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Città

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Pm10 alle stelle, Bandera:«La Regione ci convochi»a Camminate gente, cammi-nate. E tenete i termosifoni spenti, sepotete. Oltre alla danza della pioggia,lasciare l’auto in garage e girare latemperatura in casa al minimo sem-brano gli unici rimedi immediati allosmog.Se il meteo non cambia - per for-tuna gli esperti annunciano giàper oggi pomeriggio un primo ca-lo della colonnina di mercurio,con precipitazioni al seguito - inostri polmoni, infatti, se la vedo-no brutta. Conviene ricorrere al-

la «buone pratiche» fai da te: so-lo ridurre traffico e riscaldamen-to, le due principali fonti di inqui-namento dell’aria, potrebberoportare a dei miglioramenti del-la situazione atmosferica.

I datiLe polveri sottili, infatti, compli-ce l’anticipo di primavera, non ac-cennano a diminuire e, anzi, tragiovedì e venerdì, hanno registra-to nuovi picchi, in città e provin-cia. Maglia nera alla centralina

dell’Arpa (Agenzia regionale perla protezione dell’ambiente) di viaGaribaldi (115 microgrammi almetro cubo), seguita da un’altrapostazione cittadina, quella di viaMeucci (95). In provincia non vameglio: Treviglio 93, Filago 92,Dalmine e Calusco 67 e Lallio 60.Ma se lo sforamento del limitequasi beffa di 50 microgrammi almetro cubo è ormai una routine,la cattiva abitudine non è unbuon motivo per abbassare laguardia. E così mentre Comuni e

più presto. Le aree critiche vannoallargate, c’è già un protocollo traRegione e Provincia in questosenso». «Il nostro appello – diceintanto – è in un’ottica collabora-tiva con i cittadini, non di provve-dimenti limitativi e punitivi. E ilconsiglio è di approfittare del beltempo, finché dura, per fare del-le passeggiate; e di limitare almassimo l’uso del riscaldamen-to».

Le causeIntanto continua la diatriba: in-quinano di più le auto o le cal-daie? (con un sondaggio sul sitode L’Eco). «Già gli scienziati sonoin difficoltà a fare delle valutazio-ni – risponde Bandera –, difficileche i cittadini da soli possano ar-rivare a delle conclusioni. Quello

che è certo è che incidono tutti edue i fattori, ma il problema è do-vuto anche alle condizioni di ac-cumulo continuo delle polveri.Finché il meteo non cambia, ilPm10 resta in sospensione au-mentando le sue concentrazio-ni». Nei prossimi giorni, comun-que, Bandera renderà noti i datiInemar (Inventario emissioniaria della Regione), «un sistemache dettaglia tutti i tipi di emissio-ne, scendendo anche nel partico-lare del tipo di strada o combusti-bile». Un’anticipazione: «L’areacritica di Bergamo e hinterlandincide per il 21% rispetto alla pro-vincia per la produzione di polve-ri primarie e per il 37% per gli os-sidi d’azoto». ■

Be. Ra.©RIPRODUZIONE RISERVATA

Massimo Bandera

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Dal 1987 tremila partenze per studio, Spagna al topa Dal 1987 a oggi, più di 3mila partenze per l’estero conErasmus. E l’Ateneo bergamascopunta sempre più in alto. Lo sce-nario che i turisti e i visitatori diCittà Alta si sono trovati davantiieri sera era diverso: la cornice diPiazza Vecchia ha infatti fatto dasfondo a una festa di complean-no, con tantissimi ragazzi, can-deline in mano, pronti a festeg-giare al grido di «Buon com-pleanno Erasmus», urlato in di-verse lingue. L’iniziativa (in ger-go flash mob), ideata dall’associa-

zione studentesca Aegee Berga-mo (che si pone l’obiettivo di fa-vorire l’interazione e l’integra-zione tra gli studenti universita-ri italiani e stranieri, promuove-re la cooperazione, organizzareviaggi, eventi ricreativi e scambiculturali) è stato organizzato perbrindare ai 25 anni del program-ma di scambio di studenti dimaggiore successo al mondo,coinvolgendo ragazzi Erasmus diora e del passato. Bergamo non èda sola. Per tutto il 2012 sonopreviste celebrazioni in tutta Eu-

ropa. Dal 1987, il programmaErasmus ha permesso a circa tremilioni di ragazzi europei di stu-diare all’estero, formando nuovegenerazioni di cittadini europei.

