Gli strumenti e le procedure del Chronic Care Model per la ...
IL Chronic care model nelle demenze - univacalabria.it · •Bisogni dei pazienti e delle famiglie...
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IL Chronic care modelnell’assistenza per i pazienti
con demenza
Amalia C Bruni
Centro Regionale di Neurogenetica
Lamezia Terme ASP CZ
Lamezia Terme 12 dicembre 2014
Argomenti
• Scenario
• Bisogni dei pazienti e delle famiglie
• Il Chronic Care Model
• Il nostro progetto nell’ASP
• La rete regionale delle demenze
3
Sfide mondiali
Aumento della popolazione
Invecchiamento della popolazione
e malattie correlate
Malattie legate all’alimentazione
Disturbi Metabolici, Obesità,…
Consumo di zuccheriDiabete
Obesità
Ipertensione
AIDS
Depressione
La crescita esponenziale delle demenze…….
Quarantamilioni al 2015!!!
Un soggetto su nove ha la malattia di Alzheimer
(>65 anni)
Stima del numero di soggetti affetti da demenza in
Italia negli anni 1991, 1999, 2020 e 2050
Oggi circa 800.000 dementi
Panorama delle demenze in Calabria attuale e in immediato futuro - Problemi
•N° atteso al 2015: (25.000- 41.000 dal 6 al 10% di sogg>65 anni)
•Isolati genetici multipli
•Forme genetiche rare/ rarissime
•Piano di rientro
•Situazione geografica difficile
FTDPGRN
FADPS1
FTDTAU
FTDTAU
FADAPP
SCA1
HD
SCA17
CJD
GSS
Presa in carico GLOBALE
I bisogni dei pazienti e dei familiari
Paziente
Diagnosi
e terapia
Bisogni diversificati in
base alla fase di malattia
Hanno bisogno di essere al centro
dell’attenzione
Vivono solitudine ed
emarginazioneCaregiver
Riconoscimento della loro funzione
Conoscenza delle attività da svolgere
Sostegno psicologico
Informazioni sulla malattia
Miglioramento qualità di vita
Riduzione dello stress
Riduzione dello stigma
Stress emotivo e fisico del caregiver
Il caregiver è donna!!!
…come ridurre lo stigma…..
Maggiore conoscenza e consapevolezza
Minori connotazioni negative
Empatia da parte della società
Minore paura
Riduzione dello stigma
Dal sistema sanitario alla comunità, dalla malattia alla persona con problemi di
salute ….Idee chiave…
•Il passaggio da un’assistenza “reattiva” a un’assistenza “proattiva” (investire sull’auto-gestione dei pazienti e dei caregivers)
•L’assistenza è focalizzata sui bisogniindividuali della persona, nel suo specifico contesto sociale e sulla stratificazione del rischiocon differenti livelli di intensità.
…….Idee chiave
• Le cure primarie devono essere il punto centrale dei processi assistenziali con forti collegamenti con il resto del sistema.
• La continuità assistenziale prevede una organizzazione centratasul paziente che tenga conto delle potenzialità della famiglia e delle rete sociale
• Favorire la partecipazione della comunità
• Costruzione di sistemi informativi evoluti (comunicazione tra i diversi punti della rete)
• Linee guida in grado di tener conto della co-morbilità.
• Team multiprofessionali che puntano al miglioramento continuo
1
l
Chronic care model…..Propone….
•La Sanità d’Iniziativa ovvero assumere il bisogno di salute prima dell’insorgere della malattia, o prima che essa si manifesti o si aggravi
•Cambiamenti nei sistemi sanitari per migliorare l’assistenza mediante un approccio pro-attivo integrato fra
Operatori – pazienti- familiari
Sviluppo abilità
self management
Integrazione sociosanitaria
Interventi multidisciplinari
e differenziati
Chronic care model …Permettedi….
