GUSTAVO ROL (1903-1994) Un Grande Piemontese Dietro La Leggenda (R. Rosso)

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GUSTAVO ROL (19031994): un grande piemontese dietro la leggenda Conferenza del 29/03/2008 Relatore: Roberto Rosso Introduzione Di solito, quando si affronta la biografia di personaggi controversi, dotati di speciali capacità è necessario schierarsi a favore o contro di esse. Da me ciascuno di voi si aspetterebbe elementi che confermino la propria opinione sul fenomeno Rol, affinchè questa possa venire minimamente avvalorata e confortata. Altrettanto frequentemente gli incontri che si fanno sulla vita di Rol si riducono a una serie di aneddoti strabilianti, in un preoccupante crescendo che nulla aggiunge alla statura del personaggio Ebbene temo di dover deludere queste aspettative, di non avere il minimo elemento capace di risolvere la questione, nè particolari aneddoti nuovi da potere aggiungere alle migliaia che su questo grande piemontese si raccontano. L'uomo dietro il mito E' mia personale convinzione che la figura di Rol venga penalizzata da un simile atteggiamento che svia i lettori da quelle che sono state le linee guida del suo pensiero e del suo impegno. Ciò che propongo è dunque di lasciare sullo sfondo la questione dei prodigi per andare alla ricerca dell'uomo, del colto borghese profondamente cristiano che coi suoi modi garbati ha abitato Torino per tutto lo scorso secolo. Onore al merito Qualunque sia la vostra opinione sul personaggio credo sia doveroso puntualizzare: 1) Rol era di famiglia sostanzialmente ricca, non ha mai avuto bisogno di denaro, nè accettato denaro da alcuno come compenso per l'impiego delle proprie capacità. 2) Considerando un dono le proprie capacità e l'impiego gratuito e disinteressato di esse non ha mai accettato l'idea di doversi sottoporre ad analisi ed accertamenti da parte della scienza ufficiale. 3) Benché quest'ultimo venga ritenuto il maggiore argomento contrario all'accettazione delle capacità di Rol, di per sè è solo indicativo della statura del personaggio che coerentemente ha sempre diffidato di quell'approccio scientista che la sua visione della vita ha sempre rifiutato. Biografia Gustavo Adolfo Rol nasce a Torino il 20 giugno 1903 da famiglia agiata. Il padre, Vittorio, è un avvocato che nel 1909 verrà incaricato di aprire e dirigere la sede di Torino della Banca Commerciale Italiana. Gustavo cresce in un ambiente ricco e colto, frequenta sin da giovane le famiglie più in vista della città, si interessa alle arti, entrando in relazione con vari artisti ed iniziando presto a cimentarsi nella pittura e nella musica. Nel 1923 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Torino, dove si laureerà nel 1933. Sia la scelta del corso universitario in legge, sia la carriera bancaria che intraprende nel 1925 avvengono per adeguamento alle tradizioni familiari. Rol fa pratica presso le filiali della COMIT in giro per l'Europa: Marsiglia, Parigi, Londra ed Edimburgo sono le città in cui vive e lavora. A partire dagli anni trenta la sua fama si diffonde nei circoli dell'aristocrazia, della cultura e della politica. Gli si attribuiscono incontri con personaggi del mondo della politica, dello spettacolo, dell'arte e della scienza, in alcuni casi non ancora documentati. Muore il 22 settembre 1994. La moglie Elna A Parigi, in un café, conosce la ragazza che poi diverrà sua moglie. Si chiama Elna ReschKnudsen, norvegese, figlia di un capitano di marina e nipote di un ministro di Stato. Gustavo era solito presentare Elna con orgoglio, facendo notare che ben 17 Re facevano parte della sua famiglia.

