ID NEWS Giugno 2008

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GRUPPI di ACQUISTO SOLIDALE acquistare naturale contenendo la spesa VERSO un FUTURO SOSTENIBILE la risposta delle imprese ENERGIA PULITA dalla STALLA il recupero delle deiezioni equine 40 19 43 leviedelbenessere giugno2008 rivista di informazione a cura di Idroelettrica srl www.idnews.net [email protected] Anno XXI - Maggio 2008 - IDROELETTRICA NEWS. Periodico di informazione trimestrale a distribuzione gratuita - reg. Trib. Siena n. 664 del 21 aprile 1998 - Tariffa pagata P.D.I. - DCB/SIENA/PDI/17/2004 VALIDA DAL 22.03.2004 - Editore: Idroelettrica srl - strada prov.le colligiana, 44 - 53035 - monteriggioni (siena) - tel. +39 0577 306154 fax +39 0577 306156

Transcript of ID NEWS Giugno 2008

GRUPPIdiACQUISTOSOLIDALE

acquistare naturale contenendo la spesa

VERSOunFUTUROSOSTENIBILE

la risposta delle imprese

ENERGIAPULITAdallaSTALLA

il recupero delle deiezioni equine

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leviedelbenessere

giugno2008

r i v i s t a d i i n f o r m a z i o n e a c u r a d i I d r o e l e t t r i c a s r l w w w. i d n e w s . n e t i n f o @ i d n e w s . n e t

Anno XXI - Maggio 2008 - IDROELETTRICA NEWS. Periodico di informazione trimestrale a distribuzione gratuita - reg. Trib. Siena n. 664 del 21 aprile 1998 - Tariffa pagata P.D.I. -DCB/SIENA/PDI/17/2004 VALIDA DAL 22.03.2004 - Editore: Idroelettrica srl - strada prov.le colligiana, 44 - 53035 - monteriggioni (siena) - tel. +39 0577 306154 fax +39 0577 306156

BENESSERE&SALUTE6 Vedere meglio per vivere meglio di Giuseppe Greco

BUONVINOfaBUONSANGUE10 Castello di Fonterutoli

MENSSANAinCORPORESANO13 Il mito del wellness

LABUONATAVOLA15 Slow food. Una filosofia per cambiare il mondo17 2008. L’anno della patata

RICERCA&INNOVAZIONE19 La scuderia diventa energia di Enrico Sernini22 Montepaschi a sostegno delle energie rinnovabili23 Recupero energetico. La combustione di A. Massimo Dattilo27 La cattura della CO2 di Lidia Lombardi e Andrea Corti31 Il calore del legno

PROVATI&CONSIGLIATI33 Relais Borgo Scopeto

IPERCORSIdell’ANIMA36 Giovanni Fattori, il genio della “macchia”38 Terra Futura. “Buone pratiche” di sostenibilità

NONSOLOSOLDI40 Un futuro sostenibile di Angelo Riccaboni43 GAS. Gruppi Acquisto Solidale

SOSPIANETAAZZURRO46 Sos Animali

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idnews. le vie del benessere

DIRETTORE RESPONSABILEDr. Luca Luchini

COMITATO SCIENTIFICOProf. Claudio Rossi - Università di SienaProf. Andrea Corti - Università di SienaProf. Alessandro Donati - Università di SienaProf. Giuseppe Greco - Prof. a contratto, Università di SienaDr. Steven Loiselle - Ricercatore, Università di SienaDr. Luca Bracchini - Assegnista, Università di SienaDr. Dino Dattilo, Borsista - Università di SienaDr. Antonio Tognazzi - Assegnista, Università di SienaDr. Avv. Riccardo Randisi

REDAZIONE IDNEWSIdroelettrica s.r.l.strada prov.le colligiana, 4453035 monteriggioni . siena [email protected]

progetto grafico&impaginazioneSerena Fineschi . IDROELETTRICA srl .

stampaLitomodulistica Il Torchio snc

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LA PAROLA AL DIRETTORE

La società Idroelettrica srl èda tempo all’avanguardianel settore dei sistemi dienergie alternative e di im-pianti alimentati con fonti

rinnovabili. Un costante impegno nellaconvinzione che questa sia la stradagiusta per contribuire a risolvere unodei problemi più gravi che nell’attua-lità riguardano il nostro pianeta ecioè il miglioramento e la salvaguar-dia dell’ambiente.Dopo anni di difficili battaglie, fortu-natamente oggi la sensibilità gene-rale verso i problemi relativi aldegrado ambientale e l’attenzionealla nostra salute, ed a quella di chiverrà dopo di noi, è cresciuta sensi-bilmente. Così Idroelettrica ha de-ciso di provare ad offrire un ulteriorecontributo per facilitare la cono-scenza e l’utilizzo delle fonti rinnova-bili non inquinanti, inesauribili,rispettose dell’habitat naturale, ed altempo stesso economicamentevantaggiose per il consumatore.

Mauro Salvini, manager dell’Idroe-lettrica, oltre a sempre più precisi

approfondimenti di carattere tecniconello specifico settore dell’uso difonti rinnovabili, ha ritenuto utile of-frire un prodotto che affronti i molte-plici e variegati settori che possonocontribuire a migliorare la nostravita, sia nell’immediato quotidianoche in prospettiva futura.

La scelta della testata, “ID news. Levie del benessere”, nelle nostre in-tenzioni dovrebbe già spiegarel’indirizzo che intendiamo dare allaneonata rivista.Parleremo dunque anche di am-biente, medicina, attività sportive,gastronomia, enologia, turismo, artee cultura, cercando di offrire utiliconsigli ai nostri lettori, usando unlinguaggio comprensibile a tutti, ma,allo stesso tempo, con rigorosa at-tenzione alla scientificità dei nostriinterventi. Ogni argomento verràtrattato nell’intento di contribuire alraggiungimento di una vita più se-rena, tranquilla e (perché no?) pia-cevole.

E lo faremo avvalendoci di presti-

giose collaborazioni, prima fra tuttel’Università agli Studi di Siena, no-stro patner ufficiale in questa nuovaavventura editoriale, da sempre pre-zioso collaboratore nel percorso diricerca scientifica – tecnologica del-l’Idroelettrica.Al contributo offerto dai docenti delplurisecolare ateneo senese si af-fiancheranno interventi di apprezzatiluminari della medicina nelle suevarie specializzazioni e novità diaziende leader nel loro settore conle quali Idroelettrica si vanta di averesperimentati e consolidati rapporti dicollaborazione.E ancora approfondimenti di famosienologi e cuochi, esperienze di im-prenditori all’avanguardia nel settoreturistico e della produzione ed ali-mentazione biologica, oltre a notizieutili e curiose. L’interesse ed i consi-gli dei nostri lettori rappresente-ranno la stella polare alla quale farecostante riferimento per cercare dioffrire un prodotto che possa essereal tempo stesso utile e gradevole.

Attendiamo il vostro responso.

LeVIEdelBENESSERE

Luca Luchini

BENESSERE&SALUTE

LABUONATAVOLA

MENSSANAinCORPORESANO

RICERCA&INNOVAZIONE

NONSOLOSOLDI

IPERCORSIdell’ANIMA

PROVATI&CONSIGLIATI

SOSPIANETAAZZURRO

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SERESALU

TELA BUONATAVOLAINNOVAZIONEMENSANAINCORPORESANOAMBIENTERICER

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“EVERY GREEN”la nuovaRELIGIONE

VEDERE MEGLIO perVIVERE MEGLIOcome affrontare

cataratta e presbiopiaGiuseppe Greco

Professore a Contratto, Università di Siena

Siamo nel terzo millennio, lapossibilità di superare lebarriere dell’età migliorandole funzioni è per ora vincolataall’evoluzione della tecno-

logia e della chirurgia. Il percorso evo-lutivo intrapreso dall’uomo, fino a questopunto, è legato a doppio filo al con-cetto di “immortalità”, e non solo del-l’anima.“Every green” è il dictact della mo-derna società, cosìdetta, evoluta; se in

gioventù percorriamo 10 km a piedisenza fermarci, a sessanta anni, nedobbiamo percorrere almeno 20!Così per i canoni della bellezza già de-scritti da Fabrizio D’Acquapendente:siamo destinati a nascondere, convergogna, rughe, canizie e calvizie,con ogni sortilegio, chimico o altro.Senza contare che il profilo aquilino, lacute a “buccia d’arancia, l’ orecchio asventola, labbra sottili, zigomi scarni,mammelle “calanti”, troppo piccole o

troppo grandi, insieme ai fianchi “de-bordanti”, al ventre pendulo con om-bellico nascosto tra le pliche cutanee,la coscia tozza, il fondo schiena troppo infondo (qualcuno lo pretende altezzaombellico), le varici debuttanti el’alluce valgo, sono pressocchè ban-dite.

A questo proposito possiamo imma-ginare come venga accettata la dimi-nuzione “senile” della vista, in senso

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modazione, cioè della capacità di messaa fuoco del cristallino) per l’indurimentoo sclerosi della lente, che per il suo opa-camento con il relativo annebbia-mento della vista.

LA CATARATTA

Cenni anatomici.

Subito dietro l’iride, c’è il cristallino.Questo è una lente, della grandezzadi un bottone di camicia, che serve afocalizzare le immagini sulla retina. E’un processo di opacizzazione del cri-stallino. Ciò comporta una progressivadiminuzione della funzione visiva, fino arendere impossibile lo svolgere di una nor-male vita lavorativa e di relazione. La cata-ratta è una malattia della terza età, anche seè possibile registrarla in giovane età,sporadicamente o associata a sin-dromi sistemiche.

Sintomatologia.

Inizialmente si ha solo una diminu-zione qualitativa della vista, per esem-pio difficoltà nella guida notturna, o lavisione di aloni luminosi intorno ad unalampadina.

Successivamente una progressiva di-minuzione qualitativa e quantitativa dellavisione fino alla cecità.

Cosa fare.

L’unico trattamento possibile è di tipo chi-rurgico. La tecnica maggiormente in uso èla facoemulsificazione, cioè la rimozionedella cataratta mediante l’uso degli ultra-suoni.

Quando operare la cataratta.

Attualmente si tende ad operare lacataratta quando il paziente manife-sta le prime difficoltà conseguenti alcalo del visus.Non è necessario, come in passato,aspettare la maturazione della cata-ratta. Anzi, attualmente, questo è sconsi-gliato a causa della maggiore quantità diultrasuoni che è necessario utilizzareper asportare le cataratte mature, quindipiù dure. L’intervento si effettua in anestesia locale(peribulbare) o topica (gocce). La durata èdi circa dieci minuti e consiste nella fram-mentazione ed aspirazione, della cataratta,mediante gli ultrasuoni, attraverso unforo di 3 mm. La stessa apertura è uti-lizzata per introdurre una lentina in-traoculare (o cristallino artificiale inPMMA o Acrilico o PDMS).

Decorso post-operatorio.