•Identificare persone ad alto rischio di complicanze e facilitare una gestione attiva personalizzata
•Prevedere le complicazioni e prevenire i possibili aggravamenti
•Mirare sia alla prevenzione che al miglioramento delle malattie croniche in ogni loro stadio
Finanziamento Ministero Salute 2011
Formazione dei MMG
CCM FORUM
Storia naturale della Malattia di
Alzheimer
1 2 3 4 5 6 7 8 9
0
5
10
15
20
25
30
Tempo (anni)
Sintomi
Diagnosi
Perdita dell’autonomia funzionale
Disturbi comportamentali
Istituzionalizzione
Morte
Min
i-M
en
tal S
tate
Exa
min
atio
n (
MM
SE)
Diagnosi precoce Lieve-Moderata Severa
Riprodotta da Feldman and Gracon, 1996
Supporto all’autocura formazione paziente esperto
Self management
Lieve
Care management
Medio-moderata
Case management –severa-
Strategie terapeutiche nelle diverse fasi di malattia
Patologia a medio rischio di
Complicanze (cure primarie
integrata, follow-up)
Alto rischioPAI -ADI-hospice
SELEZIONE PAZIENTI E CONTROLLI
Le strategie terapeutiche per ogni stadio di malattia
• Lieve : presa in carico, terapia farmacologica , RO, Training cognitivi individuali, reti informali (famiglia, amici, vicinato) servizi sociosanitari (per la terapia, il sostegno psicologico, il segretariato sociale)
• Moderato : presa in carico, terapia farmacologica, RO, Training cognitivi individuali, reti informali e formali (assistenza domiciliare integrata, centri diurni, volontariato), ADP
• Severo : presa in carico, considerare terapie farmacologiche per disturbi comportamentali, musicoterapia, personalizzazione degli interventi, reti informali, forte prevalenza delle reti formali (ADP, ADI, Spedalizzazione domiciliare, RSA)
INTERVENTI RIABILITATIVI IN BASE AL LIVELLO DI GRAVITA’ DELLA MALATTIA DI ALZHEIMER
(da «La Terapia di Orientamento alla Realtà- rivista». Mazzini, Valent, Verzeletti, Zanetti 2008)
VALUTAZIONE DIAGNOSTICA
CDR 0.5MCI
DEMENZA LIEVEMMSE >24
MNEMOTECNICHE - 1
CRD 1
DEMENZA LIEVE MMSE 20<> 24
SINTOMI DEPRESSIVI
ROT
MNEMOTECNICHE - 1
DEMENZA MODERATA
MMSE 15<>20
PROBLEMI COMPORTAMENTALI
TRAINING COGNITIVO
INDIVIDUALE
ROT II
CDR 2DEMENZA
MODERATA MMSE 15<>20
PROBLEMI COMPORTAMENTALI
MUSICOTERAPIA / VALORIZZAZIONE
ROT III
CDR 3/4DEMENZA SEVERA
MMSE <10MUSICOTERAPIA / VALORIZZAZIONE
MUSABA
Le strategie terapeutiche per ogni stadio di malattia
• Lieve : presa in carico, terapia farmacologica , RO, Training cognitivi individuali, reti informali (famiglia, amici, vicinato) servizi sociosanitari (per la terapia, il sostegno psicologico, il segretariato sociale)
• Moderato : presa in carico, terapia farmacologica, RO, Training cognitivi individuali, reti informali e formali (assistenza domiciliare integrata, centri diurni, volontariato), ADP
• Severo : presa in carico, considerare terapie farmacologiche per disturbi comportamentali, musicoterapia, personalizzazione degli interventi, reti informali, forte prevalenza delle reti formali (ADP, ADI, Spedalizzazione domiciliare, RSA)
