Volume_artemodacultura n.4

52
VOLUME ARTEMODACULTURA 4 Anno I - Numero 4 - Agosto 2008 - Reg. Trib. di Roma n.139 del 27/03/2008 - copia gratuita FREEPRESS LAND ART 40 anni a caccia di libertà WILD WHITE

description

Magazine di arte, moda, cultura

Transcript of Volume_artemodacultura n.4

Page 1: Volume_artemodacultura n.4

VOLUMEARTEMODACULTURA

4A

nno

I - N

umer

o 4

- Ago

sto

2008

- R

eg. T

rib. d

i Rom

a n.

139

del 2

7/03

/200

8 - c

opia

gra

tuita

FREEPRESSLAND ART

40 anni a caccia di libertà

WILD WHITE

Page 2: Volume_artemodacultura n.4
Page 3: Volume_artemodacultura n.4
Page 4: Volume_artemodacultura n.4

edito

riale VOLUME

Attenti all’esodo! Oddio che stress, fate partenze intelligenti ma che significa? Quando i giorni di vacanza non sono neppure troppi e la voglia di sbracarsi incalza, l’intelligenza si dà alla fuga..credetemi, solo la pazienza ci può salvare e per favore non partite inc….. come se andaste in guerra, ben motivati ad arrivare primi passando anche sul cadavere del vostro migliore amico! Partite sì ma tranquilli, senza orari, ben decisi a prendervi il meglio anche dal viaggio di andata e allora, scegliete strade meno battute, mangiate qualcosa in qualche trattoria retrò o al massimo “vintage”e approfittate dell’ombra degli alberi che trovate lungo il percorso per concedervi un riposino. Vi assicuro che arriverete alla meta meno stressati. E’ per questo che noi di Volume vogliamo stopparvi e augurarvi un’estate slow, da godere attimo per attimo.

Il Direttore Responsabile

Antonella Monti

ww

w.v

olum

eedi

zion

i.com

- w

ww

.mys

pace

.com

/vol

umee

dzio

ni -

ww

w.v

olum

echa

nnel

.tv

4

Page 5: Volume_artemodacultura n.4

In Copertina:Fotografia di Daniele Porroni

Modella Benedetta G. by Zoe Models Roma

Per comunicare con la Redazionescrivi a:

[email protected]

www.volumeedizioni.comwww.myspace.com/volumeedizioni

www.volumechannel.tv

summ

ary03

VOLUME

6

10

4

15

22

2730

46

20

Editorialedi Antonella Monti

Cinema, mon amour!di Giorgia Aniballi

Land art, tracce di naturadi Francesca Eleuteri

Il Faust al Teatro Licinium

Il Classico della Purezzadi Ko Hsuan Lao-Tze

La goccia di veritàdi Gustav Meyrink

Massimiliano Latte:Wild WhiteFotografie di Daniele Porroni

Il Giardino dei Tarocchidi Annegriet Camilla Spörndle

40 anni a caccia di libertàdi Vienna Eleuteri

5

49Leonedi Veronica Pinzuti

9Qui o là non importadi Antonella Monti

26 Traccia #4di Massimo Cimarelli

Page 6: Volume_artemodacultura n.4

Cinema, mon amour!

VOLUME

Anche quest’anno, come da tradizione, l’Estate Romana si dà appuntamento con il grande cinema. Oltre agli ormai numerosissimi schermi all’aperto, non mancano le rassegne cinematografiche, tra cui spicca l’Asian Film Festival che, anticipato il consueto appuntamento autunnale, ha avuto luogo nella cornice di Palazzo delle Esposizioni dal 19 al 26 Luglio 2008.

exhi

bit

di Giorgia Aniballi

6

Page 7: Volume_artemodacultura n.4

VOLUME

7

exhibit

Giunto ormai alla sesta edizione, il festival è un punto di riferimento per tutti gli amanti del cinema orientale, che trova nella capitale un numero di accoliti sempre maggiore. Nato come festival dedicato al nuovo cinema taiwanese, l’Asian Film Festival ha accolto negli anni anche altre cinematografie d’oriente, affiancando alla sezione competitiva una retrospettiva dedicata ad un maestro del cinema orientale ed una sezione documentari. Quest’anno Taiwan tornerà ad essere il fulcro del festival, con sei film in concorso, due fuori concorso e una sezione speciale incentrata sull’universo adolescenziale dal titolo Youth on Youthness in Taiwan. Spazio anche al cinema del Sol Levante con Sukiyaki Western Django di Takashi Miike, nel quale la storica rivalità tra i due clan Taira e Minamoto si mescola alla celebrazione dello spaghetti western, addentrandosi nelle spirali del remake che avviluppano il genere dai tempi di Leone e Kurosawa. Presentato in concorso alla 64ْ° Mostra del cinema di Venezia, il film, nel cui cast figura anche Quentin Tarantino, rende infatti omaggio a Django di Sergio Corbucci, oltre che al western made in italy in genere. Tra gli altri titoli anche Sad Vacation di Aoyama Shinji, e Glory to the filmaker! (Kantoku Banzai!), di Kitano Takeshi, presentato anch’esso alla scorsa edizione della Mostra del Cinema di Venezia, nonché secondo capitolo di una trilogia dai toni metacinematografici iniziata

con Takeshis’ e destinata a concludersi con Achille e la tartaruga (Achilles to kame). Lo spirito è quello del Kitano commediante degli esordi, fatto di un nonsense tipicamente nipponico spesso disarmante e difficile da apprezzare, con cui il regista colora quella che ha definito lui stesso un’opera “cubista” nella quale i diversi generi cinematografici si mescolano l’uno con l’altro. Tra le iniziative collaterali del Festival, l’Asia Media Tourism Expo ed una serie di proiezioni e conferenze sulle fonti energetiche alternative, sostenute dal Ministero dell’Ambiente e dall’Assessorato all’Ambiente del Comune di Roma. Una rassegna aperta non solo alle produzioni cinematografiche degli altri paesi, dunque, ma anche sensibile a temi di interesse collettivo. Stesso orientamento per il Festival Internazionale del Film di Roma, recentemente ribattezzato dal neodirettore Gianni Rondi: dopo tanto interrogarsi sulle linee direttive da assumere, si prevedono ora incontri con illustri ospiti stranieri (tra cui Cronenberg e Cimino) ed importanti iniziative politically correct, come un’intera giornata dedicata al popolo tibetano con la proiezione di film e documentari, cui dovrebbe presiedere lo stesso Dalai Lama. L’amore per il cinema abbatte dunque non solo i confini tra i popoli, ma anche le distanze politiche, scongiurando la temutissima chiusura della kermesse capitolina per buona pace dei cinefili romani.

Sukiyaki Western Django di Takashi Miike

Page 8: Volume_artemodacultura n.4

GUARDA I TRAILER SU

www.volumechannel.tv

www.volumechannel.tv

Sukiyaki Western Django di Takashi Miike

Page 9: Volume_artemodacultura n.4

news

VOLUMEQui o là non importa

resta la possibilità gratuita per tutti coloro che dimostreranno di aver cenato dai pescatori, di salire a Bordo del Remus e farsi un giretto in notturna (dalle 21,00 a mezzanotte) per la laguna di ponente, fra le luci sfavillanti di tutta la costa che la circonda. Metti, restando in maremma che la giornata non sia proprio da mare e magari hai anche qualche baby a carico e allora, niente di più indovinato che raggiungere Capalbio e visitate il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phall, fidatevi vi stupirà! Dimenticavo, per i tennisti resta il Circolo tennis di Orbetello con due appuntamenti:9-17 agosto torneo nazionale “Doppio giallo” e dal 26 al 30 Campionato Naz. Commercialsiti. Tradizione e folk ancora a Capalbio, in notturna (ore 21)presso l’ex campo sportivo dove il 9 agosto, potrete vedere all’opera gli ultimi butteri toscani che sfideranno quelli laziali. E se andare a cavallo per voi è semplice quanto andare in bicicletta per me, approfittate anche della bella passeggiata sempre in notturna e sempre con i butteri capalbiesi del 14 agosto (aperta a tutti) Altra opportunità buttera sarà quella, famosissima, del 15 agosto all’Alberese (Gr). E se potete levarvi dai soliti “quattro passi” e prendere il volo perché non cenate su un albero? A suggerirci il ristorante sull’albero è stato Tripadvisor, la community on-line dei viaggiatori e si deve proprio ad uno di quest’ultimi, la segnalazione di Stone Town, (la città di pietra) che si trova sulla costa occidentale di Zanzibar. Dopo Zanzibar, più vicina resta Zaragossa dove, fino al 14 settembre si potrà visitare l’Expò tutto dedicato all’acqua e allo sviluppo sostenibile. Un escursione da non dimenticare che vi stupirà con il padiglione d’acqua digitale che, nel 2007 quando era ancora in fase progettuale, il Time, proclamò come la migliore invenzione dell’anno. Ebbene sì, signori un po’ di orgoglio resta perché si tratta di un successo tutto italiano ed è la prima volta che, l’acqua digitale, entra nella storia dell’architettura come materiali da costruzione!

