Iboo magazine luglio- agosto 2014

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n° 34 Luglio Agosto 2014 periodico free press FASHION BLOGGER Interviste a Negin Mirsalehi, Federica Piccinini e Erika Barbato DESIGN Marco Goffi PEOPLE La stilista Francesca Liberatore si racconta TRAVEL Anguilla Romantica, Repubblica Dominicana FILIPPO MAGNINI foto di HEAD SWIMMING

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n° 34 Luglio Agosto 2014 periodico free press

FASHION BLOGGERInterviste a Negin Mirsalehi, Federica Piccinini e Erika Barbato

DESIGNMarco Goffi

PEOPLELa stilista Francesca Liberatore si racconta

TRAVELAnguilla Romantica,Repubblica Dominicana

FILIPPO MAGNINI fo

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dai la giusta visibilità alla tuaazienda

Life StyleFashionBeautyPeople

ArtDesign

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“Un pessimista vede la difficoltà in ogni opportunità;un ottimista vede l'opportunitàin ogni difficoltà.”Winston Churchill

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53 ALBERTO PREMI AL “PASSO” CON LA MODA

DISCHI E LIBRI

IL PRINCIPE DEL NUOTO FILIPPO MAGNINI

DANZA E MODA SI INCONTRANO

RAPPORTO NUORA SUOCERA

FRANCESCA LIBERATORE TRA SOGNI E REALTÁ

HEY SHOES

DUE CHIACCHIERE CON NEGIN MIRSALEHI

ARTE & CULTURA

ANGUILLA ROMANTICA

MARCO GOFFI DESIGN

LA BLOGGER ERIKA BARBATO

IL MONDO IN PILLOLE

FEDERICA PICCININI DI SWEET AS A CANDY

BEAUTY

REPUBBLICA DOMINICANA

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La redazione che lavora, pre-sa dallo stress per chiudere e finire questo numero: c’è chi termina l’impaginato e chi cerca le ultime notizie da inserire al volo. Alla fine il bello del lavoro è proprio

questo, il prodotto finito che esce dall’immaginazione e si fissa sulla carta come un pass per andare in vacanza. Quella vacanza cosi ago-gnata da tutti, un lusso concesso a pochi e ben venga anche lo stress da vacanza, purché da vacanza sia.

VIRGINIA CIMINA’EDITORIALE

DIRETTORE RESPONSABILEVirginia Ciminà

HANNO COLLABORATOMartina Di Donato

Chiara GalloFrancesca LoriVirginia MaloniRiccardo Sada

EDITOREDiamond Media Group s.r.l.

Via C. Levi, 1 Sant’Omero (TE)Tel. 0861 887405

[email protected]

IBOO MAGAZINEÈ una testata registrata presso

il Tribunale di Teramoal n.546 del 08/11/2005

GRAFICADiamond Media Group s.r.l.

STAMPAArti Grafiche Picene s.r.l.

PUBBLICITA’[email protected]

SITO WEBwww.iboomagazine.com

FACEBOOKIboo Magazine Italia

RESPONSABILE TRATTAMEN-TO DATI Dlgs 196/03

Virginia Ciminà

Riservato ogni diritto e uso.

Vietata la riproduzione anche parziale

Noi siamo ancora qua

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ALBERTO PREMIStilista emergente del made in Italy, ci rivela il suo le-game profondo con la moda e la tradizione manifatturiera

CHIARA GALLO

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Classe 1992 Al-berto Premi na-sce a Brescia e la passione per calzature ce l’ha già nel san-gue. Il padre

infatti, stilista da oltre trent’anni, instilla in lui la curiosità, l’interes-se e l’amore per la professione. Dopo il conseguimento della lau-rea in stilismo tecnologico pres-so l’istituto ITS Machina Lonati, si dedica allo sviluppo di un’idea e di un brand in grado di fondere insieme moda, sport e arte, set-tori cardine nella sua vita per-sonale lavorativa. L’esperienza insegna e Alberto fa tesoro di tutto ciò che le sue passioni gli trasmettono: dai movimenti pla-stici della scultura berniniana, al vigore della pittura di Delacroix e perché no al ritmo di Marinetti. Cultura e fantasia danno origine alle bozze iniziali, le quali vedono la nascita della prima collezione hand made, accolta con entu-siasmo da numero crescente di boutique. Ed proprio sull’onda di tale successo che viene lanciata la seconda collezione, proposta in seguito al concorso “Who is on Next”, tenutosi nella prestigio-sa location di Palazzo Pitti e del quale è stato proclamato vinci-tore per gli accessori Conoscia-mo dunque meglio questo gio-vane talento. .

Le calzature che produci sono frutto della tua creatività e della tua intraprendenza, tuttavia, se potessi avere dei consigli da uno stilista che ammiri molto, chi sa-rebbe e cosa gli chiederesti?Ho avuto la fortuna di lavorare a stretto contatto con uno stilista che ammiro molto, mio padre, quindi ho già la risposta a tutte le domande del caso. Non ho mai avuto un vero e proprio sti-lista preferito al quale sognavo di porre delle domande, ciò che voglio veramente è cercare di importare una visione personale del per comunicare le mie emo-zioni attraverso il prodotto finale.

Com’è nata l’idea del design di calzature personalizzate?L’obbiettivo che mi sono prefis-

sato é quello di creare articoli di nicchia, volti a colpire una ristretta fascia di mercato. Per far sì che questo avvenga devo proporre qualcosa di innovativo sotto tutti i punti di vista siccome i miei competitor sono brand fa-mosi all’interno del panorama mondiale della moda. Da qui l’iniziativa di personalizzare tutti i materiali coinvolti per la creazio-ne della calzatura.

Il colore acceso ha un ruolo fondamentale nei tuoi lavori. Si tratta di prodotti che attraggono una clientela giovane, diciamo under 30, o una più adulta? Il mio prodotto è finalizzato a col-pire un appassionato di moda, chiunque voglia distinguersi dal-la massa e che abbia personalità ed estro da indossare un deter-minato tipo di calzatura. Non ho quindi un target definito di età poiché penso che tutti siano libe-ri di dimostrare la propria identità attraverso immagine che danno di sé.

Quali principi segui quando dai forma alle tue creazioni?Il principio a cui tutto il mio lavoro si attiene è quello della destruttu-rizzazione. Voglio destrutturare, ovvero prendere il passato, fran-tumarlo e creare dalla cenere con la cenere. Questo è “AP”.

In cosa si distingue il tuo mar-chio?Il marchio ha un’identità ben pre-cisa e potente, tangibile già dal logo: un diamante. Parliamo di un materiale pressoché indistrut-

tibile, sinonimo di legami forti e viscerali, come quelli tra classico e moderno, tra futurismo e sport wear. Il brand è indubbiamente basato sulla freschezza. Infatti, c’è un’immagine che riassume la duttilità e la qualità visionaria dello stilista. Proprio il diamante, come un occhio segmentato, danza da un oggetto ad un al-tro, da un colore ad un altro, da un’idea al futuro, con connatu-rata e scintillante passione.

È dura reggere il peso imprendi-toriale che la diffusione del pro-dotto comporta? Qual è la parte che più ti crea difficoltà? Si è abbastanza dura. La parte che mi crea maggiore difficoltà è la mancanza di manodopera, fondamentale per creare un pro-dotto hand made come il mio.

Ora passiamo all’esperienza Pitti. Quali sono le tue impressioni di Who’s on next?È stata l’esperienza più emozio-nante e significativa della mia vita, ho avuto l’occasione di far conoscere il mio brand all’inter-no di una delle fiere più impor-tanti del settore. Inoltre ho rice-vuto numerosi contatti e molta visibilità a livello mediatico.

Con quest’ultimo successo quali progetti e aspettative hai per il prossimo futuro?Spero che il mio Brand si affermi nel panorama mondiale e in fu-turo vorrei ampliare la mia colle-zione inserendo anche la donna.

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FRANCESCA LIBERATORECollezione A/w 2014-2015

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Sei una giovane e af-fermata designer nel mondo della moda. Come è iniziato tut-to?Da sempre adora-vo disegnare vestiti.

Non sono mai stata una ossessio-nata dalla moda o dalle riviste di moda anzi il contrario. Disegnare vestiti era il mio passatempo pre-ferito, da quando molto piccola guardavo i cartoni animati tipo Lady Oscar e ne disegnavo le uniformi riprendendone e rein-ventandone decorazione e tex-ture. Finito il liceo classico supe-ro la selezione alla Central Saint Martins a Londra e da li inizia poi tutto il percorso.

Hai vinto il IL DHL exported, un concorso mondiale per stilisti che abbiano almeno 7 anni di collezioni alle spalle giudicati da una giuria internazionale. Il con-corso dava la possibilità ai vinci-

tori di presentare le loro creazioni in una delle passerelle mondiali ( Tokyo, New York, Milano, Parigi). Come mai hai scelto New York?A partecipare al concorso era-vamo oltre 150 stilisti, tra cui molti italiani ben noti, giudicati da una giuria internazionale. L’occasio-ne era irripetibile, super ambita da tutti, e New York la più com-petitiva e immaginavo inarriva-bile. Ma tutto mi era stato offer-to dal destino sul famoso piatto d’argento. Dissi che a 30 anni avrei fatto l’ulteriore salto; dis-si che la prima volta che avessi messo piede a NY sarebbe sta-to per il mio lavoro e in maniera imponente e così è stato. A 30 anni metto piede nella capitale del ready-to-wear da vincitrice supportata dai professionisti che hanno avuto la lungimiranza di dare questa possibilità al talento scelto. In questo concorso sono stata felice ed onorata per due motivi: il primo perché giudicata

da una commissione americana oltre alla mondiale super partes, l’altro per essere arrivata in fina-le con un numero uno oltre che amico, che stimo e rispetto uma-namente e professionalmente.

Nelle tue collezioni spazi da abi-ti con drappeggi, pieghe e tagli geometrici, alle maxi t shirt, alla fish -couture e ai tessuti rigati del mondo arabo. C’è un filo con-duttore che fa da linea guida alle tue collezioni?Le ispirazioni arrivano tutte dal mio vivere, spesse volte e sem-pre ‘casualmente’ al momento giusto mi imbatto in input visivi che catturano il mio occhio ri-spetto tutto il resto e che appro-fondisco: spettacoli, film, libri con immagini, mostre, peculiarità du-rante i viaggi o atmosfere, o input sonori spesse volte. Le persone che mi sono accanto catturano l’intera storia ed esperienza che racconto, chi osserva esterna-

CON UN PASSATO NELLE MAISON JEAN PAUL GAULTIER E VIKTOR&ROLF, LA STILISTA ROMANA FRANCESCA LIBERATORE, A SOLI 30 ANNI, HA

PORTATO SULLA PRESTIGIOSA PASSERELLA DELLA FASHION WEEK DI NEW YORK LE SUE

STRAORDINARIE CREAZIONI

Il talento e l’impegno ripagano sempre. Francesca Liberatore ne è la dimostrazio-ne. Una vita piena di impegni la sua che l’ha portata a girare il mondo in largo e in lungo. Prima a Londra per studiare al Central Saint Martins e poi per lavoro districandosi tra Roma, Milano e Parigi senza tralasciare i viaggi di piacere, fondamentali per le sue ispirazioni. Francesca oltre ad essere un’affermata stili-sta, è anche Docente di moda all’Accademia di Belle Arti di Brera, allo IED e al NABA di Milano e, responsabile del Fashion Project Moulin Rouge, il famoso locale parigino. Vanta all’attivo la vittoria di “Next Generation”nel 2009, il

concorso promosso dalla Camera Nazionale della Moda Italiana.

