Il Pungolo n. 110

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Periodico del Comitato di Quartiere Nuove Alleanze Roma Nord-Ovest CASALOTTI - SELVA CANDIDA Anno XXII • N. 110 - Novembre/Dicembre 2012 - [email protected] - [email protected] DISTRIBUZIONE GRATUITA Tiratura - 6000 copie HOTEL SELVA CANDIDA Roma Il posto giusto per i vostri incontri. Via di Selva Candida, 200 00166 Roma Tel. +39 06 6157211 HOTEL SELVA CANDIDA Roma Il posto giusto per i vostri incontri. Via di Selva Candida, 200 00166 Roma Tel. +39 06 6157211 Via Boccea: non è la volta buona Il T.A.R. accoglie il ricorso ed i lavori per l’ampliamento sembrano ormai un miraggio LIBERATORI a pag 4 RASO a pag 7 S e fosse ancora in vita, stente- rebbe a credere a tutto ciò sta ca- pitando intorno al suo Ipogeo (sepolcro), ma senza dubbio si starà ri- voltando nella tomba, in questo caso sarcofago, nella tediosità della solitu- dine a cui è stato condannato. Stiamo parlando di Octavius Felix, e del suo Ipogeo risalente al III secolo d.C. A poco più di due mesi dal- l’inaugurazione della tor- retta ospitante i macchinari per la raccolta della plastica da desti- nare al riciclo, la situazione è posi- tiva oltre le più rosee aspettative. 1200 kg di plastica (PET per la pre- cisione) raccolti fino ad oggi rappre- sentano già un importante traguardo. RACCOLTA PET: 1200 Kg IN SOLI 2 MESI UN PATRIMONIO SOTTO IL CEMENTO SALUS: DIPENDENTI SUL PIEDE DI GUERRA 54 posti letto a disposizione della collettività, 80 di- pendenti specializzati con un futuro ancora a tinte fosche ed una struttura che accoglie annualmente ben 14.188 pazienti. Un esempio vir- tuoso di buona sanità pubblica che produce dividendi e che rischia di naufragare nel nome del risparmio CANTARELLA a pag 8 L a manifestazione dell’8 feb- braio 1992, organizzata dal nostro Comitato, ha portato circa mille persone in piazza al grido “ci siamo anche noi”, per i servizi primari del quartiere e per l’allargamento della via Boccea. Due anni dopo volevamo ripeterla, ma la sensibilità dei cittadini era cambiata. “Quando volete bloccare la Boccea, fatecelo sapere prima, perché così cambiamo strada”. Nel frattempo il progetto di allar- gamento della Via Boccea arrivava sulla scrivania dell’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Roma. Sembrava tutto pronto. Siamo agli inizi del 1997. Come Comitato gli abbiamo dato uno sguardo e abbiamo notato delle anomalie progettuali. Sono vere. Convocato il progettista si è cer- cato di eliminare gli errori tecnici e procedere alla variante urbanistica presso la Regione Lazio. LUCIANO LANDONIO a pag 9

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Il Pungolo, periodico del quadrante Roma Nord-Ovest. Notizie dai quartieri: Casalotti, Palmarola, Ottavia, Selva Candida, Selva Nera, Via Boccea, Casal Selce, La Storta, Castel di Guido.

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Periodico del Comitato di Quartiere Nuove Alleanze Roma Nord-Ovest CASALOTTI - SELVA CANDIDA

Anno XXII • N. 110 - Novembre/Dicembre 2012 - [email protected] - [email protected]

DISTRIBUZIONE GRATUITA Tiratura - 6000 copie

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Via Boccea: non è la volta buonaIl T.A.R. accoglie il ricorso ed i lavori per l’ampliamento sembrano ormai un miraggio

LIBERATORI a pag 4 RASO a pag 7

Se fosse ancora in vita, stente-rebbe a credere a tutto ciò sta ca-pitando intorno al suo Ipogeo

(sepolcro), ma senza dubbio si starà ri-voltando nella tomba, in questo casosarcofago, nella tediosità della solitu-dine a cui è stato condannato. Stiamoparlando di Octavius Felix, e del suoIpogeo risalente al III secolo d.C.

Apoco più di due mesi dal-l’inaugurazione della tor-retta ospitante i macchinari

per la raccolta della plastica da desti-nare al riciclo, la situazione è posi-tiva oltre le più rosee aspettative.1200 kg di plastica (PET per la pre-cisione) raccolti fino ad oggi rappre-sentano già un importante traguardo.

RACCOLTA PET:1200 Kg

IN SOLI 2 MESI

UN PATRIMONIOSOTTO

IL CEMENTO

SALUS:DIPENDENTI SULPIEDE DI GUERRA

54posti letto a disposizionedella collettività, 80 di-pendenti specializzati con

un futuro ancora a tinte fosche ed unastruttura che accoglie annualmenteben 14.188 pazienti. Un esempio vir-tuoso di buona sanità pubblica cheproduce dividendi e che rischia dinaufragare nel nome del risparmio

CANTARELLA a pag 8

La manifestazione dell’8 feb-braio 1992, organizzata dalnostro Comitato, ha portato

circa mille persone in piazza algrido “ci siamo anche noi”, per iservizi primari del quartiere e perl’allargamento della via Boccea.Due anni dopo volevamo ripeterla,ma la sensibilità dei cittadini eracambiata. “Quando volete bloccarela Boccea, fatecelo sapere prima,perché così cambiamo strada”.Nel frattempo il progetto di allar-gamento della Via Boccea arrivavasulla scrivania dell’Assessore aiLavori Pubblici del Comune diRoma.Sembrava tutto pronto.Siamo agli inizi del 1997.Come Comitato gli abbiamo datouno sguardo e abbiamo notato delleanomalie progettuali.Sono vere.Convocato il progettista si è cer-cato di eliminare gli errori tecnici eprocedere alla variante urbanisticapresso la Regione Lazio.

LUCIANO LANDONIO a pag 9

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A tu per tu con Maurizio Raggi

L’ intervista Il ricordo più bello è legato alla Reggina di Nevio Scala, una stagione fantastica

Riscoprire le radici sportivedi una società da un passatoimportante e che negli ultimitempi sta facendo i passi giu-sti per tornare a far parlare disé. Dei passi rivolti essenzial-mente alla crescita dei suoitesserati con l’ambizione,nemmeno poi tanto velata, didiventare in breve tempo unodei più importanti settori gio-vanili di Roma Nord. Stiamoparlando dell’ASD FootballClub Casalotti e, per l’occa-sione, abbiamo combinato unfaccia a faccia con MaurizioRaggi, ex calciatore profes-sionista degli anni ’80 edoggi Direttore dell’area tec-nica della società.

Dopo un passato tra i campi diserie B e serie C, diversi scudettidi categoria vinti e centinaia dibattaglie affrontate, hai rice-vuto la chiamata del presidentedell’ASD Casalotti FrancescoLotrionte, che ti ha consegnatole chiavi dello staff tecnico.E’ una grande soddisfazione perme riuscire a mettere a disposi-zione della società la mia espe-rienza professionale. Devo direperò che le cose stanno funzio-nando particolarmente bene per-ché il presidente ha allestito unostaff di professionisti impeccabili,tutti qualificati e diplomati UEFA.Permettimi di citarli perché se lomeritano: Mauro La Salva, re-sponsabile del settore giovanile,Giorgio Baric Coordinatore delleattività motorie, la Dott.ssaMimma Pietrucci che fornisce ilnecessario supporto psicologico,continuando poi per Paolo Pizzetti

il nostro fisiote-rapista ufficialee concludendocon AntonioRana Responsa-bile dei magaz-zini. Il nostro è ungruppo di lavoroche si muovecome una squa-dra, dove ogniingranaggio giraarmonicamenteper un unicoobiettivo finale:la crescita deinostri ragazzi.

Ed è qui chevolevo arri-vare: parlaciun po’ dei ra-gazzi dell’ASDCasalotti.L’ASD FC Ca-salotti ha in que-sto momento circa 200 tesseratidivisi per fascia d’età dai più pic-colini del 2007 fino ai più grandidel 2000 che giocano nella cate-goria dei giovanissimi provinciali.Abbiamo impostato il nostro la-voro in funzione dello sviluppodelle capacità dei nostri ragazziperché il nostro scopo, visto chesiamo una scuola calcio, è inse-gnare a giocare a calcio. Per que-sto motivo vige un’unica granderegola: all’ASD Casalotti tuttigiocano al calcio.

In che senso Maurizio, spiegatimeglio.In sostanza non stiamo a guardarela classifica. Per noi è importantesfornare buoni calciatori. Nessunodei ragazzi da quelli dei primicalci (2007) fino a giovanissimi,finisce a marcire in panchina matutti, a rotazione, scendono incampo almeno un tempo a partita,

in quanto non ci interessa occu-pare una determinata posizione diclassifica o difendere una catego-ria: per la società è importante in-segnare il calcio e trasmettere ivalori del calcio pulito quali il ri-spetto per il compagno o la dedi-zione e il sacrificio che ogniattività sportiva richiede.

Non avete quindi l’assillo del ri-sultato?Assolutamente no. Chi viene qui,viene innanzitutto per imparare elo fa attraverso la filosofia tatticache abbiamo scelto: quella basatasul giocare sempre la palla. Que-sto atteggiamento ad esempio è ri-scontrabile nelle indicazionitattiche impartite ai nostri portieri,ai quali chiediamo frequente-mente di far ripartire l’azione

palla a terra e non con lanci lun-ghi, anche a costo di poter sba-gliare. Non abbiamo l’assillo della cate-goria ed è un grande vantaggio:non ci importa se per raggiungerei nostri obiettivi formativi pos-siamo incappare in qualche gior-nata storta o in qualcheimbarcata, l’importante è che iragazzi imparino a giocare e ca-piscano cos’è il gioco del calcio. Proprio in virtù di questa conce-zione i nostri giovanissimi pro-vinciali sono del 2000 e sono piùpiccoli di un anno rispetto allamedia della categoria (1999n.d.r.).Un po’ come succedeva dabambini quando si giocava inpiazza…Esattamente. Quando si giocavaper strada non si esibiva la cartad’identità. Allo stesso modo ab-biamo preferito abbassare di unanno l’età media dei giovanis-simi per farli confrontare con chi

è più grande: secondo noi questoè il modo migliore per testare iconcetti che insegniamo ai ragazzinel corso della settimana.

L’attenzione allo sviluppo dellegiovani leve calcistiche , passaanche attraverso un monitorag-gio constante nei confronti diciò che offre il panorama lo-cale?Si, Roma Nord infatti è un grandebacino di giovani calciatori e ciguardiamo con attenzione intornoa noi. Questa è reso possibile gra-zie ad una società al passo con itempi, che è stata capace di creareun circuito economico attraversouna rosa di sponsor che ci sosten-gono continuamente e che noicoinvolgiamo in nostre iniziative.Dai calciatori fino agli sponsor,non lasciamo soli nessuno.

Un lavoro, a quanto so, che sem-

bra aver attirato l’attenzione dichi occupa i piani alti.Si, a breve faremo uno stage conuna importante società di Serie A,(preferisce per ora non svelare ilsuo nome n.d.r.), che verrà diret-tamente qui da noi a vedere i no-stri ragazzi giocare.Questo ci riempie di grande orgo-glio e ci fa capire che la strada in-trapresa è quella giusta

Parlando di serie A non possoesimermi dal farti una do-manda sul tuo passato calci-stico: puoi raccontare alPungolo il tuo ricordo più caro.Sei autorizzato ad aprire i faz-zoletti…(Ride n.d.r.) Si, quando penso almio passato da calciatore profes-sionista ho una grande nostalgiaperchè ho avuto la fortuna diavere una bellissima carriera:sono cresciuto nel Banco Romaper poi passare alla primavera del-l’AS Roma ai tempi in cui inprima squadra c’era il barone Lie-dholm. Un’esperienza fantasticache mi son portato dietro per tuttala mia carriera che si è snocciolatatra Brindisi, Latina, Nocerina, Ta-ranto, Ternana e Casarano. Il ri-cordo più bello è legato allaReggina di Nevio Scala. Quella èstata una stagione fantastica nellaquale noi ragazzi terribili di Scalaabbiamo sfiorato la serie A con glispareggi persi contro la Cremo-nese. Ricordo ancora i calci di ri-gore che ci sono stati fatali ed ilmio, in particolare, insaccato allespalle di un giovanissimo Gian-luca Rampulla, che ai tempi, mi-litava nella formazione grigiorossa. Per tutti coloro che volessero co-noscere più approfonditamente lasocietà: www.fccasalotti.com

Un’immagine storica di Maurizio Raggi

negli anni della Regginadi Nevio Scala

di Davide Liberatori@Dave983

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Scuola Sanità&Salus Infirmorum: dipendenti sul piede di guerraUn esempio di buona sanità rischia di naufragare in nome del risparmio

54posti letto a disposi-zione della colletti-vità, 80 dipendenti

specializzati con un futuro ancoraa tinte fosche ed una struttura cheaccoglie annualmente ben 14.188pazienti. Un esempio virtuoso di buona sa-nità pubblica che produce divi-dendi e che rischia di naufragarenel nome del risparmio: stiamoparlando della Salus Infirmorum,il polo sanitario di via della Luc-china 41, legato fino al31/12/2011 al complesso ospeda-liero S. Filippo Neri ed oggi ad unpasso dal baratro, da quando cioèè scaduta la convenzione che ga-rantiva a dipendenti e cittadini lacertezza di avere una struttura sa-nitaria locale capace di deconge-stionare reparti ospedalieri dielevata specializzazione. Da allora si sono succeduti duedirettori, è saltato il banco alla re-gione, sono state allertate associa-zioni cittadine ma, sul futuro dellaSalus, rimangono ben poche cer-tezze. Una situazione che rischiadi diventare esplosiva e chemonta giorno dopo giorno con di-pendenti e pazienti che remanodalla stessa parte. Una struttura quindi che rivesteun’importante valenza sociosani-taria perchè non soltanto serve unbacino molto vasto( che compliceovviamente il rapporto diretto conil S. Filippo Neri, si estende benoltre i confini cittadini abbrac-ciando una buona fetta dell’inter-

land romano, vedi la zona di Brac-ciano e Cesano ), ma che fa dellaqualità del suo lavoro il trattoemergente come dimostra la cen-tralità conferita al recupero psico-fisico del paziente. Qualità queste che degenti, pre-senti e passati riconoscono di averricevuto.Tra le pratiche mediche svolte,particolare rilievo meritano diesser menzionate le strutture spe-cialistiche per la riabilitazionecardiologica, la riabilitazione re-spiratoria, la radiologia, la patolo-gica clinica e le prestazioniambulatoriali. Tra le varie eccel-lenze:

un servizio ambulatoriale•specifico con oltre 1200 pre-stazioni l’anno è dedicatopresso la Salus Infirmorum almonitoraggio e alla corre-zione dell’ipertensione arte-riosa;servizio di psicologia che•eroga più di 250 prestazioniannue diventando un punto diriferimento per i cittadini bi-

sognosi di un sostegno e ac-compagnamento nella ge-stione dei rischi chedeterminano patologie croni-che;un efficiente supporto di die-•tisti con oltre 750 praticheambulatoriali l’anno;ambulatorio di logopedia at-•tivo da anni;pratiche di riabilitazione attra-•verso superfici senso-percet-tive e cura del dolorevertebrale;terapia occupazionale rivolta•a pazienti con patologie inva-lidanti neurologiche, ortope-diche respiratorie ecardiologiche.

