il Petardo N°4

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rivista metapolitica

Transcript of il Petardo N°4

Insurrezione in Siria Operazione Gladio Corsa alloro nero nel Polo Nord Stupro di BrancoN4 Marzo-Aprile 2012 ilpetardo.altervista.org

lUltima PrimaveraCosa succede davvero in Iran? Lo abbiamo chiesto all ex direttore di Adn Kronos International

Ahmad RafatIntervista a pag. 38

Elogio della Pirateriaintervista a Carlo Gubitosa pag. 22

BIMESTRALE NON AUTORIZZATO DI METAPOLITICA

Anno II n4Marzo/Aprile 2012

Direttore EditorialeGiovanni Pili

Collettivo di RedazioneAndrea Pili Claudio Truglio Daniele Florian Francesco Tortora Igor Carta Jo Forma

Hanno collaborato in questo numeroAhmad Rafat Alfredo Sgarlato Antonio Mazzeo Carlo Gubitosa Roberto Rotunno

Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5) Ogni volta che usi o distribuisci questopera, devi farlo secondo i termini di questa licenza, che va comunicata con chiarezza. Tu sei libero di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare questopera; alle seguenti condizioni: 1. Riportare la fonte originale, sottoforma di link al sito www.ilpetardo.altervista.org ed il nome dellautore dellarticolo. 2. Per gli articoli dei collaboratori, (presenti nella rubrica Blogroll) dovete prima mettervi daccordo con i rispettivi autori, i quali non fanno parte della redazione, per tanto, non possiamo concedere autorizzazioni in loro vece. 3. Non puoi usare lopera a fini commerciali. 4. Non puoi alterare o trasformare questopera, ne usarla per crearne unaltra. 5. Per ulteriori informazioni possibile contattarci alla seguente mail: anarchyintheukblog@gmail. com

Collettivo Culturale Anarchy in The UK

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Sommario

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Editoriale Opinioni

07 Mal comune mezzo gaudio 08 Se i diritti sono una voce di

costo 09 Anche il liberismo novecentesco 11 Dieci anni di lotta

Misteri di Stato12 Gladio

Rivoluzioni

16 Rivolta in Siria

C ybeRevolution La Contesa Energie Lettere22 Elogio della Pirateria 50 Responsabilit Civile dei Giudici

Sviluppo Insostenibile30 Lavorare in Cina 36 Pericolo Default 38 LUltima Primavera

52 Corsa allOro(nero)

nel Polo Nord

Italian Style42 Concordia

56 Qualcuno vol sul nido del cuculo:

Blogroll

Stampa libera ... da cosa?

Femminismo

58 Forconi Siciliani 61 Megaupload 66 Un MUOStro a Niscemi 70 Oscar 2012 72 Il Leone del Deserto

46 Stupro di Branco

Terza di Copertina77 Solidariet al popolo

della Val di Susa

Giovanni Porta facebook-album

Editoriale

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Fa un po paura vedere in questi giorni come la stampa sia allineata nellisolare il popolo della Val di Susa e la giovane Rossella Urru, rapita in Algeria, di cui non si sapeva niente fino alla recentissima liberazione. In generale proprio larroganza ideologica del nuovo governo a darci non poca ansia. Se da un lato si dice che le ideologie sono morte, dallaltro si assiste a ragionamenti da ideologia unica. Quando in politica ci vengono a raccontare che la soluzione possibile una sola ed improvvisamente i leader internazionali - a cui dobbiamo i soldi - lanciano sviolinate al capo del governo, ci si deve proprio preoccupare. Che dire poi dei possibili nuovi leader paventati da un partito che dovrebbe prepararsi a succedere alla guida del governo? dapprima Passera, poi addirittura Monti. Il PD un aborto. Riguardo la TAV, persino Scalfari si accoda. A nulla valgono i fatti; se non sono citati da nessuno, non esistono. Non conta niente se lopera resa inutile e obsoleta dal traffico attuale; non contano i precedenti sprechi avvenuti durante i giochi olimpici invernali, a scapito dei lavoratori e dellambiente circostante; non contano centinaia di esperti del calibro di Mercalli. Ma in Francia non si lamentano. Perch dovrebbero? Hanno fatto solo scavi esplorativi, consultano sempre le popolazioni locali, ed il pi lo pagano gli italiani. Secondo Bersani laccordo c stato. S, tra tutti i comuni che non subiranno danni consistenti dallopera. Anche Monti ha raggiunto un accordo; unanime con se stesso. Il popolo della Val Susa daccordo a sua insaputa. Non si pu secondo Bersani non democratico ascoltare gli interessi locali a scapito di quelli generali; ne verrebbe meno il sistema rappresentativo. Poi uno si chiede: Come mai il PD continua a perdere consensi?. Se ci risultano criptici gli interessi masochisti della non destra italiana, invece le ragioni del silenzio attorno il rapimento di Rossella Urru - finalmente liberata - appaiono ogni giorno pi logici. LItalia ha un accordo con lAlgeria per la costruzione di un gasdotto lungo la Sardegna (sempre a proposito di sprechi, in unisola dove fa freddo massimo due mesi lanno). Non si possono innervosire gli algerini, e questo la dice lunga sulla stabilit della linea di rifornimento. Cos i parenti della Urru dovranno rassegnarsi: la loro Rossella non ha ammazzato dei pescatori indiani; ucciso a martellate un figlio; non stata rapita in un paese nemico come lAfghanistan o lIraq. Non tutto il male vien per nuocere, qualcuno magari avrebbe potuto scrivere per vendere qualche copia in pi degli altri che se lera cercata.

Editoriale

Giovanni Pili

Lo ha detto il Governo: Non saranno tollerate altre violenze in Val di Susa

Opinioni

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Mal comune mezzo gaudioIgor Carta Igor CartaPerch non iniziare dallalto? A tal riguardo mi sono sempre posto questa domanda. La Marcegaglia stata attaccata per aver detto, a mio avviso, la pura verit. Sarebbe stato il caso magari che arrivasse da un pulpito pi rispettabile ma non che abbia detto falsit. Qualsiasi aggregato di lavoro, che sia una fabbrica o un ufficio comunale possiede delle gerarchie, e i vertici hanno in genere retribuzioni e privilegi proporzionali al ruolo. operai ma soprattutto dai dirigenti. Ad esempio i capi area di quel famoso comune i cui dipendenti entravano, timbravano e via a fare la spesa hanno forse subito delle sanzioni? Non mi risulta. La disciplina deve cominciare dallalto se si auspica che raggiunga anche il basso, ma ci non si mai sognato di dirlo nessun giuslavorista, lo disse un certo Benito Mussolini... Orbene, invece di vessare ulteriormente le solite categorie, perch non si comincia a responsabilizzare

operai serbi o polacchi che ti costano la met? I tuoi prodotti appena entrano in Italia verranno pesantemente daziati. Se i dirigenti fanno il loro lavoro, i sottoposti faranno il loro...

I capi area di quel famoso comune i cui dipendenti entravano, timbravano e via a fare la spesa hanno forse subito delle sanzioni?

Se in uno di questi aggregati si riscontra scarsa produttivit logico aspettarsi unassunzione di responsabilit da parte del dirigente, ma ci non avviene, vuoi per tutta una serie di malcostumi che in Italia la fanno da padroni. E ovvio che per fare ci ci vuole la buona volont di tutti, dallultimo degli

la classe dirigente con una serie di misure semplici e facilmente attuabili? Hai falsificato il bilancio aziendale? La tua azienda continuer a lavorare sotto commissariamento del Ministero dello Sviluppo Economico per lintera durata dellinchiesta. Delocalizzi unazienda in piena salute per pagare

Se i diritti sono una voce di costodiscussione sulla flessibilit in entrata mentre si attua e ci si concentra sempre pi sulla flessibilit in uscita (anticamera sempre pi evidente della disoccupazione totale, visto il momento del mercato del lavoro in Italia) attualmente passa anche attraverso la discussione sulle forme di indennit a favore del lavoratore in caso di licenziamento. Sgravando sempre di pi il datore di lavoro di responsabilit nel comminare il licenziamento ai danni del lavoratore, trasformando in giusta causa anche lo stato di crisi economica generale, ci si avvia apertamente verso la fuoriuscita dal Diritto del Lavoro (diventando questo progressivamente materia di trattativa tra le parti, riducendo o bypassando il ruolo dei sindacati, alleggerendo il datore di lavoro di pesi economici compensativi a favore del lavoratore). Tutto ci dimostra che le Teorie Keynesiane sono del tutto defunte, che il liberismo economico stato trasfor-

Francesco Tortora

Non a caso larticolo 18 dello Statuto dei Lavoratori sintitola reintegrazione sul posto di lavoro: esso disciplina le conseguenze in caso di licenziamento illegittimo (nei casi in cui sia effettuato senza comunicazione dei motivi, oppure perch ingiustificato o perch discriminatorio) nelle unit produttive con pi di 15 dipendenti (5 se agricole). Larticolo 18 dispone che, in caso di licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo, il lavoratore sia reintegrato nel posto di lavoro. La differenza fra riassunzione e reintegrazione che, nel primo caso, il dipendente perde lanzianit di servizio e i diritti acquisiti col precedente contratto (tutela obbligatoria). Questo il motivo del contendere. La

mato in schiavismo lavorativo, che la visione asiatica del lavoro risulta vincente proprio perch paradossalmente trasforma il lavoro tutelato alla occidentale in lavoro contrattato tra le parti a tutto favore del datore di lavoro. E questo sancisce anche la morte di tutto quel cammino svolto in Occidente (soprattutto in Europa) passato attraverso la Rivoluzione Francese, la nascita della Borghesia, due guerre mondiali e tutte le lotte sindacali e sociali degli Anni 70. Keynes teorizzava lintervento dello Stato a sostegno della domanda, quindi sorreggendo il Lavoro, Taylor se ne sbatteva, pensava alla produzione ed alla ricerca (creazione) di un operaio ideale assolutamente affine ai processi di lavoro volta per volta individuati. Keynes ha definitivamente perso. And the winner is Frederick Winslow Taylor.

Opinioni

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Anche il liberismo novecentescodinanzi alla competizione internazionale ed evitare la delocalizzazione. In questo senso, la questione si inserisce nella generale progressiva conclusione del tacito patto sociale novecentesco tra capitale e lavoro, il Welfare State. Ogni serio dibattito sullarticolo 18 dovrebbe partire da queste constatazioni: esso non riguarda la maggior parte dei lavoratori, i quali sono impiegati in aziende con meno di 15 dipendenti; lobbligo di reintegrazione del lavoratore, se licenziato Ogni riforma ventilata dunque di stampo fortemente classista - totalmente prona agli interessi dei proprietari - e vede nei lavoratori non delle persone ma delle merci, dei vincoli da limare in nome di superiori interessi astratti per la maggior parte della popolazione: quelli del Mercato.

Andrea PiliDunque, di fronte a tali involuzioni dei diritti sociali non posso che esprimere la mia netta contrariet; inoltre, auspico che questa crepa entro il sistema sociale novecentesco sia foriera di mobilitazioni sociali e di dibattiti antisistemici.