Via dalla pazza folla, via dagli uffici e dal tran tran, tutti al mare e se non potete ai laghi, in montagna o sotto le stelle delle proprie città svuotate e quindi, finalmente più a misura d’uomo. Come direttore responsabile di Volume voglio, in questo numero caldo d’estate, sentirmi anche un po’ responsabile della buona riuscita delle vostre ferie e allora approfitto per darvi un paio di dritte a mio avviso, degne di nota:a Milano, nei giardini pubblici Indro Montanelli, fino al 30 settembre, si potranno ammirare 300 specie di farfalle provenienti dall’Africa, dal Sud America e dal Sud Est asiatico e il tutto, immerso in una vera e propria foresta pluviale ricreata nel cuore della metropoli. A Pompei, fino all’autunno, dalle 21,15 di ogni venerdì, sabato e domenica, da non perdere lo spettacolo “Sognopompei” che riporterà il visitatore nella Pompei prima del suo tragico epilogo. Si tratta di una passeggiata guidata, con racconti estemporanei di attori- figuranti in cui ci si imbatte all’improvviso, fra giochi di luce di grande suggestione. Tornando a Milano, da non perdere per l’attualità del tema trattato, è la mostra Antartica.The Global Warning tutta compresa nei 450 mq del Gallery store Napapijri in via Manzoni, 34. Lì, troverete i ghiacciai, d’accordo solo in fotografia e in particolar modo quelli che si stanno sciogliendo per l’effetto serra ma pur sempre ghiacciai e, gli occhi, potrebbero ingannare la pelle e rinfrescarla. Ah! Dimenticavo, le foto della mostra sono di Sebastian Copeland e di suo cugino Orlando Bloom e pensate che, da questo lavoro, è nato anche un libro omonimo con prefazione di Michail Gorbaciov e Leonardo Di Caprio. E se trovandovi sulla Costa d’Argento voleste mettere “una sera a cena”, scegliete “i pescatori” dove potrete farlo sia sull’elitaria veranda piantata direttamente sull’acqua della laguna (prenotare perché posti limitati) o al self-service nel piazzale dei barchini dove si cena.. con contorno di tramonto! Novità freschissima di questa estate 2008,

di Antonella Monti

Resta solo imperativo saper approfittare delle vacanze per “acchiappare” qualcosa di veramente capace di emozionarci

9

Page 10: Volume_artemodacultura n.4

VOLUMEar

tvie

w

LAND ARTTRACCE DI NATURA di Francesca Eleuteri

Page 11: Volume_artemodacultura n.4

Il termine Land Art fu usato per la prima volta nel 1969 da Gerry Schum come titolo del film che documentava i lavori di Michael Heizer, Walter De Maria, Robert Smithson, Dennis Oppenheim e degli europei Richard Long, Barry Flanagan, Marinus Boezem. Da quel momento vennero definite con questa etichetta tutte quelle esperienze artistiche che, a partire dal 1967, si verificarono in spazi non deputati all’arte, come musei o gallerie, ma che si svilupparono direttamente nel territorio naturale. Lo sviluppo maggiore, ma anche le realizzazioni più spettacolari e monumentali, le troviamo negli Stati Uniti, dove gli artisti lavorano in spazi immensi e incontaminati, come deserti o laghi salati. Questa scoperta e ricerca del sublime naturale è in aperta opposizione con le fredde e monumentali città americane, in questo senso la Land Art si oppone, per molti versi, alla Pop Art e alla Minimal Art. In ogni caso è da sottolineare la notevole influenza di quest’ultima sulla Land Art, anche perché artisti come Smithson e De Maria provengono dall’area minimalista. I land artists realizzano quindi direttamente nella natura forme geometriche primarie, scavate, tracciate, costruite, con mezzi che permettono lo spostamento di enormi quantitativi di terra. Sono segni artificiali effimeri, in quanto destinati ad essere riassorbiti dai processi di erosione e trasformazione degli elementi naturali. Di queste opere, volte a testimoniare l’utopica volontà di potenza dell’uomo creatore, non rimane che la memoria in documentazioni fotografiche o nei progetti degli artisti. L’inaccessibilità dei luoghi rendono queste opere fruibili solo attraverso l’immagine, e questo, per un’arte fondata sull’esperienza, è un’incredibile contraddizione. Contraddizione che gli artisti stessi non sono riusciti a giustificare e che toglie molta credibilità a questa innovativa esperienza artistica. Heizer, Smithson, De Maria e Oppenheim, sono i primi a realizzare dei grandi interventi sul territorio. Ma anche altri artisti come Morris, Christo, Richard Serra, Alan Sonfist, James Turrell sono protagonisti di operazioni di Land Art. Michael Heizer comincia a lavorare sul territorio nel 1967, anno in cui realizza nella Sierra Nevada il suo primo grande scavo

VOLUMEartview

cubico, il primo di quattro che dovevano essere posti nei quattro punti cardinali. Michael Heizer comincia a lavorare sul territorio nel 1967, anno in cui realizza nella Sierra Nevada il suo primo grande scavo cubico, il primo di quattro che dovevano essere posti nei quattro punti cardinali. Nel 1968 e 1969 realizza, sempre in luoghi desertici del Nevada, Dissipate, cinque enormi fosse rettangolari, bordate all’interno da lastre d’acciaio, disposte in modo casuale; una serie di lavori intitolati Nine Nevada Depressions; e tre lavori chiamati Displaced-Replaced Mass. Questi ultimi sono delle depressions, cioè fosse rettangolari con le pareti in cemento, dislocate nel deserto, in cui vengono inseriti massi di granito trasportati dalle montagne della High Sierra. Nel 1969 conclude il suo lavoro più imponente, Double Negative consistente in uno sbancamento di 240.000 tonnellate di terreno per realizzare due scavi i forma regolare, uno di fronte all’altro ai due lati di uno stretto canyon del Virgin River Mesa. Rosalind Krauss afferma che “data l’enormità delle sue dimensioni e la sua posizione, l’unico modo di esperire quest’opera è di esservi dentro, abitarla nello stesso modo in cui pensiamo di abitare lo spazio del nostro stesso

Page 12: Volume_artemodacultura n.4

modo in cui pensiamo di abitare lo spazio del nostro stesso corpo. Ma l’immagine che abbiamo del nostro rapporto con il nostro corpo ci dà la sensazione di esservi centrati: abbiamo di noi stessi un sapere che ci pone, per così dire, al centro assoluto del nostro essere; siamo completamente trasparenti alla nostra coscienza, al punto che crediamo di poter dire: “Io so quello che io penso e che sento, ma lui, l’altro, non lo sa”. Da questo punto di vista Double Negative non rimanda affatto al modo in cui ci figuriamo di abitare in noi stessi. Benché l’opera sia simmetrica e dotata di un centro, questo centro si sottrae e ci resta inaccessibile. Possiamo solo stare in uno degli scavi e considerare l’altro a partire da questa posizione. Meglio: è soltanto guardando l’altro spazio che ci formiamo un’immagine di quello in cui noi stiamo”. Secondo questa interessante interpretazione Double Negative ci obbliga a considerare il nostro io in relazione a come gli altri ci vedono e, viceversa, a come noi vediamo li altri. L’opera pone in causa anche il carattere di eccentricità e l’idea di intrusione di corpi estranei, elementi che ritroviamo anche in un altro earthwork la cui concezione fu contemporanea a quella di Double Negative, ma la cui realizzazione richiese un anno in più. Spiral Jetty è un accumulo di blocchi di basalto e fango, largo 4 metri e mezzo, che si estende a spirale nell’acqua rossa del Grande Lago Salato, a Rotelle Point, nello Utah, per una lunghezza di 450 metri.

