IL QUARTO n. 1 2013/14

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Dicembre 2013 Pagina 1 IL QUARTO” IL QUARTO” E’ PRODOTTO DALLA E’ PRODOTTO DALLA REDAZIONE CROSSMEDIAL REDAZIONE CROSSMEDIAL DEL LICEO BERTOLUCCI DI DEL LICEO BERTOLUCCI DI PARMA PARMA COORDINAMENTO COORDINAMENTO SILVIA FONTANA SILVIA FONTANA DIRETTORE RESPONSABILE DIRETTORE RESPONSABILE ALUISI TOSOLINI ALUISI TOSOLINI ...perché ho capito che qui potevo avere un percorso di crescita e di maturazione migliore che in altre scuole. P.S. Il Preside è molto simpatico. Massimiliano La compagnia è importante e in questa scuola ci si conosce tutti! Piacevole, piccola e confortevole: una scuola fantastica. Davide ... perché mi ha dato un'idea di casa e di tranquillità. Fin dall'inizio mi ha accolto prima come persona e poi come studentessa. Sono proprio con- tenta della mia scelta, la rifarei! Giulia ... mi è sembrata da subito una scuola di- versa,in grado di darti nuove possibilità, farti crescere e soprattutto perché ognuno in questa comunità, e posso dirlo dopo solo un mese, si sente protagonista. Giacomo Ho scelto questa scuola innanzitutto per- ché avevo voglia di fare un liceo scientifi- co, volevo mettermi in gioco. Il Bertolucci aveva tutto quello che cercavo: una gran- de disponibilità tecnologica, un corpo do- cente all'avanguardia e una professiona- le serietà. Alessandro Avevo voglia di studiare bene, sono stato accontentato. Marcello Sono arrivato in questa scuola perché mi sono sentito in mani sicure, in un ambiente serio dove responsabilizzarmi e for- marmi nel modo miglio- re. Francesco Sono venuto al Bertolucci perché ne ho sempre sentito parlare bene, la presentazione mi ha convinto e penso che possa essere la scuola giusta per la mia crescita culturale. Bernardo SPECIALE ORIENTAMENTO I ragazzi di prima ci raccontano perché hanno scelto il Bertolucci. Ho scelto il Bertolucci perché mi è sembrata subito una scuola seria e accogliente con un sistema di insegnamento alternativo che utilizza supporti tecnologici e moderni. Maria Laura Perché ho scelto il “Berto”: perché è nuova perché è tecnologica e moderna perché è accogliente perché è organizzata bene perché è piccola e tutti si conoscono perché è stato presentato molto bene e mi ha fatto una buona impressione fin da subito. Nicola Ho scelto il Bertolucci perché mi ha colpito l'ambiente e i profes- sori mi sono sembrati simpatici e validi. Benedetta Ho scelto il Bertolucci perché: “Una scuola per imparare un liceo per crescere il Bertolucci per il futuro” Nicole Ho scelto il liceo Bertolucci perché questa scuola mi è sembrata diversa da tutte le altre, rispetta le diversità. Davide

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Il primo numero dell'anno scolastico 203/14 del Giornalino di istituto del Liceo Attilio Bertolucci di Parma. Pubblicato il 12 dicembre 2013

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Dicembre 2013

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““IL QUARTO” IL QUARTO”

E’ PRODOTTO DALLA E’ PRODOTTO DALLA

REDAZIONE CROSSMEDIAL REDAZIONE CROSSMEDIAL

DEL LICEO BERTOLUCCI DI DEL LICEO BERTOLUCCI DI

PARMAPARMA

COORDINAMENTO COORDINAMENTO

SILVIA FONTANASILVIA FONTANA

DIRETTORE RESPONSABILEDIRETTORE RESPONSABILE

ALUISI TOSOLINIALUISI TOSOLINI

...perché ho capito che qui potevo

avere un percorso di crescita e di

maturazione migliore che in altre

scuole. P.S. Il Preside è molto

simpatico. Massimiliano

La compagnia è importante e in questa scuola ci si conosce tutti! Piacevole, piccola e confortevole: una scuola fantastica. Davide

... perché mi ha dato un'idea di casa e

di tranquillità. Fin dall'inizio mi ha

accolto prima come persona e poi

come studentessa. Sono proprio con-

tenta della mia scelta, la rifarei!

Giulia

... mi è sembrata da subito una scuola di-

versa,in grado di darti nuove possibilità,

farti crescere e soprattutto perché ognuno

in questa comunità, e posso dirlo dopo solo

un mese, si sente protagonista. Giacomo

Ho scelto questa scuola innanzitutto per-

ché avevo voglia di fare un liceo scientifi-

co, volevo mettermi in gioco. Il Bertolucci

aveva tutto quello che cercavo: una gran-

de disponibilità tecnologica, un corpo do-

cente all'avanguardia e una professiona-

le serietà.

Alessandro

Avevo voglia di studiare bene, sono

stato accontentato.

Marcello

Sono arrivato in questa

scuola perché mi sono

sentito in mani sicure, in

un ambiente serio dove

responsabilizzarmi e for-

marmi nel modo miglio-

re.

Francesco

Sono venuto al Bertolucci perché ne ho sempre sentito parlare bene, la presentazione mi ha convinto e penso che possa essere la scuola giusta per la mia crescita culturale. Bernardo

SPECIALE ORIENTAMENTO

I ragazzi di prima ci raccontano perché hanno scelto il Bertolucci.

Ho scelto il Bertolucci perché mi è

sembrata subito una scuola seria e

accogliente con un sistema di

insegnamento alternativo che utilizza

supporti tecnologici e moderni.

Maria Laura

Perché ho scelto il “Berto”: perché è nuova perché è tecnologica e moderna perché è accogliente perché è organizzata bene perché è piccola e tutti si conoscono perché è stato presentato molto bene e mi ha fatto una buona impressione fin da subito.

Nicola

Ho scelto il Bertolucci perché mi ha colpito l'ambiente e i profes-sori mi sono sembrati simpatici e validi. Benedetta

Ho scelto il Bertolucci perché: “Una scuola per imparare un liceo per crescere il Bertolucci per il futuro” Nicole

Ho scelto il liceo Bertolucci perché

questa scuola mi è sembrata diversa

da tutte le altre, rispetta le diversità.

