Giornalino GCS News mese Luglio 2011

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1 PACE STRAORDINARIA! SOMMARIO: Pace straordinaria 1 Attualità:Referendum 2 Amanda Wells 3 Tenda Cristo è la risposta 4 Conferenza giovanile 6 Costume e società 7 Riunione degli uomini 8 Ritiri spirituali 9 Io e... DIO 10 Battesimi Concerto 11 Libro del mese 12 mensile di informazione Notiziario gratuito ad uso interno LUGLIO 2011 NUMERO 3 ; ANNO 2 Gesù ci fornisce più di una ragione sul motivo per cui neces- sitiamo la sua pace. Cristo disse ai suoi discepoli in Giovanni 14:30, “Viene il principe di questo mondo”. Qual era il conte- sto della sua affermazione? Aveva appena detto ai dodici: “Non parlerò più a lungo con voi” (14:30). Poi ne spiega il motivo: “Perché viene il principe di questo mondo”. Gesù sapeva che Satana era all‟opera in quel momento. Il dia- volo aveva già arruolato Giuda per tradirlo. E Cristo sapeva che la gerarchia religiosa di Gerusalemme aveva ricevuto il potere dai principati dell‟inferno. Era anche consapevole che una folla ispirata dal diavolo a breve sarebbe venuta a pren- derlo per farlo prigioniero. Fu allora che disse ai discepoli: “Satana, il malvagio, sta venendo. Perciò non parlerò più a lungo con voi”. Gesù sapeva di aver bisogno di un tempo col Padre per prepararsi al conflitto imminente. Stava per essere consegnato nelle mani di uomini malvagi, proprio come aveva preannunciato. E sapeva che Satana avrebbe fatto il possibile per scuotere la sua pace. Il diavolo avrebbe fatto di tutto per scoraggiarlo, nello sforzo di estinguere la fede di Cristo nel Padre – avrebbe fatto il possibile per fargli evitare la Croce. Forse sei agitato e pensi: “È finita. Non ce la farò mai”. Ma Gesù dice: “So che stai passando. Vieni e bevi della mia pa- ce”. Proprio in questo momento forse stai attraversando il periodo più difficile della tua vita. Le cose ti sembrano forse senza speranza e irrisolte. Sembra non ci sia via d‟uscita per te ed ogni circostanza non fa che riempirti di stress, confusio- ne e pesantezza. Non importa ciò che stai passando. La tua vita forse sembra essere stata colpita da un tornado. Forse stai subendo una prova che agli occhi degli altri ti fa apparire come un Giobbe moderno. Ma in mezzo a tutti i tuoi proble- mi, quando invochi lo Spirito Santo perché ti battezzi nella pace di Cristo, egli ti risponderà. La gente ti indicherà e dirà: “Il mondo di quella persona è crollato. Eppure è determinato a confidare nella Parola di Dio, a tutti i costi. Come può farcela? Come fa ad andare avanti? Dovrebbe aver smesso già tanto tempo fa. Eppure non ha rinunciato. E in tutto ciò, non ha compromesso la sua fede. Che pace straordinaria! Oltrepassa ogni comprensione umana”. DAVID WILKERSON

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Giornalino GCS News mese Luglio 2011

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1

PACE STRAORDINARIA!

SOMMARIO:

Pace straordinaria 1

Attualità:Referendum 2

Amanda Wells 3

Tenda Cristo è la

risposta

4

Conferenza giovanile 6

Costume e società 7

Riunione degli uomini 8

Ritiri spirituali 9

Io e... DIO 10

Battesimi

Concerto

11

Libro del mese 12

mensile di informazione

Notiziario gratuito ad uso interno

L U G L I O 2 0 1 1

N U M E R O 3 ; A N N O 2

Gesù ci fornisce più di una ragione sul motivo per cui neces-

sitiamo la sua pace. Cristo disse ai suoi discepoli in Giovanni

14:30, “Viene il principe di questo mondo”. Qual era il conte-

sto della sua affermazione? Aveva appena detto ai dodici:

“Non parlerò più a lungo con voi” (14:30). Poi ne spiega il

motivo: “Perché viene il principe di questo mondo”.

Gesù sapeva che Satana era all‟opera in quel momento. Il dia-volo aveva già arruolato Giuda per tradirlo. E Cristo sapeva

che la gerarchia religiosa di Gerusalemme aveva ricevuto il

potere dai principati dell‟inferno. Era anche consapevole che

una folla ispirata dal diavolo a breve sarebbe venuta a pren-

derlo per farlo prigioniero. Fu allora che disse ai discepoli:

“Satana, il malvagio, sta venendo. Perciò non parlerò più a

lungo con voi”. Gesù sapeva di aver bisogno di un tempo col

Padre per prepararsi al conflitto imminente. Stava per essere

consegnato nelle mani di uomini malvagi, proprio come aveva

preannunciato. E sapeva che Satana avrebbe fatto il possibile

per scuotere la sua pace. Il diavolo avrebbe fatto di tutto per

scoraggiarlo, nello sforzo di estinguere la fede di Cristo nel

Padre – avrebbe fatto il possibile per fargli evitare la Croce.

Forse sei agitato e pensi: “È finita. Non ce la farò mai”. Ma

Gesù dice: “So che stai passando. Vieni e bevi della mia pa-

ce”. Proprio in questo momento forse stai attraversando il

periodo più difficile della tua vita. Le cose ti sembrano forse

senza speranza e irrisolte. Sembra non ci sia via d‟uscita per

te ed ogni circostanza non fa che riempirti di stress, confusio-

ne e pesantezza. Non importa ciò che stai passando. La tua

vita forse sembra essere stata colpita da un tornado. Forse

stai subendo una prova che agli occhi degli altri ti fa apparire

come un Giobbe moderno. Ma in mezzo a tutti i tuoi proble-

mi, quando invochi lo Spirito Santo perché ti battezzi nella

pace di Cristo, egli ti risponderà.

La gente ti indicherà e dirà: “Il mondo di quella persona è

crollato. Eppure è determinato a confidare nella Parola di

Dio, a tutti i costi. Come può farcela? Come fa ad andare

avanti? Dovrebbe aver smesso già tanto tempo fa. Eppure

non ha rinunciato. E in tutto ciò, non ha compromesso la sua fede. Che pace straordinaria! Oltrepassa ogni comprensione

umana”.

DAVID WILKERSON

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Nonostante le rassicurazioni diffuse a larghe mani

dal ministro della Salute Ferruccio Fazio, aumenta-

no le preoccupazioni anche in Italia. La nuova

emergenza da fronteggiare è una specie di batterio

che presenta diverse varianti, ormai noto come

batterio E.coli. Normalmente vive nell'intestino

dell'uomo e degli animali e non dà fastidi. Alcuni

ceppi invece, per scambio di materiale genetico,

hanno acquisito capacità di causare infezioni e dare

origine a forme di diarrea.

