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III CONGRESSO SINDACALE FIMP LAZIO VENERDI’ 4 APRILE 2014

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III CONGRESSO SINDACALE FIMP LAZIO VENERDI’ 4 APRILE 2014

La Pediatria di Famiglia deve affrontare un rinnovo della Convenzione condizionato dalla diminuzione delle risorse economiche (cospicua riduzione della quota percentuale del PIL destinata alla Sanità pubblica nel cui sistema siamo inseriti) e dalla riorganizzazione dell’assistenza pediatrica territoriale secondo i principi sanciti dalla Legge Balduzzi (Legge 189/2012). Sarà una difficile trattativa contrattuale, già chiaramente preannunciata dai contenuti della recente bozza “Atto di indirizzo” di parte pubblica, che potrebbe trasformare il nostro prossimo decennio professionale.

Tutto ciò richiama l’impellente necessità per la Fimp di riattivare nella categoria il senso di responsabilità e di appartenenza, in un ottica di rinnovamento generale resosi improcrastinabile. Si necessita di approntare in tempi rapidi un nostro progetto obiettivo per la pediatria del territorio rispetto alle prospettive di sanità pubblica emerse dal progetto di riforma della legge 189/2012 che ha modificato la legge 502/1992, architrave giuridico e normativo su cui si regge tutto l’impianto del rapporto di lavoro della medicina convenzionata del territorio.

• la definizione del ruolo giuridico a noi più favorevole, rimarcando la distinzione tra rapporto dipendente e rapporto a regime di convenzione

• la difesa del valore economico della nostra attività

• la condivisione di un modello di assistenza pediatrica nelle Cure Primarie contestualizzato ai cambiamenti generali del SSN

• la salvaguardia previdenziale ed assicurativa in un sistema medico sempre più aggredito da strumentali rivalse

• la difesa del principio di concertazione e la chiarezza dei rapporti di vario tipo con le Istituzioni (organismi, enti, società scientifiche)

• l'affermazione della nostra professionalità

• la formazione sui bisogni reali di prevenzione ed assistenza • la ricerca, la raccolta dati e quant'altro fa del Pediatra di

Famiglia una figura unica nel panorama europeo

• ovviamente tutto questo dovrà avere come corollario la difesa dell'infanzia, anche nel suo diritto di avere un pediatra fino all'adolescenza

Per raggiungere questi obiettivi è necessario riportare la prevalenza della contrattazione sul livello nazionale; ovvio che il modello assistenziale dovrà essere adattabile alle diverse specificità locali, ma rimanendo nel contesto di un nostro disegno condiviso e con paritetiche possibilità economiche.

Piattaforma contrattuale Al momento siamo in una fase iniziale del rinnovo contrattuale. L'unica certezza rimangono i contenuti della Legge Balduzzi (L.189/2012) che comunque dovranno trovare applicazione attraverso la trattativa con le parti sindacali. I principi che dovremo tener presente nella sua elaborazione sono:

a) Riportare gran parte delle trattative a livello nazionale per poter concordare un unico modello di assistenza pediatrica ed evitarne una difforme applicazione nelle varie Regioni.

b) Inquadramento della Pediatria di Famiglia all'interno delle cure primarie per la tipologia di lavoro e compiti e funzioni da svolgere, ma con la necessità di costruire percorsi assistenziali all'interno dell'area pediatrica con la quale dovremo necessariamente interfacciarci.

c) Difesa dello stato giuridico di parasubordinazione, con attenzione anche a tematiche fiscali come I'IRAP, evitando qualsiasi assimilazione alla dipendenza , evitando anche che l'attività di Pediatra di Famiglia venga affidata a personale dipendente comandato

d. Difesa dell'età pediatrica 0-18 anni, rigettando qualsiasi ipotesi di restringere l'area di assistenza pediatrica alla fascia 0-6 anni.

e. Mantenimento del rapporto di fiducia. f. Salvaguardia dei pregresso storico. g. Evitare maggiori impegni (assistenziali o burocratici)

a costo zero, anche se derivanti dall'applicazione di norme di legge.

h. Definire i rapporti di consultazione con SISAC in caso di controversie applicative, per evitare interpretazioni unilaterali.

i. Definire chiaramente ruoli e funzioni delle AFT e delle UCCP, costruendo un modello assistenziale pediatrico che possa essere adattato a vari contesti locali.

