La Settimana n. 14 del 14 aprile 2013

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 14 aprile 2013 La Pasqua è Gesù che ci salva con il suo amore. proprio per questo il suo messaggio non può essere offerto solo ai credenti! Credenti e non cre- denti, infatti, sempre, ma soprattutto oggi, hanno tanto bisogno di amo- re e tanto bisogno di salvezza. Ma, credenti e non, corrono un grave ri- schio: quello di cercare da una parte l’amore e dall’altra la salvezza e fini- scono spesso per trovare solo dell’apparente amore che proprio non sal- va; e delle provvisorie salvezze, perché non vengono dall’amore. [...] Il Gesù della Pasqua unisce questi due grandi bisogni dell’uomo: il desi- derio di amore e di salvezza. Ci salva dalla morte offrendo a tutti la sua resurrezione, ci salva dalla disperazione rivelando la presenza del Padre, ci salva dall’isolamento rendendoci tutti fratelli, ci salva dalla colpa dan- do il perdono e indicando la vera via della pace che inizia dalla coscienza di ognuno. Pasqua 1980 Felici e bellissime «coincidenze» 2000 anni dalla sua morte Maria continua ad essere viva e a elargire aiuto alle persone che la invocano con fede e purezza di cuore. La testimonianza più vicina e viva è il Santuario di Montenero, dove la sacra icona della Vergine concede ogni giorno centinaia di Grazie. Non ultima la guarigione di un bambino affetto da un male gravissimo, ma da quando sono a Livorno sono venuto a conoscenza perlomeno di sei casi di persone che hanno ricevuto Grazie dalla Madonna di Montenero». Le parole del Vescovo, espresse durante l’omelia di Pasqua, hanno ricordato a tutti la realtà vera e attualissima dei miracoli, portando alla luce anche un fatto concreto avvenuto recentemente al Santuario. Il caso del piccolo, raccontato dal Vescovo è stato confermato dal parroco di Montenero don Luca Giustarini, testimone oculare della vicenda. “Il padre del bambino è arrivato da me una sera – ha raccontato il sacerdote - disperato, dopo la diagnosi della malattia del figlio piccolissimo ricoverato al Meyer di Firenze: un tumore al cervelletto. Aiutami ti prego, mi ha detto: il bambino è stato battezzato qui a Montenero, la Madonna mi deve aiutare! Ci siamo inginocchiati insieme e abbiamo invocato Santa Gemma perché chiedesse per noi la Grazia alla Madonna. E così è stato: oggi il bimbo è sano e la malattia non ha lasciato conseguenze. Questo è il secondo caso – ha rivelato don Luca – di un bambino con questa stessa patologia, guarito grazie all’intercessione di Maria di Montenero, pregata proprio in questo luogo di devozione. A « Sulla vicenda il vescovo Simone è intervenuto diverse volte, incalzato dai giornalisti: “Per adesso non possiamo parlare di miracolo – ha affermato monsignor Giusti – ma indubbiamente si tratta di Grazie. Pensate ad una famiglia disperata perché il proprio piccolo sta male e dopo pochi giorni tutto si risolve nel migliore dei casi e senza lasciare strascichi… bravissimi i dottori, certo, le percentuali di “riuscita” dell’intervento erano alte, certo anche questo, ma può darsi anche che qualcuno da lassù abbia “guidato” l’intervento, abbia sostenuto i medici, abbia protetto il bambino e donato speranza ai genitori! Parliamo pure di “felice coincidenza”… ricordiamoci però che non è l’unico caso… un altro bambino, qualche tempo fa… la stessa situazione… e poi ancora tanti altri, che invocando la Vergine hanno ricevuto aiuto, sostegno, consolazione… parliamo allora di “tante felici coincidenze”!! “Certo è che negli ultimi tempi – ha continuato il Vescovo –ho notato una “ripresa di attività” al Santuario di Montenero, l’ho paragonato ad un vulcano che per molti anni è stato quasi addormentato e adesso sembra ricevere nuove scosse: si sono moltiplicati infatti e con una intensità davvero grande, i casi di persone che invocano con fede la Madonna e ne ricevono aiuto… arriveranno anche i miracoli? Può darsi! Quando i segni saranno inequivocabili, allora aprirò la commissione scientifica e medica per verificarli, ma nel frattempo spero che livornesi, e non, continuino a ricorrere all’aiuto di Maria e a pregarla con fede!” c.d. LA VISITA AD LIMINA el corso della Visita ad Limina Petri dei Vescovi della Toscana, che si svolge in questa settimana, monsignor Simone Giusti avrà un incontro diretto con Papa Francesco per esporre la situazione della Chiesa livornese e del territorio in cui svolge la sua attività pastorale. Un momento eccezionale in cui il Pastore della Chiesa Livornese par- lerà di Livorno e dei livornesi con il nuovo Papa. Un incontro a cui monsignor Giusti si è preparato da tempo, con la collaborazione di quanti lo affiancano nell’esercizio del suo ministero episcopale. Da questa preparazione è scaturito un interessante quadro sintetico della diocesi che il Vescovo presenta al Papa. In questa pagina monsignor Giusti anticipa ai lettori della Settimana le linee di fondo su cui si ar- ticolerà la sua relazione al Papa. DI MONSIGNOR SIMONE GIUSTI Quando venerdì mattina avrò modo di essere davanti a Papa Francesco cosa gli dirò? Per prima cosa gli offrirò un breve quadro sintetico sull’evoluzione della Diocesi di Livorno in questi ultimi sei anni trascorsi dall’ultima Visita ad Limina Petri, avvenuta nell’aprile 2007. Gli parlerò innanzittutto di Livorno e del suo storico legame con il Santuario di Montenero.Dirò a Papa Francesco che il culto mariano verso la Madonna delle Grazie di Montenero, Patrona della Toscana, contrassegna tuttora la religiosità livornese. Il Santuario di Montenero è il vero centro spirituale di tutta la diocesi, i maggiori eventi della Diocesi o si svolgono al Santuario o hanno per oggetto proprio la Santa Vergine. Ogni mese si svolge un pellegrinaggio a piedi guidato dal Vescovo, al santuario di Montenero al quale vi è da sempre una buona partecipazione. Al Papa descriverò anche un altro appuntamento di rilievo della vita religiosa della Diocesi, la festa di S. Giulia, patrona della città. Una circostanza che unisce oltre alla realtà ecclesiale anche l’intera comunità civile, non solo per le celebrazioni liturgiche ma, in questi ultimi anni, anche in proposte collaterali, culturali, sportive, ludiche, per fare della Festa della Patrona un momento d’incontro e di identificazione religiosa dell’intera popolazione cittadina. Per quanto riguarda la religiosità della diocesi dirò che nella popolazione vi sono ancora tanti segni di appartenenza alla Comunità Cristiana (la stragrande maggioranza delle famiglie sceglie l’ora di religione per i propri figli alla scuola pubblica e le firme per l’8xmille alla Chiesa Cattolica sono nella media nazionale) ma vi sono anche segni contrari come il calo del numero dei bambini battezzati e di quello dei matrimoni e dei funerali religiosi. Della pratica religiosa dirò che il Popolo Cristiano ha nell’Eucarestia domenicale il suo fulcro, anche se la messa domenicale è su livelli nettamente inferiori alla media nazionale e da rilevamenti recenti indipendenti (facoltà di Scienze Politiche di Pisa) si attesta attorno a circa il 12%. Sul piano pastorale riferirò che in Diocesi sono presenti comunità significative e incisive sul territorio ma chiamate ad un maggiore impegno educativo verso tutti i fedeli, in primis i genitori, i giovani, i ragazzi, gli anziani. Ancora tanti sono i passi che molte comunità parrocchiali devono fare sul terreno educativo al fine di giungere a generare cristiani e a riannodare “la traditio fidei” fra le generazioni. Si sta promuovendo il rinnovamento educativo con riforme strutturali della pastorale parrocchiale dando a tutti indicazioni precise, uniformi e inderogabili per tutta la diocesi. Le Comunità sono chiamate a crescere spiritualmente e nella testimonianza missionaria nonché nel senso e nella vita della Chiesa Locale, superando il parrocchialismo. Le Comunità Parrocchiali sono attente nell’aiuto materiale al povero, iniziano ad evangelizzare i poveri e ad assumere atteggiamenti lontani dal proselitismo e portatori di un primo annuncio evangelico, ma anche su questo il cammino da fare è ancora lungo. Il Progetto Culturale Diocesano in questo senso sta dando speranza facendo crescere laici consapevoli della ricchezza del pensiero della Dottrina Sociale Cattolica e pronti a dialogare e a collaborare con tutti gli uomini di buona volontà per il bene comune del territorio, ma senza cedimenti sui valori irrinunciabili, nella piena fedeltà al Magistero. Buona è la presenza del laicato cattolico organizzato nelle Aggregazioni Laicali, vera ricchezza della Chiesa Locale; si dovrà operare per una sua crescita perché, sovente, solo nelle Aggregazioni Laicali si riesce a formare giovani e adulti cristiani vista la debolezza educativa di ancora molte parrocchie, positiva è la presenza di Associazioni storiche quali l’Azione Cattolica Italiana e l’AGESCI. Sufficiente è il numero del clero che permette di avere un parroco per ogni comunità parrocchiale anche per le più disperse, le più piccole con 200 o 300 abitanti. Un parroco, anche se anziano o malato, è quanto mai prezioso per mantenere e coltivare una vita spirituale cattolica in una comunità. Il numero delle parrocchie in diocesi è, invece, insufficiente viste le nuove realtà urbanistiche sorte soprattutto nella periferia di Livorno e pertanto sono state aperte in questo ultimo periodo due nuove parrocchie e altre dovranno essere promosse per una più attenta cura pastorale dei fedeli. Vicini alla diocesi sono molto imprenditori e diversi dirigenti di realtà produttive, molti di essi sono entrati a far parte della denominata “Lobby per i poveri”la quale ha come fine influenzare le politiche locali a favore dei poveri e reperire finanziamenti per i progetti promossi a loro favore dalla Fondazione Caritas della Diocesi. Sulla questione della scelta preferenziale per i poveri riferirò nel dettaglio delle tante realtà diocesane a servizio degli ultimi e dei progetti in cantiere per potenziare ancora questa presenza della Chiesa nel territorio diocesano. N Un riassunto per Papa Francesco: la Livorno cattolica del 2013 Livorno e la Madonna di Montenero i racconta che l’immagine di Maria di Montenero venne rinvenuta in circostanze “miracolose”intorno alla metà del 1300 e che un pastore storpio ricevette l’ordine di trasportarla sul monte, laddove il quadro stesso “gli facesse segno col rendersi grave e pesante”. Altri attribuiscono la tavola al pittore pisano Jacopo di Michele, detto Gera, e probabilmente questo fu uno dei quadri “sopravvissuti” alla distruzione di molte icone mariane, decisa in quel tempo. Da Livorno, meta di naviganti di ogni paese, il culto di Maria di Montenero, la cui custodia venne nel frattempo affidata ai monaci Vallombrosani, si diffuse velocemente, al punto che ne ritroviamo tracce non solo in Italia, ma anche in Svizzera, in Grecia, in Africa. Il popolo labronico nelle vicende dei secoli è sempre ricorso a questa immagine invocandola soprattutto nei momenti di difficoltà. I più eclatanti furono il disastroso terremoto del 27 gennaio del 1742: la Madonna operò il miracolo ed il sisma non provocò alcuna vittima; da allora i livornesi fecero voto che avrebbero iniziato il carnevale solo dopo quella data. Ed i bombardamenti del 1943, a cui seguì la “peregrinatio Mariae” in tutte le parrocchie della diocesi. Livorno, inoltre, ospitò il primo congresso mariano della storia nell’agosto del 1895, e per molti anni a seguire il nome della città fu associato a quello di Maria. Il Santuario di Montenero è tuttora meta continua di pellegrinaggi da tutta Italia e anche dall’estero. c.d. S Anche al Papa il Vescovo racconterà delle Grazie della Madonna di Montenero e di come il Santuario sia luogo di invocazioni e preghiere Tra Madonna di Montenero e «lobby» per i poveri La storia di un bambino guarito e molte altre storie di invocazioni di Grazie alla Madonna di Montenero: il vescovo Simone si esprime sulle vicende emerse negli ultimi mesi IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

