GCS News Giugno 2011

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1 a meno, ma non prima, dell'intervento dello Spirito Santo. L'esperienza nobile ed alta del cristiano in tempo di travaglio è un'evidenza della manifestazione dell'opera dello Spirito Santo. C. H. Spurgeon IL RITRATTO DEL CRISTIANO SOMMARIO: Il ritratto del cristiano 1 Attualità 2 Porte del paradiso e fiamme dell’inferno 3 Io e Dio 4 Riunione delle donne 5 Un pensiero per te… 5 Novità 6 Riunione degli uomini 7 mensile di informazione Notiziario gratuito ad uso interno GIUGNO 2011 NUMERO 2 ; ANNO 2 Vengono le difficoltà, tempeste di prove, ed egli può sfidare la tempesta dicendo: "Noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio" (Rom. 8:28). Se gli muoiono dei figli o il coniuge è con- dotto alla tomba, può ripetere: "L'Eterno ha dato, l'Eterno ha tolto; sia benedetto il no- me dell'Eterno" (Giob. 1:21). Quando la terra è improduttiva e il raccolto viene meno; il futuro della sua attività è dub- bio e tutto sembra disastroso e magari cade in povertà, dirà ancora: "...il fico fiorirà, non ci sarà più frutto nelle vigne, il prodotto dell'ulivo fallirà, i campi non daranno più ci- bo, i greggi verranno a mancare negli ovili, e non ci saranno più buoi nelle stalle; ma io mi rallegrerò nell'Eterno, esulterò nell'Iddio della mia salvezza" (Abac. 3:17). L'incontrerete poi su un letto, infermo, e anche lì vi dirà: "È stato un bene per me l'es- sere afflitto... Prima che io fossi afflitto, an- davo errando, ma ora osservo la Tua paro- la" (Salmo 119:71,67). Quando, alla fine, si avvicinerà alla valle buia dell'ombra della morte, lo sentirete mormo- rare: "Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, non temerei male alcuno, perché Tu sei con me; il Tuo basto- ne e la Tua verga son quelli che mi consola- no"(Salmo 23:4). Ora vi chiedo, cos'è che rende quest'uomo calmo in mezzo alle difficoltà e ai travagli personali, non è forse lo Spirito di Dio? Oh voi che dubitate dell'influenza dello Spirito Santo, provate a vivere come essi vivono, e se potrete dimostrare la stessa calma, la stessa gioia serena, la stessa fiducia incon- trollabile che tutte le cose cooperano al be- ne, allora potrete prendervi la libertà di fare Salmi 86:11 Insegnami la tua via, o Eterno, e io camminerò nella tua ve- rità; unisci il mio cuore al timore del tuo nome

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Giornalino mensile GCS News giugno 2011

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a meno, ma non prima, dell'intervento dello

Spirito Santo. L'esperienza nobile ed alta del

cristiano in tempo di travaglio è un'evidenza

della manifestazione dell'opera dello Spirito

Santo.

C. H. Spurgeon

IL RITRATTO DEL CRISTIANO

SOMMARIO:

Il ritratto del cristiano 1

Attualità 2

Porte del paradiso e

fiamme dell’inferno

3

Io e Dio 4

Riunione delle donne 5

Un pensiero per te… 5

Novità 6

Riunione degli uomini 7

mensile di informazione

Notiziario gratuito ad uso interno

G I U G N O 2 0 1 1

N U M E R O 2 ; A N N O 2

Vengono le difficoltà, tempeste di prove, ed

egli può sfidare la tempesta dicendo: "Noi

sappiamo che tutte le cose cooperano al

bene di quelli che amano Dio" (Rom. 8:28).

Se gli muoiono dei figli o il coniuge è con-

dotto alla tomba, può ripetere: "L'Eterno ha

dato, l'Eterno ha tolto; sia benedetto il no-

me dell'Eterno" (Giob. 1:21).

Quando la terra è improduttiva e il raccolto

viene meno; il futuro della sua attività è dub-

bio e tutto sembra disastroso e magari cade

in povertà, dirà ancora: "...il fico fiorirà, non

ci sarà più frutto nelle vigne, il prodotto dell'ulivo fallirà, i campi non daranno più ci-

bo, i greggi verranno a mancare negli ovili, e

non ci saranno più buoi nelle stalle; ma io mi

rallegrerò nell'Eterno, esulterò nell'Iddio

della mia salvezza" (Abac. 3:17).