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Conferenza del 29/03/2008Relatore: Roberto Rosso

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GUSTAVO ROL (1903‐1994): un grande piemontese dietro la leggenda Conferenza del 29/03/2008 Relatore: Roberto Rosso 

   

Introduzione Di solito, quando si affronta  la biografia di personaggi controversi, dotati di speciali capacità è necessario schierarsi  a  favore o  contro di  esse. Da me  ciascuno di  voi  si  aspetterebbe  elementi  che  confermino  la propria opinione sul fenomeno Rol, affinchè questa possa venire minimamente avvalorata e confortata. Altrettanto  frequentemente gli  incontri  che  si  fanno  sulla vita di Rol  si  riducono a una  serie di aneddoti strabilianti, in un preoccupante crescendo che nulla aggiunge alla statura del personaggio Ebbene temo di dover deludere queste aspettative, di non avere  il minimo elemento capace di  risolvere  la questione, nè particolari  aneddoti  nuovi  da  potere  aggiungere  alle  migliaia  che  su  questo  grande  piemontese  si raccontano.  

L'uomo dietro il mito E' mia personale convinzione che  la  figura di Rol venga penalizzata da un simile atteggiamento che svia  i lettori da quelle  che  sono  state  le  linee guida del  suo pensiero e del  suo  impegno. Ciò  che propongo è dunque  di  lasciare  sullo  sfondo  la  questione  dei  prodigi  per  andare  alla  ricerca  dell'uomo,  del  colto borghese profondamente cristiano che coi suoi modi garbati ha abitato Torino per tutto lo scorso secolo.  

Onore al merito Qualunque sia la vostra opinione sul personaggio credo sia doveroso puntualizzare: 1) Rol era di famiglia sostanzialmente ricca, non ha mai avuto bisogno di denaro, nè accettato denaro da alcuno come compenso per l'impiego delle proprie capacità. 2)  Considerando  un  dono  le  proprie  capacità  e  l'impiego  gratuito  e  disinteressato  di  esse  non  ha mai accettato l'idea di doversi sottoporre ad analisi ed accertamenti da parte della scienza ufficiale. 3) Benché quest'ultimo venga  ritenuto  il maggiore argomento contrario all'accettazione delle capacità di Rol, di per  sè  è  solo  indicativo della  statura del personaggio  che  coerentemente ha  sempre diffidato di quell'approccio scientista che la sua visione della vita ha sempre rifiutato.  

Biografia Gustavo Adolfo Rol nasce a Torino il 20 giugno 1903 da famiglia agiata. Il padre, Vittorio, è un avvocato che nel 1909 verrà  incaricato di aprire e dirigere  la sede di Torino della Banca Commerciale  Italiana. Gustavo cresce in un ambiente ricco e colto, frequenta sin da giovane le famiglie più in vista della città, si interessa alle arti, entrando in relazione con vari artisti ed iniziando presto a cimentarsi nella pittura e nella musica. Nel 1923 si  iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Torino, dove si  laureerà nel 1933. Sia  la scelta  del  corso  universitario  in  legge,  sia  la  carriera  bancaria  che  intraprende  nel  1925  avvengono  per adeguamento  alle  tradizioni  familiari.  Rol  fa  pratica  presso  le  filiali  della  COMIT  in  giro  per  l'Europa: Marsiglia, Parigi, Londra ed Edimburgo sono  le città  in cui vive e  lavora. A partire dagli anni trenta  la sua fama  si diffonde nei circoli dell'aristocrazia, della cultura e della politica. Gli  si attribuiscono  incontri con personaggi del mondo della politica, dello  spettacolo, dell'arte e della  scienza,  in alcuni  casi non ancora documentati. Muore il 22 settembre 1994.  

La moglie Elna A  Parigi,  in  un  café,  conosce  la  ragazza  che  poi  diverrà  sua  moglie.  Si  chiama  Elna  Resch‐Knudsen, norvegese,  figlia di un capitano di marina e nipote di un ministro di Stato. Gustavo era solito presentare Elna con orgoglio, facendo notare che ben 17 Re facevano parte della sua famiglia.  

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Passeranno circa tre anni da quell'incontro al loro matrimonio, avvenuto a Torino, nella chiesa di San Carlo in Piazza San Carlo, il 17 dicembre 1930. Alla fine degli anni '30 Rol acquista un alloggio in via Silvio Pellico 31, dove abiterà fino alla morte.  