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Settmanale della Diocesi di Livorno

Transcript of La Settimana n. 14 del 14 aprile 2013

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

14 aprile 2013

La Pasqua è Gesù che ci salva con il suo amore. proprio per questo il suomessaggio non può essere offerto solo ai credenti! Credenti e non cre-denti, infatti, sempre, ma soprattutto oggi, hanno tanto bisogno di amo-re e tanto bisogno di salvezza. Ma, credenti e non, corrono un grave ri-schio: quello di cercare da una parte l’amore e dall’altra la salvezza e fini-scono spesso per trovare solo dell’apparente amore che proprio non sal-va; e delle provvisorie salvezze, perché non vengono dall’amore. [...]Il Gesù della Pasqua unisce questi due grandi bisogni dell’uomo: il desi-derio di amore e di salvezza. Ci salva dalla morte offrendo a tutti la suaresurrezione, ci salva dalla disperazione rivelando la presenza del Padre,ci salva dall’isolamento rendendoci tutti fratelli, ci salva dalla colpa dan-do il perdono e indicando la vera via della pace che inizia dalla coscienzadi ognuno.

Pasqua 1980

Felici e bellissime«coincidenze»

2000 annidalla suamorte Mariacontinua ad

essere viva e a elargire aiutoalle persone che la invocanocon fede e purezza di cuore.La testimonianza più vicinae viva è il Santuario diMontenero, dove la sacraicona della Vergine concedeogni giorno centinaia diGrazie. Non ultima laguarigione di un bambinoaffetto da un malegravissimo, ma da quandosono a Livorno sono venutoa conoscenza perlomeno disei casi di persone chehanno ricevuto Grazie dallaMadonna di Montenero».Le parole del Vescovo,espresse durante l’omelia diPasqua, hanno ricordato atutti la realtà vera eattualissima dei miracoli,portando alla luce anche unfatto concreto avvenutorecentemente al Santuario.Il caso del piccolo,raccontato dal Vescovo èstato confermato dalparroco di Montenero donLuca Giustarini, testimoneoculare della vicenda. “Ilpadre del bambino èarrivato da me una sera – haraccontato il sacerdote -disperato, dopo la diagnosidella malattia del figliopiccolissimo ricoverato alMeyer di Firenze: un tumoreal cervelletto. Aiutami tiprego, mi ha detto: ilbambino è stato battezzatoqui a Montenero, laMadonna mi deve aiutare!Ci siamo inginocchiatiinsieme e abbiamo invocatoSanta Gemma perchéchiedesse per noi la Graziaalla Madonna. E così èstato: oggi il bimbo è sano ela malattia non ha lasciatoconseguenze. Questo è ilsecondo caso – ha rivelatodon Luca – di un bambinocon questa stessa patologia,guarito grazieall’intercessione di Maria diMontenero, pregata proprioin questo luogo didevozione.

A«Sulla vicenda il vescovoSimone è intervenutodiverse volte, incalzato daigiornalisti: “Per adesso nonpossiamo parlare dimiracolo – ha affermatomonsignor Giusti – maindubbiamente si tratta diGrazie. Pensate ad unafamiglia disperata perché ilproprio piccolo sta male edopo pochi giorni tutto sirisolve nel migliore dei casie senza lasciare strascichi…bravissimi i dottori, certo, lepercentuali di “riuscita”dell’intervento erano alte,certo anche questo, ma puòdarsi anche chequalcuno da lassù abbia“guidato” l’intervento,abbia sostenuto imedici, abbia protetto ilbambino e donatosperanza ai genitori!Parliamo pure di “felicecoincidenza”…ricordiamoci però che

non è l’unico caso…un altro bambino,qualche tempo fa… lastessa situazione… epoi ancora tanti altri,che invocando laVergine hannoricevuto aiuto, sostegno,consolazione… parliamoallora di “tante felicicoincidenze”!!“Certo è che negli ultimitempi – ha continuato ilVescovo –ho notato una“ripresa di attività” alSantuario di Montenero,l’ho paragonato ad unvulcano che per molti anni

è stato quasi addormentatoe adesso sembra riceverenuove scosse: si sonomoltiplicati infatti e conuna intensità davverogrande, i casi di persone cheinvocano con fede laMadonna e ne ricevonoaiuto… arriveranno anche imiracoli? Può darsi!Quando i segni saranno

inequivocabili, alloraaprirò la commissionescientifica e medica perverificarli, ma nelfrattempo spero chelivornesi, e non,continuino a ricorrereall’aiuto di Maria e apregarla con fede!”

c.d.

LA VISITA AD LIMINA

el corso della Visita ad Limina Petri dei Vescovi della Toscana,che si svolge in questa settimana, monsignor Simone Giusti avrà

un incontro diretto con Papa Francesco per esporre la situazione dellaChiesa livornese e del territorio in cui svolge la sua attività pastorale.Un momento eccezionale in cui il Pastore della Chiesa Livornese par-lerà di Livorno e dei livornesi con il nuovo Papa. Un incontro a cuimonsignor Giusti si è preparato da tempo, con la collaborazione diquanti lo affiancano nell’esercizio del suo ministero episcopale. Daquesta preparazione è scaturito un interessante quadro sintetico delladiocesi che il Vescovo presenta al Papa. In questa pagina monsignorGiusti anticipa ai lettori della Settimana le linee di fondo su cui si ar-ticolerà la sua relazione al Papa.