L'incontrerete poi su un letto, infermo, e

anche lì vi dirà: "È stato un bene per me l'es-

sere afflitto... Prima che io fossi afflitto, an-

davo errando, ma ora osservo la Tua paro-

la" (Salmo 119:71,67).

Quando, alla fine, si avvicinerà alla valle buia

dell'ombra della morte, lo sentirete mormo-

rare: "Quand'anche camminassi nella valle

dell'ombra della morte, non temerei male

alcuno, perché Tu sei con me; il Tuo basto-

ne e la Tua verga son quelli che mi consola-

no"(Salmo 23:4).

Ora vi chiedo, cos'è che rende quest'uomo

calmo in mezzo alle difficoltà e ai travagli

personali, non è forse lo Spirito di Dio? Oh

voi che dubitate dell'influenza dello Spirito

Santo, provate a vivere come essi vivono, e

se potrete dimostrare la stessa calma, la

stessa gioia serena, la stessa fiducia incon-

trollabile che tutte le cose cooperano al be-ne, allora potrete prendervi la libertà di fare

Salmi 86:11 Insegnami la

tua via, o Eterno, e io

camminerò nella tua ve-

rità; unisci il mio cuore al

timore del

tuo nome

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Yara e Sarah: due nomi che chiunque possieda una televisione a casa non può non conoscere, sono diventate ormai da mesi il simbolo della violenza che affligge il nostro paese e insieme, della difficol-tà di fare giustizia e del desiderio di giustizia che anima ogni uomo. Per quanto sia necessario fare cronaca, questi argomenti così brutali hanno per un lungo periodo letteralmente monopolizzato l'atten-zione dei principali mezzi di informazione e conqui-stato un'importanza maggiore di temi di interesse generale, che toccano la vita degli italiani, come la crisi economica o le scelte di politica energetica. Perché? A ben guardare sembra che queste storie abbiamo un filo rosso che le lega. Si tratta di delitti che potremmo utilizzare come trama di un roman-zo giallo, storie torbide di famiglie “normali”, che riguardano vitti-me giovani e indifese e che inevitabilmente finiscono per suscitare una curiosità che a tratti sembra quasi morbosa. Insomma che sia per desiderio di informarci o solo per avere compagnia mentre laviamo i piatti, grazie alla televisione que-ste torbide storie le conosciamo tutti e per questo la riflessione è necessaria. Due le scene su cui vorrei puntare l'attenzione: un arresto e un funerale. Mi riferisco all'arresto di Co-sima Serrano, accusata di concorso morale in omi-cidio. In quell'occasione una folla di gente di Ave-trana si è riunita davanti alla casa della donna ed ha esultato con applausi, fischi e perfino sputi per l'ar-resto di quella che evidentemente loro già reputa-no una colpevole. La nostra società ha bisogno di giustizia e la vuole in fretta. Siamo tutti animati dal desiderio di vedere le cose cambiare, i colpevoli assicurati alla giustizia, le vittime vendicate. Ma la questione importante è: siamo sicuri che questo soddisferà la nostra sete di verità? Siamo certi che porrà un freno alla violenza dilagante? La realtà è che, a prescindere dal giusto corso che la legge deve fare, non c'è vera giustizia in questo mondo, perché come diceva l'apostolo Paolo nella lettera ai Corinzi 1:30: “Cristo è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione”. Al di fuori di Lui, tutto quello che pos-siamo fare è impegnarci in una specie di Cluedo

ATTUALITA’

YARA E SARAH: LE VITTIME INNOCENTI, LA VENDETTA E LA GIUSTIZIA.