MARTINA DI DONATOVIRGINIA CIMINÁ

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mente riconosce il mio stile nelle modalità esecutive e nell’atten-zione a particolari elementi.

Qual è la donna alla quale si ri-volgono le tue creazioni? Raffinata che sappia portare ciò che indossa valorizzandolo e venendone valorizzata; attenta che sappia guardare e capire; peculiare nelle selezioni, grazie alla sua esperienza di cittadina del mondo; atemporale e sem-pre contemporanea e adatta; decisa che di continuo sceglie la sua volontà e ovviamente unica.

C’è un’icona a cui ti ispiri e che vorresti vestire?Adoro Gweneth Paltrow ma ov-viamente adorerei un giorno ve-stire le donne già vestite dai miei maestri.

Com’è stato lavorare accanto a Jean Paul Gaultier e Viktor&Rolf? Come lavorano i colossi della moda?L’esperienza più importante e formativa ed entusiasmante ed unica che un giovane possa avere. Ho imparato l’importanza di realizzarsi, quanto le persone al top possano dare, insegnare e protendere al confronto cre-ativo, rivelandosi grandi e asso-luti maestri, e quanto quelle in-termedie possano essere basse e insoddisfatte. E grazie al mio background, al mio percorso, al

mio attuale lavoro di stilista, di-rettrice creativa e docente, oggi sono ancora più convinta che in un mondo di raccomandazioni, espedienti , il bravissimo ce la faccia sempre perché di un altro livello… Ricordo la naturalezza di tutto:ad Amsterdam, i pranzi con Viktor&Rolf e i loro cagnetti, le ricerche nella biblioteca della città, l’arrivo della principessa olandese. E a Parigi da Jean Paul Gaultier, il maestro assoluto, il genio in continuo macchinare, i fittings, le stars, gli oggetti che collezionava, oltre a galettes e pastamandorle.

Parlaci della tua prossima colle-zioneIl tutto resta ancora top secret...come al solito tutto è partito dopo lo shock della prima imma-gine...forte realistica che si apre ad un’immaginazione consape-vole. Inoltre subito dopo ho avu-to il piacere di conoscere e di la-vorare con Ermal Meta musicista, autore, compositore fuori dagli schemi che sta creando l’appo-sita colonna sonora dello show di New York. Un poliedrico con un’autentica capacità di recepi-re le mie immagini e trasformare la composizione in un’atmosfera aleatoria con richiami azzeccati e terreni... che daranno il giusto completamento allo show.

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16 DESIGN

Nella sua carriera ha avuto la possi-bilità di viaggiare molto, dall’Asia all’America, ac-quisendo man mano un baga-

glio lavorativo spiccato e impor-tante. Marco Goffi inzia a unire pragmatismo e creatività fin da-gli anni dell’università, riuscendo, dopo un’esperienza quindicinale all’estero, a fondare un suo stu-dio in Italia. Vince numerosi pre-mi in tutto il mondo, rispondendo alla richiesta tecnica ed artistica del pubblico, attraverso uno stu-dio apprpfondito ed un’attenta cura al dettaglio. Specializzato su diversi fronti dell’interior de-sign, oggi Goffi affronta la sfida dell’ambiente culinario grazie al progetto GALANTE, applican-do la stessa curiosità e dedizio-ne utlizzata nell’arco della sua esperienza professionale. Iboo Magazine ha deciso di dare ai suoi lettori un quadro completo

MARCO GOFFITra design e pragmatismoCHIARA GALLO

dell’archietto milanese.

Prima di tutto ci parli di lei. Quale è stato il suo percorso professio-nale? La passione per l’architettura e le arti ‘plastiche’ in genere ri-sale ai primi anni ‘90, quando frequentavo l’università presso il Politecnico di Milano e in segui-to all’esperienza al Politecnico di Pomona a Los Angeles. Con le esperienze lavorative è maturata una naturale propensione verso gli interni ed il design degli og-getti di uso comune. Se dovessi ricondurre ad una data precisa penso al dicembre 1996, quan-do rientrai in Italia dopo un’esal-tante esperienza professionale in Asia.

Nel suo campo lavorativo quali sono state le difficoltà maggiori? Le difficoltà maggiori con le quali mi sono dovuto confrontare sono state legate all’apprendimento sul campo di nozioni solo super-

ficialmente affrontate durante il percorso di studi. In un secondo momento, ho dovuto affrontare alcuni problemi relativi al sod-disfacimento di esigenze tecni-co-prestazionali del progetto, che si trattasse di un edificio o di un pezzo di product design. Si doveva venire incontro ad inter-locutori differenti, ma che richie-devano un eguale livello di prag-matismo.Nella attuale fase lavorativa più che di difficoltà preferisco parla-re di ‘logorio’ dovuto all’autopro-duzione costante di entusiasmo, che come è facilmente imma-ginabile, se generato anche dal mondo esterno dà ben altri be-nefici costruttivi.

Ci parli delle sue prime esperien-ze nel campo del design? Quali sono state le più significative? Ricordo sempre con entusiasmo una delle mie prime esposizio-ni pubbliche in occasione di un evento collaterale al Salone del

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Mobile del 2000: fui invitato ad una mostra d’arte collettiva de-nominata ‘HOUSE sweet HOME’, esposizione che si poneva l’o-biettivo di investigare quel ‘qual-cosa’ che in ognuno di noi per-mette di trasformare la ‘casa’ in ‘abitazione’. Ho partecipato con una composizione libera chia-mata APEIRON, la quale pote-va essere manipolata a piacere dal visitatore, in questo modo ognuno era in grado di esprime-re il proprio equilibrio di ‘forma’ e ‘senso’ di casa.In seguito, ogni esperienza pro-fessionale mi ha portato a con-tatto con persone dalle quali ho sempre cercato di attingere pillole di ‘sapere’, da quella più prestigiosa a quella meno ‘bla-sonata’, nel tentativo di un reci-proco scambio, tutte interazioni fondamentali e altresì necessarie per la mia fame di conoscenza. Il valore di ogni attività è indissolu-bilmente legato al periodo della vita in cui essa è stata vissuta, così può succedere che un’esperien-za di cantiere abbia arricchisca come il confronto con una star del design internazionale. Un ‘visionario’ che ho avuto la fortuna di incontrare e con cui mi sono confrontato, lavorati-vamente parlando, nel recente passato è Giulio Cappellini, del quale ho apprezzato sensibilità al progetto e ricerca della sua interdisciplinarità.Arte e Design nelle sue opere si incontrano armoniosamente. Come è arrivato a questa unio-ne? Il mio approccio al progetto ha un’identità articolata, a volte esclusivamente artistica, altre volte più orientata alla risoluzione tecnica, altre volte ancora come

spesso accade l’approccio è a cavallo di entrambe le attitudini, in ogni caso sempre orientato al soddisfacimento della richiesta. All’interno del panorama del pro-duct-design e più in generale del design degli interni, l’attenzione progettuale non ha mai privile-giato un settore ‘merceologico’; ciò che eccita maggiormente la mia curiosità è la complessità della richiesta a cui il progetto di design deve dare una risposta.

La sua filosofia creativa prende spunto da designer del passa-to? C’è qualcuno nel panorama attuale che ammira in particolar modo? Per me la ‘filosofia progettuale’ è strettamente legata al mondo dei sensi, piattaforma in cui la creatività è costantemente sti-molata dalle emozioni. Un luogo in cui il tratto diventa la possibile traduzione di un’idea, ambiente infine, dove grazie al know-how e alla familiarità con le più re-centi innovazioni tecnologiche il pensiero cambia di stato mutan-do in oggetto fisico.Non ho un solo modello di rife-rimento per lo svolgimento del mio lavoro, ogni percorso pro-fessionale mi incuriosisce, non esclusivamente per i risultati for-mali che raggiunge, ma anche per la genesi e le mutazioni che subisce dalla fase di concetto fino alla traduzione in concreto. In generale attirano la mia at-tenzione tutti quei progettisti che fanno del ‘dettaglio’ l’argomen-to necessario alla descrizione della propria poetica. Un po’ per formazione e un po’ per le esperienze lavorative svilp-pate nel tempo, ho avuto modo di entrare in contatto ed apprez-

zare il lavoro di molti designer di fama internazionale, quelli che tuttavia riescono sempre a sor-prendermi sono Ron Arad e Ross Lovegrove per il loro approccio ‘scultoreo’ al progetto.

Una delle sue creazioni più signi-ficative, il concept N.E.O., ha alle spalle una ricerca ed uno studio complesso. Potrebbe descriver-celo? N.E.O., acronimo di Natural Evolving Object, è il manifesto di un nuovo materiale concepi-to da me con il supporto tecni-co-scientifico dell’italiana ALPAS S.r.l., operante nel settore chimi-co a livello internazionale. An-drew Saba, visionario A.D. dell’a-zienda, bussò alla mia porta nel maggio 2011 chiedendomi di sviluppare un nuovo composito orientato principalmente al mon-do del design. N.E.O. è il concept di una sedu-ta multipla destinata agli spazi pubblici, ma dal punto di vista tecnico è un innovativo polime-ro termoindurente (denominato LYKOR®) prestazionale in termini di resistenza meccanica, ripro-ducibilità seriale (grazie all’uti-lizzo di tecnologie ‘basic’ per lo stampaggio), sostenibilità (il 50% deriva da risorse naturali rinnova-bili) e costi di produzione (sono limitate le lavorazioni di finitura). LYKOR® è stato insignito in Ger-mania dell’iF design award 2013 nella categoria Ricerca & Svilup-po/nuovi materiali e oggi è com-mercializzato nella versione stan-dard in nove varianti colore e tre tipi di finiture.Professionalmente parlando l’esperienza di LYKOR® è stata molto stimolante, e unica quasi quanto l’eccezionalità del fatto

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che un designer concepisca e sviluppi in prima persona un nuo-vo materiale. Una grande possi-bilità che mi ha permesso di met-tere a disposizione di un settore industriale l’esperienza maturata nel mio settore, una soddisfazio-ne gratificante perché vissuta in una fase pre-design, quando vengono definiti gli strumenti del progetto, i materiali. E’ sta-to come entrare in una sorta di ‘proscenio’ in cui studio e ricerca anticipano il momento proget-tuale.

