Gustavo Giovannoni

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1 Gustavo Giovannoni Pensieri e principi di restauro architettonico 1873 - 1947 di Alessandro Curuni in La cultura del restauro a cura di Stella Casiello pp. 267 - 290 biografia: pp. 392 - 394

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Gustavo Giovannoni. Pensieri e principi di restauro architettonico 1873 - 1947 di Alessandro Curuni in La cultura del restauro a cura di Stella Casiello pp. 267 - 290 biografia: pp. 392 - 394. Gustavo Giovannoni 1873 - 1947. inizio degli studi su Giovannoni : (pp.267-268) - PowerPoint PPT Presentation

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Gustavo GiovannoniPensieri e principi di restauro architettonico

1873 - 1947di Alessandro Curuni

in La cultura del restauro a cura di Stella Casiellopp. 267 - 290

biografia: pp. 392 - 394

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• inizio degli studi su Giovannoni: • (pp.267-268)• Gli studi su Giovannoni hanno inizio nella seconda metà degli anni 1970:• Giuseppe Zanzer \• Marcello Salvatori - trasportano l’archivio da Palazzo Braschi al • Alessandro Curuni / Centro di studi per la storia• per l’architettura

• (p.267) cfr. nota 1 p.267• 1957 Carlo Ceschi: Giovannoni capostipite della <scuola romana>• 1969 Ludovico Quaroni: Immagine di Roma - La posizioni di Giovannoni come <burocrate>• 1978 Paolo Portoghesi: Eclettismo a Roma annovera Giovannoni fra i nomi degli architetti più

importanti

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• LA VITA:• La Roma dell’infanzia e della prima giovinezza• nasce nel 1873 in Roma• Roma postunitaria: da dimensione rurale (p.269) a capitale del Regno

(pp.269 -270)• Trasformazioni:• - demolizione della <fitta trama del tessuto urbano> del quartiere

rinascimentale per l’esecuzione dell’asse viario di corso Umberto• - demolizione per la sistemazione del tratto cittadino del percorso del

Tevere• - demolizione di edifici e di ambienti come il Porto Ripetta o il Teatro

Apollo a Tor di Nona• - 1883 -1886 attuazione del II piano urbanistico del Viviani e l’apertura di

via Cavour: - distruzione di ville suburbane, espansioni nelle zone di Prati e di Testaccio

• - 1885: nei pressi della sua abitazione inizia la demolizione per ricavare lo spazio per il Vittoriano (dopo il concorso vinto da Sacconi).

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• Università• 1890: studi del biennnio fisico-matematico,• conoscenza delle lingue straniere: francese, inglese, tedesco,• amico di Federico Hermanin, (Bari 1868 - Roma 1953, storico e

critico d’arte, Sovrintendente alle Gallerie di Roma),• 1892 Inizia il triennio, docenti:• Valentino Ceruti (meccanica razionale)• Vincenzo Reina (geodesia)• Enrico Gui (architettura; direttore della Scuola del Regio Istituto

di Belle Arti di Roma)• Carlo Saviotti (statica)• Giovanni Giorgis (chimica applicata)• Italo Chiara (applicazioni di geometria descrittiva)• cfr. nota 11, 12, 13 p. 272

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• Elaborato scolastico: <cattedrale gotica>: costante ricerca stilistica propria dell’insegnamento di Enrico Gui che riprende la didattica di Viollet-le-Duc:

• “Certamente tali principi didattici, applicati nelle aule universitarie della scuola d’ingegneria di Roma, erano in contrasto con quanto, da tempo, in ambiente milanese era già stato sperimentato da Camillo Boito”(p.272)

• Giovannoni: formidabile disegnatore (p.272)

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• Tema d’esame generale scelto da Giovannoni: il mercato coperto (tema d’attualità; teoria di Victor Baltard (1805-1874, architetto francese: restauratore e studioso di problemi architettonici: grande cupola con strutture in ferro di Saint-Augustin Parigi) rispetto al problema della temperatura nota 17, pp.273-274 sintesi d’argomenti d’igiene, d’estetica, di scienza delle costruzioni)

