IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 MARZO 2014

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Q uanto ci costano i politici di Roma Capitale? Abbastanza considerando la fase della spending review e del debito fuori bilancio di oltre 14 mi- liardi di euro. Dopo l’inchiesta pub- blicata lo scorso numero su Il Corriere di Roma, la “Traspa- renza” in Campidoglio ha fatto qualche passo in avanti. Per esempio, sono stati pubblicati i compensi lordi di sindaco, giunta, consiglieri capitolini e giunte e consigli municipali. Lo stipendio del sindaco Ignazio Marino è di 9762,94 euro, quello degli undici assessori è di 6345,91, per un totale annuo che sfiora 1 milione di euro per dodici persone. Luigi Nieri, impiegato della Provincia di Roma, non è retribuito, come da sua dichiarazione, per la funzione di assessore e vi- cesindaco di Roma Capitale. Perché ha rinunciato? Il vicesindaco già percepisce il vitalizio per essere stato eletto alla Regione Lazio, pari 10mila euro al mese. Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi Direttore Giovanni Tagliapietra numero 10 anno LXVII GIOVEDI 20 MARZO 2014 IL PERSONAGGIO Mastro Linda, a volte riitornano a pagina 2 Quel pasticciaccio brutto di Farmacap a pagina 4 IL CASO All’interno l’inserto di Sanità del Lazio Lazio Lazio la del anità S S NUMERO 10 ANNOLXVII GIOVEDI 20 MARZO 2014 L a sanità “religiosa” è alla canna del gas, si sente dire, e non è una battuta. A Roma e nel Lazio la si- tuazione è particolarmente deli- cata. I lettori ricorderanno lo scandalo dell’Idi, con l’Istituto sull’orlo della bancarotta fraudolenta con l’arresto del “fra- tone” che, quando aveva bisogno di contanti, prendeva una busta della “monnezza” , prele- vava da tutti gli uffici senza rilasciare nessuna ricevuta, infilava nel sacco e se ne andava. Pro- prio sull’Idi sono dovuti intervenire il Presi- dente della Repubblica Napolitano, l’allora Presidente della Commissione Sanità del Senato Marino, il suo vice Gramazio, l’allora Sindaco di Roma Alemanno e i segretari generali di tutte le organizzazioni sindacali. Si arrivò al punto che, da Oltre Tevere, venne deciso lo scioglimento e il commissariamento dell’Ordine dei Frati dell’Immacolata (gestori dell’Istituto) che, ad ogni livello, furono esautorati anche dal controllo e gestione del gruppo Idi con l’arrivo di un commissario nella persona di un Cardi- nale di Santa Romana Chiesa e un vice nella persona del Presidente del Bambino Gesù, Prof. Giuseppe Profiti (la gestione dell’ospedale pediatrico, che gode dell’extraterritorialità, tra le strutture religiose è l’unica a non essere, per nostra fortuna, alla “canna del gas”). E che dire invece dell’Ospedale Cristo Re, inde- bitato con i fornitori e con lo Stato a tal punto da doversi affidare al gruppo privato Giomi s.p.a che ad oggi sta ancora studiando (e sco- prendo) i debiti delle “suorine” titolari della convenzione. Nella passata settimana poi, prepotente- mente, si presenta all’opinione pubblica l’emergenza del- l’Ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina. L’Ospedale, conosciuto ed apprezzato da tutti i cittadini del centro sto- rico della Capitale, “vanta” un debito annuale di oltre 270 milioni di euro ed al personale medico e dirigente i religiosi hanno prelevato il 15% dello stipendio, ma ciò ovviamente non basta per riportare in pareggio ed a “tenere a galla” l’ospedale che naviga al centro del Tevere. Ma non è finita. Alla gravissima crisi non sfugge il Policlinico Gemelli (quello che a Roma viene chiamato l’Ospedale dei Papi), che vanta un credito nei riguardi della Regione Lazio di 590 milioni di euro, credito mai riconosciuto dall’allora Presidente Polverini e che ha portato alla creazione di un contenzioso senza fine.Un’altra struttura religiosa è quella che ci piace chiamare “l’Ospedale di Alberto Sordi”, il Cam- pus Biomedico. Nata a Trigoria e di proprietà dell’Opus Dei, vanta ancora, nei riguardi della Regione Lazio, l’asse- gnazione di un Pronto Soccorso da inserire nel sistema dell’emergenza e chiede anche l’assegnazione di altri 250 posti letto (mai concessi, fino ad oggi, da nessun Presidente della Regione Lazio). Tutte queste strutture - ricche di professionalità e di attrez- zature di prim’ordine - sono di proprietà di ordini religiosi che non riescono evidentemente a gestirle con capacità ma- nageriali adeguate. Sono alla canna del gas, appunto. Ma non possono non essere salvate. Il Corvo La sanità “religiosa” è alla canna del gas L’EDITORIALE Rassegnamoci, soltanto il tintinnio delle manette può far ripartire la sanità laziale a pagina 11 SCENARI a pagina 13 La strana storia del S.Filippo Neri Non si può morire al Centro commerciale Non si può morire al Centro commerciale Servizio a pagina 12 Servizio a pagina 12 Il CORRIERE DI ROMA La carica dei 500 Assessori, consiglieri, presidenti di giunta capitolina e assessori, presidenti, consiglieri di giunte municipali. E’ la grande bellezza di Roma Capitale. Un esercito di politici elei democraticamente, ma il piao costa ai romani circa 10 milioni di euro ogni anno per 527 poltrone segue a pagina 6 Sindaco Importo Compensi Giugno - Luglio Importo Compensi Agosto Importo Compensi Settembre Importo Compensi Ottobre Importo Compensi Novembre Importo Compensi Dicembre Importo Complessivamente Erogato MARINO IGNAZIO ROBERTO 15.946,14 9.762,94 9.762,94 9.762,94 9.762,94 9.762,94 64.760,84 Totale complessivo 15.946,14 9.762,94 9.762,94 9.762,94 9.762,94 9.762,94 64.760,84 Presidente dell'Assemblea Capitolina Importo Compensi Giugno - Luglio Importo Compensi Agosto Importo Compensi Settembre Importo Compensi Ottobre Importo Compensi Novembre Importo Compensi Dicembre Importo Complessivamente Erogato CORATTI MIRKO 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.075,46 Totale complessivo 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.075,46 Giunta Capitolina Importo Compensi Giugno - Luglio Importo Compensi Agosto Importo Compensi Settembre Importo Compensi Ottobre Importo Compensi Novembre Importo Compensi Dicembre Importo Complessivamente Erogato BARCA FLAVIA - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 CATTOI ALESSANDRA - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 CAUDO GIOVANNI - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 CUTINI RITA - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 IMPROTA GUIDO - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 LEONORI MARTA - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 MARINO ESTELLA - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 MASINI PAOLO - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 MORGANTE DANIELA - Assessore 3.596,02 3.172,96 3.172,96 3.172,96 3.172,96 3.172,96 19.460,82 OZZIMO DANIELE - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 PANCALLI LUCA - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 Totale complessivo 75.516,32 66.632,06 66.632,06 66.632,06 66.632,06 66.632,06 408.676,62 di Giuseppe Cecchini Il Corriere di Roma n.10 del 20 - mar. 2014_Layout 1 19/03/2014 11.07 Pagina 1

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Quanto ci costano i politici di RomaCapitale? Abbastanza considerandola fase della spending review e deldebito fuori bilancio di oltre 14 mi-liardi di euro. Dopo l’inchiesta pub-

blicata lo scorso numero su IlCorriere di Roma, la “Traspa-

renza” in Campidoglio ha fatto qualche passo inavanti. Per esempio, sono stati pubblicati i compensilordi di sindaco, giunta, consiglieri capitolini egiunte e consigli municipali. Lo stipendio del sindaco Ignazio Marino è di9762,94 euro, quello degli undici assessori è di6345,91, per un totale annuo che sfiora 1 milione di

euro per dodici persone. Luigi Nieri, impiegatodella Provincia di Roma, non è retribuito, come dasua dichiarazione, per la funzione di assessore e vi-cesindaco di Roma Capitale. Perché ha rinunciato?Il vicesindaco già percepisce il vitalizio per esserestato eletto alla Regione Lazio, pari 10mila euro almese.

Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi Direttore Giovanni Tagliapietra numero 10 anno LXVII GIOVEDI 20 MARZO 2014

IL PERSONAGGIOMastroLinda, a volteriitornano

a pagina 2

Quel pasticciacciobruttodi Farmacap

a pagina 4

IL CASOAll’interno

l’insertodi Sanitàdel Lazio

LazioLaziola delanitàSS

NUMERO 10 ANNO LXVII GIOVEDI 20 MARZO 2014

La sanità “religiosa” è alla canna

del gas, si sente dire, e non è una

battuta. A Roma e nel Lazio la si-

tuazione è particolarmente deli-

cata. I lettori ricorderanno lo

scandalo dell’Idi, con l’Istituto sull’orlo della

bancarotta fraudolenta con l’arresto del “fra-

tone” che, quando aveva bisogno di contanti,

prendeva una busta della “monnezza” , prele-

vava da tutti gli uffici senza rilasciare nessuna

ricevuta, infilava nel sacco e se ne andava. Pro-

prio sull’Idi sono dovuti intervenire il Presi-

dente della Repubblica Napolitano, l’allora Presidente

della Commissione Sanità del Senato Marino, il suo vice

Gramazio, l’allora Sindaco di Roma Alemanno e i segretari

generali di tutte le organizzazioni sindacali. Si arrivò al

punto che, da Oltre Tevere, venne deciso lo scioglimento e

il commissariamento dell’Ordine dei Frati dell’Immacolata

(gestori dell’Istituto) che, ad ogni livello, furono esautorati

anche dal controllo e gestione del gruppo Idi con l’arrivo

di un commissario nella persona di un Cardi-

nale di Santa Romana Chiesa e un vice nella

persona del Presidente del Bambino Gesù,

Prof. Giuseppe Profiti (la gestione dell’ospedale

pediatrico, che gode dell’extraterritorialità, tra

le strutture religiose è l’unica a non essere, per

nostra fortuna, alla “canna del gas”).

E che dire invece dell’Ospedale Cristo Re, inde-

bitato con i fornitori e con lo Stato a tal punto

da doversi affidare al gruppo privato Giomi

s.p.a che ad oggi sta ancora studiando (e sco-

prendo) i debiti delle “suorine” titolari della

convenzione. Nella passata settimana poi, prepotente-

mente, si presenta all’opinione pubblica l’emergenza del-

l’Ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina. L’Ospedale,

conosciuto ed apprezzato da tutti i cittadini del centro sto-

rico della Capitale, “vanta” un debito annuale di oltre 270

milioni di euro ed al personale medico e dirigente i religiosi

hanno prelevato il 15% dello stipendio, ma ciò ovviamente

non basta per riportare in pareggio ed a “tenere a galla”

l’ospedale che naviga al centro del Tevere. Ma non è finita.

Alla gravissima crisi non sfugge il Policlinico Gemelli

(quello che a Roma viene chiamato l’Ospedale dei Papi),

che vanta un credito nei riguardi della Regione Lazio di

590 milioni di euro, credito mai riconosciuto dall’allora

Presidente Polverini e che ha portato alla creazione di un

contenzioso senza fine.Un’altra struttura religiosa è quella

che ci piace chiamare “l’Ospedale di Alberto Sordi”, il Cam-

pus Biomedico. Nata a Trigoria e di proprietà dell’Opus

Dei, vanta ancora, nei riguardi della Regione Lazio, l’asse-

gnazione di un Pronto Soccorso da inserire nel sistema

dell’emergenza e chiede anche l’assegnazione di altri 250

posti letto (mai concessi, fino ad oggi, da nessun Presidente

della Regione Lazio).

Tutte queste strutture - ricche di professionalità e di attrez-

zature di prim’ordine - sono di proprietà di ordini religiosi

che non riescono evidentemente a gestirle con capacità ma-

nageriali adeguate. Sono alla canna del gas, appunto. Ma

non possono non essere salvate. Il Corvo

La sanità “religiosa” è alla canna del gas

L’EDITORIALE

Rassegnamoci, soltanto

il tintinnio delle manette può

far ripartire la sanità lazialea pagina 11

SCENARI

a pagina 13

La strana

storia del S.Filippo Neri

Non si può morire

al Centro commercialeNon si può morire

al Centro commercialeServizio a pagina 12Servizio a pagina 12

Il CORRIERE DIROMA

La carica dei 500Assessori, consiglieri, presidenti di giunta capitolina e assessori, presidenti, consiglieri di giunte municipali. E’ la grande bellezza di RomaCapitale. Un esercito di politici eletti democraticamente, ma il piatto costa ai romani circa 10 milioni di euro ogni anno per 527 poltrone

segue a pagina 6

Sindaco Importo Compensi

Giugno - Luglio Importo Compensi

Agosto Importo Compensi

Settembre Importo Compensi

Ottobre Importo Compensi

Novembre Importo Compensi

Dicembre

Importo Complessivamente

Erogato MARINO IGNAZIO ROBERTO 15.946,14 9.762,94 9.762,94 9.762,94 9.762,94 9.762,94 64.760,84

Totale complessivo 15.946,14 9.762,94 9.762,94 9.762,94 9.762,94 9.762,94 64.760,84

Presidente dell'Assemblea Capitolina Importo Compensi

Giugno - Luglio Importo Compensi

Agosto Importo Compensi

Settembre Importo Compensi

Ottobre Importo Compensi

Novembre Importo Compensi

Dicembre

Importo Complessivamente

Erogato CORATTI MIRKO 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.075,46

Totale complessivo 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.075,46

Giunta Capitolina Importo Compensi

Giugno - Luglio Importo Compensi

Agosto Importo Compensi

Settembre Importo Compensi

Ottobre Importo Compensi

Novembre Importo Compensi

Dicembre

Importo Complessivamente

Erogato BARCA FLAVIA - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 CATTOI ALESSANDRA - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 CAUDO GIOVANNI - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 CUTINI RITA - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 IMPROTA GUIDO - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 LEONORI MARTA - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 MARINO ESTELLA - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 MASINI PAOLO - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 MORGANTE DANIELA - Assessore 3.596,02 3.172,96 3.172,96 3.172,96 3.172,96 3.172,96 19.460,82 OZZIMO DANIELE - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58 PANCALLI LUCA - Assessore 7.192,03 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 6.345,91 38.921,58

Totale complessivo 75.516,32 66.632,06 66.632,06 66.632,06 66.632,06 66.632,06 408.676,62

di Giuseppe Cecchini

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giovedì 20 marzo 2014 pagina 2PRIMO PIANOIlCORRIEREDIROMA

U n soprannome perLinda Lanzillotta?“Mastro Linda”.Linda, perché così fadi nome la signora

Lanzillotta in Bassanini; e Mastro per-ché la succitata Linda ha tutte le ca-ratteristiche per primeggiare, propriocome il tanto reclamizzato detersivoche più di qualsiasi altro fa luccicareil nostro bagno e la nostra cucina. Nelcaso che ci interessa qui, “MastroLinda” primeggia in politica, dove èstata notata per il surf spericolato cheha compiuto negli anni recenti pas-sando da un partito all’altro, e dove,neo vestale del rigore gestionale, daqualche tempo eccelle nel dare al sin-daco di Roma lezioni su come si debbagestire una capitale e, soprattutto,nello spiegargli come, per ottenerequesto risultato, debba “aprire” il mag-gior numero di porte ai privati. Chi cilegge sa che le nostre critiche al “mar-ziano” Ignazio Marino sono tutt’altroche tenere. E diciamo subito che i ri-lievi che la Lanzillotta muove al sin-daco sono quasi tutti ultramotivati.Ma questo non toglie che talvolta iltono da “prima della classe” possa ri-sultare irritante.Qual è del resto il cittadino romanoche non è d’accordo con la Lanzillottaquando dice che in occasione delle re-centi vicende relative al “SalvaRoma”il sindaco non avrebbe dovuto met-tersi nella condizione di farsi imporreil piano di risanamento del debito dalpresidente del Consiglio “ma avrebbedovuto presentare lui, poco dopo l’ele-zione al Campidoglio, un piano dirientro?”. E, ancora, quando la Lanzil-lotta riconosce che il deficit di Roma“non è colpa sua”, cioè di Marino, mane denuncia “l’errore politico”, quellodi non aver preso l’iniziativa di parlaredel problema del bilancio con i ro-mani, il governo e il parlamento conl’obiettivo dichiarato di “lavorare in-sieme per risolvere i problemi” concriteri logici e basati sul rigore, perché“Roma non può continuare ad essereun pozzo senza fondo”, e prendendoquindi “le distanze da chi ha ridottoRoma in queste condizioni”.

Su questo, un po’ di responsabilità – omeglio: di corresponsabilità – la no-stra “Mastro Linda” ce l’ha. Di RomaCapitale, infatti, la Lanzillotta è stataassessore al bilancio dal 1993 al 1998,quand’era sindaco Francesco Rutelli,e di impegni di spesa ne ha firmati pa-recchi anche lei. Magari non era statalai a prendere la decisione politicadella spesa; ma nella Giunta c’era lei,e non si ha notizia di minacce di dimis-sioni o di denunce pubbliche relativea spese considerate “eccessive” delCampidoglio. Ma torniamo alle criti-che al sindaco: una firma, ne siamo

certi, molti la metterebbero sotto allasua affermazione che una delle primecose che Marino avrebbe dovuto fareera quella di compiere “una ridefini-zione degli organici (capitoli e dellepartecipate: 21 partecipate “dirette” e141!!! “indirette”) gonfiati senza mo-tivo con migliaia di lavoratori assuntisolo per accontentare le clientele”.Ancora, “Mastro Linda” – che di que-ste cose se ne intende – ha spiegatoche “la pulizia delle strade la possonofare i privati meglio dell’Ama, e a costipiù bassi”. Verissimo. Ma visto cheAma ha molti (troppi?) dipendenti

che “tengono famiglia”, non sarebbemeglio mettere su un sistema di con-trolli che verifichi chi lavora e chi nonlavora, e se il lavoro è organizzatocome si deve? Su quella base, poiRoma Capitale, come ogni comuneche si rispetti, dovrebbe avere il co-raggio di adottare i provvedimenti chesi impongono, non escluso il licenzia-mento quando questo è necessario.Proprio sul controllo della macchinacomunale, invece, Marino è venutomeno; o meglio, per quel che abbiamovisto, non ha neppure provato a farequalcosa. Discorso analogo per l’Ama,

a proposito della quale Lanzillotta haragione di chiedere il coinvolgimentodei privati, come soci di minoranza;“apertura” sempre respinta dal Co-mune perché, sentenzia con ragione“Mastro Linda”, “il Comune vuole de-signare l’amministratore delegato, cioècolui che fa le assunzioni”. Non a titolopersonale, ovviamente, ma nell’inte-resse, e beneficio, di tutti i partiti poli-tici che lo sostengono (e se necessarioanche dell’opposizione).Partiti che La Lanzillotta conoscemolto bene. Da giovanissima – laureain Lettere, in previsione un futuro dainsegnante – militava nel Partito Co-munista italiano filo- maoista. Lo zio- Giovanni Carbone, “grand commis”dello Stato e anche presidente dellaCorte dei Conti - la presentò all’amicosocialista Antonio Giolitti, all’epocaministro del bilancio. E tutto cambiò.Come ha raccontato Aldo Cazzullo,grazie a tre incontri: “Nel 1974 ilprimo incontro cruciale con il capodell’ufficio legislativo di Giolitti, Giu-liano Amato. Alla Camera, dove entraper concorso – “sono arrivata prima”– il secondo incontro: Franco Bassa-nini. Amore e non solo: “Avevamo in-teressi istituzionali in comune”. Terzoincontro: Francesco Rutelli, che nel1993 la chiama al Comune di Roma,come assessore all’economia e al bilan-cio. “Roma – ricorda lei - fu un labo-ratorio di riformismo emodernizzazione. Risanamento, out-sourcing, varo dei Boc, i Buoni ordi-nari comunali, privatizzazioni”. Quindi lo slalom tra i partiti nazionali:dopo il Psi, la Margherita (ministrodegli affari regionali e autonomie lo-cali nel governo Prodi), quindi Alle-anza per l’Italia con Rutelli, infinel’addio al Pd e l’approdo in Scelta Ci-vica di Mario Monti, dove è semprepiù la “Vestale del rigore”. E da dove èstata fatale una volta a Berlusconi (suoil voto decisivo per la scelta di votarea scrutinio palese la decadenza del Ca-valiere da senatore) e un’altra volta suasalvatrice (quando il suo voto ha im-pedito che il Senato potesse costituirsiparte civile contro il presidente diForza Italia ormai decaduto).