Davide

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SPECIALE CLASSI PRIMESPECIALE CLASSI PRIME

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Giovedì 3 ottobre, al Campus universitario, i ragazzi

di tutte le prime classi del liceo Bertolucci hanno par-

tecipato alla “Giornata sportiva”, momento conclusivo

del progetto di accoglienza dei nuovi studenti.

All’inizio della mattinata siamo stati accolti dai nostri

insegnanti, ma anche da alcuni ragazzi delle classi più

grandi che ci hanno seguito come tutor durante le no-

stre partite oppure hanno arbitrato gli incontri. Ogni

classe è stata divisa in quattro squadre e a rotazione:

tutte hanno potuto giocare quattro sport di squadra,

calcetto, pallavolo, pallamano e basket, incontrandosi

con tutte le altre classi.

Durante le partite abbiamo avuto la possibilità di co-

noscerci, di chiacchierare, di fare il tifo e anche di fare

amicizia, sentendoci davvero parte della nuova scuola:

alla fine infatti abbiamo lasciato un po’ da parte la

competizione e abbiamo fatto spazio al divertimento.

Dopo aver praticato tutti gli sport, dopo vittorie e

sconfitte, un po’ affaticati e sudati, ma soddisfatti dei

nostri risultati, ci siamo salutati un po’ più amici!

La giornata per noi è stata molto educativa e produtti-

va. Anche dal punto di vista fisico e ci siamo davvero

divertiti molto. Sarebbe bello ripetere questa espe-

rienza tutti gli anni perché lo sport è il modo più bello

per conoscersi!

Un grazie a tutti gli organizzatori e ai nostri

supporter di quinta!

Arianna M. e Sara S. 1E

UN’ACCOGLIENZA … A TUTTO SPORT!

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NOI E GLI ALTRINOI E GLI ALTRI

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IL VOLONTARIATO: UNA BOCCATA DI OSSIGENO

PER IL NOSTRO PAESE

“La più grande ricchezza del nostro Paese è il volontariato, generoso

e disponibile com'è. E' una rete di solidarietà che costituisce una

boccata d' ossigeno.

Dacia Maraini pone in una frase tanti significati. Infatti, come scri-

ve, il volontariato è una risorsa chiave del nostro Paese, una ric-

chezza che non si misura col PIL, un elemento chiave della nostra

coesione sociale. Fare volontariato non significa solo aiutare i più

deboli e indigenti, ma è anche un modo di conoscere nuove realtà e

fare esperienze. Grazie alla conferenza tenuta al liceo Bertolucci

dall'antropologa Vincenza Pellegrino, gli studenti delle classi 2^C e

3^E hanno avuto la possibilità di approfondire l'argomento.

Con la docente si è parlato dei principi fondamentali del volontaria-

to quali “gratitudine”, “pazienza”, “tempo”e soprattutto “volontà”.

Proprio la volontà spinge infatti una persona a impegnarsi in ma-

niera costante, continua e senza ricompense concrete.

Un importante spazio è stato riservato anche alla storia del volonta-

riato, partendo dal Medioevo. Da lì un lungo percorso, segnato da

cambiamenti e rivoluzioni, ha portato alla nascita di enti statali

quali la protezione ci-

vile e i servizi sociali.

Al fianco di questi i

volontari aiutano lo

stato nel raggiungi-

mento dello scopo. La

professoressa ha par-

lato anche delle asso-

ciazioni che rappresen-

tano i poli del volonta-

riato a Parma, ossia la

“Rete dormire fuori”,

dedicata agli homeless

e ai richiedenti asilo e

i “Gas”, cioè gruppi che

acquistano prodotti biologici direttamente dai produttori (scelti in

base ai criteri con cui operano). Vi sono anche “Futura”, per le don-

ne e le madri in difficoltà e “Il Portico”, che coinvolge i carcerati in

attività ricreative. Grazie alla conferenza si è compresa perciò la

rete di solidarietà a cui fa riferimento la scrittrice, formata non solo

da singoli elementi ma da associazioni. Queste, a differenza di un

tempo, non muovono grandi quantità di persone con un solo ideale,

ma sono meno ideologicizzate e si basano su azioni concrete in cui

ognuno può vedere i risultati del proprio impegno.

Un esempio presente sul territorio di Parma è “La Bula”, ossia una

cooperativa che si rivolge in particolare ai ragazzi diversamente abi-

li attraverso la quale gli operatori, assieme ai volontari si adoperano

per insegnare loro il mestiere di falegname e artigiano.

Grazie all' incontro quindi gli studenti hanno compreso l' importan-

za del volontariato e dei volontari, elementi fondamentali della no-

stra società, il cui fabbisogno, come dice la Maraini con l' espressio-

ne “Il volontariato costituisce una boccata d' ossigeno”, è in continuo

aumento.

Andrea Quarantelli 2C

Anche quest’anno il nostro liceo aderisce al

progetto Emporio, un progetto di

“solidarietà” che si occupa di fornire viveri a

coloro che, a causa della crisi che sta colpen-

do il nostro Paese, non hanno abbastanza

denaro per acquistare cibo. La grave situa-

zione economica che si aggrava giorno per

giorno non è un dato che può essere trascu-

rato da noi studenti solidali, poiché diverse

famiglie si trovano in difficoltà.

70 zaini, 40 astucci, 146 quaderni

Con l’inizio dell’anno scolastico sono emerse

nuove richieste dalle famiglie povere, ovvero

il materiale scolastico che sembra avere an-

cora prezzi molto elevati. Quindi dal 5 Set-

tembre al 10 Ottobre il Bertolucci ha aderito

alla campagna di Emporio “Tutti a scuola

con lo zaino”, che proponeva la raccolta di

materiale scolastico nuovo o usato. Il nostro

liceo è diventato uno dei punti di raccolta

della città: da studenti e professori sono arri-

vati circa 70 zaini usati, 40 astucci, 146 qua-

derni e tanti pennarelli e matite colorate.

RACCOLTA DI ZAINI ASTUCCI E

QUADERNI PER...

