Golden Gala - Corsa in montagna€¦ · sensazionali, ori olimpici a raffica, si-parietti giocosi...

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Golden Gala: il Gatlin che non ti aspetti n. 6

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Golden Gala:il Gatlinche non ti aspetti

n. 6

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conferenza stampa, ne aveva ricordato le qualità comeesempio di determinazione da seguire.A volte è importante anche saper imparare dalla scon-fitta, amava ripetere Mennea, che poi chiosava sempresottolineando che lui per fortuna aveva perso pochevolte in carriera. Ecco, la sconfitta ha il suo valore, faparte dello sport e dev’essere d’insegnamento, per Bolt,ma anche per i tanti ragazzini presenti allo stadio, prota-gonisti dei Campionati Studenteschi, del Palio dei Co-

muni e dei Campionati Italiani Allievi per so-cietà, manifestazioni che hanno portato aRoma per una settimana centinaia di giovaniatleti.È questa la base per il futuro dello sport edella nostra società, che genitori ed allenatoridovrebbero alimentare anche con il ricordodelle imprese e dei valori di quel piccologrande velocista che tutto il mondo ci ha invi-diato. Una leggenda che ha riscosso una lungastanding ovation di uno stadio intero, quandola moglie, Manuela Olivieri, affiancata dal Pre-sidente Fidal, Alfio Giomi, e dal Presidente delCONI, Giovanni Malagò, da subito concordinel dedicare il Golden Gala a Mennea, pre-miava la gara dei 100 metri. Sullo sfondo leimmagini della finale di Mosca, a bordo pista ilsuo nome ripetuto ovunque, Pietro Mennea èentrato nel mito di Roma.

Simone Proietti

Quel volto stilizzato a corredodella scritta Golden Gala fa piùrumore di qualsiasi campagnapromozionale. Dall’obelisco delForo Italico si intravede in lonta-nanza, in fondo all’ampio viale ditravertino, sulle vetrate del tea-tro di mille battaglie, lo StadioOlimpico, che lo accolse a più ri-prese per i successi di una car-riera interminabile. Lì fece fuocoe fiamme contro Valery Borzovagli Europei del 1974, lì aprì ifasti del Golden Gala nel lontano1980, assecondando l’ambiziosoprogetto di Primo Nebiolo e soci,per ripetere a Roma le gestaolimpiche che a Mosca vennerodimezzate dal boicottaggio. PerMennea quella fu anche un’occa-sione per sancire la sua superio-rità internazionale al cospettodegli americani, battuti ovunquenelle settimane seguenti a quelmagico 30 luglio 1980, il giornodella medaglia d’oro olimpica sui200 metri, la sua personale rin-corsa ad un sogno cercato pertutta una carriera.Mennea una settimana più tardifece impazzire Roma, in quelprimo Golden Gala divenuto ri-trovo per più di sessantamilapersone, le più fortunate apoter entrare sulle tribune perapplaudire i propri beniamini.Pietro in quella circostanzavinse i 200 metri in 20.01, sbaragliando gli avversari escrivendo a suo modo la prima gloriosa pagina di unmeeting che sarebbe divenuto ben presto tra i più im-portanti ritrovi dell’atletica mondiale. Un appunta-mento annuale che Mennea amava seguire ecommentare anche da spettatore, con un occhio di ri-guardo alla velocità. Aveva incontrato Usain Bolt per-sonalmente nel 2011, poche parole, ma la sensazioneche quel ragazzone giamaicano fosse davvero un feno-

meno. Estroverso e distante dalla severità di un Bor-zov dei suoi tempi, Bolt lo incuriosiva per il suo mododi essere oltre che per le incredibili prestazioni inpista. Chissà cosa avrebbe pensato Mennea nel ve-derlo battuto dallo statunitense Justin Gatlin, squalifi-cato per doping, con pena di otto anni, poi ridotta aquattro. Di certo avrebbe detto la sua sull’esito impre-visto della gara più importante della serata, di quelBolt fuori condizione, che qualche giorno prima, in

Mennea, Il mito di Roma

In copertina: un raggiante Justin Gatlindopo aver battuto Usain Bolt nei 100del Golden Gala romano.Foto Colombo / Fidal

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Il numero di giugno di Trekkenfild èmonografico. Si è infatti deciso di trat-tare il tema “Golden Gala”, il numberone dei meeting italiani, scritto da chiera sul posto e che ha avuto l’opportu-nità di seguire le conferenze stampa,di osservare Usain Bolt quando si alle-nava e quanto altro. Simone Proietti èstato il nostro inviato, a lui l’incarico ditrattare l’argomento romano.Buona lettura.