PERCHÉ LA LANZILLOTTA “BACCHETTA” MARINOIL PERSONAGGIO

Mastro Linda, a volte ritornano

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di Carlo Rebecchi

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CHI SALEdall’alto Andrea Santoro,Micaela Quintavallee Pierluigi Borghini

CHI SCENDEdal basso Giovanni CaudoFabio Melillie Luciano Ciocchetti

ORSINO

P della

Politici e assessori a ruota libera,Municipi con le batterie scariche

il

L’assessore GiovanniCaudo racconta aigiornalisti il suo maxi

piano per sventrare via deiFori e creare una unicagrande area archeologica. Iromani tremano. PierluigiBorghini, presidente del-l’Ente Eur, lancia il suo pro-gramma per definire

finalmente il quartiere, si rifà il LunaPark, si finiscono le Torri.. e la Nuvola diFuksas? L’architetto non avrà un soldo.Applausi. Luciano Ciocchetti cambianuovamente casacca e passa a ForzaItalia, da vecchio democristiano è quasiun ritorno alle origini. Ma troppi cambinon giovano alla lucidità politica. Il presidente del XII Municipio CristinaMaltese parla di ristabilire legalità edecoro nel suo territorio. Un disastro,basta pensare all’emergenza di villaPamphili, ai rom e agli ambulanti di

Colli Portuensi. Un altro presidente, An-drea Santoro (Municipio IX) chiede unaZtl bilndata per scacciare le luccioledall’Eur. Auguri. Fabio Melilli ha fattoflop alla prima grossa occasione, quelladel congresso regionale del Pd. Ha giàminacciato le dimissioni. Marino stadando i numeri, dopo averli snobbatichiede aiuto ai romani per ridisegnareil bilancio 2014. Vuole contributi e ideevia mail. Il capo del vigili Raffaele Cle-mente gli ha montato la testa con i suoitweet. Tra università, sindacato e lavorola leader degli autisti dell’Atac non cela fa più. Micaela Quintavalle è sve-nuta per la quarta volta in pochi giorni.L’ennesima domenica a piedi non haportato benefici. Picchia duro il leaderdi Lega Ambiente Lazio, Lorenzo Par-lati: inutile un solo giorno senza auto”.E il leader degli albergatori GiuseppeRoscioli: lo stop del traffico piega ilcommercio. Non li ascolta nessuno.

giovedì 20 marzo 2014 pagina 3 PRIMO PIANO IlCORRIEREDIROMA

IN COPERTINA

Chissà come si realizzerà quellainvocata ridistribuzione dellaricchezza invocata da IgnazioMarino a inizio settimana alCongresso della Cgil Roma e

Lazio. Marino siede su una polveriera prontaad esplodere e non solo per gli 816 milionidi «disavanzo lasciati dall'amministrazioneprecedente».Certo il disavanzo creato dalla finanza alle-gra di Gianni Alemanno e predecessori varipesa, e peserà, sulla città Eterna. E sui ro-mani.Però ora bisogna immaginare un "piano dirientro" che difficilmente si sposa conl'ideale del sindaco in bicicletta. Spiega Ma-rino: «dobbiamo ridurre la burocrazia inef-ficiente. Dobbiamo aprire una grandestagione di politiche pubbliche che ridianocertezze a Roma. Non possiamo farci trasci-nare in ragionamenti esclusivamente centratisu privatizzazioni e liquidazioni per rimet-tere i conti a posto. Otterremmo solo due ri-sultati: una città socialmente sempre piùdisuguale e un'amministrazione arroccatasterilmente».

Marino ha chiesto e ottenuto dal nuovo Pdcapitolino e dal partito che lo ha portato (in-cidentalmente) alla guida del Campidoglio,un aiuto. In cosa possa consistere questoaiuto di idee non è dato sapere.Il centrosinistra romano non ha mai brillatoper la sapienza di gestione finanziaria. Certoi grandi eventi hanno trasformato la Città inun palco mondiale formidabile, ma forse nonè incamminandosi su questa strada che si sal-

verà Roma dallemaxi tasse e dallestangate delle ad-dizionali locali.Marino sogna, dabuon cinquan-tenne, di portare iRolling Stones alCirco Massimo.Ma le uniche "pie-tre rotolanti" cherischiamo di con-tare all'indomanidel 22 giugno nonsaranno quelle dei

brani degli attem-pati rocchettari,

ma quelle già traballanti della Roma Impe-riale.C'è da domandarsi perché mai non sia statoalmeno solo ipotizzato di utilizzare per ilmega concerto (oltre 61mila presenze previ-ste, un migliaio di poliziotti), l'area per igrandi eventi attrezzata per il Giubileo del2000, a Tor Vergata. Con oltre 240 ettari (dalcosto in lire di 201 miliardi) l'Area GrandiEventi è stata utilizzata per il Giubileo e poi,

prontamente, riposta nel dimenticatoio.Certo è molto più suggestivo far suonare imiti del rock a due passi dal Colosseo. MaRoma rischia - per un evento musicale - di su-bire l'ennesimo schiaffo.Se almeno i proventi del concertone andas-sero alle famiglie dei poveri, dei senza casa,dei disoccupati, Roma se ne potrebbe fareuna ragione. E invece no. Marino - che promette di non privatizzare lemunicipalizzate - pensa forse più all'imma-gine che alla sostanza. Assicura che ai dipen-denti del Campidoglio non si taglierà lostipendio. Però poi la Cisl mette le maniavanti e avverte: non aumentate le tasse.Teme il sindacato ex democristiano ben ad-dentellato nei ministeri e anche in Comuneuna mazzata imminente con l'applicazionedei criteri discrezionali della nuova Tasi (latassa sui servizi invisibili che sostituirà Imue Tarsu).Le strade - dopo i roboanti annunci post al-luvione - restano un groviera di buchi (e vo-ragini). Le strade chiuse per lavori(Trionfale, Panoramica, Tangenziale Est), re-stano chiuse e i romani sono costretti ad un"giro di Peppe" da mesi per arrivare e tornaredal lavoro.Marino promette che non privatizzerà l'Atac.Un'azienda con un debito monster come lamunicipalizzata del trasporto locale non se laprenderebbe comunque nessuno, a meno dinon tagliare con il machete organici e linee. Eil sindaco - già politicamente traballante - nonpuò permettersi di aprire nuovi fronti sociali.Però poi blocca il traffico la domenica e mar-tedì, vietando di circolare nella Fascia Verde.Forse sarebbe stato meglio bloccare il trafficodurante la settimana avvisando 2, 3 settimaneprima. "Prendetevi un giorno di ferie, restatea casa. Usate i mezzi gratis" (come ha fatto ilprimo cittadino di Parigi). E invece no. Unprovvedimento come quello del blocco deltraffico - due blocchi in sole 72 ore - è solo unpannicello caldo per un malato terminale.C'è da dire che il sindaco chirurgo, forse, hapiù paura di intervenire (viste le cantonate ac-cumulate nei mesi scorsi) e quindi ora si affidaal Pd, che fino ad oggi lo ha aiutato ben poco.Servirebbe un'idea nuova. Roma Città aperta- mostro sacro del neorealismo cinematogra-fico - offre lo spunto per una riflessione.Chieda, Marino, a Renzi il rottamatore, po-teri speciali. E una deroga sulle donazioni ef-fettuate per il patrimonio. Roma rischia dirimanere una Grande Bellezza solo nei filmgirati da un napoletano (prontamente ac-colto e omaggiato). I turisti - che ancora ven-gono e depositano milioni nelle cassecomunali - vogliono un sogno. Buche e mon-nezza sparsa ovunque non fanno parte delsogno cinematografico da Oscar.Marino invece di andare a salutare il collegaparigino uscente, se ne vada negli Stati Unitie trovi sponsor e mecenati per ristrutturarechiese e reperti archeologici. Senza tante pa-stette burocratiche. Sono questi i poteri spe-ciali (a costo zero) che Renzi può dare aRoma Capitale. Una sorta di esenzione dallaburocrazia per salvarla dall'abbandono edalla crisi. Un paradosso per la culla della ci-viltà? Forse, ma Roma nasca da un sogno. Esolo un atto straordinario può salvarci dal di-sastro.

di Leonardo Giocoli

Marino, nel vortice dei tagli. Chieda poteri specialiIl Sindaco continua a promettere eventi (come i concerti Rock), ma non utilizza l'area di Tor Vergata. Non vuole vedere le municipalizzate ma assicura servizi equi per i romani. Però si rischia una super Tasi e addizionali record. Servirebbe

il coinvolgimento di capitali e mecenati stranieri. Ma senza burocrazia. Forse questa Città Aperta salverà la Culla della civiltà

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, alla presentazione del concertodei Rolling Stones del 22 giugno al Circo Massimo

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giovedì 20 marzo 2014 pagina 4PRIMO PIANOIlCORRIEREDIROMA

COME LIBERARSI DI UN SERVIZIO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ MA INDIGESTO E IN COSTANTE PASSIVOIL CASO

Il caso-Farmacap è un piccolo scandalo fortemente esemplificativo della strategia politico-amministrativa del sindacoMarino (se è proprio lui a decidere) e della sua Giunta. La rete delle farmacie comunali svolge un ruolo fondamentale sul territorio e in un momento di profonda crisi economica e sociale potrebbe e dovrebbe avere un peso importante.

Ma proprio per i servizi accessori (sociali) che svolge i conti non tornano, il bilancio va comunque ripianato (15 milioni). L’azienda, ripulita, può essere messa sul mercato? La farmacia è un servizio sempre utile, appetibile

sul piano commerciale, si può fare. D’altra parte il Governo impone di riportare i conti generali in ordine, di fare cassa, di liberarsi di una buona fetta di partecipate. C’è un presidente che veste la casacca dell’opposizione, Vincenzo Saraceni.Docente universitario, ex assessore alla sanità con giunta di centro destra, può essere tranquillamente essere fatto fuori.

Lui anticipa il sindaco, garbata lettera di dimissioni che passa sotto silenzio e nel giro di quarantotto ore arriva la nomina di un commissario. Che di mestiere ha poco da spartire con le farmacie, ma che importa, ha una lunga carriera all’interno

delle strutture municipali, è il garante dell’infanzia per la Regione Lazio, con sei persone di staff e un ufficio stampa. Ha prodotto poco, pochissimo in questo ambito, ma non ha perso un convegno né una pubblica occasione di dibattito.

E tanto basta. Non è un manager, non è un risanatore, non è un tagliatore di teste. Garantirà un paio di mesi di controllo, poi chissà. Dovendo tagliare e risparmiare si è scelto di privarsi di una azienda che fornisce un servizio, utile

alla collettività. Che con questi chiari di luna esistenziali andrebbe rafforzata, integrata. Sostenuta. Non c’è logica, se non quella del potere. E il piano di dismissioni comincia così

Quel pasticciaccio brutto di Farmacap

Ma chi è Francesco Alvaro, neo commissariostraordinario di Farmacap, l’ Azienda che gesti-sce l’attività di 44 farmacie comunali? E’ per-sonaggio in grado di gestire una materia cosìdelicata? La struttura presenta un bilancio inrosso di 15 milioni di euro ripianato nei giorniscorsi coi soldi di Roma Capitale (grazie al de-creto Salva Roma). Alvaro è un perfetto scono-sciuto al di fuori dell’ambito ristretto degliaddetti ai lavori. Sul sito della Regione noncompare il suo curriculum (lo abbiamo chiestodirettamente a lui, dieci pagine), ma il perso-naggio - nato in Calabria 75 anni fa - ha unalunghissima esperienza nel sociale, è stato di-rettore del dipartimento V del comune di Romae ha avuto numerosi incarichi nell'ambito dellaamministrazione del Campidoglio prima di es-sere nominato (sempre dal Pd) alla Regione

Lazio nel 2007 nel ruolo prestigiosissimo di Ga-rante dell’Infanzia e dell’adolescenza, poltronache tuttora ricopre. Non si sa quanto percepiscadalla Regione Lazio: alla faccia della legge sullacosiddetta Trasparenza. Sul sito web della Re-gione non appare neppure l’atto di nomina, fi-guriamoci la retribuzione. In sette anni ilGarante dell’Infanzia Alvaro ha prodotto due re-port sui minori e seguito cinque progetti mini-steriali. Non si sa con quali risultati alla luce delquotidiano Far West nel settore, vista la conti-nua emergenza dei bambini tolti alle famiglie diorigine dal Tribunale dei minori e posti in casefamiglie. In compenso il garante Alvaro pos-siede un “signor ufficio” con sei dipendenti eperfino un’addetta stampa. Il sindaco Marinonel comunicato stampa inviato ai media per farconoscere la nomina dell’ex funzionario del co-

mune, in sostituzione del prof. Saraceni (dimes-sosi da presidente Farmacap qualche giorno fa)continua nell’ostinato comportamento di noninformare i cittadini. Nel comunicato del Cam-pidoglio si sottolinea che l’incarico del commis-sario Farmacap sarà a titolo gratuito: in effettinon dovrebbe poter essere altrimenti, perchésarebbe contro legge la doppia retribuzione daparte della pubblica amministrazione (RegioneLazio e Comune di Roma). Alvaro probabilmenteè anche pensionato Inps. Ma queste informa-zioni non sono alla luce del giorno perché gliamministratori di Roma capitale “dimenticano”di far sapere alla pubblica opinione le anomaliedi certe scelte. E questo modus operandi –certo – non fa bene a quella che si definisce unapolitica democratica.

Giuseppe Cecchini

Alvaro, oggetto misterioso

Si dimette il presidente Saraceni, arriva in prestito dalla Regione un commissario (Alvaro) che si occupa di infanzia/adolescenza. Il disavanzo viene in parte dai servizi (sociali) che l’Azienda garantisce a duemila

utenti in difficoltà e che il Comune non finanzia più. Tra due mesi si rifanno i conti, poi si va sul mercato

La scorsa settimana il sin-daco di Roma Ignazio Ma-rino ha firmato l’ordinanza

- la numero 42 del 2014 - che no-mina Francesco Alvaro Commis-sario Straordinario dell’AziendaFarmacosociosa- nitaria Capito-lina Farmacap. L’incarico, cheverrà svolto a titolo gratuito, avràla durata massima di sessantagiorni in attesa della nomina deicomponenti del nuovo Consigliodi Amministrazione dell’azienda,che verranno selezionati tramitel’avviso pubblico per la manifesta-zione di interesse emesso dalCampidoglio lo scorso 25 feb-braio. La nomina di un Commis-sario Straordinario si è resanecessaria - si legge in una notadel Campidoglio - in considera-zione della preoccupante situa-zione economica e finanziariadell’azienda, caratterizzata dagravi perdite economiche accu-mulate negli anni passati. Loscorso 6 marzo infatti, in occa-sione dell’approvazione dei bi-lanci 2010, 2011 e 2012 diFarmacap, l’Assemblea Capitolinaha dato mandato all’azienda di re-digere entro tre mesi un nuovopiano industriale al fine di rimet-

Un commissario per due mesitere in equilibrio i conti. Il Commissario, oltrealla gestione ordinaria, provvederà, quindi,anche alla stesura dei documenti necessari a va-lutare lo sviluppo futuro dell’azienda. Francesco Alvaro, psicologo, giornalista pub-blicista e docente universitario - scrive ancorail Campidoglio - ha un curriculum con oltrequarant’anni di esperienza nel settore delle po-litiche sociali, ha ricoperto più volte la dire-zione dell’apposito dipartimento di Roma

Capitale collaborando anche con la stessa Far-macap. È da sette anni il Garante dell’Infanziae dell’adolescenza della Regione Lazio. Ha se-guito cinque progetti e pubblicato due reportsui minori. Prima di questo inatteso incarico -di traghettatore, è evidente - non aveva avutomodo di farsi conoscere, di emergere al di fuoridella ristretta cerchia di addetti ai lavori. Saràin grado di tenere in rotta, sia pure per pochesettimane, la nave di Farmacap?

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giovedì 20 marzo 2014 pagina 5 PRIMO PIANO IlCORRIEREDIROMA

LO SFOGO/ VINCENZO SARACENI, PRESIDENTE DIMISSIONARIO SI SPIEGA

C’era una volta il biondo Tevere! Ormai più che unfiume, il nostro, sembra una discarica a cieloaperto, una grande vergogna per la nostra città.

