Il Pungolo n. 106

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Periodico del Comitato di Quartiere Nuove Alleanze Roma Nord-Ovest CASALOTTI - SELVA CANDIDA Anno XXI • N. 106 - Gennaio/Febbraio 2012 - www.ilpungolo.org - [email protected] DISTRIBUZIONE GRATUITA Tiratura - 6000 copie HOTEL SELVA CANDIDA Roma Il posto giusto per i vostri incontri. Via di Selva Candida, 200 00166 Roma Tel. +39 06 6157211 HOTEL SELVA CANDIDA Roma Il posto giusto per i vostri incontri. Via di Selva Candida, 200 00166 Roma Tel. +39 06 6157211 1.300.000 m 3 INIZIATI I LAVORI PER LE 15 AULE DI SCUOLA ELEMENTARE A tre anni dalla scadenza della prima consegna dei lavori, finanziata in prima istanza con 4.875.434,92 euro complessivi, l’opera di cantie- rizzazione, prima fase della costruzione, sembra procedere abba- stanza regolarmente. Finalmente, dopo anni di segnalazioni, la voce del Pungolo ha dato i suoi frutti. ANGELICI a pag 9 ! DE SANTIS a pag 4 N o news, good news direb- bero quelli bravi. Stavolta però la notizia è arrivata e po- trebbe essere di quelle impor- tanti: fatti passi in avanti per l’adeguamento del ponte di via della Storta. Abbiamo infatti in- contrato Donato Lancellotti. I l 14 Gennaio scorso presso l’ass.ne FOCUS, casa dei diritti sociali, con sede in via dei Mille a Roma , è nato il Comitato Zero Waste Roma. Annunciata dal por- tavoce del Comitato Zero Waste Lazio, Massimo Piras, la proposta di formare un comitato su Roma. N ell’Istituto Comprensivo Boccea 590, al ritorno dalle vacanze di Natale, ci si è ritrovati senza riscaldamenti e con la luce che saltava in continuazione. Il 23 Dicembre 2011 i tecnici del- l’Acea hanno cambiato i contatori dell’istituto I.C. BOCCEA 590 PROBLEMI DI RISCALDAMENTO BENVENUTO COMITATO ZERO WASTE ROMA NOVITA’ PER IL PONTICELLO AL DAZIETTO U n milione e trecentomila metri cubi edificabili sono il risultato degli strumenti urbanistici ap- provati in questi ultimi dieci anni per il nostro territorio. Tutto ciò è avvenuto con uno scopo ben preciso da parte della pubblica amministrazione: concedere cubature in cambio di un risanamento urbano delle periferie. Intento nobile, ri- sultato “poco nobile”. Le regole urbanistiche avranno pure bloccato l’abusivismo edilizio, ma non hanno risanato il tessuto urbano: - Articoli 11 per 420 mila metri cubi . - Piano Particolareggiato 12 CASA- LOTTI-MAZZALUPO per 296 mila metri cubi . - Piano Particolareggiato 10 PALMA- ROLA-SELVA CANDIDA per 240 mila metri cubi . - Piano di Zona B 51 PONDERANO- SELVA CANDIDA per 130 mila metri cubi, aumentabili a 150 mila con il nuovo Piano Casa. - Ex Alitalia (CMB di Carpi zona Selva Candida) per 250 mila metri cubi . Approssimativamente si raggiungono 1 milione e 300 mila metri cubi di edifi- cabilità, escluse le convenzioni, come quelle di Selva Nera angolo via Boccea e quella che verrà sull’area dell’ex smorzo in prossimità di Terra Santa. Le case non ci mancano ma i servizi? E qui casca l’asino! La parte “poco nobile” (ignobile) della faccenda non sta nel- l’estetica delle realizzazioni, ma nel- l’etica del risanamento. Se in cambio di case devo costruire un parco e io faccio prima le case, le vendo ed il parco ha solo una bella recinzione con un bel can- cello, ma dentro c’è solo prato ed il can- cello è ancora chiuso all’uso, di “nobile” che ci trovo? Dove sta la differenza tra l’abusivo ed il costruttore che ha co- struito con regolare licenza? Questa è solo la premessa che mi con- sente di approfondire, solo in parte, il contenuto di uno strumento urbanistico denominato articolo 11 legato al nostro territorio e di affermare che gli interessi dei costruttori sono proporzionati alla la- titanza delle istituzioni. E tutto ciò è sicuramente “poco nobile” (ignobile) , almeno per il nostro Comi- tato , che è l’editore del “PUNGOLO”. LIBERATORI a pag 7 ROMA PARALIZZATA di GIUSEPPE STRAZZERA Omnia mea mecum porto(Biante di Priene) OLTRE LANDONIO a pag 6 I l lenzuolo di neve che ha prepotente- mente ricoperto la Capitale nella gior- nata del 3 febbraio scorso, oltre a mettere in evidenza la disorganizzazione completa delle istituzioni per fenomeni naturali di questo genere e di questa por- tata, ha anche permesso di riscoprire al- cuni valori che il mondo moderno, con la freneticità dei suoi ritmi, aveva assopito. Lunghe passeggiate per comprare generi alimentari di prima necessità, in previ- sione che i rifornimenti per i supermercati potessero tardare ad arrivare nei giorni se- guenti, hanno concesso di rincontrare per- sone che non si incontravano da tempo, di ripercorrere le vie del quartiere che in que- sti ultimi anni, data l’arroganza dell’urba- nizzazione nell’ultimo decennio, hanno irrimediabilmente cambiato forma. L’impossibilità di abusare dei mezzi di tra- sporto e delle vie di comunicazione, ha ri- sparmiato del tempo da poter spendere in famiglia, concedendo quasi un secondo Natale a poco più di un mese di distanza. Se si potessero escludere le situazioni più gravi, date appunto dalla mancanza, per non dire totale assenza, di organizzazione, il bilancio di questa estemporanea nevi- cata romana sarebbe soltanto positivo. Ma, purtroppo, così non è stato. La maggior parte di nostri quartieri, tra cui Casalotti, Palmarola, Selva Candida, Selva Nera, Via Boccea, così come La Storta, Casal Selce e Castel di Guido, sono prati- camente rimasti isolati durante tutto il weekend del 4-5 febbraio. L’abbondante nevicata ha fatto cadere molti rami già pericolanti, quando non al- beri interi, nonostante proprio da queste pagine fossero arrivati avvertimenti sulla necessità di potature in vista dell’arrivo Segue a pag 20 Pungolo_106_Il_Pungolo_106 07/02/12 00:14 Pagina 1

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Il Pungolo, periodico del quadrante Roma Nord-Ovest. Notizie dai quartieri: Casalotti, Palmarola, Ottavia, Selva Candida, Selva Nera, Via Boccea, Casal Selce, La Storta, Castel di Guido.

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Periodico del Comitato di Quartiere Nuove Alleanze Roma Nord-Ovest CASALOTTI - SELVA CANDIDA

Anno XXI • N. 106 - Gennaio/Febbraio 2012 - www.ilpungolo.org - [email protected]

DISTRIBUZIONE GRATUITA Tiratura - 6000 copie

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Via di Selva Candida, 20000166 Roma

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Tel. +39 06 6157211

1.300.000 m3

INIZIATI I LAVORI PER LE 15AULE DI SCUOLA ELEMENTARE

A tre anni dalla scadenza della prima consegna dei lavori, finanziatain prima istanza con 4.875.434,92 euro complessivi, l’opera di cantie-rizzazione, prima fase della costruzione, sembra procedere abba-stanza regolarmente. Finalmente, dopo anni di segnalazioni, la voce del Pungolo ha dato isuoi frutti.

ANGELICI a pag 9

!

DE SANTIS a pag 4

No news, good news direb-bero quelli bravi. Stavolta

però la notizia è arrivata e po-trebbe essere di quelle impor-tanti: fatti passi in avanti perl’adeguamento del ponte di viadella Storta. Abbiamo infatti in-contrato Donato Lancellotti.

Il 14 Gennaio scorso pressol’ass.ne FOCUS, casa dei diritti

sociali, con sede in via dei Mille aRoma , è nato il Comitato ZeroWaste Roma. Annunciata dal por-tavoce del Comitato Zero WasteLazio, Massimo Piras, la propostadi formare un comitato su Roma.

Nell’Istituto ComprensivoBoccea 590, al ritorno dalle

vacanze di Natale, ci si è ritrovatisenza riscaldamenti e con la luceche saltava in continuazione. Il 23Dicembre 2011 i tecnici del-l’Acea hanno cambiato i contatoridell’istituto

I.C. BOCCEA 590PROBLEMI

DI RISCALDAMENTO

BENVENUTOCOMITATO

ZERO WASTE ROMA

NOVITA’ PER IL PONTICELLO

AL DAZIETTO

Un milione e trecentomila metricubi edificabili sono il risultatodegli strumenti urbanistici ap-

provati in questi ultimi dieci anni per ilnostro territorio. Tutto ciò è avvenutocon uno scopo ben preciso da parte dellapubblica amministrazione: concederecubature in cambio di un risanamentourbano delle periferie. Intento nobile, ri-sultato “poco nobile”. Le regole urbanistiche avranno purebloccato l’abusivismo edilizio, ma nonhanno risanato il tessuto urbano:- Articoli 11 per 420 mila metri cubi.- Piano Particolareggiato 12 CASA-LOTTI-MAZZALUPO per 296 milametri cubi.- Piano Particolareggiato 10 PALMA-ROLA-SELVA CANDIDA per 240

mila metri cubi.- Piano di Zona B 51 PONDERANO-SELVA CANDIDA per 130 mila metricubi, aumentabili a 150 mila con ilnuovo Piano Casa.- Ex Alitalia (CMB di Carpi zona SelvaCandida) per 250 mila metri cubi.Approssimativamente si raggiungono 1milione e 300 mila metri cubi di edifi-cabilità, escluse le convenzioni, comequelle di Selva Nera angolo via Bocceae quella che verrà sull’area dell’exsmorzo in prossimità di Terra Santa. Lecase non ci mancano ma i servizi? E quicasca l’asino! La parte “poco nobile”(ignobile) della faccenda non sta nel-l’estetica delle realizzazioni, ma nel-l’etica del risanamento. Se in cambio dicase devo costruire un parco e io faccio

prima le case, le vendo ed il parco hasolo una bella recinzione con un bel can-cello, ma dentro c’è solo prato ed il can-cello è ancora chiuso all’uso, di “nobile”che ci trovo? Dove sta la differenza tral’abusivo ed il costruttore che ha co-struito con regolare licenza?Questa è solo la premessa che mi con-sente di approfondire, solo in parte, ilcontenuto di uno strumento urbanisticodenominato articolo 11 legato al nostroterritorio e di affermare che gli interessidei costruttori sono proporzionati alla la-titanza delle istituzioni.E tutto ciò è sicuramente “poco nobile”(ignobile) , almeno per il nostro Comi-tato , che è l’editore del “PUNGOLO”.

LIBERATORI a pag 7

ROMA PARALIZZATAdi GIUSEPPE STRAZZERA

“Omnia mea mecum porto”

(Biante di Priene)

OLTRE

LANDONIO a pag 6

Il lenzuolo di neve che ha prepotente-mente ricoperto la Capitale nella gior-nata del 3 febbraio scorso, oltre a

mettere in evidenza la disorganizzazionecompleta delle istituzioni per fenomeninaturali di questo genere e di questa por-tata, ha anche permesso di riscoprire al-cuni valori che il mondo moderno, con lafreneticità dei suoi ritmi, aveva assopito.Lunghe passeggiate per comprare generialimentari di prima necessità, in previ-sione che i rifornimenti per i supermercatipotessero tardare ad arrivare nei giorni se-guenti, hanno concesso di rincontrare per-sone che non si incontravano da tempo, diripercorrere le vie del quartiere che in que-sti ultimi anni, data l’arroganza dell’urba-nizzazione nell’ultimo decennio, hannoirrimediabilmente cambiato forma.L’impossibilità di abusare dei mezzi di tra-sporto e delle vie di comunicazione, ha ri-sparmiato del tempo da poter spendere infamiglia, concedendo quasi un secondoNatale a poco più di un mese di distanza.Se si potessero escludere le situazioni piùgravi, date appunto dalla mancanza, pernon dire totale assenza, di organizzazione,il bilancio di questa estemporanea nevi-cata romana sarebbe soltanto positivo. Ma, purtroppo, così non è stato.La maggior parte di nostri quartieri, tra cuiCasalotti, Palmarola, Selva Candida, SelvaNera, Via Boccea, così come La Storta,Casal Selce e Castel di Guido, sono prati-camente rimasti isolati durante tutto ilweekend del 4-5 febbraio. L’abbondante nevicata ha fatto caderemolti rami già pericolanti, quando non al-beri interi, nonostante proprio da questepagine fossero arrivati avvertimenti sullanecessità di potature in vista dell’arrivo

Segue a pag 20

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3L’intervistaFabio Mariani e la sua “Materiasutela”

Fabio Mariani nato nel 1980 a Romaè un giovane artista contemporaneoche, innamorato dell’arte, continua

per la sua strada nonostante le difficoltàche si presentano sul suo percorso. Vive elavora nel quartiere di periferia dove ènato, Casalotti, a cui si sente particolar-mente legato. L’arte, la pittura hanno sempre fatto partedella sua vita fin da bambino fino a pren-derne consapevolezza diplomandosi alliceo artistico e laureandosi poi all’acca-demia delle Belle Arti. Fabio è un artista che tramite le sue operevuole trasmettere delle sensazioni, delleemozioni anche con l’ausilio di particolarimateriali ritenuti probabilmente impensa-bili ai più. Difficile da trovare nelle nuove generazioniin Fabio si riscopre l’amore per l’arte, peri dettagli che costituiscono la quotidianità,per la cultura in generale di cui l’Italia conla “I” maiuscola ne è grande preservatrice. Innamorato del suo paese comunque non sipreclude altre strade all’estero, consape-vole del fatto che in Italia può sempre tor-nare.Per valorizzare il legame con le sue originiha deciso di concludere il suo anno arti-stico proprio nella libreria del suo quar-tiere, la “pellicanolibri” di Beppe Costa.Le sue opere infatti rimarranno esposte finoal 17 febbraio, giorno di chiusura della suapersonale mostra.

FABIO: “La mia passione per il disegno ela pittura sono nate insieme a me, già dapiccolino. Disegnavo moltissimo e passavointere giornate a riempire blocchetti, crean-domi dei personaggi e delle storie. Era il mio mondo già da piccolo. Immaginache tutti dicevano “da grande farà il pittore”infatti crescendo ho preso consapevolezzaed ho fatto degli studi specifici diploman-domi al liceo artistico e poi laureandomiall’accademia delle Belle Arti.”

Hai deciso di seguire questa strada fin dabambino quindi?

“Inizialmente lo fai per gioco poi tutti ti ap-prezzano per quello che fai allora capisciche forse è quello che sai fare meglio, che

ti fa stare bene. Infatti non c’è stato un mo-mento determinante, il grande evento, èstata piuttosto una crescita.”

Dal nome del tuo sito internet “Materia-sutela” si capisce che i tuoi quadri nonsono del tutto ordinari. Usi tecniche par-ticolari?

“Materia su tela intendo anche il colore adolio, però con materia voglio indicare inparticolare delle superfici e dei materialiche non sono poi così consone alla pitturama bensì più utilizzati nel mondo dell’edi-lizia: sabbie, crete, pozzolane, resine sinte-tiche. Questo perché mi piace ottenere uncontrasto tra la pittura classica e una piùmaterica che aiuta a trasmettere sensazionidifferenti allo spettatore.”

Quali sono gli argomenti che tratti?

“Non c’è un argomento in particolare, sonotanti piccoli dettagli presenti nella nostravita. Io penso che i dettagli facciano la dif-ferenza. Oggi non si fa più caso alle piccolecose della vita bensì si cerca la cosa ecla-tante. Secondo me è un fenomeno del con-sumismo, in quanto si pensa ad arrivare adottenere quello che si vuole senza dare pesoal percorso che si fa per arrivare ad ottenerel’oggetto del desiderio.Nelle mie opere si possono trovare semplicioggetti del quotidiano messi in contrastocon della materia e del colore. È possibileosservare un microcosmo, e tutti quegli ele-menti servono a descrivere un determinato

momento o sensazione.”

Ci sono dei materiali che ti permettonodi esprimerti meglio?

“Ogni materiale serve a trasmettere unasensazione specifica. Come nella musica èimportante lo Strumento per una certa at-mosfera, nella pittura questo ruolo viene ri-coperto dai materiali”

Nella tua esperienza cosa ti ha spinto adandare avanti?