Nelle prime ore dopo l’intervento è consi-gliabile rimanere in casa seduti in poltrona.Nel giro di qualche giorno si potranno ri-prendere i normali ritmi di vita. Per due setti-mane è sconsigliata ogni forma di attivitàsportiva.

Terapia.

Si tratta semplicemente di instillare dei col-liri antibiotici, cortisonici e anti-infiammatorinon steroidei per alcuni giorni, più una co-pertura antibiotica, per bocca, per cinquegiorni.

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la cataratta è unamalattia dellaterza età.

Biomateriali:La storia del PMMA

Alla fine della seconda guerra mon-diale Harold Ridley osservò che pic-cole particelle delle volte trasparenti diaerei cacciabombardieri erano bentrattenute dall’occhio dopo essersi in-fisse nello stesso. Questo fatto fu statocomunicato ai fabbricanti delle volte diquesti aerei, informandoli inoltre cheun materiale con tali caratteristichesarebbe risultato idoneo all’uso in of-talmologia (questo materiale era ilpoli-metil-metacrilato, PMMA). Ridley era inizialmente interessato allapredisposizione di lenti intraoculari perla sostituzione del cristallino. Lo stu-dio si indirizzò anche alla prepara-zione di protesi per condotti lacrimali,lenti a contatto ecc.). Nella fase di studio iniziale il PMMA,come materiale innovativo, era statorealizzato a fini bellici per l’uso nellecapotte trasparenti dei velivoli militari,grazie alle caratteristiche specificheche sono, trasparenza, durezza e re-sistenza al calore.Per ottenere questi requisiti serviva unmateriale con alto grado di purezza e

di polimerizzazione, cioè un mono-mero sostanzialmente libero da impuritàe un polimero libero di metil-metacrilatomonomerico. Dagli anni 40 il PMMA diventò un ma-teriale di enorme interesse commer-ciale, seppur con variazioni dello stessorispetto a quelle d’utilizzo militare. Successivamente agli anni ‘40-‘50 lachimica migliorò le conoscenze inquesto settore e si crearono materialisempre più sofisticati e più disponibilisul mercato, anche medicale, rispetto alPMMA il quale mantiene comunque ele-vate qualità ottiche e di bio-tolleranza,o biocompatibilità. Infatti il PMMA oggi uti-lizzato è realizzato e migliorato nei se-guenti aspetti: maggior purezza, nessunuso di additivi, catalizzato da perossidodi benzolo e possiede un contenutomolto basso di monomero non poli-merizzato.

PRESBIOPIA

I cristallini accomodativi

La presbiopia è quel processo fisiolo-gico di invecchiamento dell’occhio percui si perde la possibilità di mettere a

fuoco le immagini da vicino (ad esem-pio, leggere il giornale o infilare l’ago).In questi casi è possibile impiantareun cristallino artificiale accomodativoche consentirà di annullare la presbio-pia.Questa nuova tecnica chirurgica ripri-stina il naturale meccanismo di “auto-focus” che, dopo i quaranta anni, tende abloccarsi; pertanto non saranno neces-sari gli occhiali da lettura.La contrazione del muscolo ciliare com-porta lo spostamento in avanti della len-tina intraoculare, permettendo così lamessa a fuoco delle immagini da vi-cino.

L’uso combinato delle nuove metodi-che chirurgiche, dei materiali altamentebiocompatibili e delle innovative tecnicheanestesiologiche rendono possibili risultatiinimmaginabili solo fino a pochi anni fa.Si tratta, infatti, di interventi di alta micro-chirurgia in cui l’esperienza e l’abilità delchirurgo e di tutta l’equipe operatoria, uni-tamente all’uso di sofisticate apparecchia-ture, giocano un ruolo fondamentale nelconseguimento del risultato.

Il percorso EVOLUTIVOintrapreso dall’uomo è legato al concetto di “immortalità”

la presbiopia è quelprocesso fisiologicodi invecchiamentodell’occhio.

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CASTELLOdiFONTERUTOLI

Le vicende di una terra difficile, ma generosa, e di una fami-glia nobiliare si intrecciano da oltre sei secoli per dar vita adun vino al top della produzione nazionale.

Le innovazioni in agricolturasono sempre scelte difficili,perché si rischia di alterarefragili equilibri e di modifi-care tradizioni che sem-

brano far parte integrante del territorio.Ancora più difficili se le varie genera-zioni di una famiglia si identificano to-talmente in quel borgo e quei vignetiche sono stati parte integrante dellavita di decine di generazioni, addirit-tura dal lontano 1435.

I Marchesi Mazzei sono però riuscitinell’impresa, unendo tradizione a mo-dernità, esperienze antiche comel’uomo a tecnologie all’avanguardia,anticipando sempre quelle che poisarebbero divenute le tendenze delsettore.

Come quando il marchese Lapo, su-bito dopo la guerra, abbandonò lamezzadria ed i vigneti a coltivazionepromiscua per indirizzarsi quasiesclusivamente alla produzione divino (unica eccezione un po’ di olioextra vergine di oliva di ottima fra-granza), o alla fine degli anni ’60quando l’azienda passò da una logicadi mercato locale all’esportazione, in-troducendo una meccanizzazioneparziale, ma specializzata.

Tutto con la grande voglia di speri-mentare, prendendo atto della tipolo-gia dei terreni per ottenere la migliorequalità del prodotto finale, con grandeattenzione ai fattori meteoclimatici eusufruendo dell’esperienza di enologied agronomi.

La particolarità di Fonterutoli, 117 et-tari di vigneti, è data dalla diversità deiterreni che contraddistinguono la pro-prietà. Considerato che le altitudini va-riano dai 250 ai 500 metri, con differenziatecondizioni microclimatiche, e le diversecomposizioni del terreno, ogni singolaparcella ha caratteristiche particolariche vengono valorizzate con atten-zione e scientificità.La scelta fatta dai Mazzei è stata in-fatti quella di valorizzare queste “diver-sità” con l’obiettivo che la somma diqueste portasse ad una “diversità as-soluta”, capace di contraddistinguereil loro vino da tutti gli altri della zona. Inogni singola parcella, così, sono statirifatti gli impianti, allargati i terrazza-menti cercando di dare ad ognuno diloro la giusta inclinazione

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verso i raggi del sole, studiate e sele-zionate varietà di uva e di cloni. Unapproccio micro, e non macro, ai sin-goli terreni, un lavoro di ricerca, un dif-ficile mosaico, quasi di cesello, chedura da oltre trenta anni e che nonpuò considerarsi mai terminato, anchese il grande lavoro fatto per elevare laqualità oggi ha già dato i suoi frutti.

I Mazzei, infatti, possono affermarecon orgoglio che nell’attualità, in que-sto settore, Fonterutoli è l’azienda piùavanzata di tutto il Chianti Classicoavendo il 100% di vigneti fatti con cri-teri “moderni” (parola pronunciata conun po’ di esitazione), con una densitàdi impianto molto più alta di quella tra-dizionale. A Fonterutoli, infatti, ci sono7.500 piante ad ettaro, quando lamedia è 2.500, con rese di un terzo –un quarto inferiori a quelle consuete(non oltre 800 grammi d’uva perpianta).

Per valorizzare quanto fatto fino adoggi, nel 2003 è partito il progetto

della nuova cantina, un’imponentestruttura di 10.000 metri quadri, ca-pace di esaltare al massimo la diso-mogeneità dei terreni e la diversitàdelle 110 diverse parcelle di Fonteru-toli. Ben 74 vasche permettono che leuve raccolte a diversa altitudine, e congrado di maturazione differenziata fraloro, subiscano processi di fermenta-zione “personalizzati”. Considerato che lavendemmia (tutta manuale, natural-mente!) si protrae per oltre un mese emezzo, si arriva addirittura a ben 160diverse fermentazioni.

Autrice del progetto della cantina èstata l’architetto Agnese Mazzei, so-rella di Francesco e Filippo, tra l’altro componente delConsiglio di Amministrazione di Fon-terutoli, capace di dar vita ad un ele-gante contenitore ad uso di un rigorosoconcetto di produzione qualitativa, an-ziché lanciarsi nell’impresa di unastruttura magari architettonicamentebellissima, ma inadatta alle esigenzedell’azienda.

L’enologo storico di Fonterutoli,Giulio Gambelli, ha una singo-lare capacità. E’ infatti in grado diriconoscere con sicurezza, sol-tanto assaggiando un vino delChianti, la sua zona di prove-nienza. Da circa quaranta anni inazienda il suo principale “stru-mento” di lavoro è stato un ec-cezionale palato che non lo hamai tradito.

La curiosità

Agnese Mazzei - Autrice del progetto dellanuova cantina di Fonterutoli

Lapo Mazzei con i figli Filippo e Francesco

“Fonterutoli èl’azienda piùavanzata di tutto ilChianti Classico”

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Il meticoloso percorso qualitativo com-piuto, l’attenzione e la professionalitàdel personale, le caratteristiche delterreno, ricco di scheletro sassoso,povero ma al tempo stesso di grandevocazione, e le particolari condizionimicroclimatiche, permettono ogni anno laproduzione di vini eleganti, ma potenti,con una grande personalità, capacirealmente di distinguersi dalla concor-renza e di occupare un posto di primopiano nel panorama viti-vinicolo mon-diale.A Fonterutoli si producono quattro vinirossi. Il “vino-bandiera” dell’azienda èil Castello di Fonterutoli, un Chianticlassico di profilo molto alto, frutto didiversi cloni di Sangiovese con unapiccola aggiunta di Cabernet Sauvi-

gnon, che raccoglie l’uva dei migliorivigneti dell’azienda.Il cavallo di battaglia dei MarchesiMazzei è Fonterutoli, prodotto conSangiovese e, in piccola quantità,Malvasia Nera, Colorino e Merlot.Un Chianti Classico che per i suoiequilibri è da sempre considerato unodei più grandi vini della categoria.Per gli appassionati, però, il vino iconaè Siepi, “Cru” da uve Sangiovese(50%) e Merlot (50%), che provengonodall’omonimo vigneto di soli sei ettari. Un vino blasonato, di grande spes-sore ed originalità.Infine, Poggio alla Biodola, pro-dotto con uve di Sangiovese e Merlot,provenienti dalla parte più alta deivigneti, unisce struttura e morbidezza.

Il cavallo di battaglia deiMarchesi Mazzei èFonterutoli, prodotto conSangiovese e, in piccolaquantità, Malvasia Nera,Colorino e Merlot.Un Chianti Classico cheper i suoi equilibri è dasempre considerato unodei più grandi vini dellacategoria.