Nessuno ha la sensibilità di preoccuparsene, Ama, Prote-zione civile, Ardis, giocano al vecchio gioco dello scaricaba-rile. A quasi due mesi, dall'ondata di piena che ha messo inginocchio la Capitale, il fiume si presenta ancora pieno dibuste, detriti, tronchi, le due sponde sono invase dal fango,e di interventi per restituire ai romani un fiume in condizionialmeno decorose neanche l'ombra. Per tutti i ciclisti, run-ners, e per chi amava passeggiare tra le sponde del fiume,rimane soltanto un orribile percorso ad ostacoli tra fango,mondezza, detriti e tronchi, con la logica conseguenza, chela principale dorsale ciclabile della città è quasi impratica-bile, ormai dal 21 gennaio 2014. A Ponte Cavour alcuni detriti si sono incagliati su un cavoche ha ceduto,e ora è pericolosamente ad altezza uomo, aPonte Matteotti sulla sponda destra ci sono circa 40 centi-metri di fango, che più si solidifica, più diventerà difficoltoso

e costoso togliere. Ama,Protezione civilee Ardis in tutto questo, giocano al vec-chio,ma in Italia sempre troppo utiliz-zato, gioco dello scarica barile, dove tuttisono vittime innocenti e dove nessunofa niente. La Protezione civile affermache ancora non è arrivato il cessato al-

larme livello del Tevere, dal Centro Funzionale Regionale,l'Ama non ha pulito e non pulirà le sponde, fino a quando lebanchine non saranno totalmente accessibili, per motivi disicurezza, dall'Ardis a cui spetterebbe il ripristino e la puliziadelle aree verdi, adiacenti le banchine silenzio assoluto. Sca-ricabarli, rimpalli di responsabilità frazionamenti di compe-tenze, che ormai da anni rendono il Tevere, una terra dinessuno, praticamente ingestibile,con il risultato di un con-tinuo degrado sotto gli occhi di tutti. In molte capitali euro-pee, il fiume rappresenta un importante simbolo da curare

e da rendere fruibile, oltre che un importante attrattiva turi-stica. Pensiamo a città come Parigi, Londra, Praga, Buda-pest, Istanbul, S.Pietroburgo, dove i fiumi che le attraversanocostituiscono una inestimabile ricchezza di immagine e tu-ristica per la citta. I fiumi a prescindere dalle situazioni cli-matiche, sicuramente non migliori di Roma, vengono curati,puliti, e le sponde sempre libere e pulite, utilizzate per pisteciclabili,dove fare sport e passeggiare. I fiumi sono semprenavigabili ed è tradizione in tutte queste città la gita, la cenasul battello. A Roma tutto ciò è impossibile, il fiume spessonon è navigabile, causa tronchi e detriti, in certi periodi as-somiglia più ad una fogna che ad un fiume, con il risultatoche da noi i battelli non escono da oltre un anno.L'ultimo in-tervento serio di pulitura del fiume, risale al 2009, a seguitodella più grande piena degli ultimi 50 anni, per cui fu indettolo stato di calamità naturale. Da allora il nulla, e ora trionfail degrado. In tante capitali europee il fiume risulta essereuna ricchezza, il fiore all'occhiello della città, a Roma solouna vergogna.

RIFIUTI, FANGO, TRONCHI E DETRITI, NESSUNO SI PREOCCUPA DEL TEVERE

Il fiume della vergogna di Filippo Gesualdi

Quei servizi alla collettivitàvanno mantenuti

Il professor Vincenzo Sara-ceni, fisiatra, docente uni-versitario, prestato per un

periodo alla politica (assessorealla Sanità) non l’ha presa bene,la brusca conclusione della vi-cenda Farmacap. Ha anticipatole mosse di Marino, dimetten-dosi. Ma è tutt’altro che di buonumore e pare non abbia graditocome abbiamo riportato lascorse settimana le sue dichiara-zioni. Soprattutto per quanto ri-guarda la questione dei servizisociali forniti da Farmacap econtestati come “peso”.

“L'azienda è un'azienda sociale,stanziata dove non c'è il privato,cioè in periferia - dice - Io pensoche i servizi sociali vadano fi-nanziati dal Comune, noi pos-siamo fare di più (ma abbiamobisogno di mezzi, ndr). In pas-sato avevamo un contratto diservizio con Roma Capitale, cheora andrebbe rinnovato. L'esi-genza è che questi servizi ven-gano finanziati. Noi vogliamofarli, ma con il sostegno del Co-mune. L'unica cosa che credonon rientri nei servizi di Farma-cap è l'asilo, dove non ci sono i

figli dei dipendenti dell'azienda,è aperto al pubblico con unaretta piuttosto bassa stabilita dalComune, quindi non credo siauna vocazione di Farmacap. ““Abbiamo scritto più volte al-l'Assessore chiedendo se il ser-vizio di Teleassistenza,finanziato fino al 31 dicembre2013, sarebbe proseguito -spiega Saraceni - Abbiamo con-tinuato a farlo chiedendo unnuovo finanziamento, che nonarrivava. Ho scritto (personal-mente, ndr) un telegramma alsindaco dicendo che stavamo

continuando a carico nostro. Ilgiorno dopo l'Assessore al Bi-lancio ci ha inviato una lettera diproroga del servizio fino al 28febbraio 2014. Poi abbiamo ri-cevuto una nota si spiegava chenon ci sono soldi in bilancio perqueste attività, che se vogliamopossiamo continuare a nostraresponsabilità. Il Direttore hadetto che così non è possibile. Esiamo rimasti così, in attesa.Farmacap oggi segue circa due-mila persone”. “Ritengo di averfatto molto in quest'anno emezzo di servizio per superarele criticità, ho sempre difesol'azienda anche per la sua pub-blicità, credo di aver dimostratoil mio attaccamento all'azienda,facendo questo servizio in pienagratuità, perché così era e cosìho voluto che fosse”, concludeSaraceni. Su tutto questo il Co-mune non ha detto una parola.

(Testo raccolto da Alessandra De Gaetano)

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giovedì 20 marzo 2014 pagina 6CRONACHEIlCORRIEREDIROMA

IN COPERTINA

TRASPARENZA A META’ Marino,però, è trasparente a metà, anche meno.Lui e i suoi assessori (salvo Estella Ma-rino che dichiara di aver percepito unrimborso di 69 euro per un incontro Ancia Firenze) non comunicano gli importidei rimborsi spese per i viaggi di servizio.La scheda del sindaco è presente nellapagina personale, ma vuota, dopo 9 mesidalla sua elezione. Così per tutti gli asses-sori, salvo per Leonori e Barca che purelencando un certo numero di viaggi ef-fettuati per conto dell’amministrazionedichiarano che gli importi (che non sonoindicati ) sono ancora «da liquidare».

ASSUNTI SENZA CONCORSI La notadivertente è che la giunta Marino non haassunto con il contratto di collabora-zione (il co.co.co. per definizione) o diconsulenza. I cosiddetti esterni non cisono. Che bravo sindaco. Ce n’era uno:Enzo Foschi a 114 mila euro annui, ma sen’è andato in rotta col sindaco. Lo staff diMarino, e in quello dell’ufficio stampadiretto dall’onnipresente Marco Girella,è stato assunto con un contratto a tempodeterminato (la maggior parte per cin-que anni). Assunzioni per oltre 100 per-

sone di fiducia del sindaco. Senza nessunavviso pubblico, sono state assunte cen-tinaia di persone in forma diretta. Conun conto a fine mandato che i cittadinipagheranno di circa 24 milioni di euro.Marino ha assunto nello staff di Girella,nominato suo addetto stampa, tuttiquelli che facevano parte del gruppo dipersone che lo avevano aiutato durantela sua campagna elettorale. Un bel modoper ringraziare chi ha lavorato magarigratis o per due lire, molti di loro hannoricevuto un contratto di lavoro (di fidu-cia) percependo individualmente oltre100 mila euro l’anno. In sintesi nella ca-tegoria “Trasparenza” queste assunzioninon esistono, sono passate per una viaprivilegiata.

CONSIGLIERI CAPITOLINI I costidell’aula Giulio Cesare per 51 consiglieripiù un presidente (Mirko Coratti com-penso lordo 6345,91 euro al mese) sfio-rano anch’essi il milione di euro l’anno.

L’ESERCITO DEI MUNICIPI La sor-presa sono tuttavia i 15 municipi diRoma composti da un esercito di 104 po-litici, tra presidenti, vicepresidenti e as-sessori e, udite, udite, 360 consiglieri.Una giunta municipale è composta da un

presidente, un vicepresidente, 5 assessorie 24 consiglieri spalmati per 15 municipi.Un totale di 464 persone al servizio dellapolitica romana. Non sono un po’ troppi?Queste truppe sono davvero necessarieper amministrare pezzi e quadranti dellacittà? Cerchi concentrici che costano allacollettività altri milioni di euro. Esatta-mente le giunte delle 15 municipalità co-stano alle tasche dei romani 2 milioni e400 mila euro l’anno, euro più, euromeno. Invece per 360 consiglieri dei mu-nicipi, come si evince da un documentocontabile della ragioneria generale del

segue dalla prima pagina

Campidoglio, è stata liquidata per solisette mesi la somma monstre di 2 milionie 244 mila euro. In un anno i consiglierimunicipali costano alle casse comunalioltre 4 milioni e mezzo.

LA CARICA DELLE 500 POLTRONESenza contare i rimborsi spese che nonsono stati pubblicati, possiamo tirare lesomme. Solo per i costi “fissi” la politicadi Roma Capitale costerebbe circa 10milioni di euro milioni di euro all’annoper 527 poltrone.

Giuseppe Cecchini

La carica dei 500

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giovedì 20 marzo 2014 pagina 7 CRONACHE IlCORRIEREDIROMA

Su via Ramazzini non cisono più le roulotte dei clo-chard (a dir la verità ne è ri-masta una, ma dovrebbeessere rimossa nei prossimi

giorni). Dopo tre anni i cittadini delquartiere hanno ottenuto quel che vo-levano, la PoliziaMunicipale del co-mandante Cle-mente ha fatto il suodovere. La leva legi-slativa utilizzata nonè stato il dpr380/2001 (testounico sull'edilizia),come chiedevaMarco Giudici -consigliere e presi-dente della commis-sione trasparenzadel Municipio XII -bensì, semplicemente, il Codice dellaStrada. 'La prima richiesta di inter-vento, mia e di Fabrizio Santori (al-l'epoca presidente della commissionesicurezza del Comune), risale a dueanni e mezzo fa - racconta Giudici - eipotizzava il reato di abuso edilizio. Ildpr 380 prevede sanzioni dai 5mila ai50mila euro, e se si fosse applicato allecirca 2mila roulotte sparse per la Capi-tale, il Comune avrebbe incassato de-cine di milioni di euro'. Il consigliere,in ogni caso, non nasconde la sua sod-disfazione per il risultato finalmenteottenuto grazie alla collaborazionedella Polizia Municipale - intervenutain commissione Trasparenza pochigiorni prima dello sgombero - ma av-verte: 'Abbiamo risolto solo una parte

del problema. Il codice della stradanon permette di risolvere la questionesu larga scala. Ad esempio, il Viale delleMura Gianicolensi, su cui è permessa

la sosta degli autoveicoli, è occupato dadecine di roulotte'. Se i camper non oc-cupano una superficie superiore aquando sono in marcia, sono equipa-

rate dal codice agli altri mezzi di tra-sporto e rientrano quindi nei confinidella legalità. 'Quelle norme - continuaGiudici - non tengono conto di fattoricome il decoro: i parcheggi utilizzatisono sottostanti le mura storiche deldiciassettesimo secolo (le mura Giani-colensi, appunto). Buon gusto vor-rebbe che le roulotte non fossero tutteammassate in quel punto ma semmaisparse per il quartiere. Rimaniamoconvinti che quello sia un reato diabuso edilizio, e non si può perseguireun reato con il solo codice della strada'.Il problema riguarda anche la sicu-

rezza: è difficile tutelare adeguata-mente gli abitanti di questi villaggi suruote. Proprio su via Ramazzini, nel2012, un clochard è morto intrappo-lato in una roulotte. D'altra parte capitache in mezzo alle brave persone si mi-metizzino nuclei dediti alla microcri-

minalità e al-l 'accattonagg iomolesto. Ma soprattutto èun problema cheandrebbe affron-tato su larga scala, alivello di ammini-strazione comu-nale: 'Ilcomandante Cle-mente - affermaGiudici - con cuicomunico giornal-mente anche tra-

mite Twitter, mi ha riferito che haintenzione di affrontare il problema 'atappeto'. La politica, però, deve favo-rire, anzi, stimolare un controllo dif-fuso e generalizzato sul territorio. Horecentemente chiesto le dimissionidell'assessore alle politiche sociali Cu-tini, perchè secondo me portatore diistanze contrarie. C'è un conflitto di in-teressi evidente: è esponente di unmondo, quello del volontariato - RitaCutini è da sempre vicina alla Comu-nità di Sant'Egidio, il cui simbolo cam-peggia su molte delle roulotte cheoccupano le strade della Capitale – cheha nel tempo favorito e agevolato l'in-sediamento dei clochard secondo que-ste modalità. Non credo vogliascoperchiare questo Vaso di Pandora'.

SCENARI

di Lorenzo Marziali

“Sgomberata” via Ramazzini,ma è soltanto un primo passo

ALTRE CENTINAIA DI CAMPER E ROULOTTE OCCUPANO LE VIE DI ROMA

Sopra via Ramazzini prima e dopol’intervento di sgombero delle roulotte; a sinistra viale delle Mura gianicolensi

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Intervenga il prefetto, simuova qualcuno. VillaPamphili, il fiore al-l’occhiello della città,l’enorme polmone

verde punto di riferimentoquotidiano di decine di mi-gliaia di cittadini è sotto at-tacco. È allarme rosso, nomadi esbandati hanno scoperto chequella è terra di nessuno e sene sono impossessati, accam-pandosi e facendone una basetrincerata; le forze dell’ordinenon riescono a controllare lasituazione, ci vuole l’esercito?In estrema sintesi la situazioneè questa, questi gli umori,queste le soluzioni invocate. Ildegrado avanza, il parco nonè più pulito, monitorato, con-trollato come un tempo. Pro-blemi amministrativi, dibudget? Può essere, pare cheCristina Maltese, presidentedel Municipio XII, centro-si-nistra, sia in difficoltà con lasua stessa maggioranza. La so-stanza è che gli interventi sonosaltuari, episodici, non risolu-tivi. Come per il traffico, mul-tate le macchine in secondafila e ripartita la pattuglia deivigili, nuovi automobilisti sirimpiazzano negli stessi postie la giostra continua.Quel che è certo è che negli ul-timi mesi c'è stato un incre-mento di furti, scippi, rapine edanneggiamenti ai veicoli, eche questa situazione sta cre-ando forti preoccupazioni trale migliaia di persone che fre-quentano il parco, moltistanno rinunciando ad an-darci, mentre quelli che an-cora ci vanno, vivono con lapreoccupazione che possa ac-cadergli qualcosa. C’è un al-larme molto preoccupantelanciato su facebook,e riguar-dante la presenza di una colo-nia di nomadi che si sarebberoinsediati nel parco pubblico,

come fosse casa e bottega. Inomadi hanno “iniziato a ru-bare biciclette, borse e adaprire macchine e motorinifuori. Ma soprattutto hannoincominciato a spaventare lagente, le mamme con i bam-bini che hanno paura.” A muo-versi sul territorio è la solitacoppia formata da Marco Giu-dici, consigliere e presidentedella Commissione Traspa-renza del Municipio XII diRoma e Fabrizio Santori, con-sigliere regionale del Lazio,con denunce e raccolte difirme. Presumibilmente il Municipiosi è mosso e ha preso le con-tromisure, l’accampamento èstato sbaragliato in una notteda una squadra di agenti dellapolizia municipale, ma è ripar-tito poco distante nel giro dipoco, appena la sorveglianza siè ridotta. In una casetta in muratura al-l’interno del parco da tempo sierano stabiliti senzatetto evenditori ambulanti abusiviche uscivano la mattina chiu-dendo con una catena la ca-setta, invadevano il centro dicianfrusaglie da rivendere etornavano la sera. Poi conscene da far west, una battagliacampale aveva portato un altrogruppo, più forte e aggressivo.Nomadi, sbandati., quel po-polo di invisibili che ormaicontrolla la città. Il blitz dei vi-gili ha risolto la situazione?Certo che no. E la gente comincia a guardarele cose e le persone con so-spetto, evita i sentieri menobattuti del parco, lo Stato,l’Autorità ne escono sconfitti.

SGOMBERATO CON BLITZ UN “ACCAMPAMENTO”, MA POI TUTTO TORNA COME PRIMADEGRADO

Se nomadi e sbandati conquistano anche Villa Pamphili

di Francesco Vitale

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giovedì 20 marzo 2014 pagina 8CRONACHEIlCORRIEREDIROMA

Immagini di ordinario degrado a Villa Pamphili tratte dalla pagina

Facebook della “Associazione per Villa Pamphilj”: a sinistra

un ricovero tra gli alberi; sopra le serre viste dall’esterno e a destral’interno trasformato in dormitorio

Il Corriere di Roma n.10 del 20 - mar. 2014_Layout 1 19/03/2014 11.08 Pagina 8

Page 9: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 MARZO 2014

LazioLaziola

del

anitàSSNUMERO 10 ANNO LXVII GIOVEDI 20 MARZO 2014

L a sanità “religiosa” è alla cannadel gas, si sente dire, e non è unabattuta. A Roma e nel Lazio la si-tuazione è particolarmente deli-cata. I lettori ricorderanno lo

scandalo dell’Idi, con l’Istituto sull’orlo dellabancarotta fraudolenta con l’arresto del “fra-tone” che, quando aveva bisogno di contanti,prendeva una busta della “monnezza” , prele-vava da tutti gli uffici senza rilasciare nessunaricevuta, infilava nel sacco e se ne andava. Pro-prio sull’Idi sono dovuti intervenire il Presi-dente della Repubblica Napolitano, l’allora Presidentedella Commissione Sanità del Senato Marino, il suo viceGramazio, l’allora Sindaco di Roma Alemanno e i segretarigenerali di tutte le organizzazioni sindacali. Si arrivò alpunto che, da Oltre Tevere, venne deciso lo scioglimento eil commissariamento dell’Ordine dei Frati dell’Immacolata(gestori dell’Istituto) che, ad ogni livello, furono esautoratianche dal controllo e gestione del gruppo Idi con l’arrivo

di un commissario nella persona di un Cardi-nale di Santa Romana Chiesa e un vice nellapersona del Presidente del Bambino Gesù,Prof. Giuseppe Profiti (la gestione dell’ospedalepediatrico, che gode dell’extraterritorialità, trale strutture religiose è l’unica a non essere, pernostra fortuna, alla “canna del gas”).E che dire invece dell’Ospedale Cristo Re, inde-bitato con i fornitori e con lo Stato a tal puntoda doversi affidare al gruppo privato Giomis.p.a che ad oggi sta ancora studiando (e sco-prendo) i debiti delle “suorine” titolari della

convenzione. Nella passata settimana poi, prepotente-mente, si presenta all’opinione pubblica l’emergenza del-l’Ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina. L’Ospedale,conosciuto ed apprezzato da tutti i cittadini del centro sto-rico della Capitale, “vanta” un debito annuale di oltre 270milioni di euro ed al personale medico e dirigente i religiosihanno prelevato il 15% dello stipendio, ma ciò ovviamentenon basta per riportare in pareggio ed a “tenere a galla”

l’ospedale che naviga al centro del Tevere. Ma non è finita.Alla gravissima crisi non sfugge il Policlinico Gemelli(quello che a Roma viene chiamato l’Ospedale dei Papi),che vanta un credito nei riguardi della Regione Lazio di590 milioni di euro, credito mai riconosciuto dall’alloraPresidente Polverini e che ha portato alla creazione di uncontenzioso senza fine.Un’altra struttura religiosa è quellache ci piace chiamare “l’Ospedale di Alberto Sordi”, il Cam-pus Biomedico. Nata a Trigoria e di proprietà dell’OpusDei, vanta ancora, nei riguardi della Regione Lazio, l’asse-gnazione di un Pronto Soccorso da inserire nel sistemadell’emergenza e chiede anche l’assegnazione di altri 250posti letto (mai concessi, fino ad oggi, da nessun Presidentedella Regione Lazio).Tutte queste strutture - ricche di professionalità e di attrez-zature di prim’ordine - sono di proprietà di ordini religiosiche non riescono evidentemente a gestirle con capacità ma-nageriali adeguate. Sono alla canna del gas, appunto. Manon possono non essere salvate.