Un patrimonio di saperi e serviziche rischia di esser perso in un ter-ritorio, il nostro, in continuaespansione e che la crescita ur-bana ( vedi su tutti il programmaurbanistico Palmarola-Lucchina

che “verserà” sul territorio altri2000 abitanti) contribuirà inevita-bilmente ad intasare ancor di più igià asfittici reparti ospedalieridelle limitrofe strutture sanitariepubbliche. Una storia lontana da una conclu-sione e che ha favorito la mobili-tazione di dipendenti edassociazioni locali: in questigiorni infatti sta per esser diffusoun documento nominato “NOIDIFENDIAMO LA SALUS IN-FIRMORUM“ che forte delle mi-gliaia di firme di pazienti e libericittadini mira a smuovere le con-vinzioni del direttore sanitariodella struttura e della RegioneLazio affinché venga rinnovata laconvenzione con il S. FilippoNeri. Non soltanto un documento chefunga da manifesto della struttura,ma la presa di posizione di dipen-denti e pazienti ha prodotto alladiffusione di un comunicatostampa nel quale 90 dipendenti (e90 famiglie a rischio povertà as-soluta) utenti dei servizi, cittadini

singoli e associazioni si : «Mobi-litano per il mancato rinnovodella convenzione [...] e per op-porsi allo smantellamento dei ser-vizi che da oltre 40 anni vengonoerogati nella struttura messa a di-sposizione dalla congregazionedelle Suore Ancelle dell’Incarna-zione di via della Lucchina». Come si legge nel comunicatol’intento della mobilitazione an-nunciata è quello di: «Coinvol-gere tutte le realtà civiche edistituzionali in particolare dei tremunicipi perché si attivi un dia-logo trasparente, di partecipa-zione aperta, propositiva,responsabile che coinvolga tuttele istituzioni, anche locali, chia-mate alla funzione responsabiledi valutazione ed approfondi-mento della decisione di chiuderei servizi presso il Presidio Salus,che sembrerebbe essere strategiaprioritaria della direzione del-l’ACO San Filippo Neri». E i primi frutti di questa mobilita-zione non tardano ad arrivare:grazie infatti in particolare, al-l’opera dei dipendenti ElisabettaPapini e Claudia Della Bella(CGIL FP RSA Salus) e Paolo Se-veri (CISL FP RSA Salus) sonostate già raccolte oltre 6.000 firmetra dipendenti, pazienti e semplicicittadini allo scopo di sensibiliz-zare la collettività al problema enuovi iniziative verranno portateavanti nei prossimi mesi se nonverrà superato lo stallo che tienecon il fiato sospeso un’intera co-munità. Una storia questa, che dàla sensazione di esser ancoraferma alla sua prima puntata.

L’entrata della clinica Salus Infirmorum

e lo striscione di protesta esposto

di Davide Liberatori@Dave983

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OCCHIO SULQUARTIERE

Utilizzata dagli abitanti della zona è suffi-ciente percorrere con qualsiasi mezzo ilmanto stradale, per constatare immediata-mente la totale mancanza di manutenzione. La strada presenta le problematiche che af-fliggono costantemente la viabilità locale:asfalto dissestato e profonde buche chepeggiorano ad ogni nuovo temporale.

SEGNALAZIONE VIA MORBEGNO

Tornano le zecche al nido Alfonso Spina

Oltre al danno pure labeffa, verrebbe dadire. Come accadde

esattamente un anno fa, l’asilonido Antonio Spina si è resoprotagonista di un’altra spiace-vole contaminazione da zecche,ed anche in questo caso le re-sponsabilità sono le medesime:la presenza di rifiuti, sterpaglie

ed erba alta nel terreno adia-cente la struttura. In seguito allascoperta degli sgraditi parassiti,l’asilo è rimasto chiuso merco-ledì 24 e giovedì 25 ottobre perconsentire alla ditta di disinfe-stazioni di bonificare le aule. Ilfamigerato terreno adiacente èstato reso famoso dalla “cro-naca”, non tanto perché fonteinesauribile di spiacevoli esseri,ma in quanto area destinata allacostruzione dell’altrettanto fa-

migerata scuola elementare da15 aule mai realizzata. Una delle numerose incompiutedel quadrante nord ovest, cheviste le recenti dichiarazioni delPresidente del municipio XIX, apreoccupare non sono i tempi dicostruzione, ma è la realizza-zione stessa ad essere in seriopericolo. Proroghe, rinvii, scaviarcheologici, e riprogettazioni,di questo è fatta la storia dellascuola senza un mattone.L’unico servizio “pubblico” chesi concede di eseguire è una for-nitura incessante di parassitinell’asilo, e a farne le spese,sono i malcapitati bimbi e i lorogenitori in improvvisa emer-genza.L’amministrazione, obbliga mi-gliaia di cittadini a levate alleprime ore del giorno, e ad este-nuanti “sedute” di traffico quo-tidiano per accompagnarebambini e ragazzi in scuole lon-tane, perché incapace di realiz-zarle dove servono. Che almenola sua inefficienza non venga a

danneggiare una delle pocheopere realizzate: prenda co-scienza delle sue capacità, e nel-l’attesa di vedere i lavoriiniziare, venga a ripulire e boni-ficare l’area.

Di fianco a sinistra: un’immagine dell’asilo

Alfonso Spina;In alto:

L’avviso di chiusura del nidoper i giorni 24 e 25 Ottobre

causa disinfestazione,affisso al cancello d’ingresso

di Gabriele Cantarella@Parsifal87

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Elettrosmog Ambiente&Nasce il primo “Osservatorio Rifiuti Zero Roma Nord”Composto da un massimo di quattro membri per comune, coinvolgerà anche associazioni e comitati

Il 23 ottobre scorso si è costi-tuito il primo “OsservatorioRifiuti Zero Roma Nord”,

primo sia nel Lazio che in Italiain quanto osservatorio intercomu-nale. Tale osservatorio avrà la funzionedi monitorare la concreta attua-zione del percorso Verso RifiutiZero e il conseguimento degliobiettivi prefissati, indicando cri-ticità, innovazioni e soluzioni perrendere il percorso verificabile ecostantemente aggiornato sulquadro nazionale ed internazio-nale. Per il momento vengono in-clusi i cinque comuni della Valledel Tevere: Campagnano, For-mello, Riano, Rignano Flaminio,Sant’Oreste, che hanno già prece-dentemente adottato la StrategiaRifiuti Zero. L’assemblea costitutiva è stataformata dalle Amministrazionicomunali e Organizzazioni civi-che, che operano nella prospet-tiva dell’attuazione dellaStrategia Rifiuti Zero. Recente-mente infatti è stato svolto un la-voro di raccordo fra molti deiComuni aderenti con i Comitati,le Associazioni e le Reti presentinel territorio per una più com-patta collaborazione in vistadell’obiettivo finale su tutto il ter-ritorio laziale.L’Osservatorio sarà composto daun massimo di quattro membriper ciascun comune, in partico-lare saranno ammessi due com-ponenti di ogni comune nominatidal sindaco e due scelti dai comi-tati, associazioni e reti. Per il primo anno di attività èstato eletto, Massimo Piras comepresidente, il sindaco di RignanoFlaminio Fabio Di Lorenzi comevicepresidente e Melania Tom-molillo del Comitato “rifiuti zerovalle del Tevere” come segretaria.Tutte cariche a titolo gratuito eoperanti, in collaborazione con i

comitati e le as-sociazioni lo-cali. «Si è sceltodi adottare unosservatorio in-tercomunale poi-chè in unterritorio con piùdi dieci mila abi-tanti, un osservatorio comunalesarebbe stato dispersivo. L’obiet-tivo – afferma Piras - è invecequello di condividere esperienze,tra i comuni che arrivano al 60%di raccolta differenziata e comuniche arrivano a poco più del 10%,in modo tale da uniformare lepercentuali e raggiungere i mas-simi risultati. Occorre capire le

motivazioni di queste discrepanzepoichè ognuno possa essere re-sponsabilizzato al proprio do-vere, cittadini eamministrazioni». In vista di que-sti obiettivi si costituiscono gliOsservatori, in quanto organizza-zioni istituzionalizzate. «Attraverso la sola forza di vo-lontà dei cittadini, ma senza il

reale impegno delle amministra-zioni non si raggiungono risultaticoncreti, è importante far capireche questi rifiuti una volta rac-colti, hanno bisogno di piccoliimpianti per la fase di tratta-mento e questi impianti non sonopresenti nel Lazio» ci spiega ilneopresidente.Lo scorso 19 Novembre un altro

Osservatorio ha presoforma nella parte Nord

della Capitale: l’ “OsservatorioTuscia Romana” tra i Comuni diAnguillara, Bracciano, Cerveteri,Ladispoli, Manziana, Oriolo Ro-mano. Si parte quindi dalla provincia,affinchè le soluzioni possano es-sere di esempio per la gestionedei rifiuti a Roma, dove la situa-zione si fa più complessa.

di Sandra Angelici@sandraangelici

Lo scorso lunedì 29 Ottobre è stata unagiornata importante per i residenti diValle Galeria: infatti dopo due peti-

zioni portate avanti dagli stessi cittadini, è av-venuto il sopralluogo da parte dellaCommissione Petizioni del Parlamento Euro-peo.Con lo scopo di valutare la situazione ro-mana, che ha allarmato così fortemente gliabitanti della zona, i membri della commis-sione hanno visitato il sito della vecchia di-scarica di Malagrotta, per poi passare a Montidell’Ortaccio.Quest’ultimo, al centro di numerose discus-sioni, sembra essere stato bocciato anchedalla Commissione Europea, poiché troppovicino alla vecchia discarica e situato inun’area già molto degradata efortemente inquinata. Ma vista lacomplessità della situazione,nella quale si intrecciano diversiinteressi e vincoli socio ambien-tali, il verdetto finale arriveràentro la fine dell’anno.L’emergenza rifiuti infatti non sipuò risolvere in pochi mesi, vistoche il livello di raccolta differen-ziata è ancora molto basso e nonin linea con le normative euro-pee, e per il ritardo nell’unifor-

marsi alle normative vigenti, l’Italia ha già ri-cevuto una procedura di infrazione dall’Unione Europea.Nel corso dell’incontro tra i delegati europeie il Commisario per l’emergenza rifiuti Gof-fredo Sottile, i cittadini hanno esortatoquest’ultimo ad ascoltare le proposte di chivive in zona e il parere degli enti locali deidue municipi interessati (il XV e XVI) for-temente contrari al sito. Sottile però tiradritto per la sua strada: stupisce infatti la te-nacia del Commissario che ha ribadito divoler realizzare la nuova discarica nel sitodella Valle Galeria, andando contro a pareritecnici e a quelli degli enti locali, nonché Co-mune, Provincia e Regione. “Se entro il 1Gennaio 2013 non si prende una decisione

definitiva, l’alternativa al nuovo sito sarannoi rifiuti a via Nazionale”, ribadisce il com-missario.Dal Gennaio 2009 ad oggi si sono succeduteben 6 proroghe, per la discarica più granded’Europa, e l’ultima scade proprio il 31 Di-cembre 2012.Ma ecco che all’orizzonte si delinea la pro-posta di un ulteriore prolungamento dell’at-tività fino al 30 Aprile 2013. La discaricadovrebbe infatti, da Gennaio ad Aprile, acco-gliere solo rifiuti trattati, mentre tutti gli altriverranno inviati all’estero.“Lo scopo dell’attesissima visita della Com-missione Europea è quello di far capire la pe-ricolosa situazione in cui si trova la ValleGaleria, in gioco c’è la salute di tutti gli abi-

tanti della zona“, spiegano i cit-tadini presenti all’incontro.Molte sono infatti le famigliecolpite da lutti, riconducibili acause di inquinamento ambien-tale: “La nostra richiesta è chevenga fatta al più presto una bo-nifica e una riqualificazionedella zona, tra l’altro già pro-messa ma mai mantenuta”.

Monti dell’Ortaccio: visita del Comm. Europeo

Di fianco:un’immagine dei nostri tempi

Qui di fianco il logo dello Zero Waste (Rifiuti Zero)di riferimento per l’Italia, quello di Capannori

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OCCHIO SULQUARTIERE

Un intervento davvero necessario in quantol’ultimo rifacimento su Via di Selva Candidarisaliva ormai a circa 4 anni fa: da tempo in-fatti la strada era dominata da grandi buche,pericolo per automobilisti, motociclisti e pe-doni. Si aggiungeva poi al disagio anche l’il-luminazione stradale, assente in tutto iltratto da diversi mesi, che finalmente inquesti giorni torna a funzionare.Un restyling che, ed è notizia fresca delle ul-time ore, ha interessato anche via Ponde-rano, la strada realizzata in occasione delnuovo complesso abitativo (Piano di zonaB51) costruito qualche anno fa.

SELVA CANDIDA E VIA PONDERANOFINALMENTE PERCORRIBILI

Raccolta PET: superata la prima tonnellata

Apoco più di due mesidall’inaugurazionedella torretta ospitante

i macchinari per la raccoltadella plastica da destinare al ri-ciclo, la situazione è positivaoltre le più rosee aspettative.1200 kg di plastica (PET per laprecisione) raccolti fino adoggi rappresentano già un im-portante traguardo, segno dellapartecipazione attiva dei citta-dini del territorio al progettodella raccolta differenziata.Un traguardo destinato ad es-sere battuto già dal prossimomese, considerando che mo-mentaneamente è stata sospesala raccolta di HDPE (flaconi econtenitori per detersivi) perpotenziare quella destinata alPET, dato il grande afflusso re-gistrato nel mese appena tra-scorso.L’ampio riscontro di partecipa-zione non si è verificato solo daparte dei cittadini ma anche daparte di molti commercianti,che hanno deciso di ricono-scere un valore economico allaraccolta differenziata, accet-tando lo scontrino rilasciatodalla macchina come buonosconto presso le loro attivitàcommerciali.In questo momento di crisi perle famiglie italiane, poter am-mortizzare, anche se in minimaparte, le spese familiari, sem-plicemente facendo attenzionea dove si gettano determinatirifiuti che quotidianamenteriempiono il generico cestinodomestico dell’immondizia,può risultare un supporto fon-damentale.A questo proposito è bene ri-cordare che la macchina ac-cetta esclusivamente PET e cheper accertarsi che il prodottoche state per gettare sia idoneo,

basta verificare lapresenza del sim-bolo qui sopra sull’etichetta.Un’informazione di servizioper tutti coloro i quali usufrui-scono della promozione messaa disposizione del supermer-cato PIM di Via Piedicavallo:

per ogni bottiglia introdottanella macchina si ha diritto adun punto GARBY e solo ogni30 punti GARBY si ha dirittoad 1 punto della Fidelity Carddel supermercato.

La macchina espelle automati-camente lo scontrino ogni 30bottiglie introdotte, quindi, pergli interessati ai punti PIM, siconsiglia di aspettarne l’uscitasenza intervenire sul pulsante.

1200 kg raccolti in 60gg. I cittadini in prima linea per l’ambiente

Nella seduta pubblicadel 22 Novembrescorso, l’Assemblea

Capitolina ha votato all’unani-mità la Proposta n.10/2012,tramutandola in Deliberazionen.48 approvando “l’autorizza-zione all’acquisto dall’ex EnteNazionale per la Cellulosa eper la carta e per esso liquida-tore Ligestra Due SRL del-l’area denominata “Parcodella cellulosa – monumentoNaturale” ricadente nel Muni-cipio XVIII, individuata al ca-tasto al foglio 344 partt. nn.44-45-84-86-223 224-226-291-1528-1529-1536-1537-1538-1549-1550-1560-1561-1562-1563, per la realizzazione di unparco pubblico.”