nazionale, in cui ogni giorno spuntano nuovi indizi per trovare l'assassino. Ma questo non ci edificherà, non darà risposte alle nostre domande e non ac-quieterà i moti del nostro animo. La seconda scena è quella del funerale di Yara. Due genitori affranti, i compagni di scuola e l'intero pae-se, il prete che pronuncia un'accorata omelia in ri-cordo della giovane. Nessun grido di rabbia, nessun grido di vendetta: è una folla che ha pianto e prega-to, quella che ha dato l’addio a Yara. “C’è una pre-ghiera che fatichiamo a rivolgere al Signore - recita-va la preghiera dei fedeli - ed è quella per coloro che hanno fatto questo: trovino il coraggio di pen-tirsi”. Ma come fare a coltivare ancora la speranza per una famiglia, una comunità intera che ha perso una figlia nel modo in cui è stata persa Yara? “Venite a me - dice Gesù, nel brano del Vangelo di Matteo - voi che siete stanchi e oppres-si, e io vi darò ristoro”. Ma il peso è troppo grande, il dolore è troppo forte e le parole di Gesù sembra-no suonare come una provocazione. Non si può andare avanti umanamente, la scomparsa e la mor-te di un figlio sono dolori che si portano per tutta la vita. E non c'è soltanto il peso della morte ma an-che quello del male. Tutti noi cerchiamo nella nostra vita di cristiani di vivere coltivando i valori dell'onestà, della fiducia e della fede, dell'amore. Ma all'improvviso, anche di fronte a questi avvenimenti, è come se un ponte fosse crollato. Le assi si sono sgretolate e noi da soli, non siamo in grado di ricostruire il percorso per continuare ad andare avanti, per superare l'ostacolo, per conti-nuare a vivere. La tentazione sarebbe quella di ar-rendersi di fronte a queste aberrazioni dell'uomo, di fronte alla violenza e al sopruso. Possiamo pro-seguire il nostro cammino? Noi non possiamo far-cela a ricostruire questo ponte. Ma l’asse su cui co-minciare a camminare di nuovo c’è: è la croce di Cristo, che ci parla del suo amore, della sua salvez-za e della sua giustizia. Anna Maria Cantarella

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Entrando non si può fare a meno di scorgere, con

compiacimento, la magnifica scenografia che occupa

il palco. Un telo argenteo funge da fondale, in cen-

tro una porta dorata fa da protagonista e, accanto,

sopra un magnifico piedistallo troneggia un libro; ad

un certo punto le luci si abbassano, una musica dol-

ce risuona, degli angeli silenziosamente entrano in

scena, e dal corridoio centrale si scorge la figura di

Gesù china sotto il peso della croce; ormai stanco

si accascia, di colpo dei lampi, poi buio, e poi ancora

lampi, e lì una folla urlante corre verso la figura che

giace a terra ed inveisce con tutta se stessa. Lo

spettacolo che si consuma sotto gli occhi delle per-

sone non è dei più belli; quell’uomo viene maltratta-

to, picchiato, vengono conficcati dei chiodi nelle mani e nei piedi e poi infine viene messo, ormai

quasi esanime, sulla croce; la sua corona è una co-

rona di spine, e il diavolo esultante Lo vede spira-

re…. Sembra tutto finito! Le luci sono basse, il fiato

sospeso… ma, in un momento, Lui si libera, scende

all’inferno e mostra al diavolo la sua potenza, vin-

cendo la morte e donando a noi, attraverso quel

dolore, un regalo unico: la vita eterna. Sta poi a noi

accettarla… o rifiutarla. Così comincia “Porte del

Paradiso e fiamme dell’Inferno” una rappresentazio-

ne molto intensa che abbiamo avuto l’occasione di

interpretare nei giorni 14-15-16 Maggio nella nostra

chiesa. Questo tipo di esibizione fa parte del

“Reality Outreach Ministries” un tipo di missione

che utilizza una sorta di perfomance teatrale, ac-

compagnata conseguentemente da luci, suoni e co-

stumi, per evangelizzare ed enfatizzare l’importanza

e l’urgenza di accettare Gesù. Il “Reality Outreach

Ministries” è nato in America ma si è rapidamente

diffuso in tutto il mondo e i coniugi Chris e Debora,

cioè coloro che abbiamo avuto il piacere di ospita-

re, sono i direttori per quanto riguarda l’Inghilterra.

Questa coppia si occupa di scegliere all’interno del-

la chiesa che li ospita, all’incirca quaranta persone

alle quali poi insegnano, le scene, le battute, i tempi,

il tutto nel giro di tre giorni; oltre a questo si occu-

pa interamente della parte tecnica, cosa alquanto

impegnativa visto il notevole dispiegamento di at-

trezzature. E’ bello vedere l’affiatamento che nasce

dal costruire qualcosa insieme, soprattutto quando si fa per Dio e, anche se sono giorni intensi ed im-