Il Corvo

La sanità “religiosa” è alla canna del gas

L’EDITORIALERassegnamoci, soltanto il tintinnio delle manette può far ripartire la sanità laziale

a pagina 11

SCENARI

a pagina 13

La strana storia del S.Filippo Neri

Non si può morire al Centro commerciale

Non si può morire al Centro commerciale

Servizio a pagina 12Servizio a pagina 12

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Page 10: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 MARZO 2014

giovedì 20 marzo 2014 pagina 10Laziola delSSanità Lazio LA MAPPA DEL POTERE

Asl Roma A CENTRO STORICODirettore Generale Camillo RiccioniDirettore sanitario Barbara GiudiceandreaDirettore Amministrativo Alessandro Moretti

Asl Roma B CENTRO STORICODirettore Generale VITALIANO DE SALAZAR

Direttore sanitario Concetto Saffioti ffDirettore Amministrativo S. Cenciarelli

Asl Roma C EUR E DINTORNIDirettore Generale CARLO SAITTO

Direttore sanitario Daniela Ghirelli ffDirettore Amministrativo Giancarlo Gava

Asl Roma D DA TRASTEVERE A OSTIADirettore Generale Vincenzo PanellaDirettore sanitario Vittorio Chinni ff (in scadenza)

Direttore Amministrativo Alessandro Cipolla

Asl Roma E DAL VATICANO A BRACCIANODirettore Generale Angelo TaneseDirettore sanitario Mauro Goletti (dall’1 aprile)Direttore Amministrativo Maria Velardi

Asl Roma F CIVITAVECCHIADirettore Generale Giuseppe QuintavalleDirettore sanitario Antonio Carbone Direttore Amministrativo Duilio Iacobucci

Asl Roma G TIVOLI, GUIDONIA, SUBIACODirettore Generale GIUSEPPE CAROLI

Direttore sanitario Federico Guerriero (in scadenza)

Direttore Amministrativo Daniele Aguzzi (in scadenza)

Asl Roma H CASTELLI, ANZIO, NETTUNODirettore Generale FABRIZIO D’ALBA

Direttore sanitario Antonio Celiberti ffDirettore Amministrativo Giovannino Rossi ff

Asl ViterboDirettore Generale LUIGI MACCHITELLA

Direttore sanitario Patrizia ChierchiniDirettore Amministrativo Daniela Donetti (in scadenza)

Asl FrosinoneDirettore Generale ISABELLA MASTROBUONO

Direttore sanitario Roberto TestaDirettore Amministrativo Luca Di Maio

Asl LatinaDirettore Generale MICHELE CAPOROSSI

Direttore sanitario Alfredo CordoniDirettore Amministrativo Vania Rado

CommissarioFacente funzioneA rischio?VacanteIn uscita a

LEGENDA

Quelle poltrone-chiave desolatamente vuote

Poche variazioni alla mappa, e solo a livello di figure in-temedie. Alcuni contratti sono in scadenza, ma guai aannunciare nuove nomine. È comunque sconcertate

che alcune poltrone restino desolatamente vuote. Senza mo-tivo. Come quella di direttore generale al S.Filippo Neri, ab-bandonato a se stesso da quasi due anni, o quelle diSpallanzani e S.Andrea, liberate in fretta dai manager passatiad altro incarico. Difficile fare politica sanitaria regionale inqueste condizioni.

San Giovanni AddolorataDirettore Generale ILDE COIRO

Direttore sanitario Gerardo A. Corea (scaduto)

Direttore Amministrativo Massimiliano Gerli

Sant’AndreaDirettore Generale Egisto Bianconi ffDirettore sanitario Francesco Stella ffDirettore Amministrativo Egisto Bianconi

San Filippo NeriCommissario Filippo Sommella Direttore sanitario Patrizia Magrini ffDirettore Amministrativo Manuel Festuccia ff

San Camillo ForlaniniDirettore Generale Aldo Morrone (in scadenza)

Direttore sanitario Caterina Elisabetta Amoddeo ffDirettore Amministrativo Francesca Milito ff

Policlinico Universitario Umberto IDirettore Generale Domenico AlessioDirettore sanitario Amalia AlloccaDirettore Amministrativo Marta Branca

IfoDirettore Generale Lucio CapursoDirettore sanitario Marina CerimeleDirettore Amministrativo Giorgio Marianetti

AZIENDE OSPEDALIERE

Asl RietiDirettore Generale Laura FigorilliDirettore sanitario Pietro Scanzano (in scadenza)

Direttore Amministrativo Adalberto Festuccia(in scadenza)

SpallanzaniDirettore Generale Lorella Mengarelli ffDirettore sanitario Andrea Antinori ffDirettore Amministrativo Lorella Mengarelli

Ares 118Direttore Generale MARIA PAOLA CORRADI

Direttore sanitario Domenico Antonio IentileDirettore Amministrativo Giosuè Calabrese (in scadenza)

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Page 11: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 MARZO 2014

giovedì 20 marzo 2014 pagina 11 Laziola delSSanità LazioPRIMO PIANO

Rassegnamoci, soltanto il tintinnio delle manette può far ripartire la sanità laziale

L’EDITORIALE

ORSINO

S dellail

CHI SALEdall’alto Ilde Coiro, Isabella Mastrobuonoe Vitaliano De Salazar

CHI SCENDEdal basso Renato Botti,Michele Caporossie Nicola Zingaretti

Nebbia, pantano, sabbie mobiliAlla Nomenklatura fa comodo così

L’editoriale che comparein questa stessa paginaè di per sé sufficiente-

mente esplicito. Se il sistemava a fondo è perché il maniconon funziona. Incompetenzao altro c’è di mezzo la salutedei cittadini. E non si puòtransigere. Il governatore Ni-cola Zingaretti, il direttore

generale Flori De Grassi devono esserechiamati a rispondere di ciò che fanno eciò che non fanno. Possiamo immaginarel’imbarazzo del sub-commissario governa-tivo Renato Botti, capitato in una realtàkafkiana. Ma non c’è traccia di sua presadi posizione. Dei conti non si parla più,della bocciatura al tavolo Massicci nem-meno. Nebbia, pantano, sabbie mobili. Facomodo ai vertici, non alla gente Sul terri-torio ciascuno si muove da sé, con risultatinon brillanti. La lotta agli sprechi, la razio-nalizzazione passa per vie secondarie, pe-

riferiche. Tagliare un servizio di ufficiostampa e lasciare morire il sito istituzio-nale è più semplice che controllare il mer-cato clandestino di lenzuola, coperte,siringhe, derrate alimentari. I nuovi arrivatisulle poltrone di Asl e ospedali vannocauti. Al decisionismo della Isabella Ma-strobuono (Frosinone) si contrappone laprudenza della Ilde Coiro (S.Giovanni Ad-dolorata) e di Vitaliano De Salazar (AslRmB), Michele Caporossi a Latina è inpieno caos, Vincenzo Panella alla AslRmD ha a malapena capito dov’è il suo uf-ficio e fa il pendolare da fuori regione.Scoppiano intanto gli ospedali religiosi, alFatebenefratelli è crisi aperta, e così alCristo Re. Luca Gramazio (Fi) e FabrizioSantori (ex Destra) si sbracciano alla Pi-sana presentando interrogazioni, non li filanessuno.E pare che anche i grillini di Da-vide Barillari abbiano esaurito la spinta,giù impantanati nelle sabbie mobili dellaburocrazia regionale. Non c’è via d’uscita.

A ltrove tutto più o menofunziona, nel Lazio siamoimpantanati nelle sabbiemobili. Inutile parlare delpassato e di responsabilità

pregresse, la Giunta Zingaretti si avvicinaal giro di boa di un anno di attività e il bi-lancio è fallimentare. Il governatore e isuoi diretti collaboratori (nel quadrantesanità) hanno vissuto di promesse e di ef-fetti-annuncio, nella realtà dei fatti hannose possibile peggiorato le cose, lasciandoincancrenire alcune situazioni per la ma-nifesta incapacità di affrontarle. Grotte-sca la melina per la nomina del nuovomanagement di Asl e ospedali, effetto-trasparenza zero, imbarazzante la campa-gna per le case della salute (48?), siamo auna struttura aperta e due promesse. E gliottomila posti in Rsa? Non c’è traccia.Farsesca la gestione della emergenzaPronto Soccorso, velleitaria la nominadei 30 medici ispettori e delle sentinelledella trasparenza. L’elenco può conti-nuare, ma infierire non serve. Possibileche nessuno riesca ad evitare a Zingaretti

queste brutte figure? Sioccupasse dei problemiseri sul territorio: comepuò tirare avanti un ospe-dale senza guida? Eppureaccade al S.Andrea, alS.Filippo Neri, allo Spal-lanzani, praticamenteanche al S. Camillo. E ilboom delle liste d’attesa?Altra promessa mancatadi Zinga, siamo messi peg-gio di prima. E meno maleche il suo braccio armato,il direttore generale FloriDe Grassi, aveva annun-ciato la soluzione del pro-blema in pochi mesi.Servirebbe una gestionedrastica e muscolare, inquello specifico settore,ma nessuno ha il coraggiodi muoversi. E nessuno - ilche è anche peggio - ha ilcoraggio di denunciarealla pubblica opinionequesta situazione. A man-

dare a fondo il sistema non sono delle en-tità indistinte, sono uomini e donne incarne ed ossa che prendono (o non pren-dono) decisioni. Degli esempi? Fintroppo facile. Il più eclatante è quello cheriguarda il caso-S.Lucia. Paradossale, laFondazione gode del consenso unanime,non c’è una voce di dissenso. Eppure staandando a fondo. Tutti promettono (mi-tica la maglietta indossata a suo tempodalla Polverini), nessuno mantiene. Zin-garetti ha precise responsabilità, DeGrassi e D’Amato (responsabile cabina diregia) non sono da meno. L’aspirante go-vernatore si indignò durante la classicavisita elettorale nell’Istituto di via Ardea-tina, sostenne con forza che qualcuno vo-leva sotterrare il S. Lucia facendo capiredi conoscere perfettamente i retroscenameno confessabili: giurò davanti ai ver-tici della Fondazione, poi davanti ai sin-dacati e ai quadri che chi voleva la mortedella struttura (indispensabile nella suaattuale collocazione nel quadro generaledella riabilitazione) sarebbe dovuto pas-sare sul suo cadavere. Di tutto questo cisono non solo testimonianze, ma filmatie registrazioni. Non c’è scampo, o men-tiva prima o mente ora. La legge è dallaparte del S.Lucia, non ci sono più dubbi,chi si oppone deve pagare. Nomi, co-gnomi e indirizzi alla Procura della Re-pubblica. Vale anche per il Cem di viaRamazzini, un blitz dei carabinieri sa-rebbe accolto da scroscianti applausi. La Regione (Zingaretti - DeGrassi -D’Amato) giocano a palla con la vita dicentinaia di persone nascondendosi die-tro a codici e codicilli. E la ministrtturaper soggetti in stato vegetativo del S.Ca-millo? Idem. Anche qui l’elenco è lungo,lunghissimo. Le sofferenze di decine dimigliaia di utenti valgono zero per la No-menklatura che occupa i posti chiave.Una curiosità. Ma il sub commissarioBotti che fine ha fatto?

Il Corriere di Roma n.10 del 20 - mar. 2014_Layout 1 19/03/2014 11.09 Pagina 11

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giovedì 20 marzo 2014 pagina 12Laziola delSSanità Lazio CRONACHE

Ritardi nei soccorsi? Può accadere, ma è indispensabile - costi quel che costi - la presenza di un presidio medico attrezzato in strutture che ospitano decine di migliaia di persone

Lo si dice e si scrive datempo, in tutte legrandi strutturepubbliche e privatealle quali affluiscono

decine di migliaia di persone, do-vrebbero avere dei presidi me-dici di pronto soccorso consanitari e personale specializzatoper operazioni di emergenza. Lamorte del bambino rimasto sof-focato da un hot dog all’internodel centro commerciale Porta diRoma ripropone drammatica-mente il problema. I centri com-merciali oggi sono un luogo piùdi aggregazione che di reale ne-cessità. Al loro interno transi-tano centinaia di migliaia dipersone. Piccole città, per den-sità di popolazione. Ma prive diPronto Soccorso e ambulatorimedici. Inutile sottolineare chela domenica e i festivi si può ar-rivare anche a sfiorare il milionedi persone, spalmate in negozi , luoghidi svago e intrattenimento come salegiochi, cinema, animazione. Ovvia-mente non mancano le aree ristoro,dalle pizzerie mordi e fuggi fino ad arri-

vare ai ristoranti di (quasi) lusso. Ci siva con tutta la famiglia, figli al seguito econ l’intenzione di trascorrere l’interagiornata, i mega parcheggi assicurano lapossibilità di fare pochi passi a piedi.

A Roma sono ormai i grandi centri com-merciali sono numerosi, da Porta diRoma (dove è accaduto il fatto), alla Bu-falotta, a Euroma2, a Roma Est. Sonoattrezzati a gestire emergenze comequelle che abbiamo accennato? A Eu-roma2 esiste un presidio fisso di primosoccorso con del personale predispostoa operazioni di prima emergenza. Non sitratta né di medici, né di infermieri, masolamente di operatori che sono stati for-mati per questo scopo. Si trovano ac-canto al settore di videosorveglianza; inpratica affiancano gli uomini della sicu-rezza. Per il resto bisogna chiamare l’au-toambulanza, è la regola. A Roma Est c'èun presidio sanitario dalle 15 alle 20 conun infermiere professionale, sabato do-menica festivi c'è un'ambulanza in pre-sidio tutto il giorno con personalemedico a bordo. Interessante, potrebbeessere esteso a tutti i giorni della setti-mana? A Porta di Roma gli uomini dellasicurezza specializzati sono pur interve-nuti, è stato anche lanciato il classicomessaggio per altoparlante alla ricerca diun medico nell’edificio. Ma allora cosanon ha funzionato a Porta di Roma? Leversioni sono diverse, secondo quantoriferito dal personale del 118, l’ambu-lanza chiamata in soccorso, sarebbe statacostretta a percorrere un intricato labi-rinto per raggiungere il parcheggio (chiva nei centri commerciali li conoscebene); inoltre gli operatori sarebberostati costretti a percorrere a piedi diversecentinaia di metri spingendo la barella amano, prima di raggiungere l’ingresso.Ma dall’interno si smentisce tutto, le treambulanze (solo la terza aveva un me-dico a bordo) e gli operatori sono statiagevolati in tutto e per tutto, anche itempi dell’intervento sono stati nellanorma. Ma non è bastato. E la lezionedovrebbe servire. Sarebbe meglio avereun medico fisso direttamente al centrocommerciale con tutte le strumenta-zioni. “Non è possibile una cosa del ge-

nere – spiega Maricla, una soccorritricevolontaria – perché tenere un medicocon un infermiere in un luogo pubblicocome questo, comporterebbe costimolto alti. Inoltre, considerando gli orarino stop dei centri commerciali, sarebbenecessario inserire medici e infermieri supiù turni”. Non basta. “Bisognerebbeinoltre tener presente – continua la soc-corritrice – anche un pronto interventopediatrico”. Tutto qui? Se serve per sal-vare una vita umana i costi dovrebberopassare in secondo piano. Nel caso delbambino di tre anni, Maricla, che èanche mamma di una bambina piccola,azzarda una ulteriore ipotesi: “Durante iprimi anni di vita di un neonato, il co-mune mette a disposizione corsi gratuitiper le manovre di disostruzione, in casodi soffocamento, ma cambiano di annoin anno. Nel caso dell’Ikea – continua araccontare la giovane soccorritrice – pro-babilmente più di una persona lì pre-sente poteva tentare questa manovrasalvavita, ma il panico generale, le urlapossono averla inibita. Inoltre, qualora ilbambino fosse morto in seguito a unamanovra sbagliata, ci sarebbero stateconseguenze anche per lei”. Il discorsonon cambia. Per legge nelle strutture pa-rametrabili ai centri commerciali ci do-vrebbe essere un servizio medico ingrado di intervenire efficacemente.

di Francesco Vitale

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“La legge prevede che in un luogo pubblicocome un centro commerciale ci sia un pre-sidio fisso per la gestione delle prime emer-genze”. Lo afferma un operatore del 118contattato per commentare il caso di soffo-camento avvenuto all’Ikea. “I responsabilidell’azienda – dichiara – hanno agito nelleregole nel tentare le prime manovre di soc-corso in attesa dell’ambulanza. Non pote-vano fare nient’altro”. Per l’operatore del118 la regola c’è, ma è impossibile verifi-carla. In pratica ai dipendenti viene offertodi fare un corso per gestire le prime emer-genze, ma sono in pochi a frequentarlo peril timore della grande responsabilità che sidovrebbero assumere. “L’alternativa – ri-vela ancora – sarebbe quello di avere deimedici privati, ma non tutte le aziende sonodisposte a coprire una tale spesa”. Cosa fare allora in caso di necessità e seserve l’intervento di una o più ambulanze?“Un possibile rimedio – conclude – po-trebbe essere quello di creare dei percorsiguidati all’interno dei parcheggi, tipo corsiepreferenziali, in modo da non far perderetempo al veicolo che si troverebbe davantiuna serie di macchine in fila che non po-trebbe superare. Inoltre sarebbe utile chequalcuno andasse incontro all’ambulanza,indicando il punto esatto dell’intervento. Èimportante formare le persone anche asaper dare le giuste informazioni. Noi lavo-riamo sul minuto. Ogni secondo di più puòessere fatale”.