Da sottolineare la scelta compiuta dai marchesi Mazzei nella costruzione della nuova cantina.Uno degli obiettivi, infatti, è stato di dar vita ad un progetto che avesse un basso impatto ambien-tale, riducendo al massimo l’utilizzo di energia. La grande e funzionale struttura, così, si sviluppasu tre piani. Sfruttando la forza di gravità si riesce a minimizzare l’uso di pompe con un notevolerisparmio. La barriccaia, inoltre, posiziona i suoi 3.000 metri quadri completamente sotto terra, acontatto con la roccia viva. Cinque falde di acqua sorgiva permettono di abbassare la tempera-tura in estate e danno un grado di umidità ottimale con una temperatura che non ha bisogno diinterventi di riscaldamento neppure d’inverno.Facile intuire quale sarebbe stato il consumo di energia ed il relativo impatto ambientale se tuttala superficie avesse avuto bisogno di impianti di condizionamento.

PRODURRE UN OTTIMO VINO RISPETTANDO LA NATURA

Filippo e Francesco Mazzei

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ilMITOdelWELLNESS

Anche gli italiani, ormai, sembrano essere sempre più attrattidalla ricerca del benessere, inteso non soltanto in senso fisico.

Mens Sana in corporesano. Un tempo eraquesta l’affermazioneprincipe che spingevai giovani, soprattutto gli

studenti, a praticare lo sport. Esistevainfatti la certezza che mettere in motoi propri muscoli garantisse quella giu-sta quantità di ossigeno al cervello in-dispensabile per raggiungere notevolirisultati in ogni settore.Uno stimolo molto utile, perché prati-care sport a livello dilettantistico con leattrezzature, le strade ed i mezzi di al-lora costava enormi sacrifici.Nell’attualità la parola chiave è Wel-lness, termine difficilmente traduci-bile in italiano, perché ridurre tutto algenerico benessere appare abba-stanza limitativo.Le nuove generazioni, infatti, più chedi uno stato fisico ottimale, sempre piùnecessario per poter essere all’altezzadella vita sociale e professionale, sem-brano aver bisogno di una specie di fi-losofia che possa uniformare e guidare laloro esistenza.Oggi l’esercizio fisico è importante ma, dasolo, sembra non bastare più!

Occorre ricercare la serenitàdell’anima, trovare nuove mo-dalità per rilassarsi, seguire conattenzione regimi di alimenta-zione che illudano di poter eli-minare i veleni della vita moderna(non solo metaforicamente), riu-scire ad apprezzare il nostrocorpo, vivere in pace con noistessi.Tutto fatto nella maniera piùscientifica possibile, natural-mente, seguendo ogni volta ladieta di moda o la tecnica lan-ciata dal divo di turno, avvalen-dosi del personal trainer o disofisticati strumenti da palestra,nella convinzione che il benes-sere del corpo porterà con seanche quello dell’anima.Cosa non meno importante,però, le modalità di vita sceltedevono produrre anche queimiglioramenti estetici che nel-l’attualità sembrano rappresentarel’unica vera chiave per raggiungere, omantenere (talvolta impresa ancorapiù difficile!), il successo.

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Il bacino di utenza del Wellness è oggidifficilmente quantificabile ed in conti-nua espansione.Prova ne sia il successo riportato daRiminiWellness 2008, che ha vistoconfluire nella cittadina adriatica quasidue milioni di persone ed attirato ben330 aziende specializzate nel settore.La grande manifestazione, che già loscorso anno aveva riscosso un grandeconsenso di pubblico, ha mantenuto ladivisione fatta a suo tempo, indivi-duando in sei distinte sezioni la stradaper raggiungere il benessere el’armonia con il proprio corpo el’ambiente che ci circonda.Così la moltitudine di visitatori si è di-visa fra i padiglioni del fitness, sport fa-shion, danza e sport fashion, turismowellness, wellnessfood e contract edesign.Termini sulla carta un po’ ostici e inde-cifrabili, che però altro non sono chela ricerca di esercizi fisici personaliz-zati, strumenti all’avanguardia, nuovediete che illudano di prevenire o ri-durre i rischi di malattie, piacevolimassaggi con tecniche innovative.Senza dimenticare l‘attenzione nel cer-care di prolungare il wellness anche a li-vello di arredo e di architettura nellepropria casa.Centinaia di ore di lezioni guidate daeccellenti istruttori, sedute di Acquafit-ness svolte nella più grande area dipiscine indoor mai realizzata, prove disofisticati congegni scientifici applicatialla ginnastica e menù studiati (utiliz-zando anche prodotto naturali e bio-logici) per garantire ad ognuno lasoluzione dei propri problemi, hannoriscosso enorme successo, a con-

ferma dell’importanza attribuita dallasocietà moderna al mito del Wellness.Di non poca importanza, infine, la possi-bilità di fare tutto in comunione con glialtri, perché insieme sembra di duraremeno fatica e si ottengono migliori ri-sultati.

Più siamo, più ci si diverte, sembraessere la nuova massima da adottaree condividere, anche perché, oggi piùche mai, la solitudine fa sempre piùpaura.

2008TUTTI I NUMERI

15.18 MAGGIO

Nei quattro giorni, record di pubblico con un incremento di visitatori del 30% rispetto al

2007.

Ecco alcuni numeri che hanno contribuito a determinare il successo di RiminiWellness 2008:

13 padiglioni, 330 aziende (tra dirette e rappresentate) oltre 150 mila metri quadrati oc-

cupati (di cui circa 90.000 indoor e 60.000 outdoor), la più estesa area acqua indoor mai

realizzata prima, con 300 mq di vasche, 27 palchi (2 pilates, 5 acqua, 2 ballo, 1 danza, 3

spinning, 12 fitness, 2 rowing), 1200 mq dedicati agli incontri business, 400 presenter, più

di 1000 ore di lezioni, 5 eventi speciali oltre 100 eventi notturni.

La formula vincente delle due aree, diverse ma complementari tra loro, la W-PRO, dedicata

al pubblico professionale, e W-FUN, a quello degli appassionati, hanno completato l´evento

e le sue 6 anime, icone del vivere bene: Fitness, Benessere-Bellezza, Sport&Fashion

Dance, WellnessFood, Turismo Wellness e Contract Design. Grande risposta positiva

per le novità dell´anno: l´alimentazione dietetica e funzionale nel WellnessFood, il ballo nel

W-Dancee l area del Contract Designche inaugura da quest´anno una nuova sezione dedicata

all´arredamento e architettura degli interni.

Per le aree fitness, a RiminiWellness decine di presenters da Stati Uniti e Australia con

masterclass in una ´non stop´ con famose star internazionali come il sud americano Dor-

man Racines, il famoso coreografo Kevin Stea, le sensuali Madonna Grimes e Sayo-

nara Motta e il mitico Paolo Evangelista, presente in versione anche ´virtuale´.

Oggi l’eserciziofisico è importante,ma da solo nonbasta più.

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SLOWFOODuna filosofia per cambiare

lentamente il mondo

Un intreccio di saperi e sa-pori che non riguardanosoltanto il cibo, ma che daesso sono strettamente di-pendenti. Un insieme di

obiettivi, sulla carta molto diversi fraloro, legati a doppio filo. Un serio la-voro di volontariato che contraddistin-gue l’impegno dei vari rappresentantidell’associazione.Queste alcune delle caratteristiche diun movimento che lentamente (e sul-l’importanza di quest’ultimo termine cisoffermeremo in seguito) sta cercando dicambiare il mondo muovendosi da unpunto di partenza talvolta sottovalutatoda molti: la convivialità e il piacere.Una grande e variegata comunità in-ternazionale che annovera fra le suefila produttori e consumatori, chef,massaie, ambientalisti, studiosi e gour-met che hanno trovato in Slow Foodun interesse comune.Slow Food significa ormai molte cose.Ad esempio attribuire la giusta impor-tanza al piacere legato al cibo, inse-gnando (ed imparando) a godere delladiversità delle ricette e dei sapori, a ri-conoscere la varietà dei luoghi di pro-

duzione e dei suoi autori, a rispettare iritmi delle stagioni e del convivio.Ecco che prepotentemente torna ilconcetto di “lentezza”, intesa comecapacità di recuperare ritmi esisten-ziali compatibili con una qualità di vitache purtroppo oggi abbiamo spessodimenticato, coniugare il piacere ali-mentare con produzioni ricche di tra-dizione e in armonia con gli ecosistemi.Slow Food intende difendere i “saperilenti”, quelle conoscenze che scom-paiono insieme alle culture del cibo,lavorando in profondità per la sosteni-bilità delle produzioni alimentari.E tutto questo, nella filosofia di SlowFood, vuol dire agire per la salute dellaTerra e la felicità delle persone. Le at-tività di Slow Food non si limitano acorsi, degustazioni, cene e viaggi, pro-mossi a livello locale, come taluni vo-gliono riduttivamente sostenere, mapartendo da questi si rivolgono adobiettivi di ben altro spessore, quali ladifesa della biodiversità. In una società nella quale si assiste aduna inarrestabile omologazione deipasti, educare al gusto è la miglior di-fesa contro la cattiva qualità e le frodi.

Slow Foodsignifica ormaimolte cose.Ad esempioattribuire lagiustaimportanzaal piacerelegato al cibo.

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Tutelare e salvaguardare lacultura delle cucine locali edelle produzioni tradizionalicontribuisce in maniera de-terminante alla difesa dellespecie vegetali e di animalia rischio di estinzione, ed alsostegno di un nuovo mo-dello di agricoltura menointensivo e più pulito.Cultura eno-gastronomicanon vuol dire soltanto mo-mentaneo godimento, maaiuta a riconoscere i cibibuoni, puliti, giusti e a sce-gliere ciò che è meglio per lenostre famiglie.

Slow Food promuove, comu-nica e studia la cultura delcibo in tutti i suoi aspetti,educando al gusto, all’ali-mentazione, alle scienze ga-

stronomiche, salvaguardandola biodiversità e le produzionialimentari tradizionali ad essacollegate, nel rispetto degliecosistemi.Non è certamente impresafacile promuovere un mo-dello alimentare diverso daquello che gli interessi econo-mici e la globalizzazione hannocercato di imporre.Una sfida difficile, nellaconsapevolezza deglienormi interessi che ruo-tano intorno al sistema diproduzione, di distribuzionee di consumo del cibo.

Ma Slow Food ci sta riu-scendo, insegnando il ri-spetto dell’ambiente, delletradizioni e delle identitàculturali, diffondendo la co-

noscenza di nozioni ormaidimenticate, ma soprattuttoeducando a quel piaceredel cibo che migliora laqualità della vita di tutti noi.

E se realmente riusciremoa sfuggire alla trappola del-l’omologazione e della frene-sia che sembra ormaicontraddistinguerci, e aprodurre e distribuire inmaniera diversa, permet-tendo a tutti di godere delproprio territorio e dei suoifrutti, il mondo sarà sicura-mente più piacevole.

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Fondata da Carlo Petrini nel 1986con il nome di Arcigola, Slow Foodè diventata nel 1989 una associa-zione internazionale. Nata a Bra,oggi conta 86.000 iscritti, con sediin Italia, Germania, Svizzera, StatiUniti, Francia, Giappone, RegnoUnito, e aderenti in 130 Paesi, SlowFood è il “movimento per la tutela eil diritto al piacere alimentare, dotto,sensibile, condiviso e responsa-bile”. Il piacere alimentare, sostengono isoci di Slow Food, non può essereriservato soltanto a élite facoltose,ma deve essere un privilegio di tutti,anche degli abitanti dei paesi piùpoveri.