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31 ottobre, Parma - Il coraggio non urla ma sorri-

de. Perché, per urlare, serve un respiro breve ma

intenso che si brucia immediatamente e di cui non

rimane altro che un’ eco lontano.

Per sorridere, invece, bisogna averlo dentro, l'urlo.

Aung San Suu Kyi, nel salire sul palco, sembra gal-

leggiare. Si gira verso i presenti e sorride: Aung San

Suu Kyi l'urlo, dentro, ce l'ha eccome. Nessuno po-

trebbe restarle indifferente.

Ed è proprio l'indifferenza che va abbattuta, col can-

to, con la musica che è universale, con la parola e la

comunicazione, con la positività e con l'impegno nel

presente.

All'Auditorium Paganini la formalità dell'incontro

con il premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi

passa in secondo piano.

"All we're saying is give peace a chance" cantano in

coro tutti i giovani di Parma per accoglierla e fra

questi anche io, che ammetto, dopo le titubanze ini-

ziali dovute alla mia voce non proprio intonata, mi

sono trovata a riflettere sulle parole di John Lennon.

Dare alla pace un'opportunità. Sembra quasi una

parola dell'altro mondo, quella della pace, abituati

come siamo a correre sempre e continuamente tutti i

giorni e a ritrovarci la sera con la testa gonfia di

stanchezza e di poca voglia di alzarsi.

Ignoriamo noi stessi così spesso che quasi siamo una

presenza ingombrante.

Si accende la televisione sperando che sia successo

qualcosa di bello e di utile, che qualcosa si sia smosso

finalmente nella palude che ci circonda. Ma tutto ciò

che questa ci sa dire è che non soltanto dovremmo

essere stanchi per la nostra giornata, ma anche per

quella di tutti gli altri. Stanchi delle infinite guerre e

degli infiniti conflitti per mantenere un chi lo sa cosa

petrol-denaro, delle spese infinite per armi e caccia-

bombardieri, del futuro che per noi giovani assume

ogni giorno di più la forma di un punto interrogativo,

delle rinunce, dell'impossibilità, dei sacrifici, della

schiavitù invisibile.

Dare alla pace un'opportunità, non è proprio cosa da

poco.

Qui e in Birmania, dove la pace è guerra.

Significa uscire dalla mediocrità di un'esistenza ab-

bandonata a se stessa.

Significa avere l'urlo dentro e mantenersi lucidi in un

mondo drogato dalle migliaia di informazioni che viag-

giano velocissime e prive di senso.

Significa imparare, conoscere, studiare.

Dare alla pace un'opportunità.

Sì, magari alla fine qualcosa di nuovo potremmo rica-

varne davvero.

Un Premio Nobel non significa niente.

Considerando che è stato dato a personaggi discutibili

e non è stato dato ad altri per altre discutibili ragioni,

un premio Nobel è un oggetto, un simbolo.

Ciò che ha fatto lei, Aung San Suu Kyi, è qualcosa che

va ben aldilà di qualsiasi simbolo.

L'Auditorium Paganini lo sa, lo sa che in realtà un

Premio Nobel è soltanto un premio ma che lei è qual-

cosa di più, lo sanno gli studenti che battono le mani e

cantano, vedono la forza di quella donnina pur essen-

done tanto distanti, per età e per cultura, lo sanno gli

insegnanti e lo sanno le istituzioni presenti tra cui il

sindaco Federico Pizzarotti, Vincenzo Bernazzoli e la

Senatrice Albertina Soliani.

Parla ai giovani Aung San Suu Kyi, oggi, 31 ottobre.

Parla a noi. Parla a me. Parla a te.

E parla anche a quelli più piccoli che di tempo davanti

ne hanno forse di più.

Che significa stare meglio? Ci chiede.

Che significa comunicare?

Che significa pace?

Che significa democrazia?

Democrazia.

Che cosa sei disposto a fare tu?

Dare alla pace un'opportunità. Non è proprio cosa da

poco. Ma un passo alla volta. Non praticare per essere un leone. Ruggisci!

Giulia Di Rienzo 5E

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OLTRE LA SCUOLA OLTRE LA SCUOLA

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Giovedì 5 dicembre gli studenti

Mattia Cavalli, Umberto Maggio-

relli e Andrea Quarantelli, in occa-

sione del progetto EDUC, hanno

intervistato il vicepresidente Aldo

Caffagnini e il consigliere Ema-

nuela Baistrocchi dell’associazione

GCR Parma (Gestione Corretta

Rifiuti). L’incontro si è svolto pres-

so l’hotel Savoy di Parma e ha ri-

guardato essenzialmente il contro-

verso tema dello smaltimento dei

rifiuti e dell’inceneritore di Parma. Si è parlato

dell’organizzazione, del compito dei volontari che ne fanno

parte e delle proposte alternative allo smaltimento tramite

inceneritore. Il colloquio è durato circa 1.30h e gli intervi-

stati hanno risposto in

maniera chiara a quasi

tutte le domande, in

particolar modo hanno

sottolineato l’inefficacia

e l’inutilità dell’impianto

di Uguzzolo, promuoven-

do invece la raccolta dif-

ferenziata e confidando

in un futuro a “rifiuti

zero”. Il principale que-

sito posto dai ragazzi ha riguardato il ruolo dell’ associazio-

ne, in particolare ora che la costruzione dell’inceneritore è

stato conclusa. Il consigliere ha dunque parlato degli eventi

in programma e del tentativo di sensibilizzare i cittadini ad

una tematica importante come quella ambientale. Il vice-

presidente ha parlato invece della possibilità a Parma di

raggiungere il 90% di rifiuti riciclati immediatamente e con

la sola volontà dei cittadini, lasciando al termovalorizzatore

un esiguo 10% che non ne soddisferebbe la richiesta. Un

altro esempio fatto è stato quello della città californiana di

San Francisco, dove il riciclo di rifiuti ha raggiunto l’80% e

punta al riutilizzo totale entro il 2020, situazione da cui la

nostra città dovrebbe prendere spunto. In conclusione si

può affermare che l’ incontro sia stato un’ esperienza positi-

va per gli studenti e che ha contribuito ad accrescere la

loro conoscenza circa le tematiche affrontate e ad entrare

nel vivo di un dibat-

tito “scottante” co-

me quello del pro-

getto del termovalo-

rizzatore che agita

la nostra città da

anni..

