COOPI News giugno 2010

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COOPI NEWS MIGLIORIAMO IL MONDO, INSIEME NOTIZIARIO SUI PROGETTI UMANITARI DI COOPI NEL MONDO Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In legge 46/2004) art. 1 comma 2 - DCB Milano Numero 2 giugno 2010 Padre Vincenzo Barbieri, fondatore e Presidente di COOPI Perchè la povertà nel mondo deve finire. Perchè solo uniti ce la faremo. Ph. Paolo Carlini

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Notiziario trimestrale cartaceo di COOPI. More info: http://www.coopi.org

Transcript of COOPI News giugno 2010

COOPINEWS

M I G L I O R I A M O I L M O N D O , I N S I E M E

N O t I z I A R I O S U I p R O G E t t I U M A N I t A R I D I C O O p I N E L M O N D O

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Numero 2giugno 2010

Padre Vincenzo Barbieri, fondatore e Presidente di COOPI

Perchè la povertà nel mondo deve finire.Perchè solo uniti ce la faremo.

Ph. Paolo Carlini

ContattiSe sei un donatore o una donatrice, contatta l’Ufficio Relazione con i Donatori allo 02 30.85.057 oppure scrivi a [email protected] sei un’impresa, contatta l’Ufficio Relazioni con le Aziende allo 02 30.85.057 oppure scrivi a [email protected]

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08 CliCk!Foto missione in RCA di Ugo Borga

09.11aPPRoFonDiMEntoL’ambiente giusto fa sviluppo:Kenya, Palestina e Ciad

14.15SoStEGno a DiStanZa Adriana Lonardi, da cooperante a sostenitriceAppello urgente per Ronald

16.17aZiEnDE SoliDaliONG e Imprese: due mondi a confronto

04 .07in PRiMo Piano45 anni di COOPILa nostra storia anno per annoIo non me ne frego

12.13Dal CaMPo Haiti, il lavoro più bello della mia vita

QuattRo MESi

20.23Dall’italiaAfrica 16mila, il diario Mille idee e iniziative dai nostri volontariScopri le proposte di COOPI per la scuola

18.20RElaZionE Con i DonatoRi+ autonomia economica delle donne - violenza domesticaD come sviluppo. Il futuro della Sierra Leone è donna

NOTIZIARIO DI INFORMAZIONESULLE ATTIVITÀ E PROGETTI DI COOPI

COOPINEWS

G i u g n o • N . 2 • A N N O 2 0 1 0

COOPINEWS

Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In legge 46/2004) art. 1 comma 2 - DCB Milanotestata n. 685, registrata presso il tribunale di Milano il 23.12.94

REDaZionEDirettore responsabile: Vincenzo BarbieriDirettore esecutivo: Isabella SamàComitato di redazione: Lorenzo Bianchi Carnevale, Efrem Fumagalli, Ennio Miccoli, Barbara Nese, Francesco Quistelli, Isabella SamàRedazione: Vincenzo Barbieri, Giulia Bianchini, Raffaella Braga, Licia Casamassima, Cecilia Cinelli, Michela Cordò, Massimo Eugenio de Luca, Oscar Hurtado, Valentina Iacovelli, Maria teresa Loteni, Marta Medi, Ennio Miccoli, Diana Nahum, Domenico porco, Isabella Samà, Marcello Volta, Chiara zaru.Ricerca iconografica: Laura CarbonaraFoto di: Archivio COOpI, Archivio Moto4peace, Maria Barletta, Giulia Bianchini, Ugo Lucio Borga, paolo Carlini, Giuseppe Damiano, Martino De Stefanis, Oscar Hurtido, Ugo panella, Daniele persico, Angelita piatti, Carla Ricci, Livio Senigalliesi, Marco Serena, Jerome Socie, Marcello VoltaProgetto grafico: tosicampaniniStampa: Brain print & Solution s.r.l.24

MonDo CooPi

Kayin è uno dei tanti bambini che lottano ogni giorno contro la povertà. Nella sua vita ha conosciuto violenza e miseria, ma ha ancora tanta voglia di vivere e di sperare in un futuro migliore. COOPI dal 1965 lavora nel mondo per aiutare le persone come Kayin a conquistare una vita più serena e per farlo ha bisogno del sostegno di tutti, anche del tuo. Disponi un lascito, anche piccolo, a favore di COOPI: il tuo testamento si trasformerà in acqua, scuole, cure sanitarie e in un sorriso nella vita di chi è meno fortunato. Grazie.

Fai un lascito a COOPI, perché non c’è passato senza futuro.

ContattaciCOOPI - Cooperazione Internazionale ONG OnlusVia De Lemene 5020151 MilanoT: 02 30.85.057W: www.coopi.orgE: [email protected]

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Il tuo testamento può far sorridere

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E D i to R i a l E

Milano, Ph. Marcello Volta

Mi chiedo se voi, lettori fedeli di questo notiziario, avete capito

il significato profondo di questo nostro motto stampato su

migliaia di magliette e sui manifesti affissi a Milano ed altrove.

“Io non me ne frego” di che cosa? Abbiamo scelto questo

slogan per ricordare il 45esimo anno di fondazione di COOPI.

Per 45 anni esso è stato il motore della nostra organizzazione

in una costante esperienza di aiuto.

“Io non me ne frego” era l’esatta contrapposizione

all’atteggiamento spesso discriminatorio dell’allora opinione

pubblica: “A me che ho avuto la fortuna di nascere in un

paese che mi dà quasi tutte le sicurezze per il mio futuro

(assistenza sanitaria, istruzione scolastica, lavoro, salario,

casa, ammortizzatori sociali), che me ne frega di tutti quelli -

distanti migliaia di chilometri - che non hanno tutto questo?”.

“Io non me ne frego”, invece, ripetiamo noi di COOPI da

45 anni, delle gravi situazioni di povertà in cui sono costretti

a vivere centinaia di milioni di essere umani uguali a noi, con

gli stessi diritti ad una esistenza vivibile.

Questa fu la sfida che volemmo lanciare 45 anni fa contro il

muro dell’indifferenza, alzato come autodifesa dall’opinione

pubblica e da autorità e istituzioni in “tutt’altre faccende

affaccendate”.

Rischiavamo di farci prendere per pazzi, di combattere contro

dei mostri giganti. Eppure noi ce l’abbiamo fatta. Sì, perché

il grido “Io non me ne frego” venne accolto e messo in

pratica dai primi volontari, veri pionieri partiti senza garanzie,

ottenute da quelli partiti dopo di loro. Fu grazie a loro che

riuscimmo a smuovere i pubblici poteri per ottenere leggi

tutt’ora vigenti, che garantiscono retribuzioni, previdenza

per la salute, pensione, reinserimento al posto di lavoro per

chi mette a disposizione il proprio tempo per gli altri.

Quanto realizzato in questi 45 anni di cooperazione è stato

molto importante: oltre 700 progetti legati a tanti temi

(sanità, sviluppo agricolo, formazione professionale, creazione

di pozzi, diritti civili delle donne e bambini e tanto altro).

Ecco che il motto “Io non me ne frego” resta ancora

attuale per continuare a guidare per gli anni successivi la

nostra sfida nel condividere con le popolazione bisognose il

loro sviluppo integrale e autonomo.

Padre Vincenzo Barbieri

Presidente e fondatore di COOPI

CO O P I N E W S

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CooPi non SE nE FREGa. Da 45 anni

I volontari storici di COOPI, Ph. Marcello Volta

45 anni di CooPi

È stato emozionante per i volontari della prima ora tornare nel luogo che ha visto COOpI muovere i primi passi. Con la memoria, ripercorrevano gli spazi e rievocavano, per esempio, la mensa, “dove con un pollo mangiavamo in 12” o “dove una volta, avendo solo patate, abbiamo mangiato gnocchi di patate, crocchette di patate e patate al forno” (Francesco Cangialosi). E poi le camerate delle ragazze in un’ala e quelle dei ragazzi in un'altra,

“in cui davo la sveglia con un vecchio arnese recuperato dai rottami, poi caricavo tutti sul pulmino e via!, in vari luoghi della città a lavorare” (Gabriele pezzani). “La sera poi facevamo i corsi di formazione. Così per otto mesi, fino a partire” (Cangialosi).La gioia del ritrovarsi e l’entusiasmo dei vent’anni erano palpabili, il 15 aprile di quest’anno, alla festa per i 45 anni di COOpI.

“Io e mia moglie - raccontava Francesco Cangialosi ai collaboratori di oggi, riuniti in biblioteca per ascoltare gli inizi di COOpI

- siamo partiti come novelli sposi per il primo progetto in Ecuador, insieme ad altri 3 volontari, via mare. Siamo rimasti 12 anni, spinti da grandi ideali, perché volevamo andare incontro all’umanità. Io dirigevo l’istituto agrario e industriale, finché ho passato le redini ad una preside donna; poi mi occupavo insieme agli altri volontari

4i n P R i M o P i a n o

a cura di Ennio Miccoli, Isabella Samà e Marcello Volta

Il 15 aprile 2010, COOPI ha compiuto 45 anni. Per l’occasione, p. Barbieri ha convocato tutti i volontari e le volontarie dei primi anni, per festeggiare il “compleanno”dell’associazione assieme ai cooperanti e collaboratori di oggi, nella cascina di via De Lemene a Milano.

di mille altre cose: facevamo corsi serali per adulti, aprivamo asili nido, ecc. Siamo tornati in Italia per nostro figlio e non possedevamo niente”.