Ogni riforma ventilata dunque di stampo fortemente classista ... vede nei lavoratori non delle persone ma delle merci

senza giusta causa, di fatto gi aggirato attraverso politiche del lavoro regressive come il precariato. Tuttavia, largomento dei pi sentiti data la carica sociale delle imprese di grandi dimensioni, la quale attrae i sindacati quanto i partiti. C solo un motivo per cui il blocco unico liberale e gli industriali intendono abrogare larticolo 18: rendere pi malleabile il mercato del lavoro, al fine di sopravvivere

Opinioni

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Dieci anni di lottaEra il lontano 2002 quando una folla oceanica si radun a Roma per il NO alla modifica allArticolo 18: tre milioni di persone si disse, comunque una delle pi grandi manifestazioni del dopoguerra e qualcuno, vista lenorme partecipazione, pens bene di aggiustare un po il tiro sulla questione, ma non del tutto. Dopo ben 10 anni in cui il precariato stato sperimentato in lungo e in largo ed diventato una regola di vita va da s che adesso quei tre milioni di persone o gi di l siano diventati un po vintage, retr, antichi insomma. In quasi tutti i giornali la solfa sempre la stessa: larticolo 18 antistorico, antico, superato e cos via. Del resto, perch per forza pensare a come si licenzia, meglio pensare alle assunzioni per essere moderni, bisogna essere ottimisti in questi tempi di crisi, e poi come dice Fornero, lEuropa che ce lo chiede. Certo, magari venendo meno larticolo 18 verrebbe gi tutta la legge 300 con il diritto di scegliersi un sindacato, di fare assemblea, di essere spiati nel proprio posto di lavoro ecc ma ormai anche queste norme sono considerate superate. Unimpresa moderna infatti si basa sulla flessibilit, termine che tradotto fuori dai denti significa libert di licenziare quando ti pare e come ti pare, discriminandoti se il caso. Verrebbe da chiedersi chi oserebbe mai ritornare ad occupare un posto di lavoro con il reintegro, forse pochi spavaldi coraggiosi, chiaro che chiunque preferirebbe lindennizzo piuttosto che lavorare in un ambiente ostile, ma una volta levata la norma il problema di reintegro o indennizzo non

Jo Formasi pone pi. E del resto, con un tasso di disoccupazione femminile che si aggira addirittura intorno al 50% e quello di disoccupazione giovanile in rapporto di uno su tre la ministra Fornero avrebbe ben altro di cui occuparsi rispetto allarticolo 18. Invece quella norma ancora l, d fastidio a tanti, a troppi e allora ecco il via alla campagna mediatica dei modernisti contro i poveri trogloditi ignoranti e reazionari che del mercato del lavoro odierno non hanno capito nulla. C perfino qualche dinosauro che osa sostenere che si tratti di lotta di classe, espressione talmente vecchia e antiquata da suonare come unaberrazione. Meglio evitare, facciamoci licenziare con modernit senza tante storie.

Igor Carta

GladioIl nome di Gladio uno di quelli che maggiormente in Italia provocano sospetto e timore per la sua continua associazione ai fatti pi oscuri della storia repubblicana, da Piazza Fontana a Ustica, dallomicidio Moro al golpe Borghese.

Misteri di StatoQuella comunemente nota come Gladio era (e potrebbe ancora essere) una delle tante strutture militari parallele a quelle convenzionali, create dalla NATO agli albori della guerra fredda in tutti i paesi sottoposti allinfluenza statunitense, dalla Scandinavia al Mediterraneo, anche in quelli ufficialmente neutrali come Svizzera e Austria. Negli anni 50 infatti lUnione Sovietica vantava lapparato militare pi potente al mondo, il cui continuo rafforzamento provocava in occidente il sempre crescente timore di uninvasione stile blitzkrieg da parte dellArmata Rossa. La NATO, consapevole di non poter reggere tale forza durto, corse ai ripari istituendo cellule di agenti altamente addestrati per organizzare la guerriglia antisovietica in caso dinvasione, nellattesa delle forze convenzionali che sarebbero giunte in seguito dal Nordamerica. A tal scopo vennero anche istituiti numerosi depositi segreti contenenti, armi, munizioni, esplosivi, viveri e apparati trasmittenti, tutto il necessario per condurre diversi mesi di guerriglia. In Italia, paese sottocortina e in pi dotato di un fortissimo partito comunista, il primo nucleo di Stay Behind pare fu formato da numerosi elementi della brigata partigiana Osoppo. La brigata fu protagonista di uno dei numerosi episodi oscuri della guerra di liberazione di cui solo recentemente si recuperata la memoria, secondo la consolidata consuetudine che la storia venga sempre scritta dai vincitori. Nel febbraio 1945 a Porzs, localit del Friuli orientale, i partigiani comunisti del G.A.P., vicini a Tito, fucilarono diciassette partigiani della Osoppo, formazione di estrazione cattolica e laico-socialista, rei di voler impedire ai partigiani di Tito di dilagare fino a Udine e di aver a tale scopo collaborato con i reparti della RSI della zona. Stando a quanto emerso dal successivo processo furono invece i reparti della RSI del luogo, Xa Mas e battaglione alpini Tagliamento, a cercare invano la collaborazione della Osoppo, che conduceva la guerra partigiana secondo i dettami del Partito dAzione e del Comitato di Liberazione Nazionale di Badoglio. La Osoppo si trov dunque a condurre la guerra contro i nazifascisti e a dover contemporaneamente contenere le mire espansionistiche del IX Corpus sloveno, che dallIstria premeva per dilagare verso Trieste e il Friuli. Tutta la vicenda venne a galla nel 1992 in occasione della visita in loco dellallora Presidente della Repubblica Cossiga, che accus senza mezzi termini i partigiani comunisti di esecuzioni sommarie e di aver tentato di instaurare una dittatura contro gli interessi nazionali dellItalia. In quelloccasione pare incontr diversi membri di Gladio e si rec in visita privata sul luogo delleccidio, alla malghe di Topli Uork. Lo scopo di Gladio fu lo stesso di tutte le altre strutture Stay Behind dEuropa, prevenire sia linvasione sovietica che leventuale ascesa al potere del partito comunista ai vertici delle varie nazioni europee. Le strutture avevano diverse nomee, Gladio in Italia, P26 in Svizzera, Plan Bleu in Francia, TBDJB in Germania e cos via. Fino alla fine degli anni 60 lattivit di Gladio si limit allattivit di intelligence, reclutamento di agenti, attingendo dagli ambienti militari e delle forze dellordine personaggi come, tanto per

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fare un nome, Licio Gelli, ex fascista poi passato ai servizi nordatlantici, e alla schedatura di soggetti, intellettuali, giornalisti, politici, sindacalisti, legati alla sinistra. Nelle fila di Stay Behind trovano posto le personalit pi disparate, dai cattolici agli ex nazifascisti a sinceri patrioti uniti dal disprezzo per il comunismo. Anche il golpe era contemplato come strumento lecito in caso di presa del potere con mezzi democratici da parte delle sinistre. Dopo il 1968 il dominio parlamentare della Democrazia Cristiana inizia a traballare, dando cos il via alla cosiddetta strategia della tensione. Lo scopo semplice, impedire con tutti i mezzi la vulgata a sinistra del paese, attraverso attentati dinamitardi come accaduto a Milano, in Piazza Fontana nel 1969 e a Bologna nel 1980, ma anche attraverso metodi pi subdoli, come piazzare bustine di stupefacenti nelle auto dei militanti di estrema sinistra, o ancora pi drastici come il tentato golpe dellImmacolata, nella notte tra il 7 e l8 dicembre 1970, avviato ma subito abortito da Junio Valerio Borghese, ex comandante della Xa Mas e fondatore di movimenti di estrema destra come Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale. In seguito lomicidio di Aldo Moro, colpevole di aver cercato il compromesso storico col PCI, ha facilitato il lavoro di repressione. Anche larrivo in massa di droghe pesanti a buon mercato e di stili di vita come lo yuppismo

ebbe lo scopo di togliere di mezzo esponenti e adepti ai movimenti alternativi. Col senno di poi si pu constatare che la ricetta ha funzionato, c o m p l i c e sicuramente la caduta dellimpero sovietico, ma anche limborghesimento della sinistra, oggigiorno pi attenta ai diritti di afghani e libici che alla sua inettitudine sul fronte interno. La struttura di Gladio comprendeva un certo numero di cellule operative di pronto impiego, dislocate nelle regioni teoricamente pi esposte ad una eventuale offensiva di forze orientali come Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia e soprattutto Friuli Venezia Giulia. Ogni cellula era dotata di due nuclei di sabotaggio e guerriglia rispettivamente, e di nuclei di evasione e fuga, di propaganda e di informazioni; tutte erano agli ordini del S.A.D., ovvero Studi speciali e Addestramento del Personale, da cui dipendevano le varie cellule, il C.A.G., Centro Addestramento G u a s t a t o r i , situato nella base militare di Capo Marrargiu, a pochi km da Alghero e i 139 depositi NASCO di cui abbiamo gi parlato. Lesistenza del C.A.G. venne resa pubblica per la prima volta nel 1986, quando si verific un

Lo scopo semplice, impedire con tutti i mezzi la vulgata a sinistra del paese, attraverso attentati dinamitardilex terrorista Vincenzo Vinciguerra confess al giudice Felice Casson di essere il materiale esecutore della strage di Peteno del 1973, in cui unautobomba uccise tre carabinieri, episodio collegato alla

incidente ad un velivolo C47 denominato Argo16, un aereo che alle dipendenze del SIOS avrebbe partecipato a diverse operazioni occulte tra cui il rifornimento dei depositi NASCO, il trasporto al C.A.G. sia di gladiatori che di prigionieri. Argo16 sarebbe precipitato a causa di un sabotaggio operato dal Mossad, come vendetta per lestradizione dallItalia alla Libia di cinque terroristi dellOLP. Le prime brecce nella segretezza su Gladio emersero nel 1984, quando

Misteri di Statocosiddetta strategia della tensione. Prima di allora i principali sospetti caddero sulle Brigate Rosse, e durante il dibattimento Vinciguerra spieg come i Servizi lo aiutarono a rifugiarsi nella Spagna franchista, esattamente come Borghese dopo il fallito golpe, e parl apertamente dellesistenza di una struttura occulta nelle forze armate italiane formata sia da civili che da militari con precisa funzione anticomunista. Lesistenza di Gladio venne resa pubblica solo nel 1990 ad opera dellallora Presidente del Consiglio Giulio Andreotti; dalla sua creazione ad allora lesistenza di Gladio era nota in Italia solo ad altissimo livello, ossia presidenza della Repubblica, presidenza del Consiglio, Ministro della Difesa e ai diversi Capi di Stato Maggiore; Nel 1992 una relazione della Commissione Parlamentare dInchiesta, e successivamente, nel 2001, la sentenza della Corte dAssise di Roma, stabilirono la piena legittimit di Gladio e del suo operato. Una simile struttura dunque non avrebbe pi ragion dessere, ma che certezze ci sono che sia tutto morto e sepolto? Nel 1991 venne reso pubblico un elenco di 622 gladiatori, un po pochi considerato il compito a cui erano destinati. In seguito arrivarono le dichiarazioni di tal Antonino Arconte, sardo di Cabras, che in un memoriale spieg che a fianco alla Gladio gi nota ve ne fosse unaltra, la cosiddetta Gladio delle Centurie; la prima, detta Aquile, era formata da aviatori e paracadutisti, e ad essa appartenevano, stando alle dichiarazioni di Arconte, i sei piloti decollati il 27 giugno 1980 per abbattere un MiG libico, tra loro cerano anche Mario Naldini e Ivo Nutarelli. La seconda centuria, detta Lupi, di cui faceva parte Arconte stesso, era formata da militari della Marina e dellEsercito. La terza , detta Colombe era formata non da militari ma da civili, ambosessi con compiti di intelligence e di raccolta informazioni. Questa Gladio avrebbe operato allestero con modalit simili e direttamente mutuate dalla CIA. Diversi analisti hanno infatti rimarcato le similitudini tra il fallito golpe Borghese e quello di Pinochet, o delle modalit militari con cui venne rapito Aldo Moro o assassinati Falcone e Borsellino. Storie vecchie, acqua passata? Lignavo cos direbbe, mancando di farsi la domanda pi importante: e se Gladio non fosse stata mai sciolta e avesse solo mutato modalit operative come la mafia siciliana? Senza andare troppo lontano, sapete dove fu portato Jallud, il n2 di Gheddafi, dopo la sua fuga dalla Libia? A Capo Marrargiu

