iCordai Anno 4 Numero 9 ottobre 2009

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"E 'cca ni chiovi 'n coddu" di Sonia Giardina U ltimo scorcio di settembre. Piove a dirotto. Strade allagate, traversate impos- sibili. La pioggia scuote e maltratta la città martoriata. Si insinua dentro. Piove dai soffitti sfondati, bacinelle e fili elettrici sbrogliati per terra. "'Cca mancu a luci ci avemu", fa l'uomo nella penombra. "Quasi tutte le lam- padine si sono fulminate per l'acqua ca chiovi intra, ho dovuto mettere il filo a terra per attaccare almeno lo scaldabagno". Lo si intravede appena. Con la torcia cerca di mostrarmi qualcosa. Pericolosissimo quel cavo. "E dove sennò? Non posso mica mentiri tutti cosi 'nta l'aria". Da un solo interruttore, mezzo aperto e pendolante, si dipanano due o tre fili che servono ad illuminare le stanze. Ma nel "bagno-cucina" manco quello, niente; solo buio e oltre il davanzale lontano un chiarore che non vuole entrare. La donna comincia ad agitarsi, "Macari 'cca pat- tiu e u buttuni ca c'è 'nto bagnu, appena u mungi, ti pigghi a currenti! P'addumarila ci hai agghiri cu lignu picchì, si non ti levi subitu, ci arresti allippata. Non ta fazzu tuccari a ttia, ma iddi l'hannu a tastari chi mani… ca u sannu, ma non mi dunanu a casa!" Non resistono più, la donna, il marito, la sorella e poi i bambini dell'una e del- l'altra non sanno che fare. Mi portano dda bbanna, nella casa peggiore, cammi- niamo sul pavimento bagnato. Goccia dopo goccia la pioggia scende lenta dal tetto, in silenzio. Ma a tratti riecheggia cupa nelle bacinelle. "Accura!" - mi ripe- tono - "accura!". A settembre un altro pezzo di tetto è venuto giù, i bambini erano nel cortile, uno spazio aperto, polveroso, circondato da cumuli di rifiuti dove sco- razzano i topi che poi "passianu 'nta casa e ormai solo a canna a mulinellu ci poti… ci mentu u furmaggiu e i piscu", racconta l'uomo con un ironico sorriso. La casa allato è sventrata, in parte crollata un paio di anni fa. Oggi resiste appe- na. Ma aumenta il pericolo di cedimento di quelle accanto, quelle dove stanno la donna, il marito, la sorella e i bambini dell'una e dell'altra. Loro la casa la vogliono e la dovrebbero avere subito. Sono tra i primi in gra- duatoria per l'assegnazione di un alloggio sociale che non si sa quando arriverà. Hanno la priorità, certo; e da tempo l'ordine di sgombero impone che in quelle abitazioni barcollanti nessuno ci deve più entrare. Ma loro la casa non ce l'hanno e allora si tengono quei tuguri dai soffitti sfunnati, dai muri spaccati, che lenta- mente e rapidamente si sfarinano. Si sente fuori scrosciare forte, piove. Ottobre, poi novembre, la pioggia e il fred- do andranno via via ad aumentare. "E d'nvernu u friddu ca trasi intra, non ci abba- sta mancu sta stufa ca viri. U frigideri l'amu astutari". "E quindi?", chiedo. "Tu a viristi a me casa com'è?!! È pericolante e pericolo- sa. Me matri mi cunsigghia d'iriminni. D'apriri 'nna casa e di intrufularimi intra". mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolare Direttore Responsabile: Riccardo Orioles AnnoQuarto n• nove Ottobre 2009 U populu diventa poviru e servu quannu ci arrub- banu a lingua Ignazio Buttitta I Briganti di Librino 6 Ma lo sgombero è finito? 4 Giampilieri: la tragedia si ripeterà 3 La scuola insicura 2 SENZA TETTO NÉ LEGGE foto: Sonia Giardina

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"E 'cca ni chiovi 'n coddu"di Sonia Giardina

Ultimo scorcio di settembre. Piove a dirotto. Strade allagate, traversate impos-sibili. La pioggia scuote e maltratta la città martoriata. Si insinua dentro.

Piove dai soffitti sfondati, bacinelle e fili elettrici sbrogliati per terra."'Cca mancu a luci ci avemu", fa l'uomo nella penombra. "Quasi tutte le lam-

padine si sono fulminate per l'acqua ca chiovi intra, ho dovuto mettere il filo aterra per attaccare almeno lo scaldabagno". Lo si intravede appena. Con la torciacerca di mostrarmi qualcosa. Pericolosissimo quel cavo. "E dove sennò? Nonposso mica mentiri tutti cosi 'nta l'aria". Da un solo interruttore, mezzo aperto ependolante, si dipanano due o tre fili che servono ad illuminare le stanze. Ma nel"bagno-cucina" manco quello, niente; solo buio e oltre il davanzale lontano unchiarore che non vuole entrare. La donna comincia ad agitarsi, "Macari 'cca pat-tiu e u buttuni ca c'è 'nto bagnu, appena u mungi, ti pigghi a currenti! P'addumarilaci hai agghiri cu lignu picchì, si non ti levi subitu, ci arresti allippata. Non ta fazzutuccari a ttia, ma iddi l'hannu a tastari chi mani… ca u sannu, ma non mi dunanua casa!"