Crede che il rapporto tra cultura, moda e design si approfondirà ulteriormente in futuro, o prevede una rottura ad un certo punto? Non ho una competenza specifi-ca ed un bagaglio culturale tale per poter sostenere una disser-tazione sul tema, penso tuttavia che il gradiente di interdisciplina-rità fra il design e i mondi com-plementari (moda, arte, musica, ecc.) sia vitale per evitare l’aridi-tà e l’autoreferenzialità. Un secondo elemento di equi-librio e allo stesso tempo di so-pravvivenza del rapporto fra design ed altre ‘discipline’ è ov-viamente l’interlocutore, cioè colui che ‘usa’ il design, il consu-matore con i propri bisogni. Cre-do che il pubblico continuerà a chiedere tali contaminazioni solo se chi ‘crea’ design avrà anche come obiettivo la sua educazio-ne e manterrà viva l’abitudine a tale confronto.

C’è una location o uno spazio espositivo in particolare all’inter-no del quale vorrebbe presenta-re i suoi lavori? Non ho mai pensato ad uno spazio espositivo in particolare, né ad una sua specifica identi-tà, potrebbe essere sia privato che pubblico senza preferenze, anche se devo ammettere che questa seconda destinazione la trovo più affascinante. In gene-rale, parlando di un’esposizione in cui il libero fruitore viene a con-tatto con il mio lavoro, la cosa che mi dà maggior soddisfazio-ne consiste nella sua prima rea-zione: se lo spettatore invece di ritrarsi fa un passo verso l’ogget-

to, significa che in lui è scattata la molla della curiosità, l’ogget-to non gli risulta inconsciamente ostile, se poi tenta addirittura di toccarlo è l’apoteosi.

Nel prossimo futuro ci sono pro-getti di cui vorrebbe raccontarci qualcosa? Un progetto che mi sta entusia-smando particolarmente e di imminente pubblicazione è nato di recente grazie alla collabora-zione con lo chef stellato Tom-maso Arrigoni. Qualche mese fa, in seguito al coinvolgimento richiestomi dall’azienda ALPAS S.r.l., dovevo dare forma fisica ad un oggetto che enfatizzasse il nuovo materiale generato da nanotecnologie, è nato così il progetto GALANTE.L’idea è scaturita dall’analisi de-gli elementi a contorno del pro-getto: dalla natura del materiale alla base della ricerca, ovvero la barbabietola da zucchero, par-tendo dalla sua origine alimen-tare e dalla sua rigenerazione in una forma fisica la quale privile-gia la bidimensionalità delle ‘fi-bre intessute’. Non essendo que-sto uno dei miei abituali settori di lavoro, fin dalla fase concettuale ho coinvolto nel progetto uno chef professionista, che oltre ad indicazioni funzionali e pratiche legate al ‘ciclo d’uso’ del pro-dotto, ha avuto il ruolo fonda-mentale di ‘collaudatore’ del design. Ecco allora lo sviluppo di ‘Good Fellow’, la prima applica-zione sperimentale del proget-to, e GALANTE che da prodotto pensato per il mercato è diven-tato anche il punto di partenza di un concept orientato all’arte culinaria, il quale racconterà un ‘modo altro’ di consumare il pa-sto ogni volta che incontrerà l’e-stro di un grande chef.

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foto di HEAD SWIMMING

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I 100 METRI DI SUPERPIPPO

Il re dei 100 metri, Filippo Magnini, racconta di sé e della sua più grande passione: il nuoto. E ai

giovani consiglia: “Bisogna credere in se stessi ed avere una passione smisurata”.

MARTINA DI DONATO

21SPORT

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Filippo Magnini, nato a Pesaro nel 1982, di suc-cessi nell’acqua ne ha visti tanti. Nel suo ba-gaglio vanta due titoli mondiali e 15 europei. Filippo, grinta da cam-

pione e sguardo serioso, come ogni atleta, vive una vita di sacri-fici per amore dello sport e nuota fino al suo obiettivo: la vittoria. L’acqua sembra essere il suo sol-lievo, come dice in un tweet del 18 luglio: “Nessun rumore, nessun pensiero, nessuna fretta… Quan-to è bello lasciarsi cullare dall’ac-qua”. E’ un veterano del podio e anche del gossip a cui però non si è ancora abituato, e che spes-so lo infastidisce. Non solo sport per Filippo, nel 2008 è stato l’in-viato del programma tv di Rai 2 condotto da Simona Ventura “L’isola dei famosi”. Filippo Magnini, Magno come lo chiamano nello spogliatoio, è attivo anche in campo umanita-rio. Questo lascia trasparire una bontà ed una dolcezza che for-se a primo impatto non vengono percepiti.

Nell’arco della tua carriera hai partecipato a molte gare e hai avuto molti successi, quale ricor-di con più gioia?Senza dubbio quando per la pri-ma volta sono diventato Cam-pione del Mondo. Devo dire però che anche quando abbia-mo vinto il bronzo con la staffetta alle Olimpiadi è stato indimenti-cabile. È stato molto bello con-dividere la gioia con i miei com-pagni.

Sei un esempio per molti giovani, in particolare i giovani appassio-nati di nuoto. Cosa senti di dire a chi vorrebbe intraprendere la carriera agonistica?Che bisogna credere in se stessi e avere una smisurata passione.

Purtroppo non esistono scorcia-toie. L’unica strada da seguire è quella dell’impegno e della costanza nel lavoro quotidiano. Ovviamente il talento quando c’è aiuta ma da solo non è mai sufficiente, bisogna avere quella che in gergo sportivo viene chia-mata ‘fame’.

Durante una gara c’è bisogno di molta concentrazione, solita-mente come raccogli la tua at-tenzione? C’è un rito che compi prima delle gare?Non ho un rito particolare, tento di focalizzarmi interamente sul-la prestazione e dare il 110% sin dal primo istante. Sicuramente l’esperienza aiuta a concentrarsi perché non ti fa sentire la pressio-ne che magari le prime volte un pochino ti penalizzava.

Si vocifera che le Olimpiadi di Rio coincidano con il tuo finale di carriera. E’ vero?Oh mamma messa così mi viene un po’ di angoscia. Se terminerò la carriera dopo Rio ancora non lo so è chiaro che gli anni pas-sano per tutti e per stare ad alti livelli ci è bisogno di una mole di lavoro importante che comporta fatica e sacrificio. Intanto stiamo a vedere se i giovani riusciranno a sbarazzarsi facilmente di que-sto “Vecchietto”... non ne sono così sicuro.

Sei spesso oggetto di gossip. Questo ti infastidisce o ti fa pia-cere?In certi casi quando è troppo in-vasivo il gossip da un po’ fastidio. Uno impara a convivere con la notorietà cercando sempre di essere il più disponibile possibile con tutti ma troppo spesso le per-sone dimenticano che sono un ragazzo normale che ha anche voglia di vivere privatamente al-cuni aspetti della propria vita.

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NE

GI

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IR

SA

LE

HI

Spopola sul web con

oltre un milione di followers su

Facebook e Instagram. Il suo fashion

blog è stato premiato al

Fashion Blogger Awards 2014 di Berlino come il

blog più promettente

dell’anno

25VITA DA BLOGGER

www.neginmirsalehi.com

FRANCESCA LORI

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Olandese di nascita Negin Mirsalehi a soli 25 anni è un’i-cona di stile. La bellezza e la sua semplicità sono alla base del suo successo. Propone outfit semplici ed originali ma sempre al passo con le ultime tendenze.

Quando hai iniziato questa avventura?Tutto iniziò un anno e mezzo fa! dopo essermi laureata in Marketing ho voluto mettere alla prova le mie com-petenze nel mondo che più mi appassiona : quello del-la moda. Così ho creato un mio account di Instagram, che è cresciuto incredibilmente. Successivamente ho realizzato che aprire un blog doveva essere il mio prossi-mo grande passo. C’ho provato e ora sto condividendo ogni giorno le mie esperienze nel mondo della moda, nel beauty e lifestyle. Sono veramente grata che posso fare della mia passione un lavoro, e vivere di essa!

Parlaci un po’ di te. Quanti anni hai? Sei fidanzata o spo-sata? Ho 25 anni, e questo mese sono 8 anni che sto insieme al mio ragazzo Maurits. Oltre alla mia più gran-de passione, il blogging, la salute è la chiave della mia vita. Vado in palestra tutti i giorni per allenar-mi e fare esercizi di “Body Combat” . Naturalmente frutta e verdura non possono mancare nella mia lista giornaliera. Inoltre, la mia famiglia e gli amici sono molto importanti. Infatti dopo una giornata di lavoro, mi piace cenare o passare una serata piacevole insieme a loro e al mio ragazzo.

neginmirsalehi.com è un blog trasversale dove si parla di moda, bellezza e lifestyle. Quali sono i temi che approfondisci quotidianamente?Beh, la moda è stata il mio più grande amore fin dalla nascita del blog. Ma dal momento che l’ispirazione è ovunque, ho esplorato e preso spunto da altre cose legate alla moda, come la bellezza. Mi piacerebbe continuare a crescere nel mondo del make-up e diventare un esperta di bellezza. Infatti moda e bellezza sono due mondi che viaggiano insieme. Oltre a questo, la cosa che mi affascina di più di questa carriera di blogging, è che ho la possibilità di viaggiare, di girare il mondo per lavoro e visitare luoghi meravigliosi e incontrare tante persone stimolanti e piacevoli. Anche lo stile di vita è importante e mi aiuta a crescere durante le mie avventure. Collaborare con grandi nomi, come quelle marche mozzafiato di fascia alta come Chanel e Dior è un grande onore per me!.

Oltre alla moda, hai altre passioni?Attualmente sono alle prese con una cosa che mi sta veramente a cuore: la trasformazione del mio sito web. Dal momento in cui il blog era in continua crescita, sentivo l’esigenza di creare una nuova piattaforma Estendendolo e basandolo sullo stile di un magazine online che presto verrà pubblicato questo mese, quindi rimanete sintonizzati!

Hai vinto il premio “ IL PIU’ PROMETTENTE FASHION BLOG”. Raccontaci questa esperienzaMi sento davvero onorata di aver ricevuto questo premio. non me lo sarei mai immagi-nato. Per me è come la ciliegina sulla torta, considerando che nel mondo del blogging non si sa mai se questo lavoro possa diventare un business o solo un hobby… Sono super contenta che il duro lavoro mi abbia ripagato, permettendomi oggi di vivere il mio so-gno e vedere la gente che apprezza e segue le mie avventure. Inoltre, è un vero onore

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essere notata da un grande nome come Stylight!

Quanto ha inciso la tua bellezza nel tuo successo? Si può essere molto bella, ma è il comportamento che fa la differenza. Secondo me è il modo in cui ti poni che ti porta al successo e non la tua bellezza. Devi avere sempre rispetto per gli altri e lavorare sodo. Infatti sto lavorando duro. Bisogna essere motivati e aperti alle idee innovative, questo credo sia la chiave del successo. Non mollare mai, anche se la gente sarà sempre pronta a criticare.