Slow Food punta molto sui gio-vani. Di grande interesse l’attivitàsvolta per portare una nuova edu-cazione nel mondo della scuola,con interventi che mirano anche adaggiornare gli insegnanti e miglio-rare le mense, o progetti specificied originali quali gli “orti scolastici”.Da ricordare, infine, la creazionedell’Università degli Studi di ScienzeGastronomiche.

SLOW FOOD.Un po’ di storia

Slow Food ha datovita anche allabanca del Vino,archivio dellamigliore produzionevinicola nazionaleper promuovere ediffondere la culturadel vino in Italia.

L’importanzadei giovani

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La patata viene ingiustamente ritenuta unalimento che fa ingrassare. Infatti, 100grammi di patate conferiscono ap-pena 80 calorie, a fronte delle 260 –270 date dal corrispondente peso dipane bianco.Non è dunque la patata che fa ingras-sare, ma il condimento o i sughi con

cui viene preparata. La patata, inoltre,presenta un livello di colesterolo uguale azero!L’aspetto negativo, invece, è rappre-sentato dal basso indice di sazietàdella patata e dei suoi derivati classicied il maggior apporto calorico rispettoalle altre verdure.

L’ANNOdellaPATATA

Il 2008 è stato proclamato l’anno della patata. Impariamo aconoscere questo prezioso alimento, presenza costante sullanostra tavola.

La patata vieneingiustamenteritenuta un alimentoche fa ingrassare.

La patata è un tubero comme-stibile della famiglia delle Sola-nacee, il Solanum Tuberosum,originaria dell’America meridio-nale. Scoperta dai conqui-

statori spagnoli nel territorio compresofra il Perù e il Cile, alla fine del 1500 fuportata alla corte di Madrid.

Presentata come una curiosità bota-nica, detta “il tartufo americano”, la patatainiziò ad assumere una certa impor-tanza soltanto quando, dopo moltianni, si pensò di utilizzarne il tuberoper l’alimentazione animale e si dif-fuse in Paesi come Italia e Germaniache tenevano stretti rapporti con laSpagna.Durante il 1600, nel corso di una dellefrequenti crisi economiche e militariche caratterizzarono quel periodo sto-rico, l’uso di questa snobbata solana-cea fu esteso agli esseri umani con

molti vantaggi per tutta la società.Spesso, infatti, le invasioni di esercitistranieri, e i non meno devastanti pas-saggi di truppe “amiche”, portavanoalla distruzione di tutti i raccolti con laconseguenza che soltanto ciò che sitrovava sottoterra si salvava.

Così il tubero della patata rappresentòfrequentemente l’unica risorsa a di-sposizione della povera gente per af-frontare devastanti carestie.

Nello spazio di poco tempo la patataoccupò un posto di rilievo nell’alimen-tazione di tutte le popolazioni europee,specialmente quelle delle nazioni delcentro e del nord del vecchio conti-nente.

Nell’attualità il popolo belga ne è ilmaggior consumatore con una mediadi 200 Kg annui a testa.

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A differenza di altri alimenti, lepatate si prestano facilmentealla cottura a microonde senzaperdere i propri valori nutrizionali,a patto che siano avvolte in unfoglio di plastica bucherellatoche consenta la ventilazione e,allo stesso tempo, trattengal'umidità. Questo metodo di cot-tura dà risultati simili a quellodella cottura in forno.

Una curiosità

TIPI di PATATE normalmente in commercioPatate a pasta biancaCaratterizzate dalla polpa farinosa, adatte per essere schiac-ciate e usate nella preparazione di gnocchi, puré, crocchette.

Patate a pasta giallaDalla polpa compatta, devono il loro colore alla presenza dicaroteni. Sono eccellenti per essere lessate, cotte a vapore,arrostite, fritte e per le preparazioni in forno.

Patate a buccia rossa e pasta giallaCaratterizzate dalla polpa soda che le rende indicate per lecotture intense quali cartoccio, forno e frittura.

Patate novelleSono raccolte quando la maturazione non è ancora com-pleta. Più piccole, con buccia sottile, presentano una polpapiù tenera e dolce, ma si conservano per poco tempo.

Valore NutrizionaleDal punto di vista nutrizionale le patatesono conosciute principalmente per illoro alto contenuto di carboidrati (circa26 grammi in una patata di 150 grammi,cioè di medie dimensioni) presenti princi-palmente sotto forma di amidi.Parte di questi, resistenti agli enzimipresenti nello stomaco e nell’intestinotenue, raggiungono l’intestino crassoquasi intatti con effetti fisiologici pari aquelli delle fibre alimentari.Le patate forniscono importanti vita-mine (vitamina C e B5), potassio, traccedi tiamina, niacina, magnesio, fosforo,ferro e zinco, oltre a svariati compostifitochimici, quali i carotenoidi ed i polifenoli.Il potassio, in particolare, favorisce la di-latazione delle arterie, prevenendol’arteriosclerosi ed è importante nella contra-zione dei muscoli in generale e delcuore in particolare.

Modalità di consumo

Le patate possono essere cucinatenei modi più vari, ma è necessario chesiano cotte perché gli amidi sianoscomposti e nel contempo venga com-pletamente inattivato quel seppur bassoquantitativo di solanina che esse contengono.

La solanina è una delle tossine presentinella patata soprattutto nelle parti verdi, neifiori e nei germogli. Gran parte delle sostanze nutritive dellepatate si trova nella buccia.La cottura può alterarle notevolmentee quindi sarebbe consigliabile cuocerlecon la buccia.Considerato, però, che la presenza disolanina è concentrata soprattutto nellabuccia, è ormai abitudine consolidatacucinarle già sbucciate, senza affon-dare troppo il coltello in fase di pela-tura, perché la maggior quantità di vitamine esali minerali si trova tra la buccia e lapolpa.

Modalità di conservazione

Occorre evitare di consumare i tuberiquando questi presentino parti verdi,perché in tal caso si rischia un’intossi-cazione. Per questa ragione le patatedevono essere conservate al buio, edin luoghi asciutti, per evitare che ger-moglino.Le patate sbucciate e conservate alungo perdono parte delle loro pro-prietà nutrizionali, benché mantengano ilcontenuto di potassio e vitamina B.Al momento dell’uso devono presentarsisenza macchie, non raggrinzite e non

eccessivamente morbide, ed anche lapolpa deve essere esente da mac-chie e odori sgradevoli.

Uso industriale

Il consumo alimentare di patate si staprogressivamente spostando dall’usodiretto del prodotto fresco a quello diprodotti industriali.Uno degli utilizzi principali è quello delle pa-tate congelate che comprende la grandemaggioranza delle patate fritte servite neiristoranti e nei fast-food.Un altro prodotto industriale è quellodegli snack a base di patata, le cosid-dette "patatine”, preparate tagliando efriggendo fettine sottili di patate, confe-zionate poi con sapori diversi, dal solosale ai più svariati aromi.C’è poi la fecola di patate, una farina usatacome addensante, insapore e inodore,composta dall’amido delle patate ed otte-nuta dall’essiccamento delle medesime.La fecola è utilizzata in pasticceria pertorte e pasticcini, in cucina per prepararesalse, focacce, sformati, e nell’industria perprodurre glucosio e alcol.

IL RUOLO DELLA PATATA NELL’ ALIMENTAZIONE.Consigli utili per un alimento dalle molteplici virtù.

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La SCUDERIAdiventa ENERGIA

Ing. Enrico SerniniDirettore Tecnico SEA

Una tecnologiaper il riutilizzo a finienergetici dellelettiere usate.

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Nella gestione del centroequestre lo smaltimentodelle lettiere usate costi-tuisce un problema anzi-tutto di tipo logistico, perchè i

considerevoli volumi provenienti dallestalle richiedono spazi di stoccaggionon trascurabili.In secondo luogo l’accumulo di deie-zioni animali diviene il presuppostoideale per la proliferazione incontrol-lata di insetti, generando in questomodo condizioni igieniche precarie,sia per l’uomo che per gli stessi animali.Non per ultimo lo smaltimento dellelettiere richiede un impegno econo-mico ingente, al punto da rappresentare unodei maggiori oneri nella gestione delcentro ippico.

LA SOLUZIONE

SEA (Sistemi Energia Alternativa),azienda di ricerca e realizzazione im-pianti nel campo delle energie rinno-vabili in provincia di Siena, ha studiatoe messo a punto una tecnologia per ilriutilizzo a fini energetici delle lettiereusate ribaltando di colpo la prospet-

tiva, trasformando un problema in un’op-portunità di guadagno.I quantitativi di biomassa raccolti sonoimmediatamente trattati e utilizzati perla produzione di energia termica edelettrica.

Così il fabbisogno interno del centroequestre potrà essere soddisfatto acosto nullo, e le eccedenze esserecedute ad utenze esterne o, nel caso del-l’energia elettrica, vendute direttamente algestore della rete elettrica.

DESCRIZIONE DEL SISTEMA

La biomassa proveniente dalle stalleviene preventivamente trattata peromogenizzarne le caratteristiche fisi-che e renderla idonea all’alimenta-zione di un sistema di cogenerazioneche produce energia termica ed elet-trica.

Lo spazio occupato è funzione delledimensioni dell’impianto e può variareda pochi metri quadrati fino a 100 -150metri quadrati che potranno essere protetticon una semplice copertura metallica.

LO SMALTIMENTODELLE LETTIERE USATE:

un problema che diventa opportunità

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SEA (Sistemi Energia Alternativa), di-visione del gruppo Idroelettrica srl,specializzata nella proposta di sistemiper il risparmio energetico e l’utilizzodi fonti rinnovabili.Nella riqualificazione energetica, cosìcome nella costruzione di impianti ex-novo, SEA adotta, dove possibile, la lo-gica del finanziamento tramite terziaccollandosi di fatto gli interventi ma-teriali e finanziari necessari per con-

seguire gli obiettivi di risparmio ener-getico prefissati.

Il committente, in questo modo, puòbeneficiare di un risparmio immediatosenza alcun investimento iniziale.

SEA sviluppa impianti a biomasse,impianti solari termici e fotovoltaci, im-pianti geotermici e sistemi di cogene-razione alimentati da fonti rinnovabili.

Ridotti volumi di accumulo,minore superficie occupata.

Drastica riduzione dellapresenza di insetti con notevolemiglioramento delle condizioniigieniche.

Costi di smaltimento azzerati.

Completa autosufficienzaenergetica del centro equestre,annullamento degli esborsidovuti all’acquisto di combusti-bili ed energia elettrica. L’energiaelettrica potrà essere anchevenduta al gestore, realizzandoin questo modo una vera e pro-pria entrata monetaria.