PARLA L’ESPERTOLa legge c’è, basta farla applicare fino in fondo

Il Corriere di Roma n.10 del 20 - mar. 2014_Layout 1 19/03/2014 11.09 Pagina 12

Page 13: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 MARZO 2014

Cosa sta accadendo al S.Fi-lippo Neri? L’Aziendaospedaliera di Roma Nordrientra in qualche piano“riservato” di riorganizza-

zione sanitaria regionale (o capitolina) ?Difficile parlarne, bocche cucite , sorrisiimbarazzati. Come può finire nell’ombraun ospedale di altissimo profilo come ilS.Filippo Neri? Qualcosa scricchiola, manon è chiaro dove sia la falla. Due estatifa Domenico Alessio, arrivato in quel-l’ospedale con l’irruenza che gli è propriae con intenzioni bellicose nel giro dipoche settimane fu convinto da RenataPolverini e dal rettore della SapienzaLuigi Frati a passare al Policlinico Univer-sitario Umberto I. Un passaggio lampo,poche settimane e il top manager si trovòa rimboccarsi le maniche per rimettere inmare una delle ammiraglie della sanità ca-pitolina. Dal San Filippo si portò dietro ildirettore amministrativo, Marta Branca.E a Roma Nord tutto rimase nelle mani(capaci perlatro) del facente funzioni Fi-lippo Sommella. Che è ancora lì, ad am-ministrare l’ospedale in attesa chequalcuno decida cosa farne. E’ finita unagiunta, quella Polverini, la successiva, gui-data da Zingaretti è al giro di boa delprimo anno. Ma non è successo niente,grigia routine, naturalmente senza la pos-sibilità di prendere decisioni importanti,ma con una lenta, costante, quasi imper-cettibile riduzione di servizi. Qualche ru-binetto chiuso da una parte, qualchecontratto non rinnovato dall’altra. E nes-sun ingresso di nuovo management. Per-ché il governatore Zingaretti non mandaa governare l’azienda ospedaliera qual-cuno dei selezionati nella short list? Nonci sono contratti in scadenza, c’è un vuotodi potere. A meno che, appunto, non ci siasotto dell’altro che ai comuni mortaliviene tenuto accuratamente nascosto. In-tanto accadono cose apparentementestrane, come denuncia ad esempio Asso-

tutela: “E’ profondamente preoccupantela mole di notizie che continuano ad arri-vare alla nostra associazione sulla pros-sima chiusura del reparto di reumatologiadel San Filippo Neri. Intenzione che sa-rebbe tutta nell’idea del commissario Lo-renzo Sommella che però dovrà spiegarequali vantaggi economici ci saranno perl’azienda ospedaliera e per il Servizio sa-nitario regionale. Senza contate che i tantipazienti in cura si dovranno prodigare pertrovare un’altra collocazione d’eccellenza,dichiara il presidente di AssoTutela, Mi-chel Emi Maritato. “E’ doveroso quindi,che la Regione Lazio spieghi quali sianole vere intenzioni sulla sorte del repartodi reumatologia e quale verità si cela die-tro alle voci che indicano la clinica Co-lumbus come possibile destinataria del

servizio. Anche perché, questa caso spe-cifico – precisa Maritato – dev’essere ana-lizzato e trattato con cura contando chepersone gravemente ammalate possanocercarsi un reparto lontano da casa. Tut-tavia è il caso di evidenziare che la storiadella Columbus seppure buona clinicanon è del tutto equiparabile alla specializ-zazione del reparto del San Filippo Neridove il dottor Granata e il dottor Racosono valentissimi reumatologici con tan-tissimi anni di esperienza e di vita di re-parto. Diversamente la Regione Lazio e ilgovernatore Nicola Zingaretti per primodovrà sincerarsi come potrà dislocare pa-zienti gravi e fondi per farmaci costosi aduna struttura in convenzione ossia cheviene retribuita spostando risorse dal Ser-vizio sanitario regionale a una struttura

privata”. “Inevitabile enumerando questielementi fare la dovuta chiarezza. Ricor-diamoci che non si parla solo dei centopazienti in cura con farmaci biologici madei tantissimi malati, oltre 3.500 in curaal San Filippo da anni. Si tratta di pazientiche soffrono di dolore cronico, disabili,invalidi, persone in terapia del dolore,persone con ossa deformate dall'artrite,con problemi seri di deambulazione”Ecco – conclude Maritato - la RegioneLazio e il governatore Zingaretti diano ri-sposte a loro. Subito”.Abbiamo riportato per intero la nota diAssotutela perché ha degli elementi di no-vità, pone nomi e cognomi, avanza inter-rogativi seri ed inquietanti. DallaRegione, ovviamente, silenzio di tomba.Che conclusioni devono trarre i cittadini?

giovedì 20 marzo 2014 pagina 13 Laziola delSSanità LazioCRONACHE

COSA STA ACCADENDO ALL’AZIENDA OSPEDALIERA DI ROMA NORD?SCENARI

La strana storia del S.Filippo Neridi Giulio Terzi

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Da un anno e mezzo senza direttore generale, Zingaretti finge di ignorarne l’esistenza. E intanto si riducono i servizi

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L a vicenda èesplosa fragorosa-mente sui mediain questi giorni,ma risale a qual-

che anno fa. La cassa di riso-nanza di cui dispongono iradicali è notevole, la que-stione dell’obiezione di co-scienza è di capitaleimportanza, nelle more forsesi sono sono persi elementiimportanti. Aveva denunciatodi essere stata abbandonata adabortire in un bagno dell'ospe-dale Sandro Pertini di RomaValentina Magnanti, 28 anni,portatrice di una malattia ge-netica trasmissibile moltorara, che l'ha costretta a rinun-ciare a mettere al mondo suofiglio, nell'ottobre del 2010, alquinto mese di gravidanza.Oggi la Asl RmB, in un comu-nicato, smentisce, dichiarando

che la ragazza è stata «seguitada due medici non obiettori»,e l'espulsione del feto sarebbeavvenuta «nella stanza di de-genza». Intanto, «la AslRoma B ha provveduto ad ef-fettuare una verifica su quantodichiarato dalla signora Valen-tina - si legge nella nota - e cioèdi essere stata lasciata senzaassistenza durante un'interru-zione volontaria di gravidanza(Ivg) avvenuta nell'ospedalePertini nel 2010». «Dalle verifiche risulta che lasignora Valentina è stata se-guita dal personale che hal'obbligo dell'assistenza anchenel caso di obiezione di co-scienza. Nel caso specificoc'erano due medici non obiet-tori che fanno parte del-l'equipe istituzionalmentepreposta all'Ivg. Pur compren-dendo il disagio dovuto allungo periodo di travaglio -

continua la nota - si fa pre-sente che la rapidità della faseespulsiva del feto, avvenutanella stanza di degenza alle ore3 della notte, è un evento assaicomune per il periodo gesta-

zionale. La signora Valentinacomunque è stata pronta-mente assistita e avviata allasala parto per le successiveprocedure previste nel postparto».

Valentina sognava un figlio, unbambino che avesse una vitanormale, invece la sua malattial'ha penalizzata perché, se-condo la legge 40, non ha ac-cesso alla fecondazioneassistita e alla diagnosi pre-im-pianto. Valentina ha sportodenuncia solo in un secondomomento, quando ha decisodi rivolgersi all'associazioneCoscioni con cui ha fatto ri-corso, affinché anche chi hamalattie genetiche possa acce-dere alla fecondazione assi-stita e alla diagnosipre-impianto. Intanto, il tribu-nale, per la seconda volta indue mesi, ha sollevato dubbidi costituzionalità su questopunto della legge, a 10 annidalla sua entrata in vigore.Forse si prospetta un oriz-zonte nuovo, anche per lei, chepossa realizzare il suo sogno didiventare madre.

giovedì 20 marzo 2014 pagina 14Laziola delSSanità Lazio CRONACHE

DIETRO I FATTI

Lasciata sola ad abortire al Pertini?La Asl RmB fornisce un’altra versione

di Alessandra De Gaetano

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È noto che tuttinoi possiamocompiere errori.Ma le conse-guenze di un er-

rore possono essere differentise questo occorre ad unaclasse speciale di persone,quali conduttori di aerei,treni, controllori di volo, con-trollori del traffico dellametro, e così via. Questi operatori sono spessosottoposti a variazioni bru-sche del carico cognitivo, in-dotto dall’ambientecomplesso che debbono con-trollare o sorvegliare. È notocome al variare del carico co-gnitivo sperimentato dall’ope-ratore si abbia una variazionedelle prestazioni dello stesso.Se ad esempio il carico cogni-tivo (cognitive workload) ètroppo basso o troppo elevato,la prestazione erogata non di-viene soddisfacente. Nel contesto dell’aumentataautomazione dei sistemi dicontrollo di apparati compli-cati quali treni ad alta velo-cità, aerei, è estremamenteimportante avere informa-zioni circa lo stato“interno”dell’operatore. Moltistudi in letteratura sono statiquindi eseguiti per avere dellemisure valide e veloci di talestato.

La ricerca intrapresa pressol'IRCCS Fondazione SantaLucia con la collaborazionedell'Università Sapienza diRoma e la spin-off universita-ria BrainSigns è riuscita a mi-surare il carico cognitivo deipiloti o dei controllori deltraffico aereo mediante l’im-piego dell’elettroencefalo-gramma e di altri segnali

neurofisiologici quali fre-quenza cardiaca e condut-tanza cutanea. Sono statiinfatti ottenuti robusti indicinumerici del carico cognitivodi tali operatori sia durantel'attività lavorativa dei con-trollori di volo (grazie allacollaborazione dell’ENAC,che è la scuola nazionale fran-cese per l’aviazione civile, si-

tuata a Tolosa) sia durantel'attività in simulatori di volodi piloti professionisti diaereo. Le evidenze scientifi-che ottenute dimostranocome sia possibile stimaretale affaticamento cerebralein maniera affidabile con talisegnali.Le applicazioni di tali infor-mazioni consentiranno di ge-

nerare sistemi di sicurezzache avvertiranno in un futurodello stato di affaticamentocerebrale durante l'esecu-zione di compiti di guida o dicontrollo del traffico aereocosì come anche durante il re-lativo addestramento, aumen-tando quindi la sicurezza delvolo in tutte le sue compo-nenti.

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Una ricerca di Fondazione Santa Lucia, Università Sapienza di Roma e BrainSigns srlLO STUDIO

Possiamo “misurare” la stanchezza del pilota

giovedì 20 marzo 2014 pagina 15 Laziola delSSanità LazioSANITÀ&RICERCA

di Giulio Terzi

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giovedì 20 marzo pagina 17 ECONOMIA IlCORRIEREDIROMA

Presso l'Auditorium Parco della Musicadi Renzo Piano - sul piano rialzato die-tro le gradinate della cavea - si tiene,con una cadenza di circa due domeni-che al mese, uno dei mercati più im-

portanti del circuito Campagna Amica Coldiretti(il mercato viene spesso sincronizzato ad eventi emanifestazioni dell'Auditorium: per informazionisulle date già programmate basta visitare il sito diCampagna Amica). Vi si trovano esposti i prodottidi circa 35 piccoli produttori laziali. La varietà è no-tevole, tra ortaggi, frutta, formaggi, carne e salumi,olio, prodotti da forno e così via. E notevole è il nu-mero di clienti che girano tra i gazebo gialli, com-plici il bel tempo, la sincronizzazione con gli eventidi cui sopra e forse anche la tipologia di quartieriche circondano il Parco della Musica - tradizionevuole che Roma Nord, nonostante i tempi di crisi,sia la zona 'ricca' della Capitale. Effettivamente, toltisolo quelli al coperto di Circo Massimo e Tibur-tina, è il mercato più vivace di Roma. Gli avventorise la prendono con calma, passeggiano, assaggiano,chiacchierano coi produttori. Le coppie di mezzaetà, coi bambini appresso, studiano i banchi, si con-sultano, fanno le loro scelte, i sacchetti aumentano.Signore attempate e ben vestite selezionano concura gli ortaggi da portare a casa per le ricette delpranzo della domenica con figli e nipoti. Gli acqui-sti sono un rituale sociale: non c'è niente dell'aset-ticità di un supermercato. Ai produttori piacepresentare i propri prodotti, ai consumatori piace

sapere da dove viene il formaggio aromatizzatopiuttosto che la crema di olive piccante. La venditadiretta è sempre accompagnata da un perchè, uncome, un quando. Alcuni prodotti sono di alta qua-lità e costano di più rispetto alla grande distribu-zione, e nell'ambito del mercato le aziende hannola possibilità di metterci la faccia, convincere ilcliente a provarli ed eventualmente dimostrare chene valga la pena. 'La nostra forza è l'assaggio', recitacoerentemente lo slogan sul depliant della coope-rativa agricola familiare 'I Care', di Vallecorsa (FR),che produce olio, paste di olive e altri derivati. Si

tratta di un'azienda giovaneche tramite il farmer's marketsi sta facendo conoscere, e cheguarda con speranza alla pros-sima iniziativa di CampagnaAmica: la vendita on line. Fa-brizio e sua moglie Caterina,dell'azienda 'De Luca Fabri-zio', di Vignanello (VT) rac-

contano: 'Capita che i clienti ci facciano notare, adesempio, che le nostre mele costano più di quelledel supermercato ma, una volta provate, smettonodi farlo'. Fabrizio si dice sicuro della qualità dellasua frutta e verdura, e afferma che l'esperienza deimercati è l'unica via possibile per i piccoli produt-tori come lui: 'La differenza si sente, si tratta solodi farsi conoscere'. Ne è convinto anche FlaminioD'Urso - responsabile del mercato e anch'egli pro-duttore - dell'azienda agricola omonima di Itri(LT), che coltiva la famosa 'Oliva di Gaeta' (qualitàItrana) ricavandone olio, olive in salamoia e patè.

'L'ecotipo dei miei ulivi dà un prodotto eccezionale,e se ne ricava un olio molto delicato, armonico efruttato. E' un prodotto da intenditori che costa ne-cessariamente di più del litro di olio e tre euro dellagrande distribuzione. L'unico modo che avevo pervalorizzarlo era il contatto diretto con il consuma-tore, la possibilità di spiegare quale fosse la diffe-renza. Ha funzionato. Oggi il novanta per centodella mia produzione è in vendita diretta'. La for-mula del rapporto vis-a-vis tra produttore e consu-matore sta funzionando bene anche per FabioMastrella, gestore di 'Roma in Fiore', azienda checoltiva e vende piante aromatiche, stagionali, pe-renni, fiori recisi. Anche lui conferma: 'Noi ven-diamo la qualità, non il prezzo. I clienti ti studiano:magari comprano una sola pianta, poi tornano perprenderne ancora'. La liquidità immediata dei mer-cati gli ha permesso di abbandonare progressiva-mente l'ingrosso e l'attesa - spesso vana - dipagamenti in ritardo, tanto che è in procinto diespandersi. 'Pochi, subito e maledetti' - chiosa.

di Lorenzo Marziali

La spesa sulle note della genuinitàVIAGGIO TRA I MERCATI DEI CONTADINI / 7CAMPAGNA AMICA ALL'AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICAFOCUS

M ancano tre mesi alla fine del-l’anno scolastico, ma per il di-mensionamento voluto degli

ex ministri dell’ultimo governo Berlu-sconi, Maria Stella Gelmini e Giulio Tre-monti, la bocciatura sembra inevitabile:dalle aule dei tribunali continuano infattiad arrivare espressioni negative controla “madre” di tutte le cancellazioni e gliaccorpamenti degli istituti, il decretolegge 98 del 2011, poi Legge 111/2011,nella parte che ha fissato l'obbligo di fu-sione degli istituti comprensivi dellescuole dell'infanzia, elementari e mediecon meno di “1.000 alunni, ridotti a 500per le istituzioni site nelle piccole isole,nei comuni montani, nelle aree geografi-che caratterizzate da specificità linguisti-che”.Contro quel provvedimento, che ha cau-sato la cancellazione di oltre 1.700scuole, già reputato "costituzionalmenteillegittimo" dalla Consulta con la sen-tenza 147 del 2012, continuano ad arri-vare sentenze negative: prima, nel 2013,il Consiglio di Stato ha cancellato l'accor-pamento di tre istituti comprensivi cala-bresi, poi il Tar Sardegna, all’inizio diquest’anno, ha annullato il dimensiona-mento di dieci scuole dell’Isola e gli atticonseguenti (decreti di assegnazione deidirigenti e Dsga, assegnazione personaledocente e Ata con decreti di personalesovrannumerario, nonché i codici mec-canografici). A fine marzo ci sono tutti ipresupposti che anche il Tar Molise

segua la stessa strada.Esemplare è quanto accaduto in Sarde-gna meno di due mesi fa, con l’Ufficioscolastico regionale che ha dispostoquanto stabilito con le sentenze del Tarnumero 593, 594, 598, 970 e 971, tuttedel 2013, e già ribadito con il decreto del2 gennaio 2014 n. 42 dello stesso Usr,con il quale è stata annullata “in corsod’anno, con effetto immediato”, la mobi-lità coatta del personale perdente postoa seguito del dimensionamento attuato

nel 2012/13: il personale docente e Atache ha perso la titolarità ha potuto quindiriacquisirla.“In linea con quanto denunciato dal-l'Anief sin dall’approvazione di quellaLegge votata durante l’ultimo GovernoBerlusconi – spiega Marcello Pacifico,presidente Anief e segretario organizza-tivo Confedir – sono sempre più le sen-tenze del Tar o del Consiglio di Stato chedichiarano illegittimi gli accorpamenti diplessi, l'assegnazione di dirigenti e Dsga,

i decreti che individuano sovrannumeraria seguito dei processi di fusione. I giudici,del resto, non possono fare altro che sot-toscrivere l’evidenza della violazione deicriteri di legge: senza un nuovo accordoin Conferenza Stato-Regioni, ai sensidella normativa vigente dopo la sentenzadella Consulta, non possono infatti es-sere attuati nuovi accorpamenti o sop-pressioni”.Il presidente Anief e segretario organiz-zativo Confedir lo aveva denunciato giànel gennaio 2013 con una lettera apertaai Governatori delle Regioni, invitandoli aripristinare il numero di scuole autonomeesistenti prima della cancellazione daparte della Corte Costituzionale con lasentenza n. 147/2012 dell'art. 19, c. 4della legge 111/11 ai sensi della qualetutti gli atti emanati in nome di unanorma di legge dichiarata incostituzio-nale perdono la loro validità ed efficaciadopo la pubblicazione della sentenza.Mentre tutti gli interessati (studenti, per-sonale dirigente e dipendente) possonorivendicare la difesa dei propri diritti sog-gettivi lesa dall’adozione di norme can-cellate dal nostro ordinamento.Va sottolineato, inoltre, che la sentenza

della Consulta n. 147 del 7 giugno 2012ha comportato, tra l’altro, il ripristino deicriteri che garantiscono l'efficace eserci-zio dell'autonomia amministrativa e di-dattica previsti dal D.P.R. 233 del 18giugno 1998, la cui applicazione garan-tisce comunque la collocazione di questopersonale in uno stato di titolarità. E nondi certo il loro posizionamento in esu-bero. Con tutte le conseguenze, profes-sionali e personali, che ne derivano.Tra i limiti all’esame dei giudici, infine, c’èil mancato rispetto da parte delle Regionidei pareri delle Consulte provinciali: deipareri necessari, secondo giurispru-denza costituzionale per il marcato inte-resse che gli enti locali hanno sulterritorio ai fini dell'erogazione del servi-zio. In gioco c’è anche il valore dei titoli distudio rilasciati dagli istituti scolastici,oltre che le posizioni dei lavoratori coin-volti. Ed ecco perché sono sempre più lefamiglie degli alunni che impugnanocerte norme astruse assieme al perso-nale della scuola.Chi è interessato a ricorrere contro il di-mensionamento illegittimo, può scriverea [email protected] per far ri-vivere la propria scuola. È possibile ade-rire al ricorso, anche se a seguito dellamobilità si viene dichiarati sovrannume-rari su scuola che non dovrebbe esseredimensionata. In questo caso bisognascrivere [email protected].

