Quarto Potere

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€ 1,00 | (Reg. Trib. Trani n° 7/10 del 18/03/2010) aprile 2010 [email protected] | anno I | n° 2 Largo Plebiscito 12 70033 - Corato (Ba) tel 080.872.89.01 S econdo me, Raffaele Fitto ha fatto bene. Tutti i giurati del PdL gli dicevano che Rocco Pale- se, contro Nikita, sarebbe stato un perdente ideale. Invece, nel catalogo dei candidati, Adriana Poli Bortone era prima in tutti i sondaggi. Se i nativi del centrodestra avessero fat- to le primarie lei avrebbe cucinato i rivali in umido, con pomodoro. E avrebbe saputo svuotare i salva- danai elettorali della sini- stra truffaldina. Raffaele Fitto non è un opportuni- sta, ma teme i falsi amici. L’accordo con l’estremo centro di Casini e con i fuggiaschi di AN forse era troppo persecutorio. Il le- ader si è svincolato da una giocatrice esterna, che sbatteva sul tavolo l’asso pigliatutto. Non ha voluto brindare in anticipo alla vittoria sicura. E ha scel- to suo cognato, dopo che il Sottosegretario Manto- vano promise di sfilare la stagnola al tappo di pro- secco, per un candidato geneticamente non modi- ficato. Fitto ha nominato chi gli è sempre stato ac- canto, garantendo tantis- simo lavoro, poche chiac- chiere e nessuna lezione di morale. Da campione in carica è caduto spingendo il suo miglior gregario. “Si può contare anche ciò che non esiste” dice Mei- nong. Oggi chi pompa i voti dell’asset tossico PdL- UdC-IoSud è un ipocrito. Come tutte le storie, anche la storia delle vo- tazioni 2010 sarà scrit- ta dai vincitori. Fitto, nel suo reame, ha perso per la terza volta contro i co- munisti. Adriana-Medea si è vendicata per essere stata ripudiata. I moralisti han chiesto le dimissioni dal governo. Telenorba gli suggerisce di guidare la crociata contro i padani. ‘Le parole sono voglie’, dice il mio autore prefe- rito. Vedremo. Raffaele è un Silvio che non ride mai. Non si mescola nella folla, rischiando ingiurie, calun- nie e qualche tegola in te- sta. È un politico mortale, ma non è fesso. Come un sacerdote pagano, mosso da forza impersonale, ha ‘sacrificato’ alla democra- zia un suo parente. Stia al tavolo di palazzo Chigi, continui a mostrarsi incompatibile con i rossi, ma faccia qualche accor- do sottobanco con il leale vincitore delle regionali, per il bene della Puglia. di Francesco Monteleone Primo Piano RU486: intervista al Dottor Nicola Blasi di Angela Nocco (pagina 2) la questione "meridionali" Intervista a Riccardo De Corato, vicesindaco di Milano di Giuseppe Scintilla (pagina 4) università Ateneo di Bari "sotto in- chiesta" per un presunto aumento delle tasse di Carmela Moretti (pagina 10-11) Cinema Inganni ad arte di Francesco Asselta (pagina 16-17) eConomia verde Aprile dolce... pedalare! di Carolina Borghi (pagina 12)

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Quarto Potere n 4

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€ 1,00 | (Reg. Trib. Trani n° 7/10 del 18/03/2010)aprile 2010 [email protected] | anno I | n° 2

Largo Plebiscito 1270033 - Corato (Ba)tel 080.872.89.01

Secondo me, Raffaele Fitto ha fatto bene.

Tutti i giurati del PdL gli dicevano che Rocco Pale-se, contro Nikita, sarebbe stato un perdente ideale. Invece, nel catalogo dei candidati, Adriana Poli Bortone era prima in tutti i sondaggi. Se i nativi del centrodestra avessero fat-to le primarie lei avrebbe cucinato i rivali in umido, con pomodoro. E avrebbe saputo svuotare i salva-danai elettorali della sini-stra truffaldina. Raffaele Fitto non è un opportuni-sta, ma teme i falsi amici. L’accordo con l’estremo

centro di Casini e con i fuggiaschi di AN forse era troppo persecutorio. Il le-ader si è svincolato da una giocatrice esterna, che sbatteva sul tavolo l’asso pigliatutto. Non ha voluto brindare in anticipo alla vittoria sicura. E ha scel-to suo cognato, dopo che il Sottosegretario Manto-vano promise di sfilare la stagnola al tappo di pro-secco, per un candidato geneticamente non modi-ficato. Fitto ha nominato chi gli è sempre stato ac-

canto, garantendo tantis-simo lavoro, poche chiac-chiere e nessuna lezione di morale. Da campione in carica è caduto spingendo il suo miglior gregario.“Si può contare anche ciò

che non esiste” dice Mei-nong. Oggi chi pompa i voti dell’asset tossico PdL-UdC-IoSud è un ipocrito.Come tutte le storie,

anche la storia delle vo-tazioni 2010 sarà scrit-ta dai vincitori. Fitto, nel suo reame, ha perso per la terza volta contro i co-munisti. Adriana-Medea si è vendicata per essere stata ripudiata. I moralisti han chiesto le dimissioni dal governo. Telenorba gli suggerisce di guidare la crociata contro i padani.‘Le parole sono voglie’,

dice il mio autore prefe-rito. Vedremo. Raffaele è un Silvio che non ride mai. Non si mescola nella folla, rischiando ingiurie, calun-nie e qualche tegola in te-sta. È un politico mortale, ma non è fesso. Come un sacerdote pagano, mosso da forza impersonale, ha ‘sacrificato’ alla democra-zia un suo parente.Stia al tavolo di palazzo

Chigi, continui a mostrarsi incompatibile con i rossi, ma faccia qualche accor-do sottobanco con il leale vincitore delle regionali, per il bene della Puglia.

di Francesco Monteleone

Primo Piano

RU486:intervista al Dottor Nicola Blasi

di Angela Nocco

(pagina 2)

la questione"meridionali"Intervista a Riccardo De Corato, vicesindaco di Milano

di Giuseppe Scintilla

(pagina 4)

università

Ateneo di Bari "sotto in-chiesta" per un presunto aumento delle tasse

di Carmela Moretti

(pagina 10-11)

Cinema

Inganni ad arte

di Francesco Asselta

(pagina 16-17)

eConomiaverde

Aprile dolce... pedalare!

di Carolina Borghi

(pagina 12)

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otere aprile 20102 tel. 080.872.89.01

PrimoPiano

È l’8 aprile. Il giorno dopo la prima som-

ministrazione della pillola abortiva al Policlinico di Bari. Ho appuntamento con Nicola Blasi, l’unico ginecologo non abortista che ieri ha somministrato la prima RU486 nell’unico ospedale da Roma in giù in cui è possibile questo trat-tamento. Dopo lo tsunami mediatico di ieri (la clinica

è stata presa d’assalto da giornalisti provenienti da tutta Italia) la situazione oggi è molto tranquilla. Il portinaio che mi tiene compagnia mentre aspet-to commenta “non capisco tutto questo interesse per una cosa che facciamo dal 2006”. Si riferisce al fatto che la somministrazione della RU486 al policlinico di Bari si effettua in via sperimentale dal 2006 e sono circa duecento gli aborti trattati con questo metodo dal 2006 ad oggi. E poi aggiunge “nella sa-nità ci sono tanti problemi più gravi che voi giorna-listi dovreste trattare”. E conclude “io comunque sono favorevole a questa pillola”. Il clima, dunque, è quello del ritorno alla normalità di sempre. Nel frattempo è arrivato il

dottore Blasi:Dottore ma se l’aspet-

tava questa bufera mediatica e come ha reagito?L’aspetto positivo di que-

sto clamore sta nel fatto che si ritorna a parlare della legge 194, quella sull’aborto. Una legge che è stata dimenticata so-prattutto nell’aspetto della prevenzione dell’aborto con l’informazione alla contraccezione. È indi-spensabile che si torni a parlare di contraccezione. Per il resto sono sorpreso perché, come sapete, è da novembre 2006 che qui utilizziamo, in fase speri-mentale, questo metodo abortivo con la variante che fino a ieri la pillola arri-vava dalla Francia, mentre ora è commercializzata in Italia.Forse è proprio questo

il nocciolo della que-stione. Qualcuno pensa che da oggi sarà più facile abortire?Questo è un grave errore

perché anche con la RU486 è necessario il ricovero e l’assistenza medica, così come avviene nel resto dell ’Europa. La pil lola non può essere compra-ta in farmacia. Quindi la somministrazione segue la prassi del metodo chi-rurgico, quello previsto dalla legge 194. Questa precisazione è importante anche per salvaguardare la dignità delle donne che

scelgono di abortire, nel senso che anche con la pillola abortiva il trauma, il dolore, il disagio, il trava-glio interiore c’è sempre. Il policlinico di Bari è

l’unico centro nel sud Italia dove si può som-ministrare la pillola abortiva. E lei è l’unico medico ginecologo che lo fa. Come affrontere-te il lavoro dei prossimi giorni?Proprio ieri ho parlato di

questo aspetto con l’as-sessore regionale alla sa-nità Tommaso Fiore. Lui è un medico e sa prima di me che è necessario organiz-zare un servizio specifico per questo tipo di inter-vento. Infatti ha già fissato un incontro con i medici non abortisti proprio per organizzare il tutto. L’altro aspetto importante è quel-lo del ricovero, disposto dal Consiglio Superiore della Sanità, che potrebbe diventare un Day Ospital, con un risparmio di spese sanitarie ed una riduzione del disagio per le pazienti. Attualmente è previsto il ricovero di tre giorni, an-che se la donna a cui ieri è stata somministrata la RU486 ha firmato per le dimissioni ed in serata è andata a casa.Ma di questo si dovrà

discutere in Consiglio re-gionale. Ecco, il reparto e il per-

sonale come ha reagito a questa novità?Devo dire molto bene.

Nelle due cliniche che ef-fettuano le interruzioni di gravidanza su trenta me-dici solo io sono non obiet-tore. Però devo ammettere che non ho mai avuto ostacoli durante la speri-

mentazione e c’e sempre stato, con il resto dei colle-ghi, un dialogo costruttivo e professionale. Anche i vertici del policlinico mi hanno supportato durante tutta la fase sperimentale.Perchè solo a Bari la

somministrazione della pillola abortiva?Quando tre anni fa il Mini-

stero della Salute propose ad alcune regioni italiane la sperimentazione della pil-lola abortiva, nella nostra regione solo due ospedali ne fecero richiesta: l’ospe-dale Vito Fazzi di Lecce, e il Policlinico di Bari. A Lecce per vari motivi non è stata conclusa la sperimentazio-ne mentre a Bari solo io ho fatto richiesta della pillola.

Quindi in tutto il sud Italia la clinica ostetrica 1^ del Policlinico di Bari è l’unico posto dove si può sommi-nistrare la RU486.Invece a casa come

avete vissuto questa sua scelta?Tutti i miei famigliari han-

no condiviso la mia scelta e mi hanno aiutato anche nei momenti più critici. Mio figlio, universitario, è stato il primo ad intervi-starmi per un giornale per studenti. E comunque è importante precisare che questa scelta l’ho fatta per il bene delle donne. Le donne devono avere la possibilità di scegliere per un metodo abortivo meno invasivo.

un angelo Caduto in voloMa dopo le polemiche e la bufera mediatica crescono le richieste e si richiedono linee guida

di Angela Nocco

A Bari c'è stata la prima somministrazione della RU486. Una donna di 25 anni rinuncia alla maternità con l'aiuto dell'unico medico di gentile volontà

Dott. Nicola Blasi

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otere aprile 20104 tel. 080.872.89.01

"MERIDIONALI"LA QUESTIONE

Si ringrazia la Regione Puglia per averci for-

nito i milanesi è un film di serie Z del 1982 in cui si scherza grossolanamente con lo stereotipo del “ter-runcello” che arriva nella grande metropoli mene-ghina. Nei primi anni ‘80, in pieno boom economico molti nostri corregionali emigravano in Padania, alla ricerca di un occu-pazione stabile e di una sicurezza lavorativa che al Sud ancora mancava. Il problema fondamentale, è innegabile, fu l’integrazio-ne con i miti e pragmatici uomini del Nord, sempre trafelati e poco inclini alla espansività tutta meri-dionale. Riccardo De Co-rato, attuale vicesindaco della capitale economica d’Italia, a 22 anni fece lo stesso percorso, o meglio, fu mandato per lavoro a Milano, da Andria dove viveva, lasciando famiglia e amici per realizzarsi pro-fessionalmente. “Studiavo Scienze Politiche. Dopo aver partecipato ad una selezione per un lavoro presso una multinazionale americana con sede a Bari, fui assunto. Pochi giorni dopo mi mandarono a Mi-lano, dove mi dissero che sarei stato più utile. E nel giro di una settimana così mi sono ritrovato qui”.Ci dica la verità, esiste

ancora a Milano lo ste-reotipo del terrone ap-plicato ai meridionali?Milano è la seconda città

pugliese d’Italia! Credo che ormai siamo lontani da questo stereotipo che apparteneva ad un Paese talmente diverso e lontano nel tempo; non credo esi-

stano più divisioni tra Nord e Sud o discriminazioni nei confronti dei meridionali. E poi Milano è una città che ha saputo accogliere nei decenni scorsi gli emigran-ti del Sud Italia, così come oggi accoglie gli stranieri che vengono nel capoluo-go per lavorare e formare

una famiglia.Ancora oggi molti gio-

vani fanno il percorso Sud-Nord, sia per stu-dio che per lavoro. Che cosa si può fare per trattenerli?Il primo grosso proble-

ma al Sud è assicurare un’occupazione ai gio-vani, che sono il futuro dell’economia del Paese. Spesso nel meridione il lavoro non è adeguato alla propria formazione o non dà adeguate garanzie. Ne consegue la naturale fuga verso le regioni del Nord,

che notoriamente offrono più sbocchi. Servirebbero investimenti per valorizza-re le risorse del territorio e lo sviluppo delle piccole e medie imprese locali, un’ossatura per esempio in Lombardia.

Quale aspetto dell’es-sere pugliese esporte-rebbe a Milano?Ma Milano è già pugliese!