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Andrea Pili

Rivolta in Siriasar ancora primavera?unimposizione pi che una conquista del popolo siriano. La Primavera araba nel Nord Africa, nei primi mesi del 2011, ha fatto scoppiare nuove tensioni in Siria, incoraggiate dalla speranza di poter riuscire a spazzare via il regime di Bashar al-Assad, sotto il quale a differenza degli anni del padre erano stati tollerati movimenti sociali slegati dal potere, come il movimento studentesco del 2003 e le associazioni di volontariato; anche lallentamento della catena deve aver contribuito allesplosione della rivolta. Fuori dalla Siria le rivolte sono state accolte con un atteggiamento simil-negazionista dagli antiamericani acritici e complottisti o, daltra parte, in modo pregiudizievole da filo-occidentali acefali. Nostro intento sar quello di offrire un resoconto critico dei fatti, consci delle zone dombra presenti quanto delle manovre geopolitiche, ma consapevoli dellesistenza di uninnegabile tragedia umanitaria. La citt di Hama cinta dassedio e bombardata ininterrottamente per 27 giorni, provocando tra i 25.000 ed i 50.000 morti. Non si tratta di un fatto di questi giorni, ma il 20 febbraio del 1982: i Fratelli Musulmani e un centinaio di ufficiali insorsero contro il governo Hafez al-Assad. Quella strage abnorme anche se comparata a quelle della Siria del 2011-12; eppure neanche allora vi fu un intervento esterno ed il massacro pressoch dimenticato. Quel fatto storico ci rivela che vi sempre stata una grande tensione tra il regime Baath (al potere dal 1963) e le frange dellislamismo radicale sunnita, specie quando entrata in vigore la costituzione libica (1973) e da quando il potere di Damasco legato alla minoranza sciita degli alawiti (1970). Proprio la consapevolezza dellesistenza di tali tensioni religiose (potere sciita) e politiche (egemonia del partito Baath) ha fatto si che non fosse mai abrogata la legge demergenza del 1963, segno che la laicit stata Rimandando , prossimamente, una cronaca pi dettagliata degli avvenimenti, ricordiamo che linsurrezione cominciata il 15 marzo 2011 con larresto di 32 attivisti per lamnistia dei prigionieri politici ed ha avuto il suo primo morto a Dera citt dellestremo meridione siriano il 17 marzo. La stessa citt stata per lungo tempo lepicentro della rivolta; esso si poi spostato verso il Nord-Ovest del paese (nelle regioni di Hama e Homs, storiche roccaforti della maggioranza sunnita), mentre lestremo nord, confinante con la Turchia, ha avuto in Jisr al Shaghour la propria citt martire. Secondo il Centro di Documentazione delle Violazioni in Siria, al 3 marzo, le vittime sarebbero 9026 (di cui 7205 civili e 1799 militari, tra disertori e governatori), la naggior parte delle quali nella regione di Homs (3500) e Hama (1178); nellassedio di Homs, durato 27 giorni; sarebbero morte 700 persone. Il presidente Bashar al-

RivoluzioniAssad ha oscillato tra riforme (ad esempio labrogazione dello stato demergenza e della legge sui partiti, in aprile), il dialogo (riunione con gli oppositori, i capi tribali e i consiglieri delle zone in rivolta, sempre in aprile), la repressione dura, seguita da ammissioni di eccessi, negazione e accuse di complotto specialmente contro i salafiti. Diversi esponenti importanti del Baath hanno rassegnato le dimissioni, almeno un migliaio di soldati hanno disertato e formato un fronte di liberazione, coordinato dalla Turchia dal generale di aviazione Riad Asaad. LONU ha tentato di far approvare una risoluzione richiedente le dimissioni di Assad e la formazione dun governo di unit nazionale con a capo il suo vicepresidente; tuttavia, il veto di Cina e Russia ha bloccato tali provvedimenti. Il segretario generale Ban-ki-Moon ha pi volte condannato il governo di Damasco, mentre lAlto Commissario dei Diritti Umani, Navi Pillay ha di fatto accusato il regime di crimini contro lumanit. Il mondo occidentale (Stati Uniti e Unione Europea) ha espresso unanime condanna della repressione ma non intende intervenire militarmente; lEuropa ha approvato sanzioni contro alte personalit del regime di Damasco oltre che un embargo sulle esportazioni di armi. La Lega Araba dopo aver cercato di far opera di mediazione, in novembre

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La Siria non assomiglia a nessuna delle altre rivolte arabeha approvato a maggioranza lespulsione della Siria; successivamente ha inviato nel paese dei suoi osservatori male accol-

il dittatore siriano Assad ti dagli oppositori poi a febbraio li ha ritirati confermando la condanna di Assad, per essere venuto meno alle richieste della Lega: ritiro dellesercito dalle citt; liberazione dei prigionieri; dialogo con lopposizione. La Turchia del governo Erdogan, dopo avere inizialmente fornito lappoggio al governo baathista, in giugno con larrivo di migliaia di profughi e in straordinaria

coincidenza con delicate elezioni politiche passata dalla parte dei ribelli, offrendo ospitalit. La Siria non assomiglia a nessuna delle altre rivolte arabe, per due motivi fondamentali: le problematiche etnico-religiose; la mancanza di un coordinamento politico e militare ribelle, riconosciuto dal popolo. In particolare, Khadir Shamia leader dei comunisti siriani e oppositore di Assad accusa lesercito di liberazione di essere al soldo degli Stati Uniti e del tutto privo di appoggio popolare; inoltre, lo smarrimento di fronte agli attentati antiregime conferma lesistenza di unopposizione plurale e disunita. Si tratta della pi importante differenza con la Libia, esclusa limportanza del petrolio nordafricano; inoltre, la Siria ha

unimportanza geopolitica che Tunisia ed Egitto non hanno. Il regime Baathista, dal punto di vista geopolitico, il punto cardine del triangolo sciita con Iran ed Hezbollah (in Libano), oltre che il principale alleato di Hamas (in Palestina). Per questo assistito dalla Repubblica persiana che ha in esso il suo unico alleato nel Mediterraneo, e dunque pu usare i porti siriani per le proprie navi; per lo stesso motivo, la Siria avversata da Stati Uniti ed Israele e di conseguenza appoggiata da Cina e Russia (la quale ha nel paese la sua unica base militare oltre confine, a Tartus), per contrastare legemonia americana nel Mediterraneo. Nel mondo arabo, la Siria di oggi non amata par-

ticolarmente (solo Yemen e Libano si sono opposte alla sua espulsione dalla lega Araba) ed certamente odiata dai pi importanti alleati islamici degli USA: Arabia Saudita, e Qatar su tutti (in ambedue vi sono diverse basi yankee); Bahrein, Oman, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Giordania. Tutti paesi non certo brillanti per democrazia e rispetto dei diritti umani; i primi sei sono raggruppati nel Consiglio di Cooperazione del Golfo Persico in funzione chiaramente antiIran. Inoltre, la dinastia AlThani, regnante sul Qatar, anche proprietaria di AlJazeera, rete televisiva che ha diffuso ampiamente le immagini della rivolta, di certo con un grande conflitto di interesse. Allinterno della Siria, Assad ha i suoi nemici nei

Rivoluzionigruppi delloltranzismo islamico (Salafiti, Fratelli Musulmani e Al-Qaeda) da sempre ostili alla laicit e al dominio alawita sciita in diverse comunit sunnite e negli oppositori politici avversi allegemonia Baath. Gli amici di Assad sono il partito Baath, e tutte le sue clientele; le minoranze etno-religiose (cristiani, drusi, sciiti) che temono lavvento della maggioranza sunnita ed il grosso dellesercito. Come mai nessun nemico esterno di Assad disposto ad intervenire militarmente in Siria? Semplice. La mancanza di comprensione delle questioni interne siriane rende lOccidente incapace di valutare con certezza la convenienza della caduta di Assad; della serie: il regime Baath lo conosciamo, il dopo non si sa. E il dopo potrebbe voler dire anche governo integralista-religioso e antisionista; per questo, n USA, n UE, n Israele, si daranno da fare per abbattere il regime, al di l di dichiarazioni di circostanza, sostengono Assad, anche venendo meno a questioni etiche (ad esempio, i sunniti siriani appoggiarono la lotta di Hezbollah). Solo la Turchia ed il Qatar si sono pronunciate favorevolmente per un intervento militare; la prima al fine di creare una zona cuscinetto e costruire dei campi profughi nella zona settentrionale (curda) della Siria, la seconda vorrebbe una forza di pace araba, con mandato Onu, per fermare le violenze. Comunque da un cablo di Wikileaks sappiamo che i Fratelli Musulmani siriani sono stati foraggiati dagli Stati Uniti; segno che gli americani tentano, ad ogni modo di farsi degli amici nella zona. Veniamo infine alle zone dombra sulle informazioni in Siria. Lo sma-

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Nel mondo arabo, la Siria di oggi non amata particolarmentesanzioni e mostra di muscoli (vedi nave USA nel Mediterraneo). Esiste, poi, il timore che le lotte religiose intestine alla Siria possano diffondersi nei paesi circostanti. Si pu dire la stessa cosa per gli amici del regime: anche Cina, Russia, Iran, Hamas ed Hezbollah non sono certi di poter avere un governo alleato; perci

scheramento della finta blogger lesbica Amina Abdallah (la quale fu anche intervistata e poi data come agli arresti), rivelatasi poi opera dei due statunitensi Tom Mac Master e Britta Froehlicher, mostra tutti i limiti, del mezzo internet. Ci riguarda i blog degli oppositori, quanto la pagina facebook Syrian Revolution o i video girati col telefonino e poi diffusi in rete; difficilmente possibile verificare lautenticit di queste fonti. Ovviamente, anche lingresso dei giornalisti molto limitato e le TV sono spesso legate ad interessi parziali. Vero anche che lopposizione ha tra le proprie fila dei personaggi compromessi con il regime, come Rifat al-Assad (zio di Bashar e uno dei responsabili delleccidio del 1982) e Abdul Halim Khaddam (vicepresidente della Siria dal 1984 al 2005). Sappiamo con certezza, per, che 5000 siriani si sono rifugiati in Turchia (nei campi di accoglienza della provincia di Hatay) e raccontano di rastrellamenti, citt distrutte, repressione di militari e forze speciali contro i civili. Non possiamo certo pensare, che Ban-ki-Moon, Navy Pillay o Al-Zawahiri siano al soldo degli americani; inoltre, abbiamo anche sentito certe dichiarazioni di Assad e conosciamo la difficile condizione inter-religiosa e politica. Insomma, non si pu dire che in Siria non ci sia stata una violenta repressione o che i ribelli siano tutti prezzolati. Ma per

una chiara visione dei fatti dovremo forse aspettare ancora qualche anno.

