Il mito platonico

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Liceo scientifico “G. Vailati”A.S. 2010 – 2011Classe III ALavoro realizzato da S. Borelli, G. Laglia, S.Tuzzi, nell’ambito di un’attività diwebquest coordinata dal Prof. P.Volpones

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I mitie la loro funzione

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Nel filosofare di Platone troviamo due contraddizioni: da una parte la condanna della scrittura e l’abbondanza delle opere scritte, dall’altra egli fa del dialogo lo strumento del lògos, ovvero dell’argomentazione, e ricorre spesso al mito, proponendolo come la rivelazione di un sapere misterioso che può solo essere raccontato e non argomentato.

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Il mito va infatti inteso come esposizione di un pensiero ancora nella forma di racconto, quindi non come ragionamento puro e rigoroso. Esso ha una funzione allegorica e didascalica, presenta cioè una serie di concetti attraverso immagini che facilitano il significato di un discorso piuttosto complesso, cercando di renderne comprensibili i problemi.

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Platone nei suoi dialoghi,quindi,comunica attraverso i miti che svolgono funzione filosofiche diverse. Nelle pagine conclusive del Fedone Socrate, dopo aver discusso una serie di argomentazioni a sostegno dell’immortalità dell’anima,narra del mito dell’aldilà, concludendo il suo racconto con la funzione del mito.

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Il brano sottolinea la funzione del mito come sviluppo del logos. Il mito dell’aldilà poggia sulla dimostrazione dell’immortalità dell’anima di Socrate; in più Platone collega il destino dell’anima con le scelte che l’uomo ha fatto durante la vita.

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Oltre alla funzione del mito come sviluppo del logos ne esistono altre:

Ø Il mito come introduzione del logos , cioè a un problema che viene sviluppato in forma argomentativa;

Ø Il mito come integrazione al logos, quando non si può argomentare ciò di cui si è parlato.

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Il tema dell’immortalità dell’anima viene ripreso anche nel Menone. Questo viene spiegato, però, attraverso la rivelazione: dopo un lungo dialogo in stile socratico, Socrate afferma, senza averla dimostrata ,l’immortalità dell’anima.La rivelazione svolge la stessa funzione del mito. Essi sono, infatti, strettamente legati alla teoria dell’anamnesi: l’anima ha già in se la conoscenza, si tratta solo di risvegliarla.

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Liceo scientifico “G. Vailati”A.S. 2010 – 2011

Classe III A

realizzato da S. Borelli, G. Laglia, S. Tuzzi, nell’ambito di un’attività di webquest coordinata dal Prof. P. Volpones