da approfondire e, naturalmente, in stretta attinenza con questo caldo momento dell’anno.Corrono i giorni di agosto, il mese del rac-colto per eccellenza, un periodo che presso gli antichi popoli veniva celebrato con fe-steggiamenti e riti propiziatori assai sugge-stivi, come quello diretto a preservare lo Spirito del Grano.E’ il turno astrologico del Leone, durante il quale il Sole, col suo fuoco, dissecca i vegetali dando vita alla semenza necessaria ai futuri raccolti, così generando l’energia rinnovatrice della vita.Andremo alla riscoperta di due tesori, sempre meno conosciuti nell’era moder-na, che la natura ci mette a disposizione: il fico e il quarzo citrino. Il primo, mol-to apprezzato da greci e romani, ha effetti energetici, rimineralizzanti, tonificanti e vitaminici. Ad esso si associano proprietà curative nel trattamento di ulcere gastri-che, meteorismo, sindrome del colon ir-ritabile, spasmofilia, palpitazioni, distonie neurovegetative, nevrosi ossessive ed ansio-se. A proposito del quarzo citrino, invece, il nostro esperto ci spiega com’è possibile utilizzarlo per produrre l’acqua energizza-ta, un elisir di piacevole benessere.

Nella rubrica dedicata ai messaggeri di-vini, esalteremo la missione di Camael, potenza della Giustizia e della Grazia, principe del Coro delle Potestà, mentre, per quanto concerne le feste della tradi-zione nel ciclo della natura, il nostro Lo-renzo La Spada ci racconterà, come nes-sun altro, dell’Assunzione della Vergine.Considerato il sole cocente di questi giorni vi suggerisco di dare subito una lettura allo spazio dedicato agli scongiu-ri e alle preghiere del popolo contadino, all’interno del quale l’esperto Claudio Scibilia ci suggerirà alcuni antichi rime-di contro le scottature della pelle.Il tutto gustando, magari, una delle ini-mitabili ricette puntualmente proposte dallo chef Gino Bonaventura.

Fabio [email protected]

REDAZIONALE

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Rappresentazione del Leone secondo le antiche carte del cielo

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dal 22 Luglio al 22 Agosto

LEO

a cura di Lorenzo La Spada

Elemento: FUOCO

Qualità: FISSA

Polarità: MASCHILE

Domicilio: SOLE

Esilio: SATURNO

Colore: GIALLO

Metallo: ORO

Pietra: QUARZO CITRINO

Erba magica: ROSMARINO

Profumo: INCENSO

Giorno: DOMENICA

Punto debole: CUORE, SISTEMA

CIRCOLATORIO

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Ogni estremo chiama il suo oppo-sto, donde la successione dalla Terra all’Aria e dall’Acqua al

Fuoco nell’ordine delle prove iniziatiche. Gonfio di linfa, esteriormente purificato, il miste affonda in un deserto bruciante per essere interiormente purificato dal Fuoco. Colui che consente a lasciarsi bru-ciare è avviluppato da fiamme spirituali il cui ardore penetrante uccide i germi del meschino egoismo e delle passioni inde-gne per un Iniziato, ormai puro sino alle sorgenti profonde dei propri impulsi e della propria volontà.

LA VIA SOLAREQuando il Soldato Mithra era promosso leone, il miele sostituiva l’acqua come agente di purificazione delle mani che non dovevano più compiere atti reprensi-bili e, peraltro, era la secchezza ed il calo-re del Leone zodiacale che doveva esaltare

la virtù agente dell’Iniziato Mithriaco. Il segno, che corrisponde alla metà estiva, ha per simbolo la fiera che divora ciò che un dolce tepore ha preso la pena di edifi-care acquosamente. Il Fuoco di luglio-agosto riduce in morta paglia i vegetali prima verdeggianti, ren-dendo le spighe portatrici della concen-trazione vitale. Disseccando il supporto, il Sole del Leone ha maturato la semenza dei raccolti futuri; egli cuoce la linfa al fine di deporre nella sua concentrazione l’energia rinnovatrice della vita. Dal punto di vista intellettuale il grano raffigura l’idea depositaria della verità vivente; è una quintessenza in rapporto al liquido del quale si gonfiano le forme immaginative. Il Leone non nuota nella poesia, ma egli vuole sentire fra gli artigli e la mascella una preda solidamente so-stanziosa. Disseccandole senza pietà, egli uccide le forme lussureggianti dell’imma-

