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IL LIBRO DI ESTER

(INTERCESSIONE)

Giancarlo Larossa www.parolaviva.com

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IL LIBRO DI ESTER introduzione

Sono ormai diversi anni che studio il libro di Ester con vivo interesse, e mi sono proposto di scriverne le impressioni secondo l'ispirazione ricevuta. Lo scopo principale di questo lavoro è quello di proporre al lettore, orizzonti panoramici contemplativi su una linea profetico spirituale. Vi sono anche aspetti dottrinali certamente, ma proporzionati al caso, all'episodio che via via si va esaminando. Lo scopo è quello di non distrarre il lettore, dall’altura spirituale a cui è menato, ad una mera e teologica considerazione dei fatti e dei personaggi. Altri aspetti utili, misurati a che possono dar profitto, sono: “L’aspetto storico”: Dove, attraverso commentario e dizionario biblico, rilevo interessanti curiosità e chiarimenti, per completare il racconto la dove si presentano lacune. “L’aspetto profetico temporale”: Dove viene evidenziato il piano di Dio nel tempo opportuno, presentando simboli e figure su luoghi e persone. In questo scritto, ho sentito di mettere in risalto l’aspetto contemplativo (così io lo definisco) come già accennato: “Profetico spirituale” . In questo aspetto e da questo lato, non sono le cose ad essere messe in risalto ma la persona di Gesù Cristo, le Sue virtù le Sue compassioni il Suo carattere. La più alta alta alta alta esperienza a cui il cristiano può pervenire:

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“CONTEMPLARE LA VITA, LA MORTE E LA RISURREZIONE DI CRISTO”. Così, per Entrare nell’ ADORAZIONE…. L’ esperienza più INTIMA.

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A tutti coloro che amano la via, di come l’Iddio invisibile si è presentato a noi e di come ci ha avvicinati; l’immagine (Selem), che per noi riguarda il come Dio ha comunione con noi, in quanto significa: Rappresentazione. Un altro significato è: Ricompensa. In effetti, la chiesa ambisce come scopo principale di essere come Lui, “Trasformati all’immagine del suo Figliuolo, di gloria in gloria ”. Contemplare Gesù nelle sue rappresentazioni per assimilare la sua immagine, per avere questa ricompensa… Essere come Lui.

…………Queste pagine dedicoQueste pagine dedicoQueste pagine dedicoQueste pagine dedico…………

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( Capo 1:1( Capo 1:1( Capo 1:1( Capo 1:1----9 ) 9 ) 9 ) 9 )

Dal primo capitolo di questo libro, possiamo subito vedere come la storia narrata dallo scrittore sconosciuto, solleva il nostro sguardo verso l'alto. Subito inizia con l'identificazione del re Serse. Difatti specifica: “Quell'Assuero (Serse) che regnava dall'India fino all' Etiopia sopra 127 provincie” (v. 1). Lo scrittore non si limita solo a definire l'estensione del regno ma ne precisa il numero delle provincie. ...Ogni cosa è fatta di numeri e i numeri nascondono misteri e significati. L' inizio dei versi 1, 2, 3, dicono: “Al tempo di Assuero...” In quel tempo... “Nell'anno 3° del suo regno…”. Viene precisato il tempo, la persona e il “numero degli anni” del regno. Tutto ciò doveva essere messo bene in rilievo, di fatti: In quel tempo, in quell'anno, con quella persona, incomincia la storia narrata di questo libro. Il 3° anno del regno di Serse era il 483 a. c. dove si parla di festeggiamenti con tutti i rappresentanti, i grandi del suo regno di mezzo continente. Per una nota storica , sappiamo che nell'anno prima, quindi, nel secondo anno del suo regno (484 a. c.), il re Serse sottomise gli egiziani, i quali si erano rivoltati contro suo padre, qualche tempo prima. Era figlio di Dario Istaspe, al quale successe sul trono di Persia nel 486 a. c. Sua madre Atossa era figlia di Ciro. Un iscrizione trovata a persepoli enumera tutte le nazioni sottoposte

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alla sua dominazione, confermando appieno ciò che dice Ester 1 : 1 a proposito del suo impero, che si estendeva dall'India fino in Etiopia. Il verso 2 dice: “In quel tempo, quando il re Assuero sedeva sul trono del suo regno che era nella cittadella di Susa...” . Il trono era nella città di Susa, la sede, da li partiva il regno. Nel 3° anno del suo regno, come già accennato, fece un grande banchetto per tutti i principi, servi, capi dell'esercito di Media e di Persia (v. 3), fece così vedere le sue ricchezze e la gloria del suo regno e la sua maestà (v. 4). Dal verso 1 al 4 quindi, abbiamo la breve descrizione di questo re, della sua grandezza e dell'immensità del suo regno, molto oltre i confini di Susa. Dal verso 5 al 9 è descritta un'altra festa di 7 giorni. Questa volta la festa era per quei di Susa, nello stesso palazzo reale, nel cortile del re. Vi sono particolari di addobbi e rifiniture, ed è da notare l'uso dei colori bianco e rosso, colonne di marmo, lino e scarlatto e le tende bianche e violacee. Dal verso 7 a 8 si parla della liberalità del re e della sua generosità nel lasciare che si versasse vino per chi ne voleva, secondo il gusto dei partecipanti senza imporre nulla. Era dunque una festa regale e popolana, all'insegna della maestà del sovrano. In questa prima parte del primo capitolo, vediamo risaltare la maestà di “tutto il regno” del re Serse, cioè dal verso 1 a 4. Mentre, dal verso 5 a 8 si parla del regno ristretto alla cittadella di Susa, la dove aveva il palazzo reale e il trono, la relazione con i popolani

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e quindi la generosità del re. Non poteva mancare l'informazione circa la regina, che viene appena menzionata in una sua iniziativa di festeggiare con le donne nella casa reale. Tutto questo ci porta a pensare come Dio, il Re supremo, ha il suo dominio su ogni cosa che ha creato, sulla immensità di estensione di tutta la creazione. Così appare il re Serse, dominando dall'Etiopia e il basso Egitto, fino all'India; il regno di Media e di Persia. Si potrebbe definire quasi un regno continentale. Il centro di questo regno maestoso era a Susa, da li ministrava il potere, esattamente come si incontrano nella sacra scrittura le frasi: “Regno di Dio”, e “Regno dei cieli”. Il regno di Dio è il regno globale di tutto e di ogni cosa, in senso assoluto. Questo è quello che Dio vuole raggiungere, perché sappiamo che dalla caduta dell'uomo, nel giardino di Eden, il diavolo si è infiltrato nell'umanità e l'ha soggiogata. In seguito con la venuta del messia, Dio ha riscattato l'umanità per riconciliarla a se mediante Cristo, dando l'opportunità agli uomini di ritornare al “principio”....Quando tutto era sotto il controllo di Dio nella sua perfetta volontà. Il regno dei cieli è la “sede” da dove Dio, in relazione col suo esercito, ministra il suo potere assoluto e che poi gestisce in tutto il regno di Dio. In Luca 17:20 Gesù disse: “Ora, interrogato dai farisei sul quando verrebbe verrebbe verrebbe verrebbe il regno di Dio rispose loro e disse: “Il regno di Dio non vienevienevieneviene in modo che si possa osservareosservareosservareosservare; ne si dirà: “Eccolo qui eccolo là, perché, eccoeccoeccoecco, il regno di Dio

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è dentro di voidentro di voidentro di voidentro di voi ”. Una curiosità. Cosa si aspettavano quei farisei? Perché Gesù disse che il regno di Dio non vienenon vienenon vienenon viene in modo che si possa osservare osservare osservare osservare ? Non si può vedere venire venire venire venire il regno di Dio se prima non lo riscopriamo riscopriamo riscopriamo riscopriamo dentro di noi. Il Figlio di Dio prima di manifestarsi come Figlio di Davide (come Re), si è fatto conoscere come Figlio dell'Uomo. Era necessaria prima una redenzione, un riscatto, on-de i gentili (i popoli) fossero risparmiati offrendogli la possibilità di divenire partecipi della natura Divina. Dopo questo i giudei saranno riammessi ed allora, dopo la grande tribolazione entrerà il millennio, in cui Cristo con la sua sposa regnerà come Re. In questo si manifesta il ministero del figlio di Davide. Sarà in quel momento che Israele potrà osservare, come viene come viene come viene come viene il regno di Dio; mentre, dalla venuta di Gesù (in carne) fino ad alloraalloraalloraallora, questo regno dovrà essere riscoperto riscoperto riscoperto riscoperto nel cuore degli uomi-ni.

DIO, CHE SI RIAPPROPRIA IN MODO DEFINITIVO DELLA SUA CREAZIONE, NON SOLO COME CREATORE, QUINDI COME LEGITTIMO PROPIETARIO, MA ANCHE E SOPRATUTTO COME PADRE.

Ciò è meraviglioso. Il regno di Dio è nel cuore degli uomini. Dio attraverso il regno dei cieli riconquistariconquistariconquistariconquista ( mi si permetta la parola) il Suo regno sugli uomini e sulla creazione. Romani 8:19-23 dice: “Infatti il desiderio intenso della creazione aspetta con bramosia la

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manifestazione dei figli di Dio...” v. 21 ... “Nella speranza che la creazione stessa venga essa pure liberata dalla servitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria (che è il riflesso di quel regno) dei figli di Dio ”. I figli di Dio, come chiesa e sposa dell'agnello, in qualità di primogeniti, sono partecipi del regno dei cieli, perché colei che è candidata a essere regina dimora vicino allo sposo nel palazzo reale, nel cuorenel cuorenel cuorenel cuore di tutto il regno di Dio, seduti nei luoghi celesti in Cristo, lo sposo (Efesini 2:6). Non è un caso che la festa con il popolo e principalmente con i rappresentanti di tutto il regnotutto il regnotutto il regnotutto il regno durò 180 giorni, che per una nota numerica è multiplo di 6 (6 x 30), numero d'uomo. Questo per dire che l'uomo è il popolo e popoli l'uomo è il popolo e popoli l'uomo è il popolo e popoli l'uomo è il popolo e popoli e per gli uomini che Dio si è fatto uomo, per fare del regno degli uomini il Suo regno. Mentre, la festa svolta nella cittadella di Susa, con quei di Susa, fu di soli 7 giorni. Sette è numero profetico di compimento e di riposo; così come 7 sono le lettere per le 7 chiese nell'apocalisse, che sono raffigurate dal candelabro e rappresentano le 7 epoche della chiesa. Il 7 appartiene alla chiesa come quei 7 giorni appartengono alla festa in Susa, che ci da l'idea, in quel caso, del trono nel regno dei cieli. Parlando di regni, Susa significa gigliogigliogigliogiglio. Gesù nel sermone sulla montagna disse di osservareosservareosservareosservare come cresconocresconocresconocrescono i gigli della campagna... Se bisogna osservare è perché vi è una lezione particolare da imparare. E' il paragone che ci interessa visualizzare. La constatazione che Gesù fece sul fatto che non faticano e non filano, è per un motivo

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importante. Se non faticano è perché sono nel riposo del Se non faticano è perché sono nel riposo del Se non faticano è perché sono nel riposo del Se non faticano è perché sono nel riposo del Signore, nelle mani di Dio e da esse curate, come dice il verso 30 : “Ora se Dio riveste in questa maniera l'erba dei campi...” Dio si prende cura dei gigli, e, questo è il centro questo è il centro questo è il centro questo è il centro del regdel regdel regdel regnononono. . . . “Salomone con tutta tutta tutta tutta la sua gloria (che fa pensare al regno) non fu vestito come uno uno uno uno di loro (i gigli)” (Matteo 6: 28, 29 ). Un regno non dipende dalla sua forza, gloria o Un regno non dipende dalla sua forza, gloria o Un regno non dipende dalla sua forza, gloria o Un regno non dipende dalla sua forza, gloria o grandezza, ma grandezza, ma grandezza, ma grandezza, ma dalla grazia di Dio nel suo riposo; il dalla grazia di Dio nel suo riposo; il dalla grazia di Dio nel suo riposo; il dalla grazia di Dio nel suo riposo; il centro, il cuore della situazione, tutto parte da questo centro, il cuore della situazione, tutto parte da questo centro, il cuore della situazione, tutto parte da questo centro, il cuore della situazione, tutto parte da questo santo principio. santo principio. santo principio. santo principio. Dio disse a Giacobbe: “La terra sulla quale stai riposando la darò a te e alla tua discendenza...” (Genesi 28:13). Questo è il fondamento di ogni conquista.Questo è il fondamento di ogni conquista.Questo è il fondamento di ogni conquista.Questo è il fondamento di ogni conquista. Davide disse che Dio, era colui che gli sottometteva i popolipopolipopolipopoli, (Salmo 18:47). Man mano che Davide imparava a riposarsi nel suo Dio, come un giglio, rimesso completamente nelle sue mani, nelle sue cure, cresceva come i gigli e diveniva più grande di ogni regno. Prendiamo come immagine la cittadella di Susa, in confronto a tutto il regno, alla sua immensità. Tutto il regno non è vestito come quella cittadella... Là è il trono, la casa reale; da li partivano gli ordini e si estendevano a tutto il regno, come anche vedremo nel corso del nostro studio. Un giglio paragonato al regno di Salomone ... Una cittadella che ha ed esercita autorità sopra un regno così grande come quello dei Medi

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e Persiani. Il regno dei cieli, trono e palazzo reale, da cui parte il governo su tutto il regno di Dio. Non filano e non faticano. Per fare questo tipo di lavoro bisogna tirare tirare tirare tirare e stendere stendere stendere stendere i fili nella tessitrice. Non tireremo e stenderemo più con le nostre ansie e con le nostre forze per farci dei vestiti spirituali. “Non siate in ansietà solleciti per la vostra vita... di che vestirete. La vita non vale più del cibo e il corpo più del vestito?” (Matteo 6:25). Il giglio non tira i filamenti e non li stende con le sue forze, ma lascia ad un altro il compito di eseguire il lavoro su di loro. Partecipi del regno dei cieli, dunque, portiamo il governo di Dio alla creazione e agli uomini. Coloro che accettano il regno di Dio, ne fanno parte, e, a seconda della intimità che si ricerca con il Re Gesù, Egli promuove al regno dei cieli. E' come un avvicinarsi sempre più al palazzo reale. Del regno dei cieli ricordiamo le parole in Daniele 4:26: “Il tuo regno ti sarà ristabilito quando avrai riconosciutoiconosciutoiconosciutoiconosciuto che il cieloil cieloil cieloil cielo dominadominadominadomina ”. (v. 35) “Egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra ”. (v.36) “Ora io Nebucadnetsar lodo esalto e glorifico il Re del cielo ”. Il cielo domina: “L'Eterno ha stabilito il suo trono nei cielitrono nei cielitrono nei cielitrono nei cieli, e il suo regno domina su regno domina su regno domina su regno domina su tuttotuttotuttotutto ” (salmo 103: 19). Credo che sia abbastanza chiaro che Dio dal cielo controlla ogni cosa. Anche Gesù disse: “Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà in terra come come come come in cielo ”.

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(Matteo 6:10). Frase scultoria. Come in cielo, ossia, come la volontà di Dio si svolge nel cielo, così,così,così,così, nello stesso modo, sia fatta in terra. Nel Salmo 26:8 è scritto: “O Eterno io amo la dimoradimoradimoradimora della tua casa e il lllluogo dove uogo dove uogo dove uogo dove risiede risiede risiede risiede la tua gloria ”. Dimora della tua casa, luogo dove risiede la tua gloria. Sappiamo bene che Dio abita i cieli... (Amos 9:6); Salmo 115:3; e in questa dimensione spirituale tutto l'esercito del cielo fa la Sua volontà; e come è fatta in cielo, cosìcosìcosìcosì, sia fatta in terra. Questo è per significare un opera di espansione per riappropriarsi del regno universale, ristabilendo il Suo ordine. Nella condizione attuale, diciamo, da dopo la caduta di Adamo in Eden, tutto è comunque e sarà sempre di Dio come creatore, ma Dio vuole che le volontàvolontàvolontàvolontà siano piegate nel riconoscerlo come Re assolutoriconoscerlo come Re assolutoriconoscerlo come Re assolutoriconoscerlo come Re assoluto. Così Gesù regnerà , non solo perché è proprietario di tutto, non per arroganza, ma anche e sopra tutto perché è stato riconosciutoriconosciutoriconosciutoriconosciuto. Questo è il desiderio e il piano di Dio. Lo scopo di Dio (il Re) è quello di beneficare il popolo attraverso i funzionarifunzionarifunzionarifunzionari della casa reale. Gli angeli sono al suo servizio ed anche la chiesa. Il popolo riceveva vino dai funzionari, i servi del re, secondo quanto ne volevano, non vi erano obblighi. E' così! Ognuno partecipa tanto quanto desidera ricevere Ognuno partecipa tanto quanto desidera ricevere Ognuno partecipa tanto quanto desidera ricevere Ognuno partecipa tanto quanto desidera ricevere il vino della gioia nella manifestazione (rivelazione )il vino della gioia nella manifestazione (rivelazione )il vino della gioia nella manifestazione (rivelazione )il vino della gioia nella manifestazione (rivelazione ) della della della della generosità del re.generosità del re.generosità del re.generosità del re. Negli addobbi troviamo i segni del carattere e il sentimento del gran Re e del Suo regno. Colonne di marmo, che sono sostegno e basamento; anche le gambe

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dell'uomo sono colonne, in senso figurativo, così la Shulammita diceva del re Salomone (Cantico 5:15). Questo indica un camminare, una condotta santa, sostenendone il peso. Vi è il bianco, che indica purezza e candore, il quale è anche il risultato dei sette colori dell'arcobaleno. Il violaceo, nelle vesti sacerdotali nell'Efod : “Vestimento di intercessione ”. Il rosso, come anche lo scarlatto, è il colore del sangue ( della vita ), e del fuoco. Ancora nel cantico lo sposo è descritto così: “Bianco e vermiglio (rosso)” (Cantico 5:10). Così erano anche i pavimenti di marmo bianco e rosso, perché il cammino dei santi è di luce santa e di sofferenze. In alcune traduzioni è citato il nero, che è insieme al bianco un colore regale. Il bisso che è il lino, sono le opere giuste dei santi. Il ruolo della regina (di quella regina) è messo in modo da dare a vedere, come se questi fosse già una persona tendente alle proprie festeproprie festeproprie festeproprie feste. Personali festeggiamenti con donne appartenenti alla casa reale, ma nessuna premura per quei di fuori. Anche Israele fu così in alcuni momenti, fino a che quando venne Gesù e chiamata in causa (come sua regina) ad andare a lui, non volle ubbidire. Così anche la chiesa; tende a fare leghe con altre donne (chiese) festeggiando solo tra di loro della casa reale, mentre il popolo è lì fuori con il Re. Quando giunge il tempo di essere chiamata in questione, lei non si presenta... Una pallida immagine l'abbiamo in Apocalisse 3: 20 dove Gesù è fuori che picchia alla porta, ma ormai le

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anime sono dentro, bene accomodate a festeggiare che non vogliono più scomodarsi ad andare a lui.

*** (Capo 1:10(Capo 1:10(Capo 1:10(Capo 1:10----22222222))))

Prima di proseguire è necessaria una precisazione. Realmente , in prima linea, la figura di Vashti parte da Israele. Israele che festeggiava , per così dire, con i paesi vicini (le donne) da cui poi prendeva i costumi e le usanze distraendosi dalla legge di Dio. Quando il Re del cielo venne in Gerusalemme su un asinello, fu l'apice, così come anche in passato, Israele fu invitato ma rifiutò la Sua reggenza, di andare a Lui. Da sempre, per la loro disubbidienza, sfuggivano a questo legame di credere che Dio è il loro unico Re, in varie occasioni nella loro storia questo si è verificato. Anche quando si lamentavano col profeta Samuele per avere un re: “Come le altre nazioni ” (le donne), sbiadirono molto la figura e l'importanza di Dio come Re su di loro (1Samuele 8: 5,20). Così il Re ha chiamato Israele a presentarsi davanti a Lui, per mostrare alle nazioni il suo popolo eletto, la testimonianza di Dio al mondo, ma Israele non si presentò. Difatti il re scacciò la regina Vashti e un altra un altra un altra un altra migliore di leimigliore di leimigliore di leimigliore di lei prese il suo posto. La chiesa, prese il posto di Israele come sposa e regina, non di meno rimane il popolo eletto e sarà riammesso. S. Paolo dice questo in Romani 11: 15-29. Questa nota, tende a dare un senso più preciso e

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completo a questa storia. Più ci si Più ci si Più ci si Più ci si avvicina all'inavvicina all'inavvicina all'inavvicina all'intimità di timità di timità di timità di un soggetto e ai personaggi, più i significati risalgono un soggetto e ai personaggi, più i significati risalgono un soggetto e ai personaggi, più i significati risalgono un soggetto e ai personaggi, più i significati risalgono all'origine... Divengono spiritualiall'origine... Divengono spiritualiall'origine... Divengono spiritualiall'origine... Divengono spirituali. Quindi, possiamo dire che principalmente tutti i dettagli di questo libro e del nostro esame, tendono a enfatizzare il rapporto straordinario fra Dio, il Padre sovrano sovrano sovrano sovrano del regno, Cristo il compitore dell'opera compitore dell'opera compitore dell'opera compitore dell'opera e la chiesa come mediatricemediatricemediatricemediatrice, nel suo più alto ministero... Intercedere .Intercedere .Intercedere .Intercedere . Basti dunque l'accenno su Israele, secondo che è doveroso. Continuando a studiare i rapporti di Cristo e la chiesa leggiamo, abbreviando, nel verso 10 e 11 quanto segue: “Il settimo giorno ( si noti, settimo giorno )quaquaquaquannnndo do do do il cuore del re era allegro per il vinoallegro per il vinoallegro per il vinoallegro per il vino, ordinò a sette suoi sette suoi sette suoi sette suoi eunuchi, che servivaneunuchi, che servivaneunuchi, che servivaneunuchi, che servivanoooo alla sua presenza, di chiamare la alla sua presenza, di chiamare la alla sua presenza, di chiamare la alla sua presenza, di chiamare la regina,regina,regina,regina, farla venire davanti al re con la corona reale, per mostrare la sua bellezza ”. Il settimo giorno è il tempo in cui il re fa chiamare la regina (la chiesa). Così come ci sono state sette epoche della chiesa, da Cristo a noi, arrivati che siamo alla settima e ultima epoca, Dio sta preparando e chiamando i Suoi a presentarsi davanti a lui prima del suo ritorno, oramai imminente. In queste epoche Dio ha mandato dei messaggeri (i 7 spiriti, le 7 stelle), uno per ciascuna epoca in modo che Cristo potesse così...: “Camminare in mezzo ai 7 candelabri d'oro ” (Apocalisse 2:1). In questa settima e ultima epoca della chiesa, Dio sta chiamando i Suoi a presentarsi davanti a lui. Perché nel Suo camminare in mezzo ai candelabri, quindi in queste epoche nelle sue 7 dispensazioni, Egli forma la Sua

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chiesa per incontrarla. Per presentare la sua bellezza nel regno e portarla nel palazzo delle nozze. Questo è il piano di Dio (Efesini 5:27). Mi sento di esprimere una nota di chiarimento, in merito alle esagerazioni intorno ai 7 messaggeri; specie nell'ultimo, quello dell'epoca in cui viviamo. Purtroppo avviene che, quando Dio manda un messaggero, e finito che ha il suo corso, alla sua morte, i seguaci e quelli che vengono appresso, fanno come tanti sciacalli: “Si Si Si Si avventano sulla sua testimonianza, e sul messaggio che avventano sulla sua testimonianza, e sul messaggio che avventano sulla sua testimonianza, e sul messaggio che avventano sulla sua testimonianza, e sul messaggio che ha lasciato in eredità. sbranandolo con la propria fha lasciato in eredità. sbranandolo con la propria fha lasciato in eredità. sbranandolo con la propria fha lasciato in eredità. sbranandolo con la propria fantasia antasia antasia antasia rrrreligiosa e teorie, come chi noneligiosa e teorie, come chi noneligiosa e teorie, come chi noneligiosa e teorie, come chi non conosce nulla della conosce nulla della conosce nulla della conosce nulla della rivelazione e guida dello Spirito, lasciano i brandelli di un rivelazione e guida dello Spirito, lasciano i brandelli di un rivelazione e guida dello Spirito, lasciano i brandelli di un rivelazione e guida dello Spirito, lasciano i brandelli di un messaggio ormai dilaniatomessaggio ormai dilaniatomessaggio ormai dilaniatomessaggio ormai dilaniato,,,, ahimèahimèahimèahimè,,,, putrido e fetidoputrido e fetidoputrido e fetidoputrido e fetido” ...Per questo la chiesa è malata. Non perché il messaggio del fratello Branham è sbagliato, ma perma perma perma per gli abusi con cui lo si gli abusi con cui lo si gli abusi con cui lo si gli abusi con cui lo si presenta e la mpresenta e la mpresenta e la mpresenta e la mancanza di intendimento e sopra ancanza di intendimento e sopra ancanza di intendimento e sopra ancanza di intendimento e sopra tututututtttto di to di to di to di carità. carità. carità. carità. Lo dico con la mano sul cuore e il capo chino. Qual è la soluzione ancora oggi per noi? Cosa si avrebbe dovuto fare? La risposta è semplice e non in tanti versi della scrittura, diciamo in forma teologica, ma ma ma ma semplisemplisemplisemplicemente nei significati di un cemente nei significati di un cemente nei significati di un cemente nei significati di un linguaggio ancora linguaggio ancora linguaggio ancora linguaggio ancora mistico, e considerando i limiti delle varie stature e mistico, e considerando i limiti delle varie stature e mistico, e considerando i limiti delle varie stature e mistico, e considerando i limiti delle varie stature e condicondicondicondizioni delle anime.zioni delle anime.zioni delle anime.zioni delle anime. Per contemplare di più la figura del figlio dell'uomofiglio dell'uomofiglio dell'uomofiglio dell'uomo. Il mio suggerimento è questo, avendolo applicato in prima su me stesso: Esaminando i versi 16 e 17 di Apocalisse 1, vediamo che il figlio dell'uomo aveva 7 stelle nella sua mano destra. Sette