I VANTAGGICHI OFFRE L’OPPORTUNITA’ DI REALIZZAREQUESTA INNOVATIVA TECNOLOGIA

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Gruppo Montepaschi pro-pone una soluzione fi-nanziaria flessibile perincentivare le aziende al-l’utilizzo delle fonti di

energia rinnovabile, attraverso un in-tervento finalizzato alla concessione diprestiti a medio o lungo termine e al-l’apertura di credito a scadenza deter-minata.Il pacchetto “Risparmio energetico” delGruppo Montepaschi è rivolto a tutte leimprese che operano nel settore dellaproduzione e commercializzazione dibeni e servizi che intendono svilupparenel proprio immobile, o processo produt-tivo, un programma ecosostenibile per la ri-duzione dei consumi.A questo scopo sono finanziabili gliinvestimenti per la produzione dienergie alternative - derivanti da ri-sorse naturali quali vento, acqua,sole, ma anche scarti di origine vege-tale o animale (come le biomasseprovenienti dalle stalle dei cavalli) - eper l’incremento dell’efficienza ener-getica degli edifici, in particolare per

quanto riguarda la realizzazione, ac-quisizione o ristrutturazione di impiantisolari termici, gli interventi per il recu-

pero del calore residuo, la coibenta-zione, l’impiego di macchinari e i sistemidi illuminazione e riscaldamento ecoeffi-

cienti.Il finanziamento a medio e lungo termineha una durata di 5 o 7 anni e prevede sia

la possibilità di rimborsocapitale, sia un ammor-tamento del 55% del ca-pitale nei primi tre anni e ilrestante nei successivi anniin quote semestrali, con in-teressi posticipati per tuttala durata, in modo che,per il primo periodo, il rim-borso del capitale coincidacon la detrazione fi-scale.L’ apertura di credito suconto speciale interno èfunzionale ad assisterel’azienda nella fase di rea-lizzazione dell’investimento,per una durata massima di12 mesi, e prevede moda-lità rapide per l’effettivo uti-lizzo dei fondi, sviluppando

al tempo stesso un agire etico sensibile aibisogni dell’ambiente e finalizzato all’effi-cientamento.

Un finanziamento agevolato per le aziende che intendono ri-sparmiare energia utilizzando fonti alternative che rispettanol’ambiente.

Il Gruppo Montepaschisostiene le energie rinnovabili

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Tecnologie diRECUPERO ENERGETICO

La nostra epoca è caratterizzata da un forte e crescente svi-luppo tecnologico. Questo sviluppo è basato sull’uso, in largascala, di risorse energetiche non rinnovabili, il cui utilizzo stacausando gravi problemi ambientali.

La combustioneArduino Massimo Dattilo

Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche e dei Biosistemi - Università degli Studi di Siena

Partendo da queste con-siderazioni, è ormai rico-nosciuta a livello mondiale,l’esigenza di indirizzarel’economia e lo sviluppo

dei Paesi Industrializzati verso l’utilizzodi forme di energia rinnovabile chepossano garantire uno sviluppo com-patibile con la disponibilità e le tipolo-gie di risorse ambientali presenti sulterritorio (sviluppo ecosostenibile).

L’impiego delle fonti rinnovabili è au-spicabile non solo per gli enormi van-taggi ambientali, che generalmentenon sono valutati da un punto di vistaeconomico, ma soprattutto per il fattoche sono rinnovabili e quindi impiega-bili su una scala temporale tale daammortizzare i costi iniziali di investi-mento e garantire una diversificazionedelle fonti di approvvigionamentoenergetico. Inoltre, le ricerche nel set-tore energetico hanno condotto a tec-nologie ormai mature, permettendo diottenere una progressiva massimiz-zazione delle rese dei processi di con-versione energetica.In un mondo in cui la disponibilità dellerisorse energetiche rappresenta uno

dei principali fattori limitanti dello svi-luppo, la presenza di biomasse rin-novabili provenienti da origini diverse(agricoltura, allevamenti, residui solidiurbani), ci obbliga a realizzare in frettaimpianti di produzione di energia perottenere da questa risorsa le migliorirese energetiche.Di seguto esamineremo le differenti ti-pologie di processo delle biomasseper ottenere energia termica (calore)ed elettrica.La combustione è una reazione chi-mica che avviene tra un combustibileed un comburente, accompagnatadal rilascio di energia. Affinché ciò av-venga sono necessarie le seguenticondizioni:

IL COMBUSTIBILE;

IL COMBURENTE;

L’ENERGIA DI ATTIVAZIONE O CALORE.

Il combustibile è la sostanza in gradodi bruciare (ossidarsi).Può presentarsi allo stato solido, li-quido o gassoso.

Nella maggior parte dei casi la rea-zione di combustione ha inizio allostato gassoso, perché i liquidi, e fre-quentemente anche i solidi sottopostia riscaldamento, emettono vaporicombustibili.Il comburente è la sostanza che per-mette al combustibile di bruciare, edè nella quasi totalità dei casi l'ossigenocontenuto nell'aria.Vi sono altri comburenti molto menodiffusi come il protossido di azotoN2O, il biossido di azoto NO2, l'ossidodi azoto NO, ecc.L'energia di attivazione rappresenta ilcalore necessario ad elevare la tem-peratura della miscela combustibile-comburente al di sopra di certi valoriper poter avviare la combustione.

Tale temperatura viene definita tem-peratura di ignizione (o di accensione),ossia la temperatura minima allaquale deve essere portata una so-stanza combustibile affinché la suacombustione si inneschi spontanea-mente e da quel momento in poipossa mantenersi da sola, senza ul-teriore apporto di calore.

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Dalla combustione si sviluppa energiatermica. La quantità di calore gene-rata dalla combustione è chiamatapotere calorifico, e rappresenta un’al-tra fondamentale caratteristica deicombustibili. Si distingue tra poterecalorifico superiore (PCS), che tieneconto anche del calore latente di va-porizzazione dell’acqua generato nellacombustione, e potere calorifico infe-riore (PCI), che non considera il calorelatente.

Per i combustibili più comuni si ha:

Metano: PCS (MJ/m3) = 39.82 PCI(MJ/m3) = 35.88

GPL (G30): PCS (MJ/m3) = 133.10 PCI(MJ/m3) = 122.80

Olio Combustibile: PCS (MJ/litro) =38.12 PCI (MJ/litro) = 35.85

Due aspetti fondamentali del pro-cesso di combustione sono la combu-stione stechiometrica e la combustione ineccesso d’aria.Ogni tipo di combustibile ha bisognodi un certo quantitativo d’aria per bru-ciare completamente. Quando si for-nisce al combustibile il giusto rapportodi comburente si ha la combustionestechiometrica.A titolo di esempio, per bruciare unmetro cubo di Metano (CH4) si devonofornire all’incirca 9,52 metri cubi d’aria(aria stechiometrica), di cui due metricubi sono di O2 (ossigeno) e 7,52 diN2 (azoto). La reazione di combu-stione del metano è la seguente:

2O2 + CH4 > 2H2O + CO2

Come si può notare tutto il combusti-bile ed il comburente si sono trasfor-mati in acqua sotto forma di vapore eCO2, anidride carbonica.

In questa trasformazione si ottengonofumi secchi, pari a 8.52 m3 (1m3 CO2 +7.52m3 N2) e fumi umidi, determinatidalla somma dei fumi secchi e delvapor d’acqua (2m3 H2O), per un to-tale di 10.52 m3.Durante il processo di combustionereale, però, le cose sono diverse; nelbruciare il combustibile cede calore el’energia disponibile permette la for-mazione di composti quali ossidi dicarbonio, ossidi di azoto, biossidi dizolfo e incombusti, che costituisconole emissioni inquinanti. Più operiamocon concentrazioni di ossigeno/aria,vicino ai valori di stechiometria più leemissioni inquinanti peggiorano. In difetto di ossigeno si ha formazionedi ossido di carbonio, gas tossico epotenzialmente esplosivo e compostidel carbonio ad alto peso molecolare,idrocarburi, nerofumo, prodotti tossiciper la salute.Per ottenere una combustione sicurae pulita si opera sempre in condizionidi eccesso di aria rispetto a quella ste-chiometrica.La parte in più di aria rispetto al valorestechiometrico teorico viene indicatacon la lettera ?.L’eccesso di aria ? dipende dal tipo dibruciatore, dalla natura del combusti-bile, dal tipo di focolare e, per le co-muni caldaie, dalla potenza.Il valore di ? non deve tuttavia superareanche limiti superiori, infatti uneccesso di aria produce un abbassa-mento del rendimento di combustionecausato dalla presenza di un gas(aria) che sottrae energia alla combu-stione.Un valore ottimale di ? = 1.21, èspesso utilizzato in molte caldaie di di-mensioni piccole e medie, il che signi-fica un eccesso di aria del 21%,rispetto al valore stechiometrico.Le caldaie, per produrre energia ter-mica ed elettrica, possono essere ali-

mentate sia da combustibili fossili(carbone, oli minerali, gas naturale),che da combustibili rinnovabili (bio-masse, residui solidi urbani o RSU,biocombustibili liquidi).In questa sede analizzeremo solo lecaldaie che utilizzano combustibili rin-novabili.Le tecnologie per la combustionedella biomassa si distinguono in basealla tipologia della caldaia.I principali tipi di caldaia sono: caldaiaa letto fisso, a letto fluido, caldaie percombustibile in polvere. Le caldaie a letto fisso possono es-sere costituite da un forno a griglia,oppure da un forno con alimentazionedal basso.Il combustore a letto fluido può esseredi tipo bollente (BFB) o ricircolante (CFB). La tecnologia di combustione a lettofisso è quella più comune e consistenel far passare un flusso d’aria (ariaprimaria) attraverso un letto fisso in cuiavvengono i processi fondamentali diessiccazione, degassazione e com-bustione del materiale combustibile.I gas combustibili che si formano, inseguito a tali processi, vengono poibruciati per mezzo di un flusso d’ariasecondaria immesso dalla zona so-vrastante il letto fisso.

Le caldaie per pro-durre energia ter-mica ed elettricapossono esserealimentate sia dacombustibili fossiliche da combusti-bili rinnovabili.