Numeri e provenienzaAnche l’ateneo di Bergamo, inquanto a numeri, non scherza: senel 1987, anno di nascita dell’E-rasmus, nessuno studente berga-masco osava lanciarsi in questanuova avventura, nel corso deglianni i numeri sono aumentatisempre più. In 25 anni sono sta-

mo 280 studenti in uscita, di cui252 per fini di studio e 28 per ti-rocinio, mentre in entrata gli stu-denti sono 117, di cui 112 Erasmuse 5 Master Erasmus Mundus».Dati che aumenteranno ancora.«Per l’anno accademico2012/2013 – prosegue Bernini –l’Università ha stipulato accordicon istituzioni di 21 Paesi euro-pei e di 4 extraeuropei, metten-do a disposizione più di 300 bor-se Erasmus».La scadenza del bando Erasmusè prevista per l’8 marzo. Per mag-giori informazioni:www.unibg.it/relint oppurewww.unibg.it/erasmus. ■

Gia. Fra.©RIPRODUZIONE RISERVATA

ti 3.003 gli studenti in partenza(227 lo scorso anno) contro i1.695 studenti in arrivo dai Pae-si partner. Il Paese di destinazio-ne più quotato dagli studenti ber-gamaschi è la Spagna, seguita daGermania, Francia e Gran Breta-gna. La scelta dei Paesi di desti-nazione varia da facoltà a facoltà:40 le università in collaborazio-ne per Economia; 16 per Giuri-sprudenza; 55 per Lingue; 20 perIngegneria; 13 per Scienze uma-nistiche; 18 per Scienze della for-mazione; Austria, Belgio, Cipro,

Finlandia, Svezia, Olanda, alcu-ni nomi degli Stati partner. Perquanto riguarda invece gli arriviquest’anno gli studenti proven-gono principalmente da Spagna,Francia, Regno Unito e Germa-nia. Economia risulta la facoltàche accoglie più studenti Era-smus, seguita da Lingue e Scien-ze umanistiche. «In generale lamobilità studentesca di quest’an-no è aumentata – spiega Giulia-no Bernini, prorettore delegatoalle Relazioni internazionali del-l’Università di Bergamo –: abbia-

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«Con Erasmus da Bergamo allo spazio»Dal programma di scambio di studenti, che compie 25 anni, il via al progetto di un giovane ricercatoreMauro Mameli ha studiato e lavorato in Olanda e India, partecipando a un bando dell’Agenzia europea

GIADA FRANAa Il progetto Erasmus(che «compie» 25 anni) a voltepuò cambiare la vita, aprendoopportunità che si potevano so-lo lontanamente immaginare:Mauro Mameli, 29 anni, di Ber-gamo, ora assegnista di ricercapresso i laboratori della facoltàdi Ingegneria dell’Università diBergamo, non avrebbe mai pen-sato, partendo per l’Olanda, di ri-trovarsi prima a Kanpur e poi aNordwijk, per presentare il pro-prio progetto all’Esa(European spaceagency, Agenzia spa-ziale europea).

Ma partiamo dall’i-nizio. Mauro nel2007, al secondo an-no di specialistica inIngegneria meccani-ca (curriculum im-piantistico energeti-co) va con Erasmusper sei mesi in Olan-da, alla Delft university of tech-nology. Lì frequenta le lezioni di«modellizzazione numerica diimpianti» del professor PieroColonna, che gli danno lo spun-to per la tesi della specialistica:«Volevo applicare su sistemicomplessi le teorie di modellisti-ca apprese nel corso – spiegaMauro –: solo quando teoria esperimentazione si incontrano,la ricerca può davvero andareavanti». Così redige la tesi su una«simulazione termo-idraulica aparametri concentrati di un Pul-sating heat pipe», mentre un as-segnista di ricerca si occupa del-

la parte sperimentale. In parolesemplici: il Pulsating heat pipe èun super-conduttore di calore. Ilsuo scopo è trasferire la potenzatermica generata da un compo-nente elettronico (che si scalda)in un punto dello spazio adia-cente in cui può essere dissipatapiù agevolmente e mantenerecosì la temperatura del compo-nente al di sotto di un valore so-glia desiderato.