Il tuo blog oramai produce grandi numeri, c’è qualcuno che ti dà una mano?Pochi mesi fa il mio ragazzo ha lasciato il lavoro per aiutarmi. Si prende cura della gestione del blog e funziona davvero. infatti continuiamo a crescere tanto da doverci avvalere di altri colla-boratori interni in modo da poter crescere sempre di più.

Ti è mai capitato di rifiutare collaborazioni con aziende famose? Collaboro solo con aziende che si adattano al mio stile, altrimenti mi sento costretta a rifiutare. Non voglio rinunciare alla estetica del mio blog che è molto apprezzata da parte dei miei fol-lowers.

Parlaci del tuo stile I contrasti mi affascinano, mi troverai sempre alla ricerca continua di look interessanti e con-trastanti. Mi piace la combinazione di abiti chic con elementi sportivi, o di marchi di fascia alta, come Dior e Chanel con marchi come Zara e H & M. Indossare pantaloncini con maglie lunghe flowy: sono combinazioni che uso nel mio look quotidiano. Il tutto contornato da preziosi acces-sori.

Quanta vita privata ci metti sul tuo blog?MI piace che il blog rimanga personale. I miei followers amano seguire la mia quotidia-nità. Mi piace condividere incontri familiari, dato che la famiglia è molto importan-te per me, come le foto della mia nipotina su Instagram. Ma d’altra parte voglio mantenere la loro privacy e la mia. È stata una mia decisione di fare del mio blog un’attività, non me l’ ha imposto nessuno tantomeno la mia famiglia. Viviamo tutti insieme, condividiamo le vacanze e parliamo di tutto, anche di soldi, ma tutto questo non lo troverete mai nel blog.

Quali sono i tuoi progetti a breve termine? E quelli a lungo termi-ne?Per intraprendere il mio percorso da blogger, fisso degli obiettivi e faccio in modo di realizzarli. Ho ancora tan-ti sogni. Sono del parere che, se i tuoi i sogni non ti spaventano, vuol dire che non sono grandi abba-stanza. I prossimi grandi passi mi mettono un po’ paura e spero che possano andare bene. In questo modo cerco di crescere e moti-varmi. A lungo termine, sto lavorando su diverse cose per ampliare la mia carriera da blogger così da poter ispirare molte persone!

27VITA DA BLOGGER

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Lei è Federica Piccinini e il suo blog è Sweet as a Candy. Qui potete tro-vare consigli di bellezza, ma anche suggerimenti in fatto di stile e di cura amorevole degli am-

bienti.

Ciao Federica, cosa ti ha spinto ad aprire un canale youtube e il blog Sweet as a Candy?Ho deciso di aprire Sweet as a Candy nel Gennaio del 2009 ispi-rata dai tanti blog americani che seguivo ormai da anni. Cercavo online qualcosa di simile anche in Italia ma difficilmente trovato un blog che sia visivamente che nei contenuti mi convincesse del tutto. Così un po’ per gioco e un po’ per sfida, decisi di aprirlo io. E’ nato dalla mia passione per la decorazione e l’interior design ma negli anni è cresciuto insieme a me diventando un blog di life style in generale dove condivi-do le mie passioni e la mia vita. Il canale youtube è nato solo in un secondo momento in quanto ho voluto aggiungere lo strumento video al classico post.

Perché sweet as a candy?Sweet as a Candy perché rac-chiude un po’ tutto il mio modo d’essere, il mio stile e il mio gusto in tutto ciò che mi circonda.

Parlaci del tuo primo video. Cos’è cambiato da allora?Tantissimo, sicuramente con il tempo ho preso sempre più con-

SWEET AS A CANDYMamma, moglie, blogger e fotografa FRANCESCA LORI

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fidenza con la telecamera e con il mondo di youtube anche se onestamente, continuo a sentir-mi sempre più una blogger.

Nei tuoi post parli scrivi anche di stile Shabby, come l’hai cono-sciuto e cos’è che ti attira di que-sto modo di arredare?Lo stile shabby chic mi ha conqui-stata qualche anno fa per il suo tocco romantico e provenzale. L’ho conosciuto grazie ai blog francesi e negli anni è diventato una vera moda anche in Italia. E’ stato un qualcosa che ha saputo far unire tantissime ragazze, blog-ger e non solo, che grazie a que-sta passione in comune si sono conosciute per scambiarsi idee, pareri e progetti di arredo. Io per prima grazie ai blog dedicati a questo stile, ho avuto la possibi-lità di conoscere virtualmente e personalmente diverse ragazze ed è fantastico quando Internet fa nascere anche delle amicizie vere.

Sei moglie e mamma. E tra qual-che mese mamma bis di due gemelle. Come riesci ad orga-nizzare il tuo lavoro con gli altri impegni?Bella domanda. A volte me lo chiedo anche io. Sicuramente ho la fortuna di poter gestire tut-to da casa e questo mi permet-te di organizzarmi la giornata in base alle esigenze del mio bim-bo. Gianmarco è ancora picco-lo ed ha bisogno delle mie atten-zioni quasi 24 ore su 24 ma riesco

comunque a ritagliarmi del tem-po per dedicarmi al blog, al mio shop online (www.fm-shop.it) e alla casa. La sera è il momento migliore per lavorare al compu-ter.Un’altra tappa importante è la tua nuova casa: quale approc-cio seguirai per la disposizione degli arredi e per la decorazio-ne?A differenza di ciò che si potreb-be pensare, non mi ispirerò più allo stile shabby chic. Sicuramen-te qualche mobile e qualche complemento shabby sarà pre-sente anche nella casa nuova perché ce lo portiamo in eredi-tà dalla nostra attuale casa, ma questa volta l’ispirazione è tutta nordica. Uno stile più moderno, più fresco e penso più adatto per un appartamento in città.

Che rapporto hai con i tuoi letto-ri?Un rapporto speciale di conti-nua condivisione e scambio. Per quanto mi è possibile cerco sem-pre di rispondere a tutti e quan-do mi capita, sempre più spes-so ormai, di essere fermata per strada, sono felicissima di poter dare un volto ad un nick e di rin-graziare personalmente per tutto l’affetto e la stima.

Progetti futuri?Sono tante le idee ed i proget-ti che vorrei realizzare per il mio blog ed il mio canale ma sicu-ramente molti di questi saranno rallentati dall’arrivo delle due

gemelle. I primi tempi si sa, sarò completamente assorbita dalle due piccole ma speriamo che pian pianino, come è stato con Gianmarco, riesca ad organiz-zarmi e tornare alla mia routine sul blog e sul canale.

29VITA DA BLOGGER

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32 MUSIC

“Soul Mining”The The(Sony Music)

Rimasterizzata agli Ab-bey Road Studios da Matt Johnson dei The The e con-fezionata in un box 12”, questa pubblicazione di-sponibile esclusivamente in vinile comprende una riproduzione autentica di quella del 1983 su vinile da 180 grammi, più un vinile di contenuti extra, versioni e remix alternativi. Il cofa-netto comprende anche un poster di note scritte da Johnson che descrivono in dettaglio la realizzazione dell’album.

“The Very Best Of”Rocco Granata(JE | Just Entertain-ment)

Sotto la licenza esclusiva della CNR Music Belgium NV, l’etichetta Just Enter-tainment mette le mani su questo best of di Roc-co Granata che consta di 22 brani storici che vanno da “Manuela” a “That’s Amore”, da “Oh Oh Rosi” a “L’Italiano” passando dalle più celebri “O Sarra-cino”, “Mamma”, dai me-dley “Volare”/“Come Pri-ma”/“Ciao Ciao Bambina” e “O Sole Mio”/“Arrivederci Roma”/“Non Dimenticar” sino a “Mambo Italiano” e “Marina” e tantissimi altri.

“Supalova Future Dj’s Tracking List”Joe T Vannelli(Level2 / Smilax)

La nuova compilation se-lezionata da Joe T Vannelli esplora tutti i territori inediti nell’universo della musica house. Sedici tracce che vedono protagonisti au-tentici Kings of House quali Maceo Plex, Mark Knight, Hot Since 82 e, natural-mente, Vannelli stesso e i suoi figli Dave e Andrea, questi ultimi presenti nella circostanza con il loro nuo-vo progetto Dynamic Duo. Non mancano personag-gi come Anja J, Ala Berth, Csilla e Mc Cody.

LA BUONA USCITA: SEGNALAZIONI DISCOGRAFICHE E LIBRARIE

RICCARDO SADA

I DISCHI

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33MUSIC

“Wanted On Voyage”George Ezra(Sony Music)

Il cantautore ventenne dalla profonda voce blues pubblica il suo album di debutto, contenente do-dici canzoni e ai primi po-sti delle classifiche in Ger-mania, Austria, Olanda, Belgio, Svizzera e Lussem-burgo. Nel disco non pote-vano assolutamente man-care “Budapest”, il brano che è diventato in Italia un clamoroso successo radiofonico, e il nuovo sin-golo “Cassy O’” già Top 30 nell’airplay.

“Surfplay”Francesco Fiorentino &Tommaso Lavizzari(VoloLibero)Un saggio per comprendere quanto una disciplina come il surf sia sfaccettata e di come si possa a pieno titolo oggi parlare di... “cultura surf”. Sport, musica ma anche grafica, cinema, ab-bigliamento sono gli ambiti in cui il surf ha un suo stile. La Surf Music, poi: nell’immaginario collettivo è identificata con i Beach Boys e gli anni ‘60, eppure si può già parlare di musica surf a cavallo tra gli anni Cinquanta e i Sessanta con la nascita della cultura californiana.

“Adrian Thaws”Tricky(False Idols / !K7 / Audioglobe)

Undicesimo studio album per uno dei personaggi più imprevedibili della mu-sica che spazia tra generi come l’hip hop e la hou-se music, il jazz e il blues, il rock e il reggae. Tutto, in-somma. Ma ciò che real-mente contraddistingue le sonorità di questo progetto è la preminenza della sua voce. Tricky è unico. Han-no collaborato Francesca Belmonte, Nneka, Tirzah, Blue Daisy, Oh Land, Bella Gotti e Mykki Blanco.

My Sweet BabyLarrick Ebanks(Drug Recordings)

Non un album ma un e.p., e comunque da segna-lare, il progetto da solista My Sweet Baby che con il progetto “My Sweet Baby” punta tutto su degli accor-di di piano d’atmosfera e degli arrangiamenti mol-to curati, senza contare l’aspetto melodico, molto elegante. Le influenze di artisti come George Mi-chael, Quincy Jones, Steve Windwood e Chaka Khan qui si sprecano. Soul con una classe unica.