"Io e mia moglie - aggiungeva Gianfranco Mancini - eravamo a Kalama, in Cile, vicino ad una miniera di rame a cielo aperto e seguivamo un progetto di distribuzione alimenti. Ho insistito per creare e continuare a far nascere orti. Così è stato, e la gente a 1.600 metri aveva diversi prodotti alimentari. Eravamo lì durante il colpo di stato di pinochet. È stato un momento difficile. Siamo stati costretti a tornare verso il centro del paese e poi, dopo 3 - 4 mesi, a lasciarlo. Se ci ripenso adesso, quelli da volontario sono stati gli anni più belli della mia vita.” Gianfranco Mancini, Ph. Marcello Volta

"Cos’ha a che fare la realtà di allora con quella di adesso? - spiegava Ennio Miccoli, attuale direttore di COOpI, alla fine dell’incontro -. C’è un filo conduttore unico. Il senso della COOpI di 45 anni fa ha lo stesso senso di oggi. COOpI non è mai stata un’associazione che ha pensato di sopravvivere a quello che fa. È sempre stata vissuta come uno strumento per fare le cose in cui, ancora oggi, dopo 45 anni, crediamo. Oggi siamo tra le ONG più grandi e importanti in Italia, ma soprattutto siamo credibili agli occhi dei tanti nostri interlocutori. Credibilità che nasce dalla qualità dei nostri progetti e dalla passione e attenzione che mettiamo nelle cose che facciamo. Sembra una cosa scontata, ma non lo è. COOpI prende degli impegni e li porta avanti, e questo si vede. In questi

Francesco Cangialosi, Ph. Marcello Volta

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L'incontro in biblioteca, Ph. Marcello Volta

la nostra storia, anno per anno

un aneddoto divertente"Padre Barbieri - racconta Cangialosi - cercava in tutti i modi di accreditare i volontari laici in partenza per il Terzo mondo, poiché allora c'erano molto resistenze, all'interno della stessa Chiesa cattolica. Una volta, in udienza da Paolo VI, ebbe l'idea di indossare un registratore sotto la tonaca, per riprendere le parole del Papa a sua insaputa ed usarle per la stampa. La registrazione venne malissimo, ma la frase di Paolo VI fu per noi indimenticabile: "vi inerpicate per un sentiero in salita, ma aprirete una strada maestra per i volontari che verranno dopo di voi".

Ph. Marcello Volta

1953, Vincenzo Barbieri con i compagni di noviziato.

per l’anagrafe ufficiale, COOpI - Cooperazione internazionalenasce il 15 aprile del 1965, quando l’associazione è formalmente fondata a Milano. Ma la storia di COOpI comincia prima, già nel 1961.

1961 Vincenzo Barbieri, fondatore e tutt’ora presidente di COOpI, è a Lione per studiare teologia in vista della partenza per il Ciad come missionario Gesuita. In Francia entra in contatto con i movimenti di volontariato laico internazionale che da anni inviano persone volenterose nei paesi in via di sviluppo.

1962 Barbieri decide di portare questa esperienza in Italia. Scrive vari articoli su riviste missionarie cercando volontari pronti a partire. Il risultato è sorprendente. In pochi mesi arrivano decine di lettere di risposta. Barbieri decide di rimandare la sua partenza e organizzare le persone che avevano risposto all’appello. A Lione, viene aperta una casa per accogliere i primi volontari italiani e prepararli alla partenza per le missioni.

45 anni, COOpI ha attraversato diverse fasi. prima si andava nei paesi in via di sviluppo e si faceva quello che era possibile fare, poi abbiamo iniziato ad interrogarci su come far sì che il risultato del nostro lavoro potesse avere una continuità. E quindi sono nati i progetti, abbiamo iniziato a collaborare con gli enti governativi e istituzioni private,

abbiamo iniziato ad occuparci di emergenza oltre che di sviluppo (quando ancora in Italia non lo faceva nessuno), senza snaturarci. E tutto questo, esclusivamente, per essere d’aiuto a tante popolazioni del Sud del mondo, non per diventare ‘la grande COOpI’”.

Alla fine della festa, a margine dei discorsi ufficiali, Sabrina Munaò, responsabile dei progetti del Sostegno a distanza e già cooperante in Repubblica Centrafricana, mi confida: “La passione e la dedizione che contraddistinguevano i volontari degli anni

‘60/’70 non è venuta meno perché oggi siamo professionisti della cooperazione. Sono le stesse motivazioni che ci portano a vivere in posti isolati dal mondo, in condizioni climatiche estreme, a volte senza luce né acqua e a dedicarci 12 ore al giorno al lavoro. Il desiderio di aiutare gli altri è rimasto immutato, ieri come oggi”.

1951, Vicenzo Barbieri all'ingresso del noviziato

Ennio Miccoli, Ph. Marcello Volta

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1963 Ordinato prete e tornato in Italia, padre Barbieri, con un gruppo di laici, affitta due case a Milano: una in via Agnesi, destinata agli uffici e all’abitazione delle ragazze, e l’altra in corso di porta Romana, per i ragazzi.

1964 I primi due volontari di COOpI, Bruno ed Enrica Volpi, sposatisi da poco, sono pronti a partire per il Rwanda. padre Barbieri contatta i giornalisti per dare visibilità alla loro partenza: sono i primi volontari laici italiani a partire per il Sud del mondo, uno scoop per molti. Il nome di Cooperazione Internazionale comincia a circolare e, grazie agli articoli sui giornali e ai servizi televisivi, sempre più giovani chiedono di partire.

1965 Il 15 aprile, Barbieri, insieme a 18 volontari laici, fonda ufficialmente COOpI- Cooperazione Internazionale. È anche l’anno in cui COOpI collabora con altre associazioni di volontariato internazionale per mettere a punto il testo di legge pedini, per sostituire il servizio militare con 24 mesi di servizio civile nei paesi in via di sviluppo.

1966 Entra in vigore la legge sul servizio civile. COOpI conta già 25 volontari attivi in 10 paesi dell’America latina e dell’Africa. Insieme ad altre quattro organizzazioni, fonda la Federazione degli Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario (FOCSIV).

Gennaio 1969 padre Barbieri, pur rimanendo sacerdote, lascia l’Ordine dei Gesuiti di cui fa parte. Decide di dedicare la sua vita alla formazione e alla organizzazione dei volontari che vogliono partire per il Sud del mondo.

Giugno 1969 La sede di COOpI si trasferisce in via De Lemene, in una cascina

da ristrutturare di proprietà del Comune di Milano. Vi si stabiliscono le abitazioni dei volontari, gli uffici e il magazzino. tutte le attività vengono coordinate da padre Barbieri con l’aiuto di numerosi volontari e si organizzano corsi di formazione per i volontari in partenza. La cascina di via De Lemene è tutt’ora la sede italiana di COOpI.

1973 COOpI continua a svilupparsi con più progetti, con più realtà locali e più volontari. Chi parte per il Sud del Mondo vi rimane per almeno due anni.

1975 COOpI è attiva e partecipe del panorama di volontariato internazionale in Italia. Organizza campi di lavoro, il cui ricavato destina ad opere di solidarietà.

1976 COOpI comincia a lavorare su programmi finanziati dal Governo italiano, dalla CEE e dall’ONU. Nel 1976 il Ministero degli Affari Esteri (MAE), che fino ad allora aveva riconosciuto e sostenuto solo i volontari inseriti in “progetti privati” promossi dai missionari o da comunità locali, chiede a COOpI la collaborazione per un “programma governativo” a Malta.

1978 tra le prime Organizzazioni italiane, COOpI riceve un finanziamento della Comunità Europea per occuparsi di un progetto di sviluppo nel sud del Camerun.

1980 per la prima volta nella sua storia, COOpI partecipa ad un intervento di emergenza, in Somalia, a favore dei rifugiati, a seguito della crisi dell’Ogaden. Si tratta di un nuovo fronte di impegno a cui l’associazione viene chiamata dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, anche grazie alla solidità e all’importanza raggiunte.

1982 COOpI si struttura sempre meglio per rispondere in modo efficace alle nuove esigenze organizzative. Questo permette di rendere sempre più affidabile l’associazione, anche agli occhi dei finanziatori istituzionali.

1990 Accanto alle attività di cooperazione internazionale, COOpI aumenta le sue attività di sensibilizzazione e di

educazione allo sviluppo in Italia.

1991 COOpI avvia il primo progetto finanziato da ECHO, il Dipartimento per gli aiuti umanitari della Commissione Europea. Si tratta di un importante intervento in Somalia.

1993 COOpI diviene per la prima volta partner di ECHO.

1997 COOpI partecipa alla fondazione del Master universitario internazionale in Cooperazione allo Sviluppo dell’Università di pavia, tutt’ora attivo.

1999 Insieme ad altre grandi Ong italiane, COOpI partecipa alla “Missione Arcobaleno”, per fronteggiare la crisi dei Balcani.

2001 COOpI supera i 22 milioni di Euro di progetti realizzati. La crescita maggiore riguarda il settore dell’emergenza. Sempre nel 2001, vengono aperte tre sedi regionali: nelle Marche, in piemonte e in Veneto.

2002 All’interno della struttura organizzativa, viene costituito l’ufficio Emergenza, per permettere una gestione efficace degli interventi in situazioni di crisi. Vengono aperti importanti progetti nel Medio Oriente.

2004 COOpI comincia a lavorare nell’ambito della “preparazione della popolazione ai disastri naturali”. Il primo progetto viene attuato in Ecuador. In breve tempo diventa uno dei filoni di intervento più innovativi di COOpI.

In occasione della crisi umanitaria nel Darfur, COOpI decide di intervenire con dei progetti di emergenza; contemporaneamente, entra a far parte del comitato “ItALIA AIUtA”.

i n P R i M o P i a n o

1965, Fondazione di COOpI

2005, COOpI riceve l'attestato di Benemerenza Civica dall'allora Sindaco di Milano, Albertini.

CO O P I N E W S

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Ringraziamenti• Grazie di cuore a Paolo Carlini, fotografo della campagna “Io non me ne frego” e ai membri del suo studio, per aver prestato gratuitamente il proprio lavoro a COOPI. Grazie per la simpatia, la vicinanza e l’immensa disponibilità che ci avete dato! • Grazie a Gianni Biondillo, Daniela Ducoli, Emanuela Folliero, Alessandro Pizzocaro, Ringo e Silver per averci sostenuti pubblicamente!• Grazie a Michele Tosi e Piero Campanini che hanno ideato la creatività della campagna e a tutto lo staff dell’Agenzia, perché lavorano da anni con convinzione e affetto per far crescere la notorietà di COOPI. • Last but non least, grazie a tutti i colleghi, gli amici e i familiari che hanno posato per la campagna e che portano con orgoglio in giro per il mondo la maglietta “Io non me ne frego”.

Ci sono molti buoni motivi per non fregarsene della povertà. per esempio:

· Perché ogni 5 secondi un bambino muore di fame.· Perché ogni minuto una donna muore di parto per carenze sanitarie.· Perché 1 persona su 6 non ha acqua potabile. COOpI ne ha trovati un centinaio, eppure di motivi per opporsi alla povertà ce ne possono essere migliaia. Ciascuno di noi ne ha uno.

Scrivilo e consegnalo a COOpI!puoi partecipare in tanti modi: innanzitutto sul sito www.coopi.org e sui nostri social network (facebook, youtube, twitter), poi inviando gratuitamente la cartolina allegata a questo notiziario.