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messaggeri, 7 messaggi sono tenuti nella sua mano, siamo nel territorio dello spirito e vogliamo considerare le figure, le immagini, per imparare dal grande Artista. La mano ha 5 dita come 5 sono i ministeri nella chiesa, (Efesini 4:11). Il messaggio per la chiesa è tenuto (custodito, protetto) dai 5 ministeri. Messaggio di riposoriposoriposoriposo e di pacepacepacepace in cui Cristo è eletto Re e con la sua chiesa governa il regno millenario... Il settimo millennio in Il settimo millennio in Il settimo millennio in Il settimo millennio in noi, in ispirito...Il riposo. noi, in ispirito...Il riposo. noi, in ispirito...Il riposo. noi, in ispirito...Il riposo. Questa mano (i 5 ministeri) si apre e luce di 7 colori emana: “Il suo splendore era come la luce, raggi si raggi si raggi si raggi si sprigionavano dalla sua mano sprigionavano dalla sua mano sprigionavano dalla sua mano sprigionavano dalla sua mano e là era nascosta nascosta nascosta nascosta la sua potenza ” (Habacuc 3:4) ...Il messaggio delle 7 stelle. Così, questi 5 ministeri si aprono e con timore di Dio, con amore, con le molle (santa distanza, rispetto), con prudenza e saggezza Divina, portano e danno il messaggio saziando la chiesa. “Gli occhi di tutti guardano a te con aspettazione aspettazione aspettazione aspettazione e tu dai loro il cibo a suo tempo. Tu apri la tua mano e appaghi il desiderio di Tu apri la tua mano e appaghi il desiderio di Tu apri la tua mano e appaghi il desiderio di Tu apri la tua mano e appaghi il desiderio di ogni essere viventeogni essere viventeogni essere viventeogni essere vivente ” (Salmo 145:15,16). L'apostolo Giovanni, rapito nella visione del Cristo glorificato, cadde come morto e...: “Ma egli mise la sua mano destra mano destra mano destra mano destra su di me...su di me...su di me...su di me...” (Apocalisse 1:17). Quella mano che teneva le 7 stelle si posò su Giovanni, dandogli vita. Così i 5 ministeri, nel loro lavoro di far risplendere i raggi di luce e i suoi colori, delle 7 stelle, con misura, recano vita vero ammaestramento e benedizione. I 5 I 5 I 5 I 5 ministeri hanno e ministeri hanno e ministeri hanno e ministeri hanno e tengonotengonotengonotengono (la mano) il candelabro e lo (la mano) il candelabro e lo (la mano) il candelabro e lo (la mano) il candelabro e lo

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usano, non per gonfiare le meusano, non per gonfiare le meusano, non per gonfiare le meusano, non per gonfiare le menti di conoscenza, ma per nti di conoscenza, ma per nti di conoscenza, ma per nti di conoscenza, ma per illuminare il personaggio che è in mezzo ai candelabri.illuminare il personaggio che è in mezzo ai candelabri.illuminare il personaggio che è in mezzo ai candelabri.illuminare il personaggio che è in mezzo ai candelabri. Tutto si concentra in Lui il protagonista, come dice Colossesi 1:16,17. I cinque ministeri, ministrano la ministrano la ministrano la ministrano la rivelazione nelle dispensazionrivelazione nelle dispensazionrivelazione nelle dispensazionrivelazione nelle dispensazioni che Dio ha datoi che Dio ha datoi che Dio ha datoi che Dio ha dato. Specie in quest'ultima, dove ogni cosa viene messa in ordine per il messaggio che Dio ha dato attraverso il settimo messaggero e per il lavoro dei cinque ministeri, per dispensare ordinatamente... VERITA' CON AMORE (Efesini 4 : 15). Una immagine meravigliosa la gustiamo nel verso di Genesi 2 : 10 : “Un fiume Un fiume Un fiume Un fiume usciva da Eden per irrigare il irrigare il irrigare il irrigare il Giardino Giardino Giardino Giardino e di là si divideva per divenire 4 corsidivideva per divenire 4 corsidivideva per divenire 4 corsidivideva per divenire 4 corsi d'acquad'acquad'acquad'acqua ”. In queste parole è illustrato quello che abbiamo detto del messaggio di riposo, come il giglio che riposa nel Signore , Susa , centro del regno .... Messaggio della casa reale – del regno dei cieli. Il fiume è Cristo che irriga il giardino, cioè , ammaestra ciba e feconda la chiesa (il giardino). “Di là si divide per divenire 4 corsi d'acquadivide per divenire 4 corsi d'acquadivide per divenire 4 corsi d'acquadivide per divenire 4 corsi d'acqua ”. Cristo che fu colpito (diviso spezzato) sulla croce, e da quel momento in poi, la vita di quel fiume scorrerà attraverso (per divenire) quattro vangeli (i 4 corsi d'acqua). Nessuno può togliere un vangelo e dire: “Tanto ce ne sono altri tre “. Diciamo così; l'immagine di Cristo ha bisogno di una raffigurazione quadrangolare. Quattro è un grande numero nella scrittura. Esattamente così; è per il messaggio dell'epoca attraverso il profeta e dell'analisi e riordinamento dei

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ministeri, mi si permetta, come se venisse rielaborato per spartirlo a tutti secondo quanto possono portare e intendere. Il lavoro dei cinque ministeri porta il messaggio rielaborato a un linguaggio più vicino alle anime, pur rimanendo inalterato nella sua sostanza. Lo scopo è quello che venga inteso con misura precisione e serenità. Quindi, come il fiume partì da Eden, che significa delizia (ed era uno) di là (si noti il di là, cioè arrivato ai pressi del giardino, la chiesa) si divideva per divenire (spartizione, trasformazione, dispensazione) quattro corsi d'acqua. Così come il messaggio è stato mandato da Dio ed è pervenuto alla chiesa, nella chiesa (il giardino, in quel: di là si divideva) vengono chiamati in causa i cinque ministeri (che come una mano afferrano il candelabro) questi, spartiscono il messaggio dosandolo e trasmettendolo con quella cura e considerazione per quanto le anime possono portare. E' secondo il metodo del figlio dell'uomo parlare secondo che si può capire, (Marco 4 : 33). Questa è la ricetta che personalmente mi ha guarito davanti a Dio. Torniamo al verso 10. Il settimo giorno dunque, è il tempotempotempotempo in cui il Re chiamachiamachiamachiama la chiesa a presentarsi davanti a Lui, il quandoquandoquandoquando è il momenmomenmomenmomento propizioto propizioto propizioto propizio, cioè: “Quando il cuore del re era allegro per il vino allegro per il vino allegro per il vino allegro per il vino “.... Il vino, nel linguaggio biblico è la gioia della rivelazione, (1 Pietro 4:13). Come la chiesa ha comunione con Cristo nel prendere il pane e il vino, si rallegrarallegrarallegrarallegra per la gioia che dà la rivelazione, la manifestazione manifestazione manifestazione manifestazione di Lui. Così Dio è ebbro di Così Dio è ebbro di Così Dio è ebbro di Così Dio è ebbro di

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quello stesso vino, di quella gioia quello stesso vino, di quella gioia quello stesso vino, di quella gioia quello stesso vino, di quella gioia di di di di rivelare la sua rivelare la sua rivelare la sua rivelare la sua regina... regina... regina... regina... (v.11) ... “Per mostrare (rivelare) al popolo e ai principi la sua bellezza ”. Il ququququandoandoandoando dunque, è il momentomomentomomentomomento in cui il Re supremo è gioioso di presentare la sua chiesa al mondo, alle chiese, agli angeli. Sette sono gli eunuchi, i servi che portano il messaggio di richiamo e invito a presentarsi davanti al re. Essi servono alla presenza del presenza del presenza del presenza del rererere (v.10); così come i sette spiriti stanno davanti a Diostanno davanti a Diostanno davanti a Diostanno davanti a Dio (Apocalisse 1:4). Ricapitolando: Il settimo giorno è il tempotempotempotempo della chiamata, il quandoquandoquandoquando il cuore del re è gioioso dal vino (della gioia di rivelare la sua sposa) è il momentomomentomomentomomento in cui invia il messaggio. Difatti, nel risveglio pentecostale agli inizi del 1900, l'ebbrezza di Dio di far risaltare e presentare lo stato di una chiesa ristorata nella dottrina e potenza, trovò la sua espressione in quel tempo. Quello fu il momento in cui Dio chiamò la sua chiesa a presentarsi al mondo in un risveglio iniziale, che avrebbe continuato giungendo fino ai nostri giorni, culminando in una manifestazione definitiva, prima del ritorno di Cristo. I 7 eunuchi sono i 7 servitori (le 7 stelle i 7 spiriti) mandati nel corso delle epoche, ossia il loro stesso messaggio. Tutti insieme rappresentano il concentrato del messaggio di pace e riposo, come i 7 colori dell'arcobaleno... Patto di pace. La regina Vashti, dunque, rifiutò di presentarsi davanti al re, ed è da notare la precisazione da parte dello scrittore,

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di come il re la fece chiamare, chiarendo che: “L'ordine era del re, ma le fu trasmesso per mezzo dei 7 eunuchi” (v.12). Il rifiuto della regina ai servitori, di seguirli per comparire davanti al re, ne scatenò l'ira; ne fu irritatissimo. L'ordine, aveva una relazione alla responsabilità sul regno. Per questo motivo, l'invito-comando, era di presentarsi con la corona reale. Nel suo smarrimento e irritazione il re interrogò i sapienti che conoscevano la legge e i tempi. Era questo il modo di fare del re in casi simili (v. 13). Vengono così menzionati nuovamente 7 servi, che sono anche principi, dei quali è detto che sono saggi e che occupano i primi posti nel regno (v:14). Nel verso 15 è il re che fa la domanda ai saggi di corte e anche qui non è menzionato solo l'ordine che il re diede alla regina (perché di quello si trattava principalmente), ma include e si completa nel coinvolgere i mezzi di trasmissione mezzi di trasmissione mezzi di trasmissione mezzi di trasmissione : “Cosa si deve fare alla regina Vashti che non ha eseguito l'ordine del re trasmessole per mezzo trasmessole per mezzo trasmessole per mezzo trasmessole per mezzo degli eunuchi? ”. Da notare come di questi servi, che furono menzionati per nome tutt'e sette, fu proprio il principe menzionato per ultimo, il settimo servitore, che prese la parola e consigliò al re il da farsi, soprattutto per il bene del popolo. Da quest'ultimi 4 versi (dal tredicesimo al (sedicesimo), pare di vedere l'immagine del grande Re che dialoga e si confida, per quanto possa sembrare strano, con il suo esercito celeste. Non è mia intenzione in queste righe

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analizzare nei dettagli, il procedere di Dio con gli angeli, ma suggerisco qualche episodio dove risalta questa confidenza. Precisiamo che Dio non ha bisogno di confidarsi con nessuno, perché nessuno lo può ammaestrare (1 Corinzi 2:16). Piuttosto, è la sua creazione (angeli e uomini) che ha bisogno di vedere un Dio immenso in grandezza quanto in condiscendenza. Egli quindi dimostra la sua condiscendenza amorevole, per coinvolgere nel suo piano i suoi collaboratori. Diamo uno sguardo a ciò che avviene nel primo libro dei re capo 22:19-22. Il Signore fece una domanda all'esercito celeste: “Chi sedurrà Achab perché salga e perisca a Ramoth di Galaad? ”. Uno spirito si fece avanti e si propose dicendo: “Lo sedurrò io ”. Il Signore disse ancora: “In che modo? ”. Lo spirito rispose proponendo la sua strategia e Dio gli disse: “Esci e fa così ”. Iddio sapeva invero, chi e come si sarebbe svolta la storia, ma Lui rivela e dimostra la sua grande condiscendenza e condivisione nel relazionarsi con le sue creature, tanto celesti che terrestri. Benedetto Iddio, che nella sua condiscendenza, parlando il linguaggio degli inferiori sa come ispirare, elevando il debole portandolo a quella predisposizione di intendere i piani dell'infinito.... Sappiamo del profeta Isaia, di quando ebbe quella meravigliosa visione dopo la morte del re Uzziah, che un serafino volò da lui toccandogli la bocca con il carbone ardente.

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Come gli fu detto che il suo peccato era espiato, sentì una voce del Signore che diceva: “Chi manderò e chi andrà per noi? ”. Isaia rispose: “Manda me ”. Questa volta il candidato era un essere terrestre. Anche in questo caso, Dio non sapeva chi sarebbe andato per lui fra il suo esercito? Forse che Dio non è in grado di dire: “Io scelgo te. Tu farai così. Io ti mando per...”. Due mondi di una grande stella ci sono di fronte: Uno riguardante i grandi orizzonti, fino all'immenso del cielo, delle stelle delle galassie e dell'infinito. L'altro: Riguardante un mondo fatto di cellule, impercettibile all'occhio. In entrambi i mondi, l'occhio umano non può raggiungere l'infinita grandezza e la microscopica piccolezza. In questi due confini e contrasti l'amore di Dio, alto quanto non si può raggiungere, profondo quanto non si può investigare, ci porta a considerare quanto grandi sono le viscere di misericordia del nostro Dio. Un altro esempio che di Dio illumina il meraviglioso carattere, lo troviamo in Esodo 32:9-14 ; dove Dio diceva a Mosè che avrebbe distrutto il popolo di Israele, perché ribelle. Mosè intercedette, la qual figura corrisponde Cristo, e nel verso 14 è detto: “Così l'Eterno cambiò intenzione circa il male che aveva detto di fare al suo popolo ”. In questi tre episodi, non vediamo la figura di Dio debole e limitato, e a proposito di questo desidero esprimere note poetiche a riguardo:

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Celestial veduta agli occhi innaCelestial veduta agli occhi innaCelestial veduta agli occhi innaCelestial veduta agli occhi innamorati,morati,morati,morati, del grande cuore di un Dio di meraviglioso amore.del grande cuore di un Dio di meraviglioso amore.del grande cuore di un Dio di meraviglioso amore.del grande cuore di un Dio di meraviglioso amore.

Amor condiscendente e Paterno,Amor condiscendente e Paterno,Amor condiscendente e Paterno,Amor condiscendente e Paterno, che per l'intensa grazia colori inventa,che per l'intensa grazia colori inventa,che per l'intensa grazia colori inventa,che per l'intensa grazia colori inventa,

e di soavi odor si cinge.e di soavi odor si cinge.e di soavi odor si cinge.e di soavi odor si cinge. Di calor ardente il cuore inonda il baglior soave,Di calor ardente il cuore inonda il baglior soave,Di calor ardente il cuore inonda il baglior soave,Di calor ardente il cuore inonda il baglior soave, che il Gran Cuore spoglia l'intimo Suo respir,che il Gran Cuore spoglia l'intimo Suo respir,che il Gran Cuore spoglia l'intimo Suo respir,che il Gran Cuore spoglia l'intimo Suo respir,

chchchche l'animo or mi schianta,e l'animo or mi schianta,e l'animo or mi schianta,e l'animo or mi schianta, ai Suoi piè crolla...ai Suoi piè crolla...ai Suoi piè crolla...ai Suoi piè crolla...

... sela ...... sela ...... sela ...... sela ...

Benedetto sia il nome del Signore.

Tornando al soggetto, dicevamo che il settimo principe menzionato espresse il suo consiglio secondo la legge, difatti la domanda del re fu: “Secondo la legge Secondo la legge Secondo la legge Secondo la legge che cosa si deve fare...? ” (v.15). Abbiamo visto che nella corte del re , vi erano sette eunuchi che lo servivano, portando i suoi ordini come messaggerimessaggerimessaggerimessaggeri; oltre a questi, vi erano anche sette principi di Media e di Persia, uomini saggi che conoscevano la legge e i tempiconoscevano la legge e i tempiconoscevano la legge e i tempiconoscevano la legge e i tempi. Attraverso gli uni (i principi saggi) il re si identificava alla legge e a ciò che riguarda la sapienza. Attraverso gli altri (gli eunuchi) si occupava della esecuzione, inviava messaggi e ordini, facendone la sua ambasciata, come per estendersi ed allargarsi attraverso di loro. Queste due classi, in origine ci rappresentano come Dio ha ed usa tanti servitori per svolgere la sua opera, ma

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dà anche l'idea di due aspetti o caratteristiche, due fasi di uno stesso ministerio. Possiamo identificarli ai sette spiriti che stanno davanti a Dio (Apocalisse 1:4) e alle sette stelle che sono nella sua mano (Apocalisse 1:16). Ricordiamo le sette spighe e le sette vacche del sogno di Faraone, erano una stessa cosa nel loro significato con due caratteristiche differenti. Torniamo ai servi del re, i quali possono essere accostati ai sette spiriti e alle sette stelle, che sono i sette messaggeri delle sette chiese. In essi vediamo la fase del servizio nel portare il messaggio come ambasciatori (gli eunuchi) e del consiglio e rivelazione della legge o parola di insegnamento autorevole (i principi saggi). Oh... Sapienza Divina. Il come Dio attraverso gli uni si espande e raggiunge l'umanità, portando il messaggio di redenzione, invitando a presentarsi davanti a Lui. Negli altri si riveste di quel mistero di intercessione e condiscendenza da ispirareispirareispirareispirare sapienza e rendere saggi i Suoi principiSuoi principiSuoi principiSuoi principi portandoli ed elevandoli alla legge perfetta. Il messaggio del settimo principe fu in sintesi questo: Che la regina ha fallito verso il re e verso il popolo, provocando un turbamento ad onde che avrebbe fluttuato in tutto il regnotutto il regnotutto il regnotutto il regno, non solo quello di Susa ma in tutte le provincie del regno di Media e di Persia. Ciò che succede in alto si riversa in basso. Anche per Lucifero fu così. Fu lui che peccò nel pronunciare e credere per primo alla parola IoIoIoIo, e così il cielo fu infettato di un altro pronome oltre quello assoluto di Dio. Se guardiamo bene

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tutta la storia del peccato iniziò da li e dallo stesso lavoro di seduzione in Eva nel indurla a credere nell'io voglioio voglioio voglioio voglio, io io io io possopossopossoposso. Così la tragedia. Quella fase ministeriale principesca, che ama la legge perfetta nel senso della giustizia, mira a neutralizzare ciò che disonora il regno e che porta confusione e ribellione. Nella soluzione esecutiva proposta da Memucan, non vediamo solo una fredda manovra legale, il piacere di applicare regolamenti nel nome della legge. La storia è piena di fatti in cui giudici e avvocati, hanno così fatto in molte occasioni e dalla cui applicazione isterica e fiscale alla precisione dei codici, molte morti e condanne innocenti ahimè hanno causato. Memucan parlò dell'errore e insulto al re e la sua ripercussione sul regno (v.16). La preoccupazione principale nel verso 17 non era tanto quella di applicare la legge, quanto che l'atto pubblico di disubbidienza e ribellione, portasse nelle provincie del regno, un motivo di incoraggiamento per le donne di disprezzare i loro mariti. Come l'atto ribelle fu compiuto in alto e risaputo nel regno, anche necessitava che fosse punito in alto, onde come balsamo guaritore che seguiva la prima ondata negativa, giungesse come risposta per mettere le cose a posto e dare esempio e farne lezione. Se guardiamo bene come stanno le cose circa la chiesa è opportuno notare, come è detto nella scrittura, che il giudizio ha da iniziare dalla casa di Dio (1 Pietro 4:17).

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Susa (giglio) deve fare attenzione alle spine da cui è circondata (Cantico 2:2), per questo necessita di correzione e purificazione, altrimenti rimane soffocata e soffocata e soffocata e soffocata e infruttuosainfruttuosainfruttuosainfruttuosa (Matteo 13:22). Dio toglierà l'inimicizia tra Efraim (fruttifero) e Giuda (lode), (Isaia 11:13). Non lode che abbaglia elettrizza e stordisce, piuttosto, una santa scarica di profondaprofondaprofondaprofonda emozione spirituale che porti fruttoporti fruttoporti fruttoporti frutto, rimuovendo le spine intorno a noi. Per coloro che sono paragonati a Susa, diciamo questo: Fra lei e il Gran Re vi è una relazione speciale, perché lei sa che...” Il mio diletto (Eden) è scesoscesoscesosceso (grande parola. Fa pensare alla umiliazione di Cristo) nel mio giardino... A cogliere gigligigligigligigli ” (Cantico 6:2). Per questo motivo è necessario che Susa (giglio) sia pura, priva di ogni ribellione (spine). Abbiamo già detto che i gigli non faticano e non filano, perché e per ciò sono nel riposo del Signore, nelle Sue mani. Quindi si fanno raccogliere perché riconoscono quella manoriconoscono quella manoriconoscono quella manoriconoscono quella mano. In questo modo l'apostolo Giovanni sperimentò la potenza di quella mano, quando da essa fu raccolto dopo essere crollato ai piedi della di Lui Maestà. Afferrato e raccolto... Come un giglio. Liberati da ogni ribellione ci rimettiamo nelle mani di Dio, per farci raccogliere da Lui. Ci fu dunque la rimozione del ruolo della principessa Vashti (Israele e la chiesa visibile), con una migliore di lei (v.19), che da lì a poco troveranno mediante una elezione delle vergini che il re sceglierà. La decisione fu presa e l'editto fu inviato a tutto il regno. Autorità di Autorità di Autorità di Autorità di

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espansioneespansioneespansioneespansione... Come se il giglio espandesseespandesseespandesseespandesse il suo profumo. Il risultato si vide. E' bello come viene precisato che il re...: “Fece come aveva detto Memucan ”(v.21). E' un po come quando Iddio esaudisce i suoi servi. Dio che risponde e conferma i suoi servitori, i suoi ministri. Del profeta Samuele è detto che nessuna delle sue parole (di Samuele) cadde in terra. Non era Dio che si sottometteva al profeta, bensì era il profeta ad essere sotto il controllo di Dio. Anche in questa ultima epoca, Dio ha inviato il suo profeta messaggero profeta messaggero profeta messaggero profeta messaggero con un incarico preciso e particolare, sebbene Egli abbia usato anche altri, a loro volta, e possiamo dirlo: “Grandi ministeri “. Il Signore è L'Iddio dell'armonia. Come una sola nota non può farefarefarefare la musica, è necessario che ci siano tutte; così un solo ministerio non può fare tutto escludendo altri. Questo non è difficile da capire... E' necessario che si comprenda la caratteristica dominante e lo scopo principale di un ministerio, soprattutto quando quel ministro ha una particolare relazione con il piano dispensativodispensativodispensativodispensativo con cui Dio nutre la Sua chiesa nelle sue diverse epoche. Ogni ministerio lavora secondo l'orbita che Dio gli affida, secondo la vocazione e l'incarico che ha e ognuno collabora secondo quanto ha ricevuto dall'alto. In Dio non vi è disarmonia, altrimenti non sarebbe l'Iddio della pace. E' una grande benedizione quando possiamo vedere che Dio manda i Suoi ministri. Un vero servitore non solo riceve e dà o insegna, stando sempre in una atmosfera di

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benedizioni, ma soprattutto soffre e intercede presso Iddio. Memucan così fece. ...Da meditare. Nel verso 22 è detto: “Mandò lettere a ogni provincia secondo la sua scrittura e lingua. Affinché ogni uomo fosse padrone in casa sua e parlasse la lingua del suo popolo ”. Il Re manda il decreto (messaggio) e i Suoi servi espandono secondo le lingue e scritture delle provincie, onde ognuno capisse il messaggio. Perché Dio parla attraverso i suoi servi secondo quel linguaggio segreto e personale, che le anime possono comprendere. Il ruolo dell'uomouomouomouomo veniva così riconfermato, padrone in casa sua e parlasse la lingua del suo popolo, di quel messaggio. L'Uomo. Dio si fece uomo e così ha messo le cose a posto. Al paralitico di Capernaum Gesù disse: “Alzati, prendiprendiprendiprendi il tuo lettuccio e vattene a casa tua ” (Matteo 9:6). Gesù ha dato comando a quel uomo di prendere il suo lettino, ciò che lo teneva immobile nella sua malattia e condizione, levarsi e andare. Era come una risurrezione, quel comando lo riportò a quella posizione e condizione iniziale iniziale iniziale iniziale (quel conosciuto principio principio principio principio di cui parla 1 Giovanni 1:1) dove lui è nuovamente padronepadronepadronepadrone di portare il lettino e non il lettino portare lui. Nello stesso modo fu ripristinato il ruolo dell'uomo nel regno del re Serse , così come è ripristinato nel regno di Dio.