pegnativi, nello stesso tempo sono giorni carichi di

gioia, di aspettative perché sappiamo che tanta gen-

te si avvicinerà a Dio tramite questa rappresenta-

zione. Basilare durante la preparazione è il tempo

dedicato alla preghiera, soprattutto nei giorni della

rappresentazione stessa; circa un paio di ore prima

dell’inizio si prega per ogni singola persona impe-

gnata, e quindi si sperimenta oltre all’unione inter-

personale, un’unione soprattutto spirituale; e parti-

colarmente l’attenzione delle preghiere è rivolta ad

ogni persona che, seduta nella sala, si identificherà,

in queste sere, in uno dei tanti personaggi che ver-

ranno di volta in volta rappresentati. Dopo la scena

iniziale della morte e della resurrezione di Gesù, si

apre una carrellata di situazioni che vanno dalla per-

sona anziana che ha passato tutta la vita seguendo Dio, a quella di alcuni giovani per cui l’unico inte-

resse è divertirsi o drogarsi; oppure dalla scena del-

la famiglia cristiana che ha subìto un duro lutto, a

quelli che pensano che ci sia sempre tempo per ac-

cettare Gesù; o ancora dalla divertente scena dei

muratori in cui uno evangelizza l’altro portandolo a

fare la preghiera della salvezza, alla scena della ma-

dre impegnata e della figlia che, le chiede ripetuta-

mente di venire in chiesa. E qui c’è un susseguirsi di

persone che vanno con Gesù e altre che vanno

all’inferno con il diavolo. La gente è rapita dall’esibi-

zione! Ogni sera di questi tre giorni, il pulpito è sta-

to gremito di persone che hanno accettato Gesù;

seduti al loro posto, mentre attoniti hanno guarda-

to la scena, si sono fatti un esame di coscienza e

hanno recepito il messaggio che la rappresentazione

vuole dare e cioè la “fugacità della vita”; a volte si

pensa di avere il mondo nelle mani, tutto va bene,

abbiamo i soldi, magari pensiamo che basti fare un

po’ di bene per meritarci di avere la vita eterna e

pensiamo, che forse una volta vecchi, potremmo

anche considerare di accettare Gesù ma…. “Il do-

mani non è nostro”. Dio ci dà sempre la possibilità

di arrenderci a Lui fino a quando siamo in vita. Alla

fine della rappresentazione una ragazza sola piange,

perché la mamma non l’ha voluta ascoltare, ed è

andata all’inferno, e lì Gesù è pronto ad accoglierla,

a consolarla e a fargli sentire il suo abbraccio e poi

la porta con sé. Le luci si affievoliscono e una coltre

di fumo chiude una scena davanti alla quale è impos-sibile rimanere indifferenti.

Alessia Lavore

EVENTI DEL MESE

PORTE DEL PARADISO FIAMME DELL’INFERNO

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IO E...DIO

ESSERE FIGLI DI CREDENTI: LIBERTA’ O COSTRIZIONE?

Sono nato in una famiglia evangelica, fatta di due

missionari che mentre dedicavano la loro vita a Cri-

sto e al Suo corpo (chiesa), hanno ricevuto cinque

figli di cui io sono il terzo. Come ho già raccontato

a qualcuno di voi, essere evangelici, olandesi in Pu-

glia, alti quanto la maestra in terza elementare, non

significa propriamente uniformarsi alla massa e

quando hai cinque,

sette, dieci, dodici anni, non e nemmeno semplice

sentirsi diversi, additati, giudicati negativamente,

guardati come quelli “strani”. Volevo essere libero

di usare le parolacce per far capire a chi me le dice-

va che non ero inferiore a nessuno, volevo essere

libero di picchiare per non soccombere mai…

volevo essere libero di fare tutto ciò che i miei ge-nitori pregavano che io non facessi. E non pregava-

no me, ma ovviamente pregavano Dio e Dio inter-

veniva con i suoi angeli e con il suo Spirito, creando

in me una confluenza di sensazioni straordinarie

forti, interessanti ma anche difficili da digerire ed

accettare. Grazie a queste preghiere nella mia fase

adolescenziale lo Spirito Santo albergava in me, Dio

mi accompagnava attraverso il suo Spirito. All'età di

quattordici anni arrivo l'occasione di tentare una

carriera cestistica venendo acquistato da una socie-

tà di serie A a mille chilometri da casa…e dopo un

anno di preghiere i miei genitori decisero di conce-

derci la “liberta” di provare quest'esperienza, dico

concederci perché sia io che mio fratello di un anno

più piccolo accettammo la sfida. All'improvviso, an-

dando ad abitare con altri ragazzi della nostra età,

curati da una signora che lavava, stirava

e cucinava presenziando solo di giorno….direi che

ci siamo sentiti liberi. In realtà lo scontro interiore

che avevo fin li vissuto tra impulsi spirituali ed im-

pulsi materiali divento uno scontro molto più duro

da affrontare dal momento che lo spirito continua-

va ad indicarmi ciò che Dio gradiva per me/noi. Man

mano la libertà intesa come un allentamento del

controllo diretto da parte dei miei genitori, accom-

pagnata da un'aridità relazionale con Dio , fece sì

che da cristiano divenni un semplice bravo ragazzo.