Il dottorato di ricercaDa lì, un’opportunitàdopo l’altra: MarcoMarengo, professoreassociato di Fisica tec-nica e suo relatore ditesi, gli propone disvolgere il dottorato diricerca in Tecnologieper l’energia e l’am-biente a Dalmine.Leggendo sulle rivistescientifiche un artico-lo di Bryan Holley e

Amir Faghri, (quest’ultimo unodei maggiori esperti a livellomondiale nel campo degli HeatPipes) capisce che il codice diHolley sarebbe perfetto comepunto di partenza per poter svi-luppare un modello di simula-zione più complesso e all’avan-guardia. «Holley ci teneva cosìtanto che la ricerca potesse an-dare avanti – racconta Mauro –che, in seguito alla mia richiesta,mi ha inviato senza problemi lasua tesi, dove spiegava dettaglia-tamente come aveva costruito ilsuo modello. Questa è la giustaottica con la quale dovrebbero

lavorare i ricercatori: fare reteper migliorare sempre più».Mauro voleva confrontare i ri-sultati ottenuti dalle simulazio-ni con i dati sperimentali: pro-getta così un apparato, ma nonavendo conoscenze sufficientiper metterlo in funzione, contat-ta Sameer Khandekar, professo-re associato all’Indian istitute oftechnology Kanpur (Iitk) edesperto mondiale nella speri-mentazione su questo tipo di di-spositivi. Khandekar accetta cheMauro lavori sotto la sua super-visione all’apparato sperimenta-le progettato. Da gennaio a mag-gio 2011 Mauro parte per l’Indiae lavora presso l’Iitk, dove svol-ge tutta l’attività sperimentale.Di ritorno a Bergamo, Mauro sirimette all’opera. Nel frattempo,con l’università partecipa al pro-getto internazionale di ricercaDolfin II (Dynamics of liquidfilm/complex wall interaction,dinamica dell’interazione trafilm liquidi e pareti aventi super-fici complesse), a cui prendonoparte diverse università di tuttoil mondo, scritto per il bando EsaAO-2009 riguardante «speri-mentazioni nel settore delleScienze fisiche e Scienze della vi-ta a bordo della Stazione spazia-le internazionale». Ogni univer-sità deve presentare il suo pro-getto e Mauro presenta il suo, in-sieme al professor Marengo e al-l’assegnista Matteo Sala, riguar-dante la «sperimentazione inmicrogravità di un dispositivo discambio termico passivo»:un’indagine sperimentale sul

funzionamento del Pulsatingheat pipe in assenza di gravità.Il progetto di Mauro riceve ilplauso dei partner e dei revisoridell’agenzia: «Se anche la nostraagenzia nazionale (Asi, Agenziaspaziale italiana) valuterà posi-tivamente il progetto – prosegueMauro – finanzierà per tre annil’assegno di ricerca e gli stru-menti che servono a portarlaavanti». Intanto il 17 marzoMauro tornerà a Kanpur, su in-vito di Khandekar, per parteci-pare a un meeting in cui presen-terà il suo lavoro ad esperti delsettore, tra cui il capo del con-trollo termico di Esa, WolfgangSupper. ■

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ricercatore bergamasco Mauro Mameli al lavoro sul suo Pulsating heat pipe, il super-conduttore di calore

In EuropaA

L’impulsoa rafforzarel’istruzioneA

Il progetto Erasmus (European re-gion action scheme for the mobilityof university students) nasce nel1987 e rientra nel più vasto program-ma d’azione comunitaria Socrates, inmateria d’istruzione superiore. Il no-me del programma deriva dall’uma-nista e teologo olandese del XVI seco-lo Erasmo da Rotterdam, che viaggiò

in tutta Europa per poter compren-dere le diverse culture. L’obiettivodel programma è rafforzare qualitàe dimensione europea dell’istruzio-ne superiore, stimolando la coopera-zione internazionale tra le univer-sità, promuovendo la mobilità, mi-gliorando trasparenza e pieno rico-noscimento accademico degli studi edelle qualifiche nell’Ue. A novembre2006, con una decisione del Parla-mento europeo e del Consiglio, i pro-grammi Socrates, Erasmus e Leonar-do sono stati integrati in un unicoprogramma, l’Llp/Erasmus (Lifelonglearning programme, Programmad’azione comunitario nel campo del-l’apprendimento permanente).