Si tratta quindi del parere posi-tivo della Capitale a procedere,ma, viste le notizie circolate, èbene specificare che non sitratta ancora dell’acquisizionevera e propria, poichè insistonodelle condizioni preliminari chedebbono essere soddisfatteprima del passaggio definitivo.L’Assemblea ha in ogni casogarantito che una volta acqui-sito il Parco la sua gestione av-verrà tramite bando ad evi-denza pubblica e che la destina-zione degli immobili ricadentinell’area sarà a fini sociali o so-cialmente utili.Una buona notizia per tutte leassociazioni del territorio chehanno proprio tale scopo e cheda tanti anni attendono una si-stemazione ufficiale nei quar-tieri dove svolgono la loroattività.

Ad un passo l’acquisizione del Parco

La prima delle 7 pagine della Deliberazione n.48

votata nella seduta pubblica del22 Novembre 2012

dall’Assemble Capitolina

di Gabriele Cantarella@Parsifal87

di Francesco Raso@francescoraso

Qui sopra:una delle varianti,la più comune,con la quale

si può riconoscere sulle confezioni

il simbolo del PETQui di fianco:La Torretta di raccolta PET

presente dal 6 Ottobrenel parcheggio superioredel supermercato PIM

di Via Piedicavallo

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Urbanistica Viabilità&

Un patrimonio sotto il cementoAltri 75.000 mq di costruzioni rischiano di compromettere una zona ricca di reperti

Se fosse ancora invita, stenterebbe acredere a tutto ciò sta

capitando intorno al suoIpogeo (sepolcro), ma senzadubbio si starà rivoltandonella tomba, in questo casosarcofago, nella tediositàdella solitudine a cui è statocondannato. Stiamo par-lando di Octavius Felix, edel suo Ipogeo risalente alIII secolo d.C., scoperto in-torno agli anni venti del se-colo scorso, che cedette ilnome alla zona residenzialeche successivamente vinacque. Pater Familias diun’ importante stirpe ro-mana, decise molti anni or-sono, di edificare la suatomba proprio al centro diquella che oggi è diventatauna delle aree più densa-mente popolate della perife-ria romana. Il primo di unalunga serie di ritrovamentiarcheologici nell’area, cheavrebbe potuto trasformareOttavia in uno dei quartieriromani (ad esclusione dellezone centrali) tra i più ricchi

di patrimoni artistici.Esso presentava quattro sar-cofagi, quello di OctaviusFelix che contrariamentealla tradizione era il più po-vero e semplice di tutti,quello di due congiunte constupendi affreschi di scenemarine e infine quello dellafiglia Paolina di soli seianni, il più sfarzoso ditutti. A dispetto di quantosarebbe lecito pensare, pra-ticamente nulla di questopatrimonio artistico è rima-sto alla fruizione della citta-dinanza del luogo: uno deidue sarcofagi con scenemarine si trova in un corri-doio del Ministero dellaPubblica Istruzione, mentre

l’altro al Museo Nazionaledi Palazzo Massimo, infinePaolina si trova a Milano inuna collezioneprivata. L’unico rimastonella sua sede originale è ilPater Familias, il meno pre-giato dal punto di vista arti-stico. Il primo di una lungaserie di reperti ritrovatinella zona di Ottavia e pun-tualmente oscurati da unacolata di cemento, oppureimmediatamente trasferitiin musei o collezioni pri-vate.Non fanno eccezione leventi tombe etrusche ritro-vate a Poggio Verde, e im-mediatamente prelevate etrasportate via dalluogo. Oppure, la strada ro-mana scoperta pochi mesifa nel consorzio Palmaro-lina, o quella vicino la sta-zione Ottavia, o il Ninfeodella Lucchina situato vi-cino l’area di servizio SelvaCandida Interna. Non c’èun progetto per un museo,non c’è un piano per la riva-lutazione della zona in fun-zione dell’importanzaartistica che essa ricopre,senza considerare il poten-

ziale inespresso che ancoragiace nel sottosuolo. Ora lasovraintendenza sta sca-vando nei pressi dell’areainteressata dal nuovo com-plesso abitativo “monu-mentale” (75.000mq-oltre2000 abitanti), derivantedalla compensazione di di-ritti edificatori provenientida Tor Marancia e Tor Cer-vara, e nonostante sia tra-scorso poco tempodall’inizio degli scavi, giàsono venuti alla luce nuovireperti di interessestorico. Il rischio che anchequesti nuovi ritrovamenti fi-niscano sommersi dai “pol-veroni” dei cantieri è moltoalto, sopratutto perché risie-dono in un’area che dovràdiventare la fonte di ungrande arricchimento eco-nomico per le ditte appalta-trici, le quali oltretuttohanno già subìto rallenta-menti dovuti a precedentiproblemi riscontrati ad edi-ficare a Tor Marancia e TorCervara. Ogni nuovo intral-cio all’avanzamento dei la-vori comporterà una perditadi tempo, che oggi significadenaro. Quale costruttorevuole perdere del denaro?Con la Deliberazione N. 3del 2012 del MunicipioXIX, il Consiglio ha mossoi primi passi verso una rettavia, e ha autorizzato il pre-sidente del Municipio achiedere alla Sovrainten-denza di prevedere l’aper-tura al pubblico el’affidamento della gestionedel Ninfeo ad unaO.N.L.U.S. che si occuperàdella pulizia e dell’organiz-

zazione di visite guidate alsuo interno. Ci auguriamotutti che questa goccia disperanza in un oceano dianni di non curanza, sia laprima di una lunga serie.Per far capire appienoquanto stiamo tralasciandonel sottosuolo, mi sembralecito concludere con le pa-role della Dott.ssa SilviaRipà, esperta in storia econservazione del patrimo-nio artistico e archeologico:”Nel descrivere la grandio-sità dei resti dell’Ipogeodegli Ottavi, la tenerezzadell’affetto paternoespressa dall’epigrafe diPaolina, non possiamo evi-tare di pensare anche alle

mancanze, a tutto quel po-tenziale informativo chestava per essere espressodagli altri rinvenimenti, acui uno studio stratigraficoavrebbe potuto restituire di-gnità: di tutte le altre vite edei frammenti di quotidia-nità che giacciono sotto inostri piedi, sotto le stradeche percorriamo abitudina-riamente, abbiamo decisovolontariamente di non sa-pere più nulla.”

di Gabriele Cantarella@Parsifal87

In alto e qui sotto a destra:affreschi interni alle pareti del-

l’ipogeo di Octavius Felix;In basso a sinistra:uno dei muri esterni

dell’Ipogeo che da il nomealla zona stessa

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L’allargamento non si farà più?Via Boccea: il T.A.R. accoglie il ricorso ed i lavori per l’ampliamento sembrano ormai un miraggio

La manifestazionedell’8 febbraio 1992,organizzata dal nostro

Comitato, ha portato circamille persone in piazza algrido “ci siamo anche noi”,per i servizi primari del quar-tiere e per l’allargamentodella via Boccea.Due anni dopo volevamo ri-peterla, ma la sensibilità deicittadini era cambiata.“Quando volete bloccare laBoccea, fatecelo sapereprima, perché così cambiamostrada”.Nel frattempo il progetto diallargamento della Via Boc-cea arrivava sulla scrivaniadell’Assessore ai Lavori Pub-blici del Comune di Roma.Sembrava tutto pronto.Siamo agli inizi del 1997.Come Comitato gli abbiamodato uno sguardo e abbiamonotato delle anomalie proget-tuali.Sono vere.Convocato il progettista si ècercato di eliminare gli er-rori tecnici e procedere allavariante urbanistica pressola Regione Lazio.Intanto noi, come Comitato,abbandonata la strategia dellemanifestazioni, decidemmodi raccogliere delle firme perl’allargamento della Via Boc-cea. Sotto le feste di Nataledel 1998, davanti ai super-mercati ed alle piazze delquartiere, organizzammo deitavoli di raccolta firme. Rac-cogliamo settemila firme inquindici giorni (da Natale1998 alla Befana del 1999).Le inviammo alle Istituzioni

(Regione – Provincia – Co-mune) in attesa di risposta.L’8 febbraio 1999 ci risposel’Assessore all’Urbanisticadella Regione Lazio e ci fecepresente che le carte prodottedall’Amministrazione Comu-nale non erano in regola perla relativa variante urbani-stica. Tuttavia, conclude lalettera: “Si fa presente, in ognicaso, che a quanto risulta aquesto Assessorato, il Co-mune di Roma sta provve-dendo ad elaborare edapprovare un adeguato pro-getto e ad adottare la corri-spondente varianteurbanistica. A condizioneche venga data ad entrambi

gli atti citati la pubblicità pre-vista dalla legislazione in vi-gore, si dichiara, sin d’ora, ladisponibilità ad esaminaretali atti in tempi strettissimi”.Eccoli i tempi strettissimi.A marzo del 2008, (nove annidopo: erano già cambiati siail Sindaco e l’ Assessore aiLavori Pubblici del Comunedi Roma e l’Assessore all’Ur-banistica della RegioneLazio) , la segreteria tecnicadell’Assessore ai Lavori Pub-blici del Comune di Roma in-viava al nostro Comitato diQuartiere la seguente e-mail:“Definizione opera: Allarga-mento di Via Boccea da ViaMingazzini a Via Selva Can-

dida (C1. Importo lavori:6.500.000 euro; Status: Pro-getto Preliminare Integratoultimato il 22 Novembre 2007trasmesso all’Ufficio Spe-ciale Emergenza Traffico eMobilità. Già approvato inConferenza di Servizi. Pros-sima approvazione con Ordi-nanza del Sindaco. Giàrealizzate le attività per la va-riante urbanistica e le succes-sive comunicazioni ai privatiper le aree sottoposte adesproprio. Avviate le attivitàprogettuali definitive. Deveessere indetta la gara presu-mibile inizio lavori primo tri-mestre 2009.”Nel 2008 ci sono state le ele-zioni amministrative. Cambiodi guardia. Si passa dal cen-tro-sinistra al centro-destra.Da Veltroni ad Alemanno.A febbraio del 2011, a seguitodel bando di gara europeo,avvenuto il 15 dicembre2010, avevamo scritto sul no-stro giornale di quartiere ilPungolo “sarà la volta buona?”. Qualcuno ci accusò pub-blicamente di disfattismo ecassandrismo, ma anchequella volta avevamo visto unpo’ più in là del nostro naso.Non è stato il “patto di stabi-lità” a bloccare i lavori, né lacarenza di fondi, ma un ba-nale errore amministrativo, seil TAR (Tribunale Ammini-strativo Regionale) , al ter-mine di un ricorso indetto

dalla Società arrivata secondaal bando di Gara del Campi-doglio, ha dato ragione al ri-corrente e ha messo indiscussione l’assegnazione.Che si fa? Si attende il ricorsoal Consiglio di Stato da partedella Pubblica Amministra-zione o si ricomincia tuttol’iter procedurale del bandodall’inizio? E perché tutto ciòè avvenuto? Per interesse oper negligenza? E chi paga?O meglio, come si paga?Come per la scuola di via Ga-verina? Diminuendo le auleda costruire per non aumen-tare i costi pretesi dalla dittaappaltatrice? Cioè facendo,tanto per capirci, una rotatoriain meno prevista dal progettodi allargamento della viaBoccea o regalando qualchecubatura in più a compensa-zione dell’aumento dei costiche la prossima Società vin-citrice di gara pretenderàdalla Pubblica Amministra-zione? Errori tecnici o errori ammi-n i s t r a t i v i ,buona volontào cattiva vo-lontà della po-litica o degliamministra-tori, ci hannofatto trascor-rere venti anni( f e b b r a i o1992 – feb-braio 2012)della nostravita nell’infer-nale attesadell’allarga-mento dellavia Boccea. Sepoi conside-

riamo che, senza la realizza-zione delle vie alternative allaBoccea, ci aspetterebbero dueanni di traffico da incubo perla cantierizzazione e per larealizzazione dell’opera, sipuò capire la rabbia e la ras-segnazione del cittadino cheafferma: “domani sarà peg-giore dell’oggi”.Ma noi non ci stiamo.Anche solo per confermare lavolontà di miglioramentodella vita dei cittadini del ter-ritorio che abbiamo semprevoluto e manifestato in questianni e l’assoluta volontà di ri-cerca della verità sulla cosapubblica. Noi, come Comi-tato, non ci stiamo a stare zittie a non scrivere e a non ricer-care la verità sui fatti. Conti-nueremo a cercarla e adinformare.Questo vuole essere il nostromessaggio di ottimismo, no-nostante tutto, in vista anchedelle prossime festività nata-lizie.

Un’immagine ben notaa tutti i cittadini di Casalotti e non solo.Con l’accoglimento del ricorso c’è il serio rischio che taleistantaneadiventi permanente.

di Luciano Landonio

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TecnologicaMente

L’atteso passaggio al si-stema televisivo digi-tale terrestre, sembra

ormai compiuto, con buona pacedei pochi che ne hanno benefi-ciato aumentando il proprio “po-tenziale divulgativo” e deirestanti (molti) che ne hannocolto l’aspetto meno ludico masicuramente oneroso, legato al-l’acquisto obbligato di un deco-der o, se non peggio, di un nuovoapparato TV. Quale sia stata la necessità di au-mentare il numero dei canali di-sponibili, francamente sfugge achi, dotato di un filo logico ra-zionale, compie vanamente il so-vrumano sforzo nel chiedersi chimai guarderà cotanta TV offertadai nascenti canali digitali. Cer-tamente, se costretti in clinica, cisi adeguerà riluttanti ai gusti delvicino vagando tra le immanca-bili cucine dei maestri cuochiormai divenuti superstar, pas-sando per sommessi costruttoridi barche e finendo a improbabilisontuose ristrutturazioni di anti-chi casali che gettano lo spetta-tore nel più profondo sconfortonella certezza palese di non potermai in proprio raggiungerequanto allegramente mostratoglidal presentatore “in erba” diturno. Comunque, ancora unavolta, si è sapientemente spac-ciata per innovazione, un sem-plice “cambio di pelle”, unrinnovo per non cambiare nulla,in tipico stile italiano. Sin dai

primissimi anni ’80 in Francia eGermania, ma ancor prima inAmerica, cominciava la capillarediffusione della TV via cavo conobbligo tassativo di rimozionedelle obsolete antenne. Trenta anni fa veniva distribuitoun servizio che aumentava note-volmente in quei paesi i canalivisibili (anche esteri) abbattendonel contempo, l’inquinamento daonde elettromagnetiche. Certamente si obietterà che inItalia non sarebbe mai possibileun tale approccio tecnologico, senon altro per il fatto che, essendoi cavi installati nelle singole abi-tazioni, costringerebbero di fattoi soliti furbi al pagamento del ca-none, ma si sa, oltre alpe, è piùspiccato il senso di equità so-ciale. Che dire poi ai sostenitori

dell’autarchica tecnologia mar-coniana… Si lascino dunque leantenne ad abbellire finanche ilQuirinale passando indistinta-mente per medievali centri sto-rici sino alle campagne piùsperdute. E’ notizia recente l’inappellabilenecessità di passare al digitaleanche per il sistema della radiodiffusione. Ne gioiranno sicuramente gli in-stallatori di autoradio che negliultimi tempi pure avevano persoun po’ di smalto. In nome del-l’innovazione, interminabili filedi automobilisti stazionerannopazienti davanti alle officine perrottamare la vecchia radio in fa-vore del nuovo oggetto, che con-serva certamente la sua funzionea tutti nota, arricchendosi di ser-

vizi aggiuntivi di natura incerta.Ma tant’è che, come recita unvecchio adagio, “il treno dei ri-cordi non giunge mai in sta-zione” e quindi avanti al nuovo emano al portafogli. Se non si in-tende seriamente considerare ilproblema dal punto di vista eco-logico, varrà la pena ricordare al-meno che l’Italia deve ai proprituristi un aspetto più dignitoso. L’occhio irrimediabilmente as-suefatto a selve di antenne, para-bole satellitari e ripetitori difonia cellulare, ne trascura l’ine-sorabile proliferazione. La soluzione è data dalle nuovegenerazioni che superano di fattol’obsoleto sistema dei palinsesti,prelevando dalla Rete con for-mula “on demand” contenuti diintrattenimento veramente liberi

da quelle sovrastrutture tipichedei programmi broadcast. Dunque un digitale si, ma consa-pevole e schivo delle monumen-tali risorse necessarie alladiffusione dei canali TV tradizio-nali. Ne è dimostrazione il costantecalo di adesioni ai canali privatia pagamento costretti ad aumen-tare a dismisura la presenza diinserzionisti pubblicitari, snatu-rando un servizio che, proprioperché non gratuito, ne dovrebbe(e ne era in passato) privo. Più volte, in questa sede, si è ri-badita l’evidenza che la tecnolo-gia è utile unicamente quandoporti un effettivo vantaggio alsuo fruitore finale: l’uomo. Il martellante slogan dei telegior-nali equamente appartenenti atutte le fazioni politiche, reci-tava, qualche mese or sono, chel’Italia era il primo paese ad in-trodurre una capillare trasmis-sione TV con forma digitale inEuropa. In effetti rispondeva alvero ma ciò era, e tuttora è, do-vuto al fatto che l’Italia è sempli-cemente l’unica ad aver adottatola trasmissione basata su onderadio poiché non dispone di unarete cablata in grado di raggiun-gere tutte le utenze come delresto risulta tristemente evidentedalla costatazione che ancoraoggi non tutti possono disporre diuna connessione stabile ADSL.Ma l’utenza italiana sembra sod-disfatta, convinta dai media do-minanti, di essere all’avan-guardia tecnologica.