Un carattere ormai nel Dna della città. E veicolato anche grazie a diversi per-sonaggi che rivestono ruoli chiave in diversi settori, da quello istituzionale e a quello dello spettacolo che hanno trasmesso le pecu-liarità della nostra regione.Come valuta da mi-

lanese, e da andriese di nascita, il varo del-la nuova provincia, la BAT?La nascita della Bat,è fon-

damentale per le istanze di una terra, il Nord barese, troppo lontana dalle città capoluogo, Bari e Foggia.

di Giuseppe Scintilla

intervista a riccardo de Corato, vicesindaco di milano

È Finita l’era del terroneil secondo cittadino di milano, andriese di nascita, esalta l’essere pugliese oltre confine

Nato ad Andria (Bari) il 1° novembre 1951, risiede a Milano dal 1973 ed ha un figlio. Diplomato in Ragio-neria. Funzionario di enti locali. Dal 1974 al 1977 ha lavorato alla Face Standard del gruppo ITT. Iscritto al gruppo parlamentare del Popolo della Liber-tà. Ha fatto parte della Direzione nazionale di An. È stato Segretario provinciale della Fede-razione milanese del MSI-DN dal 1989 al 1994. È stato membro del Comitato centrale del partito dal 1977 e della Segreteria re-gionale lombarda dal 1979. Nel 2006 è elet-to alla Camera nella li-sta Alleanza Nazionale nella III Circoscrizione Lombardia 1. Membro dell’VIII Commissione permanente (ambien-te, territorio, lavori pubblici). Nel 2008 è eletto alla Camera nella l ista del PDL nella III Circoscrizione Lombardia 1. Membro della X Commissione permanente (attività produttive, commer-cio e turismo). È vice Sindaco del Comune di Milano dal giugno 1997.

riccardo de Corato

“Av'arrevà la dì acquànne le

melanìse s'honn'a sendì de fotte

de nonn-èsse barìse”Alfredo Giovine

Riccardo De Corato con Letizia Moratti, sindaco di Milano

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otereaprile 2010 [email protected] | anno I | n° 2

"MERIDIONALI"LA QUESTIONE

Visto che andiamo verso i 150 anni

dell’Unità d’Italia, la più brillante idea per festeggiarli viene da Torino, guarda caso.

Nel museo dedicato a Cesare Lombro-

so, vogliono esporre gli scheletri di centinaia di briganti meridionali uccisi o deportati dalle truppe sabaude e che l’inventore dell’antro-pologia criminale rac-colse e misurò.

Perché questo Lom-broso, veronese

di un’agiata famiglia ebrea, è l’autore della teoria che criminali si nasce e non si diventa. La trasse anche dai cra-ni dei briganti, a suo dire fatti in modo tale che non avrebbero potuto che essere che briganti.

Se ne deducono un paio di conseguen-

ze. Visto che i cosiddetti briganti sterminati al Sud dai conquistatori piemontesi furono 180 mila, visto che aveva-no dei figli, e visto che questi figli ne hanno fatti altri, attualmente al Sud devono esserci milioni di briganti causa cranio. Quindi si fa bene a lasciare il Sud al suo destino. Deportiamoli tutti e avremo mezz’e risolta la Questione Me-ridionale.

E visto che ci siamo, magari sterilizzia-

mo pure la madre dei cretini, che è sempre incinta.

Lo sviluppo, turistico ed economico, che queste cit-tà hanno vissuto negli ul-timi vent’anni ha imposto una riorganizzazione isti-tuzionale. E la possibilità in futuro di sviluppare ser-vizi propri, diretti a coloro che abitano queste terre, non potrà far altro che aumentare quel percorso di crescita già avviato. Strade migliori, trasporti più efficienti, sviluppo del turismo locale come vola-no economico e crescita del distretto industriale, così da competere con le nuove sfide che il made in Italy propone. E poi la Bat è anche un bell’esem-pio di convivenza al di là dei campanilismi. È infatti l’unica provincia italiana ad essere dislocata su tre sedi.Cosa suggerirebbe di

visitare ad un turista che si trova nel nord barese?Tutta la Puglia offre pa-

esaggi suggestivi e unici. In particolare, al turista che si trova in visita nella mia terra natia consiglierei Castel del Monte.Un luogo, pochi lo sanno,

stampato anche sulle mo-netine da un centesimo.Cosa pensa del “pastic-

cio liste” in Lombardia?La riammissione della

lista di Formigoni è stata decisa dal Tar e conferma-ta dal Consiglio di Stato. Alla fine è prevalso il buon senso. I giudici ammi-nistrativi non hanno poi fatto altro che confermare quanto avevano già deciso quelli della Corte di Appello prima del ricorso dei ra-dicali che avevano infatti ammesso la lista Formi-goni. Una vittoria che, tra l’altro, non ha necessitato dell’“aiutino” del decreto interpretativo firmato dal Presidente Napolitano.Alle ultime ammini-

strative ha preso meno voti solo del Presidente Berlusconi. Come ha

fatto a guadagnare la fiducia della gente?È stato un riconoscimento

personale oltre che politi-co. Un premio all’impegno profuso per migliorare la vivibilità e la sicurezza di Milano e dei milanesi. In questi anni è stato fatto molto per la città e le mi-gliaia di voti ricevuti sono la concreta dimostrazione che l’Amministrazione che rappresento ha risposto a pieno alle richieste dei cit-tadini. Oggi sto portando avanti altre battaglie in relazioni alle nuove criti-cità cittadine che vanno dal contrasto di episodi di inciviltà come quelli dei graffitari a quelli di cri-minalità predatoria, agli allontanamenti di rom che si insediano abusivamente nei territori cittadini.Qual è la persona più

importante nella sua vita?Non c’è dubbio, mio figlio

Marzio costituisce il bene più importante della mia esistenza. È un ragazzo molto in gamba. Cerco sempre di ritagliarmi del tempo da poter trascorre-re con lui. Perché sa, non rivesto solo la carica di vice Sindaco di una gran-de città come Milano, ma sono anche parlamentare. E vivo tra Roma e Milano. Per cui non è sempre sem-plice conciliare gli impegni e i doveri istituzionali con le esigenze della famiglia. Ma cerco sempre di fare il possibile.Come passa il suo tem-

po libero?Lavoro quattordici ore al

giorno. E sette giorni su sette. Di tempo libero, ne ho ben poco. Ma appena posso, leggo. E ascolto musica. Mi piacciono Si-natra e Yves Montand. Guardo vecchi film, come quelli di Totò. Ma mi in-teressa anche il cinema di guerra: Apolcalypse now, Il Cacciatore e Il patriota.

di Pasquale Crocco

La fama di Cesare Lom-broso è legata soprat-

tutto alla teoria dell’uomo delinquente nato o atavi-co, cioè un individuo che reca nella struttura fisica i caratteri degenerativi che lo differenziano dall’uomo normale e socialmente inserito.L’interesse dello studio-

so per il fenomeno della delinquenza nacque nel 1864, osservando i ta-tuaggi dei soldati e le frasi oscene tatuate che distin-guono “il soldato disonesto in confronto all’onesto”.Nel 1872 Lombroso sot-

topose ad autopsia il ca-davere di Giuseppe Vilella, un brigante calabrese di settant’anni.Dall’esame autoptico condotto sul cranio del brigante rivelò una anomalia nella strut-

tura cranica, una concavità a fondo liscio localizzata nella zona dell’occipite detta “fossetta” occipitale interna. Per Lombroso tale

anomalia non era presente negli individui “normali”, ma solo nel cranio di paz-zi e criminali. Pertanto, affermò, delinquenti si nasce. A cent’anni dalla morte dello studioso il 26 novembre 2009 è stato nuovamente aperto al pubblico il Museo di Antro-pologia Criminale “Cesare

Lombroso” a Torino. Nato come collezione privata di Lombroso, il museo fu al-lestito nel 1876 all’interno del Laboratorio di Medicina legale dell’Università di Torino allora situato in via Po 18.È qui che lo studioso

raccolse scheletri, crani, armi, abiti, ed espressioni artistiche che appartene-vano a criminali (morti nei luoghi di detenzione) e pazienti di manicomi, oggetto dei suoi studi.

pensierieccellenti

Cesare lomBroso e la “teoria dell’uomo delinquente”

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otere aprile 20106 tel. 080.872.89.01

Cronaca

BITETTO - Una notizia attesa da tempo, e

accolta con grande gioia, dalle migliaia di fedeli e devoti del Beato Giacomo Illirico da Bitetto: con un Decreto promulgato da Papa Bendetto XVI sono state riconosciute le virtù eroiche del Beato; questo risulta essere, nei Canoni religiosi, l’ultimo e decisivo passo verso la proclama-zione a Santo.

Il processo di canonizza-zione era iniziato numerosi anni addietro: nel 1986 una equipe medica com-posta da quattro catte-dratici presieduti dal Prof. Raffaello Cortesini aveva effettuato una ricognizio-ne del corpo conservato nel Santuario di Bitetto, evidenziando alcuni par-ticolari scientificamente inspiegabili quali la con-servazione del corpo e la presenza di tessuti all’in-terno della scatola cranica.A tali riscontri medici va

aggiunta una numerosissi-ma serie di miracoli attri-buiti al frate illirico fin dal 1570 quando veniva ripor-tato in un testo dell’ epoca l’attribuzione al Beato di particolari atti miracolosi dopo la morte.La devozione popolare,

inoltre, attribuisce del-le doti miracolose a due alberi piantati dal frate

francescano nel giardino del Convento: un Gineprio, ancora attualmente visibi-le nel giardino, che sareb-be cresciuto dal bastone di fra Giacomo ed un Arancio i cui frutti venivano dati alle gestanti ed ai malati gravi come pozioni miracolose.L’unione delle inspiegabili

risultanze mediche e della devozione popolare ha

portato all’accelerazione della causa di Canoniz-zazione facendo, infatti, registrare un altro im-portante passo nel 1999 quando veniva approvata la “Positio” sulle virtù del Beato, riconosciute poi con l’ ultimo Decreto Papale.Senza dubbio non poteva

esserci notizia migliore per i Frati francescani

del Santuario bitettese, soprattutto in vista del-la prossima Festività del Beato Giacomo prevista, come di rito, per il 27 Apri-le. Sarà una festa religiosa che i numerosissimi fedeli affronteranno con una gioia particolare, affollan-do ancor più la cittadina a pochi chilometri da Bari: la devozione al Beato Giacomo, difatti, non si registra solo in Italia, ma la figura del prossimo San-to viene venerata anche al di fuori dei confini na-zionali, in particolare nei territori dell’est europeo con numerosi devoti che visitano frequentemente il Santuario.

miraColi a Bitettodi Francesco

D'Amato

B INETTO - Il 1° Mag-gio prossimo ventu-

ro avrà luogo in Binetto, provincia di Bari, la prima edizione della “Fiera di San Giuseppe Artigiano”. Per iniziativa dell’Am-

ministrazione Comunale tutti gli artigiani e gli im-prenditori agricoli locali avranno la possibilità di esporre e vendere i pro-pri prodotti e farli così co-noscere alle persone che

vorranno giungere a Bi-netto per apprezzarne le bellezze paesaggistiche e culturali.L’obiettivo della Fiera è

quello di rilanciare, per quanto possibile, l’eco-nomia locale; l’invito alla partecipazione, infatti, è stato inviato a tutte le piccole realtà imprendi-toriali del settore presen-ti a Binetto e nei paesi limitrofi.È stato richiesto il pa-

trocinio della Provincia di Bari e dell’Assessorato al Mediterraneo della Re-gione Puglia e sono state coinvolte nell’iniziativa le associazioni di categoria.Location dell’iniziativa

sarà il rione che va dal-la linea dell’ex Ferrovia dello Stato sino ai confini con Grumo Appula. Questa prima edizione

fieristica sarà l’occasio-ne per dare un nome al rione che verrà intitolato proprio a San Giuseppe Artigiano perché sede di molte sede artigiane. Venerdì 30 Aprile alle ore 18:30, infatti, l’arci-vescovo di Bari-Bitonto, mons. Francesco Cacucci, celebrerà una santa Mes-sa per l’occasione e sarà scoperta una targa mar-morea a ricordo dell’inti-tolazione del quartiere.Sabato 1° maggio inve-

ce avrà inizio dalle 9 del

mattino la vera e propria fiera espositiva. Sarà il primo cittadino, Vito Sici-liano, a tagliare il nastro inaugurale ed a visitare gli stand espositivi ac-compagnato dalle altre autorità civili che vorran-no intervenire. L’occasio-ne sarà propizia per sta-bilire un contatto tra le piccole imprese artigiane locali e l’ Amministrazio-ne Comunale al fine di avviare un dialogo vol-to alla condivisione delle problematiche del setto-re per individuarne le so-luzioni. L’esposizione durerà per

l’intero arco della giorna-ta e si concluderà a sera

con l’esibizione di gruppi musicali che suoneranno dal vivo.Certamente la data scel-

ta agevolerà la parteci-pazione dei cittadini e dei forestieri che vorranno visitare il bellissimo cen-tro storico medievale e la stupenda cattedrale di stile romanico-pugliese del 1200.Si coglie l’occasione per

invitare tutti i lettori di “Quarto Potere” a visitare la fiera dell’artigianato ed a gustare la prelibatezza dei prodotti alimentari di produzione locale.

di MichelePeragine

alla Fiera di Binetto, Per due giorni...

Giacomo, povero servo di Dio, riceve la ricompensa da Papa Ratzinger per la sua inesplicabile grazia

Il piccolo paese è un luogo da contemplare: un portale medievale di rara bellezza e ora una teca benefica

teca del Beato Giacomo Illirico

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otereaprile 2010 [email protected] | anno I | n° 2

Cronaca

di Biagio Cantatore

BARI – La crisi eco-nomica internazio-

nale che ha coinvolto anche il nostro Paese, per alcuni sembra es-sere alle spalle. Ma per altri è una realtà che giorno dopo giorno con-diziona il percorso della propria vita. La crisi, la perdita del lavoro e la conseguente insta-bilità economica, sono attualmente la causa principale dell’aumento esponenziale del nu-mero di suicidi e tentati suicidi. La condizione di preca-

rietà spezza i sogni e il futuro di molti giovani; ma, soprattutto, spezza

il presente di chi ha già una famiglia a carico e in certi casi insicurezza, vergogna, emargina-zione e sensi di colpa inducono a commettere gesti estremi. L’u l t imo ep isod io,

passato inosservato,

è quello di un uomo incensurato di Bari, un padre di famiglia dispe-rato, che poche setti-mane fa ha tentato di togliersi la vita. Disoc-cupato da oltre due anni e con tre figli a carico, di cui uno disabile, non riesce più a “sbarcare il lunario” per la grave situazione economica in cui riversa. L’uomo ha minacciato di darsi fuoco con un accendino e una bottiglia di alcol etilico. Per fortuna non è riuscito nel suo inten-to visto che un Sovrin-tendente della Polizia di Stato, Nicola Amoruso, nativo di Corato, in ser-vizio presso la Questura di Bari, è riuscito tem-pestivamente a neutra-lizzare gli intenti suicidi dell’uomo senza causa-re nessun ferimento.

di Crisi eConomiCa si PuÒ anCHe morire

di Marianna Caterina

RUVO - Dall ’ult imo censimento effettua-

to nel 2008 dal Ministero della Salute e dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane si evince che in Italia il numero di cani abban-donati ogni anno si aggira intorno alle 45.000 unità; nota dolente è la Puglia che detiene il primato di cani (70.671 circa) rinchiusi nei canili. Il fenomeno del randagismo è provocato non solo dalla crudeltà dell’uomo per via degli ab-bandoni, ma anche da una politica sbagliata portata avanti da alcuni comuni, dalla disinformazione sul tema e dalla speculazione ai danni della pubblica am-ministrazione.Secondo il parere dei vo-

lontari, responsabili della struttura del canile di Ruvo di Puglia, il randagismo non deriva dalle cucciolate dei cani randagi, in quanto sterilizzati, quindi impos-sibilitati all’accoppiamen-to; ma dai cani privati che accoppiandosi mettono alla luce cuccioli che nes-suno vuole accudire o che nessuno può permettersi di mantenere. Sconcer-tante è il ritrovamento da parte dei gestori del canile di quaranta cuccioli abban-donati dinanzi al cancello della struttura nell’ultimo

mese. In altri paesi come Puti-

gnano, il Comune stanzia dei fondi per la steriliz-

zazione dei cani privati, con la conseguente dimi-nuzione degli abbando-ni. Mentre il Comune di Ruvo di Puglia garantisce economicamente solo gli spostamenti che i volontari con i rappresentanti della Lega compiono per accom-pagnare i cani richiesti in adozione in diverse zone d’Italia; e contribuisce con una piccola somma gior-naliera di 1.30 € per ogni cane rinchiuso in canile. Somma questa non suffi-ciente neanche a garantire la quotidiana razione di cibo.L’amministrazione co-

munale ruvese, si è im-mediatamente attivata, proponendo al Comitato Regionale delle possibili soluzioni per contenere il fenomeno del randagismo.

