Il Pungolo n. 113

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Periodico del Comitato di Quartiere Nuove Alleanze Roma Nord-Ovest CASALOTTI - SELVA CANDIDA Anno XXII • N. 113 - Maggio/Giugno 2013 - [email protected] - [email protected] DISTRIBUZIONE GRATUITA Tiratura - 7000 copie HOTEL SELVA CANDIDA Roma Vicino alle tue esigenze. Via Casal del Marmo, 618 00166 Roma Tel. +39 06 6157211 HOTEL SELVA CANDIDA Roma Nuovo ingresso da Via Casal del Marmo, 618 Via di Selva Candida, 200 00166 Roma Tel. +39 06 6157211 Ama: al via la raccolta porta a porta Ma la suddivisione delle zone non convince le associazioni del territorio A parte l’età ed il colore della pelle del suo Presidente, nessuno ha notato la diffe- renza nella politica degli ultimi due Presidenti degli Stati Uniti. L’America è ancora presente mili- tarmente in Afghanistan; è ancora presente militarmente in Iraq; non ha cancellato i paradisi fiscali e non li ha neanche combattuti; non ha ri- dimensionato il potere dei mercati e tantomeno quello delle banche; le società di rating, nonostante la crisi economica, emettono ancora valu- tazioni ed il mondo ancora gli da ascolto; non ha risolto realmente il problema dell’occupazione, ma ha adoperato un vecchio trucchetto: l’aumento della spesa pubblica. In più, con un Presidente d’ala de- mocratica, ha partecipato ad opera- zioni militari in Libia, partecipa alla rivolta in Siria e ha ridotto al lumicino il concetto di privacy, già seriamente compromesso dopo l’11 Settembre 2001. Eppure si parla bene degli Stati Uniti e dell’amministrazione Obama. L’informazione degli altri di GIUSEPPE STRAZZERA “La democrazia è il potere di un popolo informato”. a pag 20 Alexis de Tocqueville ALLEGRINI a pag 6 CANTARELLA a pag 8 C on un sistema di passerelle permettiamo a tutti coloro che fossero portatori di handicap di poter arrivare dalla strada fino al bagnasciuga, di potersi muovere autonomamente in tutti i ‘punti d’interesse’ delle spiaggia: dagli ombrelloni ai bagni fino al nostro chiosco-bar. H anno finalmente preso via i lavori per la realizzazione del nuovo collettore per le acque chiare di Via Rezzato, grazie allo scomputo degli oneri concessori, che permetterà lo scolo delle acque chiare all’interno delle nuove condutture indicate nel pro- getto. NUOVE FOGNE BIANCHE PER VIA REZZATO UNA SPIAGGIA SENZA BARRIERE ARCHITETTONICHE VIA MORSASCO: PRONTA LA SUA RIQUALIFICAZIONE A ncora una volta, se mai ve ne fosse ancora bisogno, si evince l’importanza delle Associa- zioni Consortili di Recupero Ur- bano per il nostro territorio, totalmente abbandonato dalla po- litica. Pronta infatti la riqualifica- zione di Via Morsasco da parte dell’omonimo consorzio. LIBERATORI a pag 4 M ercoledì 5 Giugno presso la sede del Comitato di quar- tiere N.A.R.N.O, in via Morsa- sco 9, si è tenuta un’importante riunione che ha coinvolto i rap- presentanti dell’AMA e i Co- mitati di quartiere. Un incontro concordato e avente l’obiettivo di discutere e capire piena- mente il nuovo sistema di rac- colta differenziata proposta dall’azienda, che partirà a breve nel nostro municipio. Tra i rappresentanti dell’Ama, l’ingegnere Giuseppe Perrone, che ha presentato il progetto ai presenti, facendo una breve premessa sulle problematiche che avrebbero impedito al- l’azienda di partire con la rac- colta già negli anni precedenti. a pag 10 SANDRA ANGELICI

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Il Pungolo, periodico del quadrante Roma Nord-Ovest. Notizie dai quartieri: Casalotti, Palmarola, Ottavia, Selva Candida, Selva Nera, Via Boccea, Casal Selce, La Storta, Castel di Guido.

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Periodico del Comitato di Quartiere Nuove Alleanze Roma Nord-Ovest CASALOTTI - SELVA CANDIDA

Anno XXII • N. 113 - Maggio/Giugno 2013 - [email protected] - [email protected]

DISTRIBUZIONE GRATUITA Tiratura - 7000 copie

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Vicino alletue esigenze.

Via Casal del Marmo, 61800166 Roma

Tel. +39 06 6157211

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Nuovo ingresso daVia Casal del Marmo, 618

Via di Selva Candida, 20000166 Roma

Tel. +39 06 6157211

Ama: al via la raccolta porta a portaMa la suddivisione delle zone non convince le associazioni del territorio

Aparte l’età ed il colore dellapelle del suo Presidente,nessuno ha notato la diffe-

renza nella politica degli ultimi duePresidenti degli Stati Uniti.L’America è ancora presente mili-tarmente in Afghanistan; è ancorapresente militarmente in Iraq; nonha cancellato i paradisi fiscali e nonli ha neanche combattuti; non ha ri-dimensionato il potere dei mercatie tantomeno quello delle banche; lesocietà di rating, nonostante la crisieconomica, emettono ancora valu-tazioni ed il mondo ancora gli daascolto; non ha risolto realmente ilproblema dell’occupazione, ma haadoperato un vecchio trucchetto:l’aumento della spesa pubblica.In più, con un Presidente d’ala de-mocratica, ha partecipato ad opera-zioni militari in Libia, partecipaalla rivolta in Siria e ha ridotto allumicino il concetto di privacy, giàseriamente compromesso dopo l’11Settembre 2001.Eppure si parla bene degli StatiUniti e dell’amministrazioneObama.

L’informazionedegli altri

di GIUSEPPE STRAZZERA

“La democrazia è il potere di

un popolo informato”.

a pag 20

Alexis de Tocqueville ALLEGRINI a pag 6 CANTARELLA a pag 8

Con un sistema di passerellepermettiamo a tutti coloro che

fossero portatori di handicap dipoter arrivare dalla strada fino albagnasciuga, di potersi muovereautonomamente in tutti i ‘puntid’interesse’ delle spiaggia: dagliombrelloni ai bagni fino al nostrochiosco-bar.

Hanno finalmente preso via ilavori per la realizzazione del

nuovo collettore per le acquechiare di Via Rezzato, grazie alloscomputo degli oneri concessori,che permetterà lo scolo delleacque chiare all’interno dellenuove condutture indicate nel pro-getto.

NUOVE FOGNEBIANCHE PER VIA

REZZATO

UNA SPIAGGIASENZA BARRIEREARCHITETTONICHE

VIA MORSASCO:PRONTA LA SUA

RIQUALIFICAZIONE

Ancora una volta, se mai ve nefosse ancora bisogno, si

evince l’importanza delle Associa-zioni Consortili di Recupero Ur-bano per il nostro territorio,totalmente abbandonato dalla po-litica. Pronta infatti la riqualifica-zione di Via Morsasco da partedell’omonimo consorzio.

LIBERATORI a pag 4

Mercoledì 5 Giugnopresso la sede delComitato di quar-

tiere N.A.R.N.O, in via Morsa-sco 9, si è tenuta un’importanteriunione che ha coinvolto i rap-presentanti dell’AMA e i Co-mitati di quartiere. Un incontroconcordato e avente l’obiettivo

di discutere e capire piena-mente il nuovo sistema di rac-colta differenziata propostadall’azienda, che partirà abreve nel nostro municipio.Tra i rappresentanti dell’Ama,l’ingegnere Giuseppe Perrone,che ha presentato il progetto aipresenti, facendo una brevepremessa sulle problematicheche avrebbero impedito al-l’azienda di partire con la rac-colta già negli anni precedenti.

a pag 10

SANDRAANGELICI

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A tu per tu con l’artista: Monica Bini

L’ intervista Ho sempre amato fare ritratti, forse perché l’espressione del viso è quella che meglio arriva a chi guarda.

Immersa nei colori e nelle tele,in un laboratorio di fortunanella periferia a nord di roma,di quelle che ancora possonovantare un contorno fatto diverde natura e non di grigio ce-mento, incontriamo MonicaBini, una giovane artista ro-mana dal talento evidente, col-tivato più che naturale, frutto diuna passione viscerale per il di-segno.

Ciao Monica, prima di tuttograzie per averci concessoquesta intervista e compli-menti per le tue opere. Alloraraccontaci, come ti sei avvici-nata all’arte?Fin da bambina ho sempre di-segnato e sperimentato ciò chel’istinto mi dettava, ma non homai provato a dipingere una

tela. Finchè un giorno suuna vetrina di un nego-zio leggo “Corso di Pit-tura”, prendo il numero evado, da lì è iniziato ilmio percorso mai pen-sando (e ancora non lopenso!) che in pochianni, calcolando che erail 2008, avrei ottenutocerti risultati. Partendocosì dallo studio delmaestro Di Francesco,ho deciso di entrare inuna realtà che pochi anniprima mi sembrava im-possibile, l’Accademiadi Belle Arti.

Quindi hai deciso di intra-prendere un percorso che raf-finasse la tecnica?Così pensavo, in realtà l’Acca-demia è stata un po’ deludente.A partire dai professori, pocopresenti, fino ad arrivare all’im-

possibilità di dare unaintera sessione diesami, perché la segre-teria didattica smarri-sce i tuoi bollettinipagati e quindi non ri-sulti neanche iscritta.Ma burocrazia a parte,l’ambiente e l’aria chesi respira sono meravi-gliosi. Si impara guar-dando dagli altri, siscambiano materiali econsigli. Ti arricchiscitotalmente. Per miglio-rare la tecnica peròl’Accademia non è ilposto più indicato equindi da pochissimofrequento lo studio delMaestro Sabene,grande pittore iperrea-

lista.Con questo si potrebbe direche, come una volta, la veraarte si impara a bottega?SI !! senza alcun dubbio.

Ma avviciniamoci un po’ allatua arte, a cosa ti ispiriquando dipingi?Non so perché, ma ho sempreamato fare ritratti. Forse perchél’espressione del viso è quellache meglio arriva a chi guarda.Per ora cerco di scacciarequell’insicurezza che mi portodietro da 27 anni, quindi attra-verso soggetti (per lo piùdonne) che scelgo, rappresentome stessa. Adoro dipingere unosguardo talmente vivo che ar-rivi dritto all’osservatore, met-tendolo quasi a disagio. La miaricerca spero sbocchi in qual-

cosa che denunci l’at-tualità, senza cadere nelbanale o peggio ancoranel commerciale.

Con quale tecnica tiesprimi meglio?Bisogna conoscere beneogni materiale e più tec-niche possibili, non siimprovvisa niente. Neiritratti su carta uso moltitipi di matite per un ef-fetto tonale delicato epulito; su tela i colori aolio. Per fare deglischizzi veloci si speri-menta liberamente con

gessetti, caffè, inchiostri. Tante volte il limite è solo lafantasia.

A quali eventi hai partecipatoper mostrare le tue opere?Ho partecipato sempre a collet-tive in Italia, partendo dall’as-sociazione culturale a S. M.della Pietà, fino ad arrivare ai100 pittori di Via Margutta concui espongo quasi ogni annocome artista più giovane. Sonostata selezionata per la mostraal caffe letterario “Spazio,Tempo e Materia” con una re-

censione sul giornale “Repub-blica”. Ho vinto una targa al pa-lazzo delle esposizioni per i 150anni dell’unita d’Italia e hoesposto alcuni lavori in una gal-leria di Firenze. La cosa che preferisco però èl’esposizione in strada, il con-tatto con la gente, lo scambio diopinioni e consigli con altri ar-tisti.

E la tua periferia non ha maiofferto occasioni proprio inquesta direzione?C’è da dire che almeno qui inzona, non sono state mai av-viate iniziative per dare visibi-lità ai tanti ragazzi chevorrebbero emergere artistica-mente. Bisogna quindi spostarsiverso zone più centrali, pagareper esporre e raggiungere piùconoscenze possibili altrimentile possibilità si riducono note-volmente. Occasioni simili non sarebberoimportanti solo per gli artisti,ma anche per la periferia, chesfrutterebbe mostre ed opereper dare un accento artistico edun po’ di colore all’imperantegrigio del cemento che la con-tradistingue.

di Sandra Angelici@sandraangelici

In alto al centro: la pittrice al lavoro

su una delle sue opere;In basso due opere in due diverse fasi della realizzazione

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Scuola Sanità&Una spiaggia senza barriere architettoniche

Sembrerebbe, o almenocosì sostengono quelli acui piace filosofeggiare

un po’, che alla vista dellaprima alba del mondo l’uomoprovò un’unica, chiara e nitidaemozione: lo stupore. Daquelle prime fulgide esperienzeemotive, molte cose sono cam-biate. Nuovi soli sono nati e poimorti ma mai come quellaprima volta lo stupore è statocosì forte. Ci si è abituati in findei conti a quel primitivo tonfosordo della nostra anima e lostraordinario è stato veloce-mente rilegato nell’ordinario. Capita così che quando si parteper scrivere un pezzo su unarealtà del volontariato locale, lacosa seppur intrapresa con lepiù nobili delle intenzioni nonrisvegli, in prima battuta, nes-sun solletico emotivo di ance-strale memoria e si vada, quasicome un impiegato del catasto(chiedo venia se tra i lettori cene fosse qualcuno) a chiuderel’ennesima pratica. Ed è proprio lì che lo stupore tiassale in contropiede: una fortee inconfondibile emozione tiaspetta all’arrivo in Via degli

Atolli, a Focene, presso LoStabilimento balneare “La Ma-donnina”, un lembo di terrastrappato all’acqua e che da unanno a questa parte è diventatauna delle pochissime (pur-troppo n.d.r.) spiagge del no-stro litorale senza barrierearchitettoniche. Si scopre così che un manipolodi una decina di volontari dalcuore d’oro, molti del nostroquartiere, hanno deciso diprendere in affitto un pezzo dimare’ facendolo tornare anuova vita dopo decenni di ab-bandono in balia delle onde, dibonificarlo da vetri e cartaccee donarlo a tutti coloro che

hanno vogliadi un po’ direlax. «LaMadonnina èun progettodel l ’“Asso-c i a z i o n eOpera SanLuigi Gon-zaga e chec o m p r e n d el ’ u t i l i z z o

della colonia marina, ospitauna comunità di persone checondivide un progetto educa-tivo comune e che si pone alservizio dei minori (bambini eadolescenti), degli anziani, deidisabili e di chi vive il disagiosociale - raccontano Aida eClaudio, due dei volontari delprogetto – tutta la nostra atti-vità è coordinata dal nostropresidente, il parroco dioce-sano Don Massimo che è il no-stro principale sostegno». Un progetto questo che già loscorso anno, nonostante lemille difficoltà che un’inizia-tiva come questa può presen-tare agli inizi, ha riscosso unottimo successo in termini dipartecipazione. «Siamo tuttivolontari con diverse profes-sionalità che in questo periodosono al servizio degli altri. Lo scorso anno ben 30 personecon diverse disabilità sono ve-nute qui presso la nostra spiag-gia e hanno trascorso dellebelle giornate al mare – rivelaSandro, un altro dei ragazzi – esperiamo che quest’anno l’af-

fluenza sia addirittura supe-riore. Con un sistema di passe-relle permettiamo a tutti coloroche fossero portatori di handi-cap di poter arrivare dallastrada fino al bagnasciuga, dipotersi muovere autonoma-mente in tutti i punti d’inte-resse’ delle spiaggia, dagliombrelloni ai bagni fino al no-stro chiosco-bar per sorseg-giare un bibita fresca o magarimangiare un boccone. In più, grazie all’utilizzo di at-trezzature speciali di cui siamoforniti quali ad esempio lesedie job possiamo accompa-gnare i nostri ‘villeggianti’ di-rettamente in acqua per unabella nuo-tata». Proprio inquesti giornioltretutto fer-vono i prepa-rativi perultimare ilrinnovamentodelle strut-ture: nuovedocce, nuove

passerelle più resistenti e unchiosco bar tirato a lucido sa-ranno presto a disposizione invista dell’apertura stagionaleprevista per la metà del mese. Per non parlare poi delle festeserali e di beach volley e cal-cetto organizzati con la parte-cipazione dei bagnini del lido‘La Madonnina’. Un’iniziativa questa che dureràper tutta la stagione estiva finoalle prime settimane di Settem-bre. «Il progetto della Madon-nina è prima di tuttol’occasione per uno scambio diricchezza reciproco tra lo staffe i nostri ‘bagnanti’ – rivelaAida – un’iniziativa che vivegrazie al volontariato di tutticoloro che si mettono in giocoe si danno da fare per il benes-sere del prossimo, a voltemeno fortunato». Per ulteriori informazioni vi in-vitiamo a consultare il sito del-l’associazione all’indirizzo:

www.abilidisabili.it

di Davide Liberatori@Dave983 Qui di fianco un

assistente bagnante accompagna,attraverso le apposite passerelle, un disabile fino alla spiaggia.