Mauro Mameli

Regione si rimpallano dati e re-sponsabilità, andando in ordinesparso con i provvedimenti anti-Pm10, dall’assessore all’Ambien-te di Palafrizzoni Massimo Ban-dera parte un invito al buonsen-so. Oltre a un annuncio: «Chie-derò la convocazione del tavoloregionale permanente sull’aria al

L’ECO DI BERGAMODOMENICA 4 MARZO 201220

mamo
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ELENA CATALFAMOa «Priorità A», ovveromassimo interesse. Così è statoclassificato il progetto dell’Uni-versità degli Studi di Bergamodall’Esa, l’Agenzia spaziale euro-pea, praticamente la porta di ac-cesso allo spazio per l’Europa. Lanotizia è di qualche giorno fa e aldipartimento di Ingegneria in-dustriale di Dalmine sono già al-l’opera. Entro il 2017 infatti ilteam dei giovani ricercatoricoordinato dal prof. Marco Ma-rengo, docente di Fisica tecnicaalla Facoltà di Ingegneria, po-trebbe vedere gli studi sui siste-mi termici in assenza di gravitàdiventare realtà. Il loro compitosarà quello di realizza-re un innovativo siste-ma termico capace diregolare le tempera-ture delle navicellespaziali e dei satellitiin assenza di gravità.Sulla carta gli studi cisono e anche gli espe-rimenti in laboratorio,ma ora l’Agenzia spa-ziale europea è pron-ta a scommettere sul-l’affidabilità delle ri-cerche orobiche e so-sterrà economica-mente la realizzazio-ne dell’impianto sullapiattaforma spaziale internazio-nale.

Il volo parabolicoL’Esa è un prestigioso organismointernazionale che vanta ormai40 anni di esperienza e raccogliel’adesione di 19 Stati membri, hagià progettato e testato oltre 70satelliti, con 17 satelliti scientifi-ci in funzione.

«Le ricerche – spiega MarcoMarengo, 47 anni – sono inizia-te cinque anni fa. Abbiamo ricon-siderato un sistema termico bre-vettato dai giapponesi negli anninovanta che permetteva appun-to di regolare il calore senza l’u-so di elementi come le ventole ol’uso di fluidi per raffreddare. Vi-

sta la difficoltà quelle ricerche siarenarono e solo negli ultimi an-ni sono state prese nuovamentein considerazione».

Uno dei massimi esperti nelsettore è Sameer Khandekar del-l’Indian Institute of Technology.«Grazie a un giovane assegnistadi ricerca dell’Università di Ber-gamo, Mauro Mameli, 29 anni, èstato possibile allacciare i rap-porti con l’India e portare avan-ti insieme le ricerche». Il tutto èpartito con un finanziamentodella Fondazione Cariplo nel2007. La ricerca ha poi trovatol’interesse dell’Agenzia spazialeitaliana e oggi addirittura di quel-la europea. «L’Agenzia spaziale

italiana sta finanzian-do la ricerca – spiegaMarengo, che già daanni lavora per l’Esa –mentre l’Agenzia spa-ziale europea propriol’8 giugno ci ha fattosapere che è pronta afinanziare la realizza-zione dell’impiantotermico da noi elabo-rato».

Il sistema termico,in estrema sintesi, ga-rantirà una condizio-ne isoterma ad altissi-ma efficienza per i sa-telliti e la stazione spa-

ziale, esposti a grandissimi gra-dienti termici, dovuti per esem-pio all’esposizione al sole in as-senza di barriere nell’atmosfera,o al contrario escursioni termi-che con rapidi raffreddamentiverso lo spazio. Il sistema è ingrado di garantire questo tra-sporto termico senza utilizzareapparecchiature esterne comeventole oppure fluidi: aria e liqui-di infatti non sono reperibili fa-cilmente lassù nello spazio.

Il sistema farà parte della piat-taforma termica sulla Stazionespaziale internazionale. La sta-zione è un immenso laboratorio(più grande di un campo di calcioe visibile a occhio nudo durantei suoi passaggi notturni sul con-

tinente europeo) che orbita a400 chilometri dalla superficieterrestre ed è la base operativa diun gruppo internazionale diastronauti (di solito sei), di en-trambi i sessi. Questo avanpostodell’umanità nello spazio che or-bita attorno alla Terra dà unaspinta fondamentale per il futu-ro dell’Europa.