Intendiamoci ancora oggi apprezzo il gesto d'amore

che i miei genitori hanno avuto per me e mio fratel-

lo, responsabilizzandoci e ponendoci di fronte ad una grande opportunità di crescita e carriera abne-

gando se stessi ed il loro piacere/diritto di godere

della nostra giovinezza. Loro non hanno mai smesso

di pregare, di capirmi, di consigliarmi, di soffrire e di

gioire con me per quello che ero e facevo. Ero piut-

tosto io che iniziavo a nascondermi da loro. Nell'ar-

co di quattro anni avevo conosciuto ciò che il mon-

do offre…tutto ciò che il mondo offre. La libertà

mi faceva vivere la costrizione. COSA ERA LA LI-

BERTA'? Pensare, agire, mostrarsi, chiedere, otte-

nere, negare, divertirsi, sperperare come, quando e

se lo ritenevo opportuno. Giocando a pallacanestro

ricevevo anche uno stipendio per attuare ciò. Di

contro i miei genitori telefonicamente mi stimolava-

no a contattare la chiesa locale che loro stessi si

erano premurati di vagliare direttamente o indiret-

tamente. Insomma questo andazzo duro per ben

dieci anni , fra una citta e l'altra, una fidanzata e un'altra e un'esperienza all'estero e non. Ma il seme

che nella fanciullezza venne sparso ed annaffiato

non mori definitivamente mai. E verso i miei

vent'otto anni decisi di non rimandare più il mio

appuntamento con il piano di Dio per la mia vita,

ammettendo a me stesso che non vi e sesso, droga

o alcool, amicizia o viaggio che possa essere para-

gonato alla liberta di spirito che Dio Padre ha pro-

gettato per ognuno di noi attraverso il suo figliolo

Gesù. In lui ho riscoperto la visione soprannaturale

della vita, sia per quello che riguarda l'effetto di-

struttivo che Satana e i suoi angeli possono avere,

sia per quel che riguarda l'azione restauratrice che

la Trinità desidera attuare in chi ha subito distruzio-

ne.

E nata in me la fiducia verso Dio stesso, il completo

abbandono, la liberazione dal vizio, dalla lussuria,

dal fumo, dalla bestemmia, dal vano divertimento.

Nel contempo anche il mio rapporto con i miei ge-

nitori divenne pian piano migliore, anche perché

finalmente tornavo ad essere sulla stessa linea d'on-

da che loro vivevano.

Galati 5:1 “State dunque saldi nella liberta con la

quale Cristo ci ha liberati e non siate di

nuovo ridotti sotto il giogo della schiavitù.”

Peter Booy

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Oratore: Rita Frisenna (Fisichella)

Dio non è alla ricerca di persone

che fanno di tutto per apparire

esteriormente, né di pratiche

religiose o tradizioni, né di riti

particolari per piacergli ma quel-

lo che Dio desidera è che le no-

stre vite siano arrese completa-

mente a Lui, che la nostra anima,

il nostro corpo e la nostra men-

te siano posti sul suo altare e

che insieme possano sprigionare un profumo di

odore soave gradito a Dio. Dio ha bisogno del

nostro cuore..

In Romani 12:1-2 Paolo dice di non conformar-

ci a questo mondo, di non accettare le cose del

mondo come naturali ma di presentarci a Dio

come un culto, come un sacrificio vivente. E il

nostro culto deve essere svolto con amore,

con dedizione e sentimento. Anche la fede

dobbiamo viverla nel modo giusto, per il mon-

do la fede è come vivere una religione, significa

andare qualche volta in chiesa, per altri può si-

gnificare partecipare a festività comandate, per

altri ancora osservare qualche comandamento,

o fare beneficienza. Invece, prima di ogni altra

cosa il culto che dobbiamo offrire al Signore

deve essere intimità, conoscenza, profondità

perché in Cristo siamo delle nuove creature. Il

RIUNIONE DELLE DONNE 31 MAGGIO 2011

LE NOSTRE VITE OFFERTE SULL’ALTARE DI DIO

mondo vive sotto la

legge del peccato, ma

noi siamo stati rigene-

rati, siamo nuove crea-

ture in Lui. Dio è alla

ricerca di persone sincere, dedite, appartate

per Lui. Ma a volte pur essendolo non ci sentia-

mo accettati o non sentiamo la sua approva-

zione e questo succede perché nel nostro cuo-

re c’è una motivazione sbagliata, un pizzico

d’orgoglio o qualche atteggiamento sbagliato.