La passione per Napoleone La figura di Napoleone gli sarà strettamente  legata per tutta  la vita, diventando un collezionista di rilievo internazionale  di  cimeli  napoleonici,  un  esperto  delle  campagne,  delle  battaglie  e  delle  imprese napoleoniche.Negli anni trenta, a Parigi, stava passeggiando in una strada quando, spinto istintivamente ad entrare in una casa, chiese al portinaio di condurlo nelle cantine, che avevano il pavimento di terra battuta, e  lì,  fattosi  consegnare  una  pala  da  quel  tizio  che  lo  guardava  in modo  interrogativo,  dissotterrò  uno splendido busto di marmo di Napoleone.  

La Carrozza di Napoleone Nella Palazzina di caccia di Stupinigi, una pregiata residenza dei Savoia appena fuori Torino, è conservato un prezioso dono di Rol, la carrozza con la quale Napoleone da Parigi si recò a Milano per essere incoronato re d'Italia. Rol  l'aveva acquistata a Marengo, dove  l'Imperatore  l'aveva  lasciata perché si era  rotta ed aveva fretta di ritornare in Francia.  

L'impegno durante la guerra «Un giorno, a Pinerolo, un comandante tedesco aveva messo al muro un gruppo di partigiani. Rol accorse a chiederne la liberazione. "Sono innocenti, non hanno commesso niente di male", diceva. "E lei come fa ad esserne  tanto sicuro?", chiese  il comandante. "Alla stessa maniera con cui sono sicuro di conoscere cosa contengono  i  cassetti  della  scrivania  nella  sua  casa  ad  Amburgo",  rispose  sicuro  di  conoscere  cosa contengono  i  cassetti  della  scrivania  nella  sua  casa  ad  Amburgo",  rispose  Rol  e  cominciò  a  descrivere minuziosamente gli oggetti che quel comandante aveva nella sua scrivania ad Amburgo, soffermandosi sul contenuto di alcune  lettere privatissime e di documenti  segreti.  Il  tedesco,  confuso e  spaventato,  liberò immediatamente  i prigionieri». Nel 1945 Rol ottenne un  riconoscimento per  il  suo operato da parte del Sindaco di S. Secondo di Pinerolo, a nome del Comitato di Liberazione Nazionale.  

L'incontro col Duce Nel 42  il primo  fatto di  rilievo. Pitigrilli  scrive  a Rol:"  ...si parla  in  altissimo  luogo di  te.  Il Duce  ti  vuole incontrare." Rol, Capitano degli Alpini, viene convocato a Villa Torlonia; Pitigrilli  lo accompagna.  Intorno a mezzanotte,  il Duce convoca Rol nel suo studio, che si presenta sugli attenti col saluto romano. Pitigrilli è fuori. "Mi dicono che Lei fa delle previsioni", tuona il Duce. "Io sono un buon soldato", risponde Rol. "Parli, parli pure liberamente, non le sarà fatto alcun male.". "Duce, per me la guerra è perduta!" Il Duce scatta in piedi,  si batte  la mano  sul petto e  tuona " Staremo a vedere. Ora vada.". E Rol uscì,  in  silenzio. L'  Italia, all'epoca della previsione, era, con  la Germania, vittoriosa su  tutti  i  fronti. Nulla  faceva presagire ad una sconfitta, come la storia insegna. Ma non solo Rol avvertì il Duce della disfatta che l'Italia avrebbe sofferto, ma puntualizzò a due ufficiali intimi del Duce, il giorno, l'ora e l'anno in cui Mussolini sarebbe morto. E non sbagliò.  

Rol e Fellini Federico Fellini, noto regista  italiano vincitore di cinque premi oscar  (autore de La Dolce Vita) è stato un grande amico di Rol. Nel suo  libro Fare un  film,  (1983), ne dà questo ritratto: «Ciò che  fa Rol è talmente meraviglioso che diventa normale; insomma, c'è un limite allo stupore. Infatti le cose che fa, lui le chiama 'giochi', nel momento in cui le vedi per tua fortuna non ti stupiscono, nel ricordo assumono una dimensione sconvolgente. Com'è Rol? A chi assomiglia? Che aspetto ha? E un po' arduo descriverlo. Ho visto un signore dai modi cortesi, l'eleganza sobria, potrebbe essere un preside di ginnasio di provincia, di quelli che qualche volta  sanno  anche  scherzare  con  gli  allievi  e  fingono  piacevolmente  ad  interessarsi  ad  argomenti  quasi frivoli.  Ha  un  comportamento  garbato,  impostato  a  una  civile  contenutezza  contraddetta  talvolta  da 

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allegrezze  più  abbandonate,  e  allora  parla  con  una  forte  venatura  dialettale  che  esagera  volutamente, come Macario, e racconta volentieri barzellette.  