Rivoluzioni

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Daniele Florian

Elogio della Pirateriaintervista a Carlo GubitosaPartiamo dai fatti recenti. Il provvedimento improvviso che ha portato alla chiusura/sospensione di Megaupload e le imminenti proposte di legge americane del SOPA e PIPA hanno riportato l attenzione pubblica su tematiche spesso trascurate quali copyright, pirateria e diritti digitali. La maggior parte dei siti di informazione hanno quindi espresso la loro contrariet a provvedimenti troppo coercitivi, chiedendo dei sistemi meno invasivi per proteggere e tutelare il diritto d autore. Quello che per si stenta a proporre, tesi da lei riportata in vari scritti, che l idea stessa di propriet intelettuale un concetto obsoleto e vincolante la libera informazione, e che la cosiddetta pirateria informatica non una minaccia per la produzione intellettuale ma anzi ne pu essere promotrice. Come commenta i recenti episodi alla luce di questo dibattito?Dico che non va fatta confusione tra Megaupload, un servizio gestito da una societa commerciale a scopo di lucro, con la condivisione libera e gratuita che avviene sulle reti ed2k e torrent. Fatte queste doverose differenze, loperazione poliziesca ai danni di Megaupload mi sembra condotta con piu severita, determinazione e coordinamento internazionale delle retate effettuate contro le organizzazioni che si dedicano al narcotraffico, e mi chiedo: le motivazioni che si nascondono dietro questo pugno di ferro riguardano la tutela dei DIRITTI DEGLI AUTORI o invece la tutela dei PROFITTI DELLE AZIENDE che hanno acquistato dagli autori il diritto di sfruttamento delle loro opere? Il punto e che la condivisione di contenuti e come unIdra a sette teste, per ogni sito che tagli ne riaprono altri due. La soluzione non va cercata nella repressione poliziesca ma nella regolamentazione della condivisione di contenuti in rete. Alla luce dellarticolo 19 della dichiarazione universale dei diritti umani, considero la condivisione GRATUITA di arte e conoscenza come un diritto umano universale e non come una azione criminale. Se diventasse un crimine condividere cultura, allora dovremmo fare retate anche nelle

CyberRevolutionbiblioteche pubbliche, come la biblioteca di Bologna che ha recentemente attivato un servizio di file sharing per contenuti in formato digitale, che comprende anche musica e filmati.

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Tra le ottime osservazioni che ha fatto ha precisato un fatto importante, ovvero come il diritto di copyright, contrariamente all opinione comune, non sia tanto una garanzia dell autore artistico quanto una pratica richiesta dagli organi economici che veicolano il mondo produttivo. Megaupload stesso ha offerto un esempio quando a Dicembre scorso era stato pubblicato un video in cui star del panorama musicale e cinematografico supportavano il sito di streaming. Il video stato poi rimosso a causa di un ricorso presentato dalla Universal Music Group. La domanda che sorge spontanea dunque: in che misura la propriet intelettuale vera garante e motivazione della produzione immateriale? Se ne pu davvero fare a meno senza intaccare la qualit del lavoro svolto?Io sono personalmente convinto che lincentivo economico non abbia nulla a che fare con la produzione della vera arte, che non emerge a comando quando si sventolano banconote ma si manifesta come una esigenza insopprimibile dellanimo umano. Detto questo, mi sembra comunque ragionevole garantire agli autori di unopera un monopolio temporaneo sullo sfruttamento economico delle loro creazioni, che e poi lidea alla base del copyright. Il problema nasce quando il periodo temporaneo passa da 14 anni rinnovabili a 28 (cosi come previsto dalla prima legge statunitense sul copyright del 1790) a durate che sfiorano il secolo come previsto dalle leggi attuali americane, e quando si pretende di proibire non solo lo sfruttamento economico dellopera, ma anche gli utilizzi leciti, come la consultazione gratuita in biblioteca, che oggi puo avvenire anche utilizzando la piu grande biblioteca pubblica del mondo chiamata internet. La spinta creativa varia caso per caso, e quindi la motivazione economica va valutata nel contesto in cui si inserisce. Quel che e certo e che le attuali normative in materia di diritto dautore non sono orientate allinteresse pubblico, e spesso nemmeno a quello degli autori, ma finalizzate alla tutela delle societa di autori come la SIAE che in realta tutelano solo linteresse di alcuni privati.

Presa coscienza del fatto che le norme in materia di propriet intelettuale richiedono modifiche, possiamo considerare nella loro diversit le varie tipologie di risposta che questo problema trova nel globo. A partire dal famoso Piraten Partei, passando per i cyber-movimenti anonimi della rete e finendo nei difensori dello streaming libero quello che si osserva una gamma di diverse visioni pi o meno riformiste, mirate talvolta ad osservare le leggi vigenti o in alternativa a sostenere la legittimit di mezzi di condivisione ufficialmente illegali. Quale crede sia, in generale, la posizione che i movimenti politici di oggi dovrebbero assumere nei confronti del problema mirando alla difesa della libera informazione?Quando sono stato invitato a parlare di pirateria presso la Radio della Svizzera Italiana, ho avuto modo di sfogliare la bozza della legge sul diritto dautore che era appena stata approvata. Sono rimasto impressionato dalla quantita di soggetti pubblici e privati chiamati a discutere di quella legge, dalla piccola associazione locale fino alla grande associazione dei discografici. Basterebbe un processo legislativo aperto, trasparente e inclusivo per avere in Italia leggi piu equilibrate sul diritto dautore, che puniscano il lucro illecito senza criminalizzare la condivisione gratuita. Purtroppo in Italia, anche quando cera la sinistra al governo, le leggi sul diritto dautore le hanno sempre scritte le lobby come SIAE, BSA e FIMI. Ma se proprio costa troppa fatica ascoltare i cittadini, basterebbe riprendere i contenuti della proposta di legge presentata a suo tempo dal senatore Semenzato, che ancora oggi e il testo piu innovativo mai proposto in Parlamento, purtroppo mai discusso e quindi rimasto lettera morta. http://softwarelibero. it/altri/semenzato-pieroni. shtml

CybeRevolutionNel campo del software esistono gi innovazioni come i brevetti copyleft, sotto i quali viene distribuito l intero mondo Linux. Crede sia facilmente esportabile questo sistema da quello informatico ad ogni settore produttivo?Nel mio libro Elogio della pirateria ho raccontato delle storie di ribellione creativa accomunate dalla libera condivisione dei saperi. Gia oggi esistono condivisioni di semi senza i brevetti imposti dalle multinazionali del biotech, condivisioni di musica, libri e film non soggetti alle regole delle lobby multimediali, condivisione di ricette per fare farmaci senza dover sostenere i costi esorbitanti dei detentori dei brevetti. In un certo senso la medicina ha scoperto il copyleft prima dellinformatica, quando Alexander Fleming, per affermare i propri principi etici, ha rinunciato al brevetto sulla penicillina.

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A proposito di proposte di legge, ci a cui stiamo assistendo un intenzione da parte delle istituzioni di andare nel senso del tutto contrario alla tutela dell informazione: nonostante siano state ritirate le famose proposte PIPA, SOPA e anche l italiana FAVA, i potenti non dimostrano di essersi arresi, presentando la famigerata ACTA, che oltre a regolamentare il Web solleva criticit in merito a brevetti in campo farmaceutico e non solo. D altra parte si sono viste e si stanno oggi susseguendo svariate forme di protesta a tutte queste minacce, dagli attacchi di Anonymous alle piazze piene di cittadini furiosi, tanto che qualcuno ha ironicamente battezzato questi episodi come l inizio della Prima Guerra Mondiale del Web. Pensa forse che effettivamente si stia delineando un nuovo campo di battaglia politica non ancora calpestato? I governi internazionali stanno davvero ponendo maggiore attenzione al controllo mediatico rispetto invece a quanto era importante fino ad oggi? Come crede che si svilupper questa Grande Guerra Digitale nei prossimi mesi?Cosi come si e sviluppata negli ultimi dieci anni, con le lobby che agiscono nellombra per affermare concezioni sempre piu restrittive e autoritarie del diritto dautore, regolamenti sempre piu repressivi per laccesso a internet orientato alla condivisione di cultura in rete, e leggi che trasformano in criminali le persone che utilizzano internet come una biblioteca pubblica e non come un mercato globale. Il tutto nella beata ignoranza dei cittadini tenuti al di fuori da questi problemi, indotti erroneamente a pensare che riguardino solo i tecnici, e con le soluzioni affidate a piccoli gruppi di attivisti che cercano di sollevare questioni di legittimita e democrazia con proposte concrete, ma purtroppo senza essere ascoltati dai partiti resi sordi dalle lobby.

CybeRevolutionA differenza del resto del Mondo (e d Europa) in Italia si sentito molto meno questo conflitto, sia nelle proteste (ricordo che dopo pochi giorni dalla proposta ACTA la Polonia scesa in piazza) ma soprattutto nella poca informazione circolante a riguardo, causando un vero disinteresse della popolazione italiana per le questioni politiche legate a rete e brevetti. Vede anche lei questa differenze? Come pensa si spieghi questo divario?E molto semplice: in italia si legge poco, sono rarissimi gli intellettuali non organici allindustria culturale e alle sue regole, e i ragionamenti piu avanzati sono quelli che chiedono equilibrio tra le esigenze degli utenti e il profitto delle societa che monetizzano il copyright. Ma non puo esserci nessun compromesso o mediazione possibile sui diritti umani fondamentali, e la dichiarazione universale dei diritti umani stabilisce allarticolo 19 che tutti hanno il diritto di cercare, ricevere e diffondere informazioni, con ogni mezzo e senza riguardo a frontiere e io aggiungerei e senza riguardo ai piagnistei della SIAE.

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Per concludere, che consigli pratici vorrebbe dare ai movimenti di oggi per portare avanti questa campagna all insegna della libera informazione?Scaricatevi da internet il mio libro Elogio della Pirateria, e non fatevi ingannare da chi chiama ladri quelli che vogliono accedere alla cultura, altrimenti sarebbero ladri anche tutti quelli che leggono libri gratis in biblioteca, ascoltano musica gratis alla radio, e guardano film gratis in Tv.