• laurea:20-XII-1895 (94/100)• Nel primo anno dopo la laurea si dedica alle case di abitazione popolare:

nuove regole d’igiene e di decoro (n.19, p.274); • studi suppletivi d’ingegneria sanitaria (periodo di tirocinio presso gli uffici

della Direzione superiore della Sanità);• studi di storia dell’arte medioevale e moderna con Adolfo Venturi (p. 275)

nell’Università di Roma:• “ Tali studi, di cui egli si dichiarò sempre assiduo cultore, lo porteranno,

molto presto, ad affrontare nei suoi primi scritti temi relativi alla salvaguardia e al mantenimento dei beni <dimenticati> o in <pericolo>.” (p. 275)

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• Professione• Nuovo altare per la cattedrale di Salta in

Argentina, incarico ottenuto per interessamento diretto dell’amico F. Hermanin : “ Con questa prima opera, e da quel momento appare chiara la sua posizione di tenace assertore d’un sincretismo classicistico che a Roma prenderà piede col nome di <barocchetto romano>: una sorta di connubio fra il dominante carattere barocco della città e la perenne memoria degli ordini classici, tenuta viva anche dai monumenti archeologici della città” (p.276)

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• Contrasto con Piacentini

• dalla metà degli anni venti contrasto con l’amico Marcello Piacentini circa il nuovo impulso che avrebbe dovuto avere l’architettura italiana:

• “Non sembri, quindi, di secondaria importanza aprire una parentesi sulle idee di Giovannoni circa l’espressione e il carattere che la contemporanea architettura italiana avrebbe dovuto assumere; sia perché tali idee derivano dalla sua formazione propriamente romana; sia, soprattutto, perché furono tali idee ad influenzare, successivamente, i suoi studi sull’ambiente urbano, sia perchè, infine, sono il frutto d’una convinzione talmente radicata da condizionare anche le sue idee sulla salvaguardia e sulla conservazione e il restauro.”(p.276)

• 1926: rivista <Architettura e arti decorative>

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• Accusato da Piacentini di avere scarsa apertura verso le moderne espressioni architettoniche e al divario ideologico, Giovannoni diciara:

• “ Io penso che la moda effimera abbia poca presa sul valore positivo e sul carattere permanente delle opere architettoniche; penso che ogni tentativo arbitrario e insincero, senza un legame con qualche cosa di continuo (ambiente, tradizione, pregiudizi estetici) faccia goffamente ritardare il cammino dell’Architettura (...) Io penso che noi italiani prima di dare un calcio alla nostra tradizione ...dovremmo pensarci bene e tenere i nervi a posto. (...).”

• (p. 277, cfr. n. 23 : Lettera dattiloscritta di Giovannoni a Marcello Piacentini in data 16 settembre 1926).

• Circa la ricostruzione postbellica: “(...) penso che invece occorra intensificare la preparazione artistica e culturale di cui hanno tanto bisogno gli architetti (...).” (p.277. cfr.n.24, ibid)

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• “ Come mai si concilierebbe questa ostilità con la nostra collaborazione intima e concorde di quindici anni verso un fine comune?. ... Dov’è la mia opposizione a qualunque forma di arte nuova?. Dov’è la mia intransigenza, paragonabile ad esempio a quella che ora tu dimostri con l’escludere, non solo tutto il materiale di studio dall’antico, ma anche tutte le manifestazioni che ora ti piacciono?” (p. 278; nota 26, p. 278: lettera di Giovannoni a Piacentini: 17.XII.1928)

• E chi di questa polemica si continuano a cogliere sfogliando i carteggi della fine anni venti (p. 278)

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• 1935 L’espansione di Roma verso i colli e verso il mare: in attuazione del Piano regolatore per la provincia di Roma, riprenderà il tema del rispetto per la tradizione anche in campo urbanistico: “La casa rinunci pure senza rimpianti agli stucchi decorativi, ma non manchi di quel garbo gentile di masse e di forme che è l’Arte, e risponda con razionalismo ragionevole alle esigenze vere del clima e delle abitudini di vita, non a quelle artificiose di una effimera moda internazionale che ora vuole imporre la sua cifra, e ci dà le pareti tutte invetriate, e le finestre più larghe che alte, e le facciate senza sporgenze terminali che le difendono dalla pioggia, e le ringhiere da transatlantico senza riparo che salvino i ragazzi dal pericolo di cadere di sotto.” (p.279, cfr: nota 27)