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Le caldaie a letto fisso dotati di forno agriglia si distinguono per la tipologiadella stessa; la griglia può essere fissa,mobile (inclinata o orizzontale), travel-ling (vibrante, rotante).Generalmente i combustori a letto fissodotati di forno a griglia fissa sonoadatti a bruciare biomassa avente di-mensione variabile, ma con particellenon troppo piccole (>1 cm). In questotipo di caldaie è fondamentalel’uniformità di distribuzione delle bracisulla griglia per garantire la corretta di-stribuzione dell’aria primaria nella gri-glia.Il contenuto di umidità delle biomassanon rappresenta un problema, ma ènecessario che la biomassa sia a ca-rattere legnoso ed omogenea.La miscela di biomassa di diversa na-tura, quale legno e biomassa erbcea,

determina la forte diminuzione dell’ef-ficienza di combustione a causa delledifferenti caratteristiche del combusti-bile (umidità, diverso punto di fusionedelle ceneri, diverso potere calorifico).Biomassa non omogenea può essereutilizzata nei sistemi a griglia rotantecon alimentazione a vite o a spruzzo:in tal caso si verifica la perfetta distri-buzione del materiale per la combu-stione e si eliminano le zone disomogeneesul letto del combustore, anche gra-zie alla modulazione della velocitàdella griglia rotante.I sistemi a griglia mobile inclinata sono

composti da un’alternanza di grigliefisse e mobili che hanno il fine di mi-scelare in modo opportuno la biomassacombusta e incombusta per far circo-lare meglio l’aria primaria sul letto e,quindi, aumentare l’efficienza di com-bustione

Le griglie mobili possono essere didue tipi: ci sono le air-cooled movinggrate furnaces, caratterizzate da unflusso di aria primaria che raffredda lagriglia e che si adattano bene allacombustione di corteccie umide, se-gatura, chips di legno, e le water-coo-led moving grate furnaces, in cui,all’aria primaria, viene sostituital’acqua per il raffreddamento della gri-glia.Questa tecnologia è adatta per com-bustibili secchi con bassa tempera-

tura di fusione delle ceneri.Le caldaie dotate di griglie mobili oriz-zontali si presentano con una strutturadi barre parallele tra loro ed orizzon-tali, in grado di generare un letto dibraci che non risente dei possibili mo-vimenti della biomassa determinatidall’azione della gravità, di distribu-zione omogenea e di solito non sonopresenti punti caldi che potrebberoformare ceneri fuse.Tali sistemi hanno però lo svantaggiodi richiedere il precarico per l’avvio delsistema.Quando il piano delle barre (sempre

parallele tra loro) risulta disposto in po-sizione inclinata e posizionato su molle siparla di griglie vibranti.Queste si utilizzano quando si vuoleevitare la formazione di scorie di grandidimensioni e per combustibili che pre-sentano problemi di sinterizzazione eformazione di agglomerati (ad es. pa-glia, scarti di legno).Di contro, si verifica l’alta emissione diceneri volatili, di monossido di carbo-nio e combustione incompleta delleceneri (bottom-ash).

Le caldaie a letto fisso, dotate di fornoad alimentazione dal basso, sono ca-ricate con un sistema a vite (coclea)nella parte inferiore del forno.Il combustibile viene poi trasportato dauna griglia dove agisce l’aria primaria.L’aria secondaria interviene poco primache il materiale entri nella camera dicombustione secondaria.

Questo tipo di caldaie viene spessoutilizzato per realizzare impianti di po-tenza massima di 5-6 MW e di solitosi usano per biomasse a basso con-tenuto di cenere (chips, pellets, sega-tura) e di piccole dimensioni (< 5 cm).Il sistema ha una resa ottimale ancheper carichi parziali.

Gli inconvenienti possono presentarsiper la presenza di cenerefusa/sinterizzata, che può ricoprire laparte superiore del letto di combu-stione, e per l’instabilità di combu-stione quando l’aria primaria e ilcombustibile rompono la superficiedelle ceneri fuse.

Caldaia a letto fisso: a sinistra,schema di sistema a grigliafissa.A destra, sistema a grigliamobile (inclinata). La frecciarossa indica l’ingresso delflusso di aria primaria,la freccia verde quello di ariasecondaria. La zona A denotala zona di combustione prima-ria, mentre B indica la zona dicombustione secondaria.

Le caldaie a letto fissodotate di forno adalimentazione dalbasso sono caricatecon un sistema a vite(coclea) nella parteinferiore del forno.

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I combustori a letto fluido sono carat-terizzati da un letto caldo composto dacombustibile (in percentuale al max = 2%)e da materiale inerte e granulare (al90-98%, per esempio sabbia, dolo-mite), mantenuto in sospensione daun flusso d’aria primaria provenienteda un sistema di fori presenti nellaparte inferiore del combustore. Il raf-freddamento ad acqua è tale damantenere la temperatura al di sottodi 800 °C per evitare la sinterizzazionedel letto. La combustione è pratica-mente ottimale grazie alle condizionidi basso eccesso d’aria (?=1.1-1.4)che, oltretutto, riduce il volume dei gas.Questi combustori hanno pertantoun’elevata efficienza di combustione,un tempo di residenza dei materiali trai 5-6 secondi, possono bruciare di-versi combustibili e diverse miscele, peresempio legno e paglia, e produ-cono basse emissioni di azo-

I due tipi di combustori a letto fluidosono i bubbling fluidised bed (BFB),ossia a letto fluido bollente, e i circula-ting fluidised bed (CFB), cioè a letto

fluido ricircolante.I combustori BFB hanno velocità difluidizzazione di 1.0-2.5 m/s che man-tiene il letto in sospensione senza tur-bolenza.Questo flusso di aria primaria rendefluido il letto, mentre l’aria secondariache fuoriesce da opportuni ugelli oriz-zontali favorisce la reazione di com-bustione. Il funzionamento per i carichi parzialinon è ottimale, ma il sistema presentanumerosi vantaggi, quali la riduzionedelle emissioni di ossidi di azoto, fles-sibilità di pezzatura, condizioni non cri-tiche di umidità della biomassa, possibilitàdi utilizzo di miscele di combustibili (co-firing). I combustori CFB sono caratterizzati

i m -

pianto.Di contro si hanno notevoli carichi disabbia per il letto, maggiore perdita dimateriale del letto, maggiori costi dipre-trattamento della biomassa, diffi-

coltà di lavoro con carichi parziali.I combustori a polvere di biomassautilizzano biomassa omogenea moltofrazionata (segatura, trucioli di legno,di dimensione massima 1.0-1.5 cm)che viene iniettata, con regime dimoto vorticoso, nella fornace tramitel’aria di combustione primaria.

L’umidità non deve essere superiore al20%, le particelle molto piccole di ma-teriale determinano la contempora-nea gassificazione e combustione delmateriale carbonizzato.Questi impianti hanno notevole flessi-bilità del carico di biomassa, sono ca-ratterizzati, da combustione ottimizzata,visto che lavorano a bassi eccessid’aria e producono gas di scarico abasso contenuto di ossidi d’azoto.I fumi di questi impianti a biomassacontengono alcuni inquinanti, i princi-pali sono ossidi di azoto (bassa quan-tità), ossido di carbonio, idrocarburiincombusti, sostanze derivate dall’acidocloridrico e polveri.La riduzione di tutti questi inquinanti,variabile anche in rapporto alle carat-teristiche fisico-chimiche della bio-massa impiegata, può essere attuata

Combustori a letto fluido: bubbling fluidised bed (BFB, a sinstra) ecirculating fluidised bed (CFB, a destra).

to, grazie ad un processo di combu-stione a stadi. È necessario comun-que che la pezzatura della biomassanon sia oltre gli 8-10 cm, per cuispesso serve un pre-trattamento delmateriale in ingresso; il sistema non èadatto a lavorare con carichi parziali, iltempo di avvio risulta molto lungo(oltre 15 ore), nei gas di scarico sonopresenti molte polveri per cui si rendenecessario l’utilizzo di opportuni filtri. Ilmateriale del letto fluido si disperdecon le ceneri ed è necessario un re-integro periodico dello stesso. da maggiore velocità di fluidizzazione

(5-10 m/s) che determina turbolenzae migliora, così, gli scambi termici el’omogeneità di temperatura nel letto.In queste caldaie il letto fluido risultacomposto da materiale sabbioso, conpezzatura di 0.2-0.4 mm che vienetrasportato con i gas, separato dai ci-cloni e reintrodotto nella camera dicombustione, con il risultato che sirendono più stabili le condizioni dicombustione rispetto ai BFB.Generalmente con queste caldaie siottengono maggiori efficienze di com-bustione, minor volume dei gas com-busti, minori costi di realizzazione di

attraverso una razionale progettazione e ge-stione termica degli impianti.

Particolare cura deve essere rivolta

- alla regolazione della quantità di

aria di combustione immessa,

- al mantenimento di una giusta

temperatura di combustione

- al tempo di combustione.

L’abbattimento delle polveri e delleparticelle di differente dimensioni puòessere eseguita attraverso l’utilizzo disistemi a ciclone (a gravità, centrifugo)e di filtri (porosi, elettrostatici) che conl’attuale tecnologia garantiscono ilpieno rispetto delle normative vigenti.

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Le teconologie di cattura della CO2

Lidia LombardiDipartimento di Energetica - Università degli Studi di Firenze,

Andrea CortiDipartimento di Ingegneria dell’Informazione - Università degli Studi di Siena

dalle correnti gassose come opzione per lariduzione dell’ Effetto Serra nel medio periodo

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Fra i gas climalteranti checoncorrono all’incrementodella temperatura media at-mosferica – il cosiddetto Ef-fetto Serra - l’anidride carbonica

(CO2) rappresenta certamente il prin-cipale responsabile a causa delle in-genti quantità che vengono immessein atmosfera a seguito della combu-stione di combustibili fossili.L’emissione annuale di questo gas è cre-sciuta dal 1970 al 2004 di circa l’80%, da21 a 38 gigatonnellate (Gt), e rappre-senta circa il 77% delle emissioni an-tropogeniche di gas serra nel 2004. Iltasso di crescita delle emissioni diCO2 negli ultimi dieci anni (1995-2004) è stato pari a 0,92GtCO2equivalenti/anno ed è molto piùelevato del tasso registrato nel pe-riodo precedente (1970-1994), pari a0,43 GtCO2equivalenti/anno. La forte crescita nel periodo 1970-2004 è principalmente derivata daisettori della trasformazione di energiae dei trasporti, mentre il contributo de-rivante dal riscaldamento commer-

ciale e residenziale, dalla deforestazionee dal settore agricolo è cresciuto piùlentamente (Figura 1).Il settore della trasformazione energe-tica, che si basa prevalentementesull’utilizzo di combustibili fossili,rappresenta un contributo significativoe concentrato alle emissioni di CO2, èquindi adatto ad essere oggetto dianalisi ed applicazione di sistemi dicontenimento delle emissioni. Le op-zioni percorribili in tal senso sono di-verse e l’applicazione combinata diesse può portare ad un significativo ri-sultato di riduzione.Rispetto al settore energetico, alcunepossibilità di riduzione delle emissionidi CO2 sono l’utilizzo di combustibilicon minore contenuto di carbonio (ilgas naturale a scapito del gasolio odel carbone), il miglioramento dell’ef-ficienza di conversione energetica (rin-novamento e sostituzione impianti) ela cogenerazione. Tutte le tecnologieche si basano sull’utilizzo di fonti rin-novabili (eolico, solare termico, solarefotovoltaico, idroelettrico, geotermico

e biomasse), inoltre, permettono dicontribuire alla riduzione delle emis-sioni di CO2 nel settore energetico.Anche l’utilizzo dell’energia nucleare,rispetto all’Effetto Serra, non ha nes-sun tipo di contributo.La disponibilità e la diffusione delletecnologie più avanzate per la conver-sione energetica, e soprattutto per l’utilizzodelle fonti rinnovabili, appare certamenteil principale obiettivo a lungo terminenell’applicazione della strategia di ri-duzione delle emissioni di CO2 dalsettore energetico.Rispetto all’orizzonte temporale delmedio periodo, un’altra opzione ap-pare poter fornire un significativo con-tributo di riduzione delle emissioni dalsettore degli impianti industriali ener-getici e manifatturieri, pur consentendodi continuare ad utilizzare i combustibili conven-zionali.Tale possibilità è rappresentata dallaapplicazione di tecnologie per la rimo-zione della CO2 dai fumi derivantidalla combustione di combustibili fos-sili e dai successivi compressione e stoc-

Fra i gas climalteranti checoncorrono all’incrementodella temperatura media at-mosferica – il cosiddetto Ef-fetto Serra - l’anidride carbonica(CO2) rappresenta certa-mente il principale responsa-bile a causa delle ingentiquantità che vengono im-messe in atmosfera a se-guito della combustione dicombustibili fossili.