IL LIBRO

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35PEOPLE

Dal 2011 realizzano scarpe su misu-ra personalizza-te partendo da semplici calzatu-re di tela bianca. Le grafiche sono

interamente disegnate a mano e realizzate mediante l’utilizzo di colori acrilici. Si procede con l’applicazione di un fissativo, infi-ne, che le rende impermeabili e resistenti all’acqua. Ad oggi HEY Graphic&shoes ha visto la crea-zione di oltre 100 grafiche diver-se! Parallelamente si realizzano illustrazioni su differenti materiali.

Quando è nata l’idea di HEY Graphic&shoes?Nell’estate del 2011 abbiamo iniziato per gioco. Volevamo ren-dere più divertenti e accattivanti un paio di semplici scarpe di tela, così abbiamo cominciato a de-corarle con l’uso dei colori acri-

stagione. Il nostro punto di forza è la qualità e il prezzo ragione-vole: partiamo da un minimo di 35 euro ad un massimo di 50, a seconda dell’impegno che ci richiede il tema. Siamo molto soddisfatti della quantità e della varietà di grafiche che abbiamo realizzato finora. Attualmente stiamo cercando di sviluppare nuove idee che si adattino per-fettamente alla forma della scar-pa, magari concentrando due soggetti in uno.

Che consiglio dareste ad un gio-vane che voglia intraprendere un percorso simile al vostro?Sicuramente di non incominciare un’attività tanto per occupare il tempo. Occorre essere convinti e metterci moltissimo impegno. Poi soprattutto consiglieremmo di tirare fuori la propria originali-tà, mai essere banali o copiare da altri.

CREATIVI CON LE SCARPEOscar Cauda e Valentina Mercol si sono messi in gioco inventandosi un nuovo lavoro

CHIARA GALLO

lici, utilizzando diversi temi ispirati principalmente ai miti dell’arte contemporanea, come Piet Mondrian, Keit Haring. In segui-to, quando, tramite passaparo-la, abbiamo iniziato a ricevere i primi ordini, abbiamo cercato di personalizzare le scarpe a secon-da di chi ce le commissionava. Ora i nostri lavori sono pensati, ideati e realizzati su concept ri-guardanti la persona stessa.

Quali difficoltà avete riscontrato nella vostra attività?La parte più difficile è sicuramen-te capire cosa vuole il cliente. Spesso chi viene da noi ha un’i-dea ma non sa come trasportar-la sul prodotto, in questo caso spetta a noi riadattare il tema, dialogando con il cliente, e que-sto può richiedere parecchio tempo. Un problema su cui ci siamo soffermati molto è stata la visibilità. Eravamo molto restii a pubblicare i nostri lavori su un eventuale sito internet o su fa-cebook, tuttavia il futuro è pro-prio sui social media, abbiamo quindi deciso di intraprendere anche noi questa strada, pur mantenendo il nostro ideale di fornire un bene di nicchia, fatto a mano. Un’altra difficoltà che abbiamo riscontrato è sulle par-tite di scarpe che compriamo, andando su commissione spesso non riusciamo a trovare sempre la stessa calzatura, allo stesso prezzo. Le difficoltà tecniche poi ovviamente ci sono state e ci sa-ranno anche in futuro, ma fa par-te della sfida in fondo.

Come procede la vostra attività ad oggi?Siccome lavoriamo su tela la maggior parte delle commis-sioni le riceviamo con la bella

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ERIKA BARBATOUna delle poche fashion blogger ancora con i piedi per terraMARTINA DI DONATO

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Erika Barbato è una gio-vane fashion blogger molto seguita. Quasi due anni fa è nata l’i-dea di aprire un blog dove poter condivide-re le sue passioni per la

moda, per la scrittura e per la fo-tografia. Da quel momento Erika ha preso il volo e in poco tem-po ha raggiunto uno strepitoso successo, forse merito di quella semplicità che la contraddistin-gue. Ha partecipato a kermes-se come Miss Italia e Sanremo; è stata testimonial del marchio “Bridal Collection” lanciato da Enzo Miccio; nel 2013 ha parteci-pato ad un progetto giornalistico come responsabile editoriale di un magazine. Oggi si destreggia tra il suo blog (“Erika Barbato”), i libri universitari, la moda ed il suo fidanzato, in attesa di realizzare i suoi progetti che sceglie di man-tenere segreti!

Come è nata l’idea di associare la scrittura con la moda?Diciamo che sono entrambi due passioni, e il modo migliore per unirle era l’apertura di un blog personale. Anche se sul mio sito non parlo solo moda ma di life-style in genere.

Nel suo blog mostri vari outfit che si rifanno a vari stili. Ne hai uno preferito?Uno preciso no, vesto in base alle occasioni, in base alla mia giornata. Mi sento a mio agio sia in un total look rock con jeans strappato che in uno più elegan-te con abitino e tacco alto.

Il tuo successo è stato abbastan-za repentino. Sei passata dall’es-sere una studentessa universita-ria amante della moda ad una fashion blogger molto seguita.Come ci si sente a realizzare un sogno?

Diciamo che sono ancora una studentessa universitaria che ha un blog. Non credo ancora di aver realizzato un sogno, ho un discreto seguito e va bene così, ogni cosa a suo tempo, in ogni caso ne sono felice e direi orgo-gliosa di quello che sto creando, da sola.

Qual è il tuo progetto per il futu-ro?La mia risposta è sempre la stes-sa: sono scaramantica, fin quan-do non vedo il progetto realizzar-si non svelo mai nulla.

Raccontaci l’esperienza che ha vissuto accanto ad Enzo Miccio nella presentazione del suo mar-chio “Bridal Collection”.Sono stata invitata come blog-ger alla sua personale sfilata, credo sia il re dell’eleganza in materia di abiti da sposa. Una sfilata delicata, sublime. Mi ha colpito molto.

Secondo te qual è il capo più in voga di questa estate?A me personalmente non fanno impazzire, ma credo gli stivaletti di Windsor Smith. In più i costumi in stampa etnica.

Credi che nel nostro paese ci siano dei giovani disposti a sa-crificare qualcosa per riuscire a realizzare un sogno?Beh sicuro, ho tanti esempi per-sonali intorno a me di giovani che fanno sacrifici e che si impe-gnano al massimo. Il problema è uno: le soddisfazioni poi non ven-gono dal nostro paese ma da fuori, io ci inizierei a riflettere.

Per una fashion blogger quanto è importante l’aspetto fisico?Non mi piace rispondere a que-sta domanda dicendo “E’ impor-tante”, passerei per un’esteta e non lo sono. C’è tanto dietro ad una persona oltre l’immagine, ma per un lavoro del genere non dico sia principale ma avere una bella presenza aiuta tanto.

39VITA DA BLOGGER

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41ARTE

Cosa c’è di più vero e realistico di un’immagine per mostrare il passato? Una volta lo si face-va attraverso la

pittura e la scultura, affidandosi alla buona fede e alla conoscen-za dell’artista, oggi la tecnologia non ci lascia scelta e attraverso la lente di un obbiettivo ci obbli-ga a confrontarci con le scelte che hanno cambiato il mondo. La fotografia non mente e seb-bene sia differente da un autore all’altro, è testimone silenziosa di fatti concreti, in una sorta di gior-nalismo iconografico. Delinearne questo aspetto fondamentale è l’intento che si sono poste Ales-sandra Mauro e Lorenza Bravet-ta curatrici della mostra “A occhi aperti. Quando la storia si è fer-mata in una foto”, in corso alla Venaria Reale di Torino fino all’8 febbraio 2015. Non solo una col-lettiva che riunisce le opere di 10 grandi fotografi di ieri e di oggi, ma anche un racconto che si srotola come una pergamena e ci consente di analazzire pezzi della nostra storia recente, senza

filtri e senza censure di alcun tipo. L’esposizione vuole essere un’in-terpretazione del libro “A occhi aperti” di Mario Calabresi, dal quale trae per l’appunto il titolo. L’attuale direttore del quotidiano La Stampa, ha deciso di collabo-rare con il polo museale, al fine di offrire al pubblico una visione migliore di tutto il suo lavoro, os-sia la ricerca e l’intervista con alcuni dei migliori fotografi e re-porter dell’ultimo secolo, coloro che hanno testimoniato la storia con i loro scatti d’autore: “Cosa potremmo sapere - si domanda (e ci domanda) Mario Calabre-si - cosa potremmo immaginare, cosa potremmo ricordare dell’in-vasione sovietica di Praga se non ci fossero, stampate nei nostri occhi, le immagini di un anoni-mo fotografo praghese, che si scoprì poi chiamarsi Josef Kou-delka? Quanta giustizia hanno fatto quelle foto, capaci di rac-contare al mondo la freschezza e l’idealismo di una primavera di libertà”. Niente di più vero. Una foto per mille parole. Ed e così che ci accolgono le sale del-la Venaria: con le immagini di confine tra Messico e Usa di Alex

Webb, con la dignità africana ri-presa dall’obbiettivo del brasilia-no Sebastião Salgado, o ancora con i ritratti dolce amari di Steve McCurry, diventati ormai simboli di un Oriente senza equilibrio. Un viaggio che ci porta poi lontano, tra gli scheletri dei palazzi nella città fantasma di Beirut, immorta-lata per sempre dall’occhio pro-fessionale di Gabriele Basilico, e i ricordi di un sogno americano perduto durante i funerali di Ken-nedy a cui presenziò il fotografo della Magnum, Paul Fusco. E per-chè non alleggerire l’atmosfera con alcune immagini capolavo-ro di Elliot Erwitt? Rappresentazio-ni indiscusse di ironia e ambiva-lenza, affiancate ai toni carichi di dolore vissuto e difficilmente superato di Don McCullin. E così via, passando in rassegna con il dovuto interesse alle opere di au-tori del calibro di Paolo Pellegrin, Abbas, Josef Koudelka. In un al-ternarsi di bianconero e colori. Una panoramica completa che ci avvicina al nostro passato e ci fa valutare un futuro forse non molto diverso

GLI SCATTI DI IERI PER LA STORIA DI DOMANILa fotografia secondo la Venaria Reale CHIARA GALLO

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42 ARTE

Presso il Museo Fashion Institute of Technolo-gy (FIT) di New York si terrà, dal 13 settem-bre fino al 3 genna-io 2015, una mostra incentrata sulla re-

lazione fra la moda e la danza dal titolo “DANCE & FASHION”. La mostra organizzata da Vale-rie Steel, direttore del FIT, in col-laborazione con l’architetto Kim Ackert, sarà composta da ben cento esemplari di costumi di danza, dal 19esimo secolo ad oggi. Sarà possibile ammirare vari costumi di scena, dagli abiti del balletto romantico dell’800, nato a Parigi, consistente in tutu e scarpette, al costume in stile spagnolo utilizzato dalla grande ballerina austriaca Fanny Elssler. La moda diventa filo condutto-re per tutta la mostra e descrive non solo come il balletto sia stato influenzato dalla moda, ma an-che come viceversa il balletto sia riuscito ad influenzare molti gran-di della moda mondiale, ne sono esempi Paul Poiret ed Yves Saint Laurent, quest’ultimo suggestio-nato dal balletto russo, o ancora Jean Paul Gaultier, Riccardo Tisci

AL FIT DI NEW YORK LA DANZA E LA MODA SI FONDONO IN UNA MOSTRAEsiste un forte legame fra la danza e la moda, entrambi sono espressioni artistiche importanti che nel corso dei secoli si sono influenzate vicen-devolmente. Al FIT di New York fino al 3 gennaio 2015 si terrà una mostra interamente dedicata alla commi-stione fra la Danza ed il Fashion.

sione popolare argentina che comprende sia il ballo che la mu-sica, e le danze caraibiche con i loro costumi di scena saranno presenti in questa sezione spe-ciale. Un esempio di commistio-ne tra il ballo e la danza è stato regalato da Rick Owens, il quale recentemente ha dedicato una sua sfilata parigina alla moda caraibica con l’inserimento di un momento di danza con dei bal-lerini afro-americani.All’interno del FIT ci sarà uno spazio dedicato al mondo alla fotografia di Anne Deniau che dal 2003 ha iniziato la sua colla-borazione con l’Opera di Pari-gi e all’arte audio-visiva con le registrazioni di intervista a Marc Happel (direttore della moda del New York City Ballet) ed altri an-cora.