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Continua la rubrica sulla salutee il benessere. La volta scorsa,abbiamo parlato della vita di

Edward Bach, un medico ricercatorevissuto nei primi del ‘9oo in Inghilterra,per introdurre l’argomento della Flori-terapia.Il primo fiorellino selvatico che EdwardBach scoprì fu il MIMOLO GIALLO,botanicamente noto come “mimulusguttatus”, un fiore giallo con macchio-line rosse che nasce spontaneo quasisempre lungo i corsi d’acqua e fioriscein piena estate. La sua descrizione ciserve per capire le analogie con la per-sona che ha bisogno di “Mimulus”.Lo stesso Bach suggerisce il Mimulus:per chi ha paura delle cose del mondo.Malattie, dolori, incidenti, povertà,buio, solitudine, sfortuna, le paure dellavita quotidiana. Queste persone sopportano le loropaure segretamente, in silenzio, non neparlano volentieri agli altri . Qualunque sia la conoscenza che avetedei Fiori di Bach, è bene che facciate ri-ferimento sempre alla definizionechiara e semplice che il Dr. Bach hadato di ogni fiore.Infatti nella spiegazione che possiamotrovare nei numerosi libri pubblicatisull’argomento, si rischia di perdersi indescrizioni psicologiche che allonta-nano dalla comprensione che è oppor-tuno avere per un buon uso dei rimedi. E’oltremodo significativo che allor-quando il giovane studioso si accinse acercare dei rimedi botanici, per sosti-tuire i vaccini fatti con batteri intesti-nali, che egli stesso aveva brevettato, siimbattè subito nel rimedio per la paura! Il Dr. Bach si era convinto che non bi-sognava tanto guarire la malattia, macorreggere il modo con cui la personaaffronta la sua malattia e l’esistenza ingenere. Noi, specie se non siamo malati, cioè senon abbiano un sintomo importante,possiamo verificare tranquillamente laveridicità di questa scoperta, assu-mendo il rimedio Mimulus per aumen-tare il nostro coraggio. Nello stessotempo vedremo scomparire alcuni sin-

tomi che alla paura sono collegati. Possiamo assumere il rimedio nei casiin cui la paura ci blocca e ci impediscedi andare avanti; ad esempio non riu-sciamo ad andare dal dentista, o fac-ciamo scena muta davanti al professorea scuola, o cambiamo marciapiede sevediamo un cane venirci avanti, o nonabbiamo mai imparato a nuotare perpaura dell’acqua.Mimulus ci fa dimenticare l’ansia chesempre si accompagna alla paura diprocedere. Queste “paure concrete”, che ognuno dinoi prova almeno una volta nella vita,se tendono a ripetersi, fanno di noi unapersona che si mette ai margini del-l’esistenza. Le paure possono cristalliz-zarsi fino a fare di noi un TipoMimulus. Ad esempio, un modo di es-sere “mimulus” è la persona che arros-sisce per un niente, (il fiorellino hadelle macchie rosse) che si commuovealle scene del film d’amore, la personacui dà fastidio la luce forte, i rumoriforti, che ama le cose soft, i colori tenui,la persona che non riesce più a viverenella sua casa dopo il terremoto. Questisono blocchi maggiori, più gravi. Inquesto caso è opportuno assumere Mi-mulus per almeno 6 mesi. Pian piano ilcarattere si rafforza, la personalità escetrasformata positivamente, l’anima èpiù libera di esprimersi e felice. E so-prattutto non usciranno “complica-zioni” sia di natura fisica (coliti, doloriai piedi, voce rauca o flebile) che psico-logica (fobìe, ossessioni, per cui spessosi ricorre agli psicofarmaci). Mimulus in sintesi è il fiore della iper-sensibilità.Come faccio a sapere che ne ho bisogno?Quando mi accorgo che queste paure,spesso tenute in segreto, diventano unostacolo al normale svolgimento delleazioni quotidiane, ad esempio: nonvado al mare perché ho paura dell’ac-qua, oppure dormo con la luce accesaanche di notte perché ho paura del buio. Ma come si assume il rimedio? Il rimedio è l’essenza del fiore. Imbot-tigliato in piccole boccette da 30ml, siacquista nelle farmacie o nelle migliorierboristerie. Si prepara in casa, diluendo 4 gocce del

rimedio-madre in unbicchiere d’acqua esorseggiando (questoè il rimedio per lafase acuta= es. bam-bino che si svegliaimpaurito in pienanotte o che fa ca-pricci per andare aletto da solo).Oppure diluisco 2gocce del rimedio-madre in un’altraboccetta da 30mlcontenente un terzodi brandy (o aceto dimele se si è astemi )e 2/3 di acqua oligo-minerale: da questaboccetta così prepa-rata, prendo ognigiorno 4 o 5 sommi-nistrazioni di 4 gocceciascuna da metteresotto la lingua, ad in-tervalli di 4ore + unasomministrazioneprima di andare aletto. La boccetta, così preparata, se viene as-sunta regolarmente, dura poco più di 20giorni. Mettete la boccetta che stateprendendo sul comodino della vostrastanza o meglio a contatto con il corpo,in tasca. Non lasciatela in giro, nonsporcatela con la lingua durante la som-ministrazione, abbiatene cura, non tene-tela al sole o vicino a fonti di calore, néaccanto al telefonino o al televisore. Si ricorda che I FIORI DI BACH nonsono una vera e propria terapia equando la persona è affetta da disturbirilevanti deve consultare il suo medicoe affidarsi a terapie mediche appro-priate.Ricordiamo preventivamente che :

I Fiori di Bach non sono un pallia-•tivo, ma neanche una panacea. Nelloro uso impariamo a essere mode-rati.I Rimedi inventati dal Dr. Bach•sono solo delle CHIAVI per aprirela nostra anima.Lo stesso Bach definisce i suoi Fiori•

“strumento da utilizzare finchèl’originario stato di benessere nonviene ripristinato con il tempo e lecircostanze.”I Fiori di Bach non agiscono per ef-•fetto placebo (come dire per sugge-stione di chi li assume). E’ statafatta esperienza infatti su animali epiante, che, meglio degli esseriumani, hanno risposto alla sommi-nistrazione!

Per riacquistare il benessere, prioritaria-mente si impara ad ascoltare il propriocorpo, ad amarlo, a prevenirne le malat-tie, aiutando il medico a intervenire inmaniera più appropriata, a diventare dei“pazienti” consapevoli e non passivi eignoranti di fronte a idee della malattiache ci spaventano.I Fiori di Bach armonizzano lo spiritodella persona, aumentandone l’energiainteriore, rendono anche la persona ca-pace di migliorare le sue relazioni, ar-monizzano quindi anche l’ambiente incui si vive.

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I fiori di Bach: Il Mimulusdi Patrizia Raspanti

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Via Morsasco: pronta la sua riqualificazioneL’A.C.R.U. Morsasco, grazie alle opere a scomputo, riqualificherà buona parte di Via Morsasco

Urbanistica Viabilità&

GENTERA

VIA IGLIANO

VIA

IGLIANO

VIA

MO

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VIA

GIA

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VIA

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STOP

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7,00

R8,00

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3,75

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2,50

2,15

2,50

R8,35

R3,60

+52.76

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H

H

4,50

7,80

LEGENDA

Limite dell'Intervento

Quota di Progetto Stradale+84.68

PLANIMETRIADELLE OPERE STRADALI

PROGETTO ESECUTIVO

DATA

IL PROPONENTE:

SCALA

COD. ELAB.

A CURA DI :ISTRUTTORIA

MUNICIPIO:

XIX

L'UFFICIOI PROGETTISTI :

DESCRIZIONE

AGGIORNAMENTI

DATA

CASALOTTI - BOCCEALOCALITA':

ELABORATI STRADALI

ST

04

1:500

MAGGIO 2012

1 ELABORATO ADEGUATO ALLE INDICAZIONI FORNITE DA UITS E AMA LUGLIO 2012

TITOLO:

INTERVENTO PROPOSTO DA :

PROGETTO DI : ADEGUAMENTO DI VIA MORSASCOIN CORRISPONDENZA DEL COMPARTO 14

E COLLEGAMENTO CON IL PARCHEGGIO PUBBLICO PREVISTO

REALIZZAZIONE DI OPERE DI URBANIZZAZIONEA SCOMPUTO

DEGLI ONERI CONCESSORI

Ancora una volta, semai ve ne fosse an-cora bisogno, si

evince l’importanza delleAssociazioni Consortili diRecupero Urbano per il no-stro territorio, totalmenteabbandonato dalla politica. In questa occasione l'inter-vento urbanistico dell’A.C.R.U. Morsasco ha peroggetto i lavori di riqualifi-cazione di Via Morsasco, oalmeno di una parte di essa.Sono previste opere di:1)Adeguamento stradale incorrispondenza del Com-parto 14 e realizzazione delcollegamento e del par-cheggio pubblico;2)Costruzione di una nuovarete fognaria bianca (acquemeteoriche) a servizio delnuovo sistema viario;3)Sistemazione delle trearee a verde pubblico in-terne ai due comparti;4)Costruzione dell'im-pianto d'illuminazionedella strada di nuova realiz-zazione con i relativi par-cheggi e adeguamento diquello esistente sulla por-zione di via Morsasco inte-ressata dall'intervento.Ma entriamo più da vicinonel dettaglio dell’inter-vento, il cui ammontare èdi circa 1.200.000 €Esso prevede una rotatorialungo via Morsasco nel-l'area compresa tra viaIgliano e via Giarole e larealizzazione di un troncodi strada dello sviluppocomplessivo di 286,00 mt,per una larghezza di 7,50mt e dotato di due marcia-piedi di 1,50 mt ciascuno,che si sviluppa lungo il pe-rimetro dell'area d'inter-vento e consente l'accessoai parcheggi pubblici.Verranno realizzate tre retidi fognatura da posizionarelungo la nuova strada peruno sviluppo complessivodi 585,70 mt:- la prima interessa la partedi via Morsasco dal lato divia Girole e raccoglieanche parte delle acquemeteoriche che interessano

la rotatoria;-la seconda interessa laparte di via Morsasco dallato di via Igliano e racco-glie le acque meteoricheche interessano il parcheg-gio P1 e la parte restante dirotatoria;la terza si sviluppa lungo lanuova strada di accesso aiparcheggi previsti lungo lasponda sinistra del Fossodel Campo.L'acqua raccolta dalle trereti confluirà nel vicinoFosso della Valle dei Bam-bocci, previa interposizionedi tre vasche di lamina-zione secondo quanto pre-visto dalla CBTAR e dallaProvincia di Roma in Con-ferenza dei Servizi.Vi sarà anche la sistema-zione a verde pubblico ditre aree situate all'internodei due comparti per unasuperficie complessiva di2450 mq.Le aree verrano preliminar-mente decespugliate equindi adeguatamente mo-dellate in modo da portarlealle quote di progetto.Dal presente progetto sonostate escluse opere qualivialetti pedonali e le operedi arredo previste nel pro-getto definitivo; è inoltreprevista la realizzazione diuna paratia di pali di casta-gno lungo la sponda sini-stra del fosso del Campo.Per quanto riguarda infineil nuovo impianto di illumi-nazione, si procederà con lasostituzione di 4 pali del-l'ACEA esistenti perchè in-compatibili con la futurasede stradale. In totale è prevista la collo-cazione di 22 pali d'illumi-nazione (8 dei quali adoppia armatura) dell'al-tezza di circa 10 metri,posti ad una distanza di 30metri con lampade al sodioad alta pressione da 250W. Illuminazione, strade,fogne ed aree verdi sono ilmetro della civilità e dellavivibilità di un quartieretroppo spesso e per troppotempo assenti nella nostraperiferia.

S.Nera: addio ad uno degli antichi casali

La freneticità della vitamoderna, i ritmi giorna-lieri forsennati e i pro-

blemi più disparati, (da quelliche si riflettono sulle singoleesistenze a quelli che coinvol-gono la quotidianità del nostroquartiere e che finiscono pun-tualmente sulle colonne delgiornale) disabituano irrimedia-bilmente l'uomo alla sua natu-

rale propensione alla riflessionee alla contemplazione del bello.Così capita che mentre ognimattina ognuno di noi esce dicasa affrontando le proprie dif-ficoltà e con la testa spessoorientata altrove, le cose intornoa noi cambiano velocemente epezzetti della nostra storia co-mune vadano persi senza chenessuno se ne accorga o cheprovi ad elaborare la benchè mi-nima reazione: accade che pro-prio in questi giorni, uno degli

ultimi casali del nostro territo-rio, a Selva Nera, è stato abbat-tuto insieme al suo carico diricordi e storie di vita quoti-diana.E così un nuovo complesso re-sidenziale prenderà il suo postoad affollare la già asfittica reteurbanistica del territorio. Lungida noi entrare nel merito dellescelte portate avanti dai proprie-tari del terreno sito all'inizio divia della Riserva Grande, macrediamo sia opportuno rimar-care la sconfitta della Storia edella tradizione, che cade sottoi colpi della modernità la qualesempre più vorace e immemorecostruisce sulle macerie del pas-sato un mondo al quale spessolo stesso uomo moderno sentedi non appartenere.

di Davide Liberatori@Dave983

Qui di fianco le operazionidi demolizione dell’anticocasale di Via RiservaGrande, un altro pezzo distoria che ci abbandona persempre, per fare spazio al-l’inarrestabile “civiltà”

di Fabio Allegrini

Page 7: Il Pungolo n. 113

7www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r g

OCCHIO SULQUARTIERE

Nonostante l’inaugurazione, intorno allafine dell’Aprile scorso, Piazza Don GustavoCece presenta ancora delle sedute ad angolovivo realizzate in marmo, pericolosissimeper le persone che la frequentano, soprat-tutto per i bambini che ci giocano.Ci auguriamo di veder risolta la questionequanto prima.