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• “ Il rifiuto dell’architettura contemporanea non è stato così repentino. Se da un lato Gustavo Giovannoni è sembrato negare ogni forma di espressione moderna, dall’altro egli stesso, fin dalle primissime espressioni professionali, ha mostrato di non rinunciare, anzi di attingere a piene mani, a forme tipicamente europee di liberty e di <floreale>. Il rifiuto teorico di tali espressioni si potrebbe attribuire all’ambiente di formazione e, più verosimilmente, ai suoi studi di storia dell’arte e, forse, all’amicizia con Adolfo Venturi .” (pp.279-280)

• nota 29, p. 280: primo periodo professionale di Giovannoni• Amicizia con Adolfo Venturi: fra il 1897-1899 porta Giovannoni

ad approfondire i suoi interessi di urbanistica e d’architettura rinascimentale

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Gustavo Giovannoni 1873 - 1947• Restauro

• G. Giovannoni, I Restauri dei monumenti ed il recente Congresso Storico, estratto dal <Bollettino della Società degli Ingegneri e degli Architetti Italiani>, 1903

• “ I pensieri sull’architettura moderna di Giovannoni sono tenacemente connessi a quelli sul restauro dei monumenti. Egli fin dall’inizio del secolo, quando nell’aprile 1903, ebbe luogo il Congresso internazionale di scienze storiche, avendo partecipato ai lavori e ascoltate le deliberazioni dell’ordine del giorno della IV Sezione (Archeologia e Belle Arti) (cfr.p.280, n.30: aprile 1903), volle fissare le sue idee sul tema del restauro, affrontato, appunto, dal dibattito congressuale.” (p.280)

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• “ (...) nonostante un suo netto rifiuto nei riguardi d’ogni tipo di ricerca stilistica e l’altrettanto decisa negazione di ogni forma d’intervento nuovo nel restauro, si dimostra piuttosto fiducioso sul futuro di questa disciplina. :

• “ <Può bene dunque il nostro secolo (il quale ha appunto nel metodo scientifico le sue basi, e che ha dato il grande impulso all’Archeologia, agli scavi d’antichità, alle ricerche d’archivio), riuscire ad integrare questi elementi molteplici. Può esso ritenersi veramente maturo per i restauri, può ben fissare il concetto in chi sappia studiare>.”

(p.280, p.6 )

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• “ L’esigenza, ancora ottocentesca, di definire con formule ben precise, universalmente valide e con apporti manualistici i diversi aspetti del sapere e dell’operare, vede in G. un degno seguace, che cerca di mettere ordine nelle idee sul restauro traendo conclusioni di carattere generale, espresse in termini essenziali e succinti.” (pp. 280-281)

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• RIPARAZIONE• SOSTITUZIONE DI ALCUNI ELEMENTI• A)• /• RESTAURI:• \• B)• COMPLETAMENTO• RINNOVAMENTO

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• A) portata tecnica• B) grande importanza artistica e storica• “ Restauri di completamento sono quelli in cui niun

elemento nuovo si aggiunge all’opera d’arte (es. arco di Tito del Valadier; S. Stefano e S. Francesco di Bologna; Palazzo Ducale di Venezia)

• “Restauri di rinnovamento si presentano quando si debba terminare un’opera di cui manchi interamente una parte essenziale o si debba adattare la costruzione a mutate condizioni di viabilità e di ambiente artistico (es. S. Maria del Fiore e S. Croce in Venezia; palazzo della Farnesina in Roma)” (p. 281, n.32; p.4

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• “ Da questo punto di vista G. si dimostra al quanto contrario nei riguardi della decisione espressa dal voto del Congresso romano che sembra ammettere, sui monumenti, soltanto quelle azioni che ne salvaguardino la stabilità statica, escludendo in modo assoluto ogni opera di rinnovamento.” (p.281)

• “ Già in queste opinioni egli mette in chiaro quello che sarà il suo pensiero sul restauro e al quale rimarrà fedele per tutta la vita” (p.281)

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• “ In sostanza egli crede fermamente che sui monumenti soprattutto per <un rispetto si debba e si possa intervenire con rinnovamenti tali che li aiutino a non <rimanere monchi>, illuminato della Storia dell’Arte, rispetto che mal si converte in un semplice feticismo cieco per tutte le vicende del passato>.