L'amico Fellini Credo che  la ragione di questo comportamento (...) sia nella sua costante e previdente preoccupazione di sdrammatizzare le attese, i timori, lo sgomento che si può provare davanti ai suoi traumatizzanti prodigi di mago. Ma, nonostante  tutta questa atmosfera di  familiarità, di scherzo  tra amici, nonostante questo suo sminuire,  ignorare,  buttarla  in  ridere  per  far  dimenticare  e  dimenticare  lui  per  primo  tutto  ciò  che  sta accadendo,  i  suoi occhi, gli occhi di Rol non  si possono guardare a  lungo. Son occhi  fermi e  luminosi, gli occhi  di  una  creatura  che  viene  da  un  altro  pianeta,  gli  occhi  di  un  personaggio  di  un  bel  film  di fantascienza.  Quando  si  fanno  'giochi'  come  i  suoi,  la  tentazione  dell'orgoglio,  di  una  certa misteriosa onnipotenza,  deve  essere  .  Eppure  Rol  sa  respingerla,  si  ridimensiona  quotidianamente  in  una misura umana  accettabile.  Forse  perché  ha  fede  e  crede  in Dio.  I  suoi  tentativi  spesso  disperati  di  stabilire  un rapporto  individuale  con  le  forze  terribili  che  lo  abitano,  di  cercare  di  definire  una  qualche  costruzione concettuale, ideologica, religiosa, che gli consenta di addomesticare in un parziale, tollerabile armistizio la tempestosa  notte  magnetica  che  lo  invade  scontornando  e  cancellando  le  delimitazioni  della  sua personalità, hanno qualcosa di patetico ed eroico».  

Rol e Biagi «Vive a Torino il dott. Gustavo Adolfo Rol, un sensitivo capace di imprese che non hanno nulla di normale e che è  impossibile  interpretare. È  in grado perfino di  fare viaggi nel  tempo, di  conversare  con entità  che hanno raggiunto  l'oltretomba da secoli o di far piombare  in un salotto col belato della capra anche  il suo campanaccio. Un busto di marmo pesantissimo, senza che nessuno si muovesse, passò da un caminetto al centro di un desco». Enzo Biagi, E tu lo sai? (Rizzoli, 1978)  

Rol e Buzzati «Colpisce  in Rol,  che a  sessantadue anni ne dimostra almeno dieci di meno, una vitalità  straordinaria, e gioiosa.  Insisto  sulla  serenità e  l'allegrezza che ne emanano. Qualcosa di benefico  si  irraggia  sugli altri. È questa  la  caratteristica  immancabile,  almeno  secondo  la  mia  esperienza  dei  rari  uomini  arrivati,  col superamento di se stessi, a un alto  livello spirituale, e di conseguenza all'autentica bontà.  In quanto alla faccia, descriverla è difficile. Qualcuno l'ha definita da 'bon vivant'. Non è vero. Potrebbe essere quella di un guru  indiano. Ma potrebbe  anche  appartenere  a un  chirurgo,  a un  vescovo,  a un  tenero bambino. Ci  si aspetta una maschera  impressionante e magnetica. Niente di questo. Ciò  che  sta dietro a quella  fronte, almeno a prima vista, non traspare».  