“I premi che ho vinto sicuramente mi hannodato fiducia, però le esperienze più impor-tanti sono state quelle all’estero. Quandoviaggiando incontri altri artisti e ti confronticon altri modi di pensare, cresci. Ti aiutaanche il vedere che vieni stimato da personecosì lontane da te e quindi capisci che forsequello che stai facendo non è poi così insi-gnificante.”

Trovi delle differenze tra le tue mostre inItalia e quelle all’estero?

“La differenza c’è. In particolare a Parigi daparte del pubblico c’è un maggior rispettoverso la cultura in generale, aspetto che inItalia un po’ si è perso, messo da parte peressere sostituito da quello materialistico.”

Come vedi il tuo futuro da artista qui inItalia?

“ Io l’Italia la amo particolarmente, è il mio

paese ma è anche un paese bellissimo, riccodi storia e di arte però non mi precludo nes-suna strada. Dovesse presentarsi l’occa-sione di lavorare all’estero penso che lacoglierei al volo, senza dimenticarsi che sipuò sempre tornare in Italia con più espe-rienza.”

Ti occupi anche di scenografie. Possonoessere messe a paragone le due espe-rienze?

“Per me sono cose completamente diffe-renti. In accademia ho studiato scenografiaper non avere professori di pittura perchécredo che loro debbano insegnarti la tecnicapittorica e non influenzare il tuo stile, comeho visto è successo ad altri giovani artisti.Comunque lo studio della scenografia tiapre la mente e ti fa vedere il mondo in ma-niera differente. Inoltre ti insegna a proget-tare lo spazio. Anche se credo che siano duedifferenti esperienze indubbiamente sonosempre io che creo in entrambi i casi.”

Fino al 17 febbraio possiamo venire a ve-dere la tua mostra nella libreria Pellicanolibri. Parlaci di questo progetto.

“Volevo chiudere questo 2011 ricco di espe-rienze con una mia mostra personale ed inparticolare in questo spazio a cui sonomolto legato. Per me è stato importante averconosciuto questa libreria e Beppe Costache mi ha sempre sostenuto, anche quandomagari la famiglia vorrebbe per te un lavoropiù ‘omologato’. Lui invece mi ha fatto ca-pire che si possono seguire i propri sogni.

Quindi la scelta di un libreria di periferiaè legata anche ad un aspetto personale?

“Si, aprire una libreria in periferia non deveessere stato facile, e non è facile ma si è ar-rivati ai 20 anni di attività. È stata una sceltacoraggiosa ed io l’ho ammirata. È unascelta che va oltre l’aspetto consumistico,c’è secondo me un amore verso il prossimo,un senso di responsabilità verso le persone. Quindi ho pensato al posto dove avrei vo-luto esporre i miei quadri e naturalmente miè venuta in mente questa libreria.

di Sara De Santis

Foto di Marco Pasqua

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Scuola Sanità4 &

IN...INVERNO!ISTITUTO COMPRENSIVO BOCCEA 590PROBLEMI DI RISCALDAMENTO

Nell’Istituto Comprensivo Boccea590, al ritorno dalle vacanze diNatale, ci si è ritrovati senza ri-

scaldamenti e con la luce che saltava incontinuazione. Il 23 Dicembre 2011 itecnici dell’Acea hanno cambiato i con-tatori dell’istituto sostituendo i vecchi,ciò invece di portare delle migliorie, haportato solo problemi.Quando gli alunni sono tornati di nuovisui banchi, dalla materna alle medie e siè di nuovo acceso tutto l'impianto, la cor-rente è saltata ed i riscaldamenti… nonriscaldavano. Le reazioni dei genitorisono arrivate immediatamente. Alcunisono andati direttamente dalla Preside afar valere le proprie legittime ragioni,altri visto il freddo della seconda setti-mana di gennaio, hanno preferito lasciarei propri figli a casa in attesa di un inter-vento tempestivo.Nel frattempo, dato che non tutti i geni-tori possono permettersi di lasciare i pro-

pri figli a casa per ovvi motivi di lavoro,la scuola ha cercato di trovare una solu-zione in attesa di una risposta concretada parte dell’Acea. A detta dei genitori ipiani della scuola venivano riscaldatiuno alla volta cercando di “privilegiare”il piano terra occupato dai bambini dellamaterna. I risultati però, dato il freddodi quei giorni non sono stati dei migliori.Dopo aver ascoltato direttamente la Pre-side, siamo riusciti a capire il problema.I contatori precedenti prevedevano 20Kw di potenza dichiarata e sono stati so-stituiti da nuovi contattori di pari po-tenza. Non essendoci state variazioni nonè stato presentato un nuovo piano ener-getico in sostituzione del precedente. Ma i nuovi contatori, come tanti avrannosperimentato nelle loro abitazioni pri-vate, hanno una tolleranza di gran lungainferiore ai precedenti che rendeva difatto insostenibile il vecchio carico diKw. Si richiedeva dunque una potenzasuperiore per lo stesso identico impianto.La preside è intervenuta tempestiva-

mente ma la macchinaburocratica italiananon è certo rinomataper la sua celerità.Essa ha comunquemesso a conoscenzadel problema il Muni-cipio che ha mandatodei tecnici a verificareil problema. Una voltaappurata la sussi-stenza del problema,questi ultimi inviano la comunicazionedirettamente al Dipartimento delle Infra-strutture scolastiche del Comune diRoma, che a sua volta finalmente gira larichiesta di intervento all’Acea.Ora tralasciando il fatto che magari uncontrollino prima della riapertura dellascuola sarebbe stato oltremodo oppor-tuno, il problema, in una decina digiorni, è stato risolto e ci si può anche ri-tenere fortunati in quanto alla Preside eraanche stato detto che si sarebbe dovutoattendere molto di più.

La soluzione al problema è stata ovvia-mente quella di aumentare i Kw di po-tenza, il che andrà ad incidere sui costidi mantenimento dell'Istituto che non na-viga certo nell'oro. Il fatto che dei bam-bini siano rimasti per giorni al freddo onel migliore dei casi a casa, sembra nonscandalizzare più nessuno. Questa è dicerto la cosa più grave di tutta la vi-cenda. Ma siamo alle solite … è "solo" la scuolapubblica e quindi "tocca anche acconten-tarci!".

Dopo 30 anni lo Studio Radiologico cambia sedeUna volta un noto giornalista parlò

di Casalotti come di un piccoloPaese nella città: una parrocchia,

una piazza con il giornalaio, scuole medie,una libreria, un centro anziani, una Ca-serma dei Carabinieri ed uno Studio di Ra-diologia.Oggi con l'aumento degli abitanti del quartiereanche lo Studio di Radiologia si adegua.Nato nel 1981 dall'intuizione di alcuni gio-vani medici di Roma, oggi primari in ospe-dali della capitale, e con la forza e lo spiritoche solo la gioventù può dare, dopo 30 annidi lavoro nella storica sede di Via Busso-leno 16, lo Studio Radiologico Casalotti sitrasferisce da Marzo 2012 nella più ampiae confortevole struttura di Via della Cellu-losa 25, all'interno del Centro Commerciale“E. Antonelli”.Si tratterà di un piccolo spostamento (se-condo il tutto città 1 km, ma in linea d'ariaancora meno), che consentirà però grandi

innovazioni e cambiamenti.“L'unica cosa che non cambierà sarà la di-sponibilità, la cortesia, la velocità, e la pre-cisione che ci contraddistinguono - ci diceil Dott. Ermanno Lombardo, Direttore delloStudio - da sempre abbiamo cercato di dareun servizio alla collettività di Casalotti, contempi d'attesa brevi, rapidità nella conse-gna delle risposte, che ormai non superanole otto ore lavorative, ed un costo conte-nuto, che potesse garantire il miglior ser-vizio possibile anche a chi non potevapermettersi la sanità privata”. Quello della Tariffa è il punto forte dell'at-tività: confrontando il listino prezzi ci ac-corgiamo infatti che il costo di unaprestazione radiografica corrisponde, od èinferiore in alcuni casi (mammografia, eco-grafia mammaria, Moc ecc), a quello delTicket, pur non essendo lo Studio Conven-zionato. Il cambiamento di sede porterà alcuni van-

taggi di indubbio valore: il centro commer-ciale di via della Cellulosa è infatti dotatodi un cospicuo parcheggio, alcuni dei qualiriservati a persone disabili. Dai parcheggicoperti sarà inoltre possibile accedere diret-tamente al primo piano, senza doversi con-frontare con scale o barrierearchitettoniche. “Abbiamo realizzato unostudio medico a barriere architettonicheZero - continua il Dott. Lombardo - in cuiqualunque paziente con difficoltà motorieo di demabulazione può parcheggiare vi-cino l'ascensore e salire al piano diretta-mente, senza incontrare mai nessunostacolo”.Nelle prospettive non c'è solo la continuitàdell'attività in corso, anche l’offerta dei ser-vizi migliorerà ulteriormente nel corsodell’anno: “Stiamo cercando di offrire alterritorio tutti quei servizi di cui un quar-tiere importante come Casalotti necessita:dalla nuova Risonanza Magnetica aperta,

al tanto atteso Dentalscan, apparecchia-tura particolare per la TAC richiesto daidentisti della zona, e potenzieremo ancoradi più il servizio ecografico che oggi haraggiunto la continuità giornaliera con dueapparecchi di ultimissima generazione.Cercheremo di offrire sempre più servizi especialità mediche, contribuendo anche nelnostro piccolo alla modernizzazione delquartiere”.In 30 anni di attività lo Studio è diventatopunto di riferimento degli abitanti, dei me-dici e dei professionisti di Casalotti e ditutto il quadrante che va da Castel di Guidoa Torrevecchia, da Casal Selce a Monte-spaccato, da Palmarola a Casal Lumbroso,fino ad abbracciare le necessità dei moltiquartieri limitrofi in espansione.Ogni tanto qualcosa di buono per Casalottisi realizza.

G.G.

di Sara de Santis

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Page 5: Il Pungolo n. 106

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Approvato il nuovo Piano Regolatore Sociale

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In seguito all’approvazione del pianoregolatore sociale del Municipio XIX,polemiche ed obbiettivi si sono alter-

nati allo scadere dell’anno passato.Il presidente del Municipio Alfredo Mi-lioni si è detto soddisfatto per l’approva-zione, ed ha affermato con convinzione che“abbiamo i fondi necessari”. Polemiche eproteste sono giunte invece dall’altrasponda, laddove PD ed Api si sono astenutie Prc-Fds hanno votato contro. Il seme della discordia è rappresentato dallamancanza di liquidità: con la crisi che in-combe, la continua riduzione dei fondi daparte del Comune ai Municipi e la carenzadi personale del servizio sociale, hanno in-fuso più di qualche dubbio sulla reale fatti-bilità del piano approvato. Dal canto suo, la maggioranza ha affermatodi poter garantire il suo adempimento pertutta la durata quinquennale, rifinanzian-dolo anno per anno.I punti più significati posso essere riassuntiin tre passaggi: “Il progetto di inserimentolavorativo dei cittadini segnalati dal servi-zio sociale e usciti dai percorsi assistenziali,che hanno problemi occupazionali legati adelementi di debolezza, come un lungo pe-riodo di disoccupazione, uscita anticipata

dal mercato del lavoro in età avanzata, dun-que le persone a rischio esclusione sociale“,un progetto nato nel 2008 ed ora ripreso emodificato dalla nuova giunta.In secondo luogo, un “progetto educativodi strada e centro di aggregazione giova-nile indirizzato ad adolescenti e pre-adole-scenti che a causa di condizionisocio-economiche svantaggiate risultano arischio dispersione scolastica. Il centro avrà il compito di sviluppare feste,tornei, mostre, video, attività culturali e inpiù essere di sostegno alle attività scolasti-che.“Per ultimo, ma punto cardine di tutto ilPiano Regolatore Sociale, il Centro per leFamiglie. Si tratta di un progetto che haavuto inizio nel 2002, al quale la giunta at-tuale è molto legata. Lo scopo di tale centro è quello di tutelarei minori destinati in breve tempo a subireun procedimento di affidamento verso unodei genitori, causato dallo scioglimento delproprio nucleo familiare. Nella società attuale sempre più frequente-mente ci si trova di fronte a separazioni piùo meno consenzienti, e spesso sono proprioi figli a soffrire di più lo stato di crisi fami-liare. Al fine di adottare la soluzione chemeglio si addice ad ogni singolo nucleo fa-miliare, si è predisposta la nascita del Cen-

tro per le Famiglie. In tal modo, il mi-nore sarà seguito almeglio dagli assi-stenti sociali chepermetteranno inprimo luogo di noncaricarlo di stress,ed in secondo luogodi giungere ad unprovvedimento diaffidamento il piùretto ed adeguatopossibile.Il presidente Milioni è certo di poter garan-tire la continuazione del progetto per tuttala sua durata, e ciò non può far altro che ac-crescere il valore del Municipio XIX, sia inquanto elargitore di servizi particolari, chedal semplice punto di vista umano: inve-stire su un progetto sociale destinato ad aiu-tare i meno fortunati, dimostra la volontàda parte delle istituzioni, di rimanere a con-tatto con quella parte di cittadini sempre piùtrascurata. A onor del vero molte opere e progetti va-lidi sono stati approvati durante il trascor-rere degli anni e l’alternarsi delle giunte,ma pochi hanno realmente visto la luce eprodotto effetti positivi sugli abitanti. E’ lecito quindi conservare un po’ di timore

“San Tommasiano”, che in umana memoriararamente pecca di un ingiustificato scetti-cismo. La crisi in cui tutti navighiamo e lasituazione economica “delicata” del Co-mune, pone i finanziamenti futuri in unostato di perenne incertezza, lasciando benpoco spazio alle volontà dei Municipi. Ad ogni modo il Piano è stato approvato eil Presidente Milioni ha garantito la pre-senza di fondi per il 2012, ora non resta cheaugurarsi che il Piano Regolatore Socialenon rimanga anch’esso vittima di questacrisi globale, e continui a ricevere finanzia-menti per tutti e cinque gli anni.Così, finalmente, potremo affermare che:San Tommaso aveva torto.

di Gabriele Cantarella

Approvato il nuovo Piano Regolatore Sociale

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6 Urbanistica Viabilità&

PALMAROLA - S.CANDIDAPROGR. RECUPEROURBANO

O.P.19 Ristrutturazione ed ampliamento di Via PolletraraO.P.21 Ristrutturazione ed ampliamento di Via CasorezzoO.P.23a Ristrutturazione ed ampliamento di Via Casal del Marmo dallo svincolo sul

Gra e Via del Fosso di Santo SpiritoO.P.23b Ristrutturazione ed ampliamento di Via Casal del Marmo da Via del Fosso

di Santo Spirito a Via PanizziO.P.25 Ristrutturazione di Via di Casalotti da Via Boccea a Piazza OrmeaO.P.26 Ristrutturazione di Via di Santa GemmaO.P.27 Sisetmazione di Piazza della Porcareccia VecchiaO.P.30 Realizzazione parcheggio pubblico antistante il centro anziani di Via MorsascoO.P.34 Realizzazione del collegamento tra Via Boccea km 5,600 e Via di Casalotti

EDILIZIA PUBBLICAO.P.3 Realizzazione centro attività culturali in Via Riserva GrandeO.P.4 Realizzazione di un asilo nido nel P.d.Z. “La Lucchina”O.P.6 Realizzazione di un Centro Polivalente nel P.d.Z. “La Lucchina”

O.P.12 Realizzazione di un centro Socio Sanitario e assistenziale in Via Riserva GrandeO.P.13 ristrutturazione Centro Sociale Polivalente in Via MorsascoO.P.31 Realizzazione del Mercato Comunale su Via Casal del MarmoO.P.33 Centro Civico di Via Boccea km. 5,600

VERDE PUBBLICO E SISTEMAZIONI AMBIENTALIO.P.28 Sistemazione a verde attrezzato area in Via Riserva GrandeO.P.29 Realizzazione parco di quartiere a Casalotti con ripristino zona umidaO.P.32 Spostamento degli elettrodotti MT dell’ENEL (TERNA) e delle FF.SS.

nel tratto compreso tra Via Riserva Grande e la zona Sud di CasalottiO.P.35 Sistemazione a parco pubblico dell’area N a ridosso della Porcareccia Vecchia