Formazione e ricerca

La Formazione deve svilupparsi in due direzioni: A. verso i Pediatri di Famiglia, individuando le

necessità formative emergenti per l'adeguamento della categoria ai nuovi bisogni assistenziali ed ai nuovi modelli organizzativi

B. verso i Quadri sindacali, affinché si possa sperare in un vero rinnovamento dirigenziale in grado di radicarsi partendo dai quadri periferici fino ad arrivare ai livelli superiori.

La Ricerca rappresenta un ambito importante e poco valorizzato, se si eccettuano alcune limitate attività finora svolte. La Pediatria di Famiglia rappresenta un ricco contesto ancora per la maggior parte inutilizzato; La Fimp deve organizzarsi per raccogliere in modo organico e capillare quei dati di sistema utili alla primaria mission della Federazione che è la contrattazione ai vari livelli. Quindi deve essere istituito un "laboratorio" di ricerca che abbia ben chiari gli obiettivi che dovranno derivare da e di tipo politico e sociale.

Art 8 del Decreto Legislativo n. 502 -1992, “Riordino della disciplina in materia sanitaria,

a norma dell’art.1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421” aggiornato con modifiche apportate dalla Legge 189/2012

Art. 8 Disciplina dei rapporti per l’erogazione delle prestazioni assistenziali***

*** in corsivo le modifiche apportate dalla DL189/2012 1. Il rapporto tra il Servizio sanitario nazionale, i medici di medicina generale

e i pediatri di libera scelta è disciplinato da apposite convenzioni di durata triennale conformi agli accordi collettivi nazionali stipulati, ai sensi dell’articolo 4, comma 9, della legge 30 dicembre 1991, n. 412, con le organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative in campo nazionale. La rappresentatività delle organizzazioni sindacali è basata sulla consistenza associativa. Detti accordi devono tenere conto dei seguenti principi:

"0a) prevedere che le attività e le funzioni disciplinata dall'accordo collettivo nazionale siano individuate tra quelle previste nei livelli essenziali di assistenza di cui all'articolo 1, comma 2, nei limiti delle disponibilità finanziarie complessive del Servizio sanitario nazionale, fatto salvo quanto previsto dalle singole regioni con riguardo ai livelli di assistenza ed alla relativa copertura economica a carico del bilancio regionale;"

La FIMP ribadisce la validità del Servizio Sanitario Nazionale, solidale, universale ed equo, quale istituzione fondamentale per la tutela e la promozione della salute. Obiettivo… • la distribuzione sul territorio in modo capillare (e questo è un punto di forza) • la maggior parte dell’attività del Pediatra di Famiglia è incentrata sulla prevenzione primaria oltre che sulla diagnosi e cura nell’ambito del Primo Livello;

• la diversa tipologia di patologia rispetto all’adulto, con minore prevalenza di patologie croniche e maggiore di patologia acuta semplice, che necessita soprattutto di una risposta assistenziale certa ed efficace, ma non necessariamente immediata; • la riduzione delle risorse in ambito sanitario che mettono a dura prova il mantenimento di un sistema universalistico di offerta sanitaria; • la previsione di una diminuzione del numero di pediatri per la carenza di borse di studio per la specializzazione; • la necessità di mantenere in vita quelle specificità organizzativo-assistenziali proprie della pediatria, che da sempre la distinguono dalla medicina dell’adulto.