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Mezzo Bolt

Tricolori all’Arena Gianni Brera di MilanoAlla fine di giugno esattamente il 27 a Milano verranno presentati uffi-cialmente i Campionati Italiani assoluti che si svolgeranno l’ultimoweek end di luglio all’Arena Gianni Brera di Milano. Il 27 giugno sa-ranno 40 anni dal record che realizzò Marcello Fiasconaro esattamenteil 27 giugno 1973 con il tempo di 1’43”7 ancora oggi primato italiano.Quel giorno a Milano arriverà come ospite d’onore proprio March.L’evento, o meglio la presentazione avverrà in Comune a Milano.

Usain Bolt scuote la testa davanti alfoglio ufficiale dei risultati, seduto alcentro del tavolone che domina l’ele-gante sala stampa dello Stadio Olim-pico. Al suo fianco c’è Justin Gatlin,giustiziere per una sera di colui che inpochi anni ha rivoluzionato cifre emode dello sprint. Record mondialisensazionali, ori olimpici a raffica, si-parietti giocosi prima e dopo ogni vit-toria, il giamaicano non ci ha messomolto per conquistare lo scettro del-l’atletica mondiale.Storia diversa e quasi contrapposta aquella di Justin Gatlin, americano diBrooklyn, un passato da campioneolimpico e primatista mondiale sui100 metri, poi una lunga squalificaper doping, 4 anni, e la voglia di ri-mettersi in pista, nonostante tutto,nel 2010, a 28 anni. Dalla scorsa sta-gione il redento Gatlin è tornatoquello degli anni migliori, bronzo sui100 in 9.79, crono che lo riportanell’Olimpo della velocità. Lo statuni-tense doveva essere il rivale di Bolt inquesto Golden Gala, una sorta di“sparring partner” per far cancellareal lampo giamaicano il mezzo passofalso della sua prima uscita stagio-nale, vinta a stento in 10.09. Correre i100 metri sopra i 10 secondi non è dalui, così Bolt era venuto a Roma con imigliori propositi. Pochi eventi pro-mozionali, giusto un’apparizione per iragazzi impegnati nei CampionatiStudenteschi, poi solo allenamenti,prestando parecchia attenzione, neigiorni precedenti al meeting, alle par-tenze dai blocchi, il suo punto debole.Trenta metri in accelerazione, spin-gendo di brutto, questi i lavori chehanno ripagato in gara, dove Bolt è ri-sultato in effetti il più rapido ad av-viarsi, con un tempo di reazione di0.143. La fase di accelerazione è vo-lata via con Bolt in testa di un palmo

su Gatlin, un buon preludio al decolloche tutti già avevano negli occhi. Maai 50 metri qualcosa si inceppa, il pro-pellente non sembra proprio quellodei giorni migliori, Bolt non se ne vadal gruppo, rimane lì assieme aglialtri. Anzi, alla sua destra torna conforza Justin Gatlin, lui sì bravo a lan-ciarsi. Usain prova a rispondere, mastavolta le spinte non sono quelle abi-tuali, Gatlin lo passa sul traguardo,9.94 a 9.95, Bolt è battuto. Il pubblicorimane interdetto, chi applaude perGatlin, entrato nel club di YohanBlake, Tyson Gay ed Asafa Powell, gliunici ad aver sconfitto sui 100 il gia-maicano, chi segue con lo sguardoUsain Bolt, spaesato e contraddettoper una prestazione che proprio nonci voleva. Bolt fa quasi un gesto discuse ai tifosi, come a dire cheneanche lui sa spiegarsi cosasia accaduto. Non riesce a na-scondere la delusione per unaprestazione che non lo soddi-sfa, e che, tuttavia, dal puntodi vista statistico rimane pursempre un netto migliora-mento rispetto alla sua garaprecedente. Ma nelle sue pa-role in conferenza stampa tra-spare la gran voglia di farritorno a casa al più presto,per analizzare il tutto e lavo-rare su quella seconda partedi gara. Per i Mondiali diMosca c’è ancora tempo, il ri-tardo di preparazione è evi-dente, di certo il suo coach,Glenn Mills, prenderà gli op-portuni provvedimenti. Ep-pure Bolt adesso è lì, assortodavanti a quelle cifre, tempodi reazione e crono finale, inmezzo tante cose ed un feno-meno da ritrovare.