(creatore degli abiti per l’Opera di Parigi) e Iris Van Herpen che ha creato i costumi per il New York City Ballet. Anche Valentino o Christian Dior hanno realizzato splendidi abiti per il modo del balletto, ne è un esempio l’in-cantevole vestito total black di Dior dal nome “Cygne Noir” con-fezionato tra il 1949 ed il 1950. Sa-ranno presenti anche abiti indos-sati da maestri delle punte come il russo Rudolf Nureyev e Mikhail Baryshnikov.Non saranno in scena solo abiti di danza classica ma anche abiti di danza moderna e contempora-nea come quelli creati da Mar-tha Graham in collaborazione con il fashion designer Halston, indossati dalla stessa Graham che nel 1927 apri la “Martha Graham School of Contempo-rary Dance”. Ci saranno anche delle sezio-ni dedicate ai balli tradizionali come il Flamenco, ballo nato dalla cultura dei Mori e degli Ebrei e che oggi ha scavalcato le barriere nazionali spagnole di-ventando diffuso in tutto il mon-do anche grazie ai suoi costumi. Presente anche il Tango, espres-

MARTINA DI DONATO

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43ARTE

1. Capezio, “Duro Toe” pointe shoes, 1941. Collection of The Museum at FIT, gift of David

P. Dann. Photograph © The Museum at FIT

3. Elsa Schiaparelli. Light blue evening gown with wired pin-tucks and interior colored ruffles at flared hem, mid-1930s, France. Beverley Birks Collection, photo © The Museum at FIT.

4. Leon Bakst, young man’s costume from Schéhérazade, 1910, France. The Museum at FIT, 2014.1.1, photograph ©The Mu-seum at FIT.

2. Christian Dior haute couture evening dress, “Cygne Noir.” Fall-Winter 1949-1950. Gift of

Doris Hakim, 1974 (1974,312,2a,b). The Metro-politan Museum of Art, New York, NY, U.S.A.

Image copyright (c) The Metropolitan Museum of Art. Image Source: Art Resource, NY.

3. 4.

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1.

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All’ONO Arte Contemporanea di Bologna, dal 18 settembre fino al 31 ottobre si terrà la mostra dal titolo “MADONNA NEW YORK 80’S – Debo-rah Feingold”. Il percorso fotografico ripercorre le tendenze musicali degli anni ’80 newyorkesi attraverso l’ico-na di stile e di glamour per eccellen-za: Madonna, al secolo Louise Ve-ronica Ciccone. Deborah Feingold la ripropone in alcuni scatti fatti nel periodo di registrazione del suo pri-mo disco ad una Madonna ancora giovanissima. Oltre a lei, la Feingold scattò foto anche che sarebbero diventati miti della musica, alcuni nomi: Beastie Boys, Brian Eno, Rem, Cindy Lauper, ed altri ancora.

Fino al 19 ottobre 2014, presso il Museo Luisiana Musem of Mo-dern Art della Danimarca, si terrà una retrospettiva completa dedicata al pittore tedesco Emil Nolde. Il pittore famoso per i suoi acquerelli colorati, ma anche disegni e decorazioni sul legno. Le forme sono essenziali, semplici e dirette. Emil Nolde (pseudonimo di Emil Hansen) è da tutti visto come uno dei più grandi rappresentanti dell’Espressionismo. Considerato dai nazisti un uomo instabile e degenerato, fu a lungo perseguitato e costretto a non dipingere. La mostra si compone di undici sezioni tematiche poste in ordine cronologico. La mostra è stata organizzata in collaborazione con il Museo Stadel di Francoforte e la Fondazione Nolde in Seebull.

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino propone, all’interno della Mole Anto-

nelliana, fino al 31 agosto la mostra dal titolo BEST ACTRESS. Dive da Oscar® . La mostra rende omaggio alle settan-

tadue dive più influenti del cinema holliwoodiano vincitrici dell’Oscar tra il 1929 ed il 2014. In mostra 370 pezzi

provenienti da dal Museo del cinema e da collezionisti privati, abiti di scena in-dossati da Maryl Streep, Nicole Kidman ed Emma Thompson, ma anche cimeli che ricordano miti intramontabili come

Janet Gaynor , l’ispiratrice di Bianca-neve. Dive che hanno avuto anche un

ruolo sociale molto forte, cambiando lo stereotipo della donna. La mostra è cu-rata da Stephen Part, Nicoletta Pacini e

Tamara Sillo.

Madonna. foto di Deborah Feingold

Emil Nolde. Blumengarten 1908

“MADONNA E GLI ANNI 80 A NEW YORK”

“EMIL NOLDE”

44 ARTE

LE DIVE DI HOLLYWOOD

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Presso il Mam (Museé d’ Art Moderne de la Ville de Paris), fino al 24 agosto, sarà possibi-le visitare la mostra dedicata all’artista italiano nato in Ar-gentina nel 1899, figlio di uno scultore, padre del movimento Spazialista ( nato negli anni ’50). La mostra, organizzata in col-laborazione con la Fondazione Lucio Fontana, si compone di oltre 200 opere, tra sculture, tele, ceramiche, con lo scopo di mettere in risalto la diversità dei suoi lavori. La mostra sarà presentata per la prima volta in Francia.

Dal 26 luglio fino al primo febbra-io 2015 si terrà a Londra, presso il Victoria and Albert Museum una mostra del tutto innovativa. Sa-ranno presi ad esame gli innova-tivi oggetti di cui la progressione e lo sviluppo tecnologico hanno reso possibili la realizzazione ed il loro ruolo all’interno della società. Un collegamento sarà posto con l’attivismo politico creatore di in-

gegno collettivo. L’arco temporale su cui si snoda la mostra va dai dissacranti anni ’70 fino ai nostri giorni. Saranno esposti oggetti come videogiochi, biciclette, tessuti che testimoniano delitti politici e altri reperti prestati da attivisti politici e non prove-nienti da tutto il mondo.

“Concetto spaziale” di Lucio Fontana

Alex Katz. “Black Hat”

“LE OPERE DI LUCIO FONTANA SBARCANO A PARIGI”

“LA MOSTRA DEGLI OGGETTI DISOBEDIENTI”

Fino al 28 settembre, all’Albertina di Vienna si terrà la mostra dell’artista newyorkese Alex Katz. La sua arte è caratterizzata da figure semplici riprese dalla società newyorkese del ventesimo secolo o magari suoi parenti, dipinti con una grande personalità, quasi da sembrare delle icone. Anche i paesaggi rappresentano un tema principale della sua opera. All’interno della mostra saran-no esposti non solo dipinti ma anche disegni ed altro ancora.

“ALEX KATZ AL MUSEO ALBERTINA DI “VIENNA

ARTE

45ARTE

MARTINA DI DONATO

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1. NORDIC COLLECTION AUTUNNO-INVERNO 2014

Ispirata alle cromie incantevo-li della Finlandia, ai fiordi blu della Norvegia e alle case co-loratissime di Copenhagen, la collezione Nordic by OPI porta sulle unghie e sulle dita dell’au-tunno/inverno 2014, i colori di un mondo dove i contrasti danno vita a sfumature croma-tiche uniche. Questa nuova col-lezione di 12 lacche per unghie è composta da una palette di colori che ricordano le spezie, come la cannella, oppure il cal-do e avvolgente whisky fino ad un inedito color blu-viola ruba-to al cielo scandinavo e a ricchi colori carichi di luce come l’a-rancio, il rosa e un verde acqua scuro (€15).

DD DAILY DREAMDD Daily Dream

Un fondotinta all in one, un perfezionista del teint in le-vigatezza, uniformità e luce che sublima la carnagione e rende giorno dopo giorno l’aspetto della pelle più gio-vane. Una formula fluida, cremosa, leggera, copre e cor-regge le imperfezioni, idrata e protegge intensamente, previene e attenua macchie e discromie, illumina e ravviva il colorito, per una pelle che appare più giovane. Con spf 15. Disponibile in 5 nuance: 01 Fair, 02 Beige, 03 Sand, 04 Apricot, 05 Amber.(€ 16,90)

BEAUTY1.

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LINEA CAUTERETS

Galénic lancia Cauterets, una nuova gamma di trattamenti completamente ripensata per introdurre le donne al piacere di un nuovo rituale concepi-to appositamente per la pelle da mista a grassa. Pelle opa-cizzata, pori ristretti, grana della pelle affinata e levigata.

2. BRAZIL COLLECTION

Il Brasile firmato O.P.I. porta i colori delle foreste pluviali tropicali e delle spiagge sulle unghie della primavera/esta-te 2014. Questa nuova colle-zione presenta una palette di colori che vanno dalle tona-lità luminose del rosso, del rosa, del corallo, dell’arancio e del giallo alle tonalità calde del tortora, del terra di siena, del moka e del verde giungla (€ 15).

2.

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SHEER AND PERFECT COMPACT

Fondotinta compatto in polvere. Esalta la luminosità naturale della pelle, cancella gli inestetismi, protegge dalle aggressio-ni esterne (spf 15). Dal finish semi tra-sparente, texture setosa e impalpabile, si stende facilmente e assorbe sebo e sudo-re, garantendo un effetto mat a lunga du-rata. Disponibile in 8 tonalità: Beige B20, B40, B60 – Avorio I20, I40, I60 – Ocra 040, 060. (€ 48)

SHISEIDO MAKE UP COLLEZIONE A/I 2014

Per la collezione autunno/inverno 2014 Dick Pai-ge, per Shiseido, ha ideato tre nuovi look:Soft: che utilizza il nuovo abbinamento Static di Luminizing Satin Eye Color Trio.Glamorous: che utilizza il nuovo abbinamento Vinyl di Luminizing Satin Eye Color Trio.Eye Intense: che utilizza il nuovo abbinamento Floracouture di Luminizing Satin Eye Color Trio.