Si manifesta in forma grave

solo nei bambini mentre gli

adulti si infettano e sviluppa-

no una malattia gastroente-

rica severa ma senza compli-

canze renali; niente febbre

solo forti dolori addominali. Spesso l'infezione è

scambiata per appendicite e il contagio può avveni-

re attraverso il consumo di alimenti o acqua conta-

minati. Se l'animale è portatore del ceppo patogeno

può contaminare tutti i prodotti e l'ambiente dove

vive. Purtroppo non c'è una cura specifica ma solo

una terapia antibiotica di supporto, vale a dire rei-

dratazione e dialisi per limitare il danno renale. La

domanda da porsi come sempre in questi casi sem-

bra essere la seguente: si tratta di allarmismo giusti-

ficato o del nuovo caso di crisi di panico da epide-

mia dopo quelli riguardanti la mucca pazza, la SARS,

l'aviaria e la nuova influenza (virus H1N1)?. L‟evolu-

zione di questo virus non sembra avere soste, co-

me un treno che investe chiunque si trovi sulla sua

irrefrenabile corsa colpisce uomini, donne e bambi-

ni, come una macchia d‟olio che si espande lenta,

inodore. I mass media e i giornali bombardano le

nostre case di notizie che non promettono niente

di buono ma che anzi alimentano solo perplessità,

paure e dubbi di ogni genere. Dopo aver accusato i cetrioli importati dalla Spagna inizialmente sospet-

tati di aver provocato l'epidemia, il turno passa ai

germogli di soia. In seguito, si profilerà l'assoluzione

anche di quest‟ultimi, poiché non compatibili con

quelli responsabili dell'attuale epidemia. Seguirà

“l'allerta rucola” e altri prodotti agricoli coltivati

all‟interno di una nota azienda tedesca specializzata

nel settore del biologico da più di trent‟anni.

Recenti fatti di cronaca parlano di un uomo di 57

anni deceduto a Francoforte, di due donne di 88 e

74 anni vittime del batterio killer: pare avessero

ATTUALITA’

Batterio Killer: tra allarmi e confusione

consumato germogli di soia. L‟ultimo episodio ci

parla di un bambino tedesco, morto a soli due anni

contagiato dal virus. Mentre il numero dei casi di

contagio continua a salire, (si attesta ormai oltre

3.254 di contagi e circa 14 paesi messi in ginocchio

dal batterio), all'Italia non resta altro da fare che

sperare nell‟immunità totale. Ma dopo innumerevoli

casi di bambini francesi intossicati per aver mangia-

to hamburger e polpette contaminate dal batterio

E.Coli, i carabinieri dei Nas, hanno sequestrato

1.570 confezioni di hamburger e 4.000 confezioni di

polpette del marchio “Steaks Country”, vendute

nella catena di negozi francesi Lidl. Il sequestro è

avvenuto nella piattaforma logistica Lidl in provincia

di Verona solo in via precauzionale. Guerre, violen-

ze, disastri nucleari, terremoti, omicidi, carestie,

sembrano essere ormai all‟ordine del giorno. Le

immagini scivolano davanti ai nostri occhi quotidia-

namente; qualcuno resta addirittura indifferente,

qualcun altro si lascia sopraffare dall‟angoscia e dal-

lo smarrimento, tanti i perché che affollano la no-

stra mente. Se ci guardiamo attorno, non è difficile

vedere gente che non crede più a niente, sballotta-

ta di qua e di la, in balia dei problemi e delle circo-

stanze, gente che non ha una speranza né un futu-

ro.

Tuttavia Gesù nella Sua parola ci avverte su ciò che

dovrà avvenire. In Marco 13:7 leggiamo “Ora, quan-

do udrete parlare di guerre e di rumori di guerre, non vi

turbate; perché bisogna che queste cose avvengano; ma

non sarà ancora la fine. Infatti si solleverà nazione con-

tro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti

in vari luoghi, carestie ed agitazioni. Queste cose non

saranno altro che l'inizio(…). Ora, ciò che dico a voi, lo

dico a tutti: Vegliate!”. Riposiamo dunque nelle pro-

messe di Dio, perché quand‟anche camminassimo

nella valle dell‟ombra della morte, Lui è con noi. La nostra fede è in colui che ogni giorno ci fortifica, ci

guida e non ci lascia mai da soli, colui che ci consola

e ci circonda con le sue grandi braccia. Le tempeste

arriveranno, ma noi che siamo i Suoi figli possiamo

volare più in alto, al di sopra di ogni avversità, al

sicuro in Lui. Se Dio è per noi, chi sarà contro di

noi? Chi ci separerà dall‟amore di Dio? Sarà l‟affli-

zione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o

la nudità, o il pericolo, o la spada?. No, perché in

tutte queste cose, noi siamo più che vincitori.

Sara Torrisi

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Ce l‟abbiamo fatta! Sabato 30 Luglio 2011 ab-

biamo inaugurato il nostro campeggio, situato

in Belpasso, denominato “La Roccia – Centro

Ri-creativo Cristiano”. L‟idea sul nome da dare

al terreno è nata dal versetto che si trova in

Deuteronomio 32:4 << Egli è la Roccia, l‟opera

sua è perfetta…. >>, e soprattutto dal fatto che

essendo il luogo vicino ad una cava lavica, “La

Roccia” rappresentava quindi un doppio signifi-

cato. Dio è la nostra roccia, il Lui noi confidia-

mo. Come la nostra casa è fondata sulla roccia

che è Cristo Gesù, così anche questo luogo è

edificato sopra essa. Una roccia che mai potrà

essere smossa, perché essa rappresenta per noi

il nostro Dio, il nostro Salvatore.

In molti ricorderanno come il terreno, datoci

dal comune di Belpasso per la durata di venti

anni, era desolato e spoglio; sterpaglia e terra

arida circondava tutto il campo; un luogo se-

questrato alla mafia, e che oggi per la grazia di

Dio è nostro.

Scetticismo e un pizzico di ostilità c‟era all‟inizio

per questo terreno. Chi mai avrebbe pensato

che quel luogo si sarebbe trasformato, in un

brevissimo arco di tempo, in un campeggio cri-

stiano? Come si sarebbe potuto “riconvertire”

quel luogo? Ma per Dio ogni cosa è possibile.

E‟ stata una gioia indescrivibile per ognuno di

noi e per chi – come il pastore ed altri – ci han-

no veramente messo non solo il cuore, ma an-

che la forza.

La serata è iniziata con curiosità e stupore per

il lavoro svolto e, con l‟aiuto di alcune ragazze ,

gli ospiti hanno potuto visionare le stanze com-

poste da cinque letti, attrezzate di bagno in ca-

mera, la favolosa piscina con ampio spazio

esterno, il vasto campo da beach volley e l‟ac-

cogliente zona relax in stile etnico che mostra

lo splendore dell‟Etna da un lato e la bellezza

della città illuminata dall‟altro.

Successivamente, dopo aver visitato il sito, il

giovanissimo gruppo degli adolescenti ci ha ac-

compagnato nella lode e adorazione, e la parola

di Dio, portataci dal pastore, ci ha mostrato co-

me Dio ci stava benedicendo.

Subito dopo essere stati ristorati spiritualmente

è stato servito un rinfresco a bordo piscina.

L‟atmosfera era meravigliosa: le candele accese,

luci soffuse e la musica di sottofondo hanno re-

so quel giorno uno dei più belli e rilassanti mo-

menti a cui ognuno dovrebbe assistere.

Seguita da una semplice cenetta, la serata si an-

dava concludendo, sebbene molti hanno prefe-

rito gustare l‟aria frizzante del luogo invece di

ritornare a casa.