Non resistono più, la donna, il marito, la sorella e poi i bambini dell'una e del-l'altra non sanno che fare. Mi portano dda bbanna, nella casa peggiore, cammi-

niamo sul pavimento bagnato. Goccia dopo goccia la pioggia scende lenta daltetto, in silenzio. Ma a tratti riecheggia cupa nelle bacinelle. "Accura!" - mi ripe-tono - "accura!". A settembre un altro pezzo di tetto è venuto giù, i bambini eranonel cortile, uno spazio aperto, polveroso, circondato da cumuli di rifiuti dove sco-razzano i topi che poi "passianu 'nta casa e ormai solo a canna a mulinellu cipoti… ci mentu u furmaggiu e i piscu", racconta l'uomo con un ironico sorriso.La casa allato è sventrata, in parte crollata un paio di anni fa. Oggi resiste appe-na. Ma aumenta il pericolo di cedimento di quelle accanto, quelle dove stanno ladonna, il marito, la sorella e i bambini dell'una e dell'altra.

Loro la casa la vogliono e la dovrebbero avere subito. Sono tra i primi in gra-duatoria per l'assegnazione di un alloggio sociale che non si sa quando arriverà.Hanno la priorità, certo; e da tempo l'ordine di sgombero impone che in quelleabitazioni barcollanti nessuno ci deve più entrare. Ma loro la casa non ce l'hannoe allora si tengono quei tuguri dai soffitti sfunnati, dai muri spaccati, che lenta-mente e rapidamente si sfarinano.

Si sente fuori scrosciare forte, piove. Ottobre, poi novembre, la pioggia e il fred-do andranno via via ad aumentare. "E d'nvernu u friddu ca trasi intra, non ci abba-sta mancu sta stufa ca viri. U frigideri l'amu astutari".

"E quindi?", chiedo. "Tu a viristi a me casa com'è?!! È pericolante e pericolo-sa. Me matri mi cunsigghia d'iriminni. D'apriri 'nna casa e di intrufularimi intra".

mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolareDirettore Responsabile: Riccardo Orioles AnnoQuarto n• nove Ottobre 2009

U populu diventapoviru e servuquannu ci arrub-banu a lingua

Ignazio Buttitta

I Briganti di Librino 6Ma lo sgombero è finito? 4Giampilieri: la tragedia si ripeterà 3La scuola insicura 2

SENZA TETTO NÉ LEGGE

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I guai della "A.Doria"di Giovanni Caruso

In una notte di fine agosto nellascuola "Giovanni Paolo II" di via

Case Sante, plesso dell'IstitutoComprensivo "Andrea Doria", entrauna banda di vandali. Distruggonoarredamenti e sporcano i muri, giàdisastrata nel suo corpo e collocata inuna discarica abusiva maleodorantee piena di zecche.

Il preside ci racconta di aver piùvolte denunciato l'insicurezza delplesso e la facilità con cui si potevaentrare, ma l'istituzione, ormai trop-po volte sorda, non aveva dato rispo-ste.

A guaio avvenuto, finalmentecostretto da un comitato di mamme,l'assessorato risponde fornendo, congrande fatica, gli arredamenti e ripu-lendo i muri. La scuola può ricomin-ciare! Questo era vero fino a unaventina di giorni fa, ma gli ultimiavvenimenti che leggerete in questapagina stravolgono la buona notizia.

Invece per la sede centraledell'Istituto Comprensivo "A.Doria"le notizie sono sempre quelle, cioè adire non buone. A giugno del 2010scadrà la proroga dello sfratto e ciritroveremo a lottare, se il Comunenon provvederà a pagare le pregressemensilità o ad acquistare l'immobile.

Un'altra delle preoccupazioni delpreside e del personale scolastico,che potrebbe sembrare poco impor-tante, ma che ha la sua urgenza,riguarda il fondo stradale di viaCordai. Di fronte all'ingresso dellascuola ci sono infatti diverse buche,che quando piove, come succede aCatania, si colmano d'acqua. I tombi-ni non assorbono quanto devono e lastrada diventa un lago; così i motori-ni e le automobili rischiano di entra-

re nei crateri sommersi e i genitori ei bambini devono avanzare saltellan-do per arrivare al traguardo, cioè ilcancello d'ingresso della scuola.

Già nelle pagine di questo giornaledel novembre 2006 denunziammo lacosa e gli stessi abitanti di via Cordaici raccontarono come i tombini nonfossero mai stati puliti da diversianni.

Di anni ne sono passati altri tre e lasituazione è la stessa: la pioggiadegli scorsi giorni ha ancor piùreso la strada un colabrodo, haingrandito la "piscina".