Rol e Regge Regge si recò a casa di Rol per metterlo alla prova. Ecco  l'estratto dell'avvenimento dal  libro "Torino città magica" scritto da Giuditta Dembech. Sta parlando Rol: «E venuto da me Tullio Regge, era accompagnato dalla moglie, da un professore di medicina, molto famoso e da un'altra persona. Hanno portato  loro delle carte, non si è mai utilizzato nulla di mio. Durante lo svolgersi dell'esperimento mi hanno fatto stare con le mani dietro allo schienale della mia sedia. Non ho mai toccato nulla. Regge mescolava  le carte tenendole nascoste  sotto  al  tavolo.  Io  gli  ho  detto:  "Pensi  ad  una  carta.  La  pensi  soltanto,  non  la  cerchi".  "L'ho pensata"  "Allora metta  il  suo mazzo  sul  tavolo" "Posso cambiare  la carta che ho già pensato?  sceglierne un'altra?"  "Certamente,  la  cambi pure..."  "Allora  va bene, ne ho  scelta un'altra"  "Mescoli  ancora  le  sue carte". Io avevo sempre le mani dietro allo schienale della sedia. "Ora posi le carte sul tavolo e tagli pure nel punto  che preferisce..."  Salta  fuori  l'asso di  fiori."È quella  che ho pensato  in un  secondo momento...  Lo rifaccia!" "Non posso rifarlo, io non sono Dio che può ripetere all'infinito. L'esperimento è venuto ma io non posso rifarlo..." "Ma io non posso ammetterlo. Bisognerebbe che si facesse esaminare da un prestigiatore, essere certi che noi non siamo tutti stati suggestionati, o che  lei abbia  fatto qualcosa di cui non ci siamo accorti... Scientificamente io non posso ammettere una cosa simile...».  

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Lo Spiritualismo Solitamente parlando di  spiritualismo  come  filosofìa ottonovecentesca  si  suole  rinviare  a due  specifiche correnti contigue ma differenti. La prima nacque su suolo francese e fu terreno comune di discussione tra filosofi  del  calibro  di  Cousin  e  Bergson  intesa  come  reazione  al  meccanicismo  di  stampo  positivista comtiano. La seconda corrente fu invece un esito squisitamente italiano che interessò filosofi del calibro di Augusto Guzzo e che fu intesa come approfondimento del lato più intimo della dottrina cristiano cattolica. Fortunate  vicende  biografiche  permisero  a  Rol  di  entrare  in  contatto  proficuamente  con  entrambi  i movimenti  

La vocazione mancata «Tra le persone a cui rivolgo una preghiera quando sono in difficoltà c'è anche lui...» (V. Messori) Le parole di Messori ed i frequenti accenni teocentrici di Rol in merito, offrono a parer mio una prospettiva davvero interessante:  se nel 1920  avesse  seguito  il  fantomatico polacco  e  la  sua propria  vocazione  forse oggi  ci troveremmo  di  fronte  alla  semplice  vicenda  di  un  fraticello  in  odor  di  santità.  Benché  coincidenze biografiche  lo  portarono  alla  vita  laica  ritengo  che  quel  tipo  di  impronta  sia  rimasta  e  costituisca  un elemento  ineliminabile nell'analisi della  vicenda Rol  Esiste  per Rol una  energia o  spirito  che  controlla  e governa la materia e le sue leggi. Lo spirito è totalmente altro rispetto ad esse e la natura di questa alterità è proprio ciò che gli permette il governo. Lo spirito, l'energia sottentra tutte le cose, è ovunque al di là della materia.  Ogni  essere  del  mondo  è  parte  di  questo  Spirito.  All'uomo  spetta  una  possibilità  di  essere consapevole del proprio essere spirito, di essere "spirito intelligente". Compito dell'uomo dovrebbe essere quello di approfondire questa consapevolezza, di aprirsi allo Spirito. Le possibilità di Rol ed altri dipendono dalla loro capacità di essere tramiti dello Spirito... Rol ebbe a dire: «Io sono la grondaia...»  