Non si poteva fare almeno di notare come quel

campo, un tempo luogo di mafia, era stato ap-

pena riconvertito in un centro ricreativo cristia-

no. Romani 5:20 << dove il peccato è abbonda-

to , la grazia di Dio è sovrabbondata >>. Chi

meglio di noi oggi non può non comprendere

questo versetto? Dio ha manifestato ancora una

volta la sua autorità di Signore, sopra ogni cosa

e problema.

Abbiamo un grande Dio ma spesso non ce ne

rendiamo neanche conto. Che questo ci serva

da insegnamento: Geremia 32:27 << ..c‟è forse

qualcosa troppo difficile per l‟ Eterno? >> No!

Inoltre par doveroso ringraziare anche quanti

hanno lavorato alla realizzazione di questo cam-

po, e con maestria hanno portato a compimen-

to un lavoro eccellente, che andrà via via sem-

pre migliorandosi.

Benediciamo le mani che hanno lavorato, co-

struito e ornato, e le menti che hanno immagi-

nato e concepito quel luogo così come noi oggi

lo abbiamo visto.

Un ringraziamento va anche a chi ha sovvenzio-

nato i progetti per quel luogo e chi, da non sot-

tovalutare nel suo piccolo ci ha aiutati in pre-

ghiera .

Grazie di cuore a tutti voi e noi e che Dio ci

benedica!

Torrisi Federica

EVENTI DEL MESE

Inaugurazione Centro “La Roccia”. Dalla visione alla realtà

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EVENTI DEL MESE

TENDA CRISTO E’ LA RISPOSTA — INTERVISTA A VITTORIO FIORESE

Sono venuti qui a Catania quasi sedici anni fa. Un accampamento enorme di roulotte,

containers e la grande tenda su un terreno dove adesso sorge un supermercato. Oggi il

gruppo di Cristo è la Risposta è ritornato nella nostra città con la sua formazione mini:

un piccolo gruppo che si ferma al massimo 15 giorni per ogni tappa. A distanza di molto

tempo dal nostro primo incontro con questa

missione, oggi parliamo con il responsabile di “Cristo è la Risposta 2”, Vittorio Fiorese.

Nato nel 1950 a Cismon, un paesino alle pendici del Monte Grappa, Vittorio è figlio di

un capo partigiano ed è stato educato fin dalla tenera età agli ideali del Comunismo e

della lotta sociale. Durante l'infanzia sviluppa un forte legame con la natura che nell'età

dell'adolescenza lo induce a ricercare nella natura stessa un luogo di fuga, di riappropria-

zione della propria identità per recuperare l'innocenza e le sensazioni quasi mistiche dell'infanzia e insieme un luogo

di sfida, dove potersi confrontare con il mondo adulto. Forse anche per questo, dopo la laurea in “Sociologia delle

Religioni” presso l‟università Federico II di Napoli, vive il travaglio della generazione del „68 che

lo porta, barba e capelli lunghi, a partire per una grande avventura in India.

Come è avvenuta la tua conversione in India?

<<Nei giorni in cui mi trovavo in India ho incontrato un giovane italo-canadese che brevemente mi ha parlato di

Gesù, si è trattato di un incontro avvenuto per strada e mi ha regalato una copia del Nuovo Testamento. Quel mo-

mento è stato per me un crocevia, perché mi trovavo in una fase di ricerca, quando il messaggio di Cristo è stato

risolutivo. Ho sperimentato quell'indicazione che nella Bibbia dice “Spirito, tocca Spirito”, è stato un tocco o un'illu-

minazione, o per meglio dire si trattava di una presenza che ha cominciato in me un'opera di convinzione profonda,

irresistibile, che mi ha fatto percepire la mia reale condizione davanti a Dio, di peccatore perduto senza speranza. E

dopo ho finalmente sentito il perdono e la pace. Dall'India sono partito per Gerusalemme, dove ho acquistato la

mia prima Bibbia in italiano e ritornando in Italia sono rimasto per tre mesi nelle mie montagne, in Veneto, pregan-

do da solo. Una notte poi, ho avuto un sogno in cui lo Spirito Santo mi avvertiva e mi indicava di partire, perché

c'era un preciso piano per la mia vita. Era l'11 novembre del 1976. A Napoli ho incontrato due credenti che mi par-

larono di una tenda, Cristo è la Risposta, e quando sono arrivato lì ho visto persone come me, che vivevano in ten-

de e avevano fatto un'esperienza radicale di conversione. Ho iniziato un percorso di discepolato e ho cominciato il

mio cammino cristiano>>.

Tu hai abbracciato uno stile di vita che ha l’evangelizzazione al suo centro. Come può un cristiano

essere un valido strumento di diffusione del Vangelo e non incorrere in errori?

<<Nella conversione c'è una fase, iniziale, di distacco da quello che è il proprio contesto. Questa fase fa parte del

processo, è sana e prevede la ricostituzione di nuovi equilibri, nuove abitudini, nuove amicizie. Però io credo che

nel processo di maturazione, bisogna ritornare al mondo per il semplice fatto che Gesù ci dice “voi non siete del

mondo ma io vi mando nel mondo”. Guardiamo ad esempio alla simbologia delle catacombe cristiane, dove la Chie-

sa è simboleggiata dalla barca. La barca non è fatta per stare nel porto. È stata progettata per navigare. Naturalmen-

te è un problema se l'acqua comincia ad entrare nella barca, quindi noi dobbiamo andare nel mondo ma dobbiamo

avere una solida relazione con Cristo, tale da non permettere al mondo di entrare dentro la nostra vita. La Chiesa

deve penetrare gli ambiti sociali, culturali senza però dare spazio al compromesso o al peccato. Chi si converte non

dovrebbe mai del tutto tagliare la sua rete di relazioni perché quelle relazioni sono fondamentali per diffondere il

Vangelo.

Le nuove generazioni hanno perso gli stimoli e tendono ad isolarsi anche a causa di un uso esaspera-

to dei social network. Secondo te, corrono il rischio di perdere l'entusiasmo per lavorare seriamente

per il Signore?

<<I giovani di questi anni vivono in un contesto molto diverso da quello ad esempio del '68, dove c'erano le grandi

utopie, le lotte per gli ideali e per i valori, che magari erano sbagliati ma hanno insegnato ad una generazione un

modo di vivere la vita, di dare un senso alla propria esistenza. Oggi prevale un individualismo esasperato, un isola-

mento e una mancanza di sogni e di capacità di immaginare il futuro. I giovani avrebbero il compito di cambiare il

futuro ma si trovano in una situazione di letargo generato da un sistema che ha espropriato quelli che Habermas

chiama “ i mondi interiori”. Attraverso i videogiochi anche tutto l'immaginario è stato colonizzato, addomesticato, e

noi ci troviamo con una generazione giovane incapace di sognare, incapace di immaginare un futuro diverso.>>

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EVENTI DEL MESE

I segni di decadenza del Cristianesimo nella nostra società si ve-

dono e sono gli occhi di tutti. Quali sono le prospettive?