Il programma di recupero urbano “Palmarola – Selva Candida”, compreso nell’ar-ticolo 11 della legge 493 del 1993, è uno strumento urbanistico previsto dal Co-mune di Roma (oggi Roma Capitale) per il risanamento e la riqualificazione delle

aree periferiche metropolitane.Tale programma prevede, nel suo schema generale, 10 (dieci) interventi privati e 32(trentadue) interventi pubblici, suddivisi in :

Interventi legati alla viabilità ed alle infrastrutture del territorio;•Interventi di edilizia pubblica;•Interventi di verde pubblico e sistemazione ambientale;•

con l’obiettivo fondamentale di risanare e riqualificare il territorio circostante e ren-derlo urbanisticamente più vivibile.In parole povere: il Comune concede cubature residenziali e commerciali ai privati, pro-prietari di terreni agricoli (edificabili parzialmente e a certe condizioni), in cambio o perrealizzare con i contributi degli oneri concessori alcuni servizi per la collettività.Ecco l’elenco delle OPERE PRIVATE da realizzare:

Il totale dei metri cubi di residenziale e commerciale da realizzare è 420.749, per untotale di circa 40 milioni di euro da versare come oneri di urbanizzazione

Ecco l’elenco delle OPERE PUBBLICHE da realizzare:

di Luciano Landonio

SIGLA OPERA PRIVATA M3

3 Area M3 P.d.Z. n°83 “La Lucchina 9.9004 Area su Via di Selva Candida 40.0005 Area su Via di Selva Nera 32.0006 Zona”O” Via di Riserva Grande 94.72011 Area della Zona “O” di Palmarola 40.00014 Localizzazione di un Parco Pubblico “Punto

Verde Qualità” con Parcheggio Pubblico suVia di Casalotti 8.000

15 Centro Servizi Via della Cellulosa 37.09816 La Villanova 40.51217 Intervento su Via di Casalotti - Via Polletrara 97.62018 Comparto edificatorio zona “O” Palmarola 20.899

Alcune riflessioni sorgono spontanee e alcuni interrogativi ci sembrano inquietanti.L’ottanta per cento delle opere private sono iniziate e quasi terminate. Sapete quantedelle opere pubbliche sono state realizzate ?Una . L’opera pubblica numero 26 (O.P.26) denominata “RISTRUTTURAZIONE DIVIA DI S. GEMMA”, realizzata a scomputo degli oneri concessori dall’Associazionedi Recupero Urbano “Colle degli Olivi”, utilizzando soldi che i cittadini e/o i costrut-tori hanno versato per il ritiro della concessione in sanatoria del loro abuso o per re-golare licenza di costruzione di lotti liberi o di comparti appartenenti al PianoParticolareggiato 12 Casalotti – Mazzalupo o 10 Palmarola – Selva Candida. Prima domanda inquietante: ma che fine hanno fatto i soldi versati per gli oneri di ur-banizzazione degli articoli 11 dei privati sopra menzionati? Seconda domanda inquietante: ma se i costruttori hanno quasi finito di costruire, per-ché la pubblica amministrazione non ha ancora incominciato a realizzare almeno al-cune opere pubbliche?Terza domanda inquietante : ma se al termine della realizzazione delle OPERE PRI-VATE, le OPERE PUBBLICHE non sono state realizzate e i fondi racimolati con glioneri di urbanizzazione non sono più sufficienti, quale risanamento territoriale restaal cittadino? Quale viabilità? Quali servizi sociali? Quali scuole? Quali piazze ? Riflessione: se prima delle case non si fanno servizi ed infrastrutture, il cittadino dellaperiferia non avrà alcun risanamento e riqualificazione del territorio e la logica politicadelle promesse o dei piani delle certezze non darà alcuna certezza, anzi creerà semprepiù disagio e disinteresse. Il nostro non è il solito “pianto greco” demagogico, ma unavisione realistica della situazione: le case ed i palazzi li vediamo sorgere tutti i santigiorni, ma le strade ed i servizi ancora non siamo riusciti a vederne uno.

SIGLA OPERA PUBBLICAINFRASTRUTTURE A RETE (reti viarie, idriche, fognarie)

O.P.1 Realizzazione della strada di collegamento tra Via E.Sperani e Via CasorezzoO.P.5 Sistemazione del largo tra Via S.Spirito e Via C. del Marmo (Palmarola)O.P.7a Ristrutturazione di Via S.Candida da Via Boccea a Via Forno SaracenoO.P.7b Ristrutturazione di Via S.Candida da Via Forno Saraceno a Via Riserva GrandeO.P.8 Realizzazione parcheggio pubblico in Via di Casalotti (100 P.A.)O.P.11 Ristrutturazione ed ampliamento di Via Riserva Grande e Via S.Candida

nel tratto compreso tra il P.d.Z. “Selva Nera” e Via AraldiO.P.14 Realizzazione parcheggio pubblico in Via Boccea km. 6,200 (100 P.A.)O.P.15 Piazza su Via Boccea km 5,600O.P.16a Realizzazione del raddoppio di Via S.Candida da Via Boccea a Via Forno

Saraceno(nota ai più come “Via dei Tralicci” - alta tensione FF.SS.)O.P.16b Realizzazione del raddoppio di Via S.Candida da Via Forno Saraceno a Via

della Riserva Grande (nota ai più come “Via dei Tralicci” - alta tensione FF.SS.)O.P.17 Realizzazione della Piazza e del parcheggio in Via di CasalottiO.P.18 Realizzazione viabilità di collegamento tra Via Borgosesia e Via di Casalotti

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OCCHIO SULQUARTIERE

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Ci risiamo. La caccia alla buca sta diventando fintroppo facile in questi giorni. Stavolta il luogo del “misfatto” è a SelvaCandida in Via Norma Fratelli Parenti,all’altezza dell’ufficio postale tanto per esserchiari. Come ci riferiscono gli abitanti della zonaun nuovo cratere molto profondo è lì daben più di un mese. Transenne e cartelloni ci indicano di fare at-tenzione ma nessuno da quelle parti si èfatto vivo per riparare il manto stradale. Il tutto a poche centinaia di metri dall’altrabuca che insiste su via di Selva Candida, cheabbiamo trattato poche pagine prima. Abbiamo provato a più riprese a contattarele istituzioni per cercare di sollecitare gli in-terventi di riparazione, ma ad oggi tutti itentativi sono stati vani.Noi non demordiamo consapevoli che abreve, con la campagna elettorale incom-bente, saranno loro a cercare noi...

BUCA IN VIA NORMA FRATELLI PARENTI

VIA ESPERIA “SPERAMO”!?

Scusate il gioco diparole in apertura,ma in questi casi

solo un po’ di fiducia puòrisollevare il morale.Infatti, mentre il SindacoAlemanno si gongola deibuoni risultati sul ripiana-mento di bilancio, l'Uffi-cio del Commissariodelegato all'EmergenzaTraffico ci informa sullacarenza di fondi per com-pletare la nuova strada dicollegamento tra Via E.Sperani e via Casorezzo,pensata per dare un’ alter-nativa ai flussi di trafficoche da Selva Candida,passando per Palmarola,si dirigono verso il GRA.Nel dettaglio, secondo lestime della Dott.ssa Bar-

bato, firmataria del do-cumento, mancherebberoall'appello per adeguare ilprogetto alle varianti ri-chieste da Acea Ato2, pernon creare problemi al-l’acquedotto di Brac-ciano, circa 650.000,00euro, non preventivatinello stanziamento ini-ziale. Se si pensa che ilCampidoglio, per dare ilvia ai lavori, aveva dirot-tato su quel tracciato ifondi inizialmente desti-nati alla prima parte della"Via dei Tralicci",da Boc-cea a Forno Saraceno, cisi rende conto della deli-catezza della questione,che rischia di compro-mettere seriamentel'opera, data la penuria difondi a disposizione.A destar ulteriore scon-

forto nella vicenda, è sa-pere che a causa deglistringenti vincoli delPatto di Stabilità per il2012, difficilmente le ri-sorse necessarie potrannoessere trovate in tempicongrui, con l'amara con-statazione che delle dueopere, alla fine, neancheuna si farà.Così, nella miglior vestedella statistica trilussiana,mentre le strade esistentidel nostro territorio, siriempiono di crateri e vo-ragini ( vedi via di SelvaCandida, via Norma Fra-telli Parenti, via di Casa-lotti, Via Borgosesia,ecc.) e quelle da realiz-zarsi finiscono nel di-menticatoio perammanchi finanziari oper cavilli della burocra-

zia, (l'allargamento dellaVia Boccea è l’esempiopiù lapalissiano!), in altrezone della città vengonoriallestite piazze, vie eviali, per lustro di qualchepoliticante. Ed a noi, cit-

tadini senza “copertura”,rimane solo l’amaro inbocca e la speranza dipoter vedere un giorno,forse lontano, le nuovevie del territorio.

di Alessio Carbonara

No news, goodnews direbberoquelli bravi.

Stavolta però la notiziaè arrivata e potrebbe es-sere di quelle impor-tanti: fatti passi inavanti per l’adegua-mento del ponte di viadella Storta. Abbiamoincontrato Donato Lan-cellotti, presidente delconsorzio Le CerquetteGrandi, che il territorio

lo vive in prima personaquotidianamente: “ Esi-ste un progetto di ade-guamento del ponte edella sede stradale, giàpronto per esser realiz-zato. Nel giugno 2011questo progetto è statoapprovato in una confe-renza di servizi allaquale hanno preso partetutti gli organi istituzio-nali ( Asl, forze dell’or-dine, la sovrintendenza

ai beni culturali, la re-gione, la provincia e ilCBTAR). Si è oppostosolo il dipartimento mo-bilità e trasporti del Co-mune di Roma, con ilquale successivamentesi è giunti ad un ac-cordo: allargamento delponte con spartitrafficocentrale e vie d’accessofacilitate, ed un sema-foro per regolare il traf-fico dell’incrocio tra via

della Storta, via Bocceae via di Casal Selce.Approvato il progettopreliminare, sono statieffettuati nello scorsonovembre, i sondaggigeologici. Ora il Co-mune deve nominare uningegnere che si occu-perà dei calcoli struttu-rali, al termine dei qualipotrà partite la garad’appalto nazionale”.Tempo stimato? “Ciauguriamo che possanoiniziare i primi lavorientro fine anno, anchese credo sarà difficile

conoscendo i tempidella burocrazia” chiosaLancellotti. 1 milionedi euro la cifra stanziatanel lontano 2005, il cuifinanziamento , nel2011 è stato già proro-gato di 18 mesi. Dopotanto parlare, a pochimetri dal traguardo, cre-diamo che sia giuntal’ora di concretizzare. Ilnostro giornale vi terràaggiornati sugli sviluppifuturi della vicenda.

D.L.

Il Ponticello al “Dazietto”

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8 Elettrosmog Ambiente&

EMERGENZA PAPASPEDVIA CHIVASSO: PRESENTATO PIANO

Vista la scarsa affluenzadei presenti, a moltisarà sfuggito l’invito

alla partecipazione all’assem-blea pubblica dello scorso ve-nerdì 20 gennaio presso la salaconsiliare del Municipio XIXin Via Mattia Battistini. Lacomunicazione istituzionale fa-ceva riferimento alla presenta-zione di un piano di emergenzaesterno dello stabilimento in-dustriale PAPASPED sito inVia Chivasso 258. Abbiamo scoperto così chelungo una tortuosa perifericache parte da via della Storta etaglia le campagne di quellazona e a pochi chilometri inlinea d’aria da Casalotti eSelva Nera, esiste un’aziendadi stoccaggio di fitofarmaci eprodotti chimici considerati al-tamente pericolosi ai sensi del

D. Lgs 334/99. In quell’occasione è statoquindi illustrato un piano diemergenza alla presenza diCarlo Papa, proprietario del-l’attività, Alfredo Milioni, ilpresidente del municipio XIXed uno stuolo di tecnici e forzedell’ordine. Ne è venuto fuori che, nellapiù sciagurata delle ipotesi (in-cendio dei capannoni con rila-scio di una nube tossica adaltissima pericolosità), il pianod’emergenza stilato è in gradodi garantire la massima sicu-rezza.Ad onor del vero c’è da direche la PAPASPED non si oc-cupa di lavorazione di prodottichimici, ma di movimenta-zione e stoccaggio. Le merciche arrivano a via Chivasso258 vengono trasportate su au-tocarri lungo via della Storta,sigillate in appositi contenitori

e prese in consegnada degli elevatoriche provvedono allostoccaggio per futurespedizioni. Da ciò che risulta

dalle indagini effettuate, nellazona vivono circa un centinaiodi persone che probabilmentesolo oggi, o qualche giorno fa(non abbiamo la presunzione diconsiderarci l’unico canaled’informazione del quadrantenord/ovest della capitale)hanno preso coscienza diquello che c’è a meno di 500metri dalla porta di casa loro. Leggendo attentamente ilpiano, ci accorgiamo che sem-bra esser molto articolato: incaso di incendio si metterebbein funzione un sistema automa-tico che, attraverso dei rileva-tori di fumo, riuscirebbe asedare il rogo con dellaschiuma ad hoc, sistema con-trollato da un cervellone elet-tronico o in caso di bisognoazionato manualmente daglioperai. Ogni 2 minuti segnali acusticiallerterebbero le persone che

vivono nel circondario. Nellesituazioni più gravi, coloro chenon fossero al chiuso, verreb-bero trasportati presso lescuole elementari Casal Selcee San Nicola . Il tutto ovvia-mente con la coordinazionedelle forze dell’ordine e dei vi-gili del fuoco.Dopo aver letto con attenzioneil piano e rassicurati che incaso d’emergenza lì alla PAPA-SPED, saprebbero cosa fare,una domanda sorge spontanea:questi signori, ce l’hanno pre-sente via della Storta? Sannoche per raggiungere la via boc-cea si è costretti ad oltrepas-sare un ponticello così strettoda impedire l’attraversamentoconcomitante di due mezzi pe-santi o anche di due semplicimezzi di soccorso? Per non parlare poi di via Chi-vasso anch’essa stretta e tor-tuosa, sprovvista di guard rail

e che se non fosse per l’asfaltoconserverebbe tutti i tratti ti-pici di una mulattiera dell’agroromano di inizio secolo! Siamo sicuri che in una situa-zione di emergenza (Dio ce nescampi), presi dalla frenesiadel momento, nell’ipotesi dellapropagazione di un incendio divaste dimensioni, avere unpiano dettagliato e sicuro siaelemento sufficiente? Certidell’assoluta sicurezza dellaPAPASPED ad oggi abbiamoun motivo in più per batterci afavore dell’adeguamento stra-dale di via della Storta e delmaledetto ponticello.

di Davide Liberatori

In alto: Lo stabilimentodella PAPASPEDA fianco: un’immagine diVia Chivasso che rendefondato il dubbio di unacelerità dei soccorsi.