Mattia Cavalli

Andrea Quarantelli

2C

Silvia Fontana presenta il progetto SCUOLA 2.0 con cui il liceo

Bertolucci ha vinto il bando nazionale indetto dal MIUR Giovanni Biondi, Indire

Il liceo Attilio Bertolucci è una delle sei scuole

dell’Emilia Romagna riconosciute come scuole

2.0. Ma cosa significa 2.0 nel contesto della pub-

blica istruzione? Il primo pensiero va alla dota-

zione tecnologica: rete wifi, Lim, tablet, notebook,

smartphone, e-book. E fin qui ci siamo. Ma se dal

pensiero si passa alla riflessione, ci rendiamo

conto che 2.0 è qualcosa che va oltre il mero stru-

mento: 2.0 è strategia, linguaggio, comunicazio-

ne, relazione. Il cambiamento non è

nell’acquistare l’ultimo modello di tablet, ma

nell'acquisire la vision di un nuovo modello di

scuola. Una scuola che inventa nuovi stili didatti-

ci, che riconfigura i suoi tempi e spazi di appren-

dimento, che si allinea con il mondo che fuori e-

volve a velocità vertiginose. E’ superata l’idea di

una tecnologia relegata al laboratorio informati-

co: l’innovazione digitale dovrà essere diffusa in

tutte le classi, nei di-

partimenti disciplinari e

nei diversi comparti

dell’istituto, dalla diri-

genza all'amministra-

zione, dalle famiglie

alle istituzioni del terri-

torio. La scuola 2.0 va pensata come un insieme

sistemico di vasi comunicanti in digitale. Su que-

sto e su altro il liceo Bertolucci, rappresentato

dalle prof. Fontana, Silvia Monica e dal dirigente

Aluisi Tosolini, si è confrontato a Genova con i

dirigenti e i docenti delle scuole 2.0 del nostro

Paese. A introdurre e seguire i lavori la dott.ssa

Melina, dirigente dei sistemi formativi del Miur e

il dott. Biondi, direttore dell’Indire.

FIERA ABCD DI GENOVA: BERTOLUCCI SCUOLA 2.0

PER UN FUTURO A RIFIUTI ZERO . INTERVISTA ALL’ASSOCIAZIONE GCR DI PARMA

Maria Letizia Melina, direttore gene-

rale direzione studi, statistica e siste-

mi formativi del Miur.

Dal 28 novembre all’8 dicembre l’aria di Parma supera i limiti delle polvere

sottili. Fonte: sito del GCR di Parma

L’impianto di Ugozzolo PR

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An unforgettable experience: students from all over Europe sin-

ging together on the same stage the same Mozart’s song, Ave

Verum!

How exciting it was to attend an English class together with our

English partners! We liked the feeling of sharing one day in an

English school.

I will never forget this Comenius experience …

...because I had the chance to sing with such a wonderful

group of European boys and girls.

Name: Giorgia Orlandini

...because I extremely enjoyed the music workshop at

school.

Name: Sebastiano Ferrarini

...because I was envious of those students who could play

an instrument very well.

Name: Guido Spaggiari

...because I realized that music is a wonderful school subject: I would like to learn music in my Ital-

ian school, too.

Name: Annalisa Ferrari

...because I met the most adorable English girl in the world...

Name: Tommaso Zanichelli

We have learned so many impressive facts about Mozart.

1) It was in London that Mozart composed his first two symphonies.

2) Wolfgang dedicated various compositions to members of the royal

family.

3) Mozart arrived in London on 23rd April 1764 and spent over one

year there.

4) Wolfgang and his sister ga-

ve several concerts for the

King and Queen.

5) Mozart meet his contempo-

rary Johann Christian Bach.

COMENIUS LondraCOMENIUS Londra

IN MOZART FOOTSTEPSIN MOZART FOOTSTEPS

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Poeti di PRIMA CLASSE (as 2012Poeti di PRIMA CLASSE (as 2012--2013)2013)

MORTE STAVOLTA MI HA TOCCATO, HO PERCEPITO IL NULLA

CHE PORTA CON SÉ.

LA SUA SCIA DI DOLORE,

IL SENSO DI IMPOTENZA CHE DIPINGE SUI VOLTI DEI FAMILIARI.

E ORA LA VEDO LÌ, IMMOBILE, CERULEA.

PERCHÉ ORA? PERCHÉ LEI?

SEMBRA TUTTO FINITO. PER SEMPRE.

IL DOLORE É CONTAGIOSO,

SI PROPAGA COME UN FIUME IMPETUOSO CHE TRAVOLGE GLI ARGINI.

NON VOGLIO ACCETTARE QUESTA VISIONE,

NON MI PIACE,

NON MI RENDE GIUSTIZIA,

I CONTI NON MI TORNANO.

TANTE CULTURE LA VIVONO DIVERSAMENTE,

POSITIVAMENTE.

NON ACCETTAZIONE MA GIOIA VERA.

CREDENZE PIÙ ANTICHE CI PARLANO DI REINCARNAZIONE.

UN PASSAGGIO, UNA TRASMIGRAZIONE, UN ACCESSO AD UN LIVELLO SUPERIORE.

COME UN ESAME SUPERATO.

E CON GIOIA FESTEGGIANO,

ACCOMPAGNANO IL PRESCELTO.

QUESTO È COGLIERE L’IMMENSITÀ DELLA VITA,

VIVERNE LE BELLEZZE E CAPIRE A FONDO LA SUA ESSENZA,

SUPERARE LA PAURA.

VOGLIO PRENDERE SPUNTO DA QUESTO PER PROVARCI.

E LA NONNA NE SARÀ FELICE.

Nicholas Piola I B

VITA E' come una partita di calcio

Va vissuta ogni secondo,

ogni minuto.

Una gara di atletica

saltare gli ostacoli senza farli cadere.

La vita è come un libro,

va vissuta passo per passo.