Ci appelliamoall'Assessore AngeloSicali (manutenzionestrade) con una soladomanda.

"Cosa vuolfare con viaCordai e le

altre strade? Preferiscequalche guaio per poicorrere a tappare i mantistradali della nostracittà?"

Noi de "I Cordai" e delG.A.P.A. seguiremo levicende dell'"A.Doria"controllando, vigilando einformando liberamente, e spe-rando di dare ai nostri lettori di S.Cristoforo solo buone notizie.

2 iCordai / Numero Nove

LA SCUOLA INSICURAAzione di protestadel Comitato di viaCase Sante

di Vincenzo Ferrara

Sicurezza nelle scuole. Un argo-mento di primissimo piano

nella nostra città di fronte alla fati-scenza di buona parte dei suoi edi-fici scolastici e l'incapacità degliamministratori comunali a gestirneil patrimonio. Vediamo brevemen-te un esempio clamoroso di incuriaperpetrata dalle giunte comunalisuccedutesi negli ultimi dieci anni.Questo infatti il numero degli annitrascorsi dall'edificazione del

plesso scolastico intitolato a"Giovanni Paolo II" in Via

Case Sante, succursaledell'I.C. "A.Doria" e dal-

l'immediato suo inutilizzoper l'abbandono dei

lavori in fase di rifini-tura. La parte funzio-

nante, con maternae primaria non è

in sicurezza: siparla di fili

elettrici sco-perti e di

morsi di zecche generate dalladiscarica attigua. Perché accantoalla scuola - incredibile ma vero -c'è una discarica! Proprio nellearee dei fabbricati incompleti,circa il 70 % dell'intera struttura.

In estate si è costituito il comita-to per la messa in sicurezza dellaGiovanni Paolo II e per la ventila-ta ipotesi di uno sfratto.

L'assessore alla manutenzionedel Comune è stato di parola ed hamandato le ruspe per sbancare ladiscarica. Ma i rifiuti dove limetto? E, udite udite, le ruspehanno ammonticchiato la spazza-tura e i rifiuti tossici all'interno (!)degli edifici dimessi. L'area non èstata affatto bonificata e la caluragenera miasmi e pericolosi paras-siti all'esterno, mentre i bambinicorrono rischi costanti anche all'in-terno della struttura che li ospita.

Martedì 13 ottobre, il Comitatodi Via Case Sante ha indetto un'a-zione di protesta probabilmenteportata sotto le finestre delComune. Si invitano quanti prova-no la stessa indignazione e rabbiadelle famiglie coinvolte nell'incre-dibile vicenda ad unirsi alla lotta incorso.

La messa in sicurezza degli uffi-ci è una dei punti elencati il 3 otto-bre scorso dal CoordinamentoPrecari della Scuola Pubblica inlotta anche a Catania dal 1 settem-bre con l'occupazione dei locali delProvveditorato agli Studi in viaCoviello. Auspichiamo un inter-vento degli stessi e un coordina-mento delle famiglie coi docenti,personale amministrativo, tecnicoe ausiliario in lotta contro la rifor-ma Gelmini tesa all'annientamentodella scuola pubblica messa in attodal governo Berlusconi.

LA SCUOLA NELLA DISCARICA

Giovedì 8 ottobre alle ore 11,30, presso l'androne dell'Istituto Comprensivo"Andrea Doria", plesso "Giovanni Paolo II" di via Case Sante, si è tenuta l'as-semblea di genitori e di abitanti del quartiere, per discutere le iniziative da intra-prendere per la difesa del diritto allo studio degli alunni e del diritto alla salutedei cittadini del quartiere dei Cappuccini. A distanza di alcuni mesi dalle denun-ce dei genitori, l'amministrazione comunale ha effettuato pochi ed inefficaciinterventi, senza dare risposta alle annose questioni che assillano gli abitanti.

In particolare, nonostante la contrazione di infezioni da parte di alcuni abitantied i conseguenti rischi per i duecento alunni della scuola, non è stata ancorarimossa la discarica di rifiuti pericolosi sita nel cantiere attiguo alle aule scola-stiche, costringendo famiglie, alunni e operatori a convivere con una scandalo-sa emergenza igienico-sanitaria.

Inoltre i genitori lamentano carenze di sicurezza nei locali scolastici, il cuisistema di antifurto non è collegato telefonicamente con le autorità di PubblicaSicurezza.

Ancora oggi il cancello di ingresso è sprovvisto di citofono e di apertura elet-trica e deve quindi rimanere aperto tutto il giorno, con notevole rischio del ripe-tersi di intrusioni di estranei ed animali randagi, l'impianto elettrico non è a

norma ed è palesemente insufficiente, tanto che nelle aule non si possono accen-dere le stufe per riscaldarsi.

Si attende ancora la realizzazione di un divisorio per isolare il plesso dal vici-no cantiere abbandonato, dove alloggiano persone sconosciute, nonché l'instal-lazione di faretti illuminanti le entrate della scuola.