Etere, che passionedi Stefano Bastianelli@StebastianDE

Le due immagini mostrano il medesimo affaccio nei pressi del Quirinale, uno come appare in realtà e l’altro come dovrebbe apparire. Lapresenza delle antenne, una tralaltro estremamente vistosa, evidenzia la crescente distanza che il mondo moderno ha assunto dalla bellezza.

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I R ION I D I ROMAIl caso vuole che si inizi nuova-

mente a parlare di questo rione par-tendo dalle curiose corruzioni

fonetiche che caratterizzano la nostracittà. Anche il nome “Regola”, come ilParione, ha una sua storia e viene dal la-tino renula, la sottilissima sabbia che sidepositava in queste zone dopo le fre-quenti inondazioni del Tevere. Una canzone popolare romana iniziaproprio così: “Alla Renella... più sale erfiume e più legna vie' a galla io più veguardo e più ve fate bella...”.Bisogna infatti sapere che Roma, più diogni altra città della sua importanza, èstata da sempre soggetta ad allagamentie vere e proprie alluvioni catastrofichecausate dal fiume che la attraversa.Le piene del Tevere hanno fatto partedella storia della città per oltre 2600anni, dalla sua fondazione fino al XXsecolo tanto che anche la leggendavuole che fosse una piena di 28 secolifa a trascinare la cesta di Romolo eRemo nel punto in cui vennero trovatidalla lupa. Se oggi le rive sono protettemuraglioni di contenimento ultimati nel1926 (che tanto hanno cambiato la fi-sionomia della città), dobbiamo imma-ginare quanto in passato fosserofrequenti gli straripamenti del fiume equanto condizionassero la vita dei cit-tadini soprattutto in questa zona che visi affacciava direttamente. Guardandolodall’alto, ancora oggi Regola apparecome un lungo parallelepipedo chedalla zona di Campo de’ Fiori arrivafino al fiume e lo accompagna nel suocorso con due tra le più belle strade diRoma, la tortuosa via di Monserrato el’elegante e rettilinea via Giulia.Anche il bellissimo Ponte Sisto, oggifamoso passaggio pedonale tra i più pit-toreschi di Roma collegando via deiPettinari e piazza Trilussa, crocevia dituristi, ambulanti, suonatori gruppi diamici o coppie di innamorati, era untempo famoso per per il suo cosiddetto"occhialone" che forniva il livello delle

piene del Tevere. Le belle ar-cate circolari funzionavanoper i romani come unvero e proprio stru-mento idrometrico: sepioveva a lungo e ilfiume s'ingrossava erafrequente udire espres-sioni come "Guarda l'oc-chialone de ponte Sisto edatte 'na regolata a che punto staer fiume: si l'acqua nun c'è arivata, vo'di' che nun straripa", o ancora “Si aPonte Sisto all’Occhialone ce passal’acqua, pòi stà sicuro che mezza Romastarà sott’acqua”. Il vasto arenile do-veva essersi già formato già in età me-dievale perchè l’intera area del Regola

veniva chiamata Regio Arenule et Cha-cabariorum, anche ai chacabariis,anche in riferimento ai numerosi arti-giani calderai che sie erano inseiatinelle sue strade realizzando pentole eutensili da cucina.Questo pezzo di storia è contenuto an-cora oggi nel nome della grande stradaottocentesca che collega Largo di TorreArgentina a Ponte Garibaldi, la Via Are-nula, e nelle due chiese di Santa Mariade' Calderari (distrutta curiosamenteproprio durante i lavori di costruzione

di via Arenula), e di San Sal-vatore in Cacabariis, il cui

nome fu cambiato inquello di Santa Mariadel Pianto dall XVI se-colo.La vicinanza con il

fiume non rimanda peròsolo ad eventi negativi e

calamità naturali: prima deilavori di costruzione del Lungo-

tevere, il tratto immediatamente prece-dente alla biforcazione dell’isolaTiberina si affacciava in una serie dipiacevoli spiaggette divenendo la sta-zione balneare più gettonata dai romani.Questi “stabilimenti fluviali” famosi perla loro dalla soffice sabbia rimasero in

uso fino agli anni immediatamente pre-cedenti alla prima guerra mondiale perpoi essere abbandonati dopo la costru-zione dei muraglioni. Un’altra meraviglia scomparsa di que-sto rione, era il susseguirsi di bellissimipalazzetti che dal livello stradale scen-devano fino a quello dell’acqua attra-verso deliziosi giardinetti privati che siaffacciavano al fiume. Possiamo farciun’idea di quanto diversa fosse questazona di Roma osservando la bella inci-sione settecentesca di Giuseppe Vasi in

cui spicca la bellissima cupola di SanCarlo ai Catinari. Ci troviamo di fronte, come è già suc-cesso per il Parione, ad un rione dallemolteplici sfaccettature, che deve moltodel suo fascino alla stratificazione me-dievale, rinascimentale, barocca e ro-cocò. Perdersi per il rione Regolasignifica ripercorrere la storia millena-ria di una Roma ancora autentica e po-polare. E’ il rione che ha dato i natali aCola di Rienzo, il tribuno del popolo ro-mano figlio di una lavandaia e un taver-niere, delle antiche corporazioni, dellearti e dei mestieri, ma anche dei palazzirinascimentali, dei grandi papi e delletormentate vicende di Beatrice Cenci.Abbiamo già visto, nella scorsa passeg-giata, quante strade e piazze debbano illoro nome alla presenza di botteghe olaboratori artigiani tramandati nel corsodei secoli: via dei Giubbonari, via deiChiavari, via dei Baullari, via dei Petti-nari, vicolo dei Catinari, via dei Bale-strari, via dei Cappellari e altre ancora.Tra tutti questi mestieri vorrei fare unultimo accenno ad alcuni mestieri tipicidi questo rione. In primo luogo i con-ciatori di pelli e i tintori che, favoritidalla vicinanza del Tevere in cui veni-vano appunto trattate le pellicce dellavaccine, erano una vera istituzione delrione. A questi si legavano i macellaiperchè la tiratura delle pelli seguiva ov-viamente la mattazione delle vacche.Per questo motivo si dice che la famosa"coda alla vaccinara", piatto tipico evera icona della gastronomia capitolina,sia figlia proprio del rione Regola, rico-nosciuto da molti come il regno dellavera cucina romana: qui si possono gu-stare anche i veri carciofi alla giudìa,per la vicinanza con l’antico ghetto chesi sviluppò nel vicino rione Sant’An-gelo, o i famosi filetti di baccalà di viadei Giubbonari.

Al centro: Lo stemma del Regola e la mappa con i confinidel Rione;In basso a sinistra: Vista di Ponte Sisto (1473-1479) daTrastevere;In basso a destra: Giuseppe Vasi, Spiag gia det ta La Re-gola, 1791.

di Martina Casadio

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I Rioni di Roma

UN CHILOMETRO DI BELLEZZAPASSEGGIARE PER VIA GIULIA

Da quando ho iniziato questa mia rubricasui rioni di Roma ho aspettato con ansiail momento in cui avrei potuto portarviin quello che io considero dei luoghi piùbelli della mia città. Ognuno ha dellestrade che entrano nel cuore, legate a ri-cordi particolari o semplicemente perchéogni volta che le si percorrono ci si senteappagati e in pace con se stessi. Ecco,tutto questo per me è via Giulia, primastrada rettilinea di Roma che si estendeper circa un chilometro tra Regola ePonte. Ricordo distintamente che l’idea di scri-vere una rubrica sui rioni sia nata proprioqui, in un caldissimo pomeriggio di lu-glio con la voglia di mostrare il fascinodi questa strada ad un amico. Non mi stancherei mai di percorrerla, an-nusarla, osservarla, al punto che spessomi è capitato di allungare i miei tragitttisolo per il gusto di immergermi nel suo elegante andamento rinascimen-tale e spero davvero che questa lunga ericca passeggiata faccia scoprire e amareanche a voi questo gioielloInnanzitutto un po’ di storia: Papa GiulioII della Rovere (1503-1513) è senza dub-bio uno dei più celebri pontefici del Ri-nascimento nonchè uno dei più grandimecenati che l’arte italiana abbia avuto.Fu proprio lui, per intenderci, a commis-sionare la decorazione della Cappella Si-stina a Michelangelo e delle StanzeVaticane a Raffaello. Durante gli anni del suo pontificato egliportò avanti un piano di modernizza-zione e riorganizzazione della città cheprevedeva l’abbandono delle vecchiestrutture medioevali e la realizzazione didue assi viari che avrebbero facilitato icollegamenti tra le diverse parti dellacittà: la “strada Julia”, destinata ad assu-mere carattere di rappresentanza delle at-tività finanziarie che si svolgevano nellavicina zone dei Banchi, e Via della Lun-gara, in perfetta simmetria, sulla spondaopposta del Tevere. Un programma peruna Renovatio Urbis, che facesse diRoma la Capitale di uno Stato dellaChiesa ed evidenziasse in modo piùesplicito la stretta connessione tra il po-tere temporale e il potere spirituale dellaChiesa.Il progetto di Giulio II è efficacementeriassunto in una lapide posta sulla fac-ciata di Palazzo Sterbini in Via BanchiNuovi. L’epigrafe, scritta in latino, cele-bra il papa che, che dopo aver liberatol’Italia ed aver ampliato i domini diSanta Romana Chiesa, si impegnava adabbellire la città di Roma.Fu Donato Bramante l’architetto chia-mato a disegnare i nuovi rettifili e a pro-gettare, sulla stessa via Giulia, un

enorme palazzo che avrebbe ospitatotutti i Tribunali della città, in una sorta di‘nuovo Campidoglio’ della Roma deiPapi che sarebbe dovuto sorgere accantoalla Chiesa di San Biagio della Pagnotta.Così racconta il Vasari di questo impo-nente progetto: "Si risolvé il papa di met-tere in Strada Giulia, da Bramanteindirizzata, tutti gli uffici e le ragioni diRoma in un luogo, per la comodità ch'ainegoziatori avria recato nelle faccende,essendo continuamente fino allora statemolto scomode”. Del grandioso edificio furono purtroppogettate solo le fondamenta: le morti,quasi contemporanee, del papa e dell’ar-tista fecero sospendere definitivamente ilavori nel 1513. Percorrendo la strada all’altezza di viadel Cefalo e via del Gonfalone potreteosservare degli strani e massicci basa-menti in travertino che sporgono ingrosso bugnato che il popolino ha ribat-tezzato i sofà di Via Giulia: non sono

altro che i resti di questo colossale pro-getto irrealizzato: "... ch'è stato un grandanno che una sì onorata ed utile e ma-gnifica opra non sia finita..." (GiorgioVasari).Pur avendo perso la sua funzione ideo-logica, Via Giulia rimase comunque unodei fulcri urbanistici di Roma divenendo,con la costruzione della grandiosa resi-denza dei Farnese, una sorta di alterna-tiva al grande piano di Giulio II. E’proprio da questa zona che partiremo perla nostra passeggiata, tralasciando solo iltratto che affaccia verso San Giovannidei Fiorentini e la zona dei Banchi Vec-chi appartenente al rione Ponte.Non è questa la sede per affrontare il di-scorso “Palazzo Farnese”, meraviglia delcinquecento romano che ha cambiato lesorti dell’architettura e della pittura tracinque e seicento. La presenza di artisti del calibro di An-tonio da Sangallo, Michelangelo e Anni-bale Carracci ne hanno fatto uncapolavoro assoluto dell’arte italiana(peccato sia oggi aperto al pubblico soloin rare occasioni perchè sede dell’amba-sciata di Francia). Partiremo invece dal bellissimo Arco deiFarnese, il passaggio sopraelevato checollega il retro del palazzo con a quelliche un tempo erano i Camerini Farne-siani, gli ambienti che conservavano laricca collezione di statue e opere d’artedei Farnese che furono abbattuti con lacostruzione dei fabbricati attuali. In re-altà l'arco era stato pensato come anchecome inizio di una passerella più lunga,mai realizzata, che avrebbe dovuto attra-versare il Tevere collegando il palazzo difamiglia all'altra ricca residenza che pos-sedevano sulla sponda opposta delfiume, la Villa Farnesina affrescata daRaffaello.Dall’arco osserverete alla vostra sinistra

la Fontana del Mascherone, chiamatacosì proprio per il grande mascherone diepoca romana che, con gli occhi sbarrati,continua da secoli a far uscire acquadalla bocca. Commissionata dal cardinale OdoardoFarnese all’architetto Girolamo Rainaldi,la fontana fu completata nel 1626 solodopo l’ultimazione della canalizzazionedell’Acqua Paola avvenuta nel 1612.Nella sua sistemazione seicentesca erasituata nella piazza che si apriva sul retrodel Palazzo Farnese e che nel 1660 se-colo ospitò un teatro all’aperto. La fon-tana riutilizzava un’antica vasca termaledi granito, di forma rettangolare, addos-sata ad un prospetto di marmo biancocon due volute laterali e mascheronecentrale, che ha dato il nome alla fon-tana. Il giglio, simbolo dei Farnese, in

origine era in travertino e sovrastava,come oggi, il culmine del fondale. Dallabocca del mascherone, in occasione difeste particolari, i Farnese fecero uscireanche del buon vino, come nel 1720, perl'elezione del nuovo gran maestro diMalta: Via Giulia fu completamente ad-dobbata per il passaggio di splendidecarrozze e verso sera il mascherone co-minciò a versare vino per la gioia e sol-lazzo di tutti quei romani che vi siaffollarono intorno. Torniamo ora a guardare via Giulia erimmergiamoci in uno dei quadri monu-mentali e urbanistici più belli della città.Immediatamente dopo l'arco troviamo lapiccola chiesa di Santa Maria dell'Ora-zione e Morte, una tappa imperdibile nelnostro percorso. Ricostruita splendida-mente da Ferdinando Fuga nel 1737, ap-partiene dalla fine del cinquecentoall’Arciconfraternita dell'Orazione eMorte, congregazione nata con lo scopodi dare sepoltura ai morti senza identitàche non potevano ricevere degne ese-quie. Già osservando le decorazioni dellachiesa notiamo espliciti riferimenti almacabro compito dei congregati, con la