Sì, basta pensare al crollo delle vocazioni nella Chiesa Cattolica. Non è

calo, è crollo. Una situazione drammatica che dipende dal fatto che nei

paesi occidentali è in atto una secolarizzazione, un'apostasia, un individua-

lismo per cui la gente è focalizzata solo sulla carriera, i soldi, il divertimen-

to. Chi vorrebbe rinunciare a tutto questo? Abbiamo bisogno che ci sia un

ritorno dello Spirito Santo e dobbiamo trovare un nuovo modo per rag-

giungere le persone. Ogni movimento nasce sotto la spinta dell'entusia-

smo e del servizio a Dio, così come sono descritti i primi cristiani nel li-

bro degli Atti degli Apostoli. Ma con il passare del tempo, il movimento

cresce e comincia ad avere delle esigenze organizzative. Nascono i primi

problemi e bisogna strutturare il movimento per soddisfare tutte le esigenze che sorgono. Dove c'era la vocazione

si sostituisce la professione e la burocrazia organizzativa subentra alla spontaneità e così inizia la decadenza. Questa

è la visione sociologica e potrebbe essere fortemente negativa. Ma la mia fiducia non è in qualche strategia per la

crescita della Chiesa, la mia fiducia è nello Spirito Santo. E io so che lo Spirito Santo tornerà a soffiare. Nel momen-

to di maggiore decadenza, quando sembra che non c'è speranza e che tutto è finito, si ricoagulerà un nucleo di per-

sone che sentirà il bisogno di ritornare alla purezza evangelica, cercherà Dio e Dio si farà trovare e così inizierà una

nuova parabola>>.

Il vostro stile di vita è fortemente in contrasto con le abitudini tipo degli italiani, che spesso gli ac-

campamenti e le tende come il simbolo della presenza delle comunità

itineranti come i Rom. Voi come riuscite a far superare questo pregiudizio?

<<La tendenza tipica della società moderna è la razionalizzazione, espropriare ed eliminare tutti quegli spazi dove

può esserci confusione, mancanza di controllo. Logicamente noi rappresentiamo un modello di vita non consono

alla razionalizzazione del mondo moderno quindi abbiamo continue difficoltà. Soprattutto nella fase iniziale, dove

veniamo scambiati per Rom. Nella fase successiva poi le persone capiscono chi siamo e ci accettano, anche se sem-

pre con un po' di fatica perché abbiamo uno stile di vita “negativo” dal loro punto di vista.

Come è organizzata la tenda di “Cristo è la risposta 2”?

“Cristo è la risposta 2” nasce il 20 Giugno 1985 con lo scopo di aumentare la capacità della missione di penetrare

nel territorio. Abbiamo lasciato il campo mobile, ormai troppo grande e quindi più difficile da gestire e abbiamo

trovato una base che si trova a Quaglietta, vicino Salerno, dove facciamo un lavoro solidale e assistenzialistico con

persone in difficoltà e tossicodipendenti. E poi da marzo a ottobre siamo in giro con la tenda, ogni 15 giorni cambia-

mo posto e in questo ci aiutano tantissimo le chiese dei luoghi in cui andiamo, che ci sostengono offrendo vitto e

alloggio. Rimosso il problema logistico possiamo focalizzare tutta l'attenzione sull'evangelizzazione>>.

Come si svolge una giornata tipo alla tenda?

<<Al mattino cominciamo con quaranta minuti circa di preghiera; poi si esce per evangelizzare. All’ora di pranzo si

rientra per poi ritornare nel pomeriggio all‟evangelizzazione. Di sera ci incontriamo tutti sotto la grande tenda per

la riunione serale.

Come vi organizzate logisticamente?

Le famiglie e le donne vengono ospitate nelle case dei fratelli, mentre gli uomini rimangono a dormire in tenda, an-

che per fare la guardia. Le chiese a cui ci appoggiamo inoltre, ci forniscono i pasti.

Come scegliete le persone che manifestano il desiderio di lavorare con voi?

<<Innanzitutto facciamo uno screening iniziale in cui cerchiamo di renderci conto di quali sono le reali motivazioni

che spingono le persone a voler intraprendere una vita missionaria. Dopo invitiamo tutti a partecipare alla nostra

scuola di addestramento e discepolato. Poi diamo ai giovani l'opportunità di mettersi in discussione e tentare, per-

ché la nostra missione non è delle più facili, ci vuole spirito di adattamento e di sopportazione, non ci sono molti

stimoli esterni e andare avanti può essere difficile. Se riteniamo che ci sia una vera chiamata vocazionale, incoraggia-

mo chi è interessato ad intraprendere un percorso più o meno lungo con la tenda>>.

Anna Maria Cantarella / Alessia Lavore

TENDA CRISTO E’ LA RISPOSTA — INTERVISTA A VITTORIO FIORESE

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CONFERENZA GIOVANILE 2 GIUGNO 2011

IL TIMORE DELL’ETERNO E’ IL PRINCIPIO...

Nonostante sia stato

sottoposto ad innu-

merevoli scherzi sin-

golari e poco sobri

durante il campeggio

2010 (vittima dei no-

stri sbadigli mattutini

e serali paragonabili a

dei concerti sinfonici, o addirittura giudice di una sfilata

“moda mare” maschile un po‟eccentrica), l‟1 e il 2 giu-

gno abbiamo avuto il piacere di ospitare durante la no-

stra conferenza annuale giovanile, il Pastore Jeff, inviato

speciale da Roma, il quale ha accettato con grande entu-

siasmo il nostro invito.

Sono le 9:00 del mattino del 2 giugno, le porte della sala

si aprono, i giovani prendono posto nelle prime file per

gustare la presenza di Dio accompagnati da un gruppo

lode, frizzante e conquistatore, pronto a farci volare

sulle ali della lode per vedere la Gloria di Dio in mezzo a

noi. Il tema della conferenza “ Il timore dell‟Eterno” è

nato dal versetto che si trova in Proverbi 1:7 “Il timore

dell‟Eterno è il principio della conoscenza ma gli stolti

disprezzano la sapienza e l‟ammaestramento”. Ma cosa

significa avere timore dell‟Eterno?

Molti hanno difficoltà a scindere il timore dalla paura.

Questo perché molti “credenti” hanno l‟immagine di

Dio quale giudice, lontano ed indifferente, forse seduto

su un trono, magari con un bastone nelle mani pronto a

punire chiunque sgarra un comandamento. Certo, Dio è

il giusto giudice, il Creatore dei cieli e della terra, non ha

fine né inizio, è l‟Iddio della sapienza, il Re dei Re, ma è

anche Padre, e ciò che chiede a suoi figli è semplicemen-

te un atto d‟amore: obbedirGli. Noi possiamo scegliere

se avere paura dell‟Eterno o timore, ma il vero timore è

l‟ubbidienza a Dio.

Così come una casa ha bisogno di poggiarsi su delle

fondamenta solide e durature nel tempo così noi dob-

biamo mettere il timore dell‟Eterno come principio base

per la nostra vita cristiana. Ma per far sì che questo sia

possibile abbiamo bisogno della saggezza, della compren-

sione e della conoscenza, “poiché la casa si edifica con la

saggezza e si rende stabile con la comprensione, mentre con

la conoscenza si riempiono le stanze di ogni sorta di beni

preziosi e gradevoli” Proverbi 24:3-4.

Il rischio di non scegliere il timore dell‟Eterno è di esse-

re indipendenti da Dio, credere di farcela con le proprie

forze, boriosi nel sapere sempre quale sia la cosa miglio-

re per noi. Spesso però, il frutto di questa scelta si paga

collezionando delusioni, fallimenti, cicatrici. Leggiamo

questa storia.