Nel giardino non vi sono punti acqua, carenza che impedisce la manutenzionedegli spazi verdi.

È stata da tempo richiesta la pulitura dei tombini, l'installazione di sei cancel-li per gli ingressi al plesso e di quattro tettoie antipioggia, l'impermeabilizzazio-ne della terrazza e la manutenzione delle finestre, onde evitare infiltrazioni diacqua piovana.

A più riprese è stata richiesta una verifica della staticità delle parti dell'edifi-cio ammalorate dall'umidità e la riparazione delle tende nelle aule.

Esiste inoltre un grave problema di abbattimento delle barriere architettonichee l'istituzione di un parcheggio riservato a portatori di handicap all'ingressodella scuola.

Comitato per il diritto allo studiovia Case Sante - Cappuccini

COMUNICATO

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3iCordai / Numero Nove

GIAMPILIERI: LA TRAGEDIA SI RIPETERÀ La colpa di politici ecostruttori dietro latragedia

Giuseppe Scatà (“U Cuntu”)

Colline argillose imbracate da retimetalliche, poi masticate dalle

ruspe e nuovamente rattoppate allabuona. Sono le quattro colline chestanno a 10 km a sud di Giampilieri,alle spalle di Letojanni, la famosalocalità turistica ai piedi di Taormina,dove aveva la villa pure Greta Garbo.La villa oggi è sommersa dal fango,precipitato a valle con la violenza diuna cascata tropicale pochi giorni fa.Sulle colline cominciarono a costrui-re venti anni or sono, a ridosso del-l'autostrada A18, esattamente come aGiampilieri. Dapprima eressero ilmostruoso Hotel Hantares, che comeun polipo dai lunghi tentacoli dicemento ha cancellato la cima delprimo cocuzzolo. Poi in contradaSillemi il Valtur costruì, negli anni'90, un enorme complesso ediliziovista mare e villette monofamiliari,subito vendute.

Nel corso degli anni le impresecostruirono nuovi residence con nomialtisonanti: "Tropicana", "Azzurra","Helicon", tanto che oggi salendo peri tornanti si vede un palazzo nuovo adogni curva. Qui, su questo colle, abu-sivismo non ce n'è proprio, al contra-rio di quanto detto da Bertolaso, ilcapo della protezione civile, a propo-sito della tragedia di Gianpilieri.Sono tutte costruzioni che hannoregolare concessione edilizia, partori-te da piccole e proficue varianti alpiano regolatore. Il sogno dei catane-si o dei messinesi di una casa al mareviene subito realizzato, a scapito dicocuzzoli di terra che l'uomo aveva

lavorato per secoli, realizzando lun-ghi terrazzamenti in pietra coltivati aulivi, mandorli, viti e fichi, capaci ditrattenere una terra morbida quanto ilpan di spagna.

Le imprese edilizie invece, con lacomplicità della politica locale che ascapito della sicurezza ha vendutoterra e concesso cemento, hannoinnalzato piani su piani. A valle, oggi,il fango è entrato nelle case vicino laspiaggia, e ha sommerso le strade: "Ilmateriale di sbancamento non è maistato buttato nelle discariche giuste.Qui hanno gettato tutto in cima allacollina, dove nessuno può vedere, perrisparmiare, ma ora con le pioggie ècaduto tutto giù", mi dice un uomoche per anni ha guidato camion cari-chi di calcestruzzo sulla collina indi-cata dal suo braccio: "Su quest'altracollina invece, che noi chiamiamoAdriana, il materiale di sbancamentol'hanno buttato accanto al torrente, edè venuto giù, sempre per lo stessomotivo: per non pagare la discaricaautorizzata".

La collina Adriana ha otto palazzi-ne altissime costruite nel '90 da unaditta poi fallita. I due ultimi palazzisono stati lasciati a metà 18 anni fa,gli altri otto invece furono vendutisubito, prima che la rete fognariafosse costruita. Oggi sono lesionatedalle frane recentissime, il fango le hacircondate. Sono edifici abusivi cheperò sono ancora lì e gettano fogna acielo aperto nel mare dove migliaia dibagnanti fanno il bagno durante l'e-state. Il terreno della collina era del-l'attuale sindaco di Letojanni, l'archi-tetto Giovanni Mauro, il quale aquanto dicono guadagnò non poco, eche ha concesso un anno fa l'autoriz-zazione per la costruzione di nuovevillette sulla collina accanto, la colli-

na di contrada Sillemi."Ho visto fareuna cosa che non avevo mai vistofare: quest'impresa (impresa "LaPerla", nda) sta ancora costruendo trepalazzi con vista mare, ha scavato ilfianco della collina con le ruspe e haportato la terra lì in cima", mi dice unsignore, in cima alla collina.