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(Capo 2:1(Capo 2:1(Capo 2:1(Capo 2:1----20)20)20)20) In questo punto della narrativa, fra il racconto di tutto il capitolo uno e l'inizio del capitolo due, vi è un intervallo di tempo non raccontato. Dalla storia di altri documenti e paralleli storici, risulta quello il tempo che durò quattro anni, in cui il re Serse fece i preparativi per il progetto di invasione della Grecia, che ebbe luogo nel 481 a. C. Secondo Erodoto, calcolati a partire dall'inizio del regno di Serse nel 485-6 a.C. Sicuramente nell'occasione del terzo anno del suo regno, nel 483 a. C. Nel banchetto con i principi di Persia, i 180 giorni servirono sia per preparare i capi di tutte le provincie alla guerra, sia per affascinarli con le ricchezze e la gloria di Serse. Da altre fonti storiche, risulta inoltre che il re voleva vendicare la sconfitta subita da suo padre a Maratona, presso Atene. L'immenso esercito di Serse sconfisse i Greci alle termopili e nell'anno 480 a. C. A sua volta la sua immensa flotta fu sconfitta nella battaglia di Salamina da un numero molto inferiore di navi Greche. L'anno seguente una parte del suo esercito subì ancora una disastrosa e irreparabile sconfitta a Platea nel 479 a. C. In questa stessa data era il settimo anno del suo regno quando tornò a Susa. Nel capo 1 ci troviamo nel terzo anno del re Serse. Nel capo 2 siamo già nel settimo anno. Questi sono in sintesi gli avvenimenti principali dei quattro anni che nel libro di Ester non sono menzionati. Intanto, da quel momento in cui il re era tornato dalle

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guerre contro la Grecia, erano già passati 59 anni dal primo ritorno degli Ebrei, da Babilonia in Palestina, che avvenne nel 538 a.C. Sotto la guida del governatore Zorobabele, che sarebbe poi rimasto come re di Giuda. Cominciò così la ricostruzione del tempio in Gerusalemme, con Giosuè capo religioso e Zorobabele capo politico. Il tempio fu completato nel 515 a.C. Nonostante le persecuzioni da parte dei Samaritani, che erano tra l'altro la discendenza dei Giudei che erano in cattività a Babilonia e che si sposarono con i loro figli e le loro figlie. Era un popolo ormai misto. Questa è la ragione principale dell'avversione che i Giudei nutrivano per i Samaritani, da quel momento in poi fino ai tempi di Gesù. Zorobabele ricevette quindi l'incarico e l'ordine di andare in Palestina, per ricostruire il tempio, dal re Ciro. Il tutto si svolse sotto la sua autorità e la sua reggenza. Il re Ciro era timorato di Dio e fu il Suo strumento per fare l'editto, secondo cui gli Ebrei dovevano partire per ricostruire la casa del Signore, quelli cioè che Dio stesso avrebbe ispirato. Alla morte del re Ciro nel 530 a. C. Regnò il re Dario Istaspe (che fu il padre di Serse, Assuero) dal 521 al 486, quindi il tempio fu ultimato nel periodo della reggenza di Dario. Suo fu l'intervento decisivo di ricercare fra i documenti, nella casa dei tesori a Babilonia, dove fu trovato l'editto del re Ciro circa l'autorizzazione e il comando di ricostruire la casa di Dio. L'intervento di

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Dario fu decisivo visto le frequenti interruzioni e opposizioni di chi calugnava le intenzioni degli Ebrei. Nel 485-6 a. C. Serse successe al trono in luogo di suo padre Dario e le persecuzioni contro gli Ebrei continuarono, tanto da bloccarne ancora molti in Babilonia, possiamo dire, la maggior parte. Possiamo leggere questo in Esdra 4:4-7 : “Allora la gente del paese si mise a scoraggiare il popolo di Giuda e a spaventarli, perché non costruissero. Inoltre assoldarono alcuni consiglieri contro di loro per frustrare il loro intento, e ciò per tutto il tempo di Ciro, re di Persia, fino al regno di Dario re di Persia. Durante il regno di Assuero, all'inizio del suo regno, essi scrissero una lettera di accusa contro gli abitanti di Giuda e di Gerusalemme. In seguito, al tempo di Artaserse, Bishlam, Mithredath, Tabeel e gli altri loro colleghi scrissero ad Artaserse, re di Persia....”. Artaserse non centra con la costruzione del tempio, fu menzionato da Esdra con lo scopo di evidenziare quanto è durata e quanto dura fu l'opposizione dei Babilonesi come anche dei Samaritani, popolo misto. Quest'ultima lettera al re Artaserse da parte dei nemici degli Ebrei, che leggiamo dal verso 7 al 23 , vuole spiegare dei fatti di accusa con l'intento di bloccare i lavori, per impedire di portare a termine la riedificazione delle mura di Gerusalemme. Dal verso 24 Esdra riprende la narrativa sospesa, dal verso 5 . Sempre dal capitolo 4 dal verso 1 a 5 vediamo come strisciano i serpenti della distruzione, simulando aiuto e

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considerazione, con la richiesta di volere aiutare a costruire, quando nelle intenzioni vi era l'opposto. Ma Dio, che veglia sulla sua casa, ha uomini pronti a dire no. La casa del Signore la possono costruire solo La casa del Signore la possono costruire solo La casa del Signore la possono costruire solo La casa del Signore la possono costruire solo coloro che hanno ricevuto incarico da Lui stessocoloro che hanno ricevuto incarico da Lui stessocoloro che hanno ricevuto incarico da Lui stessocoloro che hanno ricevuto incarico da Lui stesso, (Esdra 1:1,5 ; 4:3). Quindi questa lotta, persecuzione e scoraggiamento, durò gli anni di reggenza dei tre re: Ciro, Dario e Serse (Assuero) di Artaserse solo in parte. Tutto questo per dire che in Ester 3:6-11, dove si parla di Haman il primo dei principi, che stavano alla corte del re Serse, fece in modo di ottenere un decreto per sterminare gli Ebrei, rilegandosi all'opposizione che già esisteva da tempo nelle provincie del re. Questo avvenne circa vent'anni prima del secondo ritorno degli Ebrei in Palestina. Quindi, giusto per spiegare quel che è successo e che sarebbe potuto succedere, se Haman fosse riuscito nel suo intento. In quanto che i Samaritani, divenuto popolo misto a Babilonia , e i Babilonesi stessi, essendo gli oppositori avrebbero tratto enorme vantaggio e ci sarebbe stata un alleanza irrefrenabile. Per gli Ebrei sarebbe stata la fine. Gli oppositori infastidirono i lavori per il tempio e le relative partenze. Nonostante che i lavori per il tempio fossero ultimati già da tempo, questa persecuzione continuava, come abbiamo già detto, fino alla ricostruzione delle mura che erano in progetto di sistemazione. I contribuenti Ebrei diminuivano tanti quanti ne partivano. Per il regno Persiano era una perdita notevole. Mentre, con il decreto di Haman potevano,

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aggregandosi a lui, ottenere lo sterminio completo degli Ebrei. E' evidente che l'onda gigantesca sarebbe stata distruttiva, tale da impedire quindi: Il continuo e definitivo ritorno degli Ebrei in Palestina, la ricostruzione delle mura di Gerusalemme e il riordinamento del culto al Signore di Israele, per la venuta del messia, che sarebbe avvenuta 400 anni dopo la fine della ricostruzione delle mura. Inoltre, Israele sarebbe rimasto in Babilonia a lei asservita e avrebbe subìto l'assedio e conquista di Alessandro Magno. Ma le cose, per volere di Dio sono andate diversamente, perché Alessandro Magno conquistò Babilonia e vi regnò intorno il 332 a. C. fino al 323 a. C. L'anno della sua morte. Quindi, un centinaio d'anni dopo il secondo ritorno di Nehemia, quando cioè tutto Israele era tornato nella sua terra. Si racconta tra l'altro che Alessandro, quando conquistò e assediò Damasco, Sidone e Tiro di lì fece sapere a Jeddoa, sommo sacerdote Ebreo, che esigeva la sua sottomissione e viveri per il suo esercito. Jeddoa non accettò, rifiutando di essere suddito di un tale conquistatore. Irritato, Alessandro, partì per regolare i conti verso Gerusalemme. Il suo arrivo terrorizzò gli Ebrei, ma Jeddoa aprì le porte e, vestito con i paramenti sacerdotali, gli andò in contro, e a meraviglia di tutti, il grande conquistatore gli si gettò ai piedi ed adorò il Dio di Jeddoa. Spiegò poi che prima di partire dalla Macedonia aveva avuto una visione di Dio, vestito degli abiti del sommo sacerdote e che gli aveva promesso

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la vittoria sulla Persia. Alessandro da quel momento accordò agli Ebrei numerosi privilegi speciali. Da tutto questo possiamo comprendere il grande valore e l'importanza che ha avuto l'intercessione di Ester e il lavoro di Mardocheo. Propongo una tabella storica per illustrare il corso degli eventi:

- 70 anni di prigionia.

( 1° partenza, ricostruzione tempio con Zorobabel ) 538 – 515.

Profeta Aggeo 520. Profeta Zaccaria 520 – 518.

- Intervallo di 57 anni.

(Esdra, risveglio del popolo e sua 2° partenza ) 458 – 456.

- Intervallo di 12 anni.

(Ricostruzione delle mura con Nehemia) 444 – 432.

- Secondo ritorno di Nehemia 430 (?).

- 400 anni di silenzio… Nascita di Cristo.

( Re Ciro) Salito al potere nel 559, come re di Anshan. Successivamente divenne

re dei Medopersiani intorno al 550 a.C. Conquistò Babilonia nel 539 e divenne

re. Da qui è detto: “Il primo anno del suo regno”, ( Esdra1:1 ). Morì nel 530.

(Dario Istaspe) Regnò dal 521 – 486 . (Serse, Assuero) Regnò dal 485 – 465 .

(Artaserse) Regnò dal 464 – 424 .

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Possiamo vedere come nel libro di Ester ci troviamo nel periodo dell'intervallo tra la prima rimpatriata e la seconda. Al ritorno dunque dalle guerre e sconfitte contro la Grecia, il re Serse voleva trovare consolazione nel suo harem. Si ricordò di Vashti e del provvedimento preso a suo riguardo. Così i servi del re riproposero, visto che il re sarebbe rimasto a Susa, di cercare delle fanciulle vergini e di bell'aspetto. Fu questo il consiglio dei servi del re. Stabilire commissari che radunino tutte le fanciulle vergini e di bell'aspetto, di tutte le provincie del regno e le portino a Susa. L'eunuco Hegai era incaricato alla sorveglianza delle donne fornendo loro gli unguenti per purificarsi. La proposta fu conclusa così: “La fanciulla che piacerà al re diventi regina al posto di Vashti “ (v. 3-4). La proposta piacque al re e così fu fatto. Anche Dio cerca delle vergini. Nessuno di noi può dire di essere vergine e di bell'aspetto, in senso spirituale, ma vi è qualcosa da cercare e vedere dentro di noi, nelle nostre radici spirituali. Dio conosce la nostra origine e la nostra fine, Lui sa di quel Divino e lungimirante sapere, chi nasconde in se quelle caratteristiche... Vergine e bella. Ovviamente il Signore ricerca in noi predisposizione, che qualifica un po la nostra esistenza e sempre Lui è quegli che mettendo le mani su noi, ci lavora con quella Sapienza e autorità per purificarci e divenire puri e belli. Vergini per dire puri e santi, per appartenere a Lui solo.

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Belli, per trasmettere la Sua bellezza che è l'effetto di quella purificazione, che Dio esegue in noi. Tutto questo ci rende idonei per entrare nella casa reale e condividere questa purezza con il nostro Re supremo. La purificazione è un lavoro meraviglioso che Dio fa in noi in un cammino acceso di disciplina, dove per la sua guida, ritorniamo a essere come fanciulli in una nuova nascita. Il nostro cuore, per dire anche la coscienza, diviene più sensibile alle cose dello Spirito, agli avvisi del cielo. Così si entra in una comunione spirituale che feconda la nostra vita se continuiamo a camminare con Lui. Dio manda i suoi commissari, i suoi angeli, i suoi servi per evangelizzare e chiamare. Vediamo questo anche nella parabola dei lavoratori delle diverse ore, come Dio cerca operai che lavorino per Lui (Matteo 20:1-16). Ancora, come vi è il mandato per i servi nella parabola del gran convito (Luca 14:15-24). Gli invitati, in prima linea sono Israele. A loro per primi Dio chiama, ma perché rifiutano vengono scartati per un certo tempo. Gli altri, delle vie e delle siepi, sono i gentili, i popoli. Gesù chiama tutti comunque, e ci saranno sempre quelli che accetteranno e quelli che rifiuteranno, che si riferisca a Israele o ai gentili... Gesù chiama! Non tutti saranno la chiesa eletta, la regina, quella che chiameremmo la sposa... Ma ci saranno anche le donzelle. Queste donzelle le possiamo identificare con le cinque vergini stolte, con le figlie di Gerusalemme nel Cantico dei Cantici, le quali seguivano e consultavano la Shulammita, vedendo in lei il riflesso

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più alto e attendibile da seguire. Difatti nel Cantico 8:8, la Shulammita chiama in causa davanti allo sposo, cioè intercede in favore, di una sorella minoresorella minoresorella minoresorella minore, diciamo, non ancora sviluppata. Nel verso 9 è descritta di fronte al suo destino..: “Se è un muro, costruiremo su di lei un palazzo... Se è una porta, la rafforzeremo... “. Nel verso dieci è chiara l'opinione e la stima della sorella minore verso la maggiore; è proprio la Shulammita che parla: “Io sono un muro (stesso titolo e confronto con cui è stata paragonata la sorella minore) e le mie mammelle sono come torri (stesso accenno fatto alla sorellina per dire che ancora doveva crescere, svilupparsi) per ciò per ciò per ciò per ciò ai suoi occhi ai suoi occhi ai suoi occhi ai suoi occhi sono diventata come sono diventata come sono diventata come sono diventata come colei chcolei chcolei chcolei che ha e ha e ha e ha trovato pace trovato pace trovato pace trovato pace “. La Shulammita, la sposa regina, è agli occhi della sorella minore, come anche delle figlie di Gerusalemme e di Sion: colei che ha trovato pace. colei che ha trovato pace. colei che ha trovato pace. colei che ha trovato pace. Ma vi è un altra versione di questo verso del Cantico: Nel verso otto e nove, si parla della sorella minore; nel verso dieci è sempre la sorella minore che parlerebbe di se nei confronti della Shulammita. Come parlando e dimostrando la sua crescita, ai suoi fratelli, alla Shulammita e al re Salomone. Ho voluto precisarlo per dire che accetto tutt'e due le versioni, da un punto di vista spirituale si intende, perché in entrambi i casi vi è il senso della realtà e perfettamente in ordine con le due condizioni, nella loro relazione e nel loro destino. Vogliamo dire: Anche la sorella minore crescerà e dirà come la Shulammita. Dicevamo, di colei che ha trovato pace, pace è grande

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parola nella scrittura, essa è riconciliazione stabile se dimoriamo in Cristo attraverso il suo sacrificio, e un continuo riconciliarci a ogni disubbidienza alla sua guida... Armonia con Cristo. In effetti, la riconciliazione non è solo un atto definitivo come è detto in Romani 5 : 1, dove è detto: “Giustificati dunque per fede, abbiamoabbiamoabbiamoabbiamo (presente) pace con Dio, per mezzo di Gesù Cristo...”. Per Cristo siamo riconciliati con Dio come creatore e Padre. Nei confronti di Cristo abbiamo bisogno di una continua riconciliazione anche sulla base di piccole disubbidienze, che non vanno a ledere la salvezza per la fede (la dove siamo riconciliati con Dio), ma vanno a determinare il fine della superna vocazione, come dice Paolo: “... di Dio in Cristo ” (Filippesi 3:14). Cioè, se saremo candidati a essere regina o donzella, che passa davanti al re, rimanendo nel palazzo reale ma nella seconda stanza seconda stanza seconda stanza seconda stanza delle donne, senza ricevere la corona (Ester 2:14). Il comandamentocomandamentocomandamentocomandamento è più che il solo ubbidire a regole riportate nella scrittura, è qualcosa che va al di là della parola, esso raggiunge la voce della parolavoce della parolavoce della parolavoce della parola. Gli angeli ubbidiscono a quella (Salmo 103:20). Gesù stesso disse: “Le mie pecore conoscono la mia voce ed io le conosco ed esse mi seguono “ (Giovanni 10:27). Si parla di ascoltareascoltareascoltareascoltare la sua voce e di seguire,seguire,seguire,seguire, esattamente come è detto in 1 Giovanni 2:6 : “Chi dice di dimorare in lui deve camminare (Quel seguire lui) anch'egli come camminò lui ”.

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... Questo è il comandamentoQuesto è il comandamentoQuesto è il comandamentoQuesto è il comandamento. Siamo misurati dalla ubbidienza di come ascoltiamo e distinguiamo la Sua voce e se, o come camminiamo in armonia a quella voce; così così così così siamo nella parolasiamo nella parolasiamo nella parolasiamo nella parola. Vi è molto da dire sull'argomento: Parola (od anche la scrittura) e voce, ma non possiamo intrattenerci altrimenti usciremmo dal nostro lavoro immediato. Lo scopo della ricerca dunque, era di trovare unaunaunauna vergine di bell'aspetto, frafrafrafra le vergini di bell'aspetto in tutto il territorio del regno. I commissari, sono mandati, come abbiamo già detto, per radunarle nella cittadella di Susa, nella casa delle donne, (luogo di aspettazione e di preparazione). Affidate ad un eunuco, Hegai, anche guardiano delle donne, era il sorvegliante e procurava gli unguenti per la purificazione. Dio ci affida sempre ai Suoi ministri a seconda del compito che anno, nella linea di ministerio che hanno ricevuto per dare cioè quegli unguenti di purificazione che ci permettono di presentarci davanti al Re. Ritorniamo così a quello che dicevamo sulla mano, che ci rappresentano i cinque ministeri, i quali , nella loro armonia, detengono la responsabilità della luce delle sette stelle. L'amministrazione del candelabro. Un altro elemento lo troviamo in Giovanni 10:28, dove è detto: “... E nessuno li rapirà dalla mia manomia manomia manomia mano ”. Non solo le sette stelle (il candeliere) dunque sono in quella mano (i cinque ministeri) ma anche le pecorelle del Signore.

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In effetti a questo si riferisce lo scrittore in Ebrei 13:17: “Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro perché essi vegliano sulle anime vostre, come chi ha da vegliano sulle anime vostre, come chi ha da vegliano sulle anime vostre, come chi ha da vegliano sulle anime vostre, come chi ha da renderne conto...renderne conto...renderne conto...renderne conto...”. Ognuno per parte sua, ogni ministro deve avere chiara la linea della sua chiamata e vocazione, e Dio, colui che muove tutte le cose, userà ognuno in base a quel che può dare e quel che la chiesa abbisogna. Ciò che un ministro può dare è una parte di quell'unguento che serve per la purificazione del credente. Ora, nel verso cinque appare la meravigliosa figura di Mardocheo, il cugino di Ester, quando, in modo curioso viene detto di lei che non aveva ne padre ne madre, che era di bell'aspetto e che alla morte dei genitori, Mardocheo la prese come una figlia (v. 6). Non aveva ne padre ne madre. ne padre ne madre. ne padre ne madre. ne padre ne madre. Questa espressione solleva un ricordo... Sappiamo di un altro personaggio del quale è ricordato questo particolare. Melchisedek, anche lui non aveva ne padre ne madre. Non vogliamo soffermarci sul significato di questo particolare in merito alla identificazione del personaggio. Bensì, prendere il senso per noi, per imparare. Vogliamo dire che, anche ognuno di noi quando incontra Cristo entra in una nuova famiglia, via via va perdendo la prima; non quella naturale (la parentela) ma quella Adamitica, riferita alle cose che appartengono a noi circa le tendenze peccaminose. Anche la creazione viene vista in modo differente. Tutto in Gesù diventa nuovo. Allora il nostro

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Mardocheo (Gesù) appare, ci prende con se e ci alleva come un padre. Man mano che andiamo perdendo nel visibile, avviene quel miracolo di misericordia: “Non vi lascerò orfani ” (Giovanni 14:18). La chiesa di Cristo dunque perde padre e madre, nel senso delle origini di provenienza adamitica nei legami naturali, terreni, che si legano alla nostra natura di peccato. Adamo è definito nostro padre, per ricordarci che discendiamo da colui per cui venne la morte. Conoscendo Cristo, l'ultimol'ultimol'ultimol'ultimo Adamo (Non il secondo, come tanti usano dire) abbiamo conosciuto la vita, perché in Lui Adamo muore. Gesù è il principio della nuova creazione, di cui la chiesa regina fa parte principale. Distolti dalla vecchia discendenza, che ci ricorda il peccato e ci tiene legati ad esso, siamo presi, tratti, adottati dal nostro Mardocheo spirituale, Gesù, che ci prende come suoi figliuoli. I nostri genitori ovviamente non hanno nessun riferimento in quanto detto, anzi dobbiamo amarli, rispettarli e onorarli per sempre. E' necessario però tener presente molto chiaramente che per Cristo avviene un distacco anche dalla nostra famiglia terrena. Vi sono missioni e vocazioni particolari che portano lontano, o consacrazioni così profonde che per tanti motivi, non sempre spiegabili, tengono lontani dalla famiglia. Due cose comunque sono imperative. Amare sempre la propria famiglia e amare il Signore al di sopra di tutto e tutti.

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Quando l'ordine del re e il suo decreto furono divulgati le molte fanciulle (Ester era in mezzo di loro), furono radunate nella cittadella di Susa, sotto la sorveglianza di Hegai. Ester piacque subito al servo del re guadagnandosene il favore. Si affrettò così a dargli il suo vitto, gli unguenti necessari per la purificazione e le diede anche sette donzelle scelte nel palazzo del re assegnando loro l'appartamento migliore nella casa delle donne, nella residenza reale (v. 8,9). Coloro che hanno in se queste virtù (che si conoscono per discernimento spirituale) si guadagnano subito il favore, ossia l'affetto dei ministri assegnati da Dio. Vi è come una attrazione interiore, tipo come avvenne alla Shunamita con Eliseo. Senza che ci fosse scambio di confidenze circa il ministerio, disse a suo marito: “Ecco io sono certa io sono certa io sono certa io sono certa che colui che passa sempre da noi è un santo uomo di Dio ” (2 Re 4:9). Fu lo Spirito di Dio che illuminò la donna, la quale gli diede una stanza per ospitarlo e Dio la ricompensò, perché vi era un piano del Sovrano. Il profeta (il ministerio) fu accolto e accudito, e la Shunamita fu benedetta e protetta, diciamo custodita, da quel ministerio. Quando più tardi ebbe un figlio, per intercessione di quel ministerio, quando era appena un ragazzino avvenne che morì e sempre per quel ministerio risuscitò (2 Re 4:14-37). Da meditare. (v.10)Ester portava con se il segreto della sua provenienza e discendenza, che se ne avesse fatto bandiera parlandone

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ingenuamente sarebbe stato un atto forte di imprudenza, che avrebbe potuto compromettere le sorti della provvidenza e del piano di Dio. Fu prudente e ubbidiente all'ordine di Mardocheo. Il sapere che Ester era di origine Ebrea non avrebbe aiutato la situazione, piuttosto peggiorata. Dopo tutto perché mai sul regno Medopersiano, un regno così grande e conquistatore, doveva onorare come sua regina, proprio colei che fa parte del popolo conquistato? Prima era una straniera e schiava in un regno che la ospitava, un attimo dopo è nella casa reale, candidata ad essere regina di tutto il regno. Vi erano pericoli di ogni genere, del resto si sa, nei posti regali in cui è il potere, si nascondono i pericoli maggiori e non mancano coloro che tramano contro i regnanti. Attraverso l'ordine di Mardocheo, Ester tenne lontana da sè la persecuzione e il piano di Dio continuò a scorrere. Anche nella chiesa, nei singoli, vi sono segreti. Ognuno di noi è chiamato a tenere la bocca chiusa, la dove aprendola impropriamente e imprudentemente, si comprometterebbe il piano di Dio. Vi sono cose che Dio ci da, rivelazioni, risposte, comandi che devono rimanere suggellate in noi. In Isaia 8:16 è detto: “Chiudi questa testimonianza, suggella questa legge...”. In Daniele 9:24: “ ... Per suggellare visione e profezia...”. Apocalisse 5:1 : “Un libro..., sigillato con sette suggelli ”. Bastano questi versi da meditare per vedere come non tutto deve essere detto subito, per ogni cosa vi è un tempo. Anche Giovanni sentì la voce di Dio e i sette tuoni fecero sentire

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le loro voci, ma quando si apprestò a scriverle, una voce dal cielo gli disse: “Sigilla le cose che i sette tuoni hanno detto e non scriverle ” ( Apocalisse 5:4). Questo verso più di altri ci mostra come il servo sigilla ciò che ode dal cielo in se stesso, perché la chiesa è una sorgente sigillata (Cantico 4:12). Gesù stesso divietava a coloro che venivano guariti da lui, di non divulgare la notizia, onde non affrettare le persecuzioni. Volevo precisare un particolare su Mardocheo, il quale ci rappresenta Cristo in quella luce che illumina ogni uomo di Giovanni 1:9 . In Giovanni 6:44, 65 è detto: “Nessuno può venire a me se il Padre non lo attira ”. In questo, vogliamo vedere un Gesù accompagnatore perché, come Mardocheo non era ancora salito al potere non essendo ancora parte del regno come secondosecondosecondosecondo solo al re; esattamente come fu per Giuseppe con Faraone, così Gesù è luce sommessa nel segreto del nostro cuore (questo principalmente ci rende vergini e di bell'aspetto) che poi si va innalzando fino a prendere il regno in noi, nella chiesa e in fine nel mondo intero. Difatti è detto di Mardocheo che lui sedeva alla porsedeva alla porsedeva alla porsedeva alla porta ta ta ta del re perché era un anziano (v.21). Questo ci fa pensare che Gesù è comunque la porta, l'accesso alla casa reale, per conoscerlo meglio fino a quando Egli si rivelerà come figlio di Dio e come Dio davanti a noi per la fede. Sono soltanto fasi, tappe che vogliamo evidenziare per far conoscere come Dio lavora gli uomini e soprattutto la Sua chiesa. E' un po come dire che Dio ha un vestito per ogni mansione

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rispettivamente a come possiamo percepire e secondo il percorso che dobbiamo fare. Gesù è l'ingressoingressoingressoingresso e anche la viaviaviavia, come Mardocheo lo fu per Ester. Fu per lui che Ester arrivò al palazzo per il trono, perché lei ubbidiva a Mardocheo come fosse il padre. Nel verso due è l'informazione che Mardocheo passeggiava davanti al cortile della casa delle donne, tutti i giorni, per sapere come stava Ester e cosa si facesse di lei. Mardocheo vegliava su sua cugina quand'era fanciulla e continua ancora, mentre affronta il suo destino. Un uomo come lui sapeva che sulle alte vette vi sono i più grandi pericoli. Vegliava dunque per sapere cosa si facesse di lei. Così il nostro Signore veglia mentre Egli stesso provvede a promuoverci verso cariche elevate e maggiori responsabilità nel palazzo reale. A volte ci sentiamo soli e scoraggiati perché non vediamo il nostro Signore, ma Lui ce. Colui che ci ha presi con se da tenera età non ci abbandona, difatti, “tutti i giorni” passava dal cortile della casa delle donne dov'era Ester. Il periodo di purificazione per le donne era di dodici mesi, numero apostolico. Spiritualmente è come dire che la chiesa è sottoposta ad una disciplina apostolica. Difatti, la chiesa è edificata sul fondamento degli Apostoli e dei profeti (Efesini 2:20). Anche la donna in Apocalisse 12 è coronata di dodici stelle che è l'autorità e dottrina apostolica, che la si ottiene attraverso quella disciplina e

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preparazione di dodici mesi, in cui la chiesa viene purificata e prende su di se tale autorità ricevendo da Dio la corona come sua approvazione. Ovviamente parliamo di mesi simbolici, tempi, periodi che Dio conosce per introdurciintrodurciintrodurciintrodurci ed identificarciidentificarciidentificarciidentificarci alla personalità dottrinale personalità dottrinale personalità dottrinale personalità dottrinale apostolicaapostolicaapostolicaapostolica. Tali corone, vengono gettate ai piedi di colui che siede sul trono per confessare e proclamare che: “Degno sei o Signore, di ricevere la gloriagloriagloriagloria, l'onorel'onorel'onorel'onore e la potepotepotepotenzanzanzanza, perché tu tu tu tu hai creato tutte le cose e per tuatuatuatua volontà esistettero e sono state create ” (Apocalisse 4:10,11). Quanto è preziosa questa fase disciplinare in coloro che stanno davanti a Dio, che spendono tempo davanti a Dio, come Maria ai piedi di Gesù... Lo ascoltava (Luca 10:39). Che Dio ci renda tali ascoltatori, a non cercare gloria per noi stessi, anche se coronatianche se coronatianche se coronatianche se coronati, impariamo a gettare le nostre corone ai suoi piedi... Sua è Sua è Sua è Sua è llll'autorità'autorità'autorità'autorità! L'espressione energica: Gettare, ha lo stesso significato nelle parole di Gesù: “Se uno viene a me e non odia odia odia odia suo padre e sua madre...” (Luca 14:26). Così è, odiamo tutto ciò che promuoviamo al di sopra di Cristo, Gettiamo ogni corona se consideriamo di tenerla per i nostri meriti... Tornando ai dodici mesi di purificazione, questo periodo, veniva diviso in due parti: “Sei mesi per ungersi con olio di mirra e sei mesi con aromi e unguenti vari ” (v.12). Vi è un particolare verso nel Cantico dei cantici dove vengono elencate sostanze aromatiche, sebbene tutto il cantico accenna ad aromi: “I tuoi germogli sono... (14)

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Nardo e croco, cannella e cinnamomo, con ogni specie di alberi di incenso, mirra ed aloe, con tutti i migliori aromi ” (Cantico 4:14). La chiesa regina è dotata di questi valori (aromi) nei suoi princìpi , nel segreto del cuore, sebbene non sappia spiegarselo. Di poi lo Spirito viene a lavorarla attraverso i suoi speciali servi (Hegai), e l'arricchisce facendole tirar fuori dal suo buon tesoro questi aromi, questi tesori spirituali che sono il frutto del lavoro dello Spirito santo. Questi aromi non sono merito di lei, bensì è quel che si assorbeassorbeassorbeassorbe da chi davvero è l'origineorigineorigineorigine di questi aromi:... Lo sposo (Cristo), (Salmo 45: 7,8). Anche nel Cantico si parla di aromi in riferimento allo sposo. La sposa è così innamorata dello sposo che si interessa solo di lui. Verso lui è il cuore, verso lui è lo sguardo. Non alle sue ricchezze, ai doni, al regno ecc. ben sì, a LUI; è la sua persona che lei desidera, e ogni cosa che lo sposo possiede, la sposa, la vede buona e bella solosolosolosolo se lo vedese lo vedese lo vedese lo vede nello sposo nello sposo nello sposo nello sposo e attraverso lo sposoe attraverso lo sposoe attraverso lo sposoe attraverso lo sposo. In conclusione lei è così assorta, rapita dal suo sposo, che desidera aaaappartenerglippartenerglippartenerglippartenergli ed essere come lui. La mirra è un unguento profumato ed aromatico, ricordiamo che fu regalato al bambino Gesù, profezia della sua morte, perché la sua morte doveva essere profumata. Il corpo di Cristo profumaprofumaprofumaprofuma anche quando passa dalla morte e fra i sepolcri. Il corpo di Cristo non da cattivo odorecattivo odorecattivo odorecattivo odore, così la sua chiesa, quando passerà nella valle dell'ombra di morte, non darà cattivo odore.

