Giornalino Novembre

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Spirito e parola Mensile della parrocchia dello Spirito Santo - N°41 - 13 Novembre 2011 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». (Mt 25,14-30) Un’immagine sbagliata, errata di Dio, può rovinare per sempre l’esistenza del credente. Per questo è bene conoscere il vero volto di Dio, come Gesù lo ha rivelato. E’ quanto esprime Matteo nel capitolo 25 del suo vangelo, dai versetti 14- 30. Dice Gesù: “«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni»”. A quell’epoca tutti i dipendenti di un re, di una persona importante, venivano chiamati servi, ma in questo caso qui si tratta di alti funzionari. Infatti a questi viene affidato un patrimonio ingente. E’ importante il verbo adoperato dall’evangelista. Il verbo “consegnare” significa dare senza riprendere, quindi non è una custodia, ma un trasferimento dei propri beni ai suoi funzionari “«A uno diede cinque talenti»”, il talento è una misura d’oro che oscillava, secondo i tempi, tra i 26 e i 36 chili d’oro, quindi una somma ingente. Un talento corrispondeva a 6000 denari, che equivalevano a circa venti anni di salario di un operaio, quindi una cifra considerevole. “«A un altro due, a un altro uno, secondo le capacità …»”, letteralmente “la forza”, cioè quello che sono capaci di portare avanti, “«… poi partì». Ebbene, Gesù dice che “«Colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così fece anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.»”. Invece il terzo ha un atteggiamento strano. Segue a pagina 6 (...) Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone! Dio è una guida sicura Per motivi organizzativi il numero speciale è stato di nuovo rimandato a data da destinarsi!!

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Spirito e parolaM e n s i l e d e l l a p a r r o c c h i a d e l l o S p i r i t o S a n t o - N ° 4 1 - 1 3 N o v e m b r e 2 0 1 1

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su

molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà

dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». (Mt 25,14-30)

Un’immagine sbagliata, errata di Dio, può rovinare per sempre l’esistenza del credente. Per questo è bene conoscere il vero volto di Dio, come Gesù lo ha rivelato. E’ quanto esprime Matteo nel capitolo 25 del suo vangelo, dai versetti 14-30. Dice Gesù: “«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni»”. A quell’epoca tutti i dipendenti di un re, di una persona importante, venivano chiamati servi, ma in questo caso qui si tratta di alti funzionari. Infatti a questi viene affidato un patrimonio ingente. E’ importante il verbo adoperato dall’evangelista. Il verbo “consegnare” significa dare senza riprendere, quindi non è una custodia, ma un trasferimento dei propri beni ai suoi funzionari “«A uno diede cinque talenti»”, il talento è una misura d’oro che oscillava, secondo i tempi, tra i 26 e i 36 chili d’oro, quindi una somma ingente. Un talento corrispondeva a 6000 denari, che equivalevano a circa venti anni di salario di un operaio, quindi una cifra considerevole. “«A un altro due, a un altro uno, secondo le capacità …»”, letteralmente “la forza”, cioè quello che sono capaci di portare avanti, “«… poi partì». Ebbene, Gesù dice che “«Colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così fece anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.»”. Invece il terzo ha un atteggiamento strano. Segue a pagina 6 (...)

S e i s t a t o f e d e l e n e l p o c o , p r e n d i p a r t e a l l a g i o i a d e l t u o p a d r o n e !

Dio

è una guidasicura

Per motivi organizzativi il numero speciale è stato di nuovo rimandato a data da destinarsi!!

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N°41, Novembre 2011 Spirito e parola 2

I luoghi che sono stati scenario della rivelazione. Le lingue che hanno accompagnato la vita di Gesù. L’esegesi delle Sacre Scritture.Sono alcuni degli argomenti che vengono affrontati in una scuola. Una scuola speciale, che parla della Bibbia nella stessa terra dove si sono svolti gli eventi. Una realtà culturale e della fede frequentata da studenti provenienti da tutto il mondo, dove ci si prepara a riprendere le lezioni a pieno ritmo. E’ lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, scuola specializzata nell’approfondire le fonti della teologia. “Chi viene nella nostra scuola cerca le sorgenti della fede cristiana,

letterarie e documentarie. Gli studenti arrivano da tutti i Paesi e questo sottolinea l’aspetto multiculturale nel segno di Cristo”, afferma il decano Claudio Bottini, che abbiamo incontrato nella sede ubicata nel Convento della F l a g e l l a z i o n e . “Lo Studium