Simone Proietti

A fianco l’ar-rivo dei 100metri.Da sinistra:Justin Gatlin,(9.94),MiachelRodger(10.04),Usain Bolt(9.95),CalesioNewman(10.29).Paginaaccanto: Boltfirmaautografi aiCampionatiStudenteschidi Roma.Sotto: ilcampionejamaicanosembrachiedersi“ma comeho fatto aperdere?”.

Fotoservizio

Colombo

Fidal.

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Sarà mancato il miglior Bolt, ma ilGolden Gala anche quest’anno ha re-galato pur sempre grande atletica,nonostante una collocazione nonproprio ideale, troppo vicina aigrandi meeting oltre oceano e prece-dente a campionati giamaicani edamericani. Innanzitutto questa era la prima edi-zione dedicata alla memoria di Pie-tro Mennea, ed i circa 50.000presenti sulle tribune hanno saputoonorare al meglio il più grande ditutti. Uno striscione in curva reci-tava “Mennea nei nostri cuori, voinei nostri occhi”, il punto di contattotra la leggenda barlettana ed i cam-pioni in gara nell’edizione numero 33di quel Golden Gala inaugurato pro-prio da una meravigliosa vittoria diMennea nel 1980.Passato e presente, è stato il mix adalto contenuto di emozioni di una se-rata che ha offerto diverse buoneprestazioni, tra cui il mondiale sta-gionale del giovane etiope MohamedAman, vincitore degli 800 metri in1:43.61. Al di là dell’inaspettato epi-logo dei 100 metri di Bolt (di cuiscriviamo a parte), il doppio giro dipista maschile è stato l’evento cheha scaldato di più il pubblico, ancheper l’ottima figura di Giordano Bene-detti, trentino in forza alle FiammeGialle, atteso da qualche anno alsalto di qualità dopo risultati moltopromettenti a livello giovanile. Eb-bene, Benedetti, sulla spinta dellesue lunghe leve e di una corsa tantoelegante quanto efficace, ha confe-zionato una gara perfetta, chiusa alquarto posto in un eccellente1:44.67, prestazione che riporta unazzurro nelle posizioni di vertice in

Europa, e che ne fa il sesto italianodi sempre in Italia. Le bandiere tricolori hanno svento-lato anche per alcuni dei nostri“Reali dell’atletica”, come suggerivalo slogan del meeting, tra cui DanieleGreco e Alessia Trost, alle presenelle rispettive pedane con avversariimpegnativi. Nel triplo Greco ha te-nuto botta al campione olimpicoChristian Taylor, vincitore con 17.08,solo quattro centimetri meglio del-l’italiano, che comunque si è tolto losfizio di precedere l’enfant prodigeTeddy Tamgho, tornato sopra i 17metri. Più difficile è stato il compito diAlessia Trost, travolta dall’emozionedi poter gareggiare contro rivali chefino a poco tempo fa erano i suoiidoli. Blanka Vlasic, Anna Chiche-rova, Svetlana Shkolina sono nomida rispettare, che hanno volato altoanche in questa occasione, con le ul-time due vittoriose a pari merito a1.98, distanti dalla Trost, dieci centi-metri più in basso ma con tanta vo-glia di fare esperienze di questo tipo.In chiave italiana era atteso anche iltrio composto da Veronica Borsi,Marzia Caravelli e Micol Cattaneo sui100 ostacoli, una sfida aggiudicata in12.97 dalla braccianese neo-primati-sta italiana, quinta nella gara vintadalla statunitense Dawn Harper. Dilivello anche la gara dei 5000 metrimaschili, trainata dagli etiopi YenewAlamirew e Hagos Gebrhiwet suritmi da mondiale stagionale, con ilprimo ad imporsi in 12:54.95. Mezzo-fondo africano anche al femminile,con l’etiope Abeba Aregawi, da pococittadina svedese, che ha bissato sui1500 metri il primo posto del 2012, e

la keniana Milcah Chemos che hafatto tris di successi consecutivi sui3000 siepi. Il continente nero ha consegnatoanche il terzo ed ultimo primatomondiale stagionale della serata, cheporta la firma di Amantle Montsho,grazie al suo 49.87 sul giro di pista,orfano della presenza di una delle

protagoniste degli ul-timi anni, AllysonFelix. La statunitenseha preferito cimen-tarsi nei 200 metri dacampionessa olim-pica in carica, tro-vando però sulla suastrada un’esuberanteivoriana, Murielle