PASSEGGIANDO PER IL RIONE REGOLA

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I Rioni di Romapresenza di allegorie del tempo e dellamorte (clessidre alate, teschi, scheletri).Il vero motivo della visita è però la criptasotterranea, un tempo parte del vecchiocimitero della confraternita (distrutto perla costruzione dei muraglioni sul Tevere)dove furono inumate tra il 1552 e il 1896più di 8000 salme. Scendendo le buie scalette del piccolocorridoio dietro l’altare vi troverete in unambiente in cui tutto l’arredamento (de-corazioni, sculture e lampadari) è co-struito con ossa umane. A Roma, in passato, diverse istituzionireligiose esponevano resti umani sullepareti e sui soffitti delle cripte. Questa bizzarra abitudine terminò versoi primi dell'800 e oggi soltanto la chiesadei cappuccini di Via Veneto ne conservaesempi di analoghi.Usciti dalla chiesa e guardando alla vo-stra sinistra vedrete una grossa testa difalco dal curioso busto femminile scru-tare i passanti dall'alto di una lesena: inquesto punto la facciata della chiesa siunisce a Palazzo Falconieri, altra storicaresidenza cinquecentesca anche ai Ceci,agli Odescalchi e ai soliti Farnese. Nel1646 Orazio Falconieri ebbe l’ottimaidea di chiamare Francesco Borrominiper l'ampliamento e la ristrutturazionedel palazzo. Il suo estro creativo si notanelle splendide decorazioni di quattrosale del piano nobile e nella facciata ri-volta sul Tevere. A questo punto pro-pongo una piccola deviazione sullatabella di marcia, che potrà avvenire su-bito o alla fine del percorso.Aggirando Palazzo Farnese da Via delPolverone vi troverete sulla deliziosaPiazza della Quercia (dal secolare alberoche vi cresce nel mezzo), dove si affacciaun altro importantissimo edificio ricca-mente ornato, Palazzo Spada, la cui fac-ciata particolarissima presenta fregi estatue di personaggi famosi della Romaantica. Ex Palazzo Capodiferro fu acqui-stato dal cardinale Bernardino Spada,grande amico e protettore di Borromini.Tra il 1652-53 l’architetto elaborò per luiuna famosa “galleria prospettica” che,con un abile gioco di colonne, simulauno spazio grandioso in un area di di-mensioni estremamente ridotte. Il monu-

mentale ingressoal “giardinetto se-greto” è in realtàun piccolissimocortile con unastatuetta di Martedi 80 cm! Questoeffetto ottico sem-plice ma davverostrabiliante dimo-stra come gli ar-chitetti barocchisapessero diver-tire i loro commit-tenti, fondendol'originalità alleconoscenze tecni-che e scientifiche.Oggi sede di un'importante collezione dipitture rinascimentali e barocche, la Gal-leria Spada merita di essere visitataanche solo per la curiosità di essere sbef-feggiati da Borromini! Ma torniamo avia Giulia dove, proseguendo da Palazzo

Falconieri troveremo, sul lato opposto,la chiesetta di Santa Caterina da Siena.Voglio spendere due parole per raccon-tare che già dal trecento vi fu a Romauna presenza di senesi talmente massic-cia che tutta l'area compresa tra via delMonserrato ed il Tevere era denominata‘Castrum Senese’. Nel 1526 la Confra-ternita dei Senesi, nata da qualche anno,decise di erigere proprio qui la propriachiesa chiamando il conterraneo Baldas-sarre Peruzzi, architetto a quel tempo fa-mosissimo. Mi sarebbe piaciuto a questopunto poter dire: “entrate e ammirate gliaffreschi cinquecenteschi di Timoteo Vitie Girolamo Genga negli altari laterali”ma purtroppo l’edificio, caduto in rovinaanche a causa delle piene del Tevere, fucompletamente ristrutturato nel 1775.Superata la chiesa, poco più avanti, oltrevia della Barchetta, troveremo un altrogioiellino cinquecentesco per cui varrà lapena fare una piccola deviazione: Pa-lazzo Ricci. L’anonimo affaccio su viaGiulia con semplici portali bugnati e fi-nestre architravate, nasconde il verofronte posto sull’omonima piazzetta,

unico esempio di“facciata a go-mito” presente aRoma. Questanon è l’unica par-ticolarità: tro-viamo qui dinuovo gli affre-schi di Polidoroda Caravaggio eMaturino da Fi-renze. Avevamogià parlato, a pro-posito di PalazzoMilesi nel CampoMarzio, dellac o n s u e t u d i n etutta cinquecente-

sca di far decorare agli artisti le facciatedelle abitazioni. Anche questo palazzo presenta un bellis-simo fregio che corre continuo sotto lefinestre del primo piano e illustra episodiche esaltano le virtù romane: la Modera-

zione di Scipione, La Cattura di MuzioScevola, Muzio Scevola di fronte a Por-senna. Sopra il portale sono dipinte im-magini di trofei e di prigioni.ll restauro ottocentesco del palazzo fu af-fidato all’architetto Luigi Fontana cheaggiunse altre decorazioni similari aquelle cinquecentesche e aggiungendo,al secondo piano Fontana, un elaboratoe complesso motivo composto di grotte-sche con vari stemmi. Purtroppo moltiaffreschi ci sono stati tramandati attra-verso incisioni settecentesche e vecchiefotografie, perché alcuni furono rimossinel corso dei restauri del XIX secolo.Una piccola curiosità: in palazzo Ricciabitò, intorno al 1555, monsignor DellaCasa, letterato, scrittore, arcivescovo esegretario di Stato di Paolo III Farnese,che qui scrisse il suo celebre "Galateo".Ritornando su Via Giulia troveremo,esattamente sul lato opposto rispetto avia della Barchetta, un’altra stradina, Viadi Sant’Eligio, che ci porterà ad un’altrachiesa ricca di storia. Si tratta infatti diuna delle poche opere architettoniche diRaffaello Sanzio giunte fino a noi. Nel

giugno del 1509 Giulio II autorizzòl'Università degli Orefici a sceglierepresso la Via Giulia il luogo per la co-struzione di una chiesa dedicata a S. Eli-gio (590 – 665 d.C.) orefice e maestro dizecca. Se le prime guide ottocentesche di Romaattribuivano a Bramante il progetto dellachiesa, un disegno conservato al Gabi-netto degli Uffizi rappresentante la se-zione, il prospetto e particolari dellachiesa di S. Eligio, ha restituito a Raffa-ello la paternità dell’opera. L’artista sitrovava a Roma dal 1508, chiamato pro-prio da Giulio II per affrescare le stanzevaticane, le commissioni che avrebberocambiato per sempre la sua vita. Lachiesa non era ancora completa allamorte di Raffaello, nel 1520, e i lavorifurono proseguiti da Baldassarre Peruzziche la condusse a termine dopo il 1526.La facciata, crollata nel 1601, fu invecericostruita fedelmente al progetto origi-nario di Raffaello da Flaminio Ponzio.Muoveremo gli ultimi passi del nostropercorso a testa in su, prima ammirandola deliziosa chiesa di San Filippino, conil suo bellissimo ovale in stucco raffigu-rante San Filippo accolto in cielo dallaMadonna e dal Bambino, poi, al civico131, concluderemo la passeggiata con unsorriso. Una targa marmorea in latino ri-corda le parole del defunto notario apo-stolico Giovanni Boselli, morto nel 1518per il calcio della sua mula: "Se, con-forme al costume antico, mi fossi sbaraz-zato della mia mula e della bestia da leipartorito, forse non sarei sceso tanto pre-sto nella tomba e non sarei oggi citato adesempio di fatto prodigioso". A queitempi si diceva che il parto di una mulafosse un cattivo presagio.

Nella pagina accanto:In alto a sinistra: Via Giulia vista dall’Arco dei Farn ese .In alto a destra: Particolare con “so fà di Via Giul ia”tra via del Cefalo e via del Gonfalone.Al centro: La Fontana de l Mascher on e, via Giulia.In questa pagina:In alto: Particolare del portale della chiesa di SantaMaria de l l’Oraz ione e Mor t e, via Giulia.In basso a sinistra: Lastra di marmo per la raccoltadelle elemosina sulla facciata della chiesa di SantaMaria de l l’Oraz ione e Mor t e, Via Giulia.Al centro: Francesco Borromini, Gal ler ia pr ospet t i caall’interno di Palazzo Spada-Capodiferro.In basso a destra: Polidoro da Caravaggio, particolaredell’affresco di facciata in Palazzo Ricci, 1525.

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I Rioni di Roma

LA FONTANA SPOSTATA

Vi sarà capitato, soprattutto durante qualche seraestiva, di fare una passeggiata per le vie di Trasteveree di sostare a piazza Trilussa seduti sui gradini dellafamosa fontana di Ponte Sisto.Molti la chiamano il “fontanone dei cento preti” mapochi sanno che questo nome è legato alla sua origine,dal lato opposto del Tevere.Voluta da Papa Paolo V Borghese (1605-1620), si tro-vava infatti all’estremità di via Giulia, di cui costituivaun bellissimo fondale, a ridosso dell’Ospizio dei Men-dicanti edificato pochi anni prima da Papa Sisto V Pe-retti (1585-1590). I quartieri del lato sinistro delTevere erano ormai serviti dalle varie ramificazionidegli acquedotti “Vergine” e “Felice”, ma in alcunezone la pressione dell’acqua era estremamente bassa.Era il caso del rione Regola nel quale sorgeva, edifi-cato circa un ventennio prima da Papa Sisto V, uncomplesso comprendente un ospizio ed un ospedaleper poveri, proprio allo sbocco di Ponte Sisto. Si prov-vide quindi a prolungare il condotto principale fino avalle, facendogli poi attraversare il fiume appog-giando la conduttura sul ponte. Raggiunto il com-plesso ospedaliero, allora denominato “Ospizio dei

Cento Frati”, fu commissionata anche l’edificazionedi una fontana che, tra l’altro, ricordasse con un’epi-grafe l’intervento del pontefice. Concepita come unarco monumentale con una nicchia centrale fiancheg-giata da due colonne ioniche, la fontana presenta unalto attico sul quale giganteggia lo stemma della fa-miglia Borghese (aquila e drago) e l’iscrizione cele-brativa che ricorda i meriti del pontefice per avercondotto la nuova acqua anche sulla sponda sinistradel Tevere.La fontana fu smontata nel 1879 per la costruzionedegli argini del Tevere che impose anche la distru-zione dell’Ospizio. Ricostruita sulla sponda destra delfiume soltanto nel 1898, fu concepita come una strut-tura isolata posta in cima ad una scalinata con duenuove iscrizioni all’interno dell’arcata centrale e al-l’esterno della fiancata destra per ricordare il trasferi-mento. La nuova posizione ha creato una panoramicadi sicuro effetto: dal lato di Ponte Sisto da cui è statarimossa si può vedere, sull’altra sponda del fiume, ilcollegamento visivo con l’imponente mostra dell’Ac-qua Paola, il famoso “fontanone”, collocata sulla som-mità del Gianicolo.

“ER MONNEZZARO PROIBBITO”

Le numerosissime targhe dei “Mondezzari” che tro-viamo in giro per la città ci ricordano in modo al-quanto pittoresco che la questione dei rifiuti lasciatiqua e là per le strade di Roma non è un fatto recentema ha una lunga storia iniziata centinaia di anni fa. Apartire dal XVIII secolo il Monsignore Presidente

delle Strade, cercò di arginare il problema facendoapporre agli angoli dei palazzi in cui il popolo creavai cosiddetti “mondezzari”, dei cartelli di divieto in

marmo con iscrizioni che vietavano di accumulare im-mondizia nel luogo in cui erano apposti. Generalmente queste targhe erano scritte in italiano(spesso con una punta di romanesco), anziché in la-tino, proprio per una facile comprensione da parte ditutto il popolo romano. Oltre ad eventuali pene pecuniarie o corporali, a cuisarebbero stati soggetti i trasgressori, generalmenteveniva citato l'editto in cui si sanciva il divieto e ladata di affissione della targa. Nel cuore di Roma sene contano ancora oggi 67 superstiti, tutte datate trail 1646 e il 1790, oltre a una decina di divieti specificiin prossimità di chiese, fontane e palazzi.Lo scopo di queste sanzioni multiple era di colpire siail mandante che il reale esecutore del misfatto: que-st'ultimo (spessso un servo) era solitamente soggettoalle pene corporali, mentre l'altro (il padrone) avrebbedovuto pagare la salata multa, poiché come recita piùd'una targa, “alla pena pecuniaria sia tenuto il padreper li figli e li padroni per li servitori”.La pena corporale per aver fatto il mondezzaro, comenel caso di altri reati minori, consisteva invece nel co-siddetto “tratto di corda”, un efferato supplizio in cuiil malcapitato veniva legato per i polsi ad una carru-cola e strattonato numerose volte fino alla lussazionedelle spalle. Tutto ciò avveniva in pubblico, per punireil colpevole e contemporaneamente ammonire il restodel popolo. Nel rione Regola il “palo della iustitia"venne montato nella scomparsa piazza Giudia pressoil ghetto, con tanto di carrucola, come possiamo ve-dere nella bella incisione di Giuseppe Vasi del 1786.

Circa le aspre multe da pagare lascio, come di con-sueto, la parola a Gioachino Belli, che ci racconta conla solita ironia le punizioni per aver creato “er mon-nezzaro”:

Pagà dieci scudacci de penaleIo pover'omo che nun ciò un quadrino!

Io che nemmanco posso beve vinoAntro che quanno vado a lo spedale!Eppuro me toccò a buttà un lustrino

Pe ffamme stenne drent'ar momorialeLa raggione da disse ar Tribbunale

De le Strade, indov'è quell'assassino.

Je ce dicevo: « Monziggnore mio,Quanno lei trova er reo, voi gastigatelo:Ma er monnezzaro nun ce l'ho ffatt'io. »

E ssai che m'arispose quer Nerone?« Questo nun me confìnfera: arifàtelo:Ch'io nun vojo sentì ttante raggione ».

Roma, 18 aprile 1834

IL FANTASMA DI BEATRICE CENCI

Una delle più affascinanti credenze romane è quellodell’inquietante presenza del fantasma di BeatriceCenci, la giovane nobildonna romana che l'11 settem-bre 1599 salivai gradini del pa-tibolo a CastelSant 'Angelo ,dando vita aduna leggendaoscura e com-movente chepersiste ancoraai giorni nostri.La storia dram-matica di Bea-trice ha colpitola fantasia di ar-tisti, musicisti,poeti e dramma-turghi, partico-larmente dall'Ottocento in poi, in opere di tonodiverso, nelle quali si sottolineavano via via gli aspettiromantici, tragici, anticlericali, patriottici, storici dellavicenda. Beatrice era la figlia di Francesco Cenci, no-biluomo violento che in più di un'occasione avevaavuto problemi con la giustizia: maltrattava moglie ei figli, e sembra avesse rapporti incestuosi con Bea-trice. I Cenci vivevano nel Rione della Regola, in unpalazzo oggi situato tra via dell'Arco de' Cenci, piazzaCenci, via Beatrice Cenci e da via Monte de' Cenci.Disperati e stanchi delle continue violenze i Cenci uc-cisero l’uomo; la congiura venne però scoperta, e tuttii membri della famiglia arrestati, giudicati colpevoli,e condannati a morte. Il popolo di Roma, conoscendoi retroscena del delitto, si sollevò contro la decisionedel tribunale, ottenendo una breve proroga dell'esecu-zione. Clemente VIII non mostrò però alcuna pietà el'11 settembre 1599, all'alba, furono condotti al pati-bolo per le esecuzioni pubbliche di Ponte Sant’angelo.Beatrice venne decapitata e sepolta nella chiesa di SanPietro in Montorio. Si dice che il suo fantasma com-paia nella notte fra il 10 e l'11 Settembre, lungo ilponte che conduce a Castel Sant'Angelo.