INTERVENTI RIABILITATIVI IN BASE AL LIVELLO DI GRAVITA’ DELLA MALATTIA DI ALZHEIMER
(da «La Terapia di Orientamento alla Realtà- rivista». Mazzini, Valent, Verzeletti, Zanetti 2008)
VALUTAZIONE DIAGNOSTICA
CDR 0.5MCI
DEMENZA LIEVEMMSE >24
MNEMOTECNICHE - 1
CRD 1
DEMENZA LIEVE MMSE 20<> 24
SINTOMI DEPRESSIVI
ROT
MNEMOTECNICHE - 1
DEMENZA MODERATA
MMSE 15<>20
PROBLEMI COMPORTAMENTALI
TRAINING COGNITIVO
INDIVIDUALE
ROT II
CDR 2DEMENZA
MODERATA MMSE 15<>20
PROBLEMI COMPORTAMENTALI
MUSICOTERAPIA / VALORIZZAZIONE
ROT III
CDR 3/4DEMENZA SEVERA
MMSE <10MUSICOTERAPIA / VALORIZZAZIONE
…..riabilitazione cognitiva a carnevale
CASA ALZAL
ARN onlus
RETE DEI SERVIZI – CASA ALZAL
MANI OPEROSE
Le strategie terapeutiche per ogni stadio di malattia
• Lieve : presa in carico, terapia farmacologica , RO, Training cognitivi individuali, reti informali (famiglia, amici, vicinato) servizi sociosanitari (per la terapia, il sostegno psicologico, il segretariato sociale)
• Moderato : presa in carico, terapia farmacologica, RO, Training cognitivi individuali, reti informali e formali (assistenza domiciliare integrata, centri diurni, volontariato), ADP
• Severo : presa in carico, considerare terapie farmacologiche per disturbi comportamentali, musicoterapia, personalizzazione degli interventi, reti informali, forte prevalenza delle reti formali (ADP, ADI, Spedalizzazione domiciliare, RSA)
Per gentile concessione A. Schirinzi, 2012
La Rete regionale delle demenze
ASP CZASP CS
ASP KR
ASPVV
ASP RC
OBIETTIVI DI PIANO 2010 -2011
•Formazione permanente
•Trasformazione delle UVA in Centri di valutazione per le Demenze
•Creazione di Centri Diurni e di Nuclei Demenza temporanei all’interno di RSA
•Creazione di un sistema informativo per la messa in rete
•Valorizzazione del Volontariato
•Ricerca
RETE DEI SERVIZI
PAZIENTE
FAMIGLIA
PAZIENTE
FAMIGLIA
MMGMMG
CVDCVD
ASSOCIAZIONI
TERZO SETTORE
ASSOCIAZIONI
TERZO SETTORE
DISTRETTO
•ADI
•CURE PALLIATIVE
•AUSILI E PROTESI
•VMD
DISTRETTO
•ADI
•CURE PALLIATIVE
•AUSILI E PROTESI
•VMDRSA
CENTRO DIURNO
DECISORIOPERATORI SANITARI
PAZIENTI E FAMILIARI
FORNITORI
COMUNITÁ FINANZIATORI
Centro Regionale di Neurogenetica:A.C. Bruni, R.Colao, G.Puccio, S.Curcio, M Mirabelli,
O. Devito, L. Cittadino, R.Di Lorenzo, M. Simonetti,
V. Puccio, V. Laganà
Distretto Socio Sanitario n.2 Catanzaro: M. Rocca
U.V.A. Distretto Catanzaro:S. Costantino, P. Gareri,
R. Lacava, A. Talarico
U.V.A. Distretto Soverato: F. Filastro, M. Anastasio
ORSAC: G. Giarelli
Medici di Medicina Generale:
Augruso A, Bava A, Capellupo C, Capillupo E, Caridi D, Corasaniti F,
Gaetano M.A, Greco A, La Chimia G, Libri G, Longo A, Macchione A,
Milano F, Muscolo A, Nanci G, Rossi C, Scuteri A, Sgromo B, Sonni T,
Virgillo F, Muscolo A.