“Come Double Negative, Spiral Jetty richiede un investimento fisico: l’opera non può essere vista se non percorrendo fino alla fine la curva che si assottiglia”, questa è la convinzione di Rosalind Krauss e ci rimanda alla problematica di fondo della Land Art. L’esperienza è una delle componenti principali e, in questo caso, oltre all’inaccessibilità del luogo a causa dell’eccessiva lontananza, è impossibilitata anche dal fatto che l’opera è parzialmente coperta dall’acqua, il cui livello si è alzato con il passare degli anni. Come ogni altra opera di Land Art, anche Spiral Jetty è intimamente legata al luogo in cui si trova e non poteva trovare giustificazione in nessun altro posto, e questo è confermato dalle stesse parole di Smithson che ricorda il suo primo contatto con il lago: “ Mentre lo contemplavo, il luogo riverberò sull’orizzonte come un ciclone immobile e l’intero paesaggio sembrò vacillare nella vibrazione della luce. Un terremoto latente si scatenò in un’immensa curva. Da questo spazio vorticoso emerse la possibilità dello Spiral Jetty, del molo a spirale. Nessuna idea, nessun concetto, nessun sistema, nessuna struttura, nessuna astrazione poteva far fronte alla realtà di questa evidenza fenomenologica”. La sensazione di decentramento è quindi ciò che ispira l’opera in quel particolare luogo.

VOLUMEar

tvie

w

12

Page 13: Volume_artemodacultura n.4
Page 14: Volume_artemodacultura n.4

Pizzeria - Ristorante - Forno a legna - Cucina alla braceVia della Volta Buia, 54 (traversa Corso Italia)

ViterboTel. 0761.345302 - Giorno di chiusura Lunedì

www.lachimerasnc.it

Page 15: Volume_artemodacultura n.4

VOLUMEevents

Grandi applausi e consensi per il Faust al Teatro Licinium di ErbaGrande successo per le prime rappresentazioni del Faust sotto le stelle del Teatro Licinium. Gli spettatori hanno accolto con entusiasmo le suggestioni visive e “visionarie” dello spettacolo, lasciandosi trasportare e “disorientare” dalla moltiplicazione degli spazi scenici, giunta quest’anno a coinvolgere l’intero contesto naturale che ospita il Teatro. Uno spettacolo la cui dimensione onirica, a cavallo tra realtà e sogno, è stata amplificata dall’utilizzo di scenografie multimediali e di effetti scenici di forte impatto. Al termine applausi calorosi per tutto il cast e per il regista Gianlorenzo Brambilla, che ha anche ricoperto il fondamentale ruolo di Mefistofele. Il Faust riprenderà al Licinium il prossimo 18 luglio e proseguirà, tutti i venerdi e sabato, fino al 2 agosto, a partire dalle ore 21.30. E’ iniziata tra calorosi applausi la stagione 2008 del Teatro all’aperto Licinium di Erba (Como), con la messa in scena del Faust di Johann Wolfgang Goethe, adattato e diretto dal regista Gianlorenzo Brambilla.Sotto il cielo stellato di Erba, nel verde parco del Licinium, un pubblico proveniente da tutta la Lombardia e dalle regioni limitrofe, ha potuto assistere alla messa in scena di uno spettacolo dalla grande dimensione evocativa e dal forte impatto visivo ed emozionale.Grazie all’uso coraggioso e inedito di immagini multimediali, musiche, scenografie ed effetti speciali, il regista Gianlorenzo Brambilla è riuscito a dare corpo alle suggestioni oniriche che caratterizzano la vicenda del Faust.Particolarmente coinvolgente e “disorientante” è stata la moltiplicazione degli spazi scenici,

caratteristica peculiare del Licinium, che quest’anno è stata spinta fino al coinvolgimento contemporaneo dell’intero contesto naturale in cui è situato il Teatro. Di grande effetto sono state anche le scenografie multimediali, realizzate dall’agenzia Meroni Comunicare di Tavernerio (Co), che hanno contribuito a esaltare quella dimensione a cavallo tra sogno e realtà, che ha contraddistinto l’intero spettacolo.

Ovviamente, collante di tutto questo, è stata l’interpretazione di grande spessore offerta dall’intero cast ed in particolare da Sergio Masieri, nel ruolo del Faust Vecchio, da Andrea Tibaldi (Faust Giovane), Raffaela Cuccu (Margherita), Antonio Grazioli (Wagner), Marco Ballerini (Cancelliere), Roberta Nanni

IL Faust al Teatro Licinium di Erba

Page 16: Volume_artemodacultura n.4

(Le Madri), Valentina Mari, Stefania Colombo, Simona Vergani e Gloria Mina (Spiriti), Rosanna Pirovano (Marta), Sabrina Rigamonti (Ariele), Rossella Mirmina (Strega).Una speciale sottolineatura merita l’interpretazione del regista Gianlorenzo Brambilla, che ha ricoperto, sotto forma di lettura scenica, il ruolo di Mefistofele, vero e proprio protagonista dell’intero spettacolo. Il regista ha sostituito l’attore Enrico Bertorelli, rimasto coinvolto nel tardo pomeriggio di venerdì 4 luglio in un incidente motociclistico che gli ha impedito di partecipare alla rappresentazione. Il Faust tornerà in scena sotto le stelle al Teatro Licinium con altre 6 repliche, secondo il seguente calendario: 18, 19, 25, 26 luglio e 1, 2 agosto, a partire dalle ore 21.30 (in caso di maltempo lo spettacolo sarà rimandato alla domenica sera). Le prevendite dei biglietti (intero 20 euro, ridotto 15 euro, gratuito per i bambini fino a 12 anni) sono attive a Erba presso ErbaLibri, Libreria Colombre, Libreria di via Volta e Antico Caffè San Bernardino, oppure telefonicamente al numero 333.9306089.

VOLUMEev

ents

Gianlorenzo Brambilla: “Il mio Faust tra visionarietà e profezie”

Nei secoli il mito di Faust è stato lo spunto per numerose rivisitazioni letterarie, teatrali e cinematografiche. Quanto, nel suo adattamento, ha cercato di rimanere fedele all’opera goethiana e quanto, invece, ha voluto concedere alle molteplici suggestioni sul tema più generale del patto con il diavolo?Come sempre negli spettacoli che ho diretto al Licinium di Erba, il mio desiderio di essere rispettoso dell’autore prevale sull’inserimento di eccessive libertà e divagazioni “apocrife”. Certo è che la vastità dell’opera di Goethe e solo apparentemente scritta per il teatro, ci costringe a una radicale sintesi, per poter contenere i tempi della rappresentazione in termini accettabili. 76 anni fa il “Faust” fu rappresentato in Italia per la prima volta proprio sul palco del Teatro Licinium. Si tratta di un semplice anniversario, oppure c’è stato il tentativo da parte sua di richiamarsi in qualche modo a quell’esperienza? Qual è il carattere di originalità nella riproposizione di un evento che ha già avuto un precedente illustre al Licinium?I documenti di quella storica edizione sono scarsi e di difficile interpretazione registica. Quindi non vi sono possibilità di rifarsi a quella esperienza, né sarebbe stato interessante riproporre una lettura comunque datata e che

Page 17: Volume_artemodacultura n.4

events

oggi farebbe fatica a emozionare un pubblico moderno. Ogni regia ha la sua specificità, se viene affrontata con rigore intellettuale e originalità artistica.Il “Faust” di Goethe è un’opera complessa e ricca di visionarietà, simboli, concetti filosofici e immagini mitologiche. Come ha tradotto tutto questo, visivamente parlando, all’interno di un ambiente già di per sé unico, come quello del Teatro all’aperto Licinium?La complessità di trasferire un testo lirico qual’è il “Faust” di Goethe in una rappresentazione scenica, è stato un lavoro faticoso, sperimentato giorno per giorno con gli attori. Un impegno dove anche certe connotazioni naturali di un ambiente pur suggestivo qual è il teatro Licinium necessitano di accorgimenti capaci di integrare la sua scenografia naturale con scelte stilistiche che contribuiscano alla rappresentazione dei contenuti e delle suggestioni che il testo sollecita.Faust si accorda con Mefistofele per inseguire il suo anelito di conoscenza. Chi è il Faust oggi? Quanto è attuale la sua vicenda umana? Nella società odierna predomina un’idea del Faust più legata alla leggenda originaria e al testo di Christopher Marlowe, piuttosto che all’idea grandiosa propostaci da Goethe. E paradossalmente, se ci riferiamo a questa immagine sulfurea del Faust, credo che nella nostra società è molto più probabile imbattersi in questo stereotipo delle origini; mentre sarebbe necessario ritrovare quella tensione verso l’aspirazione che conduce nel suo percorso il Faust di Goethe.

