Il Pungolo n. 115

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Periodico del Comitato di Quartiere Nuove Alleanze Roma Nord-Ovest CASALOTTI - SELVA CANDIDA Anno XXIII • N. 115 - Novembre/Dicembre 2013 - [email protected] - [email protected] DISTRIBUZIONE GRATUITA Tiratura - 7000 copie HOTEL SELVA CANDIDA Roma Vicino alle tue esigenze. Via Casal del Marmo, 618 00166 Roma Tel. +39 06 6157211 HOTEL SELVA CANDIDA Roma Nuovo ingresso da Via Casal del Marmo, 618 Via di Selva Candida, 200 00166 Roma Tel. +39 06 6157211 Piste Ciclabili: il futuro della mobilità Il Progetto del Comitato N.A.R.N.O. che collega le piste ciclabili ai servizi del territorio L e democrazie del mondo contemporaneo, indipenden- temente dalle norme che ne regolano i comportamenti, si reg- gono su un principio fondamentale ed assoluto: “la legge è uguale per tutti”. Senza tale principio, uno Stato non può definirsi democratico. Il monito è fondamentale al punto che presenzia tutte le sedi dove le norme vengono applicate: i Tribu- nali. Per essere applicata però, una qualsiasi norma, deve rientrare a far parte di una delle Fonti del Diritto, che ne garantiscono l’esistenza, la gerarchia e la sua stessa applicabi- lità. Esiste però una legge che viene applicata e difesa quasi fosse un dogma, anche se non prevista da nessuna delle Fonti del diritto: la legge del “massimo profitto”. Si badi bene, non del profitto in ge- nerale, ma del “massimo” fra questi. E proprio a questa legge, condita dell’aggettivo superlativo, si devono la maggior parte dei cambiamenti delle condizioni di vita. La legge (di mercato) è uguale per tutti? di GIUSEPPE STRAZZERA Il destino dei popoli è determinato dal loro carattere e non dai loro governi. Segue a pag 20 Gustave Le Bon L a struttura che ha ospitato gli uf- fici dell’ISPRA è in attesa di una destinazione. Si ipotizza la realizzazione di una scuola media superiore, avallata da due Mozioni, una della Provincia di Roma ed una del Comune di Roma Capitale. Ma nonostante sembrino tutti d’accordo, i costi reali dell’in- tervento potrebbero delocalizzare il progetto. Che destinazione avranno i quasi 6000 metri quadrati dell’in- tero comprensorio? CASALOTTI SPERA NELLA SCUOLA MEDIA SUPERIORE ALLEGRINI a pag 4 a pag 10 FRANCESCO RASO A seguito della richiesta del Municipio XIV, Commissione Urbani- stica, Mobilità, Ambiente, Verde e Parchi, di presentare proposte progettuali relative al completa- mento, al raccordo e all’indivi- duazione di itinerari ciclabili, al fine di elaborare un piano di in- terventi per la mobilità ciclabile dello stesso Municipio, il Comi- tato N.A.R.N.O. lo scorso 17 Ot- tobre, con protocollo 89151, ha presentato la sua proposta pro- gettuale, con l’intento di attri- buire alla mobilità ciclabile, la sua funzione di alternativa all’at- tuale mobilità privata, rappresen- tata monopolisticamente dalle automobili. In Allegato il Calendario 2014

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Il Pungolo, periodico del quadrante Roma Nord-Ovest. Notizie dai quartieri: Casalotti, Palmarola, Ottavia, Selva Candida, Selva Nera, Via Boccea, Casal Selce, La Storta, Castel di Guido.

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Periodico del Comitato di Quartiere Nuove Alleanze Roma Nord-Ovest CASALOTTI - SELVA CANDIDA

Anno XXIII • N. 115 - Novembre/Dicembre 2013 - [email protected] - [email protected]

DISTRIBUZIONE GRATUITA Tiratura - 7000 copie

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Tel. +39 06 6157211

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Via di Selva Candida, 20000166 Roma

Tel. +39 06 6157211

Piste Ciclabili: il futuro della mobilitàIl Progetto del Comitato N.A.R.N.O. che collega le piste ciclabili ai servizi del territorio

Le democrazie del mondocontemporaneo, indipenden-temente dalle norme che ne

regolano i comportamenti, si reg-gono su un principio fondamentaleed assoluto: “la legge è uguale pertutti”. Senza tale principio, unoStato non può definirsi democratico.Il monito è fondamentale al puntoche presenzia tutte le sedi dove lenorme vengono applicate: i Tribu-nali. Per essere applicata però, unaqualsiasi norma, deve rientrare a farparte di una delle Fonti del Diritto,che ne garantiscono l’esistenza, lagerarchia e la sua stessa applicabi-lità. Esiste però una legge che vieneapplicata e difesa quasi fosse undogma, anche se non prevista danessuna delle Fonti del diritto: lalegge del “massimo profitto”. Si badi bene, non del profitto in ge-nerale, ma del “massimo” fra questi. E proprio a questa legge, conditadell’aggettivo superlativo, si devonola maggior parte dei cambiamentidelle condizioni di vita.

La legge (di mercato)

è uguale per tutti?di GIUSEPPE STRAZZERA

Il destino dei popoli è determinato dal loro carattere

e non dai loro governi.

Segue a pag 20

Gustave Le Bon

La struttura che ha ospitato gli uf-fici dell’ISPRA è in attesa di

una destinazione. Si ipotizza la realizzazione di unascuola media superiore, avallata dadue Mozioni, una della Provincia diRoma ed una del Comune di RomaCapitale. Ma nonostante sembrinotutti d’accordo, i costi reali dell’in-tervento potrebbero delocalizzare ilprogetto. Che destinazione avrannoi quasi 6000 metri quadrati dell’in-tero comprensorio?

CASALOTTI SPERANELLA SCUOLA

MEDIA SUPERIORE

ALLEGRINI a pag 4

a pag 10FRANCESCO RASO

Aseguito della richiestadel Municipio XIV,Commissione Urbani-

stica, Mobilità, Ambiente, Verdee Parchi, di presentare proposteprogettuali relative al completa-mento, al raccordo e all’indivi-duazione di itinerari ciclabili, alfine di elaborare un piano di in-terventi per la mobilità ciclabiledello stesso Municipio, il Comi-tato N.A.R.N.O. lo scorso 17 Ot-tobre, con protocollo 89151, hapresentato la sua proposta pro-gettuale, con l’intento di attri-buire alla mobilità ciclabile, lasua funzione di alternativa all’at-tuale mobilità privata, rappresen-tata monopolisticamente dalleautomobili.

In Allegato il Calendario 2014

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Ad Ottavia il Parco per bambini più curato della Capitale

L’ intervista

Percorrendo Via Ipogeo degliOttavi, in direzione Trionfale,all’altezza dell’incrocio con ViaGallicano nel Lazio, sulla sini-stra, esiste un piccolo Parco,quasi nascosto dalle siepi.Un gioiellino, frutto della pas-sione e della dedizione dei suoicuratori tra cui Salvatore, Vin-cenzo , Giuseppe e Umberto. All’ingresso sembra di entrarein un altro Paese, sembra laSvizzera. L’erba è perfetta, nonesistono foglie in terra, le piantesono tutte potate e c’è unaschiera indefinita di giochi perbambini, tutti puliti ed ordinati. Incontriamo Salvatore, uno deicuratori.

Salvatore, quando nasce que-sto Parco?Il Parco Ipogeo degli Ottavinasce sette anni fa tramite la bo-nifica del territorio adiacente al-l’omonima stazione ferroviaria.Infatti, l’area del parco, inizial-mente rientrava nel perimetrodella stazione ed era quindisotto la competenza delle ferro-vie dello stato.

E come avviene il tuo incontrocon il Parco?Avviene dalla necessità dicreare un punto di raduno pertutti coloro che amano fare ilvolontariato e quale posto po-teva essere scelto se non unParco così bello che viene soste-nuto dai stessi cittadini che lovivono e lo puliscono volonta-riamente.

Ed il tuo progetto dell’Asso-ciazione Onlus ProgettoMarco?Progetto Marco è un’associa-zione nata nel 2000 per rendereconcreti tanti nostri sogni. Inol-tre, noi cerchiamo soprattutto di

trasmettere e ricordare il sognodi Marco: un ragazzo di 17 anniche aveva capito prima di noi ilbisogno di donare e non accet-tare le ingiustizie del mondo.Ci capita spesso di sentire e ve-dere immagini catastrofiche,come il fatto che un bambinoogni tre secondi muoia di sete,eppure nel continuo osservarenon si memorizza e non ci sisofferma a fare riflessioni sulfatto che siamo nel XXI secoloe tutto ciò dovrebbe risultare in-concepibile. Poi ci si rende conto che i nostrigiovani sono distratti dal verosenso della vita: molti di loropensano che sia fatta di cosemateriali come i cellulari, icomputer, i video games e legrandi uscite del sabato sera.Sicuramente anche queste coserientrano nella vita, ma primadovrebbe arrivare il desiderio diaiutare gli altri ed essere soli-dali, di essere attenti ai bisognidel nostro prossimo. Invece,siamo abituati ad esaltare gli og-getti a tal punto da perderci inqueste emozioni futili che sonocome un fuoco di paglia, che di-vampa all’istante. Però l’Associazione ProgettoMarco nasce con l’idea di aiu-tare chi vive nella sofferenza,

come appunto i bambini chemuoiono di sete in Africa, e allostesso tempo istaurare un fuocofatto di legna dura e resistente.Un fuoco di emozioni vere chevengono riflesse spontanea-mente in chi concede questoaiuto.

E quindi voi cercate anche didare un insegnamento a chi vicirconda e chi vi aiuta nel vo-lontariato?Si, noi vogliamo insegnare adessere umili, ad essere parteci-pativi alla vita di tutti i giornianche con i propri amici e pa-renti.

La vostra associazione pre-senta molte attività nel terri-torio africano, ce ne puoiesporre alcune?Noi principalmente finanziamoe progettiamo scuole, pozzi eospedali sul suolo africano.Ad oggi, attraverso il volonta-riato, siamo riusciti a costruire250 pozzi sparsi sul territorioafricano e abbiamo aiutato circa200.000 persone. Non sono tante, ma neanchepoche: infatti, un detto africanorecita “chi salva un bambinosalva il mondo”.Ovviamente c’è ancora moltoda fare, però grazie anche al5x1000 e ad altre istituzionistiamo andando avanti nelmodo giusto.

Ci puoi illustrare più da vi-cino come funziona il vostrovolontariato?Nella nostra associazione ab-biamo dei volontari passivi cheeffettuano solo donazioni a di-stanza e poi abbiamo un gruppodirettivo di 10 volontari attiviche lavorano assiduamente perl’associazione.

Infatti, questo gruppo, si prendel’incarico di partire per filmare,fotografare e documentare tuttociò che viene fatto con le dona-zioni che ci arrivano.Abbiamo anche un sito,www.progettomarco.it, su cuiaggiorniamo i nostri progetticon tutti i relativi movimenti fi-scali e chi vuole può controllareche quel che facciamo è reale enon una presa in giro.

In base a ciò che dici ci tieni afar sapere che siete un’asso-ciazione seria, avete mai avutoproblemi nel mandare avantil’associazione?Inizialmente, a causa dell’ine-sperienza, ci siamo affidati apersone poco capaci.Da quel momento abbiamocambiato sistema e ci siamoscelti i nostri progetti che veri-fichiamo e firmiamo con delletarghe a opera conclusa, inoltreabbiamo preferito usare il si-stema del bonifico per registraretutti i movimenti.Da quando facciamo le cose amodo nostro va sempre tuttobene.

Hai qualche consiglio da darea chi vuole contattarvi equindi aiutarvi nella vostra

attività di volontariato?Siamo aperti a tutti e chiunquevuole aiutarci può farlo tramitedonazioni, magari anche sem-plici, come donare dei capi diabbigliamento.Inoltre, per gli artigiani, met-tiamo a disposizione delle bom-boniere che sponsorizziamo amatrimoni e ad altre tipologie difeste.Quando si entra poi a far partedell’associazione, si viene acreare la possibilità di raggiun-gere uno degli stessi luoghi chehanno ricevuto aiuti umanitarida parte nostra.

Tornando al Parco, cosa cipuoi dire di questa piccola re-altà che sembra fuori dal no-stro Paese?Il Parco è sempre più punto diritrovo per i più piccoli ed i lorogenitori che lo frequentanoquasi giornalmente, ovviamentenon si chiedono compensi pervivere il Parco e l’unica cosa acui bisogna fare caso sono le re-gole che mantengono il Parcopulito e sicuro.Poi, su richiesta, mettiamo a di-sposizione l’area del Parco perfeste di compleanno di bambinidai 2 ai 6 anni e solo in questaoccasione chiediamo una dona-zione volontaria per le spese digestione dello stesso. Dopo di che il Parco è comple-tamente autogestito e tenuto inquesta splendida condizione dalSignor Vincenzo e da altri vo-lontari cittadini del quartiere.E’ palese che questa si dimostriuna delle piccole realtà di soli-darietà ed è la prima dimostra-zione dell’amore e dellapassione che chiunque di noipuò trasmettere agli altri, tuttociò, ovviamente, partecipando edando il proprio contributo vo-lontario a migliorare il mondoin cui viviamo.

di Marco Verachi

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Scuola Sanità&Casalotti spera nella scuola media superiore

SCUOLA DI INGLESE

London Bus

Via di Casalotti 282 A DI INGLESE

A DI INGLESEA DI INGLESEA DI INGLESEA DI INGLESEA DI INGLESE

SCUOL

asalotti 282SCUOL

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ia di Condon Bus

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Lo scorso 23 Novem-bre, presso la parroc-chia dei SS. Martiri di

Selva Candida, si è svolta la“festa del donatore”, un’occa-sione speciale per riassumere,insieme all’Associazione Do-natori Sangue Le Selve, l’in-

tero anno 2013, tirare lesomme dei risultati ottenuti ecercare di migliorare quellifuturi.Nella stessa occasione sonostati consegnati diversi premiai donatori più assidui, ungiusto riconoscimento a chiha fatto della donazione san-gue, e dunque del benessere

altrui, un’occasione imperdi-bile. Data la quantità dei pre-miati, anche se alcuni per variimpegni non hanno potuto ri-tirare fisicamente il loro pre-mio, si può ben dire chel’associazione, nata nel 2003e partita da 20 sacche, oggiche ne conta circa 250, abbiaraggiunto progressi notevoli.Il successo di questa iniziativaè sicuramente da attribuirealla passione che accomuna imembri dello staff (Renato,Roberto e Sergio), legati daun’amicizia particolare chegli permette di affrontare l’or-ganizzazione con la serenità ela dedizione dovuta.La prossima donazione siterrà presso i locali della Par-rocchia di S.Marco, a CasalSelce, il prossimo 12 Gennaio2014.