Dunque abusivismo sì, ma abusivi-smo autorizzato, conosciuto, ignora-to, speculato. Un vecchio carpentiereguarda ancora la collina: "Dieci annifa costruirono l'acquedotto che parteda Piedimonte Etneo e arriva aMessina, ma fecero passare i tubidalle colline davanti a noi, smuoven-do il terreno e sbancando ancora.Ecco perché tutto è venuto giù aGiampilieri: anche per un'opera pub-blica fatta male, di fronte agli occhi ditutti", mi dice seduto sul lungoma-re:"Qui vicino c'è un torrente dovetutta Letojanni prendeva acqua dabere. Noi lo chiamiamo l'acqua doscapparu. Adesso l'acqua, dopo la

costruzione dell'acquedotto, non sapiù buona. E' imbevibile". Sui quoti-diani nazionali si è scritto che la piog-gia degli ultimi giorni è stata unapioggia tropicale e mai vista da que-ste parti e dunque imprevedibile, magli abitanti di Letojanni dicono chenon è vero, aveva piovuto così altrevolte, ma il terreno aveva tenuto:"Vede laggiù ad esempio?", diceancora il carpentiere, "hanno appenafatto quei due grossi alberghi di lusso,Il capo dei Greci e l'Hotel BaiaTaormina.

Sulla nazionale ci sono ancora isegnali stradali che indicano frane,ma loro hanno costruito lo stesso, equalche giorno fa le pietre e la terrasopra hanno distrutto le reti di prote-zione. Queste montagne si ribelleran-no alla prossima pioggia e tutto cadràa valle, come a Giampilieri.Moriremo e chi sopravviverà perderàtutto. E la cosa terribile è che sappia-mo già ora di che morte moriremo".

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4 iCordai / Numero Nove

Si chiude la farsa inatto alla Pescheriadi Catania

di Salvatore Ruggieri

"Melior de cinere surgo"…Tanto meglio probabilmente

no, ma in un modo o nell'altro laPescheria torna a vivere. Dopo ladesolazione vissuta nei giorni scorsi,piazza Alonso di Bendetto accoglie dinuovo le grida colorite dei pescatori edei commercianti. Insomma ancorauna volta "cambiare tutto per noncambiare nulla". La frase gattoparde-sca può sembrare esagerata, ma vera-mente sembra si sia fatto tanto rumo-re per nulla… o quasi! Perché "qual-cosina" è cambiata: la voce entratedell'unica società a cui sono stati indi-rizzati i pescatori per l'acquisto deibanconi in acciaio. 1000 € (costoall'incirca del singolo box) moltiplica-to per 50 (gli stalli previsti dal

Comune). Non è che si voglia fare icalcoli nelle tasche di nessuno, maquando nell'intera faccenda i continon tornano…

Eh si, perché l'unica operazione dimessa in regola è consistita in questodiscutibile forzato acquisto.

Per il resto gli stessi cari governan-ti hanno chiuso un occhio, come soli-to fare dalle nostre parti.

"No, l'iscrizione alla Camera diCommercio na fici ancora… e comufazzu? Chi può permettersela con le20 euro che vuscu 'o iornu? Non nepagherò", mi confessa un uomo inten-to ad incartare qualche alice ad unaprosperosa signora.

Faccio un giro attorno alla piazza,attento a non imbrattarmi le gambe diacqua stagna: "Nenti, nenti… peggioce la passiamo! Le vendite sono cala-te di assai. Perché la gente è abituataai metodi tradizionali. Il pesce cosìnon lo compra. Certo però la pulizia èmigliorata: prima fitevumu!" e me lo

FINITO LO SGOMBRO… PARDON LO SGOMBERO

Il nostro quartierevisto dal web

di Miriana Squillaci

Diventerebbero sicuramente neridi rabbia, gli "storici"abitanti

di S. Cristoforo se sapessero come ilquartiere viene raccontato dal popo-

WWW... S. CRISTOFORO COM’È?

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dice convinto, mentre attorno gli scar-poni una decina di teste e code dipesci non meglio identificati fa bellamostra di se. Certo, una ragione se ladevono pur fare, sti poveri meschini!L'alibi, in questo caso della pulizia, selo devono creare, altrimenti si escepazzi a star dietro i nostri politicanti…

Per il resto a piscaria rimane uguale

come ce la ricordiamo, cosi come ituristi vogliono ed aspettano di trovar-sela, compreso i tedeschi… rumorosa,colorata, con forti, acri odori. E non èsolo il pesce ad odorare. Si sente lamiseria, l'orgoglio, la dignità, di tantagente ancora legata ai frutti che ilgeneroso mare pieno dei nostri velenici regala!

lo del web.Un' immagine non certo positiva

quella che emerge dalle più famose"piazze della rete", dai socialnetwork ai motori di ricerca, comefacebook, Yahoo, Google, You Tubeetc..spesso frequentati da giovanissi-mi anche di buona cultura che tutta-via non vogliono abbandonare pre-giudizi e stereotipi.