PIAZZA DON GUSTAVO CECE ANCORA PERICOLOSA

Via Boccea: aggiornamenti dal cantiereIn dirittura d’arrivo la fase dei rilevamenti archeologici

Dopo 4 mesi dalla de-cisione del TAR, daquel famoso 12 Feb-

braio che affidò l'appalto allaseconda classificata EDILMOTER s.r.l., si incominciaad intravedere qualcosa diconcreto per i lavori di allar-gamento della via Boccea:ebbene sì, siamo quasi aglisgoccioli della fase dei rileva-menti archeologici con la fine

del rilievo topografico sullastrada romana ritrovata,(l’antica via Cornelia checorre sotto tutta Casalotti) enel frattempo è stato dato ilvia libera a ricoprire gli scavieffettuati su tutta l’area che sitrova oltre il distributore dibenzina della via Boccea.Inutile è stare qui a rimpian-gere il tempo perso che ha ri-tardato il normale iter: infatti,come dichiara anche il diret-tore dei lavori, la bretella chenascerà al di sopra dell’area

che ospita gliantichi repertiromani potevaessere giàpronta da unpezzo. Comunque siaabbiamo aspet-tato 20 anniper arrivare a

questo punto e non sarà qual-che mese di ritardo che pro-lungherà l'attesa a farcidemordere, tant'è che è logicosupporre che con l’aperturadella prima bretella si entrerànel vivo della seconda fasedel progetto di allargamentoe che porterà in dote, si spera,effettivi benefici alla situa-zione del traffico locale. Nelfrattempo, in attesa di ulte-riori sviluppi, dopo i marcia-piedi realizzati lungo la viaBoccea nel tratto che incrociail GRA, sembrerebbe che al-trettanti ne verranno realiz-zati anche all’inizio dellaSelva Candida insieme ad uncollegamento delle acquechiare della zona, cosa cheporterà maggior sicurezzaanche per i bambini cheadesso per ogni spostamentorischiano quotidianamente la

vita. Purtroppo invece, per chifosse interessato a saperecosa ne sarà della nuova en-trata della scuola Terrasanta,dovrà aspettare i progetti ese-cutivi assegnati ad un altraditta e che si spera venganopubblicati a breve, così da ca-pire come sarà strutturatatutta la rotanda principale cheoccuperà proprio il bivio diBoccea - Casalotti.Se tutto andrà come deve an-dare tra dieci giorni potremodire addio alle ruspe che la-sceranno il cantiere per farespazio ai lavori di struttura-zione della prima bretella; in-tanto vi ricordiamo comesempre di partecipare al-l'evento facebook creato ap-positamente per seguire più davicino i lavori con foto e noti-zie direttamente dal cantiere.

di Marco Verachi@MarcoVerachi

Page 8: Il Pungolo n. 113

8www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r g

Urbanistica Viabilità&

Nuove fogne bianche per Via Rezzato90 100

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MANUFATTO DI SCARICO AL FOSSO

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PLANIMETRIA DELLE OPERE

PROGETTO ESECUTIVO

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IL PROPONENTE:

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COD. ELAB.

A CURA DI :ISTRUTTORIA

MUNICIPIO:

XIX

L'UFFICIOI PROGETTISTI :

DESCRIZIONE

AGGIORNAMENTI

DATA

SELVA CANDIDALOCALITA':

ELABORATI FOGNATIZI

FG

03

1:1.000

GIUGNO 2012

1 ELIMINATA CANALETTA GRIGLIATA PER PASSI CARRABILI AGOSTO 2012

TITOLO:

INTERVENTO PROPOSTO DA :

PROGETTO DI :

REALIZZAZIONE DI OPERE DI URBANIZZAZIONEA SCOMPUTO

DEGLI ONERI CONCESSORI

OPERE DI ADEGUAMENTO DI VIA REZZATOE DEL SISTEMA VIARIO ADIACENTE, CON RACCOLTA E

ALLONTANAMENTO DELLE ACQUE DI ORIGINE METEORICA

LEGENDA

Collettore di Raccolta Acque Meteoriche

e in CLS (D.I. 800 mm)

Identificativo Nodo Fognatura

Pozzetto di Linea (Tipo "C1/C2")

Manufatto di Derivazione

Manufatto di Separazione

T

Caditoia non Sifonata (Tipo "A1/A2" - "B1/B2")

Limite dell'Intervento(Opere Fognatizie)

CONSORZIO

"SELVA CANDIDA VERDE"

Tratte previste nel Progetto Definitivoed escluse dal presente progetto

In nome dell’efficienza edella sostenibilità territo-riale, hanno finalmente

preso via i lavori per la realiz-zazione del nuovo collettoreper le acque chiare situato neipressi di Via Rezzato.Il collettore, realizzato attra-verso un opera di urbanizza-zione a scomputo degli onericoncessori, permetterà lo scolodelle acque chiare all’internodelle nuove condutture com-prese all’interno del progetto.Solitamente, almeno nelle peri-ferie, lo scolo delle acquechiare è destinato a sfociare sul

piano stradale, quindi sulmanto di asfalto, velocizzandonon di poco il suo processo dierosione, già insolitamente pre-coce nel nostro territorio.Con la realizzazione del nuovocollettore invece, tale processodovrebbe verificarsi in un lassodi tempo più consono a quelliche sono gli standard solita-mente accettati, donando a tuttala cittadinanza e non solo aifruitori del nuovo collettore,viabilità e decoro del mantostradale locale.L’opera, a cura del consorzio“Selva Candida Verde”, lette-ralmente denominata: “Realiz-zazione delle opere diadeguamento di Via Rezzato e

del sistema viario adiacentecon raccolta e allontanamentodelle acque meteoriche”, delquale è responsabile del pro-getto l’Ing. Franco Cecchetti,vede come data di consegna la-vori il 25 febbraio 2014, per unimporto fissato in euro 969.000circa.Abituati come siamo alle con-tinue proroghe, interruzioni emancati completamenti delleopere del nostro territorio, sa-rebbe una piacevole sorpresapoter fruire del nuovo collet-tore in piena stagione piovosa,proprio quando il carico diacqua giunge ai massimi livelli,e riduce puntualmente in bran-delli il manto stradale.

Un progetto destinato sicura-mente a migliorare la vivibilitàe la sicurezza delle nostre arte-rie sempre più dimenticatedalle istituzioni, soprattuttoquando si tratta di manuten-zione ordinaria.Il nuovo adeguamento del si-stema fognario abbraccerà unaconsistente fetta del territoriodi Selva Candida, estendendosidal punto di inizio lavori, inVia Gorgonzola, (alle spalle diVia Casorezzo) fino a giungerenella zona alta di Via Cogliate,la strada che si snoda alla sini-stra di Via Rezzato (una voltaraggiunta l’area di servizio delG.R.A.).Data la continua affluenza di

nuovi abitanti a seguito del-l’imponente processo edilizioche sta interessando da decennioramai il quadrante di Romanord ovest, un adeguamentofognario non può che essere unpassaggio obbligato verso ilraggiungimento di un accetta-bile compromesso tra il neces-sario adeguamento dei servizial cittadino e l’effettiva capa-cità realizzativa delle istitu-zioni, a volte mortificate daitagli ai fondi pubblici impostidalla crisi economica, altrevolte colte da un’inspiegabiledeficit di capacità uditiva.

di Gabriele Cantarella@Parsifal87

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9www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r g

Cemento in cambio di servizi.Sembra un baratto impari, ma inrealtà è la formula favorita

dall’Amministrazione Capitolina per ar-ginare le lacune urbanistiche delle no-stre borgate. Peccato però, che nelnostro quadrante abbondi il primo a di-scapito dei secondi.A darne riprova, nuovamente dopo ilcaso del P.U. Palmarola – Lucchina, èl’approvazione della delibera n. 31dello scorso 10/5, con cui il Campido-glio ha reso esecutivo il Piano di recu-pero urbanistico del nucleo di ediliziaex abusiva n. 19.02 – “Palmarola – ViaLezzeno”. Tale progetto prevede infatti,l’adeguamento del contesto urbano diriferimento - ad elevata ruralità - aglistandard urbanistici di legge vigenti, at-traverso la realizzazione di nuovi inse-diamenti residenziali e commerciali, suun’area fondiaria complessiva di 85390mq. Nel dettaglio, i 20738 mq ad usopubblico attesi, deriveranno dal flussopositivo di cassa per il Comune gene-rato dall’ampliamento della cubatura inprincipio assegnata ai lotti non edificatidel toponimo, da 0,40 mc/mq a 0,50mc/mq e dal conseguente aumento deicontributi straordinari dovuti, dal 50%al 60% sugli oneri concessori. Le modifiche al Piano Regolatore Ge-nerale, riguarderanno anche la superfi-cie complessiva del nucleo, la qualerispetto ai preventivati 9,68 ha, subiràuna maggiorazione esterna di circa 2,57ettari a destinazione di verde pubblico,che però saranno inquadrati all’internodel computo come “aree fondiarie”, alfine di garantire la localizzazione e as-segnazione della nuova volumetria, se-condo il principio della perequazionetra le quattro aree soggette a conven-

zione. Tali comparti, i quali costitui-scono il 54% dell’intera superficie edi-ficabile privata, rileggendo un copioneormai noto, dovranno realizzare granparte della viabilità interna al nuovo co-struito, ammontante ad oltre 16mila mqe delle opere di urbanizzazione primariae secondaria già realizzate od in corsod’opera, per un importo di € 6.214.460.Vedendo il progetto complessivo inun’ottica d’insieme, l’intervento cosìposto completa ed integra le altre va-rianti ricadenti nelle zone del quartierea ridosso del GRA, quali il piano parti-colareggiato di recupero urbano n. 10ed il più complesso programma urbani-

stico “Palmarola-Lucchina”, ribaden-done, se ve ne fosse stato bisogno, lecriticità.Infatti, ancora una volta si autorizza laproliferazione abitativa attingendo dalresiduo verde della zona, fornendocome pezze di appoggio la necessità dimigliorare l’assetto urbano scaturitodall’abusivismo e l’imminente realizza-zione di infrastrutture pronte solo sucarta, ma già sature per la mole dimassa veicolare presente e futura chesaranno chiamate ad incanalare. Esempi lampante sono via E. Sperani ele nuove bretelle di congiunzione alGrande Raccordo Anulare, troppo

spesso presentate come panacea deltraffico sulla direttrice Casal delMarmo\Trionfale, ma ancora lontanedal vedere luce.In conclusione, sebbene nel caso con-creto, il totale di nuovi residenti sia mo-desto (circa 730 unità), a destarepreoccupazione sono le linee politicheche incitano queste tipologie d’interventivolti a privilegiare la variante urbanisticain zone verdi diverse da quelle di inte-resse, per ripagare l’azione sostitutivadel privato nella realizzazione dei ser-vizi, in luogo dell’AmministrazionePubblica, in costante carenza finanziaria.

di Alessio Carbonara

Il toponimo 19.2 Palmarola - Via Lezzeno

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10www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r g

AMA: il “porta a porta” a macchia di leopardo

Elettrosmog Ambiente&

Perrone infatti afferma che “ laraccolta differenziata parte oraper due principali motivi: lachiusura di Malagrotta, che peranni è stata rimandata ed oggiè stata definitivamente effet-tuata; l’ingente costo della rac-colta differenziata, soprattuttonella fase iniziale, oggi soste-nuto dai firmatari del “Pattoper Roma”, in cui tutte le am-ministrazioni si impegnano peravviare una raccolta differen-ziata su tutto il territorio ro-mano”. Il nuovo progetto, già presen-tato presso la sala consiliare delMunicipio XIII poco tempo fae di cui vi abbiamo parlato,prevede l’attuazione di due so-luzioni di raccolta differenti al-l’interno dello stessomunicipio: una parte del terri-torio e degli abitanti usufrui-ranno del sistema di raccoltaporta a porta; mentre l’altraparte del territorio, quello piùdensamente popolato, manterràla vecchia raccolta differen-ziata con cassonetto stradale.Le zone in cui si effettuerà laraccolta stradale avranno per-ciò in strada ben 5 cassonetti:blu (plastica e metallo), bianco(carta), verde (vetro), grigio(materiali non riciclabili) emarrone (scarti alimentari e or-ganici). Unica "novità" se così pos-siamo definirla, il ritorno sullastrada della campana di rac-colta monouso del vetro. Men-tre in tutte le zone scelte per ilporta a porta, i cassonetti stra-dali verranno eliminati totale-mente.Soluzione questa che entrerà invigore dopo che tutte le fami-glie avranno ricevuto un kit in-formativo che le guiderà sucome differenziare i rifiuti incasa e fuori casa e un kit dicontenitori per la raccolta portaa porta.“Il nuovo programma di rac-colta è già stato avviato pressoil Municipio IV e sembra stiariuscendo con successo tantoda aver portato al raggiungi-mento del 60% di differenziata.Verso la fine di Luglio partiràanche nel XIII, IX e I Munici-pio e per Settembre si uni-ranno altri 2 municipi”.Un incontro questo che d'altra

parte ha suscitato non pocheperplessità tra le associazionidel territorio che hanno presovisione del progetto solo a'cose già fatte' senza aver avutoin precendenza la possibilitàeffettiva di poter collaborarecon l'azienda municipalizzataper la stesura di un sistema diraccolta territoriale più effi-ciente. Ad esempio infatti nonconvince appieno il progettopresentato con la ripartizione amacchia di leopardo con 'isoledi raccolta porta a porta' checonvivono gomito a gomitocon aree sulle quali insistono isistemi tradizionali. Un progetto questo che se-condo la nostra esperienza, ri-schia di naufragare a pochigiorni dal suo effettivo varocon i cittadini muniti di sac-chetti dell'immondizia intentiin una strana migrazione allaricerca del cassonetto più vi-cino. Inoltre sembra che per ilmomento non sia stato pensatonessun tipo di sgravio fiscaleper chi si impegni nella rac-colta differenziata porta aporta: incentivo questo che perle famiglie, sarebbe stato in-vece un importante per cam-biare definitivamente la culturadei rifiuti.

Grazie al contributo diun gruppo di volon-tari, guidati da Renato

Ceccarelli e al contributo eco-nomico dei soci del Parco, nelpolmone verde di Via dellaCellulosa nasce un’area caniattrezzata a Casalotti.«Mi sono trasferito qui dapochi anni - ci dice RenatoCeccarelli, ideatore del pro-getto - ed essendo un amantedei cani mi sono reso contoche il quartiere non aveva, trale altre tante cose, uno spaziodedicato esclusivamente aloro. Così, grazie al contributodegli altri volontari e all’aiuto,anche economico, del Comi-tato del Parco, siamo riusciti arecintare un perimetro di que-sto immenso polmone verdeper dedicarlo esclusivamenteal miglior amico dell’uomo.»