DI MONSIGNOR SIMONE GIUSTI

Quando venerdì mattina avrò modo di essere davanti a Papa Francesco cosagli dirò? Per prima cosa gli offrirò un breve quadro sintetico sull’evoluzionedella Diocesi di Livorno in questi ultimi sei anni trascorsi dall’ultima Visita adLimina Petri, avvenuta nell’aprile 2007.Gli parlerò innanzittutto di Livorno e del suo storico legame con il Santuario diMontenero. Dirò a Papa Francesco che il culto mariano verso la Madonna delleGrazie di Montenero, Patrona della Toscana, contrassegna tuttora la religiositàlivornese. Il Santuario di Montenero è il vero centro spirituale di tutta ladiocesi, i maggiori eventi della Diocesi o si svolgono al Santuario o hanno peroggetto proprio la Santa Vergine. Ogni mese si svolge un pellegrinaggio a piediguidato dal Vescovo, al santuario di Montenero al quale vi è da sempre unabuona partecipazione.Al Papa descriverò anche un altro appuntamento di rilievo della vita religiosadella Diocesi, la festa di S. Giulia, patrona della città. Una circostanza cheunisce oltre alla realtà ecclesiale anche l’intera comunità civile, non solo per lecelebrazioni liturgiche ma, in questi ultimi anni, anche in proposte collaterali,culturali, sportive, ludiche, per fare della Festa della Patrona un momentod’incontro e di identificazione religiosa dell’intera popolazione cittadina.Per quanto riguarda la religiosità della diocesi dirò che nella popolazione visono ancora tanti segni di appartenenza alla Comunità Cristiana (la stragrandemaggioranza delle famiglie sceglie l’ora di religione per i propri figli allascuola pubblica e le firme per l’8xmille alla Chiesa Cattolica sono nella medianazionale) ma vi sono anche segni contrari come il calo del numero deibambini battezzati e di quello dei matrimoni e dei funerali religiosi.Della pratica religiosa dirò che il Popolo Cristiano ha nell’Eucarestiadomenicale il suo fulcro, anche se la messa domenicale è su livelli nettamenteinferiori alla media nazionale e da rilevamenti recenti indipendenti (facoltà diScienze Politiche di Pisa) si attesta attorno a circa il 12%.Sul piano pastorale riferirò che in Diocesi sono presenti comunità significativee incisive sul territorio ma chiamate ad un maggiore impegno educativo versotutti i fedeli, in primis i genitori, i giovani, i ragazzi, gli anziani. Ancora tantisono i passi che molte comunità parrocchiali devono fare sul terreno educativoal fine di giungere a generare cristiani e a riannodare “la traditio fidei” fra legenerazioni. Si sta promuovendo il rinnovamento educativo con riformestrutturali della pastorale parrocchiale dando a tutti indicazioni precise,uniformi e inderogabili per tutta la diocesi.Le Comunità sono chiamate a crescere spiritualmente e nella testimonianzamissionaria nonché nel senso e nella vita della Chiesa Locale, superando ilparrocchialismo.Le Comunità Parrocchiali sono attente nell’aiuto materiale al povero, inizianoad evangelizzare i poveri e ad assumere atteggiamenti lontani dal proselitismoe portatori di un primo annuncio evangelico, ma anche su questo il camminoda fare è ancora lungo.Il Progetto Culturale Diocesano in questo senso sta dando speranza facendocrescere laici consapevoli della ricchezza del pensiero della Dottrina SocialeCattolica e pronti a dialogare e a collaborare con tutti gli uomini di buonavolontà per il bene comune del territorio, ma senza cedimenti sui valoriirrinunciabili, nella piena fedeltà al Magistero.Buona è la presenza del laicato cattolico organizzato nelle AggregazioniLaicali, vera ricchezza della Chiesa Locale; si dovrà operare per una suacrescita perché, sovente, solo nelle Aggregazioni Laicali si riesce a formaregiovani e adulti cristiani vista la debolezza educativa di ancora molteparrocchie, positiva è la presenza di Associazioni storiche quali l’AzioneCattolica Italiana e l’AGESCI.Sufficiente è il numero del clero che permette di avere un parroco per ognicomunità parrocchiale anche per le più disperse, le più piccole con 200 o 300abitanti. Un parroco, anche se anziano o malato, è quanto mai prezioso permantenere e coltivare una vita spirituale cattolica in una comunità.Il numero delle parrocchie in diocesi è, invece, insufficiente viste le nuoverealtà urbanistiche sorte soprattutto nella periferia di Livorno e pertanto sonostate aperte in questo ultimo periodo due nuove parrocchie e altre dovrannoessere promosse per una più attenta cura pastorale dei fedeli.Vicini alla diocesi sono molto imprenditori e diversi dirigenti di realtàproduttive, molti di essi sono entrati a far parte della denominata “Lobby per ipoveri” la quale ha come fine influenzare le politiche locali a favore dei poverie reperire finanziamenti per i progetti promossi a loro favore dalla FondazioneCaritas della Diocesi. Sulla questione della scelta preferenziale per i poveririferirò nel dettaglio delle tante realtà diocesane a servizio degli ultimi e deiprogetti in cantiere per potenziare ancora questa presenza della Chiesa nelterritorio diocesano.

N

Un riassunto per PapaFrancesco: la Livornocattolica del 2013

Livorno e la Madonna di Monteneroi racconta che l’immagine di Maria di Montenero venne rinvenuta in circostanze “miracolose” intornoalla metà del 1300 e che un pastore storpio ricevette l’ordine di trasportarla sul monte, laddove il

quadro stesso “gli facesse segno col rendersi grave e pesante”. Altri attribuiscono la tavola al pittorepisano Jacopo di Michele, detto Gera, e probabilmente questo fu uno dei quadri “sopravvissuti”alladistruzione di molte icone mariane, decisa in quel tempo.Da Livorno, meta di naviganti di ogni paese, il culto di Maria di Montenero, la cui custodia venne nelfrattempo affidata ai monaci Vallombrosani, si diffuse velocemente, al punto che ne ritroviamo traccenon solo in Italia, ma anche in Svizzera, in Grecia, in Africa.Il popolo labronico nelle vicende dei secoli è sempre ricorso a questa immagine invocandola soprattuttonei momenti di difficoltà.I più eclatanti furono il disastroso terremoto del 27 gennaio del 1742: la Madonna operò il miracolo edil sisma non provocò alcuna vittima; da allora i livornesi fecero voto che avrebbero iniziato il carnevalesolo dopo quella data. Ed i bombardamenti del 1943, a cui seguì la “peregrinatio Mariae” in tutte leparrocchie della diocesi.Livorno, inoltre, ospitò il primo congresso mariano della storia nell’agosto del 1895, e per molti anni aseguire il nome della città fu associato a quello di Maria.Il Santuario di Montenero è tuttora meta continua di pellegrinaggi da tutta Italia e anche dall’estero.

c.d.

S

Anche al Papa il Vescovoracconterà delle Graziedella Madonna di Montenero e di come il Santuario sia luogo di invocazioni e preghiere

Tra Madonna di Montenero e «lobby» per i poveri

La storia di un bambino guarito e moltealtre storie di invocazioni di Grazie alla Madonna di Montenero:il vescovo Simone si esprime sullevicende emerse negli ultimi mesi

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI14 aprile 2013II

La parola alla CARITAS DIOCESANA

Un uovo di cioccolatoper fare festa insieme!

nche quest’annosi è voluto trovareun momento perpregare e fare

festa insieme: gli amiciche vengono alla nostramensa, i volontari con illoro prezioso servizio e icollaboratori, sempredisponibili a organizzarequalcosa che unisce, cheriunisce.Così è stato per il pranzodi Giovedì Santo,preceduto da unariflessione e da unapreghiera, presentataattraverso un video, sulsignificato della eucaristiaunita alla lavanda deipiedi. L’attenzione di tuttiè stata massima: Gesù chesi offre in dono e ciinsegna a servire tuttisuscita semprecommozione che alcunidei presenti hannocondiviso con la preghierapersonale. Poi il pranzocondiviso ha reso evidentela gioia della Pasqua, lagioia che nasce dalcambiamento di vita datutti atteso.Tantissimi i presenti, in unclima di amicizia generaleche si respira sempre inqueste occasioni. A tutti èstato offerto il tradizionaleuovo di cioccolato segno eaugurio di una vita nuova.

E.S.

A

uest’anno la celebrazione dellaPasqua nel carcere delle Sughere

a Livorno ha visto il conferimento delsacramento della Cresima ad IvanGiordano, un detenuto. Pur nelledifficoltà dovute ai lavori diristrutturazione con la conseguenteriduzione della presenza dei carcerati,ma non dei disagi dovuti allamancanza di spazi e di servizi percoloro che scontano la pena e pertutti gli operatori all’interno dellastruttura, il cappellano, il padretrinitario Michele Sigillino,unitamente ai volontari e alla Caritascon una quotidiana e premurosapresenza, assiste anche spiritualmentei detenuti. Il conferimento dellaCresima è infatti il segno di questoaccompagnamento spirituale cheporta ad una crescita interiore e aduna maturazione della fede che sfociapoi nella richiesta da parte deidetenuti di ricevere i Sacramenti.Monsignor Giusti ha sottolineatocome pur “stando dentro” se cilasciamo trasformare e guidare dallaCroce di Cristo, segno dell’amoreincondinzionato di Dio, ciascuno

puòdiventare unarondine evolare oltre laprigionia deipropri limiti,errori,peccati.Accoglierel’amore diCristo chesalva ci fadiventarebuoni, cirende liberi ecome le larvecitrasformiamoin farfalle; isanti ci sonodi aiuto, di

guida e ci sorreggono. Lo Spirito fa sìche oltre ad essere parole di salvezzaper coloro che ci stanno vicino,diventiamo anche strumenti disalvezza e nonostante questaresidenza, “un albergo dalle tantefinestre, ma dalle poche porte”,l’amore fa operare a Dio quellasalvezza come nella notte dellaCrocifissione nella quale, prima discendere agli Inferi Cristo offrì lasalvezza al ladrone Disma, che fu ilprimo condannato ad andare con Luiin Paradiso.

Mo.C.

Q GIUNTI A DESTINAZIONE GLI AIUTI SPEDITI DA LIVORNO

A Dodoma è arrivato il container!

La celebrazione di Pasqua al carcere

Comestrumentidi salvezza

ello scorso OttobreMissionario il vescovoSimone lanciò l’idea diraccogliere materiali

sanitari, strumentazioni, sup-pellettili e medicine per l’Ospe-dale Missionario “S. GemmaGalgani” nella Diocesi di Do-doma in Tanzania. Grazie al-l’impegno delle parrocchie del-la Diocesi di Livorno, di moltivolontari e del Centro Mondia-lità Sviluppo Reciproco, è statopossibile riempire un grossocontainer.Tramite le generose offerte dicomunità e di singoli il contai-ner è stato spedito in Tanzanianel gennaio scorso ed ora è fi-

nalmente arrivato a destinazio-ne.La dottoressa suor GemmaMkondoo, direttrice dell’ospe-dale, si trova in Italia e ha avutomodo di incontrare il nostroVescovo e di ringraziare per ilsuo tramite tutta la ComunitàDiocesana. L’arrivo del contai-ner è stata una festa ed ha riem-pito di gioia il personale dell’o-spedale che può ora migliorareil servizio ai malati ed in parti-colare a quelli più poveri. L’a-micizia è fatta anche di gesticoncreti e quindi si può direche Livorno e Dodoma ora so-no un po’ più vicine.”