Gli 80 anni del Licinium in un’originale mostra-puzzle e in un orologio celebrativo

Per celebrare l’80° anniversario del Teatro Licinium, è stata realizzata, in collaborazione con l’Accademia dei Licini, Meroni Comunicare, Puzzle for Peace e Alulife, un’originale mostra-puzzle fotografica permanente formata da tessere di puzzle 60x60 cm realizzate con l’innovativo materiale di alluminio Alulife® interamente riciclabile, che illustrerà le principali tappe della storia di uno dei più prestigiosi teatri all’aperto d’Italia e del panorama lombardo. La mostra-puzzle sarà allestita per tutta la stagione all’ingresso del Teatro Licinium e al termine sarà donata dall’Accademia dei Licini alla Città di Erba.Sempre nel contesto delle celebrazioni per l’80°anniversario, Massima Design in collaborazione con l’Accademia dei Licini e Meroni comunicare ha realizzato un esclusivo orologio d’arte, in limited edition, il cui quadrante, raffinato e colorato, è stato interpretato da Moisés Santos, uno degli artisti emergenti più interessanti del panorama brasiliano. L’orologio da polso con cinturino in pelle, movimento al quarzo svizzero e incisione personalizzata, è ordinabile sul sito www.teatrolicinium.it.

VOLUME

Page 18: Volume_artemodacultura n.4

La stagione 2008: date, info e prevendite

“Faust” di J.W. Goethe.

Adattamento e regia di Gianlorenzo Brambilla.

In scena tutti i venerdì e sabato sera fino al 2 agosto al Teatro Licinium di Erba - via Crotto Rosa, Erba (Como) secondo il seguente calendario: 18, 19, 25, 26 luglio e 1, 2 agosto, ore 21.30 (in caso di maltempo lo spettacolo sarà rimandato alla domenica sera).Biglietti: intero 20 euro, ridotto 15 euro, gratuito fino a 12 anni. Prevendite: dal 30 giugno presso ErbaLibri, Libreria Colombre, Libreria di via Volta, Antico Caffè San Bernardino o telefonicamente al 333.9306089.

Per info: [email protected]

18

VOLUMEev

ents

Page 19: Volume_artemodacultura n.4

24

Civico 26

BUONO SCONTO Mostrando questo coupon ricevi uno sconto del 10 % direttamente alla cassa!

Page 20: Volume_artemodacultura n.4

VOLUMEcu

lture

40 anni a caccia di libertàdi Vienna Eleuteri

Compie quarant’anni, e non li dimostra affatto, un capolavoro del cinema d’animazione: Yellow Submarine di George Dunning , con i disegni di Heinz Edelmann e le canzoni dei Beatles, non è mai emerso nel mare della grossolana idea di quotidianità.

20

Page 21: Volume_artemodacultura n.4

Come nella mitica Sergeant Pepper’s Lonely Hearts Club Band che - in una parallela geografia magica - con la musica riporta pace e libertà a Pepperland e non a caso mostra in copertina ‘the Magician’ per eccellenza, il discusso mago inglese Aleister Crowley che ha fatto della ricerca della propria volontà profonda la sola Legge cui rispondere. Il viaggio del Sottomarino Giallo è quello di Jules Verne in ‘Ventimila leghe sotto i mari’, di cui ricorrono i 180 anni della pubblicazione: l’ avventura temeraria e sempre nuova della coscienza che scopre un cosmo colmo di meraviglie con la lucida coerenza della libertà interiore e con la bandiera di Nemo alta all’insegna di ‘musica, mare, libertà’. E’ il viaggio che tutti siamo chiamati a fare. “Vivere in seno ai mari – dice dice il Capitano Nemo – qui solo è l’indipendenza. Qui non riconosco padroni. Qui sono libero”.

cultureCompie quarant’anni, e non li dimostra affatto, un capolavoro del cinema d’animazione: Yellow Submarine di Geroge Dunning , con i disegni di Heinz Edelmann e le canzoni dei Beatles, non è mai emerso nel mare della grossolana idea di quotidianità.Il noto sottomarino, ormai emancipato sul piano del significato simbolico dall’allusione ai gialli siluretti di Nembutal, continua la sua irrinunciabile navigazione tra il Mare del Tempo e il Mare dei Buchi, il Mare delle Teste e il Mare dei Mostri avendo guadagnato stabilmente lo status di archetipico veicolo di conoscenza sempre in bilico tra ideale e super-reale, magia e farneticazione, conscio ed inconscio, esplorazione reale e visione dai toni psicadelici nel suo lisergico viaggio verso il sole. Nei ‘Miti d’oggi’ di Roland Barthes, il Sottomarino Giallo è il gemello del Bateau ivre di Arthur Rimbaud e, dunque, “occhio viaggiatore, scrutatore d’infiniti, produttore senza sosta di partenze”. Praticamente un moderno eroe, l’emblema dell’uomo libero di tutti i tempi di senechiana memoria, un Ulisse contemporaneo che, paradossalmente, diventa il pazzo nonché impiccato dei tarocchi: tutto è rovesciato e carico di irrazionalità in questo viaggio oltre le apparenze e le convenzioni in un paesaggio dove le connessioni tra le cose sono rifondate a favore di un approccio autentico con il mondo e con se stessi. Come le storie che si raccontavano attorno al fuoco, ascoltiamo la narrazione del vecchio capitano che avvista banchi di fragole coralline, omini verdastri che guardano orologi da tasca su nuvole di bolle multicolori, con lo sguardo sempre rivolto all’impossibile.L’ironico sottomarino e il suo imprevedibile Ammiraglio ricordano “ L’uomo che cadde sulla terra”, film e canzone rispettivamente con e di David Bowie, sciolto dal dramma che inchioda la ricerca della libertà a sofferenze e privazioni aprendo gli spazi di un cielo capovolto al Nautilus del Capitano Nemo che, con un atto di consapevole sfida, sceglie l’ignoto e il prodigioso.Un richiamo esplicito al mondo magico, pittoresco e politicamente scorretto, ricorrente nel cammino artistico dei Fab Four. 21

Page 22: Volume_artemodacultura n.4

Il “Classico della Purezza” (Quingjing jing) è uno dei testi classici del Taoismo. Di autore anonimo, compilato presumibilmente nel IX° sec, racchiude in sé l’insegnamento della pratica taoista rivelando la sua origine, legata alle tradizioni orali dell’antica Cina, molto più antica rispetto la data di compilazione. Il Mago inglese Aleister Crowley considerandosi la reincarnazione di Ko Hsuan, discepolo di Lao-Tze ed autore del “Classico della Purezza”, riscrisse il testo in forma poetica. Nella presente traduzione della versione di Crowley abbiamo cercato di rendere al meglio i concetti dello scritto a discapito della forma poetica moderna.

VOLUMEcu

lture

IL CLASSICO DELLA PUREZZAdi KO HSUAN LAO-TZE

Versione di Aleister Crowley Traduzione di Massimo Cimarelli

Page 23: Volume_artemodacultura n.4

cultureI

Il Maestro Lao Kun disse:Il Tao è senza forma.Il Cielo e la Terra sono stati creatiE educati dalla sua norma.