Una grossa sfera

che prima o poi esplode.

Non è difficile raccontarla,

il difficile è viverla sognando.

C’è una sola opportunità

Che ti permette di fare il salto di qualità,

come quando un compagno ti offre una palla su un piatto d’argento

e tu non la sfrutti.

Leonardo Altilia 1B

COME UN’ALTALENA C’è sempre un momento in cui tutto finisce,

quando non hai più carte in mano

e non ti rimane altro che guardare gli altri

giocare le proprie mosse. Capita a volte di svegliarsi la mattina

e non vedere l’ora che ritorni la sera

perché finisca il prima possibile la giornata.

È un'altalena appesa ad un sottile ramo

dell’albero.

Quel ramo di salute.

Quel ramo

formato da tutti coloro che ci sono a fianco e che ci sostengono.

La persona a cui è rivolto ogni nostro gesto più sincero,

è la corda che ci lega direttamente alla vita

e che ci sorregge nella tempesta

spinti dalle emozioni nel vento,

a volte cullati silenziosamente

altre strattonati dolorosamente,

ci muoviamo tra coloro che amiamo di più.

Non è la vita ad essere immensa,

sono le emozioni che si provano ad esserle.

I rami di quell’albero infiniti.

Il vento che ci sospinge infinito.

Un giorno le corde che ci sorreggono si spezzeranno,

il peso dell’esperienza segnerà la fine.

Quel vento che soffiava

ci ha fatto conoscere volti amati,

tutto ciò che abbiamo lasciato apparterrà a loro,

la nostra storia diventerà parte della loro storia

e noi vivremo per sempre

nei gesti

di chi verrà dopo di noi.

Nicole Sterlini, I E

La città di Dante, gli studenti del liceo Attilio Bertolucci e un presidente di

giuria di nome Quasimodo. Di sicuro stiamo parlando di poesia. Più precisa-

mente della premiazione della III edizione del concorso letterario

“Lorenzo Cresti”. Dedicato all’omonimo ragazzo, tragicamente scomparso

nel 2008, il concorso era diviso in tre sezioni: due a tema libero (una per

adulti e una per ragazzi) e una riguardante il tema “inquietudini e speranze

nella vita degli adolescenti”.

Molti sono gli studenti del liceo Bertolucci che hanno partecipato, nella ter-

za categoria, grazie soprattutto all’intervento della professoressa Pelosi.

Fra loro, ben undici ragazzi hanno ottenuto una segnalazione di merito:

Nicholas Piola, Leonardo Altilia, Federico Mori, Gabriele Tarussio, Giulia

Riccò, Francesca Cazzulani, Davide Gherardi, Andrea Zammarchi, Maria

Chiara Guggia, Riccardo Monaco e Nicole Sterlini. Gli ultimi tre citati sono

andati personalmente a ritirare il premio, anche a nome di tutti i compagni, rappresentando

così l’intera scuola. La cerimonia di premiazione si è tenuta a Firenze, nella Sala dei 500 dello

storico Palazzo Vecchio, sede del Comune e simbolo della città, ambiente che ha molto contri-

buito a creare l’atmosfera adeguata. Insieme ai riconoscimenti, i ragazzi premiati hanno rice-

vuto un’antologia contenente tutte le poesie dei vincitori, una medaglia e una targa per la

scuola. Intanto è già stato pubblicato il bando per l’edizione del 2014: c’è da scommettere che

gli studenti del Bertolucci sapranno farsi onore ancora una volta.

Riccardo Monaco, Maria Chiara Guggia 2C

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LA VITA è IMMENSA La vita è immensa, lo capii girando il mondo, vedendo altri luoghi, altre persone, altre vite. Come nel cuore della Francia,

a Parigi la capitale dei romantici e dei raffinati,

oppure a Barcellona luogo per persone dall'animo colorato. Non scordiamoci dell'America,

che sicuramente ospita i più vari colori

della tavolozza della vita. Ma a volte non serve allontanarsi tanto da casa, a volte basta guardarsi attorno e saper osservare con gli occhi del cuore per comprendere la maestosa immensità della vita. La vita è come il mondo nel quale vi sono molti luoghi ogni luogo corrisponde a un determinato carattere,

ad una passione e solo tu puoi scegliere quale sia il tuo posto. Tu sei responsabile della tua vita

tu puoi scegliere quale strada imboccare cerca solo di non spaventarti, perché il mondo è immenso e così lo è anche

l'immenso viaggio della vita. L'immensità non ti deve spaventare, l'immensità è il biglietto per una vita piena, l'immensità è la possibilità di variare e di conoscere, l'immensità deve essere il tuo asso nella manica. Ricorda però che la tua vita non è infinita ma infiniti sono i modi di viverla. Gabriele Tarussio I B

LA PIGRIZIA

La Pigrizia, lenta e indolente, riposa sdraiata sul morbido letto. La pancia grossa, le membra dormienti, sogna fantasmi immaginari, neri uccelli alleggiare d’intorno. Silenziosa cammina, nessuna traccia rimane del suo passaggio, trascina la lunga veste alla ricerca del tempo invano trascorso, tra noia e veglia. La notte non porta riposo, il lavoro non stanca la molle Pigrizia che guarda, annoiata, il venire del giorno, pensando ai mille motivi che anche

domani porranno un ostacolo al suo operare. Guarda il giardino, scarno di fiori e di frutti, solo le erbacce, cresciute in solitaria autonomia, riempion le aiuole di mono colore . Compagni fedeli, il caldo o il freddo, il sole o la pioggia le porgon la scusa per declinare l’invito dell’Opera o del Lavoro. I lunghi capelli, fili d’erba un po’ troppo cresciuti, accarezzano le spalle, lentamente ondeggianti al suo camminare, un poco arruffati dallo sbiadito ricordo del pettine. Ma ecco, improvviso, quel trillo alla porta: l’amico Lavoro,

ben sveglio e vestito, diretto in città. “Orsù vieni con me, ho bisogno d’aiuto” Ma la Pigrizia, volgendo lo sguardo all’interno risponde: “Verrei volentieri, ma ora il tempo non ho…, magari domani” Tempo perduto, tempo sprecato, un tempo un amico,