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OCCHIO SULQUARTIERE

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Benvenuto Comitato Zero Waste Roma

Il 14 Gennaio scorso presso l’ass.neFOCUS, casa dei diritti sociali, consede in via dei Mille a Roma , è nato il

Comitato Zero Waste Roma. Annunciatadal portavoce del Comitato Zero WasteLazio, Massimo Piras, la proposta di for-mare un comitato focalizzato su Roma, haavuto l’approvazione convinta dei presentialla riunione. A dar voce al “neonato” saranno Associa-zioni, Comitati di quartieri e movimenti ci-vici di tutti i municipi di Roma, pronti abattersi per una soluzione sostenibile alproblema rifiuti nella capitale.Alla riunione rappresentanti, portavoce esemplici cittadini che con la speranza di unfuturo migliore, per loro e soprattutto per ipropri figli, vogliono scendere in primalinea nella lotta Rifiuti Zero. Alcuni deipresenti, Il Comitato Monteverde 4 venti,Amici Parco Delle Valli, Orti Urbani Cir-colo Garbatella, Comitato quartiere DonBosco, Movimento 5 stelle, Casa Interna-zionale delle Donne, Tg Roma Talenti,Lega Ambiente Lazio, Città dell’Utopia,Radio Popolare, i Comitati Zero WasteRiano, Corcolle e Fiumici.Anche il Comitato N.A.R.N.O, attivo nelquartiere da oltre un ventennio, ha parteci-pato alla riunione costitutiva del neocomi-tato attraverso due giovani membri, conl’impegno di migliorare il nostro territorio,partendo proprio dai rifiuti.Portavoce del Comitato Zero Waste Romasarà Marcello Paolozza, scelto non solo inquanto membro da quattro anni dell'Ass.Non Bruciamoci il Futuro che si occupaesclusivamente di rifiuti, ma soprattutto inquanto portavoce della miriade di comitatied associazioni romane disseminate neivari Municipi.La strategia adottata per Roma sarà quelladi Rifiuti Zero:raccolta differenziata porta a porta in tuttoil territorio, per altro obbligatoria per leggea Roma ed in tutto il Lazio;realizzazione di impianti di compostaggioe digestori anaerobici per il recupero del-l’organico;definitivo scioglimento del monopolio difatto AMA-Cerroni, in cui AMA farà solo

raccolta, riciclo e recupero di materiali eCerroni solo smaltimento di quanto restadopo il recupero;proprietà pubblica dei nuovi siti di smalti-mento, con discariche ad almeno 5 km daabitato;proprietà e gestione pubblica di centralinedi monitoraggio dei fumi su internet /real-time.L’intervento su Roma è ormai urgente esotto gli occhi di tutti i cittadini. Le inizia-tive proposte dall’alto non salvaguardanola salute dei cittadini romani, ne tantomenosi curano dell’impatto ambientale, ma pro-pongono come soluzione nuove discarichee nuovi inceneritori.Il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro,nella recentissima ordinanza del 29 dicem-bre, proroga “la prosecuzione del serviziopubblico di smaltimento dei rifiuti urbanipresso la discarica di Malagrotta fino al30 giugno”. Sei mesi in più rispetto all’ul-tima scadenza del 31 dicembre 2011.Tutto questo sta a significare ancora con-ferimento in discarica, la più grande d’Eu-ropa, del rifiuto “tal quale” e avvio dellaprocedura d’infrazione da parte della Cortedi giustizia europea con relativa sanzione.Una proposta seria e in grado di far fronteall’emergenza, arriva da Zero Waste, oraanche per Roma. Il Comitato Zero WasteRoma si pone in lotta contro l’attuale PianoRifiuti e la prosecuzione dell’attività delladiscarica di Malagrotta.Il 18 e il 19 gennaio si sono svolte manife-stazioni al Consiglio Regionale, per daresostegno all’approvazione della legge di

iniziativa popolare 241, discussa in aulaproprio in queste date. Dal deposito delle12.000 firme, sono passati ben due anni dirinvii ingiustificati e violazioni regolamen-tari. I Comitati mobilitati dalla Rete ZeroWaste Lazio, si sono presentati alla Pisanaper far vedere quanto sia importante la suaapprovazione per la cittadinanza.“Dopo un penoso e stringato dibattito inaula è stato votato il Piano Rifiuti Polve-rini. Siamo già attrezzati dal punto di vistalegale per avviare ora un tavolo per il ri-corso al Tar contro il Piano Rifiuti oggi vo-tato, un piano che avevamo analizzato giàlo scorso anno in funzione della sua appro-vazione, poi slittata.” Così il portavoce diZero Waste Lazio Massimo Piras.Nonostante la sconfitta, i cittadini non siscoraggiano, a breve infatti il ComitatoZero Waste Roma depositerà il Piano Ri-fiuti Zero per Roma ed il testo di una deli-bera di iniziativa popolare con cuiraccogliere firme per tre mesi in tutto il ter-ritorio di Roma.Inoltre mercoledì 25 gennaio c’è stato unincontro con l’Ass.Re Di Paolo ed il suostaff per verificare l’interesse ad un verotavolo tecnico per raccogliere quanto i cit-tadini hanno proposto.Ancora in porto, ma solo temporanea-mente, per il nuovo Comitato, l’idea di for-mare successivamente anche una Rete diComitati Zero Waste Municipali, conl’obiettivo di portare l’informazione in ma-teria di rifiuti a tutti i cittadini. Perché laquestione Rifiuti interessa tutti.

di Sandra Angelici

Ci accompagna ormai da fine Novembre2011. L’abbiamo citata in un articolo perla versione on-line del Pungolo, che ha ri-cevuto tralaltro centinaia di visite, ma l’am-ministrazione Municipale non ha ancorarisolto la questione.

Su Via di Casalotti, all’altezza del civico312, si sta formando un nuovo cratere instile Via Borgosesia. L’acqua sta scavandosotto il manto stradale che inizia a mo-strare evidenti segni di cedimento. Varràanche per essa la solita tempistica?

LA BUCA DI VIA SELVA CANDIDA

NUOVA BUCA SU VIA DI CASALOTTI

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10 TecnologicaMente

LA FORZA DELLE IDEEQuante volte ricorre nelle considera-

zioni comuni, il termine globalizza-zione? Certamente se ne abusa

volentieri. Un po’ per moda, o semplice-mente per la veridicità oggettiva di alcunesituazioni, non di rado, si è accomunati daesperienze che varcano i confini di usi e co-stumi locali dei popoli. In tale ottica sembrache oggigiorno l’umanità non possa più farea meno del piacere, condiviso, a tutte le lati-tudini e condizioni sociali, della tecnologia.La si può definire come necessità di viverein un mondo parallelo, tanto affascinante,quanto impalpabile. La tecnologia conduce,ad esempio con la realtà virtuale dei video-giochi, in un’esperienza quasi onirica fattadi colori e situazioni esaltate. La condizioneipnotica che la semplice visione di un de-sktop di Windows suscita, equivale ad unalieve forma di allucinazione in grado di ra-pire dal modo reale gli adolescenti, maanche gli stessi padri, investiti da un poteredemocraticamente concesso a tutti: l’interat-tività, ovvero la possibilità, spesso non con-sentita nella vita sociale, di decidere, dicambiare una determinata situazione, a pro-prio piacimento. Creare un’immagine di-storta di se stessi in un social network, liberail desiderio di esprimere quanto non si osanella realtà, ovvero essere un individuo forte,sicuro, ma sopra ogni altro, irraggiungibile,nascosto: insomma incontestabile. L’elettronica di consumo odierna, ha varcatoil confine del contenuto intrinseco degli ap-parecchi. Non è più importante, come lo erain passato, ciò che è contenuto in un certostrumento tecnologico, quanto la sua finalità.Cosa si puòfare con imodern itablet-pcpiuttostoche conun televi-sore o unostrumentodi domo-tica: que-sta è lasfida at-tuale, doveun fattore discriminante per la riuscita omeno di un prodotto, è la forza delle idee dichi lo ha progettato. Gli errori, e ve ne sonomolti, sono pagati con la stagnazione di og-getti che, seppur venduti, esauriscono velo-cemente i loro aspetti funzionali e diventano,di fatto, poco più che inutili, appagando uni-

camente la vanità di chi li possiede. In concreto, allo stato attuale, molte aziendecommercializzano prodotti con valore ag-giunto rispetto alla funzione originaria, nellasperanza di invogliare settori ormai saturi.E’ il caso dei televisori di ultima generazioneche si sentono un po’ computer e un po’ vi-deoregistratori: forse troppo per un televi-sore e troppo poco per gli altri contenuti,emulati malamente. Smart-tv, è il suadenteappellativo trovato per questa pseudo novità.In realtà, salvo fattori di design, spesso ac-cattivante, gli aspetti funzionali sono discu-tibili. Possono collegarsi ad internet, ma nonincorporano un vero computer, possono re-gistrare su memoria flash usb (le comunichiavette), ma non hanno le funzioni tipichedi un videoregistratore. Eppure il costo lie-vita ingiustificatamente, non in favore dellaqualità di visione, che al vero sarebbe ciòche si richiede ad una tv, ma piuttosto versoorientamenti di natura tipicamente commer-ciale. La ricerca di un contenuto YouTube,fatta con il telecomando della tv è quanto-meno umiliante, poiché è presto evidentel’inutile macchinosità di una operazione che,svolta su di un computer non comportasforzi significativi. Eppure incorporare unascheda-pc in una moderna tv, sarebbe pocacosa, come anche dare la possibilità di digi-tare su una piccola tastiera standard Blueto-oth, ancora più semplice, ma… ciò nonrientra nelle scelte dei costruttori evidente-mente troppo attenti a non generare concor-renza verso altri prodotti, di categoriediverse, da loro stessi fabbricati.Purtroppo di oggetti furbescamente promi-scui è pieno il mercato che affolla i fogliettidelle catene di distribuzione, a dimostra-

zione chenegli ul-timi annin e s s u nvero ap-parato diu t i l i t àprimariaè statoi n v e n -tato. Tvche sonocompu-

ter, com-puter che sono anche tv, fotocamere chesono anche telecamere e viceversa, frigori-feri con la tv, navigatori satellitari che mo-strano anche le nostre fotografie, cornicidigitali con sveglia e tv e chi più ne ha piùne metta. Verrebbe da pensare che tutto èstato già inventato, raggiungendo il limite di

quanto possibile. In realtà ciòche realmente manca è unavera spinta propulsiva insenso ingegneristico.Si spacciano per 3D (tridi-mensionali) immagini che inrealtà sono solo il frutto diun’illusione ottica legata allosfasamento sull’asse orizzon-tale dei nostri occhi, l’uno ri-spetto all’altro. Un tentativo diarcaico 3D, a dimostrare chenulla c’è di realmente nuovo, lofece nel 1953 persino il grandeTotò con un film che mai fu pro-iettato per l’eccessivo costo di allestimentodelle sale. Ma del resto sin dal 1860 sonostate prodotte fotocamere stereografiche cheoggi alcuni produttori stanno rispolverandocome novità. La reale proiezione nello spa-zio di un’immagine tridimensionale (ologra-fia), comporta la possibilità di poter vederel’oggetto da tutti i punti di vista. Studi, anchemolto progrediti, usano un minimo di duegeneratori di luce ad alta coerenza (laser)sincronizzati tra loro che generano un’im-magine nell’ambiente sfruttando, per la ri-frazione dei raggi, l’impurità presentinell’aria o semplicemente del fumo generatoda un comune macchinario. Ebbene, sembrano considerazioni altiso-nanti, quasi fantascientifiche, ma quanto stu-pefacente doveva apparire una voce chesuperava gli oceani, quando Marconi in-ventò la radio? Le rivoluzioni nascono dalleidee: ma quelle vere! Pochi conoscono unodei più grandi innovatori della tecnologiamoderna, senza la cui opera, non esistereb-bero apparati talmente miniaturizzati chepermettono di inserire praticamente dei minicomputer in una lavabiancheria o semplice-mente di rendere trasportabili i telefoni cel-lulari. Quest’uomo si chiama FedericoFaggin e con il suo Fairchild 3708, ha difatto inventato il circuito integrato e succes-sivamente i microprocessori, cuore pulsantedi tutti i dispositivi tecnologici moderni. Inprecedenza l’elettronica, ad esempio di unaradio, era sviluppata con componenti digrandi dimensioni (le valvole), poi sostituitedai transistor che assieme ad altri compo-nenti di diversa natura, andavano a comporreil circuito che rendeva funzionante un deter-minato apparato. La grande capacità inge-gneristica di Faggin, fu quella di “integrare”un intero circuito in un unico componente disilicio di piccole dimensioni oggetto di mi-crolavorazioni, a sua volta racchiuso in uncontenitore dotato solo dei terminali di col-legamento.

Allaluce di ciò, èsempre più

evidente quanto il successo personale sia le-gato a fattori di promozione commerciale.Costui, infatti è, per i più, un personaggiosconosciuto. Un italiano, tutt’ora vivente, maessendo “solo” uno scienziato, non è osan-nato per i meriti che effettivamente dovreb-bero essergli riconosciuti con maggiorclamore, se non altro per l’alto valore tecno-logico della sua invenzione.Il fascino evolutivo della tecnologia, tipicodegli anni ’60, ’70 ed in parte ’80, si è esau-rito appiattendo le differenze qualitative tragli apparecchi. Basti considerare come suonava una piastradi registrazione a cassette degli anni ’80 ri-spetto ad un odierno MP3 dal costo di pochieuro: non vi sono paragoni che lontanamenteavvicinino le due realtà.Dunque allo stato attuale vige una condi-zione tecnologica sostanzialmente piatta nel-l’ambito delle varie categorie di apparati.Il punto focale va perciò orientato su quantopossano interagire fra loro varie famiglie diapparati sino a formare una sinergia unicache integra le potenzialità per raggiungereun unico scopo. Inutile dire che un esempio,in tal senso, è costituito dall’integrazioneperfetta tra di loro dei dispositivi Appleideati da Steve Jobs. Costui in effetti, rap-presenta la vera essenza della “forza delleidee” non avendo mai progettato apparecchiassestanti ma piuttosto membri di unagrande famiglia votata al fare e, perché no,anche all’apparire. Eredi di un’idea tanto semplice quanto ge-niale, non sembrano concorrere allo stato at-tuale, ma il mercato dell’elettronica diconsumo, potrebbe trarne una stimolante le-zione.

di Stefano Bastianelli

Il 7 aprile del 2007, sul più noto quoti-diano torinese, Roberto Galassoscrisse: “L’idea di progresso è stata ri-

dicolizzata dalla storia oltre che dal pen-siero, ma a guardarci intorno si direbbeche nulla sia avvenuto. L’unico ambito incui la parola progresso ha un significatoincontrovertibile è quello tecnologico”.Ad essere onesti non si può che ricono-

scere la validità di questa tesi, anche sev’è bisogno di un aggiungere un corolla-rio: “nulla si può inserire nell’insieme deiprogressi tecnologici, che non abbia perbase una vera idea nuova, un nuovo mododi interpretare o di superare i limiti fisicidella natura, a netto vantaggio del-l’uomo.”Questa nuova rubrica, della quale la mis-

sione principale è proprio quella di veri-ficare tale corollario, in coppia con la ru-brica dei Rioni di Roma, prosegue nellospirito editoriale del Pungolo di riavvici-nare il lettore alla conoscenza ed alla cri-tica, sfruttando tutta la potenzadell’indipendenza e della gratuità dellepenne che redigono queste pagine.

LA NUOVA RUBRICATECNOLOGICA

In basso a sinistra: una fotocamera in3D moderna;In alto una fotocamera in 3D del 1860.

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La famosa leggendasecondo la qualechiunque desideri

tornare a Roma unavolta nella vita debbarecarsi a visitare la Fon-tana di Trevi e lanciarviuna monetina dandole lespalle, rende questo rioneuno dei luoghi prediletti daituristi di tutto il mondo, quasi unatappa forzata per chiunque visiti la cittàanche per poche ore. Sembrerebbe perciò scontato che il se-condo rione di Roma prenda il nome daquesto celebre monumento. Invece il ter-mine ‘Trevi’ deriva, con tutta probabi-lità, dalla piccola piazzetta dei Crociferi,posta al lato della moderna piazza diTrevi, dove si congiungevano tre vie inun incrocio, il trivium latino ricordato

anche dalle tre spade parallele che cam-peggiano nello stemma del Rione. Territorialmente il secondo rione diRoma comprende gran parte del colleQuirinale e delle zone situate a occi-dente e a meridione, un’area che corri-sponde a due regioni della cittàimperiale: la sesta, detta Alta Semita, ela settima, via Lata.Se cerchiamo di immaginare come po-

teva apparire questa zonaquasi duemila anni fa dob-

biamo pensare, come suc-cede ancora oggi nellegrandi città, ad una nettadifferenza tra la zonabassa della via Lata, allivello del fiume e im-

mersa nel caos del tessutocittadino e quella più ele-

vata dell’Alta Semita, più salu-bre e ricercata, dove sorgevano

pochi agglomerati residenziali e gli im-portanti complessi termali di Costantinoe Diocleziano.Questa caratteristica accompagnò ilrione Trevi per gran parte della sua sto-ria, dalle invasioni dei Goti e dei Vandalinel V secolo, che portarono la popola-zione a concentrarsi sempre più nellavalle del Tevere, fino al rinascimento. Se la zona intorno a piazza Ss. Apostoli

fu sempre densamente po-polata, la parte alta delrione sopra il colle Quiri-nale (chiamato dai romanianche “Montecavallo” peril ritrovamento delle duecolossali statue dei Dio-scuri provenienti dallescomparse Terme di Co-stantino) rimase invecequasi totalmente disabitata,ricca di giardini e proprietàterriere di importanti espo-nenti dell’aristocrazia ro-mana.Come già si è detto per ilrione Monti, anche per ilTrevi la situazione urbani-stica ebbe una virata fonda-mentale con il pontificato

di Sisto V Peretti (1585-1590). La co-struzione dell’acquedotto Felice (dalnome di Felice Peretti prima di divenirepapa) portò l’acqua in tutta la zona altadi Roma che ne era sprovvista, renden-dola finalmente autonoma e più facil-mente abitabile, e l’apertura delbellissimo asse viario di “via Felice” (at-tuale via Sistina, via delle Quattro Fon-tane e Depretis) costituì un importantecollegamento con le zone più a valle.Non è un caso che il Seicento e il Sette-cento furono i secoli della grande urba-nizzazione dell’area intorno alla viaFelice, con costruzioni di nuove chiesee restauro di antiche basiliche, l’insedia-mento di importanti famiglie romane eil delinearsi della “cittadella del potere”papale sul Quirinale, dove la costruzionedi importanti edifici (come la residenzaestiva del pontefice) e l’erezione del-l’obelisco intorno ai Dioscuri, ci hannoregalato quella che si presenta ancoraoggi come una delle terrazze più bellesulla nostra città.