Paolo Siani

N

Accoglierel’amore di Cristo chesalva ci fadiventare buoni,ci rende liberi e come le larveci trasformiamoin farfalle; i santi ci sono di aiuto, di guida e ci sorreggono

La Cresima a Ivan Giordano

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI14 aprile 2013 III

RICORDANDO Simone Casapieri

“Non arrendersi mai!”imo, è difficile scrivere inquesto momento…Vorrei poter pensare chenon ci sei perché sei in

campeggio parrocchiale,oberato da tante di quelle“faccende da campeggio” chenoi animatori conosciamobene, che non ti lasciano iltempo nemmeno per mandareun messaggio ai tuoi amici.Poi, una volta tornato dalcampeggio, ci troveremmoinsieme, una sera, e miracconteresti di tutti i bimbiche hai preso “a sberle” ocomandato a bacchettadurante i giochi, dei momentidi preghiera venuti più omeno bene, commentati contutta la tua estremaautocriticità, degli imprevistitrovati sulla via che aposteriori vengonoricordati come buffianeddoti indelebilisu cui farsi grasserisate; dei momentidi riflessione econdivisionecomunitaria opersonale avuti con i“tuoi bimbi”.I “tuoi bimbi”,quanto ci tieni aquei ragazzi… Nonci voleva molto acapirlo dal tuocomportamento maforse solo chi ti erapiù vicino è arrivatoa capirloprofondamente!Per tutto quel periodo in cui tisono venuta a trovare, in cuinon avevi modo di vederli mihai sempre chiesto di loro,anche domandando diciascuno personalmente:come stava, cosa faceva,quanto veniva in parrocchia equando sapevi di alcuni deiloro problemi mi proponevivarie soluzioni per provare arisolverli! Per non parlare poi deiproblemi della parrocchia! Livolevi risolvere tutti tu! E tantine hai risolti! Hai fatto unaquantità immensa di cose, mivengono in mente centinaia dimomenti! Quanto ti abbiamopreso in giro, ad esempio,quando ti sei presentato aduna delle piccole riunione tranoi animatori munito di unapresentazione PowerPointriguardo i problemi dei varigruppi giovanili dellaparrocchia e sulle possibilisoluzioni da attuare perrisolverli… Perché questo seitu: organizzato finoall’inverosimile, ci ha sempremesso tutti in riga e a lavorare!Con quel tuo quadernino sucui ti scrivevi tutto, pieno dischemi a punti sulle cose dafare e di idee genieali pernuovi incontri e nuovi giochi,il tutto scritto con la tuacalligrafia minuscola eindecifrabile.Tutti quei giochi da pazzoidiche organizzavamo per iragazzi, quante risate ci siamofatti prima, durante e dopo!Anche se nella mia mente iricordi migliori riguardanoquei momenti da soli, aparlare in tutta sincerità, con ilcuore aperto per confidarsi econsigliarsi a vicenda!

S

Hai lasciato un segno inelebilenelle vite dei “tuoi bimbi” malo hai lasciato anche nel cuoredegli animatori con cui haicondiviso queste miriadi diesperienze bellissime, a trattimolto faticose, ma cheaffrontate insieme ci hannoarricchito in un modo che nonriesco a spiegare, ci hannofatto crescere nella fatica con ilsorriso sempre, o quasi, sullelabbra!

Non posso parlare di tutte leesperienze e le avventurepassate insieme ai tuoi amicipiù intimi e più pazzi,sarebbero davvero troppe! Ma,chissà perchè, molte di questemi riportano con la mente aMontenero... Per non parlaredelle vacanze tutti insiemequando eravamo piccoli, conle nostre famiglie, di tutti ipomeriggi, sere, mattine,passate a giocare con varigiochi da tavolo e poi, quandoi genitori ci venivano achiamare si partiva per lecamminate! Io che arrancavoio fondo e tu come unostambecco che facevi su e giùper andare a parlare un po’con tutti!

Ci hai lasciato davvero tanto eio non sono la personamigliore per parlare di tuttoquesto, non penso di renderegiustizia a tutto quello che haifatto per le persone che più tisono state vicine: la tuafamiglia, a cui hai semprevoluto un bene dell’anima,avevi sempre un pensiero per ituoi genitori anche quandonon lo davi a vedere! I tuoimiglioti amici che ti hannoaccompagnato tanto nelle

gioie quanto nei dolori, cometu hai fatto con loro durantetutta la tua vita! E poi la tua“persona speciale”, che ti hadato veramente tanto, lo saimeglio di me, non si puòquantificare! Come non sipuò negare il tuo sguardosempre attento nei suoiconfronti, anche quando stavimale.

E’ difficile adesso pensare atutte queste cose e a momenti,non lo nego, sembra difficileandare avanti… Ma la verità èche la cosa più grande che cihai lasciato è proprio questotuo esempio di immensaforza, quel senso del “nonarrendersi mai”, di lottaresempre e comunque! Questoesempio di forza seminato inciascuno di noi negli anni incui ti abbiamo conosciuto,porta già adesso i suoi frutti: cidai la forza di andare avanti!Ogni volta che mi dovevi direqualche brutta notizia sullatua salute concludevi sempre

il discorso con “s’affronteràanche questa!” e lo facevi!Perchè non parlavi mai tantoper parlare, eri così in tutto: erideciso, se prendevi unadecisione ci mettevi anima ecorpo per rispettarla! E inquesto caso non sei stato dameno, non ti sei mai tiratiindietro!

Quello che mi viene dapensare adesso è che lasofferenza è parte delle nostrevite e la nostra lottaquotidiana, la nostra vittoriasta nel non farsi sopraffare datale sofferenza; è proprio ciòche hai fatto tu: anche quandola sofferenza c’era, ed eratanta, trovavi sempre le forzeper regalarci un sorriso, perrispondere “sto bene” appenapotevi per non farcipreoccupare!

A questo punto non mi restache ringraziarti per tuttoquesto, per la vita passatainsieme, per quanto mi haifatto crescere, per la crescita dichi ti è stato vicino e che hacondiviso una parte più omeno lunga del propriocammino con te, per tutti iragazzi che hai formato edinfine per il tuo esempio,immenso, indelebile, di forzae di speranza! La tua vita è latestimonianza più bella che cilasci!Grazie Simo, ti vogliamo bene

Irene Lepori

Un giovane ragazzoche con la sua vita è stato un esempioper gli altri finoall’ultimo giorno.Attraverso le parole di Irene e dei ragazzidel gruppoparrocchiale proviamo a farviconoscere Simone

«Ogni curva del sentiero puònascondere un’incognita.

Questo può spaventare, ma è anche ilbello del viaggio. Cammineremoinsieme.. E vedremo dove ci condurrà ildestino”Quante volte abbiamo letto questeparole alla fine di ogni tuainterminabile mail! Mai comeadesso questa frase per noi haassunto un significato tantoprofondo, dove ti ha condotto ildestino? Forse in un posto migliore,forse accanto a noi. “Cammineremoinsieme” perché, nonostante tutto,ci accompagni nel nostro viaggioquotidiano.Sono passati tanti anni, tanticampeggi, tante risate. Nel cuore diognuno di noi una manciata diricordi: c’è chi racconta delle tuegavettonate dai terrazzi, delle tuesfuriate e dei tuoi sbalzi di umore,chi rievoca i tuoi tormentoni e chiancora ride ripensando a quando,giocando a pallavolo, sei andato asbattere contro il muro dellapalestra. Tu e la tua voglia divincere!Sai Simo, stasera che siamo qui tuttiinsieme non è facilescriverti…ognuno di noi ha troppecose da dirti, le voci si sovrastano, cisembra strano parlarti così. E’ vero che 26 anni sono pochi, mati sono stati sufficienti per lasciarcila tua forza e la tua energia, il sapercogliere l’attimo, la tua capacità difarci sorridere nei momenti difficili,la voglia di dare agli altri tuttoquello che hai dato a noi. Scusaci se alla fine siamo riusciti ascrivere solo poche righe, senzariuscire ad esprimere appieno ciòche hai significato per noi.Ci manca il calore dei tuoi abbracciimprovvisi, la tua risata contagiosa, icalzini sotto i sandali, i tuoi consigli,le tue urla, la tua "Pace" data contanto vigore, il tuo sorriso….masoprattutto te!E come dimenticare i tuoi "agguati",dal niente arrivavi alle nostre spallee in un attimo ci ritrovavamo peraria stretti nel tuo abbraccio, ma delresto, come ci hai sempre detto"anche questo é il bello di essereanimatore!"Ciao Simo, non vogliamo dirti addioperché sappiamo che prima o poi ciritroveremo, chissà, magari ci stai giàpreparando un nuovo mega giocone.