è una presenza significativa in Terra Santa, che si ricollega all’attività della Custodia. Oltre all’aspetto della fede, si rivela un importate luogo di cultura grazie alla scuola e all’aspetto archeologico. La ricerca archeologica ci pone in contatto con tutte le realtà istituzionali del Paese”. Le discipline dello Studium sono orientate alla Bibbia e al suo universo. C’è la geografia del mondo biblico, l’archeologia, le lingue antiche. E poi le escursioni didattiche sul territorio: Gerusalemme e dintorni, il deserto della Giudea, il Negev, la Galilea.Nello scorso anno accademico gli iscritti sono stati 78, impegnati nel conseguimento di licenza,

dottorato, diploma superiore o di formazione. E, in più, alcuni studenti straordinari e uditori.“Si tratta di una delle scuole più antiche della Città Santa. Le prime tracce risalgono al 1901. Dal 1923 c’è stata una certa continuità, nel 1960 è entrata a far parte dell’ Antonianum e dal 2001 è Facoltà specializzata in Scienze bibliche e archeologia”, sottolinea padre Bottini. “Sin dall’Ottocento la congregazione sentiva l’esigenza di formazione teologica e culturale, in quanto non ci si occupa solo della custodia dei luoghi santi e dell’accoglienza dei pellegrini. Non dimentichiamo che la cultura fa parte della tradizione dei Francescani, che sono qui da quando San Francesco è venuto pacificamente in Medio Oriente”.Lo Studium è affiancato da un interessante museo, diretto da padre Eugenio Alliata. La struttura museale racconta con i reperti la storia dell’antica Palestina e in particolare la vita quotidiana ai tempi di Gesù. Il museo si avvale dell’esperienza dei docenti dello Studium. I Francescani, in Terra Santa, seguono da tempo le attività di scavo nei luoghi che hanno pertinenza con la storia delle prime

L o S t u d i u m B i b l i c u m F r a n c i s c a n u m , c e n t r o p e r l a c u l t u r a La scuola biblica sottolinea la presenza dei Francescani a Gerusalemme

Monte degli Ulivi

Il decano Claudio Bottini

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N°41, Novembre 2011 Spirito e parola 3

L o S t u d i u m B i b l i c u m F r a n c i s c a n u m , c e n t r o p e r l a c u l t u r a La scuola biblica sottolinea la presenza dei Francescani a Gerusalemme

comunità cristiane: Cafarnao, il Monte degli Ulivi, Betlemme, Magdala, Nazareth, il Monte Nebo. E’ lì che gli studiosi hanno indagato il sacro per mezzo dell’archeologia.

Fra loro, a seguire gli scavi e a firmare gli studi, via via nei decenni, Bagatti, Corbo, Testa, Piccirillo, Alliata, Loffreda, De Luca, per citarne alcuni. Di particolare interesse

divulgativo e specialistico l’attività editoriale dei Francescani, forte dei libri correlati ai lavori di scavo e che si propone la valorizzazione dei luoghi santi. Lo Studium è inoltre dotato di una biblioteca, a disposizione di studenti e studiosi. “E’ un motivo di grande soddisfazione assistere alla continua crescita dello Studium”, afferma padre Bottini. “Qui si sono formati tanti giovani, che poi sono tornati nei loro Paesi per servire la Chiesa. E magari qualcuno di loro ha mandato altri discepoli. Ecco, questo è vedere concretamente le nostre fatiche dare frutti”.

E così, a Gerusalemme, la presenza francescana continua. Anche fra teologia e archeologia.

Massimo Tassi

I primi teologi archeologi

Voi adolescenti, voi giovani,guardate avanti, al futuro,

fate progetti su di voi,sulla vita, sul mondo;

nel mettervi in cammino sapete peròdi non dover cominciare daccapo,

sapete che altri prima di voi hanno lavorato,hanno creato, hanno sofferto molto

e hanno amato molto.

È per questo che noi siamo qui:per continuare ad intrecciare

questo tessuto di relazioni umaneche è il nostro modo concreto,

che noi riceviamo grazie all’amoredi chi ce lo mette nelle mani.

Nel passato,inteso come atto di amore generatore di

vita,stanno le nostre radici.