CybeRevolution

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Francesco Tortora

Lavorare in CinalArticolo 18 ed il futuro del Diritto del LavoroLa Cina ha assunto un ruolo predominante a livello planetario non solo nel mondo del commercio e nel contesto economico-finanziario planetario. Notoriamente detiene gran parte del debito pubblico USA sotto forma di titoli del Tesoro, avendo grandi quantit di denaro liquido si affaccia prepotentemente sulla scena internazionale stabilendo quasi in solitudine i prezzi di alcuni prodotti, in Africa Centrale costituisce joint ventures con regimi dispotici locali assolutamente indifferente al fatto che in questo modo li sostiene e li perpetua, vendendo loro armi, estraendo petrolio (le fonti di energia primaria sono essenziali per lo sviluppo industriale ed economico cinese) ma soprattutto in campo edilizio, con propri mezzi, propri operai deportati in loco e costringendoli a vivere e lavorare nei cantieri, persino portandosi dietro le bacchette per mangiare cibi cucinati in sede. La Cina non lascia nulla sul terreno che non sia gi pattuito, pagato, che non sia proficuo per la Cina stessa. Dopo il fallimento del Washington consesus, la gran parte delle economie africane ha guardato alla Cina. Tanto che oggi si parla piuttosto di Pechino consensus, con riferimento allatteggiamento promosso dalla Cina di valorizzazione del multilateralismo, del consenso e della coesistenza pacifica. Oggi la Cina la seconda fonte pi significativa di importazioni per lAfrica (dopo lEuropa), e il suo terzo mercato per le esportazioni (di seguito, ancora ad Europa e Stati Uniti). Anche se nel corso del 2009 il volume degli scambi con lImpero di Mezzo ha risentito della crisi finanziaria internazionale, proprio in quellanno che la Cina divenuta per la prima volta il partner commerciale di punta dellAfrica, riuscendo a scalzare gli Stati Uniti. Con la graduale ripresa di respiro delleconomia globale, poi, anche il commercio internazionale tra Cina ed Africa ha riacquisito un ritmo sostenuto. Nel 2010 gli scambi hanno raggiunto quota 115 miliardi di dollari. Un trend destinato a non arrestarsi, visto che Pechino

Sviluppo Insostenibileha favorito la conclusione di accordi di libero scambio con 45 Paesi africani. Nel complesso, nel corso degli ultimi dieci anni le esportazioni africane verso la Cina in larga parte petrolio e materie minerarie sono aumentate di tre volte, raggiungendo i 330 miliardi di dollari alla fine del 2010. In modo particolare, le esportazioni angolane verso lImpero di Mezzo hanno rappresentato il 31,3% della quota di PIL di Luanda. (Fonte: w w w. m e r i d i a nionline.org). ne dei debiti ma anche per mettere in grado il Continente Nordamericano di acquistare le merci cinesi realizzate con prezzi competitivi, un po come accade con tutti i toys dei Mac Donalds Men Bimbi che nominalmente sono Walt Disney ma fattualmente sono stati prodotti in Cina (come diventato notorio anche per il pubblico indifferenziato quando si rilevata la presenza di vernici, solventi e collanti chimici tossici per la salute umana, 3,3 miliardi di euro per acquisire il controllo del molo per i prossimi 35 anni, e ha investito 564 milioni per migliorarne le strutture, costruendo un terzo approdo e triplicando il volume di carico. Il porto commerciale situato vicino al terminal dei traghetti, la porta dingresso alle isole greche al momento in grado di caricare e scaricare 1,8 milioni di container allanno. Il che significa che ogni giorno cinquemila moduli per il trasporto commerciale passano da queste parti.

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Oggi la Cina la seconda fonte pi significativa di importazioni M e n t r e In epoca di molti investiper lAfrica crisi economico/ tori stannofinanziaria sul proscenio internazionale, chi ha denaro liquido cio capitali disponibili cash, ha un potere contrattuale vincente, lapalissiano. Ecco perch la Cina sorregge un po lItalia acquistando titoli di debito pubblico, quanto basta perch lintera U.E. non crolli non come competitor economico, quanto piuttosto per essere certi che in Europa ci siano ancora potenziali acquirenti per le merci cinesi; sostiene quel che basta gli Stati Uniti per assicurarsi la restituziocon tutto il danno economico che ne conseguito, in termini di immagine e sostanziale con il ritiro di enormi quantit di toys gi immessi nella rete distributiva Mac Donalds). Un esempio circa quel che si pu fare in epoca di crisi mondiale quando si hanno capitali liquidi pronto-uso da investire, dato da quanto accaduto nel mese di Giugno 2010: A giugno la Cosco, una societ controllata dal governo di Pechino, ha speso lasciando il paese, a causa della crisi, la Cina ha capito che grazie al controllo del molo poteva mettere un piede in Europa, assumendo il controllo di postazioni strategiche a prezzi vantaggiosi e conquistando in questo modo laccesso ai preziosi mercati europei. I cinesi puntano alla creazione di una rete di porti, centri logistici e ferrovie per la distribuzione dei loro prodotti in Europa: una sorta di nuova Via della seta, aperta con lobiettivo di sveltire il commercio tra oriente e oc-

cidente e costruire un punto dappoggio economico nel vecchio continente. Per questo, Pechino prover a trasformare il porto commerciale di Atene in un concorrente di Rotterdam, il pi grande porto dEuropa (Fonte: www.presseurop. eu). La Cina quindi, ha un volto duplice: da una parte investe acquistando ai saldi in Occidente (compresi alcuni apparati produttivi in svariati settori merceologici) come in altre zone del Mondo (cercando un ruolo di primato soprattutto nelle materie prime e nelle fonti di energia),

laltro volto quello legato alla necessit di sorreggere le economie (soprattutto) occidentali, per metterle in grado di acquistare i prodotti cinesi. Ampio dibattito in Cina sulla possibilit che salvi lEuropa comprando fette di debito pubblico e facendo ulteriori investimenti. Nel 2010 Pechino avrebbe aumentato gli investimenti in Europa per 6 miliardi di dollari, creando 1600 aziende e 37.700 nuovi posti di lavoro per gli europei. Nonostante limpegno della Cina per solo lEuro-

pa pu salvare se stessa.[...] I politici europei, troppo influenzati dallopinione pubblica o concentrati sulle elezioni, sono troppo occupati a combattere per il potere e per i soldi e hanno adottato soltanto misure temporanee, invece di proporre piani pratici per risolvere le contraddizioni strutturali dellEuropa aiutando lo sviluppo a lungo termine del continente. Lo dice Zheng Xiwen, noto commentatore politico del quotidiano Guangming Daily. (Fonte: http://orientalia4all.net). La Cina ora attua un peso non indifferente non solo sullaspetto me-

Sviluppo Insostenibileramente produttivo e sui processi produttivi pi in generale ma alla ricerca nel Mondo della forzalavoro a pi basso costo (ad esempio, attualmente, appaltando forza-lavoro vietnamita che costa meno di quella cinese)- finisce col ridisegnare il concetto stesso del Diritto del Lavoro a livello planetario. La Cina quindi guida la corsa al ribasso delle stime del Lavoro, paradossalmente in aperto controsenso con il suo assetto interno, quello pi tipico per un Paese che si profesalla struttura sociale delle caste), la Cina comunista guida la volata al progressivo annullamento del concetto stesso di valore umano insito nel lavoro. Il Mondo Occidentale ha seguto un corso storico differente, lEuropa ad esempio passata attraverso il Medio Evo, il Rinascimento, la nascita della Borghesia attraverso i successi conseguiti proprio nel commercio, la Rivoluzione Francese e due guerre mondiali, tanto per citare solo alcuni elementi storici salienti. La Cina ha combattuto in ogni col Giappone in varie fasi, guardandosi a lungo in cagnesco con un altro grande vicino ingombrante qual stata a lungo lex Unione Sovietica (paradosso storico nel paradosso pi generale, si tratta di unaltra super potenza comunista anchessa trasformatasi nel frattempo fino a giungere alla forma ibrida attuale ri-disegnata nellera Putin). Ora la Cina ha un altro competitor nello scacchiere asiatico, ovvero i Paesi dellASEAN: Association of South-East Asian Nations, Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Myanmar, Cambogia ma gode pur sempre di una posizione dominante o quasi. Ma la cifra della differenza alla luce del tema lavoro- che in precedenza era riletta secondo dettami marxiani sul versante cinese e secondo principi libe-

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alla ricerca nel Mondo della forza-lavoro a pi basso costosa comunista al proprio interno mentre sulla piazza estera conduce il gioco proprio secondo dettami di liberismo economico spinto con competitors quali lUnione Europea e gli Stati Uniti. Tralasciando qui di citare il ruolo dellIndia, la quale talvolta si allea con gli USA e talvolta si allea con la Cina, secondo convenienze che vengono valutate volta per volta (questo stato definito dagli esperti di Geopolitica Lo swing power di New Delhi) dove pure il valore-lavoro vive una pressione verso il basso di non lieve entit (si tratta di una Democrazia di stampo anglosassone incastonata in Asia, con un miliardo e 100 milioni circa di abitanti ma che ancora incatenata dove per costituire e proteggere lImpero di Mezzo, combattendo (talvolta fondendosi) con i Mongoli, lottando duramente (evitando attentamente di fondersi)

risti (capitalistici) sul versante occidentale, ai tempi odierni del tutto ribaltata. Cos, mentre USA ed Europa (tra altri in Occidente) non riescono pi ad assicurare gli standars in ambito del Diritto del Lavoro per i quali lungamente ci si umanamente spesi, in ambito goverativo, economico, finanziario, sociale, culturale, i cinesi hanno il potere economico anche in questo ambito per poter dettare legge. Letteralmente. Bisogna tener conto, infatti, che solo di recente la materia del Diritto del lavoro in Cina stata almeno sulla carta- rivista profondamente. La principale normativa di riferimento in materia di diritto del lavoro in Cina rappresentata dal-

la PRC Public Employment Law, detta anche Labor law promulgata il 5 luglio 1994 ed entrata in vigore l1 gennaio 1995. Il 29 giugno 2007 stata poi approvata una nuova legge che regoler il diritto del lavoro e che entrata in vigore a partire dal 1 gennaio 2008. La normativa vigente in Cina ha subto numerose revisioni attraverso una ampia legislazione complementare, sia in sede nazionale sia in sede locale. Avendo riguardo al solo comparto degli investimenti stranieri, due sono le regolamentazioni specifiche che sono andate ad integrare la Labor law: le Regulations on labour Management in Foreign Investment Enterprises (nel caso in cui il datore di lavoro sia una societ a capi-

tale straniero) e le Administrative Regulations on the Employment on Foreigners in Cina (nel caso in cui il lavoratore sia un cittadino straniero). Attraverso tale normativa, il Governo Cinese ha tentato di bilanciare le esigenze di maggiore flessibilit del mercato del lavoro, proprie di uneconomia in rapido sviluppo, con le esigenze di una vasta classe di lavoratori cinesi. Si cercato, in questo modo, di tutelare i diritti e gli interessi dei lavoratori soppiantando il vecchio regime basato sulla centralit del sistema iron rice-bowl. Il termine lavoratore non definito nella labor law; tuttavia una definizione indiretta pu essere ricavata dalla Labor Union Law del 2001, ai sensi della qua-