Molti ”perché” sono già arrivati da testimonial, cooperanti, imprenditori, volontari che non se ne fregano. Scrive per esempio lo scrittore Gianni Biondillo: “Io non me ne frego perché il mondo è sempre più piccolo e non possiamo più fingere girando la testa da un'altra parte. Perché ho due figlie piccole e le voglio guardare negli occhi senza vergognarmi. Perché se vogliamo un futuro dobbiamo costruirlo tutti assieme. Perché l'unica razza che conosco è quella umana. Perché nessuno è clandestino su questa terra”. Aggiunge Alessandro pizzocaro, presidente di Guna (società di produzione e distribuzione di farmaci omeopatici): “Io non me ne frego perché il mio mondo non finisce a casa mia. Facciamo tutti parte di una rete interconnessa”.

“Ciascuno di noi, nel suo piccolo, può fare molto per gli altri. Se poi ci mettiamo insieme, possiamo migliorare il mondo”. Questa è la filosofia di COOpI e del testimonial principale della campagna, p. Vincenzo Barbieri. Seguici su www. coopi.org

Io non me ne fregoDa 45 anni, COOPI lotta contro ogni forma di povertà e, alla luce della propria missione, a maggio ha lanciato la campagna nazionale “Io non me ne frego”, per “provocare” un rinnovato impegno contro la povertà nel Sud del mondo.

Milano - Campagna "Io non me ne frego", Ph. Daniele Persico

A dicembre, un violento tsunami si abbatte sulle coste del Sud-est asiatico. Si tratta di una tragedia immane. COOpI è tra le prime Ong italiane ad organizzare un intervento di emergenza, che poi proseguirà con interventi di sviluppo in Sri Lanka.

2005 COOpI e padre Barbieri ricevono due importanti premi. Il primo è una menzione speciale al premio per la pace consegnato dalla Regione Lombardia per “l’impegno profuso nella tragedia del Sud-est asiatico”. Il secondo è l’Attestato di Benemerenza Civica, consegnato a padre Barbieri e a COOpI dal Comune di Milano per il lavoro nel sociale.

2006 COOpI decide di occuparsi anche del Sostegno a distanza.

2007 COOpI entra a far parte del Watch Group of Voice, l’Associazione europea che riunisce le ONG che lavorano nell’emergenza. Inoltre COOpI, con altre dieci grandi associazioni Italiane, costituisce il network “LINK 2007”. Sempre nel 2007, COOpI aderisce all’Associazione Mosaico che opera nell’ambito del Servizio Civile in Italia e all’estero.

2008 COOpI sottoscrive il “patto con i Donatori”, in cui stabilisce i diritti di chi dona e i doveri dell’Associazione, alla luce dei principi, dei valori e della missione che la guidano. Inoltre attiva l’Ufficio di Relazione con i Donatori, che risponde alle richieste dei donatori in tempo reale.

2009 “ItALIA AIUtA”, a cui COOpI ha aderito nel 2004, si fonde in "AGIRE", l’Agenzia Italiana Risposta alle Emergenze, che raggruppa alcune tra le più importanti ed autorevoli organizzazioni non governative presenti in Italia.

2010 COOpI interviene attivamente nella emergenza del terremoto di Haiti, per prestare la prima assistenza. Si impegna nell’allestimento dei rifugi temporanei, nella fornitura di acqua e servizi igienico-sanitari, nella protezione dei bambini e delle donne.

Oggi COOPI è una delle più grandi e importanti organizzazioni non governative italiane. Presente in 22 paesi con oltre 200 progetti, si avvale della collaborazione di più di 1.600 operatori e, attraverso i suoi interventi, raggiunge 4,5 milioni di beneficiari l’anno.

8Co o P i C l i C k !

Sopra: Obo, RCA, Aprile 2009.Joseph Fele circondato da alcuni miliziani appartenenti ai gruppi locali di autodifesa. I gruppi di autodifesa sono milizie paramilitari formatesi con l'intento di proteggere la popolazione dai continui attacchi dell'LRA. Hanno anche il compito di pattugliare la foresta nelle immediate vicinanze del villaggio e di proteggere gli abitanti che vanno a rifornirsi di acqua o a coltivare i campi. Collaborano attivamente con l'esercito regolare centrafricano e ugandese alle operazioni di pattuglia.

Accanto: Obo, RCA, Aprile 2009.Esercito regolare della Repubblica Centrafricana in pattuglia nei dintorni di Obo. Il villaggio si è svuotato dopo gli attacchi dell'LRA che hanno provocato la fuga di tutti i suoi abitanti.

Nell'aprile 2009, il fotografo Ugo Borga, assieme ai giornalisti Giampaolo Musumeci e Matteo Fagotto, è stato nella Repubblica Centrafricana, dove tra l’altro ha visitato la cittadina di Obo, situata nel sud-est del Paese. Ad Obo, COOPI è presente con un progetto di educazione di emergenza, per assicurare l’alfabetizzazione in un luogo in cui lo Stato non arriva e dove nei dintorni i ribelli dell'LRA (Esercito di Resistenza del Signore) fanno le loro scorribande violente.

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CO O P I N E W S

di Marcello Volta e Chiara Zarua P P Ro F o n D i M E n to

l’ambiente giusto fa sviluppo

naiRoBi, kEnYa

“La mia vita è cambiata molto, ora vivo come un essere umano”. Susan Nitore ha 54 anni, da sempre vive negli slums di Nairobi in mezzo a sporcizia, strutture fatiscenti, baracche di lamiera e cartone. Luoghi in cui l’acqua corrente e l’elettricità sono un sogno e le reti fognarie non esistono. Una condizione che vive più della metà dei quattro milioni di abitanti di Nairobi. La vita di Susan, però, è migliorata grazie a COOpI.

La nostra organizzazione, infatti, sta intervenendo da tempo nei cosiddetti

“insediamenti informali” e Susan è una dei beneficiari del progetto che ha dato la possibilità a tanti abitanti di Huruma - la zona in cui è attivo il progetto - di diventare proprietari di una casa.

Dare una casa a chi viveva nelle baracche è solo una parte degli interventi effettuati in anni di lavoro dalla nostra organizzazione. Il personale di COOpI ha dovuto rispondere alla domanda: come fornire cibo in modo economico e semplice agli abitanti delle baraccopoli di Nairobi?

Nella zona si faceva fatica a darsi una risposta: negli slums non ci sono spazi adatti ad essere coltivati. poi l’idea: perché non sfruttare la verticalità? È nato così il progetto di “agricoltura verticale” sviluppato nella baraccopoli di Huruma.

L’obiettivo è stato quello di produrre cibo in quantità importanti utilizzando al massimo il poco spazio a disposizione. In pratica, COOpI ha fornito ad ogni famiglia un grande sacco pieno di terra, in cui si possono piantare più di 40 piante, che produrranno

Combattere la povertà significa difendere l’ambiente. Sembra un semplice slogan, ma per COOPI è uno dei concetti cardine dello sviluppo. Per questo, la nostra organizzazione da tempo si impegna a portare avanti progetti ambientali in tutto il mondo. Abbiamo scelto di raccontarne tre, conclusi con successo, per far capire come “l’ambiente giusto fa sviluppo”.

cibo in poche settimane. Ogni "base" è in grado di fornire verdure come spinaci, per 150 famiglie.

Il terzo progetto riguarda la pulizia degli stretti vicoli degli slums di Nairobi: sono sporchi, inquinati; è davvero difficile viverci ogni giorno. Anche perché le case non hanno le fognature e tutto quello che non serve viene buttato in strada, causando anche gravi problemi sanitari.

Anche in questo caso, COOpI ha pensato ad un intervento pratico che, con un solo progetto, potesse ottenere due risultati: da una parte ripulire le strade e quindi migliorare le condizioni igieniche di chi è costretto a vivere in condizioni disagiate; dall’altro dare un piccolo finanziamento a chi metteva a disposizione il proprio tempo per fare questo lavoro.

In pratica, è stato proposto a 1.500 famiglie, tra le più disagiate della zona, di lavorare per due giorni al mese nella raccolta della spazzatura all’interno dello slum, in cambio di uno stipendio di 10 dollari. Alle famiglie è stato aperto anche un conto in banca per la gestione economica degli stipendi, in modo che i soldi guadagnati potessero essere gestiti in maniera corretta.

Riepilogando, dalla costruzione di case al progetto di “agricoltura in verticale”, passando per il “cash for work”, in Kenya sono stati realizzati molti progetti per contrastare la povertà, migliorando l’ambiente di vita.

GaZa, PalEStina

Se vi capitasse di trovarvi verso le cinque e trenta del mattino nei pressi del mercato centrale di Gaza City, probabilmente potreste incontrare Mohammed, tareq o Ismail con i loro inseparabili compagni di lavoro e un carretto, intenti a raccogliere le immondizie lasciate la sera prima davanti ai negozi ancora chiusi. Lavorano in coppia. Uno raccoglie con ramazza e badile i rifiuti e li getta sul carro. L’altro tira il carro.

portare la raccolta differenziata in territori difficili, sfruttando la tecnologia presente sul territorio: gli asini. Questa l’idea di

Kenya, Nairobi, vita negli slums, Ph. Ugo Panella

Monti laM, CiaD

Uno sviluppo sostenibile passa attraverso una corretta gestione delle risorse naturali e un buon governo. Sono questi i criteri con cui COOpI porta avanti progetti di sviluppo locale nel Dipartimento dei Monti Lam, nell’est del Ciad.

Non sono pochi i problemi che affliggono

Repubblica Democratica del Congo, Ikela. Ph. Martino De Stefanis

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fondo di un progetto che i cooperanti di COOpI in palestina hanno messo in pratica. Uno dei tanti problemi che mettono in difficoltà gli abitanti dei territori occupati riguarda proprio la spazzatura. Non esiste un modo per smaltirla e quindi si accumula ai lati della strada provocando anche problemi di tipo sanitario.

Questo intervento, oltre a dare lavoro a tante persone, ha permesso di eliminare almeno in parte il problema spazzatura e provare a rilanciare dei territori che, a causa del blocco imposto da Israele, stanno vivendo grandi problemi.

questa zona. La produzione agricola copre il fabbisogno alimentare per 6/9 mesi al massimo. L’acqua è causa di conflitto dal momento che è presente in quantità molto ridotte. La deforestazione incalza. I grandi mammiferi vengono uccisi per evitare che rovinino il raccolto.