Le strade e le piazze checaratterizzano ilterzo rione di

Roma credo rappresen-tino, nell’immaginariodi tutti i romani cresciuticome me in quartieri li-mitrofi al centro, il cuorepulsante della città, ciòche comunemente si defini-sce “il centro di Roma”. Via del Corso, piazza San Silvestro,via di Campo Marzio, via Frattina, piazzaColonna… sono luoghi che portano allamemoria le passeggiate del sabato pome-riggio con gli amici, gli appuntamenti dipiacere o di lavoro, le tappe forzate perchi non ha mai visto la città.Entrando nel vivo del nostro racconto no-tiamo curiosamente che il caso del rioneColonna è totalmente opposto a quelloprecedente del rione Trevi. Il suo nomederiva proprio dalla Co-lonna dedicata a Marco Au-relio che l’imperatoreCommodo fece costruire nel193 d. C. per celebrare leimprese del padre.Errore frequente è chiamarela colonna ‘Antonina’, cioèdedicata all’imperatore An-tonino Pio, così come venneidentificata nel Medioevo ecreduta anche all’epocadella sua risistemazione conpapa Sisto V che fece porrealla base la seguente iscri-zione: « Questa colonnaistoriata dedicata all'impera-tore Antonino, miseramentedeteriorata e danneggiata,Sisto Quinto, PonteficeMassimo restituì alla forma originaria.A.D. 1589, nell'anno quarto del suo pon-tificato». Questo celebre equivoco che haaccompagnato la storia dell’archeologiamoderna non toglie l’importanza e il si-gnificato che questo monumento ebbe peril nostro rione. Immaginate lo stupore el’orgoglio che questo maestoso stelo mar-moreo di 42 metri poteva suscitare sugliabitanti della zona, che già prima del XIIsecolo e della nascita del Comune, loscelsero come proprio simbolo araldico.La colonna è posta al centro del rione esembra quasi delimitare due settori moltodifferenti tra loro: da un lato la zona pia-neggiante che da Via del Corso porta, adovest, verso il Pantheon, Piazza Sant’Ignazio e l’unica piccola altura di piazzaMontecitorio, dall’altro l’area che daPiazza San Silvestro con via del Tritonee via della Mercede sale ad ovest fino allependici del Pincio.Questa struttura piuttosto anomala, evi-dentissima se si osserva una pianta diRoma, si può notare anche percorrendovia del Corso tra il caos dei negozi e lefolle di turisti. Il primo settore è ricchissimo di monu-menti antichi che attestano l’importanzache l’area dovette rivestire nella Roma

imperiale.Oltre alla già citata co-

lonna, che dobbiamo im-maginare inquadrata daun tempio che sorgevain onore di Marco Aure-lio sul lato della piazza

dove ora vediamo Pa-lazzo Wedekind (noto ai

romani come il palazzo de“il Tempo”), in quest’area do-

veva trovarsi anche l’ustrinum (ilcrematorio) della famiglia imperiale degliAntonini, la Colonna di Antonino Pio, dalfusto liscio e dal basamento istoriato(oggi nel cortile delle Corazze dei MuseiVaticani) il tempio dedicato da AntoninoPio a suo padre Adriano nel 145 d. C.,oggi inglobato nel Palazzo della Borsanella cosiddetta Piazza di Pietra e l’im-portantissima Ara Pacis Augustae, rinve-nuta in questa zona nel XVI secolo ma

trasportata nel 1938 presso il mausoleo diAugusto sul Lungotevere. Al contrario la zona che dal Corso risaleverso est chiudendosi in uno spazio deli-mitato da altri tre rioni (Ludovisi, Trevi eCampo Marzio) fu sempre scarsamenteabitata, tanto da essere chiamata ‘dellefratte’ proprio per i terreni cespugliosi egli orti che la caratterizzavano.

I R ION I D I ROMA

In alto: Le mappe dei rioni Trevi e Colonna con i mo-numenti più significativi.A sinistra: Vista di piazza del Quirinale dalla Fontanadei Dioscu ri.A destra: La Colonna d i Mar co Aur elio (193 d. C.) inpiazza Colonna a Roma.

di Martina Casadio

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TUTTO QUELLO CHE AVRESTEVOLUTO SAPERE SULLA FON-

TANA DI TREVIMA NON AVETE MAI OSATO CHIEDERE

Molti conoscono la Fontana di Trevi e lesue leggende, dalla storia della monetinaal famoso bagno di Anita Ekberg, dallatruffa di Totò che cercava di venderlaall’acqua tinta di rosso nel 2007. Solo inpochi sanno la storia vera, quella delleorigini, dei numerosi progetti incompiutie del concorso indetto nel Settecento perla sistemazione definitiva.Tutto inizia nel lontano 9 giugno del 19a. C. quando Marco Vipsanio Agrippa,genero e collaboratore dell’imperatore

Ottaviano Augusto, costruisce il primocondotto dell’Acqua Vergine che, por-tando l’acqua dalla via Collatina, avrebberifornito la zona del Pantheon ma soprat-tutto le sue Terme poste nel Campo Mar-zio.Così Sesto Giulio Frontino, lo scrittore la-tino autore del celebre trattato De aquisurbis Romae, descrive l’avvenimento:”Tredici anni dopo aver condotto l’acquaGiulia Agrippa condusse l’acqua Vergineconvogliandola a Roma da un terreno diLucullo […] L’acqua Vergine ha inizio al-l’ottavo miglio sulla via Collatina in luo-ghi palustri all’interno di un bacinocostruito in cemento per meglio conte-nere le scaturigini…”.Una curiosità che non può essere trala-sciata è che l’acquedotto Vergine è il piùantico di Roma ancora oggi funzionantee l’unico che non ha mai smesso di for-nire acqua alla città dall’epoca augusteasenza cadere in disuso durante i secolimedievali.L’Acqua Virgo usciva allo scoperto pro-prio sul lato orientale del monte Quiri-nale, non nella posizione della fontanaattuale, ma nei pressi di quel trivium dicui abbiamo già parlato a proposito delnome del rione Trevi.Le fonti ci dicono che è probabilmentepapa Adriano I, intorno al 780 d. C., a co-

struire una prima fontanella addossataalle arcate dell’acquedotto. Dobbiamoperò aspettare il rinascimento perchè a unillustre architetto venga commissionatauna degna sistemazione per una fontanacosì importante per la città. Nel 1453papa Niccolò V si affida a Leon BattistaAlberti che realizza una grande fontanasu una parete bugnata coronata da merlicon apposta una lapide per celebrare ilpontefice: ”Nicolò V Pontefice Massimo,dopo aver abbellito con insigni monu-menti la città, restaurò il condotto del-l’Acqua Vergine dall’antico stato diabbandono nel 1453”. Circa due secoli dopo, nel 1640, un altropapa e un altro architetto tornano a far

parlare della fontana. Si tratta di UrbanoVIII Barberini (1623-1644) e di Gian Lo-renzo Bernini, che proprio in quegli annista dirigendo i lavori di costruzione di Pa-lazzo Barberini poco distante (vedi se-conda passeggiata).Quasi a completare il nucleo scenograficovicino alla nuova residenza, Bernini pro-getta una grande mostra d'acqua chesrebbe divuta essere ben visibile anchedal Palazzo del Quirinale, costituita daun'architettura incentrata sulla statuadella vergine Trivia che, posta su un ba-samento sotto il livello dell'acqua, sem-brava emergere dal mare in un perfettoconnubio scultura-elemento naturale tuttobarocco.Il costoso progetto non verrà mai comple-tato nonostante il papa autorizzi Berniniaddirittura a demolire la tomba di CeciliaMetella su via Appia per ricavarne nuovimateriali. Il saccheggio del monumentomillenario non viene permessoo a causadelle grandi proteste dei cittadini che inquesta occasione che cominciano a far acircolare a Roma il detto secondo il quale‘’quod non fecerunt barbari fecerunt Bar-berini’.Il problema della sistemazione della fon-tana assilla anche altri papi, a cominciareda Alessandro VII Chigi che addiritturapensa di trasferire la mostra dell’acqua

Vergine davanti a piazza Colonna addos-sandola ad un nuovo, grandioso palazzodi famiglia, o Clemente XI Albani, che at-traverso i celebri concorsi clementini dalui istituiti porta nel 1706 il dibattito al-l’interno delle classi di architettura dellaprestigiosa Accademia di San Luca.La vicenda si conclude solo 25 anni dopocon il concorso indetto Clemente XIICorsini (1730-1740) vinto dall’architettoNicola Salvi. Il papa non riuscirà mai avedere il grandioso progetto realizzatoperché il lungo iter dei lavori finisce sol-tanto nel 1762. Il risultato finale forse èvalso questa lunga attesa e sicuramenteanche Bernini, fino all’ultimo intento aportare a termine il suo progetto, sarebberimasto soddisfatto nel vedere la ric-chezza di spunti e di citazioni barocchecontenute nell’opera del Salvi, a comin-ciare dalla fusione della scultura e dellearchitetture con l’acqua e con le rocce chesembrano nascere dalle fondamenta delPalazzo Poli, a finire con l’effetto sceno-grafico della figura dell’oceano che dallasua nicchia sembra avanzare verso lospettatore. Mi permetto di consigliare almeno a tuttidi entrare almeno una volta in PalazzoPoli (oggi sede dell’Istituto Nazionale perla Grafica e importantissimo contenitoredi alcuni tra i più importanti disegni del-l’arte italiana), salire al primo piano e am-mirare la vista dalle finestre della fontana.Godrete di uno spettacolo indescrivibile,entrando davvero dentro l’opera d’arte esentendovi osservati da tanti puntini lon-tani.

IL CIELO IN UNA STANZAPALAZZO BARBERINI E IL TRIONFO

DELLA DIVINA PROVVIDENZA

Sembrerebbe difficile immaginare che inPiazza Barberini, uno degli snodi più cao-tici e affascinanti di Roma, incrocio dimetro, cinema, uffici, caffè e ristoranti sipossa ancora trovare un auten-tico angolo di paradiso. Stoparlando di Palazzo Barberini,conosciuto a molti perché sededella Galleria Nazionale d’ArteAntica, il cui ingresso si affac-cia nella sempre trafficata Viadelle Quattro Fontane.Ci sono moltissimi motivi pervisitare questo luogo meravi-glioso. Innanzitutto perchè rac-chiude degli autenticicapolavori dell’arte italiana,come Raffaello, Andrea delSarto, Tintoretto, Caravaggioma anche perchè si tratta, adetta di molti, del più bell’edi-ficio patrizio di tutto il Seicentoromano.Nel 1623 Maffeo Barberini, ap-pena salito al soglio pontificiocome Urbano VIII, doveva as-solutamente costruire una di-mora adeguata alla nuova

dignità. Decise perciò di acquistare unabellissima villa nei pressi del Quirinale diproprietà della famiglia Sforza, costrettaa vendere per gravi difficoltà economi-che.Da straordinario quanto prepotente mece-nate barocco, Maffeo riuscì a radunare in-torno a sé una delle più incredibili equipedi artisti mai vista: Carlo Maderno, l’ar-chitetto che aveva portato a compimentola facciata di San Pietro, e i suoi giovanicollaboratori Francesco Borromini e GianLorenzo Bernini. A decorare l’immensosalone e ad organizzare il Teatro all’in-terno del giardino Pietro da Cortona.Una specie di “all-star game” del ba-rocco, il meglio che si potesse trovare nelmercato, ma anche un intricato intrecciodi committenze e attribuzioni. Senza entrare nel merito della nota riva-lità tra Bernini e Borromini, costretti a la-vorare a stretto contatto soprattutto dopola morte di Maderno nel 1629, vi invito afermarvi davanti alla facciata del palazzoosservando i piccoli dettagli che rendonoquesto edificio un unicum dell’architet-tura, testimone della nascita del grandebarocco romano. Innanzitutto la novità nella struttura di unpalazzo non più inteso come un bloccorettangolare con un cortile al centro, macon due ali che sembrano sporgersi peraccompagnare il visitatore nel giardino,come in una grandiosa villa suburbana inpieno centro.L’elegante e luminoso portico sporgentecon sette arcate che si ripropone semprediverso nelle finestre prospettiche deipiani superiori e che lascia intravedere,nelle due rientranze laterali, delle bellis-sime finestrelle tridimensionali che sem-brano uscire dalla parete e richiamare losguardo del visitatore.Vi consiglio a questo punto di aspettare avisitare la pinacoteca, di addentrarvinell’atrio circolare e dare uno sguardo dalbasso alla stupenda scala a chiocciola

I Rioni di RomaPASSEGGIARE PER TREVI E COLONNA

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sulla destra, opera certa del Borromini, vilascerà a bocca aperta.Una volta entrati ed aver gustato i capo-lavori della pinacoteca, trattenete il fiatoe perdetevi nel più belcielo che il Seicento ciabbia regalato.Si tratta del Trionfodella Divina Provvi-denza e il compiersi deisuoi fini sotto il pontifi-cato di papa UrbanoVIII Barberini realizzatada Pietro da Cortona trail 1632 e il 1639. L'impresa fu straordina-ria non solo per le ecce-zionali dimensionidell’affresco (24x14metri), ma anche per lacomplessità dell'intrec-cio di temi e sottoteminarrativi, di simboli e al-legorie elaborate apposi-tamente dal poetapistoiese di corte e se-gretario del papa Fran-cesco Bracciolini.La Divina Provvidenza,elevata in alto sulle nu-vole sopra il Tempo e loSpazio, chiede all’Im-mortalità di porgere lacorona di stelle alle api dei Barberini.Questi insetti volano secondo la forma-zione dello stemma dei Barberini e sonocircondati da una corona d’alloro (sim-bolo di immortalità) retta dalle virtù teo-logali. Un putto mostra la corona delpoeta, allusione alle doti letterarie delPapa.L’enorme potere propagandistico delleimmagini doveva trasmettere il messag-gio di un papa scelto dalla Divina Prov-videnza e degno dell’immortalità.Per far questo Cortona costruì unastruttura illusionistica che si apre alcielo e viene popolata da una quan-tità di figure ed immagini che nonrispettano in alcun modo le cornicida lui stesso fissate. Il visitatorenon riesce a cogliere la scena im-mediatamente e i suoi occhi sonoportati a a muoversi continuamentescrutando la varietà delle scene econ la sensazione che tutto glipossa crollare addosso da un mo-mento all’altro.

PIETRE MILIARIA PASSEGGIO PER LA PIAZZA DI

PIETRA

Tra gli innumerevoli monumentiantichi contenuti nel Rione Co-lonna mi piacerebbe portarvi in unluogo troppo spesso ignorato da ro-mani e turisti che, scendendo da PiazzaColonna per via dei Bergamaschi, si ad-dentrano alla disperata ricerca del Pan-theon e di Piazza Navona.Sto parlando della cosiddetta Piazza diPietra, che mi ha sempre affascinato eche a credo rappresenti bene la vera na-tura conservatrice e stratificata di questacittà.