Aggregazioni Funzionali Territoriali Pediatriche: è importante avviare al più presto il processo di definizione delle AFT, come del resto già previsto dall’ACN 2009 e dalla Legge Balduzzi, sulle quali le Regioni sono in ritardo. Le AFT devono rappresentare la condizione fondamentale per l’integrazione professionale dei Pediatri di Famiglia, che ne fanno parte secondo le indicazioni generali concordate e mantenendo i modelli organizzativi attuali, che vedono situazioni in cui i pediatri operano in forma singola o in associazione di gruppo. Le AFT devono costituire il tessuto connettivo sul quale si sviluppano l’integrazione professionale ed il coordinamento delle cure sul territorio, l’ambito nel quale i Pediatri di Famiglia condividono gli obiettivi ed i progetti, dove si applicano gli strumenti di valutazione, dove si condividono percorsi assistenziali, di governo clinico, di de-ospedalizzazione e di presa in carico del cronico e dei soggetti con patologie ad alta complessità.

Primo Livello di Cure Pediatriche: gli studi dei Pediatri di Famiglia integrati e diffusi sul territorio assicurano l’assistenza a bambini e adolescenti, che deve essere uniforme. Sotto questo punto di vista occorre eliminare le diversità che la regionalizzazione ha comportato, attraverso un’offerta differenziata di servizi ed opportunità. E’ necessario che il Primo Livello, rappresentato dagli studi dei Pediatri di Famiglia, sia strutturato e qualificato, con l’offerta di maggiori opportunità diagnostico-terapeutiche e di supporto infermieristico. Lo studio pediatrico deve rappresentare il contesto ideale per tutte le cure al bambino e adolescente che non necessitano di ricorso ai livelli superiori, quindi dovrà essere attrezzato con apparecchiature diagnostiche a risposta rapida (self-help ambulatoriale) che permettano di definire la maggior parte delle diagnosi pediatriche e quindi di offrire cure più appropriate.

La Pediatria di Famiglia, così strutturata e con il supporto di personale di studio qualificato, sarà in grado di farsi carico, oltre che della patologia acuta, delle principali patologie croniche dell’età pediatrica (per esempio obesità, asma, celiachia), assicurando a tutti il Primo Livello di Cure specialistiche. --Un Percorso Preferenziale per Esami Urgenti, che deve prevedere l’accesso diretto ai servizi diagnostici principali (ematochimici e radiologici) con modalità concordate e prevedendo la risposta direttamente al Pediatra utilizzando le opportunità che la tecnologia informatica mette a disposizione.

Progetto Salute Infanzia: rappresenta da sempre il fulcro e la specificità dell’assistenza pediatrica in Italia garantendo l’attuazione delle attività di prevenzione e educazione alla salute che si ponga come obiettivo il mantenimento del benessere psico-fisico dell’individuo.

Le visite filtro (Bilanci di Salute) ad età prefissate, le valutazioni dello sviluppo psico-motorio, la precoce individuazione di situazioni di rischio patologico, la valutazione sensoriale, l’effettuazione di screening, la promozione dell’allattamento materno, l’individuazione dei Disturbi del Comportamento Alimentare, il riconoscimento precoce dei Disturbi della Comunicazione e della Relazione, l’individuazione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, il controllo delle coperture vaccinali, la prevenzione degli incidenti domestici e stradali, le azioni di contrasto al fumo ed al consumo di alcool, la promozione di stili di vita sani, la prevenzione dell’abuso e la collaborazione con gli enti locali e con le organizzazioni della società civile sui temi ambientali, rappresentano sicuramente ambiti sui quali il Pediatra di Famiglia può intervenire con efficacia.

Le attività devono essere inserite in un progetto globale di Sanità di Iniziativa nel quale il Pediatra svolge un’azione di stimolo e verifica affinché i livelli di azione sulla popolazione pediatrica raggiungano livelli adeguati. Se ben implementato e strutturato con supporti informatici, il Progetto Salute Infanzia può anche offrire una ricchezza di dati utili sullo stato di salute della popolazione infantile e rappresentare una opportunità unica per una appropriata programmazione delle attività sanitarie territoriali.