BEAUTY

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COLOUR RUSH INTENSE COLOUR BALM

Lasting Finish Colour Rush In-tense Colour Balm, un divertente balsamo per le labbra colorato in formato jumbo lipstick a lunga durata, che rivoluziona il metodo di applicazione e lo rende veloce e preciso (€9.90)

WATERPROOF GEL EYELINER

Lo Scandal’Eyes Waterproof Gel Liner permette di creare look chic e leggeri o sfacciatamente audaci, capaci di durare tutto il giorno, senza sbavature. Uti-lizzando lo speciale applicato-re, è facile disegnare linee più sottili o più spesse, dall’angolo più interno a quello più esterno dell’occhio, in una sola passa-ta. Il colore intenso scorre age-volmente e in modo uniforme senza creare intoppi per un ri-sultato impeccabile e a prova di errore, senza che sia necessario avere nessun tipo di esperienza. In più la formula waterproof ad asciugatura rapida ha un potere di durata estremo, fino a 24 ore!

ROCKIN’ CURVES MASCARA

ScandalEyes Rockin’Curves Mascara ha un nuovo applicatore curvo dalla speciale forma “a cuore” che raccoglie e riempie, donando un effetto ciglia sollevate, incurvate dal volume scandalosamente rock! Questo applicatore dal-la forma innovativa segue la linea delle ciglia con una doppia funzione: la punta raccoglie le ciglia, anche più corti e sottili; la base am-pia dona volume e incurvatura. Le ciglia sono volumizzate e sollevate in una sola passata (€ 9.90)

VESPA FOR HIM E FOR HER

Ispirate dal design iconico e classico del-lo scooter Vespa, le fragranze Vespa sono presentate in una elegante bottiglia impre-ziosita con il famoso logo Vespa in argento. Le linee pulite del flacone, i lati affusolati e gli angoli curvi ricordano la forma incon-fondibile della carenatura dello scooter, mentre il tappo in argento tondo con il suo collare svasato, richiama il manubrio della Vespa (€30)

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INCONTRO SIMPSON GRIFFIN

Qual è la famiglia più amata d’A-merica? Probabilmente nessuno ha

pensato alla famiglia Obama, se fossimo stati negli anni ’50 tutti avrebbero risposto la famiglia Cunningham, oggi invece sen-za dubbio vengono in mente due famiglie: I Simpson e la Famiglia Griffin. Nonostante sia-no dei semplici cartoni animati, rappresen-tano tutti gli aspetti caratterizzanti degli americani. Dopo tanto ci sarà l’incon-

tro del secolo tra Homer e Peter e le loro rispettive famiglie. Chissà

cosa accadrà!

POLIZIA NEI GUAI

Lilly Allen è stata arrestata... ma solo per scherzo. Appena approda-

ta in Australia avrebbe chiesto agli di agenti polizia che la scortavano di fare una foto della simulazione del suo arresto. Gli agenti, con incoscienza hanno ac-cettato e ora dovranno rispondere del-le conseguenze. Il capo della Polizia

Locale non ha reagito con simpa-tia alla foto ma ha, anzi, aperto

una procedura d’indagine interna.

COLPO BASSO DI RENAULT

La casa automobilista francese Reanult avrebbe realizzato uno spot

incentrato sulle donne e la guida, in particolare sui messaggi che lasciano sul parabrezza per giustificare un parcheg-gio poco ortodosso. Peccato però che la pubblicità sia risultata un po’ misogina e non sia affatto piaciuta al pubblico

femminile, per questo è stata ritira-ta dopo sole due ore dalla sua

apparizione, il tempo giu-sto per la diffusione

virale.

50 IL MONDO IN PILLOLE

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R-E-S-P-E-C-T

Aretha Franklin nei guai per un hamburger. Sembra fantasia ma è

realtà. E’accaduto al Johnny Rockets, in Canada. Pare che la regina del soul

abbia commesso un grave “reato”: con-sumare all’interno del locale un hamburger destinato al take-out. Per questo A. Franklin è stata ripresa in malo modo da un camerie-re che le ha urlato di uscire dal locale. Chis-sà che faccia avrà fatto quando i suoi superiori gli hanno ordinato di chiedere

scusa ad Aretha Franklin..

DA STILISTA A BAMBOLA

Karl Lagerfeld, stilista per la casa di moda Chanel, è stato disegnato

sottoforma di una Barbie. L’americana Mattel (la casa di produzione della bam-bola più famosa del mondo) ha infatti realizzato il disegno di una Barbie in suo onore: camicia bianca, giacca e pan-taloni rigorosamente neri ed attillati,

immancabili guanti e capelli bian-che raccolti. La bambola sarà

lanciata sul mercato a set-tembre.

IL MONDO IN PILLOLE

51IL MONDO IN PILLOLE

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Il rapporto tra suocera e nuo-ra è ininterrottamente sta-to visto come conflittuale e pieno di discussioni, tanto da creare spesso dei problemi nella coppia di coniugi. An-

che se ci sono delle eccezioni, questo dipende esclusivamente da quanto marito e moglie siano capaci di definire ruoli e confini per raggiungere una adeguata connivenza. Due donne hanno in comune lo stesso uomo, ma in ambiti diversi, uno è un rapporto materno, l’altro è un rapporto nuovo, che non ha nulla a che fare con la suocera altrimenti parleremmo di incesto. Tutto do-vrebbe andare bene se ognuno rispettasse il proprio ruolo, pur-troppo però la maggior parte delle volte nuora e suocera si fan-no la guerra senza rendersi conto che, nonostante tutto, giocano tutte e due nella stessa squadra. Il desiderio di dimostrare di essere la migliore le porta ad attribuirsi comportamenti e modi di fare ri-dicoli sui quali ci si potrebbe scri-vere un libro comico. Gli elementi che creano il con-trasto sono senza sosta i mede-simi: l’alimentazione ed il modo di cucinare: battute passivo-ag-gressive del tipo “mio figlio non mangia come una volta, lo vedo dimagrito e il colore della pel-le non mi piace, forse cucinate troppo grasso”…. Frase messa al plurale per non dirti che sei tu che non lo fai mangiare e che sei

tu che non sai cucinare, quando invece potrebbe stare a signifi-care che lei è dispiaciuta a livel-lo inconscio che non è più lei a cucinare e controllare l’alimen-tazione del figlio. Care mamme nessuno saprà cucinare come voi ed è giusto anche che sia cosi affinché il figlio possa ricono-scere le proprie radici… se solo l’universo potesse spiegare che nessuno vi porta via il figlio che sarà sempre vostro figlio ma che è solo diventato marito… L’educazione dei bambini e la cura della casa: il tipico atteg-giamento della suocera è quello di far sentir inadeguata e in col-pa la nuora sui metodi educativi e da parte sua la nuora risponde facendo dei piccoli dispetti e sul far sentire il tempo del nipote come una concessione, insom-ma guerre tra clan. Il contributo della suocera a vol-te va sottolineato, non bisogna escluderla completamente ma nemmeno lasciargli aperta la porta per poi lamentarsi di non averla chiusa prima. Bisogna venirsi incontro stabilendo rego-le e dei confini. In questo modo ognuno occuperà il proprio spa-zio senza invadere quello dell’al-tro. Anche quando ci sono dei li-tigi o delle discussioni importanti, è meglio farle in separata sede e non davanti alla suocera che per dna tenderà ad intrometter-si per preoccupazione del figlio rischiando di essere premurosa-

L’INCOMPATIBILITA’ TRA NUORA E SUOCERA E’ PROPRIO SCRITTA NEL DNA?

53DIALOGO

VIRGINIA MALONI *

Psicoterapueta*

mente invadente. Le differenze tra suocera e nuora le troviamo prima di tutto nel salto genera-zionale, infatti, sono donne che hanno vissuto momenti culturali e sociali diversi e per forza di cose sono diverse. Credo che l’atteg-giamento migliore sia quello di tentare sempre di esprimere la propria opinione, da subito, evi-tando così di mandar giù troppi smacchi difficili da digerire. E’ importante creare una relazio-ne autentica, piuttosto che for-male, necessaria all’instaurarsi di un’accettazione reciproca. Gli uomini che conservano un’i-dea tradizionale di donna sono avvinghiati al passato e hanno problematicità a progredire. Un compagno che si è evoluto cer-cherà, invece, una donna del tempo presente come lui. Quan-do non c’è comprensione rispet-to alle diversità generazionali e quindi anche nel modo di vive-re, ciò che viene percepito dalla suocera come diverso e vicever-sa diventa occasione di critiche e rifiuti. In questo modo si crea una competizione tra due real-tà femminili contrarie che rende difficile l’incontro. Non bisogne-rebbe rinforzare la competizione ma cercare risorse utili per tutta la famiglia… si lo so è un discorso idilliaco. Ma potrebbe accadere perché no?

- M. Klein, Eine Kinderentwicklung, “Imago”, 1921, 9, pp. 251-309 (trad. it. in Id.,Scritti 1921-1958, Torino, Boringhieri, 1978, pp. 13-73).

- A.H. Maslow, Motivation and personality, New York, Harper & Row, 1954 (trad. it. Roma, Armando, 1973).

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Courtesy ofTOP STUDIO

I Parrucchieri Nereto

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Courtesy ofTOP STUDIO

I Parrucchieri Nereto

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Anguilla, piccola isola dei Caraibi, è tra le mete più indicate per le coppie che cer-cano intimità. Le attrazioni mag-

giori dell’isola sono la bellezza delle sue spiagge bianche, i co-lori del mare, la barriera corallina ricca di pesci colorati, la natura selvaggia e la piacevole assenza di folla, traffico, semafori, shop-ping centres, discoteche, cine-ma e quant’ altro normalmente offerto dalle destinazioni turisti-che più gettonate. Grazie al suo

clima ideale, è una destinazione di mare 12 mesi all’anno; da apri-le a novembre poi diventa an-cora più interessante: il clima è perfetto e i prezzi sono molto più bassi rispetto all’inverno. Anguilla è nota per l’offerta alberghiera di lusso, è la meta classica dei VIP, dalle star di Hollywood ai calcia-tori italiani, ecc. Meno risaputo è che vi sono anche diversi hotel e resort di medio prezzo, alcuni molto apprezzati anche dalla clientela italiana. Anguilla è ide-ale per “una luna di miele a piedi scalzi”, per vivere una vacanza in un’isola indimenticabile.