Dobbiamo cercare di rimuovere tutte queste

cose chiedendo l’aiuto al Signore, a colui che ci

ama così tanto da non lasciarci così come sia-

mo, ma vuole trasformare e cambiare le nostre

vite.

La nostra carne vuole e tende sempre ad

emergere ma noi dobbiamo cercare di non per-

mettere che questo avvenga ma dobbiamo vive-

re sotto il controllo dello Spirito Santo che ci

guida e controlla le nostre vite. Solo in questo

modo vedremo la su a gloria manifestarsi nella

nostra esistenza, nelle guarigioni, nelle nostre

famiglie, nella chiesa ecc. Dio vuole il nostro

servizio, il nostro impegno ma più di tutto

vuole il nostro cuore e la nostra dedicazione.

Annarita Booy

Clinica “Giorgia” Catania

Cara sorella Maria, la chiesa ha pensato di dedicarti un pensiero e lo faccio anch’io perché insieme al no-

stro Signore abbiamo il desiderio di incoraggiarti e di benedirti insieme. Continuiamo a pregare per te e a

sostenerti affinché il Signore possa darti tanta forza, tanta gioia e possa riempirti costantemente del suo

amore e delle sue meravigliose benedizioni. Vogliamo presto vederti qui in chiesa, per abbracciarti e parla-

re un po’ con te. Ti aspettiamo e spero di venirti presto a trovare. Annarita Booy

UN PENSIERO PER TE……SORELLA MARIA ISGRO’.

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NOVITA’

RIUNIONE DELLE GIOVANI COPPIE

Quando si parla di

giovani coppie coniu-

gate, con prole o me-

no, le immagini che si

presentano ai nostri

occhi sono tra le più

svariate. Chi ancora,

sposina fresca, cammi-

na a tre metri da terra mostrando una fede ancora

lucida, capelli curati, make-up intatto e un vestiario

da copertina di “Vogue”. Chi magari, aspetta con

trepidazione il primo figlio, sorriso stampato sul

viso, un alone etereo circonda la sua figura arroton-

data e il marito, docile come un agnellino, sopporta

stoicamente gli sbalzi d’umore dell’amata moglietti-na. Ma arriviamo alle coppie con un figlio o più. I

segni di decadenza sono evidenti. Perennemente in

ritardo perché qualche bambino, all’ultimo minuto,

deve andare in bagno, passeggini sfrecciano sbatten-

do qua e là, la mamma si butta sopra un’agognata

seggiola ed esclama: “Sono stanca….” e dà il via a

una tiritera di lamenti sulla casa, i figli, il marito, i

soldi e chi più ne ha, più ne metta. E’ palese che la

nostra vita è cambiata, lontana dai tempi in cui

spensierati stavamo con gli amici, oppure eravamo

in chiesa e lavoravamo senza tregua, e dedicavamo

tanto tempo alla preghiera e allo studio della Paro-

la. Ora tutto è diverso. Troppo poco tempo da de-

dicare alla lettura, troppo poco tempo per stare

insieme, forse troppo poco tempo per pregare. Un

“help” è stato lanciato ed il pastore ha accolto con

attenzione la nostra richiesta: è nato il gruppo per

giovani coppie coniugate con e senza figli. I respon-

sabili di questo gruppo sono due care coppie la

Fam. Cantarella e la Fam. Musumeci, che hanno

avuto nel passato diverse esperienze sia con coppie

che si preparavano per il matrimonio, sia con cop-

pie che erano più avanti nel corso della loro vita

coniugale, e magari con problematiche più o meno

importanti. Gli scopi di questo gruppo sono diversi;

intanto è un momento di aggregazione e confronto

tra persone che condividono generalmente le stes-

se problematiche familiari, poi anche un momento

in cui si può trovare incoraggiamento e sostegno

reciproco; ma soprattutto un momento per ristabi-lire sia come coppie che come persone un’intesa