I donatori delle Selve riuniti per la festadi Andrea Cangialosi

Ma gli alti costi di acquisto e messa in sicurezza potrebbero far localizzare il progetto altrove

La struttura che ha ospitatogli uffici dell’ISPRA eancor prima quelli dell’

ICRAM fino agli inizi degli anni‘50 dall’ex Ente Nazionale Cel-lulosa e Carta, in liquidazionedal 1993 tramite la finanziariaLigestra 2 e sotto la gestione delMinistero del Tesoro, è in attesadi una destinazione.Infatti, già negli anni ‘90, pro-prio in virtù di questa liquida-zione, il Comitato di QuartiereN.A.R.N.O. chiedeva alle istitu-zioni di destinare l’edificio ascuola media superiore e, data lamole dell’edificio (si parla dicirca 6.000 metri quadrati) diipotizzare un istituto poliva-lente, magari che ospitasse di-verse succursali di più indirizzidi studio.Nel 2009, la Provincia di Roma,attraverso una Mozione (la n. 76per esser precisi n.d.r.), impe-gnava «il Presidente della Pro-vincia e l’Assessore competentea programmare la costruzione diun nuovo Istituto Scolastico Su-periore, nelle zone di nuovaurbanizzazione Casalotti-Maz-zalupo» e uno dei papabili sitidove tale struttura sarebbe po-tuta esser realizzata era proprioil comprensorio di Via di Casa-lotti n. 300.Sembrava fatta, ma la cosa,come spesso accade per le pro-messe fatte ai cittadini, andò neldimenticatoio.Nell’ultimo numero del Pun-golo, all’interno dell’opuscolo“Promemoria del Cittadino”, èstata risollevata la questione edè stata inserita tra le priorità da

raggiungere in questo quinquen-nio. Qualcuno deve averlo no-tato tanto che anche il Comunedi Roma, attraverso l’AssembleaCapitolina, pochi giorni dopo (loscorso 29 Ottobre per essere pre-cisi n.d.r.) ha deciso di produrreuna sua propria Mozione, con laquale si «impegna il Sindaco e lasua Giunta ad attivarsi affinchèvaluti la possibile acquisizionedegli edifici ex ISPRA, anche afronte di un impegno oneroso, ela loro destinazione a istituto se-condario superiore ed eventual-mente anche ad altri servizipubblici».L’onerosità dell’intervento non èaffatto in dubbio, e proprio perquesto motivo, almeno per quelche riguarda la scuola media su-periore, sembrerebbe che la Pro-vincia stia pensando ad un’areapubblica libera da strutture, piut-tosto che alla valorizzazione diquesto complesso, sempre com-prese all’interno del territorio.Difficile credere che il comuneacquisisca gli edifici per desti-narli ad altri servizi pubblici,anzi, visti i tempi, è molto piùprobabile che si punti alla di-smissione con l’obiettivo di farecassa, per dirigere poi quei fondichissà dove.La realizzazione della scuolamedia superiore invece, lontanada campanilismi inutili, po-trebbe forse avverarsi dal mo-mento che le aree pubblichelibere, per realizzarla, davveronon mancano, soprattutto inzona Selva Candida.Non possiamo che augurarci cheil tutto si risolva quanto prima enel frattempo, come sempre, te-nere gli occhi ben aperti.

di Fabio Allegrini

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OCCHIO SULQUARTIERE

Lo scorso Giovedì 28 Novembre, si è svoltala Commissione LL.PP. del MunicipioRoma XIV, con tema l’illuminazione.Dopo una prima lettura della delibera co-munale 252/2010, (a quanto sembra, l’ul-timo documento prodotto su talequestione) è emerso che solo tre anni fa, siprospettava, ad opera dei tecnici, la necessitàdell’installazione di 298 nuovi impianti sulterritorio. Anche zone densamente urbaniz-zate, come Balduina, risultavano prive di il-luminazione stradale in ben 57 vie. Tuttavia dopo un più attento esame dellaCommissione è risultato che in realtà moltedi quelle strade prive di luce, a parere deitecnici comunali, sono ad oggi corretta-mente illuminate. Si presenta dunque dove-rosa una nuova ispezione territoriale, questavolta ad opera dell’ufficio tecnico del Mu-nicipio, per accertarsi con esattezza dovesiano realmente necessarie opere pubblichedi installazione di impianti di illumina-zione. Ma possibile che il Municipio nonsappia dove serva o meno l’illuminazione?

MA DOVE SERVE L’ILLUMINAZIONE?

Anche l’inverno ha i suoi Fiori di Bach

E’la stagione cheforse meno desi-deriamo.

Il freddo, la luce che dimi-nuisce, il continuo andiri-vieni lavoro-casa, senzapasseggiate, anzi con au-mento delle ore passate alchiuso. Tutto contribuisce adallargare lo spazio doveri, re-sponsabilità, routine e a di-minuire lo svago, ildivertimento all’aria aperta, acui associamo l’estate, ilcaldo e la luce.Eppure la Natura continua isuoi ritmi, pur cambiando ve-stito. Per questo anche l’in-verno ha i suoi fiori,altrettanto importanti e ricchidi proprietà. Uno di questi è sicuramenteil MUSTARD, o “senape sel-vatica”. Presenta fiori gialli e crescecomunemente nei campi in-colti. Destinato a quelle personedalla sensibilità particolare,avendo la capacità di met-terle in contatto con parti disé molto profonde.Del Mustard Bach disse:“Per quelli che sono soggettia periodi di malinconia oanche di disperazione comese una fredda nube li avvi-luppi e tolga loro la luce e lagioia di vivere”.

Un altro fiore importante èanche l’Hornbeam, cono-sciuto anche come il carpinobianco. Si presenta come unalbero dalla folta chioma edil suo habitat sono i boschi, atutte le altitudini. Destinato a quelle personeafflitte dalla noia della rou-tine, persone che lavoranomolto al computer, che pre-sentano tutti i sintomi di “le-targo”, di poca vitalità. Dell’Hornbeam Bach disse:“Per quelli che non si sen-tono forti abbastanza mental-mente e fisicamente persopportare il peso della vita,le occupazioni della vita quo-tidiana”.L’ultimo fiore invernale èl’holly, ovvero il nome in-glese dell’agrifoglio.Si presenta come un arbustodi un bel colore verde, che ininverno produce piccole bac-che. I fiori bianchi o rosa fio-riscono a maggio.Il gemmoderivato Ilex aqui-folium è usato come cura perl’epilessia. Dell’Holly Bach disse: “Percoloro che sono assaliti dapensieri come la gelosia, l’in-vidia, la vendetta, il sospetto,o le varie forme di vessa-zione. In loro stessi che pos-sono soffrire molto e spesso,senza che ci sia una causareale alla loro infelicità”.

di Patrizia Raspanti

In alto: Il Mustard, conosciuto anche come la “Senape selvatica”.Al Centro: l’Hornbeam, conosciuto anche come il “Carpino bianco”.

In basso: l’Holly, ovvero il nome inglese dell’Agrifoglio.

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Palmarola: primi passi per l’ampliamento del depuratoreIn attesa della futura realizzazione del VI Tronco della Maglianella, si pensa ad un nuovo depuratore in Via Casal del Marmo

Urbanistica Viabilità&

Il 25 Novembre scorso,presso i locali del Comune,si è svolta un’importante

riunione recante ad oggetto la:“Realizzazione del depuratorenel quartiere di Palmarola epresa in carico oo. pp. realiz-zate a scomputo”.Il depuratore di Via di Casal delMarmo, ormai da un po’ ditempo in effetti, è saturo e nonpuò ricevere nè vecchi nè nuoviallacci ed il VI Tronco dellaMaglianella invece, previsto daAcea in sostituzione di questoe di altri impianti simili, sem-bra, a detta dello stesso Inge-gnere di Acea presente allariunione, che non vedrà la luceprima del prossimo decennio. Da qui la proposta di realizzareun nuovo depuratore, nel ter-reno adiacente a quello esi-stente, che sia in grado disoddisfare le utenze fino a quelmomento.L’opera verrebbe realizzata ascomputo degli oneri conces-sori, quasi unico modo, soprat-tutto negli ultimi quindici anni,di ricevere investimenti sul ter-ritorio, dall’Associazione Con-sortile di Recupero Urbano“Nuova Periferia”, la stessa chesi sta occupando anche dellarotonda di Via Antonio Panizzi.La riunione, la prima di unalunga serie come vuole la buro-crazia nostrana, si è incentrataprincipalmente sui primiaspetti essenziali quali: loca-lizzazione e destinazione delleparticelle coinvolte, consi-stenza e disponibilità econo-

mica dell’A.C.R.U. “NuovaPreiferia” e previsione di rea-lizzazione dell’impianto se-condo uno standard tecnico chene predisporrebbe, una voltarealizzato il VI Tronco da partedi Acea, il riutilizzo per altriscopi.E’ vero che in un primo mo-mento si potrebbe anche pen-sare che l’opera non abbia poieffettivamente tutta questa ur-genza, ma la situazione dellereti fognarie, soprattutto nellenostre zone, è più che critica edavere a disposizione un nuovo

impianto, in grado di al-leviare la sollecitazionedel primo, soprattutto sequesti ultimi, una voltasostituiti, possono essereriutilizzati per altri scopi,non è poi così avventato.Vi terremo comunquecostantemente informatisugli sviluppi futuri.

di Davide Liberatori

A fianco: il sito dove dovrebbe essereinstallato il nuovo depuratore

In basso: la richiesta di intervento di pulizia del fosso

dell’Acquasona al C.B.T.A.R.

Fosso dell’Acquasona: richiesto intervento di pulizia al C.B.T.A.R.

Se le esperienze passate,compresa l’ultima acca-duta in Sardegna poche

settimane fa, ci hanno inse-gnato qualcosa, è senza dubbiol’importanza di tenere puliti i

fossi, specialmente in prossi-mità delle aree urbane.La manutenzione, in partico-lare per questi corsi d’acquache attraversano le borgate, èessenziale e rappresenta senzadubbio la miglior prevenzionepossibile per le esondazioni,non rare anche da queste parti.Proprio in virtù di questo prin-cipio, e su richiesta del Con-sorzio Selva Candia, inrappresentanza di molti pro-prietari frontisti, il MunicipioRoma XIV, attraverso l’Asses-sore ai LL.PP. ed il Presidentedella Commissione LL.PP., harichiesto ufficialmente al Con-sorzio di Bonifica Tevere AgroRomano (CBTAR), nella per-sona del suo Direttore DarioMatturro, di collaborare ed in-teressarsi «al fine di includereil Fosso dell’Acquasona nel

piano ordinario di manuten-zione». In realtà la competenza per lamanutenzione di questo trattonon è ben definita, poichè ladisciplina è molto vaga.Dopo l’alluvione del 2002 cifu un intenso scambio di notefra Regione, Provincia, Co-mune e CBTAR, conclusasicon un nulla di fatto, poichè ilMunicipio Roma XIV (al-l’epoca XIX) ancora nel 2009,attraverso l’U.O.T. Ser. IIStrade, si trovava a richiederedelucidazioni in merito alle«competenze sulla gestione emanutenzione dei fossi nel ter-ritorio del Comune di Roma».Questo poichè il R.D.523/1904 stabilisce che «leopere di manutenzione a difesadell’abitato di città, villaggi eborgate di un corso d’acqua

spetta al Comune, con il con-corso nella spesa da parte deiproprietari frontisti interessati,in ragione del rispettivo van-taggio», mentre invece «l’As-sessorato all’Ambiente dellaRegione Lazio non aveva rite-nuto che ricorressero le condi-zioni per delegare al Comunedi Roma dette competenze».Come al solito in questo dia-triba burocratica chi ci rimetteè sempre il cittadino, che in at-tesa che le amministrazionitrovino un accordo non può faraltro che sperare che le pioggienon mettano in serio pericolol’alveo del fosso.In ogni caso ci auguriamo cheil CBTAR, anche a disciplinaincerta, valuti positivamente larichiesta del Municipio ed in-tervenga quanto prima nellamanutenzione.

La Sardegna, purtroppo, ci ha ricordato quanto sia importante la pulizia dei fossi e quanto manutenzione equivalga a prevenzione

di Davide Pica

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OCCHIO SULQUARTIERE

Niente di nuovo sulla via che doveva esserecompletata entro l’anno, almeno per il trattodella bretella di collegamento da Via di Boc-cea a Via di Casalotti: infatti, dopo quasi unanno, ci ritroviamo con il proseguire degliscavi archeologici che sembrano non termi-nare mai. Auspichiamo che la messa in operadella prima bretella laterale parta tra i mesidi Febbraio e Marzo.

AGGIORNAMENTI DALLA VIA BOCCEA

Fosso del Campo: i lavori giungono al termine

Sono durati poco più ditre mesi i lavori per lasistemazione del

Fosso Del Campo, che passaal di sotto di Via Pantan Mo-nastero. Ad oggi, 10 Dicem-bre, veniamo informati delritardo di una settimana ri-spetto alla tabella di marcia edando un’occhiata più da vi-cino, sembra plausibile che siritorni alla normalità entro lafine dell’anno.Come avevamo accennatonella versione on-line, ilponte è pronto ed è stata si-stemata sia la condottaidrica, da parte di ACEA, chel’allaccio del gas, con la su-pervisione delle istituzioni.La via che passa sopra ilponte è da sempre un rapidocollegamento tra Casalotti eCasal Selce e, la chiusuradella stessa, ha ancor più in-crementato l’afflusso di auto

sia sulla Via Boccea che suVia di Casal Selce, arterieche già in situazioni di nor-malità risultano per lo piùimpercorribili.Speriamo solo che l’attesadovuta subita sia ripagatacon l’impedimento dei ripe-tuti allagamenti della zona eche problemi straordinari,

come l’alluvione di fineAgosto, siano scongiurati persempre.Sicuramente questo non èl’unico punto critico del qua-drante, infatti si attende conansia la sistemazione di unaltro ponte, quello del Da-zietto all’incrocio tra laStorta e Via Boccea, che , at-

traverso il suo definitivo al-largamento, agevolerebbe lapercorribilità delle auto insuperficie e permettebbe ilmiglioramento del bacinoche raccoglie i due fossi chesi incrociano al di sotto delponte (il Fosso Rio Galeria eil Fosso Dell’Acquasona).Attendiamo fiduciosi.

di Marco Verachi

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Ponte Galeria: chiusa una discarica abusivaIl fenomeno non è un caso isolato. Oltre alle leggi che puniscono gli esecutori serve una seria strategia per la raccolta differenziata

Elettrosmog Ambiente&

Neanche il tempo difesteggiare la fasedi chiusura della

discarica più grande d’Eu-ropa ed ecco che ci si ac-corge sempre più cheMalagrotta è circondata daun arcipelago di discarichea cielo aperto, abusive e pe-ricolose. Il fenomeno non è affattoun caso isolato, tante mini-discariche sono state infattisigillate nei terreni della pe-riferia romana ma mai nes-suna, almeno nel territoriodel Minicipio Roma XI, diqueste proporzioni.Si tratta infatti di un’area dioltre 30.000 metri quadrati,compresa tra Ponte Galeriae via della Pisana, seque-strata lo scorso 2 Dicembredagli agenti della Polizia lo-cale di Roma Capitale delgruppo Marconi. Giunte sul posto le forzedell’ordine hanno trovatorifiuti di ogni genere: mate-riali plastici, cavi, asfalto,amianto ed elettrodomesticidi vario tipo.Vista la dimensione del-l’area sequestrata e la tipo-logia dei materialirinvenuti, nocivi per la sa-lute pubblica, per i respon-sabili si prefigura il reato didisastro ambientale.Fortunatamente, nella peri-feria romana, non è ancorastata importata la moda del“rogo di rifiuti” (disciplinatralaltro inasprita sotto ilprofilo penale da un recentedecreto legge), poichè ilmateriale inerte, una voltadato alle fiamme, moltipli-cherebbe la sua pericolositàper la salute.