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Noi siamo il buon odore di Cristo. La mirra veniva impiegata per la purificazione delle donne. Così la chiesa se accetta, non solo la mortemortemortemorte di Gesù, ma anche il moriremoriremoriremorire di Gesù allora sarà purificata e preparata alla risurrezione di volta in volta com'essa si manifesta. “Quando mangiamo di questo pane noi annunziamo (cioè testimoniamo, predichiamo) la morte del Signore...” (1 Corinzi 11:26). Non una morte defragrante, che altrimenti, sarebbe morte comune, senza risurrezione, ma una morte profumata, che dà risurrezione. Un'altra figura che vogliamo ricordare è quella del pesce conchiglia come in Esodo 30: 34-36; il quale è un pesciolino che si nutre di nardo e di erbe profumate. Quando è pescato viene fatto essiccare e poi macinato in modo da effondere profumo, così come per i santi che si nutrono di Cristo con l'unguento dello Spirito Santo, macinati dalla prova che produce morte e risurrezione, emaniamo il buon profumo di Cristo a salvezza (2 Corinzi 2: 14-17). Lavoro di grazia, Hegai (il servo) era il professionista della situazione; purificati dunque con gli unguenti dello Spirito, le donne (le chiese) si presentano davanti al Re. Così le donne andavano dal re la sera e la mattina seguente passavano nella seconda casa delle donne, sotto la sorveglianza di Shaashgaz, guardiano delle concubine. Non più Hegai , ma un altro servo. Uno per le fanciulle vergini, un altro per le concubine, uno le sorvegliava e preparava prima dell'incontroprima dell'incontroprima dell'incontroprima dell'incontro con il re, l'altro per il dopo dopo dopo dopo

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l'incontro l'incontro l'incontro l'incontro , le custodiva per appartenere al re. Per ogni classe o categoria di persone il re ha un servo speciale, così Iddio. La fanciulla non tornava più dal re a meno che il re la desiderasse e la fanciulla in questione fosse chiamata per nomenomenomenome. Ricordiamo le parole di Isaia 43: 1 : “Non temere perché io t'ho redento, ti ho chiamato per nome, tu mi appartieni ”. Chiamare per nome è chiamare Chiamare per nome è chiamare Chiamare per nome è chiamare Chiamare per nome è chiamare per per per per distindistindistindistinzionezionezionezione eeee rivela una confidenza di carattere; nome rivela una confidenza di carattere; nome rivela una confidenza di carattere; nome rivela una confidenza di carattere; nome è carattereè carattereè carattereè carattere. Anche nell'episodio in cui Maria ricerca il corpo di Gesù vediamo rivelata la tenerezza del significato e l'importanza del nome: “Maria! Disse Gesù e lei lo riconobbe subito perché nel pronunziare il suo nome toccò le sue radici (Giovanni 20: 16). Così Maria, al suono di quella voce, udendo il suo nome , Maria vide vide vide vide Maria... (v. 15) : “Quando giunse per Ester, la figlia di Abihail, zio di Mardocheo, chechecheche l'aveva presa con l'aveva presa con l'aveva presa con l'aveva presa con se come figliase come figliase come figliase come figlia, il turno di andare dal re, ella non chiese ella non chiese ella non chiese ella non chiese nulla se non quello che le fu indicato da Hegai... nulla se non quello che le fu indicato da Hegai... nulla se non quello che le fu indicato da Hegai... nulla se non quello che le fu indicato da Hegai... Ester si guadagnava il favore di tutti quelli che la vedevano ”. E' notevole come parlando di Ester viene accostato a lei la sua parentela, il padre e il nipote Mardocheo, per cui è ricordato che: “L'aveva presa con se come figlia ”. E' E' E' E' messo in rilievo un atto importante che per noi messo in rilievo un atto importante che per noi messo in rilievo un atto importante che per noi messo in rilievo un atto importante che per noi valorizza la figura di Cristo come Padre e tutore, quella valorizza la figura di Cristo come Padre e tutore, quella valorizza la figura di Cristo come Padre e tutore, quella valorizza la figura di Cristo come Padre e tutore, quella voce sommessa che civoce sommessa che civoce sommessa che civoce sommessa che ci ha accompagnati da sempre fino a ha accompagnati da sempre fino a ha accompagnati da sempre fino a ha accompagnati da sempre fino a incoincoincoinconnnntrarlo e conoscerlo nei suoi attributi, nella sua trarlo e conoscerlo nei suoi attributi, nella sua trarlo e conoscerlo nei suoi attributi, nella sua trarlo e conoscerlo nei suoi attributi, nella sua rrrreeeegalità. In questo è la radice del suo non chiedere nulla, galità. In questo è la radice del suo non chiedere nulla, galità. In questo è la radice del suo non chiedere nulla, galità. In questo è la radice del suo non chiedere nulla,

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perché Ester, anche se nel palazzo reale, ubbidiva sempre perché Ester, anche se nel palazzo reale, ubbidiva sempre perché Ester, anche se nel palazzo reale, ubbidiva sempre perché Ester, anche se nel palazzo reale, ubbidiva sempre a Mardocheoa Mardocheoa Mardocheoa Mardocheo, il quale la consigliava e ordinava per condurla nel suo cammino difficile. Non è semplice, ne per tutti; lei teneva lo sguardo su Mardocheo e non sulla grandezza e bellezza del regno. Tra l'altro lui sapeva che Ester non era ancora al sicuro fin quando non avrebbe avuto il consenso del re, scegliendola per la corona. Lei dunque non chiese nulla. Nel verso 13 è precisato che, le fanciulle che andavano dal re, quando chiamate, potevano portarsi quello che chiedevano, probabilmente doni, oggetti o vesti particolari per fare colpo sul re, per affascinarlo. Ovviamente, una volta in quel luogo, a un passo dall'essere regina, ognuna desiderava essere scelta per la corona. Ma Ester, diversamente da tutte loro non si Ma Ester, diversamente da tutte loro non si Ma Ester, diversamente da tutte loro non si Ma Ester, diversamente da tutte loro non si portò nulla, non chiese nulla, ma si rimise portò nulla, non chiese nulla, ma si rimise portò nulla, non chiese nulla, ma si rimise portò nulla, non chiese nulla, ma si rimise al consiglio del al consiglio del al consiglio del al consiglio del servo del re, perché servo del re, perché servo del re, perché servo del re, perché Hegai, il servo, conosceva bene il reHegai, il servo, conosceva bene il reHegai, il servo, conosceva bene il reHegai, il servo, conosceva bene il re. Vediamo Ester come la chiesa che ubbidisce al suo Mardocheo, Cristo, che guida mediante ispirazione ispirazione ispirazione ispirazione divina edivina edivina edivina e rivelazionerivelazionerivelazionerivelazione, anche se in posti elevati la chiesa anche se in posti elevati la chiesa anche se in posti elevati la chiesa anche se in posti elevati la chiesa nnnnon dimentica laon dimentica laon dimentica laon dimentica la voce guidavoce guidavoce guidavoce guida. Che proprio in quei momenti quando si è in posti onorevoli si è in maggior pericolo e in maggior bisogno di aggrapparci al Signore, che se pur non che se pur non che se pur non che se pur non lo vediamo, Egli è ogni giorno puntualmente vicino, lo vediamo, Egli è ogni giorno puntualmente vicino, lo vediamo, Egli è ogni giorno puntualmente vicino, lo vediamo, Egli è ogni giorno puntualmente vicino, passeggipasseggipasseggipasseggiando nel cortile delle nostre condizioniando nel cortile delle nostre condizioniando nel cortile delle nostre condizioniando nel cortile delle nostre condizioni . Come quelle fanciulle, anche le chiese portano doni, successi ecclesiastici, registri, manifestazioni dello spirito; ma esse saranno scartate e passano nella seconda casa. Quello è il

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loro luogo. La coronLa coronLa coronLa corona non si può comprare, perché è Dio a non si può comprare, perché è Dio a non si può comprare, perché è Dio a non si può comprare, perché è Dio che incorona ed Egli stesso non si fa comprareche incorona ed Egli stesso non si fa comprareche incorona ed Egli stesso non si fa comprareche incorona ed Egli stesso non si fa comprare. Ma la chiesa regina , che tale è perché nobile di cuore, si presenta così com'è, semplicemente nell'ubbidienza e ai consigli e ordini del suo Mardocheo spirituale e del servo di Dio scelto e preparato per lei e la sua preparazione. Un giorno alcuni compariranno davanti al Cristo dicendo: “Signore non abbiamo noi noi noi noi profetizzato nel tuo nome, e in nome tuo scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte molte molte molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me voi tutti operatori di iniquità ” (Matteo 7:22). Questa sarà la risposta che Gesù darà loro. Mentre invece, quelle vergini che anno fatto scorta d'olio saranno prese e fatte entrare per le nozze. E' da notare che il: “Non vi conosco ” di Matteo 25: 12, in riferimento alle cinque vergini stolte, non è lo stesso di: “Non vi ho maimaimaimai conosciuti ”, di Matteo 7: 22. Il Il Il Il non vi non vi non vi non vi conosco è alconosco è alconosco è alconosco è al presente, e sta ad indicare ilpresente, e sta ad indicare ilpresente, e sta ad indicare ilpresente, e sta ad indicare il confconfconfconfrorororonnnnto to to to della differenza che vi è fra le vergini stolte con le vedella differenza che vi è fra le vergini stolte con le vedella differenza che vi è fra le vergini stolte con le vedella differenza che vi è fra le vergini stolte con le verrrrgini gini gini gini avvedute nel momento preciso del ravvedute nel momento preciso del ravvedute nel momento preciso del ravvedute nel momento preciso del raaaapimento.pimento.pimento.pimento. Non Non Non Non sarannosarannosarannosaranno riconosciute in rapportoriconosciute in rapportoriconosciute in rapportoriconosciute in rapporto all'avvedutezza nel all'avvedutezza nel all'avvedutezza nel all'avvedutezza nel prendere la scorta di olio, la prendere la scorta di olio, la prendere la scorta di olio, la prendere la scorta di olio, la maniera cioè di come Dio maniera cioè di come Dio maniera cioè di come Dio maniera cioè di come Dio prosegue nella dispensazione per la sua chiesa. Le vergini prosegue nella dispensazione per la sua chiesa. Le vergini prosegue nella dispensazione per la sua chiesa. Le vergini prosegue nella dispensazione per la sua chiesa. Le vergini stolte non vengono prese solo in rapporto a questa stolte non vengono prese solo in rapporto a questa stolte non vengono prese solo in rapporto a questa stolte non vengono prese solo in rapporto a questa caratteristica. Gli altri del, non vi ho mai conocaratteristica. Gli altri del, non vi ho mai conocaratteristica. Gli altri del, non vi ho mai conocaratteristica. Gli altri del, non vi ho mai conosciuti, sono sciuti, sono sciuti, sono sciuti, sono lalalala categoria religiosa e unta ma che categoria religiosa e unta ma che categoria religiosa e unta ma che categoria religiosa e unta ma che in fondo è falsa. Sono in fondo è falsa. Sono in fondo è falsa. Sono in fondo è falsa. Sono i compratori come, in una certa maniera, Simon mago in i compratori come, in una certa maniera, Simon mago in i compratori come, in una certa maniera, Simon mago in i compratori come, in una certa maniera, Simon mago in Atti 8:18.Atti 8:18.Atti 8:18.Atti 8:18.

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Le vergini avvedute hanno la scorta d'olio, cioè, il messaggio che Dio porta, in qualunque cosa Egli voglia far progredire la sua chiesa. Ecco il perché se la chiesa non lo prende le lampade si spengono. E' quell'olio degli unguenti di purificazione che ha ricevuto dai servi di Dio, per essere preparata. Sono i sei mesi con degli unguenti, e altri sei mesi con altri unguenti. Non bastavano solo i primi sei mesi, ma ci volevano anche gli altri sei. Difatti leggiamo nel verso 12 : “Dopo aver trascorso dodicitrascorso dodicitrascorso dodicitrascorso dodici mesi mesi mesi mesi di preparazionedi preparazionedi preparazionedi preparazione secondo i regolamentiregolamentiregolamentiregolamenti delle donne, perché così erano ultimati i giorniultimati i giorniultimati i giorniultimati i giorni della loro purificazione...”. In effetti, tutte le fanciulle entravano dal re e tutte erano obbligate a passare per quei dodici mesi di preparazione e di purificazione; ma nello spirito questa suddivisione dei dodici mesi in sei mesi e sei mesi, ci da una chiara illustrazione su come è facile prendere solo una parte della disciplina. Per il resto sono solo figure che mirano a darci l'idea di come è la realtà nello spirito. Quando Ester fu condotta dal re? Il settimo anno (v.16.). Sette è numero profetico ed Ester entrò nella stanza del re il settimo anno del suo regno. Era il decimo anno di Tebeth (Tebeth era il nome con cui i Babilonesi chiamavano Dicembre – Gennaio). Così il re amò Ester più delle altre donne, che trovò grazia e favore ai suoi occhi ponendo sul suo capo la corona reale. Per quell'evento, il re fece un banchetto per tutti i principi e servi, concesse un giorno di riposo in tutte le provincie e fece doni.

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Il settimo anno del suo regno dunque, il re Serse, conobbe Ester nella stanza reale, fece una festa per lei e concesse riposo in tutte le provincie. Sette è numero di riposo. A causa di Ester ci fu riposo per il popolo. Possiamo dire che quando la regina ha una intima relazione con il suo re, l'effetto è: Il riposo per gli altri. Ogni volta che la chiesa e i singoli, realizzano sempre più una comunione intima con Cristo, trasmettono pace e riposo alle persone. Ci fu un altro raduno di fanciulle (v. 19), ma questa volta è detto di Mardocheo che stava seduto alla porta del re. Oramai il pericolo era scongiurato, lui stava alla porta e non più tutti i giorni nel cortile della casa delle donne, come faceva quando Ester era tra di loro. Ester era stata incoronata, quindi si trattava solo di aspettare. Così, ricordiamo un atteggiamento lodevole della regina Ester, che da quel momento fu sempre chiamata regina: “Eseguiva gli ordini di Mardocheo come quando era sotto la sua tutela ” (v. 20). Sempre, la regina, anche in aSempre, la regina, anche in aSempre, la regina, anche in aSempre, la regina, anche in al-l-l-l-to rango, to rango, to rango, to rango, ascolta e ubbidisce la voce che viene dal ascolta e ubbidisce la voce che viene dal ascolta e ubbidisce la voce che viene dal ascolta e ubbidisce la voce che viene dal basso, ricordando le sue origini cioè che Mardocheo gli basso, ricordando le sue origini cioè che Mardocheo gli basso, ricordando le sue origini cioè che Mardocheo gli basso, ricordando le sue origini cioè che Mardocheo gli fece da padre fece da padre fece da padre fece da padre .

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Mardocheo era seduto alla porta del re e nello svolgere il suo ufficio, venne a sapere che due eunuchi volevano uccidere il re. Questi eunuchi erano guardie della sogliasogliasogliasoglia, chissà,probabilmente avevano saputo che il re aveva incoronato una Ebrea e la cosa non era gradita, sebbene non sia certificato è comunque una supposizione plausibile. Erano guardie della soglia, controllavano chi entrava e usciva, diremmo oggi: Doganieri. Era un posto di responsabilità. Andarono in collera e vollero uccidere il re, così Mardocheo lo seppe e avvertì la regina Ester, che a sua volta informò il re a nome di Mardocheo. Questo è il primo fatto di cronaca che viene descritto dopo l'incoronamento di Ester, e in questo episodio dove Ester viene menzionata per la prima volta, che è già chiamata regina. Si fecero indagini circa i due eunuchi e furono scoperte e certificate le intenzioni omicide, così furono impiccati. Il fatto fu registrato nel libro delle cronache in presenza del re.

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Prima di proseguire volevo mettere in risalto un dettaglio sul significato dei nomi dei personaggi. Cominciando da Mardocheo, il suo nome significa: “Uomo piccolo ”. In effetti la sua storia inizia nel silenzio, sorge silenziosamente e la prima informazione che abbiamo di lui è che prese la piccola Ester con se, dopo la morte dei

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genitori, ed è degna di nota la precisazione enfatica del paragone: “...La prese come una figliacome una figliacome una figliacome una figlia ”. E' detto che Ester seguiva i suoi ordiniordiniordiniordini ed era sottomessa. Da qui vediamo il nobile carattere di questa vera e rara regina. Mardocheo era come nascosto, appariva in circostanze necessarie, come il far sapere alla regina Ester del complotto di Haman onde intercedesse, non per se stesso ma per il popolo di Dio. Informò la regina anche del complotto dei due eunuchi e non chiese ricompensa, mai se ne lamentò... Che uomo raro era Mardocheo. Anche il salmista diceva: “Sono piccolopiccolopiccolopiccolo e disprezzato, ma non dimentico i tuoi comandamenti ” (Salmo 119: 141). Anche di Gesù fu profetizzato: “Poiché il giovane è uscito di prigione per regnare, anche se era nato povero nel suo regno ” (Ecclesiaste 4: 14). In proverbi 30: 22 è detto: “Per tre cose la terra è turbata... Un servo quando diventa re ”. Come Mardocheo anche Gesù era uomo piccolo. Lui principe dell'universo si è fatto uomo, si è fatto piccolo per dire umile, ed era nato povero nel suo regno. Nel corso della sua vita lo vediamo crescere e crescere fino al golgota, alla redenzione, dove pagò il prezzo per la nostra salvezza. Nella resurrezione salire al Padre e ricevere ogni podestà. Nello stesso modo Mardocheo, da uomo piccolo stette nel buio, diciamo nascosto, anche se aveva quella benefica influenza su Ester per guidarla in un ambiente glorioso per il potere, ma a sua volta pieno di pericoli. A un tratto, il re si fece leggere il libro delle cronache e venne fuori la storia di

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Mardocheo, quando informò Ester dell'attentato al re, così fu innalzato ad alta dignità e poté con la carica ricevuta , difendere il popolo di Dio. Difatti, si nota come all'inizio del libro l'attenzione si concentra sul re, ma via via nello svolgimento fino alla conclusione, l'attenzione si concentra su Mardocheo. L'uomo piccolo divenne grande.

ESTER: Il nome persiano: Stareh = Astro; dall'accadico Ishtar. Astro, è uno dei titoli con cui vengono chiamati i figli di Dio, i giusti (Daniele 12:3). Esse sono li per illuminare la notte. Di Gesù è detto: “ Astro del mattino” (2 Pietro 1: 19). Egli sorge nei nostri cuori per fare giorno perfetto che non ha fine. Anche Ester è stata una stella di un nuovo mattino per il popolo d'Israele, nel soccorso propizio è apparsa come una stella nella notte più nera. Si! La chiesa è come Cristo.

Hadassa: “Mirto”. Era il nome Ebreo. Sappiamo che per il peccato di Adamo, la maledizione cadde sulla terra, e la terra produsse spine e triboli (Genesi 3: 18). Il Signore Iddio, il redentore, ha dato il rimedio. Gesù, il quale portò queste spine sul suo capo quando fu crocifisso, che rende testimonianza delle spine che l'uomo si porta dentro, le ha distrutte con la sua morte. Per i redenti il Signore ha dato promesse di ristoramento, di trasformare i luoghi aridi, i luoghi selvaggi in un frutteto, il ristoramento del giardino dell'Eden, che significa: “Delizia”. In Isaia 55: 13 è scritto: “Al posto delle spine crescerà il cipresso, al posto delle al posto delle al posto delle al posto delle ortiche crescerà il mirtoortiche crescerà il mirtoortiche crescerà il mirtoortiche crescerà il mirto; e sarà per

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l'Eterno un titolo di gloria, un segno perpetuo che non sarà distrutto ”. Al posto diAl posto diAl posto diAl posto di... (SethSethSethSeth, sostituzione) E' come dire che è una regola, una legge che nascono le spine, ma al posto di quelle crescerà il cipresso (o abete che è una pianta sempre verde) e il mirto. In Isaia 41:19 è detto ancora: “Pianterò nel deserto il cedro l'acacia il mirto e l'ulivo...”. Il mirto è segno di redenzione, come le altre piante, ma ci occupiamo del mirto che è il significato del nome di Ester in Ebraico. Al Al Al Al posto delle spine crescerà il mirtoposto delle spine crescerà il mirtoposto delle spine crescerà il mirtoposto delle spine crescerà il mirto; e cosa sarà per il Signore? ..: “Un titolo di gloria ”. Dio si compiace nella redenzione, nel ristorare e ristabilire la vita degli uomini. Nel Cantico è detto: “Il suo vessillo su di me è amore ”, (Cantico 2:4). Questo è il titolo di gloria, l'insegna o Questo è il titolo di gloria, l'insegna o Questo è il titolo di gloria, l'insegna o Questo è il titolo di gloria, l'insegna o vessillo, è come un titolo, riassumevessillo, è come un titolo, riassumevessillo, è come un titolo, riassumevessillo, è come un titolo, riassume e presenta, quello ha e presenta, quello ha e presenta, quello ha e presenta, quello ha su di noisu di noisu di noisu di noi. Un titolo di gloria perché, al posto delle spine farà crescere il mirto... Redenzione per il suo popolo. Per il popolo d'Israele Ester, Hadassa (mirto) fu questo titolo di gloria del Signore, per il bene e salvezza del suo popolo. Al posto della distruzione la salvezza. Al posto della distruzione la salvezza. Al posto della distruzione la salvezza. Al posto della distruzione la salvezza. Con i rami del mirto e altre piante, Esdra lo scriba, fece costruire le capanne per celebrare la festa delle capanne, era il settimo mese per sette giorni (Nehemia 8: 15). Così ci ricordiamo che Dio condusse il popolo d'Israele nel deserto soggiornando in capanne come pellegrini. Questa condizione, di fare capanne, fa pensare che non mettiamo radici in questa vita in questa terra, e per

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costruire questa condizionecostruire questa condizionecostruire questa condizionecostruire questa condizione (le capannele capannele capannele capanne) è necessario che è necessario che è necessario che è necessario che siano risiano risiano risiano rimosse le spine, e al posto di quelle cresca il mirto. mosse le spine, e al posto di quelle cresca il mirto. mosse le spine, e al posto di quelle cresca il mirto. mosse le spine, e al posto di quelle cresca il mirto. Così con quei rami costruiamo le capanne.Così con quei rami costruiamo le capanne.Così con quei rami costruiamo le capanne.Così con quei rami costruiamo le capanne.

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(Capo 3(Capo 3(Capo 3(Capo 3)))) Da questo capitolo si comincia a parlare di Haman, il quale fu promosso ad alta dignità dal re Serse. Nel posto che viene messo nella scrittura, secondo la narrativa, pare che venga messo in rilievo un fatto: Mardocheo interviene per sventare un complotto contro il re e non viene ricompensato in quel momento, mentre Haman viene promosso ad alta dignità. L'uno era buono l'altro malvagio, mentre il giusto fa una buona azione verso il re e il regno, non viene ricompensato in quel momento (fu ricompensato più tardi) e l'iniquo fu addirittura innalzato. Quante volte proprio tu che sei consapevole di aver fatto qualcosa di buono e magari anche di determinante per qualcuno, non sei neanche ringraziato, mentre chi non fa nulla di utile per l'edificazione, come un opportunista, si appropria dei meriti di altri!? Magari anche camuffandosi e viene impropriamente lodato. Vi è una massima in proposito nel libro dell'Ecclesiaste capo 10: 6, 7 che in situazioni come queste fa proverbio: “La follia è posta in cariche elevate, mentre i ricchi seggono in luoghi bassi. Ho visto servi a cavallo e principi camminare a piedi come servi ”. Possiamo dire che così fu per un certo

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tempo per Mardocheo... L'uomo piccolo. Dio aveva un piano preciso per Mardocheo ed Ester, era solo questione di tempo. Haman fu innalzato al di sopra di tutti i principi di corte. Tutti i servi del re si prostravano e inchinavano davanti a lui, questo per ordine del re. Comprendiamo quindi che tipo di autorità gli fu data. Ma... Fra i servi e i giudici che stavano alla porta del re, cera questo uomo raro, Mardocheo, il quale non si prostrava ne inchinava davanti a lui. Gli altri servi che erano con Mardocheo gli dissero: “Perché trasgredisci l'ordine del re? ”. Gli fu ripetuto più volte ma Mardocheo non si piegava a glorificare gli artifici e gli abusi di quell'uomo sinistro. Ma da questo venne fuori quello che Mardocheo ordinava a Ester di non dire, cioè, rivelare le sue originirivelare le sue originirivelare le sue originirivelare le sue origini. Arriva sempre il momento in cui , quel che siamo nel Signore e per il Signore, deve essere visto e conosciuto. Egli disse loro che era Giudeo. Possiamo dire così: La lode del Signore non può essere nascosta sempre. Giudeo significa: Colui che appartiene alla lode di Dio. Vedremo Vedremo Vedremo Vedremo più avanti il risvolto di questa faccenda e la sua più avanti il risvolto di questa faccenda e la sua più avanti il risvolto di questa faccenda e la sua più avanti il risvolto di questa faccenda e la sua importanzaimportanzaimportanzaimportanza. Come avviene spesso nei traditori, o in quelli che semplicemente amano lo spettacolo di vedere coloro che hanno coraggio, fino a che punto arriva la loro fede; I servi rapportarono la cosa ad Haman. Volevano vedere se avrebbe avuto il coraggio di persistere nel suo atteggiamento, riferendo ad Haman che Mardocheo era

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Giudeo, come a dire: La sai l'ultima? Sicuramente, questo per Mardocheo fu una ferita perché sapeva di aspettarsi persecuzione, ma pure era consapevole che non poteva nascondere le sue origini per sempre. Vi è una maniera savia in alcuni ambienti (specie in quelli), di nascondere qualcosa, per non causare persecuzioni premature che altererebbero il corso delle cose. Ma quando arriva il tempo di esporsi , non ci si deve tirare in dietro. Quello era per Mardocheo il solo motivo valido per cui poteva resistere All'ordine del re. Era un po come Pietro e Giovanni davanti al sinedrio, in Atti 4:19 : “Giudicate voi se è giusto davanti a Dio ubbidire a voi piuttosto che a Dio ”. Visto che cera l'ordine del re, Mardocheo doveva avere un motivo importante, valido per disubbidire. Dichiarando che era Giudeo era come se dicesse che apparteneva a Dio e non poteva prostrarsi davanti a un uomo per capriccio da parte di Haman , di volere onori per abuso. Tante volte, quando abbiamo un qualche documento nelle mani è facile cadere in questi abusi. “E' la parola del re!” poteva dire Haman, ubbidite! Altri direbbero: “la bibbia dice così...”. E con quali pretese vogliono vedere dei risultati di ubbidienza. Dopo che Ezechiele ricevette una dura disciplina intorno alla sua missione, dovette essere legato e la sua lingua si attaccò al palato, poi dovette stare sdraiato sui fianchi per un certo numero di giorni, mangiare focacce con escrementi, e tante altre cose ancora, fu mandato da Dio a profetizzare. Quando giunse