In alto a sinistra: Giuseppe Vasi, Veduta del Collegio Ec-clesiastico di Ponte Sisto e Fontana dei Cento preti ,1759.In alto al centro: Targa settecentesca contro un mondez-zaro in Via di Monserrato.In basso al centro: Giuseppe Vasi, Vista di Piazza Giu-d ia, 1786. A destra: Scuola di Guido Reni, Ritratto di BeatriceCenci, 1599, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica Pa-lazzo Barberini.

LE CURIOSITA’ DEL RIONE REGOLA

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OCCHIO SULQUARTIERE

Dopo aver sottolineato la mancanza di unospedale pubblico a distanza accettabile,stiamo osservando il lento smantellamentodell’unico presente nel raggio di chilometri.Un taglio netto di 170 posti letto su 500, periniziare, e un futuro che si prospetta moltocupo. Ma la privatizzazione della sanità èun’eventualità da scongiurare o una stradagià intrapresa?

S.FILIPPO NERI A RISCHIO CHIUSURA

Sono trascorsi già numerosi giorni dall’aper-tura di una vera e propria voragine in ViaForno Saraceno, all’altezza di Via Rimella,causata dal cedimento del manto stradaledovuto al passaggio di acqua nel sottosuolo. La buca è stata transennata, ma rimanemolto pericolosa soprattutto per la profon-dità. Occorre un intervento urgente.

CRATERE IN VIA FORNO SARACENO

Visita al Canile di Valle GrandeSituato sulla Via Braccianese è l’unico per il quadrante di Roma Nord

Oggi vi raccontiamo lastoria di uno dei canilidella nostra città, uno

dei pochi presenti però nel qua-drante di Roma nord. Stiamoparlando del Canile di ValleGrande, situato sulla via Brac-cianese, ex hotel cani e gatti, oracanile privato e che grazie aduna convenzione con il Comunedi Roma e altri comuni dellaprovincia, ha trovato il modo diriuscire ad operare in zone dovenon esistono altri canili comu-nali o strutture volte ad acco-gliere l’ingente numero deglianimali abbandonati.Il Canile di Valle Grande simuove attraverso la sinergia tratre associazioni di volontariato:Fido e Ambiente ONLUS, cheda diversi anni rappresentano lozoccolo duro del gruppo eAmici di Fido ONLUS entratada circa un anno nella famiglia.La fattiva collaborazione tra leassociazioni oltre ad essere diestrema importanza per i suoiinquilini a quattro zampe, è ne-cessaria affinché venganosvolte nel migliore dei modi leattività di accoglienza e di ado-zione: infatti le associazioni, re-golarmente iscritte al RegistroRegionale, oltre a monitorareregolarmente lo stato di salutedegli animali, allietano le lorogiornate grazie all’opera dei vo-

lontari che accompagnano i caniin lunghe passeggiate, permet-tendogli così di socializzare e difare movimento all’aria aperta.“Amici di Fido, è un associa-zione autonoma nata dall’ideadi un gruppo di volontari conl’obiettivo di tutelare e cercareuna nuova abitazione ai caniabbandonati – spiega Diana Bi-saccia una delle volontarie -.Impieghiamo tutto il nostroamore, la nostra dedizione e ilnostro tempo per rendere mi-gliore la vita di questi “prigio-nieri senza colpa”.Ad oggi il canile ospita 500 canicirca e il supporto comunalecopre le spese di pulizia della

struttura, di alimentazione eospitalità ma non sono suffi-cienti. Spesso infatti questi ani-mali hanno bisogno di cureparticolari e cibi adeguati allaloro dieta, costi questi spessonon convenzionati. C’è bisognoperciò dell’intervento econo-mico da parte delle associazionie dei singoli volontari che consistemi di finanziamento qualil’autotassazione dei membri, laquota di iscrizione, contributivolontari dei simpatizzanti etecniche di sponsorizzazione(tramite mercatini, vendita digadget e calendari) riescono ariutilizzare i denari accumulatiper garantire ai cani le terapiemediche ordinarie o speciali ne-cessarie per mantenerli in buonasalute.“L’obiettivo per l’associazione

sarebbe quello di costruire un ri-fugio in cui accogliere le emer-genze, i maltrattamenti, lecucciolate, i feriti, i cani anzianiche per sovraffollamento di tuttele strutture pubbliche spessovengono abbandonati al loro de-stino. Il terreno sarebbe stato in-dividuato, ma manca il denaroper la recinzione, l’acqua, laluce e la struttura”, concludeDiana Bisaccia. Ognuno di que-

sti animali ha una storia incredi-bile alle spalle: alcuni di lorosono stati abbandonati da picco-lissimi e campeggiano nel ca-nile da molti anni in attesa chequalcuno li accolga con amore,altri invece hanno subito mal-trattamenti, portano con loro isegni fisici della violenza ehanno bisogno di tornare a fi-darsi dell’essere umano. Ilprimo passo sarebbe sicura-mente quello di essere adottati.Queste le foto di alcuni dei canidel canile: Petrosino, Neretto eZaira. Petrosino, è un giovanemeticcio fulvo, sano e di strut-tura forte, educato e gioviale,con un grande bisogno di cam-minare e di ricevere affetto. Ne-retto, è un dolcissimo cagnolinodi taglia media contenuta, di ot-tima indole, fiducioso, adora ri-cevere le coccole. Zaira infine,di un anno e mezzo, bellissimasolare e vivace, è un cane tri-pode e da poco ha avuto unasplendida cucciolata.Per ulteriori informazione èpossibile contattare il canilescrivendo una mail a : [email protected]

di Sandra Angelici@sandraangelici

Spazio Associazioni

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16www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r g

Sport LocaleBody Cumbia: fitness e ritmo colombiano

Boris Diaz, questo è ilnome dell’uomo più desi-derato del momento…

l’ideatore della “Body Cumbia”una nuova disciplina tutta da sco-prire che sta già spopolando nelmondo del fitness. La Cumbia è ilritmo colombiano per eccellenza echi meglio di un vero Colombianopoteva portarla qui da noi?? Lui sichiama Boris Diaz e sono davveropochi quelli che ancora non lo co-noscono. Ispiratosi ai balli che lui stesso fa-ceva da piccolo per divertirsi congli altri bambini, Boris ha creatoun nuovo concetto di allenamentopromuovendo la sua stessa culturae le sue origini. Un mix vincenteper allenare la mente e il corpo di-vertendosi sulle note calienti deiritmi latini. Allenamento aerobicoe ballo tradizionale caraibico, que-sta è la Body Cumbia. La disciplina è un magico mix trareggaeton, soca (ballo caraibicoaccompagnato dalla chitarra),samba e afro. Un ritmo che associato al fitnessha dato vita a questa nuova disci-plina, ottima come allenamentopoichè coinvolge tutti i muscolidel corpo. Un nuovo modo di ballare, tonifi-care il corpo, mantenersi in formae allo stesso tempo, assaporare lacultura tradizionale colombiana. E dove poteva insegnare Boris senon nella già ultranota palestraExtragym di Palmarola? Questa

palestra di via Cusano Milanino,nata come piccola realtà di quar-tiere sta ormai diventando il veropunto di rifermento del Fitness diRoma Nord; le novità più trendy,i più grandi campioni, i trainer dilivello internazionale ormai sonotutti alla Extragym e Boris Diaznon poteva mancare. Tutti i mercoledì è proprio lui inpersona ad insegnare i ritmi ed ipassi ed a creare coreografie sem-pre nuove per le sue lezioni chestanno scatenando una vera e pro-pria Boris-mania che ha ormaicontagiato il popolo del fitness.Boris Diaz ha cominciato a ballaretra le strade di Cartagena de Indias(Colombia) all'età di 5 anni e, se-guendo questa sua grande pas-sione, ha fatto diventare il ballouna professione, entrando a farparte di prestigiose compagnie diballo in Colombia. Ha iniziato inItalia come ballerino, cantante eanimatore nelle più grandi disco-teche di Roma. Nel 2002 ha fattoparte del gruppo di Cristiano Mal-gioglio con il quale ha partecipatoa “Domenica in”, “Music farm”,“Fiesta Italiana”, “Vita in diretta”,“Uno mattina” ecc. Con CeciliaGayle (la cantante del Pam Pam)ha fatto un tour in tutta Italia. Ha partecipato come ballerino, inColombia, al video di Ricky Mar-tin “La vida loca". Nel 2008, insieme ad altri due bal-lerini fonda una boy band, di cuidiventa il leader, i Saphiro LatinProject, pubblicando vari dischi.Il genere che prediligono è il reg-

gaetton e le loro canzoni comin-ciano a spopolare in Italia e in sudAmerica. Bravissimo coreografo, inse-gnante e animatore, Boris gode diuna enorme popolarità che lorende tra i più richiesti animatorinelle discoteche della Capitale,nonché come insegnate e coreo-grafo per corsi di Body Cumbia,di Reggaeton e Salsa cubana.

di Alessandro Casale

Il 27 ottobre scorso, nella pi-scina del Centro Federale diOstia, è iniziata, con la prima

prova in vasca da 25mt., la fase in-vernale del Campionato: “L’altrapiscina…in acqua a tutte le età”organizzato dal Comitato Regio-nale Lazio della Confsport Italia,sotto l’attenta supervisione del Di-rettore Tecnico Regionale PaoloMelchiorri. Hanno gareggiatooltre 400 atleti di ben 21 Societàsportive, con un numero di pre-senze gara pari a 636, di cui 33staffette. Le categorie Baby, Gio-vanissimi, Allievi ed Esordienti Csi sono confrontate nel pomerig-gio di sabato nei 25mt rana, 25mtstile libero e staffetta 4X25 misti.Gli Esordienti B invece hannopartecipato con competizioni di25mt rana, 100mt misti e staffetta4X25 misti. Domenica 4 novem-bre – nel polo natatorio del SalariaSport Village – è stato il turnodelle categorie Esordienti A, Ra-gazzi/e, Junior e Cadetti che si

sono sfidati nei 50 metri dorso,100 metri rana e staffetta 4x50misti. La società sportiva ASDEdoardo Antonelli ha partecipatoa questa prima fase con un nutritogruppo di giovani atleti che, congrinta, spirito di squadra e deter-minazione, ha portato a casa ben3 ori, 5 argenti e 7 bronzi.L’attività natatoria rappresenta ilfiore all’occhiello della società edil settore propaganda del pre/ago-nismo e master conta un nutritogruppo di atleti che vanno dai 7 ai18 anni. L’attività agonistica, inparticolare, rappresenta un per-corso di crescita personale e spor-tiva che ha inizio con la scuolanuoto, prosegue con il preagoni-smo e termina con l’agonismo. Con l’attività agonistica, l’atletacerca di migliorare se stesso con-frontandosi con gli altri attraversoallenamenti, gare e gioco. La par-tecipazione alle gare rappresentauno stimolo che sprona, piccoli egrandi, al miglioramento della tec-

nica e al dare il massimo di séstessi prima ancora del riscontrocronometrico. Nel nuoto agoni-stico è importante la continuità ela serietà nell’impegno, lo spiritodi squadra, il confronto, il rispettodelle regole e la condivisione coni propri compagni. Le attività agonistiche si svolgono– con frequenza pressoché giorna-liera – presso il Centro di via dellaCellulosa e sono coordinate da unteam di giovani tecnici attenti nonsoltanto ai risultati, ma soprattuttoall’aspetto formativo, educativo eludico della disciplina; l’allena-mento – infatti – è prima di tutto,un’occasione per stare in compa-gnia e stringere nuove amicizieche non si limita al solo apprendi-mento della tecnica o al migliora-mento delle prestazioni.Insomma, questa è la filosofia cheanima gli istruttori del Centro: tra-smettere la passione per il nuoto,secondo i principi di correttezza espirito sportivo.

Nuoto: riparte la stagione agonistica

Boris Diaz,l’ideatore della Body Cumbia: un mix di allenamento aerobico e ballitradizionali caraibici

D.L.

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Tennis: Viola e Marfutina campioni regionaliNonostante le con-

dizioni atmosferi-che poco propizie

per una giornata di sportall’aria aperta, ieri pressoil circolo sportivo di Casa-lotti è calato il sipariosugli Assoluti Regionali2012. La manifestazione ha ri-scosso l’interesse di spor-tivi, media e sempliciappassionati che si sono ri-trovati nel pomeriggio perassistere alle due finali dicategoria.A scendere per prime sullaterra rossa sono state l’ita-liana Lombardo Beatrice e

la russa Maria Marfutina.Entrambe under 16 si sonodate battaglia per il titoloin un match che, dopo unavvio in sostanziale equili-brio, si è risolto con laschiacciante supremaziadella Marfutina che havinto la finale con un pun-teggio di 2 set a 1: 6 -7 /6-1 / 6-1 recita il tabellino.Un tennis, quello dellagiovane campionessa russache fa della potenza fisicala sua dote più importantee che non ha lasciatoscampo alla pur bravaLombardo.Di tutt’altra caratura (ma

non poteva es-sere altrimentivista la mag-giore espe-rienza degliinterpreti), laprova dei duefinalisti dellacategoria ma-schile: Marco

Viola (29anni ) e Mat-teo Fago (25anni) hannodato vita adun incontroche ha appagato le aspetta-tive di tutti i presenti e ro-vinato in parte solo da untempo poco clemente: allafine del primo set, termi-nato al tie break 6-7 in fa-vore di Viola, l’incontro èstato interroto per un vio-lento acquazzone ed anulla sono serviti i tenta-tivi degli atleti di prose-

guire ilmatch. Si è decisocosì di ri-prendere lafinale all’in-

terno del campo coperto. Un imprevisto che ha unpo’ scombussolato i pianidegli organizzatori ( che adire la verità avrebberodovuto predisporre ilcampo con largo anticipovisto che le previsioni at-mosferiche non promette-vano nulla di buono) chepiano piano sono riusciti a

ricreare le condizioni giu-ste per permettere il rego-lare svolgimento delmatch. Il torneo si è chiuso con lavittoria di Viola che hasconfitto Fago con unnetto 7-6 / 6-4. Un risul-tato questo che non rendegiustizia ad un incontroper lunghi tratti incerto edominato, giusto sul fi-nale, dalla maggiore ca-parbietà ed esperienza diViola sembrato, rispettoall’avversario, un tennistadalle chiare idee di gioco.Fago invece ha messo inmostra un buona tecnicanon sufficienteperò per bat-tere Viola,forse anche acausa di unamaggiore dif-ficoltà caratte-riale che gli haimpedito di ri-proporre in fi-

nale quanto di buonoaveva mostrato nel corsodel torneo.La manifestazione si èconclusa con la premia-zione alla quale ha parteci-pato come special guest,Mara Santangelo ex cam-pionessa ormai in seno allaFederazione Italiana Ten-nis. Un rifresco offertodagli sponsor ha chiusol’evento con la viva soddi-sfazione dei partecipanti edi Gianluca Palombini,presidente del CasalottiTennis Club che ha rin-viato i presenti ad appun-tamenti sportivi futuri.

Qui sopra un’immagine della finale.