E’ evidente, data la ripetiti-vità di fenomeni simili, lanecessità di ricorrere nonsolo a leggi che inaspri-scano le pene per gli esecu-tori e gli affini, ma ancheuna seria legge sulla rac-colta differenziata, accom-pagnata da un progettotecnico sostenibile sia eco-nomicamente che ambien-talmente. La recente introduzionedella raccolta differenziataporta a porta nelle zone pe-riferiche del MunicipioRoma XIII, non ha portato irisultati sperati, tanto che ilComitato N.A.R.N.O., oltread aver sollevato al tempomolte perplessità agli stessiresponsabili AMA, durantela riunione di presentazionedel progetto, ha passatol’estate e buona parte del-l’autunno a raccogliere lelamentele dei cittadini.Come si anticipò in quellariunione si ribadisce che:

non si possono avere•sullo stesso territorio si-tuazioni di porta a portae contemporaneamentepresenza su strada deicassonetti;non si può pretendere•che senza un corrispet-tivo in bolletta i citta-dini eseguano una dellefasi più importanti dellalavorazione e cioè la se-parazione del materialedi scarto;non si può pretendere•che non ci sia un con-trollo serio e accurato suchi effettivamente equotidianamente contri-buisce alla raccoltadif-ferenziata e chi“francamente se ne infi-schia”.

di Davide Liberatori

Nonostante la chiusura diMalagrotta, pare che nelprocesso di individua-

zione di una nuova sede idoneaad ospitare, almeno temporanea-mente, parte dei rifiuti cittadini,non sia stata scartata del tutto lasede di Monti dell’Ortaccio. Infatti secondo il “Comitato deiCittadini liberi della Valle Gale-ria” sembrerebbe che nel corsodell’udienza al Tar dello scorso23 ottobre (sul ricorso che l’as-sociazione Il Raggio Verdeaveva presentato per chie-dere il ritiro dell’autorizza-zione della nuovadiscarica), il tribunaleavrebbe concesso a Colari(l’azienda che gestisceMalagrotta e proprietariaanche dei terreni di Montidell’Ortaccio) di commis-sionare un secondo studioidrogeologico per valutareil possibile impatto am-bientale del conferimento

dei rifiuti a Monti dell’Ortaccio,nonostante un primo studio pro-dotto dall’Università La Sa-pienza abbia dimostratol’esistenza di un rischio nellazona. Insomma, in presenza dell'Auto-rizzazione Integrata Ambientaleconcessa dal commissario al-l'emergenza rifiuti nella CapitaleGoffredo Sottile, il capitoloMonti dell'Ortaccio non è ancorachiuso. I cittadini, saputa la no-tizia, sono subito insorti: “Lo

studio idrogeologico confermal’inidoneità del sito di Monti del-l’Ortaccio ad accogliere rifiuti,parere già ampiamente espressodalla Conferenza dei Servizi –affermano i residenti della zona– il lago di Monti dell’Ortaccionon è acqua piovana ma si trattadi una falda affiorante diretta-mente comunicante con quellasotterranea. Colari ha deciso autonomamentedi dare incarico ad un ulterioreente di cercare un parere posi-

tivo“. Una situazionequesta che ha riacceso ilfuoco della polemica.Chi potrebbe risolverela questione è il Com-missario dell’Emer-genza rifiuti che cosìcome 9 mesi fa ha con-cesso a Colari l’Auto-rizzazione IntegrataAmbientale (A.I.A.) po-trebbe decidere di riti-rarla.

Monti dell’Ortaccio: nuovo studio idrogeologico

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Poco più di un anno fa, cisiamo imbattuti nell’instal-lazione di un chiosco-bar

all’interno del Parco verde dellaVilla romana di Casalotti. Dopo ilpermesso di costruire rilasciatodal Dipartimento Programma-zione e Attuazione Urbanistica, ela convenzione in essere col Di-partimento Ambiente, il chioscoviene installato. Considerandoche strutture prefabbricate di que-sto tipo non sono poi così econo-miche, ci si sarebbe aspettatialmeno che, una volta occupatoun pezzo di Parco con annessobene archeologico, l’attività e diconseguenza la manutenzione e lacura dell’area da parte del titolaredella concessione, sarebbero ini-ziate. Di fatto, questo era statoprestabilito dalle tre parti coin-volte (il futuro esercente dell’atti-vità in loco, il Municipio RomaXIII (all’epoca XVIII) e il Dipar-timento Tutela Ambiente del co-mune di Roma). Invece ci si trova oggi a parlaredell’ennesimo episodio di de-grado che riguarda il Parco verdedi Via Borgo Ticino, poichè il pre-fabbricato installato è diventatoun luogo vergine per giovani wri-ters, tralaltro con scarsa vena ar-tistica, e vandali che si sonodivertiti a rovinare l’area circo-stante. Infatti nei pressi del pre-fabbricato possiamo trovare deimattoni sparsi qua e là, una pan-china semidistrutta ed inoltre lastruttura, oltre ad essere ricopertadi scritte, mostra un vetro danneg-giato. L’utilità di questo chiosco,che ad oggi non ha mai fornito ri-

storo a nessuno, se non ai teppistiche l’hanno ridotto in questostato, e che altro non ha fatto cheridurre ancor di più l’area fruibileal pubblico del parco stesso, èquantomai dubbia. Ma ancor più dubbia è la sortedell’area verde e della Villa ro-mana, anche quest’ultima abban-donata dalle istituzioni, alle qualiera stato anche presentato un serioprogetto di riqualificazione adopera del giovane ArchitettoScendoni. Ci si augura che da parte delleistituzioni la situazione venga ri-solta quanto prima.

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Da oltre un anno il Chiosco è stato installato nel Parco di Via Borgo Ticino, ma fino ad oggi ha offerto rifugio solo ai vandali

Villa Romana di Casalotti: il chiosco abbandonato

Da qualche tempo èpartita la battaglia pertenere pulito un pic-

colo parco pubblico dellazona di Ottavia: si tratta delparco giochi per bambini diVia Tarsia, che versa in unostato indecoroso tra panchinerotte, atti di vandalismo e im-mondizia sparsa qua e là nelverde pubblico.La situazione è diventata tal-mente insostenibile da farmuovere i cittadini del luogoattraverso una campagna fa-cebook ed incontri, all’internodel parco, per pulire e far rivi-vere uno dei piccoli spaziverdi presenti nel quartiere.Purtroppo, anche con l’ottimolavoro dei cittadini, lo stato di

degrado rimane. In più, a darman forte a questa precariacondizione, ci sono le visitenotturne di chi non conosce ilsignificato di “bene comune”e lascia dove può quel che glicapita tra le mani.Sono tante le situazioni ana-loghe sul nostro territorio, ilche fa pensare ad un atto dirinuncia quasi formale, daparte delle istituzioni, allapresa in carico delle respon-sabilità di manutenzione or-dinaria e straordinaria deglispazi verdi comuni, ultimi

superstiti dell’urbanizzazionesenza freni che caratterizza inostri tempi, ed uniche isolefelici dove la parola naturaabbia ancora un significato.Pensare ad una città senzaspazi verdi, o con spazi verdiinfruibili da parte dei citta-dini non può e non deve es-

sere accettabile. Rivolgiamo dunque un ap-pello alle istituzioni con lasperanza che la cittadinanza,in questa specifica occasionecosì come nelle altre, possarealmente vivere il parcocome punto di ritrovo e luogodi svago per i più piccoli.

Ottavia: il Parco di Via Tarsia tra degrado ed immondizia

di Marco Verachi

Come le altre realtà sul nostro territorio, anche il Parco di Via Tarsia, abbandonato a sè stesso, è preda dei vandali

Nella pagina a fianco: un’immagine della discarica di Ponte Galeria.

Sotto: il sito di Monti dell’Ortaccio.In questa pagina, in alto: il chiosco

nel Parco di Via Borgo Ticino.Qui accanto: il Parco di Via Tarsia

deturpato dai writers

di Marco Verachi

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Nella scorsa edizione delPungolo avevamo ri-portato l'invito che la

Commissione Urbanistica, Mo-bilità, Ambiente Verde e Parchi,del Municipio Roma XIV (exXIX), aveva rivolto alla cittadi-nanza del territorio, in meritoalla presentazione di «proposteprogettuali inerenti al comple-tamento, al raccordo e all'indi-viduazione di piste e itinerariciclabili».Con protocollo n° 89151, il Co-mitato N.A.R.N.O. ha presen-tato la sua proposta in data 17ottobre 2013. L'intento è, oltreal raccordo e al completamento,che comunque sarebbero già unbuon inizio, quello di salvaguar-dare la progettazione della fu-tura viabilità sul nostro territoriocon una visione per quanto pos-sibile preventiva.Obiettivo primario da raggiun-gere, quindi, sarebbe quello diriattribuire alla bicicletta il suoprincipale scopo di esistenza,ovvero: mezzo di trasporto eco-logico e sostenibile. Per raggiungere tale scopo èperò necessario individuare deipunti di interesse che rendanopiù appetibile lo spostamento inbicicletta rispetto a quello inauto.Per intendersi, se si potesse uti-lizzare la bicicletta non solo perfare una bella passeggiata al-l’aria aperta, ma anche per rag-giungere un capolinead’autobus, una scuola, una sta-zione, il tutto in perfetta sicu-rezza e su un percorso dedicato,allora sì che si starebbe met-tendo seriamente in concorrenzala bicicletta con l’automobile,altrimenti si sta parlando solo disvago e tempo libero e non diviabilità.La proposta, pur attribuendo lagiusta importanza alla creazionedi nuove piste ciclabili, è stata

suddivisa in due tipologie di in-terventi, differenti per finalità,ma soprattutto differenti pereventuali costi.Il primo intervento proposto èrappresentato, sulla mappa ri-portata qui sotto, dal tratto evi-denziato in arancione. Taleoperazione consentirebbe il col-legamento delle due piste giàesistenti (quelle evidenziate inverde) ed è, quindi, da conside-rarsi opera di raccordo, la qualerappresenterebbe il collega-mento naturale che due piste ci-clabili così vicine tra lorodovrebbero avere ed ad un costocontenuto. In blu è evidenziata l’unica pista

ciclabile, tra quelle da realiz-zarsi ex novo, già prevista al-l’interno di un progetto, che ciauspichiamo possa venir realiz-zato nel più breve tempo possi-bile ovvero il collegamento traVia Esperia Sperani e Via Caso-rezzo.La proposta progettuale terminacon un elenco di tracciati pura-mente indicativi (quelli nume-rati e colorati in rosso) poichéprivi delle rilevazioni topografi-che specifiche, ma indicanti co-munque la visione globale edefinitiva dell’intera proposta: • Il tratto numero 1, cheandrebbe a collegare la pista giàesistente su Via Audiface ed

Abacuc con la pista prevista nelprogetto di realizzazione delcollegamento fra Via EsperiaSperani e Via Casorezzo;• Il tratto numero 2, cheinvece partirebbe dalla rotondadi Via Esperia Sperani per rag-giungere la staz.ne FM3, di Ipo-geo degli Ottavi;• Il tratto numero 3, cherappresenterebbe il collega-mento tra Selva Candida e SelvaNera. Tale tracciato in partico-lare potrebbe usufruire di unadelle due sponde del Fosso Del-l’Acquasona raggiungibile dallapista già esistente in Via Cusino,per poi terminare al Dazietto;• Il tratto numero 4 dise-

gnerebbe l’allacciamento tra ilnuovo piano di zona B51, sito inVia Ponderano ed il complessoresidenziale di Via Gaverina.In questo modo, a opera com-piuta, più che vedere sette pisteciclabili (quelle appena de-scritte), si otterrebbe un unicocollegamento che, partendodalla Staz.ne di Ipogeo degli Ot-tavi, passando tra Selva Can-dida e Selva Nera, e terminandoal Dazietto, assicurerebbe al cit-tadino la possibilità di sposta-mento all’interno del territoriousando la propria bicicletta inalternativa alla “cara” (ma soloin termini economici) automo-bile.

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Piste ciclabili: la proposta del Comitato N.A.R.N.O.

Dai Municipi

di Francesco Raso

Collegare i servizi del territorio per rendere la bicicletta una vera alternativa all’automobile

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Ogni volta che comincio a rac-contarvi un rione mi rendoconto che ognuno, a modo suo,

possiede una sua particolarità; Campi-telli ne vanta una assai prestigiosa,quella di comprendere, nei suoi confini,i due colli sui quali sorse la città con iprimi stanziamenti di pastori. Anche se nessuna epigrafe ne ricorda lamemoria, è noto che la famosa RomaQuadrata (quella del leggendario solcotracciato da Romolo), cinta dalle primemura cittadine, sorse proprio qui, tra icolli Campidoglio e Palatino.Se questa caratteristica da un lato lorende una delle zone più centrali e mo-numentali di Roma, dall’altro gli confe-risce il titolo di Rione attualmente piùdisabitato. Sembra strano dir questoperchè Campitelli storicamente è sem-pre stato molto popolato, soprattutto inepoca medievale, quando il centro mer-cantile dalla piazza capitolina scendevaverso la zona della piazza dell’Aracoeli,collegandosi con la zona fluviale di S.Angelo in Pescheria.Oggi è ricchissimo di monumenti e dimemorie storiche (è forse il più "turi-stico" tra tutti i rioni, comprendendo isiti archeologici del Foro Romano e delPalatino) ma anche una delle zone piùvariegate di tutta Roma da un punto divista morfologico. Con una pianta della città tra le mani sipossono facilmente individuare, par-tendo dal confine occidentale e prose-guendo verso Est, le pianure, le collinee le vallate che identificano quattro set-tori ben distinti:- Una bella fetta della famosa “PlateaTiberina”, la vasta pianura compresa tral’ansa del Tevere ed alcuni dei suoicolli, caratteristica, un tempo, per i suoivicoletti, oggi scomparsi per l’aperturadella moderna Via del Teatro Marcello.- Il colle Campidoglio, anticamente ar-ticolato su due alture (Capitolium edArx) separate da una valle corrispon-dente all'attuale piazza michelangiole-

sca. Per farsi un’idea del di-slivello basta osservare ledue vette di S. Maria inAracoeli e del retro-stante Tempio di Giove(immediatamente die-tro Palazzo dei Conser-vatori), che oggiraggiungono rispettiva-mente 47 e 43 metri d’al-tezza, mentre la sella (piazza delCampidoglio) è livellata sui 38.- Il bassopiano del Foro Romano, conle sue adiacenze verso i Fori Imperialie verso la Bocca della Verità.

- Il Palatino, che con i suoi 51 metrid’altezza, domina il Rione formandocon il Foro la zona archeologica più ce-lebre del mondo.Un Rione molto variegato e maestoso,nonostante le dimensioni attuali si sianonotevolmente ridotte rispetto al passato.Nel primo ventennio del secolo scorso,furono infatti istituiti nuovi rioni eCampitelli perse tutta l’area che andò acostituire il Celio: per farsi un’idea sap-piate solo che durante il settecento lasua superficie si estendeva da Porta SanGiovanni a Porta San Sebastiano. Oggiil suo nucleo si ritrova nuovamente inquel Campidoglio su cui era sorto e

che, per le so-lite corruzionifonetiche, gliaveva dato ilnome (da “Ca-pitolium” a“Campitelli”).Un legame,questo, impre-scindibile sepensiamo cheil Campido-glio, seppur ilpiù piccolo deisette colli diRoma, fu dasempre il più

significativo nella vita poli-tica e religiosa della città

antica e del nostro rione.La presenza di questoimportante punto d’in-contro e di scambio dipopoli, centro nevral-gico della politica di

tutti i tempi (qui il Senatoe il Governatoriato, i Con-

servatori e i Sindaci, in una con-tinuità unica nel proprio genere) hapermesso al Rione, ma in generale atutta la città, di sopravvivere anche alperiodo di profonda crisi dovuto al tra-

sferimento ad Avignone dei pontefici(1309 - 1377).Campitelli, più di altri rioni, è stato tea-tro di alcuni tra gli episodi più noti dellastoria cittadina: la Renovatio Senatusdel 1143, la famosa rivolta del popologuidata da alcune famiglie aristocrati-che che portò all' occupazione dell' an-tico Tabularium del Campidoglio e acontinui scompigli in città (il papa In-nocenzo II morì di crepacuore il 24 set-tembre e il nuovo papa Celestino II loseguì nel marzo del 1144, anno in cui siebbe ufficialmente l' istituzione del Co-mune di Roma), l’ascesa di Cola diRienzo, che proprio ai piedi del Campi-doglio nel1354 si dichia-rava “Tribunodel popolo ro-mano” procla-mando alpopolo i suoiord inament idello buonostato (ai piedidello stessocolle Cola ve-niva uccisodieci annidopo per manodel suo po-polo). Sempre

sul Campidoglio, nel 1363, furono pro-mulgati gli statuti della città, compresii nostri Rioni e le loro bandiere e, quasiquattro secoli dopo, con Roma ufficial-mente ricongiunta all’Italia, sul fiancodel Campidoglio, veniva eretto il Vitto-riano (1885-1911), enorme monumentodedicato al re Vittorio Emanuele II. Ci volle poco tempo perchè la “mac-china da scrivere” (questo è uno deitanti soprannomi che gli vennero dati)venisse aspramente criticata perchèostruiva la vista sullo stesso Campido-glio e l'adiacente Foro ma anche per ilsuo colore bianco, troppo in contrastocon quelli caldi degli edifici circostanti. In passato fu anche ventilata l’ipotesi dirimuoverlo, ma alla fine Roma ha de-ciso di accettare l'ingombrante monu-mento così com'è. Se vogliamo trovare un aspetto positivoin questa vicenda, posso dirvi che dalportico dell’Altare della Patria si godeuno dei più suggestivi panorami diRoma: dalle bellezze del nostro rione allontano Gianicolo, dalla cupola di sanCarlo ai Catinari a quella del Pantheon,il collegio di Propaganda Fide, le basili-che di Santa Maria Maggiore e San Gio-vanni in Laterano e moltro altro ancora.Vorrei concludere raccontandovi unacuriosità sullo stemma di Campitelli: latesta di drago che campeggia sullosfondo bianco ricorda una famosa leg-genda romana secondo cui, nella partedel Foro Romano in cui si svettano letre colonne del Tempio di Castore e Pol-luce, aveva dimora un drago che con ilsuo alito mortifero uccideva chi si tro-vasse nelle vicinanze. Papa Silvestro I decise di intervenirecontro questa calamità recandosi dulposto e invocando la Vergine. La forzadella preghiera vinse e nel punto doveil drago morì il pontefice fece innalzarela chiesa di Santa Maria Liberatrice.