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il momento di parlare, dopo che interpretò i peccati di Israele in vari modi, Pelatiah, uno dei capi del popolo morì e crollò davanti ad Ezechiele, ed è savio considerare e meditare la reazione del profeta. “Or avvenne che, mentre io profetizzavo, Pelatiah morì. Allora mi gettai con la faccia terra e gridai ad alta voce dicendo: “Ah Signore Eterno, vuoi distruggere interamente il residuo di Israele? ” (Ezechiele 11: 3). Altro che pretendere inchini e prostrazioni davanti a noi. Il profeta, piuttosto che farsene un trofeo di vittoriosa soddisfazione, come tanti si riferiscono impropriamente al caso di Anania e Saffira in Atti 5:1-10; cadde con la faccia a terra e implorò cadde con la faccia a terra e implorò cadde con la faccia a terra e implorò cadde con la faccia a terra e implorò misericordia; intercedette. misericordia; intercedette. misericordia; intercedette. misericordia; intercedette. Un vero servo di Dio non si rallegra quando Dio Un vero servo di Dio non si rallegra quando Dio Un vero servo di Dio non si rallegra quando Dio Un vero servo di Dio non si rallegra quando Dio punisce, ma soffre e intercede, sapendo che Dio punisce, ma soffre e intercede, sapendo che Dio punisce, ma soffre e intercede, sapendo che Dio punisce, ma soffre e intercede, sapendo che Dio comunque comunque comunque comunque è giusto nei suoi giudizi.è giusto nei suoi giudizi.è giusto nei suoi giudizi.è giusto nei suoi giudizi. Che sentimenti ed intenzioni diverse erano in Haman ... Egli desiderava onore essendo malvagio. Mardocheo dunque, rimase fermo nella sua integra posizione. Haman di questo fu pieno d'ira (v.5). Ne seguì un'intenzione di vendetta contro di lui, ma visto che ora sapeva che era Giudeo (Ah!... Questi rapportatori) dilagò in uno sterminio completo verso tutti i Giudei. Quante volte a causa di una disputa od una controversia, per una sola persona la vendetta si ripercuote su molti innocenti. Anche il caso dei re magi ci fa riflettere. “Il primo mese che è il mese di Nisan (Marzo – aprile) il dodicesimo anno del re Serse, alla presenza di

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Haman si gettò il Pur (si tirò la sorte) per stabilire il giorno e il mese; e la sorte cadde sul tredicesimo giorno del dodicesimo mese che è il mese di Adar ”(v.7). Ci troviamo nel dodicesimo anno del re Serse, da quando Ester fu incoronata regina passarono cinque anni. Divenne regina nel 478 a.C. Nel momento che Haman tirò il Pur, fu il dodicesimo anno del re Serse, il 474 a.C. Quella era la sorte, per quel giorno in cui si sarebbero sterminati gli Ebrei. Pur significa: Sorte, destino. La sorte degli Ebrei doveva essere lo sterminio, secondo Haman. Un po come tutti i Persiani, era molto superstizioso, e tirò il Pur, per lasciare al caso la scelta del giorno e il periodo in cui la strage doveva avvenire. La sorte cadde sul tredicesimo giorno del dodicesimo mese, che è chiamato il mese di Adar cioè febbraio- marzo; quindi un anno più tardi. Diamo uno sguardo al modo in cui Haman andò dal re per costruire il complotto e renderlo determinante. “Allora Haman disse al re Assuero: “C’è un popolo disseminato e separato fra i popoli in tutte le provincie del tuo regno, le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro popolo e che non osserva le leggi del repopolo e che non osserva le leggi del repopolo e che non osserva le leggi del repopolo e che non osserva le leggi del re; il re non ha nessun vantaggio a lasciarli in vita ”(v.8). Vediamo chiaramente l'agire scaltro e accusatore di chi vuole sembrare interessato al bene del suo re e del regno. Dapprima vediamo l'accusa, per dare manforte alla proposta che finiva in una spietata sentenza di sterminio. Perché Diremmo? Il malvagio, quando non ottiene gli

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onori che pretende diventa violento e sterminatore. La figura di questo personaggio rispecchia appieno quella di Lucifero. Quando venne lo Sciloh dalla tribù di Giuda, il diavolo non poteva sopportare che Costui non gli si prostrasse. Difatti, quando Gesù fu tentato nel deserto gli fu detto questo: “E il diavolo gli disse: “Io (si noti, io; l'io con cui si innalzò al di sopra dell'Altissimo) ti darò tutto il potere di questi regni e la loro gloria, perché essa mi è stata data nelle mani e la do a chi voglio. Se dunque tu prostrandoti prostrandoti prostrandoti prostrandoti mi adori, sarà tutta tua ” (Luca 4:6,7). Sappiamo la risposta di Gesù, come lo sgridò dicendo di adorare solo Iddio. Vi è una forte resistenza fra il potere della luce e quello delle tenebre. Il diavolo che conosce le scritture, sapeva che lo scettroscettroscettroscettro (l'autorità, il potere) è stato stabilito in Giuda e che non sarà rimosso finché non sia venuto il pacificatore (lo Sciloh), e a lui ubbidiranno (si prostreranno) i popoli (Genesi 49: 10). Quindi, in Giuda (la lode) è stabilito lo scettro (il potere)colui che vienevienevieneviene da Giuda (la lode di Dio) e ne fa parte, detiene lo scettro, il potere e l'autorità. Davanti a lui solo bisogna prostrarsi. Così l'avversario minaccia di sterminare di volta in volta i Giudei, cioè coloro che vengono dalla lode di Dio, perché Cristo non si è piegato a lui. Basti leggere in Giovanni 15:18-21 per avere chiara l'idea: “Se il mondo vi odia, sappiate che ha ha ha ha odiato me prima di voiodiato me prima di voiodiato me prima di voiodiato me prima di voi ”. Ma lo Sciloh, che è il detentore dello scettro del potere assoluto, è a favore e “inininin” coloro che provengono dalla lode (Giuda).

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Ritorniamo all'accusa: Hanno leggi diverseleggi diverseleggi diverseleggi diverse di ogni altro popolo e nonnonnonnon ubbidiscono alle leggi del re ubbidiscono alle leggi del re ubbidiscono alle leggi del re ubbidiscono alle leggi del re . Come Israele così la chiesa. Essa ha leggi diverse dai popoli o diremmo, dalle chiese. Le diverse chiese si sono formalizzate e organizzate, nessuna esclusa così hanno messo Gesù fuori della porta. Intendiamo, la parola di verità. Notare che si hanno leggi diverse dai popoli, porta a riscontrare l'evidenza che non si ubbidisce alle leggi del re. In effetti, l'accusatore con il dimostrare che abbiamo leggi diverse dai popoli, induce così gli uomini bene intenzionati a vedersi disubbidienti alle leggi del Gran Re. Come dire che fa sentire alle anime il peso della diversità dagli altri, da cui fa nascerne il disprezzo e persecuzione. Haman istigò il re a questa impresa e la cosa incredibile è che offrì di accollarsi le spese per redigere il decreto per i costi dell'esercito. Notiamo come fu abile nell'accusare, nell'istigare e nel plagiare il re interessandolo alla proposta, mostrando interesse per il bene del popolo, dell'esercito e degli interessi del re, concludendo che la somma sarebbe versata nei tesori del re (v.9). Diecimila talenti d'argento fu il prezzo versato da Haman, era una grande quantità di denaro, il peso era di trecentosettantacinque tonnellate, oggi varrebbe svariati miliardi di euro. Haman era molto ricco. Il punto che incuriosisce anche gli storici è notare come il re non chiese denaro, ma fu Haman, direttamente, senza rendersi conto che questa mossa lo scoprì in qualche modo

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agli occhi del re, perché sapeva che era impossibile per Haman offrire una tale cifra senza esserci stata l'ombra della disonestà nel procurarsela. Difatti il re, non esitò a decretare la sua morte quando fu smascherato da Ester. In quel tempo la Persia impiegava l'argento come moneta di scambio. “Allora il re si tolse di mano l'anello con il sigillo e lo diede ad Haman, l'Agaghita, figlio di Hammedatha e nemico dei Giudei ”(v.10). Il re diede il potere ad Haman, esattamente come quando Dio diede il potere al diavolo, quand'egli istigò Dio contro Giobbe per colpirlo e provarlo. Il diavolo non può nulla se Dio non glielo permette, così come Haman non poteva nulla se non che il re acconsentisse. Da quel momento Haman fu chiamato: Nemico dei Giudei. Per ben cinque volte viene chiamato così in tutto il libro di Ester. Anche il diavolo è nemico della chiesa, coloro che vengono dalla lode di Dio. L'avversario è nemico della lode. Si noti come viene descritto dall'autore del libro: Il nome, la provenienza, il padre e la sua caratteristica: Nemico dei Giudei. Anche il nemico delle anime viene chiamato con diversi appellativi per darne una più completa descrizione, leggiamo in Apocalisse 20:2 : “Egli prese il dragone, il serpente antico, che è il diavolo e Satana...”. Quattro furono gli appellativi usati per descrivere Haman in quel verso, quattro sono gli appellativi usati per descrivere il diavolo nel verso appena citato.

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Furono chiamati i segretari del re per redigere il decreto in base a tutto ciò che Haman avrebbe ordinato, per inviarlo ai satrapi del re (erano come dei vicerè, che ricevevano l'autorità dal re di Persia per governare sulle provincie dell'impero) e i governatori di ogni provincia. Così facendo, portarono il decreto a tutti secondo la loro scrittura e la loro lingua, perché anche il nemico conosce tutti i linguaggi , per saper diffondere il suo odore di morte senza risparmiare nessuno. Il ruolo del sigillo reale in questo contesto è quello di, come spesso il diavolo usa fare, proporre versi della scrittura, avvalendosi anche di conferme ministeriali, ma sempre moidificandone il significato. Spesso ci sentiamo dire: “Questo è cosìcosìcosìcosì perché è scritto cosìcosìcosìcosì e lo dice anche il profeta profeta profeta profeta , o il tale e talaltro ministro ministro ministro ministro ”, solo che se si guarda bene addentro la cosa, si vede risaltare un pretesto di conoscenza sulla base di fredda lettera. Essere letteralisti... E' uno dei grandi problemi degli uomini, religiosi o non, ed è una grande piaga nelle chiese e nella chiesa. Vi erano gli scribi nel Giudaismo, che corrispondono a questa classe e da cui viene questo spirito letteralista. Voglia Iddio liberarci da tale condizione. Quanto male fatto nel nome di Dio; la storia ne è piena. Il piano del nemico è quello di espandere il suo messaggio di morte dovunque, e a chiunque, onde far vivere gli uomini nella paura, nelle sollecitudini, creando così una situazione di tale sconfitta da ispirare vie d'uscita contrarie al volere di Dio. Il diavolo cerca di portare l'uomo a confidare in se stesso e a disperare

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dell'aiuto di Dio. Diamo uno sguardo nel giardino dell'Eden, dove inizia e appare il modo seduttore e distruttivo del serpente nei confronti dell'uomo. Quando il Signore andò da Adamo ed Eva, loro per paura si nascosero e dovettero confessarlo alla domanda di Dio: “Dove sei? ”. Subito il Signore fece una domanda, in cui pochi vedono una estensione profetica sull'importanza di sull'importanza di sull'importanza di sull'importanza di conoscere chi è colui che ci spogliaconoscere chi è colui che ci spogliaconoscere chi è colui che ci spogliaconoscere chi è colui che ci spoglia, ovvero, che illumina la nostra vita interiore; perch'essa può avvenire sia nel bene che nel male. “Chi ti ha mostrato che eri nudo? ”(Genesi 3:11). Il punto è questo: Se è Dio che ti spoglia (scopre, investiga) è per farti conoscere che sei debole e che senza di Lui non puoi fare nulla; dopodiché viene in tuo soccorso per aiutarti ricoprirtiricoprirtiricoprirtiricoprirti e vestirti di grazia. Se lasci che sia il tentatore (il serpente) lui ti scopre per avvilirti, scoraggiarti e accusarti, al fine di gettare su di te una sentenza di morte di sterminio. Puoi scegliere. Davide disse: “Investigami o Dio, e conosci il mio cuore; provami e conosci i miei pensieri ” (Salmo 139: 23). Qui vediamo come il salmista richiede a Dio di investigarlo perché ha imparato che solo Lui conosce il cuore dell'uomo con le sue colpe, e dice ancora: “Chi conosce i suoi errori? Purificami da quelli che mi sono occulti ”(Salmo 19: 12). Il salmista, in queste parole, dimostra di aver capito a chi deve dare il cuore per essere investigato ed anche il perché. Non gli sono mancate le esperienze negative, che hanno lasciato nella sua vita l'impronta indelebile di

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una netta e chiara differenza, fra l'essere scoperto (investigato) da Dio oppure dall'accusatore. Sempre nei salmi Davide disse, parlando di questa esperienza, di dare ascolto alla voce bugiarda del nemico: “Poiché il nemico mi perseguita; egli ha prostrato fino a terra la mia vita; mi fa abitare in luoghi tenebrosi, come quelli che sono morti già da lungo tempo (ecco la condanna a morte). Perciò il mio spirito viene meno dentro di me, e il mio cuore è tutto smarrito dentro di me”. In queste parole vediamo chiaro che Davide ha conosciuto cosa significa farsi spogliare dal nemico. Un altra espressione energica e rivelatrice la troviamo in Zaccaria 3:1-10. Satana era al fianco del sommo sacerdote Joshua per accusarlo, ma l'angelo del Signore si prese cura di difenderlo e di cambiare i suoi vestimenti, perché erano sporchi. L'avversario accusava, il Signore difendeva ed anche liberò l'accusato rivestendolo con vesti pulite, togliendo per così dire il movente dell'accusa. Un altro verso interessante è in Osea 6: 1 dove è detto: “Venite, ritorniamo all'Eterno, perché egli ha lacerato, ma ci guarirà; ha percosso, ma ci fascerà ”. Anche qui vediamo come ciò che Dio fa, in questo lavoro di investigarci, è sofferto ma efficace perché a fin di bene. Il salmista quindi, nel notare il modo come il nemico gli faceva vedere la sua vita in rapporto con Dio e con gli uomini, racconta gli effetti, dicendo che il suo spirito veniva meno in lui.

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Tornando ad Haman, fece divulgare il decreto, il messaggio, con lo scopo di deprimere e scoraggiare tutto il popolo Ebreo. Questo significava che sarebbero stati sterminati anche quelli che erano già tornati in Palestina. Nel verso 14, è detto che il decreto veniva divulgato in tutte le provincie onde tutti si tenessero pronti per quel giorno. Incredibile, si era già sollevata un onda di violenza che era già lì, pronta per colpire, si aspettava solo il giorno. Erano condannati a morte. Immaginiamo i Giudei che erano ancora in Babilonia; convivevano con loro, ogni volta e ogni giorno nel vedersi era uno sguardo di morte ed anche di derisione. Mentre i corrieri partivano per diffondere il messaggio, è detto un fatto curioso nel verso 15 : “I corrieri promulgavano il decreto, il re ed Haman sedevano a bere, ma la cittadella di Susa era costernata ”. Il diavolo manda i suoi corrieri, i suoi angeli, per sedurre, ispirare falsamente, spaventare ed ingannare, avversando gli uomini con situazioni sfavorevoli, e il risultato è (fu) che... Il popolo rimane costernato. La nota del bere insieme al re, nel mentre il popolo era nello spavento, fa sembrare a chi è afflitto, chechecheche Dio si prenda Dio si prenda Dio si prenda Dio si prenda giuoco di noigiuoco di noigiuoco di noigiuoco di noi. Molte volte, quando la prova è disperata, si arriva a dubitare del soccorso di Dio, il Re. Come se il Re supremo non si prendesse cura di noi, ci trascurasse, addirittura sembrando complice del nemico. Anche il salmista prova a descrivere una situazione simile: “Fino a quando o Eterno mi dimenticherai tu? Sarà egli per

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sempre? Fino a quando mi nasconderai il tuo volto? …Fino a quando si innalzerà il mio nemico sopra me? ” (Salmo 13:1,2). “Risvegliati! Perché dormi, o Signore? Destati, non respingerci per sempre. Perché nascondi la tua faccia, e dimentichi la nostra afflizione e la nostra oppressione? ”(Salmo 44:23.24). Ma vedremo più avanti come questo particolare del bere vino, fu il segno del momento in cui Ester lo svergognò.

************ (Capo 4)(Capo 4)(Capo 4)(Capo 4)

Quando Mardocheo seppe del decreto e della fine che il popolo avrebbe fatto si stracciò le vesti, si coprì di sacco e di cenere e uscì per la città, mandando alte e amare grida (v.1). Questo santo uomo si vestì di penitenza e di intercessione, stracciandosi le vesti e coprendosi di sacco e di cenere. Uscì per la città. Questo quadro ci ricorda il redentore quando pianse per Gerusalemme mentre gli si stava avvicinando (Luca 19: 41). Il verso 2 è importante, leggiamo: “E giunse fin davanti la porta del re, perché non era permesso entrare per la porta del re a nessuno coperto di sacco ”. E giunse fin la porta del re... Era come un avvicinarsi al re come se fosse un giudice per chiedere grazia e ritirare la sentenza. Chi fece questo? Gesù , di cui Mardocheo è figura. Nella lettera agli Ebrei troviamo ben spiegato questo atto di grazia. Gesù intercede per i peccatori perché il peccatore non può

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presentarsi davanti a Dio, magari davanti alla porta che rappresenta sempre Cristo. Gesù in tutte le sue forme. Non era permesso a nessuno di entrare per la porta del re vestito di cordoglio. Questo mette in rilievo, nel nostro studio, l'intercessione. Se non ci sarebbe stata Ester (la chiesa) nel palazzo, non ci sarebbe stata alcuna possibilità per il popolo Ebreo. Ma tutto questo cosa ci insegna? Questo: Vedere Cristo che intercede il primo di Vedere Cristo che intercede il primo di Vedere Cristo che intercede il primo di Vedere Cristo che intercede il primo di tuttuttuttutti, mostranti, mostranti, mostranti, mostrando che tipo dido che tipo dido che tipo dido che tipo di interesse è giusto avere per interesse è giusto avere per interesse è giusto avere per interesse è giusto avere per il popolo, portando su di se la penitenza e il popolo, portando su di se la penitenza e il popolo, portando su di se la penitenza e il popolo, portando su di se la penitenza e l'intercessione. Ha questo atto, scrollato il moml'intercessione. Ha questo atto, scrollato il moml'intercessione. Ha questo atto, scrollato il moml'intercessione. Ha questo atto, scrollato il momentaneo entaneo entaneo entaneo privilegio della reginaprivilegio della reginaprivilegio della reginaprivilegio della regina EsterEsterEsterEster, a non cullarsi nella sua a non cullarsi nella sua a non cullarsi nella sua a non cullarsi nella sua posizione e non dimenticare che era per i consigli di posizione e non dimenticare che era per i consigli di posizione e non dimenticare che era per i consigli di posizione e non dimenticare che era per i consigli di Mardocheo che lei sapeva come comportarsi in quegli Mardocheo che lei sapeva come comportarsi in quegli Mardocheo che lei sapeva come comportarsi in quegli Mardocheo che lei sapeva come comportarsi in quegli ambienti, belli ma pericolosiambienti, belli ma pericolosiambienti, belli ma pericolosiambienti, belli ma pericolosi; anche se magari ignorava che anch'essa non sarebbe scampata allo sterminio. Del resto, in ogni provincia dove giunse la notizia, ci fu gran cordoglio, e tutti si vestirono di sacco e di cenere. Le donzelle di Ester e i suoi eunuchi vennero a informare la regina che rimase angosciata, così rimandò i servi per dargli delle vesti, ma lui non accettò (v.4). Come Gesù pianse per Gerusalemme, anche Mardocheo, non pianse per se stesso ma per il popolo. Non accettò neanche le vesti per coprirsi. Un tale uomo non desiderava essere vestito lui, bensì voleva che fosse vestito il popolo, con la giustizia di Dio. Anche Gesù,soffrendo tanto per la nostra condizione, sulla croce fu spogliato... Altri dovevano prendere le sue vesti , tutti

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coloro che avrebbero creduto in lui. Cedere le proprie vesti, per dire tutto, privarsi, non volere privilegi per se, fino a quando non si veda il braccio di Dio steso per fare misericordia. La forza dei santi nella preghiera è che Dio redime. Sulla croce Gesù rimase nudo perché,come Mardocheo non accettò di essere vestito. Il Signore, voleva dare le sue vesti al popolo che sarebbe venuto da quella morte. Ancora oggi echeggia il messaggio di Matteo 25: 42-46; dove Gesù disse che egli è ignudo, ma vuole essere vestito... Nel vestire gli uomini. Come Gesù voleva per l'umanità così Mardocheo voleva per il suo popolo. Le donzelle ci rappresentano la chiesa ancora fanciulla, inesperta, che sta vicino alla regina per servirla ed imparare. Non vogliamo speculare sulle figure bibliche, esse sono e rimangono immagini che aiutano a vedere meglio le situazioni. Ester non sapeva perché Mardocheo fosse così angosciato, così mandò un servo per informarsi, al ché Mardocheo spiegò i suoi motivi per riferirli alla regina, dando anche una copia del decreto onde vedesse lei stessa. “...Affinché lo mostrassemostrassemostrassemostrasse a Ester, glielo spiegassespiegassespiegassespiegasse e le ordinasse di andare dal re per ordinasse di andare dal re per ordinasse di andare dal re per ordinasse di andare dal re per supplicarlo e intercedere davanti a lui supplicarlo e intercedere davanti a lui supplicarlo e intercedere davanti a lui supplicarlo e intercedere davanti a lui in favore del suo popolo ” (v.8). Mostrasse e spiegasse: Perché se non è Cristo che ci mostra e spiega i piani del nemico, i suoi decreti di distruzione, la chiesa non può e non sa capire nulla. Possiamo anche vederli, ma se non ci sono spiegati non possiamo capirli.

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Ordinare: per coloro che sono la chiesaper coloro che sono la chiesaper coloro che sono la chiesaper coloro che sono la chiesa (la regina), si si si si trovano ad avere a che fare con una responsabilità nei trovano ad avere a che fare con una responsabilità nei trovano ad avere a che fare con una responsabilità nei trovano ad avere a che fare con una responsabilità nei confronti di Dio e degli uomini, che solo chi sopporta confronti di Dio e degli uomini, che solo chi sopporta confronti di Dio e degli uomini, che solo chi sopporta confronti di Dio e degli uomini, che solo chi sopporta tale tale tale tale relazione confidenziale con lo sposo purelazione confidenziale con lo sposo purelazione confidenziale con lo sposo purelazione confidenziale con lo sposo può portò portò portò portare la corona are la corona are la corona are la corona reale. A tali, loreale. A tali, loreale. A tali, loreale. A tali, lo sposo da ordini. sposo da ordini. sposo da ordini. sposo da ordini. L'ordine era quello di intercedere presso il re con suppliche, per avere pietà del popolo. Solo a una tale regina il redentore può chiedere tanto. Mardocheo spinge la regina all'intercessione, come Cristo spinge la chiesa al ministerio più alto: Intercedere. Ci fa conoscere i piani del nemico e le minacce dei suoi servi. Come Mardocheo anche Gesù ci fa conoscere i piani del nemico, che questi odia il popolo di Dio e vuole farlo morire. Per questo manda i suoi decreti, per spaventare e indebolire. Gesù rivela i piani del nemico alla chiesa, mentre essa intercede presso al Re. Anche l'apostolo Paolo ci dice qualcosa in merito: “Affinché non siamo sopraffatti da Satana, perché noi non ignoriamo le sue macchinazioni ”(2 Corinzi 2: 11). Dio ci parla del male e del peccato in noi per svelare i piani del nemico onde riposiamo nella sua grazia e impariamo a intercedere. Ester si trovava di fronte ad un grande compito. In un certo senso possiamo dire che si era appena accomodata quando questo evento improvviso la scosse. E' una eco di quel che vediamo nella Shulammita quando lo sposo viene dalla notte con i suoi riccioli bagnati, viene dalla oscurità, dalla sofferenza e dal freddo. Lo sposo la chiama a vegliare e a seguirla, ma lei rispose: “Mi sono tolta la

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veste, come me la rimetterei? Mi sono lavata i piedi, come li sporcherei di nuovo? ” (Cantico 5: 3). Cosa avvenne? Quando lei si alzò per andare ad aprire, perché perse tempo, non lo trovò più. Il pericolo vi era anche per Ester, di fatti rimandò il servo a dirgli che era già un mese che il re non la chiamava, e che nessuno poteva permettersi di entrare nel cortile interno del re, senza essere stato chiamato; la pena sarebbe la morte. Vi era una legge a tale proposito. Poi passò dalla sua mente uno spiraglio di luce e disse: “A meno che il re non stenda verso di lui stenda verso di lui stenda verso di lui stenda verso di lui lo scettro d'oro ” (v.11). La grazia che usa l'autorità verso chi intercede. La La grazia che usa l'autorità verso chi intercede. La La grazia che usa l'autorità verso chi intercede. La La grazia che usa l'autorità verso chi intercede. La grazia che usa lo scettro reale (l'autorità). grazia che usa lo scettro reale (l'autorità). grazia che usa lo scettro reale (l'autorità). grazia che usa lo scettro reale (l'autorità). Quando Ester riferì queste cose a Mardocheo, lui rispose come abbiamo già accennato circa il cullarsi una volta arrivati nel palazzo e ottenute speciali benedizioni; e aggiunse: “Poiché se in questo momento tu taci, soccorso e liberazione sorgeranno per i Giudei da un altra parte; ma tu e la casa di tuo padre perirete ”(v.14). Queste parole hanno in se una potenza di FEDE in Dio che non ammette la minima possibilità di rimanere dimenticati e abbandonati dal Signore. Se analizziamo bene lo spirito di queste parole, troviamo lo stesso carattere di fede di quella di Abrahamo: “Allora Abrahamo disse ai suoi servi: “Rimanete qui con l'asino; io e il ragazzo andremo fin là e adoreremo; poi ritorneremo ritorneremo ritorneremo ritorneremo da voi ” (Genesi 22: 5). Quel pilastro umano della fede non dubitò di fronte al sacrificio, che significava perdere il ragazzo e quindi

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perdere la possibilità di avere una progenie in Isacco. Ma la promessa era precisa; Dio aveva detto: “In Isacco avrai una progenie ” (Genesi 17: 19, 21). Dio non si sbaglia. Egli è il compitore delle sue stesse promesse, e il piano di Dio è quello di farsi conoscere come salvatore (tale il suo nome), per ciò, se Lui aveva promesso che sarebbe venuto il messia, quel popolo da dove doveva venire, non poteva essere distrutto. Quindi nel caso di Ester, se non avrebbe collaborato nell'intercessione, soccorso e liberazione sarebbero venute da altro. Non siamo indispensabili, se non ubbidiamo ne porteremo le conseguenze, ma Dio sa come liberare il suo popolo. Ma Mardocheo sapeva con chi stava parlando, e che è comprensibile aver paura; tuttavia voleva imprimere chiaramente che in certi casi bisogna pensare al bene superiore, e come regina aveva questo dovere. Ma aveva una parola di incoraggiamento anche per lei: “ Inoltre chissà se è proprio per un tempo come questo che tu sei pervenuta alla regalità?”. Invero, chissà perché ci troviamo in certi posti? Soprattutto quando sono posti d'onore, oppure, quando abbiamo la possibilità di grandi guadagni? Buone conoscenze ecc? Quanti comprendono che nessuno di noi è speciale? Non ci ha creati tutti il medesimo Dio? Perché a uno da di più e a un altro di meno? Ognuno dovrebbe riflettere molto seriamente su questo. Siamo venuti al mondo per svolgere un piano di Dio, e ognuno serve per aiutare l'altro. Quando è necessario, anche con grande sacrificio.