Dice di se'... Certamente un rapporto tra spirito e materia esiste:  la Scienza non  lo conosce,  io appena  lo  intuisco e  lo posso dimostrare, ma non come lo voglio e come mi si chiede di farlo. Una collaborazione con la scienza io la  invoco,  senza  quel  presupposto  di  sfiducia  che  non  offende  la  mia  trascurabile  persona  bensì  la conoscenza  che  ho  raggiunta  e  che  è  già  patrimonio  della  Scienza  di  Domani  Ho  scoperto  possibilità riservate all'uomo, che sin qui erano state  ignorate dalla scienza,  la quale non accetta  lo Spirito  in quanto esso  ammetterebbe una Creazione  che  sta  al di  sopra di qualsiasi  attuale  ricerca di  laboratorio. Meglio rimanere  ignorato da una Scienza ufficiale  che non è  in grado, per ora, di  comprendermi, piuttosto  che venire meno a quei principi ai quali mi sono sempre  ispirato e con  i risultati che tutti conoscono »  I miei modesti  esperimenti  fanno  parte  della  scienza.  Sono  cose  che  in  un  futuro  tutti  gli  uomini  potranno realizzare I miei segreti? Sono tutti nella Bibbia «Non vi sono  limiti alle possibilità umane. Alla condizione, però,  che esse non  intervengano a  sottrarre alla  vita quel  carattere di unica,  insostituibile, meravigliosa anche se travagliatissima prova che é  la vita stessa. I sensi rappresentano un mezzo di eccezionale misura onde conoscere  le meravigliose possibilità che Dio offre di se stesso all'uomo. Possibilità che nello stesso tempo  formano  quella  trappola  mortale  che  i  sensi  stessi  rappresentano.  I  sensi,  inoltre,  sono  una modestissima  anticipazione di  tutte  le  infinite meraviglie  riservate  all'uomo per  estrinsecazione  che Dio stesso  rivela  nel  suo  costante  desiderio  e  diritto  di  affermarsi.  A  quelle meraviglie  l'uomo  accede  nel perfezionarsi  non  soltanto  in  questa  vita...  Se  l'errore  è  compatito,  spesso  giustificato, ma  non  sempre assolto, è puro gesto di misericordia divina il rigettarlo e anche punirlo, in quanto nella punizione stessa è insito  il  desiderio  di  offrire  all'uomo  la  possibilità  di  redimersi,  quindi  di  avvicinarsi maggiormente  alla stupenda perfezione che Dio è. Quale padre amorosissimo Egli non solo non abbandona nessuno, ma tutti aiuta, anche coloro, gli indegni e i reprobi, nel castigarli. Correggere non è punire, bensì aiutare a liberarsi da tutto ciò che tiene il malato lungi dalla fonte che gli dona la vita. Se l'errore non é perseveranza diabolica altro non può essere  che diritto  alla  conoscenza.  É beninteso però  che nessun diritto può  giustificare  il perseverare nell'errore stesso, quand'anche l'uomo sappia, in un raptus intellettivo, considerare l'errore un mezzo orrendo  altrettanto quanto nobile. Con queste parole ho  inteso qui  rivelare  il perché dell'errore stesso, della necessità di non  .  ripeterlo e della possibilità etica che Dio  lo consenta. Oggi, 25  settembre 1975». «Vi  fu un  tempo  in cui credevo che  le mie  'possibilità'  (che  io allora  ritenevo essere delle vere e proprie  'facoltà') avessero una base biologica. Mi dicevo che se è vero che  il coipo alberga  lo spirito, deve 

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esservi  un  rapporto  diretto  fra  lo  spirito  e  gli  organi  attraverso  i  quali  la  vita  si  esprime.  Ed  in  questa espressione  includevo  la responsabilità morale e  le esaltazioni dello spirito. Fu proprio  in questa seconda parte che la mia filosofia crollò perché non mi fu più possibile ottenere alcun fenomeno se volevo trovarne la sede nel cervello od in qualunque altra forma organizzata del mio comportamento fisico. lo stesso tentai dei  controlli  dei quali  ebbi  a  rammaricarmi.  Si  studino pure  a  fondo  le possibilità  racchiuse nell'energia psichica  degli  uomini, ma  per  quanto mi  riguarda  ho  concluso  che  allo  stato  attuale  della  conoscenza scientifica  i  miei  esperimenti  non  hanno  alcun  rapporto  con  la  psiche.  Essi,  secondo  me,  debbono considerarsi una manifestazione dello  spirito che è definito  'intelligente' per  identificare  in esso e quindi nell'Uomo, l'espressione più alta di tutta la Creazione. Ho sempre protestato di non essere un sensitivo, un veggente, medium, taumaturgo o altro del genere. È tutto un mondo, quello della Parapsicologia, al quale non appartengo «Einstein credeva in Dio, non ne negava l'esistenza. Un giorno che discutevamo proprio di questo, «Einstein credeva in Dio, non ne negava l'esistenza. Un giorno che discutevamo proprio di questo, lui alzò una mano, la frappose fra la lampada e il tavolo e mi disse: "Vedi? Quando la materia si manifesta, proietta un'ombra  scura, perché è materia. Dio è puro  spirito e dunque quando  si materializza non può manifestarsi  se  non  attraverso  la  luce.  La  luce  non  è  altro  se  non  l'ombra  di  Dio"».  da  Maria  Luisa Giordano:" Rol mi parla ancora", Sonzogno, 1999  