L’iniziativa ed il risultato sonosenza dubbio notevoli, consi-derato il poco tempo trascorsotra l’idea e la realizzazione,ma a quanto pare il team divolontari non ha intenzione difermarsi qui: «Stiamo pen-sando di predisporre l’areaanche pel’addomesticamentodei nostri fedeli amici e stiamocercando di organizzare corsisull’educazione dei padroni,perchè spesso il rapporto fracane e padrone e fra padrone eciviltà è peggio di quanto si

possa pensare».La nostra redazione è tornatagià due volte a visitare l’areae l’affluenza è in costante au-mento.Ci auguriamo che questo spa-zio possa diventare un puntodi riferimento per la maggiorparte dei cittadini che a Casa-lotti possiedono un cane, e ciauguriamo anche che le altrezone del territorio possano se-guire l’esempio quanto prima.

Un’area cani attrezzata a CasalottiFinalmente uno spazio adeguato per il migliore amico dell’uomo

In alto: il progetto di zonizzazione dell’AMA per

la raccolta Porta a Porta (PAP).Qui a fianco: due cani chegiocano nella nuova area

loro dedicata al Parco della Cellulosa

G.S.

di Sandra Angelici@sandraangelici

Page 11: Il Pungolo n. 113

I R ION I D I ROMAE’con immenso piacere che vi

presento il più monumentaletra i rioni di Roma.

Se pur la sua superficie non sia coì vasta(206.345 mq tra piazza Venezia, viadelle Botteghe Oscure, largo di TorreArgentina, piazza della Rotonda e viadel Corso), Pigna contiene una quantitàdi monumenti davvero notevole. Immaginando di passeggiare solo tra ilPantheon e la Chiesa del Gesù, po-tremmo incontrare decine di resti dellaRoma antica, palazzi nobiliari, musei echiese di prim’ordine. Un altro particolare curioso del Pigna èl’essere l’unico, tra i ventidue rioni ro-mani, ad evocare con il suo nome unelemento botanico. Il fatto divieneancor più singolare se pensiamo alla to-tale mancanza, in tutta questa zona, diville, parchi o pinete, caratteristici in-vece in quartieri più a nord di Roma,come ad esempio il Ludovisi-Pinciano.Un luogo perciò ricchissimo di monu-menti, grandi strade e chiese, ma total-mente povero di verde.Se non ad una caratteristica morfolo-gica, a cosa possiamo far risalire l’ine-dito nome?L'ipotesi più diffusa è che esso discendadalla famosa Pigna bronzea che oggicampeggia nel cortile del Belvedere inVaticano. Secondo alcuni questa costi-tuiva un’antica fontana nel mezzo del-l'Iseo Campense, il tempio dedicato alculto di Iside edificato nel 43 a. C. nellazona dove oggi sorge la chiesa di SantaMaria sopra Minerva.Secondo altri, più verosimilmente, lamonumentale pigna era invece un ele-mento ornamentale di una fontana ap-partenente alle vicine Terme di Agrippa,le più antiche di Roma (tardo I secoloa. C), di cui abbiamo parlato a propositodel rione Sant’Eustachio. Una leggenda popolare medioevalevuole invece che la pigna fosse untempo posta sul Pantheon, come coper-tura del lucernario che si apre nel centrodella cupola.Purtroppo tutte queste pittoresche spie-

gazioni non sono cronologica-mente compatibili con il no-stro nome, perchè lagrande scultura bronzeaè documentata in Vati-cano già dalla metà delXII secolo, epoca in cuiil rione non aveva ancorapreso il nome di Pinae etSancti Marcii come nonorione di Roma (ciò avvenne circaun secolo dopo). Dante Alighieri ciparla della monumentale pigna nellasua Divina Commedia quando, nar-

rando le vicende del gigante Nembrot(Inferno, Canto trentunesimo), vienedescritta la faccia del colosso che ri-corda al poeta la pigna di San Pietro:

Al di là di tutte queste belle storielle, laspiegazione forse più plausibile, è cheil termine provenga da una delle tantecorruzioni toponomastiche che caratte-rizzano i nomi della nostra città.

La "Vigna Tedemari"era un vasto terrenocoltivato (dal latinovinea) di proprietà diun certo Tedemaro,misterioso personag-gio vissuto forse at-torno all'anno 950,nipote dell'abate Cam-pone di Farfa. Il ter-reno occupava buonaparte del rione, tantoche nella divisionedelle antiche regionese nella successiva ri-

partizione trecentesca dellacittà, sembra che l’intera

area fosse chiamata "Re-gione della Vigna"(Regio Sancti Eustachiiet Vinee Tedemarii) os e m p l i c e m e n t e

"Vigna". Da "vigna" a"pigna", come spesso ci è

capitato di vedere per altrinomi della tradizione romana, il

passo è davvero breve.Tornando alla storia del rione e alle suamonumentalità, non possiamo non ac-

cennare al Pantheon, il “tempio di tuttigli dei” costruito nel 27 - 25 a.C. dal ge-nero di Augusto Marco VipsanioAgrippa, amico e genero di Augusto. Nella stessa zona sorgevano però anchei Saepta Iulia (spazi dove si riunivano icomizi per l’elezione delle più alte ca-riche pubbliche), la Basilica di Nettuno,il bellissimo tempio di Iside e Serapide(anche detto Iseo campense) dal qualeprovengono moltissime statue d’impor-tazione egizia oggi sparse per Roma.Pigna fu anche la zonadel tempietto circolarededicato alla MinervaCalcidica, erettonell’80 d. C. da Domi-ziano nell’area oggicorrispondente aPiazza del CollegioRomano, S. Ignazio epalazzo Altieri. Sitratta di un rione peròdecisamente anomalo,teatro di costruzione e, allo stesso tempo, didistruzione. Proprio

qui infatti, intorno all’anno mille, fu al-lestito attorno all’area sacra il cosid-detto “Calcalario”, una sorta di fucinapermanente che riduceva in calce i ma-teriali che provenivano dai resti dellaRoma imperiale. L’industria della calcefiorì in questa zona proprio perché erala più ricca di marmi antichi.Uno dei nomi più vecchi di Roma è pro-prio quello di Piazza dei Calcarari, lecui prime notizie scritte risalgono addi-rittura al 1023 facendo riferimento aqueste fornaci di calce che sorgevanonell’area adiacente alla piazza. Purtroppo, nel corso dei secoli, il Cal-calario ha letteralmente polverizzatoun’immensità di marmi, tra cui colonnee statue di notevole pregio. A questo dobbiamo aggiungere i moltilavori di ristrutturazione, le aperture dinuove strade e la costruzione di chieseche caratterizzarono anche la successivaepoca rinascimentale, rivoluzionandocompletamente l’assetto del rione origi-nario. L’istituzione nel XVI secolo deinuovi ordini gesuiti comportò inoltresventramenti, demolizioni e moltissimicambiamenti, come la conversione dellastorica piazza Altieri in Piazza delGesù. Una modernizzazione, questa,che trovò continuità con l’invenzionetardo cinquecentesca dei “sanpietrini”,con i quali cominciarono ad essere pa-vimentate le strade simbolo del rione,come via dell’Ara Coeli, via Piè diMarmo e il vicolo dei Cesarini.Come in più di una occasione non homancato di farvi notare le grandi tra-sformazioni urbanistiche cinquecente-sche ed ottocentesche rendono difficiledi ricostruire l’aspetto antico e medie-vale della città. Nel Pigna, in modo par-ticolare, l’apertura di nuove strade epiazze che rispondessero alle esigenzedella Controriforma prima e dellanuova capitale italiana dopo, hanno tra-sformato radicalmente nel corso dei se-coli la geografia del rione.

Al centro: Lo stemma del Pigna e la mappa con i confinidel Rione;In basso a sinistra: G. Battista Piranesi, Veduta d iPiazza de lla Rotonda.In basso a destra: Giuseppe Vasi, Veduta di Piazza delGesù

di Martina Casadio

La faccia sua mi parea lunga e grossacome la pina di san Pietro a Roma

Page 12: Il Pungolo n. 113

I Rioni di RomaPASSEGGIANDO PER IL RIONE PIGNA

PEr PignA A tEstA in su

Mai come in questo caso è stato cosìdifficile, in un rione così ricco di testi-monianze antiche e moderne, fare unaselezione dei luoghi in cui portarvi.Come più di una volta ho voluto sotto-lineare, l’intento di questa rubrica èquello di raccontarvi storie che vi pos-sano far scoprire aspetti di Roma chesolo pochi appassionati conoscono.Per questo motivo ho deciso, anchequesta volta, di tralasciare le dichiaratesuperstar del rione, in questo caso ilPantheon e l’adiacente piazza della Ro-tonda, per portarvi invece, in questo iti-nerario, dentro le chiese e i palazzi cheforse molti conoscono e che racchiu-dono al loro interno delle splendide de-corazioni pittoriche.Sulla scia di ciò che vi ho raccontato aproposito dei grandi cicli di affreschi diLanfranco nella cupola di Sant’Andreadella Valle (Rione Sant’Eustachio) e diPietro da Cortona nel salone di PalazzoBarberini (Rione Trevi), oggi scopri-remo ciò che accadde a Roma subitodopo la realizzazione di questi impor-tanti cicli pittorici, precisamente negliultimi trent’anni del XVII secolo. La città accolse le grandi novità propo-ste da questi due maestri senza peròprodurre immediatamente l’effetto pre-visto. Ci si sarebbe infatti aspettato chequesti capolavori di straordinario vigoreavrebbero portato immediatamente aduna vera e propria rivoluzione del gustodel tempo. Tutto ciò non accadde per una serie dimotivi. Lanfranco lasciò Roma moltopresto e si trasferì a Napoli per circa do-dici anni, mentre Cortona cominciò adoccuparsi con successo di architettura(suoi capolavori assoluti sono la chiesadei Ss. Luca e Martina al Foro Romano,Santa Maria in Via Lata e Santa Mariadella Pace). A ciò si aggiunge la considerazione chein nessuna delle chiese barocche ro-mane costruite in quegli anni dai grandimaestri (Bernini, Borromini e lo stessoCortona) si diede spazio alla decora-zione pittorica. Come abbiamo potutovedere in San Carlino alle Quattro Fon-tane, Sant’Andrea al Quirinale e San-t’Ivo alla Sapienza gli ambienticominciarono ad essere pensati comeunità architettoniche autonome che im-ponenti decorazioni pittoriche avreb-bero reso discontinue.La conseguenza è che la maggior partedei grandi affreschi seicenteschi nellechiese e nei palazzi romani venne rea-lizzata diversi decenni dopo ed occupòparadossalmente chiese più antiche ri-maste prive di decorazione. Questa pic-cola spiegazione sarà importantequando entreremo nelle due chiese ge-

suite del rione Pigna, nelle quali le fac-ciate e le planimetrie evidentementecinquecentesche si troveranno a dialo-gare con decorazioni interne del tardoSeicento. Iniziamo il nostro itinerario proprio dapiazza del Gesù, una delle più famose erumorose della nostra città, che prendeil nome dalla maestosa Chiesa del San-tissimo nome di Gesù che vi si affaccia.Anticamente in questa zona (fino allapiazza del Collegio Romano) si esten-deva la Porticus Divorum, grande areaporticata con due templi che l’impera-tore Domiziano eresse in onore delpadre Vespasiano e del fratello Tito. Nonostante questa passeggiata vogliamostrarvi principalmente le meravigliepittoriche contenute al suo interno, unaccenno alla vicenda della costruzionedella chiesa non può essere tralasciato.:quest’edificio, da sempre, è consideratoun punto di svolta importantissimonella storia dell'architettura italiana. Si tratta della prima chiesa costruita se-condo il nuovo spirito dei decreti delConcilio di Trento (1545-1563), se-condo quel “rappeler à l'ordre” di cui lachiesa necessitava dopo le pesanti ac-cuse seguite alla riforma protestante. In un passo del decreto del Concilio sidichiara apertamente “che il popolovenga istruito [...] affinchè si rafforzil’abitudine di avere sempre presenti iprincipi della fede”. Si andava defi-nendo una vera e propria disciplina cheinteressava le arti visive e che in archi-tettura si tradusse in scelte molto pre-cise. La necessità di costruire unachiesa che rispondesse alle esigenzedella neo-istituita Compagnia del Gesù,dette la possibilità di sperimentare unimpianto su un’unica navata, perchél'attenzione dei fedeli fosse concentrata

sull'altare e sul celebrante.Per mancanza di mezzi finanziari i la-vori di costruzione della chiesa non fu-rono iniziati durante la vita delfondatote dell’ordine, Ignazio da Lo-yola (1491-1556) ma solo nel 1568. Diretto prima da Jacopo Barozzi (dettoil Vignola) e dopo da Giacomo DellaPorta, il cantiere si chiuse nel 1584 e lachiesa fu consacrata il 25 novembredello stesso anno.Come prima accennato, dobbiamo com-piere un salto di circa un secolo perpoter ammirare la bellissima decora-zione interna. La poderosa affrescatura è l'impresa vo-luta e sostenuta da padre Oliva, prepo-sto generale dei Gesuiti dal 1664, perciònon si tratta soltanto del più grandeciclo decorativo promosso dalla Com-pagnia ma, in qualche modo, di una per-sonale realizzazione del suo Caposupremo.L’impresa fu affidata a Giovan BattistaGaulli detto il Baciccio, pittore geno-vese giunto a Roma alla metà del Sei-cento e universalmente noto come veroalter ego in pittura di Gian LorenzoBernini.Il Trionfo del nome di Gesù (1687) checampeggia nella volta della navata èfrutto di un programma iconograficostudiato e suggerito dallo stesso PadreOliva e dai suoi collaboratori. Esso rappresenta, forse, la piu perfetta“summa” iconografica dell’insegna-

mento dottrinale della Compagnia diGesù. Guardando verso l'alto, si ha l'il-lusione che il tetto sia aperto al centroe, in alto nel cielo, Cherubini e Angelisi stringono intorno alla luce emanatadal monogramma di Gesù; sulle bian-che nubi possiamo scorgere schiere disanti e uomini di chiesa inginocchiati inadorazione, mentre un gruppo di dan-nati precipita negli inferi.Il soffitto, riccamente decorato con unafantastica combinazione di pittura estucchi, appare perciò letteralmente

squarciato per lasciar vedere il cielo efar entrare la luce di Dio. L'effetto viene drammatizzato anchedall'uso intelligente di chiari e scuri chesi fondono con i colori delle figure instucco che sembrano esplodere dallacornice. Il Gaulli, avendo bene in mente ciò chePietro da Cortona aveva fatto in palazzoBarberini, ripropose il tema dell'esalta-zione attraverso un semplice simbolo.Il Cristo è effettivamente rappresentatonella scena soltanto attraverso il suonome e con una potenza luminosa che,vincendo le tenebre del peccato, siespande sulla volta. Il punto cruciale della rappresentazionedel Baciccio è la presenza di chi nonc'è: come le api barberini avevano rap-presentato il trionfo di Urbano VIII,così il simbolo del Cristo avrebbe evo-cato la sua presenza nella celebrazioneeucaristica.Con in testa questo trionfo di gesti e co-lori usciremo dalla Chiesa del Gesù perdirigerci a Palazzo Altieri, l’edificio checi appare immediatamente alla nostradestra che occupa un intero isolato delnostro rione. Lo potrete riconoscere dal bel portalefiancheggiato da due colonne ionicheche sostengono la loggia coronata dauna testa femminile, festoni e lostemma papale. Gli Altieri furono una delle famiglie piùimportanti nella Roma del XVII secolo,

dando inoltre i natali a Emilio Bonaven-tura Altieri, divenuto papa con il nomedi Clemente X (1670 al 1676).L'edificio è attualmente un condominioin parte occupato dall'AssociazioneBancaria Italiana e in parte in uso a pro-prietari privati.I prospetti del palazzo si affacciano suvia del Plebiscito e su Piazza del Gesù,mentre il suo interno è impostato in-torno a due grandi cortili. Il primo nucleo fu progettato dall'al-lievo prediletto di Bernini, Giovanni