ma mai apprezzato. Giulia Riccò, I B

L’ARROGANZA

Tra le tante figlie dell’Ignoranza da sempre la prediletta è l’Arroganza. Mille occasioni trova per essere presente in discussioni o in momenti di confronto tra la gente. Si presenta ad alta voce col mento alto e il sopracciglio alzato per non rischiare di essere confusa con sua cugina Timidezza camuffata. Come il gatto alza la schiena e arruffa il pelo per apparir più grosso e minaccioso ma forse il baffo gli trema di paura, così lei si gonfia in largo e in lungo per guardare dall’alto il suo vicino e farlo sentire piccolo e meschino. Non è mai stanca di rubare per se stessa diritti, ragioni, meriti che son degli altri e questo aspro arraffar, visto a distanza, mette in mostra una coda giallo paglia. La grande bocca, avvezza all’urlo e all’improperio, ma gli occhi miopi che mentre si rimira non vedon dei sui modi la ridicolezza anzi, si piace e più si ammira e strilla più si gonfia e la sua ruvida pelle si assottiglia rendendola di fatto vulnerabile ad un aguzzo

sassolino di sagacia. Il mostro stesso gli rotola addosso e quello, con un piccolo fendente, lo fa esplodere in volatili brandelli che lascian solo un vuoto e una codina gialla. Davide Gherardi I B

OCEANO

Vita mare di emozioni, universo, dove ogni sentimento, ogni esperienza è una galassia, che cambia negli anni. La vita è tutto ciò che abbiamo. Un fiume che parte piccolo, inesperto dalla cima deserta di un monte. Ogni emozione, sentimento è un temporale che gonfia il fiume e aumenta la sua velocità verso il traguardo. E alla fine del percorso, quando non c'è più niente da scoprire, si arriva nel mare. Nella sua grandezza immutabile, non muta più nulla, quel che è fatto è fatto e non si cambia. La vita è tutto ciò che abbiamo. In essa vi è tutto, il dolore, il piacere. Noi siamo abituati a cose piccole e la vita al loro confronto è un oceano. Andrea Zammarchi I B

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UN FOGLIO BIANCO

Un foglio bianco.

Si scelgono i colori,

la tecnica con cui colorarlo,

i soggetti da disegnare, puoi scegliere cosa scrivere,

ma non puoi sapere quale sarà il risultato finale.

Mi sono fatta quest’idea dopo aver visto un quadro,

la cosa strabiliante è che non mi ricordo nè come si intitolasse

nè dove potrei averlo visto; fra i miei ricordi c’è solo

l’immagine di quel quadro spettacolare.

Voglio che la mia vita sia come quel quadro.

Voglio il verde, come la speranza di vivere ogni giorno al meglio;

voglio il giallo, per dare luce ed energia al mio quadro

e alle persone che mi stanno intorno;

il blu, come il cielo stellato del quadro dei miei ricordi,

per la serenità e la sicurezza che spero di avere tutti i giorni;

ma voglio anche tanto rosso, come la veste dell’uomo

rappresentato nel quadro, per l’amore di una famiglia

quello che spero di incontrare.

Ho capito quanti colori e quante sfumature

si possano usare in un disegno come nella vita;

di quanto sia importante tenere sempre tutte le matite

che abbiamo a disposizione ben temperate e i pennarelli

sempre funzionanti per non tralasciare anche un solo

semplice dettaglio e per avere buoni rapporti con le persone,

perchè è dai colori che usiamo, come dalle cose che facciamo, c

he iniziamo a condizionare il risultato finale.

Non voglio che la mia vita sia un quadro perfetto.

Voglio essere libera di uscire dai margini quando coloro,

voglio non avere paura che qualcuno mi guardi e giudichi il mio disegno,

voglio che il mio dipinto piaccia a me,

perché in fondo la vita è mia

ed è giusto che ognuno usi le sue matite come meglio crede.

Non voglio che il mio disegno sia esposto in luoghi importanti,

voglio lasciare il ricordo di me e del mio disegno alle persone

che mi sono sempre state vicine e, perché no, magari

mi hanno anche aiutato a colorare quella che, bella o no,

sarà sempre la mia opera d’arte.

Maria Chiara Guggia 1c

Immensità Sollevarmi in aria e vedere il mondo dall’alto. Tutto aveva un’altra prospettiva, un’altra dimensione, un altro colore. In me tutto assumeva emozioni nuove, mai conosciute prima. Ricordo la mano di mia mamma che mi stringeva forte e mi infondeva coraggio. I miei occhi erano chiusi, impauriti e quasi terrorizzati ma la curiosità era più forte. Sotto di me uno spettacolo meraviglioso, un paesaggio irreale, quasi fiabesco, un’emozione indescrivibile. La natura era lì, di fronte a me, a urlarmi che la vita è davvero immensa. Avevo voglia di tuffarmi sulle nuvole che sembravano un enorme cuscino di piume, immortalare quella scena nella mia testa, e non ripartire più come se tutto quello che avevo da vedere l’avessi visto

in quel momento.

Le case erano lontane, sembravano puntini colorati senza alcuna importanza, un po’ come un’onda nell’immenso oceano. I raggi del sole rappresentavano l’inizio di una nuovo giornata mentre qua e là si scorgevano corsi d’acqua, laghi, monti. Quel panorama mi aveva letteralmente spiazzato ma anche fatto riflettere. Il mondo non smette mai di stupirci ma ci riserva sempre nuove esperienze. La vita è meravigliosa, Infinita e immensa.

Mori Federico, 1°B

LA PIGRIZIA

Un piccolo esserino che compare dinanzi a tutti,

dall’aria convincente e sicuro di sé,

che ti parla di continuo, come il conduttore

di una vendita televisiva, che più lo ascolti,

più ti persuade e ti convince.

Forse nacque da un uomo stanco e affaticato,

che di lavorar più non poteva.

Forse nacque da un volatile

che di sbatter le ali più voglia non aveva.

Nessuno conosce la sua vera origine,

la nascita di un mostriciattolo fastidioso

come la sabbia che si infila nel costume da bagno.