spirituale, magari persa per i troppi impegni. Saran-

no affrontate diverse tematiche come la spiritualità

di coppia, l’educazione dei figli, essere felici o do-

narsi, il dono del perdono etc. E’ come un percorso

che si costruisce per evitare e prevenire delle pro-

blematiche che, magari più in là potrebbero diven-

tare problemi più considerevoli. Il primo incontro è

avvenuto giorno 21 Maggio, dove c’è stata una pre-

sentazione da parte dei responsabili di tutto quello

che realizzeremo insieme, dagli studi che condivide-

remo, ai progetti che ci poniamo davanti, fino a pia-

nificare dei momenti di aggregazione per permet-

terci di conoscerci meglio. Gli incontri, per chiun-

que fosse interessato, si tengono ogni sabato alle

19; i bambini saranno intrattenuti da due ragazze

prese esclusivamente per questo compito. Sabato

28 abbiamo avuto la prima riunione effettiva, dove è stato trattato un tema basilare “La spiritualità di

coppia”. Instaurare una spiritualità di coppia è pro-

pedeutico per ogni altro tema che sarà trattato;

infatti, se viene ripristinato il rapporto spirituale di

coppia tutti i problemi che abbiamo davanti saranno

visti in una prospettiva diversa. Dopo una prima

definizione di spiritualità, l’argomento è stato af-

frontato enfatizzando soprattutto il fatto che la no-

stra coppia si è formata e sta vivendo in un conte-

sto peculiare che è la vita di chiesa; un contesto

dove fondamentale è la costruzione di una spiritua-

lità di coppia. E’ stato analizzato il concetto per cui

l’uomo è formato da spirito, anima e corpo e di co-

me queste tre entità si influenzino reciprocamente;

in ultimo è stato affrontato il tema noto dell’amore

eros (amore egoistico) e dell’amore agape (amore

che dà) e come dal giusto equilibrio di queste forze

la coppia rispecchierà la vocazione dei cristiani, una

chiamata per un cammino di santità e quindi la cop-

pia diventa chiesa domestica. Certe volte ci scorag-

giamo perché pensiamo che gli impegni della fami-

glia e dei figli ci tolgano del tempo prezioso da dedi-

care alla preghiera e al Signore, ma dobbiamo rassi-

curarci perché anche dedicarsi alla famiglia e accudi-

re amorevolmente i nostri figli possono essere mo-

menti che, se vissuti con la giusta attitudine di cuo-

re, alimentano la nostra spiritualità. Affronteremo

ancora quest’argomento nella prossima riunione e

soprattutto sarà dato spazio per il dibattito e il con-

fronto, perché un momento di discussione è impor-tante per confrontarci e quindi per crescere insie-

me.

Alessia Lavore

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E’ ripresa da Aprile 2010, dopo

un periodo di pausa, e con una

carica nuova, la riunione degli

uomini. Il responsabile è l’anzia-

no Antonio Lo Furno che cura

questo gruppo di uomini forma-

to, all’incirca, da una cinquanti-na di persone. Il lavoro del Fr. Antonio si muove in

una duplice direzione. Intanto si incontra con i capi-

cellula per condividere insieme la Parola di Dio e

per rafforzare l’unione; i capicellula, a loro volta,

faranno lo stesso all’interno delle loro cellule. In

secondo luogo si incontra mensilmente con il grup-

po al gran completo. Queste riunioni si tengono

ogni ultimo giovedì o venerdì del mese, e per que-

sto mese si terrà il 23 Giugno. Lo scopo principale

di questo gruppo si basa su Atti 2:42 “Essi erano

perseveranti nel seguire gli insegnamenti degli apo-

stoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle

preghiere”. Infatti, la chiesa primitiva sperimentò

una potente manifestazione dello Spirito Santo con

segni, prodigi e molte conversioni. Quindi si cerca

di ristabilire e riscoprire il soprannaturale curando i

tre elementi citati e cioè l’insegnamento, la preghie-

ra e la comunione vera. Un altro versetto chiave è

in Nehemia 2:17, dove si parla di ricostruire le mu-

ra di Gerusalemme, mura che erano in completa

rovina e che vengono appunto ristabilite grazie

all’impegno di tante persone che lavoravano insie-

me, fianco a fianco, nella totale comunione fraterna,

nel supporto e nell’incoraggiamento reciproco. Tra

gli altri scopi della riunione vi sono anche progetti

un po’ più pratici, tutti concepiti sempre con il fine

dell’unione e della comunione fraterna. Nell’incon-

tro che si è tenuto a Maggio, si è trattata la parabo-

la del seminatore, parabola nota, ma che sempre

mostra una ricchezza di significati. Infatti, prima di cominciare qualunque progetto, fondamentale è