Ahoure. L’azione potente dell’afri-cana ha surclassato la Felix, distantedai 22.36 della vittoria e probabil-mente provata dai lunghi trasferi-menti aerei alle spalle. All’americanoLashawn Merritt è bastato invecescendere di poco sotto i 45 secondiper vincere i 400 metri, mentre alconnazionale Johnny Dutch, sui 400

ostacoli, è servito un tuffo per supe-rare sulla linea di arrivo il porticanoJavier Culson. Un po’ di Europa hafatto capolino nei 110 ostacoli, gra-zie al numero uno russo Sergey Shu-benkov, a precedere ben quattroeuropei, tra cui il nostro EmanueleAbate, quinto al traguardo. Nei concorsi una delle gare più at-tese era il salto con l’asta, con iltransalpino volante, Renaud Laville-nie, a caccia di una gran misura. Ciha pensato il tedesco di colore, Ra-fael Holdzeppe, a soprendere tutti,unico a volare oltre 5.91, in una garache ha visto tornare in pedana ancheGiuseppe Gibilisco, sopra i 5.60. Dasegnalare poi l’atterraggio a 6.99 del-l’americana Brittney Reese nellungo, i successi di Sandra Perkovice Christina Obergfoll rispettiva-mente nel disco e giavellotto, e deltedesco David Storl in una gara dipeso nettamente al di sotto deglistandard. Infine la doverosa cita-zione per le atlete dei 100 metri pa-ralimpici nel prologo del meeting,con Martina Caironi a realizzare ilnuovo primato mondiale categoriaT42 con 15.18, ed una Giusy Versaceda record italiano T43, con 14.72.L’atletica a Roma ancora una voltaha lasciato il segno, un’altra paginadi Golden Gala è passata alla storia.

Simone Proietti

Festa realeall’Olimpico

Punture di spillo• Purosangue nostrani - Il nostro mago aveva deciso che stavolta non eranecessario punzecchiare nessuno, però dopo attenta valutazione, si ètornati a guardare nel giardino del mezzofondo prolungato. Gli az-zurri hanno vinto la Coppa Europa in Bulgaria nei 10.000 metri. Conuna formazione discreta, più o meno gli uomini del cross con l’esclu-sione di Daniele Meucci. Ebbene l’azzurro, certamente il più forte deinostri rappresentanti, è andato a farsi le ossa negli States (gli ingaggiin dollari fanno gola a tutti) prima a New York poi a Eugene. Il sitoFidal annunciava un trittico di gare per l’ingegnere toscano, tale dafargli respirare il profumo della grande atletica, il terzo appunta-mento avrebbe dovuto essere la sua presenza nei 5000 al Golden Gala.Com’è finita? Risultati meno che mediocri a New York nei 5000, a Eu-gene nei 10.000 ha preso il giro dagli avversari (cosa avvenuta anchealle Olimpiadi), così ha preferito disertare il Golden Gala. Forse erameglio schierarlo in Bulgaria, dove in un contesto non propriamentedi purosangue avrebbe fatto la sua onesta figura, O no?

Trekkenfild

“Cartoline”del Golden Galadel 6 giugno.

A fianco l’etiopeMohamed Aman,primo al traguardo in1:43.61, migliorprestazionemondiale stagionale.

Foto grandi, dall’alto.

Il russo SergeyShunekov, che havinto i 110 hs in13.20,lo statunitenseChristian Taylor el’azzurroDaniele Greco,rispettivamenteprimo (17.08)e secondo (17.08)nel triplo,la rappresentantedel BotswanaAmantle Montshoche si è aggiudicatai 400 hs in 49.87,miglior crono 2013.

Fotoservizio

Colombo

Fidal.