Il Tao è senza volontà di azione;attraverso la sua via del Cielola Luna e il Sole gioiscono nel correretra le Sette Stelle.

Il Tao non ha nome, il suo messaggioè crescita e sostentamento per tutto; io intendo dargli nome:Tao ( Potrà il Cielo prosperare!)

Il Tao ha con la Virtù una fase gemellare:il Silenzio e i Ritmi.A questi il movimento, all’altro la quietesublilmente manifesta.

Il Cielo si muove, è puro Silenzio;la Terra riposa sotto lo sforzo;spola e telaio, come Verbo e Ventre,sostengono il loro mistero.

Il puro movimento genera quietecome il Silenzio genera i Ritmi.Se l’uomo fosse immobile, allora il Cielo potrebbe elettrizzarela Terra del Vuoto.

L’Io ama il Silenzio. Si,ma la Mente lo distrae.La Mente ama la quiete; ma l’insetto nocivo della passioneAffascina l’intelletto trepidante.

Se l’uomo dominasse il DesiderioLa sua mente cesserebbe di agitarsie la Mente liberata concederebbe all’animala pura pace del Silenzio.

I sensi non si sporcherebbero;il pensiero non si sovrasolleciterebbe,e neanche i veleni ( Avidia, Ira, Tediosità) genererebberoil loro triplice aspetto fatale.

Gli uomini non guadagnano la tranquillità del Taoa causa del loro morbo del Desiderioperché la loro Mente non è raffinatadal pensiero che li uccide.

VOLUME

Page 24: Volume_artemodacultura n.4

VOLUMEcu

lture Se uno potesse uccidere i desideri

la sua Mente e il suo Corpo non apparirebberopiù suoi, ma come fantasie

danzanti in un sogno immotivato.

Uccidi la Mente, uccidi il Corpo, uccidil’Esteriore: la Materia scompare.

Allora lo Spazio rimane; rinnova i tuoi dolori!Avanti! Stai di fronte ai tuoi ultimi nemici!

II

Il Maestro Lao Kun disse:l’adepto con la maestria dell’anima

non ha mai una aspirazione: gli incapaci producono disonoreperché coltivano un fine.

Coloro che al più alto grado possiedono la VirtùCelano il loro Potere Magico;

Coloro che la possiedono al grado più basso fanno uso della loro forzasette volte ogni ora.

Questi, coloro che si aggrappano rapidamente ai poteri,coloro che li custodiscono, e esibiscono

la loro Arte Magica – loro non sono né partedel Tao né della Virtù.

Gli uomini non vincono la verità del Taoperché le loro Menti sono distorte.

La Mente irrequieta, auto-agitatasi,e persa nella melodia della Marea.

Persi, tra le esche esterne;si aggirano alla sua ricerca: allora

tutte le cose rendono perplessi, confusi e indispostiquei miserabili uomini.

Sorgono pensieri disordinati;il Corpo e la Mente si ammalano.

Disgrazia e Paura crescono di anno in annofino al loro apice.

Selvaggi, sono gettatiattraverso la vita e la morte; tremano,

sprofondati nell’agitato mare della sofferenzae perdono il Tao per sempre.

24

Page 25: Volume_artemodacultura n.4

cultureLa Verità, l’inesauribile Tao!Chi capisce ciò lo ha.Chi ha il Tao è qui e oranel Silenzio del sentiero.

Uccidi lo Spazio; allora nulla rimane.Non tenerti la tua Santa Mano!Prima del momento in cui il Nulla restituisce l’attaccosii tranquillo nel tuo Silenzio!

Tutto è fermo, privo di Segno;come potrebbero i desideri consolidarsi?Quando saranno passati, di sicuro tu avraiil Silenzio della Verità.

Senza Difetti è Verità e Stabilità,ancor più appropriato ad ogni richiestaper influenzare la natura e i sensi –Magnete rivestito d’acciaio.

Oh! Questo vero contatto con tuttoelastico e esattoè al di sopra delle loro maree –Il Silenzio libero dall’atto!

Colui che questo ottiene potrebbe rinvenirea poco a poco, con un respiro,in modo tale che ora egli sia fluido, alla Verità del Tao,in cui lui è svanito.

Gli uomini designano lui Signore del Tao,eppure lui non ha nulla da comandare.Ha nascosto il motivo di tutto ciò che è:è sufficiente per la sua ricompensa!

Colui che può comprendere questa dottrina può trasmetterequesto Sacro Tao agli uomini che consacranose stessi a comprenderlo.

VOLUME

25

Page 26: Volume_artemodacultura n.4

VOLUMEVolume

artemodacultura

Mensile Reg. Trib. Roma N. 139/2008del 27/03/2008

Sped. in abb. post.Art. 2 Comma 20/B Legge 662/96

Free PressPublisher: Volume edizioni s.r.l.

Tutti i diritti riservati

Materiali, comunicati e richieste vanno indirizzati a:Redazione Volume Edizioni s.r.l.

Via Enrico Mancini, 3900135 Roma

[email protected]

www.myspace.com/volumeedizioniwww.volumechannel.tv

Direttore ResponsabileAntonella Monti

Direttore EditorialeMassimo Cimarelli

Responsabile ArteFrancesca Eleuteri

Responsabile Moda e FotografiaDaniele Porroni

Responsabile CulturaVienna Eleuteri

CollaboratoriStefano Bertone, Sara Sergnese, Giorgia Aniballi,

Alessandra Eleuteri, Jeny Fausta Giliberto, Leopolda Ficca, Alessia Vitti, Elvira Zollerano, Anna Teresa

Peruzzi, Giampiero Plini, Veronica Pinzuti, Paul Cheung, Eleonora Angeli, Alan Santarelli, Sara Gabriele, Sara Anastasi, Camilla Sporndle

Pubblicità[email protected]

StampaGraffietti Stampati S.n.c.

S.S. Umbro Casentinese km 4,50001027 - Montefiascone (Viterbo)

Italy

La fotografia della testata è diDaniele Porroni

Modella Benedetta G. by Zoe Models Roma

I materiali inviati in redazione non verranno restituiti,tutti i diritti riservati.

E’ vietata la riproduzione anche parziale di contenuti ed elaborati grafici

ARTEMODACULTURA

Traccia #4Il quarto numero, il numero quattro, il numero della stabilità, del quadrato perfetto, è un viaggio che ci riporta negli anni sessanta,l’epoca d’oro della tradizione degli spaghetti western oggi riadattati sulla base delle storiche guerre tra famiglie samuraiche. Ma gli anni sessanta, oltre ai giorni bui che telegiornali e speciali televisivi di ogni genere amano ricordarci, ci hanno lasciato anche un’altro genere di eredità: l’eredità che, a buon motivo, oggi possiamo chiamare del numero 4: 40 anni fa il regista George Dunning girava il film d’animazioe Yellow Submarine con colonna sonora e versione animata dei 4 ragazzi di Liverpool. Nel 1967 esce il loro disco Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band con una delle copertine più discusse della storia della musica: tra i molti personaggi presenti sulla fotografia della copertina, definiti da Ringo Star “le persone che amiamo e ammiriamo”, spicca, almeno per non omogeneità, il Mago inglese Aleister Crowley. Dell’Ipsissimus presentiamo la sua versione del Classico della Purezza, un testo della tradizione Taoista nella quale una delle prime forme geroglifiche per indicare il Tao, il principio supremo, fu la spirale, come nell’opera di Land Art, movimento nato anch’esso negli anni sessanta, Spiral Getty opera larga 4 metri e mezzo e lunga 450 metri. Inoltre, fu nel 1904 che il Mago entrò in contatto con una entità di nome Aiwass che gli annunciò l’avvento del Nuovo Eone. Da questa rivelazione Crowley rivedrà la struttura delle 22 carte dei Tarocchi ammirabili in Toscana, nella loro versione classica, in un percorso di sculture chiamato Il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle. Nello stesso anno, il 1904, lo scrittore austriaco Gustav Meyrink pubblicava il racconto breve La goccia di verità che ci auguriamo possa farvi compagnia in queste serate fin troppo calde, in cui il cielo, esente da nubi, mostra sfavillanti le sette stelle dell’Orsa Maggiore che gli antichi egizi chiamavano Ta-Urt da cui, appunto, Tarocchi.