Vaccinazioni: le vaccinazioni rappresentano un ambito di prevenzione delle malattie infettive in cui il Pediatra di Famiglia rappresenta il professionista che dovrebbe assumere il ruolo primario, sia per l’esecuzione dell’atto vaccinale, sia in particolar modo per la promozione delle vaccinazioni ed il mantenimento dei livelli di copertura vaccinale che negli ultimi tempi sembrano segnare il passo. Se è ormai dimostrato che il Pediatra di Famiglia è il principale e più efficace interlocutore delle famiglie per tutte le attività di counseling e promozione di prevenzione e di stili di vita positivi, ne deriva che sia improcrastinabile un suo maggior coinvolgimento nell’ambito delle vaccinazioni, della loro promozione ed effettuazione. Senza dimenticare il risparmio economico che si potrebbe ottenere rispetto agli attuali costi di gestione delle attività vaccinali pediatriche.

Obiettivi di Salute: lo sviluppo dell’integrazione tra professionisti attraverso la costituzione delle Aggregazioni Funzionali creerà i presupposti per l’individuazione, la condivisione ed il raggiungimento di obiettivi di salute, che potranno essere messi in atto in contesti di vario livello. Questa modalità di lavoro su base progettuale, da un lato darà significato reale al processo di integrazione messo in atto con AFT e dall’altro lo svilupperà ulteriormente in quanto i singoli professionisti si troveranno a collaborare per il raggiungimento di obiettivi condivisi, ma nei quali il sistema premiante non sarà basato in modo esclusivo sulla prestazione, ma anche e sul raggiungimento degli indicatori.

Età pediatrica: l’età di competenza dell’assistenza pediatrica, attualmente 0-14 anni, deve essere almeno confermata, ma sarebbe auspicabile che fosse estesa fino ai 18 anni come prevede la definizione di child dell’OMS e come avviene in alcune realtà evolute internazionali, almeno nelle situazioni di presenza di patologia cronica o di rilevamento di disagi adolescenziali di vario genere, la famiglia possa ottenere su richiesta la prosecuzione dell’assistenza pediatrica fino ai 18 anni.

Ospedale - Territorio: è necessaria una maggiore e più funzionale integrazione tra ospedale e territorio. Non è un percorso di facile attuazione perché si tratta di integrare setting molto diversi per formazione professionale, organizzazione gerarchica e profilo giuridico. L’aspetto dal quale partire è rappresentato da uno sviluppo della comunicazione, che deve essere facilitata e diretta tra i vari soggetti professionali e non più veicolata dai pazienti e dalle famiglie, non potendosi prevedere maggiore integrazione senza una adeguata comunicazione.

L’integrazione con l’Ospedale A questo proposito giova sottolineare che la richiesta di assistenza notturna da parte di soggetti in età pediatrica, risulta molto bassa e marginale per cui, in un ottica di revisione dei servizi di continuità assistenziale, potrà essere assolta con l’utilizzo del servizio di emergenza-118 diffuso su tutto il territorio nazionale. Per l’h12 invece, lo sviluppo degli attuali modelli associativi della Pediatria di Famiglia e la possibile apertura di studi pediatrici sul territorio in orari prefissati dei giorni festivi, potrebbero rappresentare soluzioni percorribili ed utili alla soddisfazione di richieste assistenziali.

Stato giuridico. La riforma dell’Articolo 8 della Legge 182, contenuta nella Legge Balduzzi, conferma lo stato giuridico di parasubordinazione del medico convenzionato e quindi anche del Pediatra di Famiglia. La FIMP ribadisce la necessità di mantenere lo stato giuridico attuale, evitando qualsiasi ipotesi di passaggio alla dipendenza .

Pediatria e UCCP: gli attuali modelli organizzativi multi-professionali proposti che si identificano con le UCCP, non rappresentano contesti adatti in generale a soddisfare le specificità delle cure pediatriche, che necessitano di norma di organizzazione autonoma, salvo situazioni caratterizzate da condizioni oro-geografiche del territorio particolari e da bassa presenza di professionisti Pediatri. E’ ovvio comunque che in tutte le situazioni, devono essere previsti meccanismi di integrazione professionale con la medicina dell’adulto, anche in considerazione del mantenimento della continuità assistenziale.

Giovedì 13 FEBBRAIO 2014 Convenzioni. Via libera delle Regioni all’Atto di indirizzo

per medicina generale, pediatria e specialistica ambulatoriale.