Se i nostri nonni raccontano aparenti e amici di vivere nel quar-tiere che ha dato vita a Catania , perla sua vicinanza al mare e per la suafitta rete di industrie, anche se nonscarso di difetti, i giovani navigatorifaticano a elencare qualche elemen-to positivo parlando invece , comese non fosse colpa anche della loroindifferenza , di spazzatura, mafia e"sangeli" e racchiudendo tutto den-tro la oramai gettonata parola "mal-famato".

A darci un esempio di ciò è?TuLaMiA... che alla domanda diGiuseppe "ciao,vorrei sapere che

quartiere è san cristoforo,doveè,quanto dista dalla stazione centralee da via etnea.ciao" risponde, accu-mulando il 25% dei voti comemiglior risposta, "ti consiglio viva-mente di nn frequentare qst posti, snquartieri malfamati, e potresti incon-trare brutta gente".

Più preoccupante l'articolo realiz-zato dal"Quotidiano di Sicilia"on-line, che dopo aver aperto col titolo"Catania - San Cristoforo, rifiuti ediscariche: qui il centro è diventatoperiferia"

riporta le parole dell'ass. Mignemiche accusa i cittadini di un assenterispetto per la cosa pubblica, senzasottolineare ,come dovuto, lo scarsointeresse che le istituzioni mostranoper il quartiere.

Fortunatamente però, dopo qual-che ricerca, riusciamo a trovareanche qualche commento positivocome quello di answer ct 88 e diDario; il primo elogia l'integrazioneriservata all'immigrati , il secondo

scrive di come nel quartiere sorga ungruppo di volontari impegnato nellavalorizzazione dell'infanzia comepossibilità di cambiamento: " Hannocompreso che la costruzione di unasocietà più giusta e più civile passanecessariamente dalla costruzione diun individuo più giusto e più civile.(…)Il G.A.P.A. ha capito, ne sonoconvinto, che non si può perdereancora del tempo e sta lavorando daanni affinché in questa terra aridapossano nascere dei fiori, propriocome dalla morte disseminata dallalava di un vulcano rinasce inesora-bilmente la vita."

Dopo aver abbandonato "le piazzedella rete" non ci resta che rifletterecriticamente su quanto di vero ofrutto di pregiudizio ci sia in questeparole, che nel bene o nel maledanno un quadro del nostro quartie-re a chi "lo vede solo con gli occhidel web", e sta a noi ,che il quartierelo viviamo quotidianamente, dimo-strare che cambiare è possibile.

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5iCordai / Numero Nove

All'apertura delnuovo anno scolasticoricominciano le attività del GAPA

di Irenea Privitera

Ogni martedì e giovedì, cascasse ilmondo, in via Cordai si svolge

gratuitamente per i bambini di SanCristoforo il doposcuola.

Il "servizio" è svolto dai volontaridel GAPA, che da oltre vent'anni sidedicano a questo tipo di lavoro in unquartiere che ogni giorno che passasembra perdere qualcosa: una volta icassonetti, un'altra volta un pezzo dimanto stradale, un'altra ancora rischiadi perdere addirittura la scuola.

E questo non perché ci sia sgraditala presenza dei cassonetti, della stra-da o della scuola, ma perché semprepiù ci rendiamo conto di esseredimenticati, dispersi.

È in quest'ambito che una cosasemplice come fare i compiti diventaun aiuto importante, non solo per ibambini e i ragazzi che come a scuo-la oltre a studiare giocano con i lorocompagni, fanno amicizia, si bistic-ciano, ma anche per le loro famiglie,che non sempre hanno la possibilitàdi seguire i loro figli nei compiti,spesso perché lavorano o hanno altrifigli più piccoli.

C'è poi un altro aspetto da non sot-tovalutare, almeno dal mio punto divista, ed è quello che questi ragazzifanno per noi volontari. Il nostro è unmettersi in gioco continuamente,imparando a conoscere chi ci sta difronte, cercando di capire perché, per

PRIMO GIORNO DI... DOPOSCUOLA TEATRO AL GAPAVia Cordai 47 - San Cristoforo (CT)sabato 17 alle ore 21

domenica 18 alle ore 18

"La vera storia della donna lupae di quella vampira"

Scritto da AquilinoRegia di Giorgia Boscarino e Giorgia D'Acquisto

Interpretato da Giorgia Boscarino e Giorgia D'Acquisto

Lo spettacolo nasce come favola per adulti, come gioco di paroletra realtà e fantasia. I mali della società, visti attraverso gli occhi didue donne-animali.

Lo spettacolo è pervaso di ironia e comicità; il sorriso nasce dallatragedia, dalla crudeltà di queste due donne. Lupa e Vampira che,come in una partita di ping-pong si passano le parole, crude e pesan-ti, si raccontano: l'abbandono, il rifiuto, la morte, la violenza, lavendetta…

Il loro linguaggio è pungente, perché i loro pensieri e le loro azio-ni lo sono. Non una scelta il loro modo di vivere, ma una soluzione,l'unica. Disumane, brutali ma specchio della società che raccontanoin cui si ergono a paladine.