• Egli così va a porsi, in sostanza , fra Viollet-le-Duc e Boito.” (pp.281-282)

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• Riprendendo la posizione di Boito per la facciata del Duomo di Milano:“ (...) l’unita e l’armonia dell’opera d’arte sarà una costante del suo pensiero” (p. 282)

• “ Ma il concetto di restauro come ricostruzione, riproposta o altro è per lui assolutamente da abolire” (p. 282)

• “Egli inoltre vede il restauro come scienza , una disciplina esatta e rigorosa;

• è decisamente contrario al <non rinnovare> né crede che il monumento debba, o possa, perderebbe la sua integrità attraverso l’intervento restaurativo.

• Questa integrità va sempre salvaguardata. • “Anzi, con adeguati <ritocchi>, si possono eliminare tutti

quegli interventi che, col passare del tempo, ne hanno minato l’unità estetica.

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• “ Si dimostra estrenuo difensore dei capisaldi <dei grandi periodo dell’arte e della cultura>; in quei casi <dove si ha un organismo vivo e completo, il restauro che ne restituisca l’armonia è non pure opportuno, ma doveroso>, anche per considerazioni di natura urbanistica e ambientale.” (p.282)

• Esempio: complesso di San Benedetto a Subiaco, quale intervento <moderno>, ma <armonioso>: nuova decorazione della cripta

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• - rapporto con Boito fra il 1905 e il 1912 per la formazione professionale degli architetti (p. 283): dubbi sulla formazione accademica degli architetti: <Hanno i nostri architetti coltura sufficiente per affrontare i vasti problemi del restauro; possono riuscire a spogliarsi della loro personalità e, lasciando il loro tempo, tornare indietro dei secoli?. Potrà infine corrispondere all’idea l’esecuzione materiale dell’opera?> (p.283; cfr. n.34)

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• “ Nel modo stesso che lo studio di un restauro deve rappresentare abbandono completo della personalità dell’architetto, così nell’esecuzione niun interesse privato può sussistere avanti all’integrità di un’opera d’arte. Nessun dei nostri monumenti deve essere toccato senza un rispetto completo dell’Arte e della Storia; altrimenti essi possono ben aspettare il loro momento. Ci sono avezzi da secoli.” (p.283, n.35; p.7

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• “Con la certezza che comunque si potessero compiere opere di restauro <perfette>, egli, nel concludere le sue riflessioni sulla complessità e delicatezza del restauro, sostiene come uno dei principi-guida la <spersonalizzazione> di colui che si accinge all’intervento.” (p.283)

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Gustavo Giovannoni • 1903-1912• Cariera Universitaria• 1895, anno di laurea, assistente volontario • 1903 assistente alla cattedra di architettura tecnica di Guglielmo Calderini• 1907: II posto in un concorso come professore straordinario• 1909: incaricato di un corso libero : Stili architettonici• 1910: presidente dell’Associazione artistica fra i cultori di architettura• 1912: professore incaricato di Architettura generale• Attività professionale:• cappelle mortuarie• rimozione del gruppo scultoreo dell’Ercole e Lica• edifici d’abitazione in Roma (piazza Caprera)• villini in prossimità della capitale• complessi abitativi e scolastici nel comune di Monterotondo• istituti universitari• quartieri di Roma (quartiere Nomentano)• 1912-13: piani di restauro: Badia e Santuario di Montevergine (Avellino: ingresso

al seminario: stile neoromanico; interventi statici)• restauro statico della chiesa di S. Pietro in Cori (inizio di studi d’<isolamento>)• Isolamenti e liberazioni: Tempio della Fortuna Virile nel Foro Boario: Vecchie

città ed edilizia nuova. Il quartiere del Rinascimento in Roma (Roma, 1913)

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• 1913 Restauri dei monumenti• in <Bollettino d’Arte> del M.P.I., a. VII, n.2, 1913, pp.1- 42• “(...) traccia le linee generali del dibattito che si sta sviluppando in

Europa sulla disciplina, mettendo a confronto quanto avveniva negli altri paesi con la situazione italiana.