ASTROLOGIA

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ginazione e le riduce in grani resistenti, ove sta imprigionato il fuoco vitale del vero.

IL FUOCO TRASFORMATOREMarcando così la metà dell’anno, il Le-one si rapporta analogicamente all’età adulta che mette l’uomo in possesso dei suoi mezzi pratici di realizzazione. Le de-cisioni, che attendono la loro esecuzione, si traducono allora in atti di arditezza e coraggio; le volontà si tendono, i cervel-li si esaltano razionalmente e le braccia si infervorano di energia agente. Troppe guerre e risoluzioni scoppiano con la determinazione del Sole leonino. Guar-diamoci tuttavia dal maledire l’influenza che produce l’azione vigorosa e feconda, scartando ogni illusione, ogni onirismo languido, ogni sentimentalismo iniben-te. In passato era necessario attraversare il Leone per elevarsi a quel grado oggi corrispondente al Compagno d’Arte. Per lavorare effettivamente non bisogna giocherellare né temere di essere crudeli verso sé stessi. Il Sole del meriggio con-corda peraltro con quello del Leone: stes-so ardore e stessa crudeltà luminosa che

riduce l’ombra al minimo e mostra gli og-getti per quello che sono, senza nulla dis-simulare della loro imperfezione. Questa chiarezza del grande giorno, che penetra nel tempio dell’intelligenza attraverso la finestra del Sud, illumina regolarmente e non più con la impetuosità dei primi raggi mattutini.

LA LUCE SPIRITUALEQuando l’ariete solare incupisce l’auro-ra con nubi tenebrose, gli antichi errori sono rimestati, ma la combattività gio-vanile non attende per approfondire e giudicare con piena conoscenza di cau-sa: essa riversa i pregiudizi con l’ardore luciferino conseguente al ribollimento provocato dalla luce troppo istantanea dell’Oriente. L’Iniziato presuntuoso dovrà per forza applicarsi ad osservare, senza parteggia-menti, gli uomini e le cose. Una giusta messa a punto della sua visione intellet-tuale gli permetterà di avvicinarsi alla finestra di Mezzogiorno, imparando così a lavorare con tutta la lucidità dell’età ma-tura. L’Ariete giovanile si collega alla luce marziana, che riversa ciò che ostacola e

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costruisce opere di difesa, piuttosto che un edificio definitivo. Al Leone corrisponde la virilità attiva. L’illuminazione dello spirito è completa, quanto a ciò che risulta razionalmente percettibile, grazie alla piena chiarezza. Ma è nel Sagittario che il Sole fa risplen-dere gli ultimi raggi. Qui la luce è dolce e riposante, in armonia con la serena con-templazione del Maestro, morto ad ogni passione ed imparziale apprezzatore di tutti i colori del Vero.

FORZA E SAGGEZZAIl Leone si comporta come una bestia ma-levola, ma ciò sinché il Sole non lo digni-fica in nobile animale. Esso rappresenta le passioni senza le quali non si realizza nulla di grande, ma il cui ardore deve sot-tomettersi alla luce dell’intelligenza. Sim-

bolizza la saggezza ispiratrice degli eroi che combattono le potenze perniciose, senza per questo voler uccidere la bestia il cui vigore resta prezioso. Gilgamès, come lo rappresentano due statue assire del Louvre, preme sul pro-prio cuore un leone che egli si è conten-tato di stordire con l’aiuto di una clava elastica, costruita con una pelle riempita di sabbia. E’ importante non uccidere, ma discipli-nare i detentori di energie. Il re solare ottiene che i potenti si sottomettano alla sua autorità luminosa; egli non si impone come tiranno, ma si fa l’interprete di una ragione davanti alla quale è onorevole inchinarsi. Il Sole transita nel segno del Leone dal 22 Luglio al 22 Agosto circa, fissando il centro della stagione estiva nel cuore caldo del solleone.