Sviluppo Insostenibile

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le per lavoratore si deve intendere qualsiasi individuo che presta unattivit fisica o mentale allinterno di imprese, istituzioni e autorit governative site nel territorio cinese, e che ricava dal salario i principali mezzi per il proprio sostentamento. La normativa nazionale prevede, inoltre, che il livello salariale venga incrementato annualmente in ragione dello sviluppo economico dellimpresa, soprattutto con riguardo allindice dei prezzi al consumatore e alle cosiddette gonzi zhidao xian (una sorta di linee guida salariali) emesse dalle autorit locali (Fonte: www.greatwaylimited.com) In buona sintesi, le leggi cinesi nellambito del Di-

ritto del Lavoro prevedono una contrattazione tra le parti datore di lavoro e lavoratore- talmente sbilanciata (anche sulla carta) a sfavore del lavoratore da richiedere numerose revisioni, come si vede. E nellottica di revisione di tali leggi verso una direzione pi occidentale nonostante il linguaggio paludato, permane un livello di discrezionalit del datore di lavore (visto in posizione paternalistica) come sola fonte di premi in caso di alti livelli di produttivit. E questi, come notorio, spesso confliggono con le esigenze dellindividuo e della sua famiglia. Tant vero che in tutto questo, le Autorit cinesi sostengono foremente ancor oggi forme di lavoro a termine, cos tanto pes-

simamente visto in Italia, perch anticamera della precarizzazione permanente del mercato del lavoro. E questo il futuro del Diritto del Lavoro in Italia e nel Mondo? E questo leffetto cui gi stiamo assistendo gi oggi? Il segno dei tempi che un Paese comunista qual la Cina, un tempo basata sullalleanza tra contesto agrario, contesto studentesco, contesto operaio, il cui aspetto fondativo era proprio nella figura del lavoratore, oggi sia particolarmente vessatorio proprio verso il mondo del lavoro, sulla strada che conduce allaccumulazione del Capitale. O tempora o mores!

Andrea Pili

Pericolo Defaultla Grecia e il mercato disumanoIl popolo greco non del tutto esente da colpe: ha accettato a lungo delle forze politiche che, oltre al trucco dei conti, hanno fomentato un sistema della corruzione su cui in molti hanno prosperato. Inoltre, i greci continuano ad essere rimproverabili se vero che il favorito, per le prossime elezioni politiche, Nea Demokratia, partito della destra conservatrice e tra i maggiori responsabili della nefasta situazione ellenica. Tuttavia, la realt popolare degli scorsi giorni ed i tristi reportage che ci giungono dalla Grecia, non possono non colpire ogni sensibilit e ci inducono a porci delle domande non solo sulla portata di questa tragedia greca ma anche sulla natura di quel sistema economico che, oggi, fa pagare alla nazione una punizione iniqua, sproporzionata alle colpe commesse. Lennesimo piano di austerit greco approvato lo scorso 12 febbraio, mentre fuori dal parlamento infuriava una tremenda rivolta durissimo: il salario minimo stato ridotto del 20% (passando da 877 a 702 euro); tagli alla spesa pubblica e dismissioni del patrimonio statale di 4,5 mld; cambio della costituzione, al fine di dare priorit al ripagamento dei debiti, rispetto alla spesa per i servizi pubblici. Inoltre, degli esperti dellEurozona monitoreranno permanentemente la gestione economica della Grecia; per questo motivo 20 deputati del PASOK si sono rifiutati di votare la manovra, andando incontro allespulsione dal partito. Lex ministro del lavoro, Louka Katseli, denuncia che i creditori del paese, ora, potranno rifarsi sulle propriet pubbliche e sulloro della Banca Centrale. Il duo Papademos-Venizelos ha presentato questo programma economico al fine di ottenere nuovi prestiti dalla troika FMI-BCEUE. Questi ultimi sono stati approvati dopo la riunione dellEurogruppo, il 22 febbraio, con 237 mld di euro stanziati tra il 2012 e il 2014 in favore di Atene: 117 provenienti dallEuropa; 107 dalla ristrutturazione volontaria del debito, da parte dei creditori privati; 13 dal Fondo Monetario Internazionale. Ma il piano approvato dal parlamento ellenico far uscire il paese dalla crisi? I soldi dellEuropa e del FMI saranno utili alleconomia greca? Una sola risposta per entrambi i quesiti: No. Intanto, elementi della erosa classe media iniziano a recarsi alla mensa dei poveri, e nella stessa si litiga per il cibo, con la disoccupazione oltre il 21% (incrementata da migliaia di licenziamenti di dipendenti pubblici), 150mila imprese sulla via della chiusura, i precari gi al di sotto del salario minimo, una recessione stimata del 4,4% e le famiglie che diminuiscono il proprio reddito del 4% ogni anno. Mentre accade tutto ci, il benessere dei greci ed il rilancio delleconomia greca lultimo pensiero: le

Sviluppo Insostenibilepriorit sono il pagamento di 14,5mld di obbligazioni pubbliche in scadenza ed evitare il contagio di altri paesi Euro. Infatti il parere dei mercati finanziari tenuto pi in considerazione di quello popolare; come ben dimostra la netta opposizione europea al referendum proposto da Papademos, prima delle dimissioni. Cos come conta di pi approvare misure a medio-termine dimpatto psicologico, nonostante non ci sia pi nessuno se mai qualcuno ci sia stato che creda nella permanenza greca nellEuro, oltre che nella salvezza della sua economia con misure come queste. Secondo le previsioni pi rosee, la Grecia dovrebbe portare il proprio debito /PIL al 120% (come lItalia). Molto poco se pensiamo che il recente Trattato Fiscale Europeo fissa al 60% debito/PIL la percentuale per rimanere nel Sistema Euro; i paesi eccedenti tale numero dovranno ridurre il proprio debito di 1/20 allanno. Difficilmente la Grecia potr ritornare a vivere, finch non sar predisposto un programma per la crescita e risolto il problema del debito. Tuttavia, pur spacciata Atene, grandi paesi come Italia e Spagna il cui fallimento sarebbe ben pi grave per leuro possono riprendersi; perci, la BCE oltre a rinviare sine die il default greco si oppone alla ristrutturazione involontaria del debito. Infatti, riconoscere ufficialmente linsolvenza ellenica provocherebbe un aumento dello spread in Italia, Spagna, Francia e Portogallo con enormi interessi sulle loro obbligazioni e lunghi passi verso il baratro. Come ci fa notare Joseph Stiglitz, le crisi finanziarie di oggi sono di gran lunga peggiori rispetto a quelle di trentanni fa, quando i creditori privati potevano essere tutti portati al tavolo dei governi indebitati al fine ristrutturare lesposizione (vedi il Piano Brady del 1989), mentre oggi il debito cartolarizzato e diffuso oltremodo, ampliando il potere di mercati senza volto. Ebbene; lirrazionalit del capitalismo, il parossismo dellideologia neoliberale mostrano, in Grecia, la loro autentica natura disumana. LEuropa del Mercato invier degli esperti, ad Atene, per vigilare che i governanti ellenici attuino dei provvedimenti contro il loro popolo; questa limmagine pi limpida del Mercato disumano. Per questo necessario premere affinch questa crisi non si risolva con il rafforzamento del capitalismo ma con ledificazione di una nuova economia allinterno dei rapporti sociali, pensata per gli uomini e non al di sopra di essi.

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Francesco Tortora

lUltima PrimaveraIntervista ad Ahmad RafatI media internazionali a tratti, ancor pi raramente i media italiani, riescono a raccontarci quello che accade in Iran in modo realistico. Non sappiamo pi nulla ad esempio, della variet dei punti di vista nel mondo giovanile, le sorti dei dissidenti, circa lo stato ed i i livelli realistici delle pene di morte comminate. Tu sei certamente una delle fonti pi accreditate in tal senso e quindi ti chiedo: qual lo stato delle cose sulla scena politica nazionale in Iran in questo momento?La situazione in Iran molto complessa da ogni punto di vista. Quei movimenti che oggi conosciamo come la primavera araba, sono in un certo senso il seguito di quello che fu lOnda Verde iraniana. I giovani iraniani hanno iniziato questo movimento, ma non sono riusciti a portarlo avanti. Le ragioni di questa pausa sono molteplici e vanno dalla forte repressione del movimento post elettorale del 2009, fino ad una errata interpretazione delluso del mondo virtuale e soprattutto dei network sociali. Oggi decine di studenti, femministe, giornalisti e attivisti politici sono in carcere, mentre diverse migliaia dovettero fuggire allestero per evitare il carcere. Sono stati commessi anche errori politici, soprattutto dal campo riformista che hanno causato una forte delusione e inculcato nella gente un pessimismo profondo. Molti non vedono alcuna luce fuori dal tunnel e sono rassegnati a vivere nella Repubblica Islamica guidata dal clero. Lincapacit dellopposizione allestero di trovare una base comune sulla quale unirsi e diventare una unica voce contro il regime, certamente contribuisce a questa situazione di stallo.

Sviluppo InsostenibileVi grande preoccupazione nel Mondo (soprattutto nel Mondo occidentale e tra gli alleati di Israele) a causa dei processi di arricchimento delluranio condotti sotto la guida del governo di Mahmud Ahmadinejad. In realt, vi parecchia confusione, tra i traccheggiamenti dellONU e quelli dello stesso Governo di Ahmadinejad. Quali sono i veri aspetti che si nascondono dietro questa vicenda?La questione nucleare iraniana in realt non un "vero" problema per l'Occidente, mentre rappresenta un pericolo reale per i paesi mediorientali, sia arabi che Israele. Il pericolo non tanto militare, quanto politico. L'Iran una volta dotatosi della bomba nucleare, tenendo conto anche del peso strategico che ha nella zona, si trasformerebbe nell'unica vera potenza capace di dettare legge in una vasta area che andrebbe dal Golfo Persico fino al nord dell'Africa. L'Iran forte dell'esperienza libica e nordcoreana, non intende modificare la propria politica nucleare. L'esperienza libica ha insegnato che rinunciare al nucleare in cambio di garanzie di sopravvivenza del regime, pu funzionare per un tempo limitato, mentre la strategia nordcoreana di dotarsi del nucleare, rende il regime impermeabile e immune dal pericolo del cosiddetto "regime change".