Nessuno lo sa, perché con le sue mille bocche che parlano

di cercar la verità fa perdere il desiderio.

Perché con le sue mille mani ti trattiene

dal fare ogni cosa. Ogni giorno lui cerca pian piano

un essere umano debole di volontà. E una volta trovato

lo manipola, come un bambino mentre gioca

con il pongo. Niente teme, perché niente lo può evitare:

tutti potendo, scelgono la via più facile.

La Pigrizia offre ai fragili questa via,

mentre costringe i forti ad ascoltarla, e li ammalia,

e così i forti diventano deboli. E così mai più li lascerà fuggire

dalla sua trappola, come quando un pescatore che,

dopo giorni di invani tentativi, finalmente

riesce a catturare un pesce, e lo tiene stretto stretto

per non farlo scappare mai più.

Monaco Riccardo 1c

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LICEO MUSICALE ON STAGELICEO MUSICALE ON STAGE

Casa della musica

Performance del laboratorio di improvvisazio-

ne degli studenti del Liceo Bertolucci guidato

da maestro Roberto Bonati in cartellone nel

Festival Parma Jazz Frontiere.

Lions Club

Partecipazione alla serata di apertura dell’ anno so-

ciale al Lions Club di Reggio Emilia. Il presidente

di Reggio Emilia e il governatore dei Lions dell'Emi-

lia Romagna hanno sottolineato l'importanza della

formazione e della cultura per le giovani generazioni,

il sostegno e la divulgazione della musica e dell'arte

in genere, come forma alta di espressione anche a

livello internazionale.

Liceo musicale: festa nella nuova sede.

Cerimonia inaugurale nel polo scolastico di

piazzale Barbieri per studenti e famiglie. Il

presidente della Provincia Bernazzoli ha di-

chiarato: “Offriamo alla città un luogo rinno-

vato, di costruzione di nuovi talenti per il fu-

turo in campo musicale. La scuola è stata una

delle nostre priorità e i risultati si vedono”.

Il Liceo Musicale inizia l’anno scolastico con un carnet di eventi di tutto rispetto: dall’inaugurazione della nuova sede

ai concerti presso il LIONS club di Reggio Emilia e la Casa della Musica di Parma.

Senza dimenticare le trasferte internazionali previste dal progetto Comenius.

PIRANDELLO AL TEATRO DUE

PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE

Nel 1917 Luigi Pirandello scriveva la commedia

“Così è (se vi pare)”, in cui una cerchia di conoscenti

si arrovella per scoprire la verità sul comportamento

del signor Ponza, della moglie e della suocera di lui,

la signora Frola. Una verità che è inconoscibile, come

sottolinea la risata sarcastica del vecchio Laudisi, che

con la sua cecità riesce a vedere ben oltre le ristrette

prospettive degli altri personaggi.

Ecco lo spettacolo che alcune classi sono andate a vedere

al Teatro Due martedì 29 ottobre: dentro ad un gigante-

sco televisore dallo schermo rotto andava in scena, in un

ambiente da talk show, la commedia pirandelliana,

“condotta” dal “presentatore” Laudisi. Emblematico il

finale, con l’uscita dallo schermo, verso il pubblico, dei

tre personaggi “inquisiti” e del vecchio cieco, come a sot-

tolineare che l’uscita dalla finzione consiste nella sempli-

ce accettazione che la

verità non è assoluta,

ma esistono tante verità

quanti sono i personaggi

in scena, in teatro come

nella vita, e che la realtà

non è conoscibile in tutti

i suoi aspetti.

Dieci anni più tardi, il

fisico Werner Karl Hei-

senberg apriva la strada

della fisica moderna e-

nunciando il principio di

indeterminazione, per cui non è possibile conoscere

(esattamente e nello stesso istante di tempo) il valore

della posizione e della velocità (o quantità di moto) di

una particella. Ancora una volta la letteratura anticipa

la scienza. Anna Rapacchi 5D

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ORIENTAMENTO IN USCITA ORIENTAMENTO IN USCITA

PROGRAMMA ITALIA LAVORO FIPROGRAMMA ITALIA LAVORO FIXXOO

JOB&ORIENTA: UN MARE DI POSSIBILITA PEN-

SANDO AL FUTURO

Job&Orienta: la fiera dell’orientamento post-diploma.

C’eravamo anche noi, ragazzi delle quinte del Bertolucci,

accompagnati dalle professoresse Cacciani e Saponaro. Ci

siamo persi per una giornata intera tra gli stand delle uni-

versità, delle associazioni, dei corsi post-diploma, delle pro-

poste di lavoro. Tantissimi studenti, tantissime proposte,

seminari e workshop. E alla fine, le impressioni e i commen-

ti.

Alberto e Vittorio, reduci da un seminario intitolato

“Educazione all’imprenditorialità”, spiegano

quale deve essere l’atteggiamento di un im-

prenditore: la capacità di tradurre un’idea in

azione, di pensare in modo creativo per risol-

vere con prontezza i problemi, senza trascu-

rare il coraggio di assumersi i rischi e la mo-

tivazione. La conferenza si è conclusa con

una frase, tratta dal film “La ricerca della

felicità”, che ne riassume i punti essenziali:

“Non permettere a nessuno di dirti cosa non

sei capace di fare”.

“Mi è piaciuto vedere che le proposte della fiera erano molto

varie: non c’erano solo le università e le proposte di lavoro,

ma anche i reparti militari.” commenta Giacomo, mentre

Valentina, Chiara e Alice affermano di aver conosciuto ambi-

ti universitari nuovi e corsi post-diploma di cui non avevano

mai sentito parlare. Molti sono soddisfatti del contatto diret-

to e delle spiegazioni fornite dai referenti delle singole uni-

versità, anche se qualcuno si aspettava descrizioni più speci-

fiche delle singole facoltà e la presenza di più atenei. Parlan-

do dell’ambito lavorativo, Valentina si dice molto contenta

del fatto di aver potuto provare in prima persona le attività,

senza rimanere semplicemente a guardare. Nonostante

l’enorme folla di studenti a caccia di consigli e dèpliant e una

qualche inefficienza nell’organizzazione della struttura, i

nostri maturandi si sentono di consigliare quest’esperienza

anche alle prossime quinte, corredata magari di un orienta-

mento più personale (con Alpha test e colloqui singoli) come

quello portato avanti dal progetto Italia Lavoro - “FIxO”, a

cui partecipano una trentina di ragazzi della nostra scuola.