(www.anief.org)

I giudici: quelle 2mila scuole non si dovevano chiudereREDAZIONALE

A distanza di tre anni, il dimensionamento approvato dall’ultimo governo Berlusconi si frantuma sentenza dopo sentenza: dopo quelle fondamentali della Consulta e del Consiglio di Stato è

la volta del Tar della Sardegna. Il Molise è sulla stessa strada. Accertato il danno professionale e di vita prodotto ai docenti perdenti posto, che ora dovranno tornare nelle loro vecchie scuole

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giovedì 20 marzo 2014 pagina 18LITORALEIlCORRIEREDIROMA

bambini ed hai un marito. Savianoè un single. E’ più facile da gestirel’intero apparato di sicurezza. Peresempio, la domenica, se andiamoin gita dobbiamo utilizzare dueauto e partire ad orari differenti. Inuna c’è mio marito con i bambini,nell’altra ci sono io con la scorta. E’difficile da spiegare tutto questo ai

bambini. Una volta giunti sulposto, scelto il ristorante, sarà il ca-poscorta a stabilire il posto e doveandrò a sedere”. Federica però nonmolla, non è pentita di aver sfidatola mafia. “Ho fato il mio dovere. –afferma – Lavoro per un giornaleed una volta venuta in possesso diinformazioni le ho pubblicate, de-nunciando il malaffare. Non sonoun eroina, sono una donna inna-morata del suo lavoro e della sua fa-miglia. Non ho paura anche se ilprolungarsi di questa situazione èstressante, soprattutto per la mia fa-miglia”. Federica ha imparata a“guardarsi” attorno quando esce

dal portone di casao dalla redazionedel giornale. “Tiabitui a fare atten-zione. – spiega Fe-derica –L’importante è nonfare mai le stessecose, non percor-rere la stessa strada.I cambiamenti diprogramma sonocontinui, gli oraris b a l l a t i ” .Quando…. finirà?“Intanto stiamoaspettando gli esitidei processi, solodopo, si potrà veri-ficare se il pericoloè cessato”. A Fede-rica, in occasionedella Giornata in-ternazionale delladonna, è stato con-segnato il “Premio

Donna dell’anno 2014” del X Mu-nicipio. La cerimonia si è svoltanella sala consiliare in piazza dellaStazione Vecchia. “Per i meritiespressi in ambito lavorativo – hadetto Monica Schneider, presidenteCommissione elette - dove ha di-mostrato onestà intellettuale e co-raggio nel combattere il sopruso e ilmalaffare. Ha portato sempreavanti, e continua a farlo, i valori incui crede che devono essere un faroper tutti. Come lei stessa ha scritto:“Vivere nella legalità è una libertàirrinunciabile”. Lei lo fa con orgo-glio e a testa alta, anche a rischiodella sua stessa vita”.

V ivere sotto scorta.Federica Angeli,giornalista di Re-pubblica, come Ro-berto Saviano è

finita nelle mirino della mafia, lasua colpa è stata quella di denun-ciare il malaffare di Ostia, oggi rim-balzato agli onori della cronaca ditutti i quotidiani e ieri combattutoa colpi di denunce ed inchieste daFederica, un eroina dei tempi mo-derni che ha scoperto la paura. Fe-derica Angeli stava lavorando per ilsuo giornale ad un reportage su al-cune famiglie della criminalità or-ganizzata di Ostia che sonosospettate di essere legate allamafia. I suoi reportage hanno por-tato alla luce verità scomode, con-nivenze, affari criminali permigliaia di euro, righe che hannoattirato l’attenzione dei magistrati,che hanno fatto scattare indagini,sequestri, paralizzando qualsiasi at-tività criminale. Una denuncia allaquale la mafia ha reagito solo comesa fare: prima con minacce ed inti-midazioni, poi, qualcuno giura disparagli…in faccia. Da quel momento questa giovanedonna entra ufficialmente nel mi-rino dalla criminalità di Ostia, lapiù violenta e sanguinaria. Vienemessa sotto scorta, due uominiche la seguono 24 ore su 24 perproteggerla, la sua vita deve rico-minciare daccapo. “E’ difficilecomprendere cosa significhi viveresotto scorta, – racconta Federica –soprattutto in una famiglia nor-male, quando sei la mamma di due

Nel mirino della mafia… di OstiaFEDERICA ANGELI, SCRITTRICE E GIORNALISTA DI REPUBBLICA È STATA PREMIATA COME DONNA DELL’ANNO

Ad Ostia il primo albo per Baby Sitter. L’idea èdei Servizi Sociali, l’obiettivo è quello di aiutarele famiglie nella scelta a cui affidare i propri figlie dall’altra, procedere alla selezione e forma-zione di donne che vogliono svolgere questaprofessione con competenza. “L’albo è nato afini pratici. – ha detto l’assessore EmanueleDroghei, presentando il progetto – La sceltadella Baby sitter è sempre un’operazione deli-cata e fondamentale. In secondo luogo ab-biamo dato un’opportunità a tante donne perun più facile inserimento o reinserimento nelmondo del lavoro, attraverso la qualificazionedi professionalità che spesso sono sottosti-mate”. All’iniziativa del Municipio hanno aderito130 persone che si sono iscritte al corso: leprime 26 hanno superato la selezione e hannoconseguito l’attestato. Il corso per baby sitterprevede 100 ore complessive: 40 ore di lezioniteoriche in aula e 60 ore di tirocinio formativo,presso gli asili nido e le scuole dell’infanzia delterritorio. Tra le altre iniziative in essere, la Dro-ghei ha illustrato anche i contenuti del nuovocorso di formazione per assistente familiare,progetto organizzato all’interno del progettoAISF, Agenzia di Integrazione Sociale per le Fa-miglie, dei Servizi sociali del X Municipio diRoma Capitale. Infine sul litorale i cittadini tro-veranno anche un assistente fiscale al quale ri-volgersi. Si tratta di una figura amministrativaal servizio delle famiglie e delle piccole impreseche vorranno rivolgersi allo sportello aperto tuttii martedì dalle ore 14.30 alle ore 17, presso laCittà dei mestieri, in viale del Sommergibile 11a Ostia. Deve essere un sostegno concreto egratuito, per informare e supportare il contri-buente in ogni fase della consulenza o del con-tenzioso. En.Bia.

INIZIATIVA DEI SERVIZI SOCIALIDEL X MUNICIPIO

Primo albo per baby sitter

IL CASO

di Enzo Bianciardi

Ripartono le domeniche ciclo-pedonali del lungomare diOstia nonostante le polemi-

che. Le domeniche tra il 16 marzo e il27 aprile, infatti, il tratto di lungo-mare che va da via Giuliano da San-gallo a piazzale Magellano saràinterdetto alle autovetture, dalle ore 9alle ore 19 per consentire lo svolgi-mento della manifestazione “Ostiamon amour”. L’Ascom ribadisce la propria contrarietà al-l’iniziativa: “Ad ottobre avevamo partecipato con entusia-smo, contribuendo anche economicamente. – ricordaLuca Capobianco, presidente Ascom – Ma le domenichepedonali, non hanno procurato vantaggi agli esercizi com-merciali, sono diminuite le prenotazioni nei ristoranti esono calate le vendite. L’assenza di parcheggi è la causadell’insuccesso della manifestazione. Non si può rinun-ciare a duemila posti auto senza offrire soluzioni alterna-tive. La gente era costretta a parcheggiare lontano e nonveniva in centro. Il lungomare è un’arteria di collegamentoe non può essere interdetta al traffico senza provocare gravidisagi”. La replica del mini-sindaco Andrea Tassone non siè lasciata attendere: “La nostra volontà – ha detto Tassone– è sopratutto quella di consentire alla cittadinanza di riap-propriarsi dello spazio del lungomare, che in questo modopotrà essere vissuto da pedoni e ciclisti all’insegna dellasocializzazione, fruendo anche di attività ludiche, sportive,turistiche e culturali che saranno messe in campo. La ri-

chiesta che viene dalla cittadinanza èquella di poter vivere la città in manierapiù sostenibile”. Contro il progetto,però, si schierano anche le associazioni“Mare in vista” e “Severiana” che ave-vano partecipato ai recenti appunta-menti di Carnevale. Stefano Salvemmedi “Mare in Vista scrive: “Pedonaliz-zare, per questa amministrazione, si-gnifica solo creare “intrattenimento” e

non fare cultura, favorendo l’aggregazione delle varie realtàdel territorio. Questo progetto è figlio di una politicaestemporanea e lontana da una visione ampia del territorioe nell’interesse dei suoi cittadini. Condividiamo la denun-cia di Ascom, Confesercenti, dei gestori dei chioschi delLungomare di Ponente (dove esiste una necessità di unaforte riqualificazione). Ancora una volta riteniamo chetroppi personalismi hanno governato le politiche dell’am-ministrazione”. Sulla stessa linea La Severiana: “Il nostroritiro è una formale protesta contro le imbarazzanti politi-che di rilancio turistico caparbiamente imposte e non con-divise con gli operatori del settore da parte dell'attualegiunta del Municipio” afferma il presidente Andrea Schia-vone “Il Municipio intanto procede per la sua strada.“Siamo convinti che la pedonalizzazione del mare di Romapossa diventare un brand turistico per la Capitale, qualifi-cando l’offerta e rendendola competitiva – ha affermato lareferente al turismo del X Municipio Monica Valeri – edinsistendo nel tempo”. E.B.

Domeniche a piedi tra le polemicheDAL 16 MARZO AL 27 APRILE LUNGOMARE CHIUSO AL TRAFFICO

Due foto di Federica Angeli: sopra alla premiazione di “Donna dell’anno 2014” e a sinistra in un convegno

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Lazio (Agenzia Regionale di prote-zione ambientale), alla Provincia diRoma e al comune di Albano di inter-venire per eseguire i controlli pre-scritti dalla legge.La Provincia di Roma ha risposto alla"richiesta urgente di accertamentipresso la discarica di Roncigliano" for-mulata dal comune di Albano il 24 feb-braio scorso alla luce di "un sempre piùcrescente stato di preoccupazione nel-l'opinione pubblica" dovuto ad "unodore forte e pungente nell'area limi-trofa della discarica". Come fa sapere illo stesso Comune, la Provincia diRoma, relativamente alle attività dimonitoraggio e controllo, ha comuni-cato che i funzionari dell'Ente provin-ciale hanno effettuato di recentesopralluoghi negli impianti per verifi-care le modalità di gestione del Tmb,con particolare riferimento ai flussi deirifiuti in entrata ed in uscita, nelle datedel 24 gennaio e 20 febbraio scorsi.Certo che la discarica di Roncigliano,oltre alle 300 tonnellate di rifiuti indif-ferenziati al giorno prodotte dai 10 co-muni dei Castelli Romani (Albano,Ariccia, Marino, Rocca di Papa, Po-mezia, Ardea, Castel Gandolfo, Gen-zano, Lanuvio e Nemi) riceve anche

circa “200 tonnellate” al giorno da Ci-vitavecchia e Monterotondo, come di-chiarato dal delegato ai rifiuti LucaAndreassi. Per un totale di circa 500tonnellate al giorno.Dopo questa ennesima emergenzaigienico-sanitaria, ancora in corso disvolgimento, restano tante le compe-tenze amministrative a carico dell’am-ministrazione di Albano, guidata dalsindaco Nicola Marini, che sono e re-stano da tempo totalmente inevase. Ènecessario difatti, prima di tutto, por-

tare avanti la cosiddetta Caratterizza-zione Esterna ed Interna della disca-rica. Si tratta di analisi moltoapprofondite dei terreni tutto intornoe delle falde acquifere sottostanti il sitodi Roncigliano. Per conoscere il livelloreale d’inquinamento dell’intera areaed eseguire, subito dopo, come previ-sto dalla legge, una bonifica adeguata.La Giunta comunale, tra l’altro, il 7 di-cembre 2012, sottoscrisse con il CNRuna convenzione, che è costata al Co-mune di Albano 30 mila euro, per ese-

guire in soli 4 mesi, quindi entro aprile2013, la caratterizzazione esterna delladiscarica che, però, ad oggi ancora nonè stata portata a termine. È importante,in secondo luogo, capire se l’impiantoTMB della discarica di Albano – dovetutta la spazzatura in arrivo viene trat-tata e suddivisa in “frazioni” minori –funzioni correttamente, con un’appo-sita ispezione, visto e considerato cheil Nucleo Operativo Ecologico dei Ca-rabinieri, ha sollevato nella recente in-chiesta sui rifiuti forti perplessità inmerito. Ma serve anche, infine, proce-dere ad una “mappatura” volumetricadel VII invaso, per capire se al suo in-terno siano stati interrati – come ipo-tizzato dagli inquirenti delle Procuredi Roma e Velletri – anche rifiuti nonautorizzati. Per prevenire episodi par-ticloarmente significativi di olezzi ir-respirabili, come quelli che si stannoverificando in questi ultimi giorni,ma, soprattutto, per evitare che conl’esaurimento precoce del VII invaso –che avrebbe dovuto durare almeno 8anni ed è invece quasi esaurito in ap-pena 2 e mezzo – si arrivi, presto, allacostruzione dell’VIII invaso, a di-stanze dalle case ancora inferiori agliattuali 175 metri.

giovedì 20 marzo 2014 pagina 19 CASTELLI IlCORRIEREDIROMA

Albano: “Quella discarica ci avvelena”

La protesta degli abitanti di Albano davanti ai cancelli della discarica

LA DENUNCIA L’INVASO OLTRE AI RIFIUTI DI DIECI COMUNI DEI CASTELLI ROMANIRICEVE ANCHE LA SPAZZATURA DI CIVITAVECCHIA E RONCIGLIONE

La discarica di Albano ètornata di nuovo a puz-zare parecchio, soprat-tutto ultimamente,probabilmente da

quando nel cimitero dei rifiuti dei Ca-stelli Romani arriva anche la “mon-nezza” di Civitavecchia eMonterotondo. In 21 sono finiti sta-volta al pronto soccorso nella nottetra venerdì 7 marzo e sabato 8, la mag-gior parte residenti nell'area circo-stante la discarica, per le esalazionimaleodoranti provenienti dal sito distoccaggio di rifiuti. Nei giorni scorsicirca 100 persone si sono radunatespontaneamente fuori all’ingresso delsito, lungo la via Ardeatina al km24,650. Ad arrivare per primi, subitodopo la chiamata di alcuni cittadini, laPolizia ed i Carabinieri di Albano.Dopo mezz’ora, sono giunti sul postoanche due ispettori del Dipartimentodi Prevenzione, Servizio Igiene e Sa-nità Pubblica, della Asl Rm-H, chehanno potuto verificare l’olezzo in-sopportabile proveniente dall’im-pianto TMB e dal VII invaso delladiscarica. È stato chiesto all’Arpa

di Alessandro Pallocca

I cittadini protestano per l’odore nauseabondo. Venti persone al Pronto Soccorso

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giovedì 20 marzo 2014 pagina 20REGIONE & POLITICAIlCORRIEREDIROMA

ARNAUDI ANTONIOVia Merulana, 139 ARPINI BRUNAPiazza del ParlamentoBALZOTTI LUCIANOVia del Tritone, 152BONELLI ALFREDOVia Roma Libera, 22BRESSI VITTORIAVia Ripetta/Via TomacelliBUFFONI NADIAVia XX Settembre, 96/97CAIAFFA BRUNOLargo del TritoneCAMPONESCHI RITAGalleria Colonna (Alberto Sordi)Largo ChigiCANU ANNASalita de Crescenzi/PantheonCASUCCI SILVANAPiazza SonninoCECCHINI BEATRICEPiazza FarneseCIARDULLI FRANCESCAViale Carlo Felice/San Giovanni

COLASANTI ELENAPiazza Pasquale Paoli DE CAROLIS ALDOPiazza San Silvestro, 13DE SERIO EDOARDO GALLONI MASSIMOPiazza IndipendenzaDE SILVESTRI WANDALargo TassoniCorso VittorioDI STEFANO FIORELLA Piazza Cinquecento, 64Via d’AzeglioDURANTINI MARCOVicolo Sciarra/Via del CorsoFARINA ROSSANAPiazza Campo de’ Fiori, 2FERDINANDI MARILISAPiazza della Minerva, 37FERRI SERGIOPiazzale Albania FIORETTI ANDREAViale Trastevere ang. Via MorosiniFURINI ENRICOPiazza del Gesù, 48

GIORGETTI MARIA GRAZIAPiazza CapranicaGIUSTI ROBERTAPiazza del ViminaleGRECO MARCOPiazza di Spagna, 57GREGORI BRUNO EREDIVia Zanardelli altezza civ. 16/1LORIA AURORAVia E. Filiberto Altezza civ. 144MANCINI ALBERTOVia della Dogana vecchiaMASINI ANTONIOPiazza Fontanella BorgheseMASSARONI ELISALargo ArenulaMATTEUCCI MARISAPiazza santa Maria LiberatriceMILLO SERGIOVia dei SabiniVia del CorsoNOTARPIETRO ELENAVia Boncompagni, 12/14PERUGINI CINZIAViale Manzoni/Via Merulana

RO.MA SRLVia Sora/ Corso Vittorio EmanueleROMANO FRANCESCOVia Marmorata/LargoGelsominiSIRAMA SNCPiazza Benedetto CairoliSTAIANO MARINAVia Merulana, 204TERASCHI PRISCILLAVia della Scrofa, 101VENDITTI STELLAVia Celimontana, 5VERDONE MARIA ANTONIETTAVia Mario de’ fiori/ via della CroceVITELLI MAURIZIOVia Flavia, 52EDICOLA CENTRALEPiazza TuscoloEDICOLAPiazzale Roberto Ardigò EDICOLAPiazza MorelliEDICOLAVia Rosa Raimondi Garibaldi

SI RINGRAZIANO I SEGUENTI ESERCENTI CHE CI OSPITANO E DISTRIBUISCONO OGNI SETTIMANA

SUPERMERCATO PIM CORTINA D’AMPEZZO VIA TRIONFALE, 8044 00135 ROMASUPERMERCATO PIM TORREVECCHIA VIA DI TORREVECCHIA 313 00168 ROMASUPERMERCATO PIM MAFFI VIA PIETRO MAFFI, 114 00168 ROMA SUPERMERCATO PIM FONTANILE VIA DI TORREVECCHIA, 590 00168 ROMASUPERMERCATO PIM ODERISI VIA ODERISI DA GUBBIO, 133 00146 ROMASUPERMERCATO IPERFAMILY VIA DI TORREVECCHIA, 1050 00168 ROMASUPERMERCATO PIM NEWTON VIA FELICE BELLOTTI, 2 00151 ROMASUPERMERCATO PIM CASALOTTI VIA PIEDICAVALLO, 39 00166 ROMASUPERMERCATO PIM IGEA VIA IGEA, 42/44 00135 ROMASUPERMERCATO PIM BIOLCHINI VIA LUIGI BIOLCHINI, 15 00146 ROMASUPERMERCATO PIM BRAVETTA VIA DI BRAVETTA, 403 00164 ROMASUPERMERCATO PIM VIA TERESA DE GUBERNATIS SNCSUPERMERCATO PIM VIA VIARA DE RICCI, 51

edicoleedicolesupermercatisupermercatiECCO DOVE TROVARCIECCO DOVE TROVARCI

MENTRE IL TERRITORIO HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI INFRASTRUTTURESCENARI

dell'Istituto Nazionale di Urbanistica el'appello al Presidente della Repubblicae alla Ue lanciato da Italia Nostra».