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Ahmad RafatNasce a Teheran nel 1951, da padre iraniano e madre italiana. Dopo gli studi primari a Teheran, si trasferisce in Italia per continuare gli studi presso la facolt di Scienze Politiche di Perugia. Nel 1977 dopo 4 anni passati in Germania, rientra in Italia con un master in Psicologia dei mezzi di comunicazione di massa ottenuto allUniversit di Francoforte. Inizia la sua carriera professionale come giornalista presso il Quotidiano dei Lavoratori. Nel 1979 lascia il QdL e per tre anni collabora come freelance con le maggiori testate italiane, britanniche, spagnole e svizzere. Dal 1982 al 2003 lavora come responsabile dellufficio per lItalia, Balcani e Medio Oriente di Tiempo, il pi importante settimanale spagnolo. Contemporaneamente inizia una collaborazione con i programmi in lingua farsi della Deutsche Welle, BBC e Radio Free

Europe-Radio Liberty, nonch con alcune emittenti televisive e lagenzia statunitense World News Link. Dal 2004 inizia la sua collaborazione con lagenzia italiana AdnKronos International (AKI), della quale assume la direzione nel 2008. Dal 2008 collabora anche con Voice of America Persian News Network. Attualmente impegnato nella stesura di due nuovi libri, una sui rapporti tra lIslam e lOccidente e laltro sulle donne emergenti in Iran. Per 21 anni stato linviato di punta del settimanale spagnolo Tiempo. Ha tradotto diversi libri in farsi ed ha pubblicato i suoi libri in Italia e Spagna. Lultimo suo libro sulla libert di stampa in Iran, dal titolo lUltima Primavera, stato pubblicato in Italia. Come giornalista ha coperto oltre 50 conflitti, guerre e rivoluzione in Europa, Africa e Medio Oriente, ed ha partecipato a diverse conferenze internazionali, in qualit di relatore, su temi quali terrorismo, Islam e libert dInformazione. Membro fondatore dellassociazione Iniziativa per la Libert dEspressione in Iran, Ahmad Rafat fa parte anche del comitato esecutivo di Information Safety and Freedom. Traduttore di alcuni libri di Che Guevara in farsi, ha scritto nel 1991 una breve biografia di Saddam Hussein in spagnolo, e nel 1981 ha pubblicato, in diverse lingue, una raccolta delle

LIran tra i livelli pi alti al Mondo per petrolio estratto e venduto, pur se con una logica volta a vedere lesaurimento prima o poi- delle fonti di energia primaria fossile come il petrolio, appunto, come si spiegherebbe questa forte avanzata verso lenergia nucleare, peraltro non imitata da altre Nazioni che anchesse primeggiano nellestrazione e vendita del petrolio?L'Iran al secondo posto nel mondo per le sue riserve petrolifere dopo l'Arabia Saudita, e si trova dietro alla Russia per le riserve di gas. Questo fa dell'Iran un paese strategicamente importante, non solo per l'Occidente, ma soprattutto per i paesi in forte crescita economica come la Cina e l'India. L'Iran non ha bisogno dell'energia nucleare, visto i costi attuali per la realizzazione delle centrali e soprattutto perch dipenderebbe dei paesi con forti riserve dell'uranio. All'Iran converrebbe investire piuttosto che in nucleare, in energie alternative com il solare. Infatti la centrale di Bushehr anche quanto produrr a pieno regime, non contribuir che nella misura di un misero 3-5 per cento del fabbisogno energetico del paese.

Ai tempi di Saddham Hussein, notorio che non correva buon sangue tra Iraq e Iran, a pagare un duro prezzo stata soprattutto la componente irakena di estrazione sciita. Dopo la fine fisica di Hussein e soprattutto dopo questa lunga presenza delle forze militari occidentali in Iraq, qual lo stato delle relazioni diplomatiche tra le due Nazioni oggi?L'attuale governo iracheno di Al Maliki fortemente legato alla Repubblica Islamica. Anche il curdo Jalal Talebani, attuale Presidente della Repubblica, molto "amico" di Teheran. L'Iran ha effettuati enormi investimenti economici nel sud dell'Iraq, divenendo dopo la Turchia, il secondo partner economico del paese. I gruppi sunniti iracheni e gli sciiti laici, accusano l'attuale coalizione di governo e soprattutto il premier Al Maliki di essere un fantoccio manovrato da Teheran.

Sviluppo Insostenibilefatwa emesse dallAyatollah Khomeini durante gli anni dellesilio a Najaf. Ha raccontato la sua esperienza durante la guerra in Bosnia, nella raccolta Carte e Piombo, pubblicata in Italia. Con il documentario I figli divorati della rivoluzione khomeinista, debutta come regista. Ad Atri presenta il suo ultimo libro Iran: la rivoluzione on-line, che parla del movimento dei giovani iraniani dellOnda Verde e dellimportanza delle nuove tecnologie per questo movimento. Ha ricevuto diversi premi nel corso della sua carriera tra cui il Premio Ilaria Alpi nel 2008 e il Premio Giuntella nel 2009. All'inizio del vertice della Fao che si tenuto a Roma il 4 Giugno 2008, stato impedito ad Ahmad Rafat, in quel momento vicedirettore di AKI- ADNKRONOS INTERNATIONAL, di entrare nel palazzo della Fao per seguire i lavori. Rafat nei giorni precedenti al vertice FAO aveva lanciato l'appello affinch anche in questi giorni sia ricordato ovunque che in Iran in atto una feroce repressione dei diritti umani e civili e tra questi uno dei pi massacrati proprio il diritto all'informazione e alla libera circolazione delle opinioni.

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Nulla si sa a proposito del punto di vista dellIran in merito alle vicende della cosiddetta Primavera araba ma soprattutto nei pi recenti frangenti riguardanti la repressione brutalmente condotta in Siria. In base alle tue fonti, in Iran cosa si pensa in merito a questi due avvenimenti?Per quanto riguarda il governo iraniano, questi hanno sostenuto a parole la primavera tunisina, con forti iniezioni di soldi a gruppi integralisti quella egiziana, e con invio di attivisti anche la rivolta nel Bahrain che per stata dominata dal governo. In Siria, invece sono a fianco di Bashar Assad con soldi e uomini. La gente solidarizza con la "primavera araba" ma non tanto, in quanto gli iraniani non guardano di buon occhio gli arabi.

Igor Carta

Concordiapoteva succedere solo in ItaliaArticolo 295 comma 1 del codice di navigazione: Al comandante della nave, in modo esclusivo, spetta la direzione della manovra e della navigazione. Articolo 303 comma 2 del codice di navigazione: Il comandante deve abbandonare la nave per ultimo, provvedendo in quanto possibile a salvare le carte e i libri di bordo e gli oggetti di valore affidati alla sua custodia. Conoscendo i fatti riguardanti il naufragio della Costa Concordia e leggendo gli estratti sopra riportati si capisce perch il cognome di quel personaggio ormai qualificato alla finale di bestemmia dellanno. E straordinario come la stampa italiana ha trattato il caso, allitaliana appunto; dapprima ci racconta vita morte, miracoli e cialtronate del prode comandante, poi subito si lascia andare alla solita tiritera del capro espiatorio, dovuto preambolo ad un classico finale allitaliana, a tarallucci e vino. Poi tanto i morti sono morti e distruggere il responsabile non li fa certo tornare in vita...ah beh...a posto allora! Possibile che in questo paese, inquinato dal buonismo di facciata e dal cattolico nonsense del perdono si perda ogni santa occasione per farla pagare per bene al responsabile di un delitto? Tralasciando tutto il bailamme dellinchino veritas e di moldave in cabina basta unocchiata alla lista dei morti e dei dispersi per capire di quali luride colpe si siano macchiati Schettino in primis, gran parte del suo equipaggio e di riflesso lintera Costa Crociere: tra i 25 morti accertati ci sono una bambina di 5 anni, nove donne e due ultrasettantenni, tra i 7 dispersi potrebbero esserci almeno cinque donne, ovvero in maggior parte persone che avrebbero dovuto avere la precedenza allimbarco delle lance di salvataggio. Peccato poi per quei pochi valenti membri dellequipaggio che hanno fatto il loro dovere vedersi oscurare da colleghi inetti capaci di respingere dalle scialuppe per ben tre volte due anziani coniugi bolognesi, o al contrario incapaci di tenersi in silenzio le sacrosante legnate dispensate da passeggeri esacerbati dal loro ingiustificabile operato. Cosa ci si pu aspettare ora? Alcuni quotidiani hanno pronosticato imputazioni a Schettino per almeno quindici anni di galera, che tra attenuanti generiche, buona condotta e (non si sa mai) indulti, si possono tranquillamente ridurre a meno di un terzo. Solo cinque anni per un omicidio colposo plurimo che potrebbe tramutarsi in volontario visto linchino, violazione del codice di navigazione, naufragio e senza fare sconti anche lomissione di soccorso ci pu stare. E la Costa? Curioso come nelle prime giornate dopo il disastro sia stata molto protettiva col suo

Italian Stylecomandante gi incatenato a dovere, per poi dapprima sospenderlo e in seguito costituirsi contro di lui quando la forbice tra le dichiarazioni rese dallo stesso in Procura e le telefonate intercettate dalle solite toghe rosse ha raggiunto un livello tale da cadere nel grottesco, dallo scoglio non segnalato che sicuramente un lascito della crociera precedente, allo smottamento di ufficiali fortunosamente assestatosi dentro una scialuppa, leroica manovra di incagliamento a nave ingovernabile, fino alle telefonate in toni british di una certa Capitaneria politicizzata. Resta solo che ci venga detto che lavvenente hostess moldava alloggiava nella cabina del comandante perch questi era convinto che fosse la nipote di Putin per completare il quadro. Giusto per fare un distinguo opportuno citare Ugo Chessa, comandante del Moby Prince, il traghetto della Navarma che nel 1991 entr in collisione con la petroliera Agip Abruzzo ad appena 3 miglia dal porto di Livorno. Delle 141 persone a bordo del traghetto solo un mozzo sfugg allimmane rogo. In seguito alla collisione Chessa fece subito radunare la maggior parte dei passeggeri nellunico salone dotato di paratie tagliafuoco in attesa dei soccorsi che si attendevano a breve, vista la distanza dal porto. Il suo corpo, o meglio ci che ne rimaneva, venne trovato nella zona prodiera del ponte lance di dritta, forse fu tra i primi a morire e il suo sacrificio non sarebbe stato vano se i soccorsi da Livorno fossero arrivati con un minimo di celerit. Hanno tentato poi di infangarne la memoria con storie assurde e vergognose, dalla bolla di nebbia davvezione di cui si conosce un solo caso in Italia, il Moby appunto, allequipaggio tutto preso da una partita di Coppa, fino al depistaggio sulla posizione del timone. Sono molteplici gli elementi che portano allagghiacciante sospetto che il Moby sia stato lasciato bruciare, ogni tanto la storia torna a galla, e non solo nei bar. D uno strano timore constatare come nel caso della Concordia ci sia un pullulare di riscontri anche insignificanti, di filmati, di intercettazioni, giornalisti e magistrati liberi di scorrazzare alla ricerca di prove e di colpe, liberi insomma, di fare il loro lavoro come non si visto per Ustica, ad esempio, per il Moby Prince, per Piazza Fontana, per la stazione di Bolognachiss come mai. Schettino avr certo le sue responsabilit da scontare, e severamente si auspica, ma su quel posto di comando non ci piovuto da solo, sarebbe opportuno dunque che naufraghi, parenti delle vittime, il Comune del Giglio, lEnte Parco dellArcipelago Toscano e lintero Stato italiano si costituiscano parte civile per i danni che Schettino ha procurato col suo operato, e con la Costa per aver affidato la sicurezza di 4200 persone e di una nave da 114000 tonnellate ad un cialtrone qualunque. Senza contare lennesima bella figura che va ad aggiungersi ad utilizzatori finali, festini innocenti, case pagate non si sa da chi, terremotati in campeggio, parlamentari kap ecc Lo stesso operato della compagnia armatrice non si rivelata scevra di lati oscuri, dal voltagabbana verso Schettino alla mancanza di una lista certa di passeggeri ed equipaggio e di addirittura della mancata fornitura ai soccorritori delle planimetrie della nave. In mancanza di serie condanne, che magari con italico piglio non vengano stravolte in sede dappello, sar assai difficile che in Italia spariscano malcostumi come nepotismo e clientela, di cui si parla solamente quando si contano i morti. Il prode capitan Schettino percepiva certo un lauto stipendio mensile visto il ruolo, un tal spreco di denaro non si giustifica con accostate spericolate e cene esclusive in doppiopetto stile Love Boat, ma con la capacit di gestione di situazioni difficili e, se necessario, con lassunzione della responsabilit del proprio operato; il tutto alla faccia dei valorosi soccorritori, gente da 1000, 1200 al mese che non ha esitato un attimo a lanciarsi in soccorso delle vittime di un vile gaglioffo. Vabbu vabbu jfann loro mestjere

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Assunzione di responsabilit; qui che il prode capitano ha raggiunto il culmine; piuttosto che ammettere a chiare lettere di aver avuto paura, di essere scappato per la vergogna e almeno scusarsi ha preferito affidarsi, come un cialtrone della miglior fattura, ad una serie di balle tanto grosse quanto ridicole, di cui si spera che la magistratura tenga debito conto. Visto per il curriculum inoppugnabile di Schettino qualcuno ha affermato che non era possibile accertare linettitudine del soggetto di fronte alle emergenze. Magari si potrebbe cominciare modificando le famigerate esercitazioni demergenza, facendole a sorpresa e sanzionando le mancanze dopo accurate analisi da parte degli enti preposti. In mancanza di una volont simile si evidenzia che il Der Spiegel ha ragione, del resto chi si sentito toccato da quellarticolo se non esclusivamente chi possiede qualche scheletro nellarmadio?