I R ION I D I ROMADi Martina Casadio

Al centro: Lo stemma di Campitelli e la mappa con iconfini del Rione;A sinistra: Il Foro Romano visto dal Campidoglio.A destra: G. B. Piranesi, Veduta del romano Campido-glio con scalinata che va alla chiesa d’Aracoeli, 1740.

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I Rioni di Roma

TRA SACRO E PROFANO: LECHIESE NEL FORO ROMANO

La zona orientale del Rione Campitellicomprende interamente il Foro Romanoe il Palatino. Affrontarne in questa ru-brica la titanica impresa di darne unadettagliata descrizione non solo spaven-terebbe la sottoscritta (e senz’altroanche voi), ma non rispetterebbe il mioproposito di raccontarvi una Romameno nota e convenzionale.Lascio perciò a fonti più specializzate ilcompito di guidarvi nella passeggiataarcheologica più bella del mondo, manon voglio comunque perdere l’occa-sione di proporvi un itinerario insolito,alla scoperta delle chiese che sonosorte, nel corso dei secoli, all’interno enelle immediate vicinanze del Foro Ro-mano, cuore dell’antica Roma pagana.La particolarità di trovare in questi luo-ghi così tanti edifici religiosi è sorpren-dente e al tempo stesso illuminante percomprendere un passaggio fondamen-tale nella vita della nostra città: la pro-gressiva appropriazione della capitaledell’Impero Romano da parte dellaChiesa. Questo simbolico “passaggio ditestimone” vide infatti un progressivoriadattamento di moltissimi templi pa-gani per dar spazio a nuove chiese.Avevamo già visto nella chiesa dei SS.Cosma e Damiano (Rione Monti) ilprimo documento di quanto la situa-zione della città mutasse con l’aprirsidel VI secolo. Per quasi duecento annila Chiesa aveva seguito, nei confronti diRoma, la linea prudenziale tracciata daCostantino, evitando di costruire edificidi culto nel centro della città e su terrenidi proprietà pubblica. Nei primissimianni del VI secolo tutto questo cambia,proprio con l’insediamento delle primechiese nei Fori.S. Maria Antiqua, annidatasi in uno deipunti nevralgici del Foro classico, sorgeall'interno di un complesso di edifici ri-salenti alla seconda metà del I secolod.C. trasformati in chiesa all'epoca del-l'imperatore Giustino II (567-578). Fu costruita riutilizzando le strutture la-terizie di un vasto complesso architet-tonico del periodo dell'imperatoreDomiziano (81 - 96 d.C.), probabil-mente un vestibolo monumentale deipalazzi imperiali. Quando nel 552 i Bi-zantini presero possesso di Roma, pro-babilmente ripristinarono, oltre a murae acquedotti, anche i vecchi palazzi im-periali, utilizzando quest'aula rettango-lare e l'antistante quadriportico perfondare una sorta di "cappella palatina"dedicata alla Madonna.Sepolta da una frana nell’847, beni e di-ritti della piccola chiesa furono trasferitiin S. Maria Nova (di cui parleremo piùavanti) mentre sui resti di S. Maria An-tiqua fu edificata nel XIII secolo la

chiesa di S. Maria Liberatrice, intera-mente ricostruita nel 1617. Secondo la leggenda di cui abbiamo giàaccennato, qui Papa Silvestro I avrebbesconfitto un drago: da cui l'appellativodi “liberatrice” della chiesa. Nel 1900 si decise di demolire la chiesaseicentesca per riportare alla luce l'edi-ficio più antico: fu allora che venneroriscoperti gli affreschi che rappresen-tano il vero tesoro di questo sito. E’ davvero sorprendente come a volteuna calamità naturale possa definire ilcarattere distintivo di alcuni luoghi; nelcaso di S. Maria Antiqua il crollo e ilsuccessivo abbandono della chiesa per-misero ai dipinti che ne decoravano lepareti, tutti appartenenti ad epoche di-verse comprese tra la metà del VI emetà del IX secolo, di conservarsi percentinaia di anni, facendo dell’edificioun originalissimo “museo” della pitturaromana altomedievale, per molti la“Cappella Sistina del Medioevo”.Sebbene sia riccamente decorata in tuttii suoi ambienti (i recenti restauri, duratiotto anni, dovrebbero concludersi entrola fine del 2013, permettendo al pub-blico di ammirare i meravigliosi affre-schi realizzati in piena iconoclastia dalVI all'VIII secolo, con storie della Bib-bia e dei Santi), l’impareggiabile valoredi questo edificio è costituito dagli stratipittorici disposti sulla destra dell'arcoabsidale. Qui troviamo quella che in gergo sto-rico-artistico è conosciuta come “pa-rete-palinsesto”, un famoso pannelloricoperto completamente da diversipiani ad affresco che testimoniano quat-tro differenti momenti della decora-zione pittorica della chiesa. Vi invito ad avvicinarvi ed osservare at-tentamente, cercando di distinguere ivari strati decorativi: ciò che sembraquasi un gioco, è stato uno spunto fon-damentale per gli storici dell’arte, chehanno potuto ricostruire le vicende di

tutto l’apparato decorativo della chiesaconfrontando i diversi strati pittoricidella parete che, al pari di un vero e pro-prio “palinsesto” (un manoscritto dove,raschiata la prima scrittura, se ne com-pie una seconda e poi un’altra), si so-vrappongono l’uno sull’altro in unasequenza cronologica.Il primissimo strato è facile da ricono-scere: appartiene al VI secolo e rappre-senta una Maria Regina tra due angeli. La composizione, con la bellissima ma-donna ritratta su un trono gemmato conil bambino tra le braccia, è stata muti-lata per far spazio alla grande absidedella chiesa. Il riquadro doveva presen-tare Maria al centro di una composi-zione simmetrica con altri personaggi,di cui oggi possiamo vedere solo labella testa di un angelo adorante ingi-nocchiato alla sua sinistra. Il secondostrato (prima metà del sec. VII) è un af-fresco con un’Annunciazione, di cui so-pravvivono un angelo (poco sopral’altro appena descritto) e parte delvolto della Madonna (si può scorgereaccanto l’aureola dorata di Maria Re-gina). Il contrasto molto forte con lostrato precedente si nota sia nella dol-cezza dei tratti che nei colori, in questocaso più caldi e accesi. Il terzo strato (seconda metà del secoloVII) è visibile nella parte più bassa dellaparete-palinsesto, dove si scorgono leteste di S. Giovanni Crisostomo e S. Ba-silio, recanti un cartiglio con un'iscri-zione latina riferita al ConcilioLateranense del 649 d.C. (data impor-tante poichè, con questo Concilio, ilpapa volle sancire la sostanza umana edivina di Cristo). Il quarto ed ultimostrato (inizio sec. VIII) riporta la figuradi S. Gregorio Nazianzeno, chiaramentevisibile a destra della Maria Regina, che

fa parte della campagna decorativa vo-luta da Giovanni VII nel 705-707. Sperando che questa sorta di “aguzza lavista” pittorico vi abbia divertito,usciamo da Santa Maria Antiqua e di-rigiamoci verso l’angolo del foro com-preso tra il tempio di Vesta e il tempiodei Dioscuri, nella zona chiamata LacusIuturnae, in cui troviamo molti edificiche vennero trasformati in luoghi di

culto cristiani a partire dal VI secolo. Diquest’area vorrei ricordarvi solo l’ora-torio dei SS. Quaranta Martiri Seba-steni, così chiamato forse in onore delsacrificio volontario di quaranta soldatiche, agli inizi del IV secolo in Turchia,si rifiutarono di onorare un culto paganoe per questo furono giustiziati. L’edifi-cio fu scoperto nel 1901 e con tutta pro-babilità risale agli inizi del II secolo.Passiamo ora ad un luogo davvero sug-gestivo, la bellissima chiesa di San Lo-renzo in Miranda. Siamo di fronte ad unparticolarissimo edificio frutto di un in-telligente riutilizzo seicentesco di unedificio romano, il Tempio di Antoninoe Faustina. Qualunque sia l’origine delsuo nome, da alcuni riferito ad una fa-miglia di origine spagnola che dovevaabitare nella zona, da altri alla moltitu-dine dei mirabili monumenti antichi chela circondano o ancora ad una fantoma-tica pia donna dal nome Miranda, chein questa zona avrebbe praticato la ca-rità cristiana, ciò che mette tutti d’ac-cordo è che quest’architettura sia unosplendido esempio di una perfetta ar-monia tra antico e moderno. Lo spazio fu riutilizzato come chiesagià a partire dal VII secolo perchè rite-nuto il luogo dove San Lorenzo fu con-dannato a morte, e riprende quasitotalmente l’impianto originale del tem-pio. Furono infatti limitati tutti lavoriche ne stravolgessero l'impianto: per-sino l'abside non venne mai costruita,preservando la struttura della cella.Lo slancio della facciata seicentescacon le sue belle volute e l’equilibrio del-l'interno, a una sola navata, con tre cap-pelle per parte e, sull'altare maggiore, labella pala con il Martirio di San Lo-renzo di Pietro da Cortona, fanno diquesto complesso uno tra i più affasci-nanti di Roma. Pietro da Cortona in quegli anni si tro-vava nel Foro in un’altro cantiere im-portantissimo: il suo capolavoroarchitettonico della chiesa dei Ss. Lucae Martina. Situata sul luogo dove untempo sorgeva l'antica "Curia Hostilia"(fondata, secondo la tradizione, dal reTullio Ostilio), le origini di questachiesa risalgono al VI secolo quandopapa Onorio I volle dedicare un edificiosacro a S. Martina martire sfruttandoproprio gli antichi ambienti della "CuriaHostilia (l’invidiabile posizione tra ilForo Romano ed i Fori di Cesare e diAugusto le valse anche l'appellativo diSanta Martina in tribus foris). Nella suafase più antica la chiesa aveva unapianta rettangolare con abside, finchénel 1588 papa Sisto V decise di affidarlaall' Accademia di S. Luca, associazionedi studiosi dell'antica Università delleArti della Pittura di Roma.Il pontefice, bisognoso di spazio per co-struire la piazza di Santa Maria Mag-

PASSEGGIANDO PER IL RIONE CAMPITELLI

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I Rioni di Romagiore, aveva fatto demolire la chiesa diSan Luca dei Pittori e, per compensarela perdita, conferì all'Accademia di SanLuca il patronato sulla chiesa di SantaMartina, includendo San Luca nel titolodella chiesa. I lavori furono inizial-mente affidati all’architetto OttavianoMascherino, ma per carenza di fondi siprovvide soltanto alla costruzione di unnuovo pavimento posto ad un livello

più alto di quello antico per ottenere unambiente sotterraneo destinato alla se-poltura degli accademici. Nel 1634 Pietro da Cortona, allora Prin-cipe dell'Accademia, iniziò la ricostru-zione a sue spese, dedicandosi inparticolare alla cripta, nella quale col-locò anche la propria cappella sepol-crale. La fortuna volle che durante gliscavi vennero rinvenuti i resti di SantaMartina e dei martiri Concordio, Epifa-nio e Compagno e l'episodio suscitò talecommozione ed entusiasmo che papaUrbano VIII non potè esimersi dal con-tribuire finanziariamente: il risultato fuuna chiesa meravigliosa, un capolavoroarchitettonico del Barocco romano. La facciata, leggermente convessa, èdivisa in due ordini, incorniciata dacoppie di lesene e ravvivata da eleganticolonne. L'ordine inferiore presenta unbel portale sormontato da un timpanocurvilineo, mentre quello superiore una

finestra con timpano triangolare e sim-boli araldici ai lati. Il tutto è coronato dauna poderosa cupola con finestre chesembra guardare dall’alto tutta l’area ar-cheologica sottostante.Un ultimo accenno lo merita una dellechiese più belle del Foro Romano, lachiesa di Santa Maria Nova, meglio co-nosciuta come Santa Francesca Ro-mana. Questo bellissimo tempiodomina da una piccola altura l’interoForo, quasi ad attestare, con il suo su-

perbo campanile, la presa di possessoda parte della Chiesa del mondo paganosottostante.I suoi architetti compirono una speciedi miracolo: chi guarda il Foro dall’alto,da uno dei molti punti panoramici(come quello della foto nella paginaprecedente), non può fare a meno di no-tarla, nonostante sia circondata da de-cine di monumenti. A questo risultatocollaborarono maestranze medievali(che innalzarono il bellissimo campa-nile a doppie bifore, uno dei più belli diRoma, e costruirono le strutture dellachiesa e del convento) e seicentesche(l’architetto Carlo Lambardi restaurò lachiesa dotandola della bella facciata intravertino, luminosa e di grande ef-fetto). Una curiosità è che il 9 marzo,giorno in cui si festeggia Santa France-sca Romana, qui si impartisce una sin-golare benedizione alle automobili. Nel1925 Pio XI la designò infatti patronadegli automobilisti: il concetto di viag-gio, spesso affiancato a quello di peri-colo, ha da sempre portato a richiederenumerosi santi protettori dei viandanti.