Studio sugli astronauti«Purtroppo non saremo noi aportare sulla Stazione spazialeinternazionale il nostro impian-to – spiega Marengo – ma sare-mo in grado di testarlo grazie aivoli parabolici». Un volo che per-mette di simulare l’assenza digravità e testare quindi la validitàdell’impianto termico che devefunzionare naturalmente in as-senza di gravità. «Si tratta di unaereo adattato – spiega Marengo– capace di raggiungere per circa20 secondi l’assenza di gravità edi ripetere il ciclo per decine divolte. In quel lasso di tempoavremo modo di sperimentare lariuscita del nostro impianto».

Oltre al progetto già in essereil team del professor Marengosta proponendo un altro proget-to di ricerca all’Agenzia spazialeitaliana in grado di far progredi-re la ricerca sulla salute degliastronauti. Si sta infatti cercan-do di comprendere quali siano ifattori che portano a un invec-chiamento delle cellule umanenello spazio. Non si riesce a com-prendere se sia dettato dalloscarto termico a cui sono sotto-poste o piuttosto dalle radiazio-ni. L’équipe di Marengo è prontaa elaborare una scatola di isola-mento termico che potrebbe di-mostrare, per esclusione, qualisiano gli effetti delle radiazionisu cellule umane. Attualmente,per salvaguardare le condizionifisiche degli astronauti infatti, laloro permanenza nello spazio èsolo per periodi limitati. ■

Sul WebIL VIDEO DEL VOLO PARABOLICOwww.ecodibergamo.it

«La provacon un voloparabolicoin assenza

di gravità»

MARCO MARENGOFISICO DELL’ATENEO

DI BERGAMO

Robot per salvare i monumentiA

Una settimana di full immersion per gli appas-sionati di robotica al Centro Congressi. Da ierifino a venerdì Bergamo è il teatro di un campusinternazionale dedicato ai software per robot eapplicabili nel mondo dell’architettura e dell’in-gegneria. S’intitola «Brics - Best practice in ro-botics» il meeting per esperti di robotica giun-to alla quarta edizione. Raccoglie a Bergamo peruna settimana gli assegnisti di ricerca da tutto

il mondo appassionati di robotica applicata alcampo dell’architettura e dell’ingegneria. L’ini-ziativa è sotto il coordinamento scientifico diDavide Brugali e di Gerhard Kraetzschmar. Da-vide Brugali è docente di Robotica presso la fa-coltà di Ingegneria a Dalmine ed è membro del-lo Ieee Robotics and Automation Society. Perchi volesse saperne di più è possibile consulta-re il sito: www-best-of-robotics.org.

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Da Bergamoun teamdi espertinello spazioUn impianto termico progettato in Universitàverrà realizzato per l’Agenzia spaziale europeaIl progetto del fisico Marco Marengo, 47 anni

Marco Marengo (con la sciarparossa) tra gli esperti dell’Esaprima della prova del volo pa-rabolico dove si simula l’assen-za di gravità come nello spazio

Focus Università e ricerca

Ecco i nomi dei nuovi Dipartimenti

Giovedì le elezioni dei direttoriIn lizza anche Walter Fornasa

Ecco i nomi dei nuovi dipartimentidell’Università degli studi di Berga-mo che sostituiranno le vecchie fa-coltà e i dipartimenti di ricerca. Lafacoltà di Scienze della formazionesi trasformerà in Dipartimento di

Scienze umane e sociali mentre lafacoltà di Economia diventerà il Di-partimento di Scienze aziendali,economiche e metodi quantitativi.Resta pressoché invariata la deno-minazione degli altri dipartimenti:

di Lingue, letterature straniere e co-municazione, di Ingegneria, di Giu-risprudenza e di Lettere e Filosofia.Intanto giovedì ci saranno le primeelezioni dei direttori di Ingegneriae Scienze umane e sociali. Per que-

st’ultima area, oltre ai nomi già in-dicati tra i candidati, va aggiuntoquello di Walter Fornasa, proretto-re delegato alla responsabilità so-ciale dell’Università e docente diPsicologia dell’educazione.