Il testo

L’Atto è stato ora inviato al Governo. “Rappresenta una

proposta che consentirà di incontrare il mondo della medicina generale, della pediatria e della specialistica su un terreno innovativo per accrescere la capacità di

risposta sanitaria del territorio".

Per quanto riguarda poi l'obbligo di aderire alle forme associative complesse (Unità Complesse di cure Primarie - UCCP) non si deve trascurare il grande contributo dato dalle forme associative costituite ai sensi della normativa vigente alla continuità delle cure ed al coordinamento delle attività assistenziali; consapevoli che la sostituzione tout court di quelle associazioni con le forme a più alta complessità ridurrebbe i vantaggi acquisiti in termini di territorialità degli studi e di vicinanza agli assistiti. Infine una particolare attenzione va posta al problema delle risorse disponibili: un conto è la loro invarianza rispetto a quanto messo a disposizione dal vigente ACN, altro è ipotizzare la costituzione di strutture complesse senza tener conto dei nuovi necessari fattori produttivi; e se è vero che la revisione della rete ospedaliera non può prescindere dalla riorganizzazione e dal rafforzamento della medicina ….

…territoriale, è altrettanto vero che senza un trasferimento effettivo di risorse non sarà possibile provvedere alle dotazioni strutturali, strumentali e di servizi necessari all'implementazione delle associazioni complesse territoriali. In sostanza, no a contratti a costo zero perché il conto poi rischiano di pagarlo gli assistiti.

PROGETTO “UNITA’ DI CURE PRIMARIE E PEDIATRICHE” Fra gli obiettivi rilevanti dell’Accordo Regionale si evidenzia la volontà di assicurare la continuità dell’assistenza, allo scopo di garantire per tutto il territorio regionale, un migliore accesso al servizio sanitario, nel rispetto della centralità del cittadino. Lo strumento individuato per realizzare il suddetto obiettivo è la valorizzazione delle unità di cure primarie pediatriche (UCPP) ACCORDO REGIONALE PER LA PEDIATRIA DI LIBERA SCELTA UNITA’ DI CURE PRIMARIE PEDIATRICHE

I punti fondamentali del progetto sono i seguenti: A. Accesso alle Prestazioni (liste d’attesa) · ReCup prioritario pediatrico da concordare entro 60 gg dalla stipula del presente accordo, all’interno del Comitato Regionale per la Pediatria di Libera Scelta; · Linee guida, predisposte anche di concerto con le altre figure professionali operanti nel territorio; · Ritorno di referti al medico curante. B. Accesso all’Ospedale (Accettazione Assistita), · Protocolli di invio su codici di triage; · Valutazione della priorità sociale (codici A e B); · Ritorno dell’esito della visita al medico curante.

C. Dimissione assistita attraverso la predisposizione di: · Protocolli di dimissione su criticità di sistema; · Valutazione multidimensionale e colloquio con il medico curante all’atto della dimissione; · Procedure di accettazione assistita e presa in carico alla dimissione. D. Continuità dell’Assistenza: · L’apertura degli studi è prevista dalle ore 10 alle ore 19 dal lunedì al venerdì, potenziando le forme associative Per la piena realizzazione, a regime, di quanto sopra esposto sarà necessario istituire: 1. Numero verde 803333; 2. Elenco delle UCPP con agende dei turni di apertura, sia attraverso il numero verde che nei Pronto Soccorso Ospedalieri e negli Uffici Distrettuali delle Aziende U.S.L.;

3. Carta dei servizi sanitari (diritti e doveri dei cittadini e degli operatori dei vari servizi) 4. Riorganizzazione delle UCPP con definizione delle modalità di apertura degli studi. I Pediatri di famiglia, riuniti in forme associative e con l’apporto di singoli medici, che parteciperanno a questo modello assistenziale dovranno assicurare la disponibilità ad aderire ai progetti di sviluppo della Rete Telematica previste dalla Regione, le cui modalità verranno definite su appositi tavoli. · Possono aderire alle UCPP (Unità di Cure Primarie Pediatriche) i pediatri che operano in forme associative già riconosciute o che hanno presentato regolare domanda a seguito della riapertura dei termini previsti nella circolare prot. 45006/D4-4V-14 del 11/04/2006 e da singoli medici collegati ai pediatri operanti in forme associative.