Il Direttore Editoriale

Massimo Cimarelli

Page 27: Volume_artemodacultura n.4

cultureLa goccia di verità

L’alba nel suo spettrale chiarore del mattino avanzava già a tentoni per le strade piene di polvere, portando con il suo torbido fiato la nebbia sfavillante lungo i muri delle case. Erano le quattro del mattino! Hlavata Ohrringle era ancora sveglio e camminava su e giù nella sua stanza. È deprimente e tormentoso non poter per decenni scoprire il segreto di una fiala contenente una sostanza chiara come l’acqua, di cui si sa senza dubbio che se presa per un certo tempo, grazie alle sue qualità misteriose, è in grado di conferire capacità magiche. Però, ad un tratto, quasi di colpo, il sipario si apre e il sonno ne è scosso, distrutto. La sera Hlavata Ohrringle aveva preso la fialetta, l’aveva scossa un po’, l’aveva tenuta controluce e ne aveva odorato il contenuto; tante volte aveva aperto gli antichi tomi che, secondo le indicazioni testamentarie del bisnonno, avrebbero dovuto contenere chiarimenti, ma altrettanto spesso era andato a coricarsi irritato per non aver scoperto nulla. Solamente un fatto era molto strano, ogni volta la notte seguente aveva sempre lo stesso sogno: un paesaggio montuoso di color viola, nel bel mezzo un monastero asiatico con un tetto d’oro, sul quale c’era un corpo, immobile come un cadavere, che teneva in mano un libro. Pian piano la copertina s’apriva e diventava visibile in lettere caldee una frase: «Persisti nella tua Via e non tentennare». E finalmente quel giorno, dopo tanti infruttuosi lambiccamenti di cervello, Hlavata Ohrringle aveva trovato qualcosa e l’involucro che aveva tenuto celato il segreto si era dischiuso, gli si era aperto davanti agli occhi dell’anima, così come il guscio di una noce si spacca al calore. Un passo di uno dei trattati, sul quale finora aveva sorvolato perché proprio all’inizio del prologo, dava indicazioni precise: il liquido era un cosiddetto preparato alchemico. Sì, proprio un preparato alchemico! Ma le peculiarità della sostanza erano curiose ed apparentemente così insignificanti secondo il punto di vista moderno! Una goccia messa tra due punte metalliche assumeva dopo pochi minuti una forma sferica matematicamente ed assolutamente perfetta. Interessante, molto interessante che esistesse una sostanza da cui si poteva ricavare effettivamente una forma tanto perfetta. Ma cos’altro ancora? Non era possibile che fosse tutto. Non era tutto: Hlavata Ohrringle che era, per grazia di Dio, un topo di biblioteca ben presto trovò descritto in un secondo tomo il suo prodigioso valore.

VOLUME

di Gustav Meyrink - 1904 Traduzione di Günther Mander

Page 28: Volume_artemodacultura n.4

La goccia di verità cu

lture

Nel caso si fosse riusciti – così vi era scritto – a produrre una rotondità sferica perfetta dal punto di vista geometrico, sarebbe stato possibile vedervi cose da far strabiliare enormemente tutti quanti. Vi si poteva percepire, anche se talvolta soltanto in forma simbolica, l’intero universo astrale, quell’universo spirituale che è alla base del nostro, come l’intenzione è alla base dell’azione o la decisione è alla base del fatto compiuto. Un occhio sferico che poteva guardare su tutti i lati immaginabili fin nelle profondità più remote dell’universo, in grado di riordinare una sull’altra e una accanto all’altra ogni sorta d’immagini in base alle leggi delle tensioni superficiali a noi sconosciute. Hlavata Ohrringle aveva preparato tutto, aveva avvitato in un sostegno gli strumenti di metallo, vi aveva infilato con tanta fatica la goccia ed ora attendeva ansioso l’alba per iniziare l’esperimento alla luce del mattino. Impaziente camminava su e giù, si buttava sulla poltrona, guardava l’ora: «Soltanto le quattro e un quarto! Santi del Cielo!» Sfogliò un calendario per cercare l’ora del sorgere del sole. Proprio quel giorno era un giorno dedicato a Maria e le feste dedicate a Maria sono molto significative. Finalmente gli sembrò che il chiarore fosse sufficiente, prese la sua lente e cominciò ad osservare la goccia luccicante sospesa tra le due punte d’argento. Al principio vide soltanto le immagini delle cose che riempivano la stanza, la scrivania con il copritavola ornato di stelle e i libri sparsi, la sfera bianca della lampada e sulla maniglia della finestra la vecchia vestaglia ed anche una piccola macchia di cielo rossastro che luccicava attraverso i vetri. Ma ben presto un lucore verde oscurò la superficie della goccia inghiottendo ogni sorta di riflesso. Apparvero regioni di roccia basaltica, grotte e caverne profonde, fantastici arbusti oblunghi erano come in agguato in attesa di sferrare un colpo. Tutto il paesaggio era illuminato dal proprio splendore – una scena degli abissi marini. Comparve una macchia bianca che si allungava sempre più chiara e plastica: un cadavere in acqua, il corpo nudo di una donna con la testa rivolta all’indietro, mentre i piedi, legati ad una massa che sembrava un graticcio di vene, pendevano nell’acqua verde. All’improvviso un ammasso incolore di grandi occhi collegati da peduncoli e dalla orripilante bocca ricoperta di fili uscì dall’ombra delle rocce e s’avventò sulla donna. Un altro lo seguì fulmineo. Il primo mostro aveva squarciato il corpo del cadavere, ma poi egli stesso fu trafitto così velocemente, che Hlavata Ohrringle non riusciva a seguire la scena con gli occhi. Per l’agitazione emise un sospiro e si chinò ancora di più sulla lente. Ma il fiato aveva offuscato l’immagine che ben presto scomparve del tutto. Non giovò nulla, né darsi da fare, né aspettare pazientemente: la visione non riapparve e la goccia rispecchiava soltanto il sole splendente che saliva al di sopra della foschia e dei frontoni affumicati delle case. Hlavata Ohrringle era ritornato da un paese vicino con l’aspetto meditabondo e andava riesaminando i suoi pensieri. Aveva fatto visita ad un vecchio Rosacroce, un certo Eckstein, per chiedergli consiglio. Eckstein dopo averlo ascoltato a lungo, si era espresso nella maniera seguente: «È un mistero d’inaudita profondità. Io fui il primo a ritrovare un compendio di tali percezioni negli scritti del cabalista Rabbi Gikatilla, naturalmente celate sotto altra forma. Quanto Basilio Valentino afferma