L’ECO DI BERGAMOMARTEDÌ 3 LUGLIO 201226

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I giovani: studiad alto livelloE senza emigrarea «Sono davvero con-tento di non aver bisogno ditrasferirmi all’estero per svol-gere la mia ricerca»: a parlareè Mauro Mameli, assegnista diricerca presso i laboratori del-la facoltà di Ingegneria dell’U-niversità degli Studi di Berga-mo, tra coloro che insieme aldocente Marco Marengo han-no partecipato al recente ban-do Esa. «Mi sveglio pieno dienergia e voglia di fare – conti-nua Mauro –. I miei collabora-tori, Chiara Baldassari, MatteoSala, Filomena Iorizzo e Nico-la Mores sono ottimi ricercato-ri, con cui il lavoro di squadradiventa un piacere. I vantaggidell’aver vinto questo progettosono molteplici, ma il più im-portante resta proprio il fatto

che ci permetterà di lavorare inItalia con entusiasmo e moti-vazione, svolgendo una ricercadi altissimo livello».

Una posizione di eccellenzaper l’ateneo bergamasco cheviene confermata ulteriormen-te anche dai numerosi risulta-ti ottenuti dai suoi giovani dot-torandi e docenti. Tra essi Vin-cenzo Martella, proclamatoprimo dottore di ricerca nelPhDNet in «Literary and Cul-tural Studies», il circuito inter-nazionale di altissimo livello(comprendente Giessen, Stoc-colma, Helsinki e Lisbona), de-dicato alla formazione di dot-torandi e alla ricerca nel setto-re delle Scienze umanistiche edella letteratura: «Sono davve-ro contento di essere il primo

dottore di ricerca in questoPhDNet e spero che Bergamocontinui per questa strada: undottorato del genere, a livelloeuropeo, permette non solouno scambio culturale, ma an-che accademico, perché si ap-prende il modo di fare ricercanei vari atenei». Ecco la giran-dola di riconoscimenti: i pro-fessori Ruggero Go-lini, Matteo Kalch-schmidt e il dotto-rando Jury Gualan-dris hanno vinto ilBest Paper Award2012 del convegnoIpsera (Internatio-nal purchasing &supply education &research associa-tion) grazie al paper «Sustaina-ble supply chain management:the role of supply chain mana-gement investments and glo-bal sourcing». Il professori Al-fredo De Massis e il dottoran-do Josip Kotlar hanno vinto ilprimo posto nella competizio-ne per il miglior paper sotto-messo presso la 2012 FamilyEnterprise Research Confe-rence, una delle conferenze piùprestigiose a livello internazio-

nale in tema di ricerca sulleimprese familiari. La dottoran-da Giovanna Campopiano si èinvece posizionata nella ternadei vincitori nella «Good Prac-tice Competition on Responsi-ble Business Conduct», il fo-rum internazionale sul Re-sponsible Business Conduct, aseguito di un paper su «Educa-

tional and Vocatio-nal Training» con iprofessori AlfredoDe Massis e LucioCassia in tema di bu-siness responsabilenei family business.

Infine l’assegnistaDavide Scotti ha ap-pena ricevuto il pre-mio «Hamburg Avia-

ton Economics and Manage-ment Prize» per un paper conil professore ordinario Gian-maria Martini e AlessandroManello dal titolo «The in-fluence of Fleet mix, Owner-ship and LCCs on airports’ en-vironmental efficiency: evi-dence from Italy», presentatoad Amsterdam nell’annualeconferenza della German Avia-tion Research Society. ■

Giada Frana

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L’ateneo raddoppiai fondi per la ricercaMisura straordinaria del rettore Stefano PaleariE ieri siglato un accordo con la Normale di Pisa

a Si chiama Italy® ed èl’acronimo di «Italian talentedyoung researchers»: si tratta diun piano straordinario approva-to ieri in Senato accademico persostenere la ricerca universita-ria a Bergamo. Un programma,promosso dal rettore Stefano Pa-leari, per sostenere appunto igiovani ricercatori. Il marchio è«riservato» perchè, spiega il ret-tore, se ci sono promettenti stu-diosi è bene non lasciarli scappa-re all’estero ma piuttosto offrirequi l’opportunità di fare ricercae metterli, per quanto possibile,in contatto con il mondo.