Carlo Maria Martini – Le età della vità

A i g i o v a n i . . .Proposto da Giovanni Benassi

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N°41, Novembre 2011 Spirito e parola 4

a cura di Sara Fiorini- La voce dei giovani -

Un inizio d’anno scoppiettante

Ormai da qualche tempo mi ero rassegnato all’idea che ogni inizio di anno parrocchiale nella nostra comunità sarebbe stato sempre lo stesso, uguale e monotono: si parte tutti carichi dopo il campeggio estivo, pieni di idee e voglia di fare, ma poi quando s’inizia davvero a pianificare concretamente tutte le attività, ecco il deserto…nessuno ha più voglia di fare niente! Ma quest’anno l’inizio è stato diverso, e mi auguro che questo clima “benevolo” possa continuare tutto l’anno.Quest’anno qualcosa è cambiato, è scattata secondo me quella scintilla che ci mancava…finalmente siamo stati costretti per ragioni numeriche a dividere gli incontri dei ragazzi in due fasce d’età: è un buon segno poiché significa che stiamo aumentando, pur rimanendo tutti un unico grande gruppo compatto e unito. Finalmente, dopo un buco generazionale

notevole, anche i ragazzi della mia età (nati nel ’94) hanno un incontro settimanale fisso insieme ai ’95-’96, che permette di vederci sempre e comunque crescendo insieme, dopo diversi anni passati aggregandoci qua e là con gruppi di qualche anno più piccoli o addirittura senza incontri veri e proprio. Alle soglie dei 17 anni, è sostanzialmente il primo anno nel quale abbiamo un incontro fisso e organizzato veramente bene dai nostri educatori, che ringrazio di cuore; e per questo invito anche i ragazzi più giovani di me a sfruttare questo momento positivo che può portarci davvero lontano!Quello che stiamo vivendo è un clima che io, personalmente, non vedevo da qualche tempo in parrocchia e che spero vivamente possa accompagnarci nelle numerose attività che svolgeremo durante l’anno, a partire da quelle di catechismo

e oratorio, che sono già molto più organizzate rispetto agli anni scorsi. Tra le prossime attività ci sarà la realizzazione del presepe, in cui mi auguro che potremo contare sulle “nuove leve” del gruppo giovani e far partecipare più gente e con più entusiasmo.Insomma, era da tempo che non vedevo le attività ordinarie della parrocchia partire col piede giusto in questo modo, e il desiderio che porto nel cuore è che non ci venga mai a mancare ciò che ci ha dato la forza per iniziare così alla grande. Il mio augurio è che ciascuno di noi ringrazi il Signore per la possibilità di crescita che ci ha dato e riesca a mettersi in gioco sempre di più nelle attività parrocchiali, che hanno bisogno dell’aiuto e del contributo di tutti noi.

Matteo Piccinini

Foto: catechismo e r i t i ro educator iNelle Foto: La festa di inizio catechismo e ritiro educatori a Carpineti!!

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N°41, Novembre 2011 Spirito e parola 5

Foto: catechismo e r i t i ro educator i

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N°41, Novembre 2011 Spirito e parola 6

Segue da pagina 1 (...) “«Colui che aveva ricevuto un solo talento»”, che non è poco, sono sempre trenta chili d’oro, quindi è una somma ingente, “«andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone»”. Perché questo? Perché lui è rimasto servo. Mentre gli altri con questa cifra si sentono già signori e padroni dei propri beni, per lui il talento è il denaro del suo padrone, lui è rimasto servo. Ma perché lo va a seppellire? Perché, secondo il diritto rabbinico, quando si seppelliva un tesoro o del denaro in terra, in caso di furto non si era poi tenuti a risarcirlo.Qui questo servo non crede alla generosità del padrone e non crede neanche a se stesso come destinatario del dono. Ebbene, “Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.»”, non si intende per restituire, ma per conoscere il loro operato. “«Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: ‘Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque’»”, il padrone dice: “«’Bene’»”, con gli stessi termini con i quali il Dio della creazione, il creatore contempla ammirato la sua opera. Quindi qui il padrone, che rappresenta Dio, è soddisfatto di questa persona che, avendo ricevuto i suoi doni, li ha realizzati pienamente. Lo chiama “«servo buono e fedele – ‘sei stato fedele nel poco…’»”, dire che uno è fedele nel poco con 150 chili d’oro … ,”«’ti darò potere sul molto’»”, cioè letteralmente “ti stabilirò sul molto”. “«’Prendi parte alla gioia del tuo padrone’»”. Questo padrone si dimostra di una grande generosità. Non solo non chiede indietro il denaro, i talenti che aveva dato: non solo non chiede interessi, ma addirittura a questo funzionario, a questo servo, lo invita a far parte di tutti i suoi beni, gli affida tutta quanta la sua amministrazione. Non è più un servo, ma è signore come lui. Ugualmente per quello che aveva avuto due talenti. Invece, quando si presenta colui che aveva ricevuto un solo talento, gli dice:

“«Signore, so che sei un uomo duro»”, quindi è qualcosa che lui sa, ma ha un’immagine distorta che non corrisponde a quello che abbiamo visto. Qui c’è un padrone estremamente generoso che, non solo non chiede indietro i suoi averi, ma addirittura invita i suoi funzionari a far parte di tutti i suoi averi; non li tratta più come servi, ma come padroni. Invece questo dice: “«’So che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura …’»”, ecco il tema fondamentale di questa parabola, è la paura di Dio. La paura di Dio che impedisce alle persone – per paura di correre rischi o di commettere peccati – di realizzarsi. “«’ … sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra’»”. Questo è importante, il “tuo” talento. Il padrone glielo aveva dato, infatti gli altri hanno detto “quello che io ho”. Invece lui non si è mai considerato padrone di questo talento. Infatti dice “Il tuo talento”, e lo ripete, “«’Ecco ciò che è tuo’»”.Non l’ha mai considerato proprio. La risposta del padrone è molto severa. “«’Servo malvagio e pigro’»” e omette di definirsi “uomo duro”, come il servo l’aveva definito. “«’Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso’»”, l’espressione del padrone è in forma interrogativa, lui non è così. “Sei tu che pensi che io sia così, sei tu che hai quest’immagine sbagliata di me”, quindi è all’interrogativo. La paura di sbagliare nell’individuo ha paralizzato la sua crescita e il padrone lo rimprovera dicendo: “«’Avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento …’»”, perché viene tolto il talento? E perché lasciargli quello che per lui è soltanto motivo di angoscia, di ansia, di paura? “«’ … E datelo a chi ha dieci talenti’»”. Ed ecco qui la sentenza di Gesù, molto importante, che già abbiamo ascoltato nella parabola dei quattro terreni, “«’A chiunque ha verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi no ha, verrà tolto anche quello che

ha’»”. Il verbo avere è un verborisultativo, che è il risultato sempre di qualcosa. Qui si tratta di produrre. A chi produce amore, viene data una ancor più grande capacità d’amare; ma chi non produce piano piano si sterilisce quella che ha e si trova a non avere più niente. Quindi non si tratta di un’ingiustizia da parte del Signore, ma si tratta di una dinamica della vita. A chi fa fruttare i doni viene data un’aumentata capacità di farli fruttare; più si ama e più si viene resi capaci di amare dal Signore. Ed ecco la conclusione tremenda, molto severa. “«’E il servo inutile …’»”, chiamato ad essere signore, è rimasto servo. Gesù vuole traghettare i suoi discepoli da una condizione di servi di Dio, come Mosè aveva loro imposto - l’alleanza di Mosè è un’alleanza tra dei servi e il loro signore – a figli di Dio, signori come lui. Ma Gesù tiene presente la difficoltà di passare da questa condizione e di obbedienza, a quella della libertà dei figli di Dio. Non tutti ci riescono perché la libertà non ha nessuna sicurezza se non quella della forza interiore. Allora il servo inutile, chiamato ad essere signore, ma rimasto servo, “«’Gettatelo fuori nelle tenebre’»”, perché nelle tenebre? Lui, avendo seppellito il suo talento, si era già seppellito, lui era già morto, non aveva vissuto. “«’Là sarà pianto e stridore di denti’»”, espressione con la quale nella Bibbia si indica il fallimento di un’esistenza. E questa persona ha fallito la sua esistenza per la paura di Dio. E’ la religione che inculca la paura di Dio per dominare le persone. Ma Gesù viene per liberare da questo. C’è nella prima lettera a Giovanni l’espressione molto bella che “nell’amore non c’è timore e chi teme non è perfetto nell’amore.Quindi non la paura di Dio deve regolare l’atteggiamento del credente, ma l’amore. L’amore libera ed è liberatore delle persone.

Commento di P. Alberto MaggiPER VEDERE LA VIDEO-OMELIA VAI SU: http://www.studibiblici.it/videoomelie.html#vid-37

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N°41, Novembre 2011 Spirito e parola 7

Se riesci a tenere la testa a posto quando tutti intorno a te

L’hanno persa e danno la colpa a te,Se puoi avere fiducia in te stesso quando tutti

dubitano di te,Ma prendi in considerazione anche i loro dubbi.