Da sapere

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La separazione della CO2dalle correnti gassose è unprocesso comunemente uti-lizzato in alcune attività ditipo energetico ed industriale

quali raffinerie, produzione dell’ammo-niaca, produzione dell’idrogeno e depu-razione del gas naturale caratterizzato

da elevati contenuti di CO2. La sepa-razione della CO2 da correnti gassosepuò avere luogo prima della combu-stione (pre-combustion) o dopo la com-bustione (post-combustion). La separazione pre-combustion, adesempio, può avvenire in impianti diparziale combustione di combustibilifossili, utilizzati per produrre idrogenoo gas ricchi di idrogeno, come anchenel caso specifico del gas di sintesi dagassificazione del carbone (IntegratedGasification Combined Cycle – IGCC).L’opzione della separazione della CO2post-combustion è applicabile in im-pianti di produzione di energia elettricaed è ovviamente l’unica alternativa nelcaso di rimozione da impianti esi-stenti. Questa opzione – che può es-sere realizzata attraverso diversetecnologie – è in generale caratteriz-

zata da un elevato consumo energeticocon conseguente riduzione dell’efficienzacomplessiva dell’impianto – ed elevato costoeconomico.Una delle principali difficoltà nella cat-tura della CO2 dai gas di combustionerisiede nella necessità di separarla dauna miscela estremamente diluita a

causa dei fortieccessi di arianecessari a rea-lizzare la combu-stione completa.Rispetto a questacomplicazione,una proposta èquella di realiz-zare la combu-stione in presenzadi solo ossigeno(avendo preventi-vamente separatol’ossigeno dal-l’azoto dell’aria inappositi disposi-tivi).In tal caso i fumidi combustioneconterranno prin-

cipalmente CO2 e vapore acqueo.Questo ultimo può essere condensatoin un processo di raffreddamento deigas al fine di ottenere una corrente co-stituita quasi esclusivamente da CO2.La rimozione pre-combustion o post-combustion in processi industriali, o diconversione energetica, può essererealizzata attraverso l’uso di tecnolo-gie tipiche della separazione dei gas,appropriatamente integrate con i pro-cessi che generano la CO2 stessa (Fi-gura 2). I processi disponibili per laseparazione dei gas sonol’adsorbimento, l’assorbimento, la separa-zione con membrane e la separazionecriogenica. L’adsorbimento è il passag-gio di un composto dalla fase gas-sosa su una superficie solida adsorbente(sorbente), mentre l’assorbimento è ilpassaggio di un composto dalla fase

gassosa in una soluzione liquida in cuiè contenuto un liquido assorbente(solvente). Il legame fra il composto ri-mosso ed il sorbente/solvente può es-sere di natura esclusivamente fisica oimplicare legami di tipo chimico. Il sor-bente/solvente può essere rigeneratoper via termica, per mezzo della ridu-zione della pressione o per via chi-mica ed essere quindi ricircolato eriutilizzato nel processo di adsorbi-mento/assorbimento (Figura 3).Il processo di separazione con mem-brane (Figura 3) si basa sull’utilizzo dimateriali semiporosi che permettono la permeazione selettiva di un gas at-

traverso la superficie permeabile, sullabase della differenza di pressione suidue lati della membrana.Per questo motivo correnti gassoseche si trovano già in pressione sonopreferibili per l’applicazione di questatecnologia. La separazione criogenica prevede ilprocesso di liquefazione della miscelacontenete la CO2 attraverso una seriedi compressioni, raffreddamenti, espan-sioni ed una separazione finale in co-lonna di distillazione.

Applicazioni e tecnologie di cattura della CO2

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[3]

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Nel caso di applicazioni dirimozione della CO2 post-combustion, alcuni studicomparativi hanno mo-strato come il processo

di assorbimento basato su solventichimici sia attualmente l’opzione pre-feribile per questo tipo di applicazioni.Infatti, tali processi al momento of-frono la maggiore efficienza di catturae selettività verso la CO2, rispetto aglialtri composti presenti nei fumi, ed ilminore costo energetico ed econo-mico in confronto ad altre possibilità dirimozione post-combustion.Il processo di assorbimento della CO2

post-combustion utilizza solventi dinatura alcalina e rigenerabili – solitamenteammine.Lo schema di processo è quello ripor-tato in Figura 4, in cui la reazione diassorbimento avviene in un primo re-attore dove si realizzano le condizionifavorevoli al passaggio nella fase li-quida (bassa temperatura), mentre larigenerazione avviene in un secondoreattore ad elevate temperature (100-

140 °C), dove viene fornito dall’esternoil calore necessario. Attualmente a li-vello mondiale sono esistenti tre pro-cessi disponibili commercialmenteper la cattura della CO2 post-combu-stion.Il processo Kerr-McGee/ABB Lum-mus Crest recupera la CO2 dai fumidi combustione di coke e carbone aifini della produzione di soda e di CO2liquida, tramite l’assorbimento in unasoluzione acquosa al 15-20% in pesodi MEA (Mono-Etanolammina).L’installazione più grossa di questoprocesso è relativa al recupero di 800tCO2/giorno utilizzando due linee di

processo in parallelo. Il processo Fluor Daniel® ECONAMINE™ si basasull’utilizzo di MEA in so-luzione al 30% in pesoaddizionata con un inibitoredella corrosione. E’ statoutilizzato in numerosi im-pianti a livello mondiale re-cuperando, in una singolalinea di trattamento, finoa 320 tCO2/giorno, suc-cessivamente utilizzatanell’industria delle be-vande e della produ-zione dell’urea.Il processo Kansai Elec-tric Power Co., Mitsubi-

shi Heavy Industries, Ltd., KEPCO/MHIè basato sull’utilizzo di ammine, per losviluppo di solventi specifici. Il primo impiantocommerciale è stato realizzato nel1999 in Malesia per la produzione diurea recuperando circa 200 tCO2/giorno.Gli studi relativi all’applicazione della ri-mozione della CO2 post-combustion, ri-portano stime dell’incremento delcosto di investimento di impiantode44-87% ed un aumento del costo

dell’elettricità del 42-81%, a fronte diuna riduzione di circa 80-90% del-l’emissione di CO2. In tutti i casi, unapercentuale significativa dell’aumentodel costo è dovuto alla richiesta ener-getica aggiuntiva per cattura e com-pressione, che è pari a circa ad unincremento del 24-42% del consumodi combustibile per MWh di energiaprodotta dall’impianto.Orientativamente la metà di questoconsumo aggiuntivo è necessaria perla rigenerazione del solvente ed unterzo per la compressione della CO2separata da avviare a stoccaggio de-finitivo.

Nel contesto delle tecnologiedi rimozione della CO2 è natoe si è sviluppato il progettoLIFE GHERL (LIFE05ENV/IT/000874), il cui obiettivoè la cattura della CO2 pre-sente nel gas di discarica permezzo di un processo di as-sorbimento con soluzioniidrossido di potassio (KOH),con produzione di carbonatodi potassio (K2CO3), che conopportuni trattamenti può es-sere reso disponibile allo statosolido. Nell’ambito del pro-getto GHERL, il processo pro-posto è stato studiato permezzo di un impianto pilota,effettuando anche valutazionidi carattere economico edambientale. Il progetto si con-cluderà nei prossimi mesi edè stato presentato in unevento il 30 maggio scorso.Maggiori informazioni sul sitowww.gherl.it.

Proposte di sviluppo

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IL CALOREdel LEGNOl’energia biologica in risposta

ai problemi dei combustibili fossili

Uno dei problemi che ac-comuna le popolazioni ditutto il mondo globalizzatoè rappresentato dalprezzo del greggio, con le

naturali ripercussioni su quello di oliocombustibile e gas naturali, che cre-sce di giorno in giorno battendo re-cord un tempo inimmaginabili.Da tempo si sostiene che le riserve dicombustibili fossili, come il petrolio o ilgas, si stanno esaurendo ed il pro-gresso economico in Asia, in partico-lare in Cina, oltre a Paesi emergenticome l’India, non hanno fatto che ac-celerare la corsa all’accaparramentodi tali risorse.Oltre al problema relativo ai costi, cherischiano di divenire insostenibili, for-tunatamente negli ultimi tempi sem-bra che la coscienza collettiva abbiariscoperto i valori legati all’ambienteed alla tutela della natura che fino apoco tempo fa sembravano inesora-

bilmente soccombere al desiderio dicomfort. Tutti sono ormai consapevolidell’importanza della scelta dei com-bustibili per il nostro clima.

Sempre più spesso, oggi, si parla diBiomassa. Con questo termine si de-finiscono “le materie organiche di tipobiologico non fossile, comprendendopertanto materie viventi e crescenti innatura e gli scarti che ne risultano, siadella massa organica vivente che diquella già morta”. La biomassa, pertanto, è energia so-lare legata chimicamente. Durante lafotosintesi delle piante, la luce del solee l’ossido di carbone (CO2) legato dal-l’aria, vengono trasformati in sostanzaorganica. Durante la combustione dellegno, piante, scarti organici o dei loroprodotti derivati, questa energia accu-

mulata viene nuovamente liberata. Inquesto modo si forma solamentetanto CO2 quanto la pianta ha assimi-lato durante la sua vita. La biomassabrucia il in modo neutro..

Al contrario delle energie fossili e finite,come il carbone, il petrolio e il gas na-turale, la biomassa fa parte delleenergie rinnovabili e rigenerative.Queste forme di energia sfruttanol’attività solare in forma diretta (es. ri-scaldamento solare dell’acqua o fotovol-taica), oppure indiretta (es. Biomassa,energia eolica, energia idrica).

Energie rinnovabili erigenerative Sole + CO2 = Biomassa

Biomassa = energia + CO2

la coscienzacollettiva ha

riscoperto i valorilegati all’ambiente ed

alla tutela della natura.