l’attitudine del cuore, e, infatti, il seme di cui parla

la parabola, cade in diversi tipi di terreno: lungo la

strada, nei luoghi rocciosi, tra le spine e nella buona

terra. La strada rappresenta quel tipo di persone

che non hanno appreso appieno e non comprendo-

no; infatti, nell’antichità, quando appunto le strade

non erano asfaltate solo il passaggio continuo dei

carri rendeva la strada più dura e quel passaggio

continuo rappresenta il nostro cadere e ricadere

sempre negli stessi errori fino al punto che il nemi-

co porta via tutto; solo l’aratro di Dio può dissoda-

LA RIUNIONE DEGLI UOMINI

re il campo per permettere al seme di affondare e

mettere radici in questo tipo di cuore (Osea

10:12). Coloro che hanno il cuore come il terreno

roccioso sono quelli con il cuore duro, ma la Parola

di Dio dice che Lui, è come un martello che spezza

il sasso (Ger.23:29); mentre quelli che hanno il cuo-

re come il seme tra le spine, sono quelli presi dalle sollecitudini della vita e dall’amore per le ricchezze,

e, in tempi di crisi come questi dove tutto sembra

precario e fallace, solo la fede può sostenerci. L’ul-

timo tipo di cuore è la buona terra, dove il seme

mette radici; è il cuore è ben disposto, dove Dio

può mettere le fondamenta; la Parola è stata rece-

pita ed accolta, ma da qui comincia un lavoro da

parte di Dio per instaurare radici sempre più pro-

fonde e più forti. Infatti, spesso il cuore è paragona-

to ad una casa con tante stanze; quando ci conver-

tiamo la maggior parte delle stanze, viene illuminato

dalla luce di Dio e man mano che glielo permettia-

mo, lui entrerà anche in quelle stanze che sono an-

cora buie. Come si vede tutto il messaggio conflui-

sce sempre ed in ogni caso nel permettere a Cristo

di lavorarci. Tanta enfasi è stata posta anche nella

collaborazione fraterna e nel compito, spesso duro,

di estirpare le radici brutte, radici che parlano di

maldicenza l’uno verso l’altro e al loro posto pian-

tare quelle radici che ci parlano di supporto, con-

forto e preghiera reciproca. Il percorso è lungo ma

abbiamo le basi sulla Parola e quindi siamo certi che

il Signore ci benedirà come sta già facendo.

Antonio Lo Furno

Page 8: GCS News Giugno 2011

8

Potenti manifestazioni - I doni e la potenza dello Spirito Santo

Bonnke Reinhard

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Descrizione: Reinhard Bonnke è forse più qualificato di chiunque altro per gettare luce su ciò che signifi-

ca esercitare un ministero nella potenza dello Spirito. Qui egli offre un esame dei doni spirituali elencati in

1 Corinzi 12, basato su ciò che afferma la Bibbia. Questi doni non ci sono offerti perché possiamo con-

gratularci o per dar lustro all'immagine della nostra chiesa, ma per confermare la predicazione del Vange-

lo a coloro che sono attorno a noi. Un libro non soltanto per accrescere la nostra comprensione,

ma per stimolarci all'azione.

DISPONIBILE PRESSO LA LIBRERIA DELLA NOSTRA CHIESA

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DIO vi benedica.

Lunedì Scuola biblica Corso di dottrina Corso rafforza i passi

Ore 19:30 Ore 20:00 Ore 20:00

Riunione delle donne Riunione uomini

30 giugno 23 giugno

Martedì Riunione di preghiera

Ore 20:00

Concerto con Chiesa Vittoria e Hillsong

24 giugno inizio ore 20:00

Sabato Riunione adolescenti (14-17 anni) Riunione pre-teens (11-13 anni) Riunione giovani (18-30 anni)

Ore 18:30 Ore 19:00 Ore 20:00

Riunione con Amanda Wells

25 giugno inizio ore 20:00

Domenica Culto Mattina Culto sera

Ore 10:00 Ore 18:00

Culti domenicali con Amanda Wells

26 giugno ore 10:00 ore 18:00

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