Ti vogliamo bene, i tuoi ragazzi

Le parole dei ragazzi del gruppo parrocchiale

Cammineremoinsieme

LETTERA A SIMONEhi Simo, come stai ? Be’ sicuramente non mirisponderai, ma io mi sento protetto, non da una

persona a caso, ma da una persona che mi ha dato,insegnato e consigliato .. Mi ha dato gli attrezzi, legiuste risposte per andare avanti nella miaquotidianità.. Mi ha insegnato moltissime cose atutti i livelli, sia dal punto di vista religioso cristianoche quotidiano, mi ha insegnato ad affrontare legiornate con quella forza che tu stesso hai messofino all’ultima ora di quel fatidico 2 aprile.. Mi haiconsigliato altrettanto: le prime volte chefrequentavo il gruppo parlavamo, e sicuramentenon lo ricordi, ma io invece mi ricordo molto benele tue parole.. Mi dicesti che ero una personacapace di dare molto e con bellissime qualità, e chese mi fossi aperto di più con il gruppo avrei donatosempre di più.. Beh ho seguito le tue parole, i tuoiesempi e guarda oggi cosa siamo riusciti a faretutti insieme..Un gruppo unico, unito fino all’ultimomomento. Un lavoro duro ma che forse te stessoadesso che sei laggiù , tra gli angeli più belli di tutti, puoi osservare e esserne grato.Che persona che eri Simo ! Quanta forza avevi ..Che felicita’ davi in ogni tuo singolo gesto ..Attendevo sempre durante la messa il momento delpadre nostro per darti la mano e a fine preghierasentirmela stringere forte forte .. Forte come i tuoiabbracci durante il momento della pace .. Abbracciche significavano molto per me .. È’ proprio veroche contano i piccoli gesti... Non hai mai fattoniente di grande ma attraverso i tuoi piccoli gesti,piano piano , hai reso la mia adolescenza menotragica del previsto.. Ho avuto la fortuna dicrescere, maturare accanto a te .. Con te Simo hopassato quattro campeggi .. Posso dire pochi mami sono bastati per capire la persona che eri e cheoggi non c’è più ma che mi accompagna , mi haaccompagnato e mi accompagnerà per il restodella mia vita ... Non credo di riuscire a passarefacilmente questo periodo ma seguendo il tuoatteggiamento , la tua forza , il tuo carisma, la tuatenacia credo di riuscirci... Ciao simo, ciao grandeuomo, ti voglio bene, un bene sincero !

Tommaso Nencini

E

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI14 aprile 2013IV

DALL’8 AL 12 APRILE IL VESCOVO È AROMA PER LA VISITA AD LIMINA.

SABATO 13 APRILE- Ore 18.30 alla casa S. Giuseppe diQuercianella, incontro con un gruppodi genitori

DOMENICA 14 APRILE- Ore 9.00 S. Messa in cattedrale inricordo del calciatore PiermarioMorosini- Ore 16.30 parrocchia S. Agostinoammissione agli ordini sacri delseminarista Pedro Puntriano- Ore 17.00 per la visita pastorale alIII Vicariato incontro con l’AssembleaParrocchiale- Ore 20.00 in vescovado incontro conun gruppo di famiglie

LUNEDÌ 15 APRILE- Ore 10.00 udienze clero

MARTEDÌ 16 APRILE- Ore 9.30 Aggiornamento del clero invescovado- Ore 21.00 per la visita pastorale al IIIVicariato alla parrocchia di S.M. delSoccorso incontro con consiglioparrocchiale affari economici

MERCOLEDÌ 17 APRILE- Ore 9.30 Aggiornamento del clero invescovado

GIOVEDÌ 18 APRILE- Ore 11.00 a Montenero meditazioneper il movimento sacerdotalemariano regionale- Ore 16.00 S. Messa a Montenero- Ore 18.00 in vescovado incontro deicoordinatori del Progetto Culturale

VENERDÌ 19 APRILE- Ore 9.00 consiglio FondazioneCaritas in vescovado- Ore 10.00 in vescovado riunionedell’Ufficio catechistico regionale- Ore 19.00 in vescovado incontrocon i Giuristi cattolici- Ore 21.00 per la visita pastorale al IIIVicariato alla parrocchia di S.Agostino incontro con le coppie disposi

SABATO 20 APRILE- Ore 8.00 pellegrinaggio diocesanomensile a Montenero, ore 9.00 S.Messa- Ore 11.00 S. Messa alla chiesa dellaMadonna al termine dei lavori direstauro

DOMENICA 21 APRILE- Ore 10.30 parrocchia S. GiovanniBosco S. Messa e Cresime

Pastorale VOCAZIONALE Domenica 21 aprile, la Giornata Mondialeper la preghiera per le vocazioni

a Commissione per laPastorale Vocazionale

invita tutti i Parroci acoinvolgere le proprieComunità Parrocchiali allapartecipazione viva eprofonda alla Settimana e allaGiornata mondiale dellapreghiera per le vocazioni e aisuccessiviappuntamentiindicati.In particolare,propone allesingoleComunità o,ancor meglio,ai rispettiviVicariati diappartenenza,di organizzareuna Veglia diPreghiera per laquale saràpossibileseguire la bozza inviata aciascuna Parrocchia via e-mailo che potrà essere richiestadirettamente ai responsabilidella Commissione.Ugualmente, secondo leindicazioni del Vescovo,sottolinea l’importanza didedicare un’attenzioneparticolare alle CelebrazioniEucaristiche di Domenica 21Aprile p.v. in occasione della“Giornata Mondiale per lapreghiera per le Vocazioni”,seguendo, liberamente,

l’ulteriore bozza messa adisposizione.La Commissione per laPastorale Vocazionale invita,inoltre, tutte le ComunitàParrocchiali a vivere con gioiae comunione i seguentiappuntamenti:14 aprile: Ammissione all’Or-

dine sacerdotaledi PEDRO PUN-TRIANO c/o laParrocchia di S.Agostino, ore16,30;20 aprile: Letto-rato di RAMONGUIDETTI c/oParrocchia di S.Annunziata deiGreci, alla Leccia,ore 18,30;2 maggio: Letto-rato di SIMONEBARBIERI c/o

Parrocchia S. Giovanni Bosco,in Coteto, ore 21,15;4 maggio: Pellegrinaggio deibambini e dei ragazzi al San-tuario della Madonna diMontenero, con partenza alleore 15,30 da Piazzale PapaGiovanni XXIII;15 giugno: Giornata dei Mini-stranti

In fraterna unità easpettandovi numerosiL’ufficio di PASTORALE

DIOCESANA per leVOCAZIONI

L BREVI DALLA DIOCESI

Cooperatori PaoliniSABATO 13 APRILE ALLE 15.45In via Corcos, incontro dei Cooperatori paolini con donBruno Simonetto

Don Lelio BausaniSABATO 13 APRILE 2013 ALLE 18,Presso la Libreria Erasmo – Gaia Scienza, in Viale degliAvvalorati 62 a Livorno, verrà presentato il sito Internetdedicato alla vita ed alle opere di Don Lelio Bausani

USMIDOMENICA 14 APRILE ALLE 16.00All’Istituto Sacro Cuore, incontro con don Roberto Filippinidal titolo "Dal Vangelo di Luca l’incontro con Zaccheo"

Il Portico di SalomoneLUNEDÌ 15 APRILE ALLE 21.15Presso l’Auditorium della Fondazione San Carlo Borromeo(Via Lopez 44), proiezione del film "Il Cantico di Maddalena"per la regia di M. Campiotti

LUTTOei giorni scorsi è venuta a mancare lamamma di Luca Lischi, Capo di Gabi-

netto del presidente della Provincia di Li-vorno, tra i coordinatori del Progetto cul-turale diocesano, nonché collaboratoredella nostra redazione. A Luca e ai suoi fa-miliari le condoglianze de La Settimana,anche a nome dei nostri lettori

N

Agenda del VESCOVO

Diocesiinforma

Progetta con Dio...abita il futuro

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI14 aprile 2013 V

otata verso la fine delConcilio, lacostituzione "DeiVerbum" (DV),

seguendo le orme dei ConciliTridentino (1543-1565) eVaticano I (1869-1870),intende proporre la genuinadottrina sulla DivinaRivelazione e la sua Tradizione,affinché l’annunciodella salvezza, fattoa tutti gli uomini, limuova alla fede,alla speranza e allacarità. Afferma che laRivelazione non èun catalogo, unaraccolta di verità,ma una buonanotizia: la novità èche Dio c’invita aprendere parte allasua stessa vita. È,dunque, necessarioche i cristiani siapproprino delleScritture. Fin dallesue prime parole,la costituzionespiega e mostra ladinamica dellaDivinaRivelazione:"Piacque a Dionella sua bontà esapienza rivelare sestesso emanifestare ilmistero della suavolontà (cfr Ef 1,9),mediante il qualegli uomini, permezzo di Cristo,Verbo fatto carne,nello Spirito Santo,hanno accesso alPadre e sono resipartecipi delladivina natura" (DV2). Seguendo il pensiero paolino,il Concilio pone come fontaleil progetto di Dio, nascosto neisecoli e ora rivelato e realizzatoattraverso il suo Figlio. Tutti gliuomini, per mezzo di Cristo enello Spirito Santo, sono resipartecipi della stessa vita diDio: vivono grazie a Lui e perLui. Se questo è il contenutodella Divina Rivelazione, ilprogetto più intimo di Dio, lastessa rivelazione si èconcretizzata attraverso ildialogo con cui Dio "nel suogrande amore parla agliuomini come ad amici (cfr Es33; Gv 15,14-15) e s’intrattienecon essi (cfr Bar 3,38) perinvitarli e ammetterli allacomunione con sé". La vitacristiana si alimenta mediantequesto dialogo che ha originein Dio, mediante questa parolache chiama l’uomo allacomunione divina e attraversoquesta confidenza di Dio neiconfronti degli uomini. La comunicazione del Diotrinitario raggiunge il suovertice insuperabile in Cristo,che è insieme il mediatore e lapienezza di tutta intera laRivelazione. Egli, "Verbo fattocarne, mandato come uomoagli uomini, parla le parole diDio (Gv 3,34) e porta acompimento l’opera disalvezza affidatagli dal Padre(cfr Gv 5,36;17,4)" (DV 4). Egliè la Rivelazione in persona delPadre e insieme il compimentodi ogni rivelazione di Dio,attraverso la Creazione e nellastoria del popolo eletto; nelmistero pasquale, checomprende anche l’invio delloSpirito Santo, egli offre latestimonianza che "Dio è con