A SPASSO PER LA CAMPITELLISCOMPARSA

La zona ai piedi del Campidoglio ap-pare molto diversa dal passato: quelloche oggi è un rumoroso e trafficatosnodo urbano, nel corso del Rinasci-mento era una sorta di Rive Gauche incui abitarono, tra gli altri, Michelan-gelo, Giulio Romano e Pietro da Cor-tona. Nel Cinquecento papa Paolo IIIfece sistemare la famosa piazza delCampidoglio e il Palatino, mentre ilForo continuò ad essere usato comeluogo per il transito del bestiame e perla visita delle antiche vestigia da partedei pellegrini e viaggiatori europei. A partire dall’Ottocento furono condottigli scavi nella zona archeologica e, a se-guito di ciò, a inizio Novecento tutta

l’area fu oggetto di numerosi sventra-menti e demolizioni che cancellaronointere aree dell’antico tessuto urbano. La Via del Mare, corrispondente al trac-ciato delle attuali Via del Teatro di Mar-cello e Via Petroselli, venne realizzatanegli anni ’30 del secolo scorso per col-legare il centro monumentale con iquartieri del settore sud-occidentaledella città e con il Lido di Ostia. A que-sto scopo venne adeguata anche la via-bilità intorno al Circo Massimo e venne

aperto l’attuale Viale Aventino, alloradenominato Viale Africa. Come perl’apertura della Via dell’Impero, la rea-lizzazione della strada comportò la de-molizione del quartiere sviluppatosi inetà medievale e moderna nell’area tra lependici del Campidoglio, il Teatro diMarcello ed il Foro Boario: la stessagradinata che conduce alla Piazza delCampidoglio venne accorciata per fare

spazio allo slargo antistante. Il colle, esaltato in tutta la sua bellezza,ha guadagnato da questo isolamento, adiscapito però di una serie di edifici cheoggi sono scomparsi. In questa piccola passeggiata vorrei rac-contarvi questa Campitelli che non sivede più. Partirei dal singolare episodio della pic-cola chiesetta intitolata a Santa Rita daCascia, costruita nel 1643 dall’archi-tetto Carlo Fontana su commissione dipapa Alessandro VII Chigi. La chiesa in origine sorgeva in via dellaPedacchia (strada alle pendici del Cam-pidoglio che sboccava su piazza d'Ara-coeli) ma nel 1928, in seguito allademolizione della zona per la sistema-zione della via del Mare venne smon-tata “pezzo per pezzo” e messa indeposito con l’intento di ricostruirlasuccessivamente nello stesso luogo. La rimozione dell’edificio portò ina-spettatamente alla luce i resti di un’in-sula romana, perfettamente conservata,sulla quale era stata costruita nel Me-dioevo una chiesetta romanica intitolataa San Biagio. Fino a quel momento di questa anticachiesa si conosceva solo il titolo ma nonl’esatta ubicazione, proprio perchè lasuccessiva costruzione di Santa Rita neaveva cancellato la memoria. Cono-sciuta come San Biagio de Mercato (ode Mercatello) perchè in epoca medie-vale si svolgeva il mercato della cittàproprio nella piazza antistante, dell’edi-ficio oggi restano il campaniletto roma-nico dell’XI secolo con due bifore,l’arcosolio affrescato con la quattrocen-tesca Deposizione di Cristo tra la Ma-donna e S. Giovanni e la volta conlunette dipinte. Alla chiesa di Santa Rita toccò in sorteun nuovo indirizzo in via Montanara,all’angolo con via del Teatro Marcello,come ricorda una lapide sul fianco sini-stro dell'edificio: «Questa chiesa già

esistente alle falde del Campidogliopresso la scala di S. Maria in Aracoelidemolita nell'anno 1928, VI dell'era fa-scista, fu qui ricostruita a cura del Go-vernatorato di Roma. 21 aprile 1940».Oggi la chiesa, ormai sconsacrata, èluogo di incontri, conferenze e concerti,ma curiosamente, pur appartendendoormai al Rione Sant’Angelo, per tutti èancora Santa Rita in Campitelli. Proprio di fronte alla chiesa troviamoun grande complesso dove continue-remo la nostra passeggiata, il bellissimoMonastero di Tor de’ Specchi. Il 25marzo 1433 Francesca Ponziani e novecompagne, tutte esponenti di facoltosefamiglie romane, si offrirono comeoblate al monastero di Santa MariaNova (di cui abbiamo precedentementeparlato) e presero in affitto un'abita-zione all'ombra della Torre de' Specchiper condurre vita comune dedicandosialla preghiera e al lavoro manuale, inuna sorta di eremitaggio all'interno dellemura urbane. Il nome Tor de’ Specchideriva dalla torre dalle finestre tondeche riflettevano la luce esistente fino alXVII secolo, quando fu abbattuta perallargare il corso stradale. Il monastero si estende compatto e pre-senta una lunga facciata in architetto-nico contrasto con le altre strutturearchitettoniche circostanti. Il vero tesoro si conserva all’interno incui possiamo ancora oggi ammirare unosplendido ciclo di affreschi di Anto-niazzo Romano datati 1468 con 25 ri-quadri raffiguranti episodi e miracoli diFrancesca, riconosciuta dai romanicome "advocata Urbis " ovvero protet-trice di Roma. Alcuni sono ubicati nellacasa quattrocentesca, altri nell'oratorioo nell'antico refettorio (quest'ultimisono monocromi). Purtroppo questi capolavori sono apertial pubblico solo una volta l’anno, in oc-casione della già citata festa della santadel 9 marzo.

Nella pagina accanto:

A sinistra: La parete-palinsesto in S. Maria Antiqua.A destra: Chiesa di San Lorenzo in Miranda.

In questa pagina:

A sinistra: G. B. Falda, Veduta del Campidoglio, 1665.In alto destra: Facciata del Monastero di Tor de spec-chi su via del Teatro Marcello; In basso a destra: Antoniazzo Romano, apparizionedel figlio Evangelista a Santa Francesca Romana, 1468.

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I Rioni di RomaLE CURIOSITA’ DEL RIONE CAMPITELLI

ER ZEGRETARIO DE PIAZZA MONTANARA

Piazza Montanara era una delle più colorite ed ani-mate di Roma, un vero théatre de vie. Di questo luogo, non certo famoso per la sua bellezza,ma caratteristico della “Roma dei Papi”, rimane oggisolo il toponimo nel breve vicolo Montanara che im-mette in piazza Campitelli e la bella fontana spostatain Piazza di San Simeone ai Coronari: l’intera area fuinfatti totalmente sventrata negli anni 20 per aprireVia del Teatro Marcello.La piazza, che prendeva il nome dalla nobile famigliaMontanari che la abitò nel Quattrocento, ogni mattinasi trasformava in un brulicante ritrovo di braccianti,operai, servette, venditori ambulanti, cavalli, carri dimerci, artigiani, nullafacenti e truffatori, tanto cheanche le guardie dei Capo-rioni se ne tenevano benlontane. Tra queste pittoresche frequentazioni vorreiricordare il famoso “barbiere della meluccia”, cosìchiamato perchè era solito mettere in bocca ai suoiclienti una piccola mela, sempre la stessa, per tenderebene le guance alla rasatura. Solo l’ultimo clientedella giornata aveva il diritto di mangiarsela!Altro illustre inquilino, forse il più caratteristico, eralo scrivano pubblico che leggeva e scriveva per glianalfabeti. Come spesso succede, preferisco lasciareil racconto ai sonetti del Belli accompagnato dalle im-magini di Achille Pinelli.

Er zegretario de Piazza Montanara

Siggnori, chi vvò scrive a la regazzaVenghino ch’io ciò cqua llettre stupenne.Cqua ssi tiè ccarta bbona e bbone penne,E l’inchiostro il piú mmejjo de la piazza.

Cqua ggnisuno, siggnori, si strapazza.Le lettre ggià ssò ffatte coll’N.N.

Basta mettérci il nome, e in un ammenneChi ha ppresscia d’aspettà cqua ssi sbarazza.

Io ciò llettre dipinte e ttutte bbelle.C’è il core co la frezza e cco la fiamma:

C’è il zole co la luna e cco le stelle.

Cuant’al prezzo, tra nnoi ci accomodamo:Cuant’a scrive, io so scrive a ssottogamma:Duncue avanti, siggnori: andiamo, andiamo.

Roma, 19 dicembre 1832

L’ARCO PORTASFORTUNA

Per quasi duemila anni, da quando il bellissimo Arcodi Tito fu edificato in cima alla via Sacra, gli ebrei diRoma non hanno mai messo piede sotto la sua voltaperchè pensavano che il gesto portasse loro sfortuna.

L'arco, in effetti, ricorda nel suo interno la distruzionedel Tempio di Salomone nel 70 d.C., con rilievi che

riproducono il corteo trionfale con le spoglie del Tem-pio e gli ebrei trascinati dal carro imperiale. Queste immagini fecero anche nascere la credenzache l’Arco, invece di costituire la porta trionfale in-nalzata in onore della vittoria di Tito, appartenesse adun edificio più ampio destinato ad accogliere glischiavi dell’imperatore.

LA FONTE MIRACOLOSA... IN CARCERE

Ai piedi del Campidoglio si trova una piccola chie-setta dedicata a San Giuseppe dei Falegnami.L’edificio sorge su un luogo che fu in passato meta dimolti pellegrinaggi: si tratta del Carcere Mamertino,un luogo buio, umido e freddo, famoso perché vi fu-rono imprigionati per nove mesi S. Pietro e S. Paoloe perché qui avvenne il famoso “miracolo della sor-gente”. Si narra infatti che San Pietro, durante la suaprigionia, riuscì a convertire al cristianesimo due deisuoi carcerieri, i santi Processo e Martiniano, e benquarantasette carcerati. Mancando l’acqua per cele-brare il battesimo il santo riuscì a far sgorgare l’acquadalla colonna alla quale era stato incatenato. L’acqua in passato è stata utilizzata e bevuta da moltimalati che si recavano apposta per cercare un rimedioai propri mali.

UNA BRUTTA FINE PER I TRADITORI

Sul versante meridionale del Campidoglio si trova unaparete rocciosa particolarmente scoscesa ed aspra,chiamata Rupe Tarpea. Questa divenne celebre perchèanticamente vi venivano fatti precipitare i condannatia morte per tradimento, simbolicamente cacciatidall’Urbe. Il nome deriva da Tarpeia, la vestale figliadel comandante della cittadella romana, Spurio Tar-peio, che nell'VIII secolo a.C. tradì il suo popolo ri-velando ai Sabini, in guerra con Roma, come arrivarealla sommità del colle fortificato.

La ragazza, che tradì per il desiderio di possedere learmille d'oro che portavano i sabini al braccio sinistro,venne poi uccisa dagli stessi nemici una volta rivelata

l'informazione. Dal medioevo all’Ottocento questomonte fu anche detto Caprino perchè i pastori vi por-tavano le capre al pascolo.

MARCO AURELIO E LA FINE DI ROMA 

Che in piazza del Campidoglio sorga maestoso il mo-numento equestre dell’imperatore Marco Aurelio nonè certo un segreto. La statua, oggi conservata neiMusei Capitolini e sostituita da una copia che cam-peggia nella bella ellissi michelangiolesca, fu erettanel 176 d.C. Nell' VIII secolo si decise spostarla da-vanti al Palazzo Lateranense nei pressi della casa doveprobabilmente era nato Costantino, perchè erronea-mente ritenuta la raffigurazione dell’imperatore. L’ingnoranza del popolo e questo fraintendimentopermisero però alla statua di salvarsi dalla fusione,fatto bizzarro se pensiamo che in epoca medioevale ilvalore delle statue di bronzo era notevolissimo e i pro-fitti derivati dalla vendita del metallo enormi.Da sempre legato alle vicende della sua città, il mo-numento ne vide di tutti i colori, come nel 1347quando, per festa in onore di Cola di Rienzo, il cavallofu trasformato in una fontana per gettare acqua e vinodalle narici. Anche dopo trasferimento in piazza delCampidoglio nel 1538 le suggestioni legate al MarcoAurelio non terminarono. La credenza più curiosa è senza dubbio quella legataalla criniera del cavallo (chiamata “civetta” per quelciuffo che so-miglia pro-prio a unu c c e l l i n op o g g i a t osulla testa delcavallo) e alsuo rivesti-mento: se-condo undetto quandola statua di-venterà tuttad’oro e la civetta canterà, allora sarà la fine di Roma. Il popolino al tempo non sapeva che la statua, brillantee regale come si addice all’immagine di un impera-tore, fosse nata placcata in oro. Quell’oro, insieme a tutto ciò che di prezioso custo-diva la Roma dei tempi gloriosi, era scomparso già al-l’epoca del suo spostamento in Laterano. Nesopravviveva forse soltanto qualche scheggia in piùdi oggi, qua e là, sulla faccia del cavallo, sulla testadel sovrano, sul posteriore dell’animale.Non si conosce esattamente il momento storico in cuicominciò a circolare la leggenda della “civetta diMarco Aurelio”, ma che a Roma l’Apocalisse dovessepartire da Piazza del Campidoglio fu una certezza permolti. Lo era anche per Belli che scriveva:

«E si ttu gguardi er culo der cavallo / e la faccia del-l’omo, quarche innizzio / già vederai de scappà fforaer giallo. / Quanno è poi tutta d’oro, addio Donizzio:/ se va a ffà fotte puro er piedistallo, / ché amancapoco ar giorno der giudizzio».

A sinistra: Achille Pinelli, Lo scrivano di Piazza Montanara, 1816.Al centro in alto: Il corteo di Tito entra nella Porta Triumphalis, Arco diTito al Foro Romano.Al centro in basso: La Rupe Tarpea.A destra: Statua di Marco Aurelio, Roma, Musei Capitolini.

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Internet: paladina delle libertàTecnologicaMente

Siamo giunti ancora una volta nelperiodo dell’anno in cui maggiorisono le vendite di prodotti tecno-

logici. E’ di questi giorni la notizia che,nonostante tutto, sembra che gli italiani,in buona compagnia con molti altri po-poli che ancora se lo possono permet-tere, metteranno mano al portafogli perl’ennesima valanga di acquisti di gadgettecnologici. In verità, salvo le peripeziedi Sony con la sua nuova consolle mul-timediale, non sembra ci siano significa-tive novità. Ma tant’è che, nonostantetutto, questo settore di mercato sembraancora in discreta salute, al contrario dialtri generi di acquisto quali, ad esempio,quelli legati all’abbigliamento, ormai ir-rimediabilmente rimandati ai saldi. Neltentativo di analisi circa la natura degliacquirenti di dispositivi tecnologici, piùche di un pubblico maturo, sembra sitratti ancora per la maggior parte, di av-ventori curiosi, per la soddisfazione deibisogni più dei figli, che propri. Capitacosì che si compiano scelte non del tuttoragionate, ma più che altro dettate da fat-tori estetici o di moda del momento. Chisi avvicina ai prodotti Apple, dato ilprezzo non proprio abbordabile, do-vrebbe farlo per la possibilità di inter-connessione e quindi interattività tra iprodotti di questo prestigioso marchio.Capita invece di imbattersi in possessoridi iPhone che poco o nulla sanno dellegrandi potenzialità insite nel dispositivoche spesso viene relegato, oltre che allafunzione primaria di telefono, a sempliceesecutore di app e giochini, ignorandoche apparati ben più economici permet-tono di eseguire egregiamente questesemplici funzioni, anche con un’ottimareattività, a prezzi più ragionevoli. Al di sopra dei marchi e di quelle chesembrano divenute delle vere e propriegriffe della consumer electronics, si poneimperante un altro mondo, decisamentepiù trasversale e sicuramente meno sog-getto a mode e tendenze: quello dellemajor del “data handling “ che rappre-

senta un obiettivo ben più interessanterispetto al mondo hardware. E’ qui chesi combatte una battaglia impari tra pic-cole imprese di software che sperano diritagliarsi una piccola fetta di mercato eciclopici colossi il cui obiettivo è il con-trollo non solo della fornitura di servizi,ma cosa del tutto più interessante, deidati personali, delle abitudini, delle fo-tografie, degli spostamenti e delle comu-nicazioni via mail dell’utenza. Non ècosa da poco, come anche messo in ri-salto dai giornali di tutto il mondo negliultimi tempi. Quando acquistiamo unosmart-Phone o un nuovo tablet, siamosubito invitati a registrarci, se mai giànon lo fossimo, a tutta una serie di ser-vizi “necessari” al funzionamento delnostro nuovo gingillo. In verità non ci siinquieta più di tanto per questa usualepratica, per il semplice fatto che si trattadi servizi totalmente gratuiti e quindi ac-cessibili a chiunque, di fatto anche ai mi-nori. Non accettare i termini del servizioofferto implica necessariamente la deca-denza del nostro nominativo. Siamosemplicemente espulsi: o si accettano itermini o niente. Se non intendiamoiscriverci a questo account o a quel datoservizio di cloud, avremo tra le mani undispositivo “azzoppato”. Alzi la manochi è disponibile a ciò, in cambio poi dipoche semplici informazioni. Si entranel circuito generalmente in punta di

piedi e si finisce per narrare la propriaesistenza. Sarà lecito che l’utente si chieda a questopunto, cosa ci guadagnano questi provi-ders a “regalarci” cotanta abbondanza difunzionalità, a dire il vero spesso moltoutili e complete? I cardini della que-stione sono, spogliati di ulteriori partico-lari, almeno due: il collocamento dimessaggi pubblicitari che il “sistema” èin grado di mirare secondo gli interessiraccolti dalle abitudini di navigazione diciascuno di noi e la supremazia sullepiccole sofware-house. Nel primo casoovviamente gli acquirenti degli spazipubblicitari sanno che, a fronte di un ca-none versato al provider, avranno la pos-sibilità di raggiungere gli utentirealmente interessati alla propria attivitàdi mercato. Il secondo aspetto della que-stione, punta invece il proprio obiettivosull’egemonia, ovvero sul fatto che pos-sedere l’intero mercato a suon di gratuitàserve ad imporre le proprie potenzialità,non ultime quelle che vedono i titoli diborsa, specie nei mercati americani, vo-lare in alto ogni qual volta una majorlanci un proprio prodotto gratuito in rete.E le piccole software-house, sovente-mente portatrici di ottime idee, soccom-bono sotto il peso di una gratuità che nonpossono dare, a causa dei propri mezzilimitati.Dunque, in buona sostanza, i soldi ci

