Il Quinto Arcano-Gennaio 2011

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GENNAIO 2011

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Astrologia e Mito .................................................................................... 3Capricornus

Feste della Tradizione nel Ciclo della Natura ........................ 13Epifania

Scongiuri e Preghiere ........................................................................... 20Contro il Fuoco di Sant’Antonio

I Messaggeri Divini ............................................................................... 24Sandalphon - Potenza rigeneratrice della Terra

Il Libro delle Erbe .................................................................................. 29I fiori di Bach: Chestnut BudEquiseto

Luna di Gennaio ..................................................................................... 40Calendario del MeseLuna del Grande FreddoL’Erba Magica

Cristalloterapia .......................................................................................... 48L’Onice Nera

Il Tarocco ..................................................................................................... 52“X” La Ruota della Fortuna

La Natura a tavola .................................................................................. 57Cosa bolle in pentola?La ricetta del mese

SOMMARIO

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Quando il Signore mise gli Amorrei nelle mani degli israeliti, Giosuè disse al Signore sotto gli occhi di Israele: “Sole, fermati in Gàbaon e tu Luna sulla valle di Aialon”. Si fermò il Sole e la Luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò dei nemici. Non è forse scritto nel libro del Giusto: “Stette fermo il Sole in mezzo al cielo e non si affrettò a calare quasi un giorno intero”. Non ci fu giorno come quello, né prima né dopo, perché aveva ascoltato il Signore la voce di un uomo, perché il Signore combatteva per Israele? (Gs 10,9-14).

Affezionati lettori, rieccoci con un numero tutto da sfogliare de “Il Quinto Arcano”, un’edizione che abbiamo preparato nel pieno del freddo e sterile inverno, momento in cui la Natura appare dormiente come non mai.Scriviamo sotto il segno del Capricorno, quindi, proprio da qui il Sole inizia a rinascere e la luce riprende ad affermarsi sul buio. Sono i primi segnali di ripresa, dopo la “morte” invernale. E’ davvero affascinante il racconto mitologico che vede Pan fuggire dai terribili Titani e trasformarsi in un essere per metà capro e per l’altra pesce. Una figura che colpisce così tanto il potente Zeus da determinarlo a porlo in cielo come Capricorno.Facendo un lungo salto indietro nel tempo, vi sveleremo l’origine delle antiche tradizioni legate all’Epifania e soprattutto l’importanza delle dodici notti che separano il Santo Natale dalla ricorrenza del 6 gennaio. Pensate che osservando queste dodici giornate si narra che i nostri antenati fossero in grado di sapere preventivamente come

si sarebbero presentati i successivi mesi dell’anno. Una lettura determinante, a volte vitale, che influenzava anche ed in special modo le future scelte sulla gestione del raccolto.In questo numero parleremo anche dell’onice nera, dell’equiseto, degli scongiuri per debellare il fuoco di Sant’Antonio e di tanto altro ancora.A presto!

Fabio [email protected]

REDAZIONALE

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Rappresentazione dello Capricorno secondo le antiche carte del cielo

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dal 21 Dicembre al 19 Gennaio

CAPRICORNUSa cura di Lorenzo La Spada

Elemento: TERRA

Qualità: CARDINALE

Polarità: FEMMINILE

Domicilio: SATURNO

Esaltazione: MARTE

Esilio: LUNA

Caduta: GIOVE

Colore: NERO

Metallo: PIOMBO

Pietra: ONICE

Erba magica: CIPRESSO

Profumo: CAPRIFOGLIO

Giorno: SABATO

Punto debole: ARTICOLAZIONI

OSSA e GINOCCHIA

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È il silenzio dell’Inverno raggrinzito e concentrato che evoca il Capricorno. Dominato da Saturno, secco, freddo, denso e pietrificato tale è il Capricorno che, come segno dell’elemento Terra, si presenta cristallizzato, ghiacciato e ossifi-cato. Gli inni vedici celebrano il Giorno degli Dei, periodo annuale abbastanza atteso nel corso del quale, nelle regio-ni boreali, il Sole non scompare sotto l’orizzonte. A questo trionfo della luce, a questa fase di esuberanza consecutiva al mezzogiorno dell’anno, si oppone il rac-coglimento della Notte degli Dei durante la quale il Sole resta invisibile agli abitanti delle contrade nordiche. Immersi in una oscurità persistente, non si arrischiano a muoversi: ciascuno tace, si chiude coi suoi per aiutare coi propri voti la luce a

ricomparire. Quando quest’ultima si de-cide a rischiarare nuovamente gli ansiosi mortali, le anime traboccano di gratitudi-ne religiosa.