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Stupro di Brancouna sentenza shockHa destato molto scalpore qualche tempo fa la notizia che la Cassazione abbia decretato con una sentenza la non obbligatoriet del carcere preventivo sullo stupro di gruppo, unestensione della legge gi in parte abolita dalla Corte Costituzionale nel 2010 sui reati di violenza sessuale compiuti da singoli, inclusi quelli su minori. Lincostituzionalit della legge sulla violenza sessuale del 2009 era stata sollevata da pi parti gi allindomani della sua applicazione poich il carcere preventivo obbligatorio non mai previsto dal Codice Penale se non per il reato di concorso in associazione mafiosa e laddove vi sia un pericolo di reiterazione del reato, di fuga o vi sia il rischio di inquinamento delle prove. In tutti gli altri casi la carcerazione obbligatoria non prevista e la reclusione del sospettato lasciata interamente alla discrezionalit del giudice che spesso dispone di misure cautelari alternative come ad esempio gli arresti domiciliari. La legge sulla violenza sessuale del 2009 propose in un clima tesissimo nuove norme in materia di sicurezza e fu chiesta a gran voce dallallora ministro delle P.O. Mara Carfagna e dal ministro dellinterno Maroni. Oltre al gi succitato obbligo di carcerazione preventiva per i presunti stupratori introdusse il reato di stalking e tent di introdurre (inutilmente, il Parlamento non approv) diverse norme assolutamente non atte alla protezione delle vittime bens utili alla persecuzione delle persone migranti come listituzione delle ronde cittadine e il prolungamento della reclusione nei CIE fino a 6 mesi. Lintento con cui buona parte di queste nuove norme vennero approvate non riguardavano assolutamente i reati contro la persona, bens vennero proposte come un problema di pubblica sicurezza relegando o cercando di restituire allo stupro e alla persecuzione di genere un immaginario di violenze compiute da estranei e ancor di pi da stranieri, falsando cio completamente quello che la realt delle violenze sessuali su donne e minori: la maggior parte di questo tipo di violenze infatti vengono compiute da familiari, parenti, amici e avvengono per lo pi tra le mura domestiche. La legge contro la violenza sessuale nella sua storia ha avuto un iter parlamentare a dir poco lungo e travagliato (quasi 20 anni): il primo abbozzo di legge fu presentato infatti nel 1977 dal Pci attraverso forti pressioni da parte delle donne. Le richieste per una legge avevano avuto una considerevole spinta quando, in occasione del processo per i delitti del Circeo, il movimento delle donne aveva dato vita a

Femminismonumerose manifestazioni, nel tentativo di sollecitare lopinione pubblica ma soprattutto i partiti ad occuparsi della violenza di genere. Nel 1979 fu preparata una legge di iniziativa popolare, che raccolse oltre 300.000 firme e che fu presentata in parlamento, ma ancora negli anni 80 lunica legge sulla violenza sessuale in vigore era il Codice Rocco di epoca fascista, contro la morale e non contro la persona. A causa delle numerose resistenze da parte del fronte democristiano che vedevano un testo unico contro la violenza sessuale un grave attentato alla famiglia tradizionale lapprovazione della legge slitt fino al lontano 1996, nonostante lUnione Europea avesse pi volte richiamato lItalia per listituzione di una legge contro la violenza di genere . La legge italiana attuale, lacunosa per molti aspetti e arrivata con notevole ritardo, risente di alcune criticit a cui si tentato di porre rimedio nel corso degli anni e, come si evince dalla polemica sulla sentenza della Cassazione, si presta facilmente alle strumentalizzazioni. Rispetto ad altri paesi europei infatti in Italia non vi alcuna garanzia di anonimato per la vittima n, fino alle modifiche apportate nel 2009, vi era alcuna assistenza o risarcimento da parte dello Stato. Al contrario, la vittima spesso costretta a subire un processo essa stessa, unico caso tra i reati in Italia: nessun truffato deve infatti subire un inquisizione sulla sua denuncia come nessun derubato deve discutere in aula della sua bont, in caso di stupro invece gli avvocati difensori possono in tutta tranquillit diffamare la vittima e nella maggior parte dei casi trasformare chi subisce in un carnefice, avallando la mentalit patriarcale del se l cercata o della presunta cattiveria femminile che godrebbe della rovinadelluomo. Molti blogger, giornalisti e opinionisti hanno sottolineato la reazione dei movimenti delle donne alla sentenza d e l l a Cassazione: chi conosce i movimenti delle donne sa che la reazione non stata dettata n da ignoranza in materia penale n da un certo istinto verso il sensazionalismo. Al contrario, la reazione a questo tipo di sentenza stata fin troppo morbida e accomodante: chi infatti difende il garantismo tout court di un sospettato per stupro porta avanti solo questo argomento teorico, ossia che lobbligatoriet del carcere per un accusato sarebbe incostituzionale per un qualunque accusato, ma non conosce i termini della legge in questione e neppure le enormi difficolt che si devono affrontare nel nostro Paese sia per vedere riconosciuta la propria denuncia che per riuscire ad allontanare dalle vittime il persecutore. Molti femminicidi e violenze di genere infatti sono avvenuti in virt delle famose misure cautelari alternative: finora si perso il conto delle donne che sono state minacciate, vessate e addirittura uccise nonostante lobbligo di dimora, di allontanamento dalla vittima, perfino durante i domiciliari. In Italia infatti non solo risulta

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il carcere preventivo obbligatorio non mai previsto dal Codice Penale se non per il reato di concorso in associazione mafiosadifficile provare la non consensualit in materia di violenza sessuale ma non previsto nella maniera pi assoluta una forma di protezione per le vittime. La reazione dei movimenti delle donne ancora pi lieve se si considera lestensione dellinapplicabilit della carcerazione preventiva obbligatoria per lo

stupro di gruppo, reato sicuramente meno diffuso rispetto alle numerose violenze domestiche ma sicuramente pi odioso e aberrante. La similitudine tra lo stupro di gruppo e il reato di associazione mafiosa infatti diventato evidente nella maggior parte dei casi che sono rimbalzati alle cronache. La cultura patriarcale tipica del nostro paese permette infatti che nei casi di stupro di gruppo vi sia una copertura mafiosa da parte delle famiglie e dagli amici degli accusati. Talvolta, come nel caso dello stupro di Montalto di Castro nonostante fossero state emesse gi le sentenze e alcuni di loro fossero addirittura rei confessi, lintera comunit a stigmatizzare lo stupro come atto consensuale e la vittima come puttana. E notizia di questi giorni lo stupro di Pizzoli dove latteggiamento minatorio e mafioso risulta evidente nelle minacce ricevute dalla vittima proprio nellospedale dove era stata ricoverata dopo lo stupro. Ed ancora di pi stretta attualit il processo storico di questi giorni a Cinquefrondi che vede a processo i familiari dei responsabili di stupro di gruppo, imputati per il reato di stalking ai danni di Anna maria Scarf, prima donna ad essere stata inserita in un programma di protezione dallentrata in vigore della suddetta

legge. Un branco protettore del branco insomma che chiede addirittura, vista la solidariet manifestata dalle tante associazioni femministe, di rinviare il processo. Un primo segno, questo processo, verso un possibile futuro in cui oltre al garantismo, segno di qualunque paese civile, la protezione delle vittime si spera diventi la regola e non leccezione.

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Igor CartaLo scontro tra poteri, ovvero tra governo e magistratura torna nuovamente alla ribalta dopo pochi mesi dalla caduta dellultimo governo Berlusconi. Sono ormai 18 anni che lometto di Arcore vessa lo stato italiano con i suoi problemi personali, palesando uninsofferenza ai processi che si potrebbe guarire in modo semplice e duraturo, non compiendo reati ad esempio. Dopo 18 anni passati tra lodi, legittimo impedimento, legittimo sospetto, separazione delle carriere e chi pi ne ha pi ne metta, la questione torna alla ribalta in un momento che meno opportuno non poteva essere, su iniziativa di un deputato della Lega, si quelli che per Monti si vestono da operai, ma per Berlusconi no, non il caso. Il provvedimento, approvato alla Camera con voto segreto, avrebbe ricevuto lavallo della vecchia maggioranza, PdL, Lega, Responsabili, Radicali e qualche franco tiratore di PD e Terzo Polo. Va detto che il principio di per s non affatto sbagliato, anzi raccoglie leredit della legge Vassalli del 1988, varata dopo un referendum che a larghissima maggioranza vide la vittoria dei favorevoli alla responsabilit civile dei magistrati. Tale legge dava la possibilit di fare causa allo Stato in caso di dolo e colpa grave, mentre la Legge Pini va oltre, dando la possibilit di essere risarcito a chi, per violazione del diritto o per diniego di giustizia venga danneggiato dalloperato di un magistrato,

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Responsabilit civile dei giudiciGiusta causa?

Giovanni PiliQuando si fa un disegno di legge ci si dovrebbe porre almeno tre domande: Quali sono le intenzioni del legislatore? Siamo certi che non esistano gi norme che soddisfano la fattispecie ma non sono applicate come desidererebbe il legislatore? Quali conseguenze negative limitano la nuova legge? Giacch non esiste il programma perfetto, e tutto deve essere aperto alla confutazione, a meno che non si vogliano produrre dogmi anzich norme. A chiedere la responsabilit civile dei magistrati il leghista Pini, ex membro di una coalizione di governo, che ha lavorato solo per depenalizzare reati imputati sia allallora premier, sia ad esponenti dellopposizione. Pini una maschera che nasconde altri volti, i quali non hanno il pulpito del legislatore super partes. Le leggi che regolano e vigilano sulla condotta dei magistrati esistono gi. Chi viene accu