Innanzitutto è facile capire che le ‘pietre’in questione sono i marmi di ciò che restadel gigantesco Tempio di Adriano che do-mina il lato meridionale della piazza ren-

dendo l’atmosfera cupa e pittoresca, quasisi entrasse all’interno di un’incisione diPiranesi. Fu Antonino Pio, nel 145 d. C.,a voler celebrare il suo predecessore, di-vinizzato dopo la sua morte, con unagrande piazza porticata scandita da co-lonne in marmo giallo, che si apriva versola via Lata (attuale via del Corso) con unarco Trionfale.Una piccola curiosità: questo arco, cono-sciuto anche come “l’arco dei Tosetti"

(dal nome della famiglia che abitava inpiazza Sciarra) è oggi scomparso, ma eraancora in piedi nel XVII secolo quandodette il nome alla bellissima via dell'Ar-chetto.Il tempio, posto al centro della piazza,aveva forma rettangolare ed era un perip-tero ottastilo: queste due parole quasi im-pronunciabili, che sembrano più il nome

di un dinosauro che di un’opera architet-tonica, indicano che l’edificio era circon-dato da colonne su tutti e quattro i lati ene presentava otto sul fronte principale e

tredici sui lati maggiori. Di questoenorme complesso oggi rimangono al-l’esterno solo le 11 colonne corinzie diuno dei due lati lunghi, alte 15 metri (in-terrate rispetto alla piazza per via dell'in-nalzamento del livello stradale), una partedella trabeazione e, all’interno, alcuniresti del muro della cella, fregi e una partedel bellissimo soffitto a cassettoni.Ogni volta che passo per questa piazzanon posso fare a meno di pensare che si

tratti di una delle opere più attraenti del-l’arte romana stranamente poco nota esottovalutata.Curioso è vedere come questa strutturacambiò volto nel corso dei secoli. A metà del Seicento si volle trasferire inquesta piazza il mercato del pane, delpesce e delle verdure che prima avvenivain piazza della Rotonda di fronte, in oc-

casione dei restauri eseguiti da Papa Ales-sandro VII nel Pantheon.Alla fine del secolo, per l’esattezza nel1695, papa Innocenzo XII Pignatelli

(1691-1700), che neglistessi anni andava ter-minando con Carlo Fon-tana il vicino Palazzo diMontecitorio cheavrebbe ospitato gli uf-fici della “Curia Inno-cenziana”, incaricò ilfiglio dell’architetto, ilgiovane Francesco, ditrasformare i resti delTempio di Adriano inuna “dogana di terra”,un edificio che avrebbeospitato le merci chegiungevano a Roma viaterra. A Ripa Grande (attualePortaportese) vi era in-vece la dogana per ilcontrollo delle merciche giungevano viamare e che da qui avreb-bero risalito il Tevere.Il Fontana decise disfruttare le colonne late-rali del tempio per im-postare la facciata delnuovo palazzo, ruo-

tando perciò l’impostazione dell’edificiorispetto alla piazza.Creò poi una leggera sporgenza centraleper dare importanza e visibilità all’anticorispetto al moderno, e due ali lateralimolto semplici in grado di dare maggioreleggerezza e movimento al prospetto.L’antico si metteva in mostra e si inte-grava perfettamente al moderno, che lostava ad ammirare in tutta la sua bellezzae decadente grandiosità.

Purtroppo oggi possiamo vederemolto poco di questo progetto. Nel1873 l'edificio fu acquistato dallaCamera di Commercio e fatto ri-strutturare da Virginio Vespignanisecondo caratteristiche più classichee razionali, successivamente, nel1928 divenne poi sede della Borsa.In questa occasione furono riapertigli spazi tra le colonne che eranostati chiusi da Fontana, e distrutti itre ordini di porte e finestre.Fortunatamente molte incisioni cidanno l’idea di come doveva appa-rire la piazza nei primi anni del Set-tecento, appena entrò in funzione lanuova dogana. Ho deciso di mostrarvela attraversogli occhi di Piranesi, che forse me-glio di altri riusciva a leggere l’an-tico in modo passionale e dinamicocome i grandi architetti del Seicento.

Nella pagina a fianco:In alto a sinistra: Piazza di Trevi e Fontana di Trevi vistedalle finestre di Palazzo Poli.In basso a destra: Francesco Borromini, Sca la a Chioc-cio la, interni di Palazzo Barberini.In questa pagina:In alto: Pietro da Cortona, Tr ionfo de l la Div ina Pr ovv i -denza, Salone d’onore di Palazzo Barberini, 1632-1639.In basso:Giovan Battista Piranesi, Veduta de l la Dogana di Ter raa Piazza di Piet ra , 1751-1753.

I Rioni di Roma

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I Rioni di Roma

LA TASSA SUL VINO

Urbano VIII Barberini, come abbiamo visto nelle pa-gine precedenti, fu il primo papa a tentare di dare “unafacciata sontuosa all’acqua Vergine detta Trevi” affi-dando il primo progetto a Gian Lorenzo Bernini. Quest’opera grandiosa richiedeva una drastica demo-

lizione di molti edifici per ampliare la piazza e unagran quantità di marmi. Il papa, cominciati i lavori, cercò di tamponare lespese aumentando la tassa sul vino. Il popolo, arrab-biatissimo, non risparmiò al pontefice una divertentepasquinata in latino: “Urbanus pastor, post mille gra-vamina vini Romulides pura nunc recreavit acqua”che viene così tradotta: “Urbano poiché di tasse ag-gravò il vino, ricrea con l’acqua il popol di Quirino”. La mancanza di fondi lasciò incompiuto il progetto diBernini che non vide mai la luce.

L’ASSO DI COPPE E IL CAPPELLO DEL VESCOVO

Tra le tante leggende di origine popolare che esistonosulla Fontana di Trevi ve ne è una che riguarda ilgrande vaso di travertino collocato in cima alla balau-stra di desta.Si dice che l’architetto Salvi, nel periodo in cui si an-dava costruendo la fontana, non andasse particolar-mente d’accordo con un barbiere che aveva la suabottega proprio in quella che oggi è via della Stampe-ria. Il barbiere, un brav’uomo ma abbastanza pedante, lo assillava con continue critiche sui lavori alla fon-tana e gli dava suggerimenti su modifiche, per lui in-dispensabili, da apportare al progetto.Così una notte Salvi decise di metterlo a tacere co-struendo davanti alla sua bottega questo vaso, in modo

tale che non potesse più vedere il procedere dei lavori. I romani hanno poi ribattezzato questa scultura con ilnome di asso di coppe, per la sua somiglianza allacarta da gioco.Un’altra bizzarria si può scorgere proprio dalla balau-stra dell’asso di coppe: il cappello del vescovo, sem-pre di travertino, appoggiato sulle finte rocce dellafontana.

I CUORI DEI PAPI ... NEL CANNETO

Pochi sanno che la chiesa barocca dei Santi Vincenzoed Anastasio in Piazza Trevi, oltre ad essere chiamatada molti romani il canneto per l’elevato numero di co-lonne che si trovano sulla facciata, conserva al suo in-terno dei reperti molto particolari. Nella zona dell’abside, vi erano dei loculi che conte-nevano i precordi (gli organi della cavità toracica vi-cino al cuore) che venivano tolti prima di imbalsamareil corpo dei pontefici. Questa usanza fu iniziata daSisto V nel 1590 per suo espresso desiderio testamen-tario e continuò fino al 1903 con papa Leone XIII.Questo "privilegio" è dovuto al fatto che la chiesa

fosse la parroc-chia pontificianel tempo in cuii papi fissaronola loro resi-denza estiva nelPalazzo delQuirinale (apartire proprioda Sisto V).Presso l'altaremaggiore, duegrosse lapidi re-cano incisa lalista completadei nomi diquesti 23 papi.

Lascio però a Gioachino Belli descrivervi questa sin-golare usanza in uno dei suoi sonetti.

San Vincenz'e Ssatanassio a Ttrevi

Tu tte sbajji: nun è in una cappella,è ppropiamente su a l’artar maggiore.Li stanno li precòrdichi, Pacchiella,

d’oggni Sommo Pontescife che mmore.

Che mme bburli? te pare poco onore?Drent’una cchiesa er corpo in barzamella,e ddrent’un’antra li pormoni, er core,er fedigo, la mirza e le bbudella!

Morto un Papa, sparato e sprufumato,l’interiori santissimi in vettina

se conzeggneno in mano der curato.

E llui co li su’ bboni fratiscellil’alloca in una spesce de cantina

ch’è un museo de corate e de sciorcelli.

22 Aprile 1835

“LEVATEMI DAL CUL TANTA CANAGLIA...”

Papa Clemente XI avrebbe voluto porre al centro dellapiazza di Montecitorio l'alta e bellissima colonna de-dicata ad Antonino Pio, ritrovata il 1703 sotto il Con-vento della Missione quando alcuni edifici nella zonadi Montecitorio vennero rasi al suolo. L'incarico fu affidato all’architetto Francesco Fontana,

che tentò invano di ricomporre e rialzare la colonna.La linguaccia di Pasquino così commentò l’impresafallita, mettendosi nei panni della povera colonna einvocando Alessandro Zabaglia, capomastro di SanPietro:

“Levatemi dal cul tanta canaglia,chi vuol ch'io vada al desiato luogofaccia venir da me mastro Zabaglia”.

Non solo la colonna rimase dov’era, ma il suo fustofu addirittura utilizzato come materiale da costruzionee finì miseramente la carriera come rattoppo dell' obe-lisco di Montecitorio, già gnomone (la parte dell'oro-logio solare che proietta la propria ombra sul piatto)dell'immensa meridiana fatta realizzare da Augusto inCampo Marzio. Benedetto XIV fece poi trasportarenel Cortile della Pigna in Vaticano il magnifico basa-mento in marmo bianco della colonna dove è ancoracollocato.

PER NON DIMENTICARE

Un’altra storia divertente legata alla Fontana di Treviè quella della cosid-detta fontanina degliinnamorati. Questa semplice va-schetta rettangolarenella quale due pic-cole cannelle versanol’acqua darebbe, se-condo la tradizione, ilprivilegio di restare sempre fedeli al proprio amato.In passato il rito si riferiva alle partenze dei fidanzati,soprattutto quando la lontananza era prolungata per ilservizio militare. La sera precedente la ragazza riem-piva di quell’acqua un bicchiere mai usato prima, looffriva da bere al giovane e poi lo rompeva. Così facendo la fanciulla non aveva più timore perchèchi beveva l’acqua di Trevi, non potendo più dimen-ticare Roma, avrebbe continuato a ricordare la per-sona amata rimasta in città.

I Rioni di Roma

In alto a sinistra: Barolomeo Pinelli, Sc ena d i os ter ia.In basso a sinistra: Francesco Salvi, l’ Asso di Coppe a Fontana di Trevi.Al centro: Martino Longhi il Giovane, Chiesa de i SS . Vin cenz o e Anasta-s io, 1650.Qui in alto: Giovan Battista Piranesi, Veduta de l Piedestal l o de l l'Apot eos idi Antonino Pio, e d i Faustina sua mogl i e ne l la Piazza d i Monte Citorio.In basso: La Fontanina deg li Innamorat i, Roma, Fontana di Trevi.

CURIOSITA’ DAI RIONI TREVI E COLONNA

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15Dai Municipi XVIII e XIX

SIAMO ANCORA IN ATTESA!Siamo ben felici di ap-

prendere direttamentedal Municipio dell’ini-

zio dei lavori, dopo 3 anni diattesa, delle 15 aule di scuolaelementare in Via Abacuc(vedi immagine 3a e 3b). Lanostra è stata una lunga batta-glia, fatta di pazienza, di insi-stenza, di documenti, diciviltà. Ma nonostante si siaraggiunto un indiscusso ot-timo risultato per la cittadi-nanza, non possiamodimenticare la mancata rispo-sta da parte del Municipio, peruna questione anch’essa im-portante quale l’occupazionedi suolo pubblico.Come si vede dai documentiagli atti del Municipio, conprotocollo 54463 del 3 ottobre2011, una porzione riferita alPiano di Zona B-16 - Via Ga-verina (vedi immagine 2a, 2b,2c), è stato recintato ed utiliz-zato come giardino privato,con tanto di gazebo in legno e

barbecue, il tutto custodito daun cancello lucchettato e re-cintato a dovere. Stiamo an-cora aspettando delucidazioniin merito e il ritardo accumu-lato nel produrre una rispostainizia a far sorgere dei so-spetti.Non meno importante è anchela questione della tutela dellestrade, in riferimento ai ramipericolanti, che con la nevicatadel 3 febbraio scorso, ca-dendo, hanno rischiato di ren-dere la nevicata una vera epropria tragedia. Il Comitato N.A.R.N.O.aveva avvertito il Municipio indata 29 Novembre, protocollo66175 (vedi immagini 1a e1b), ma non è stato ascoltato. Ricordiamoci ora che non solola neve ma anche l’acqua ed ilvento possono provocare lacaduta di rami pericolanti eche essendo ancora la metà diFebbraio non è ancora nean-che finito l’inverno.

1a 1b

3a

3b

2a

2b

2c

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16 Sport Locale

Questa è la filosofia di vita di chisa, di chi conosce e pratica glisport da combattimento.

Cosa sono?? Semplice, i nomi già spie-gano tutto: KICK BOXING, FULL CON-TACT, THAI BOXE, K1, PREPU-GILISTICA, PUGILATO, TAEK-WONDO e molti altri...Gli sport da combattimento non sono altroche una trasposizione delle arti marziali suun piano agonistico; queste discipline esal-tano prima di tutto il gesto sportivo e lapreparazione atletica, combinando le di-verse tecniche per fini agonostici e difesapersonale.Si affiancano alle arti marziali come di-scipline specifiche e distinte. Per questiatleti, preparare una gara agonistica signi-fica basare totalmente l'allenamento inmodo tale da riuscire a vincere un incontrosul Ring.Chi pratica questo tipo di sport si allenamoltissimo, spesso a ritmi estenuanti sulfiato, sulla resistenza fisica e sulla forzaesteriore seguendo un programma ben pre-ciso, anche a livello di alimentazione, fi-nalizzato esclusivamente all'incontroprogrammato. Lo scopo è quello di salire sul ring e scam-biarsi tecniche con un avversario, cercandodi metterlo KO oppure di batterlo comun-que a punteggio. Questo, che si voglia o non si voglia am-mettere, lega ad un preciso schema tecnicotattico, basato sullo studio dell'avversarioe l'adattamento alle regole della gara, chesi scosta molto dalla realtà di un’ipoteticaaggressione. A questo tipo di sport si af-fiancano altre discipline come: la BOXECOMPETITION e la PREPUGILISTICA,

attreverso le quali è possibile raggiungerein breve tempo un’apprezzabile prepara-zione fisica ed apprendere tecniche di pu-gilato. Le sedute di allenamento possonoessere effettuate con dei ritmi musicali,senza che vi sia il contatto tra i due atleti.Per questo motivo, trovano un largo con-senso in tutti quegli appassionati che persvariati motivi non vogliono o non possonointraprendere l’attività agonistica, pur vo-lendosi cimentare in una preparazione fi-sica il cui fine è il combattimento sportivo.Gli sport da combattimento contraria-mente a quanto si possa pensare, sono in-dicati a tutte le fasce d'età, come peresempio la BABY KICK BOXING.Questo sport tende ad unificare diverti-mento, movimento e creatività del bam-bino, dandogli la possibilità di inserirsi econfrontarsi con altri coetanei, acquistandosicurezza in se stessi e senso della coordi-nazione. Tutto ciò il Maestro TONINOMUSCIO detto "IL CINA" lo sa bene elo pratica da sempre. Chi abita tra Palma-rola, Ottavia, Selva Candida, Selva Nera eoltre, non può non conoscerlo.Pluricampione italiano di FULL CON-TACT attualmente Tonino si dedica all'in-segnamento di questa disciplina ai bambinidi età compresa fra i 5 e i 10 anni, riu-scendo a trasformare le sedute di allena-mento per i suoi piccoli atleti in veri epropri momenti di sfrenato divertimento.Per quanto riguarda gli sport da combatti-mento cè un'esclusiva che porta il nome diMASSIMO LIBERATI.Massimo Liberati non ha mai avuto rivalisul ring. Centonove sono le vittorie otte-nute da questo campione romano nella sualunga carriera, oltre ad un giudizio pari. Ilsuo è un primato assoluto tanto da esserconsiderato il più forte atleta italiano di

COMPETERA’ CON TESE NON COMPETI CON NESSUNO, NESSUNO

Full Contact, uno dei pochi in grado di soste-nere un "match" con campioni tailandesi, nellaterra dove questa disciplina dura e spettacolareè sport nazionale, popolare quasi quanto il cal-cio in Italia. Venticinque difese del titolo di Campione delMondo di Full Contact WAKO PRO, abban-dona i combattimenti imbattuto a quarant'anniper dedicarsi all'insegnamento.Campione indiscutibile, finalmente oggi il

Maestro Massimo Liberati torna ad insegnarenella zona di Roma che gli sta più a cuore:ROMA NORD. La struttura che ha scelto performare campioni come lui è la nuova EX-TRAGYM COMBAT, una palestra completa-mente dedicata alle arti marziali e agli sportda combattimento, in pieno stile ROCKYBALBOA, un vero tempio per gli amanti delgenere, che sta radunando a Palmarola appas-sionati provenienti da tutta Roma.