sono eccome, ma non si vedono, non su-bito almeno. Prima di intuire come talunimotori di ricerca ed altri social-network,abbiano reso milionari i propri fondatori,sono passati anni e ciò nonostante, inpochi si avvedono del meccanismo in-nescato. Quanto valgono i dati di un sin-golo utente, non ci è dato di saperlo conesattezza, ma è sicuro che se continua-mente ci viene richiesto di completare ilnostro profilo con i dati mancanti (adesempio il numero di cellulare), addu-cendo futili motivi relativi alla nostra si-curezza, uno scopo c’è sicuramente enon è del tutto trascurabile. L’acquisto di un dispositivo che può na-vigare in rete, lega dunque a filo doppiogli utenti con gli interessi insospettati dicolossi ben più potenti delle pur grandiaziende che ne ospitano, con i propriprodotti, i servizi. Rinunciarvi si può?Utopisticamente si, praticamente no.Persino il governo italiano auspica l’ado-zione di massa delle transizioni elettro-niche del nostro denaro che non sono difatto possibili se prima non ci si è iscrittiai famosi servizi auspicati dal nostronuovo dispositivo che solo dopo tale ir-rinunciabile pratica, ci permetterà di re-gistrarci ai servizi on-line della nostrabanca che in quel caso ci darà il via li-bera allo screening della nostra carta dicredito… e così via in un tortuoso iner-picarsi di scatole cinesi. Oltre tutto, enon sia considerato come il meno signi-ficativo degli argomenti, coloro i quali siostinassero ad entrare nel “club” perchéanziani, stanchi o semplicemente non in-teressati, sarebbero additati dalla comu-nità come “out”, ovvero obsoleti, pigri,fuori dal tempo e, per chi volesse spen-dere ancora il proprio denaro in contanti,anche un po’ potenziali delinquenti, in-signiti del sospetto che avere denarocontante da spendere sembra portareall’inevitabile associazione con la parola“ladro”.Internet è un luogo libero attraverso ilquale esprimere le proprie opinioni, ipropri pensieri, le proprie aspirazioni. Ma siamo proprio sicuri?

di Stefano Bastianelli

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Sabato 30 Novembre2013 si è svolto presso lalocation dei Laghi del

Salice in Via Boccea, l'annualeNight of Fighter nell’edizioneCage Fight 8.L'evento è iniziato intorno alle17 ed in attesa dell’arrivo delpubblico si sono susseguiti in-contri più o meno equilibratiprincipalmente di K1, maanche di altre discipline. Intorno alle 21 però la serata siè scaldata. Non ci sono piùposti a sedere ed il pubblicofreme. Sale sul ring FlorianaSecondi, nel ruolo di presenta-trice e spiega lo svolgimento

dell'evento. Verranno assegnatinella serata 3 titoli mondialinella categoria K1 ed uno euro-peo per la categoria MMA. Inoltre, focalizza l'attenzionesul tema sociale che ha spintol'organizzazione dell'evento: lostalking sulle donne.Prima di iniziare con gli incon-tri principali si presentano sulpalco i protagonisti della se-rata: le 15 candidate per MissRing e gli atleti, che fanno illoro ingresso trionfante sullenote dei propri inni nazionali.Finite le presentazioni si partecon gli incontri di K1 (quellinei quali vengono assegnati ititoli mondiali), dove vediamoprevalere su tutti i fratelli Cec-

chetti. Stefano Cecchetti èil primo a vincere, control'atleta Bani Hamsa, cheabbandona all'inizio del 3°round. Anche RobertoCecchetti trionfa e sempreper abbandono dell'avver-sario Drazen Filipovic, nonconcedendo all’avversarioche il tempo di salire sulring per una ripresa. L’in-contro termina infatti al 1°round. L'ultimo incontro

(pesi massimi) vede infine vin-citore l'atleta Arnold MatthijsLukyniuk contro GiancarloGrasselli.Per quanto riguarda l'incontrodi MMA, abbiamo nell'angolorosso Fabio Ciolli, e nell'an-golo blu Pier Domenico Nico. Vince Ciolli ed anche qui al 1°round.Gli altri tre incontri della se-rata, sempre K1, vedono vin-centi gli atleti SanternecchiMarco, Guadagno Nicolas,Ianni Alberto.

Incontri un po’ troppo"veloci"che hanno visto sfidarsi atletipreparati e corretti ma nonsempre all’altezza del proprioavversario. Caratteristica comune di tuttele gare disputate però è sicura-mente la sportività, il rispetto ela passione verso questo sport.Degno di nota è anche il ri-spetto dimostrato nei confrontidegli arbitri e dei giudici digara che hanno arbitrato in ma-niera impeccabile.Tutta la serata si è svolta all’in-

segna dell'intrattenimento vistoanche l'alternarsi di dimostra-zioni di danza moderna, con-temporanea, hip hop, zumba edi una particolare disciplina de-nominata HMMA che prevedel’utilizzo di spade. Una piccola parentesi comicadi cabaret con Tato. Attrazione della serata, oltreagli incontri, è stata sicura-mente l'elezione di Miss Ring.Ad aggiudicarsi premio e titoloquest’anno è stata la bellissimaVeronica Bruschi.

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Sport LocaleK1: Night of fighter ai Laghi del Salice

di Sara De Santis

E’ Floriana a presentare la serata in cui trionfano i fratelli Cecchetti per il K1 e Ciolli per l’MMA.

Stressati dalla routinequotidiana e dal trafficocittadino, il nostro spa-

zio si limita spesso a quei 4 o5 luoghi abituali nei quali sitrascorrono la maggior partedei giorni, ignari delle bellezzeartistiche e paesaggistiche chespesso sono a soli due passi dacasa nostra. Obiettivo principale della“Nomos Trek”, un’associa-zione no profit, nata lo scorso

Gennaio dalla passione di 5persone che hanno fatto deltrekking e del walking il loroscopo principale, è proprioquesto: far riscoprire la propriacittà e la propria regione.La sua collocazione non pro-fessionista, apre la possibilitàdi partecipazione a tutte lefasce d’età e a tutte le condi-zioni fisiche, non è raro infattivedere nelle escursioni interefamiglie con bambini al se-guito, piuttosto che soli profes-sionisti selezionati.

«Tante volte non si ha ideadelle bellezze che circondano inostri percorsi quotidiani, unpo’ perchè le strade e le auto-mobili ci hanno imposto unsolo tipo di percorso ed un solopanorama, e un po’ è il caso didirlo, anche per pigrizia. Non èraro che durante le nostre cam-minate ci si imbatta in escur-sionisti, magari alla primauscita, che rimangono a boccaaperta per panorami che noncredevano possibili, così vicinialle loro case» ci confessaMarco Marini, Presidentedell’associazione.E come dargli torto. La nostraperiferia tende verso l’altoLazio, una terra quasi ignotaagli stessi romani, ma dagli iti-nerari fantastici. Tanti sono davvero a due passida noi, si pensi a Castel diGuido, a Cerveteri, a Brac-ciano, salendo ancora poiverso Tuscania, Tarquinia etutta l’Etruria.

«Nelle nostre escursioni poi,soprattutto quando sono pre-senti dei bambini, ci soffer-miamo a spiegare e a farriconoscere le differenze fra levarie specie botaniche, chetanti bambini, abitando in città,non hanno mai visto se non suilibri di scuola».Esistono poi molti itinerariquasi inesplorati o che comun-que vanno al di fuori dagli iti-nerari dei professionisti, chesono spesso nascosti all’in-terno dei nostri stessi parchipubblici, che oltre a non utiliz-zare, i romani spesso proprionon conoscono, e vengono in-fatti sempre più abbandonati.«In ogni mia escursione,anche all’interno dei Parchi dei

nostri due Municipi XIII eXIV, mi capita sempre piùspesso di incontrare degrado,immondizia, incuria che nonmanco mai di fotografare e diinviare alle istituzioni comemonito, o promemoria».Essendo nata da poco, laNomos Trek non ha ancora unasede ufficiale aperta al pub-blico e per questo la maggiorparte delle escursioni e dellecomunicazioni è affidata ad in-ternet. Non ci resta che invitarei cittadini, soprattutto i più se-dentari, ad incontrare Marco egli altri membri dell’associa-zione contattandoli attraversoil sito:

www.nomostrek.com

Escursioni e Trekking a due passi da Roma: a Casalotti nasce la “Nomos Trek”di Simone Soccolini

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17www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r g

L’A.S.D. Polimnia Ritmica Romana approda in serie A1

Dopo dieci stagioni nella serieA2, conquistata nel 2002 daElisa Santoni, l’ Associazione

Polimnia Ritmica Romana, il 30 No-vembre scorso nella finalissima dispu-tata nella città di Fabriano, è statapromossa in serie A1. Una vittoria tanto meritata quanto su-data, superando tutte le problematicheche hanno caratterizzato una stagionedensa di aspettative, finalmente soddi-sfatte.L’attesissimo risultato è stato ottenutoda Claudia Arrigo, Martina Centofanti,Swuami Chiaro, Giulia Ciambellini eNicole Federici, capitanate da Elisa To-dini. Le squadra è stata seguita da Li-liana Iacomini, dalle tecniche MarziaFarlò e Fiammetta Mantella, dalle co-reografe Claudia Esposito e VeronicaRichelmy e dalla direttrice sportiva Mi-chela Conti.La scuola nasce proprio dall’idea della

sua direttrice Michela Conti e dalla pas-sione che la lega alla ginnastica ritmica,nell’intento di promuoverla e renderlaaccessibile alle bambine e alle ragazzedella zona. Dal 1984 ad oggi infattil’associazione, partita con un’unicasede all’interno di una palestra scola-stica nel cuore di Primavalle, oggivanta sei sedi operative sparse tra i mu-nicipi 1, 13 e 14.Della Polimnia fanno parte 400 ginna-

ste, 12 tecniche e 3 coreografe. Inoltre circa 150 atlete sono impegnatein gare promosse da Confsportitalia,CSEN, UISP e A.I.C.S. L’associazione pratica attività federaleagonistica e partecipa così ai Campio-nati Federali Nazionali sia individualiche di squadra. Sul panorama nazionale risulta esserel’unica squadra del Lazio ammessa aiCampionati di serie A.

Le ginnaste dell’A.S.D Polimnia hannopreso parte più volte a campionati eu-ropei e mondiali.Il successo più grande, che ha allietatol’associazione negli ultimi anni, è statovedere salire sul podio la propria atleta,Elisa Santoni, con l’argento alle Olim-piadi di Atene del 2004. Attualmente capitano della nazionale diginnastica ritmica, ha preso parte ancheai giochi olimpici di Pechino 2008, trevolte campionessa del mondo e più re-centemente è salita di nuovo sul podioa Londra nel 2012.L’associazione oltre ad essere affiliataalla Federazione Ginnastica d’Italia, or-ganizza con quest’ultima campionatiregionali, interregionali e nazionali. Tra le varie iniziative promosse c’èanche l’organizzazione di stages. Tutto questo può essere solo grande or-goglio per chi, trent’anni fa, ha inve-stito in tale progetto e per tutto lo staffche attualmente vi collabora e si impe-gna a portare avanti la passione.

di Arianna Sacchinelli

L’Ottava edizionedella Lega Serie Adi Calcio Balilla se

l’è aggiudicata la Roma.La squadra di Capitan Protoha battuto il Modena nella fi-nale svoltasi Domenica 3 No-vembre al Palazzetto dellosport di Saint Vincent in Valled’Aosta. Una vittoria meritatae dominata da Roma in quasitutte le specialità, cedendo ilpasso al Modena solo nel dop-pio internazionale.Complimenti al Direttoresportivo, nonchè Presidentedella Roma Calcio Balilla, Ni-cola Colacicco, che ha riunitole massime espressioni delCalcio Balilla italiano in unacompagine in grado di mo-strare non solo le grandi indi-vidualità (Monastra, Nesta,Smario, Begnis, Giovannini,Braconi) ma anche un ottimogioco di squadra, che si è rive-lato decisivo nell’unica faseconcitata della finale. Soddi-sfatto lo stesso Colacicco peri piazzamenti delle altre ro-mane nelle serie inferiori, SanGiovanni in serie B e Ostia inserie C entrambe provenienti

dal gradino più alto della piùimportante manifestazione ro-mana di questo sport: la RomaLeague. Complimenti quindi al S.Gio-vanni ed al suo capitanoRocco Lobosco, che ha man-tenuto il posto nella serie B ar-rivando ad un passo dallaserie A.Complimenti anche ad Ostiaed al suo capitano, poichè daneo vincitrice della RomaLeague, è riuscita a classifi-carsi 3° nella serie C ed a gua-dagnarsi la promozione alla

serie B per il prossimo anno,che potrebbe anche regalarciun bel Derby. Peccato per il Vigne Nuove,che da seconda qualificata allaRoma League, nella sua primaesperienza in serie C non èriuscita ad accedere alle fasifinali. Ma la squadra è moltounita e troverà senza dubbio laforma migliore per affrontarela serie C da protagonista ilprossimo anno.Soddisfatto anche il Presi-dente della Federazione Ita-liana Calcio Balilla, Massimo

Ragona, per la risposta in granparte positiva dell’organizza-zione logistica dell’evento,che ha visto coinvolti, nei tregiorni di manifestazione, piùdi 700 atleti.E’ doveroso infine spenderedue parole in più per questosplendido sport, che riesceogni anno ad unire l’italia,ospitando nella cittadina val-dostana quasi un migliaio dipersone fra atleti e affezionatied è riuscito negli anni ad in-segnare a tutti i partecipanti,atleti e non, che le rimostranze

e le obiezioni vanno lasciatesempre all’interno dei confinidell’agonismo. Grazie a questa prerogativa losport del Calcio Balilla è di-ventato una garanzia per i ge-nitori, che molto spesso sonoi primi a spingere i propri figliall’interno di questo mondo,che affonda le sue radici giànegli anni ‘30 del secoloscorso. In questo modo si stagarantendo un ricambio gene-razionale che contribuisce allaformazione di una nazionalesempre più giovane, ed attentaalla disciplina internazionale(cosiddetta a Ganci), necessa-ria per raggiungere la vettapiù alta a livello mondiale.Cosa che ci auguriamo accadamolto presto.

di Andrea Cangialosi

Campionato italiano Calcio Balilla: lo scudetto torna a RomaBattuto il Modena con ampio margine. Soddisfatto il Direttore Sportivo Colacicco:«Ce lo siamo meritato». Bene anche le altre romane in serie B e serie C

Nella pagina accanto, in alto: un’imma-gine dell’incontro di Stefano Cecchetticontro l’atleta Bani Hamsa;In piccolo: la vincitrice del concorso MissRing Veronica Bruschi.Sotto: un’immagine degli escursionistidella Nomos Trek;In questa pagina, in alto: una delle atletedella Polimnia Ritmica romana in azione;Qui a fianco: la squadra della Roma diCalcio Balilla, vincitrice del campionatoitaliano Lega Serie A 2013.