Quali sono gli altri punti forti del ri-corso? «Il raffazzonato progetto ha,tra le altre, molte incongruenze comel'uso del silenzio/assenso in materiaambientale, il non aggiornamentodella Verifica d'Impatto Ambientale,l'omessa valutazione dell'OpzioneZero e della Verifica d'Incidenza suaree S.I.C. (Siti d'interesse Comunita-rio), una valutazione non unitariadelle due Valutazioni d'impatti am-bientale, carenze istruttorie e procedu-rali, ulteriori accertamenti sullenumerose prescrizioni».Leggendo con attenzione il documentopresentato al Tar, i ricorrenti elencanouna serie di 8 violazioni a leggi regio-nali, nazionali e direttive europee tali, aloro dire, da poter fermare tutto.

E ancora: «L’impatto su zone protetteè enorme. L’opera incide su zone plu-ritutelate (sul piano archeologico, na-turalistico, fluviale etc), zone che sierano salvate dall’edificazione proprioper il loro carattere particolare. Eb-bene, come si vedrà l’impatto ambien-tale dell’opera non è stato affattostudiato. Laddove lo è stato fatto cor-rettamente i pareri sono tutti radical-mente negativi. Né sono state studiatesufficientemente le opzioni alternative(tra cui l’opzione di non realizzare af-fatto l’opera). Infine alcuni pareri nonsono stati affatto acquisiti, benché ob-bligatori. Solo per effetto di una seriedi forzature procedurali, omissioni ecarenze, si è potuti giungere alla deter-minazione finale che qui si impugna».

M entre la vecchiaPontina affondasotto il peso del-l'inefficienza edelle promesse, la

nuova autostrada Roma-Latina rischiadi cedere sotto il peso dei ricorsi e diperdersi nei meandri delle aule di giu-stizia. I 'No Roma-Latina' vanno avantisenza azioni clamorose, ma una perse-veranza che ha lasciato di stucco anchegli avvocati di tutti gli enti chiamati incausa, costringendoli a studiare unamassa enorme di documenti.È dei giorni scorsi la notizia di unosmottamento registrato tra Latina eSabaudia che poteva, se non pronta-mente segnalato, far aprire una vora-gine di asfalto tale da inghiottire tuttociò che vi sarebbe passato sopra.Prima del ponte su Rio Martino è ce-duto un muro di contenimento, esotto la sede stradale, in pratica, c'èadesso una grotta: il vuoto. Ora queltratto di strada in direzione sud èchiuso, e lo rimarrà per più di unmese. Ironia del destino, il crollo si èregistrato lo stesso giorno - era il 12marzo - in cui l'agguerrito comitato'no corridoio' ha presentato al Tar diRoma un ricorso di 50 pagine controla delibera del Cipe, che, nel mese diGennaio, dava il via libera all'opera at-tesa da anni. E che altri dovrà atten-derne prima di vedere la luce. L'udienza per l'eventuale sospensiva èprevista il prossimo 26 Marzo, e soloquel giorno sapremo se la delibera delCipe - e dunque l'opera stessa - subiràuno stop oppure no.

Come spiegano i ricorrenti, cui si ag-giungono cittadini espropriati che vi-vono nella zona di passaggio dellaA12-Tor dè Cenci, ed altri che si sen-tono danneggiati dalla futura realizza-zione dell'opera: «L'obiettivo èl'annullamento della DeliberazioneCIPE del 2 Agosto 2013 pubblicata inGazzetta Ufficiale il 3 Gennaio 2014.Stiamo parlando del progetto deva-stante dell'autostrada a pedaggio A12-Tor de Cenci-Latina e della bretellaCisterna-Valmontone. Nei dieci annitrascorsi dalla presentazione del primoprogetto, non è stato attivato nessunpercorso informativo e partecipativodelle comunità locali coinvolte da partedei governi e delle giunte regionali chesi sono succedute. Va altresì sottolineatoil parere contrario all'autostrada dei Sin-daci di Pomezia, Ardea, Cori e del Pre-sidente Municipio IX Roma Capitale,senza dimenticare, per ultimo in ordinedi tempo, la stessa ferma contrarietà

La Pontina cede sotto il peso dell'inefficienza,la Roma-Latina sotto quello dei ricorsi

L’'amministrazione provinciale di Latina tra-scina la sua fine nelle inchieste giudiziariesmascherando il modus operandi assai

spregiudicato di quanti sino ad oggi l'hanno gestita,in particolare il presidente silurato Armando Cusani.Tra le ultime anomalie da segnalare quella della re-voca dell'incarico al segretario generale della Pro-vincia, Matrona Stellato, rea di non essersi allineataalla politica di gestione allegra del personale volutada Cusani e dai suoi uomini. Dopo l'indagine della Procura dellaRepubblica, affidata al Pm Giuseppe Miliano aperta, ricordia-molo, su esposto dello stesso Cusani contro la dirigente) adessoanche il Tar passerà al vaglio la vicenda sulla scorta di un ricorsopresentato dalla stessa Stellato, che ricoprivaanche il ruolo di re-sponsabile anticorruzione e della trasparenza.Quali i motivi di questo secondo filone di inchiesta? LA Stellatocotensta il parere sulla sua revoca reso dall'Autorità nazionale an-

ticorruzione, organismo istituito dal Governo Montiper combattere gli illeciti nella pubblica ammini-strazione. L'Autorità poteva bloccare il defenestra-mento del segretario generale e non lo ha fatto.Stellato ha così fatto ricorso contro quel provvedi-mento dell'Anac, chiedendo ai giudici amministra-tivi di annullarlo e facendo sì in tal modo che sulsuo caso compia accertamenti lo stesso tribunaleamministrativo del Lazio.

I reali motivi di tanta acredine nei confronti della Stellato sarannodifficili da individaure: l'attrito con Cusani avrebbe avuto inizio inrelazione nuovo piano delle assunzioni dell'ente, già oggetto dicritiche da parte del Ministero dell'economia e di inchieste, a cuisi sarebbe opposta Stellato. L'attuale presidente facente funzioni,Salvatore De Monaco, ha invece giustificato la revoca dell'incaricoalla dirigente parlando di reiterate violazioni del segretario gene-rale ai suoi doveri d'ufficio.

Latina: i Cusani-boys continuano a far danni

Armando Cusani

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giovedì 20 marzo 2014 pagina 21 REGIONE & POLITICA IlCORRIEREDIROMA

GELATERIA PARADISO VIALE I. MONTANELLI 130MONTANI ICE VIA DI CASALOTTI, 59/A GELATERIA RETRÒVIA BALDO DEGLI UBALDI, 118LA CAFFETTERIA MASSÌ DI SCARDELLA MASSIMILIANOVIA G. ALLIEVO 41 ROMABAR TABACCHI LEANDRIVIA PAOLA FALCONIERI 81 ROMABAR A QUATTRO SRL DI MONTECCHIARI PATRIZIO VIA P. VENTURI 73 ROMABAR DI LA MARCA LUCIANO VIA TOR DE SCHIAVI 153/A ROMAKRISTAL BAR SNC CIRC.NE NOMENTANA, 568-570 ROMABAR GELATERIA TERRA ANNAMARIA, VIA LIVORNO 13 ROMAPASTICCERIA SALENTINAVIA LAGO TANA 51 ROMA(METRO B1 LIBIABAR CIRCO MASSIMO VIALE AVENTINO, 14 ROMAGA MA DA SNCVIALE AVENTINO 28 ROMA

LIBRIZZI GIORDANAVIALE AVENTINO 101 ROMASTINZIANI ANGELOVIALE AVENTINO 78 ROMAGELATERIA PUDDINUVIALE AVENTINO 59 ROMABAR AUGUSTO MASSIMOVIA DEL CIRCO MASSIMO, 5 ROMABAR CIAMPINIVIALE DELLE TRINITÀ DEI MONTI ROMACAFFÈ VAN GOGHVIA DELLA PINETA SACCHETTI ROMABAR GIOVENALEPIAZZA GIOVENALE 6 ROMAVALORANI’S FORUMLARGO CORRADO RICCI, 30 ROMABAR DI AFFATATI PIER MATTEOVIA CLAUDIA 14 ROMABOATTINI BARVIA MASTROGIORGIO 58 ROMABAR DI CAPALDO SIMONEVIA DELLA LUNGARA 39 ROMAALOISE DOMENICOVIALE TRASTEVERE 36 ROMABRONTOLO, ABBIGLIAMENTO BAMBINI, DI SILVI SIMONAVIA STELVIO 12 ROMA

GELATERIA FIOR DI LUNAVIA DELLA LUNGARETTA 96 ROMAGELATERIA MIANI MARIA GIOVANNAVIA DELLA SEGGIOLA 12 ROMABAR ICAVIA GASPARE GOZZI, 61 ROMABAR VIVONAPIAZZA VIVONA 20 ROMABENEVENTO BARVIA ACHILLE FUNI, 32 ACILIAMALI SRL BAR MARTINICAVIA DELLA MARTINICA 151 ROMAZAMA CAFFÈPIAZZA ZAMA 5 ROMAOLD SHAMROCKVIA CAPO D’AFRICA V26/D ROMACAFFÈ MARTINI DI ROSSI STEFANOPIAZZALE DEL COLOSSEO 3 A/B ROMARISTORANTE ALFONSO COUS COUSVIA BRESCIA, 23 ROMAANTICA DOMUSVIA S.GIOVANNI IN LATERANO, 6 ROMAALIVERNINI ROBERTOVIA CASTELFORTE 27 ROMAROCCI DANILOVIA TOR DE SCHIAVI 340 ROMADI MUZIO DOMENICOVIA FEDERICO DEL PINO 62 ROMABAR GASTRONOMIA SGANGA ANTONIOPIAZZA NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE 11 ROMA

BAR NATI STANCHIVIA TOR DE SCHIAVI 306BAR MARIOVIA BRA 15/19 ROMACAFFÈ SCHETTINOVIA SAN MELCHIADE PAPA ROMABAR PASTICCERIA DI COLA FILIPPOVIA RUGGERO ORLANDO 68 ROMALOVE 4 PIZZAVIA PEVERAGNO 52 ROMABAR MEDIANOVIA TRIONFALE 11454 ROMABAR TABACCHI DELLA SALA ANNAVIA PASQUALE II 109,111 ROMAANTICO CAFFÈ DI ROMAVIA GIANNINA MILLI 52 ROMABAR DI MANUEL ARIS VILLANIP.ZA MARESCIALLO GIARDINO ROMABAR BARCOLLANDOVIALE ADRIATICO 139 ROMATRATTORIA DA PAOLO, VIA SAN FRANCESCO A RIPA, 92 ROMAESTETICA-SOLARIUM ESSENZAVIA STELVIO 15/17 ROMAILIOS CUCINA GRECAVIA GASPARE GOZZI, 119 ROMALE PETIT CAFE'VIALE VEGA N.6 ARTE BIANCA PANE, PIZZA, DOLCI E...SFIZIVIALE ADRIATICO, 97

GRAN CAFFÈ 2 SCALINIVIA ACAIA, 34 ROMAOASI PARKVIA TARQUINIO COLLATINO 56/58 ROMA

PRESTIGE BARVIA DELLE GONDOLE ANG.PIAZZA SANTA MONICA BETTER CAFFE'VIALE PAOLO ORLANDO 3BAR DUCACORSO DUCA DI GENOVA 124 BAR GELATERIA SISTOPIAZZA ANCO MARZIO 7 PASTICCERIA BAR KRAPFEN PAGLIA PIAZZA ANCO MARZIO 18/19 BAR STABILIMENTO BALNEARE VENEZIALUNGOMARE AMERIGO VESPUCCI N.8 CENTRO SPORTIVO RESORT "LE DUNE"LUNGOMARE DUILIO N.22 BAR GELATERIA "NABIL"PORTO TURISTICO DI ROMA BAR MILELLISVIA CAPITAN CONSALVO N.13

esercizi commercialiesercizi commercialiOSTIA

A nche il Lazio ha la sua terradei fuochi ma non si muovenessuno. E’ la Valle delSacco, nel Frusinate sullaquale oggi quasi per caso si

accendono i riflettori. “Trovo inammissi-bile che ai già arcinoti tempi della giustiziasi aggiungano quelli altrettanto gravi dellapolitica, che resta ferma sulla Valle delSacco come se nulla accadesse - dice Fabri-zio Santori, consigliere regionale del Lazioe membro della Commissione Ambiente -Auspichiamo un intervento del presidenteZingaretti per sbloccare l’impasse creatosidopo l’arresto circa due mesi fa del diri-gente responsabile Fegatelli e la sospen-sione dell’attività di bonifica della Valle delSacco. Se la giustizia e la politica hanno iloro tempi, la salute dei cittadininon può di certo attendere”. L’indi-gnazione è giustificata, dopo la so-spensione della bonifica deirestanti 117mila ettari di terrenoancora da “ripulire” bonificarenella Valle del Sacco. “Non bastal’emergenza arsenico a Roma norde i tanti aspetti oscuri che l’Arsialdovrà chiarire. Anche Colleferro, icomuni limitrofi e tutte quelle terreche vanno fino a Ceccano ai confinidel Lazio hanno la loro Terra deiFuochi, ma evidentemente al di làdella bontà del decreto del Go-verno, la Regione Lazio non si èresa conto della gravità dello statodi questo territorio e del fatto cheintere aree risultano ancora grave-mente inquinate, mettendo a rischio la vitadei cittadini. In quell’area della Valle delSacco venivano stoccati rifiuti tossici, inquella fetta di territorio è stata registratauna concentrazione quasi 2.000 volte su-periore ai limiti imposti dalla legge per so-

stanze quali il cadmio, il mercurio e ilpiombo nonché di beta-esaclorocicloe-sano. “A Velletri ci sarà un processo, in Re-gione sono tutti fermi, ma nella Valle delSacco si continua a star male”, concludeSantori

Sono decisa-mente tanti gli et-tari inquinati. Unperimetro che ri-guarda i territoridei comuni diColleferro, Segni,Gavignano (nellaprovincia diRoma), Paliano,Anagni, Feren-

tino, Sgurgola, Morolo e Supino (nellaprovincia di Frosinone). L'emergenza am-bientale e sanitaria è scoppiata ufficial-mente nel 2005 con la presenza degliisomeri di esaclorocicloesano (β-HCH) ri-levata nel latte dagli allevatori della zona.

E dopo 9 anni siamo ancora in unasituazione di emergenza. Daquando è stato lanciato l'allarme èstato fatto un primo intervento perevitare che il materiale, il betaesa-clorocicloesano continuasse ad an-dare in giro lungo la valle. E' stataquindi avviata un prima fase dellabonifica a Colleferro. La secondafase portata a termine riguarda lacaratterizzazione dell'intera astafluviale fino a Frosinone. Questoe-lemento inquinante è un sottopro-dotto della produzione di pesticididi molti anni fa, che è stato poi se-polto. Una vicenda ancora da veri-ficare e sulla quale sta lavorando ilTribunale di Velletri. La molecolaincriminata è passata nei campi. Glianimali quindi l'hanno mangiata, èarrivata nel latte e si è fatta tutta lacatena alimentare fino ad arrivareall'uomo”. Parlati, infatti, riferisceche “ci sono centinaia di persone inquell'area che hanno questa mole-cola nel corpo e sono monitoraticostantemente perché non si sa

quale sia l'effetto sulla salute ma sicura-mente non positivo visto che si tratta di unsottoprodotto di un pesticida. Verificata lagravità della situazione, dunque, il pro-blema resta e “non si può fare sostanzial-mente niente per appianarlo. Ma nonbasta, il processo a Velletri è ancora alle fasipreliminari, il rischio che si prescriva tuttoè reale. L'altro rischio infatti è che oltre aldanno ci sia anche la beffa e che nessunosia condannato e costretto a ripagare ildanno procurato. Oggi l'azienda che haprovocato il danno non esiste più: era laBpd che è stata poi acquistata dalla Caffaromolti anni fa che in modo intelligenteaveva già denunciato la situazione neiprimi rapporti ambientali.