L’azione di COOpI ha permesso un miglioramento qualitativo e quantitativo della produzione agricola. Le colture sono state diversificate. Il raccolto è stato usato parzialmente per lo stoccaggio. Le donne hanno imparato a risparmiare il 50% della legna da ardere. COOpI ha favorito infine la concertazione tra tutte le classi socio-economiche per la gestione delle risorse forestali e i corridoi di transumanza.

Ciad, Monti Lam, 2010. Un operatore di COOPI al lavoro con la gente del posto Archivio COOPI

Palestina, Gaza, 2009. Raccolta rifiuti con gli asini. Ph. Jerome Socie

Questi progetti hanno bisogno del tuo sostegno! Sostieni la campagna "L'ambiente giusto fa sviluppo" (www.ambientegiusto.it).Aiuterai COOpI a portare a termine questi progetti di contrasto alla povertà e salvaguardia delle risorse naturali.

CO O P I N E W S

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il tuo aiuto fa la differenza! Sostieni il fondo CooPi per l'ambientec/c postale: 990200 - intestato a: COOpI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS.

c/c bancario: Banca popolare Etica - filiale di Milano - IBAN It 06 R 05018 01600 000000102369 - intestato a: COOpI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS.

Carta di credito: al sito www.coopi.org oppure telefonando al numero 02/3085057Causale: Fondo Ambiente

Ecco cosa puoi fare con:10 e: doni un kit zappa e stivali - 50 e: doni 5 kg di sementi e 2 sacchi di farina - 100 e: doni un kit da lavoro (macete, zappa, vanga,

piccone e stivali) - 500 e: doni una coppia di buoi - 1.500 e: doni un kit per trazione bovina (aratro, carro, giogo e corde).

Grazie!

Sviluppo locale integrato in BoliviaDove: Provincia di Ayopaya, Dipartimento di CochabambaQuando: Settembre 2007-2011.Perché: Il tracollo finanziario avvenuto negli anni ‘80 ha fatto crollare vertiginosamente i prezzi delle materie prime. Se il mercato ha permesso una minima ripresa economica, la stessa ripresa non è stata possibile per lo Stato. I servizi sociali sono diminuiti, lasciando il 63% della popolazione in stato di povertà - di cui il 38% in condizioni di indigenza. Scopo: Il progetto si prefigge di contribuire allo sviluppo socio-economico della popolazione locale e alla salvaguardia del territorio della Provincia di Ayopaya. obiettivi: Migliorare le condizioni socio-economiche di 30 comunità rurali della Provincia di Ayopaya attraverso il rafforzamento delle attività di alcuni settori produttivi quali la pescicoltura, la zootecnia e l'agricoltura; il miglioramento dei servizi sanitari di base e delle infrastrutture civili; la tutela e la salvaguardia del territorio.Beneficiari diretti: 6.044 persone.

FoCuSSicurezza alimentare in ConGoDove: Kasai OrientaleQuando: Settembre 2007-2011Perché: La Repubblica democratica del Congo è il paese tra i più colpiti dalla malnutrizione a causa dei numerosi conflitti etnici, gli scarsi raccolti e la precarietà delle strutture sanitarie di base. La bassa produttività del suolo rende infine poco diversificata la produzione agricola e dunque l’apporto nutritivo.Scopo: Sconfiggere la malnutrizione.obiettivi: ● Educazione sulla dietetica dei bambini e sui loro bisogni in relazione alle risorse alimentari disponibili; ● Formazione sui processi di conservazione e trasformazione degli alimenti;● Distribuzione di materiale informativo e moduli sia in francese che in tshiluba. Beneficiari diretti: 2.500 famiglie.

FoCuS

Bolivia, 2009, formazione sul campo a Kami. Ph. Maria Barletta Repubblica Democratica del Congo. Archivio COOPI

Haiti, il lavoro più bello della mia vitaCredo che ad Haiti stia svolgendo il lavoro più bello della mia vita. È come se restituissi quello che in parte ho appreso durante la mia infanzia e adolescenza, ciò che con tanto amore e pazienza mi ha insegnato mio padre, che ora guarda dal cielo.

12Da l C a M P o

Oscar Hurtado, cooperante di COOPI - Rapid LA ad Haiti

Sono ad Haiti da quattro mesi. Lavoro con le comunità nei campi sfollati e formo le persone nella costruzione di moduli abitativi temporanei – rifugi. Mi occupo inoltre dell’installazione delle taniche d’acqua, in coordinamento con i Comitati di gestione dei campi, per far sì che ciascuna comunità riceva la razione di cui ha bisogno. In queste attività sono supportato da due interpreti locali che parlano spagnolo (la mia lingua), grazie ai quali piano piano sto imparando il creolo, per comunicare direttamente con la popolazione.

La prima impressione di Haiti è stata molto dura, così come vedere persone che chiedevano cibo e acqua, pronte a uccidersi per avere un pezzo di pane. Il quadro era desolante e triste, dappertutto vi erano - e in parte vi sono ancora - solo resti di ciò che prima veniva chiamato “casa”.

Dopo la rimozione delle macerie, ricordo ancora l’odore putrefatto che si diffondeva nelle strade di port-au-prince - insopportabile. Nonostante tutto abbiamo proseguito la nostra missione: lo scopo era aiutare le persone rimaste in vita. I primi giorni portavamo i feriti all’Ospedale del Sacro Cuore di port-au-prince dove tantissime persone, tra cui bambini e anziani, erano state amputate. Era sorprendete vedere come i pazienti non avessero perso il desiderio di regalarci il loro

miglior sorriso, nonostante le gravi condizioni di molti di loro.

COOpI – RApID LA oggi interviene a port-au-prince nei campi sfollati di Chresof, Caradeux, Canaan, Clercine, parc Clebert, parc Kaype e papeau.

A Chresof, abbiamo montato 112 moduli abitativi temporanei (3.5 x 2.5 metri) e 4 serbatoi d’acqua (700 galloni ciascuno) che funzionano costantemente, e che abbiamo già affidato al Comitato di Gestione del campo. Il lavoro qui è concluso.

A Caradeux, suddiviso in Caradeux Camp e Caradeux Université, abbiamo rispettivamente installato 84 e 96 moduli abitativi temporanei, oltre a 6 serbatoi da 530 galloni ciascuno e uno da 1.500 che deve ancora entrare in funzione. Abbiamo inoltre costruito 12 latrine che hanno sostituito i precedenti wc chimici.

A Canaan, abbiamo installato due serbatoi (700 galloni cad.); a Clercine, uno. In questo momento, stiamo lavorando a parc Clebert, parc Kaype e papeau per costruire le latrine e per completare quelle già installate a Caradeux Camp.

I nostri beneficiari dispongono ora di acqua, moduli abitativi e tende, medicine e assistenza sanitaria, con un’attenzione particolare ai bambini.

Il momento più bello vissuto fra i tanti è il sorriso di un bambino che, mentre gli passo a fianco, mi chiama “Blanc, Blanc” (“Bianco, Bianco”, riferito al colore della mia pelle), senza sapere chi sono e per quale motivo sono lì. Una fiducia mutuata dal fatto che mi ha visto lavorare con i suoi genitori per la costruzione di un modulo abitativo, dove finalmente potersi riparare, e in seguito dal dono di ricevere acqua

Oscar Hurtado in un ospedale da campo con un bambino ferito. Ph. Giuseppe Damiano

Oscar Hurtado con due bimbe in un campo allestito per gli sfollati di Haiti. Ph. Giuseppe Damiano

CO O P I N E W S

italiaGiugno. CONCORD (Confederazione europea delle ONG di urgenza e di sviluppo), di cui COOPI è parte, ha presentato il quarto Rapporto Aidwatch 2010, secondo il quale l'aiuto europeo sarà quest'anno dello 0,46% del PIL, molto lontano dall'obiettivo dello 0,56% concordato dai Paesi Membri nel 2005. In termini assoluti, questo significa un crollo nei finanziamenti di 11 miliardi, con l'Italia come maggiore responsabile.

SuDan DaRFuR Maggio. Avviato un importante progetto che mira a salvare e proteggere la vita delle popolazioni vulnerabili, colpite dal conflitto nel Nord Darfur, attraverso la fornitura e l’accesso ai servizi di base e il supporto alla sicurezza alimentare.

HaitiAprile. Il gruppo di lavoro di COOPI ad Haiti si é consolidato. Si procede coordinandosi con le altre agenzie sul campo, per ottimizzare la risposta alle necessità ancora molto forti.

REPuBBliCa DEMoCRatiCa DEl ConGoMarzo. Importante riconoscimento dell’Unicef per un progetto di COOPI, rivolto agli sfollati della Repubblica Democratica del Congo. L’intervento offre un pacchetto integrale di assistenza nei settori della sanità, educazione ed igene. Ogni anno, un audit a New York valuta i migliori progetti dell'Unicef al mondo. Il nostro è stato considerato fra i primi 3 a livello internazionale.

Bolivia/PaRaGuaYFebbraio. È stato avviato un progetto che ha come obiettivo fornire alle comunità di Entre Rios (Bolivia) e Irala Fernandez (Paraguay) infrastrutture per la raccolta e la distribuzione dell'acqua, gestite localmente e sostenibili.

13Q uatt Ro M E S i

a cura di Marcello Volta

pulita, grazie alle taniche che abbiamo installato nei campi. O ancora oggi, 2 giugno 2010, di ritorno dal campo Chresof, quando ho potuto tenere in braccio un bambino nato da appena 8 ore, in uno dei rifugi che abbiamo costruito. Chresof è stato il primo campo in cui ho lavorato e il rapporto con le persone di qui è molto forte: una relazione di piena amicizia e sincerità. per il loro modo di essere sono una popolazione semplicemente meravigliosa.

Non so ancora per quanto tempo starò, ma sono pronto a svolgere tutto ciò che sarà necessario per sostenere ulteriormente la popolazione haitiana.

Cisterne di acqua potabile in un campo sfollati. Ph. Oscar Hurtado

vuoi rimanere aggiornato? vai sul sito www.coopi.orgPotrai iscriverti alla newsletter mensile, dove troverai aggiornamenti sui progetti che realizziamo nel Sud del mondo e informazioni sulle attività che organizziamo in Italia sui temi della cooperazione, della pace e della giustizia (incontri, corsi, mostre fotografiche ecc).Potrai leggere le ultime notizie e tutti gli appuntamenti in Italia.Potrai collegarti ai nostri social network: il blog di COOPI, che pubblica le testimo-nianze dei cooperanti; il COOPI Channel, che raccoglie i documentari sui nostri pro-getti; la Fan page di COOPI su Facebook, dove scambiare messaggi con noi ed infine Twitter, per essere informato in tempo reale.