Anna Rapacchi e Maura Golah, 5^D

IL PROGRAMMA FixO:

ORIENTAMENTO & PLACEMENT

Finanziato dal Ministero del Lavoro con un bando di Italia

Lavoro, il programma FixO vuole aiutare i diplomandi

nella ricerca del proprio percorso universitario o

dell’occupazione, attraverso l’organizzazione e l’erogazione

di servizi di orientamento e intermediazione e di dispositivi

e misure di politiche attive del lavoro. Per la nostra scuola ,

il servizio è offerto a 29 studenti delle classi quinte e consi-

sterà in 15 ore di incontri, individuali e di gruppo, con e-

sperti del mondo del lavoro. L'orientamento costituisce un

elemento cruciale della stessa possibilità di inserirsi positi-

vamente nella società. Esso non va tuttavia inteso solo come

conoscenza delle diverse tipologie di studi universitari o post

superiori ma anche come concreta conoscenza e diretta speri-

mentazione del mondo del lavoro. Per questo il Bertolucci,

grazie al progetto FIxO, sperimenta un proprio modello di

Orientamento & Placement che si compone di una plura-

lità di elementi che vengono definiti con precisione per ogni

studente nel Piano di Intervento Personalizzato:

Alternanza scuola – lavoro

Stage estivi in studi professio-

nali, aziende, istituzioni

Attività di testing e di cono-

scenza delle propri potenzialità

(empowerment & ricerca attiva

del lavoro)

Conoscenza del territorio e del

contesto socio economico

Consueling orientativo.

Referenti del percorso: Maria Saponaro e Silvia Cacciani

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STUDENTI DI IERI

UNIVERSITARI DI OGGI

Abbiamo chiesto ad alcuni ex studenti che co-

sa ricordano del loro liceo

“Dei 5 anni passati al Bertolucci, lo dico con sinceri-

tà, mi è rimasto molto. Ciò che credo renda la nostra

scuola diversa dalle altre è l'ambiente quasi fami-

liare, l'atmosfera serena che si respira, il rapporto

stretto tra alunni e professori, la possibilità di poter

esprimere liberamente le proprie opinioni trovando

sempre qualcuno disposto quantomeno ad ascoltarle

ed a valutarle. Tutto questo crea un clima ideale per

affrontare un percorso formativo ed impegnativo

come quello del liceo”

LORENO MUTTI - BOCCONI

"Un lungo percorso denso di esperienze che

porterò sempre con me. È stato per noi

"pionieri" un esperimento ben riuscito, sia-

mo cresciuti insieme, costruendo giorno per

giorno forti legami e raccogliendo enormi

soddisfazioni. Ora, anche distanti, rimane

la consapevolezza che tra quelle mura ci

sente sempre un po' a casa."

CAMILLA MERCADANTI - BOCCONI

Il Bertolucci è stato per 5 anni la mia seconda casa,

luogo che mi ha arricchito e fatto crescere dal punto

di vista conoscitivo ma anche umano. Un’ esperien-

za difficile da dimenticare, ricca di soddisfazioni, in

cui ho conosciuto compagni che sono diventati amici

e professori punti di riferimento su cui si è sempre

potuto fare affidamento.

SARA CANTU’ - ARCHITETTURA PARMA

Il Bertolucci è stato un posto che mi ha visto crescere

e mi ha sostenuto nei momenti difficili. Le cose non

sono andate sempre bene ma in ogni momento sape-

vo di poter contare su qualcuno. Sono orgoglioso di

essere stato uno dei fondatori della scuola e di aver

avuto professori che stimerò per sempre e che per me

saranno sempre qualcosa in più del ruolo che svol-

gono. Un sincero grazie a loro per avermi sostenuto e

per avermi regalato tanti momenti felici.

BRUNO PROFKA - BIOLOGIA PARMA

SPECIALE INTERCULTURA

LA MIA ESPERIENZA IN CANADA

Esitante, Insicuro, Fragile: Io. Un aereo, destinazione Ca-

nada. L'inizio dell'avventura. Sentivo che sarebbe stata un

successo totale oppure una disfatta umiliante. Bianco o

nero.

Arrivato a Maskinongé, la parte francese di questo stato

enorme, la prima cosa che mi ha impressionato è stato il

panorama: campi a perdita d'occhio da una parte e un nu-

mero indefinito di alberi dall'altra. Quando le giornate

hanno iniziato ad accorciarsi, gli alberi con i loro colori le

infiammavano: uno sfavillare di rossi, gialli e arancioni.

Nel frattempo la mia vita era cambiata enormemente: ave-

vo cominciato la scuola, iniziavo a fare amicizia con i Qué-

becois.

Sono persone eccezionali e

accoglienti ma un po' fred-

de: se, per esempio, qui in

Italia è consuetudine salu-

tarsi con due baci sulle

guance, là bastava solo un

“bye” accennato con la

mano. Avevo cambiato i

miei modi di vivere (la ce-

na era alle 17,30) e ho do-

vuto persino cambiare il

modo di vestirmi: d'inverno si potevano raggiungere i -35°

C! Tutto faceva parte dell'adattamento culturale, c'era

sempre qualcosa di nuovo e “strano” da scoprire. Più i mesi

passavano e più prendeva piede l'idea che quello era il mio

posto stabile, la mia routine, la mia vita: gli amici si erano

fatti numerosi e non avevo più difficoltà né di espressione,

né di timidezza. Gli ultimi mesi “sono volati”, come si suol

dire, e tra le uscite con gli amici, le feste ed il ballo di fine

anno, sono riuscito a dare gli esami e a prendere il diplo-

ma. La fine è arrivata prima del previsto e nonostante l'ini-

zio sia stato tutt'altro che promettente posso dire di aver-

cela fatta.

Livio Frati 5E

VERSO L’INFINITO E OLTREVERSO L’INFINITO E OLTRE