Queste soluzioni non pos-sono essere portate avanti in maniera autonoma e disconnessa dai singoli comuni, ma al contrario devono essere affrontate con un forte senso civico e in una stretta collaborazio-ne tra le amministrazioni.Il fenomeno del randagi-

smo è un fenomeno com-plesso che non può essere risolto nell’arco di pochi anni; è troppo semplice scaricare la colpa sulla cattiva amministrazione o cercare di speculare dei soldi denunciando false aggressioni. La società siamo noi, quindi è oppor-tuno innanzitutto chiederci se è giusto o quantomeno opportuno pagare un cane di razza sapendo che ci sono dei fantastici esem-plari in canile, se è giusto assistere ad un abbandono e non denunciarlo, se la critica che stiamo facendo è costruttiva o fine a se stessa, non basta essere cittadini se non si è civica-mente educati.

ruvo: vita da CaniL’amministrazione comunale e i volontari in una continua lotta contro l’abbandono

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otere aprile 20108 tel. 080.872.89.01

rum

ores

com

unic

atio

n

allegri | giorgio armani | belstaff | dirk bikkemberg | costume national | d&g | diesel | dondup | frankie morello | jhon richmond | moncler | paul smith | victor & rolf |acquascutum | allegri | giorgio armani | costume national | cesare paciotti | d&g | frankie morello | galliano | gai mattiolo | jo no fui | max mara | moncler | paola frani | paul smith | jhon richmond | versus | rosa clarà | karl lagerfeld | christian lacroix | victor & rolf | raimon bundò |

men

women

sposa

Galleria

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otereaprile 2010 [email protected] | anno I | n° 2

Economia vErdE

Proviamo a ricostruire la breve ma già diffici-

le vita del Parco Regionale del fiume Ofanto. Istituito nel 2007 con

la L.R. 37/2007, il Parco dell’Ofanto era nato con l’auspicio ci tutelare l’unico corso d’acqua della Puglia, già fortemente antropiz-zato ed a rischio degrado.L’obiettivo della legge

regionale era quella di conservare e recupera-re gli equilibri ecologici, nonché le biocenosi, con particolare riferimento agli habitat e alle specie ani-mali e vegetali contenuti nelle direttive comunitarie 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979; ripri-stinare e rinaturalizzare gli ambienti, il paesaggio fluviale e le zone umide; promuovere un modello di sviluppo ecosostenibile che non alteri l’ambiente e le risorse naturali e tanto altro.Queste le basi su cui si

fondava la tutela di un fragile ecosistema com’è quello fluviale in una zona da troppo tempo avvezza ad un uso aggressivo del territorio.Una volta istituito il Par-

co, come ormai avviene dappertutto quando viene istituita una nuova area protetta è cominciata la lunga serie di attacchi e denunce delle solite or-ganizzazioni di produttori, agricoltori e quant’altro, che come al solito hanno gridato che con il parco le attività agricole sarebbero state vietate, che si met-tevano a rischio le produ-zioni locali, che un’intera economia già in crisi sa-

rebbe stata soffocata per ragioni, a loro dire, incom-prensibili ed inaccettabili. Tutto questo gran vociare contro il parco, in realtà è del tutto pretestuoso visto che già sull’area interes-sata dalla perimetrazione insistono arre sottoposte

ai vincoli delle SIC (Siti di Interesse Comunitario) certamente più stringenti rispetto ai vincoli del par-co e che stando alla legge istitutiva il Parco Regiona-le dell’Ofanto ha proprio come obiettivo finale la salvaguardia e valoriz-zazione delle produzioni agricole di eccellenza che

insistono in quel territorio come chiaramente espli-citato nell’Art. 5 della L.R. 37/2007, che contempla l’ordinaria prosecuzione delle normali attività agri-cole (aratura, concimazio-ne, trattamenti chimici, raccolta, pascolo, etc.), e

delle coltivazioni arboree.Per cui la gran parte dei

vincoli lamentati dagli agricoltori non solo non hanno alcuna interferen-za con l’ordinaria attività agricola, che anzi, grazie all’esistenza del Parco sarebbe avvantaggiata nell’accesso ad ulteriori fondi per le misure agro-

ambientali previsti nel Pia-no di sviluppo rurale per il 2007-2013, ma sembrano più che altro rispondere a logiche di tipo diverso e cioè quelle legate allo sfruttamento del territorio in modo intensivo ma so-prattutto a fare dell’Ofanto una vera e proprio disca-rica a cielo aperto come hanno dimostrato le nostre iniziative in questi anni. Penso alle varie edizioni di Operazione Fiumi che hanno messo proprio il luce l’assoluto degrado di un area tanto bella quanto fragile e delicata che solo con l’istituzione dell’area protetta può dare la pos-sibilità di continuare a vivere ed a garantire an-che quella tipicità e tutto il patrimonio naturalistico e faunistico che insite su quel territorio.Peraltro, anche sul fronte

delle possibilità edificato-rie la L.R. 37/2007 preve-de anche la manutenzione ordinaria e straordinaria dei manufatti edilizi esi-stenti, il restauro e il ri-sanamento conservativo. Ponendo sì dei vincoli, ma solo alle spinte abusivi-stiche che anche in quel territorio insistono.Tuttavia, nonostante la

Legge istitutiva limitasse in alcun modo la prose-cuzione delle attività agri-cole nel gennaio 2009, la Commissione Ambiente del Consiglio Regionale

Pugliese, in seguito alle pressioni degli agricoltori e alla variegata e ampia coalizione di forze che sempre più apertamente ha espresso il proprio dis-senso alla realizzazione del parco, ne ha rivisto la riperimetrazione e ha deciso per la riduzione del 38% dell’area del Parco, facendo scendere la peri-metrazione dell’Ofanto da 24.823 ettari a 15.307.La giustificazione fu di

tutelare maggiormente le attività agricole, senza considerare invece che proprio l’area protetta avrebbe garantito mag-giormente la tutela e la conservazione non solo di quel territorio ma sopra-tutto delle sue produzioni locali più tipiche. Ora, nonostante la riperi-

metrazione gran parte del futuro del parco dipende da quante risorse economi-che, ma non solo, si inve-stono per far vivere il Parco come istituzione locale in grado di rappresentare un punto di riferimento per il territorio e soprattutto in grado diventare un traino di sviluppo per un area a forte vocazione agricola schiacciata dalla crisi del mercato e dagli effetti dei cambiamenti climatici.Il Parco dell’Ofanto rap-

presenta certamente una risposta alla crisi ed apre una porta per un futuro diverso che però tutti gli attori istituzionali, eco-nomici sociali e politici devono essere in grado di attraversare, solo così si passerà dai vinicoli alle opportunità, dalla crisi allo sviluppo.

ParCo dell’oFantodi Aldo Fusaro

Il nostro antenato non riposa più in un comodo letto e tutti i giorni lo avveleniamo.Per la sua salute la Natura prescrive il

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otere aprile 201010 tel. 080.872.89.01

UNIVERSITà

Nel 2008 il bilancio dell’Università di

Bari presentava un atti-vo di 25 milioni di euro. In soli due anni la situa-zione è precipitata.Certo. I continui tagli del

governo insieme agli spre-chi dei baroni della nostra Università hanno causato un deficit di 52 milioni di euro.Cosa intendi per “spre-

chi dei baroni”?Per esempio, la proro-

ga di pensionamento a diciannove docenti ultra-settantenni, concessa a settembre del 2009. Un’operazione che costa all’Università circa 2 milio-ni di euro. Capisco l’impor-tanza di continuare a dar spazio a docenti che hanno dato un grande contributo alla cultura. Loro, però, potrebbero continuare a insegnare a titolo gratuito com’è previsto dall’art.

2 del “Regolamento per i carichi di insegnamento”, approvato nel senato ac-cademico del maggio scor-so. Un esempio per tutti: Umberto Eco ha rinunciato alla proroga, anche per dare maggiori possibili-tà ai giovani. A questo “spreco” poi si aggiungano appalti, scarti contrattuali, immobili acquistati senza mai essere utilizzati. Per esempio faccio riferimento a un ex-manifattura dei tabacchi, il cui acquisto del tutto inutile rappresenta un gravame nel bilancio. Non credi che un defi-

cit di 52 milioni di euro sembra dar ragione ai ministri Gelmini/Tre-monti? Forse è neces-sario ridurre i fondi per evitare gli sprechi.Assolutamente no. I po-

chi soldi a disposizione sono comunque sfruttati dalla classe dirigente.

Anzi, la razionalizzazione delle risorse non fa altro che inasprire la lotta tra

i baroni, che ovviamente vogliono avere quel de-naro e mantenere il loro

potere. Per cambiare lo stato attuale delle cose bisogna fare le riforme.

Bisogna cambiare tutto, classe dirigente compresa. È probabile che a pa-

garne le conseguenze saranno gli studenti.Ovviamente. Le propo-

ste della commissione di bilancio per sanare il de-bito sono: il blocco delle assunzioni, l’apertura di un mutuo di molti milioni di euro con una banca, l’aumento delle tasse. In passato c’è già stato un taglio del 40% dei servizi erogati per gli studenti, come il part-time e le borse di studio. Adesso, un even-tuale aumento delle tasse non risolverà la situazione ma comprometterà il già precario diritto allo studio. Come vedi il tuo futu-

ro?Sicuramente non andrò

via dall’Italia. Non condi-vido la scelta di chi fugge in cerca di condizioni mi-gliori. Io voglio restare qui, nella mia città. Continuerò a lottare per cambiarla.

di CarmelaMoretti

studieremo giorno e notteCon le tasCHe tutte rotte

Ancora un problema da risolvere per l’Università di Bari: un debito di circa 52 milioni di euro per

il quale è già stato varato un piano di rientro. La cifra è esorbitante.

Si preannuncia un aumento delle tasse e gli stu-denti protestano, stanchi di veder gravare su di

loro le responsabilità altrui.

I docenti sono dalla loro parte e, quando possono, esprimono le loro opinioni in tutta sincerità.

A tutti viene spontaneo, in una tale condizione di disagio, porsi domande a cui già da tempo si

cerca di dare una risposta: lo scopo dei ripetuti tagli del governo alle Università, quali aspetti dell’Univer-sità barese andrebbero migliorati, cosa dobbiamo aspettarci dal futuro.

Angelo Lamorgese, Collettivo di Lettere e Filosofia

Il commediografo Plauto, per debiti, fu condannato a girare la mola di un mulino. Speriamo che non accada la stessa cosa al Rettore Petrocelli

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UNIVERSITà

Egregio Professore, il ministro Gelmini

ha penalizzato molte Università del sud, tra cui la nostra, conside-rata non meritevole di essere premiata. Lei crede davvero che gli Atenei pugliesi siano più “scadenti” di altri? Non posso tacere la mia

indignazioni di fronte a un provvedimento del gene-re. Le statistiche alle quali il governo fa riferimento sono, a mio parere, di-scutibili e parziali. Si ba-sano infatti su parametri quantitativi e puramente tecnici, tralasciando del tutto gli aspetti qualitativi. Ad esempio, secondo tali statistiche l’ Università di Hong Kong risulta mol-to più avanti di quella di Bologna, che, come tutti sanno, ha una tradizione antica e illustre. Mi faccia alcuni esem-

pi di parametri presi in considerazione per il nostro Ateneo.

Per quanto riguarda il no-stro Ateneo le statistiche si basano su dati riferiti al 2003. Quindi la valutazio-ne negativa che ne conse-gue non investe l’attuale rettorato. Per esempio, loro valutano quanti laure-ati siano occupati nella re-gione a tre anni di distanza dalla laurea. È evidente che la nostra regione, per condizioni storico-sociali, non riesce a garantire una immediata occupazione ma spesso i nostri giovani vengono richiesti altrove, al nord o all’estero. Ma qui in Puglia risulta che non abbiano trovato lavoro. Per cui, le penalizzazioni del ministero hanno con-tribuito a creare una situa-zione di disagio.Per sanare il debito è

probabile che si ricor-ra a un aumento delle tasse. I ragazzi prote-stano e accusano una serie di sprechi da parte dell’Università.Sono legittime tutte le

proteste ma è necessario che queste siano docu-mentate e non apriori-stiche. La protesta dei ragazzi fa riferimento in particolare all’ acquisto dell’ex-manifattura dei ta-bacchi considerato come un gravame nel bilancio. Certo, probabilmente lo è ma l’immobile non è stato

acquistato dal Rettore Pe-trocelli. Invece, per quan-to riguarda le tasse devo ricordare che il nostro Ate-neo è uno dei pochissimi in Italia che sia riuscito a non aumentare le tasse. In realtà io non credo che dovremmo aspettarci una misura clamorosamente gravosa. È probabile che l’aumento incida soprat-tutto sui fuoricorso. Parliamo di “Parento-

poli”. Nell’ Università ci sono cognomi che ritornano tra i docenti. Quali provvedimenti andrebbero presi?

Se un Rettore ritiene che nell’ambito universitario ci siano state delle politiche clientelari, ciò che può fare per legge è evitare che da quel momento in poi si ri-petano episodi simili. Non si può agire contro chi è già stato reclutato, anche perché questi episodi si sono verificati nel rispetto di leggi che li consentiva-no. Bisogna distinguere la discutibilità morale di un’azione dalla sua le-galità. Se un concorso è svolto regolarmente e nel rispetto delle leggi, il Ret-tore non può che prender-

ne atto. Poi, francamente credo che, se una persona abbia la fortuna di nascere in un contesto cultural-mente florido e sia intellet-tualmente dotata, è giusto che venga fuori. Non si può essere penalizzati solo perché si è “figli di”. Certo, ci sono stati dei casi am-bigui ma meno di quanto i media hanno voluto far credere. Nella nostra fa-coltà ci sono tanti colleghi che pur non essendo figli di docenti hanno avuto la possibilità di avviare una carriera brillante.