Domenica 18Dicembresi è svolto

presso il centrosportivo “Castel diGuido” di PietroPietrosanti, orga-nizzato da A.S.D.Equimania conNadia Canestrellie Tania Favaron, ilconcorso sociale diNatale 2011. La manifestazione, che si è artico-lata in tre categorie, ha visto unnutrito gruppo di bambini e ra-gazzi in sella a ponyes, è stata pa-trocinata dalla Banca di CreditoCooperativo di Roma, rappresen-tata da Roberto Mattei che ha con-segnato la coppa messa in palioproprio dall’istituto di credito.Al termine delle gare si è svolto ilpranzo sociale per tutti i presenti,tra cui i papà le mamme i nonni edi fratellini che durante la manife-stazione hanno dato vita ad un tifosfrenato.

di Alessandro Casale

CATEGORIA SMALL1 Valentina Calvaruso (Palli) # 1202 Marika Totano (Palli) # 1153 Carlotta Gasperoni (Allegro) # 1104 Giulia Vannelli (Topolino) # 1055 Carolina Di Giovanni (Allegro) # 1046 Giulio Flocchi (Biondina) # 957 Sara Fusco (Topolino) #85

CONCORSO SOCIALE NATALE 2011 - EQUITAZIONE

CATEGORIA MEDIUM1 Maria Vittoria Bruschi (Nesquik) # 400

Claudia Tomaino (Ciccio) # 4003 Maria Letizia Massa (Shannon Komet) # 3454 Sofia Stigliano (Fredy) # 2555 Beatrice Gallo (Luna) # 210

CATEGORIA BIG1 Federica Turchi (Gala) # 2802 Anita Lucifera (Oscar) # 2553 Greta Diglio (Zola) # 235

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17

... In Breve

E’ partito il progetto: “La Salute perTutti”, realizzato dall’associazione Con-sumatori per l’Europa, nel quadro delprogramma 2010 della Regione Lazio –Assessorato alle Politiche per la Casa,Terzo settore, Servizio Civile e Tuteladei Consumatori. L’Associazione facendosi promotrice diuna vasta e capillare rete di centri e spor-telli, riconferma il proprio impegno perla promozione del benessere della per-sona, organizzando anche a Roma, e so-prattutto nei Municipi XVI°, XVIII eXIX° attività di contrasto alla presenzadella discarica di Malagrotta, mediante larealizzazione di:- Centri per la Salute (informazione,consulenza, banca dati);- Corsi di educazione alla salute (visitedidattiche, concorsi a premi);- Convegni - Campagna promozionale (conferenzestampa, prodotti divulgativi).L’idea progettuale nasce dalla necessitàdi monitorare la cognizione della salutedei cittadini e proviene dal forte inte-resse di quantificare e poi intervenire sudi una vasta gamma di problematiche sa-nitarie connesse alle attività di Mala-grotta. Altre attività sviluppate lottaall’obesità, ai comportamenti alimentaridisturbati e dell’uso smodato di alcol,fumo e droghe, oltre che dal vizio delgioco.Un’offerta in tema di prevenzionedella salute e benessere, mediante lacreazione di un collegamento fra i varifattori della vita sociale di ogni giorno:sia per i giovani in età scolare che per gliadulti. Ciò in un’ottica di completa-mento delle attività scolastiche, cer-cando di informare gli alunni sui temi digrande attualità, suscitando negli stessiinteresse e partecipazione nella costru-zione di un corretto rapporto persona/società.Per gli adulti, il progetto cercherà di age-volare il dialogo, rendendo possibile unapresa di coscienza e consapevolezzasull’intero comparto salute-sanità e suirapporti fra uomo, ambiente e territorioche nel territorio Aurelio – Boccea èmaggiormente avvertito e al quale è ne-cessario dare una risposta in mobilita-zione e prevenzione.L’iniziativa si concluderà il 30 giugno, lasede principale degli Sportelli consulen-ziali è in Roma – via A. Bausani 60, tel.333.3238419, al quale gli utenti del ter-ritorio potranno richiedere informazioniutili di prima mano. Ovviamente altrisportelli e centri di ascolto sono presentinelle altre province della regione Lazio.

LA SALUTE PER TUTTIPROGETTO DI SENSIBILIZZAZIONE

1° Trofeo Selva Candida Calcio Balilla

Nato negli anni cin-quanta e praticato damilioni di persone, il

calcio balilla rappresenta oggiuna vera e propria realtà spor-tiva, che si va via via consoli-dando, a livelli nazionali edinternazionali.Grazie a questa passione sononate la Federazione ItalianaCalcio Balilla e l’AssociazioneSportiva Roma Calcio Balilla,le quali raccolgono moltissimiclub locali con gli stessi campie le stesse regole.Il “Club San Giuseppe“, creatonel nostro territorio, ha presen-tato Domenica 8 Gennaio, ilprimo Trofeo Selva Candidacon l’adesione di più di 50coppie.Il Pungolo ha incontrato il suofondatore Biagio Nicolosi ed il

Presidente della R.C.B. NicolaColacicco, che ci hanno rila-sciato una breve intervista.

Nell’era del divertimento di-gitale, voi avete deciso di or-ganizzare un torneo di calciobalilla. Cosa vi ha spinto aquesta scelta?

B.N: “Giocare il calcio balillaè una passione che nasce dalcuore. Passione per uno sportche si praticava negli anni ’80,che se praticato con gioia e di-sciplina riesce a rimanere sanoe genuino a differenza di altrisport. Può essere praticato da

chiunque: donne, bambini eanche dai più grandi; per que-sto abbiamo scelto di condivi-dere la nostra passione contutto il quartiere. La rispostache ci è arrivata da questoprimo torneo ci da la spinta perfar sì che questo sia solo ilprimo di una lunga serie. Tuttoquesto è stato possibile realiz-

zarlo soprattutto grazie a Ni-cola Colacicco.”

La Federazione italiana èoramai il punto di riferi-mento per chi si affaccia conpassione al mondo del calciobalilla. Ci racconti i punti sa-lienti della sua evoluzione,dalla nascita ai giorni nostri.

N.C: “La nascita della Federa-zione Italiana, nel 1995, havisto l’unificazione dai campiomologati a quello ufficiale dagara, e soprattutto all’unifica-zione dei molti regolamentiesistenti in un unico regola-

mento ufficiale. Sono stati poiconsiderati i vari tipi di gioco.All’inizio si è cominciato conil gioco “al volo” dove preval-gono l’istinto, la velocità e laforza. Poi abbiamo dovuto in-trodurre anche il gioco “tradi-zionale” per dare spazio aigiocolieri e ai palleggiatori.Nel 2000 insieme a Massimo

Ragona, Presidentedella Federazione Ita-liana Calcio Balilla,siamo stati ben felicidi scoprire fuori dainostri confini unmondo unito dallastessa passione dovel’Italia è stata promo-trice della nascitadella Federazione In-ternazionale. Siamoriusciti a far nascerepiù di 50 Federazioniin tutti i continenti.L’unico problema che

abbiamo riscontrato è che al-l’estero si gioca ancora a“ganci”, una specialità piùlenta che in Italia non si gioca

più dagli anni ’60. Questa evo-luzione tecnica avuta solo quida noi forse è data dal bisognodi sfogarsi.”

Che impressioni ha ricevutodal nuovo Club sorto a SelvaCandida?

N.C: “Voglio fare i compli-menti al Club Selva Candida,che risulta essere un ottimo vi-vaio per questo sport, perché èriuscita a piazzarsi bene nelcampionato di serie B a squa-dre. Nel ringraziarvi per averciseguiti vi voglio annunciare inanteprima, solo per i lettori delPungolo, il progetto RomaLeague che consiste in scontritra i club dei quartieri della Ca-pitale. In conclusione vorreisottolineare che in Italia ilcoinvolgimento del gioco èdavvero alto, tanto da preve-dere il calciomercato Balillacon apposito album di figurinenel quale il club Selva Candidaè già presente.”

di Andrea Cangialosi

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18 Eventi Cultura&

NIGHT OF FIGHTERDECIMA EDIZIONEDEL

di Luca Di Marco

Splendido evento si è svoltonel Complesso dei Laghidel Salice nella serata di

Venerdì 20 Gennaio. Luca Bedini e Roberto Cecchettihanno organizzato e presentatoNight of Fighter X, primo galàprofessionisti della stagione aRoma. Grande entusiasmo per gli appas-sionati degli Sport da combatti-mento, la serata ha regalato ben 3titoli italiani dilettanti e 5 titolimondiali WTKA PRO, le cin-ture sono state messe in paliodalla FISCAM nelle discipline delK-1 Rules e della Muay Thai. Non c’è voluto molto per capireche l’evento avrebbe riscontratogrande partecipazione. In brevetempo l’enorme sala si è riempitadi persone pronte a seguire coninteresse gli incontri della serata. I primi a salire sul ring sono statii ragazzi non professionisti inlotta per i titoli italiani, hanno im-piegato poco tempo ad infiam-mare il pubblico, presentandoprestazioni di livello, incorniciateda una sana sportività, il tuttocontornato da esibizioni di balloben congeniate, le quali addolci-vano una serata fatta di calci e

pugni. Degna di nota è stata l’elezione diMiss Ring durate il trascorreredell’evento. Delle splendide ra-gazze hanno regalato momenti disensualità e ammirazione, untocco di femminilità che ha innal-zato la caratura della serata. Infine si sono svolti i titoli mon-diali professionisti Gli inni nazio-nali dei partecipanti hannoanticipato i match che si sono poi

svolti sul quadrato. Di seguito riportati gli incontri:

Stefano Cecchetti VS Anice Rehm-•ani Ahmed;Said VS Aurelien Baup; •Pasquale Mangini VS Mamadou Sy; •Jawed El Byari VS Lionel; •Cali Umberto Lucci VS Christophe Hourtal.•

Forza, agonismo e grande fatica dimostrata sulring da parte di tutti gli atleti. Incontri emozionantidal primo all’ultimo ricchi di colpi di scena. Nonsono mancati i knock-out, molti i conteggi da

parte dell’arbitro magrande abilità di ripresa daparte dei fighter, a dimo-strazione del duro lavoro chec’è dietro ad un’ottima pre-parazione fisica. Sangue eSudore hanno bagnato i corpidegli atleti che non si sono ri-sparmiati. A bordo ring il per-sonale paramedico hacontrollato con occhioesperto le condizioni deicombattenti. Notevole è stataanche la prestazione dell’ar-bitro, vigile e puntuale che hacondotto in maniera impec-cabile le sfide. Tutti i titoli

sono stati assegnati, i vinti si sono complimentati coivincitori e viceversa, grandi applausi da parte delpubblico per gli atleti anche per il fair-play dimo-strato.La serata è trascorsa velocemente, fino a notte inol-trata, molta la soddisfazione per gli organizzatori.Appagato il pubblico lascia la grande sala. Il tempodel riposo è giunto per gli atleti, fino alla prossimaNight of Fighter!

Dalla prima in alto, in senso orario: Alcuni combattenti dei match per i titolimondiali WTKA Pro;Le cinture messe in palio dalla FISCAM; Un’immagine del pubblico che ha assi-stito all’evento.

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... In BreveNel prezzo della benzina e' compresoanche il costo per la guerra in Abissinia. In-credibile? No, e' proprio cosi' e non solo.Ora il governo ha deliberato un aumentodelle accise, in pratica una tassa, sul prezzodel carburante per coprire il buco di bilan-cio. Cio' determinera' un aumento degli in-troiti non solo per l'accisa ma anche perl'Iva che si applica sull'accisa, in sostanzauna tassa, l'Iva viene applicata su una altratassa, l'accisa. Dunque, doppio incasso perlo Stato. Riportiamo qui sotto tutti gli eventiche hanno determinato un aumento delleaccise sulla benzina.

1,90 lire per la guerra di Abissinia del•1935; 14 lire per la crisi di Suez del 1956;•10 lire per il disastro del Vajont del•1963;10 lire per l'alluvione di Firenze del•1966;10 lire per il terremoto del Belice del•1968;99 lire per il terremoto del Friuli del•1976;75 lire per il terremoto dell'Irpinia del•1980;205 lire per la missione in Libano del•1983;22 lire per la missione in Bosnia del•1996;2 centesimi per il rinnovo del contratto•degli autoferrotranviari del 2004;2 centesimi per il Fondo unico per lo•spettacolo 2011;4 centesimi per far fronte all'emer-•genza immigrati dovuta alla crisi libicadel 2011;9,9 centesimi per la manovra econo-•mica Monti del 2011.

Totale 0,35 euro. Cioe' un terzo di euro.Non male per sopperire alle emergenze,molte delle quali sono terminate da tempo.Nel luglio 2008 il prezzo del petrolio era di147 dollari (93 euro al cambio di allora) albarile e il prezzo della benzina era di 1,56euro al litro.A dicembre 2011, cioe' oggi, il prezzo delpetrolio e' di 99 dollari al barile (74 euro alcambio attuale), quello della benzina e' di1,70 euro al litro. C'e' un differenza, in meno, di 48 dollari (19euro) al barile. Considerando il cambio dol-laro/euro di allora rispetto a quello attuale,cio' vuol dire che, rispetto al 2008, il prezzodel petrolio al barile e' diminuito di 48 dol-lari, cioe' 19 euro. Come mai il prezzo dellabenzina nel frattempo non e' calato? Do-manda da girare ai petrolieri e in particolareall'ENI che e' una societa', a forte capitalepubblico, che estrae, trasporta, raffina e di-stribuisce benzina. Qualche potere di inter-venire sul prezzo della benzina lo avra' ono?

BENZINA: TASSE E COSTI

Truppe romane al Parco della Cellulosa

APERTURA NUOVA EDICOLAA SELVA CANDIDA

Importante novità edito-riale per Selva Candida.La scorsa settimana, in

Via Riserva Grande 41/43 èstata inaugurata una nuovaedicola. Essa si propone di essere unpunto di incontro tra i gior-nali ed i lettori del quartieree per questo a breve organiz-zerà degli incontri tra i citta-dini. E' in quest'ottica che la nuovaedicola sarà particolamentesensibile alle iniziative lo-

cali, promuovendole consempre maggior vigore."In un Paese in cui si leggesempre meno - spiega Bar-bara Nicolosi - è nostro inte-resse incentivare almeno gliabitanti del quartiere alla let-tura. E il primo passo sarà quellodi dare spazio anche ai gior-nali locali, promuovendonela capillarità delle notizie e lavicinanza al nostro territo-rio".

Domenica 5 febbraiose non fosse stato perl’enorme nevicata

romana, ci sarebbe stato alParco della Cellulosa un as-sembramento di legionariRomani.Si sarebbe trattato di unaesercitazione congiunta di al-cuni gruppi di rievocazionestorica presenti a Roma, checollaborano per la realizza-zione dell'eventoL'AQUILA DI ROMA, for-mat di rievocazione storicache prevede la ricostruzionedi una battaglia tra Romani ebarbari, ideato ed organiz-zato dall'Associazione Cultu-rale "S.P.Q.R.", da annipresente e attiva a Roma, inEuropa e avente sede nelquartiere di Casalotti.Lo scorso ottobre l'evento, al-lestito nel Parco di VillaPamphili a Roma, ha regi-strato 20.000 visitatori per 3giorni di accampamenti sto-rici e la rievocazione dellabattaglia di Traiano contro idaci del 103 d.C., alla pre-senza del Sindaco di RomaGianni Alemanno che ha visi-tato gli accampamenti, si è in-trattenuto coi rievocatori edha assistito seduto in primafila all'intera battaglia.L'evento L'AQUILA DIROMA tornerà in questo set-tembre 2012 di nuovo aVilla Pamphili il prossimo28, 29 e 30 settembre con 3giorni di accampamenti sto-rici e la rievocazione storicadi una grande battaglia dellastoria di Roma.Perciò i gruppi amici dellaLEGIO X GEMINA PFD cheorganizza l'evento si sareb-bero dati convegno nel Parcodella Cellulosa, per comin-ciare una serie di esercita-zioni militari congiunte invista di questo nuovo appun-tamento di settembre.Le esercitazioni, che sareb-bero durate fino al primo po-meriggio, avrebbero vistocoinvolte le seguenti legioniromane: LEGIO X GEMINA

PFD (di Casalotti!), LEGIOXIII GEMINA, LEGIO IITALICA (piccola rappresen-tanza), LEGIO V MACEDO-NICA (piccolarappresentanza).Non ci sarebbe stata comun-que la battaglia, si sarebbesemplicemente trattato di unagrande esercitazione di mano-vre militari Romane, di adde-stramento.L''Associazione Culturale"S.P.Q.R.", con sede a Casa-lotti, da anni realizza in Italiae all'estero spettacoli di rico-struzione storica del periodoimperiale romano, collaboracon le maggiori tv del settoredocumentaristico (Ulisse diAlberto Angela, The NationalGeographic Channel e TheHistory Channel, tutte venutea fare riprese nel Parco) e conle maggiori riviste storiche(Civiltà, Ars Historiae, FocusStoria, e questo mese di giu-gno 2011 anche BBC History,in edicola) e negli ultimi annisi è specializzata nella rico-struzione vivente di grandibattaglie della storia di Roma.L'Associazione, membro delCERS - ITALIA ConsorzioEuropeo Rievocazioni Stori-che, si autofinanzia per leproprie attività e riesce a svi-lupparne alcune nel nostroquartiere, come quella portataavanti con le scuole (coi pro-getti A SCUOLA CON GLI

ANTICHI ROMANI e AR-CHEOLOGI PER UNGIORNO), grazie al contri-buto offerto dalla Banca diCredito Cooperativo diRoma.