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I Rioni di RomaAntonio DeRossi, nel 1650su commissionedel cardinaleGiovanni Batti-sta Altieri. Unsecondo nucleovenne invece in-serito successi-vamente conl'ampliamentovoluto tra il1670 e il 1673.A lavori termi-nati furono chia-mati diversiartisti a decorarele sale interne. Noi ci soffermeremo sulsoffitto del salone delle udienze al primopiano, in cui il maggior pittore romanodel periodo, Carlo Maratta, eseguì ilTrionfo della Clemenza e allegoria delgoverno di papa Clemente X, opera ulti-mata nel 1676.Nonostante sia stata eseguita solo pochianni prima della decorazione della chiesadel Gesù che abbiamo appena ammirato,Maratta mostra chiaramente di non volerriprendere la grande pittura barocca ma,al contrario, esaltare una precisa autono-mia della superficie dipinta.Nonostante il programma iconograficofosse complesso ed articolato (avrebberappresentato il Trionfo della Cle-menza del pontefice, circondata dallaFelicità Pubblica e dalle virtù cardinali)il pittore decise di abbandonare l’illu-sionismo prospettico cortonesco perproporre invece una scena incorniciatain modo chiaro e semplice. Le figure, come nella volta Barberini,sono rappresentate in movimento nelcielo, ma Maratta scelse di mantenereuna composizione in cui i protagonistidella scena apparissero autonomi e bendefiniti, secondo quel principio classicodi comporre con poche figure ed una ta-volozza uniformemente luminosa. Si evitarono quei forti contrasti croma-tici che avrebbero caratterizzato invecela volta del Gesù, come il gusto tuttobarocco di far uscire i personaggi dallasuperficie architettonica per interagirecon lo spettatore.L’affresco di Palazzo Altieri è il fruttodi una scelta ben precisa, quella di pre-scindere dagli esempi precedenti por-tando avanti una pittura che fondessedue tendenze diametralmente opposte,il classicismo e il barocco. Non vi sonosimboli da interpretare, scene che susci-tino un eccessivo stupore o forti emo-zioni, ma tutto è teso alla ricerca di unbello ideale con la giusta dose di dina-mismo.Ho voluto mostrarvi due facce dellastessa medaglia per farvi capire quantefossero le tendenze pittoriche presenti aRoma sul finire del seicento.Maratta, al contrario di altri contempo-ranei, ebbe dalla sua parte una fittaschiera di allievi che portarono avanti il

il suo stile per tutto il secolo successivo.Usciti da Palazzo Altieri ci dirigeremoverso l’ultima tappa della nostra pas-seggiata, l’altra chiesa gesuita dedicataa Sant’Ignazio da Loyola. Per farlo vi consiglio di passare per viadi santo Stefano del Cacco, protagonistadi alcune curiosità che troverete nellasezione successiva.Prima di entrare nella chiesa girateviper ammirare una delle zone più ele-ganti e preziose di Roma. Un autentico gioiellino bello da visitaredi sera, di notte, ma anche nel pomerig-gio, quando la piazza è libera dal tram-busto delle macchine e diventa un veroe proprio teatro. Il termine che ho usato non è casuale,perché gli edifici sono disposti in modotale da creare una scenografia e la sen-sazione è proprio quella di assistere aduno spettacolo teatrale.Questo aspetto scenografico si nota so-prattutto volgendo le spalle alla chiesae salendo sulla scalinata. Gli eleganti palazzetti settecenteschiche circondano la chiesa, progettaticome case d’affitto per l’alta borghesiaromana, sono costruiti secondo un’ illu-sione prospettica che dà profondità allospazio.In un armonico gioco di sporgenze erientranze i più attenti potranno notareanche gli eleganti dettagli, la formadelle finestre e dei portali, i raffinati or-namenti e i graziosi balconcini in ferrobattuto.L’autore di questo meraviglioso com-

plesso fu Filippo Raguzzini che lo rea-lizzò tra il 1727-1728.Ma torniamo alla chiesa barocca di S.Ignazio, commissionata dal cardinal Lu-dovisi nel 1626 in onore del fondatoredella Compagnia di Gesù. Tralasceremo in queste ultime righe levicende architettoniche e costruttive del-l’edificio per immergerci nell’ultimagrande decorazione ad affresco della no-stra passeggiata.Si tratta della Gloria di Sant’Ignazio, ca-polavoro assoluto della pittura di finedel seicento eseguito da Andrea Pozzo,artista eclettico che fu architetto, pittore,decoratore e teorico dell'arte ma soprat-tutto gesuita come i suoi committenti. Di dimensioni impressionanti (oltre 17metri di larghezza e 36 metri di lun-ghezza) la volta di S. Ignazio è real-mente un'apoteosi della missioneapostolica della Compagnia di Gesù. Al centro dell'affresco, in una nube diluce, campeggia la Trinità.

Il raggio di luce si dirige verso il cuoredi Ignazio, portato al cielo da un coro diangeli. Dal santo, la luce si divide inquattro raggi, corrispondenti ai quattrocontinenti allora conosciuti, convertiti eliberati dall'eresia e dai culti pagani,grazie al lavoro dei missionari gesuiti. Tutto la scena è tripudio di colori, e lefigure paiono rapite dal desiderio irre-frenabile di tendere verso l’alto e di ri-salire verso il cielo. In uno spazio dipinto che prosegue ide-almente le forme architettoniche dellanavata centrale, uno squarcio luminososembra aprire la volta a botte e inon-darla di luce. L’illusione è quella di uno spazio vir-tuale molto più profondo di quello realenel quale campeggiano moltissime fi-gure poste ad altezze diverse, ma tutteviste coerentemente dal basso versol’alto. Ne deriva un risultato spettacolare checolpisce sia per la grande abilità tecnicamostrata dal Pozzo, sia per la sensa-

zione illusoria di uno spazio reale e con-creto che vive della stessa aria del visi-tatore.Per aumentare l’illusione ed abbrac-ciare la totalità della volta, Pozzo segnacon un disco di marmo, al centro dellanavata, il luogo in cui il fedele deve col-locarsi per godere totalmente del mo-mento in cui il santo trionfa in cielo.Non potrete lasciare la chiesa senza am-mirare uno dei “best sellers” cittadini,al pari dell Bocca della Verità, la Galle-ria Spada o l'occhio del Pantheon. Si tratta della cupola della chiesa, oforse farei meglio a dire della sua non-cupola... una grande tela del diametrodi 17 metri dove il Pozzo creò l'incredi-bile illusione prospettica di una coper-tura che in realtà non esiste. Probabilmente problemi di natura eco-nomica rendevano impossibile la realiz-zazione di una cupola vera, mal’artificio pittorico è talmente sofisti-cato da non riuscire a farne percepire la

mancanza.L’artista immagina una copertura cas-settonata su un alto tamburo in cui si ar-riva addirittura a scorgere un fascio diluce dorata che sembra entrare dalleaperture del lanternino. Non a caso Pozzo è da molti definito ilmaestro della finzione pittorica anchese, come abbiamo potuto vedere in que-sta passeggiata e in molte delle prece-denti, il vero senso di tutta l’artebarocca è proprio quello di stupire, rac-contare e coinvolgere il pubblico comein uno spettacolo teatrale.Spero che, torcicollo a parte, questogiro per il Pigna abbia coinvolto anchevoi, spettatori del ventunesimo secolo.Nella pagina accan to : A sinistra: Giovan Battista Gaulli, Trion fo de l nome diGesù , 1687.A destra: Carlo Maratta, Trionfo della Clemenza e alle-goria del papa Clemente X, 1676.

In qu esta pagina :In alto a sinistra: Alcuni palazzi in Piazza S. Ignazio.In basso a sinistra: Andrea Pozzo, Finta cupola dipintanella chiesa di S. Ignazio.A destra: Andrea Pozzo, Gloria di San t’ Ignaz io, 1685.

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I Rioni di RomaLE CURIOSITA’ DEL RIONE PIGNA

LA gAttA, LA sCiMMiA E iL PiE’ DiMArMO

Passeggiando nel cuore del rione Pigna non è raro im-battersi in bizzarri personaggi che sembrerebbero dav-vero non aver nulla in comune tra loro, ma che alcontrario condividono una storia interessante e diver-tente. Tutto ha inizio in Egitto... si, avete capito bene,proprio in Egitto! Dopo decenni di resistenze, nel 43d. C. i triumviri Antonio, Ottaviano e Lepido deciserodi consacrare a Roma il primo tempio dedicato alculto delle divinità egizie Iside e Serapide. All’evento, già in sè particolare, seguì la costruzionedi una complessa struttura che si sviluppava in unavasta area di circa 220 x 70 metri, compresa tra piazzaS. Macuto, via del Seminario, via di Sant'Ignazio e viaS. Stefano del Cacco.Il cosiddetto Iseo campense era articolato in tre parti:al centro vi era un'area rettangolare, alla quale si ac-cedeva tramite delle monumentali arcate; seguiva poiuna piazza scoperta, ornata da coppie di obelischi ingranito rosso e sfingi, nel centro della quale sorgevail vero e proprio tempio isiaco; un'esedra semicirco-lare con abside ospitava presumibilmente il tempiodedicato al culto di Serapide, sul quale sorge oggi lachiesa di Santo Stefano del Cacco.Possiamo solo immaginare la quantità di statue votive,

elementi decorativi e architettonici andata perduta neisecoli. Alcune sculture furono salvate e sono oggiconservate in alcuni tra i maggiori musei di Roma edel mondo (la statua del Nilo oggi ai Musei Vaticani,e quella del Tevere oggi al Louvre e la monumentalePigna dei Musei Vaticani), altri frammenti sono inveceentrati a far parte della vita quotidiana del rione.Proprio alle spalle del Pantheon troviamo una stradail cui nome deriva da un curioso frammento di questosantuario. Si tratta di quella Via Pie´di Marmo che col-lega Piazza della Minerva a Piazza del Collegio Ro-mano. L’enorme piede, ritrovato nel XVI secolo, rimase inmezzo alla strada fino al 1878, quando fu spostatoall´angolo con Via Santo Stefano del Cacco per nonostacolare il passaggio del corteo funebre di re Vitto-rio Emanuele II diretto al Pantheon. A chi appartenesse, se a una statua maschile o femmi-nile, una divinità o un sacerdote, se rappresentasse unafigura in piedi o seduta è ancora da capire. Quel che è certo è che il piede è stato da sempre tantoamato da romani e stranieri, da essere stato recente-mente oggetto di restauro. Anche la vicina via della Gatta prende il nome dallagatta di marmo rinvenuta nel tempio di Iside. Animale sacro secondo la religione egizia, fu inclusacome decorazione sopra il primo cornicione di pa-lazzo Grazioli.Una tradizione romana vuole che la piccola statua siastata posta in questo luogo in ricordo di una gatta cheavrebbe salvato un bambino che stava cadendo pro-prio da quel cornicione.

Un’altra testimo-nianza della pre-senza del tempiodedicato alle di-vinità egizie ènel nome di viadi S. Stefano delCacco. Questo derivadalla chiesa di S.Stefano, co-struita da Pa-squale II nel IXsecolo, poi am-pliata nel 1160con l'aggiunta del portico e del campanile romanico. Il vero nome sarebbe in realtà S. Stefano de pinea, maè popolarmente chiamata "del Cacco" dal ritrova-mento, in epoca medievale, di una statuetta del dioThot (divinità egizia della luna) che il popolinochiamò "macacco" (ossia macaco), in seguito abbre-viato in "cacco". La celebre statua non si trova più nel rione Pigna per-chè nel 1562 fu trasferita in Campidoglio e dal 1838fa parte della collezione egizia dei Musei Vaticani.

LA CAsA DELLA VECCHiA

Osservando il lato di Palazzo Altieri che si affaccia invia S. Stefano del Cacco, si può notare una stretta por-ticina e due piccole finestre che contrastano con ilresto della struttura. Non siamo di fronte ad un cla-moroso errore dell’architetto Giovanni Antonio DeRossi, ma ricorda un episodio assai curioso che carat-terizzò i lavori di costruzione dell’edificio.Nel 1650, quando gli Altieri decisero di erigere inpiazza del Gesù un palazzo che rappresentasse ilrango della famiglia, vennero sacrificati molti edificipreesistenti per lasciar spazio alla nuova residenza si-gnorile. Per far questo non si badò a spese e si riuscì ad acqui-stare tutte le costruzioni che avrebbero intralciato ilprogetto. Tutte tranne una. Una vecchia signora, vedova di uncalzolaio, non ne volle sapere di rinunciare alla suamodesta dimora e declinò tutte le generose offerte diacquisto. Il principe Altieri le provò tutte: preghiere,minacce, arrivò anche ad offrirle il triplo del valoredella casa. La vecchia fu irremovibile, sostenedo chelei era nata lì e lì sarebbe morta. La mancanza di unalegislazione sugli ordini di sfratto e le espropriazioniper interesse pubblico, portò ad un’immediata inter-ruzione dei lavori con una conseguente perdita di de-naro. Per risolvere la questione la nobile famiglia siappellò al Papa; questi decise che il nuovo palazzofosse costruito rispettando l’abitazione della vecchia.Il De Rossi fu perciò costretto ad incorporare l’umilecasetta alla maestosa costruzione, lasciando integre lefinestre sulla strada e un accesso indipendente.Il principe Altieri, a malincuore, sovvenzionò anchele spese per la ristrutturazione della casetta in modoche non stonasse con il resto del palazzo.

iL “PuLCin DELLA MinErVA”

Come ci è capitato molte volte di vedere, i romaniamano dare soprannomi a tutti, comprese le statue. Il "pulcino della Minerva" è il bizzarro nomignolo delpiccolo elefante di pietra che regge l’obelisco in

Piazza della Minerva.Alla statua è legata una storia curiosa che ha per pro-tagonista il più estroso genio dell’arte romana, Gian-lorenzo Bernini. Papa Alessandro VII Chigi avevadeciso di innalzare al centro della piazza un piccoloobelisco del VI secolo a. C. proveniente dal vicinoIseo Campense e rinvenuto nel giardino di proprietàdell’adiacente convento domenicano. Per scegliere una base che sostenesse il monumentofurono chiamati diversi architetti che sottoposero alpontefice i loro progetti. Dei molti disegni presentati,fu scelto proprio quello del Bernini, che aveva propo-sto un elefante come rappresentazione simbolica dellaforza: “... è necessaria una robusta mente per sorreg-gere una solida sapienza” dice l'iscrizione su uno deilati del monumento.Nel progetto originale l'animale non aveva però alcunsostegno ed il peso dell'obelisco avrebbe gravato in-teramente sulle sue zampe. Padre Domenico Paglia, sacerdote domenicano cheaveva presentato anch’esso un progetto per la siste-mazione dell’obelisco, obbiettò al papa che "niunoperpendicolo di pondo non debi sotto a sé habere aireoveramente vacuo, perché essendo intervacuo non èsolido né durabile" (nessun peso perpendicolareavrebbe dovuto poggiare sul vuoto perché non sa-rebbe stato solido né durevole). Sarebbe stato perciò necessario, a suo parere, inserireun cubo di pietra sotto il ventre dell'elefante.Nonostante Bernini si opponesse fieramente a questamodifica, il papa decise comunque che il supporto sisarebbe dovuto aggiungere. L'artista cercò allora di mascherare il cubo di pietrascolpendo un elaborato drappo sul dorso dell’elefante,appesantendone inevitabilmente la silhouette. Il popolo cominciò a chiamarlo simpaticamente ilPorcino della Minerva (in seguito probabilmente con-fuso con purcino, che è appunto la forma dialettale ro-mana per pulcino) per le sue forme tozze. Bernini meditò una vendetta per castigare il frate cheaveva osato sfidarlo: nella versione definitiva, chevenne poi terminata nel 1667 da uno dei suoi allievipiù famosi, Ercole Ferrata, disegnò l'elefante in modoche puntasse le terga verso il vicino convento dome-nicano, con la coda leggermente spostata, come a sa-lutare padre Paglia e gli altri frati in maniera piuttostoindecente!