NASCE LA LUCENulla è dunque più naturale e più con-forme all’armonia delle cose che la cele-brazione del Natale, che è di molto an-teriore al Cristianesimo e alla istituzione del culto ufficiale del Sol Invictus da parte dell’imperatore Aureliano. Essendo il 25 dicembre il giorno del Natalis Invicti, i cristiani lo adottarono come quello della nascita del Salvatore. La messa di mezza-notte risponde ai sentimenti di pietà che fanno vibrare l’uomo in concordanza col ritmo della vita planetaria. La rinascita annuale del Sole, allorché prende una

ASTROLOGIA

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direzione ascensionale, non può mancare di impressionare la sensibilità religiosa. L’entrata del Sole nel Capricorno pro-mette come effetto una vittoria. Questo segno di Terra, domicilio notturno di Saturno, è anche il luogo di esaltazione di Marte. Esteriormente sterile, la Terra saturniana è interiormente travagliata in vista della sua fecondazione. Marte vi è accolto come distruttore dei germi il cui sviluppo sarebbe nocivo; egli depura il suolo di ciò che non deve vivere e prepara così la sposa, che verrà fecondata dal Toro celeste. Saturno si riposa in questa terra nera come la notte, dalla quale sorgono le cose. Il pesce-capra dei Babilonesi emer-ge da questa sostanza, materia prima di tutto ciò che è chiamato a concretizzarsi.

IL REGNO DELLA MATERIAIl capro mezzo-pesce naviga in questo caos oceanico, donde sorge la sua testa come una prima isola che si sia solidificata. Il Capricorno appare così come un agente di corporizzazione: cosa che non impedì ai cristiani delle catacombe di vederci il simbolo della rinascita del fedele alla sua uscita dalle acque battesimali. La pe-santezza della materialità di Saturno è la causa dell’incarnazione dello spirito nella carne, infatti il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Il Figlio, per ordine del Padre, scende dal cielo per prendere forma mortale, l’invisibile si manifesta nella sostanza, si vela il Sole dietro le nubi perché possiamo ammirarlo senza essere accecati. Mostro ambiguo e composito il Capricorno, metà capro e metà pesce, così già appare presso i Sumeri, mentre il pesce-capra Suhur-Mash-Ha dei Babilo-nesi occupa il posto corrispondente del Capricorno.

PESCE-CAPRANel firmamento del cielo la costellazio-ne è poco brillante, poco estesa, ma la sua configurazione ha potuto suggerire l’aspetto di capra con la coda di pesce. As-sai improbabile appare una origine egizia della costellazione (un montone si trova nel medesimo settore celeste): l’immagi-ne della capra-pesce appare negli zodiaci egiziani solo in epoca ellenistica. Il nome latino Capricornus non è altro che il cal-co semantico del greco Aigòkeros che vuol dire “dalle corna di capra”. Quanto al glifo del segno, non facilmente interpretabile, sembra potersi vedere soprattutto un’at-torta coda di pesce: g . Entrando, però, il Sole in Capricorno, muta il suo corso e inizia la risalita per uscire dagli abissi sot-terranei; così il pesce che riaffiora dalle acque inferiori si trasforma in capra per arrampicarsi sulle alte vette dei monti. Il Sole transita nel segno del Capricorno dal 21 dicembre al 19 gennaio dando così inizio, con il Solstizio d’Inverno, al regno di Saturno, momento dell’anno in cui tutto è fermo, immobile e dorme sotto una morsa di freddo e gelo.

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Al vedere lo sposo Crono divora-re i loro figli alla nascita, Rea, la Madre Terra, decise di nascon-

dere l’ultimo figlio sul monte Ida, luogo situato nell’isola di Creta. Piange a squar-cia gola il piccolo Zeus nella sua culla appesa alla volta di una caverna. Piange ed accorrono le ninfe a nutrirlo di miele e latte, quello sgorgato dalle mammelle dell’orrida capra Amaltea. E cresce sem-

pre più forte Zeus tanto che un giorno, giocando, spezza un corno della capra e lo dona alle due sorelle che lo allevano, attribuendogli il potere di far traboccar di cibo e di bevande non appena lo si desi-deri: è il Corno dell’abbondanza, la Cor-nucopia, che ancora oggi, sotto il segno del Capricorno, viene riempita di regali, dolci e frutti per festeggiare un bambino nato in una grotta.