Per info:

www.legiodecima.itwww.aquiladiroma.com

Giorgio Franchetti

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20 Speciale Neve

PARALIZZANO LA PERIFERIACASALOTTI: NEVE E GELO

della stagione invernale (vedi numero prece-dente), proprio dove si sono verificati i mag-giori cedimenti. La zona di Casal Selce è rimasta senza ener-gia elettrica per diverse ore. Quella di SelvaNera non ha mai visto uno spazzaneve e la di-scesa di Via Irma Bandiera è rimasta impra-ticabile per diverso tempo, costringendo gliabitanti ad abbandonare le auto nell’unicopunto pianeggiante, Piazza Ines Bedeschi.Per la sera di sabato 4 si sperava di trovarealmeno le principali vie di comunicazione ri-pulite, se non altro per le emergenze, per lepersone anziane per gli ammalati e invecenulla, dopo una sommaria spazzata, la perife-ria Nord-Ovest di Roma è stata abbandonataal proprio destino.I cittadini, armati di pala o di una semplicevanga, hanno quindi ripulito da soli il loroquartiere ricordandosi, ad ogni spalata, la “vi-cinanza” delle istituzioni.Le scuse più assurde sono state quelle di“mancato preavviso”, seguite dal solito val-zer delle responsabilità. Indegno. Non serve un terremoto per creare un pianodi emergenza, non serve un incendio per sti-lare un piano di evacuazione, non serve unanevicata di 30 centimetri per redigere un pro-gramma di intervento e pulizia. Il ruolo dei tecnici, e di tutti gli addetti ai la-vori, dovrebbe essere quello di prevedere ilverificarsi di tali fenomeni e prendere le do-vute precauzioni prima che si verifichino. Chiunque può agire come si è agito. L’inadeguatezza di tali figure che ricopronoruoli chiavi in situazioni di comando odemergenza (si pensi al Comandante Schettinodella famigerata Costa Concordia), rappre-sentano una costante in tutte le amministra-zioni italiane, a qualsiasi livello. Quando si inizierà a disintossicare la cosapubblica da personaggi di tale “professiona-lità” si potrà forse sperare in una ripresa, atutti i livelli.Fino a quel momento, godetevi il paesaggio.

G. S.

Segue dalla prima pagina

Alcune delle immagini inviate alla mail: [email protected]

1. La Valle innevata di Selva Nera;2. Via di Selva Nera;3. Mezzi spazzaneve Via Boccea, altezza Pantan Monastero;4. Caduta Ramo Piazza Ines Bedeschi;5. Via Rezzato appena ripulita;6. Via Spineda incrocio Via Cusino.

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22 Lettere alla RedazioneBUCA QUASI VORAGINE SU VIA DI CASALOTTI

Vi invio delle foto di una buca che si sta ria-prendo in Via di Casalotti, all’altezza delcivico 312.Questa buca è già stata soggetta a ripara-zione qualche anno fa, in concomitanzadella voragine che si aprì, circa 50 mt piùsu.E’ stata segnalata più volte al comune, giàquando era una piccolissima buca. Il risul-tato è stato, i primi giorni di dicembre, l’in-stallazione di un segnale...In questi giorni, che via di Santa Seconda èchiusa , proprio a causa di voragini che l’-hanno colpita più volte, il traffico è statodeviato tutto (auto, Autobus, camion) su viadi Casalotti.Ovvia conseguenza è che la buca pianopiano si sta aprendo, e al suo interno si vedetutto vuoto. Come si nota dalle foto ancheil manto stradale sta scendendo e dandosegni di cedimento.La buca si trova poi davanti l’ingresso diun condominio, dove ogni giorno gli abi-tanti rischiano di caderci dentro.Speriamo qualcuno si faccia vivo!! Primadel peggio.

Saluti

Gustavo S.

Gentile Sig. Gustavo,

la redazione è lieta di ricevere la sua se-gnalazione.La nostra missione è proprio quella disollecitare l'intervento delle autoritàcompetenti e, grazie alla nostra presenzasul territorio da più di 20 anni, risolverein tempi brevi, proprio com'è accadutoda poco per la voragine di Via Borgose-sia.Finchè la cittadinanza parteciperà atti-vamente, come Lei, alla cura ed alla tu-tela del proprio territorio e la nostravoce farà da riferimento, le amministra-zioni continueranno ad ascoltarla.La sua segnalazione è in lavorazione perl'impaginazione, verrà avvertito con unamail non appena sarà pronta per essereinserita nel nostro sito internet.Cogliamo l'occasione per porgerLe i più

Cordiali Saluti

Caro "Il Pungolo",

come vicepresidente e membro del Consi-glio Direttivo del Comitato Promotore delParco della Cellulosa mi domando che pos-siamo fare noi di concreto per evitare il ri-petersi degli atti vandalici e demenziali diqualche nostro giovane di Casalotti chenottetempo non trova di meglio da fare chedistruggere ciò che è stato realizzato dai no-stri volontari.

Nel corso del tempo il nostro parco, unbene comune, è stato oggetto di atti di van-dalismo quali la distruzione di quasi tuttele vetrate della foresteria, degli arredi edella cartellonistica. Recentemente ab-biamo anche subito un improvvisato furtocon scasso che ci ha privato di 2 vecchimixer, 3 piccoli diffusori, 2 microfoni, unimpianto stereo, 2 personal computer por-tatili e tutti i relativi cavi. Si è trattato perme di un vero e proprio "danno sociale".Quasi tutte le attrezzature rubate eranoormai già inutilizzabili e da rottamare.La mia riflessione è su quale sia la tipologiadi disagio sociale che porta i giovani delnostro quartiere ad assumere comporta-menti così insensati. E' un comportamentoriconducibile all'assunzione di droghe o al-colici? Un giovane di Casalotti, reo con-fesso, una volta mi ha risposto: "... ahFulvio ... non lo abbiamo fatto mica appo-sta a rompere la panchina di marmo sottoil cedro... pioveva e la volevamo spostaresotto il balcone ma si è rotta!". Gli ho detto:"ma cerca allora di riparare al danno ... per-chè grazie al tuo gesto intelligente ora nonc'è più la bella panchina di marmo sotto ilcedro". E che dire del "gioco" di romperevetri e lampadine con delle pistole a piom-bini?Il nostro territorio, oltre agli oratori parro-chiali e ai pochi centri sportivi comunali oprivati a pagamento, non offre molto perintrattenere i giovani.Il modello culturale della società del con-sumo ha stabilito che possono incontrarsiliberamente solo nei grandi centri commer-ciali.Vorrei invece rinnovare l'invito a "tutti" igiovani di Casalotti di contattarci e scri-verci all'indirizzo e-mail: [email protected] per partecipare alle nostreiniziative e presentare le vostre proposte.Rimango infatti convito che è questal'unica azione valida per limitare e preve-nire il ripetersi di questi "strani" comporta-menti.

Cordiali saluti,

Fulvio Bartoloni

A seguito di uno spiacevole episodio cheha interessato il Parco della Cellulosa, ilvicepresidente del Comitato Promotoredel Parco, Fulvio Bartoloni, ci ha inviatoquesta lettera che pubblichiamo nellasua interezza.

FURTO AL PARCO DELLA CELLULOSA

Gentilissimo Redazione de il Pungoloci rivolgiamo alle sue pagine per dare voceai bambini della scuola primaria Bajocco85, Roma, Casalotti che si vedono negato,durante tutto l’anno, il diritto alla ricrea-zione intesa nel suo pieno significato checertamente conosce meglio di chiunquealtro.La scuola Bajocco 85 ha un bellissimogiardino che può essere utilizzato per la ri-creazione, ma necessita di piccoli lavori perla messa in sicurezza che non vengono ese-guiti.Attualmente circa 450 bambini dai 6 ai 10anni trascorrono 8 ore in classe, compresala ricreazione che deve essere effettuata se-duti ai banchi, perché le aule sono troppopiccole e pericolose per permettere ai bimbidi muoversi liberamente.Per i bambini, sopratutto i più piccoli la si-tuazione è diventata insostenibile, ci sonocasi di bimbi che non vogliono più andarea scuola, altri sono in cura per troppo stress

perché non riescono a scaricare le tensioniaccumulate durante il giorno.In allegato troverà la lettera, sottoscritta dacirca 300 genitori, che abbiamo inviatoquesta settimana a tutti gli uffici compe-tenti. Quello che chiediamo è che si possa farevalere il “Diritto Al Gioco” così come san-cito dalla Convenzione dei Diritti dell’In-fanzia, approvata dall’Assemblea Generaledelle Nazioni Unite il 20 Novembre 1989.

DIRITTO AL GIOCO

“Il bambino ha diritto a vivere una vita dabambino. Il bambino deve approfittare pie-namente del gioco e della ricreazione, chedovranno essere orientate agli obbiettiviprefissi con l’istruzione. La società e le au-torità pubbliche si sforzeranno per promuo-vere il godimento di tale diritto”.

La ringraziamo per l’attenzioneCordialmente

I genitori e i bambini della scuola Bajocco 85.

IL DIRITTO ALLA RICREAZIONE

Nasce un cineforum a Casalotti ad operadell’Associazione giovanile SinapsiTutti i lunedì alle ore 21 presso i locali delParco della Cellulosa appuntamento con ilbuon cinemaSilenzio. Cala il buio sul Parco della Cel-lulosa, gli ospiti prendono posto e il filmpuò cominciare. Sono pochi gli ingredientiessenziali per organizzare un cineforum diquartiere: un proiettore e tutto ciò che neconcerne, una serie di film scelti accurata-mente, un gruppo di giovani volenterosi ingrado di allestire un evento del genere.L’associazione giovanile di volontariatoS!NAPSI si è catapultata in questa sfida,per poter offrire al quartiere Casalotti unservizio diverso, un appuntamento settima-nale per ritrovarsi in compagnia dei ragazzidella zona con la cornice di un buon film.L’associazione prende forma nel quartiereufficialmente il 5 luglio 2011, ad opera diun gruppo di ragazzi spossati dal torporenella quale vive la propria generazione.‘Metti in modo le sinapsi’. All’interno delnome è racchiuso l’emblema dell’associa-zione stessa, che desidera con un po’ dipresunzione, riuscire ad incanalare le forzedei giovani del quartiere per creare unacondivisione di idee e progetti, con il fineultimo di migliorare l’ambiente nel quale

vivono. In questi mesi si sono mossi in par-ticolare all’interno del Parco della Cellu-losa, prendendosi a cuore la questionedell’unico polmone verde all’interno di Ca-salotti, collaborando con altre realtà territo-riali. L’associazione ha perciò comeobbiettivo primario la promozione socialeattraverso una forte azione culturale sul ter-ritorio, smuovendo le coscienze di ragazzie ragazze di zona, rendendoli partecipi aproblematiche assai vicine a loro come ilprecariato lavorativo e sociale.In questi termini il cineforum risulta unostrumento importante e significativo, ingrado di creare una riflessione e un dibattitocostruttivo in seguito alla visione di unapellicola inerente all’argomento sociale datrattare.Tutti i lunedì, alle ore 21, presso i locali delParco della Cellulosa, a partire dal 16 gen-naio, quando è avvenuta l’inaugurazionedel‘Lunedì Cinema’. Per la prima serata èstato proposto un film cult come ‘Ritornoal Futuro’, scelta saggia degli organizzatoriper evitare di proporre immediatamente unapellicola meno conosciuta, inerente ad unadelle questioni sociali scelte. Attraverso ildiscorso di apertura, due organizzatrici,vincendo un pizzico d’imbarazzo, espon-gono il calendario del cineforum e gli ob-biettivi che l’associazione cercherà diraggiungere. Il percorso cinematografico sidislocherà all’interno di sette tematiche:Lavoro e precariato, Malattia mentale, Di-sturbi alimentari, Rapporto genitori/figli,Violenza, Droga e dipendenze, Razzismo. Due serate saranno dedicate alla visione difilm cult scelti dal pubblico attraverso unsondaggio.Ogni serata sarà arricchita dalla presenza difilmati inerenti a inchieste sociali, libri con-soni all’argomento, testimonianze di ospitie tutto il necessario per azionare un mecca-nismo di ragionamento nelle menti dei pre-senti, creando un terreno fertile per disporreun dibattito costruttivo.

Simona Berterame

LUNEDI CINEMA ALL’ASSOCIAZIONE SINAPSI

Spett.le Redazione,invio in allegato 2 foto per segnalare lostato degli scavi archeologici nella zonatra l'ultimo tratto di via di Malagrotta e lavia Aurelia. Non credo che la conserva-zione in acqua sia un metodo approvatoper la conservazione dei siti. Cordiali saluti,

Savino P.

CONSERVAZIONE MONUMENTI SOTT’ACQUA

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23Servizi al Cittadino

DIREZIONE AMMINISTRATIVA

Via Rimella n. 156, Tel/Fax: 0661565142

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PRESIDENTE

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CAPOREDATTORE

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Allegrini Fabio, Angelici Sandra, Bastianelli Stefano, Bottoni Alfredo,

Cangialosi Andrea,Cantarella Gabriele, Carbonara Alessio,

Cardinali Alessandro, Casadio Martina, Ceccherini Artemio,

De Bonis Angelo, De Santis Sara, De Simoni Antonio,

Gualtieri Federica, Guida Simone, Liberatori Davide,

Raso Francesco, Soccolini Simone.

REG. TRIB. n° 451 del 18-07-1990

SITO INTERNET

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IL PUNGOLO, PERIODICO DEL COMITATO DI QUARTIERE:

"NUOVE ALLEANZE ROMA NORD OVEST

CASALOTTI - SELVA CANDIDA”

Sede Legale: Via Morsasco, 9 - 00166 Roma - Tel. e Fax

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ISOLA ECOLOGICA Via Mattia Battistini:

I Cittadini potranno depositare:nei giorni feriali con orario: 7.00 - 12.00 e 14.00 - 19.00nei giorni festivi con orario: 7.00 - 12.00

IL MATERIALE DEPOSITABILE COMPRENDE: ELETTRODOMESTICI, FRIGORI-FERI, COMPUTER, TV, MATERIALE ELETTRONICO, MOBILI, BATTERIE, OLIIALIMENTARI, MATERASSI, RETI, ARREDI VARI IN LEGNO E METALLO, CALCI-NACCI E PIASTRELLE.

che il giorno 18 Marzo 2012, dalle ore 7,30 alle ore 11,30presso il COLLEGIO INTERNAZIONALE di TERRASANTA,

in Via BOCCEA 590 sarà possibile effettuare la donazione (a digiuno)

Si ricorda a tutti i cittadini interessati alla

DONAZIONE DI SANGUE

Prestazioni erogate:

Terapia iniettiva sottocutanea, intramuscolare e fleboclisi;•Rilevazione e monitoraggio parametri fisiologici;•Rilevazione glicemia capillare (one-touch);•Medicazione semplice;•Medicazione di ferite con punti di sutura e/o rimozione degli stessi;•Gestione cateteri vescicali (sostituzione, lavaggio, educazione all’autocura);•Terapia educazionale paziente con scompenso cardiaco cronico (PDTA Mar, Gio e Ven);•Terapia educazionale al paziente in prevenzione per cardiopatia ischemica;•Terapia educazionale del diabetico•Orientamento all’accesso ed all’utilizzo dei Servizi Sanitari Pubblici.•

PRESIDIO CASALOTTIVia Boccea n. 625

AMBULATORIO INFERMIERISTICO 06.68354550

CARABINIERI

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VIGILIDEL  FUOCO

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