Page 29: Volume_artemodacultura n.4

cultureLa goccia di verità

nel trattato Il cocchio trionfale dell’Antimonio, a pagina 172, è da intendersi in maniera simbolica o anagogica, pertanto comprensibile soltanto a colui la cui anima si è immersa nel profondo della divinità». Se Hlavata Ohrringle s’interessava di visioni in oggetti luccicanti, una sfera di cristallo giapponese era la cosa più appropriata. Ma tutte quelle giunte in Europa erano di proprietà di uno stregone di nome Fahlendien che praticava la magia nera a Vienna. Tuttavia, se lo desiderava, poteva avere informazioni più precise sull’immagine vista da un pittore pazzo di nome Christophe che viveva a Berlino. Ma quei dati non soddisfecero Ohrringle, il quale giorno per giorno faceva nuovi esperimenti con il fluido. Le sue ricerche non rimasero segrete in città e costituivano il tema del giorno. Si diceva che fosse ridicolo, semplicemente ridicolo, poter vedere ogni cosa in una sfera di vetro, dato che la maggior parte delle cose si trovano nello spazio una dopo l’altra e una rende invisibile l’altra. Ciò sembrava a tutti evidente, così che ci si stupì di leggere in un giornale straniero l’opinione completamente contraria di uno scienziato inglese, il quale affermava che fosse teoricamente possibile vedere persino attraverso muri e contenitori ben chiusi; bastava pensare soltanto ai raggi X, nei confronti dei quali soltanto lastre di piombo garantivano l’impenetrabilità. In fondo ogni oggetto della terra non era nient’altro che un sottile setaccio costituito da atomi roteanti e se si fossero trovati i raggi giusti, niente avrebbe impedito di guardarvi attraverso. L’articolo provocò molto scalpore particolarmente fra le autorità. L’opinione pubblica venne a sapere di «decreti riservati» particolarmente strani. Si diceva che i diplomatici avessero dato ordine agli addetti di racchiudere per il momento tutti gli atti in casse di piombo; si parlava di una radicale riorganizzazione anche della polizia di provincia; si diceva che fossero già stati presi contatti con la Russia per migliorare la «polizia segreta» e per importare da lì un certo numero di cani di razza in cambio di cani ordinari in soprannumero in patria e così via. Naturalmente Hlavata Ohrringle veniva sorvegliato rigorosamente e tanto più severamente quanto più appariva felice durante le sue passeggiate, e quando un giorno comparve sulla Esplanade con un’aria addirittura raggiante, le autorità decisero d’intervenire senza alcun riguardo, tanto più si era saputo che egli non faceva altro che ridere quando si parlava di diplomatici ed interrogato una volta circa la sua opinione sull’arte della diplomazia, rispose che nessun imbroglio poteva durare a lungo. E un giorno, era di nuovo un giorno dedicato a Maria, Hlavata Ohrringle venne arrestato proprio nel momento in cui si era seduto ad osservare la sua goccia misteriosa e incarcerato sotto l’imputazione di matricidio plurimo. Lo strano fluido venne confiscato e consegnato per esami di laboratorio al chimico legale. Ce ne possiamo soltanto rallegrare, perché ora senza dubbio verrà completamente alla luce la verità sui diplomatici. La verità sì che verrà alla luce!

29

Page 30: Volume_artemodacultura n.4

MASSIMILIANO LATTEIl bianco candore delle sue White Shape

ACCADEMIA DI COSTUME E MODA DI ROMA

30

“Un giorno…per caso un raggio di luce colpisce un fiore di orchidea… Fiori che amo tanto coltivare per la loro forma e i loro colori, caratterizzati sempre da una bellezza sfacciata, mai invadente. Occupano nello spazio, forme leggiadre, eteree, geometriche... semplici, ma anche molto complesse…proprio come la luce in grado di disegnare qualsiasi forma…chiaroscuri raffinati, sfaccettature di un prisma, abiti che cambiano forma e volume come una scultura con la luce.Bianco solo bianco… unione di tutti tutti i colori…il colore assoluto… Il potere della forma“

Materials and fabrics: lane leggere dei cadi’ dei filati di angora, cachemire, merinos, oppure tessite per creare tessuti dalla mano “scolpita” e profondi volumi come il casentino, insieme alla texture dei crepe, bouclè “chanel”, tutto tono su tono.Accessories: acciaio lucidato a specchio,maglie di armature lucenti,cascate di cristalli tagliati a prisma.

VOLUMEw

indo

w

Massimiliano Latte

Page 31: Volume_artemodacultura n.4

31

FOTOGRAFIE Daniele PorroniFASHION STYLISTAlessia VittiMODELLABenedetta G. by Zoe ModelsABITI e MAKE UPMassimiliano LatteAccessori e gioielliASKI MODE

WILD WHITE

Page 32: Volume_artemodacultura n.4

VOLUME

32

win

dow

Page 33: Volume_artemodacultura n.4

VOLUMEw

indow

33

Page 34: Volume_artemodacultura n.4

win

dow VOLUME

34

Page 35: Volume_artemodacultura n.4

window

35

VOLUME

Page 36: Volume_artemodacultura n.4

win

dow VOLUME

36

Page 37: Volume_artemodacultura n.4

window

VOLUME

37

Page 38: Volume_artemodacultura n.4

win

dow VOLUME

38

Page 39: Volume_artemodacultura n.4

window

VOLUME

39

Page 40: Volume_artemodacultura n.4

win

dow VOLUME

40

Page 41: Volume_artemodacultura n.4

window

VOLUME

41

Page 42: Volume_artemodacultura n.4

win

dow VOLUME

42

Page 43: Volume_artemodacultura n.4

window

VOLUME

43

Page 44: Volume_artemodacultura n.4

win

dow VOLUME

44

Page 45: Volume_artemodacultura n.4

window

VOLUME

45

Page 46: Volume_artemodacultura n.4

Il Giardino dei Tarocchi: il fantastico “sogno” di Nikitu

scan

y VOLUME

di Annegriet Camilla Spörndle

Un mosaico di colori, luce, fantasia ed energia: questo in sintesi il Giardino dei Tarocchi, realizzato dall’artista franco-americana Niki de Saint Phalle, scomparsa qualche anno fa. Un fantastico parco di sculture, situato a Garavicchio, nel territorio del comune di Capalbio.

L’ unica, ma fortissima motivazione di Niki de Saint Phalle, quando iniziò nel 1979 con la costruzione del Giardino dei Tarocchi, fu una sola: realizzare “un piccolo angolo di paradiso per l’uomo nella natura”. Scelse il Sud della Toscana, Garavicchio, un piccolissimo paese situato nel Comune di Capalbio che dopo la sua morte nel 2002 le diede la cittadinanza onoraria. Il suo ambizioso progetto era un’avventura con fine incerto, una lunga strada piena di difficoltà ed ostacoli, ma il risultato, aperto al pubblico nel 1996, è diventato uno dei più importanti giardini fantastici dell’arte contemporanea. In più è, come disse lei, la prova che con “molto amore, entusiasmo feroce, ossessione, ma soprattutto fede” si può avverare ogni sogno.

L’artista Niki de Saint Phalle“La scomparsa di Niki de Saint Phalle lascia un vuoto nel mondo. Quando muore una grande artista la perdita non è nel suo passato (straordinario, appassionante), ma nel suo futuro.”, così si espresse la redazione del sito della Provincia di Grosseto nel maggio 2002. Nata nel 1930 in Francia, ma cresciuta a New

York, Niki de Saint Phalle aveva già raggiunto fama internazionale come artista, appartenente al gruppo dei Nouveaux Réalistes, quando decise la realizzazione del Giardino dei Tarocchi. Nel 1965 nacque la prima Nana, una raffigurazione femminile, molto corpulenta e molto colorata, che esprimeva allegria e gioia di vivere. La più importante fu “Hon”, una Nana lunga 25 metri, in cui si nascondeva una cattedrale percorribile, installata con enorme successo nel 1966 al Moderna Museet di Stoccolma. Così, se vogliamo, Hon fu l’antenata dell’archittettura monumentale del Giardino dei Tarocchi. Non solo riguardante l’ espressività che ricorda le forme dell’arte indigena e l’astrazione delle opere di Joan Mirò, Pablo Picasso ed Antonio Gaudì, ma anche inerente la tecnica: una grande costruzione di fil di ferro, coperta di gesso. Jean Tinguely, altrettanto famoso artista svizzero, con cui Niki viveva e collaborava dal 1960, sviluppò questo modo di costruire alla perfezione. Fatto per cui Niki lo nominò responsabile per la costruzione dei giganteschi scheletri per più della metà delle sculture del Giardino dei Tarocchi.

Page 47: Volume_artemodacultura n.4

tuscanyVOLUMEL’ispirazione per il Giardino: omaggio

a Gaudì ed ai Tarocchi

Le fonti d’ispirazione per il Giardino dei Tarocchi sono stati due: Il Parque Güell di Gaudì a Barcellona e l’antico gioco di carte, i “Tarocchi”. Durante una visita a Barcellona nel 1955 Niki vide per la prima volta il Parco di Antonio Gaudì, artista che la toccò profondamente e che sarebbe diventato “il suo maestro e nello stesso momento il suo destino”, perché fu da lì che venne impossessata dall’idea che anche lei un bel giorno avrebbe costruito “un Parco delle Meraviglie”. Le ventidue carte dei Tarocchi invece, usate già dagli Egiziani per prevedere il futuro, giocavano da sempre un ruolo importante nella vita di Niki de Saint Phalle. Consultava i Tarocchi per scoprire il proprio mondo interiore e per risolvere i problemi. Considerava il gioco della carte una metafora della vita e credeva fortemente nella loro forza spirituale, nella filosofia e nel messaggio che si nascondeva dietro le singole figure dei Tarocchi.