ANCHE LA CIOCIARIA HA LA SUA “TERRA DEI FUOCHI”LA DENUNCIA

L’atroce beffa della Valle del Sacco

Sopra i pascoli di Colleferro a ridosso degli stabilimenti industriali e a sinistra il sequestro di rifiuti tossici in un campo vicino al fiume Sacco

di Francesco Crespo

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giovedì 20 marzo 2014 pagina 22GUSTOIlCORRIEREDIROMA

Wrapping e Dipping: come cambiare colore ad auto e moto

di Davide Bianchino

Alzi la mano chi non ha pensato almeno una voltanella vita di cambiare colore alla propria auto. Ov-viamente, quasi sempre, abbiamo rinunciato al-l’impresa per più di un motivo. Riverniciaretotalmente un’auto è un operazione complessa daaffidare solo a mani esperte e può quindi risultare

molto costosa. Ma il vero freno èspesso costituito dall’impossibilitàa tornare indietro. La riverniciaturatotale di un’auto è infatti un inter-vento permanente che poche per-sone sono disposte ad affrontare.Senza contare il deprezzamentoche subirebbe l’auto al momentodella sua rivendita. Oggi però la tec-nologia ci viene in aiuto con diversisistemi. Da alcuni anni sono parti-colarmente in voga le pratiche del

“wrapping” e del “dipping”. Si tratta di interventidiversi tra loro ma con il medesimo scopo: cam-biare colore alla propria auto in modo non perma-nente. E, cosa non trascurabile, con costi inferioririspetto ad una riverniciatura. Il wrapping è unatecnica di decorazione che utilizza particolari pel-licole da incollare alla carrozzeria. Ma non pensatedi poterlo fare da soli. Si tratta di un’operazione

complessa che richiede mani esperte ed attrezziadeguati per una buona riuscita. Avete mai vistodei Suv con uno strano colore nero opaco? O addi-rittura con una livrea mimetica verde militare? (fa-mosa nel mondo del gossip la Jeep mimetica diLapo Elkann). Ebbene, questi sono tipici esempi dicosa si può fare oggi con il wrapping. Va subitochiarito che l’operazione non è tra le più economi-che. Per un’utilitaria si possono spendere dalle1.500 alle 2.800 euro a seconda del tipo di pelli-cola che si vuole applicare. Il wrapping consentequindi di cambiare completamente colore alla pro-pria auto (o moto), ma anche di renderla originalee fantasiosa a seconda dei propri gusti. Pastello,metallizzato, lucido, opaco, cromato, tweed, jeans:sono centinaia le varianti a disposizione. Inoltre,la pellicola protegge la vernice originale dai piccoligraffi e dall’usura del tempo dovuta a sole e piog-gia. Il dipping è invece un sistema che utilizza unaparticolare vernice da spruzzare sulla carrozzeria.La modalità è quindi la stessa di una verniciaturaa spruzzo convenzionale ma il liquido utilizzato na-sconde qualcosa di magico e rivoluzionario. Sitratta del “plasti dip”, un originale prodotto ameri-cano che consente di staccare letteralmente il ma-teriale in eccesso come fosse un adesivo. Ad

esempio, se si vogliono verniciare i cerchioni dellapropria auto basta spruzzare direttamente il plastidip sui cerchi senza preoccuparsi troppo del coloreche andrà a finire sui pneumatici. Una volta asciu-gato, il plasti dip in eccesso verrà via semplice-mente strappandolo con le mani. Volete cambiarecolore ai gusci dei vostri specchietti retrovisoriesterni? Comprate una bomboletta spray di plastidip e spruzzatela direttamente sull’oggetto inte-ressato. Se un po’ di vernice dovesse andare a fi-nire sulla carrozzeria o sui vetri basterà aspettareche asciughi per strapparla via. Ovviamente il pla-sti dip può essere usato su qualsiasi altro mezzoo oggetto (moto, scooter, casco, ecc.). E il giorno incui vi sarete stancati di quel colore non dovrete faraltro che staccarlo con la stessa procedura per poimagari verniciarlo di nuovo di un colore diverso.Per inciso va specificato però che il plasti dip nonavrà mai la resa qualitativa del wrapping. Ma èanche vero che i costi non sono nemmeno parago-nabili. Questo significa che se avete voglia di cam-biare provvisoriamente colore alla vostra auto o alvostro scooter e vi dilettate di tanto in tanto con ilfai da te, allora troverete sicuramente soddisfa-zione nell’utilizzo di questa originale “gomma li-quida”.

A molti non piac-ciono le vie dimezzo. Le si vedespesso come una'non-scelta', una

mancanza di definizione, un'inca-pacità di scegliere tra il bianco eil nero, il tutto e il niente. Tut-tavia la via di mezzo, in certicasi, supera il mero compro-messo per assurgere a vera epropria 'arte della sintesi', edè allora che da due estremiopposti, o molto lontani, puònascere un altro elementoche prende il meglio di en-trambi e 'si fa terzo', assu-mendo una propria definitaidentità. Chi negherebbe chela primavera non sia solouna via di mezzo tra invernoed estate, ma una perfettasintesi? Pochi fanatici del'bianco o nero' farebbero ameno di questo piacevolissimo terzo(tutt'altro che incomodo). Un altro

esempio? I vini rosati. Se esiste unatipologia di vino poco considerata espesso dimenticata dai consumatoriè proprio questa. I rosè sono vittimadi assurdi pregiudizi derivanti dal-l'ignoranza di chi li considera com-

promessi minori tra i bianchi e irossi. La loro cattiva reputa-zione deriva anche da una pra-tica portata avanti in passatoda certi ristoratori, che per ot-tenere vini rosati miscelavanobianchi e rossi, spesso di scarsaqualità - tale pratica è oggi vie-tata dalla legge. La verità è chei rosè non sono nè bianchi nèrossi, e non sono un compro-messo tra i due. Sono vini ap-partenenti a una terzacategoria, con proprie tipichecaratteristiche organolettiche:la via di mezzo che diventa'terzo'. Come la primavera. E

non è un caso che i rosati sianoparticolarmente adatti a questa sta-gione: entrambe le sintesi possiedono

una delicatezza cangiante sconosciutaai poli opposti da cui provengono.Complice anche il cibo: in primaverasi inizia ad averne abbastanza dellepesanti pietanze invernali, ma non siè ancora soddisfatti dei piatti leggeritipici delle temperature estive. I rosatisono adatti a tutti quei casi in cui ilrosso è 'troppo' e il bianco è 'poco',e offrono un'incredibilità versa-tilità di abbinamento grazie albasso contenuto di tannini ealla loro freschezza: si dicespesso che il rosè offra aromi ti-pici dei rossi con il vantaggio dipoter essere servito alle stessetemperature dei vini bianchi(con cui condividono anche ilbasso grado alcolico). Perquanto il perfetto abbinamentodipenda dalle specifiche carat-teristiche del vino che si in-tende consumare, in generalesono perfettamente accostabilisia a paste, antipasti e pesce,che a carne e formaggi. Grazie

alla 'morbidezza' e all'apprezzabileacidità, si abbinano in modo eccel-

lente a tutte le paste con salsadi pomodoro (anche ripiene eal forno) così come alla pizza.La maggiore struttura rispettoai bianchi li rende perfetti peri piatti di pesce 'più impe-

gnativi', come le zuppeo gli arrosti molto

conditi e aromatiz-zati (rombo ai ferri,anguilla dorataecc.). Sono adattianche ai latticini eai formaggi nonstagionati. Pas-sando alle carni, irosè sono ottimicon quelle bianche- saltate in padella,arrosto, preparaticon funghi e tartufi,spiedini e arrosti-cini - così come contutti i tipi di salumi. Fanno

un figurone anche con cereali, le-gumi e preparazioni a base di ver-dure (in particolare zuppe, sformatie parmigiane). Una chicca per glistomaci forti? Altro territorio favo-revolissimo per questi vini è quello

delle frattaglie: cervella al burro,coratella, pajata, animelle, mi-

dollo e così via. Per finire, se siparla di vino, non si può noninterpellare gli esperti del set-tore. Claudio Arcioni, presi-dente dell'Arte dei Vinattieri,consiglia tre rosati eccellenti,da provare - anche per scacciarvia definitivamente lo scettici-smo sulle vie di mezzo. C'èsolo l'imbarazzo della scelta: sipuò decidere di lasciarsi con-vincere dal delicato profumodel 'Lagrein Rosè' Ritterhoff,dalla piacevole fragranza del'Chiaretto Maiolo' Provenza odai riflessi corallini del 'Rosato

del Salento' Rosa del Golfo.Lorenzo Marziali

SCELTIPER VOI

La Primavera si tinge di Rosè

Arcangelo Dandini è un vero e proprio ambasciatoredella cucina romana: da quella stellata allo street food.Passando per una produzione letteraria con un primolibro (Memoria a mozzichi), al quale ne seguirà a breveun secondo e un romanzo che affonda le radici a RoccaPriora, dove la sua famiglia, oltre a essere una delle piùantiche del comune dei Castelli, vanta una tradizionenella ristorazione, rivendicata con orgoglio da Dandini.E le belle foto dei suoi avi e del suo paese che tappez-zano le pareti del locale, nel cuore di Prati, sono unachiara testimonianza della filosofia culinaria, e nonsolo, del padrone di casa: il cibo èmemoria. Chi entra nel suo locale non ha l’im-pressione di trovarsi in un risto-rante di uno chef famoso, ma traamici. Lui ti accoglie con un bel sor-

riso e tra una chiacchiera e l’altra ti fa capire che puoirilassarti e iniziare un viaggio nei sapori e negli odoridella classica cucina romana. A tavola c’è davvero l’im-barazzo della scelta tra piatti della tradizione, rivisitaticon gusto, masenza esagerare.Si va dal “Viaggioa Rocca Priora”(crema fritta, ri-cotta calda, me-ringa, uovo in

camicia) al famoso Supplizio (supplì di riso, crocchettadi patate affumicate, croccante di mandorle e colaturadi alici), questi alcuni degli antipasti. Anche per i classiciprimi Dandini fa sentire la sua mano e così capita che

clienti del Nord, dopo aver gustato l’ Amatriciana ri-chiedano il bis, così come per la Carbonara dell’Ar-cangelo, senza pepe e solo con l’albume, o glignocchi di semolino alla romana burro e parmigiano.Per poi passare alle animelle, alla trippa, allo stoc-cafisso, al filetto di maiale: il tutto, però, con unosguardo attento alla tradizione e uno all’innovazione. E ora, per chi vuole assaggiare al volo i famosi supplì,Arcangelo Dandini sta aprendo in via dei Banchi Vec-chi, 143 “Supplizio”, dove sarà possibile godere diquesti sugosi e croccanti supplì dal riso non scotto,difficili da trovare, in modo più informale. Provareper credere. Franco Insardà

L’ARCANGELO

Condannati a godere dei suoi supplizi

Ristorante L’ArcangeloVia Giuseppe Gioacchino Belli, 59,

RomaTel. 06 3210992

www.ristorantelarcangelo.com

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L a tentazione è quella di fer-marsi ed ascoltare il frusciodei tutù che le ballerine, leg-gere, indossano trepidanti,nell’attesa di salire quella

scala che le porterà sul palco. Un attimosospeso tra luce e colore che Degas ha sa-puto cogliere tra il 1886 e il 1890 con stra-ordinaria maestria. “Ballerine che salgonouna scala” è una delle 63 opere prove-nienti dal parigino Museo d’Orsay, in mo-stra fino al prossimo 8 giugno al Museodel Vittoriano di Roma.Le sole Danseuses varrebbero la visita, madavvero c’è molto altro. Per scoprirlobasta seguire il percorso dell’esposizione,organizzata da Comunicare Organiz-zando ed articolata in cinque sezioni cheracchiudono opere realizzate tra il 1848 eil 1914, tutte custodite nel museo pari-gino lambito dalla Senna, che nella sua at-tuale sistemazione porta la firma dellanostra GaeAulenti.Ed ecco dunque l’artedei Salon, nucleooriginario della collezione del Muséed’Orsay, a confronto diretto con l’emer-gente arte realista: nella stessa sala capo-lavori dell’Accademia come “La castaSusanna” di Jean-Jacques Henner e la sor-prendente “Donna nuda con cane” di Gu-stave Courbet che davvero segna l’iniziodi un’altra epoca. E se l’universo femmi-nile trova una diversa interpretazionenelle opere dei realisti, la trasformazionedal classicismo all’impressionismo investeugualmente paesaggi e scene di vita quo-tidiana, come testimoniano le opere dellaseconda sezione, con le leggere “Ninfedanzanti” di Corot e la vivissima “Lavan-daia” di Guigou, ritratta di spalle. Gio-

cano luci, ombre e colori nel “Cortile difattoria in Normandia” firmato da ClaudeMonet, non lontano dalla prediletta Ar-genteuil. E anche la vita contemporanea,alla quale è dedicata la terza sezione dellamostra, sembra acquistare suoni e pro-fumi e rumori nel gioco magistrale dellepennellate. Impossibile non fermarsi da-

vanti all’”Orchestra dell’Opéra” di Degaso agli occhi scintillanti di “Berthe Morisotcon un mazzo di violette”, ritratta da Edo-uard Manet. Le “Ragazze al pianoforte”di Pierre Auguste Renoir sembrano sulpunto di sfiorare i tasti con le dita.Gli stati d’animo sono invece il comunedenominatore della quarte sezione, dove

il linguaggio pittorico impressio-nista, con l’avvicinarsi del Nove-cento, già sfuma verso ilsimbolismo del nuovo secolo.Ecco allora il ritratto visionario diPaul Gauguin firmato da OdilonRedon, dove l’universo onirico delsuo autore sembra annullare laforma e il colore stessi. L’eredità diMonet, Degas, Manet, Renoir ali-menta le opere ospitate nell’ul-tima sezione, a cavallo tra duesecoli, tra impressionismo edavanguardia. Impossibile non ci-tare “Il Circo” di Seurat, “L’Ita-liana” di Vincent Van Gogh e “Il

Pasto” di Paul Gauguin. E così via, di ca-polavoro in capolavoro.

Musée dOrsay. CapolavoriFino all’8 giugno 2014

Complesso del VittorianoVia S. Pietro in Carcere

Fori Imperiali RomaBiglietti da € 9 a € 12

Bisogna chiamarsi Lillo e Greg per riu-scire a trasformare un trattato di socio-logia e psicologia in uno spettacolocomico, “Occhio a quei 2”, in scena alTeatro Ambra Jovinelli fino al 30marzo. Ed ecco le teorie del Professore diturno trasformarsi in esilaranti episodi divita, messi in scena da Lillo e Greg, conla partecipazione di Vania Della Bidia eDanilo De Santis e con il tocco surrealedella regia firmata da Pino Quartullo.Il collaudatissimo due propone una car-rellata di situazioni che esplorano vizi edifetti dell’animo umano: vedremo comeci riduciamo per conquistare i favori diuna donna che ci attira sessualmente,quanto ci vergogniamo di mettere a nudoun sentimento normalissimo come lapaura. come si mente spudoratamentepur di arrivare ad una meta, come cam-

biamo la nostra facciata per cercare dinascondere quello che siamo veramente.

Teatro Ambra JovinelliVia Guglielmo Pepe 43, Roma

Dal 13 al 30 marzo 2014Info e biglietti: 06 83082620; 06

83082884

Teatro Quirino: LinapolinaSospeso tra prosa, musica e danza ilnuovo spettacoli di Lina Sastri va inscena fino al 30 marzo al Teatro Qui-rino. Giocando con il proprio nome, Lina,e con quello della sua città, Napoli, l'at-trice e cantante costruisce “Le stanze delcuore”, in cui i ricordi e le esperienze per-sonali si intrecciano con i suoni, le musi-che e le parole di Napoli. Accompagnatada un gruppo di affiatati musicisti, guidagli spettatori alla scoperta di una Napoli

insolita e intima, nota eppure sco-nosciuta. Per una serata sentimen-tale ma con gusto.

Teatro QuirinoVia delle Vergini 7, RomaDal 18 al 30 marzo 2014

Info e biglietti: 06 6794585

Teatro Vascello: Cyrano sulla LunaAlessandro Preziosi va sulla Luna in-dossando i panni di Cyrano de Bergerac.Fino al 27 marzo l'attore sarà in scenaal Teatro Vascello con per raccontare“Il racconto de L'altro mondo o Gli statie gli imperi della luna”, scritto da Cyranode Bergerac, personaggio eccentrico ebizzarro, alchimista e scrittore. Una fan-tasia barocca che porta il suo autore -che nella versione di Preziosi è privo del-

l'imbarazzante naso e sfoggia un fisicoben palestrato - sulla Luna e in mondiinesplorati, dove l'immaginazione e la fi-losofia si intrecciano. Spettacolo sensi-bile ed intelligente, di cui AlessandroPreziosi cura anche la regia.

Teatro VascelloVia G. Carini 78, Roma

Dal 18 al 27 marzo 2014Info e biglietti: 06 5881021;

06 5898031

giovedì 20 marzo 2014 pagina 23 CULTURA IlCORRIEREDIROMA

DAL MUSEÈ DORSAY AL VITTORIANO

Il jazz italiano, in Italia, sta attraversando un periodo di enormedifficoltà (nonostante la solita ondata di festival di cui ab-biamo parlato nello scorso numero); ma lo stesso jazz italianoall’estero si presenta in grande spolvero. E’ il caso della Fran-cia dove tra poco - dal 31 marzo al 6 aprile – si svolgerà la “Set-timana del jazz italiano” organizzata dal Sunside uno deijazz-club di "rue des Lombards" a Parigi.In cartellone nomi ben noti a livello internazionale si alterne-ranno a musicisti ancora in fase di lancio, artisti, insomma, checon tutta probabilità il pubblico parigino e francese impareràa conoscere quanto prima.Tra i jazzisti di maggior spicco da segnalare innanzitutto la pre-senza del batterista Aldo Romano che il 5 aprile suonerà in triocon Jean-Pierre Como (tastiere) cofondatore del gruppo « Sixun», e Michel Benita al contrabbasso.Altro artista oramai ben noto e non solo alle platee di Italia e Francia il piani-sta pugliese Nico Morelli, anch’egli in trio con Mike Ladd, specialista del co-siddetto "spoken word" e Emmanuel Bex all’organo; i tre presenteranno il loroultimo lavoro dedicato a Bill Evans.Per quanto concerne il campo delle sorprese, di sicuro avvenire il trio guidatodal pianista Andrea Sgobbio, originario di Parma, che ha fondato proprio a

Parigi il suo “Charme trio” con Frédéric Chapperon batteria eXuan Lindenmeyer basso, formazione con cui si esibirà nella ca-pitale francese e con cui ha registrato l’ eccellente album“Charme” uscito di recente.Ancora un trio guidato dall’ eccellente pianista Roberto Tarenzicon , in veste di ospite d’onore, Jean-Charles Richard; presente-ranno il loro album "Other Digressions" (Abeat Records), in cui sicerca di operare una sintesi tra input provenienti da fonti assaidiverse quali il jazz, il rock, il funk e anche le musiche liturgiche.Il “Tenor Summit” del contrabbassista Mauro Gargano presentadue sassofonisti e clarinettisti – Francesco Bearzatti e il cubanoRicardo Izquierdo- oramai affermati in tutto il mondo. Anchequesto progetto ha l’ obiettivo di creare una musica meticciatache comprende anche influenze Mediterranee conservando un

largo spazio per l’improvvisazione Altro sassofonista Luigi Grasso. Altista della nuova generazione (28 anni) inquesta performance parigina sarà coadiuvato da Fabien Mary, una delle stellenascenti della tromba jazz francese.Infine Laura Buenrostro; si tratta della sola vocalist invitata a Parigi e pre-senterà il suo progetto incentrato sulla musica della cantante brasiliana ElisRegina.

SCELTI PER VOI

Degas, Monet, Renoir. Capolavori in fila

Edgard Degas, Ballerine che salgono la scala 1870

Francesco Bearzatti by Musacchio e Ianniello

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IN TEMPO REALE

QUI GATTO CI COVA Il jazz italiano “in mostra” a Parigi di Gerlando Gatto

di Maria Pia Miscio

IN GIRO PER TEATRI

Ambra Jovinelli: Occhio a quei 2!

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