Prof. Giuseppe Bonifacino, Docente di Letteratura moder-na e contemporanea

"In Italia se tu paghi tutto sei scemo!"(Nicola il barbiere)

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otere aprile 201012 tel. 080.872.89.01

Economia vErdE

Aprile non è tempo di dormire, al contrario

di quello che ci consiglia la saggezza popolare.A chi vive a stretto con-

tatto con la natura, aprile è un mese di intenso lavoro fra semine, trapianti, cure alle piante e primi raccolti.

Per chi ancora pensa che aprile sia il mese del dolce sognare a letto, ecco un reale consiglio: pedalare.

Con l’arrivo delle belle giornate, niente è più sano ed ecologico della nostra vecchia e buona bicicletta. Vecchia perché la bici,

creata più di 150 anni fa,

è stata per molti decenni un mezzo di trasporto di fondamentale importanza delle classi meno abbien-ti. Con l’avvento dello sviluppo economico e la diffusione dell’automobile, gli spazi dedicati alla bici si sono ridotti come conse-guenza dell’aumento del traffico urbano e di uno stile di vita sedentario.Buona perché il nostro

corpo, dopo un lungo pe-riodo tra freddo e eccessi di cibo, ha bisogno di mo-vimento e sole. Per non parlare dei van-

taggi che ne derivano adottando questo fanta-stico e piacevole mezzo: inquinamento zero, costi

bassissimi, effetti positivi per la salute, piacevolezza nell’uso, facilità nelle re-lazioni sociali, facilità nel parcheggio, etc.La cultura ciclistica nel

Nord Italia è fortemente radicata, la città di Ferrara ha il maggior numero di biciclette. Mentre nel sud...

A Bari qualcosa si sta muovendo, con la costru-zione di alcune ciclovie, come quella che collega la stazione centrale al Parco II Giugno, oltre al pro-gramma di Bike Sharing impiantato dall’AMTAB. Ma purtroppo la cultura della bicicletta ancora fa fatica a rientrare nella coscienza collettiva delle nostre cit-tà. Anche se abbiamo un territorio quasi completa-mente piano, sono stan-ca di vedere ogni giorno persone che per fare 200 metri preferiscono l’auto, con tutti gli svantaggi che questo mezzo implica: difficoltà nel parcheggiare, inquinamento, prezzo alto della benzina, stresssss…

Ma se volete iniziare a far differenza, informatevi su come muoversi in biciclet-ta nella città di Bari: www.bicincittà.com www.ruotaliberabari.itAppuntamenti con la bici1 maggio Bimbimbici9 maggio giornata nazio-

nale della biciclettaBuona passeggiata!

di Carolina Borghi

RICICLARE INCUCINAConsigli per riutilizzare e non sprecare il cibo.

Crema di foglie di ca-volfiore

Ingredienti:

5 tazze di foglie di ca-volfiore1 tazza di latte½ tazza di cipolla½ tazza di acqua1 cucchiaio di farina di grano2 cucchiaio di olio extra-vergine di olivaSale quanto basta

Preparazione:

Lavare le foglie di ca-volfiore e tritarle bene. In un tegame rosolare la cipolla nell’ olio. Ag-giungere le foglie tritate e il sale. Mescolare bene. In un recipiente a parte mescolare la farina, il latte e l’acqua. Aggiun-gere il composto alle fo-glie soffritte mescolando bene per far addensare la crema. Lasciar cucina-re e servire caldo.

aPrile dolCe…Pedalare! Frutta e ortaggi

di stagioneCoSA CoMPRARE AL MERCATo E (MEGLIo ANCoRA) RACCo-GLIERE NELL’oRTo

Verdura: aglio, asparagi, barbabietole, broccoli, carciofi, cavolfiori, cavo-li, cicoria, fagioli, lattu-ga a cappuccio, lattuga riccia, porri, rabarbaro, rafano, rape, scalogni, sedano rapa, spinaci, tarassaco.

Frutta: arance, fragole, mandaranci, mele, pere.

Erbe aromatiche: alloro, aneto, erba cipollina, pe-peroncino, prezzemolo, salvia, rosmarino, timo.

CALENDARIo ECoLo-GICo DI APRILE

07 Giornata Mondiale della Sanità22 Giornata del Pianeta Terra28 Giornata dell’Educa-zione

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Folklore

La città di Bitonto, da tempo immemorabi-

le, sente e pone l’inizio dei riti collegati alla Settimana Santa nella giornata del Venerdì di Passione, della settimana, cioè, che pre-cede la Domenica delle Palme.

Dalla mezzanotte fra il giovedì e il venerdì di Passione fino alle 3 del mattino, la banda musi-cale ha percorso le vie del paese intonando il canto popolare intitolato “A Ma-ria Desolata” scritto dal vescovo di Bitonto Mons. Berardi e musicato dal m° Cepollaro.

Alle 10 del venerdì, quin-di, dopo la Messa Solenne celebrata nella concatte-drale, si è snodata per le vie della città la proces-sione detta, appunto, della “Desolata” accompagnata dalla banda musicale in-sieme ad un coro formato da alunni delle elementari.

Dopo qualche giorno di ferventi preparativi, il Giovedì Santo, al termine delle funzioni religiose, si sono aperte ai fedeli le porte delle chiese nelle quali è stato preparato l’Al-tare della Reposizione. Un pubblico numerosissimo si è riversato nelle vie del centro storico illuminate solo da piccoli faretti e lumini per la tradizionale visita ai “Sepolcri” in un’at-mosfera intensa e mesta.

I sepolcri più importanti e più visitati sono stati quelli della Chiesa di S. Domenico e della Chiesa del Purgatorio, da cui par-tono, rispettivamente, la processione dei Misteri e quella del Venerdì Santo, detta anche “Processione di Gala” per la particolare eleganza e solennità.

Alla mezzanotte del Gio-vedì Santo, terminata la celebrazione dell’ “Ora Santa”, nella chiesa del Purgatorio, accompagnato dalla lugubre cadenza e dai rulli dei tamburi scordati e dalle strazianti note di un’unica tromba (che ri-

corda la buccina romana) e di un ottavino, è giunto, sulle spalle dei portatori, il Trofeo che avrebbe ac-colto l’indomani, durante la processione di gala, la Sacra Reliquia del Legno Santo, posto al centro di una Croce di argento, sigil-lato con cera lacca e sigillo pontificio.

Subito dopo la banda mu-sicale ha cominciato il suo percorso per le vie della città, fin quasi all’alba, in-tonando le marce funebri degli autori locali, mentre, alle 4.30 di mattina ha iniziato a snodarsi, dalla chiesa di S. Domenico la

suggestiva Processione dei Misteri che ha percorso le strade cittadine fino a mezzogiorno. I momenti più suggestivi possono dirsi l’uscita dalla chiesa e la ripresa del corteo, dopo la sosta e la recita della Via Crucis, su Corso Vittorio Emanuele.

All’uscita, i sacri simula-cri, nell’oscurità, illuminati dai soli lumini posizionati lungo la strada, hanno fat-to il loro ingresso in piazza cattedrale, mentre i tre concerti bandistici cittadini “Tommaso Traetta” diretto dal m. Simone Mezzapesa, “Antonio Planelli” diretto

dal m. Nicola Cotugno e “Davide Delle Cese” di-retto dal m. Vito Vittorio Desantis, hanno eseguito una marcia funebre a te-sta, per poi posizionarsi ciascuno dietro la propria statua fino ad arrivare a corso Vittorio Emanuele dove, terminata la sosta, gli otto bellissimi simula-cri lentamente sono stati incolonnati sotto gli occhi attenti della folla che, rapi-ta dalla bellezza di queste sacre immagini, ascoltava le bande che ancora una volta si alternavano.

Alle 18, infine, la “Proces-sione di Gala” ha avuto inizio. Come ogni anno, con passo cadenzato e solenne, i portatori, prece-duti dalla rappresentanza di tutte le confraternite cittadine, hanno fatto sfi-lare per le vie della città, la culla di Cristo morto, capo-lavoro di arte napoletana, la bellissima statua della Madonna Addolorata ed il trofeo floreale del Legno Santo mentre una folla assiepata agli angoli delle piazze e delle strade piaz-za assisteva alla proces-sione in maniera ordinata e composta.

il martirio del Figlio in CroCeA Bitonto la Settimana Santa ha una luce di intensa tristezza

Assistendo ai riti si capisce la forza della tradizione come mediazione tra ani-ma e Dio. Un successo popolare

di Michele Valentino

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Televisione

Una felice notizia per tutti gli appassionati di rapine, sparatorie e indagini poliziesche: è in preparazione una fiction, tutta pugliese, che vi terrà incollati al televisore. Già dal titolo - “Spietati”- il film di Angelo Cavallaro, con la regia di Miki D’Aquino, non lascia presagire nulla di bonario. Il soggetto, ideato da Luca Bonasia, si basa sui crimini messi in atto dalla malavita barese

e quella siciliana, che l’ispettore di polizia Bux e il suo vice, interpretati rispettivamente da Filippo Favia e Francesco Pantaleo, cercheranno di contrastare.Nessun riferimento alla realtà, come in ogni fiction che si rispetti.

Le scene e i personaggi sono del tutto inventati. Tra gli altri attori citiamo Angelo Cavallaro, Vito Diana, Matteo Pedone, Piero Leccese, Roberto Froio e Alfredo Li Bassi, che tutti ricorderanno tra i protagonisti della fiction “Il Capo dei Capi”. Il film andrà in onda su Teleregione, in due puntate, tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre.

L’emittente radiotelevi-siva “Telebari” “Radio-

Bari” è vittima, da oltre un mese, di una indebita quanto illegale “aggres-sione” da parte di un’altra emittente che trasmette sulla stessa frequenza.La vicenda ha contorni paradossali e inspiegabili.L’Ispettorato territoriale di Puglia e Basilicata del Di-partimento per le Comu-nicazioni (Ministero dello Sviluppo Economico), ha autorizzato l’emittente Canale8 a trasmettere da Cassano delle Murge sulle stesse frequenze del Ca-nale G VHF storicamente utilizzato da Telebari giu-sta regolare concessione amministrativa. Si trat-

ta, pertanto, di un diritto ampiamente acquisito da Telebari e ribadito in sen-tenze, passate in giudica-to, del Pretore di Bari e della Seconda Sezione Ci-vile del Tribunale di Bari.Ma c’è di più. In seguito alle interferenze subite a causa di questo provve-dimento, Telebari ha pre-sentato ricorso al Tar di Puglia. Ebbene, il presidente del-la Seconda Sezione del Tribunale Amministrativo regionale per la Puglia, Amedeo Urbano, con de-creto in data 24 marzo 2010, avendo rilevato la sussistenza di “ragioni di estrema gravità ed ur-genza” in accoglimento

dell’istanza di Telebari, ha concesso la misura cau-telare anticipatoria e, in conseguenza, ha ordinato la rimozione immediata delle cause che provocano

le interferenze, fissando al 22 aprile, l’udienza col-legiale.Ma da quella data nulla è cambiato. Canale8 conti-nua a trasmettere su quel-la frequenza provocando a Telebari gravissimi dan-ni di natura tecnica, am-ministrativa, con pesanti ripercussioni sull’imma-gine dell’emittente, sulla qualità delle trasmissioni,

persino con oscuramento in vaste aree del territorio di pertinenza. Una situa-zione che ha indotto l’edi-tore a preannunciare a giornalisti e collaboratori, a tecnici e amministrativi un drastico ridimensiona-mento del personale.L’Ispettorato, non solo non ha ottemperato al de-creto del Tar, ma ha con-vocato le parti per una verifica degli impianti. Per quali accertamenti non si comprende, visto che la concessione amministra-tiva di Telebari è un fatto acquisito e che l’autoriz-zazione all’altra emittente identifica un vero e pro-prio sopruso.L’editore di Telebari, ov-

viamente, non è stato fer-mo e ha attivato tutte le azioni, compresa quella giudiziaria presso la Pro-cura delle della Repubbli-ca, per giungere al pieno riconoscimento delle pro-prie ragioni e al ripristino della legalità e del diritto violato.Analoga azione è stata intrapresa dal personale dipendente per la tutela del posto di lavoro.

PAtto CRIMINALe tRA BARI e NAPoLI

Il Sindaco Emiliano premia i "Verdi di rabbia"

ColPita la Prima emittente liBera

di CarmelaMoretti

di Michele Cristallo

Francesco Pantaleo e Angelo Cavallaro

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Cinema

di FrancescoAsselta

é da qualche anno che sono incuriosito dalla

storia della stereoscopia, che è alla base del 3D cinematografico. é una curiosità dettata dalla comune e crescente convinzione che la tecnologia stia esplorando Nuovi Mondi, territori estranei alla nostra attuale conoscenza e mai raggiunti finora. Un pionierismo che ci renderà più coinvolgenti nel racconto, più precisi.

La nostra, dunque, sarebbe l’epoca

in cui grazie alla tecnologia stiamo entrando nel territorio della rappresentazione della realtà senza più l’ingombro del confine: la veridicità delle immagini cinematografiche in 3D - la loro mimetizzazione - rappresenta la voglia mai nascosta del cinema di sostituirsi alla realtà: come se l’intero movimento cinematografico a un certo punto abbia percepito che fosse giunto il momento del salto (è capitato pure ai Simpson! Ricordate la puntata di Homer nella Terza Dimensione?).

Chiaramente io penso che nulla

di tutto questo sia vero, e che ciò che manca nella riflessione comune sul tema sia la capacità di ricordare. Ricordare che non è la prima volta che, nell’universo delle arti, gli uomini percepiscono il limite che separa la realtà dalla sua raffigurazione, e soprattutto non è la prima volta che se ne afferrano l’instabilità e la vaghezza. Quando James Cameron in un’intervista al New York Times, pochi anni prima dell’inizio delle riprese di Avatar, sostenne che “(…) con il mio Reality Camera System, il digitale sembra reale e viceversa”, non diceva una cosa nuova, inaudita. Anzi.

Piuttosto entrava a far parte di

quel particolare nucleo ristretto di artisti che non si sono limitati a fare bene il proprio lavoro, ma si sono impegnati nel mostrare, attraverso

inganni ad arte

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Cinema

delle tecniche particolari, quanto sia ingannevole l’arte. La storia dell’arte ce lo racconta da sempre e tra l’attuale deriva stereoscopica del 3D e il trompe-l’oeil, per esempio, esistono parecchie affinità. Ma di questo parleremo più avanti.