Il pubblico sarà chiamato a diventare complice del gioco teatrale,un banchetto di nozze in cui loro stessi sono gli invitati…e forse glisposi!

"La vera storia della donna Lupa e di quella Vampira", è una possi-bilità, per noi, di soffermarci a riflettere con il pubblico attraversouno stile grottesco, in quella che potremmo definire una commedianoir.

La scena conterrà come unico elemento un frigorifero, luogo dovesi consuma il naturale, seppur brutale, pasto delle due protagoniste;diverrà un alcova, un altare.

Le stesse luci richiameranno lo stato d'animo delle due donne, illoro pensiero fermo e solido.

"Nella vostra comunità avete ladri, stupratori, venditori di organi,inquinatori, guerrafondai, rissosi, imbroglioni, massacratori….chedifferenza farà se ci aggiungiamo una donna Lupa e una donnaVampira?"

…questo lasciamo che si decida…

esempio, un bambino di quinta ele-mentare non sa leggere, o perché chiun giorno fa i capricci e non vuolepiù studiare, ma anche impegnarsiper chi il giorno dopo ha un'interro-gazione importante, o cercare dicapire perché, tristemente, ci sonoragazzi che smettono di andare ascuola.

Si sta come a casa, dove c'è tempoper le cose serie ma anche per le cosedivertenti. Si sta come a casa perchéci si conosce e si sta attenti gli uniagli altri, i grandi ai piccoli e i picco-li ai grandi.

In questo modo fare i compitidiventa una maniera per legarsi stret-ti, di conoscersi con i ragazzini chevengono al doposcuola, ma anchecon le mamme, i papà, le nonne, i fra-telli che li vengono a prendere, allecinque e mezza, quando il doposcuo-la finisce (ovviamente ci sono i solitiritardatari, che non finiscono mai intempo di ricopiare gli esercizi sulquaderno!).

Ci piace parlare con loro dei lorofigli, nipoti e fratelli, ma anche deiloro problemi e delle loro difficoltà,perché se ci si aiuta tra di noi è piùfacile. E soprattutto è più bello.

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Page 6: iCordai Anno 4 Numero 9 ottobre 2009

6 iCordai / Numero Nove

Redazione “i Cordai”Direttore Responsabile: Riccardo OriolesReg. Trib. Catania 6/10/2006 nº26Via Cordai 47, [email protected] - www.associazionegapa.orgtel: 348 1223253

Stampato dalla Tipografia Millauro,Via Montenero 30, Catania

Grafica: Massimo GuglielminoFoto: Sonia Giardina, Valentina Marletta,Giuseppe Scatà

Hanno collaborato a questo numero:Giovanni Caruso, Toti Domina, Paolo Parisi,Marcella Giammusso, Sonia Giardina, GiuseppeScatà, Carmelo Guglielmino, Giancarlo Consoli,Irenea Privitera, Salvatore Ruggieri, VincenzoFerrara, Miriana Squillaci, Piero Mancuso

di Carmelo Guglielmino

Nelle prime tre giornate, tre parti-te e altrettante sconfitte, nelle

successive tre, tre pareggi consecutivied adesso? Dovrebbero arrivare trepartite consecutive con vittoria! Sischerza sulle statistiche, ma è vera-mente imbarazzante non aver vintoancora neanche una partita dopo seigiornate. Certo, se poi il guardalineein Catania-Roma non si fosse inven-tato quel calcio d'angolo dal nulla, almomento, avremmo due punti in piùin classifica, cosa non di poco contoper una squadra che deve salvarsi.

Il Catania, comunque, anche otte-nendo dei risultati negativi, sta riu-scendo pian piano a ritrovare ungioco ed una forma fisica che alleprime tre giornate erano effettiva-mente carenti. Il peggio nella partitacontro l'Udinese, avanti 2-1 ma poiannichiliti tatticamente e fisicamentedai ben più "quotati" ragazzi dell'exMarino.

Da lì in poi, Lazio, Atalanta eRoma, tutti pareggi, ma estremamen-te diversi l'uno con l'altro.

Con i biancocelesti e con i giallo-rossi, dopo esser passati in vantaggio,

non siamo riusciti a chiudere il matche alla fine, come spesso accade, lasquadra che insegue estrae quel colpodal cilindro che poi fa la differenza.

Con l'Atalanta, stavolta fuori casa,è stata la partita più noiosa di tuttol'attuale campionato: squadre senzaidee, come se lo 0-0 andasse bene perdue squadre, che, fino a quel momen-to, avevano rispettivamente zero edun punto in classifica. L'unica nota di"risalto", è la sfortunata serata deitifosi catanesi a Bergamo, non soloattaccati dai supporters atalantini,nettamente in superiorità numerica,

ma raggirati dalla polizia locale che,invece di scortarli all'aeroporto e farliritornare verso casa, li ha portati incaserma schedandoli tutti e denun-ciandoli per rissa. Oltre il danno subi-to, anche la beffa. E se questo fossesuccesso qui? Adesso, avrebbero giàsqualificato lo stadio. Solo perchénon c'è scappato il morto? Misterodella fede... Adesso, comunque, leprossime tre partite (sperando che laregola del 3 funzioni), ci vedrannoimpegnati a Bari, in casa con ilCagliari e poi di nuovo in trasfertacon la corazzata Inter.