30 anni al fianco di CooPi e ora sostengo a distanza Sam

14S o S t EG n o a D i S ta n Z a

di Diana Nahum

capitale percorsi su strade non asfaltate, in oltre 12 ore di viaggio.

L'esperienza è stata travolgente: sono stata a stretto contatto con la popolazione. Ho lavorato nella piccola sala operatoria dell'ospedale del paese e mi recavo nei vari villaggi sperduti, per assistere la popolazione che aveva bisogno di cure.

Sono stata in Benin 2 anni ed è lì che ho conosciuto anche mio marito, arrivato più tardi

per sostituire i due medici che erano partiti con me.

Dopo pochi mesi, avevamo già deciso di sposarci per poi tornare a lavorare insieme a Tangueta.

Mio marito, però, non ha mai voluto fare il corso di formazione di tre mesi a COOPI e così abbiamo fatto esperienze con altre associazioni. Poi, abbiamo avuto 4 figli che ci hanno tenuto lontani dalla cooperazione per almeno una decina di anni. Ma il nostro rapporto con padre Barbieri non si è mai interrotto: una cena o un pranzo sono sempre stati l'occasione per vederci almeno una volta all'anno.

Ora sono diventata socia di COOPI e partecipo a tutte le riunioni dell'associazione, così che i contatti sono diventati sempre più assidui.

Con COOPI, sostengo anche una bambina a distanza: dopo la mia esperienza personale in Africa, sono convinta che è bene che i bambini vengano aiutati nel paese in cui vivono, in mezzo alla loro gente, alle loro tradizioni. Per questo credo che il Sostegno a distanza sia uno strumento davvero valido per garantire una vita dignitosa a un bambino e per questo invito tutti a fare questa scelta.

Sierra Leone, Gbaidu, vaccinazioni. Archivio COOPI

Sierra Leone, Gbaidu, maggio 2010. Archivio COOPI

Adriana Lonardi è una delle donatrici più fedeli di COOPI. Ci ha conosciuti nel 1980 e da allora non ha mai smesso di sostenere le nostre attività, prima come cooperante in Benin, poi come socia, come donatrice e infine come promotrice dei diritti dei bambini. Ecco il racconto della sua esperienza.

Adriana Lonardi è stata fra le prime persone ad aderire al Sostegno a distanza e oggi aiuta la piccola Sam, in Sierra Leone. Crede nel Sostegno a distanza perché è uno strumento per dare un'opportunità ai bambini nella loro terra di origine, permettendo loro di rimanere a contatto con la loro cultura e le loro tradizioni.Un mese fa, in occasione di un incontro a Genova, ci ha raccontato la sua storia.

Fin da bambina, ho avuto il chiodo fisso di andare in Africa e fu per questo che studiai per diventare infermiera. Dopo aver cercato invano di contattare associazioni veronesi, mi è stata indicata COOPI e ho realizzato il mio desiderio.

La condizione per partire era quella di seguire un corso di tre mesi a Milano, presso la cascina di COOPI, dove ho conosciuto padre Barbieri: una persona davvero appassionata e carismatica. Ho vissuto lì con un'altra ventina di cooperanti: al mattino lavoravamo (io assistevo un'anziana signora, altri facevano i volontari in ospedale e così via) e al pomeriggio seguivamo corsi sulla cooperazione, sulla storia del paese in cui dovevamo andare, sulla lingua che avremmo dovuto parlare, ecc.

Poi, finalmente, con altri 3 colleghi, sono partita per Tangueta, a nord del Benin, 700 km dalla

Sierra Leone, 2010. Archivio COOPI

CO O P I N E W S

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tante lettere, tante emozioniStupiti, imbarazzati, increduli, felici: tante e diverse sono le emozioni dei bambini quando leggono le lettere che ci avete inviato per loro. Le vostre comunicazioni, le vostre foto sono per i bambini sempre qualcosa di davvero speciale, da conservare gelosamente e mostrare orgogliosi!Molti si stanno preparando a scrivervi o a farvi un disegno. Le lettere e i disegni che i bambini stanno preparando li riceverete a luglio, insieme all’aggiornamento che i nostri operatori locali stanno scrivendo per darvi notizie sui piccoli che sostenete e sull’andamento del progetto.Ce ne sarà per tutti, anche per chi a febbraio non ha potuto mandarci nessuna busta o e-mail per il bambino; la prossima opportunità per farlo è a settembre, non dimenticatelo!

Senegal, 2010. Archivio COOPI

Perù, 2010. Archivio COOPI

appello urgente per Ronald!Ronald* viene da Rubaga, nel Distretto di Kampala, Uganda. Ha 18 anni ed é un ragazzo brillante e pieno di talento. Ronald è nato sano, ma poi a causa di una malattia non diagnosticata bene, e quindi non curata durante l'infanzia, è rimasto paralizzato agli arti inferiori ed adesso è costretto su una sedia a rotelle. I genitori del ragazzo non si occupano e non si sono mai occupati di lui, per la vergogna di avere un figlio non normale, dato che l'handicap é considerato una disgrazia e quasi una maledizione in Africa. Lo hanno praticamente abbandonato in fasce. Una persona che gli voleva bene e di animo buono si è occupata di lui, pagando anche i suoi studi fino ad oggi. purtroppo adesso questa persona è morta e Ronald è completamente abbandonato a se stesso. tutta la sua vita ha già iniziato a risentirne drammaticamente: ad esempio, Ronald ha terminato il primo ciclo di studi, ma adesso non ha più la possibilità di studiare e cerca qualcuno che lo aiuti, perché sa che lo studio è l'unica sua opportunità per costruirsi una vita dignitosa.

* Ronald è un nome di fantasia. per tutelare la privacy della persona, trasmetteremo i suoi dati e la sua foto solo al donatore o alla donatrice che sceglierà di sostenerlo a distanza.

Sostieni a distanza Ronald. Con meno di un euro al giorno, puoi dare a Ronald la possibilità di studiare. puoi effettuare una donazione libera oppure scegliere di donare 25 e al mese, 75 e a trimestre, 150 e a semestre o 300 e all'anno.Scegli una delle seguenti modalità:Conto corrente postale: 305201 intestato a COOpI - Cooperazione Internazionale - ONG ONLUS Sostegno a distanzaConto corrente bancario: IBAN It 94 L 05018 01600 000000512215 - intestato a COOpICarta di credito: telefonando al n. 02 3085057Causale: Ronald Grazie!

Uganda. Centro Missionari della Povertà. Sostegno a distanza per i portatori di handicap. Archivio COOPI

onG e imprese: due mondi a confrontoÈ quanto evidenziato nel convegno organizzato da COOPI, il 23 febbraio scorso, presso la Scuola di Alta Direzione dell’Università Bocconi ed intitolato “Ong e imprese: una partnership possibile per lo sviluppo?

La massimizzazione del profitto è l’unico obiettivo per l’impresa del XXI secolo? E può una Ong prescindere dalle imprese, per perseguire i propri obiettivi di equità sociale? Da una parte, ci sono il profitto e l’efficienza economica; dall’altra parte, lo sviluppo sociale, la lotta alla povertà e l’empowerment delle comunità locali. E ancora: da un lato, l’esigenza di una strategia aziendale che presti più attenzione a tutti gli “stakeholders” (i cosiddetti portatori di interesse); dall’altra parte, l’esigenza di sostenibilità economica, in un contesto di riduzione degli aiuti pubblici allo sviluppo e di bisogni crescenti e differenti, in un mondo globalizzato.

Insomma, imprese e ong: due mondi a confronto. Un confronto spesso difficile, fatto di problemi di comunicazione, di linguaggi differenti, di prevenzione reciproca. Ma anche un confronto necessario, se ci si vuole interrogare su una possibile partnership per lo sviluppo.

Questo era lo scopo principale del convegno organizzato da COOpI, il 23 febbraio 2010, a Milano, di cui vi riportiamo in sintesi le riflessioni.

16a Z i E n D E S o l i Da l i

di Licia Casamassima. Fotoreportage di Ugo Panella negli stabilimenti Chiquita a Panama e Costa Rica

Quali vantaggi per l’impresa?Sono almeno tre i vantaggi per una azienda che appoggia progetti con finalità sociale. primo, così facendo, l’azienda sostiene lo sviluppo dell’intera società e rafforza quindi la base su cui si fonda la sua attività (l’aumento delle vendite e delle quote di mercato). Secondo, il miglioramento dell’immagine pubblica che ne deriva fa consolidare il posizionamento dell’azienda nel mercato e fa aumentare l’appeal verso investitori ed analisti finanziari. terzo, l’investimento in progetti di natura sociale crea un forte senso di auto-realizzazione e di motivazione interna, un senso di appartenenza dei collaboratori dell’azienda che crea fidelizzazione e capacità di attrarre talenti.

Quali vantaggi per la onG?Molti e diversi. per esempio, avere come partner un’azienda permette alla Ong di accedere a nuove risorse e quindi di garantire maggiore sostenibilità ai propri progetti. Inoltre, la Ong acquisisce autonomia ed indipendenza nella realizzazione della propria missione; raggiunge maggiore visibilità e legittimità nella società, mediante la creazione di proposte di valore; condivide il know how con l’azienda e riesce a condurre azioni di

advocacy, affinché si diffonda una cultura aziendale etica e responsabile - fondamentale a perseguire uno sviluppo economico equilibrato e sostenibile.