Il cinema, il “grande cinema” intendo, non

ha mai avuto bisogno della Terza Dimensione per essere amato e giudicato: soprattutto se la Terza Dimensione non comporta alcuno scarto di senso. La visione del film Avatar mi ha lasciato senza alcuno stupore, e lo dico da appassionato e non da tromba critica. Il 3D non ha aggiunto né

tolto nulla al film. Chiaro, la magnificenza di alcune immagini e la vita che riescono ad evocare,

servono a giustificare l’impresa produttiva e il piacere nel guardarle. Ma è proprio l’idea del 3D ad essere intimamente sbagliata o, meglio, passata.

Il cinema non è nato narrativo, come

sappiamo. L’alba del cinema è rappresentata dallo stupore del guardare, in proiezione, la realtà. Quindi c’è sempre stato il piacere di guardare, ma, dopo, il cinema è diventato narrativo. Agli inizi però era semplicemente piacevole ri-guardare la realtà, in proiezione. Poi è arrivata la sceneggiatura come la conosciamo oggi. E la proiezione casuale di ciò che si riprendeva si è

evoluta, è divenuta film, con attori, con la trama, con la regia. I nostri occhi, i nostri attuali

occhi però sono oramai avvezzi allo splendore della proiezione: lo spettacolo ha smesso di essere esclusivamente scopico, lo spettacolo è diventato il racconto stesso. Ci interessa cioè come un regista tratta una storia, come un attore interpreta un personaggio, come un direttore della fotografia segna la luce. Ecco perché 70.000.000 di euro (solo in Italia) di incasso rappresentano il risultato di un ritorno al passato degli inganni ottici: Avatar per più di un mese è stata la parola unica pronunciata nelle casse dei cinema, con milioni di spettatori strappati ai propri divani non per un attore o un attrice, né per il tema trattato (storiche ragioni che allontanano la specie umana dalla

seduta comoda) ma per le tecniche di ripresa, per la parallasse e la stereoscopia: è questo l’Oscar più importante di Cameron, aver riportato al cinema centinaia di milioni di spettatori senza un attore o un’attrice di nome. Purtroppo è un Oscar sfiatato, e occorre dirlo anche se siamo davanti al più importante incasso della storia del cinema.

Il trompe-l’oeil e il 3D, dunque.

Due tecniche espressive così

distanti in apparenza e che invece sono la medesima rappresentazione del limite: è come se la cornice e lo schermo fossero sfibrati dal dovere contenere due sole dimensioni.

Sfogliando il bellissimo catalogo

della mostra di Firenze Inganni ad arte, tenutasi a Firenze a Palazzo Strozzi, scopro che i curatori della Sala Interattiva con immagini in 3D, e cioè Richard L. Gregory e Priscilla Heard, danno una bellissima definizione di questa tecnica pittorica: “(…) il trompe-l’oeil sembra davvero connotato dall’intenzione di ingannare l’occhio, con charme e con humour”. Ora, nel caso di Avatar, lasciamo perdere lo charme. Ma ciò che manca al film, e all’intero orizzonte in 3D che vedo, è proprio questo: è un’impresa senza la leggerezza dell’inganno ad arte.

Andrea Mantegna, "La camera degli sposi" (Mantova)

Le nove ruote

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Spettacoli

Carlo Gesualdo. Principe di Venosa, Principe dei musici: questo il titolo dell’ultimo lavoro di Dora Liguori, edito dalla barese Florestano edizioni.Dora Liguori è scrittrice,

musicista, regista, stu-diosa di storia, docente di canto presso il Conserva-torio di S. Cecilia in Roma.Il romanzo, come recita

la quarta di copertina fir-mata dalla stessa Liguori, “ripercorre, fedelmente, la storia di un musicista vissuto nella seconda metà del Cinquecento, erede di una delle più

grandi e ricche famiglie del Meridione”.La storia è quella del

principe Carlo Gesualdo che nacque a Venosa, nel 1566, da Fabrizio II e Ge-ronima Borromeo. Egli si formò a Napoli e presto si dimostrò un geniale ma-drigalista e compositore di musica sacra, ammi-rato dai contemporanei e fonte d’ispirazione per musicisti a noi più vici-ni, su tutti Stravinskij. Il suo rapporto con il testo poetico è ciò che, forse, più lo distingue dai musi-cisti a lui contemporanei:

Carlo Gesualdo frantuma la frase, isola le parole, rielabora intimamente e potentemente il testo, crea dissonanze, violan-do, deliberatamente, le regole della composizione madrigalistica di allora. La sua vita tormentata

e ritirata fu segnata da

sofferenze fisiche, tor-menti interiori, lutti e, soprattutto, dal duplice omicidio di cui si macchiò allorché colse in flagrante sua moglie Maria D’Avalos e l’amante di lei, il duca Fabrizio Carafa. Assolto dalla legge e condannato dalla società e dalla sua stessa coscienza, trascor-se gli ultimi anni della sua vita tra atroci sofferenze psichiche.Gesualdo ebbe amicizie

illustri, tra le quali spicca quella con Torquato Tas-so, amicizia che Gesualdo decise di interrompere

quando scoprì che il Tasso aveva scritto alcuni so-netti dedicati agli amanti infedeli. Un libro con un prota-

gonista affascinante ed enigmatico, questo di Dora Liguori, “dedicato agli artisti che furono, e ancora oggi lo sono, con-siderati dei ‘diversi’ da una società che non vuole e non può comprenderli”. Un romanzo un po’ pro-

lisso ma ben documenta-to e, spesso, avvincente.

La ‘Pooglia Tribe’, forma-zione multipla dell’hip hop pugliese - quelli di ‘Cime di rap’ e ‘Gente che spe-ra’ – pubblica oggi il suo secondo cd a distanza di quasi dieci anni dal primo, tornando ai pugliesi con ‘Apulians: street album vol 1’. Ne parliamo con Torto O.G., uno dei rapper del-la crew, composta anche da Reverendo, Topofante, Tecà, Keedo e L’Egitt .Cosa c’è di nuovo in ‘Apulians’ rispetto a 10 anni fa?Un rapporto più fedele tra il disco e ciò che veramen-te siamo, soprattutto dal vivo, cioè rappers cresciu-ti in bilico tra la musica hip hop e quella reggae, “traditori” di un genere e dell’altro.Quali prospettive di mercato per il rap ita-liano e pugliese?

Bene sul fronte italiano, un po’ meno per il dialetto, so-prattutto quello barese. Il verso dialettale in musica

è accettato e “legalizzato”, dai cultori della cosiddetta musica italiana, solo se di provenienza vesuviana,

capitolina, meneghina e toscana. E ciò vale anche per qualche concittadino barese con la puzza sotto

il naso, che al massimo apprezza il rap o il ragga-muffin salentino – che i salentini giustamente non si sognerebbero mai di snobbare – giammai il pro-prio, così fastidiosamente simile alla parlata della zia. Noi baresi a volte siamo così. E chissà che non sia un bene.Il prossimo progetto?Ovviamente ‘Apul ians street album vol. II’. Ci stiamo già lavorando. Sostenuti da tutta la gen-te che ci vuole bene e ci segue ai concerti. Alla ri-cerca infinita della metrica perfetta.

di Silvia Gulletta

di Antonella Fazio

CARLo GeSUALDoPrincipe di Venosa, Principe dei musici

PooGLIA tRIBe, tANtI ANNI PeR CoMPoRRe

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otere aprile 201020 tel. 080.872.89.01

la mordacchia

Con qualche ingegno-so s t ra tagemma,

dicevo la scorsa volta, riesco ad assicurare alla mia scassatissima banda, alcuni impegni lavorativi sotto costo e a condizioni disumane, grazie ai quali, invece di morire tranquillo di vecchiaia nel mio letto, a 99 anni, come fanno tutti i parassiti che vivono dietro le quinte della politica, è molto più probabile che crepi di infarto o di ictus cerebrale una di quelle volte in cui mi mandano in bestia i presidenti dei vari comitati o i miei stessi “collaboratori” , che tutto fanno tranne che collabo-rare col sottoscritto. Quei 10 lettori che si inte-

ressano ai miei raccontini, si staranno chiedendo chi me lo faccia fare a conti-nuare una siffatta e pe-ricolosissima attività, ed anche io, mentre scrivo, continuo a pormi la me-desima domanda senza trovare mai una risposta convincente.Se uno si fermasse a

riflettere, anche soli 5 minuti, sul perché si sot-topone alla vita da ban-dista, sicuramente non troverebbe alcuna risposta valida tale da motivare una qualsivoglia giustificazio-ne a riguardo perché non

ne esistono. Allo stesso risultato giungerebbe an-che dopo averci riflettuto un’ora, un giorno o addirit-tura un mese intero: non vi è alcun tipo di garanzia a nessun livello e quindi tanto vale non pensarci proprio!

Per fare un esempio ba-nale, ma emblematico, vorrei prendere in con-siderazione un fattore nient’affatto trascurabile: il fattore METEO.Non esiste alcuna garan-

zia per noi poveri disgra-ziati contro i tiri mancini del tempo e non esiste al-cun sindacato di categoria pronto a difendere i nostri diritti. Nei bei tempi andati, era

diffuso il detto: “Bandisti: Feste e Maltempo!” dato che prima, quando an-cora le bande godevano di una certa considerazio-ne, anche nel caso in cui l’esecuzione non avesse

avuto luogo per motivi non dipendenti dalla volontà dei musicisti, il contratto si riteneva rispettato e il compenso prestabilito veniva corrisposto per intero. Oggi invece, vuoi per eliminare un detto che suonava disarmonico alle orecchie dei vari presiden-ti, vuoi per la vertiginosa crescita della concorren-za, vuoi per le ristrettezze economiche in cui versano tutti i Comitati sempre alla ricerca di scuse buone per poter “tagliare” le già esi-gue somme pattuite, quasi tutti i contratti riportano la seguente formula: “In caso di avverse condizioni atmosferiche al Concerto Bandistico sarà corrispo-sta una parte della som-ma pattuita proporzionale all’attività effettiva svolta dallo stesso” utilizzando quella tipica terminologia confusionaria e vaga che contraddistingue tutta la legislazione del Bel Paese.E allora quando accade

l’irreparabile e, nonostan-te tutte le preghiere e le offerte votive, qualche nuvoletta ribelle riesce a scappare al controllo, eccoti partire i calcoli, le liti, le offese, le ingiurie, e qui si scatena tutta la fantasia italiana e ti vedi fior fiori di ingegneri pro-

banda e pro-comitato, che cominciano a moltiplicare e a dividere , a sottrarre e sommare elevando il coefficiente al cubo o al quadrato per quantificare quella famosa “parte della somma pattuita” ognuno pronto a tirare l’acqua al proprio mulino. Ma cosa volete da noi?

Che colpa ne abbiamo se non si è potuta tenere la nostra esibizione? Quei 35 musicanti sclerati ve li ho portati? Dunque, si dia a Cesare quel (poco) che è di Cesare. Per evitare problemi, nella stagione prossima, ho deciso di acquistare 40 tute da sub per consentire le esecuzio-ni all’aperto con qualsiasi tempo, e di trovare uno sponsor disposto ad ac-quistare per noi una tenda anti-atomica da collocare in mezzo alla piazza così da poter suonare anche in caso di neve, grandine e trombe d’aria! In tal modo forse saremo finalmente contenti e riusciremo ad espletare il nostro lavoro in qualsiasi posto e con qualsiasi condizione at-mosferica. Pensate sia una buona idea? Si accettano suggerimenti!!!

Il direttor Trombone

“Bandisti: Feste e maltempo!”GRAMMATICA ITALIANA PER

DISTRATTI

Io non mi interesso di politica. Non sono di

destra né di sinistra e nemmeno di centro. Ma durante le campagne elettorali mi piace par-tecipare alle conferenze di quei “disperati in cer-ca di voti”. Mi dà gusto notare i loro strafalcioni grammaticali e a casa stendo una classifica dal meno asino al più asino. Vendola mi sor-prende. È bravo, non gli ho mai messo meno della sufficienza. L’altro invece, il Dott. Palese, mi ha irritato l’ultima volta che l’ho ascoltato. Ripete “cioè” almeno una decina di volte in una stessa frase. Non ci ho visto più dalla rabbia.Mi rivolgo a tutti i “cul-tori del cioè”. Questa parolina non serve a colmare i vuoti di pen-siero. È una congiunzio-ne esplicativa e introdu-ce la spiegazione di un concetto. Usatela rara-mente. Invece, quando non sapete cosa dire, fermatevi un attimo a pensare. Farete una fi-gura più dignitosa.

Le avventure del direttor Trombone

aula magna-magnaaula magna

la maestra Bacchetta

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la mordacchia

Fu al concerto del “Tea-tro degli orrori” che mi

venne l’idea.E questo è tutto ciò che

devo a quel concerto. Che mi annoiò.Mi aveva attirato il nome

del gruppo. Promettente. Avevo immaginato una scena splatter, con perfor-mance a base di schizzi di sangue, mutilazioni, de-pravazioni.Invece questi ragazzotti

viziati di una qualche pro-vincia italiana del profondo nord, giocavano soltanto a fare i depressi, i cattivi. Dandy fuori tempo mas-simo, bohemien da pub-discoteca.I testi poi! Si scaldano per

incensare un poeta africa-no che ha fatto incazzare le multinazionali del petrolio, tanto che quelle l’hanno giustamente fatto impic-care, poi invocano Majako-vskij, così, tanto per titilla-re il pubblico intellettuale. L’unica canzone che mi ha tirato un po’ su è stata “La vita è breve”, con quel ritornello nichilista ripetu-to come una filastrocca. Uscendo dal locale com-prai il cd giusto per ricor-darmi lo schifo a cui avevo assistito. L’aria fresca della notte mi fece venire in mente, inspiegabilmente un verso, un giro di parole malate provenienti dagli anni oscuri della scuola: “All’ombra dei cipressi e dentro l’urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?” Ovvia-mente no! Che cazzo vuoi che gliene freghi ai vermi che ti stanno mangiando sottoterra se c’è il sole o meno! Avevo 17 anni e la mia orrenda insegnante di italiano mi obbligava a imparare a memoria “I sepolcri” di Foscolo.E non contenta ci obbliga-

va a fare l’analisi logica e l’analisi del periodo di tutto il “carme”.E mi venne in mente que-

sta cazzo di parola mai più né sentita né usata. “Car-

me”…come modulava con le sue labbruzze strette quando pronunciava quel-la parola!Come godeva quando

inciampavamo impotenti nelle tortuosità sintattiche di quel testo! Come ti in-filzava con i suoi occhietti gelidi quando stavi zitto! Ho odiato sempre da allora qualunque letteratura.E ovviamente anche lei:

la professoressa Catacchio e la sua gamba zoppa che penzolava oscena, lei così bassa, dalla sedia dietro la cattedra! Eppure devo a lei l’unico libro che ho letto per intero da quando sono nato, “Il giovane Holden”. Lo rubai dalla sua borsa durante una ricreazione.Il capitolo secondo mi

mandava in estasi.È quello in cui il teppi-

stello, durante un filone, si reca a far visita al suo an-ziano professore di storia, Spencer. E quello, lontano dalla lezione e dalle aule, gli regala qualche consiglio e qualche smanceria senti-mentale. Di colpo decisi di andare anch’io a trovare, dall’altra parte della città, la mia vecchia Catacchio. Viveva sola, come sempre, spiando dalla finestra i suoi alunni vecchi e nuovi che poi interrogava sadica-mente il giorno dopo.Era tardi ma le luci accese

mi dissero che era in piedi. Magari a leggere! Suonai: mi rispose diffidente, “chi è?”. Non voleva aprire ov-viamente, ma quando le spiegai per bene chi ero, quando mi appellai a lei come alla mamma che non avevo mai avuto, mi aprì. Quando salii ed entrai, dopo un’occhiata panora-mica alle pareti stracolme di libri e dopo essermi piegato verso il suo viso rincagnito per un ributtan-te bacio di saluto, entrai nel vivo e dichiarai teatral-mente che ero venuto per confessarle un’antica mia cattiva azione.Ai suoi danni.