MITO

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PANOra in Arcadia, troviamo Pan, dio di pa-stori. La sua faccia è barbuta, sulla sua fronte ha due corna, il suo corpo è pelo-so, le orecchie sono appuntite, le mem-bra inferiori sono caprine: zampe secche e nervose che terminano in uno zoccolo fisso. Gioca Pan con il piccolo Zeus, egli è figlio della capra Amaltea e, quindi, suo fratello di latte. Tal fratellanza, appare nell’aiuto che il dio-capro dà a Zeus con-tro i Titani che assaltano l’Olimpo. Alla loro vista gli dèi, atterriti, fuggono fino in Egitto e si mutano in animali nel tentati-vo di sfuggire. Anche Pan scappa precipi-tosamente e comincia a mutarsi in capro; si immerge in un fiume restando aggrap-pato alla riva con quelle che ormai sono le zampe anteriori, mentre la sua parte inferiore, nell’acqua, assume la forma di un pesce. Zeus, ammirato, lo pone allora in cielo come Capricorno.

IL CAPRO DEL SABBAE ancora va ricordato il lascivo capro del sabba, dal pene scaglioso che emette fred-do sperma; il diabolico becco omaggiato con l’immondo bacio sull’ano. Parliamo di quel capro che la demonologia medio-evale ha preso come immagine di Satana, ispirandosi alle antiche figure satiresche, quel capro, emblema del demonio, la cui testa troviamo a volte inscritta in una stel-la a cinque punte rivolta verso il basso, antitesi della stella penta grammatica del-la Spiritualità, la cui punta è rivolta verso il cielo. E – si ricordi – tentatore è il diavolo che, portato il Cristo su una montagna, gli offre – lui che è il principe di questo mondo – tutti i regni del mondo che si stendono in basso. Tentatore la cui ten-

tazione va superata col riconoscere che il nostro Regno non è di questo mondo, che siamo nel mondo, ma non siamo del mondo. Tentazione, dunque, prova. Pro-va, dunque, iniziazione.

ESPIAZIONE E PROVAE in quanto iniziazione, morte e rinascita. Morte ad uno stato per il raggiungimen-to di quello superiore, per una rinascita nella gloria. Morte che è solo apparente, è sonno: il seme, che sotto il Capricorno sembra morto sotto terra, in realtà dor-

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me e accumula energie per il suo sboc-ciare, per il suo spuntare come pianta in superficie e verdeggiare in primavera. Né va dimenticato il capro espiatorio della tradizione ebraica che, caricato dei pec-cati del popolo nel giorno dell’espiazio-ne, veniva abbandonato nel deserto per rimaner preda del demone Azazel. Ed è proprio sotto il segno del Capricorno che nasce l’Agnello divino che toglie i peccati del mondo. Simbolo della fine di un ci-clo e dell’inizio di uno nuovo (in estremo oriente principia l’anno zodiacale), il Ca-pricorno è il punto più basso raggiunto dal Sole sull’eclittica, ma anche il punto dal quale comincia a risalire nel cielo, a nascere. Quindi, dire Capricorno equiva-le a dire Solstizio d’inverno. E’ la porta degli dèi (deva-yana) secondo le tradizioni indù e pitagorica. E chi, infatti, se non gli dèi, entrano da questa porta nel mondo? Chi se non gli dèi solari e salvatori. Chi se non l’iranico Mithra? Chi se non quel Sole, quella luce di redenzione che è Cri-sto? E attenzione, salvatore, al di là degli aspetti orgiastici del suo culto, è anche Dioniso-Bacco, liberatore dagli inferi (da cui trae sua madre, Semele, introducen-dola nella dimora degli immortali).

ORO E PIOMBOAmbiguo il Capricorno, ambiguo il suo maestro, Saturno, il senza tempo che è tempo lui stesso, Kronos-Chronos. E’ per lui che sotto il cielo d’Inverno si gioca-vano grottescamente gli allegri e tragici Saturnali. E’ lui, cupo e freddo uccisore (il tempo divora i suoi figli), proprio qui la tradizione ci mostra Erode che fa stra-ge degli Innocenti, figli del suo popolo, per paura di essere spodestato al pari di Saturno divoratore. Ma sat è radice che

indica il seminare, quindi Buon Semina-tore (Re dell’Età dell’Oro, dispensatore di doni, che ancor oggi si celebra come Santa Claus, San Nicola, Papà Natale, Nonno Gelo. E se Saturno è il grigio e opaco piombo, il divino Bambino che nasce sotto il suo governo, al Solstizio in-vernale, è Sole e oro.

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