IL CATANIA E LA "REGOLA" DEL 3

Il rugby nei quartieripopolari

di Piero Mancuso (“Iqbal Masih”)

Il 26 settembre il quartiere di Librinoha vissuto una giornata di festa

all'insegna del rugby. Nello scenario,purtroppo semiabbandonato, dellapiazza dell'Elefante, la squadra dei bri-ganti rugby Librino ha presentato allastampa ed ai suoi tifosi e sostenitori ilproprio programma per la stagionealle porte. Mentre la piazza si animavacon mini tornei di rugby touch delCatania Rugby Fest che hanno coin-volto i tesserati ed i ragazzini del quar-tiere, il presidente della società sporti-va Stefano Curcuruto interveniva sot-tolineando che per il secondo annoconsecutivo i briganti parteciperannoal campionato nazionale di serie C dirugby. "Il nostro intento - sostieneCurcuruto - è proprio quello di costrui-re un approdo agonistico per i giovanidel quartiere che stanno partecipandoai campionati giovanili con la magliadei briganti rugby. Ragazzi che, pro-prio come oggi pomeriggio, incontria-mo negli spazi aperti di un quartiereche poco o nulla è in grado di offrire aisuoi residenti."

La squadra di serie C dei briganti èun vero e proprio melting pot di ragaz-zi con discreta esperienza di gioco eragazzi che si approcciano al rugby dapochissimo. Umberto Bonaccorsi,coordinatore del settore tecnico dellasquadra, è convinto che la prossimastagione riserverà grandi soddisfazioniai briganti. "In effetti, la squadra èancora un cantiere aperto, ma questa èuna proiezione delle intenzioni dellasocietà che lascia la porta aperta a

chiunque voglia condividere il nostroprogetto che è sportivo ma anche esoprattutto sociale; in ogni caso siparte con un anno di esperienza allespalle e con tanti giovani e meno gio-vani che vogliono divertire e divertirsiin un modo intelligente e partecipati-vo. Da questo punto di vista il nostrocampionato è già vinto ancor prima dicominciare a giocare."

Purtroppo le partite in casa nonpotranno essere giocate - almeno per iprimi mesi di campionato - nella casadel rugby cittadino, il S. M. Goretti."Proprio così - precisa Piero Mancuso,responsabile del settore giovanile deibriganti - il manto del Goretti è in rifa-cimento, per l'ennesima volta, e questoci costringerà ad emigrare a Nicolosiper giocare le partite "in casa" di cam-pionato. Lì saremo ospiti della societàSan Gregorio Catania che, ancora unavolta, ci ha dimostrato con i fatti ami-cizia e spirito di collaborazione. Ma ilproblema campi riguarda anche le gio-vanili e gli allenamenti della primasquadra. In questa fase di penuria diimpianti, la serie C si allena a SanGregorio, mentre le giovanili farannola spola con San Giovanni Galermo,dove la cooperativa Prospettiva ciospita nel proprio campetto; il comunedi Catania ci aveva offerto per i picco-li una soluzione temporanea, maabbiamo preferito risparmiare le spesedel campo accettando l'invito dellacooperativa con l'auspicio di inserireanche i loro ragazzi nelle nostre atti-vità.

Naturalmente questa è una condi-zione di transitorietà, poiché siamo inattesa che si risolva la questione lega-ta alla riapertura del campetto dell'im-

I BRIGANTI DI LIBRINO

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pianto San Teodoro, qui nel quartieredove lavoriamo e dove vorremmo tor-nare in pianta stabile. Il San Teodoro èstato dato in gestione al calcio Cataniache aprirà una scuola calcio per bam-bini, ma secondo quanto discusso conil dirigente Lo Monaco, l'assessoreScalia, e la presidente di municipalitàGioia, dovrebbero essere concessi deiturni anche al rugby dei briganti,Sarebbe proprio una beffa perdere lapossibilità di utilizzare quell'impiantoper il quale ci battiamo da quandoabbiamo costituito la società e che havisto muovere i primi passi rugbisticiai ragazzini del quartiere!"

In effetti, come dimenticare che ibriganti portano in giro per la Sicilia laparte sana di Librino, dove si sonoconquistati il rispetto e la stima di tuttii loro avversari per la correttezza incampo e per la grande accoglienza cheviene riservata alle squadre ospiti,capovolgendo con il loro modo divivere lo sport la visione negativa che

spesso viene associata a questo diffici-le quartiere di periferia.

Ma adesso la parola passa al campodi gioco: l'11 ottobre parte il campio-nato di serie C e la settimana seguenteinizia la stagione dei piccoli briganti,per ogni informazione www.ibriganti-rugbylibrino.it/