Vsemplicemente ha fattoconoscere qualcosa di Sé, maha comunicato Se stesso e lasua decisione di raggiungere gliuomini, coinvolgendolinell’intensa vita trinitaria. IlVaticano II, riprendendo ilVaticano I, ribadisce che ladecisione eterna di Dio è quelladi partecipare agli uomini gli

stessi beni divini(cfr DV 6). Cosìalla Rivelazioneappartengonoinsieme le parole,ma anche i doni digrazia. Allo stessomodo in cui Cristoha rivelato imisteri di Dio conla predicazione econ le operesalvifiche.Uno dei punti piùcaratteristici dellaDei Verbum èl’avere stabilitocome la DivinaRivelazione vengatrasmessa in mododiverso ecomplementaredalla SacraScrittura e dallaTradizione viventedella Chiesa. "LaSacra Tradizione ela Sacra Scritturasono strettamentetra loro congiuntee comunicanti.Poiché ambeduescaturiscono dalladivina sorgente.Esse formano, inun certo qualmodo, una cosasola e tendonoallo stesso fine"(DV 9). La SacraScrittura è Paroladi Dio, in quanto

scritta per ispirazione di Dio; laSacra Tradizione trasmetteintegralmente la Parola di Dioaffidata da Cristo Signore allaChiesa e, nello Spirito Santo,l’approfondisce. La Chiesa è lacustode della DivinaRivelazione, scritta o trasmessa,è soggetto della correttainterpretazione e accresce ildeposito rivelato.

Marco Doldi

Parla come ad amici

I DOCUMENTI DEL CONCILIO VATICANO II: LA COSTITUZIONE "DEI VERBUM".........

Nell’Anno della Fede, presentiamonuovamente i documenti del Concilio riprendendo alcuniapprofondimenti offerti dalServizio d’informazione religiosa

VATIC

AN

OII

50°

sotto la luce della ragioneumana. Il mistero di Dio puòessere avvicinato dalla ragioneumana che si trovanaturalmente aperta verso latrascendenza; la conoscenzache viene dalla fede necessitadell’uso della ragione pergiungere a una maggiorecertezza. In definitiva: con la DivinaRivelazione il Padre non

noi per liberarci dalle tenebredel peccato e della morte eresuscitarci per la vita eterna".La definitività e la singolaritàdella rivelazione di Cristo sonoi motivi per cui il cristiano nonha bisogno di altramanifestazione pubblica diDio, ma attende con speranzala manifestazione di CristoSignore al suo ritorno glorioso.Il dialogo prosegue con larisposta dell’uomo nella fede:"A Dio che rivela è dovutal’obbedienza della fede (cfr Rm16,26; rif. Rm 1,5; 2Cor 10,5-6)con la quale l’uomo siabbandona tutto a Dioliberamente, prestando il pienoossequio dell’intelletto e dellavolontà a Dio che rivela eassentendo volontariamentealla rivelazione data da Lui"(DV 5). La vita cristiana ècaratterizzata fin da subitodalla fede, intesa come pienoabbandono in Dio che faconoscere se stesso.Naturalmente, non si tratta diun mero sforzo umano perché -continua il Concilio - ènecessaria la grazia di Dio, laquale previene e accompagnal’abbandono in Dio, e sononecessari gli aiuti interiori delloSpirito Santo, il quale dona atutti la dolcezza nel fidarsi diDio. Ma la fede non è soltantoabbandono, fiducia: essa èanche conoscenza amorosadella verità rivelata; per questoè necessario lo Spirito Santo ilquale, guidando alla veritàtutta intera (cfr Gv 16,13), aprela conoscenza ai misterisempre più profondi di Dio. La conoscenza di Dio avvienecontemporaneamente sotto laluce della Divina Rivelazione e

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI14 aprile 2013VI

Speciale CELEBRAZIONI DI PASQUA

l «giro delle settechiese», tra i riti che

animano i giorni dellaSettimana Santa, è forsequello vissuto conmaggior interesse epartecipazione,soprattutto da parte deigiovani. Anchequest’anno si è ripetutal’antica tradizione delGiovedì Santo: chi perfede, chi perconsuetudine, chi percuriosità, in tanti hannopopolato le strade dellacittà per far visita agliAltari della Reposizione,comunemente, anche seimpropriamente,chiamati Sepolcri.L’altare della Reposizioneè il luogo in cui è ripostae conservata l’Eucaristiaal termine della messavespertina del GiovedìSanto. È tradizione chenelle Chiese l’altare dellaReposizione siaaddobbato in modosolenne, concomposizioni floreali econ simboli cherichiamano il misteroEucaristico. L’altare dellareposizione non è ilsepolcro simbolo dellamorte di Gesù, cometanti credono, ma luogoin cui adorarel’Eucaristia.Qui famiglie e gruppiparrocchiali si

I soffermano per riflettere,pregare, cantare esoprattutto ritrovare unmomento d’intimacomunione con il SignorGesù.L’antica tradizione delgiro sette chiese risale alXVI secolo, quando ipellegrini, in occasionedella Pasqua, erano solitirecarsi a Roma pervisitare le sette basilicheprincipali (da quella diSan Pietro in Vaticano aquella di SanSebastiano). Si dice chetale pratica penitenziale,che prevedeva dicompiere un percorsoad anello di circa ventichilometri, sia stataformalizzata da SanFilippo Neri nel giorno digiovedì grasso del 1552in opposizione aifesteggiamenti delCarnevale. In quanto alnumero di tappe, latradizione tramanda chesiano sette, come iprincipali viaggi dolorosidi Gesù nella Passione e isette dolori dellaMadonna. Vogliamo segnalarealcuni dei più suggestiviallestimenti dei sepolcripresenti nella nostra cittàe riportati nelleimmagini a lato. Chiesa di San Pietro ePaolo. Il Santo Sepolcro

è stato decorato con fioribianchi e gialli, dove ilcolore giallo simboleggiala luce, il bianco lapurezza. Il tabernacolo èrimasto illuminato pertutta la sera e la Chiesaanimata da canti epreghiere dei fedeli invisita.Chiesa di SanSebastiano. Posizionatoin corrispondenza dellacappellina con ilcrocifisso ligneo, allabase del piccolo altaretroneggiava uno scrignodecorato con tessutorosso, dove ciclicamenteveniva proiettatal’immagine del Cristo. Ailati, due a sinistra, due adestra, le torri a sostegnodi quattro immaginiretroilluminate: trespighe di grano, ungrappolo d’uva, uncrocifisso da cuiemanano raggi di luce,un tozzo di pane: laperfetta sintesi del triduopasquale. Sull’altare duecandelieri e due luminirossi postisimmetricamenterispetto al tabernacolo egigli bianchi proprio allabase del crocifissocompletavano la bellascenografia curata daPadre Ezio Bertini.

Caterina Lo Russo eFrancesca Cecconi

el proseguo dell’Anno della Fede,il Serra Club di Livorno, ha invi-

tato un esponente del mondo del la-voro per approfondire, alla luce delMagistero della Chiesa, quale sia ilruolo del cattolico nel mondo del la-voro. Il dottor Emanuele Tattanelli,presidente del Serra ha invitato l’in-gegnere dell’Eni, Agip Petroli, LuigiGiuliano che dal 2007 è Vicedirettoredella Confindustria di Livorno, spo-sato con la nipote di don Betti, con

cinque fi-gli di cuiuna russaadottata eu n ’ a l t r aaspirantesalesiana.L’ingegnerGiulianoha esordi-to facen-do notarecome siamolto dif-ficile, so-