In basso a sinistra:Viola e Fago

In basso a destra:Marfutina e Lombardo

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Eventi Cultura&Nasce la B Evolution Art FactoryIn zona “La Storta” una nuova Associazione Culturale dedita alla ricerca di giovani talenti

L'8ottobre scorso, invia Tornaco, zonaLa Storta, è stata

inaugurata la B Evolution ArtFactory, una nuova AssociazioneCulturale dedita alla ricerca di ta-lenti e promotrice dell'arte in tuttala sua poliedricità.Fondata e diretta da FabrizioCampoli, con cui abbiamo avutoil piacere di scambiare due chiac-chiere all'interno della sua stessastruttura, l'Associazione nascecome una scuola d'arte con la spe-cifica “intenzione di concentrarein un unico centro le discipline e ivari settori formativi”. Un' intenzione derivata da dueesigenze strettamente intercon-nesse: dare ai giovani talenti l'im-portante possibilità di confrontarsiin sfere diverse da quelle per cuisi sentono portati, e l' urgente bi-sogno per un artista di crescere inmodo completo.Con l'evoluzione del Musical ap-prodato finalmente anche in Italia,infatti, ad ogni interprete è richie-sto di saper danzare, cantare, reci-tare e anche di essere acrobata. La missione della B Evolution èproprio “quella di creare l'artistasecondo ciò che viene richiestooggi dal mondo dello spettacolo”,spiega Fabrizio.La scuola è destinata, secondo leintezioni del suo fondatore, adevolvere e diventare una vera epropria accademia d'arte: a talfine, oltre alla professionalitàdegli insegnanti, sono previstidegli esami interni, e saranno in-seriti a breve degli esami ulterioriper avere riconoscimenti impor-tanti anche al di fuori della scuola.Sempre in linea con la mission diformare in modo eclettico i talen-tuosi, la B Evolution ha inseritoun corso di Photo Style per inse-gnare agli aspiranti artisti comecomportarsi davanti alla teleca-

mera o in un casting. Spesso,come ci svela Fabrizio, “chi sipresenta ad una selezione non sabene come proporsi e sottovalutail fatto che l'audizione comincia agiocarsi già da quel brevissimomomento in cui ti presenti davantialla giuria. Contano moltissimo l'atteggia-mento e il modo in cui ti vesti”.Altre peculiarità della neonata As-sociazione Culturale sono la totalepredisposizione verso la speri-mentazione di diverse forme diarte, nonché corsi di aggiorna-mento continui per gli insegnantistessi.Per il fondatore, un artista e unatleta che ha spaziato in vari am-bienti dello spettacolo, dalla tele-visione al cinema fino al teatro, laB Evolution costituisce la realiz-zazione in progress di un deside-rio fortissimo maturato nel tempo:quello di continuare ad essere unArtist Producer, un insegnante eun talent scout, perché “neglianni, ho imparato ad accorgermidella sensibilità artistica dei ra-gazzi e nutro una forte volontà diportarli avanti, farli crescere erenderli consapevoli del propriotalento”.Oltre a Fabrizio Campoli, nellascuola sono presenti insegnanti dilivello che hanno partecipato agrandi show quali: Ivan Trimar-chi, in Notre Dame, Peter Pan,Flash Dance; Samuele Brancato inNotre Dame, Gormiti, Peter Pan;Francesco Sanna, in Notre Dame;Marianna Bombace, in DraculaRock Opera e Notre Dame; MarcoMenghini in Tosca; Marco Geracein Notre Dame, Tosca, Waterwall;Manuel Mercuri in La Bella e laBestia; Gianluca Petruzzelli inAmore con Raffaella Carrà, intour con Renato Zero e Hairspray.E tanti altri.E, cosa che non guasta e orgoglio-samente sottolineata dallo stessoCampoli, i suddetti artisti proven-gono in larga parte dal nostro ter-

ritorio: “Come quartiere di Romaabbiamo una fucina di talenti. Io,nel mio piccolo e nella B Evolu-tion, nel tempo sto creando unambiente sociale positivo, i cuil'agonismo è sano. L'umiltà deveessere la prima cosa. Questi sonoper me i prerequisiti fondanti ditutto il centro”.Per l'iscrizione è prevista unaquota associativa annuale, graziealla quale si possono frequentarecorsi di tutti i generi alla portatadi tutti.

di Federica Gualtieri@Fede_Gualtieri

Domenica scorsa, a casadi una famiglia del no-stro quartiere giunge del

materiale per la preparazione diun'importantissima audizione peruno dei musical tra i più famosial mondo: Priscilla, la Regina delDeserto. Su suggerimento di uno dei suoiinsegnanti di recitazione, Ro-berto Daniele, per tutti Rober-tino, ha fatto domanda dipartecipazione al casting e, insoli due giorni, ha preparato ilprovino sulle note del famosis-simo pezzo “Mamma Mia!” perambire ad interpretare il perso-naggio del bambino Benji. Il provino, infatti, è stato proprioil martedì successivo e si è svoltoal Teatro Brancaccio di Roma,dove, è risaputo, la Stage Enter-tainment ospita, da qualche annoa questa parte, le sue più grandiproduzioni come, per esempio,La Bella e la Bestia e MammaMia il Musical. E adesso è il turno, appunto, diPriscilla, Queen of the Desert.Roberto Daniele è un bambino di7 anni e mezzo, frequenta la se-conda elementare alla Baiocco diCasalotti, va bene a scuola e rie-sce in tutto: nel canto e nella re-citazione (il provino per il

piccolo ruolo di Benji era sopra-tutto canoro e di interpretazione),nonché in tutti gli stili di danza.Addirittura tiene testa a tutti glialtri new styler nella lezione diNew Style, un particolare generedi danza hip hop che non prevededanzatori della sua giovanissimaetà. Un enfant prodige, dunqueche a detta di Daniela, la suamamma, ha dimostrato di averedel talento già all'età di tre anni,quando chiudeva gli occhi ascol-tando la musica e si metteva aballare.Un talento innato o ereditato?Il papà è un imprenditore, mamamma Daniela ha sempre stu-diato danza fin da giovane, men-tre la sorellina di Robertino,Valentina, ha studiato danza e in-segna Zumba alla B Evolution.

Per chi non lo sapesse, Priscillala Regina del Deserto, è unaspassosa, coloratissima e travol-gente avventura on the road di treamici en travesti che, a bordo diun vecchio bus rosa soprannomi-nato Priscilla, partono per unviaggio attraverso il deserto au-straliano alla ricerca di amore eamicizia, finendo per trovaremolto di più di quanto avesseromai immaginato. Un musical sfa-villante con oltre 500 magnificicostumi, una sceneggiatura esila-rante ed una intramontabile co-lonna sonora che include 25strepitosi successi internazionali,suonati dal vivo, tra cui I WillSurvive, Finally, It's RainingMen e Go West. Un grande inbocca al lupo a Robertino per lasua nuova avventura.

Avventura di un enfant prodige

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OCCHIO SULQUARTIERE

A distanza di una settimana dalla pubblica-zione, su ilpungolo.org, dell’articolo riguar-dante la buca quinquennale in fondo ViaGaverina, le istituzioni si sono mosse e l’in-tervento è stato portato a termine, provo-cando senza dubbio sconcerto e stupore neicittadini locali, abituati com’erano a “inte-grarla nel paesaggio”.

MIRACOLO SU VIA GAVERINA

Profumi della Calabria: Serata di beneficenza

Dopo l’ormai storicoappuntamento del-l’annuale festa di Ca-

salotti che raccoglieproduttori e distributori diprodotti tipici calabresi e l’ul-tima sortita estiva di Macca-rese per la nomina di unaMiss, lo scorso 24 Novembre,presso il ristorante “MealTime” sulla Via Aurelia, l’As-sociazione “Profumi della Ca-labria” ha organizzato questavolta una piacevole serataall’insegna della beneficenza.

Numerose associazioni, com-preso il Comitato N.A.R.N.O,hanno patrocinato la lodevoleiniziativa, che ha visto la par-tecipazione di oltre 400 per-sone.La pianificazione dell’evento,curata dai soci Rosa Riccardi,Manuela Minali, Gabriele Ga-rofano, Rita Nosdeo, RosalbaNanci, Giusy Cancellara,Diana Pancu e Rocco Serra-tore ha previsto per il tardopomeriggio un torneo di Bur-raco, per la sera una cena abase di prodotti tipici dellacucina calabrese e per il post-

cena una piccolalotteria.«Mi permetta diringraziare tutti icittadini chehanno raccoltol’invito – ci diceFrancesco Serra-tore, Presidented e l l ’ A s s o c i a -zione “Profumi

della Calabria” – poiché laloro numerosa partecipazioneci permetterà di sostenerel’associazione “CetronixElimu Kenya”, a sostegno deibambini poveri di Kifili e lesuore calasanziane di Casa-lotti (fondazioneLinda Penotti -ndr), obiettivoprincipale del-l’evento. Mi permettainoltre di ringra-ziare la madrinadella serata, labella e famosaGiò di Sarno, che

ha dedicato a tutti i parteci-panti la canzone napoletana“Maruzzella”».Una piacevole serata che ciauguriamo possa ripetersi alpiù presto.

di Fabio Allegrini

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Economia Società&

L’altra fine dell’ArgentinaLa povertà è diminuita del 55%, la disoccupazione è scesa al 3,5%, il Pil medio è salito all’ 8%

Il 5 dicembre 2008, inuna delle sue rare previ-sioni profetiche, l’ex Mi-

nistro dell’Economia GiulioTremonti dichiarava: “Allafine della crisi, l’Argentinasaranno gli altri”.Il 3 agosto 2012, neanche 4anni dopo, l’Argentina sal-dava il suo debito con ilFondo Monetario Internazio-nale, con un anticipo di 16mesi sulla scadenza (fissataal 31 dicembre 2013).Il Presidente dell’Argentina,Cristina Kirchner, alla sim-bolica consegna dell’assegnoda 12 miliardi di euro relativiall’ultima “rata”, dichiarava:“[…]con questa tranche,l'Argentina ha dimostrato diessere solvibile, di essereuna nazione responsabile,attendibile e affidabile perchiunque voglia investire ipropri soldi. Nel 2003 an-dammo in default per 112miliardi di dollari, ma ci ri-fiutammo di chiedere la can-cellazione del debito:scegliemmo la dichiarazioneufficiale di bancarotta echiedemmo dieci anni ditempo per restituire i soldi atutti, compresi gli interessi.Per dieci, lunghi anni, ab-biamo vissuto nel limbo. Per

dieci, lunghi anni,abbiamo protestato,contestato e combat-tuto contro le deci-sioni del FMI chevoleva imporci mi-sure restrittive di ri-gore economicosostenendo che fos-sero l’unica strada.Noi abbiamo seguitouna strada opposta:quella keynesiana, impostatasul bilancio sociale, sul be-nessere equo sostenibile esugli investimenti in infra-strutture, ricerca, innova-zione, investendo invece ditagliare. Abbiamo risolto inostri problemi. Ci siamo ri-presi e siamo in grado di sal-dare l’ultima tranche con 16mesi di anticipo. Le idee delFMI e della Banca Mondiale

sono idee errate, sbagliate.Lo erano allora, lo sonoancor di più oggi.”E nonostante gli attacchi me-diatici, scontati quando ci siribella a determinati poteri, idati sembrano darle ragione:la povertà è diminuita del55%, la disoccupazione èscesa al 3,5% (in Italia è al12% e la giovanile superioreal 30%), la produttività indu-

striale è aumentata del 300%ed il PIL viaggia ad un ritmomedio dell’8% l’anno. Iltutto da quando l’Argentinaha accettato di fallire a causadel suo debito insostenibile,prova che la via attualmenteimposta all’Italia non è “ine-vitabile” e soprattutto non èl’unica.L’Ecuador ad esempio, altroPaese del Sudamerica, ri-guardo al debito pubblico,dal 1948 applica (ed è perora il solo al mondo a farlo)il concetto di “debito immo-rale” ossia “il rifiuto politicoe tecnico di saldare alla co-munità internazionale i debiticonsolidati dallo Stato per-ché ottenuti dai precedentigoverni con la corruzione, laviolazione dello Stato di di-ritto e delle norme costitu-

zionali interne”.Nel dicembre 2008infatti, il PresidenteRafael Correa di-chiarò di “aver decisodi cancellare il debitonazionale, conside-randolo immondo,perché immorale;hanno alterato la co-stituzione per oppri-mere il popoloraccontando il falso. Hannofatto credere che ciò che èlegge, cioè legittimo, è giu-sto. Non è così: da oggi inEcuador vale il nuovo prin-cipio costituzionale per cuiciò che è giusto per la collet-tività allora diventa legit-timo”.Naturalmente la reazione delFMI fu il tentativo di “em-bargo”, lo stesso di cuihanno paura tutti i cittadinidei Paesi a rischio default egrave leva sulla quale fannocarico gli investitori interna-zionali. Ma il tentativo di isolarel’Ecuador fallì. Non solo. Si mise in moto una sorta dicorsa alla solidarietà, parte-cipata da Venezuela (Cha-vez), Brasile (Lula), Bolivia(Evo Morales) e Argentina(Kirchner appunto) i qualiprovvidero a rifornire gratui-tamente l’Ecuador di gas,

grano, soya, carne, frutta edaltri generi di prima neces-sità.L’Ecuador e gli stati ad essosolidali dimostrarono alla fi-nanza internazionale e ai cit-tadini del mondo che c’èdebito e debito, legittimitàpresunta e legittimità reale,comunità presunta e comu-nità reale, inevitabilità pre-sunta ed alternativa reale. La fiducia che ne conseguìdiede origine alla CELAC(Comunità di Stati latinoa-mericani e dei Caraibi) allaquale partecipano gli Statisovrani del Nuovo Mondo adesclusione di USA e Canada. L’Europa, l’Italia e in parti-colare la Grecia, hanno presouna strada diversa, opposta,imposta.Per una volta Tremontiaveva visto lungo «Alla finedella crisi, l’Argentina sa-ranno gli altri».Purtroppo.

di Giuseppe Strazzera@G_Strazzera

Page 21: Il Pungolo n. 110

LA NOSTRA DISTRIBUZIONE

Uno dei free press più antichi d’Italia, che non riceve e non ha mai ricevuto alcun finanziamento pubblico.

Il giornale che si occupa del tuo territorio da oltre vent’anni.

139 6000 5000Punti di Distribuzione

nel quadrante di Roma Nord-Ovest

Copie Distribuitenelle pricipali attività del territorio

Visite Uniche Mensilisul portale www.ilpungolo.org

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[email protected]

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Periodico di informazione bimestrale delle zone: Casalotti, Palmarola, Ottavia Selva Candida, Selva Nera, Via Boccea, Casal Selce, La Storta, Castel di Guido.

Page 22: Il Pungolo n. 110

22www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r g

Lettere a: [email protected],volevo chiedervi se esiste un progetto peril collegamento selva candida-lucchina oselva candida- ipogeo degli ottavi, visto chebasterebbe credo poco per unire le due zonee decongestionare il traffico mattutino nellanostra zona (abito in via poggio delle corti)e permettendoci così di usufruire anche deltreno metropolitano per arrivare in centro?GrazieAthos B.

L’OPERA N°1 MAI REALIZZATA

Gentile Sign. Athos la ringraziamo per averci contattato.L’opera via Esperia Sperani-Caso-rezzo è stata progettata e finanziata.Trattasi di opera pubblica, legata allostrumento urbanistico denominatoart.11. In realtà il finanziamento ri-sulta insufficiente per ragioni tecni-che-progettuali. Il Comune è in attesadi reperire altri fondi per mandare ilprogetto in appalto.Il nostro dubbio è che, in questi casi,la realizzazione dell’opera è sicura-mente indispensabile, ma, stando cosìle cose, difficilmente realizzabili intempi decenti, cioè utili a risolvere ilproblema di cui lei parla.