A sinistra: I l P iè d i marmo, Via Santo Stefano del Cacco.Al centro: Scultura della gatta sul cornicione di Palazzo Grazioli.A destra: Gianlorenzo Bernini, il “Pulcin della Minerva”.

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15www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r g

OCCHIO SULQUARTIERE

E’ dallo scorso ottobre che il nostro gior-nale non aveva più puntato la sua atten-zione sugli scavi iniziati lungo via diMalagrotta e che ormai da diverso tempo,hanno riportato alla luce i resti dell’anticavia Aurelia. Dopo un’iniziale fase di stallo avevamopazientemente documentato di come leattività archeologiche fossero riprese conuna certa alacrità e consci dell’importanzache un opera del genere, se opportuna-mente valorizzata, puòvalorizzare tutto ilnostro territorio. Trascorsa la stagione invernale ci siamorecati sul posto per verificare di personale condizioni. Ebbene, sembra di esser tornati indietrodi circa un anno: l’intera area infatti èsommersa dall’acqua piovana ed è diven-tata l’habitat ideale per intere famigliole dirane che sguazzano indisturbate.Secondo nostre informazioni sembre-rebbe che gli scavi dovrebbero riprenderenel mese di giugno. Ci auguriamo che ben presto quindi sipossa recuperare il reperto ormai som-merso dalle acque e così allontanare defi-nitivamente lo spettro dell’abbandono chegià si staglia all’orizzonte.

CASAL SELCE: ANTICA VIA AURELIAA MOLLO CON LE RANE

Passi da gamberoTecnologicaMente

Le aspettative coerentidi coloro che seguonoe non sono pochi, il

settore della tecnologia, vor-rebbero approdare in appa-ganti novità che purtroppoultimamente sembrano rare-farsi come l’ossigeno in altaquota. Quanti dei più smali-ziati si sono imbattuti in di-spositivi oggettivamentesconosciuti? In realtà il mer-cato risente di una certa stan-chezza di cui più volte si èavuto già a che dire, ma maicome ora gli apparati di ma-nagement delle major sonogiunti alla conclusione fataleche laddove non si può an-dare avanti… certamente sipuò tornare indietro. E così, sbandierando l’impe-rante crisi (che nel caso delleaziende di settore è di idee),si assiste al bieco fiorire dioggetti che interpretano nonsi sa bene quale necessità senon quella di un presunto ri-sparmio sul prezzo di acqui-sto. Purtroppo anche Apple,da sempre baluardo di ammi-revoli innovazioni, ha dovutocedere anche forse in virtù

del fatto che i propri prodottisono quasi fuori mercato peri prezzi stratosferici rag-giunti. Appare così alla cheti-chella un iPad mini, se siatelefonino o tablet non è datosapere, ma dal costo circa di-mezzato rispetto al fratellomaggiore. In autunno è previ-sta l’uscita di un iPhone“economico” con una fotoca-mera meno risoluta, forse conil cabinet in policarbonato,ma comunque decisamentepiù alla portata delle stanchetasche di genitori con prole inetà adolescenziale. Il bello sta nel fatto che questi“nuovi ritrovati” svolgono il90% delle funzioni dei loroblasonati parenti d’elite, fa-cendo serpeggiare il legittimodubbio sul motivo di cotantadifferenza di prezzo. In realtàper comprendere realmentequanto speculativo sia il set-tore consumer, basterebbeaddentrarsi un po’ di piùnell’area professionale dove,a fronte di prezzi di partenzasicuramente maggiori, corri-spondono prodotti di provataaffidabilità che subiscononegli anni poche variazionisignificative, rendendo piùlongevo l’investimento ini-

ziale. Ne è riprova il settoredella fotografia professionaledove, nelle macchine di fa-scia alta, sono del tutto as-senti molti degli inutili orpellipresenti nelle reflex di fasciamedia che comunque hannoun costo, eventualmente dariversare per mano dei pro-gettisti, ad esempio, sullaqualità finale del sensore. Ma tant’è che il grande pub-blico non acquista più oggetticomuni quali un apparato te-levisivo per come effettiva-mente si vede, ovvero per laresa del display e della rela-tiva circuitazione di con-trollo, ma predilige lapresenza di funzioni accesso-rie spesso in sovrapposizionecon il tablet, il telefonino e si-curamente il computer cheormai tutti posseggono. Lecase lo sanno e danno ad in-tendere come novità quelleche su un telefonino sareb-bero delle semplici App. dapochi centesimi. Sia benchiaro che la ricerca costa enon sempre porta a risultaticoncreti. Di questi tempi, dove tutto èstrettamente monetizzato,tale pratica può apparirecome un’inutile dispendio dirisorse. L’atteggiamento, a giudicaredagli scarsi risultati, noncoinvolge solo l’Italia (chenel settore dell’elettronica diconsumo ha da anni ceduto ilpasso), ma rispecchia la

miope prospettiva un po’ ditutti i produttori che, allostato attuale, preferisconocercare spasmodicamentefasce di mercato di nicchiaper rosicchiare qua e là qual-che guadagno. Che l’esperienza sia falli-mentare è dimostrato dai net-book, sorta di piccolicomputer dalle prestazionicosì limitate da renderli utiliquasi esclusivamente alla na-vigazione WEB. Questi oggettini, che sembra-vano in principio antagonistidiretti dei notebook, sonoormai scomparsi dal mercatopoiché di fatto erano poco piùdi un tablet di fascia media esicuramente meno di un PC,risultando, alla prova di mer-cato a lungo termine, degliibridi inutili.Un monito va tuttavia riser-vato agli avidi utenti dei gad-get per lo più alla moda piùche alla loro effettiva utilità.Obiettivo primario è infattipossedere l’oggetto del desi-derio che spesso non vieneneanche usato a pieno per lepossibilità offerte. Quasi nessuno si cimentanella lettura dei pur esaurientimanuali e ciò non solo in am-bito consumer ma soprattuttotra i professionisti, doved’obbligo sarebbe conoscereperlomeno dettagliatamente ipropri strumenti di lavoro.Unico vantaggio di questa“corsa all’indietro” è senzadubbio nel beneficio deiprezzi che, per uno strampa-lato barlume di onestà, lecase produttrici ree di scarsiinvestimenti, ricollocano conla maestria e l’equilibrio diun funambolo.

di Stefano Bastianelli@StebastianDE

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Il mondo del fitness è sem-pre alla ricerca di novità.Quest’anno la vera novità è

stata il sistema di allenamentoin sospensione, ormai notocome TRX dal nome dell’at-trezzo che viene utilizzato perquesto particolare tipo di alle-namento. Il sistema TRX non utilizzamacchinari o pesi classici,bensì sfrutta il peso del corpoper acquisire forza, elasticità edequilibrio. Si effettua utiliz-zando un sistema di corde edelastici di diversa lunghezza eresistenza corredati da mani-glie che permettono al sog-getto di sfruttare il proprio pesocorporeo e la forza di gravitàper eseguire gli esercizi. Taliesercizi risultano originali ri-spetto ai classici movimentidegli allenamenti più comuni.L’allenamento in sospensioneviene considerato un“total body training”,in quanto interessaogni muscolo delcorpo: dalle bracciaalle gambe, l’addome,la schiena e i glutei.Durante l’allenamentoil corpo si trova in unaposizione completa-

mente sbilanciata e tutti i mu-scoli sono portati a lavorare permantenere tale posizione. Tuttala fascia muscolare dell’ad-dome e della schiena ottienegrandi benefici, soprattutto dalpunto di vista posturale.Il TRX aiuta a migliorare laforza, l'equilibrio, la flessibilitàe la resistenza. Nessuna parte del corpo vienetralasciata e ogni fascio musco-lare lavora in armonia con glialtri: è indicato a coloro che vo-gliono mantenersi in forma,all’atleta che intende ottenererisultati agonistici e persinoalle persone che necessitano diesercizi di riabilitazione mu-scolare e articolare specifici.Viene tuttora usato dai militaridi tutto il mondo (in particolaredalle Forze speciali della Ma-rina Militare statunitense, co-loro che lo hanno ideato). Questo attrezzo innovativo èstato da poco introdotto nella

sala corsi della palestra Extra-gym di Palmarola e le lezionistanno avendo un grande suc-cesso. Le lezioni di gruppo di TRXsono divertenti efficaci eadatte a tutti ed estremamenteefficaci risultano essere anchele lezioni individuali, semprepiù richieste dai soci che desi-derano essere seguiti da un Per-sonal Trainer. Vista la facilità di

utilizzo degliattrezzi TRXsi può dar vialibera alla fan-tasia e godersiun buon alle-n a m e n t o ,basta solo “so-spendersi”!

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Sport LocaleTRX: niente pesi, solo sospesi

di Alessandro Casale

Il sistema TRX non utilizza macchinari, bensì sfrutta il peso del corpo.

La quinta - partita - del Tor-neo che vede impegnata lasquadra di Pallacanestrodegli Esordienti Selva Nera,i quali vestono i colori dellaSocietà A.S.D. Romana Ba-sket, non è andata nel versogiusto. Non tutti sono comeBeethoven e la partita/sinfo-nia è risultata stonata per gliospitanti. Quattro risultatiutili consecutivi non sonostati coronati e seguiti dalquinto successo poichè, incasa, i giovani cestisti sonostati piegati per 42 - 55 dallacompagine della A.P.D.Vigna Pia; atleti sportiva-mente dimostratisi nell'occa-sione più aggressivi sulterreno di gioco che riscat-

tano così la sconfitta subìtaall'andata, in casa propria.La squadra ospite ha - non -giocato una seconda frazione,dei quattro tempi da 8 minutiprevisti, concludendo un solocanestro, ed ha così dato ilvia alla fuga degli avversariospitati sul campo di LargoInes Bedeschi (Selva Nera).Inutili sonorisultati i ri-chiami delCoach Pa-squalitti ilquale, in-vano, solle-citava ipropri atletialla concen-trazione ed

all'agonismo.Questa battuta di arresto, sa-lutare se farà meditare i cam-pioncini in erba sulle lorosprecate possibilità e latentipotenzialità, non dovrebbepregiudicare il Torneo, allaconclusione del quale mancasolo un incontro prima del si-gillo finale sui vincitori.

La 5° della ASD Romana Basket non è stata una sinfonia

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17www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r g

Al Centro Sportivo Casalotti la crescita continua

Dopo l'annuncio dellaF.C. CASALOTTI,della guida anche del

settore agonistico con le cate-gorie giovanissimi e allievi,prosegue il percorso di lavorocon i giovani, che punta oltreche insegnare ai ragazzi a gio-care a pallone, dalla prossimastagione anche alla sfida divincere i campionati per com-petere nel piu' breve tempopossibile con le società più im-portanti del panorama laziale,forte anche di una scuola cal-cio di prestigio, che continua acreare gruppi di ragazzi prontiper sfidare la Storia.Ne e' un esempio la squadradei pulcini 2002 che mettendoa frutto gli insegnamenti degliallenatori, anno dopo anno, se-guendo la linea guida della so-cieta' inizia a mieteresuccessi con un enorme cre-scita che a portato a vincere iltorneo dell' Amicizia a MON-TESPACCATO. Inizia con il discorso del mi-ster ai ragazzi la stupenda do-menica nella finalissimacontro l'Aurelio, discorso di

ringraziamento alla squadradopo la bellissima partita con-tro l'Urbetevere in semifinaledove si è vista grinta e deter-minazione da parte di tutti icomponenti del gruppo."Voglio innanzitutto ringra-ziarvi per l'impegno e la se-rietà che avete dimostrato inquesto Torneo dell'Amicizia eper la bellissima prova in se-mifinale dove neanche io spe-ravo di poter passare, nonperchè non credevo in voi, maperchè non avrei mai immagi-nato un miglioramento cosìnetto e repentino da parte vo-stra. Volevo ringraziarvi pub-blicamente anche se oggi

andasse male contro l'Aurelio,sarei comunque soddisfatto. Vichiedo un ultimo sforzo e so-prattutto di giocare come sa-pete giocare senza timoreverso l'avversario." Parole sante quelle di misterColetti che getta nella mischiala migliore formazione perscardinare il muro dell'Aurelioche si presenta subito osticosoprattutto nel primo tempodove le furie rosse vanno ripe-tutamente vicino al vantaggiocolpendo anche un palo sulladestra di Rughetti che comun-que era sulla traiettoria delpallone. Due attacchi del Casalotti con

tiri di Privitera e una mezza gi-rata di Gambale spezzano ilpressing dell'Aurelio e ilprimo tempo si chiude sullozero a zero. Nella ripresa tuttaun’altra storia con situazionecompletamente capovolta e ra-gazzi quasi sempre proiettatiin attacco con la bella interdi-zione di Moundounga bravo araccogliere palloni a grappoliper poi servirli in profonditàcon molta classe. Tutti coprono il proprio ruoloe l'Aurelio quasi sparisce sullefolate di Novelli e compagni.Quando sembrava volgere sulrisultato di parità anche inquesta ripresa arriva una bellaazione di Privitera sulla destrache viene nettamente falciatodal difensore diretto e calcio dipunizione af-fidato al piededel l 'espertoF r a n c e s c oNovelli epalla sottol'incrocio deipali per il de-rilio gialloblù.Corsa sfre-nata del di-fensore e

abbraccio con tutti i compo-nenti della squadra compresol'allenatore Coletti che da lamano ai suoi collaboratori inpanchina e si toglie una bellasoddisfazione. Lui si che lamerita tutta per la costanza e lavolontà di trasformare unasquadra mai rassegnata alruolo di "squadra materasso"per gli avversari. Oggi finalmente può esultareveramente dopo aver stretto identi per diversi mesi di que-sta stagione sportiva 2012 -2013. Felicissimo il Presidente Fran-cesco Lotrionte che sempre hacreduto in lui e nel suo lavoro.Grazie Alessio grazie ragazziper queste bellissime emo-zioni.