· Le UCPP operanti possono essere formate esclusivamente da pediatri di libera scelta. Eventuali inserimenti in UCP con Medici di Medicina Generale saranno valutati dal Comitato Aziendale di pediatria di libera scelta della Azienda U.S.L. di appartenenza. · In analogia a quanto previsto per le forme associative le UCPP possono essere composte da 2 o più pediatri comunque non superiori a 5. · Le UCPP sono consentite tra pediatri operanti nelle Azienda U.S.L. del comune di Roma nell’ambito della stessa Azienda U.S.L., distretti limitrofi della stessa Azienda U.S.L. o limitrofi di altra Azienda U.S.L. del Comune di Roma.

· Le UCPP nelle Aziende U.S.L., escluse quelle ubicate nel Comune di Roma sono consentite tra pediatri convenzionati nello stesso ambito territoriale di scelte, o in distretti limitrofi della stessa ASL per una distanza tra i singoli studi medici non superiore a km. 20 comunque coerente con l’articolazione territoriale del distretto. · Ogni UCPP dovrà indicare un referente che avrà il compito di coordinare l’attività della stessa e che si occuperà della regolarità dell’apertura degli studi oltre a partecipare alle riunioni semestrali indette dal distretto…..

· L’apertura degli studi aderenti alle UCPP deve essere continuativa dalle ore 10 alle ore 19, tale da permettere all’utenza, per 5 giorni a settimana, l’accesso per 9 ore da valere anche per gli studi di pediatria di gruppo. · La disponibilità per l’apertura degli studi per 8 ore tra 4 ore al mattino e 4 ore il pomeriggio è consentita esclusivamente alle forme associative composte da 2 o 3 unità.

Obblighi derivanti dalla partecipazione alle UCPP · Adesione obbligatoria al ReCup delle prestazione prioritarie pediatriche · Riunioni trimestrali di self-audit sulla spesa farmaceutica sulla scorta dei dati forniti dai distretti di appartenenza; · Riunione semestrale con il Direttore di Distretto alle quali parteciperanno i referenti di UCPP; · Adesione a protocolli di invio prioritari; · Rendicontazione degli accessi nel periodo influenzale; · Adesione a protocolli Regionali, Aziendali e Distrettuali relativamente a percorsi assistenziali condivisi di gestione delle patologie croniche (linee guida) e dei soggetti deboli (il finanziamento di tali percorsi dovrà essere individuato dalla Azienda di riferimento);

Progetto Pediatria di Famiglia Nell’assistenza sanitaria dell’adulto la gestione della cronicità, in costante aumento, rappresenta la maggiore parte della spesa sanitaria per attività di ricovero, specialistica ambulatoriale e consumo di farmaci. Per la Medicina Generale l’istituzione delle AFT-UCCP-Case della Salute è centrata sulla “presa in carico della cronicità” H(12)-24 per gestire sul territorio la complessa assistenza del paziente cronico e ridurre gli accessi ospedalieri sia in forma di ricovero che di accessi al PS, attraverso la stretta collaborazione tra i medici di Medicina Generale, fortemente integrata con la Continuità assistenziale, e gli specialisti ambulatoriali del territorio.

Una corretta gestione del paziente cronico presuppone un sistema di governance condivisa tra i professionisti del territorio e il Distretto e si basa essenzialmente sulla condivisione di linee guida, cartella clinica e su indicatori di processo e di esito, cercando di prevenire, attraverso la medicina di iniziativa le frequenti complicazioni di una patologia cronica (Prevenzione secondaria). La specificità della Pediatria Famiglia è diversa da quella della medicina generale: la percentuale della cronicità è bassa, per di più con scarsa presenza di specialisti di area pediatrica nel territorio. Le aggregazioni complesse Uccp non hanno per la Pediatria la stessa rilevanza che per la Medicina Generale e quindi vanno studiate e declinate secondo le specificità utili per l’assistenza in età pediatrica. L’omogeneizzazione del modello assistenziale tra la Medicina Generale e la Pediatria diventa quindi irrazionale, inappropriato e difficilmente perseguibile.