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Il disegno stilizzato della testa del Leo-ne lungocrinito, vista frontalmente. Questa descrizione può suggerire il

simbolo grafico del segno: . E, forse, anche la sferzante e serpentina coda dell’animale. Si ricordi, tra le altre cose, che gli ermetisti medioevali a vol-te raffiguravano il Leone come un Sole con la coda. Ma vediamo, adesso, dove ci conducono le strade del mito…Già sa bene, Eracle, dell’invulnerabilità della belva. Eppure non può trattene-re un moto di stupore vedendo le sue frecce, micidiali e precise, spezzarsi o rimbalzare sul corpo dell’enorme leone che devasta l’ampia valle di Nemea. Non valgono le frecce? E allora giù con la cla-va per dei colpi potenti; botte da orbi, come si dice. Ed in breve la clava è in frantumi. E il leone appena sbadiglia. Ma riesce, l’eroe, a spingerlo nella sua tana, di cui ha provveduto ad occlude-re una delle due uscite. La belva, così, non può sfuggire. E la afferra, Eracle, la stringe a sé in un soffocante abbrac-cio. Si affloscia, morto, il leone. Pensa di scuoiarlo per far della pelle un trofeo, ma inscalfibile da ferro e fuoco è il vello. Perplesso medita l’eroe, finché giunge la divina ispirazione: scuoiare il mostro coi suoi stessi artigli. Presto fatto. E poco dopo, Eracle indossa la leonina spoglia, il cui capo crinito gli fa da elmo. Non diventa così forse egli stesso leone? Non assume così la natura sublimata del mo-stro? Non ha così ucciso la belva in sé? Sia come sia, Zeus pone il leone nel nu-mero delle costellazioni, a perpetuare l’impresa d’Eracle suo figlio.

SANSONEVoliamo ora dalla Grecia fino alla terra dei Filistei. Qui troviamo un personaggio dal-la lunga chioma, un altro eroe. “Scese dun-que Sansone a Tamna e giunto alle vigne della città ecco farglisi incontro un giovane leone rug-gente. Investito dallo Spirito del Signore, Sanso-ne, senza aver nulla in mano, lo squartò come si squarta un capretto. Ma non disse nulla al padre e alla madre di ciò che aveva fatto… Ri-tornato dopo qualche tempo, deviò per andare a vedere la carcassa del leone ed ecco che in essa c’era uno sciame d’api e del miele. Egli ne prese nella palma della mano e si mise a mangiarlo. Ritornato poi dal padre e dalla madre ne portò anche a loro e ne mangiarono, ma non disse di averlo preso dalla carcassa del leone”. Si mediti: dal leone che ha ucciso, Sanso-ne-leone (entrambi hanno criniera) trae il solare, aureo, incorruttibile, dolcissi-mo miele, prodotto dalle api. Ed ape, in ebraico, è Dbure, dalla radice dbr, da cui anche Debora, che vuol dire parola. Api-parole che producono miele (oro alimen-tare), genera dunque il morto leone. E ad un ruggito di leone, si ricordi, gli antichi scrittori paragonavano la Parola di verità del Cristo, il Verbo. Ed anche il Buddha è detto ruggire quando insegna il Dharma, cioè la Legge per eccellenza.