Sabato 8 Giugno pressoil complesso Laghi delSalice di via di Boccea

1500 (al km 15) è andato inscena uno spettacolo d'ecce-zione all'insegna del sanoagonismo sportivo. Sottol'egida della FISCAM, Fede-razione Italiana Sport daCombattimento e arti mar-ziali, oltre 20 atleti si sonodati appuntamento sul ringper l'attesissimo MTE2, unK1-Tournament (vittoria perknockout o ai punti) che hacoinvolto diverse discipline dicombattimento tra le quali ilMuay Thai. L'ingresso al pubblico è statoaperto alle ore 19.30 mentrelo spettacolo è iniziato alleore 20.30.

L'evento ha riscosso unagrande partecipazione daparte del pubblico. Gli incon-tri si sono svolti con un ritmoserrato e senza sosta interval-lati solo dalle esibizioni diballo e ginnastica artistica ar-rivate nei momenti giusti perfar rifiatare i partecipanti.Hanno preso parte all'eventoanche atleti più giovani e chehanno dimostrato grande par-tecipazione atletica e rispettoper l'avversario. Molto prepa-rati comunque tutti i concor-renti che hanno reso piacevolela serata facendo arrivare alpubblico tutti i sacrifici e ivalori che si nascondono die-tro la professione di queste di-scipline. Il clou della serata èstato rappresentato dai due in-contri finali, entrambi prece-duti dall'inno nazionale che

ha coinvolto emotivamente ilpubblico presente in sala. Ilprimo incontro disputato peril titolo italiano IKA K1RULES PRO ha visto nell'an-golo rosso l'atleta LOKUMUe nell'angolo BLU l'atletaBellistri. Lokumu, il vincitoredel titolo ha unito potenza etecnica in un match al cardio-palmo, un mix che ha messoin difficoltà il preparatissimoavversario. Il secondo incontro che hachiuso la serata, ha visto nel-l'angolo rosso Manetti e nel-l'angolo blu il Campione incarica Castagna della catego-ria FISCAM K-1 RULESPRO. Lo sfidante Manetti, diappena 18 anni, ha disputatouna sfida di altissimo livello :veloce e preciso ha strapaz-zato l'avversario strappando-

gli il titolo tral'esultanza deicongiunti dellasua palestra edei suoi geni-tori accorsi asostenerlo. En-trambi gli in-contri hannosuscitato ilgrande inte-resse del pub-blico sia per lasportività ditutti gli atleti ingara che per ilrispetto dimo-strato per gliavversari age-volando, con il loro atteggia-mento, le decisioni degliarbitri e dei giudici di gara.In conclusione l'evento è riu-scito a rispettare le attese riu-

scendo a regalare al pubblicouna serata ricca di incontridove l'impegno, il rispetto, lasportività e la tecnica pura l'-hanno fatta da padroni.

di Franco Lotrionte

di Sara De Santis

Boxe: una serata da incorniciare ai Laghi del SaliceOltre 20 atleti si sono dati appuntamento sul ring per l’attesissimo MTE2

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Eventi Cultura&V Edizione “Profumi e Sapori della Calabria”

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Si è chiusa nel miglioredei modi la festa di quar-tiere organizzata dall'As-

sociazione Profumi e Saporidella Calabria che ha letteral-mente monopolizzato l'atten-zione dei cittadini del nostroterritorio per ben dieci giorni. Una giornata che ha richiamatouna partecipazione di pubblicodavvero corposa al di sopradella già ben alta affluenzamedia registrata nei giorni pre-cedenti e che ha riempito d'or-goglio gli organizzatoridell'evento.Un successo quindi figlio dellacapacità di saper attrarre visita-tori diversi e dagli interessi piùdisparati: gli amanti dellabuona cucina hanno potuto ag-girarsi per un'area di 50.000 mqcostellata di numerosi stand

stracarichi di leccornie e preli-batezze con la possibilità dimettersi seduti ed assaggiare leprimizie enogastronomiche ca-labresi (dai famosi peperoncini,ai battutti di ortaggi fino agliinsaccati e ai formaggi silani).Alle ore 18.00,i più atletici,hanno avuto modo di assistereall'esibizione sportiva delgruppo “Never Give UpZumba”, org.da Gianluca In-gargiola con la partecipazionedi A. Cordoba, D. Errante, D.Dickinson, F. Sollo, R. Herrera,A. Ortis, M. Martinez, F. Me-ante, B. Amendolagine; gliamanti delle arti marziali sonoandati in visibilio per le evolu-zioni del monaco Shaolin ShiYan Hui che alle 19.30, attor-niato dai suoi allievi ha datouna dimostrazione della suaproverbiale sapienza orientalein uno spettacolo di Kung Fu;

luna park per i più giovani epossibilità per gli amanti deglianimali di familiarizzare con 2pony della scuderia del Maneg-gio Selva Nera; chiusura finaletutta dedicata agli amanti dellamusica leggera, con il concertodegli Aut Aut e la bella pre-senza della Madrina d'ecce-zione Anastasia Palma.Dieci giorni di emozioni che ciauguriamo che il prossimoanno possano essere addiritturaprolungate.

Continua il potpourri difeste che in questigiorni si accendono

come tanti fuochi estivi sulnostro territorio: stavolta visegnaliamo la XV edizionedell’Estate Romana, organiz-zata dall’associazione Amicidi Selva Nera.L’associazione,che dal 1995 lavora costante-mente per lo sviluppo di ini-ziative culturali, quest’annonei giorni 20-21-22 e 23 Giu-gno, proporrà nuove sorpreseche verranno svelate ai citta-dini. Ad esempio, il 20 Giu-gno si apriranno le danze alleore 20.00 con salsa cubana ealle 21 la Compagnia teatrale

Piccoli Amici di Selva Nera,inscenerà la commedia “Ag-giungi un posto a tavola”. Mu-sica dal vivo, spettacoliteatrali, pattinaggio e moltoaltro vi terranno compagnia in

queste prime serate estive.E non finisce qui, perchèanche nei giorni 5-6-7-12 e 13Luglio il carrozzone dellafesta riprenderà a viaggiare…

di Valentina Tiberi

XV Estate Romana a Selva Nera

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19www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r g

Una giornata di festa con l’Associazione culturale Le Muse

Domenica 5 maggio leprevisioni del tempoerano buone. La “festa

di Primavera” al Parco dellaCellulosa, era stata già rinviata,causa maltempo, dal 21 aprile,data significativa del Natale diRoma. Questa del 5 maggio, ri-cordando l’Ei fu di manzonianamemoria, riferito a Napoleone,non già a quel Bernacca che imeno giovani ricordano, (il fa-moso colonnello metereologo),pur essendo stata data per buona,inizia con una pioggia fitta fitta.Ma le associazioni chiamate arendere visibile tutto il volonta-riato che mette in atto iniziativea carattere sociale per il quar-tiere, non si sono scoraggiate.Sotto la pioggia hanno montatoi gazebo. Qualcuno col mega-fono mandava nell’aria il grido:“Non ci arrendiamo!” Si guar-dava da lontano nel vasto prato

vuoto circondato dal verde deglialberi, e addolcito dalla prospet-tiva del magico boschetto dinoci, resistendo. Ma finalmente il sole, precedutoda un filo veloce e continuo divento fresco, che spingeva le nu-vole, arrivava. Nel pomeriggio,fino a tarda sera, il prato pren-deva sempre più vita. Gente co-mune, famiglie e tanti bambiniregalavano allegria e vivacità ti-piche di una festa. Dei bambiniriempivano lo stand della pitturaestemporanea; altri facevanocodazzo alla banda dei suonatoridi tamburi e percussioni; i bam-bini partecipavano, insieme aqualche adulto, alla gara del tiroalla fune. Dimenticavo, però, di parlarvidel gazebo delle Muse, perden-domi dietro al ricordo di quelleimmagini.L’associazione “Le Muse” par-tecipa solo da pochi anni allavita del Parco, ma già è fiera di

aver regalato alla cittadinanzatante iniziative e tutte ben riu-scite. Di esse ricordiamo almenole ultime: La Befana, Musica,poesia, pittura e Canta in Corocon la partecipazione di 3 scuoledel quartiere e più di 100 bam-bini!L’intento dell’associazione èavere un fine solidale da abbi-nare a ogni manifestazione oevento, per dare visibilità e spa-zio agli artisti e promuovere lacultura , ma anche sensibilizzareconcretamente su problemi dicarattere sociale, soprattutto nel-l’ambito del quartiere stesso. I colori vivaci dei quadri conuna modica offerta sono entratinelle stanze dei bambini delquartiere! Dove tutto diventasemplice e allegro! Questa eral’atmosfera nel tiepido pomerig-gio primaverile. E così, con l’energia giusta, si ècontinuato a dare fondo alla ca-pacità di stare insieme in alle-

gria, improvvisando attorno allafisarmonica, su richiesta di pub-blico, un coro di canzoni ro-mane. Si può dire che il coro,anche se improvvisato, era ar-monico e gradevole. Le persone divertite si ferma-vano e alcuni aumentavano ilcoro, conoscendo a me-moria le famose can-zoni romane. Persinouna signora, tenendo inbraccio il nipotino, mo-dulava la voce attenta aipassaggi delle note!Ci si è bagnati, infred-doliti e poi scaldati in-sieme a tante altre realtàdel territorio come:l’associazione che or-ganizza il trekking;quella che insegnaanche a fare il pane; leragazze che sanno farei massaggi shiatsu ehanno lavorato inces-santemente sotto un

grande gazebo; i “coltivatoridegli orti “; le psicologhe dellaCasa sull’albero, che si danno dafare per combattere le dipen-denze. Una vera giornata di festa.

di Marco Verachi

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Page 20: Il Pungolo n. 113

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Economia Società&

L’informazione degli altriLa percezione è quelladi un Presidente innova-tore, vicino alle per-sone, un farodemocratico per ilmondo. L’informazione appog-gia qualsiasi iniziativamilitare, tanto un ri-belle, un dittatore, unpazzo da accusare pergiustificare il tutto lo sitrova sempre.Non è importante che ilribelle, il dittatore o ilpazzo sia davvero tale,è importante che vengadescritto così e che ladescrizione, nella stessaidentica versione, rim-balzi più e più volte

sulle diverse fonti d’in-formazione disponibili.In pochi andranno finoin fondo a valutare nelmerito la notizia, poichéla quantità di informa-zioni che circola in que-sto mondo tecnocraticoè una massa talmentedensa, da soffocarequalsiasi tipo di ragio-namento, di riflessione.Come sabbie mobilicattura silenziosamenteil malcapitato che, soloquando non può piùmuoversi, si accorge diessere spacciato.Ma per narrare semprela stessa storia e perfarlo su tutti i pro-grammi, bisognerebbepossedere tutte le fre-quenze radiotelevisivee, ad oggi, anche la rete.L’impresa però non è

impossibile, anzi.Di fatto il colosso delweb Google controllagià internet e pochi ma-gnati il resto dell’infor-mazione tradizionale.Solo le TV nazionalisfuggono ad un con-trollo totale e diretto eper questo si tenta daanni la loro privatizza-zione. Ed in Grecia, pochigiorni fa, questo obiet-tivo è stato addiritturaraggiunto. La clamo-rosa decisione di chiu-dere la Ert, l’omologagreca della nostra RAI,rientra nell'ambito delprogramma delle priva-tizzazioni delle aziendea partecipazione stataleconcordato con la troika(Ue-Bce-Fmi), chespinge da mesi per la

messa sul mercato deibeni pubblici ellenici.Kedikoglou – portavocedel Governo di Samaras- ha spiegato che «in unmomento in cui al po-polo greco vengono im-posti sacrifici non cipossono essere entitàintoccabili che possonorestare intatte quando siapplicano tagli ovun-que». E’ però fondamentalecomprendere che l’im-portanza di una rete te-levisiva pubblica nonsta nel suo ricavato, manella diversificazionedell’offerta televisiva edi una – presunta – im-parzialità dell’informa-zione.In un canale privatonessuno investe nelletrasmissioni ad alto li-vello culturale, perchéprogrammi di tal generenon raccolgono abba-stanza telespettatori e ilricavo delle pubblicitàscende, rendendo il pro-gramma non commer-cialmente valido.Così la televisione siriempie di programmi abasso livello culturale,perché commercial-mente validi e si perdeil vero scopo della tele-visione pubblica.

Allo stesso modo le no-tizie dei telegiornali cheoccuperanno le televi-sioni private vengonotrattate con un tagliofavorevole al Consigliodi Amministrazione oagli amici dei consi-glieri e si perde quellaimparzialità che do-vrebbe contraddistin-guere la televisionepubblica.Non sarà lontano ilgiorno in cui in Greciale televisioni comince-ranno a raccontare che i

Tedeschi hanno salvatoil Paese e con la tecnicadella ripetizione co-stante riusciranno a pe-netrare nella testa dimolti greci, che smette-ranno di lottare per re-cuperare la loro dignitàdi nazione, scippatadalla dittatura europeadella Troika.La privatizzazione dellaRAI è stata millantatapiù volte. Per una volta, non la-sciamoci convincere.

di Giuseppe Strazzera@G_Strazzera

segue dalla prima

Page 21: Il Pungolo n. 113

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Page 22: Il Pungolo n. 113

22www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r g

Lettere a: [email protected]. redazione Il Pungolo,Ho provato sollievo dell'iniziativa del co-mune di Roma in merito ad un aiuto eco-nomico per i più disagiati rimborso di circa300€ accreditato su CartaRoma rilasciatadalle Poste. Ho presentato immediatamente i documentirichiesti tra cui Isee di 9000€, non avrei do-vuto pagare neanche la carta ricaricabile,ma ho notato che le Poste mi sottraggonodalla carta 50 centesimi mensili e ancoranon trovo nessun rimborso di 50€ bime-strale promesso dal comune! Ma per caso è una "bufala" elettorale?Spero di no, avete notizie in merito? Homandato un email al dr. Alemanno ma nonmi ha ancora risposto. Distinti saluti.Paolo Q.

CARTA ROMA

Gentile Sig. Paolo,purtroppo non abbiamo più notizie diquelle reperibili dal sito:http://www.cartaroma.it/default.dodove sembra essere presente anche uncampo per verificare la Sua posizionenella graduatoria formata dopo la pre-sentazione dei modelli.La preghiamo di provare a verificare edi tenerci aggiornati.La ringraziamo per averci contattato.