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Comunque è vero! Non si può entrare nei cortili di Dio senza essere chiamati da lui. Cosa ci insegna questo? Non si può entrare nei cortili del Signore senza passare per la via della redenzione. Tanti provano, passando da un altra parte, ma quelli Gesù stesso li definisce ladroni (Giovanni 10). La via della redenzione è La via della redenzione è La via della redenzione è La via della redenzione è designata da un lato, dal lavoro segreto di Mardocheo, designata da un lato, dal lavoro segreto di Mardocheo, designata da un lato, dal lavoro segreto di Mardocheo, designata da un lato, dal lavoro segreto di Mardocheo, nello spingere la regina nello spingere la regina nello spingere la regina nello spingere la regina Ester alla regalità, e a sapere Ester alla regalità, e a sapere Ester alla regalità, e a sapere Ester alla regalità, e a sapere come comportarsi davanti al re; insegnare a fare come comportarsi davanti al re; insegnare a fare come comportarsi davanti al re; insegnare a fare come comportarsi davanti al re; insegnare a fare cordoglio e a intercedere. Dall'altra, l'attesa della risposta cordoglio e a intercedere. Dall'altra, l'attesa della risposta cordoglio e a intercedere. Dall'altra, l'attesa della risposta cordoglio e a intercedere. Dall'altra, l'attesa della risposta del re di fronte a tale richiesta. Cristo ci spinge avanti del re di fronte a tale richiesta. Cristo ci spinge avanti del re di fronte a tale richiesta. Cristo ci spinge avanti del re di fronte a tale richiesta. Cristo ci spinge avanti anche se abbiamo paura, ci insegna a stare alla presenza anche se abbiamo paura, ci insegna a stare alla presenza anche se abbiamo paura, ci insegna a stare alla presenza anche se abbiamo paura, ci insegna a stare alla presenza dedededel Padre in attesa che il Padre, in questo caso il Re,l Padre in attesa che il Padre, in questo caso il Re,l Padre in attesa che il Padre, in questo caso il Re,l Padre in attesa che il Padre, in questo caso il Re, stenda verso noi lo scettro d'orostenda verso noi lo scettro d'orostenda verso noi lo scettro d'orostenda verso noi lo scettro d'oro. Cosè questo scettro? La . Cosè questo scettro? La . Cosè questo scettro? La . Cosè questo scettro? La grazia! D'oro perché è importante, ricca, preziosa grazia! D'oro perché è importante, ricca, preziosa grazia! D'oro perché è importante, ricca, preziosa grazia! D'oro perché è importante, ricca, preziosa ed ed ed ed appartiene alla regalità. appartiene alla regalità. appartiene alla regalità. appartiene alla regalità. Solo così Ester poteva presentarsi alla presenza del re nel suo cortile. Solo così poteva avere salva la vita: Se il re stendeva lo scettro verso di lei. Ester prese le parole di Mardocheo, fu incoraggiata, e gli rispose di radunare tutti i Giudei per digiunare per tre giorni, dicendo che anch'essa avrebbe fatto così; e sebbene fosse contro la legge sarebbe entrata dal re. Aggiunse: Anche se ciò potrebbe costargli la vita. Impariamo da questa rara regina. Tante volte, sopraffatti dalle paure che il nemico ci da con i suoi decreti distruttivi, ci chiediamo se Dio ci esaudirà. Magari in situazioni in cui ci vediamo peccatori,

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mancanti e indegni, temiamo di non essere ascoltati. Ma Gesù incoraggia coloro che vogliono andare a lui così: “Chi viene a me io non lo caccerò fuori ” (Giovanni 6: 37). Iddio ci attira con la sua luce, che brilla in tutti gli Iddio ci attira con la sua luce, che brilla in tutti gli Iddio ci attira con la sua luce, che brilla in tutti gli Iddio ci attira con la sua luce, che brilla in tutti gli uomini uomini uomini uomini (Giovanni 1: 9), illumina il nostro Mardocheo , illumina il nostro Mardocheo , illumina il nostro Mardocheo , illumina il nostro Mardocheo spirituale il Cristo spirituale il Cristo spirituale il Cristo spirituale il Cristo (l'unto) che da uomo piccolo (o piccola (l'unto) che da uomo piccolo (o piccola (l'unto) che da uomo piccolo (o piccola (l'unto) che da uomo piccolo (o piccola luce) va crescendo fino a prendere il regno in noi, e diviene luce) va crescendo fino a prendere il regno in noi, e diviene luce) va crescendo fino a prendere il regno in noi, e diviene luce) va crescendo fino a prendere il regno in noi, e diviene sempre più grande... Il giorno perfetto.sempre più grande... Il giorno perfetto.sempre più grande... Il giorno perfetto.sempre più grande... Il giorno perfetto. A noi l'invito: “Confida in lui continuamente, o popolo, effondi il tuo cuore danti a lui; Dio è il nostro rifugio ” (Salmo 62: 8). Abbiamo letto che chi si presenta nel cortile del re senza essere chiamato, la sorte di costui viene decisa in quel momento dal re stendendo verso di lui o no il suo scettro d'oro. Fermiamoci un momento sullo scettro del re. In Ezechiele 19:11 è scritto: “Aveva rami robusti (Israele) idonei per scettri reali...”. Ma quando fu sradicata e gettata a terra il frutto si seccò e perciò nel verso 14 è detto: “...In essa non ce più alcun ramo robusto idoneo per scettri reali ”. Si parlava di Israele raffigurata da una vite, i cui rami dovevano servire per scettri reali. In quel caso non poteva essere possibile a causa dei loro peccati. I santi sono chiamati a dimorare in Gesù, la vera vite. Da lui solo vengono gli scettri reali; diciamo scettri, perché siamo un popolo di sacerdoti e re, e ad ognuno Dio ha dato una corona e uno scettro. Ma tutto viene da lui, non dalle nostre capacità. E' detto ancora, rivolgendosi ai ribelli: “Voi disprezzate lo scettro di mio figlio come se fosse un

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qualsiasi legno”. Egli è il legno sempre verde e fiorente; la parola uscita dalla sua bocca è lo scettro d'oro, con piena autorità, quindi non è un qualsiasi legno. Dovremmo dire, legno di umanità, legno secco. Ogni nemico viene vinto, quando andiamo a lui non solo i nostri peccati vengono perdonati, ma anche i nostri nemici (gli accusatori) vengono sconfitti e distrutti; perciò è detto: “Uno scettro si alzerà da Israele, che schiaccerà Moab da un capo all'altro e abbatterà tutti i figli di Sceth (i nemici)... Israele farà prodezze (perché ha ricevuto grazia). Da Giacobbe verrà un dominatore che sterminerà i superstiti della città (i nemici rimasti come superstiti, i residui di peccato, Giacomo 1: 21)” (Numeri 24: 17-19). La parola uscita dalla sua bocca è a noi favorevole quando lo cerchiamo con il cordoglio nel cuore intercedendo per il suo popolo. Lo scettro si alzerà in nostro favore nella parola che abbiamo già citata di Gesù: “Chi viene a me io non lo caccerò fuori”.

*** ( Capo 5 )( Capo 5 )( Capo 5 )( Capo 5 )

I tre giorni di consacrazione e di preparazione passarono ed è subito detto: “Il terzo giorno Ester si mise la veste reale e si presentò nel cortile interno...” (v.1). Così la chiesa deve indossare la veste reale per presentarsi davanti al Signore. Ce da dire che quella veste non l'avrebbe avuta se non fosse stata incoronata

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dal re. Lei la indossò, dimostrando così di credere a ciò che il re gli aveva dato; l'essere regina. Significa, condividere il potere, l'autorità reale. Che coraggio! Presentarsi nel cortile del re senza essere stata chiamata. Ma cera uno che sapeva ispirare, tenendosi nell'ombra, nascosto, senza apparire impetuosamente rovinando tutto. Tante volte, quando per noi non saremmo capaci di tanto coraggio, per altri diventiamo coraggiosi. Non dimentichiamo che Ester passò quei tre giorni di consacrazione e sacrificio, così come la chiesa impara a fare. Intercedere non èIntercedere non èIntercedere non èIntercedere non è lavoro facile; è frutto di sofferenza, lavoro facile; è frutto di sofferenza, lavoro facile; è frutto di sofferenza, lavoro facile; è frutto di sofferenza, non solo occasionale, come quando preghiamo per non solo occasionale, come quando preghiamo per non solo occasionale, come quando preghiamo per non solo occasionale, come quando preghiamo per qualcuno a noi caro. Ma una statura spirituale a cui si è qualcuno a noi caro. Ma una statura spirituale a cui si è qualcuno a noi caro. Ma una statura spirituale a cui si è qualcuno a noi caro. Ma una statura spirituale a cui si è portati da qportati da qportati da qportati da quel lavoro intimo di quel Mardocheo uel lavoro intimo di quel Mardocheo uel lavoro intimo di quel Mardocheo uel lavoro intimo di quel Mardocheo spirituale nei nostri cuori. Quella luce soffusa, che con spirituale nei nostri cuori. Quella luce soffusa, che con spirituale nei nostri cuori. Quella luce soffusa, che con spirituale nei nostri cuori. Quella luce soffusa, che con voce sottile si ode nella coscienza e che dando sempre più voce sottile si ode nella coscienza e che dando sempre più voce sottile si ode nella coscienza e che dando sempre più voce sottile si ode nella coscienza e che dando sempre più luogo nell'ascoltarla e invitandola a confermarsi, va luogo nell'ascoltarla e invitandola a confermarsi, va luogo nell'ascoltarla e invitandola a confermarsi, va luogo nell'ascoltarla e invitandola a confermarsi, va crescendo fino a dare ccrescendo fino a dare ccrescendo fino a dare ccrescendo fino a dare chiarezza, bruciando nel cuore in hiarezza, bruciando nel cuore in hiarezza, bruciando nel cuore in hiarezza, bruciando nel cuore in modo stabile. Così si ha coraggio Divino. Così si modo stabile. Così si ha coraggio Divino. Così si modo stabile. Così si ha coraggio Divino. Così si modo stabile. Così si ha coraggio Divino. Così si interinterinterintercede non per spintacede non per spintacede non per spintacede non per spinta sentimentale ma per attitudine sentimentale ma per attitudine sentimentale ma per attitudine sentimentale ma per attitudine spirituale, imparando dal grande maestrospirituale, imparando dal grande maestrospirituale, imparando dal grande maestrospirituale, imparando dal grande maestro. La regina dovette cambiare vestito per presentarsi al re. Per intercedere è importante usare l'abito giusto; per ogni cosa ce un abito appropriato. In Isaia 59: 17 è detto: “...Ti sei rivestito della giustizia come di una corazza ”. Un vestito e una corazza, o diremmo: Un vestito che è anche una corazza. Certo! Perché quel vestito fu come una corazza che protesse la regina e il popolo. In

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Giacomo 2: 8 è scritto: “Se adempite veramente la legge legge legge legge regale regale regale regale secondo la scrittura: “Ama il tuo prossimo come te stesso ”; fate bene ”. Ama il tuo prossimo cioè intercedi. La legge regalelegge regalelegge regalelegge regale, ecco perché non si può essere respinti quando si va al Re con la veste reale. Ecco perché alzerà il suo scettro (la grazia che usa l'autorità e l'autorità che usa grazia) verso coloro che si vestono di giustizia, coracoracoracorazzzzzati della legge reale.zati della legge reale.zati della legge reale.zati della legge reale. Un altro aspetto lo abbiamo quando Gesù lasciò le sue vesti agli uomini, se indossiamo le sue vesti di intercessione, come lui fece sulla croce, saremo corazzati davanti al Padre di una legge regale che è: Ama il tuo prossimo e intercedi; sapendo che davanti a Dio ce un grande accusatore che fa la guerra contro i santi. Uniamo anche l'immagine del sommo sacerdote Joshua. Quando era davanti al Signore e Satana al fianco che lo accusava. Joshua era vestito con vesti sporche e fin tanto che durava quella condizione, e l'angelo non gli cambiava le vesti, il diavolo aveva sempre motivo di accusare e dare fastidio. E' una realtà che se andiamo davanti a Dio senza veste reale l'accusatore può darci fastidio. Ma Il nemico fu sgridato e il sacerdote ripulito e rimesso in ordine, (Zaccaria 3: 1-5). Diamo uno sguardo a coloro che non indossano le vesti reali, e che indossano vesti straniere: “Nel giorno del sacrificio dell'Eterno, avverrà che io punirò i principi, i figli del re e tutti quelli che indossano vesti stranierevesti stranierevesti stranierevesti straniere.” (Sofonia 1:8). Così vediamo l'atteggiamento del re: “ Come il re vide la regina Ester in

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piedi nel cortile, ella si guadagnò ilguadagnò ilguadagnò ilguadagnò il suo favoresuo favoresuo favoresuo favore ” (v.2). Nel Cantico 4: 9 è scritto: “Tu mi hai rapito il cuore con un solo sguardo dei tuoi occhi...”. Così la chiesa conquista ed attira il favore del suo Re Gesù; perché il Re è attratto dallo sguardo dei suoi occhi, che risplende nella bellezza della veste reale. Così! E' scritto, che il re stese verso Ester lo scettro d'oro. Essere importanti per il nostro Re è meraviglioso, specie se indossiamo la veste reale (l'abito della giustizia) e nella sincerità e contemplazione, lo guardiamo. Il gesto di alzare lo scettro è per noi, essere risparmiati, graditi. Ma, una lezione importante, l'abbiamo considerando quello che il re disse: “Che cosa vuoi regina Ester? Qual'é la tua richiesta? Fosse anche la metà del mio regno, ti sarà dato ”(v.3). Notiamo come il re parla del regnoregnoregnoregno e invita ad esso, perché la regina non aveva chiesto ancora nulla. Chi intercede piace a Dio ed Egli dà il regno ai pietosi. Il verso 4: “Se così piace al re, venga oggi il re con Haman al banchetto che gli ho preparato ”. Tutti vorrebbero avere subito autorità nel regno di Dio, nostro Re, ma pochi, come Ester, si preoccupano e occupano di chi perisce; così da non desiderare privilegi, posti importanti, benessere spirituale per noi,prima di aver tolto di mezzo l'interdetto. Quindi, Ester preferì il bene del suo popolo, piuttosto che il bene per se stessa. L'apostolo Paolo ci dice: “Perché sono stretto da due lati: Avendo il desiderio di partiredesiderio di partiredesiderio di partiredesiderio di partire da questa tenda e di essere con Cristo, ilililil che miche miche miche mi sarebbe di sarebbe di sarebbe di sarebbe di gran lunga miglioregran lunga miglioregran lunga miglioregran lunga migliore. Ma il rimanere rimanere rimanere rimanere nella carne è più è più è più è più

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necessario per voi.necessario per voi.necessario per voi.necessario per voi. Questo so sicuramente, che rimarrò e rimarrò e rimarrò e rimarrò e dimorerò predimorerò predimorerò predimorerò presso di voi tutti, per il vostrosso di voi tutti, per il vostrosso di voi tutti, per il vostrosso di voi tutti, per il vostro avanzamento avanzamento avanzamento avanzamento e per la gioia della vostra fede ” (Filippesi 1: 14). Anche Paolo aveva il suo desiderio di lasciare questo corpo al più presto, ma pensava che se rimaneva era meglio per loro, per aiutarli. Quindi Ester preparò il banchetto, chi doveva venire venne, ma tre individui erano indispensabili, il re, Haman, Ester. Quando fu versato il vino il re chiese a Ester di fare la sua richiesta. Quindi, mentrementrementrementre fu versato il vino Ester parlò, e fece nuovamente l'invito per un altro banchetto. (v.6). Il vino rappresenta un momento gioioso, un festeggiamento, potremmo definirlo una lode. In ispirito è il sussulto gioioso e stimolo della rivelazione; si può paragonare anche ai sospiri ineffabili, che vengono sempre dalla rivelazione. L'olio è lo Spirito, e lo Spirito produce il vino della gioia. Il buon samaritano versò olio e vino sulle ferite dello sventurato. Quindi il re festeggiò con Haman bevendo il vino, mentre i corrieri portavano la terribile notizia in tutto il regno, per festeggiare a quell'evento che Haman ritenne per vittoria. Quell'atto che per il popolo poteva sembrare disinteresse e complicità, si ripresenta, ma questa volta con la regina al fianco del re, colei che Dio aveva eletto per intercedere. Il concetto è questo: Iddio va formando la sua vigna nella sua chiesa, successivamente, lo Spirito Santo viene a vendemmiare, raccoglie il frutto e ne produce il vino. Questo è il lavoro

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di Dio in noi. Lo Spirito di Dio viene in noi per raccogliere il frutto che alla sua luce maturiamo, e solo lui può produrre il vino della gioia. Troviamo ancora versi che parlano di questo: “Egli ha gli occhi lucenti occhi lucenti occhi lucenti occhi lucenti dal vino”. (Genesi 49: 11). Questo è il momento di esprimersi, perché ha gli occhi lucenti dal vinoocchi lucenti dal vinoocchi lucenti dal vinoocchi lucenti dal vino, cioè, vedevedevedevede il momento propizio per agire. L'unzione dell'olio (dello Spirito), produce il vino della decisione, dello stimolo che dà la rivelazione che apre gli occhi per vedere ed agire in apre gli occhi per vedere ed agire in apre gli occhi per vedere ed agire in apre gli occhi per vedere ed agire in conformità al desidericonformità al desidericonformità al desidericonformità al desiderio del Re di udire la richiesta della o del Re di udire la richiesta della o del Re di udire la richiesta della o del Re di udire la richiesta della regina.regina.regina.regina. Fu proprio il re che invitò Ester a parlare nel mentre fu versato il vino. Ancora: “Il vino che rallegra il cuore dell'uomo ” (Salmo 104: 15). Occhi illuminati e il cuore allegro e fortificato dalla gioia di servire il Signore, ciò rappresenta una condizione completa per il servizio. Tutto questo, fu una preparazione per il re desiderare ciò che è il desiderio della sua regina, mentre nel contempo Haman il malvagio, chiamato il nemico dei Giudei (di coloro che vengono dalla lode, il popolo di Dio) nutriva una soddisfazione personale come di vittoria e di successo, per il fatto che era il solo ad essere stato invitato con il re dalla regina (v.12). Ester trattenne i suoi desideri, di possedere il regno a scapito di coloro che avrebbero pagato ingiustamente con la vita. Questo ci insegna che, prima di dire: Ogni podestà mi è stata data in cielo e sulla terra, è necessario

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soffrire a Gerusalemme molte cose... Come fece Gesù, così fece Ester. Il banchetto, per la chiesa è la cena del Signore o santa cena. Intendiamo quella vissuta in ispirito, per avere una più intima comunione col nostro Re, per interessarlo a noi e alle nostre richieste. Sappiamo che l'avversario è presente e ne gioisce, perché per il fatto che per il fatto che per il fatto che per il fatto che gli sia data questgli sia data questgli sia data questgli sia data questa possibilità, da Dio, pensa dia possibilità, da Dio, pensa dia possibilità, da Dio, pensa dia possibilità, da Dio, pensa di avere avere avere avere maggiore influenza negativa sul popolo della lmaggiore influenza negativa sul popolo della lmaggiore influenza negativa sul popolo della lmaggiore influenza negativa sul popolo della lode di Dio.ode di Dio.ode di Dio.ode di Dio. Difatti, chi mangia la santa cena, mangia e beve un giudizio su se stessose stessose stessose stesso (1 Corinzi 11: 29). Iddio ci ammaestra a non cercare il peccato, il male fuori di noi, negli altri o solo nel diavolo; bensì in noi stessinoi stessinoi stessinoi stessi. Sempre in senso spirituale, cioè nel senso più elevatonel senso più elevatonel senso più elevatonel senso più elevato, guardiamo a quando Gesù mandò i discepoli a preparargli la cena in qualche luogo... (Luca 22: 10, 11). Questo luogo siamo NOI! Là dobbiamo preparagli la cena, difatti in Apocalisse 3: 20 è detto: “...E apre la porta, io entrerò io entrerò io entrerò io entrerò e cenerò con luicon luicon luicon lui, ed egli meco ”. Prima Lui cena con noi in una comunione intima esclusiva, ognuno secondo la capacità ricettiva in cui lo desidera, poi noi ceniamo con Lui, nella cena delle nozze. Nella cena con Gesù, c’era anche Giuda iscariota, il traditore, così come in quel banchetto cera Haman. Certo non siamo noi a invitare il diavolo, però sappiamo che quando i santi si radunano presso di Lui (Dio), il diavolo si intrufola, (Giobbe 1: 6; Matteo 22: 11-14). Quindi, sappiamo che quando mangiamo di questo pane, annunziamo (testimoniamo, predichiamo) la morte del

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Signore finché egli venga (in armonia con lo Spirito: Vieni Signor Gesù), noi ci occupiamo di mangiare il suo corpo (la sua parola personapersonapersonapersona) finché Lui viene a testimoniare confermando. Mangiamo un giudizio su di noi se non se non se non se non discerniamo discerniamo discerniamo discerniamo (se non vogliamo discernere) il corpo del Signore. Proprio quando cenarono, Gesù giudicò il suo corpo (per il bene), separando (di quel santo separare... Geremia 15: 19), dicendo: Qualcuno di VOI (Eccolo il Eccolo il Eccolo il Eccolo il male dov'è!male dov'è!male dov'è!male dov'è!) mi tradisce! Allora Giovanni si chinò sul seno di Gesù e gli chiese: “Signore, chi è? “(Giov. 13: 25). E' Gesù che mangiando ci rivela chi sono i Giuda o gli Haman. Così, come fuCosì, come fuCosì, come fuCosì, come fu Mardocheo a svelare a Ester chi Mardocheo a svelare a Ester chi Mardocheo a svelare a Ester chi Mardocheo a svelare a Ester chi era il traditore, così è Gesù che rivela ai suoi chi sono gli era il traditore, così è Gesù che rivela ai suoi chi sono gli era il traditore, così è Gesù che rivela ai suoi chi sono gli era il traditore, così è Gesù che rivela ai suoi chi sono gli Haman e i Giuda che ancora si muovono dentro di noi Haman e i Giuda che ancora si muovono dentro di noi Haman e i Giuda che ancora si muovono dentro di noi Haman e i Giuda che ancora si muovono dentro di noi medesimimedesimimedesimimedesimi. In questo modo discerniamo il corpo del Signore, man mano che lui ci giudica, ci smaschera, ci spezza e ci ricostruisce. Mangiamo di lui, saziandoci di lui, cenando alla sua presenza, così discerneremo questo meraviglioso corpo, separando (quando lui separa), significa, lasciando che lui separi in noi l'anima dallo spirito. Ciò che è animale da ciò che è spirituale. Individueremo l'intruso, che potremo legare mani e piedi(il suo trafficare e camminare) e gettarlo fuori (Matteo 22: 13). Un particolare. Quando Haman udì l'invito della regina, andò da sua moglie e i suoi amici. Nel tragitto incontrò Mardocheo e vista la sua indifferenza nell'ignorarlo, si accese d'ira contro di lui, ma passò oltre trattenendosi. Riferì dunque alla moglie e agli amici

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l'invito ricevuto dalla regina e come era stato innalzato nel regno. Non mancò l'espressione di odio per Mardocheo e così escogitarono di farlo impiccare. Questo era il piano di Haman. Così l'uomo. Quando riceve onori, specie nella chiesa, subito racconta alla sua compagnia preferita ciò che è avvenuto a lui medesimo. Quanti bravi e dialettici rappresentanti e manager ci sono nella chiesa, abili a farsi pubblicità e propaganda. Tutto ciò guasta la vigna del Signore, ma l'uomo non perde tempo a mettersi in evidenza e a cercare posti alti. Quando costoro si imbattono in un vero cristiano e vedono la sua indifferenza nel onorare la loro vanità e artificio, si infiammano d'ira, ma proseguono ritti verso la loro compagnia per gioire delle loro promozioni. Così fu anche del diavolo. Lui voleva che Cristo si prostrasse a lui, là quando disse: “ Io ti darò tutto il potere dei regni e la loro gloria, PERCHE' ESSA M’ E' STATA DATA NELLE MANI E LA DO A CHI VOGLIO, se tu dunque prostrandoti prostrandoti prostrandoti prostrandoti mi adori ” (Luca 4: 7).