Se sai aspettare senza stancarti dell’attesa,O essendo calunniato, non ricambiare con calunnie,

O essendo odiato, non dare spazio all’odio,Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare

troppo da saggio;

Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni;Se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo,

Se sai incontrarti con il Successo e la SconfittaE trattare questi due impostori allo stesso modo.

Se riesci a sopportare di sentire la verità che hai dettoDistorta da imbroglioni che ne fanno una trappola

per gli ingenui,O guardare le cose per le quali hai dato la vita,

distrutte,E piegarti a ricostruirle con strumenti usurati.

Se puoi fare un solo mucchio di tutte le tue fortuneE rischiarlo in un unico lancio di una monetina,

E perdere, e ricominciare daccapoSenza mai fiatare una parola sulla tua perdita.

Se sai costringere il tuo cuore, nervi, e polsiA sorreggerti anche quando sono esausti,

E così resistere quando in te non c’è più nullaTranne la Volontà che dice loro: “Resistete!”

Se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù,O passeggiare con i Re, senza perdere il contatto con

la gente comune,Se non possono ferirti né i nemici né gli amici

affettuosi,Se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo.

Se riesci a riempire ogni inesorabile minutoDando valore a ognuno dei sessanta secondi,

Tua è la Terra e tutto ciò che contiene,E, cosa più importante, sarai un Uomo, figlio mio!

Joseph Rudyard Kipling

S e :Poesia proposta da Samuele Pozzani

A.A.A. CERCASI VOLONTARI PER AIUTO NELLA COSTRUZIONE DEL PRESEPE

Per informazioni rivolgersi a Laura: 0522 383626

CENA CON POLENTA IN PARROCCHIADomenica 20 Novembre

Pregasi prenotare: Lucia 340/3356650 - Argia c/o la parrocchia o alla domenica mattina

COLAZIONE ASSIEME IN PARROCCHIADomenica 20 Novembre

Alle ore 10.00!!!!

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N°41, Novembre 2011 Spirito e parola 8

C a l e n d a r i oD o m e n i c a 1 3 N o v e m b r e 2 0 1 1XXXIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Beato chi teme il SignoreLiturgia: Pr 31,10-13.19-20.30-31; Sal 127; 1Ts 5,1-6; Mt 25,14-30

D o m e n i c a 2 0 N o v e m b r e 2 0 1 1XXXIV CRISTO RE

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 10.45: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo] Il Signore è il mio pastore: non manco di nullaLiturgia: Ez 34,11-12.15-17; Sal 22; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46

D o m e n i c a 2 7 N o v e m b r e 2 0 1 1I DOMENICA DI AVVENTO

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salviLiturgia: Is 63,16b-17.19b; 64,2-7; Sal 79; 1Cor 1,3-9; Mc 13,33-37

M e s s eda Lunedi a Sabato: Santa messa ore 18.30 [Chiesa Spirito Santo] il Venerdì messa alle ore 16:30 [Casa delle Magnolie]

A l t r e D a t eCasa di carità: Mercoledì 9 e Giovedì 24 NovembreIncontri settimanali dei ragazzi di 3° media e superiori: Ogni mercoledì e giovedìCatechismo ai bimbi e “Oratorio“: Ogni sabato ore 14.30Incontro dei bimbi della prima confessione: Domenica 13 e Domenica 20, ore 10.15 Incontro delle giovani coppie con bimbi: Domenica 13, ore 10.15 Incontro degli aderenti alle adozioni a distanza: Lunedì 14, ore 21.00 Celebrazione della prima confessione: Domenica 20, ore 15:00Colazione in parrocchia dei giovani e preparazioni S.Messa: Domenica 20, ore 10.15Cena in parrocchia con polenta: Domenica 20, alla sera“Una domenica insieme“ con pranzo comunitario nel salone: Domenica 27Inizio della novena dell’immacolata: Martedì 29 - Ore 18.30 Santa Messa

B u o n C o m p l e a n n o a . . .Rita Beltrami: Lunedì 7 NovembreTeresa Masecchia: Giovedì 10 NovembreEgidio Belotti: Venerdì 11 NovembreDonatella Caccavo: Domenica 13 NovembrePaolo Rubin: Lunedì 14 NovembreMatteo Piccinini: Sabato 19 NovembreMatteo Zanichelli: Domenica 20 NovembreSara Rampini: Domenica 20 NovembreVittorio Brighenti: Lunedì 21 NovembreLauro Mazzoni: Venerdì 25 NovembreAngela Pozzani: Giovedì 1 DicembreDaniela Ghini: Domenica 4 DicembreAspettiamo di ricevere eventuali date di compleanno per i mesi prossimi!!!