Buonasera,Sono una vostra lettrice e abitante di casa-lotti.Mi sembra molto ridicolo quello che suc-cede in campagna elettorale.Ho sollecitato il Presidente Giannini per lasistemazione del parco pubblico a borgoTicino a casalotti.Potete leggere di seguito la conversazioneche è avvenuta:

«Gentile signora B.,la situazione da Lei descritta mi è pur-troppo ben nota. Il vero problema delparco di borgo ticino è che l'area non è maistata acquisita dal comune di Roma, madata dal proprietario (Antonelli) in como-dato d'uso. L'area sarà ceduta ufficialmenteal comune solo quando (spero presto, mase ne parla da anni) Antonelli firmerà laconvenzione urbanistica dell'articolo 11"palmarola - selva candida" che gli permet-terà di costruire case in fondo a via borgoticino in terreni di sua proprietà. Tale situa-zione ibrida non mi ha permesso in questianni di investire fondi municipali suun'area che non è di proprietà e di attuarequella riqualificazione che Lei come tantialtri genitori giustamente richiedete. No-nostante ciò non mi arrendo ed anzi le vo-stre esortazioni mi spingono adimpegnarmi ancora di più per risolvere ilproblema. Le posso dire che ho già fattopreparare un progetto per una nuova areagiochi completa e che sto raccogliendosponsor privati per avere i fondi necessarialla realizzazione. In contemporanea pensosia buona cosa smantellare il ponticello cheruba spazio al verde ed è continuamenterovinato dai vandali. Altra cosa importantesarà la chiusura notturna dell'area e su que-sto fronte ho già sottoscritto un accordocon una cooperativa sociale che una voltasistemata l'area garantirà tale servizio

AREA VERDE DI BORGO TICINO

VIA DEL CASALE DI PANTANELLE

Vorrei porre all'attenzione della redazioneil tratto comunale di via casale pantanellesoprattutto quello che costeggia la scuolapubblica 'Pantan Monastero'.Faccio presente che il sottoscritto e' resi-dente sulla via dal 2010 e la prima cosa cheho notato e' stato il blocco della circola-zione dei veicoli negli orari di entrata eduscita della predetta scuola.Tenuto conto che al momento la suddettastrada e' chiusa senza sbocchi nonostante ilcomitato 'Pantan dei Veneti' che ho interpel-lato si stia dando da fare da anni, il sotto-scritto, insieme ai residenti, al momento, siritrovano bloccati sia in entrata che in uscitanegli orari scolastici, visto che chi porta oviene a prendere i ragazzi alla scuola par-cheggia con disinvoltura oltre che nel par-cheggio privato che la scuola possiede mainsufficiente per il numero dei veicoli,anche sulla stessa via già di per se strettache non consente il doppio senso di circo-lazione neanche quando e' sgombra,e so-prattutto nella curva a gomito appena dopol'ingresso pedonale della scuola.Ora mi chiedo come mai il municipio18 cheha rilasciato fior di licenze edilizie non haancora provveduto alla messa in sicurezzadella strada che è sprovvista di marciapiedidi segnaletica orizzontale e verticale ade-guata e di canali di scarico per acque pio-vane tanto che quando piove la strada sitrasforma in un lago pieno di buche causateanche dai mezzi d'opera dei cantieri edili(ancora presenti) con un notevole pericolonon solo per gli automobilisti ma soprat-tutto per i pedoni.Faccio presente che il problema è stato ri-cordato,in quanto già a conoscenza, al pre-sidente del municipio 18 durante unatrasmissione televisiva dell'emittente RomaUno-tuttavia ad oggi non abbiamo avutonesssun risultato.La mia proposta al riguardo sarebbe quellaalmeno di allargare il tratto della strada cheporta alla scuola a partire da via casal selcesino all'ingresso al parcheggio privato en-trando obbligatoriamente dal passo carra-bile interno e con la sola uscita sulla via

Spett. Il Pungolo In riferimento a Cartaroma vi informo cheieri il comune di Roma mi ha scritto chehanno accettato la mia pratica e mi accre-ditano €360 sulla carta. Distinti saluti

AREA CANI ATTREZZATA AL PARCO

Buongiorno, mi chiamo Renato C. ed ho incomune con tante altre persone di casalottiuna passione: ho un cane. E come le altre persone non so' dove farcorrere il mio cane in quanto, incredibil-mente, a Casalotti non c’è un area cani......Anzi, non c'era!!!! Altrettanto incredibilmente un gruppo dipersone volenterose ed amante dei cani si èauto tassato e con un contributo ed in col-laborazione con il comitato del parco dellacellulosa ha pulito dapprima un’area dicirca 1500 mq. e poi l'ha completamente re-

cintata. In pratica una struttura a serviziodei cittadini a costo zero!!! Oggi termineremo l'opera e ci farebbe pia-cere scambiare due parole con qualcunodel Pungolo, magari pubblicizzando labella iniziativa. RingraziandoVi per la sicura collabora-zione colgo l'occasione per porgere cordialisaluti. Renato C.

volto ad impedire vandalismi durante leore notturne.Le garantisco il mio massimo impegno neiprossimi 2 mesi per il parco»

La mia domanda a questo punto è: il parcodi chi è?ancora di Antonelli?del munici-pio? Possibile che se non si protesta non siottengono risultati?

Gentile Signora Chiara,quanto le scrive il Presidente Gianninisullo stato dell’arte di quell’area, ur-banisticamente destinata a verde, malegata alla convenzione che il o i pro-prietari dovranno sottoscrivere nelmomento in cui chiederanno di attuarel’articolo 11, da loro proposto nel lon-tano 1993, è fondamentalmente cor-retto.Per un certo periodo il nostro Comi-tato aveva sottoscritto , con il Munici-pio (allora Circoscrizione 18^) ed iproprietari, un comodato d’uso gra-tuito in cui ci si impegnava a mante-nere l’area pulita, sistemata e con lachiusura notturna.Alcuni fatti, come l’incendio del chio-sco in legno, la demolizione dell’im-pianto di illuminazione, la distruzionedelle panchine e dei pochi giochi esi-stenti nell’area e acquistati a spese delComitato, il non accoglimento del pro-getto di un punto ristoro con serviziigienici, nonostante l’approvazionedella Sovrintendenza, ci hanno co-stretto ad annullare il comodato d’usoe restituire le responsabilità di ge-stione provvisoria dell’area al Muni-cipio.La struttura mobile che attualmente sivede all’interno dell’area, non sap-piamo neppure noi cosa sia, a cosaserva e se sia legittima la sua esistenzasull’area, ancora di proprietà privata,visto che il conflitto di legittimità ciera stato posto a suo tempo da Presi-dente del Municipio, quando avevamoproposto noi la collocazione di unpunto ristoro per bimbi e genitori ononni.Il nostro Comitato ha sempre agitoesclusivamente nell’interesse e per ilbene comune. Non sempre gli è statoconcesso questo riconoscimento.Approfondiremo e daremo qualchechiarimento, se possibile, sui prossimi

numeri del nostro giornale di quartiere“il Pungolo”.Un cordiale saluto. Luciano Landonio, presidente del Co-mitato.

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DIREZIONE AMMINISTRATIVA

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PRESIDENTELuciano Landonio

DIRETTORE RESPONSABILEEnrico Sarzanini

CAPOREDATTOREGiuseppe Strazzera

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REDATTORI

Sandra Angelici, Stefano Bastianelli, Andrea Cangialosi, Gabriele Cantarella, Alessio Carbonara,

Alessandro Cardinali, Martina Casadio, Artemio Ceccherini, Angelo De Bonis, Sara De Santis,

Antonio De Simoni, Luca Di Marco, Federica Gualtieri, Simone Guida, Davide Liberatori,

Virgil Racu, Francesco Raso, Alessandro Scendoni, Simone Soccolini.

REG. TRIB. n° 451 del 18-07-1990STAMPATO PRESSO LO STABILIMENTO TIPOGRAFICO “GRAFFIETTI STAMPATI”

IL PUNGOLO, PERIODICO DEL COMITATO DI QUARTIERE:

"NUOVE ALLEANZE ROMA NORD OVEST

CASALOTTI - SELVA CANDIDA”

Sede Legale: Via Morsasco, 9 - 00166 Roma - Tel. e Fax 06.61565142

CARABINIERI

POLIZIA

VIGILIDEL  FUOCO

06.06.06

NUMERIUTILI

15.15

Prestazioni erogate:

Terapia iniettiva sottocutanea, intramuscolare e fleboclisi;•Rilevazione e monitoraggio parametri fisiologici;•Rilevazione glicemia capillare (one-touch);•Medicazione semplice;•Medicazione di ferite con punti di sutura e/o rimozione degli•stessi;Gestione cateteri vescicali (sostituzione, lavaggio, educazione•all’autocura);Terapia educazionale paziente con scompenso cardiaco cronico•(PDTA Mar, Gio e Ven);Terapia educazionale al paziente in prevenzione per cardiopatia•ischemica;Terapia educazionale del diabetico•Orientamento all’accesso ed all’utilizzo dei Servizi Sanitari•Pubblici.

PrEsiDiO CAsALOttiVia Boccea n. 625

AMBULATORIO INFERMIERISTICO06.68354550

23www . i l p u n go l o . o r gwww . i l p u n go l o . o r g

che il giorno 15 Settembre 2013, dalle ore 7,30 alle ore 11,30

presso il COLLEGIO INTERNAZIONALE di TERRASANTA,

in Via BOCCEA 590 sarà possibile effettuare la donazione

(a digiuno)

casale pantanelle, vietando pero' la sosta ela fermata sulla stessa che e' la causa prin-cipale del blocco circolatorio (perche' lastrada appunto come ho detto al momentoe' troppo stretta).In attesa di un vostro cenno di riscontroporgo distinti saluti-Piero-

SULLA PUBBLICAZIONE DEL PROGETTO DELLA VIA BOCCEA

DISACCORDO SULLA RICOPERTURADELLA VIA CORNELIA

rustica, e da qualche parte questi dovevanopassare e per non parlare delle tombe chestanno rinvenendo nel comprensorio diMazzalupo. Invece adesso verrà tutto interrato e arri-vederci e grazie! Ecco perchè i quartierivanno programmati, ecco perchè l'ediliziaspontanea ci è costata un occhio della testa,adesso per rimediare a un danno se ne faun'altro! Perchè ormai nn c'è più tempo perriprogettare la strada! Si perchè un benecosì prezioso lo si poteva salvare, a futuramemoria come è stato fatto con la villa ru-stica di Casalotti e invece no, ormai nn c'èpiù tempo e nn ci sono più i soldi e chipensa questo è un rompico...oni e la stradaromana rompe solo i co...oni e basta! Perchè hanno lasciato marcire tutto per 20anni poi a ridosso delle elezioni si devecorrere e schiacciare tutto quello che sipara davanti?Roberto L.

Gentile Sig. Piero,trattasi di un discorso vecchio e di nonfacile soluzione. Vent’anni fa si eraproposto di espropriare il terreno sullato sinistro dell’ingresso da CasalSelce verso la scuola, per poter par-cheggiare le vetture e far girare gli au-tobus sclastici.Il proprietario privato non ha ritenutocongrua la proposta della politica ed èfinito tutto.Oggi la politica non ha un euro a di-sposizione e tutte le soluzioni a costozero potrebbero non essere soluzionivere o definitive, ma solo parziali.Come Comitato segnaleremo al nuovoPresidente del Municipio Roma XIII ilproblema, con le varie soluzioni, com-presa la sua, indicata alla fine dellalettera.Speriamo bene

Nel progetto pubblicato dal Pungolo nonemergono alcuni particolari. Tipo saranno realizzati i marciapiedi su viaselva acandida, almeno per il primo trattoa partire dall'incrocio con via boccea? I nostri bambini spesso accompagnati dainonni a scuola li vedi transitare rasenti imuri in fila indiana in precarie condizionidi sicurezza.Carmelo Antonio F.

Gentile Sig. Antonio F., abbiamo raggiunto questa mattina ilDirettore dei lavori, il quale ci ha co-municato che verranno realizzate lefogne per lo scarico delle acque chiaree anche i marciapiedi sul tratto diSelva Candida prossimo all'incrociodel quale chiedeva delucidazioni.Un'ottima notizia per la sicurezza so-prattutto per i ragazzi che tutte le mat-tine affrontano quell'incrocio perraggiungere gli edifici scolastici.

Non sono affatto d'accordo con il tono diquesto articolo così come nella maggiorparte dei commenti che ho letto e sentito.Ancora una volta l'archeologia è trattatacome una rompico...oni sulla strada delprogresso. Infatti continuando su questa concezione,sul non considerarla una ricchezza culturalee turistica, stiamo distruggendo il nostropatrimonio e siamo surclassati da paesi conmeno ricchezze e più turismo (e più in-troiti). Che li ci fosse la strada lo sapevanopure i morti, dato che a monte c'è la villa

Gentile Sig. Roberto,in linea di principio nessuno di noi etantomeno i membri del comitato sischierano contro il patrimonio archeo-logico del nostro territorio. E’ una ricchezza per tutti.Ma sapere che esistono reperti di uncerto rilievo e portarli in superficiequando si sta realizzando un’operapubblica di vitale importanza per i cit-tadini di un determinato territorio,sembra piuttosto strumentale e voluta-mente pretestuoso.Salviamo la Via Cornelia di duemilaanni fa ma non rinunciamo all’allar-gamento della Via Boccea dell’era at-tuale. I sistemi esistono e gli accordi tra Au-torità competenti in materia, per sal-vare capre e cavoli, si trovano sempree si sono sempre trovati.Noi confidiamo che ciò avvenga intempi brevi e nel rispetto degli inte-ressi pubblici del presente, del passatoe del futuro.

COLLEGAMENTO SELVA CANDIDAGRANDE RACCORDO ANULARE

Buongiorno a tutti,recentemente ho letto su diversi organi distampa locali che era stata firmata la con-venzione per l'avvio dei lavori per il colle-gamento tra via di selva candida (altezzavia cremolino) e via casal del marmo a ri-dosso dell'uscita del GRA (addirittura untweet dell'ex sindaco Gianni Alemanno). Si tratta di un'uscita tipica della campagnaelettorale o ci sono davvero sviluppi in me-rito? Visto il recente cambio di guardia siaal comune che nei nostri municipi saràpossibile avere qualche aggiornamento abreve ? Dopo il raddoppio della via bocceaquesto sarebbe un altro grande passo versolo smaltimento del traffico che congestiona

le nostre zone e che finalmene farebbe tor-nare sul territorio una parte degli oneri con-cessori incassati dal comune per tutti lecostruzioni sorte nel nostro territorio.Grazie mille come sempre per il vostro ser-vizio.Gianluca

Gentile Sig. Gianluca,secondo le nostre fonti l’accordo èmolto vicino, poichè sembrerebbe chela C.M.B. abbia intenzione di realiz-zare per ora solo la parte commerciale,e come oneri concessori sembra cherealizzerà proprio questo collega-mento.Quello che sappiamo però è che la con-venzione non è stata ancora realmentefirmata, ma che è ancora in corso unafase di trattativa.Non appena ci saranno documenti uf-ficiali sarà come sempre nostra pre-mura informare la cittadinanza.Non è deontologicamente corretto par-lare senza essere in possesso di docu-menti ufficiali.Cordiali saluti.

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio sentitamente per l'attenzione cheviene dedicata dalla Redazione ai miei mo-desti scritti che mettono in risalto quantodi positivo si trova in periferia quando c'èl'impegno e la buona volontà.Mi sembra di esser tornato anch'io sui ban-chi di scuola allorchè, più grandicello in-vero, ero uno dei Redattori del Giornale diClasse della VA Ragioneria; Istituto Tec-nico Commerciale Guglielmo Marconi diSiderno (RC).Di quel passaggio c'è traccia su di un Vo-lume che la Scuola, anni addietro, ha vo-luto dedicare con anche in risalto lacarriera, dopo percorsa, da alcuni alunnimeritevoli.Io tra costoro.Saluti, Luigi M.

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