La Pediatria di Famiglia, ha già da tempo modificato la medicina di attesa, finalizzata ad una semplice risposta assistenziale, nella Pediatria di Iniziativa in particolare attraverso il Progetto Salute Infanzia implementato dalle varie Regioni secondo le esigenze locali (interventi di prevenzione, sulle vaccinazioni, sui corretti stili di vita, sul monitoraggio dello sviluppo sensoriale, auxologico, psico-motorio). Per avere adulti sani, bisogna sviluppare al massimo la prevenzione primaria (iniziando fin dalla nascita ad affrontare i temi legati alla nutrizione, alla prevenzione delle malattie infettive e allo sviluppo psico-motorio e relazionale, agli emergenti disturbi relazionali scolastici e familiari, aspetti sempre più importanti nello sviluppo infantile) oltre che valorizzare l'approccio di iniziativa per la prevenzione secondaria per la gestione delle rare patologie croniche, attraverso percorsi integrati con i servizi specialistici territoriali di area pediatrica e ospedalieri.

La Pediatria di Famiglia ha già avviato percorsi diagnostico-terapeutici al cronico utilizzando il “self-help” diagnostico e l’organizzazione complessa dell’attività ambulatoriale secondo modelli originali che hanno soddisfatto molteplici esigenze. Deve essere maggiormente sviluppato il rapporto ospedale –territorio (per favorire la continuità delle cure), l’accesso diretto ai servizi diagnostici e lo sviluppo della Rete. Per l’assistenza alla patologia acuta la Pediatria di Famiglia deve strutturarsi in modo da farsi carico dei bisogni assistenziali dei bambini e degli adolescenti con opportunità di accesso che assicurino la certezza dell’intervento. Non possono essere cancellate le esperienze del passato, che hanno fornito buone risposte assistenziali attraverso le forme associative e la contattabilità, e che andranno riviste nell’ottica di una migliore funzionalità, tenendo conto anche delle caratteristiche territoriali periferiche dove il Pediatra di Famiglia si trova spesso da solo.

La Pediatria di Famiglia non deve cambiare molto, ma perfezionare quello che fa da sempre, sia nell’aspetto assistenziale che preventivo, implementando maggiormente il raccordo tra tutti i Pediatri di Famiglia di un territorio, assicurando la certezza della presa in carico del bambino e dell’adolescente, condividendo linee guida e percorsi assistenziali integrati e introducendo appropriati sistemi di valutazione dell’attività assistenziale e preventiva che possano portare ad una migliore appropriatezza ed efficacia dell’attività del Pediatra di Famiglia.

AFT Per definizione le AFT sono aggregazioni funzionali e quindi non possono essere considerate forma associativa alternativa e sostitutiva degli attuali gruppi/associazioni, soprattutto per garantire la continuità assistenziale H12 (24). Peraltro questa interpretazione porterebbe ad escludere dalle AFT gran parte dei Pediatri di famiglia che operano in zone periferiche e disagiate. Le AFT devono costituire l’ambito nel quale i Pediatri di Famiglia in stretto rapporto tra loro, condividono attività di prevenzione ed educazione sanitaria, obiettivi e progetti, linee guida, percorsi diagnostico terapeutici, azioni di governo clinico, de-ospedalizzazione e presa in carico del cronico e dei soggetti con patologie ad alta complessità. Le AFT devono rappresentare il tessuto connettivo per poter sviluppare l’integrazione professionale ed il coordinamento delle cure sul territorio.