«Marco è un giovane che sin da bambino ha un sogno:

diventare un soldato, ma non un soldato qualunque.

Marco vuole entrare a far parte di un corpo militare dei

marines specializzati in missioni, uomini al di sopra di

altri uomini, addestrati ad essere professionisti per terra

e per mare. E per diventarlo è necessario che ogni sol-

dato passi per la “Hell Week” (la settimana infernale),

durante la quale ogni militare è sottoposto ad un adde-

stramento fisico e mentale lungo, arduo e doloroso. L‟o-

biettivo è quello di distruggere la mente di questi soldati.

L‟unica possibilità per mettere fine a quest‟agonia è suo-

nare una campana, che indica la rinuncia definitiva all‟ad-

destramento. Nel 2006 questi marines vengono inviati

sulle montagne dell‟Afghanistan con lo scopo di uccidere

un terrorista afgano, responsabile dell‟assassinio di molti

soldati americani. Colti di sorpresa dall‟esercito afgano

composto da un centinaio di uomini, i compagni di Mar-

co perdono la vita sul campo, mentre lui con quella poca

forza che gli è rimasta, combatte contro l‟idea dell‟arre-

sa che vuole insinuarsi nella sua mente finché, sanguinan-

te e stremato, riesce a cavarsela con una pallottola nel

fianco, un polmone collassato e una ferita alla gamba».

Forse stai passando una settimana infernale o un mese

infernale, credi di essere arrivato al capolinea, anche tu

senza forze, proprio come Marco, pensi che Dio ti abbia

abbandonato o non si sia curato abbastanza di te, o sia

indifferente al tuo grido, ma Lui ti dice “Io non ti lascerò,

non ti abbandonerò (Giosuè 1:5), Io sono il buon pastore e il

buon pastore dà la sua vita per le pecore (Giovanni 10:11).

Seguire Cristo non significa essere esenti dalle prove ma

in Galati 6:9 sta scritto "Non stanchiamoci di fare il be-

ne, perché a suo tempo, se non ci scoraggiamo e non

rinunciamo, ne raccoglieremo il frutto”. Suonare quella

campana è una scelta. Siamo liberi di sventolare bandiera

bianca o continuare a lottare di fronte alle tante difficol-

tà della vita, sapendo che, una volta usciti dalla prova,

Dio ci ricompenserà. La ragione per la quale molti ri-

nunciano è perché non hanno fondato la loro vita in

Dio.

Verranno i giorni di battaglia, di tristezza e di dolore, ma

insieme vogliamo gridare: noi non siamo di quelli che si

tirano indietro, serviremo il nostro Dio con lacrime,

umiltà e timore. Con questa grande verità e con questa

determinazione, Marco ha superato il test d‟integrità,

uscendone approvato.

Se dunque temiamo Dio, Lo amiamo con tutto il nostro

cuore, con tutta la forza e con tutta la mente e seguia-

mo i Suoi comandamenti, allora Egli porta nella nostra

vita ricchezza, gloria, vita, benedizione, frutto, luce.

Questo, è il vero timore dell‟Eterno.

Dio provvederà splendidamente ad ogni tuo bisogno

secondo le Sue ricchezze in Gloria, in Cristo Gesù.

Sara Torrisi

Page 7: Giornalino GCS News mese Luglio 2011

7

COSTUME E SOCIETA’

“Habemus Papam”, Nanni Moretti e il Vaticano

‘’Nuntio vobis gaudium magnum, habemus

papam” (Vi annunzio con grande gioia, ab-

biamo il Papa) è l’annuncio cerimoniale che

il primo tra i cardinali dà al popolo quando

viene eletto il nuovo Papa, ed egli, accetta

l’elezione. A questo annuncio il Papa, si af-

faccia alla finestra e si presenta al popolo. E

fin qui tutto bene… ma non è quello che

accade nell’ultimo pluripremiato film di Nanni Moretti

“Habemus Papam”. Il Conclave è costituito, i cardinali sono

riuniti per eleggere il nuovo Papa; non c’è competizione tra

loro, bensì quasi un dissimulato terrore. L’ipotesi di venir elet-

to Papa, li turba. Dopo due fumate nere finalmente viene

eletto al soglio pontificio il cardinale Melville. Tutto è pronto:

l’annuncio, e subito dopo il Papa si presenterà al popolo. Ma

davanti a quella finestra il Papa crolla. I cardinali sono sgo-

menti! A nulla servono le loro rassicurazioni, e superflui i ten-

tativi di ricondurlo agli obblighi del suo ruolo. Che soluzione

adottare? Forse la più impensabile…chiamare un psicanali-

sta di successo. Ed ecco Moretti si presenta all’appello. Ma

alla fine sarà il Papa stesso, sempre più insicuro, a cercare

clandestinamente, vagando per le strade di Roma le risposte

alle sue domande. Un percorso che lo porterà alla scelta

dolorosa di rifiutare la sua elezione. E’ la storia di un uomo

fragile, insicuro, che anche se fedele a Dio, fondamentalmen-

te non regge la responsabilità di un compito così difficile e

gravoso, mostrando il senso di inadeguatezza e insicurezza

che fa parte di ogni essere umano. Attorno a questa figura

ruotano quelle dei cardinali, uomini che mostrano un’umanità

quasi disarmante che, mentre sono reclusi a causa della

mancata presentazione del Papa davanti al popolo, ammaz-

zano il tempo giocando a carte o a pallavolo. La novità e lo

scalpore di questo film ruota tutto sul fatto che Moretti ha

voluto presentare il suo Vaticano; un Vaticano fatto di perso-

ne, come noi, dotate di desideri e volizioni naturali e lecite,

persone che sono lontane dagli stereotipi di prelati santi ed

intoccabili; un Vaticano dove un Papa come Melville, sgomen-

to, può urlare con tutto se stesso un appello “Mi aiuti! Non

ce la faccio più”. Il film non scade mai nell’eresia o nella bla-

sfemia, ma racconta di uomini semplici, uomini che possono

anche essere dubbiosi, sconfortati, come la figura di questo

Papa atipico. E’ qui nasce quasi naturale la polemica con il

Vaticano. Nella rivista cattolica Avvenire il vaticanista Salvato-

re Izzo si scaglia pesantemente contro il film dicendo a gran

voce di boicottare il film e aggiunge “Non è un bello spetta-

colo vedere scimmiottare la figura del Capo della Chiesa cat-

tolica con la farsa (per quanto garbata essa sia) dell’elezione

impossibile di un candidato fragile e bisognoso di aiuto. Il

Papa non si tocca: è il Vicario di Cristo, la Roccia su cui Gesù

ha fondato la sua Chiesa…”. Secondo Izzo non si può tocca-

re una figura come il Papa che per i cattolici è una figura

quasi divina, e quindi è impossibile per lui che possa avvenire

una situazione così utopistica. Ma a dispetto di quanto ha

detto Izzo, il film non è stato boicottato, anzi ha ricevuto

diversi premi, tra cui tre nastri d’argento. La pellicola è pia-

ciuta forse proprio per l’umanità e la naturalezza dei perso-

naggi; il fine ultimo di Moretti è stato infatti quello di unire

due mondi forse troppo diversi, e troppo lontani. Ma perché

il Vaticano si scaglia contro questo film? Perché il lato umano

e fragile del protagonista disturba così tanto? La storia è co-

stellata di Papi che hanno commesso gravi errori, ad esempio

Papa Innocenzo VIII, uomo mondano e venale (padre di nu-

merosi figli, dei quali era orgoglioso) che aveva praticato il

nepotismo e la simonia, e il più famoso Papa Alessandro VI

( Rodrigo Borgia ), che si comportò da dissoluto durante tutta

la sua vita, da laico, da cardinale e da Papa ancor di più. Qui

non si vuole giudicare o condannare, bensì solo mettere in

evidenza, e ricordare magari a Izzo, che il Papa è anche un

uomo. Se poi consultiamo la Bibbia, vediamo come la splen-

dida figura di Pietro che, come detto sopra, rappresenta per

la chiesa cattolica il primo Papa, mostra anch’essa i suoi lati

umani; Pietro non è stato mai divinizzato, ma anzi di fronte

a noi, abbiamo sempre visto una figura che richiede l’inter-

vento di Dio in ogni miracolo, prova, discorso. Pietro vive di-

versi episodi che mostrano spesso la sua parte più naturale,

come il noto rinnegamento nel cortile del Sinedrio. Negli Atti

leggiamo poi il suo famoso discorso, avvenuto dopo la discesa

dello Spirito Santo, attraverso il quale si convertono ben tre-

mila persone, e che costituisce l’inizio di segni e miracoli ope-

rati dagli apostoli. Ma anche lui ha bisogno della riprensione

del Signore, nonostante tutto quello che stava vivendo. Infatti

in Atti 10 vi è descritta la visione di Pietro che osserva un

lenzuolo bianco con dentro ogni sorta di animali impuri. Il

Signore gli dice di mangiarli, ma lui si rifiuta adducendo come

scusa che lui non mangia animali impuri e contaminati; ma il

Signore lo rimprovera dicendo di non rendere impuro ciò che

Lui aveva reso puro. Sul momento non capisce questa visione

ma quando viene chiamato da Cornelio, un centurione roma-

no, straniero quindi per i Giudei, capisce che il Signore gli

aveva voluto far capire di non fare discriminazioni in base

alla provenienza perché quell’uomo era pronto ad accettare

la salvezza, indipendentemente dalla sua origine. Ma un’im-

magine significativa si presenta in questo passo… una stan-

za gremita di persone e Cornelio trepidante attende la venu-

ta di Pietro. Lui entra in casa, il centurione gli corre incontro,

grato, si getta ai suoi piedi, e l’adora. Ma Pietro lo rialza di-

cendo: “Alzati, anche io sono un uomo”. Anche Moretti forse

inconsapevolmente ha voluto far dire al suo Papa… “Anche

io sono un uomo”.

Alessia Lavore

Page 8: Giornalino GCS News mese Luglio 2011

8

Immaginiamo anche solo per un istante di vivere

tutte le emozioni che si trovano nel passo di Marco

9:14: lo strazio di un padre angosciato e disilluso

che cerca in tutti i modi di guarire il figlio che com-

batte ogni giorno contro la vita e la morte, logora-

to da una grave malattia che lo divora lentamente;

la sterilità momentanea della preghiera dei discepo-

li, i quali sgridano a gran voce lo spirito malvagio

del fanciullo ma senza alcun successo mentre la cu-

riosa folla si dispone attorno ad essi in maniera co-

rale, incredula ed immobile. Venuto a conoscenza

dell‟accaduto, Gesù ammonisce i suoi discepoli con

parlare serio ed autoritario e, poco dopo guarisce il

fanciullo.

Molti credenti sono convinti che il messaggio dell‟E-

vangelo debba essere sempre un messaggio positi-

vo, che ci lodi e che ci accarezzi, che mai ci giudichi

o ci corregga. Viviamo il culto domenicale nella

speranza che Dio ci dica sempre quello che noi

vorremmo sentirci dire, vogliamo prediche e profe-

zie che ci incoraggino, che parlino solo di amore, di

prosperità e di abbondanza.

È difficile infatti pensare che i discepoli vengano ri-

presi da Gesù! Eppure è così. Si legge nel verso 19

“generazione incredula, fino a quando sarò con voi?

Fino a quando vi sopporterò?”.

Gesù spiega ai suoi discepoli che questo tipo di spi-

rito va sgridato con la preghiera e il digiuno. In Efe-

sini al capitolo 3 l‟apostolo Paolo scrive che con il

digiuno la carne si umilia e il nostro spirito si edifica

nell‟uomo interiore. Se dunque siamo figli di Dio

(dal greco “γιός”, figli maturi) allora noi saremo

condotti non dalla carne, ma dallo spirito. Alle vol-

te però, c‟è il pericolo che siano le nostre emozio-

ni, i nostri pensieri, la nostra volontà, che il più del-

le volte non è conforme a quella che Dio ha in ser-

bo per noi, a guidare i nostri passi. Ci sono delle fasi nella vita in cui ognuno di noi, per poter cre-

scere deve compiere un passo alla volta e c‟è un

tempo di preparazione che ci consente, con la giu-

sta maturità e con la giusta motivazione, di supera-

re con eccellenza ogni prova che la vita ci riserva.

Uno studente di terza media non può affrontare

l‟esame di maturità, perché la sua preparazione non

gli consentirà, giustamente, di confrontarsi con la

complessità del materiale didattico fornito.

Gesù voleva far comprendere ai suoi, e di riflesso a

RIUNIONE DEGLI UOMINI DEL 23 GIUGNO 2011

INTIMITA' E RELAZIONE: IL BINOMIO PERFETTO PER UNA VITA VINCENTE

noi tutti, che

troppo spesso noi

abbiamo la pre-

sunzione di sape-

re già tutto, di

essere arrivati alla

piena conoscenza

divina. Abbiamo frequentato cinque scuole bibliche,

conosciamo la Bibbia a memoria, abbiamo ottenuto

finalmente la tanto sospirata nomina di responsabile

o collaboratore del pastore. Ma è questo che Dio

sta cercando? No. Dio è in cerca di cuori puri e

sinceri, di menti che si lasciano plasmare come Lui

vuole, di figli che desiderano andare più in profon-

dità nello spirito. Come reagiremmo se Dio deci-

desse di portarci in una valle, laddove siamo sco-

perti, apparentemente soli e indifesi? Questo fu ciò

che accadde proprio ad Ezechiele al capitolo 37.

Dio vuol far vedere al suo servo fedele le cose co-

me stanno, la realtà così com‟è, senza filtri né veli;

un‟immensa valle ricoperta da ossa secche ed aride.

Ezechiele allora profetizza a quelle ossa ed esse

stesse diventano un esercito forte e vincente pron-

to a guerreggiare per Dio.

Noi vogliamo far parte di questo grande esercito

combattente, in grado di avere un forte impatto

nella nostra società e per riuscirci, dobbiamo avere

più intimità con Dio, essere sensibili alla Sua voce

ed essere facitori della Sua Parola.

Nell‟esercito di Dio non possono esserci soldati

zoppicanti: ognuno di noi possiede due gambe in

grado di sostenere il peso del nostro corpo, ma se

una delle due dovesse mancare o temporaneamen-

te non dovesse assolvere la sua completa funziona-

lità, allora zoppicheremo. Similmente abbiamo biso-

gno di una profonda lettura della Parola e di una

preghiera costante, perché l‟una sorregge l‟altra ed insieme condividono e dividono il peso della vita.