Il furto del romanzo di Salinger: al suo imbaraz-zo, ai suoi balbettii confusi, reagii inchiodandola ad una sedia. La sua espressione sor-

presa e la sua incipiente paura mi eccitarono: “Non si preoccupi, prof, quella monelleria non è niente in confronto a ciò che le farò adesso!”. E mentre dicevo questo adocchiai alle sue spalle una sfilza di libri tutti con lo stesso titolo: “I sepolcri”.Era proprio un’ossessione la sua!Cominciai a strappare fo-

gli su fogli e ad infilarglieli in bocca ad uno ad uno. Decine e decine di pagine!Un furore cieco mi agita-

va, risalendo dai meandri del tempo. Mi avvicinai ai suoi occhi e le sibilai sul viso: “Falla tu ora l’analisi del periodo…digeriscilo bene questo autore im-menso”. Divenne cianotica mentre le sue zampetti-ne scalciavano impotenti come quelle di un insetto. Estrassi dalla tasca il CD del “Teatro degli orrori”, lo infilai nel lettore incastra-to tra i libri e selezionai “La vita è breve”; a tutto volume, per coprire gli sparnazzamenti della sua ormai inevitabile agonia. La guardai soffocare e la aiutai con le mie mani strette attorno al suo collo, mentre spruzzi di saliva misti a coriandoli di pagi-ne poetiche segnalavano i suoi ultimi istanti.Quando spirò e si rilassò

finì anche la canzone. “La vita è breve”, sussurrai anch’io al cadavere scom-posto dell’ ex professores-sa Catacchio.E per uscire di scena in

modo degno di un noir dissi alla stanza vuota, proprio con la stessa voce chioc-cia che avevo a 17 anni: “Aveva proprio ragione, pressorè, un grande auto-re, se lo capisci, ti riempi proprio la vita!”.

Sono sempre sta-ta d’accordo con

Schopenhauer. Chi più sa più soffre. Gli uomini di cultura hanno il grigiore in volto. Divorano libri e polvere nel tentativo di cercare risposte a una qualche domanda. Una vita consumata a sfoglia-re pagine, a sottolineare di rosso parole importan-ti e a mandarle a memo-ria. Chi è più felice, l’in-tellettuale o il fighettino poco colto, che in dialetto barese chiamiamo “zam-po”? Quest’ultimo, ovvio. A bordo di un motorino con marmitta “truccata”, sfoggia occhiali da sole firmati Ray-ban e taglio di capelli all’ultimo grido. Non si chiede chi siamo, dove andiamo, se ab-biamo un’anima o siamo solo materia. Vive e ba-sta, senza crogiolarsi in questioni di difficile solu-zione. Il cameraman ba-rese Francesco Saccente ha avuto una idea fuori dalle righe: radunare in un gruppo su facebook tutti i zampi sopravvissu-ti al livellamento sociale e farli diventare soggetto di un libro. Il risultato è

un lavoro editoriale spi-ritoso, intitolato “Mòòò…c’sì zamp!”, che osserva questa categoria sociale in fase di estinzione. I zampi, personalità ecce-zionali prive di qualsiasi condizionamento. Indi-vidui un po’ esagerati, chiassosi, a volte fasti-diosi ma tutto sommato divertenti. Beati loro. Se ne fregano della gram-matica italiana, della politica, del bon ton. Tutto ciò di cui hanno bisogno è una serata in discoteca, la partita del Bari allo stadio e le can-zoni napoletane, che non devono mancare mai. A questo punto conviene essere tutti zampi? Certo che no. Ognuno sia così

come è nato. Chi si sen-te intellettuale soddisfi il desiderio di conoscenza, il zampo si goda la vita in tutta libertà.

di CarmelaMoretti

Mòòò... c'sì zamp!(mòòò... quanto sei grezzo!)

Mario Adda editoreBari 2010Pagine 180

Francesco Saccente

nero vinYle

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otere aprile 201022 tel. 080.872.89.01

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Sport

Anticipato da spezzo-ni, trailer e foto su

Facebook, il cui profilo conta migliaia di fans, è giunto finalmente in sala l’atteso lungometraggio “U Megghie Paise”, ovvero i quattro mesi in cui Bari impazzì. Il marketing vi-rale ha dato i suoi frutti, incuriosendo oltremodo gli internauti che fremevano in attesa della prima pro-iezione. Lo spunto filmico è

fornito dall’entusiasmante cavalcata della squadra biancorossa che riuscì a raggiungere, l’anno scor-so, un’insperata promo-zione al termine di un anno da incorniciare in serie B. Ma, si badi bene, non è un film sul calcio. A riprova di ciò durante il film non si vede neanche un gol, né un’azione tra le tante del campionato 2008/2009, ma solo immagini del contorno che circondava il tappeto erboso e gli undici uomini in campo. Il film è intessuto di racconti nar-rati da otto personaggi as-

surti a simbolo di un aspet-to particolare della tribù variegata dei tifosi: tra gli altri spiccano il “guerriero” capoultras, i coniugi che in curva sud organizzano veri e propri happening con al-tri tifosi e un non vedente che segue le partite allo stadio ascoltando in radio la voce di Michele Salo-mone, storico giornalista sportivo e radiocronista doc (anche lui, del resto,

uno dei protagonisti del film). A parte la lunghezza eccessiva, centocinquanta minuti che però il pro-duttore Ivan D’Ambrosio ha promesso di ridurre per la distribuzione nelle sale, il film regala qualche momento di divertimento e attimi di emozione per coloro che gioirono della promozione del Bari av-venuta proprio nel giorno della festa di San Nicola. Ma, a parte la retorica del-la mentalità ultras, della rivalità, del campanilismo ed altre cose del genere, emerge prepotente alla

fine del film, la sensazio-ne che è del barese che si vuol fare un fedele ri-tratto e non delle imprese della squadra cittadina. I personaggi sono tali in quanto accomunati dal tifo ma soprattutto sono baresi che gioiscono smo-deratamente nei momenti magici (esemplare il bluff del magnate texano Bar-ton osannato da migliaia di baresi all’aeroporto), per poi sconfortarsi im-mediatamente alle prime difficoltà. È qui un tenta-tivo di rappresentare quel fatalismo, quel vivere alla giornata che contraddi-stingue gran parte dei me-ridionali, pronti a dimen-

ticare momentaneamente le sofferenze quotidiane in una domenica pomeriggio davanti a undici ragazzi in pantaloncini. E non fa nulla

se il lunedì si ricomincia a ingegnarsi per sopravvive-re: l’importante è che si sia stati partecipi del laico rito domenicale (l’unico rito rimastoci, come sosteneva Pasolini). In fondo il titolo è emblematico e le intenzio-ni dei realizzatori del film sono manifeste: “Questa è una storia corale che con-ferma quanto Bari, nono-stante tutto, resti sempre U Megghie Paise”. Sarà. Ma non fa nulla neanche che non cresca l’erba, come dice anche la tarantella di Gianni Ciardo? O che gli stessi autori abbiano trovato il successo fuori dai confini cittadini, emi-grando a Roma? L’impor-tante, anche per i politici che spesso ci si incuneano sapientemente (vedi re-centi elezioni comunali a Bari con i tanti candidati

provenienti dal mondo del calcio), è che ci sono i baresi e questa grande amara recita collettiva che chiamano baresità.

arriva nelle sale baresi “u megghie Paise”, per la regia di vanni Bramati

tra ultras e tifosi normali un affresco dei quattro mesi in cui Bari impazzì

Fenomenologia del tiFoso Barese

Il regista

Vanni Bramati nasce a Bari; attore noto per diversi ruoli in tv e per le 4 stagioni nella serie poliziesca “La squadra”. Per il cinema recita in “Malena” di Giuseppe Tornatore, “Il tramite” di Stefano Reali, “La canarina as-sassinata” di Daniele Cascella. Nel 2007 de-butta come autore e re-gista firmando insieme ad Anna Gil il formato “TPE all countries one world” e nel 2008 il cor-tometraggio dal titolo “El busca”.

I protagonistiMichele Salomone – radicronistaVittorio Sbisà – Ab-bonato tribuna ovest superioreGaetano Err ico – Gruppo Kuei Vekki, curva nordRoberto Sblendorio – Capo ultras curva nordPatrizia e Giuseppe Porcelluzzi - Com-merciantiGiorgio De Trizio – Allenatore giovanissimi BariEnzo De Santis – Ab-bonato tribuna ovestAlberto Savarese detto il Parigino – Ultras cur-va nordonofrio Vittorio det-to Jair – Curva sud

di Giuseppe Scintilla

tim Burton

Frame tratto dal film

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Disabilitati

di MaraPetrone

DIZIoNARIo DEL DISABILE

Quando nel 1948 il medico britannico

Ludwig Guttman orga-nizzò una competizione sportiva per veterani della seconda guerra mondiale rimasti invalidi, non sape-va ancora che avrebbe ri-voluzionato il mondo dello sport.Questo “De Coubertin

dei disabili”, senza saper-lo, avrebbe regalato agli handicappati la possibilità di sentirsi, per una volta, meno diversi dagli altri: se la disabilità ghettizza, lo sport deve ridonare, per quanto possibile, quella normalità di cui si è stati privati.È questo, ancora oggi,

il presupposto fondante dei Giochi Paralimpici, le “Olimpiadi Parallele” per gli atleti con disabilità fisi-che che, ogni quattro anni, si svolgono dopo le ordina-rie competizioni olimpiche.Lo sport moderno nasce

nel secolo scorso come espressione di forza e di vigore, riferiti essenzial-mente all’uomo giovane, sano e di sesso maschile. Nel nostro secolo la men-talità sportiva ha progres-sivamente preso le distan-ze da questo stereotipo iniziale, per includere dap-prima le donne sportive, in seguito gli atleti anziani e, infine, quelli disabili. È stata, questa, una grande conquista di civiltà, un segno tangibile di come, se lo si vuole, due mondi diversi, quello dei disabili e dei “normodotati”, pos-sono trovare una comune occasione di crescita e di scambio.

“Le Paraolimpiadi ci ri-cordano che siamo tutti uguali.Senza questo sentimen-

to la vita si ferma” dice Adriano Celentano, che ha scelto di intervenire in musica e parole su questa fondamentale manifesta-zione sportiva per disabili.“Ognuno di noi” scrive il

molleggiato “aldilà della sua forza fisica, è bello e brutto contemporanea-mente e la nostra forza sa-rebbe nulla se non fossimo anche deboli”.

Ecco, allora, che quella che sembrava un’utopia – far praticare sport a perso-ne pesantemente impedite negli ordinari atti prati-ci- è diventata oggi per i disabili una vetrina in cui dimostrare quanto la forza mentale, di spirito, possa contare nel superamento delle restrizioni fisiche. Troviamo, così, proprio come fossero atleti sani, sportivi e sportive che si destreggiano, durante i

ParaolimPiadi: lo sPort Per non sentirsi diversi

HANDICAPPATo:Il termine categoriz-

za nell’uso comune una persona affetta da uno svantaggio fisico o men-tale; per la burocrazia l ’ hand i cappato è un soggetto che ha e crea problemi, mentre nel parlato il lemma è usato anche con un significato spregiativo,diventando, tal volta, uno dei più co-loriti insulti da rivolgere a chi mal sopportiamo.In realtà il significato

originale della parola “handicap” è ben lontano dai molteplici significati che è venuto acquisendo negli anni a seguire la sua comparsa. Dal punto di vista etimologico, il termine è di origine irlan-dese ed ha una storia as-sai curiosa:l’espressione “hand in cap” (in italiano “mano nel cappello”) si riferiva in origine ad un gioco d’azzardo, una spe-cie di lotteria: il fortunato che estraeva dal cappello il numero vincente era tenuto ad offrire un pre-mio di consolazione agli altri scommettitori meno favoriti dalla sorte.

Entrata nel gergo spor-tivo, la parola “handicap” indica una regola del gioco che, per compensare di-sparità e disuguaglianze, attribuisce a ciascuno dei contendenti vantaggi e svantaggi differenziati a seconda delle loro qualità.Coniato per indicare uno

svantaggio da bilanciare nelle competizioni sporti-ve, il termine handicap è passato poi nel linguag-gio comune per indicare un’insufficienza che com-porta una condizione di inferiorità permanente: handicappate risultano tutte le persone affette da

qualsiasi tipo di lesione, minorazione, disturbo o difficoltà. Handicap, dun-que, non è un’espressione scientifica, ma una parola che accomuna sotto la stessa etichetta persone e casi diversi. Anche quan-do il tipo di handicap è lo stesso, è impossibile deli-neare un profilo standard dell’handicappato, sia esso motorio, sensoriale o psichico perché ciascuno ha una sua propria storia intessuta di esperienze di vita uniche, ha peculiari modi di pensare, di fare e di reagire alla propria menomazione. Tuttavia, dietro alla molteplicità delle differenze individua-li, fra l’uno e l’altro vi è un aspetto comune: tutti hanno uno svantaggio da compensare, tutti hanno bisogno di un aiuto spe-ciale per non essere scon-fitti in partenza. Nel gioco della vita sarebbe infatti ingiusto penalizzare i più fortunati, così come si fa con i cavalli, ma sarebbe altrettanto ingiusto impe-dire agli handicappati di partecipare alla gara.