ANGUILLA ROMANTICACon le sue 33 spiagge argentate, le sue acque cristalline, panorami mozzafiato e una cucina da leccarsi i baffi, Anguilla è il punto di arrivo dopo la ricerca di un idilliaco rifugio tropicale

56 VIAGGI

UFFICIO STAMPA TURISMO ANGUILLA

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Con le loro spiagge bianche come lo zucchero, l’ atmo-sfera di totale relax e cocktail di rum inebrianti, i Caraibi offrono l’ambientazione ideale per i Carnevali dell’estate. Vale la pena lasciare la sdraio al sole e andare alla sco-perta di uno dei fantastici festival, che si svolgono nelle idilliache isole caraibiche, tra i quali spicca il Summer Fe-stival di Anguilla.Il Festival non è solo divertimento assicurato, ma è anche un modo per conoscere la musica migliore, le danze e la cultura che questa parte del mondo ha da offrire.Per Anguilla in particolare il Summer Festival di quest’anno, che si svolge nella prima parte di agosto, è molto impor-tante perché celebra 40 anni di storia e cultura dell’isola. Gli anguillani sono molto orgogliosi delle loro origini e il festival, che sposa terra e mare nè è una testimonianza perchè ha radici profonde nella storia dell’isola. Il Carne-vale, nato in Egitto, è per loro la celebrazione della libertà dalla schiavitù. Mentre le barche da regata hanno le sue radici nella loro storia di scambi commerciali risalenti alla fine del 1700. La miscela di questi due elementi in un unico festival lo ha reso non solo unico nel suo genere, ma una fortissima produzione culturale.Durante il Festival l’intera isola si trasforma ed è avvolta in una esaltante febbre festaiola. Sono 40 giorni di musica e danza, poesie, mostre ed esibizioni di talenti, abilità ar-tistiche nelle più varie espressioni. Chi vuole partecipare e viverlo da protagonista, non deve perdersi il momento clou del festival, J’Ouvert Morning delle 4.30, che consiste in una vivace sfilata in strada, con carri con musica rim-bombante, balli sfrenati, tamburi, che parte dalle strade del centro di La Valle, la capitale dell’isola, e si snoda fino alla lunga spiaggia di Sandy Ground. Gli eventi durante il giorno ruotano attorno alla sport nazionale dell’isola, le regate, accompagnate da grigliate sulla spiaggia, mu-sica dal vivo e festeggiamenti. Mentre il sole tramonta, i suoni si dissolvono a ritmo di Soca groovy e i balli durano tutta la notte.Anguilla è ideale per “una luna di miele a piedi scalzi”, per vivere una vacanza in un’isola indimenticabile.

SUMMER FESTIVAL DI ANGUILLATra i primi dieci dell’estate caraibica

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58 VIAGGI

REPUBBLICA DOMINICANA Tra natura incontaminata ed itinerari eco-sostenibili

ENTE DEL TURISMO REPUBBLICA DOMINICANA IN ITALIA

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59VIAGGI

La Repubblica Dominica-na è un vero paradiso per gli amanti della na-tura e per i viaggiatori “green oriented”. Non solo spiagge di sabbia bianca, atmosfere ca-

raibiche al ritmo di merengue e bachata, ma una natura rigo-gliosa e coinvolgente con per-corsi di vero turismo eco-soste-nibile. La destinazione presenta infatti molti luoghi ancora tutti da scoprire, parchi e lagune, specie animali protette e numerosi itine-rari eco-solidali tra le piantagioni di zenzero, cacao, caffè e can-na da zucchero. Per valorizza-re le produzioni del paese sono nate le “Rutas”, percorsi guidati che consentono di far conosce-re e vivere da vicino tutte le fasi, dalla coltivazione alla produzio-ne, viaggiatori nonché l’oppor-tunità per i viaggiatori di entrare ancora di più in contatto con la popolazione e le tradizioni locali.A chi cerca una vacanza attiva a contatto con la natura, consi-gliamo quindi di dirigersi verso il nord-est dell’isola tra la peniso-la di Samanà e Las Terrenas o a nord verso Puerto Plata, Cabare-te e Montecristi o verso San Fran-cisco de Macorìs e le province di Salcedo e Bonao, in mezzo alle montagne o ancora scendere verso Barahona e Pedernales nella parte sud occidentale.La penisola di Samanà è senza dubbio uno dei tratti di costa più

affascinanti. Nella baia, di gran-de interesse è il parco naturale de Los Haitises il cui paesaggio è segnato dalle mangrovie, grotte che custodiscono i disegni ru-pestri precolombiani, una ricca foresta tropicale, uccelli multi-colore e lamantini. Non distante troviamo Paraiso Caño Hondo, una struttura 100% green immer-sa nelle piscine naturali, perfetta per chi desidera trascorrere un piacevole soggiorno immerso nella natura. Nella provincia di Samanà si sno-da inoltre la nota Ruta del jen-gibre (Via dello zenzero) con la presenza di comunità rurali che lavorano all’interessante pro-getto Guariquén che integra lo sviluppo agricolo, turistico e cul-turale del territorio. L’itinerario prevede escursioni tra i campi in compagnia di esperti coltivatori, percorsi eco-turistici alternativi che puntano al coinvolgimento delle comunità del luogo nella gestione sostenibile delle risorse. Ci spostiamo ora verso Puerto Pla-ta contornata da mare e monta-gne con 300.000 m2 di spiaggia ed un centro storico di grande importanza, in quanto scenario dei principali eventi legati alla scoperta del Nuovo Mondo. Per gli amanti dell’avventura e delle attività sportive, nei dintorni meri-ta una visita Cabarete, una del-le migliori baie al mondo per gli amanti del windsurf e del kitesurf o Playa Dorada, un vero paradi-

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so per sport acquatici, immersio-ni e pesca d’altura e la possibilità di escursioni, rafting, parapendio e tanto altro. Dirigendosi più a nord al confine con Haiti c’è Montecristi dove sorge un bellissimo parco nazio-nale tra mangrovie, pellicani e ancora Cayos Los Siete Herma-nos, isolette vergini che delimita-no un’area corallina di 30 km con un’incantevole fauna marina.Spostandosi nel cuore dell’isola troviamo la Ruta del Cacao a San Francisco de Macorìs dove si trovano le piantagioni dell’Ha-cienda La Esmeralda Garcia Jiménez. Fiori e piante a perdita d’occhio si distendono per 39 ettari. In questo itinerario è pos-sibile ammirare parte della filie-ra produttiva, dalla raccolta al confezionamento, passando per l’estrazione, la fermentazione e l’essicazione. Infine La Ruta del Caffè si svi-luppa invece nelle province di Salcedo e Bonao, in mezzo alle montagne che aiutano a garan-tire un clima fresco ideale per le

coltivazioni. Il modo migliore per imparare a conoscere e apprez-zare questa bevanda, così nota, è scegliere uno dei sei percorsi del progetto: tre lungo la Ruta del caffè Atabey, nella provincia di Monseñor Nouel, a un’altitudi-ne media di 950 metri e tre lungo la Ruta del Caffè Jamao, nella provincia di Salcedo.E infine il tour si conclude a sud nella zona di Pedernales dove troviamo Barahona, una delle province più interessanti dell’iso-la. Natura selvaggia e inconta-minata, distese di sabbia bianca e un mare cristallino meraviglio-so, ma anche acque sulfuree, la-gune, interi ecosistemi, e il Lago Enriquillo, il più grande dei Carai-bi, dove affluiscono diversi corsi d’acqua dolce. E per chiudere con la straordinaria bellezza na-turalistica dell’isola è d’obbligo una visita all’isola Cabritos che ospita un parco nazionale dove convivono fenicotteri, due spe-cie di iguana e il coccodrillo americano.

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Si sa che la musica e il ballo accompagna-no da sempre ogni momento della vita e della giornata dei do-minicani e proprio per questo tanti gli even-

ti musicali che si organizzano in ogni periodo dell’anno e in tutta l’isola. Tra gli eventi che vale la pena segnalare in questi mesi: il Santo Domingo Jazz Festival e il Festival del Merengue in capita-le, il Latin Music Tour ‘14 a Punta Cana, il Festival del Merengue & Ritmos Caribeños a Puerto Plata, il Festival Presidente ancora a Santo Domingo e infine il Domi-nican Republic jazz Festival sulla costa nord.

Il Santo Domingo Jazz Festival, alla sua XV edizione, è la princi-pale manifestazione jazz della capitale dominicana che si svol-ge a giugno e luglio ogni giove-dì dal mese. A partire dalle ore 21:00 il caratteristico locale Casa de Teatro in zona coloniale ac-coglierà grandi musicisti interna-zionali. Il calendario prevede il 3 luglio, Roberto Carcassés Quar-teto da Cuba, il 10 luglio e il 17 luglio rispettivamente i gruppi lo-cali Bonyé e Guy Frómeta Trío, il 24 luglio Grupo La Guaneña dal-la Colombia e il 31 luglio il Jau-me Vilaseca Trío/Jazznesis II dalla Spagna.

La 46° edizione del Festival del Merengue & Ritmos Caribeños Santo Domingo avrà luogo sul lungo mare della capitale l’1 e il 2 agosto. Rappresenta uno spet-tacolo unico per gli appassionati del genere ma anche per tutti coloro che vogliono trascorrere alcuni giorni immersi nell’atmo-sfera caraibica. Santo Domingo si trasformerà così in una freneti-ca pista da ballo a cielo aperto e si animerà di esibizioni folkloristi-che in costume, mercatini di arti-

gianato, feste ed eventi dedicati alla gastronomia locale.

Il Latin Music Tour ‘14 si svolge dal 15 al 17 agosto presso l’Hard Rock Hotel & Casino di Punta Cana, una delle zone più turisti-che del paese. In questo festival, nato nel 2002, si esibiscono i mi-gliori artisti dominicani del me-rengue, bachata e salsa

Dal 27 e il 28 settembre si ripete il Festival del Merengue & Ritmos Caribeños nella città di Puerto Plata al nord dell’isola sul lun-go mare della città. Anche qui i maggiori artisti dell’isola si esibi-ranno coinvolgendo gli spettatori in un clima di vera festa al suono dei ritmi tradizionali.

Dal 3 al 5 ottobre si svolgerà l’VIII edizione del Festival Presiden-te, uno dei principali spettacoli di musica dei Caraibi. Lo Stadio Olimpico, nel centro della città di Santo Domingo, ogni sera acco-glierà oltre 50 mila persone. Tanti i nomi delle precedenti edizioni si segnalano i grandi Juan Luis Guerra, Juanes, Gilberto Santa Rosa, Camilo, Don Omar, Luis En-rique e Pitbull. Il Festival Presiden-te, organizzato dalla prima birra del paese “Presidente”, riunisce artisti nazionali e internazionali e quest’anno sono attesi quasi 3 milioni di visitatori stranieri.

E infine il Dominican Republic Jazz Festival, dal 6 al 9 novembre sulla costa nord, che rappresen-ta la più importante piattaforma di diffusione del jazz caraibico e latino dal 1992. La XVIII edizione si terrà nelle caratteristiche cittadi-ne sul mare Puerto Plata, Sosúa e Cabarete. Il Dominican Republic Jazz Festival è l’evento culturale della Repubblica Dominicana di maggiore proiezione internazio-nale e vanta una massiccia par-tecipazione di turisti.

GLI EVENTI MUSICALI PIÙ COOL DELLA REPUBBLICA DOMINICANA

Tra natura incontaminata ed itinerari eco-sostenibili

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