Le AFT rappresentano il contesto ideale di riferimento per la produzione sia dei dati necessari non solo a rendere misurabile l’attività della Pediatria di Famiglia, ma utili anche ai processi di programmazione ed alle verifiche degli obiettivi e sia di audit monoprofessionali. Le AFT non devono sostituirsi ai Comitati aziendali per attuare trattative locali, ma coordinarsi per sviluppare progetti concordati nei vari livelli di contrattazione previsti (AIR, AA) in rapporto, tramite il coordinatore, con il Distretto, sviluppando eventuali progetti locali secondo le indicazioni degli AIR. La composizione delle AFT sarà definita dagli AIR, demandando alle singole Aziende l’estensione e la composizione in base alle specificità oro-geografiche e demografiche del territorio. Faranno parte delle AFT tutti i Pediatri di Famiglia inseriti nel territorio individuato dagli AIR.

Gli obiettivi delle AFT: promuovere l’equità nell’accesso dei servizi sanitari,

nel rispetto dei LEA; promuovere la buona pratica clinica sulla base dei

principi della “evidence based medicine” promuovere l’appropriatezza clinica e organizzativa nell’uso dei servizi sanitari;

sviluppare modelli uniformi di comportamento nelle funzioni di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione ed assistenza orientati a valorizzare la qualità degli interventi ed al miglior uso possibile delle risorse;

Promuovere il conseguimento degli obiettivi di salute definiti dagli Accordi Integrativi Regionali e Aziendali;

promuovere l’adesione ai progetti assistenziali regionali/aziendali;

Funzioni compiti delle AFT Presa in carico delle patologie acute e croniche

con le modalità previste dagli AIR; Realizzare i progetti (sanità di iniziativa, attività

territoriali programmate, educazione sanitaria, etc…) concordati a livello regionale/Aziendale;

Attuare il Progetto Salute Infantia (Bds e screening) con gli obiettivi prefissati a livello Regionale/aziendale (pagamento agganciato al livello di obiettivo concordato);

Garantire la continuità dell’assistenza ospedale-territorio;

Effettuare azioni di Self Help previste dagli Accordi Regionali/aziendali al fine di ridurre l’accesso al PS, abbattere le liste di attesa, prendere in carico pazienti con patologia cronica Partecipazione alle campagne concordate a livello

Regionale/Aziendale Valutare i bisogni della popolazione assistita in modo

da riportarli, tramite il coordinatore alla ASL per eventuali progettualità assistenziali Partecipare a iniziative di ricerca (estrazione di dati

dalle cartelle informatizzate) Partecipare alla sperimentazione di modelli

organizzativi Partecipare a iniziative di formazione per la

valutazione dei percorsi di cura, validazione degli indicatori e degli strumenti di valutazione

Segretario Regionale Dott. Antonio Palma Vice Segretario Dott. Luciano Basile Tesoriere Dott. Giovanni Cerimoniale Consiglieri Dott.ssa Teresa Rongai Dott. Serafino Pontone Gravaldi Dott. Carmelo Rachele Dott.ssa Mariapia Graziani Dott.ssa Donatella Morano Dott. Paolo Giampietro

Commissione Formazione Responsabile regionale Dott.ssa Mariapia Graziani

Collegio Regionale dei Revisori dei conti Dott. Carmelo Rachele Comitato Regionale per la Pediatria Dott. Antonio Palma Dott.ssa Teresa Rongai Dott. Serafino Pontone Gravaldi Dott. Paolo Giampietro Sostituti Dott. Luciano Basile Dott.ssa Mariapia Graziani

ORGANIGRAMMA FIMP LAZIO

REFERENTI RETE VACCINI E MALATTIE INFETTIVE REGIONE LAZIO Nome Cognome Referente Regionale Antonio Palma

ASL RM A Donatella Morano ASL RM B Mauro Taucci ASL RM C Anna Maria Ferrara ASL RM D Angela Di Monaco ASL RM E Michele Valente ASL RM F Maria Grazia Gori ASL RM G Johanna Klaassen ASL RM H Serenella Castronuovo Rieti Luciano Basile Viterbo Antonio Filippi Frosinone Franca Conti Latina Giuseppina Ragni

Dal 1° di marzo 2014 è visibile all’indirizzo www.fimplazio.it

il sito della Fimp Lazio, all’interno del quale sono disponibili informazioni e aggiornamenti per il mondo della pediatria sia a livello regionale che a livello nazionale. Saremo anche lieti di accogliere idee e suggerimenti