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(Capo 6)(Capo 6)(Capo 6)(Capo 6) “Quella notte il re non poteva prendere sonno. Allora ordinò che si portasse il libro dei fatti memorabili, le Cronache; e se ne fece la lettura davanti al re ” (v.1). In quella occasione dunque, una notte più oscura del solito; quando non riusciva a prendere sonno (non trovava riposo), ordinò la lettura del libro delle Cronache. Ne Ne Ne Ne venne fuori un personaggio specialevenne fuori un personaggio specialevenne fuori un personaggio specialevenne fuori un personaggio speciale che nientemeno scongiurò l'attentato contro il re. Il re dunque chiese ciò che ha un valore profetico: “Quale onore e riconoscimento è stato dato a Mardocheo per questo? ” (v.3). L'Iddio Eterno, nella oscurità lontana della nostra superbia e della conseguenza d'essa: L'incredulità con i suoi rami, i nostri peccati, non trovava riposo, non poteva riposare. Per questo venne fuori il libro, la lettura del libro, e la scoperta del personaggio. Quale onore e riconoscimento dunque per questo salvatore? Come spesso si ripete nella storia dei santi... Nulla! Onore e riconoscimento. E' necessario riconoscere l'opera del Salvatore e onorarlo di grande onore, perché il suo intervento a dato la vita... Il libro, quel libro, racconta le gesta eroiche, ma nascoste, di Mardocheo. Così nella mente del re si fece il pensiero di onorarlo e quindi: “ Nel principio era la parolaparolaparolaparola (il libro), la parola era presso presso presso presso Dio (la lettura del libro), la parola era Dio (il personaggio della lettura del libro onorato ed elevato al regno)”. “E la parola

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si è fatta carne ed ha abitato fra di noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, come gloria dell'unigenito proceduto dal (presso) Padre (il Re), piena di grazia e di verità ”(Giovanni 1: 1, 14). Come è stato per Gesù così per Mardocheo, che fu elevato in gloria del regno, per quel gesto. Mentre il re ragionava questi pensieri, arrivò Haman, il quale, al contrario, aveva in cuore di impiccare Mardocheo; due pensieri oppostidue pensieri oppostidue pensieri oppostidue pensieri opposti (v.4). Dio voleva innalzare Cristo, il diavolo voleva disonorare e abbassare Cristo. Egli fu umiliato, per lui non fu fatto nulla... Ma fu innalzato (Isaia 53: 2-8 ; Filippesi 2: 5-9). “Il re allora chiese: Chi ce nel cortile?... I servi del re risposero: Ecco ce Haman nel cortile. Il re disse: Fatelo entrare ” (v.4,5). Il diavolo si presenta davanti a Dio con una forca già preparata (un giudizio, accusa),per impedire e distruggere l'opera di Dio. Ciò ricorda, quando il diavolo si presentò davanti a Dio nella storia di Giobbe, dove si presenta venendo dal percorrere la terra, dai suoi traffichi furtivi e distruttori. Notiamo come Dio parla al nemico del suo servo Giobbe e come lo elogia (Giobbe 1: 7,8. 2: 2,3). Il Re propone i suoi servi, così come ha proposto Il Suo Servo, (Salmo 2). Tutto questo per dire che questi dialoghi nei luoghi celesti sono frequenti. “Il re gli disse: Che cosa si deve fare a un uomo che il re vuole onorare? Haman pensò in cuor suopensò in cuor suopensò in cuor suopensò in cuor suo: Chi più di me il re vuole onorare? ”(v.6). Il re pensava a Mardocheo, Haman pensò a se stesso. Pensò in quel cuore perverso

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che nessuno poteva essere all'altezza di essere onorato più di lui. Sappiamo che anche il diavolo vuole essere onorato in luogo di Cristo. Così rispose Haman: “Per l'uomo che il re vuole onorare, si prenda la veste reale che il re ha veste reale che il re ha veste reale che il re ha veste reale che il re ha indossatoindossatoindossatoindossato e il cavallo che il re ha montato, e si metta sulla sua testa una corona reale. Si consegni la Si consegni la Si consegni la Si consegni la veste e il veste e il veste e il veste e il cavallo a uno dei principi più nobili cavallo a uno dei principi più nobili cavallo a uno dei principi più nobili cavallo a uno dei principi più nobili del re e si rivesta di si rivesta di si rivesta di si rivesta di quella veste quella veste quella veste quella veste l'uomo che il re vuole onorare; quindi lo si conduca a cavallo per le vie della città e si proclami davanti a lui: Così si fa all'uomo che il re vuole onorare! ”. Con questo proposito desiderava fosse sua quella sorte. Vediamo come tutto corrisponde al carattere di Satana. Persiste nell'uomo il desiderio di onorare se stesso, la ego di ognuno si nasconde sempre perché non vuole essere scoperta. E' detto di fatti: Pensò in cuor suo. Nella risposta simulò onore per altri, mentre in segreto era per se stesso. In Isaia 47: 8 è detto: “Dicevi in cuor tuo: Io e nessun altri che io ”. Quante e quante volte, in una circostanza simile ognuno di noi avrebbe pensato come Haman? Ognuno si studi. Vi sono molti parlatori che per il loro talento credono che Dio li usi più degli altri, in modo chissà come particolare, la dove non sono mai stati scelti e mandati. Altri, di carattere silenzioso viene chiamato, ammaestrato in solitudine, solo a solo con Dio, per parlare, come sforzati dallo Spirito perché essi non vogliono apparire ma far apparire Lui. Che Dio ci aiuti ad

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essere di tali e fedeli servitori, trasparenti come il vetro e preziosi come l'oro. Trasparenti per mostrare il nostro Salvatore limpidamente, la nuova Gerusalemme è descritta pure con queste componenti (Apocalisse 21: 18). Tornando ad Haman, notiamo l'interesse per la veste reale? È interessante come specifica a riguardo. “Si prenda la veste reale che il re ha indossatoil re ha indossatoil re ha indossatoil re ha indossato... Si consegni la veste... E si rivesta di quella veste di quella veste di quella veste di quella veste l'uomo che il re vuole onorare ”. Abbiamo già visto l'importanza della veste reale parlando di Ester, la regina, la chiesa. Tanto è importante l'abito per il re che Haman la desiderava a tutti i costi. Vedendo che di fronte alla regina, il re stese lo scettro per proteggerla; anch'egli la volle. La differenza è che lui voleva trarne profitto. Come Satana, voleva tornare al suo stato primiero, quando era vestito di pietre preziose (Ezechiele 28: 13). Ricerca quell'abito come nella parabola delle nozze, fra gli invitati, cioè ruba. Si insinua nella chiesa per derubare il popolo di Dio dell'autorità (la veste reale o abito delle nozze)di cui è stata rivestita, onde spogliarla e ricondurla nella impurità delle sue vesti sporche, come abbiamo visto in Zaccaria 3. Ma! Mentre Haman pensava di aversi preparato la strada, ignorava che la sua proposta avrebbe onorato Mardocheo, colui che odiava. Vediamo cosa successe: “Allora il re disse a Haman: Presto, prendi la vestevestevesteveste e il cavallocavallocavallocavallo, come hai detto, e fa fa fa fa

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così così così così a Mardocheo il Giudeoil Giudeoil Giudeoil Giudeo, che siede alla porta del re; non tralasciare nulla di quello che hai dettonon tralasciare nulla di quello che hai dettonon tralasciare nulla di quello che hai dettonon tralasciare nulla di quello che hai detto ”(v.10). Il re fu d'accordo, e disse anche: “Presto”, senza indugio, senza perdere tempo. Consentì di prendere la veste, ma solo per vestire Mardocheo. Il cavallo è figura di imponenza di autorità di reggenza. Qui ritorna la parola, il Giudeo; in riferimento a Mardocheo. Avevamo detto che avremmo visto il risvolto del rivelare le sue origini. Quello che fu stimolo di condanna all'inizio e che spinse Haman a costruire una tale strategia di accusa contro tutti i Giudei, ora è addirittura nella bocca del re per distinguerlo e onorarlodistinguerlo e onorarlodistinguerlo e onorarlodistinguerlo e onorarlo. Haman usò il pretesto che Mardocheo era Giudeo per istigare il re contro tutto un popolo, per ironia della sorte, per primo ad Haman proprio il re chiamò Mardocheo, il Giudeo. Colui che viene dalla lode di Dio, vinse. Quando Lucifero era ancora nella grazia di Dio, nutriva dei pensieri di elevarsi al di sopra delle stelle di Dio e di essere simile all'Altissimo (Isaia 14:13). Quello che Lucifero desiderò per se Iddio lo realizzò su Cristo. Nel verso undici è detto che Haman fece tutto ciò che il re aveva detto e così andò per le vie della città proclamando che: “Così si fa all'uomo che il re vuole onorare ”. Che frase. Quanti riusciamo a credere che Dio piega il nemico fino al punto che lui stesso deve onorare chi Dio, il Re, vuole onorare? Questa frase è per il popolo del Signore, affinché impari a credere che Egli vuole onorare i suoi a suo tempo. In Giovanni 12: 26 è scritto: “Se uno mi serve,

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mi segua; e la dove sono io, là sarà anche il mio servo; se uno mi serve il Padre l'onoreràl'onoreràl'onoreràl'onorerà ”. Fu proprio Haman a Confessare che Mardocheo era stato onorato dal re, così come furono gli spiriti immondi a gridare, di fronte alla maestà del Figlio di Dio dicendo: “Che vi è fra noi e te Figliuolo dell'Iddio altissimo? ” (Matteo 8: 29; Marco 5:6,7). Dopo che eseguì l'ordine del re, Haman tornò a casa sua tutto dolorante. Raccontò a sua moglie e ai suoi amici dell'accaduto, e vogliamo osservare cosa gli dissero: “Se Mardocheo dinanzi al quale hai cominciato a caderedinanzi al quale hai cominciato a caderedinanzi al quale hai cominciato a caderedinanzi al quale hai cominciato a cadere è della stirpe dei GiudeiGiudeiGiudeiGiudei, tu non riuscirai a vincere contro di lui, ma cadrai completamente davanti a lui ”(v.13). Cambiano le cose! Prima voleva che Mardocheo si inchinasse davanti a lui, ora è lui che comincia a cadere (inchinarsi) davanti a Mardocheo. “Se è della stirpe dei Giudei non riuscirai a vincere ”. Se è della stirpe della lode, se viene dalla lode non potrai vincere. Questo vuole farci capire il Signore. Chi vive nella lode di Dio vince il nemico. Intanto che valutavano queste cose, giunsero gli eunuchi del re per condurre Haman al secondo banchetto che Ester aveva preparato.

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(Capo 7)(Capo 7)(Capo 7)(Capo 7) Arrivò il giorno del banchetto. I tre invitati si ritrovarono nuovamente faccia a faccia. Il momento della domanda del re alla regina, per sapere cosa richiedeva, era sempre il mentre fu versato il vino. Difatti è evidenziato dallo scrittore: “Anche Anche Anche Anche il secondo giorno mentrementrementrementre fu versato il vino...”(v.2). Il re disse le stesse parole della prima volta. Ester, questa volta non rimandò e rispose: “Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, o re, e se così piace al re, la mia richiesta è che mi sia concessa la vita; e domando che il mio popolo sia risparmiato. Poiché io e il mio popolo siamo stati venduti per essere distrutti, uccisi e sterminati. Se fossimo stati venduti per diventare schiavi e schiave, avrei taciuto; ma il nemico non potrebbe mai compensare il danno che ne verrebbe al re ”(v.2, 3). Chiediamoci quanto dobbiamo imparare dalle parole: Se fossimo stati venduti per diventare schiavi, avrei taciuto. Se dovessimo essere asserviti a qualcosa o a Se dovessimo essere asserviti a qualcosa o a Se dovessimo essere asserviti a qualcosa o a Se dovessimo essere asserviti a qualcosa o a qualcuno semplicemente, dobbiamo saper sopportare.qualcuno semplicemente, dobbiamo saper sopportare.qualcuno semplicemente, dobbiamo saper sopportare.qualcuno semplicemente, dobbiamo saper sopportare. Ma se ce di mezzo il piano e il popolo di Dio, e la sua Ma se ce di mezzo il piano e il popolo di Dio, e la sua Ma se ce di mezzo il piano e il popolo di Dio, e la sua Ma se ce di mezzo il piano e il popolo di Dio, e la sua distruzione, allora con cdistruzione, allora con cdistruzione, allora con cdistruzione, allora con coraggio bisogna parlare ed oraggio bisogna parlare ed oraggio bisogna parlare ed oraggio bisogna parlare ed intercedereintercedereintercedereintercedere. La nebbia si stava diradando, il re cominciò a vedere l'intercessione verso quale direzione andava. Intanto notiamo come Ester disse nella sua risposta: “Se ho trovato grazia agli occhi tuoi ”. E' lodevole come la regina chiese un rinnovo della grazia, nonostante il re

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avesse già alzato lo scettro per proteggerla. Anche i santi devono stare all'ombra di una grazia sempre nuova e fresca, onde mai insuperbire o magari accomodarsi in un gesto di grazia già stato fatto. Lei chiese che la sua vita fosse risparmiata perché potesse esporre il problema della condanna del suo popolo. Il re a udire la notizia di una simile congiura, si interessò vivamente per sapere chi fosse quel tale, così sfrontato da ingannare anche il re per arrivare a una simile conclusione. “Il nemico e l'avversario è quel malvagio di Haman . Allora Haman fu preso da terrore alla presenza del re e della regina”(v.6). Abbiamo detto che il banchetto ci rappresenta la santa cena. Così come in quella cena, Ester (la chiesa) svelò l'identità del traditore, avendo comunione con il re (Dio il Padre), e per la rivelazione di Mardocheo (Cristo), possiamo identificare il male, in noi, in altri e in ogni cosa. Ricordiamo che fu Mardocheo a far conoscere alla regina che il traditore era Haman. Ester ignorava cosa stava succedendo, seppe tutto dal cugino. Nello stesso modo Gesù; nella cena, svelò chi era il traditore. Solo Gesù può rivelarci chi è il falso e farci vedere i piani distruttivi del nemico. Haman fu chiamato dalla regina: Nemico, avversario e malvagio, poi il nome. L'immagine perfetta del diavolo. All'udire questo, il re si adirò, si alzò e si recò nel giardino. Si noti come anche in questo caso è ricordato: “Il banchetto in cui veniva servito il vino ”(v.7).

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La stessa informazione la troviamo nel verso otto: “Poi il re tornò... Nel banchetto dove era servito il vino ”. A volte sembra che certe ripetizioni siano casuali o che non abbiano alcun senso, ma nascondono dei punti di osservazione per collegarsi in modo più completo ad altri significati, o per meglio comprenderli. E' làE' làE' làE' là, dunque, nella , dunque, nella , dunque, nella , dunque, nella forza forza forza forza che dà che dà che dà che dà lalalala rivelazione, che il nemico è smascherato e rivelazione, che il nemico è smascherato e rivelazione, che il nemico è smascherato e rivelazione, che il nemico è smascherato e sconfitto.sconfitto.sconfitto.sconfitto. Uscì quindi per breve tempo... Tempo che Dio conosce, perché ogni volta che Dio si allontana un attimo, lo fa per staccarci da una condizione cattiva per introdurci in una nuova e migliore. Vi è un ritornare del Signore nello spirito, dopo che si allontana per breve tempo (come nel caso del re), l'ora e la podestà delle tenebre si fa forte sui santi. Ma lui al momento opportuno ritorna, sbaragliando il nemico, come vediamo in questa storia. Intanto Haman rimase con la regina Ester a supplicare per la sua vita, perché aveva capito che il re aveva già deciso per la sua rovina. Mentre si era lasciato cadere sul divano dove era seduta Ester (v.8). Questo atteggiamento, sebbene non sia spiegato nei particolari, rivela una forma di seduzione disperata o comunicante e insinuante la possibile minaccia, come di vendicarsi anche tramite altri. Come dire: “Non ti illudere, anche se io morirò tu non la farai franca”. Difatti, quando il re arrivò vide la scena e disse: “Vuol pure far violenza alla regina, mentre io stesso sono in casa? ”. Così il traditore fu preso

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e portato via. Dove? In casa sua; dove aveva eretto una forca per impiccarvi Mardocheo. Quella forca gli ricadé sul capo. L'eunuco che lo prese, e che diede l'informazione al re circa la forca in casa di Haman, nel nominare Mardocheo ricordò che aveva parlato per il bene del re. L'impressione del re che ebbe nel trovare Haman troppo vicino alla regina, non deve essere preso per una esagerazione. Volevo ricordare ciò che disse S. Paolo alla chiesa di Corinto, quando avvertì alla vigilanza contro le astuzie del nemico. “Vi ho fidanzati a uno sposo, per presentarvi a Cristo come una casta vergine. Ma io temo che, come il serpente come il serpente come il serpente come il serpente sedussesedussesedussesedusse Eva con la sua astuziaEva con la sua astuziaEva con la sua astuziaEva con la sua astuzia, così talora le vostre menti non siano corrotte e sviate dalla semplicità che si deve avere riguardo a Cristo ” (2 Corinzi 11: 2, 3). Il pericolo è sempre in agguato. Siamo avvertiti alla vigilanza. Haman si avvicinò troppo alla regina e anche questo fu per lui un passo falso, tanto da dare a pensare al re, che voleva fare violenza alla regina mentre il re era in mentre il re era in mentre il re era in mentre il re era in casacasacasacasa. Questa frase ha una certa forza se la intendiamo nello spirito. Gesù ci disse che se fosse possibile (ma grazie a Dio non lo è) anche gli eletti sarebbero sedotti. Ossia, fin tanto che il nostro Re è nascosto o lontano tutto è, o può essere possibile; ma quando Lui ritorna a noi, e comunque è vicino, nessuno può nuocere alla sua chiesa. Impariamo

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dunque a perseverare e ad attendere il suo aiuto; disse: “Impiccate lui ”. “Così Haman fu impiccato alla forca che egli aveva preparato per Mardocheo ” (v.10).

*** (Capo 8(Capo 8(Capo 8(Capo 8))))

“...Il re Assuero diede alla regina Ester la casa di Haman, il nemico dei Giudei; e Mardocheo venne davanti al re, al quale Ester aveva spiegato chi era per lei ”(v.1). Parlando di Haman, viene detto: Il nemico dei Giudei. Parlando di Mardocheo, viene chiamato: Il Giudeo. Il Giudeo , il nemico dei Giudei; gli opposti. La proprietà di Haman fu data a Ester e a Mardocheo, il quale fu chiamato e venne davanti al re. Qui abbiamo un quadro molto bello della parola di Dio, che non torna a vuoto senza aver compiuto ciò per cui è stata mandata. Dapprima silenziosa e nascosta, poi sempre più innalzandosi per difendere il popolo del Signore fino a comparire davanti al Re. Ester spiegò chi fosse Mardocheo per lei e cosa rappresentava. Chi va al Padre non si presenta senza spiegare chi è Gesù Cristo per lei, cosa ha fatto per lei, come solo per il suo aiuto lei, è arrivata in alto e a conosciuto il traditore per svergognarlo, intercedendo per tutto il popolo. La proprietà è stata data a Ester inizialmente, ma Ester stabilì Mardocheo sopra la casa di

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Haman. Non si dimenticò del suo benefattore, non l'aveva mai dimenticato, e così non dimenticò neanche le sue origini, perché come il cugino Mardocheo viene dalla lode, così Ester. Gesù proprietario della casa del nemico, è al di sopra dell'autorità del nemico. Ogni podestà gli è stata data, in cielo e sulla terra. Gesù signoreggia sopra tutta l'autorità del nemico. L'apostolo Paolo disse: “Egli ha annientato il documento documento documento documento fatto di ordinamenti, che era contrfatto di ordinamenti, che era contrfatto di ordinamenti, che era contrfatto di ordinamenti, che era contro di noi e che ci era o di noi e che ci era o di noi e che ci era o di noi e che ci era nemico,nemico,nemico,nemico, e la tolto di mezzo inchiodandolo alla croce; avendo quindi spogliato le podestà e i principati,spogliato le podestà e i principati,spogliato le podestà e i principati,spogliato le podestà e i principati, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di lorotrionfando su di lorotrionfando su di lorotrionfando su di loro in lui ” (Colossesi 2: 14, 15). Il Signore nella sua umiliazione ha fatto risalire un popolo e una regina, che possa vivere con Lui nel palazzo. Ha annientato (distrutto) il documento (il decreto), ha spogliato il nemico (si è preso la sua proprietà) e ha liberato il popolo dal massacro. Tolse anche l'anello reale che era stato dato ad Haman e fu dato a Mardocheo, mentre la regina si prostrò e supplicò il re che impedisse il massacro. Segue un fatto ripetuto: “Allora il re stese lo scettro d'oro verso Ester; così Ester si alzò e rimase in piedi davanti al re ” (v.4). Nel capo 5:2, fu steso lo scettro la prima volta su Ester, per essere graziata e ascoltata; avvicinarsi di più al re in un banchetto di comunione per scoprire il nemico, portando a chi gli era vicino (il re), a identificarlo e condannarlo e per intercedere per il popolo.

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La prima volta Ester si avvicinò e toccò la punta dello scettro, in risposta al bisogno di aiuto e per prendere la grazia che il re gli offriva. In questo secondo caso il re diresse lo scettro verso di lei per una seconda ondata di grazia, per ricevere forza e incoraggiamento per operare in favore del popolo. Il primo caso era per fare richiesta, nel secondo per mettersi al lavoro. La chiesa ha sempre bisogno di ricevere grazia nuova, rinnovata, grazia sopra grazia. Dopo il gesto del re nel esprimere il suo favore verso la regina, lei insisté nell'intercedere per cambiare il decreto di morte fatto da Haman. Notiamo l'insistenza nel cercare la grazia del re per ogni cosa. (v.5). Si gettò ai piedi del re questa volta per supplicarlo, bisognava fare qualcosa perché il decreto era ancora in vigore. Cercò grazia ai suoi piedi, come la chiesa deve fare, perché sa che l'autorità dello scettro sta fra i piedi del Re redentore. Lo scettro dell'autorità e del potere sta nell'umiliarsi nel raccogliere i passi del Salvatore (Genesi 49: 10). Concluse dicendo: “Come potrei infatti io resistere nel vedere la calamità che colpirebbe il mio popolo? O come poterei resistere nel vedere la distruzione della mia stirpe? ” (v.6). Segue: “Allora il re Assuero disse alla regina Ester e a Mardocheo, ilililil Giudeo.Giudeo.Giudeo.Giudeo...”(v.7). Il re rispose in favore, e ancora nominando: Mardocheo il Giudeo. Ciò che fu all'inizio motivo di scherno e di pretesto, per formulare accuse su diversità di leggi e di popolo, fu il contrassegno rivelatore per distinguere Mardocheo. Abbiamo già

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accennato che Gesù viene dalla lode, dalla tribù di Giuda; proprio come Mardocheo. Il re così rispose: “Voi stessi scrivete un decreto in favore Voi stessi scrivete un decreto in favore Voi stessi scrivete un decreto in favore Voi stessi scrivete un decreto in favore dei Giudei a nome del re,dei Giudei a nome del re,dei Giudei a nome del re,dei Giudei a nome del re, come meglio vi sembra, e sigillatelo con l'anello reale, perché il decreto scritto a nome del re e sigillato con l'anello reale è irrevocabile irrevocabile irrevocabile irrevocabile ” (v.8). Era necessario scrivere un altro decreto, un nuovo patto. Possiamo vedere la cosa anche così. Prima, sotto il vecchio patto cera una legge di morte, che condannava il peccato e il peccatore. Nel secondo patto, vi è una legge di grazia, la legge della libertà, la legge dello Spirito. Tutto ciò è fatto nel nome del re, e sigillato con il sigillo reale ed è irrevocabile, non vi è da parte del re nessun ripensamento. Così è davanti a Dio; Egli non si pente di ciò che ha fatto, mandando Gesù e fondando un nuovo patto nel suo sangue. Possiamo stare sicuri nella solidità del patto di grazia, oltre che il Signore si è preoccupato di darci delle promesse con giuramento, per rendere immutabile il suo consiglio, porre fine ad ogni contestazione., la dove è impossibile che Dio menta (Ebrei 6: 16-18). Per questo è detto di prendere lo scudo della fede con il quale possiamo spegnere tutti i dardi, non importa quanto siano infuocati, del maligno (Efesini 6:16). In questo si dimostra che Dio ha dato la massima autorità al suo figliuolo, espropriando il diavolo. Esattamente come fu per l'anello reale. Fu dato ad Haman per convalidare e

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autorizzare il decreto contro i Giudei, e poi gli fu tolto per espropriarlo della sua casa e dei suoi beni e dare tutto a Mardocheo, per riscrivere un nuovo decreto. Anche la chiesa ha autorità su serpenti e scorpioni, di calpestare le potenze del maligno. Il ventitré del terzo mese, che è il mese di Sivan (giugno-luglio) era il 474 a.C. Erano passati poco più di due mesi dalla emanazione del decreto di Haman; per ordine di Mardocheo e secondo il suo consiglio, fu scritto il nuovo decreto per dare il messaggio di salvezza a tutti i Giudei. Rimanevano circa nove mesi per prepararsi al mese di Adar, il mese dell'assedio; sapevano quindi che potevano reagire e difendersi, e addirittura saccheggiare il nemico distruttore; esattamente com'era avvenuto per Mardocheo: Si era preso i beni di Haman (v.11). Come avvenne per il primo decreto, avvenne per il secondo. Fu emanato per via di corrieri a tutti i Giudei, i satrapi, ai governatori e tutti i capi delle provincie nella loro lingua, in modo che tutti, dal primo all'ultimo potessero sapere e difendersi. Il popolo di Israele sapeva che doveva lottare per salvarsi la vita, come la chiesa sa, anch'essa deve lottare le battaglie del Signore. Iddio ha sempre voluto che la sua chiesa collabori nel suo piano. Nessuno può fare nulla se non vi è un decreto che lo autorizzi. Cercare il decreto di Dio, la buona e accettevole e perfetta volontà; agire per lo Spirito e vincere.

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Mardocheo uscì dalla presenza del re con la veste reale di porpora e di lino bianco; una corona d'oro e un manto di bisso e di scarlatto (v.15). Tutti elementi che abbiamo già visto nel primo capitolo di questo libro. Prima li abbiamo considerati nel regnonel regnonel regnonel regno, ora li vediamo su Mardocheosu Mardocheosu Mardocheosu Mardocheo. Come Gesù, l'impersonificazione del regno. Finalmente il popolo d'Israele mandava gridi di gioia. “Per i Giudei fu luce, allegrezza, gioia e gloria”(v.16). Per Haman furono usati quattro appellativi (capo 3:10; 7:6), così anche per Mardocheo, per descriverne la differenza e la distanza. Quattro appellativi negativi per l'uno, quattro positivi per l'altro. Quale differenza fra il decreto di Haman e quello di Mardocheo, negli effetti... Uno portava costernazione, che fa pensare a ad angoscia mortale; quella provò Gesù nel Getsemani (Matteo 26: 38). Ovunque il nuovo decreto giungeva, cerano per i Giudei giorni di festa e banchettibanchettibanchettibanchetti. Il modo in cui la regina si avvicinò al re, preparando per lui un banchetto (la santa cena), per avere una più vicina comunione; coinvolse anche il popolo. Quando il popolo può vedere la chiesQuando il popolo può vedere la chiesQuando il popolo può vedere la chiesQuando il popolo può vedere la chiesa, a, a, a, nutrirsnutrirsnutrirsnutrirsi di una sempre più profonda edi di una sempre più profonda edi di una sempre più profonda edi di una sempre più profonda ed intima comunione intima comunione intima comunione intima comunione col Signore, si sente coinvolto a partecipare e a col Signore, si sente coinvolto a partecipare e a col Signore, si sente coinvolto a partecipare e a col Signore, si sente coinvolto a partecipare e a contribuirecontribuirecontribuirecontribuire. “E molti appartenenti ai popoli del paese si fecero Giudei, perché il terrore dei Giudei era caduto su di loro ” (v.17). Tanti nel vedere quella consacrazione e comunione, si convertiranno per il timore dell'Iddio onnipotente.

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Non solo per la paura e consapevolezza della morte, ma Non solo per la paura e consapevolezza della morte, ma Non solo per la paura e consapevolezza della morte, ma Non solo per la paura e consapevolezza della morte, ma perché risalta il messaggio di vittoria e di salvezzaperché risalta il messaggio di vittoria e di salvezzaperché risalta il messaggio di vittoria e di salvezzaperché risalta il messaggio di vittoria e di salvezza. Dio è . Dio è . Dio è . Dio è pietoso e invita tutti a cenare pietoso e invita tutti a cenare pietoso e invita tutti a cenare pietoso e invita tutti a cenare con lui, nutrirsi di lui, lui con lui, nutrirsi di lui, lui con lui, nutrirsi di lui, lui con lui, nutrirsi di lui, lui cibocibocibocibo.