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Eventi Cultura&Castel di Guido: una lapide in ricordo degli internati

Sabato 12 ottobre 2013 èstata inaugurata nel-l’Azienda agricola co-

munale di Castel di Guido, al18° Km della Via Aurelia, allapresenza delle Autorità del Mu-nicipio Roma XIII, una lapidein ricordo di coloro che sonostati internati (oltre un centi-naio) nel Centro di lavoro, isti-tuito nell’Azienda, dall’estate1942 all’autunno 1943, perchéconsiderati “pericolosi” dalGoverno Fascista. Il Municipio Roma XIII avevaapprovato, il 26 ottobre 2009,all’unanimità, una Mozioneche impegnava il Comune adapporre una lapide in ricordodegli internati ed ad organiz-zare un Convegno sull’interna-mento civile durante il regimefascista. Purtroppo, la Mozionenon è stata mai attuata. All’inizio dell’anno, alcuni stu-

denti del Liceo Orazio diRoma, guidati dal loro docentedi Storia, in collaborazione conla Fondazione Museo per laShoah, hanno effettuato una ri-cerca sul Centro di Lavoro, re-candosi all’Archivio Centraledello Stato ed intervistandoanche alcuni testimoni, che vi-vevano nel 1942-43 nel-l’Azienda agricola, allora diproprietà del Pio Istituto diSanto Spirito.In occasione di questa inizia-tiva, l’Associazione “Castel diGuido ed altro”, che da alcunianni, grazie all’operosità dellaPresidente Antonietta Gagliani,realizza spesso iniziative pervalorizzare l’Azienda agricolacomunale, ha deciso di attuareautonomamente il contenutodella Mozione del MunicipioXIII del 26/10/2009. Così, il 12 ottobre è stata posta(con l’autorizzazione della Di-rezione dell’Azienda) la lapide,

per ricordare le persone inter-nate, e si è svolto un Convegnosull’internamento civile, con lapartecipazione, come Relatori,del Prof. Spartaco Capogreco(autore del libro “I Campi delDuce”, Einaudi Editore, in cuisi illustrano i luoghi di interna-mento istituiti dal regime fasci-sta, e quindi anche il Centro dilavoro di Castel di Guido) e delProf. Giorgio Giannini. Inoltre, il testimone AngeloPersichini ha raccontato, ri-spondendo anche alle domandedel pubblico, alcuni aspettidella vita degli internati. La lapide è stata scoperta dalnuovo Presidente del Munici-pio, alla presenza del Prof.Spartaco Capogreco, del Prof.Giorgio Giannini, della Presi-dente dell’Associazione “Ca-stel di Guido ed altro”,Antonietta Gagliani, e della Di-rettrice dell’Oasi LIPU AlessiaDe Lorenzis, istituita nel com-

prensorio dell’Azienda.Dopo la cerimonia, è stato libe-rato, a cura della LIPU, unfalco di palude, che era statocurato dall’Associazione ani-malista dopo essere stato feritodai cacciatori. La serata si è conclusa con la“cena del contadino”, a basedei prodotti biologici del-l’Azienda, e con un concerto.Ci si augura che il Comune ap-ponga ufficialmente nel-l’Azienda agricola di Castel diGuido la lapide in ricordo degliinternati nel Centro di lavoroed organizzi un nuovo Conve-

gno sull’internamento duranteil Governo Fascista. Si spera anche che il Comune,in collaborazione con le com-petenti Autorità Statali, istitui-sca nell’Azienda agricola ilMuseo sull’internamento, alquale il prof. Capogreco è di-sponibile a donare la notevoledocumentazione da lui raccoltain tanti anni di ricerche. Si confida, infine, che il Co-mune valorizzi adeguatamentel’Azienda agricola di Castel diGuido, che potrebbe diventareun Polo ambientale, culturale esociale di grande interesse.

di Simone Guida

Dopo il successodei primi eventi,il nascente Cen-

tro culturale Le Muse siripropone in una nuova

location: la grande sala“A” della scuola di ViaBoccea 590, gentilmenteconcessa dalla PresideErmenegilda Esposito.Il gemellaggio con le isti-tuzioni e soprattutto con

quelle dedicate all’Istru-zione non è nuovo nelcomplesso, dove infattioperano anche realtàdell’associazionismo delterritorio, come l’Ass.neLa Casa Sull’Albero,

ormai nota a tutti. E’ evidente che affidarequesto spazio, per lascuola, è un po’ comeprolungare oltre l’orarioil suo compito specifico,riservando spazi per l’ap-profondimento di proble-matiche complesse chespesso, riguardano anchele famiglie dalle qualiprovengono i suoi stessistudenti. In questa nuova location,lo scorso 9 Novembre, siè svolto l’evento “Mostrad’arte noi che...amiamo ilmondo”, alla quale hannopartecipato diversi espo-sitori quali Clara Di Cur-zio, Alessia Mastropietro,Mario Sista, FiammettaMandich, Jasmine Felli,Gianfranco Imperiale,Isidoro Gianvincenzo(per il padre scomparsoGiambattista) e PatriziaRaspanti.Il tema principale è statol’Uomo, la Persona, intutte le sue manifesta-zioni.Durante la manifesta-zione l’associazione ha

deciso di lasciare un mi-crofono aperto, ad atten-dere che gli artisti sipresentassero, espones-sero i propri lavori edoltre alle tecniche usatesviscerassero anche ledifficoltà che hanno in-contrato nel tradurre inopera quello che era den-tro di loro e che necessi-tavano di comunicare econdividere.E proprio da queste di-chiarazioni degli artisti èemersa una comune con-sapevolezza: che le sceltefinora operate per la col-lettività possono essereassimilate ai ragiona-menti di un pazzo e que-sto vale per tutti i settoridella composizione so-ciale.E una grande responsabi-lità la si può attribuirealla mancanza di bel-lezza, che accomuna tuttele periferie delle grandicittà costruite all’insegnadel cemento e del rispar-mio, strutture vuote nellaprogettazione e vuoted’arte al loro interno, a

differenza di quelle rina-scimentali o medievali,soprattutto per quanto ri-guarda gli edifici pub-blici, che oltre allabellezza esteriore strabor-davano di bellezze inte-riori, dagli arazzi, allestatue, agli affreschi. La bellezza, eterna as-sente nelle giornate quo-tidiane della maggiorparte dei romani, mancaal punto che ci si sta sem-pre più abituando alla suaassenza e diseducando ariconoscerla e quindi avalorizzarla.Questa consapevolezzagetta un peso non indiffe-rente sul ruolo dell’artistanella società contempora-nea e nella sua ricercadella comunicazione dideterminati valori che lasocietà, proprio in virtù diquanto emerso, ha di-menticato e in tanti casiaddirittura perso.Un artista dunque a di-mensione sociale.

Il C.C. Le Muse presenta la mostra “Noi che...amiamo il mondo”di Patrizia Raspanti

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Casalotti: le associazioni riunite per la Federazione Rievocatori Storici di Roma

OCCHIO SULQUARTIERE

L’Assessore all’Ambiente, riqualificazioneurbana e turismo del Municipio Roma XIV,con una nota dal titolo “Obbligo di mante-nimento decoro aree private”, ricorda comel’art. 38 del Regolamento dei rifiuti appro-vato dalla Giunta Comunale con decisionen.81 del 20/04/05 stabilisca che:

I luoghi di uso comune dei fabbricati,1le strade private o consortili, nonchè learee scoperte private, recintate e non,devono essere tenuti puliti a cura deirispettivi conduttori, amministratori,proprietari. In particolare devono es-sere mantenute le siepi e le alberatureprospicenti le aree pubbliche nel ri-spetto delle norme contenute nel Co-dice Civile;I terreni, qualunque sia l’uso e la desti-2nazione, devono essere conservati pulitia cura del proprietario o comunque dichi ne abbia la disponibilità, curandonecon diligenza la manutenzione ed ilcorretto stato di conservazione;Quanto previsto al comma precedente3comprende le operazioni di sfalciodell’erba dai terreni incolti e la rimo-zione dei rifiuti lasciati da terzi.

Come da prassi inoltre, aggiunge l’Asses-sore, la Polizia Locale di Roma Capitale -XIV Gruppo Balduina - effettua i necessaririlievi comunicando al Dipartimento Ri-sorse Economiche le violazioni di tale arti-colo. Certo, è anche motivo di prevenzioneche tutti quei proprietari i quali hanno dellealberature, magari molto consistenti, alpunto che invadono la carreggiata correndoil rischio di diventare potenzialmente peri-coli per chi la percorre, potino a loro spesee mantengano il decoro. Ma tutte le aree verdi pubbliche, che diven-tano infruibili dai cittadini proprio a causadella latitanza delle istituzioni nel manteni-mento del decoro, o che diventano in qual-che caso pericolose perchè interessate daalberature consistenti, subiranno la stessacontravvenzione dei proprietari privati?Non si tratta di un caso isolato, poichè quasitutti i parchi della zona, tranne forse unosolo, sono lasciati nel più completo stato diabbandono dagli attuali “conduttori, ammi-nistratori”.

UN APPUNTO DAL MUNICIPIO XIV IN MERITO ALLE AREE VERDI

Domenica 10Novembre ènata ufficial-

mente la Federazionedei Rievocatori Storicidi Roma e Provincia.Ben undici associa-zioni si sono riunite alParco della Cellulosaper firmare e ufficializ-zare la creazione diquesta grande federa-zione tra cui: A.C.Ira-senna, gruppo dirievocatori degli Etru-schi; SPQR (collabo-ratrice anche diAlberto Angela nelprogramma Ulisse) eSoldati al Fronte,gruppo rievocativodella Seconda GuerraMondiale. La federazione nascecon l’intento di rac-contare i tremila annidi storia di Roma e di-vulgare le usanze ed icostumi che si sonosusseguiti nel temponella città, partendodagli Etruschi fino adarrivare alla Seconda

Guerra Mondiale. Presenti all’ufficializ-zazione, oltre ai rap-presentanti di altrecinque associazioni di-sposte ad entrare nellafederazione, il Presi-dente del MunicipioXIII di Roma, l’Asses-sore alla cultura delComune di Roma Ca-pitale e l’omonimopronipote di Giu-seppe Garibaldi.La serata si è svi-luppata tra l’entu-siasmo dei presenti el’esibizione di alcunedelle associazioni par-

tecipanti.«L’idea - ci spiegaBarbara Milioni, Presi-dente della Federa-zione - è nata dallanecessità di riunire leassociazioni del set-tore, con un occhio diriguardo alla serietà,per raccontare attra-

verso le varie epoche,la storia della città piùimportante del mondoe magari riuscire, conle nostre manifesta-zioni, ad installare nelpubblico il seme dellacuriosità per la storia,che è sempre alla basedella cultura. Perchè senon conosci il tuo pas-sato non sei in grado

di affrontare il fu-turo».La federazione èpartita già con unappuntamento im-

portante, “Ludica2013”, che si è tenuta

il 29 Novembre scorsoalla nuova Fiera diRoma, ed ha ricevutoun numero impressio-nante di visitatori.L’attività proseguirànella primavera del-l’anno nuovo, per laquale si sta tentando diriportare la Federa-zione nel nostro quar-tiere per il suo primoevento di rievocazione,dove sarà allestito unCampo Multi-Epoca,che darà spazio a tuttele associazioni dellaFederazione.

di Marco VerachiNella pagina a fianco, in alto:la targa apposta nell’A ziendaAgricola Comunale di Castel diGuido, in ricordo degli inter-nati nel centro di lavoro isti-tuito dal Governo Fascista;Qui a fianco: una foto dei com-ponenti della Federazione deiRievocatori Storici di Roma eProvincia. Con il microfono laPresidentessa Barbara Milioni;Qui sotto: l’attore AlessandroGassman, anche lui impegnatonella campagna contro la vio-lenza sulle donne.

IMunicipi di RomaNord Ovest diconobasta alla violenza

sulle donne. In occasione del 25 no-vembre, GiornataInternazionale controla violenza sulledonne, le istituzionidel nostro territorio,aderendo alla campa-gna capitolina “Romadice NO”, hanno va-rato alcune iniziativedi sensibilizzazione alproblema. In particolare il Muni-cipio XIII al grido di“Siamo noi a direbasta!” ha stilato unprogramma ad hoc alfine di spingere la co-

munità verso una“nuova cultura dei ge-neri e di valorizza-zione delle diffe-renze”. Per questo, domenica24 novembre alle ore10.45, è stato fissatol’appuntamento pressola sede municipale peruna camminata silen-ziosa lungo Via Corne-lia, Via Boccea ePiazza Irnerio che conun’ampia partecipa-zione è giunta fino aVilla Carpegna doveha avuto luogo il flash-mob con canti e ballidelle studentesse edegli studenti dellescuole superiori. Il Municipio XIV nonè stato comunque a

guardare. Infatti pro-prio il 25 novembre laCommissione delleElette insieme all’As-sociazione “Movi-mento Artisti Arte” pere con l’adesione del-l’Udi Monteverde, ha

promosso l’eventomultimediale intitolato“Rosa Shocking” chesi è svolto a partiredalle ore 10.00 pressola sala Basaglia delcomprensorio di SantaMaria della Pietà.

Documentari e dibattitihanno fatto da con-torno alla giornata cheha riscosso un note-vole successo ed un ot-timo riscontro da partedella cittadinanza.

I Municipi impegnati contro la violenza sulle donnedi Davide Liberatori

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Economia Società&

Perché il legislatore, at-traverso le norme, anchese intangibilmente, ac-compagna il popoloverso un obiettivo, un tra-guardo, un’idea generalee complessiva della co-munità.Per capire più a fondoquesto concetto, si consi-derino i due esempi se-guenti, uno relativo alsettore imprenditoriale,l’altro al settore finanzia-rio.Si ipotizzi che un’im-presa, in una situazionedi forte domanda, abbianecessità di aumentare laproduzione. La scelta chedovrà operare l’imprendi-tore sarà fra l’acquisto diun macchinario e l’assun-zione di un dipendente. Lo Stato, attraverso lesue leggi, farà in modo

che, a parità di presta-zioni, l’imprenditorescelga sempre il macchi-nario, poiché detraibilefiscalmente, e rinunci, ameno che non costrettodalle caratteristiche delsuo prodotto, ad assu-mere un dipendente, poi-chè aumenterebbe ilcarico fiscale dell’im-presa, date le alte tassesul lavoro.Anche l’Europa, attra-verso i suoi Trattati sullalibera circolazione dellemerci e delle persone, cimette del suo. Infatti perun imprenditore cheavesse terminato le possi-bilità di investimento inmacchinari, magari peraver raggiunto il limitetecnologico nella produ-zione del suo prodotto,c’è la possibilità di cer-care in tutta Europa il ri-sparmio sul costo dellavoro, trasferendo l’im-presa in uno degli StatiMembri dove la retribu-zione dei lavoratori è in-feriore. Con questi due meccani-

smi, sia lo Stato ita-liano che l’Europa,partecipano attiva-mente alla composi-

zione delladisoccupazionedilagante dei

nostri giorni.Il tutto perché sia lo Statoche l’Europa, tutelanoanche se non prevista, la“legge del massimo pro-fitto”. Consideriamo poi il set-tore finanziario. Legrandi banche internazio-nali d’investimento, ognimattina, decidonoquando e quanti titoli diStato sottoscrivere. Leloro decisioni influisconosul tasso di interesse deititoli, che andrà poi agonfiare quella massaenorme, che viene chia-mata “debito pubblico”,in virtù della riduzionedel quale si prendono lamaggior parte delle deci-sioni di politica econo-mica.Lo Stato, attraverso lesue leggi, offre la possi-bilità a questi cosiddettiinvestitori di cavarselacon un misero 12,5% ditassazione, quando ilprimo scaglione IRPEF,per chi ha un redditocompreso tra 0 e 15.000euro è il 23%, quasi ildoppio. E l’Europa, con i suoiTrattati sulla libera circo-lazione dei capitali, hapermesso che masse mo-netarie immense, accu-mulate chissà dove e

chissà come, raccoglies-sero o non raccogliesserole offerte dei titoli degliStati sovrani, mano-vrando artificialmente ladomanda e di conse-guenza il tasso di inte-resse di riferimento, cheandrà come detto a gra-vare sul “debito pub-blico”.Un investitore non puòaccontentarsi del profitto,deve raggiungere il mas-simo.Con questi due meccani-smi lo Stato italiano el’Europa partecipano atti-vamente al trasferimentodelle risorse economiche,dal mercato della produ-zione e del lavoro, aquello della finanza. E al trasferimento dellasovranità dal popolo aicreditori.Tralaltro, essendo il mer-cato finanziario menotassato, comporta ancheun minor introito attualee futuro per lo Stato, cherisponde tagliando i ser-

vizi essenziali, unichecondizioni che giustifi-cano la sua ragione d’esi-stere.Il tutto per garantire adimprenditori ed investi-tori il massimo profittosecondo la fantomatica“legge del mercato”, chenon ha sentimenti, non hasituazioni soggettive etantomeno comunità, maè solo il risultato di costi,ricavi e percentuali direndimento. Una semplice e freddamatematica. Ma se la “legge di mer-cato” va rispettata, e la“legge” è uguale per tutti,allora anche il cittadinoavrà la possibilità di mas-simizzare la sua pensioneo la sua retribuzione.Ecco allora che il mas-simo profitto il cittadinolo raggiunge attraversol’evasione fiscale, attra-verso la falsificazionedegli strumenti che deter-minano il patrimonio, odelle credenziali di ac-

cesso ad una pensioned’invalidità.In sostanza è comunqueuna minor entrata per loStato, paragonabile allosgravio fiscale concessoall’imprenditore che ac-quista un macchinario,che genererà disoccupa-zione, o alla misera ali-quota del 12,5% previstaper le rendite finanziarie,che non generano occu-pazione.Può sembrare eticamentescorretto, ma nella “leggedi mercato” e del mas-simo profitto l’etica nonpuò aver spazio. E’ semplice e fredda ma-tematica. Se conviene, anche infi-nitesimamente più diprima, si fa. A prescindere.E se tale legge di mercatoè accettata per imprendi-tori e finanzieri, dovrà es-serlo anche per i cittadini,proprio perché, in un si-stema democratico, “lalegge è uguale per tutti”.