Quali rischi in generale?Il rischio maggiore è il cosiddetto “green washing”, ossia da parte dell'azienda il mascherare pratiche deleterie con iniziative a favore dell’ambiente. Altri rischi sono: il depauperamento del proprio capitale reputazionale, l’incoerenza con la propria missione e visione, la dispersione di tempo e risorse altrimenti utilizzabili. Essi possono evitarsi, solo attraverso l’autentica condivisione di valori e la coerenza di missione e visione.

alcune buone praticheSi è anche parlato nel convegno di buone pratiche. Ne sono un esempio: la partnership COOpI-Chiquita, che dall’Italia è passata alla divisione internazionale, con la possibilità di una collaborazione diretta su progetti sociali a panama e in Guatemala; il sodalizio Smemoranda-Emergency con il doppio marchio che farà anche da contrassegno alla costruzione di un ospedale; la collaborazione tra Guna ed Acra che ha visto l’azienda italiana di omeopatia trasferire in Camerun una tecnologia innovativa per l’estrazione

CO O P I N E W S

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natalE SoliDalEper Natale, scegli uno dei regali di COOpI! Biglietti augurali, panettone e vino solidali, concerto "Musica per la vita", progetti di solidarietà e l'operazione “tavola solidale”, per le aziende che festeggiano con i loro dipendenti. per maggiori informazioni, www.natalesolidale.org

il sostegno della Camera nazionale della ModaIn occasione della settimana della moda, a Milano, Camera della Moda rilascerà il suo patrocinio al negozio "the good shop" di COOpI e coinvolgerà tutti i propri soci affinché donino al negozio capi di collezione.Inoltre, in occasione del Natale, i soci di Camera Nazionale della Moda saranno invitati a partecipare all'iniziativa "Bags4africa", ovvero a produrre per l'occasione una borsa speciale. Grazie ai pezzi unici dedicati dalle principali case di moda all'Africa, si organizzerà quindi un'asta di raccolta fondi.

in Bolivia, coinvolgendo i dipendenti di ternaA giugno, alcuni dipendenti di terna, società che si occupa della rete di trasmissione dell’energia, si recheranno a Kami, in Bolivia, per portare energia elettrica dalla centrale idroelettrica di Kami ai villaggi rurali limitrofi, supportando in questo progetto la missione dei padri salesiani, partner di COOpI in loco.

CooPi fa parte del Global Compact Ad aprile, COOPI è entrata a far parte del “Global compact”, un network che unisce governi, imprese, agenzie dell’ONU, organizzazioni sindacali e della società civile, con lo scopo di promuovere su scala globale la cultura della responsabilità d’impresa.Per maggiori informazioni: unglobalcompact.org/participant/11623.

Centrale idroelettrica di Quehata. Ph. Carla Ricci

Bolivia, Kami, 2007. Inaugurazione della centrale di Quehata. Ph. Angelita Piatti

dell’olio di Neem, con lo scopo di aumentarne la produzione e quindi la fonte di reddito per la comunità locale.

Parole chiave per il futuroLe basi per costruire un percorso convergente tra Ong e imprese è rappresentato da alcune parole chiave, come “contaminazione culturale” (tradotta nell’esigenza di superare le diversità), “linguaggi comuni” (intesi come orientamento comune basato sul fare e non sull’ideologia), “mutuo beneficio” (concepito secondo una logica “win win” tra i partner), “alleanza strategica”, ma anche attenzione alle “Linee guida”, nel rispetto della propria identità e “Internazionalizzazione dei processi” di responsabilità sociale d’impresa da una parte e "apertura alle aziende" dall’altra, perché, senza la condivisione a tutti i livelli, l’efficacia del percorso si riduce enormemente.

RingraziamentiIl convegno “Ong e imprese: una partnership possibile per lo sviluppo?” è stato realizzato grazie al contributo di Banca Etica ed in collaborazione con il “Master in Management delle imprese sociali, non profit e cooperative” della stessa Bocconi, Vita Consulting - società di progettazione sociale per il profit e non profit, Areté - azienda di ricerca sul consumo, Link 2007 - il network di cui fa parte COOPI ed infine il Centro Studi Elacid di Cartagena, in Colombia.

In Sierra Leone, COOPI lavora al fianco delle donne, affinché divengano consapevoli dei propri diritti, tra cui quello alla proprietà economica. Ciò permette di creare un antidoto ed un argine alla violenza domestica, come ci racconta una delle donne più attive nella campagna, Mama G. (al secolo, Mariama Bawyoh). Ma servono fondi. Per questo ti chiediamo di sostenere la campagna “D come sviluppo. Il futuro della Sierra Leone è donna”.

+ autonomia economica delle donne - violenza domestica

18RElaZionE Con i DonatoRi

di Marta Medi

Da quanto tempo conosci COOPI e come è iniziato il tuo rapporto con noi?Lavoro con COOPI dal 2005, da quando è stato formato il primo gruppo di sette donne e abbiamo compreso l’importanza di monitorare i casi di violazione dei diritti umani e di riferirli al più presto all'organizzazione.

Tu vivi in un Paese in cui le donne sono discriminate nell’esercizio dei loro diritti fondamentali. Quale aspetto ritieni essere il più grave?Gli aspetti peggiori sono gli stupri e i maltrattamenti da parte del marito, gli omicidi rituali dei bambini, i matrimoni precoci e le gravidanze delle adolescenti, gli incesti e l’infibulazione. Questi fatti generano traumi e isolamento, che a loro volta conducono le donne all'alcolismo e alla prostituzione, con il forte rischio di contrarre l’AIDS.

Qual è la maggiore paura e quale la più grande speranza delle donne con cui lavori e che incontri tutti i giorni?Il più grande timore è la scarsa efficacia del sistema legale. Nella mia comunità mancano gli avvocati; se viene fatta una denuncia, ci sono spesso ritardi e nella maggior parte dei casi, i processi sono chiusi per mancanza di prove. La speranza di queste donne è riposta nelle mani del governo e della gente della comunità. Ci dovrebbero essere leggi interne alle comunità, per gestire i casi di abusi contro le donne. Come si usa dire: la giustizia ritardata è giustizia negata.

Mama G. è una delle nostre collaboratrici locali. Con le sue idee, il suo entusiasmo e la sua tenacia, sta contribuendo affinché sempre più donne in Sierra Leone conoscano i propri diritti, sappiano auto-determinarsi e abbiano i mezzi economici per gestire se stesse e garantire il benessere dei propri figli.

COOPI è impegnata al fianco delle donne della Sierra Leone. Qual è l’intervento che ritieni più efficace per cambiare la situzione di discriminazione contro le donne?Il monitoraggio costante, la formazione e lo sviluppo delle capacità di comunicazione e di mobilitazione delle donne locali.

Tu sei una donna della Sierra Leone che è riuscita ad ottenere un ruolo ed un riconoscimento nella società da cui proviene. Cosa consigli alle donne del tuo Paese?Prima di tutto, suggerisco di portare le figlie a scuola; poi di alfabetizzarsi loro stesse, in modo da poter comprendere i problemi che le coinvolgono ed apprendere come risolverli.

Quale appello rivolgeresti ai donatori italiani per sostenere il progetto a favore dei diritti economici delle donne in Sierra Leone?Vorrei chiedere l’aiuto dei donatori italiani per supportare le donne di queste comunità, per fare più sensibilizzazione, dare più supporto alle vittime di violenza e consentire l'accesso alla giustizia.Vorrei far capire ai donatori che le capacità di mobilitazione e di comunicazione devono migliorare molto, se vogliamo minimizzare i casi di violazione dei diritti umani. Quando avremo fatto tutto quello che ci siamo ripromessi, le donne della Sierra Leone saranno in grado di conoscere i loro diritti fondamentali e diverranno le vera forza del Paese.

Sierra Leone. Ph. Marco Serena

Mama G. (Mariama Bawyoh). Archivio COOPI

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obiettivi✔ Creare una rete di gruppi di donne a livello locale e nazionale, per aumentare la consapevolezza sui diritti di proprietà e alfabetizzazione.✔ Supportare le attività delle donne impegnate a promuovere i propri diritti.✔ Intervenire a favore di una maggiore partecipazione delle donne nei processi decisionali su queste tematiche e di un effettivo esercizio di questi diritti.

Beneficiari:2.500 donne analfabete o semi-analfabete vittime o a rischio di essere vittime di violazioni del diritto di proprietà. 6.800 uomini e donne che sensibilizzeranno le comunità sul tema del diritto di proprietà.oltre 50.000 persone coinvolte nelle campagne di sensibilizzazione a livello nazionale.

Cosa fa CooPi✔ Formazione e workshop per le donne “leader” su diritto di proprietà e di alfabetizzazione, sviluppo e mobilitazione delle comunità locali, networking, advocacy e leadership.✔ Corsi di alfabetizzazione in 4 distretti.✔ Studio sull’impatto socio-economico delle violazioni del diritto di proprietà in Sierra Leone.✔ Sviluppo di una campagna di sensibilizzazione a livello nazionale.

il tuo aiuto fa la differenza. Dona ora!c/c postale: 990200 - intestato a: COOpI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS. c/c bancario: Banca popolare Etica - filiale di Milano - IBAN It 06 R 05018 01600 000000102369 intestato a: COOpI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS. Carta di credito: dal sito www.coopi.org oppure telefonando al numero 02/3085057Causale: D come sviluppo

SoStiEni la CaMPaGna

Cosa puoi fare tu:Con 10 e: formi due donne su leadership, advocacy e networking.

Con 35 e: garantisci la formazione ad una donna sui diritti di alfabetizzazione e di proprietà.

Con 250 e: consenti lo sviluppo e la produzione di materiale per la formazione di un gruppo di donne locali.

Con 400 e: permetti la produzione e la realizzazione di un video documentario.

Con 1.500 e: acquisti 2 computer per i corsi di formazione.

Grazie per quanto potrai

fare!

Sierra Leone. Ph. Marco Serena

Ph. Livio Senigalliesi

Da l l' i ta l i aa cura di Isabella Samà

7 maggio. partenza da Roma.

14 maggio. Tunisia. “Riprendiamo le moto e la strada verso Sirte. Abbiamo da percorrere più di 300 km: il caldo è pazzesco, più di 40o, ed il vento comincia a soffiare sempre più forte. Siamo a due passi dal mare quando inizia una vera e propria tempesta di sabbia. Il vento è bollente e viene da sud, le moto si intraversano più volte, la visibilità è diminuita. Marciamo in fila indiana a velocità ridotta, i camion che incrociamo o che ci sorpassano provocano degli ulteriori sbandamenti, siamo in una situazione di pericolo. La sabbia serpeggia sull’asfalto creando dei vortici che disorientano la guida. Sembra un girone dantesco dell’inferno".

18 maggio. Egitto. “Dopo circa 2 ore entriamo nella caotica Cairo. Mai visto niente di simile. prendiamo una tangenziale affollatissima che taglia la città (ce ne sono diverse). Il traffico è lentissimo. Le fermate degli autobus sono ovunque, i pedoni attraversano “a vita persa”, non esistono strisce pedonali. Sulla tangenziale

africa 16mila, il diario

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Passa al RiD bancarioÈ una scelta che vale per tre: per te, per noi e per i beneficiari dei nostri progetti!