prattutto in questi ultimi tempi dicrisi profonda associare l’aggettivo“cattolico” al lavoro. Il lavoro infattiè un valore universale, che già nellaBibbia troviamo citato ben 185 voltetra Antico e Nuovo Testamento (laparola amore invece 184 volte), equesto sta ad indicare la sua valenza.Se poi lo mettiamo in relazione adaltri aspetti come il giusto salario, ilmercato del lavoro e ai profondicambiamenti verificatisi con la glo-balizzazione, diventa veramente ar-duo rispondere alle numerose do-mande e interrogativi. Giuliano hapreso come punto fermo la Creazio-ne dal Genesi dove vediamo che l’o-pera creatrice di Dio è ben cadenzatae generatrice di ricchezza, ma col pec-cato la parola lavoro verrà associataalla sofferenza e fatica. Tutto l’AnticoTestamento farà riferimento a questoaspetto; la venuta di Gesù invececambierà prospettiva ed esso verràcollocato nella collaborazione allacostruzione del Regno dove hannotutti il diritto e dovere di partecipare;anche gli ultimi. Il lavoro pertanto èun valore universale, è una propostaper tutta l’umanità, in quanto gene-ratore di ricchezza per il bene comu-ne, non quello proprio, personale. LaRepubblica fondata sul lavoro ne fasolo un diritto, ma esso è il fonda-mento per costruire la casa comune;non è la repubblica che crea il lavoro,ma è il lavoro che sostiene lo Stato. Illavoro, al quale Cristo ha dato di-gnità in quanto libera volontà di par-tecipare all’ opera creatrice di Dio è illuogo dove ciascuno opera secondo ipropri talenti, come ricchezza anchedell’impresa. Concetto questo in pie-na antitesi con la “fabbrica matrigna”che faceva dire a Marx che l’uomo sialiena nel lavoro, purtroppo l’uomoora si aliena perché non c’è lavoro!Affrontando poi l’aspetto del “giustosalario” c’è da domandarsi se essodebba offrire il necessario per vivereo debba essere il risultato del “meri-to” e “sotto quest’aspetto si rischia discivolare in concetti molto distantidalla Parola di Dio”. C’è bisogno diuna rivoluzione delle coscienze, nonchiassosa ma interpella coloro cheaspirano ad esser classe dirigente chein questo momento deve dare esem-pio di attitudine ad operare con un’e-tica di comportamenti che deve rifar-si a dei punti fermi dove se da unaparte compito dell’impresa è genera-re ricchezza, quello della politica ècome distribuirla. Questo argomentoavrebbe richiesto ulteriori approfon-dimenti, una conferenza non è suffi-ciente. Don Gabriele Bezzi ha ricor-dato che il cristiano è colui che an-nuncia la Verità e pratica la giustizia enella società deve considerare anchecoloro che non potranno mai pro-durre come i vecchi, i malati, gli han-dicappati. A conclusione un pensieroaffettuoso ed un ringraziamento perMonsignor Ezio Morosi che per mo-tivi di salute non può più essere cap-pellano del Serra, ma rimane nel cuo-re per i numerosi doni che ha elargi-to.

Mo.C.

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IL CATTOLICONEL MONDODEL LAVORO

La Croce segno dell’amorea Messa Cresimale, con la benedizione degli olii sacri e la confermazione epoi a distanza di ventiquattro ore nella sera del giovedì Santo, la Messa in

Coena Domini, a ricordo dell’Ultima Cena che il Signore passò con i suoi di-scepoli ed ai quali, prima della sua passione, lavò i piedi.In cattedrale il vescovo Giusti ha eseguito questo rito, ricordando come Gesùcon quel gesto, dimostrò l’amore che aveva verso i suoi discepoli, ma quell’at-to d’amore non fu capito ad esempio da Pietro che, quasi irritato, disse: tunon laverai mai i piedi a me! "Per capire l’amore - ha detto il Vescovo - occor-re altrettanto amore e Dio è amore! Il Signore per donarci la vita eterna, hasconfitto la morte immolandosi per tutti noi, perché amare vuol dire donarsi.Più uno si dona e più è felice". Fermo e schietto il raffronto con la societàcontemporanea dove in molti casi al posto dell’amore e dell’altruismo, preva-le l’egoismo: "l’uomo d’oggi, chiuso nel proprio egoismo - ha continuatomonsignor Giusti - pensa di poter fare a meno di Dio ma, allontanandosi dalui, si allontana anche dall’amore che da esso deriva e senza amore non c’èsalvezza, ma solo morte". L’esaltazione dell’amore è il filo conduttore dell’a-postolato del vescovo Simone e questo amore è senz’altro ben interpretato erappresentato dalla semplicità ed umiltà di Papa Francesco, che nel corso del-la via Crucis a Roma ha ricordato proprio come la Croce offra la risposta diDio al male del mondo, ma come sia anche un segno d’amore, misericordia eperdono. "Ci sono uomini - ha detto il Papa - che credono di poter determi-nare da soli il bene e il male escludendo Dio in nome della ragione, del pote-re o del denaro, ma i cristiani devono rispondere al male con il bene, pren-dendo su di loro la croce".

Roberto Olivato

L

A SAN FERDINANDO

na veglia di Pasqua molto particolare,quella celebrata alla chiesa di San

Ferdinando da padre Lorenzo Moretti. Inuna chiesa gremita di fedeli della Venezia, siè svolta la celebrazione eucaristica, nel corsodella quale è stata benedetta l’acquabattesimale ."Fratelli carissimi, preghiamoumilmente il Signore Dio nostro, perchébenedica quest’acqua con la quale saremoaspersi in ricordo del nostro Battesimo".Con questa frase padre Lorenzo ha rinnovatol’acqua benedetta alla fonte battesimale. Ungesto il suo che sicuramente, da quest’anno,sarà l’ultimo che compirà all’interno dellaparrocchia, della quale è stato la guidaspirituale per oltre trent’anni, precisamentetrentadue, avendo ricevuto la nomina qualeparroco di San Ferdinando, nel giugno del1982. La comunicazione del trasferimento aTrastevere, presso la basilica di SanCrisigomo che gli era stata anticipata neimesi scorsi in maniera ufficiosa, lasciavasperare a ripensamenti da parte dei superioriTrinitari, ma la lettera ufficiale, giunta lasettimana scorsa nelle mani di padreLorenzo, non lascia più spazio a dubbi odinterpretazioni.Il parroco della Venezia, amato da tutti gliabitanti del quartiere che da generazionihanno potuto apprezzare le sue doti umanee che ormai lo considerano più che unamico, un loro genitore, lascerà Livorno fracirca tre mesi. I parrocchiani, colti disorpresa dalla notizia si uniranno nellapreghiera per padre Lorenzo, affidandosi allaMadonna del Buon Rimedio ed alla SS.Trinità a cui i Trinitari, con San Giovanni DeMatha, si votarono.Roberto Olivato

U

In cattedrale la Messa Crismale e la Messa in Coena Domini

Il Serra Club incontraConfindustria

La celebrazionecon padre LorenzoFra tre mesi padre Moretti lasceràla parrocchia di Crocetta perprestare la sua opera in un’altracomunità a Roma

In visita agli «Altari della Reposizione»

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI14 aprile 2013 VII

Il teatro dei SALESIANI

l Cinema TeatroSalesiani di VialeRisorgimento non èsolo un punto di

riferimento importantedella comunitàecclesiale del SacroCuore ma è anche unrichiamo culturale esociale per l’interacittà. La struttura ènata negli anni ’60come cinema per iragazzi e le lorofamiglie e le proiezionivenivano programmatecome cinema all’apertoanche nei mesi estivi.Dopo il Concilio ilteatro è divenuto unavera e propria “saladella comunità”, unluogo di incontriculturali, conferenze edibattiti pubblici. Uncentro culturaledunque tale dacostituire “un ponte”per una parrocchia chesi è sempre proposta didialogare con ilterritorio che lacirconda e con l’interacittà. Il Cineforum èarrivato quest’annoalla sua ventesimaedizione e gli iscrittitesserati sono 180 chepartecipano ognisettimana attivamentealla presentazione delfilm e al successivodibattito. Film sempredi qualità che vertonosu tematiche scottanti,accenniamo solo chetra le prossimepellicole in visione,giovedì 11 aprile ci saràil film “Tutti i santigiorni” del registalivornese Paolo Virzì, ilciclo si concluderà il 9maggio con “Lamigliore offerta” diGiuseppe Tornatore.«Ilteatro -ci dice il

Iparroco don GinoBerto- è utilizzatoanche per le feste dellaparrocchia, per la festadi don Bosco, dellesalesiane e per le varierappresentazioni.Come diceva donBosco -prosegue donGino- non basta fare airagazzi la solaproposta religiosa, mabisogna usare i mezziadeguati per incontrarele loro aspettative e iloro interessi. DonBosco, con la suasaggezza contadina, erasolito dire: “Fate lecose che piacciono airagazzi, perché essifacciano le cose chepiacciono a noi”».Bisogna allora entrarenel cuore dei ragazzi,fare le cose conamorevolezza, capire iloro desideri,partecipare alla lorocrescita, per questo civuole il gioco, il

cinema, il teatro, lamusica e anche ladanza, la comunità sispende per questeattività e l’adesione deigiovani è molto buona.Non dobbiamonasconderci che oggisiamo costretti adaffrontare dei grossiproblemi e per questoabbiamo lanciato lacampagna “salviamo ilcinema dei ragazzi edella famiglia” con unapubblicasottoscrizione. Perché?Perché -ci spiega donGino- dal 1° gennaio2014 il nostroproiettore deve esserecambiato, è necessariopassare dallaproiezione analogica aquella digitale, infattiora quasi tutti i filmsono realizzati con ilprocedimento digitale,perciò è necessariocambiare la macchinada proiezione. Il costo

è di 70 mila euro alquale bisognaaggiungere l’IVA, siarriva così ad unprezzo totale di 84mila euro, la RegioneToscana ha assicurato (e si è penato non pocoper averlo!) ilfinanziamento del50%, reso possibilecon i fondi stanziatidalla ComunitàEuropea. Il fattonegativo -precisa donGino- è che la nostracomunità si deveaddossareimmediatamentel’intero costo, perchésolo dopo lapresentazione dellafattura d’acquisto laRegione provvederà alrimborso del 50%.Grazie all’aiuto dialcune personegenerose, alle entratedalle rappresentazioni,alle sottoscrizioni e alrecupero dell’Iva

versata, si cercherà difar fronte a questaspesa. Per questomotivo -aggiunge donGino- abbiamocoinvolto l’intera città,in quanto la stessa cittàè consapevole che ilnostro è un luogovitale per tutti i ragazzie che quindi costituisceuna opportunità chenon si deve perdereanche perchérappresenta un pezzodella propria storia. Cisono ben 20 volontariche dedicanoalacremente tutto illoro tempo disponibilealle attivitàcinematografiche eteatrali, dallo strapparei biglietti d’ingressofino alla pulizia deilocali. L’attività cheviene svolta nel nostroteatro -conclude donGino- è veramentesentita da tutti, pochigiorni fa una bambinami ha portato il suosalvadanaio affinché il“suo” cinema fossesalvato. Il nostro è uncinema di relazione,vissuto come unprolungamentofamigliare dellapropria casa, il luogodove vivere le amiciziee stare insieme, e poi… i prezzi sonoridotti! Per finirevogliamo ricordare ainostri lettori che il 19 e20 aprile alle ore 21, laCompagnia TeatraleZeffiri e Zimbellimetterà in scena lacommedia di OscarWilde “Il fantasma diCanterville”, il cuiricavato sarà devolutoall’acquisto delproiettore.Gianni Giovangiacomo