di Giuseppe Strazzera@G_Strazzera

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22www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r g

La mediazione civile faparte di uno dei metodiA.D.R. (risoluzione al-

ternativa del conflitto), ovverol’insieme degli strumenti chemirano a porre termine alle litisenza essere costretti a rivol-gersi al giudice statale. Alternativi in quanto giungonoal risultato di risolvere le litinon seguendo la strada normal-mente considerata come natu-rale e ordinaria, ossia quellapredisposta dallo Stato e gestitasecondo apposite norme daigiudici, ma in modo diversosulla base di una espressa vo-lontà delle parti coinvolte, aiu-tate da un soggetto terzo, ilmediatore professionista.Il mediatore professionista(soggetto imparziale non le-gato da alcun vincolo con leparti coinvolte) agevola la di-scussione facendo emergeregli interessi delle parti la-sciando loro la determinazionedell’accordo, o suggerendo unapossibile soluzione. Il ricorso alla mediazione fina-lizzata alla conciliazione è an-tichissima, molte sono letestimonianze che indicanol’utilizzo della mediazionecome mezzo per risolvere icontrasti tra gli individui.Per esempio gli antichi romanicercavano di risolvere una con-troversia attraverso una solu-zione amichevole della liteprima di recarsi davanti al pre-tore, il quale avrebbe confer-mato con la successivasentenza le volontà delle parti,qualora avessero trovato un ac-cordo.Nelle antiche società patriarcali

i membri più anziani di clan fa-miliari erano interpellati per ri-solvere controversie insorte trai componenti dello stessogruppo.Anche nella cultura orientale,al capo del villaggio, veniva af-fidato il compito di risolverecon la conciliazione le liti in-sorte tra i componenti dellostesso villaggio.Per quanto riguarda la media-zione vi sono varie forme:

Mediazione volontaria: •le parti in lite, possono sce-gliere liberamente se rivol-gersi o meno ad unorganismo di mediazione edecidere in qualsiasi mo-mento di abbandonare il ta-volo delle trattative senzaincorrere in alcuna penaliz-zazione;Mediazione obbligatoria: •le parti in lite, in una seriedi materie specificatamenteindicate dalla legge, sonoobbligate a esperire un pre-vio tentativo di media-zione, che è condizione diprocedibilità del relativo

giudizio;Mediazione delegata: •il giudice dinanzi al qualepende il processo (in mate-ria diversa da quelle per cuila mediazione è obbligato-ria), può invitare le parti arecarsi presso un organi-smo di mediazione. In que-sto caso la mediazionedelegata dal giudice di-venta condizione di proce-dibilità del relativoprocesso;Mediazione convenzionale: •il contratto, lo statuto ol’atto costitutivo di un entepossono prevedere la me-diazione come necessariain caso di controversia in-sorta nell’interpretazione onell’esecuzione del relativoatto.

Con il Dlgs n. 28/2010 vieneintrodotta in Italia la media-zione civile obbligatoria peruna serie di materie individuatenel decreto.Questo nuovo strumento chetoglie potere alle vecchie istitu-zioni (avvocati e giudici), la-

sciando alle parti coinvoltenella lite la facoltà di deciderein prima persona se giungere omeno ad un accordo, con un ri-sparmio notevole di tempo e disoldi, viene subito ostacolatocon la sollevazione di questioniche hanno coinvolto la CorteCostituzionale che si è pronun-ciata con sentenza n. 272/12.Da questa sentenza ne è scatu-rita la non obbligatorietà dellamediazione civile per le mate-rie individuate dal citato de-creto legislativo n. 28/10.A seguito della relazione deicosiddetti “Saggi”, sul sistemagiudiziario italiano, e delle rac-comandazioni dell’Unione Eu-ropea, con la legge 9 agosto2013, n. 98, sono state ripristi-nate molte norme previste nelDlgs 28/2010, compresa l’ob-bligatorietà. Dal 19 settembre 2013 la me-diazione civile è tornata obbli-gatoria per le seguenti materie:

Condominio;•Diritti reali;•Divisione;•Successioni ereditarie;•

Patti di famiglia;•Locazione, comodato, af-•fitto di aziende;Risarcimento del danno de-•rivante dalla circolazione diveicoli e natanti;Risarcimento del danno de-•rivante da responsabilitàmedica e sanitaria;Risarcimento del danno de-•rivante da diffamazionecon il mezzo della stampao con altro mezzo di pub-blicitàContratti assicurativi, ban-•cari e finanziari.

Dal 19 settembre u.s. prima diiniziare un giudizio per via le-gale, (con un aggravio dispese), per il quale si possonoattendere anni prima che il giu-dice decida, sempre dopo averobbligato le parti ad esperirecomunque la mediazione civileobbligatoria, è consigliabile ri-chiedere subito all’avvocato alquale ci si rivolge, di tentareprima la strada della media-zione civile (durata tre mesi),dove sono le parti interessate adecidere se arrivare o no ad unaccordo (scelto dalle parti me-desime), e solo in caso di man-cato accordo proseguire pervia legale dove sarà un giudicea decidere.Per ulteriori informazioni sullamodalità di svolgimento dellamediazione, e sugli sgravi fi-scali applicati alla mediazionecivile obbligatoria è offerta unaconsulenza gratuita presso lasede operativa del Pungolo, inVia Casteggio 58/b, il lunedìdalle ore 18,00 alle 19,30 o inaltro giorno previo appunta-mento al n. +39 3884088579

Economia Società&

di Laura Corrente

L’Istituto della Mediazione civile di nuovo obbligatorio

Page 23: Il Pungolo n. 115

DIREZIONE AMMINISTRATIVA

Via Rimella n. 156, Tel/Fax: 0661565142

e-mail: [email protected] - [email protected]

PRESIDENTELuciano Landonio

DIRETTORE RESPONSABILEEnrico Sarzanini

CAPOREDATTOREGiuseppe Strazzera

RESPONSABILE COMMERCIALEFabio Allegrini

REDATTORI

Sandra Angelici, Stefano Bastianelli, Andrea Cangialosi, Gabriele Cantarella, Alessio Carbonara,

Alessandro Cardinali, Martina Casadio, Artemio Ceccherini, Laura Corrente, Angelo De Bonis,

Sara De Santis, Antonio De Simoni, Luca Di Marco, Simone Guida, Davide Liberatori, Davide Pica,

Virgil Racu, Francesco Raso, Arianna Sacchinelli, Simone Soccolini, Marco Verachi.

REG. TRIB. n° 451 del 18-07-1990STAMPATO PRESSO LO STABILIMENTO TIPOGRAFICO “GRAFFIETTI STAMPATI”

IL PUNGOLO, PERIODICO DEL COMITATO DI QUARTIERE:

"NUOVE ALLEANZE ROMA NORD OVEST

CASALOTTI - SELVA CANDIDA”

Sede Legale: Via Morsasco, 9 - 00166 Roma - Tel. e Fax 06.61565142

CARABINIERI

POLIZIA

VIGILIDEL  FUOCO

06.06.06

NUMERIUTILI

15.15

Lettere a: [email protected]

Prestazioni erogate:

Terapia iniettiva sottocutanea, intramuscolare e fleboclisi;•Rilevazione e monitoraggio parametri fisiologici;•Rilevazione glicemia capillare (one-touch);•Medicazione semplice;•Medicazione di ferite con punti di sutura e/o rimozione degli•stessi;Gestione cateteri vescicali (sostituzione, lavaggio, educazione•all’autocura);Terapia educazionale paziente con scompenso cardiaco cronico•(PDTA Mar, Gio e Ven);Terapia educazionale al paziente in prevenzione per cardiopatia•ischemica;Terapia educazionale del diabetico•Orientamento all’accesso ed all’utilizzo dei Servizi Sanitari•Pubblici.

PRESIDIO CASALOTTIVia Boccea n. 625

AMBULATORIO INFERMIERISTICO06.68354550

23www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r g

che il giorno 15 Dicembre 2013, dalle ore 7,30 alle ore 11,30

presso il COLLEGIO INTERNAZIONALE di TERRASANTA,

in Via BOCCEA 590 sarà possibile effettuare la donazione

(a digiuno)

CONSIGLIO DEL LETTORE

Gentile Sig.ra V.,

La Redazione La ringrazia per i com-plimenti. Riguardo alla Sua proposta non pos-siamo che tenerla in considerazione. Devo però premettere che l'organizza-zione di una rubrica con cadenza rego-lare, tralaltro su un tema moltoimportante e delicato quale il lavoro,comporta una lunga serie di studi, dicontatti, di procedure e di costante ag-giornamento che possono essere rea-lizzati solo con un contributocontinuativo ed esclusivo dell'organicoche compone ad oggi la Redazione.Realizzare un lavoro serio e professio-nale su questo tema non è ancora allanostra portata, ma spero vivamente che

IL MARCIAPIEDE DIMEZZATO

Buonasera, sono una Vostra lettrice cheabita in zona, precisamente su via di CasalSelce, Vi contatto per complimentarmi conVoi per la Vostra interessante iniziativa. At-tualmente sono disoccupata, nonostante imiei studi sul turismo, e per lavorare mi di-vido tra curriculum lasciati di persona, e-mail e il famoso "passaparola"; ho pensatodunque di darVi un piccolo suggerimentoda lettrice: potreste dedicare 1/2 pagine de-dicate ad annunci e offerte di lavoro inzona! Nella situazione in cui viviamo credoche la disoccupazione sia il primo tra gli ar-gomenti che un lettore vorrebbe che il pro-prio giornale di fiducia trattasse con lagiusta attenzione. Colgo l'occasione per chiederVi di tenermipresente in caso vorreste in futuro appro-fondire con delle sezioni sulla cultura e ilturismo; sarei veramente lieta di poter col-laborare con Voi.Vi ringrazio dell'attenzione e Vi porgo an-cora i miei complimenti.

Ambra V.

un giorno lo sarà.Per quanto riguarda la Sua collabora-zione con il Pungolo, ci tengo a pre-mettere che qualsiasi tipo dicontributo, viene svolto dai redattori atitolo volontario.Se fosse interessata, magari col ilnuovo anno perché ora stiamo prepa-rando la nuova edizione, in distribu-zione a metà Dicembre, potremmoincontrarci e discuterne di persona.La ringrazio per averci contattato e Leauguro una buona serata.

Egregia Redazione,

da qualche mese si stanno effettuando deilavori di costruzione all’incrocio tra Via diBoccea e Via di Santa Gemma. Ho consta-tato che è stato costruito un muro propriosopra il marciapiede ivi esistente e che di-mezza la larghezza dello stesso.E’ normale tutto ciò? Nessuno ha mai con-trollato la regolarità della cosa?Distinti saluti Domenico.

IN MERITO AL CHIOSCO NELLA VILLA ROMANA DI VIA BORGO TICINO

Forse era meglio un punto di aggregazioneper gli anziani che avebbero controllato emantenuto lo spazio decentemente, vista lapoca considerazione da parte dei residentidelle cose di uso comune!!!Eugenio M.

Se il chiosco fosse stato installato dopoaver dato le autorizzazioni giuste oraavremmo ancora un po' di spazio per unaltro gioco oppure acqua e caffè (non chece ne fosse bisogno visto che lì ci sono al-meno 3 bar nel giro di 100 mt). Magari glianziani si potrebbero proporre per un'altra

destinazione d'uso e diciamo che se "agis-sero" anche senza punto di aggregazionenon sarebbe male.Marisa G.

IN MERITO AL RITARDO NEI LAVORI DIALLARGAMENTO DELLA VIA BOCCEA

Bene, anzi male... prendiamo atto dell'en-nesimo ritardo dovuto ai ritrovamenti, pe-raltro scontati, ma come al solito.... maiconsiderati nelle sempre rosee previsionidi realizzazione!Ma l'altro progetto per il collegamentodella Selva Candida altezza Via Cremolinocon la Casal del Marmo (altezza rotatoriee accesso al raccordo) che fine ha fatto?Qualcuno ne ha notizia?C'è un cartello piantato da anni. Sarebbero200 mt di strada, lontani da casalotti eforse senza "sorprese acheolociche".La realizzazione di questo collegamentoallevierebbe non poco i dolori della Boc-cea vista la coda di auto che si forma incerti orari sulla Selva Candida.Alessandro M.

Ho saputo che per terminare i lavori del-l'allargamento di via boccea, occorronoalmeno altri 2 anni a causa dei ritrova-menti archeologici.Mi chiedevo come mai per una mega sta-zione di servizio con serbatoi interrati,autolavaggio, un bel casolare con megabar ed addirittura una banca, che si trovaproprio al centro dell'area interessata ailavori, sono bastati meno di 6 mesi?Saluti e buon lavoro.Gustavo S.

Natale 2013 sta arrivando ed a noi poveriabitanti della periferia (Selva Nera, SelvaCandida, Casalotti, Palmarola) non ci restache sperare, visto che:

IL PUNTO DI UN LETTORE

- la scuola media non si vede; -la strada di collegamento Selvacandida/Casal del marmo non si vede(200metri);- la strada di collegamento con il Gullivernon si vede (50metri)- il raddoppio della Selva Candida non sivede;Mi fermo qui con l'elenco delle opere mapoteri andare avanti.Ora mi chiedo: sono io che non vedo i la-vori per le opere o di noi si sono totalmentescordati?Se qualcuno mi sa almeno dare una rispostalo ringrazio.Buona lotta per i ns dirittiSergio C.

Gentile Sig. Sergio,la situazione è grossomodo quella cheha indicato nella Sua lettera. La spe-ranza, è giustamente, l’ultima a mo-rire, anche se ultimamente vacillaspesso.Della scuola media superiore, gli unicidati incoraggianti sono le due Mozionidi impegno, una della Provincia che neha la competenza e l’altra del Comunedi Roma, che forse con questo atto avràvoluto ribadire l’urgenza dell’opera.Per ora nulla si muove.Le strade di collegamento tra Via diSelva Candida e Via Casal del Marmo,perchè è di due opere distinte che sitratta, viaggiano su binari separati, eduno dei due (quello passante per ViaCremolino) sembra che stia in diret-tura d’arrivo. Dell’altro (quello che ri-sulterebbe il prolungamento di ViaMombaruzzo) non si hanno notizie.Via Esperia Sperani - Casorezzo,l’opera che collegherebbe Selva Can-dida al Gulliver, ha un costo davveroelevato, per via della pista ciclabile edella rivalutazione dei costi di realiz-zazione, dunque si prevedono tempilunghi.La ringraziamo per averci contattato.

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