LA RETTITUDINEIl Leone simboleggia la forza, il dominio, la nobiltà, il coraggio ma anche, in negati-vo, la crudeltà. Nobilmente portava la sua testa di leone la dea egizia Sekhmet e come leontocefalo era rappresentato l’Aion, l’Eone, personificazione di Kronos nella religione mitraica. Leone della tribù di

MITO

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Ercole e il leone Nemeo,Ignazio Collino

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Guida è detto il Cristo, ma pure Krishna è leone ed anche Alì, il genero di Maometto, Leone di Allah. Re è anche il leone. Leone di guida era il Negus neghesti (re dei re) e un leone figurava sul sigillo di ras Tafari; ed ancora un leone, impugnante una scimitarra e con un sole alle spalle, lo troviamo nell’araldica persia-na. Ma chi è il re? Rex è colui che regge e ciò che regge è, quindi, retto. E se è retto non è torto. E se non è torto è dritto, come la funzione dell’amministrazione della giu-stizia. Nel Medio Evo i giudizi ecclesiastici si svolgevano inter leones et coram populo, tra i leoni e davanti al popolo. Il richiamo è ai leoni di pietra che, posti ai lati del seg-gio vescovile, ricordavano quelli ai piedi del trono di Salomone, sommo giudice dell’antichità. Ma è anche vigile guardiano il leone. Due leoni sorvegliano spesso le porte delle città (porta dei leoni a Micene) o delle chiese: San Lorenzo in Lucina a Roma, per esempio. Dorme con un occhio solo, si narrava del leone nel Medio evo.

IL GUARDIANOQuale miglior guardiano, stante anche la sua pericolosità di fiera? L’Alciato scan-disce: “Est leo, sed custos, oculis qui dormit apertis; Templorum idrico ponitur ante fores” e cioè: “è leone, ma pure custode, che dor-me con gli occhi aperti; per questo è posto davanti alle porte dei templi”. E sarà poi San Carlo Borromeo, nel XVI secolo, a raccomandare che s’adornassero di leoni le porte delle chiese. E’ pure pericoloso il leone. “Hic sunt leones” si scriveva nelle antiche carte geografiche in corrisponden-za delle zone inesplorate che, si riteneva, nascondessero pericoli. E, nel male, il leo-ne ben indica l’essere crudele (implacabile quando sbrana le sue vittime), il dispoti-

smo. Dice San Pietro: “Siate sobrii, vegliate. Il Diavolo, vostro avversario, si aggira, come le-one ruggente, in cerca di chi divorare.” Anche diavolo è, dunque, il leone. “… libera eas de ore leonis, ne absorbeat eas tartarus”, “liberale (le anime) dalle fauci del leone, affinché non siano inghiottite dall’inferno”, così l’Ufficio dei Morti del Breviario romano. E nel suo ruolo infernale il leone simbo-leggia anche le “tre concupiscenze” che, per l’ascetica cristiana, perdono le anime: con-cupiscenza della carne, da cui la lussuria, la gola e la pigrizia; concupiscenza degli occhi, da cui ancora la lussuria, l’avarizia e l’invidia; concupiscenza dell’orgoglio della vita, da cui orgoglio ed ira.

IL VINCITOREForza e coraggio pure indica il leone. Nell’antica Assiria, il dio del coraggio guer-riero era raffigurato come un leocentauro coronato di tiara e provvisto, oltre che di quattro zampe leonine, di due braccia uma-ne. Né va dimenticato come la religione mitrica, a suo tempo, fosse diffusa soprat-tutto presso i legionari romani. E un gran numero di legioni, per l’appunto, innalza-vano, come propria insegna, l’immagine di un leone: così la IV legione Flavia, la VII Claudia, la IX Augusta, la XIII Gemina. “Leonitiche”, del resto, erano chiamate le feste in onore di Mithra. E gli iniziati al quarto grado dei misteri mitralici erano chiamati leoni. Lotta il leone col toro (motivo iranico ben conosciuto): forza solare che combatte e vince l’oscura forza tellurica. Lotta il leone col nordico cinghiale: vince, il Sole, i rigo-ri dell’inverno. Quel Sole che, nell’antico Egitto, era ingoiato, al tramonto, dal Leo-ne d’Occidente e rinasceva, all’alba, dalla gola del Leone d’Oriente.

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