La storia del Centro mondialità e.. di don Carlo Leoniresso l’Auditorium PamelaOgnissanti della

Circoscrizione 1 è statopresentato il volume dellaricercatrice storica ecollaboratrice dell’IstitutoStorico della Resistenza e dellaSocietà Contemporanea, ChiaraFantozzi, che ha come titolo:“Stiamo nel mondo - Il CentroMondialità Sviluppo Reciproconella storia”. L’agile volumetto di40 pagine è dunque la storia delCentro Mondialità, della Chiesalivornese, della città, ed è anchela storia vincente di don CarloLeoni che del Centro è stato ilcreatore, il fondatore,l’animatore. Nell’introduzionedon Carlo così si esprime:«Auguro a chi legge di potercogliere fra le righe, “l’amoreper gli ultimi e per i più poveri”che è sempre stato la guidadella mia vita e di quella delCentro Mondialità SviluppoReciproco». Don Carlo non èstato presente all’iniziativa siaperché ostacolato dalla malattiache gli impedisce ladeambulazione, sia perché nonama e non ha mai amatomettersi in mostra o essere alcentro dell’attenzione. Ma lasua figura ha aleggiato su tuttala serata: un prete “fuori dalcoro” lo ha definito l’attualeVicepresidente, FabioCanaccini, mentre GiampaoloBerti, Presidente della Societàper la Cremazione, ha ricordatocome don Carlo, che avevaavuto come insegnante alVespucci e del quale avevapotuto conoscere le aperturementali, si sia battuto a favoredella Socrem, dietro espressaindicazione del VescovoAblondi che fu un sostenitore

della pratica della cremazione.Don Carlo ne era diventatoconsigliere e in quella vesteaveva voluto la creazione di una“sala del commiato” con laquale parenti e amici potevanorendere l’estremo omaggio allesalme. Don Carlo è statoricordato anche al termine dellapresentazione da alcuniconoscenti come Nino che,tanti anni fa, giovane sardoproveniente da un piccolopaese della provincia diOristano, era venuto a Livornoin cerca di lavoro e aveva vissutoper ben 8 anni nella sua casache ospitava tanti ragazzidisagiati. Don Carlo feceaddirittura due campeggi inquesta parte sperduta dellaSardegna facendo conoscere aisuoi ragazzi i problemi delsottosviluppo italiano. PaoloSiani, uno dei primi volontariin Tanzania, dove ha passatomolti anni della sua vita, hamesso in evidenza come donCarlo, tra lo stupore di tutti,avesse raccomandato ai suoiragazzi di chiamarlosemplicemente e con amicizia“Carlo” senza l’appellativo di“don”. Ha aggiunto che avevasempre voluto che la dicituraCentro Mondialità fosse sempreaccompagnata dalle paroleSviluppo Reciproco perché inquesto modo voleva rimarcaregli aspetti positivi che ciprovengono dalle culture delTerzo Mondo. Infine LauraBandini, figura di spicco nelpanorama politico livornese eattuale Presidente dell’IstitutoStorico, ha sottolineato comedon Carlo abbia semprerifiutato il potere e come si siaspeso per il dialogo nel rispetto

delle diversità politiche eculturali. Cosa dire del libro?Catia Sonetti, direttricedell’Istituto Storico, haevidenziato come siaimportante avvicinarsi allastoria dei nostri tempi che èuno degli scopi che l’Istituto sipropone di sviluppare. Redigerela storia del Centro Mondialitàè stata dunque una esperienzainteressante, frutto di un lavorodi ricerca ben fatto, arricchitoda numerose fotografie chedanno un’idea dell’atmosferache si viveva in quegli anni chemostrano giovani allegri egioiosi. Reciproco -ha aggiunto-è una parola di cui essereorgogliosi perché lo scambio, inquesto caso culturale, non puòche essere reciproco. Infatti nonc’è da imporre una civiltà maaffermare pratiche dicondivisione. L’autrice, ChiaraFantozzi, ha esordito dicendoche il Centro MondialitàSviluppo Reciproco (Cmsr) èfrutto di una sensibilità nata nelcontesto dei profondimutamenti sociali, culturali epolitici che si avviarono allafine degli anni sessanta (il 68!)e che segnaronoprofondamente il decenniosuccessivo. Avvenimenti cheportarono all’apertura di unosguardo collettivo verso lacondizione dei paesi in via disviluppo. Anche la Chiesacattolica partecipò a questoclima di fermento che trassealimento dallamodernizzazione impressa dalConcilio Vaticano II°. Si volevaun ritorno al cristianesimo delleorigini, libero dallesovrastrutture ideologiche dipotere e modellato

essenzialmente sull’impegno afavore dei poveri.“L’aggiornamento” della Chiesaera volto a privilegiarel’impegno sociale in un ottica diservizio all’uomo moderno. Inquesta dimensione Livorno sidistinse per il succedersi di dueepiscopati riformatori, quellodei Vescovi Guano e Ablondiche abbracciano in pienol’aggiornamento conciliare.Don Carlo Leoni, recependo lalezione di don Lorenzo Milani,ebbe modo di fondare lacomunità “Impegno” che fu lamatrice del Centro Mondialitàche venne inaugurato il 27ottobre 1979. Significativo fu iltema di quella giornata: “Daipopoli "poveri" una speranzaper il mondo occidentale”sviluppato da Padre AlexZanotelli. In seguito, unsecondo motto (se così si puòdire) del Centro Mondialità fuquello di “Agire localmente,pensare globalmente”. Poi apartire dagli anni ’90, ilcommercio “equo e solidale”, ilconsumo critico, la finanzaetica e il turismo responsabilesono entrati a pieno titolo nellescelte strategiche del Centro.Ancora oggi -ha conclusoChiara Fantozzi- il Cmsr dàprova della validità di un lavoroportato avanti con costanza econcretezza per più ditrent’anni, la “lettura dei segnidei tempi” ha spinto anche adun ammodernamento dellastruttura che ha consentito didare maggiore visibilità alleiniziative e di aumentare icontatti con i paesi cheospitano progetti dicooperazione.

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resto sarà «tempo di famiglia»: unevento si affaccerà per la prima vol-

ta nella città, frutto del lavoro di ungruppo di concittadini e della Diocesi.“La Famiglia può davvero essere il fu-turo della Chiesa e della società” que-sto, che apparentemente può sembra-re solo uno slogan, sintetizza in realtàl’esperienza vissuta, in occasione delVII Incontro Mondiale delle Famigliesvoltosi a Milano nella giornata del 2giugno dello scorso anno, da diversefamiglie livornesi che assieme ad altremigliaia di famiglie provenienti datutto il mondo, condivisero in comu-nione di preghiera, esperienze edemozioni. Ognuno in quella giornataportò le proprie conoscenze nell’acco-glienza, nella missione, nell’ospitalità,nella vita di coppia, nei rapporti con ifigli.Un avvenimento così importante eprofondo, tanto da spingere i livornesipresenti a quell’incontro, presiedutodall’allora Papa Benedetto XVI, a ri-creare quell’atmosfera anche nella no-stra Diocesi. Pertanto il comitato pro-motore, composto da alcuni dei parte-cipanti a quella giornata, in collabora-zione con gli Uffici per la PastoraleFamiliare della Diocesi, la pastoralegiovanile e l’ufficio catechistico, han-no fissato nei giorni 8 e 9 giugno,presso la chiesa della SS. Annunziatadei Greci a La Leccia la “Festa della Fa-miglia”, con un programma che avràmomenti di preghiera, alternerà spaziculturali e ricreativi. Questa primaesperienza livornese, inserita nell’an-no della Fede ed a pochi mesi dal pon-tificato di Papa Francesco, rappresentaun momento importante per l’iniziodi un nuovo percorso di comunionefra le famiglie livornesi: tutti assiemeper pregare, per riflettere e perché no,fare anche un po’ di festa.

R.O.

Mentre in questi giorni sono state spe-dite alle parrocchie le schede per iscri-versi al concorso artistico e ai diversimomenti della due giorni è stata rea-lizzata anche una pagina facebook acui è possibile iscriversi per seguire l’e-vento e l’organizzazione.

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Un cinema,ma non solo un cinema

UN LIBRO CHE RIPERCORRE TUTTI I PASSI DELL’ASSOCIAZIONE DALLA NASCITA FINO AD OGGI

8 e 9 giugno, due giorni di festa

È tempo di famiglia

LA NOMINA

ella riunione del 18 Marzo la presi-denza della Conferenza Episcopale

Italiana ha nominato mons. Pietro Bascivice presidente del Consiglio Direttivodella Faci (Federazione tra le Associazionidel Clero Italiano); presidente è stato in-vece nominato mons. Giustino D’Adde-zio.

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MONS. BASCI VICEPRESIDENTE FACI

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI14 aprile 2013VIII