*** (Capo 9(Capo 9(Capo 9(Capo 9))))

Era il tredicesimo giorno del dodicesimo mese; il mese di Adar. Il grane giorno, secondo il pensiero di Haman, ormai defunto, arrivò. Giorno di distruzione. “Il giorno in cui i nemici dei Giudei speravano di avere il speravano di avere il speravano di avere il speravano di avere il dominio su di lorodominio su di lorodominio su di lorodominio su di loro, laaaa situazione fu interamente rovesciata situazione fu interamente rovesciata situazione fu interamente rovesciata situazione fu interamente rovesciata e i Giudei ebbero il dominio sui loro nemici ” (v.1). I nemici speravano di avere il dominio sui Giudei, ma, come è scritto, la situazione fu interamente capovolta. Ci viene da pensare a quando l'esercito dei Siri mosse contro Eliseo, per poi attaccare il re d'Israele in Samaria. L'esercito era numeroso, e il servo del profeta li vide schierati circondando la città. Cosa poteva fare mai un povero uomo solo, contro un esercito così numeroso? C’era bisogno che il profeta Eliseo intercedesse per il suo servo, affinché poté vedere un esercito più numeroso, sul monte e intorno al profeta. Così Eliseo pregò che i Siri fossero colpiti di cecità e, in un attimo, anche li, la situazione fu rovesciata. Vi sono diverse situazioni in cui i nemici partono per distruggere ma Dio che è dalla parte del debole, capovolge le situazioni. Ci ricordiamo del Faraone quando inseguì il popolo d'Israele appena usciti

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dall'Egitto. Con la potenza del suo esercito avrebbe inghiottito come in un boccone i poveri e disarmati Ebrei. Questo pensava il Faraone; ma poi furono tutti inghiottiti nel mare. Non importa dunque quali sono i piani e i propositi dei nemici; conta solo il piano e la fede in Dio. I Giudei aspettarono i loro nemici e con una forza e vigore che solo il Signore poteva dare, li abbatterono. “Tutti i capi delle provincie, i satrapi, i governatori e quelli che curavano gli affari del re diedero man forte ai Giudei, perché il terrore di Mardocheo era caduto su di perché il terrore di Mardocheo era caduto su di perché il terrore di Mardocheo era caduto su di perché il terrore di Mardocheo era caduto su di loroloroloroloro ” (v.3). Trovarono appoggio anche dai governatori e i capi delle provincie, e per quanto riguarda loro era per il timore di Mardocheo. Nel verso due è detto che il terrore dei Giudei era caduto su tutti i popoli; nel verso tre, per i capi, ed ufficiali del re, era il timore di Mardocheo. Questi ufficiali sono i ministeri che Dio usa nella sua chiesa con i doni dello Spirito. Essi sono pieni di timore verso Cristo. Mentre per i nemici, sono i Giudei, coloro che vengono dalla lode di Dio, (la chiesa) che rappresentano un terrore. “Mardocheo era grande nelgrande nelgrande nelgrande nel palazzo del repalazzo del repalazzo del repalazzo del re, e la sua famafamafamafama si spargevaspargevaspargevaspargeva per tutte le provincie, perché quest'uomo, Mardocheo, diventavadiventavadiventavadiventava sempre più grandesempre più grandesempre più grandesempre più grande ”(v.4). Questo ci fa ricordare qualcosa di Gesù. In Matteo 4: 24 leggiamo: “E la sua famafamafamafama si sparsesparsesparsesparse per tutta la Siria ”. Era la testimonianza che lo Spirito rendeva di Cristo. l'idea è quella di una grande ondata inarrestabile,

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che si va espandendo, e conquista tutto ciò che incontra, sospinta da un forte vento. Questa è la testimonianza di Gesù, così anche di Mardocheo: “...Tremate davanti a lui ”(1Cronache 16:30). Era grande nel palazzoEra grande nel palazzoEra grande nel palazzoEra grande nel palazzo, mentre che prima era conosciuto e stimato solo alle porte come anziano, diciamo, uomo rispettabile; ma nel palazzo non era considerato. Ora, dopo la sua umiliazione e intercessione verso la regina (salita a palazzo per il suo aiuto) nel svelare il malvagio e i traditori che volevano uccidere il re; divenne sempre più grande fino ad entrare nel palazzo. Gli fu data la casa di Haman; crebbe, da uomo piccolo nel popolo a essere grande nel palazzo; e come dice ancora: “Quest'uomo, Mardocheo, divenne sempre più grande ”. Ci ricordiamo le parole di Giovanni il battista: “Conviene che Egli (Gesù) cresca e che io diminuisca ”. (Giovanni 3: 30). Ester quando salì al potere, anche se non lo era ancora appieno, non si dimenticò del cugino che gli fece da padre, e la fedeltà di Ester lo premiò. Così deve la chiesa verso colui che lavora nel segreto, ed anch'essa deve imparare ad operare così. Come si muove lo sposo si muove la sposa. In un certo modo si può dire che, era come se Mardocheo era piccolo nel regno di Dioregno di Dioregno di Dioregno di Dio nel ispirare l'eletta, colei che doveva diventare la regina in un piano di salvezza. Crescendo fino a prendere sempre più potere, trovando il suo luogo nel palazzo, il regno dei il regno dei il regno dei il regno dei cieli. cieli. cieli. cieli. Da li ministrerà il potere e l'autorità per il bene del popolo.

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Intanto i Giudei fecero strage dei loro nemici, uccisero i dieci figli di Haman, dei quali Ester chiese al re che potessero essere anche loro messi alla forca (appesi al palo), in modo che tutti potessero vedere quale sarebbe la sorte di quelli che seguirebbero lo stesso esempio di ribellione. Non solo il padre dunque, il genitore, ma anche i suoi figli, le conseguenze. Non solo il maligno e il male in senso grossolano, ma anche le scie, le conseguenze desso, i residui. Siano appese per dimostrare e testimoniare che sono stati vinti e che non si ha più nulla a che fare con loro; da ora innanzi sono solo cadaveri. Più volte è ripetuta la frase: “Ma non si diedero al saccheggio ”. Per dire che non reagirono con la scusa di arricchirsi, avendo il pretesto che erano stati attaccati. Si difesero semplicemente. Per i Giudei che erano a Susa la strage durò due giorni, per quei nelle campagne durò un giorno. Per questo I Giudei che erano a Susa festeggiarono il quindicesimo giorno del dodicesimo mese, mentre quei nei villaggi il quattordicesimo giorno. In quella occasione si mandarono regali gli uni agli altri. Nella vittoria vi è la gioia, e nella gioia il desiderio di dare doni per beneficare il prossimo. Quando Dio ci da la pace, essa si riversa inevitabilmente nel dare i doni che Dio ci da.

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“Mardocheo mise per iscritto queste cose e mandò lettere a tutti i Giudei che erano in tutte le provincie del re Assuero, vicini e lontani ” (v.20). Tutto ciò che avvenne fu messo per iscritto per non dimenticare, anche nel tempo, avvenimenti così importanti. Il Signore stesso provvede a che questo si esegua, Egli non si è mai lasciato senza testimonianza (Atti 14:17). Come dice L'apostolo Paolo: “Infatti tutte le cose che furono scritte in passato furono scritte per nostro ammaestramento ” (Romani 15: 4). Era dunque necessario che quegli avvenimenti furono scritti, ma ancora di più nei cuori. Se consideriamo Gesù, Lui scrive le sue leggi dentro di noi, nei nostri cuori. La sua testimonianza così, rimane scolpita nel suo popolo. Manda lettere, messaggi che invia alla chiesa. Egli ci comunica i suoi pensieri e quando camminiamocamminiamocamminiamocamminiamo ci guidanoguidanoguidanoguidano, quando riposiamo veglianoriposiamo veglianoriposiamo veglianoriposiamo vegliano su di noi, e quando ci risvegliamo nei mattini di risurrezionerisvegliamo nei mattini di risurrezionerisvegliamo nei mattini di risurrezionerisvegliamo nei mattini di risurrezione, nelle varie tappe della nostra vita, parleranno con noiparleranno con noiparleranno con noiparleranno con noi (Proverbi 6: 22). Lo scopo era quello di ricordare i giorni della vittoria, il quattordicesimo e il quindicesimo del mese di Adar, onde festeggiarli ogni anno (v.21). Notiamo cosa ha prodotto nel popolo questa vittoria venuta dalla provvidenza di Dio, per mano di Mardocheo e di Ester: Ricevuto riposo dagli attacchi dei loro nemici. Il dolore fu mutato in gioia e il lutto in festa. Facessero in quei giorni, giorni di banchetti e di gioia. Si scambiassero doni l'uno all'altro ed ai poveri. Iddio potente in battaglia, dà riposo

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ai suoi (quelli che confidano in lui) dai loro nemici. Anche Davide in un suo cantico di ringraziamento e di vittoria disse che Dio lo ha liberato dalla mano di tutti i suoi nemici e dalla mano di Saul (2Samuele 22:1). Anche di Gesù è detto di sedere alla destra di Dio affinché Egli abbia posto i suoi nemici come sgabello dei suoi piedi (Ebrei 1:13). Il dolore fu mutato in gioia e il lutto in festa; quanto coraggio ci dà di vedere come Dio si prende cura del suo popolo, Egli è potente di cambiare e rovesciare le sorti. Iddio è contro i violenti. Liberazione dai nemici e riposo, trasformazione del dolore in gioia, portano alla santa cena (quella spirituale), cioè di avere una comunione sempre più intima con il nostro Salvatore. Di fatti quando fu istituita la pasqua e la santa cena, il vecchio e nuovo patto, che comunque hanno lo stesso significato; ci fu liberazione dai nemici e dal nemico, e nell'eseguirla il ricordo, con la gioia di essere stati tratti in salvo. Ma il tutto si concentra in Lui, nell'avere comunione con lui e con il suo corpo, nutrirsi di lui. Allora avremo la memoria della e delle vittorie dai nemici, se contempliamo il Figlio dell'Uomo vincitore, avendo portato il peso delle nostre sconfitte e debolezze. Questo ci porta a scambiare doni, i doni dello Spirito per il bene della chiesa e ad aiutare i poveri, i bisognosi del popolo di Dio. Invero, non Invero, non Invero, non Invero, non possiamo dare niente se non ceniamo con lui se non ci possiamo dare niente se non ceniamo con lui se non ci possiamo dare niente se non ceniamo con lui se non ci possiamo dare niente se non ceniamo con lui se non ci saziamo di luisaziamo di luisaziamo di luisaziamo di lui. Chi non mangia la carne del Figlio dell'Uomo e non beve il suo sangue non ha la vita in sé. E' detto del Figlio dell'Uomo. Perché? Perché è là, nella

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sua umiliazione che Dio ha espresso la sua pietà identificandosi a noi. Là ha portato i nostri mali e i nostri mancamenti. E' là che ci ha incontrato. Anche l'apostolo Giovanni ci spiega bene questo mistero dicendo: “Ogni spirito che non riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, non è da Dio...”(1 Giovanni 4: 3). Ogni spirito che non riconosce Gesù venuto in carne, non è da Dio. E' una frase di difficile interpretazione, ossia spiegazione. Chi non confessa Gesù venuto in carne? Giovanni dice che è l'anticristo; ma sappiamo che l'anticristo è un personaggio religioso, e quindi confessa, e ciò non è difficile, che Gesù è venuto in carne, ed anche che Dio si è fatto uomo. Quindi chi realmente non confessa Gesù in carne? Tutti quelli che Tutti quelli che Tutti quelli che Tutti quelli che non lo presentano nella carne. Che non cercannon lo presentano nella carne. Che non cercannon lo presentano nella carne. Che non cercannon lo presentano nella carne. Che non cercano il figlio di o il figlio di o il figlio di o il figlio di Dio attraverso l'umiliazione della sua carne.Dio attraverso l'umiliazione della sua carne.Dio attraverso l'umiliazione della sua carne.Dio attraverso l'umiliazione della sua carne. Delineare Delineare Delineare Delineare Gesù, fare il ritrattGesù, fare il ritrattGesù, fare il ritrattGesù, fare il ritratto di lui con lo scopo di entrare nella o di lui con lo scopo di entrare nella o di lui con lo scopo di entrare nella o di lui con lo scopo di entrare nella contemplazione della sua immagine per conoscere sempre contemplazione della sua immagine per conoscere sempre contemplazione della sua immagine per conoscere sempre contemplazione della sua immagine per conoscere sempre di più l'Iddio invisibile, per divenire come luidi più l'Iddio invisibile, per divenire come luidi più l'Iddio invisibile, per divenire come luidi più l'Iddio invisibile, per divenire come lui. Chi fa questo? Nella maggior parte dei casi nelle chiese ci si occupa di tutto tranne che di lui, con la scusa che Gesù è la parola, quindi si va a fare palestra mentale su argomenti e sottigliezze dottrinali che alla fine lasciano digiuni nello spirito, ma gonfi di informazioni e conoscenza e ahimè sempre più fortificati in una forma di illusione religiosa. La più pericolosa. Nei versi 24 e 25 viene spiegato che Haman aveva gettato il Pur (aveva gettato la sorte), per la distruzione

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dei Giudei. Ma attraverso l'intervento di Ester, quel complotto fu fatto ricadere sul suo capo e sopra i suoi figli. “Perciò quei giorni furono chiamati Purim da Pur. In conformità a tutto ciò che era scritto in quella lettera, a tutto ciò che avevano visto a questo proposito e che era loro avvenuto ”(v.26). Il popolo dunque era il diretto testimone delle cose che erano successe e quindi, potevano capire certificare il cambiamento o completamento del nome della festa; da Pur - destino di morte – a Purim – destino di vittoria. Così i Giudei si disposero e presero cura di osservare tutte le disposizioni ordinate. “Non si doveva mai venire meno fra i Giudeivenire meno fra i Giudeivenire meno fra i Giudeivenire meno fra i Giudei di celebrare questi giorni di Purim, e il loro ricordo non doveva scomparire fra i loro discendenti ” (v.28). Il popolo della lode di Dio non deve mai venire meno di ricordare e festeggiare la festa del ricordo della loro salvezza e liberazione e dovrà impegnarsi a non farne sparire il ricordo ai discendenti. A quelli che verranno dalla lode. Come l'evangelo è nato, così deve ritornare, nella sua integrità. Tutti quelli che sono venuti, da allora fino ai nostri tempi, hanno conservato il ricordo della celebrazione della cena del Signore. Salvezza e liberazione con celebrazione di culti di adorazione e di lode al Signore Gesù Cristo. “La regina Ester, figlia di Abihail, e il Giudeo Mardocheo scrissero con ogni autorità, per confermare

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questa loro seconda lettera relativa ai Purim ” (v.29). In questo verso per la prima volta viene menzionato il nome di suo padre. Come abbiamo già osservato, era detto di lei che non aveva ne padre ne madre. Quindi entrava in scena Mardocheo, nel prenderla con se come una figlia. Quando era sola e orfana e di lei si diceva che non aveva ne padre ne madre, apparve Mardocheo, il parente stretto, consanguineo (il Cristo), e la prese come un padre. Ora, alla fine del libro, quando raggiunse la gloria e le alture del regno, appare la figura del padre naturale, come a ricordare da dove siamo venuti, si fa presto a insuperbire. Ricordiamo che anche Gesù disse a Pietro, in un momento di rivelazione e benedizione: “Tu sei beato, o Simone figliuol di Gionafigliuol di Gionafigliuol di Gionafigliuol di Giona...” (Matteo 16:17). Tu sei beato, ma ricordati chi sei e da dove vieni. Ricordiamo che nella circostanza successiva Pietro dilagò e fallì (Matteo 16:22,23). Di Mardocheo viene detto ancora il Giudeo, e a differenza delle altre volte viene detto prima la sua stirpe poi il suo nome: Il Giudeo Mardocheo. All'inizio le sue origini furono tenute segrete, quando furono rivelate ne ricevette persecuzione, quando Mardocheo fu promosso all'onore del re, fu chiamato il Giudeo, liberamente; alla fine, le sue origini vengono messe prima del suo nome. Letteralmente: Colui che viene dalla lode di Dio è l'uomo piccolo. E' la lode di Dio che rende grandi. Insieme scrissero; non fu solo Mardocheo a scrivere ma insieme a Ester. Quando abbiamo chiara la nostra

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vocazione, e sappiamo che possiamo vivere nei luoghi celesti, ma anche ci ricordiamo le nostre origini umane, allora staremo in una posizione di equilibrio che ci permetterà di essere in grado di scrivere insieme al nostro Mardocheo; Gesù. Non saremo noi a parlare e ad amministrare la parola di Dio ma sarà lui stesso, lo Spirito Santo a mezzo di noi. Scrivere nei cuori, insieme, d'accordo con Gesù. Meraviglioso! Cosa si scriverà? “Parole di pace e di verità ”(v.30). La regina collabora, ma chi è l'autore delle lettere (dei messaggi) è Mardocheo (il Cristo). Riconosciamo dunque che Lui è colui che scrive per primo, noi seguiamo. Se siamo in comunione con lui, allora appariremo come nel verso 32 dove è detto: “Il decreto di Ester...”. Anche S. Paolo disse: “Il mio evangelo ” (Romani 2: 16). Sappiamo che di nostro non ce niente in realtà, nessun uomo ha un evangelo da portare che possa salvare tutta l'umanità. Ma pure Dio si compiace di identificarsi ai suoi fino al punto di lavorare insieme ad essi, e innalzarli. Abbiamo già visto che le lettere di Mardocheo portarono gioia al popolo, e per i Giudei era: Luce, allegrezza, gioia e gloria (8:16). Dio da la sua gloria al suo popolo che egli ama. Gesù è la nostra luce, la nostra allegrezza, la nostra gioia e la nostra gloria; non ci ha lasciati nella miseria. Le parole del Signore sono parole di pace e verità. Non l'una senza l'altra, ma entrambe, in modo che si equilibrano. La pace per i Giudei, realmente non furono solo le parole di Mardocheo, ma di più fu lui stesso.

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Come si può osservare nel capo 8:16 già citato: “Per i Giudei era... Luce, allegrezza...”. Per i Giudei eraeraeraera, cioè Mardocheo, non le sue parole. Le sue parole erano l'espressione di lui stesso. Egli parlava di quello che il suo Dio gli metteva nel cuore; di quello che lui era nella e per la lode di Dio. Quindi, Gesù pece, Gesù verità. Lui ci salva e lui ci scrive. E' una esperienza che ognuno dovrebbe fare personalmen-te, e sopra tutto entrare in questa condizione di vita. Sperimentare sempre questa realtà.

*** (Capo 10)(Capo 10)(Capo 10)(Capo 10)

Nel primo verso è detto che il re impose un tributo. E' strano che viene messo in rilievo alla fine del libro. Volendo, è abbastanza evidente che per il disagio della battaglia, con le perdite umane, era necessario un tributo. Ma vogliamo vederla non come un tributo ma come un contributo in quanto che Dio si compiace di trovare donatori allegri. Notiamo cosa è detto nel verso due: “Ora tutti i fatti della sua forza e potenza e l'accurata descrizione della 'accurata descrizione della 'accurata descrizione della 'accurata descrizione della grandezza di Mardocheograndezza di Mardocheograndezza di Mardocheograndezza di Mardocheo, alla quale fu dal re elevato,....”. L'accurata descrizione (nientemeno) della grandezza di quest'uomo, era scritta nei libri delle cronache dei re dei Medi e Persiani.

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Vi sono molti libri intorno a noi, Gesù stesso ne fece uso ogni volta che si riferiva alla natura, all'uomo e alla creazione. Nel salmo 19: 1-4 è espresso chiaramente. Vi sono anche libri nel cielo: “...E nel tuo libro tuo libro tuo libro tuo libro erano già scritti tutti i giorni che erano stati fissati per me, anche se nessuno di essi esisteva ancora ” (Salmo 139: 16 ; 56:8). In ogni cosa vi è lui, centro dell'universo. Se consideriamo i significati delle cose, ne avremo il premio. Come dice l'Ecclesiaste (8: 1): “Chi è come il saggio? Chi conosce l'interpretazione delle cose? ”. Quando osserviamo la creazione impariamo ad amare il creatore, perché come si può osservare, in tutta la creazione tutto funziona perfettamente. Nel mondo animale, marino, naturale e spaziale. Quindi possiamo imparare il carattere del creatore e la sua Divina sapienza e controllo. Solo nel mondo umano le cose funzionano male. Vi sono tante lezioni, tante immagini e raffigurazioni di Dio nella creazione. Dio ci rende come il saggio (Gesù), che conosce bene l'interpretazione e il significato delle cose (Eccles. 8:1). Tutto ci parla di lui. Iddio ci mette alla prova per vedere (per farci vedere) se cerchiamo la parte migliore, più importante, che Dio vuole darci; se volgiamo verso il centro oppure ci perdiamo in ciò che è secondario. Per secondario non intendo che non sia importante, o che ha poco conto; ma che nulla deve prendere il posto della cosa più importante: La persona di Gesù Cristo. L'invisibile Iddio nascosto e rivelato nel Figlio dell'Uomo.

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“Il Giudeo Mardocheo era infatti il secondo dopo il re Assuero, grande fra i Giudei e ben voluto dalla moltitudine dei suoi fratelli, egli cercava il bene del suo popolo e aveva parole di pace per tutta la sua stirpe ” (v.3). In queste ultime tre volte che Mardocheo viene nominato, é detto sempre così: Il Giudeo Mardocheo, capo 9: 29, 31; 10: 3. Era così grande che era secondo solo al re; anche per Giuseppe fu così con faraone. Chi voleva incontrare il re, doveva passare per Mardocheo; così chi voleva incontrare faraone, doveva passare per Giuseppe. Cercava il bene del suo popolo, quindi cercava la loro benedizione, ed egli stesso era per essi benedizione. Parlava parole di pace, perché solo la pace tiene uni-ta una stirpe e un insieme. Gesù, il nostro Mardocheo, ha fatto questo, dandoci la pace per la fede onde riconciliarci con Dio. Nessuno può andare a Dio se non per mezzo di Gesù, il salvatore, e solo lui ha parole di vita eterna. Esse ci portano e predispongono all'incontro con il Padre. Solo lui è il ben voluto fra il popolo della lode e la moltitudine, quelli che ancora non lo conoscono. Anche il re scompare pian piano dalla scena, per dare enfasi a colui che doveva salire e salvare il popolo. Tutta l'attenzione si concentra su Mardocheo, anche Ester non viene menzionata nell'ultimo capitolo. Chi deve ricevere la gloria è Lui; Lui deve essere messo in rilievo. La conclusione quindi è che il popolo poté godere pace attraverso Mardocheo e finalmente realizzò la felicità; cosa assai difficile, non è facile essere felici, veramente

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felici. Gesù è il ristoratore di rovine anche per te che ti trovi nella prova più indescrivibile. Solo Lui conosce quei linguaggi impossibili all'uomo di interpretare, e sa trasformare ogni condizione anche capovolgendo le sorti. Ricordiamoci del Purim.

*** (Conclusione)(Conclusione)(Conclusione)(Conclusione)

Da ogni personaggio descritto in questo libro, possiamo imparare delle lezioni importanti per migliorare la nostra vita davanti a colui che ci ha riscattati. Ognuno faccia la propria applicazione su se stesso, imparando dai personaggi che abbiamo studiato per guardarci dal terribile spirito di Haman. Cercare la grazia del nostro Re, imparando dalla intercessione di Ester e dalla spinta di Mardocheo. Tutto quello che abbiamo scritto, ha lo scopo di evidenziare alcune linee della personalità e del carattere dei personaggi e delle circostanze, che ritroviamo in altra forma nella nostra vita. Onde assomigliare sempre più a Ester; a non superbire quando elevati in posti onorevoli, ma ricordarsi dei più deboli e intercedere per loro. Ricordarsi di colui che ci ha protetto e presi con se nella infanzia come figli, e sa come mettere la nostra vita a disposizione del popolo di Dio, qualsiasi sia il prezzo da pagare. Ricordiamo il contegno e comportamento di fronte alla massima autorità, il re, di come sapeva chiedere grazia e pregare

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non solo per se stessa, ma anche e sopra tutto per altri. Impariamo ad amare il nostro Mardocheo (Gesù), per seguirlo nell' “uomo piccolo”, in una luce sempre crescente fino a che prenda definitivamente il regno in noi. Così se seguiamo le orme del Figlio di Dio nel “Figlio dell' Uomo”, lo vedremo crescere come “Figlio di Davide” nel regno della nostra vita. Impariamo dalla generosità del re nei banchetti reali e nei festeggiamenti con il popolo; ricordiamo la sua clemenza e interesse nell'ascoltare l'intercessione della regina e come sostenne il tutto della liberazione del popolo di Dio (il popolo della lode). Una lezione importantissima da considerare è il Purim. Cominciato come Pur (sorte, destino) secondo l'opinione dell'uomo; divenne Purim secondo la trasformazione della sorte per Ester e Mardocheo. Ci viene in mente una parola detta da S. Paolo: “Il salario del peccato è la morte (la sorte, destino a cui mena), ma il dono di Dio (la trasformazione della sorte) è la vita eterna in Cristo Gesù ” (Romani 6:23). Nel capitolo 9:20,21 fu istituita la data della celebrazione della festa, per la ricordanza della liberazione di Dio e della vittoria sui nemici. Nel v.24, la spiegazione e precisazione dell'istituzione del Pur fatto da Haman. Nel v.26, viene precisato e spiegato che il Purim fu promosso in luogo del Pur, e che la parola Purim viene da Pur; come a dire che Dio non ha tolto tolto tolto tolto il destino o la eredità che spettava a Israele, ma prese in mano il loro ma prese in mano il loro ma prese in mano il loro ma prese in mano il loro destidestidestidestino, la loro eredità e l'hano, la loro eredità e l'hano, la loro eredità e l'hano, la loro eredità e l'ha trasformatatrasformatatrasformatatrasformata. Anche della

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nostra vita è lo stesso. Dio non distrugge l'uomo ma il peccato che è nell'uomo; non sarà distrutta la terra come pianeta, ma il sistema corrotto nel pianeta. Comprendiamo con gioia le parole del salmista: “L'Eterno è la mia parte di eredità e il mio calice; tu, o Eterno, tieni al sicuro quel che mi è toccato in sorte.sorte.sorte.sorte. Per me la sorte sorte sorte sorte è caduta in luoghi dilettevoli; si, una bella eredità mi è toccata ” (Salmo 16:5,6). Il Signore stesso è la nostra eredità; ciò è la cosa più grande che l'uomo possa avere l'onore di ricevere. Nessuno potrà toglierla ai figli di Dio. Quando qualcuno avrà l'ardire di compromettere la nostra eredità o di volerla cambiare o modificare; il Signore stesso combatterà per noi e ci difenderà, prendendo quella stessa situazione e trasformandola alla sua suprema e autorevole immagine. Lui tiene al sicuro la nostra sorte. Per noi la sorte è caduta in luoghi dilettevoli... Quel: “cadutacadutacadutacaduta ”, non è a caso o per mettere in evidenza il caso; ma per sottolineare che la nostra sorte, essendo tenuta al sicuro da Dio, cade cade cade cade , per quel combattimento celeste fra il nostro dubbio e la nostra fede, quindi, cedecedecedecede, verso i luoghi dilettevoli. Come se essa, per natura di peccato, e per quelle forze che agiscono su tale legge, fosse destinata alla nostra distruzione, una sorte mortifera; ma per l'intervento di Dio cambiasse direzione e volgesse verso il suo disegno benevolo (Filippesi 2:13). Il Signore dell'universo è potente di cambiare la tua sorte, non importa quanto penosa sia; il problema

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maggiore non è l'ostacolo, ma noi medesimi. Tutto è nella sua mano come il bisturi del chirurgo, lo stato di smarrimento che ci avvolge nei momenti tristi è l'anestesia; Dio deve operare... Lasciamoci dunque lavorare dalla sua mano, mentre UnoUnoUnoUno in particolare e moltimoltimoltimolti nell'assieme, intercedono per noi. Possano queste righe incoraggiare ed essere di benedizione per la gloria del Figlio dell'Uomo, Figlio di Dio amen.

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Giancarlo Larossa

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