Il piano «Italy®»Per realizzare questo piano l’ate-neo ha deciso ieri di destinareben un milione di euro del bilan-cio complessivo al programmaItaly®. Una misura controcor-rente se si considera che il Fon-do di finanziamento ordinariodello Stato recentemente asse-gnato anche al nostro ateneo èancora in calo e che per il mo-mento non sono ancora staterinnovate le Doti ricerca dellaRegione Lombardia, provviden-ziali negli anni scorsi per soste-nere i giovani post doc (gli asse-gnisti di ricerca).«Con questo piano straordinario– spiega Elvio Cossali, proretto-re delegato alla ricerca di ateneo– saremo in grado di portareavanti tre iniziative: innanzitut-to il sostegno di giovani in ricer-

ca, con assegni su due anni, percirca 40 post doc. Si consideriche attualmente, su un corpo do-cente e di ricercatori di 330 ele-menti, vantiamo almeno un cen-tinaio di assegnisti, un numeroraddoppiato dal 2009». Molti as-segnisti sono riusciti anche adaggiudicarsi importanti ricono-scimenti internazionali (come sivede nell’articolo sotto ndr). «Ilsecondo obiettivo – spiega Cos-sali – è quello di attivare i cosid-detti "Grants for young visitingfellows", ossia delle borse di stu-dio per attirare ricercatori dall’e-stero per un periodo minimo diun mese per confrontarsi su te-matiche di ricerca vicine a quel-le sviluppate nel nostro ateneo».«Infine Italy® – conclude Cossa-li – mira a sostenere i progetti diricerca nei settori strategici perl’ateneo e che abbiano capacitàdi sviluppare scambi internazio-nali e creare collaborazioni tra ivari dipartimenti in un’ottica di-sciplinare. Verranno giudicati dauna commissione interna».

L’Ffo ancora in caloL’ateneo attualmente investe già1 milione e 300 mila euro per laricerca e con questa quota vaquasi a raddoppiare i finanzia-menti. Della quota attuale, metàviene suddivisa tra i dipartimen-ti per dimensione, mentre l’altrametà su base premiale. «Questascelta – spiega Cossali – ha por-tato ad aumentare il numero di

progetti di carattere europeopassati dal 2009 da sei progetti a18 con altri 12 in attesa di esseresottoposti a valutazione. Questiprogetti attirano naturalmentealtri fondi e mettono in contattola ricerca su scala internaziona-le innestando un circolo virtuo-so per l’ateneo e per i giovani ri-cercatori».

Una scelta premiata anche alivello nazionale: è aumentatoinfatti il parametro di premialitàlegato alla ricerca nella riparti-zione del Fondo di finanziamen-to ordinario (passando in dueanni da un parametro di 0,25 a0,443 sul totale del Fondo, prati-camente raddoppiato). I risulta-ti eccellenti dal punto di vistapremiale hanno compensato so-lo in parte il continuo calo del-l’Ffo che su base nazionale in treanni è diminuito del 7,2% (ed èatteso un ulteriore taglio del6,3% sul 2013) e che per Berga-mo si attesta a un -4,5%. Un calopiù contenuto dovuto anche al-l’aumento degli studenti rispet-to alla media nazionale.

L’accordo con la NormaleApprovato ieri in Senato, infine,sempre nel settore ricerca, unaconvenzione con la Scuola Nor-male di Pisa sul piano della ricer-ca e della didattica nel settoredell’informatica applicata ai be-ni culturali. ■

El. Cat.©RIPRODUZIONE RISERVATA

Marco Marengo, al centro con la maglia a righe. Sotto inprimo piano Mauro Mameli con la giacca insieme allostaff dei ricercatori dell’Università di Bergamo

L’interno del velivolo per il volo parabolico

La Stazione spaziale internazionale ripresa dalla Nasa

1 milioneÈ l’entità dello stanziamento straordinario promosso dal rettore Stefano Paleari a sostegno della ricercaall’Università di Bergamo. Tra gli obiettivi quello di permettere a circa 40 giovani post doc (assegnisti di ricerca) di proseguire in Italia (ma in contatto con il mondo) i loro studi scientifici

L’ECO DI BERGAMOMARTEDÌ 3 LUGLIO 2012 27