ABBANDONO E DEGRADO CONTINUANO Leggo e mi associo a quanto scritto dal Sig.Enzo nella lettera da Voi pubblicata nelnr:109 sett/ott c.aDa poco meno di un anno abito in ViaA.Marighetto e molto spesso sono costrettaa percorrere quel tratto di strada con la car-rozzina per accompagnare mia nipote alnon lontalo nido , di fronte alla Chiesa SSMartiri di Selva Candida. Ho il terrore di essere investita e l'unicopezzetto di marciapiede esistente, tra l'altropendente verso la strada, costeggia un trattodi "bosco" dove è scaricato di tutto ritengoda diversi anni ( persino la scocca di unamacchina ), baracche abbandonate e rifugioccasionali; per localizzare il punto è inprossimità del capolinea 998. Non si puòlasciare un quartiere in continuo sviluppoper le migliaia di appartamenti che vengonocostruiti, ritengo con reletivi permessi rila-sciati dal Comune, lasciando le infrastrut-ture come 40/50 anni fa. Grazie per chi cipotrà dare un aiuto. Cordialmente Germana

Buongiorno, mi chiamo C. Corrado e abito dal aprile2006 in via Bregnano 105/b.Vi scrivo questa email per chiederVi dipubblicare un articolo sul giornale locale“Il Pungolo”, riguardo ad un grande pro-blema che abbiamo come abitanti di viaBregnano e via Rovato , a Palmarola.Da circa quattro anni, al centro di via Bre-gnano, la fogna è collassata.Questo sembra attribuibile al convoglioabusivo creato dall’ANAS ,che scarical’acqua piovana della strada (tratto del rac-cordo altezza Selva Candida) nella fognadi via Rovato . La notevole pressione ha causato il cedi-mento delle fognature di via Bregnano intre punti,a dodici metri di profondità.L’ ANAS ha riconosciuto il danno e sioffre di rifare le fognature ex novo in tuttavia Bregnano.La gara d’appalto ha assegnato il lavoro aduna ditta che dopo pochi giorni ha sospesola realizzazione della fogna per dei motivitecnici.Ad oggi, il lavoro non è stato mai ripresoe portato avanti. Noi abitanti siamo sempre in allarme e diguardia alle case per la paura di un allaga-mento ( evento che si è già verificato piùvolte ),durante i temporali non ci possiamomuovere di casa e siamo in ansia appenasentiamo un preallarme della protezionecivile.Facciamo numerosi solleciti all’ANAS ealla circoscrizione d’appartenenza, ci ri-spondono sempre dicendo che il lavoro èprogrammato ed inizierà, ma non si vedemai nessuno da più di 6 mesi.Siamo disponibili per un colloquio-inter-vista per fornirvi maggiori informazioni.Certi di un vostro interessamento inviamodistinti salutiCorrado C.

Buongiorno redazione, volevo portare allavostra attenzione viale antonio Gandin, pra-ticamente il viale che va da via selva can-dida a via rovato, creato sopra la galleriaselva candida del G.R.A.. Da quando èstato aperto al passaggio pubblico , il vialesi è subito rivelato problematico in quantoad ogni pioggia si allaga tutto, ed ora si èaggiunto il problema dell'illuminazione cheda circa 3 mesi è del tutto assente. Il vialeè molto frequentato non solo da vetture, maanche da numerosi pedoni che preferisconoquesto tratto di strada per il collegamentoselva candida/palmarola, che a volte risultamolto più rapido a piedi che con i mezziatac per non parlare delle persone che fannojoggin sul viale in mancanza di parchi.Cordiali saluti

Bruno O.

QUANDO MANCANO I SERVIZI PRIMARI

CITTADINI DI SERIE B

Caro Pungolo, Ieri il nido ha comunicato la chiusura didue giorni per la presenza di zecche. Il campo adiacente al nido e dal quale sem-brerebbe arrivare la zecca è il famoso ter-reno destinato all a scuola elementare.Dato che nessuno si preoccupa di pulirlochi ci rimette sono i bambini del nido conun forte preoccupazione dei genitori.Spero con questa segnalazione fatta nonsolo al vostro giornale ma agli organi com-petenti che qualcosa si muova perché que-sto è il secondo anno che accade.Grazie Cinzia B.

OLTRE AL DANNO, LA BEFFAGentile Sig. Bruno,anche noi abbiamo potuto verificare ilproblema di persona, dato che, adogni nuovo temporale, la strada sitrasforma in una pericolosa piscinaper automobili.L’opera è stata realizzata dall’ANAS,ma, in seguito alla cessione alla Pub-blica Amministrazione, la manuten-zione è di competenza Municipale.Stesso discorso vale per i lampioni, iquali rappresentano uno dei primimodelli di fotovoltaico istallati sul no-stro territorio.Purtroppo però, per come sono con-cepiti, se soltanto uno di loro manife-sta dei malfunzionamenti, smettono difunzionare tutti insieme, lasciando lastrada completamente al buoi finoall’intervento di riparazione.

Abito da 12 anni in via Casal Selce e hovisto crescere questo quartiere più nel nu-mero dei suoi abitanti che nei servizi. Dadiversi anni ormai si parla di una creazionedi una piazza con panchine e verde pub-blico di fronte alla chiesa di S.Marco e PioX ( piazza don Gustavo Pepe), ma di chiac-chiere ne sono state spese tante, mentre ifatti parlano di uno spiazzale sterrato usatoin modo improprio come parcheggio dagli

abitanti della zona.Altro neo è quello dei cassonetti: all'al-tezza del civico 393 ne sostano due che de-scrivere fatiscenti sarebbe uneufemismo...e poi si parla di raccolta dif-ferenziata...Riagganciandomi alla lettera del sig.Al-berto pubblicata su Il Pungolo di settem-bre/ottobre, confermo che nei quartieri"bene" di Roma, i fortunati residenti bene-ficiano di cassonetti nuovi e comunque de-corosi. Costerebbe così tanto sostituirequei cassonetti di periferia che non si rie-scono neanche ad aprire?Approfitto di questo spazio per sollecitarechi di dovere all'apertura nella mia zona diuna farmacia e di un'edicola, totalmentemancanti nel raggio di 3 km.Chiudo la mia lettera con la speranza chepresto si risolva l'annoso problema viariodell'incrocio di via di Casalotti con viaBoccea, causa di traffico esasperante atutte le ore del giorno. Avevo sentito parlare di imminenti lavoriper creare una rotatoria, ma ad oggi 20 ot-tobre 2012 tutto è fermo.Grazie alla redazione di questo periodicoper l'impegno e la passione che profondeper cercare di contribuire a migliorare lecondizioni del nostro quartiere che nono-stante tutto ritengo ancora più abitabile dimolte altre zone di Roma anche più cen-trali.

Valerio V.

Gentilissima Sig.ra. Cinzia,conosciamo bene il problema da leisottolineato, il quale è stato trattatopiù volte sul giornale on line, ilpun-

golo.org.Come giustamente afferma, la realecausa della comparsa degli insetti ri-siede nello stato di abbandono in cuiversa l’adiacente terreno.Esso è stato destinato, da tempo, allacostruzione di una scuola elementare,che ancora non ha visto la luce, edopo le recenti dichiarazioni delPres.Milioni, le possibilità che lascuola si faccia sono sempre meno.Questo che lei denuncia, potrebbe es-sere, il secondo, di una lunga serie diepisodi di infestazioni.

VIA GANDIN ABBANDONATA A SE STESSA

Page 23: Il Pungolo n. 110

DIREZIONE AMMINISTRATIVA

Via Rimella n. 156, Tel/Fax: 0661565142

e-mail: [email protected] - [email protected]

PRESIDENTELuciano Landonio

DIRETTORE RESPONSABILEEnrico Sarzanini

CAPOREDATTOREGiuseppe Strazzera

RESPONSABILE COMMERCIALEFabio Allegrini

REDATTORI

Sandra Angelici, Stefano Bastianelli, Andrea Cangialosi, Gabriele Cantarella, Alessio Carbonara,

Alessandro Cardinali, Martina Casadio, Artemio Ceccherini, Angelo De Bonis, Sara De Santis,

Antonio De Simoni, Luca Di Marco, Federica Gualtieri, Simone Guida, Davide Liberatori,

Virgil Racu, Francesco Raso, Alessandro Scendoni, Simone Soccolini.

REG. TRIB. n° 451 del 18-07-1990STAMPATO PRESSO LO STABILIMENTO TIPOGRAFICO “GRAFFIETTI STAMPATI”

IL PUNGOLO, PERIODICO DEL COMITATO DI QUARTIERE:

"NUOVE ALLEANZE ROMA NORD OVEST

CASALOTTI - SELVA CANDIDA”

Sede Legale: Via Morsasco, 9 - 00166 Roma - Tel. e Fax 06.61565142

CARABINIERI

POLIZIA

VIGILIDEL  FUOCO

06.06.06

NUMERIUTILI

15.15

Prestazioni erogate:

Terapia iniettiva sottocutanea, intramuscolare e fleboclisi;•Rilevazione e monitoraggio parametri fisiologici;•Rilevazione glicemia capillare (one-touch);•Medicazione semplice;•Medicazione di ferite con punti di sutura e/o rimozione degli•stessi;Gestione cateteri vescicali (sostituzione, lavaggio, educazione•all’autocura);Terapia educazionale paziente con scompenso cardiaco cronico•(PDTA Mar, Gio e Ven);Terapia educazionale al paziente in prevenzione per cardiopatia•ischemica;Terapia educazionale del diabetico•Orientamento all’accesso ed all’utilizzo dei Servizi Sanitari•Pubblici.

PRESIDIO CASALOTTIVia Boccea n. 625

AMBULATORIO INFERMIERISTICO06.68354550

ISOLA ECOLOGICA Via Mattia Battistini:

I Cittadini potranno depositare:nei giorni feriali con orario: 7.00 - 12.00 e 14.00 - 19.00nei giorni festivi con orario: 7.00 - 12.00

IL MATERIALE DEPOSITABILE COMPRENDE: ELETTRODOMESTICI, FRI-GORIFERI, COMPUTER, TV, MATERIALE ELETTRONICO, MOBILI, BAT-TERIE, OLII ALIMENTARI, MATERASSI, RETI, ARREDI VARI IN LEGNO

E METALLO, CALCINACCI E PIASTRELLE.

Vi invio, in allegato, copia della richiestada me avanzata in qualità di presidente del-l'Organizzazione Europea Vigili del FuocoVolontari di Protezione Civile distacca-mento "LA STORTA" per segnalare un pro-blema urgente da risolvere al più presto. Ilponticello di via della Storta incrocio convia Boccea, (ormai bisogna chiamarlo così)è largo 5 metri e i pedoni per attraversarlorischiano di essere investiti.La nostra proposta è quella di realizzare unpassaggio pedonale al lato del ponticellostesso. Aspetto con fiducia augurando unabuona giornata. Grazie dell'attenzione.Rinaldo S.

PONTICELLO VIA DELLA STORTA IMPATTO AMBIENTALE CASAL SELCE Dalle mie ricerche ho trovato che i quartieridi Selva Nera e Selva Candida sono moltopoco forniti di edifici per la collettività e diedifici scolastici. Volevo sapere se posse-devate delle informazioni e possibilmenteanche della documentazione riguardo unqualche intervento architettonico (scola-stico e non) previsto nei quartieri sopra ci-tati, o nei quartieri limitrofi.Vi ringrazio in anticipo.Saluti,

Simone B.

Gentile Sig Rinaldo, come abbiamo scritto più volte nel no-stro giornale, il ponticello di Via dellaStorta è un nodo cruciale per la viabi-lità del nostro territorio.I lavori per l'adeguamento del ponte,come riportato, sembrano vicini, ma ineffetti ad oggi nessun lavoro è stato av-viato. Il progetto finale prevede un "al-largamento del ponte con spartitrafficocentrale e vie d’accesso facilitate, edun semaforo per regolare il trafficodell’incrocio tra via della Storta, viaBoccea e via di Casal Selce".Un'opera quindi strutturale con una fi-nalità riorganizzativa, non parziale eadeguativa. Non crediamo dunque che sia proficuoper la cittadinanza impegnare le istitu-zioni nella realizzazione di un'operaparziale come la realizzazione di unsolo passaggio pedonale al lato delponticello, ma sarebbe invece proficuounire le nostre voci per cercare di otte-nere quello a cui si è già prossimi, ov-vero l'allargamento totale e lariorganizzazione dell'incrocio. Confidando in un Suo riscontro LeporgoCordiali saluti

Salve, siamo una famiglia di quattro persone chevorrebbe trasferirsi nella zona di CasalSelce. Abbiamo visionato un casa in ViaUmberto Ricci e stilisticamente e struttu-ralmente ci convince. Il problema è che ho letto, poco fa, in unblog, del possibile effetto inquinante dan-nosissimo per la salute della Cava di ghisae sabbia nella vicina area di Colle Mona-stero. Abbiamo due bambini piccoli esiamo, ovviamente, allarmati da questascoperta. Abbiamo contattato l'Arpa ma si sono ri-fiutati di fornirci informazioni più preciserimandandoci ad un fantomatico bollettinopubblicato sul sito. Vorremmo, dunque, sapere se siete ingrado di aiutarci fornendoci informazionipiù certe. Ringraziamo anticipatamente perla disponibilità e Le porgiamo i nostri piùaffettuosi saluti sperando di poter prestoleggere da residenti il vostro bel periodico.Cordialmente,

Vincenzo e famiglia.

Gentile Sig. Vincenzo,

non appena letta la Sua mail ho ini-ziato a cercare materiale che potesseavallare o estinguere i suoi dubbi. In realtà ho trovato molto poco sullarete ed il sito dell'Arpa non è così ac-cessibile. In compenso però ho girato la Suamail ad un biologo che collabora connoi per effettuare delle verifiche ap-profondite.Non credo sarà un accertamentolampo, ma non appena avremo novitàsarà nostra premura comunicarlo aLei e a tutta la cittadinanza. Una buona giornata a Lei e alla Suafamiglia.

SEGNALAZIONE VIA MORBEGNO Buongiorno,volevo segnalare (e sicuramente voi saretepiù celeri di vigili o altri attori competenti)che su via morbegno dopo le ultime pioggesi sono aperte delle buche e buchette sututta la strada. Naturalmente queste buche e buchettesono le figlie di vecchi rattoppi alcunianche "fai da te". Inoltre da circa 3 anni ormai il muro all'al-tezza di via morbegno 50 è stato distruttoda un camion dell'AMA per un secchio chelo ha urtato. Penso e spero che il proprietario abbia fattotutto ciò che doveva fare, ma questo scem-pio di macerie è ancora là. Non ho fotoperché arrivando sempre la sera è troppobuio per osservare la mesta realtà, ma bastatoccare la realtà di persona. Se vi fa di fare una passeggiata........Cordialità

Roberto M.

Gentile Sig. Massini,

è grazie alle segnalazioni di cittadiniattenti come Lei che riusciamo a mo-nitorare quotidianamente il territorioe, dando spazio alle vere problemati-che, sensibilizzare le istituzioni chetroppo spesso latitano nella periferia. Con la speranza che la situazione diVia Morbegno si risolva quanto primaLe auguro una buona giornata.

PROPOSTA COLLABORAZIONE

Salve, sono un laureando alla facoltà di architet-tura di Roma, sto eseguendo una tesi inprogettazione di un edificio pubblico (pro-babilmente un polo scolastico) nella peri-feria nord-ovest di Roma.

ABBATTIAMO IL MURO “BEACH VOLLEY”

Salve, Ho partecipato alla prima edizione del tor-nerò di beach volley di beneficenza "Abbat-tiamo il muro" e sono fortemente curioso divedere le immagini scattate in quell’occa-sione… mi potete gentilmente dire doveposso vedere le foto? Grazie mille

Tommy

AGGIORNAMENTO FORNICE TRIONFALEBuongiorno,cara direzione sarebbe possibile avere unaggiornamento dei lavori annunciati questaestate dell'incrocio tra via Trionfale e via Eugenio Di Mattei.Ringrazio per l'attenzioneMaurizio B.

Gentile Sig. Maurizio,

al momento non ci sono pervenuti ag-giornamenti per quanto riguarda i lavori in questione. Non appena ci sa-ranno novità sarà nostra premura re-digere un articolo per informare lacittadinanza.

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