Per tE perché:● è facile da attivare - devi solo compilare il modulo in allegato e spedirlo in busta chiusa a COOPI via de Lemene, 50 - 20151 Milano;● è comodo e automatico - eviti le code in banca o in posta;● è sicuro - perché è una transazione bancaria protetta;● è gratuito - se la tua banca ha aderito alla campagna “RID anch’io”* non devi pagare commissioni.● è trasparente - verifichi i prelievi sul tuo estratto conto e puoi modificare o revocare il RID in ogni momento, telefonando allo 02-3085057 o inviando una mail a [email protected].

Per i BEnEFiCiaRi dei progetti perché:● vedranno garantiti i loro diritti fondamentali quali la salute, cibo, istruzione e protezione in maniera costante e maggiormente stabile;● potranno costruire un futuro dignitoso.

Per CooPi perché possiamo: ● pianificare le nostre attività a lungo termine;● scegliere in modo indipendente gli interventi che riteniamo maggiormente efficaci; ● garantire continuità ai nostri progetti;ottimizzare la gestione dei fondi e l’impiego delle nostre risorse;● ridurre i costi di gestione delle donazioni e le commissioni postali.

Compila subito il modulo allegato e spediscilo in busta chiusa a COOPI, via de Lemene, 50 – 20151 Milano. GRAZIE!

* Aderiscono all’iniziativa “RID anch’io”: Sanpaolo imi, Banca Monte dei Paschi di Siena, Unicredit Banca, Banca Intesa, Banca Mediolanum, Banca di Roma, Deutsche Bank, Unipol Banca spa, Banca Sella, Banca Fideuram, Banca prossima spa, Banca popolare etica, Banca popolare di Milano, Banca Meridiana, Banca Carige e molte altre. Per l’elenco completo vai su www.coopi.org/it/sostegno/cosa-puoi-fare-tu/come-donare/

“Africa 16mila” è il nome del progetto che vede la Onlus “Moto4Peace” collaborare con COOPI, per raccogliere fondi a favore del progetto di miglioramento della vita delle donne nella Wareda di Belojeganfoye, in Etiopia. Nel testo che segue, i momenti salienti del viaggio su due ruote intrapreso dai motociclisti di Moto4Peace a Roma il 7 maggio, fino al raggiungimento il mese successivo dell’Etiopia. Tappa finale: il Sudafrica.

si prende l’autobus in movimento, con fermate improvvisate che non fanno altro che peggiorare la situazione. Macchine parcheggiate al centro della strada, altre guaste a lato corsia e tutti che suonano.Il parco auto è vetusto e noto con stupore che è costituito, per una gran parte, di auto italiane degli anni '70/'80. Abbiamo tutta la scala delle Fiat: 1100, 125, 126, 127, 128, 132, Regata, Ritmo viaggiano alla grande e mi chiedo come abbiano resistito fino ad oggi in questo inferno di traffico”.

26 maggio. Deserto nubiano. “Lungo la strada incontriamo i primi villaggi costruiti con mattoni di paglia e fango con una architettura precisa, quasi maniacale. tutte le case sono all’interno di grandi cortili di forma quadrata o rettangolare con degli angoli a 90o, muri perfettamente squadrati e rasati. All’interno si notano grandi giochi di archi con molti spazi organizzati a patio. I colori vanno dal marrone scuro all’ocra e spesso gli angoli sono rifiniti con un bianco candido. Da quando siamo arrivati a tunisi, questi sono i primi villaggi che non hanno la classica costruzione in muratura. Gli animali sono raccolti in recinti lontani dalle case tranne quelli al pascolo che spesso bivaccano davanti i cortili delle abitazioni o nei pressi della carreggiata".

Egitto. I motociclisti di Africa 16mila sotto le piramidi. Archivio Moto4Peace

CO O P I N E W S

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a cura di Isabella Samà

27 maggio. Sudan. “Anche qui solo deserto, pochissimi i villaggi che incontriamo, tutti molto poveri. Sono frequenti i greggi di capre e mucche, magrissime e con un aspetto sofferente, sorvegliati da ragazzini che ci salutano sbracciandosi al nostro passaggio. A metà strada facciamo una sosta per bere e per ricompattare il gruppo. Ci sono 48 gradi.”

28 maggio. Verso Khartoum. “Il sole nel cielo è un disco luminoso con i contorni nettissimi, si può ancora guardare senza fastidio. Il cielo è grigio/marrone, non so se a causa della sabbia trasportata dal vento oppure dall’alta concentrazione di smog, la periferia della città è infatti circondata da fabbriche che sputano in aria un denso fumo nero”.

7 giugno. Etiopia. “È impressionante quanto lavoro ci sia da fare in Africa, un continente dimenticato dove per fortuna ci sono organizzazioni come COOpI che tentano di fare qualcosa di utile e concreto. Ciò che più ci ha colpito visitando la Wareda di Belojeganfoye, è stato il gesto di un capo tribù. poco prima che ripartissimo ci ha fermato e ha voluto sottolinearci come COOpI, nell’affrontare le gravissime problematiche che affliggono la zona, si è messa a disposizione della gente, cercando di individuare le loro esigenze e il modo più opportuno di affrontarle. Nessuna imposizione, solo dialogo e concertazione”.

Continua la lettura del diario di bordo su: www.africasedicimila.it

Per sostenere il progetto di CooPi in Etiopia, dona 1 km = 10 euro! Modalità di donazione:c/c postale: 990200 - intestato a: COOPI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS. c/c bancario: Banca Popolare Etica - filiale di Milano - IBAN IT 06 R 05018 01600 000000102369intestato a: COOPI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS. online: dal sito www.coopi.orgCarta di credito: telefonando al numero 02/3085057Causale: Africa 16mila

Etiopia. Archivio Moto4Peace

Etiopia. Lungo la strada, gli incontri. Archivio Moto4Peace

Etiopia. Giovane pastore. Archivio Moto4Peace

Sudan. Archivio Moto4Peace

Etiopia. La frontiera con il Sudan. Archivio Moto4Peace

Grazie alla collaborazione con la Federazione Motociclistica Italiana, Africa 16.000 è arrivato al Campionato Italiano di Velocità (www.civ.tv) il 19 e 20 giugno, nella tappa toscana del Mugello. Durante le gare, i piloti hanno augurato un in bocca al lupo ai motociclisti di "Moto4peace". Guarda i video su: www.africasedicimila.it

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a cura di Marcello Volta

Mille idee e iniziative dai nostri volontariÈ sempre eccezionale l’apporto dei nostri volontari in tutta Italia. Di seguito, trovate un saggio dei mesi passati e i recapiti per contattare i nostri gruppi locali.

CooPi toscanaVia Gioberti 39, 56124 Pisa (PI)Tel. +39.050/2211211 Email: [email protected]’ambiente alla mostra fotografica, passando per corsi di shiatsu e presenza in diverse fiere. Molto ricco il programma di iniziative messe in atto a partire da gennaio di quest’anno dalla sede toscana di COOpI.

In gennaio e febbraio, sono stati realizzati sei interventi nelle scuole primarie delle province di Siena e Grosseto, all'interno del progetto e concorso "Il Tuo Ambiente più Giusto". L'obiettivo del progetto è stato quello di sensibilizzare bambini ed insegnanti verso il rispetto dell'ambiente. Le classi hanno elaborato dei cartelloni rappresentanti il loro ambiente più giusto, visto attraverso gli occhi dei bambini. All’interno della stessa iniziativa è stata un successo la giornata a Siena dove sono stati consegnati i premi ai 175 alunni che hanno preso parte al progetto “Il tuo ambiente più Giusto”. Inoltre il progetto prevedeva anche una mostra fotografica sulla situazione della Repubblica democratica del Congo che tra febbraio e marzo ha fatto tappa in quattro comuni della provincia di Siena.

Ad aprile, COOpI toscana ha organizzato due incontri in provincia di pisa sul tema dei bambini soldato, a cui hanno partecipato decine di persone. Molto importante, infine, la partecipazione alla manifestazione “Terra Futura” che si è tenuta nella Fortezza da Basso, a Firenze. I volontari toscani hanno portato la Campagna “Io Non Me Ne Frego” che ha interessato molto i partecipanti alla fiera.

CooPi lazioVia Nizza 154, 00198 RomaTel. +39.06.8841537 (orario 9.00-13.00) Email: [email protected] corso per ricordarsi che si può vivere bene anche rinunciando a qualcosa. tra marzo e aprile, COOpI Lazio ha organizzato e gestito una serie di appuntamenti dedicati alla Decrescita Felice. Il corso è

stato un successo, non solo per quanto riguarda la risonanza e la copertura pubblicitaria, ma soprattutto perché è stato l'occasione per instaurare nuove relazioni.

Ma le attività di COOpI nel Lazio non si sono certo limitate al corso sulla decrescita. C’è stato spazio anche per una serie di aperitivi solidali, il cui ricavato è andato a sostegno del progetto di COOpI per la protezione ed il reinserimento delle donne vittime di violenza nella Repubblica Democratica del Congo.

Inoltre, dall’11 al 13 di giugno, i volontari locali hanno organizzato la seconda edizione del Festival delle Associazioni a Roma al parco Bergamini, con il patrocinio della Regione, del Comune e della provincia di Roma, per promuovere importanti tematiche legate all'ambiente, all’economia sostenibile, ai diritti umani e alla decrescita felice. All’interno del Festival, che ha visto la presenza di numerose associazioni, tante iniziative: incontri, laboratori, mostre, stand e artigianato del mondo.

CooPi venetoVia Citolo da Perugia 35, 35137 PadovaTel. +39.049/657518 - Fax.+39.049/657518Email: [email protected] cosa è la cooperazione? Quali persone cercano? Come farsi una formazione? per provare a rispondere a queste domande, COOpI Veneto ha organizzato un corso sulla Cooperazione Internazionale rivolto a studenti universitari, in collaborazione con il Dipartimento di Cooperazione Internazionale dell'Università di padova, Confindustria, Medici con l'Africa CUAMM e il supporto del Fondo Sociale Europeo, amministrato dalla Regione Veneto.