Le ventidue figure dei Tarocchi

Percorrendo il Giardino dei Tarocchi incontriamo tutte le ventidue figure che rappresentano diversi aspetti del micro- e macrocosmo medievale. C’è l’universo: il mondo, il sole, la stella e la luna. Abbiamo il potere celeste e terrestre: il Papa, la Papessa, l’Imperatore e l’Imperatrice. Incontriamo il Mago, gli Innamorati, l’Eremita, il Matto e l’Impiccato. Ci sono delle virtù cardinali come la Giustizia, la Temperanza e la Forza, ma anche quelle cattive, raffigurate dalla Torre di Babele e dal Diavolo. C’è il Carro, simbolo per la vittoria e la sconfitta. Incontriamo la Morte, ma anche la Rinascita. Ed infine gira la Ruota della Fortuna che guida tutta la vita.

La realizzazione del Giardino Iniziata sul terreno, regalatole dagli amici Marella Agnelli e Carlo e Nicola Caracciolo, Niki finanziò la realizzazione del suo gigantesco progetto dalle vendite di un profumo e di multipli della Nana. Impegnò per 27 anni un team colorato come il Giardino stesso che lavorava in tutta libertà in uno spazio magico in cui il tempo non aveva alcuna importanza. Venivano ad aiutare dalla zona intorno a Capalbio, ma anche da paesi lontani. Nella vita di tutti i giorni facevano il postino, l’elettricista, il ceramista, il giardiniere, il fotografo o l’artista. Formavano enormi strutture di ferro delle sculture, le coprivano di gesso o ceramica colorata, ed incollavano miliardi e miliardi di specchietti e pezzetti di vetro di Murano, creando dei mosaici che nel sole immergono tutto il parco in un mare di luce, uno spettacolo emozionante e coinvolgente. La prima struttura fu l’Imperatrice. Sin da subito venne da tutti nominata “la sfinge”, ricordando nella sua forma con corpo leonino e testa umana l’omonima creatura favolosa della mitologia egizia. La sfinge avrebbe giocato il ruolo più importante nel giardino. Da una parte fu il centro ed il punto di partenza intorno al quale venivano costruiti tutti gli altri Tarocchi, di cui alcuni percorribili od addirittura abitabili. Dall’altra sarebbe anche diventata la casa di Niki in tutti quegli anni, ed il punto d’incontro con il suo staff, ormai diventato una grande famiglia. Per ultimo il noto architetto Mario Botta costruì l’ingresso del Giardino. E’ un muro lungo, alto, molto sobrio ed ostile. Sembra insuperabile e contrasta estremamente con il mondo dei sogni e della fantasia che si nasconde dietro.

Page 48: Volume_artemodacultura n.4

Simpatica la leggenda del postino che era diventato uno dei più creativi e fedeli artisti dei mosaici nel parco. Egli, dopo aver messo finalmente l’ultimo pezzettino di mosaico, entrò quasi in uno stato di depressione. Per anni il parco era diventato una parte integrante della sua vita, appena finito di imbucare le lettere veniva sempre subito al parco…ed ora, da un giorno all’altro, tutto sarebbe finito così? Parlò del suo problema con Niki che a sua volta, per tirarlo su di morale, gli rispose così: “Non preoccuparti. Ho sempre avuto il sogno di ricoprire la Muraglia Cinese di mosaici e per un’impresa del genere mi servirà ovviamente un esperto come te.”.

Luogo, orari di apertura ed ulteriori informazioni

Sulla Strada Statale Aurelia, provenendo da Grosseto o da Roma, prendete l’uscita per Pescia Fiorentina, poi la seconda strada sulla sinistra, continuando per Garavicchio. Da qui sono ca. tre chilometri per raggiungere il Giardino dei Tarocchi. La struttura è aperta dai primi di aprile fino a metà ottobre. Per ulteriori informazioni si consiglia di chiamare il numero telefonico 0564/895700 o mandare una mail a [email protected]

VOLUMEtu

scan

y

48

Page 49: Volume_artemodacultura n.4

VOLUMEsigns

è ricordato come la prima delle “fatiche” che garantiranno ad Eracle l’immortalità.Per suggellare l’impresa dell’eroe greco Zeus pose il corpo della belva in cielo, donandole la forma della costellazione che tutt’ora riluce.

Il profilo caratteriale L’osservazione attenta dei simboli che si raccolgono attorno alla figura del mitico Leone di Nemea offrono vari spunti per evidenziare tratti caratteriali tipici della personalità umana che si lega per nascita a tale segno zodiacale. Nell’episodio appena narrato il Leone rappresenta l’antieroe ed è quindi connotato da caratteristiche prevalentemente negative. Pur da tale punto di vista non si può non desumere il coraggio, lo spirito di intraprendenza, la temerarietà che contraddistinguono anche i nati sotto questo segno. Fieri e regali nel loro comportamento e leader indiscussi di ogni gruppo.Il Leone Nemeo era immune alle aggressioni dei comuni mortali perché contava su una pelliccia talmente dura che egli adibiva a scudo. Questa caratteristica fisica, a livello caratteriale si traduce con un’impenetrabilità al giudizio altrui. L’uomo-leone non si lascia influenzare dalle idee degli altri, ma deciso e sicuro punta dritto al suo ideale, agendo proprio come il re indiscusso del suo branco.

LEONEdi Veronica Pinzuti

Segnali dallo zodiaco Il tempo avanza e l’andatura è quella solita. Un maestro infaticabile di vita che ora ci introduce nel periodo più caldo dell’anno. La canicola del giorno stanca la mente e solo la sera si può trovare sollievo in una brezza riparatrice, sotto l’influsso benefico delle stelle.

Il segno del mese Agosto è il mese astrale del Leone, la cui costellazione domina il cielo notturno dal 23 luglio al 23 agosto. Il Leone è il simbolo della signoria animale, il re indiscusso della foresta. Nella sua prestanza fisica è spesso raffigurato in un atteggiamento fiero, con lo sguardo fisso e assorto in direzione del Sole, suo pianeta natale.

Il mito Nell’astromitologia greco-romana, incontriamo tre esseri mostruosi che si legano alla leggendaria figura del Leone: Tifone, Echidna e Ortro. Il primo fu un demone che per statura e forza sorpassava tutti: era più alto di ogni montagna e la sua testa urtava le stelle; stendendo le braccia toccava con una mano l’Oriente e con l’altra l’Occidente; al posto delle dita, aveva cento teste di draghi e dalla vita in giù era circondato da vipere; il suo corpo era alato e i suoi occhi lanciavano fiamme. Echidna, la Vipera, aveva corpo di donna e al posto delle gambe, una coda di serpente. Ella unendosi a Tifone generò Ortro, un cane dalle molte teste e dal ventre squamoso come quello di un rettile. Unendosi a quest’ultimo Echidna perpetuò incestuosamente la mostruosa stirpe, generando il mitico Leone di Nemea, temibile creatura della citata cittadina del Peloponneso. L’animale dal manto d’orato e dalla criniera raggiante ereditò dai suoi avi i geni più temibili e disseminò terrore nelle terre in cui abitava. I cittadini di Nemea vivevano allo stremo delle forze, esasperati dalla mancanza di cibo e senza alcuna speranza di sopravvivenza. Un giorno Eracle, l’eroe più celebre dell’Antica Grecia, pose fine all’immane sterminio di uomini e armenti, strangolando lo spaventoso felino. La lotta fu lunga e cruenta e l’episodio

Page 50: Volume_artemodacultura n.4
Page 51: Volume_artemodacultura n.4

icea

RistrutturazioniNuove Costruzioni

Impianti TecnologiciDomotica

Bioarchitettura

www.iceacostruzioni.eu PER COSTRUIRE LE VOSTRE IDEE

CONTATTACI PER UN PREVENTIVO [email protected]

STUDIO DI PROGETTAZIONE ELEUTERI ARCHITETTI ASSOCIATI

Progettazione architettonica di massima ed esecutivaDirezione LavoriPratiche catastaliArredamento d’interni

mail to [email protected]

© Irina Yun

Page 52: Volume_artemodacultura n.4