Giochi Paralimpici, in sport che nell’immaginario col-lettivo sembrerebbero im-praticabili per un disabile: l’atletica leggera, il nuoto, l’hockey, lo sci e persino il calcio.Una dimostrazione, que-

sta, del fatto che non esi-

ste uno sport rivolto agli “altri”, né tanto meno uno sport di serie A ed uno di serie B: lo sport è uno, universale, così come la passione con la quale ci si dedica; come lo si pratica non conta!

oscar Pistorius

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Eventi

SAGRE E FESTE PoPoLARI

Mirarte nasce con l’in-tento di partecipare e contribuire attivamente alla vita culturale del no-stro territorio attraverso iniziative artistiche varie e coinvolgenti: even-ti di prestigio legati al mondo della letteratura, della musica, del teatro e dell’arte in generale possono offrire occasioni d’incontro e di stimolo sia intellettuale che emozio-nale.Mirarte rappresenta una realtà giovane con l’obiettivo di diventare, in un prossimo futuro, un punto di riferimento per chiunque abbia fatto della creatività e della cultura il filo conduttore della propria vita.

domenica 18 aprile, h 21.00, Alberto Maria Ruta (violino) e An-tonel lo Cannavale (pianoforte). Il duo na-poletano apprezzato dal pubblico internazionale per la splendida intesa musicale e strumentale, propongono due capola-vori del repertorio tardo romantico: la Sonata in Sol maggiore di Johan-nes Brahms e la celeber-rima Sonata in La mag-giore di Cesar Franck. Auditorium Vallisa, Bari

sabato 24 apr i le , h 21.00, David Bellugi (flauti dolci) e onofrio Della Rosa (clavicem-balo) eseguiranno un

concerto interamente dedicato alla musica barocca con musiche di Bach, Haendel e Corelli. Auditorium Vallisa, Bari

venerdì 30 apri le, h 21.00, Joanna Trze-ciak (pianoforte). La pianista polacca è co-nosciuta nel panorama musicale internazionale come interprete colta e raffinata. In occasione del bicentenario della na-scita di Chopin, propone un programma intera-mente dedicato al com-positore proponendo alcuni classici della sua produzione pianistica. Auditorium Vallisa, Bari

Joanna trzeciak

David Bellugi

tea tro

teatro Petruzzelli

BARIvenerdì 16 aprile, h 21.00, l’Orchestra della Fonda-zione Petruzzelli sarà con-dotta da un direttore di prestigio internazionale: il maestro Alberto Verone-si. Teatro Petruzzelli

venerdì 16, sabato 17 apri-le, h 21.00, Fatto di cro-naca di Raffaele Viviani a Scampia a cura di Artu-ro Cirillo. Punta Corsara – Fondazione Campania dei Festival in collaborazione con Teatro Stabile di Na-poli. Teatro Kismet Opera

venerdì 23 aprile, h 21.00, la Fondazione Petruzzelli propone un viaggio mu-sicale alla scoperta delle produzioni del Novecento tra l’Europa e l’America che vedrà protagonista la soprano Amelie Fal-le , accompagnata da Cinzia Maurantonio al pianoforte, da Giovanna Buccarella al violoncello e dall’attrice Maria Gia-quinto. Teatro Petruzzelli

sabato 24 aprile, h 21.000, Mario Biondi in concerto. Teatro Petruzzelli

lunedì 26 aprile, h 21.00, grande concerto di musica da camera con Bruno Ca-nino (pianoforte) e Car-melo Andriani (violino). Teatro Petruzzelli

da martedì 27 aprile al 21 maggio, Bari racconta e canta. Prodotto da Nuova Ribalta, diretto da Nico Salatino. Teatro Duse

BARLETTAvenerdì 16 aprile, h 21.00, Quartetto di Cremona, la magia del quartetto d’Archi, Associazione Cul-tura e Musica G. Curci. Teatro Curci

mercoledì 21 aprile, h 21.00, I Prodotti, Com-pagnia Balletto Civile. Co-reografie Michela Lucenti, regia Michela Lucenti e Leonardo Pischedda. Tea-tro Curci

venerdì 23 aprile, h 21.00, Salvatore Accardo e Bruno Canino, Associa-zione Cultura e Musica G. Curci. Teatro Curci

Mario Biondi

Alberto Veronesi

SPINAZZoLAdomenica 18 aprile, h 14.30, Carnevale Spinazzolese 2010 52ª Edizione per recu-perare la seconda sfi-lata, rinviata lo scorso 14 febbraio a causa del maltempo.

MINERVINo MURGEsabato 24 e domenica 25 aprile Mostra mer-cato del nero di Troia e dei prodotti tipici dell’Alta Murgia.

BITETTodomenica 25 aprile, h 10.00, Mercato Me-dioevale. Il Mercato avrà luogo nel centro storico con bancarelle accuratamente sele-zionate ed allestite. Tutt i i partecipanti indosseranno costu-mi dell’epoca. Il tutto sarà animato da musici itineranti, giocolieri, cantastorie e situazioni divertenti.

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otere aprile 201026 tel. 080.872.89.01

Canosa

Barletta

andria

trani

molFetta

BisCeglie

ruvo

terlizziBitonto

modugno

Palese

giovinazzo

Corato

santo sPiritoBari

puoi trovarlo qui punti distribuzione

andriaBar Arco Anticovia ferrucciAntica Trattoria Bella Napoli C.so CavourAmerican Bar C.so CavourCavour Caffè C.so CavourCaffè del CorsoC.so CavourBar Ariston via BariCaffetteria Demony viale PugliaBar Chantilly viale PugliaCaffetteria Shadey via MarcantonioBar 7 Nani via AnnunziataBar Forte via AnnunziataCaffè Normannoviale Pietro NenniBar Euro viale Pietro NenniBar Angel Coffeeviale Pietro NenniGlamour Cafè viale AusoniaCaffetteria Pommery via Muzio ScevolaBar Mont Blanc via Don MinzoniCaffè Noir via De GasperiBar Castello via Porto CastelloAl Cavallino Grosso via MontegrappaFashion Cafè via MozartBar Feeling via BisceglieBar La Dolce Vita via BoccaccioBar Cin Cin via PisaniBar De Lucia P.zza Vittorio EmanueleBar Negrita P.zza UmbertoBar Sheridan e Coffee via Barletta

BariBar stazioneP.zza Aldo Moro, 1Bar CatulloP.zza Aldo Moro, 18Bar Tyffany via Argirò, 137Caffè Argirò via Argirò, 74Bar Le barisièn via Argirò, 52Bar Conchiglia via Argirò ang. via A.Gimma.Bar Cavaliere via Piccinni, 53Caffè Senza Tempo via Piccinni, 75Martin Caffè via Piccinni, 102Bar Speedy via Piccinni, 121Bar Meridional Caffè via Piccinni, 124Ideal Bar via Piccinni, 177Aida via Piccinni, 187Wish Cafè via Piccinni, 196Modigliani Caffèvia Piccinni ang. via S. ViscontiBar Vox via Sparano, 13Bar Ragno C.so Vitt. Emanuele, 90Bar del Corso C.so Vitt. Emanuele, 98Caffè Borghese C.so Vitt. Emanuele, 122Antica Gelateria del Corso P.za Federico II di Svevia, 32Bar Castello P.zza Federico II di Svezia, 83Bar Federico II P.zza Federico II di Svezia, 85Bar Gridem Lung.re De Tullio, 1Bar Titti Tuister Lung.re De Tullio, 18Bar Dogana Lung.re De Tullio, 34Bar Barucchelli P.zza Ferrarese, 3Matise Bar P.zza Ferrarese, 10Bar Almstad P.zza Ferrarese, 13Città Vecchia Bar P.zza Mercantile, 17Barcollo Bar P.zza Mercantile, 69Bar Catullo C.so Cavour, 9Bar Gasperini C.so Cavour, 55Bar Saicaf C.so Cavour, 121Caffè Greco C.so Cavour, 126Garden Bar P.zza Umberto, 59/AAntica Caffetteria della Vittoria via Decesare, 1Caffè Voltaire via Camillo Rosalba, 47/PCaffè Rosalba via Camillo Rosalba, 49/BMivida Caffè via Matarrese, 24Caffè Italiano via Matarrese, 46Mozart Caffè

via Cardinale CiascaSig. Monteleone c/o Mozart CaffèBar dell’Angolo via Papa Pio XII, 1Caffè Il Bosco via Papa Pio XII, 10Bar Moderno via Papa Pio XII, 34Dolce Caffè via O. Flacco, 10/ACaffè Top One via O. Flacco, 20Caffè Savarese v.le Salandra, 45Caffè Rock v.le Salandra, 52Anima Caffè via Capruzzi, 256Bar Barry’s via Capruzzi ang. via Devito FrancescoBar Due Emme via Devito Francesco, 8Caffè Vip via Devito Francesco, 31/FAl Coco Dè Bar via Giulio Petroni, 14/BBar Gardenia via Giulio Petroni, 43Bar Maristella via Giulio Petroni, 83/CBar Shaday via Giulio Petroni, 85/ZMeridional Caffè C.so Benedetto Croce, 205Mirò Caffè via L. Sturzo, 5Caffè Odissea via L. Sturzo ang. v.le della ResistenzaBar Australia via Papa Giovanni XXIII, 4Nineteen Bar via Papa Giovanni XXIII, 28Caffè Messico via Papa Giovanni XXIII, 59Caffè Food via Papa Giovanni XXIII, 71Tiger Bar Esso staz. Servizio via Papa Giovanni XXIIICaffè Vincent via Conc. Vaticano II, 3Al Mio Caffè via Conc. Vaticano II, 23Mageco Caffè via della Repubblica, 10Bar Alò Paris via della Repubblica, 20Blu Bar via della Repubblica, 71/ABar Catullo via Unità d’Italia, 66Bar del Viale via Unità d’Italia, 79Bar Abruzzo via Lattanzio, 4Bar Pirandello via Lattanzio, 56Bar Crescenzio via Domenico CirilloCaffè Latino via Postiglione, 1Bar Palama Blanca via Postiglione, 17Bar Capogiro via Amendola, 124/ABar Lupin via Amendola, 145Bar degli Amici v.le Einaudi, 37Caffè Lilù v.le Einaudi, 57Frizz Bar v.le Einaudi, 69Gilda Caffè via Colaianni, 64Caffetteria Dorso via G. Dorso, 81Caffè Greco

via Fanelli, 206/19Sesar Caffè via Re David, 193/SBar Mistral via Napoli ang. via Tommaso FioreBar Venezia via Napoli, 180Bar dello Studente via S. Francesco d’Assisi, 35Bar Il Bello delle Donne P.zza Massari, 18Caffè Astoria C.so Vitt. Emanuele, 64Saicaf Il Caffè C.so Vitt. Emanuele, 38Voglia Matta C.so Vitt. Emanuele, 42Caffetteria Vanity via Melo, 28Il Caffè del Faraone via Melo, 57Caffè Bellini via Melo ang. via PutignaniMozart Caffè via Melo, 139Caffè Shop via Melo, 148Caffetteria Catalanovia Melo, 181Caffè Melo via Melo, 228Caffè Carullivia Crisanzio, 65/A

BarlettaBar con Ghiaccio via CanosaBar Mulinello via CanosaBar dello Studente via CanosaBar Settebello via CanosaCaffetteria Cafagna via Madonna della CroceBar Mikevia Madonna della CroceBar Mundial via Madonna della CroceCaffetteria Rionero via Madonna della CroceBar Odeon via ImbrianiCaffè 57 C.so GaribaldiCaffetteria Bar Stop via Madonna della CroceBar Cavour C.so CavourBar Agip via TraniIpercoop c/o Centro CommercialeBar Conchigliavia Cristoforo ColomboBar Denise via S. PrascinaBar Turin via S. PrascinaBar Tict via A. VoltaCaffè 103via Regina MargheritaBar Big Ben via Regina MargheritaBar Scardigno via Regina MargheritaBar Viola C.so Vittorio EmanueleBar Disfida Caffè C.so Vittorio EmanueleBar Don FernandosC.so Vittorio EmanueleCaffetteria Coffe e Break C.so Vittorio EmanueleCaffè Corsini C.so Vittorio EmanueleBar Caffetteria Moca via S. LuciaAmerican Bar P.zza CastelloBar Marrakech P.zza MarinaCaffetteria Giotto P.zza MarinaBar adriatico via Manfredi

BisCeglieBar Dolce e Caffè via S. AndreaBar Acquafredda P.zza S. AndreaLino Bar via TraniBar Erk via LamavetaBar Meeting via IndipendenzaBar Bellavita via S. MartinoBar Moon Flowervia Sacerdote diCaffetteria Notoriusviale CacaceBar First Loveviale CacaceCin Cin Bar via FragataBlue Night Caffèvia ImbrianiL’ora del Caffèvia ImbrianiCaffè CovaP.zza Vittorio EmanueleBar Le Antiche Mura P.zza Vittorio EmanueleBar Oriente P.zza Vittorio EmanueleBar Disney P.zza Vittorio EmanueleBar Scalo via La MarinaBar S. Lorenzo via PapagniBar Lul e Chemisevia PapagniBar EdenP.zza Armando DiaBar Garden via Aldo MoroBar dei Puffi via Volta

BitontoBar della StazioneCaffè Creme Millefiorivia PalombaioHelen’s Cafè via PalombaioBar La Maya via Galileo GalileiLa Tan del Caffè via RavanasMeeting Cafè via Ludovico D’AriostoPlay Cafè via BerardiBar Europa P.zza Santi MediciBar Cosimo Cotugno via GomesCaffè L’arabicaP.zza Aurelio MarinaBar Nuovo via CorteseBar Gattopardo via PiepoliBar Le Divine via SaracinoBar Titanic via G. La PiraBar Hegemonyavia X S. SpiritoBar Jollyviale Giovanni XXIIIBar Ignomeriellovilla di BitontoBar Il Grillo via La RovereDreamer Cafè via PlanelliArt Cafè via TempestaGotha Cafèvia D.co RicapitoBar Cristall via TraettaHezio’s Bar via TraettaSuper Bar via TraettaVillary 52 P.zza MarconiBar da GiacomoP.zza MarconiBar Vittoria P. zza MatteottiCaffetteria dello Studente P. zza MatteottiLounge BarP. zza Matteotti

CanosaDaz cafè via BovioBar Vittoria via BovioBar Imperial via BovioBar Divina via PugliaBar del CorsoC.so S. SabinoBar Cono D’oro C.so S. SabinoCaffè 900 C.so S. SabinoCasa del Caffè via BarlettaGran Caffè AuroraP. BelmondoBar Inter Club P.zza della RepubblicaCaffetteria MazziniC.so GarbaldiBar Ugo Foscolovia SettembriniBar Roxy via SettembriniBar Millico via Imbriani