Inoltre, i volontari del Veneto hanno partecipato con uno stand alla ventesima edizione della Festa dei Popoli, in prato della Valle a padova, promossa dall’omonima associazione e dal Comune di padova. La festa, a cui partecipano numerose

associazioni, ha ospitato incontri, mostre, spettacoli, stand di degustazioni internazionali, per promuovere i diritti umani ed il dialogo tra le culture. COOpI Veneto ha partecipato promuovendo le proprie attività nel Sud del mondo, in particolare l’intervento a favore delle popolazioni terremotate di Haiti ed in Africa.

CooPi [email protected] volontari della sede di Brescia hanno lavorato su diversi temi: dalla promozione sui media di Africa 16mila ai banchetti per promuovere le varie campagne di COOpI, sino agli appuntamenti legati allo Shiatsu solidale.

CooPi Piemontec/o MAIS - Via Saluzzo 23, 10125 TorinoTel. +39.011 657972 - Email: [email protected] ad Haiti e integrazione in Italia. Sono questi i due obiettivi per cui COOpI piemonte ha lavorato in questi mesi. A maggio, si è tenuto in un locale di torino un aperitivo solidale: l’incasso è stato devoluto per aiutare la popolazione terremotata di Haiti. Molto impegno, invece, per quanto riguarda l’integrazione in Italia. Inizialmente con un happening teatrale ‘passi per l’integrazione’, presso il Giardino d'Inverno a torino, dedicato alle tradizioni orali e scritte narrate da Cheikh Bayefall, attore e cantastorie senegalese. Infine i volontari piemontesi hanno partecipato alla festa conclusiva di "In piazza s’impara" in piazza della Repubblica a torino, realizzata in collaborazione con il progetto the Gate, con presentazione di letture bilingui e improvvisazioni dedicate ai bambini, in compagnia del narratore e percussionista Abuy Nsele. testi e fiabe provenienti da Congo, Senegal e Somalia letti e interpretati in lingua madre e italiano accompagnati da intrattenimenti per i più piccoli.

CO O P I N E W S

23Da l l' i ta l i a

a cura di Marcello Volta e Valentina Iacovelli

Sono vari i percorsi di educazione allo sviluppo e all’intercultura proposti agli studenti delle scuole primarie e secondarie e ai loro insegnanti, per informare e sensibilizzare sui temi legati alla cooperazione internazionale e alla tutela e promozione dei diritti umani. COOpI, grazie alla collaborazione dei propri volontari, realizza incontri e attività direttamente nelle classi, attraverso un approccio interattivo che favorisce la partecipazione degli studenti nei processi di apprendimento, con l’intento di renderli protagonisti in prima persona della lotta alla povertà e alle discriminazioni e promotori dei propri diritti.tra gli strumenti a disposizione delle scuole, e di altri enti o spazi espositivi che ne facciano richiesta, ci sono anche numerose mostre, per conoscere e approfondire le aree di intervento di COOpI e avviare una riflessione e una discussione critica sui temi legati allo sviluppo. Di seguito una sintesi dei progetti a sfondo ambientale promossi per l’anno scolastico 2010-2011.

Scopri le proposte di CooPi per la scuolaCOOPI organizza numerosi percorsi di educazione allo sviluppo e all'intercultura. Per conoscerli tutti vai sul sito www.coopi.org o contattaci direttamente! Di seguito, una selezione dei progetti dedicati all'ambiente.

Per maggiori informazioni su tutti i progetti educativi di COOpI: www. coopi.org

Per iscrizioni: Valentina Iacovelli, tel. 02- 3085057 int. 223,

Email: [email protected]

GoCCE D’aCQuaUn sesto della popolazione mondiale non ha accesso all’acqua pulita. Circa 2,5 miliardi di persone non ha accesso a servizi igienico-sanitari. Il settimo obiettivo di sviluppo del millennio riguarda proprio l’acqua e punta a dimezzare, entro il 2015, la percentuale di persone che non ne hanno accesso.

Per parlare di questi temi e far capire ai giovani quanto è importante questa risorsa per il futuro del pianeta, la nostra organizzazione ha progettato una serie di incontri con le scuole, per favorire l’adozione di uno sguardo critico sulla realtà che ci circonda e di comportamenti responsabili verso un uso sostenibile dell’acqua anche nel nostro mondo.

Il percorso proposto da COOPI si realizza in tre incontri: il primo mira a far riflettere sull’importanza delle risorse idriche e sugli squilibri esistenti tra nord e sud del mondo; il secondo punta al concreto, cercando di incoraggiare gli studenti ad adottare comportamenti responsabili nel loro uso delle risorse; l’ultimo vuole dare degli strumenti per preservare la disponibilità d’acqua sul nostro pianeta, partendo dall’uso che ne viene fatto.

il tuo aMBiEntE Più GiuStoSono più di 25 milioni le persone costrette ad abbandonare il proprio habitat di vita a causa della siccità, l’erosione del suolo della desertificazione e la deforestazione oltre che, naturalmente, a causa dell’estrema povertà. Il progetto “Il tuo ambiente più giusto” mira proprio a sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi e sull’importanza dell’ambiente nel prevenire e ridurre la povertà nel mondo.

Gli obiettivi sono quelli di coinvolgere attivamente studenti e studentesse delle scuole primarie, attraverso la produzione di un elaborato finale, guidarli a sviluppare un percorso critico sulla realtà che li circonda e stimolare l’adozione di comportamenti e stili di vita in equilibrio con l’ambiente naturale.

Le classi coinvolte parteciperanno a due incontri, della durata di due ore ciascuno, divisi in due parti: prima si affronteranno in modo trasversale i temi dell’educazione ambientale e dello sviluppo sostenibile; poi i bambini e le bambine lavoreranno in gruppi e saranno guidati alla realizzazione di un poster che rappresenti la loro idea di “ambiente giusto”.

FutuRo Di SaBBia Le aree desertiche del nostro pianeta si stanno allargando sempre di più, minacciando oltre un miliardo di persone. per far conoscere alle scuole italiane quali sono gli enormi rischi della siccità che sta colpendo sempre di più la terra, il progetto, rivolto a studenti e studentesse delle scuole secondarie superiori, è organizzato in due appuntamenti, in cui si parlerà dei motivi ambientali per cui la desertificazione si sta sempre di più allargando e della questione dei rifugiati ambientali, cioè le persone costrette a spostarsi a causa della siccità. Gli studenti saranno coinvolti attraverso l’utilizzo di un kit didattico formato da otto schede tematiche sul tema.

Scuola Primaria IV Circolo Didattico Grosseto, Classe III B, progetto "Il Tuo Ambiente più Giusto". Ph. Giulia Bianchini

MoStRa BaMBini SolDatoSensibilizzare l'opinione pubblica sullo sfrut-tamento dei bambini nelle guerre. È l'obietti-vo della mostra fotografica “Alla guerra non ci gioco”, nata dalla collaborazione tra l'as-sociazione Nova Multimedia e la Coalizione Italiana della campagna “Stop all'uso dei bambini soldato!”, con la collaborazione delle ong Alisei, Amnesty International-Sezione Italiana, COOPI, Intersos, Terre des Hommes Italia e Save the Children Italia.La mostra è stata presentata a Milano e Firenze nel maggio scorso ed è itinerante! Se sei interessato a portarla nella tua città manda una mail alla Prof.ssa Dianora Bardi: [email protected].

Milano FilM FEStivalIl Milano Film Festival e COOPI hanno lan-ciato per il secondo anno consecutivo il con-corso “NGO WORLD VIDEOS - Reportage dal Sud del mondo”, cui partecipano i filma-ti prodotti o commissionati da ONG e asso-ciazioni umanitarie italiane e internazionali.I cortometraggi selezionati verranno pro-iettati all’interno della dieci-giorni di Festival che si terrà dal 10 al 19 settembre 2010 in alcuni spazi della città di Milano, tra cui il Piccolo Teatro, il Parco Sempione, il Teatro dal Verme e l’Acquario Civico. È previsto un incontro sulla comunicazione sociale a cui parteciperanno autori e giuria dell’NGO WORLD VIDEOS”, al termine del quale sarà assegnato il premio al miglior video.Per informazioni: www.milanofilmfestival.it o www.coopi.org

24M o n D o Co o P i

di Domenico Porco

Kayin è uno dei tanti bambini che lottano ogni giorno contro la povertà. Nella sua vita ha conosciuto violenza e miseria, ma ha ancora tanta voglia di vivere e di sperare in un futuro migliore. COOPI dal 1965 lavora nel mondo per aiutare le persone come Kayin a conquistare una vita più serena e per farlo ha bisogno del sostegno di tutti, anche del tuo. Disponi un lascito, anche piccolo, a favore di COOPI: il tuo testamento si trasformerà in acqua, scuole, cure sanitarie e in un sorriso nella vita di chi è meno fortunato. Grazie.

Fai un lascito a COOPI, perché non c’è passato senza futuro.

ContattaciCOOPI - Cooperazione Internazionale ONG OnlusVia De Lemene 5020151 MilanoT: 02 30.85.057W: www.coopi.orgE: [email protected]

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Il tuo testamento può far sorridere

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CooPi aDERiSCE allE linEE GuiDa SaDCOOPI ha aderito alle ”Linee Guida per il Sostegno a distanza”, un importante strumento approvato dall’Agenzia delle Onlus. Con la realizzazione delle Linee Guida, l’Agenzia intende riconoscere l’alto valore etico e sociale del Sostegno a distanza. Esso, infatti, non solo permette al singolo donatore di partecipare alla tutela dei diritti dei bambini più svantaggiati, ma rappresenta anche uno strumento di educazione alla mondialità e all’interculturalità in Italia.Le Linee guida rappresentano un mezzo per tutelare il donatore e il beneficiario degli interventi. Le associazioni che aderiscono alle Linee Guida, infatti, sono tenute a rispettare una serie di impegni relativi alla redazione di documenti informativi, nonché alla tutela della privacy del beneficiario.Noi di COOPI siamo molto orgogliosi di far parte dell’elenco delle organizzazioni che hanno aderito alle Linee Guida del Sostegno a distanza, i cui principi caratterizzano da sempre il nostro modo di lavorare! Per maggiori informazioni: www.ilsostegnoadistanza.it

COOpI desidera ringraziare la casa di produzione uRBanSCREEnlaB, che ci ha donato due settimane di passaggio dello spot di promozione del Sostegno a distanza e del video"Io non me ne frego", dal 20 maggio al 3 giugno, sul megaschermo di piazza Duomo, a Milano.