Rol e la pittura Rol  era  un  pittore  che  produceva  poco,  non  perché  poco  lavorasse, ma  perché  l'elaborazione  dei  suoi dipinti  era molto meditata,  quindi  lenta.  Faceva  e  rifaceva,  scavava,  trasfigurava  l'immagine  che  aveva davanti  agli  occhi  fino  a  penetrarne  l'essenza,  a  scoprirne  lo  spirito.  Questo metodo  e  questi  risultati aiutano a capire  la sua teoria secondo  la quale tutte  le cose e gli esseri viventi hanno uno spirito, che poi nell'uomo è lo spirito intelligente il quale resta operante anche dopo la fine della materia. In una lettera che nel 1944 indirizzava a un conoscente che esordiva in pittura, Rol scriveva: "Un dipinto non è nulla anche se riproduce  fedelmente una persona, un  luogo o un oggetto. Ma esso deve  rappresentare "un momento", una sensazione vissuta dall'artista, e come tale deve saper convincere e commuovere.  

Bibliografia Cartacea Renzo Allegri. Rol il mistero. Musumeci Editore, 1993. Renzo Allegri. Rol il grande veggente. Mondadori, 2003. Maurizio Bonfìglio. Il pensiero di Rol. La Teoria dello Spirito Intelligente. Ediz. Mediterranee, 2003. Maurizio Bonfiglio. Rol. L'uomo,  il mistero,  la vita, documentario DVD, regia di Maurizio Leone, Aries s.r.l, 2005 Giuditta Dembech. Gustavo Adolfo Rol. Scritti per Alda. LAriete, 1999. Giuditta Dembech. Gustavo Adolfo Rol. Il grande precursore. LAriete, 2005. Giorgio Di Simone. Oltre l'umano. Gustavo Adolfo Rol. Reverdito Edizioni, 1996. Gustavo  Adolfo  Rol.  "Io  sono  la  grondaia..."  Diari,  Lettere,  Riflessioni  di  Gustavo  Adolfo  Rol.  a  cura  di Catterina Ferrari. Giunti, 2000. Catterina Ferrari (a cura di). Diario di un capitano degli alpini. Gustavo Adolfo Rol. Musumeci Editore, 2003. Gustavo Adolfo Rol.  La Coscienza  Sublime.  L'incontro  con  la poetessa Elda Trolli  Ferraris,  a  cura di M.L. Giordano e G. Ferraris di Celle, L'Età dell'Acquario, 2006 Luciana Frassati. L'impronta di Rol. Daniela Piazza Editore, 1996. Maria Luisa Giordano. Rol mi parla ancora. Sonzogno, 1999. Maria Luisa Giordano. Rol e l'altra dimensione. Sonzogno, 2000. Maria Luisa Giordano. Rol. Una vita per immagini, ed. Età dell'Acquario, 2005. Remo Lugli. Gustavo Rol. Una vita di prodigi. Mediterranee, 1995. Vincenzo Mercante. Il Mistero e la Fede. Gustavo Rol e Padre Pio da Pietrelcina. Edizioni Segno, 2006. Mario Pincherle. Il segreto di Rol. EIFIS, 2005. Maurizio Ternavasio. Gustavo Rol. La vita, l'uomo, il mistero, L'Età dell'Acquario, 2002 Maurizio Ternavasio. Gustavo Rol. Esperimenti e Testimonianze. L'Età dell'Acquario, 2003. Mariano Tomatis. Rol, Realtà O Leggenda?. Avverbi, 2003.  

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Bibliografia Web http://www.gustavorol.org http://it.wikipedia.org/wiki/Gustavo_Adolfo_Rol http://www.cicap.org/new/articolo.php?id= 101869