CoratoBar vicino RiccardoBar Acapulcovia Don MinzoniBar Angoloviale Ettore Fieramosca, ang. Via TraniBar Carlo’sCorso GaribaldiBar Coronavia Aldo MoroBar Duomo via DuomoBar Everestviale 4 NovembreBar Juniorvia Digione, 70Bar Lino’sviale Vittorio VenetoBar Orchideaviale Luigi Cadorna, 23Bar RenudòPiazza Sedile, 26080-3588641Bar Shaday via DuomoBar Via C. del MonteCinema EliaCorso GaribaldiParrucchiere Moods Hair di Savino CaterinaP.zza Pietro Rosa080-8726233Parrucchiere Michele Campione via Giappone 080-8985911Parrucchiere Riccarda Ru-tiglianovia Galileo Galilei, 13 ang. Via Coletta333-6284977Parrucchiere Riccardoviale Armando DiazSede PDLTabacchi via Don MinzoniTabacchivia A. Moro (Gerardo Strippoli)TabacchiPiazza Cesare BattistiTabacchic/o Palazzo GioiaTabacchi Tatoli stazioneTrattoria Land & Seavia Torquato Tasso, 68

giovinazzoBar Palermo via BariBar Lux via BariBar Etoille via BariBar Ragno D’OroP.zza Vittorio EmanueleGran CeffèP.zza Vittorio EmanueleVecchio CaffèP.zza Vittorio EmanueleBar Lollipop via MolfettaBar Pub No Stopviale Aldo MoroBar Frau Marlenvia A. De GasperiJeans Barvia Agostino GioiaBar S. AgostinoP.zza S. AgostinoBar Impero via Marconi

modugnoAuchanCentro CommercialeTaxi Bar via PaleseBar Abbaticchiovia Cesare BattistiBar Elisir P.zza GaribaldiBar SportC.so Vittorio EmanueleBar MarasmaC.so Vittorio EmanueleBar Parictina via RomaBar Caffetteria 2000via RomaIdeal Cafè

Viale della RepubblicaBar Nero CafèViale della RepubblicaBar Arilloniavia S. Francesco D’AssisiBibo Bar via X MarzoBar Abbaticchiovia De GasperiCaffetteria sara e Kativia del PiaveBar Gran Caffè via C. di Muccia

molFettaOUTLETBar Fico Secco/MargheritaGlitter Cafèvia Madonna dei MartiriCaffetteria Gioelevia Madonna dei MartiriCentral BarPiazza Vittorio EmanueleBar Amicivia Tenente FioriniBar Cafè artistivia Tenente FioriniBar Snackvia Tenente FioriniMattia Caffè C.so DandiCin Cin Bar C.so DandiCaffetteria ArcobalenoPortoBar Haiti via S. DomenicoBar Columbiavia S. FrancescoEuro Cafè via S. FrancescoBar Venezia C.so FornariBar Cavour C.so FornariBlack CaffetteriaC.so FornariBar del Vico C.so FornariBar StazionePiazza Aldo MoroBar Zanzibarvia BaccariniGreen Bar via BaccariniBar Rio via BariBar Saicaf C.so UmbertoOff Street CafèPiazza Garibaldi

PaleseBar del CorsoC.so Vittorio EmanueleBar Manicavia Duva D’Aosta

Bar Carrassi via A. DiazBar Dolce e Caffè via A. DiazBar Corner via Napoli

Bar Zorro via CapitaneoBream Barvia Cap. Maiorano

ruvo di PugliaCoffe & Companyvia ScarlattiScarlatti Caffè via ScarlattiCaffetteria Stazionec/o stazioneAmerican BarP.zza CavourIl Monello CaffèC.so CavourMeeting Caffètrav. C.so JattaPasticceria BerardiC.so JattaCaffè NesosP.zza MatteottiBar San RemoC.so GramsciL’antico Bar FiammaC.so GramsciCaffè Italia C.so GramsciCaffetteria ZanzibarC.so CotugnoCoffe e RoomC.so CotugnoBeverly’s Bar

s. sPiritoCaffè Carrassi via NapoliAl Bar Adan via NapoliBar Italia via Napoli

Bar Benny’s via NapoliBar Il GabbianoLungomare C. Colombo

Ghiaccio BollenteC. ColomboBar Babayaga C. ColomboBar Mojito

terlizziL’incontro Caffè via BovioCaffetteria Marinellivia DanteSummer Bar P.zza CavourBar SavoiaP.zza IV NovembreGran Caffè ItaliaP.zza IV NovembreBar CattedraleP.zza don Tonino BelloPiccolo Bar v.le RomaCaffetteria del Corsov.le RomaCaffè Chicco D’OroGran Caffè OrchideaCaffetteria GrassiBar Pineta v.le dei GarofaniHarry’s Barv.le dei GarofaniSapori e Deliziev.le dei GarofaniBar Crazy Heavenvia Federico IIBar Magicvia Duca degli AbruzziBar Royalvia Pasquale Fiore

traniAngrano Caffè via SupergaCaffetteria Blue Moonvia SupergaCaffetteria Chiaravia SupergaGran caffè Marrackeschvia SupergaGran Caffè Veneziaviale SpagnaBar Micanovia Annibale Maria di F.Mar Mediterraneovia Annibale Maria di F.Caffetteria Bar Buongustaiovia Annibale Maria di F.Bar Il Greco via PozzopianiBar Il Punto azzurrovia Luigi SturzoCaffetteria Kinki Palacevia TevereBar L’ottagonoLungomare C. ColomboBar L’incontroLungomare C. ColomboBar Garden via TiepoloBar Molovia Statuti MarittimiBar Mediterraneevia Statuti MarittimiBar Senziovia Statuti MarittimiCaffè del Portovia Statuti MarittimiBar Castello Svevovia Alvarez 3Caffetteria punto di Mare via Re ManfrediBar Tenirovia Mario PaganoMilan BarP.zza IndipendenzaBar VittoriaP.zza IndipendenzaMondial BarC.so Vittorio EmanueleCaffè ParadisoC.so Vittorio EmanueleBar CommercioC.so Vittorio EmanueleBar Blue MoonC.so Vittorio EmanueleCaffè OdeonC.so Vittorio EmanueleBar Plaza P.zza RupubblicaBar Rosanna C.so ImbrianiParrucchiere Zagaria NicolaC.so Imbriani

new stYle modaangelo marsicovia A. Diaz, 15

minimarketrostiCCeriamorettivia Napoli, 113-115

Bar-gelateriaBaBaYagaPiazza Roma, 1

rivendita giornalisandro PetruzzelliLargo Renna, 10

Page 27: Quarto Potere

otereaprile 2010 [email protected] | anno I | n° 2

la mordacchia

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otere aprile 201028 tel. 080.872.89.01

meridionartisti

nata a Bari nel 1960

vive a Bari

dipinge e disegna con la luce.realizza le sue opere con tubi di

luce al neon bianco su muro.

DANIeLA CoRBASCIo

Palazzo Pino Pascali, Polignano a Mare

Chiesa del Purgatorio, Polignano a Mare

palazzo Pino Pascali, particolare

Page 29: Quarto Potere

otereaprile 2010 [email protected] | anno I | n° 2

meridionartisti

foto di Patricia Ann Tessman

nato a Polignano a Mare (Ba)nel 1988 si laurea in Architettura a Firenze

le sue lampade di vetro hanno fatto il giro del mondo e sono anche apparse in alcuni film italiani

PePPINo CAMPANeLLA

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otere aprile 201030 tel. 080.872.89.01

oroscopoArIETE

Con il caldo che verrà brucia i fred-di rimpianti. Dimentica le disavven-ture e fa diventare una tormenta amorosa il piccolo soffio che ti senti addosso. Serve un cambio radicale a parrucca e parrucchiere, gioielli, guardaroba. Vuoi rafforzare l’Amo-re della persona della quale subi-sci l’incantesimo? Invoca 7 volte il suo nome, verso l’azzurro del cielo.

ToroCon il primo uomo che si farà avanti non usare inutilmente la bontà e la gentilezza. Anche con colui al quale hai sempre perdonato tutto, è giunta l’ora di non usare sentimenti teneri. Ti gira attorno uno spirito maligno. Hai bisogno di un buon talismano. Cerca un luogo sacro, il più vicino alla tua abitazione. Lì, dedicati alla purifica-zione.

GEMELLIHai trovato la Verbena? Quante pos-sibilità e colpi di fortuna perdi per colpa della tua distrazione. Ricorda, il tuo anticonformismo è troppo ap-pariscente. Non fare promesse inutili e sappi rispettare i tuoi corteggiatori bacchettoni. L’estate ti servirà frut-ti acerbi o cattivi. Perle al posto del tabacco.

cANcroScegli e compra una pianta. Poi col-

tivala con cura e trattala come una persona alla quale dai attenzione e Amore. La gioiosa natura ti servirà

ad alleggerire l’eccessivo maso-chismo. Il colore che più ti ispira, ti aiuterà a combattere l’aria cattiva

esterna. Purifica per tre giorni le stanze nelle quali vivi, con candele

aromatiche.

LEoNEDeve scomparire il dolore che tor-menta il corpo e la mente. Il corpo ha bisogno di riacquistare tono mu-scolare. La mente deve liberarsi delle belve orribili che si nutrono di pensieri positivi. Se trovi un oggetto di legno, brucialo. Evita le persone che rispar-miano su tutto. Tu hai bisogno di una persona generosa per soldi e senti-menti. Nessun nodo ai capelli.

VErGINECerca e trova in un vecchio mercatino un amuleto a forma di stella. Evita i professoroni e ai diseredati che non si dedicano a fare del bene agli altri. Fa la sentinella con chi è abituato a dirti le bugie. In questi giorni goditi un poco di piaceri mondani, senza trasformarli in vizi. Trattieni il respiro quando vedi ombre nere. La carta trasporta un pizzico di fortuna.

BILANcIAIl tuo amante è un’infedele. Ti chie-di perché: incomprensioni, sesso da ricovero ospedaliero, una comunica-zione senza passione. Tuo marito si è smarrito: è in difficoltà economiche, è diventato geloso, ha ceduto i sogni al mercato della noia. I mali dello spirito derivano dall’effetto di un maleficio leggero. Hai bisogno di un nodo di Venere.

scorpIoNENon farti imbrogliare da chi ti sug-gerisce interventi frettolosi. Non far bruciare l’amore, come il fuoco in un camino. Se si avvicina un tipo che porta discordia, reagisci. Se lui ti fa piangere parecchio perché si è stancato di te, fargli un filtro potente. È utile scatenare una passione, con buone erbe magiche.

sAGITTArIoTi serve la purificazione fisica e spi-rituale. Brucia un poco di verbena e un buon incenso nella tua stanza da letto. È una formuletta casalinga che ti servirà in estate a non fare sragio-nare il tuo amante. Attenzione all’igiene del corpo. Ricor-da: marito geloso o amante noioso non possono avere una donna fedele.

cAprIcorNoSe sei di Bari fatti regalare una Lu-maca. Se non sei pugliese, compra-tela. Hai il corpo smagnetizzato da un brutto periodo. Non andare al prossi-mo appuntamento uscendo di casa con il piede sinistro. Per sedurre, devi intuire i suoi punti deboli e sensibiliz-zarlo. Signorina, pensi di essere poco audace e spregiudicata e vuoi ferirlo scatenando la sua gelosia? La vera punizione è l’infedeltà affettiva.

AcQUArIo Basta con la solitudine. Recupera i contatti con persone che hai stima-to e dalle quali ti sei allontanata per egoismo. Le mente umana è più im-pressionata dalle cose affermative che da quelle privative. Dà il meglio di te e non fare la cornacchia. Legare è meglio che slegare. Non c’è bisogno di fatture d’amore in questo periodo: hai una buona purificazione e puoi anche progettare il matrimonio.

pEscIIl tuo grande specchio deve diventare il sarcofago delle tue vanità. Non gi-rare gli occhi dove ti vuole il Diavolo, con le sue tentazioni. La pioggia del-la tua felicità dovrà goccia a goccia. Raccoglila con le mani. I giorni pari non fare scelte importanti. Se si sma-gliano le calze senza motivo, metti le gambe al sole.

by maga Ortica AvvISO AI DEgUSTANTIIl gelato al limone

Il gelato al limone di Vittorio Salierno è

un capolavoro, per chi ama il genere giallo. Da più di mezzo secolo quell’acidulo piacere colpisce senza pietà migliaia di deboli boc-che, servendosi di un cono croccante.

Nessun investiga-tore conosce i

segreti della sua forza misteriosa. Ci sono po-chi indizi: compare alla vista appena iniziano le belle giornate. Pesa al massimo 6 kg.

Vive non più di un giorno.

Poi bisogna spera-re che il suo geniale autore, con le sole mani, metta insieme gli elementi e lo faccia ricomparire.

Se vi piace la vita fatevi bloccare il

respiro dal profumo del dolce agrume.Il gelato al limone di

Vittorio Salierno, ora venduto ai collezionisti del gusto da suo nipote Dario, è un best seller del brivido ‘palatale’.

antica Caffetteria vittoria Adelfia CannetoPiazza Roma.

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otereaprile 2010 [email protected] | anno I | n° 2

QUARTOPOTEREanno I - n° 2Aprile 2010

EDITORERumores s.r.l – Gruppo editorialeLargo Plebiscito, 1270033 Corato [email protected]. 080.872.89.01

DIRETTORE EDITORIALEMichele Varesano

DIRETTORE RESPONSABILEFrancesco Monteleone

PRESIDENTE RUMORES srlLuca Rutigliano

SEGRETARIA DI REDAZIONEMarianna Caterina

PROGETTO GRAFICO E ILLUSTRAZIONI Francesco Varesano

IMPAGINAZIONEValentina CaronnaIvan Montaruli

REDATTORIAngela NoccoGiuseppe ScintillaFrancesco AsseltaCarolina BorghiLuciano Aprile (Nero Vinyle)Biagio CantatoreMara PetroneCarmela MorettiMichele PeragineSilvia GullettaFrancesco D'AmatoMarianna CaterinaPasquale CroccoAldo FusaroMichele ValentinoMichele CristalloAntonella FazioVito Vittorio De Santis

STAMPASedit - BariVia delle Orchidee, 1 – 70026 Modugno

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Gli articoli pubblicati riflettono esclusivamente il liberopensiero dei singoli autori e non impegnano in alcun modola linea di condotta dell’Editore e del Direttore Responsabile.

Reg. Trib. Trani n° 7/10 del 18/03/2010

Il gruppo editoriale Rumores srl cerca redattori e collaboratori per la testata Quarto Potere per le zone della provincia BAt.Inviare curriculum al seguente indirizzo di posta elettronica:[email protected]

martirologio

Cronaca di un’altra mor-te annunciata: era il 19 Marzo 2010, a Monteria, in Colombia, quando uno sconosciuto in moto ha freddato con otto colpi di pistola Clodomiro Castil-la Ospina. Clodomiro era uno dei tanti coraggiosi giornalisti che svolgono il loro compito di informare e ricercare la verità in una zona altamente a rischio come quella colombiana. Specificamente, nei suoi articoli su “El pulso del

tiempo” di cui era diret-tore e in radio, aveva portato a galla i collega-menti tra le autorità del Dipartimento di Cordoba ed i gruppi paramilitari; non solo, Clodomiro si era fatto conoscere per le inchieste sulle attività di Salvatore Mancuso, capo paramilitare, estradato negli Stati Uniti, dove era accusato di traffico di droga. Lascia una moglie e quattro figli.

Clodomiro Castilla ospina (1961 - 2010)

LE NoSTRETESTATE

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