Sara Torrisi

Page 9: Giornalino GCS News mese Luglio 2011

9

Anche quest‟ anno ti aspettiamo per il nostro ritiro spirituale, una set-

timana

dedicata alla preghiera, allo studio della Parola di Dio ed anche allo sva-

go e alla formazione, sappiamo che anche

quest‟anno Dio ci parlerà e trasformerà molte vite, ti invitiamo a non

mancare a questo appuntamento imperdibile.

La quota di partecipazione al ritiro è di € 150,00 a persona.

La struttura

Il campo per i ritiri spirituali, sito in contrada Spaventa a Belpasso è una struttura studiata e realizzata per

accogliere piccoli e medi gruppi, grazie alle 10 stanze complete di bagno in camera e climatizzatore ed al-

tre stanze e spazi supplementari la struttura può ospitare benissimo fino a 70 persone. Il campo sarà

provvisto di un angolo bar per il ristoro, di una splendida piscina grande 7m X14m e da diversi campi

adibiti alle consuete attività sportive.

Date e turni

- 1° turno (adolescenti 14-17) dal 24 luglio al 31 luglio

- 2° turno (Pre-Teens 11-13) dal 31 luglio al 7 agosto

- 3° turno (Bambini) dal 7 al 14 agosto

- 4° turno (Giovani 18-30) dal 14 al 21 agosto

I ritiri spirituali della Chiesa Cristiana Evangelica Gesù Cristo è il Signore, sono da sempre un importante

appuntamento in cui Dio compie la Sua opera di edificazione, incoraggiamento e trasformazione. Grazie

all‟esperienza di team bene coordinati ed organizzati non mancano le attività ricreative e sportive, che

contribuiscono alla crescita dei rapporti interpersonali. Il lavoro fatto durante il ritiro spirituale e ben più

prezioso e importante di una semplice vacanza è tempo investito e speso bene per la crescita spirituale ed

umana. Per questo ti invitiamo a non mancare e a pregare per esso.

RITIRI SPIRITUALI 2011

Clinica “Giorgia” Catania

Cara sorella Maria, la chiesa ha pensato di dedicarti un pensiero e lo faccio anch‟io perché insieme al nostro Signore

abbiamo il desiderio di incoraggiarti e di benedirti insieme. Continuiamo a pregare per te e a sostenerti affinché il

Signore possa darti tanta forza, tanta gioia e possa riempirti costantemente del suo amore e delle sue meravigliose

benedizioni. Vogliamo presto vederti qui in chiesa, per abbracciarti e parlare un po‟ con te. Ti aspettiamo e spero di

venirti presto a trovare. Annarita Booy

Il sottostante spazio è stato creato per dare la possibilità a tutti di poter scrivere un pensiero di af-

fetto e stima a tutti quei fratelli che hanno bisogno d’incoraggiamento, basta scrivere un breve

“pensiero” ritagliare lo spazio seguendo il tratteggio e poi riporlo nell’apposito scatolo posto all’usci-

ta o consegnarlo ad Annarita Booy. Sopra trovate un esempio di cosa e come scrivere. Vi invitiamo

a partecipare DIO vi benedica.

UN PENSIERO PER TE……SORELLA MARIA ISGRO’.

UN PENSIERO PER TE...

Page 10: Giornalino GCS News mese Luglio 2011

10

Se oggi sono quello che sono è do-

vuto ad un percorso, nella mia vita,

che mi ha portato a cambiare radi-

calmente il mio modo di essere, di

agire e di vivere. Sono originario

delle Mauritius e, come tutta la mia

famiglia ero induista, anche se solo

di denominazione. Tutto cominciò

a cambiare dopo il mio matrimonio. Ci trasferimmo

in Italia, più precisamente a Catania e apparente-

mente nella mia vita tutto andava a gonfie vele: ave-

vo un ottimo lavoro, molti amici e vivevamo in con-

dizioni economicamente stabili. Non facevo manca-

re nulla alla mia famiglia, davo loro tutto ciò di cui

avevano di bisogno tranne la cosa più importante: il

mio affetto. Questo mi portò ad allontanarmi anco-

ra di più dalla mia famiglia fino a quando non co-

nobbi un‟altra donna, provocando così all‟interno

della mia famiglia innumerevoli problemi: nacquero

i primi diverbi in famiglia ed economicamente le

cose stavano peggiorando. Dovetti lasciare il mio

posto di lavoro, i miei amici ma, fortunatamente,

trovai un lavoro nelle Marche presso una fabbrica.

Nel frattempo però Dio, stava cominciando a mie-

tere all‟interno della mia famiglia: mia moglie, prima

di raggiungermi nelle Marche, cominciò a frequen-

tare una chiesa evangelica. Un giorno, trovai in una

stanza un piccolo libro: il Vangelo di Giovanni. Co-

minciai a leggerlo e lì capii che forse c‟era un Dio

che avrebbe potuto aiutarmi. Feci una preghiera

nella quale chiesi a Dio cosa stava succedendo nella

mia vita; Gli chiesi di mostrarmi la via che avrei do-

vuto seguire. Dopo un po‟ di tempo, mentre pas-

seggiavo con un amico, vidi una chiesa evangelica

aperta. Non so come ma, da quel giorno qualcosa

mutò dentro me, sentivo che c‟era qualcosa lì che

poteva aiutarmi a cambiare vita. Dopo circa due mesi, una domenica, decisi finalmente di entrare in