• Egli illustra un quadro molto complesso ed evoluto, nel quale le problematiche ricorrenti sono, in generale, verso la conservazione, mentre più limitato, ma sentito, è il senso del ripristino:” (p.285)

• modernità del concetto:

<far rivivere il passato nella Scienza e nell’Arte e di conservare gelosamente le testimonianze, che i ricordi circonfondono di venerazione e di poesia>

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> Viollet-le-Duc (restauro stilistico) Boito (<ogni eccesso nel restauro diventa una

falsificazione di documento>) (p.285)

• Presentando la situazione italiana: > restauri di sostituzione > restauri di rinnovamento > restauri di imitazione stilistica > gli eccessivi contrasti che una troppo

rigorosa regolarità d’integrazione può formare con l’antico <patinato> e <mosso>

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• Sente il bisogno di contemperare due correnti estreme di pensiero:

> ruinismo ruskiniano > ripristino Boito: IV Congresso degli ingegneri e degli

architetti italiani, Roma, 1883• classificazione degli edifici• vivi• morti

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• restauri• 1) semplice consolidamento• 2) ricomposizione• 3) liberazione• 4) completamento e ripristino• 5) innovazione• 1)• previo accurato studio• 3)• necessari, quasi indispensabili: permettono una lettura più chiara

dell’architettura (cfr. restauri Acropoli di Atene di N. Benanos)• 4)• molto pericolosi: <caso per caso>• 5)• innovazione : NO!!

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Gustavo Giovannoni• “ Come appare chiaro fra il 1905 e il 1915 si stava sviluppando

un dibattito articolato e complesso (...) G. s’inserisce nella discussione con moderazione. (...)

• Non accetta il ripristino né la ricostruzione in stile,• non è d’accordo sugli eccessi del nuovo• ed è contrario alle ripuliture che cancellano il carattere e

l’immagine del monumento• pur affermando:• respingere in ogni caso il concetto dell’aggiunta non è possibile.

Limitiamolo ai soli casi necessari, non consideriamolo come un fatto lieto, ma come dolorosa necessità, non ci facciamo prendere la mano dal desiderio di far nuovo, e meno ancora da quello di fare del nuovo una manifestazione individuale; ma escludere in ogni caso innovazione che non sia di un semplice elemento secondario, non è pratico.” (p. 303030288, n.46; in Restauri dei monumenti, p.35)

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• “ L’arte del restauratore non è fatta pei voli; è fatta d’osservazione, di lavoro silenzioso e paziente, di studio analitico e minuziosamente ordinato, di abnegazione umile, che lo spinga a dedicare se stesso al restauro ed a considerarlo fatto per il monumento e non per il restauratore.” (pp. 288-289, n. 47, p. 40 )

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Carta di Atene e

Carta italiana del restauro (1931-32)

non esaminate da Curuni

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• Dopoguerra• “Riferendosi al problema della ricostruzione, sostenne che tutto

quanto da lui detto nella sua giovanile teoria del <diradamento edilizio> (1913), in qualche modo era messo in crisi” (p.289) atti d’emergenza

• “ Il monumento o il gruppo di edifici storici vanno comunque recuperati e quale unica regola, si dovranno tenere presenti le norme sancite dalla Carta di Atene e dalla Carta italiana del restauro (1931-32)” (p.289)

• “ Spesso, per mancanza di adeguata documentazione, bisognerà ricorrere al sussidio della <fantasia> e all’<imitazione stilistica> poiché <Sarà meglio un restauro scientificamente imperfetto, che rappresenti una scheda perduta nella Storia dell’Architettura, che la rinuncia completa, la quale priverebbe le nostre città del loro aspetto caratteristico nei più significativi monumenti d’arte>.” (p.289, n.50 Il restauro dei monumenti, Roma, s.d. (1945) elaborato sin dal 1945, p.43

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• BIOGRAFIA:• 1-XII-1873 nasce a Roma• ...............................................................• 1920: • - fonda con Piacentini la rivista <Architetura e Arti decorative>• 1920-1930: • - intensa attività didattica nelle due Università di Ingegneria

(Elementi delle fabbriche) e d’Architettura • - presiede commissioni pubbliche • Commissione ministeriale per lo studio dei resti medioevale

delle chiese di Roma • (voluta da Pietro Fedele) , membri: Antonio Munoz, Federico

Hermanin, Roberto Paribeni, Carlo Cecchelli, Cesare Valle.• - Ispettore onorario del M.P.I.• 1931: Carta di Atene e Carta italiana del restauro