quella chiesa; comprai la mia prima Bibbia e iniziai

ad andare in chiesa per il culto domenicale senza

fare parola con mia moglie. Un giorno però mi vide

leggere la Bibbia in stanza. Quello che i suoi occhi

videro non le diede proprio gioia ma anzi provava

una certa diffidenza, poiché tempo addietro ero

stato il primo ad impedirle di leggere la Bibbia, e

frequentare un‟altra chiesa diversa da quella indui-

sta. Ma per la prima volta nella mia vita ero convin-

to di fare la cosa giusta e con serenità continuai a

leggerla e ad andare in chiesa. Nonostante conti-

IO E… DIO

Vishnu Canakiah

nuassi a pregare insieme al mio pastore, a casa mia

la situazione era sempre la stessa. Ormai la mia non

era più una famiglia, liti contro liti alimentavano

sempre il rapporto tra me e mia moglie fino a

quando, per la troppa rabbia, mi rovesciai addosso

una pentola d‟acqua bollente ma, con grande stupo-

re, non mi bruciai. Da quel giorno capii veramente

che qualcosa nella mia vita doveva cambiare. Tra

me e me dissi : <<Basta>>. Di conseguenza di co-

mune accordo decidemmo di separarci per qualche

tempo. Nel frattempo persi il mio lavoro, ma conti-

nuai comunque ad andare in chiesa e a lavorare per

Dio. Resomi conto degli sbagli commessi chiesi

perdono a mia moglie e con la grazia di Dio, anche

se eravamo separati, li invitai in chiesa. La sera pri-

ma di battezzarmi mia moglie mi chiese di ritornare

insieme a casa. Quanto è grande Dio! Passarono

diversi mesi e finalmente trovai lavoro in Inghilter-

ra. Ci trasferimmo nella nostra nuova casa tuttavia

senza però possibilità di arredarla ma, con l‟aiuto

del pastore e di tutti i fratelli, in quindici giorni la

nostra casa si riempì di mobili. Dio ci stava benedi-

cendo! Nonostante io avessi un lavoro fui costretto

a falsificare i documenti per ottenere il permesso di

soggiorno. Sapevo di commettere peccato ma, per

forza maggiore, dovetti farlo. Mi avevano assicurato

che tutto sarebbe andato bene, nessuno avrebbe

scoperto la falsificazione dei documenti e io avrei

ottenuto tranquillamente il mio permesso di sog-

giorno. Ciò non avvenne! Stavo per essere denun-

ciato dai carabinieri per falsa dichiarazione e così

dovetti, ancora una volta, lasciare tutto e trasferir-

mi prima a Milano ed infine a Catania. Qui Dio si

mostrò grande e misericordioso. Avevo bisogno di

un lavoro, di una casa e di una macchina. Ma come

sarebbe potuto accadere? Lì capii che, come Dio in

sei giorni creò l‟universo e tutto ciò che ci circon-da, così avrebbe provveduto anche nella mia vita. E

fu così che, nel Marzo 2006 in soli tre giorni, Dio

mi procurò una casa, un lavoro e una macchina.

Oggi posso ringraziare Dio e dire a tutti coloro che

leggono la mia testimonianza che Dio ha un piano

per ognuno di noi e lo porterà a compimento. E

voglio anche lanciare un messaggio, in questo tempi

in cui i divorzi sono ormai all‟ordine del giorno:

solo Dio può risanare e ricostruire il vostro matri-

monio. Perseveriamo nella preghiera e vedremo la

gloria di Dio nelle nostre case.

Vishnu Canakiah

Page 11: Giornalino GCS News mese Luglio 2011

11

Ogni volta che succede ripenso a quell'episodio del

vangelo di Luca, quando Gesù si reca sulle rive del

Giordano, dove viene battezzato da Giovanni Batti-

sta. Dopo essere uscito dall'acqua, mentre Gesù sta

pregando, il cielo si apre e lo Spirito Santo scende

su di lui in forma corporea, come una colomba, e

dal cielo si ode una voce: “Tu sei il mio amato Fi-

glio, in te mi sono compiaciuto”.

L'acqua, anche nelle civiltà antiche e pagane, da

sempre presta la propria immagine ai simbolismi

della vita, del trascorrere del tempo, della dimen-

sione religiosa, riproponendo il tema del rinnova-

mento spirituale in riti che hanno come elemento

centrale l'immersione. Basta pensare che nelle civil-

tà antiche se a uno schiavo veniva concessa la liber-

EVENTI

tà, si procedeva a questo rito dell'immersione. Si

“affogava” lo schiavo in senso metaforico e dall'ac-

qua riemergeva una persona libera. Allora l‟evange-

lista Giovanni chiede come segno di un cambiamen-

to di vita che avviene in seguito al condono dei

peccati, che la gente si immerga: muore l‟uomo in-

giusto e rinasce l‟uomo giusto. Ebbene anche Gesù va a farsi battezzare e il suo battesimo, per lui che

era senza peccato, è per noi l'esempio dell'obbe-

dienza perfetta, della fedeltà alla missione alla quale

Gesù era chiamato dal Padre. Gesù era senza pec-

cato, ma noi abbiamo tanti errori alle spalle di cui

sentiamo il peso e abbiamo bisogno di sapere che la

nostra vecchia vita è finita, si è conclusa, e tutto il

nostro passato è rimasto in fondo all'acqua. Come

gli antichi schiavi, anche noi ci immergiamo come

schiavi del peccato e riemergiamo liberi in Cristo.

Domenica è successo ancora una volta che 16 per-

sone hanno deciso di seguire l'esempio di Gesù, di

essere obbedienti e di affidargli la propria vita. E

ogni volta che ognuno di noi decide di dedicare la

sua vita a Cristo, di seguirlo e di essergli obbedien-

te è come se si ripetessero quelle parole: “Tu sei il

mio amato Figlio, in te mi sono compiaciuto”.

Anna Maria Cantarella

BATTESIMI 26 GIUGNO 2011

Venerdì 24 giugno 2011 circa duecento persone hanno avuto la gioia di assistere

ad un concerto cristiano che vedeva la collaborazione di Harley kay e Paul Avanti

Iannuzzelli, accompagnati dal worship team della “Parola della Grazia” di Vittoria

(Rg). Haley è una cantante londinese, mentre Paul è anche compositore, produtto-

re ed insegnante, oltre ad essere il co-fondatore della scuola di musica Hillsong

International con sede in Australia. I primi sei brani hanno avuto lo scopo di adorare Dio con ringrazia-

menti e riconoscenza per quello che Lui è. Il pubblico è stato immediatamente coinvolto anche grazie alla

sapiente miscela di canti in lingua inglese e relativa interpretazione degli stessi in lingua italiana.

Con molta naturalezza Paul ha voluto trasmettere ai presenti il senso della vera adorazione scegliendo la

storia della donna, narrata in Matteo 26:6-16, che dal suo vaso di alabastro versò il suo prezioso olio pro-

fumato sul capo di Gesù: un‟adorazione priva di ostacoli, di formalità, di timori, un‟adorazione attraverso

la quale dobbiamo dare il meglio di noi stessi con un atteggiamento spontaneo, passionale e di totale rico-

noscenza. L‟adorazione non è solo il momento musicale ma dovrebbe essere la nostra attitudine costante

verso Dio. Il concerto si è concluso con tre brani interamente scritti ed interpretati da Paul i cui testi rias-

sumevano il cuore di un vero adoratore. Una serata veramente speciale, molto più bella da vivere che da leggere.

Annarita Booy

CONCERTO DI LODE E ADORAZIONE

Page 12: Giornalino GCS News mese Luglio 2011

12

Favore Immeritato LIBRO DEL MESE

Joseph Prince

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vita ci riuscirai. La sua grazia o favore immeritato può aprire delle porte d'opportunità e

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Favore Immeritato scoprirai come tutto quello che toccherai sarà benedetto e come godrai

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perfetto sacrificio puoi avere una vita di vittoria come l'amato di Dio. Favore Immeritato

contiene delle verità del nuovo patto riguardo al favore immeritato di Dio e come accedere ad esse attraverso l'opera

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dante, alla maniera di Dio. Questo è il tempo di non dipendere più dai tuoi sforzi per avere successo e incominciare a

dipendere solo da Gesù per raggiungerlo. Incomincia oggi a vivere i sogni che Dio ha seminato nel tuo cuore!

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Programma mensile Impegni straordinari

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contatta la redazione:

Salvatore Caldarella

Annarita Booy

Tel. 0958362455

e-mail: [email protected]

Potete anche fare un’offerta

volontaria per contribuire alle

spese di questo notiziario

mensile.

DIO vi benedica.

Martedì Riunione di preghiera Ore 20:00

Venerdì Riunione giovani (18-30 anni) Ore 20:00

Sabato Riunione adolescenti (14-17 anni) Riunione pre-teens (11-13 anni)

Ore 20:00 Ore 19:00

Domenica Culto Mattina Culto sera

Ore 10:00 Ore 19:00

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