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Se è vero che il legno è forza solareaccumulata e che la sua combustioneavviene con un CO2 neutro, ove nesussistano le condizioni (abbondanzadi legno), la risposta non può che es-sere affermativa. Come combustibile,infatti, possono essere usati prodottitriturati, pellet (ossia segatura essic-cata e compressa in forma di piccolicilindri di 2-3 cm con un diametro diqualche 6-8 mm) e, per i grandi im-pianti, diversi resti dell’industria dellegno. L’uso del legno locale, inoltre,crea numerosi posti di lavoro nell’in-dustria, nel commercio, nel settore deiservizi, nell’agricoltura e nell’economiaforestale.Sono in tanti ormai ad affer-mare che riscaldare con il legno vuoldire adottare un metodo moderno,pratico, economico e rispettoso del-l’ambiente.

Per anni gli impianti di riscaldamento acippato (cioè legno proveniente da ra-maglie o piccoli tronchi e ridotto ascaglie di qualche mm fino a 2-3 cm)e a pellet sono stati sinonimo di fontienergetiche sostenibili ed ecologiche.Oggi, invece, sono anche sinonimo difonte di energia economicamente piùconveniente. Come detto, causa la di-minuzione delle risorse fossili e la ri-

chiesta in continua crescita di energia,i prezzi del greggio, che in gran parteproviene da regioni politicamente cri-tiche, sono in costante crescita. Lamateria prima locale, invece, è di so-lito stabile nei prezzi, indipendente-mente dallo sviluppo dell’economia edi crisi della politica mondiale, tantoche il costo, unitario, di acquisto delpellet é addirittura diminuito (attual-mente si aggira intorno ai 0.24-0.27€/kg). In generale i costi per il mate-riale combustibile nei sistemi di riscal-damento a biomassa sono moltominori di quelli per riscaldamenti adolio.

I prezzi in aumento per olio e gas of-frono all’agricoltore sempre miglioripossibilità di trasformarsi, almeno par-zialmente, da agricoltore in produttoredi energia. Salici, pioppi e robinie sonoalberi che, per via della loro strutturalignea, si prestano molto bene a que-sto utilizzo, come il miscanthus,un’erba di crescita rapida.Da tener presente che per tutte lepiante energetiche vale il principio chemigliore è il terreno el’approvvigionamento dell’acqua, mi-gliore sarà anche il raccolto. Il guada-gno va pertanto valutato anche sulla

base delle condizioni del terreno. Adesempio il miscanthus, che cresceanche su terreni poveri o senzaacqua, produce un raccolto inferioredei pioppi della pianura padana.

Riscaldare con il legno puòessere una soluzione?

Diminuire i costi diriscaldamento.

Ottenere energia dai campi.

La risposta del mercato

Gli argomenti esposti fino a questomomento per l’uso di questi impianti

di ri-sca l-

damento hanno ormai suscitatogrande interesse in tutta Europa edanche in Giappone. Una delle aziendeleader a livello mondiale in questo set-tore si è dimostrata la ditta GILLES(Gmunden, Austria) che da oltre 15anni si occupa di calore generato conla combustione del legno ed è sem-pre alla ricerca di nuovi standard diefficienza nella produzione di impiantiper prodotti triturati, impianti a pellet,riscaldamenti industriali e caldaie concombustione di pezzi.Stando agli esperti questi impiantisono molto funzionali e dispongono digradi d’efficienza fino al 94 % (fino a900kW disponibile in container). Lecaldaie sono di costruzione massicciae dotate di comando SPS e dimodem. Le coclee d’estrazione sonocostruite in modo particolarmentemassiccio e queste caratteristichesono apprezzate sia dai proprietari disingole abitazioni che da grandi im-prese, come dimostrano alcuni im-portanti interventi effettuati dallaGILLES. Il gruppo IKEA, ad esempio,che dal 2006 si dedica alla protezione

climatica, nella sede di Belfast ha in-stallato un riscaldamento per prodottitriturati GILLES.Da quest’anno nell’aeroporto di Stan-sted è in funzione un impianto perprodotti triturati da 2.000 kW, mentrein un grattacielo nel centro di LondraGILLES sta installando un grosso im-pianto a pellet, che limiterà sensibil-mente l’emissione di CO2.

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Recuperare un antico borgomedievale di cui si hannonotizie fin dall’anno 1000,con totale rispetto dellesue caratteristiche e della

sua storia, e trasformarlo in un’oasi dipace e tranquillità al centro della splen-dida campagna senese per una clien-tela di alto livello.Questa la scommessa iniziata nel1999 da Elisabetta Gnudi e dal figlioIgino Angelini quando dettero il via allaristrutturazione di Scopeto, un’affasci-nante comunità agricola, quasi del tuttoabbandonata e con numerose strutture inparte diroccate.La comunità di Scopeto si era am-pliata progressivamente intorno allatorre di avvistamento che per secoliha rivestito un importantissimo valoremilitare perché da quella posizione sipoteva tenere sotto controllo una zonaincredibilmente vasta che andava daSiena, alla Montagnola, fino alla Vald’Arbia.Conteso da senesi e fiorentini, comedimostrano anche gli antichi stemmiche, incuranti del tempo, ancora oggifanno bella mostra di se, grazie allaricchezza di acqua della zona, il borgo

si ampliò nel tempo dando vita advero e proprio villaggio di contadini. In-torno alla torre ad alla villa padronale,nacque così una struttura autosuffi-ciente nella quale non mancavano lebotteghe del fabbro e del falegname,il forno per il pane, la fornace e quantoaltro poteva servire al sostentamentodegli abitanti di Scopeto.Una ristrutturazione molto difficile, per-ché i pur fascinosi ambienti medievaliesistenti mal si conciliavano con lenormative previste e con le sofisticateesigenze di impiantistica moderna e dicablaggi necessari per dar vita ad unastruttura ricettiva di altissimo livello.Ma quando nel 2005 i lavori sono ter-minati, grazie anche alla professionalitàdell’architetto Alberto Sifola, Borgo Sco-peto si è presentato in tutto il suo rin-novato splendore.La scommessa era stata vinta!

Al centro di boschi e di un bellissimovigneto, integrato da oltre 5.000 piantedi olivo, alcune secolari, con giardininei quali verdi prati si accompagnanoa querce e lecci nani, Borgo Scopetorappresenta oggi una struttura alber-ghiera di altissimo livello, immerso nei

ricordi della storia, ma con tutti i mo-derni confort. La “pignoleria” e la professionalitàadottate per allestire gli interni, poi,hanno dato vita ad un arredamentoclassico, rivisitato in stile moderno,con materiali, tessuti e colori sobri, maeleganti, fuori dagli schemi degli altrialberghi di alta categoria, che si spo-sano perfettamente all’ambiente.Al di là della bellezza del posto (BorgoScopeto si trova nella parte più affa-scinante del mitico Chianti), la strutturaalberghiera si vanta di poter modellareper ogni tipo di cliente il soggiornoperfetto, “cucendo” su misura, sia chesi tratti di vacanze individuali che digruppo, i servizi ed i programmi chemeglio possono rendere indimentica-bile la sosta in terra toscana. La sala congressi con 150 posti, sortaal posto della vecchia suggestiva vin-santaia, la vicinanza di centri storici difama mondiale, gli enormi spazi dellacampagna senese che fanno dimen-ticare le paranoie della frenesia dellavita moderna, portano in continuità grandigruppi italiani e stranieri ad organiz-zarvi convegni per eventi esclusivi opiccoli meeting di due, tre giorni.

BORGO SCOPETOStoria&Benesserenella campagna senese

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La ricetta dello chef

RISOTTO alla SALVIA conPETTO di PICCIONEe le sue COSCETTE ingredienti per 6 persone

450 gr di riso Carnaroli25 gr di burro10 gr di parmigiano Reggiano3 piccioni interi

10 foglie di salviadi cui 6 fritte in olio per guarnire

1 carota,1 costola di sedano1 cipolla bianca

1/2 bicchiere di olio extra vergine d’oliva Sezionare i piccioni mettendo daparte il petto e le cosce . Con que-st’ultime si deve preparare il fondobruno come segue/ tagliare a pez-zetti le carote, il sedano e la cipollae farli soffriggere in una casseruolacon parte dell’olio e dopo 15 minutiaggiungere le ossa dei piccioni benlavate con acqua corrente. Far roso-lare il tutto a fuoco vivo per 5 minutipoi aggiungere del brodo vegetale inquantità tale da coprire le carcassee far bollire a fuoco medio per al-meno 2 ore fino a che tutto il liquidonon si è ritirato- Colare con lo chi-noise spremendo anche le ossa chesaranno molto morbide – Intantoavrete preparato le cosce e cotto inforno a 165 ° per 20 muniti avendoleprima salate e pepate ed in una pa-della iniziato a preparare il risottocon il fondo bruno del piccione e 4foglie di salvia tritate finemente –Per la cottura del riso aiutarsi conbrodo vegetale caldo – dopo circa 12minuti di cottura del riso aggiungereil petto fatto a cubetti piccoli – To-gliere dal fuoco la padella dopo 3muniti - Mescolare energicamente emantecare con il burro e parmigiano– Servire ben caldo con la coscetteappoggiate al riso e come guarni-zione le foglie di salvia fritte -

Il personale di Borgo Scopeto, adesempio, ricorda con simpatial’occasione in cui la Transappenni-nica, forse il raduno italiano più impor-tante di auto storiche dopo le 1000Miglia, alla quale possono essereiscritti soltanto veicoli prodotti primadel 1940, ha fatto sosta nell’elegantestruttura alberghiera. Il piazzale del-l’antica fattoria, con i suoi ricordi mil-lenari, pieno di affascinanti auto, fra lequali una Rolls Royce del 1910, restaun’immagine difficilmente cancella-bile.

Nel ristorante “La Tinaia”, situato nel-l’antica cantina del Borgo, in un am-biente suggestivo e curato in ogniparticolare, le ricette tradizionali di unaterra di grande cultura gastronomicasono rivisitate con originale abbina-mento di sapori ed accompagnati daivini prodotti in loco, oltre ad un’ampiaselezione di prestigiosi marchi nazio-nali. Su ogni tavolo, inoltre, si troval’ottimo olio prodotto a Borgo Scopeto.

L’ANEDDOTO STORICO

La storia popolare racconta ancoraoggi che nell’antico borgo si accam-

parono nel lontano 1260 le truppe fio-rentine in attesa della battaglia diMontaperti. In quell’occasione la po-polazione locale, evidentemente piùvicina a Siena che a Firenze, avrebbescientemente “distratto” i soldati conabbondanti pranzi e libagioni. Così lemilizie fiorentine sarebbero arrivate altragico scontro in condizioni fisichenon ottimali e, pur in numero netta-mente superiore, subirono una storicasconfitta colorando di rosso l’Arbiacon il loro sangue, come raccontò ilsommo poeta Dante.

IL CLIENTE PIÙ ESTROSO

Il suo arrivo fu preceduto dal mecca-nico personale che, con apposito car-rello carenato, portò a Borgo Scopetol’adorata macchina, una Mercedesdel 1936. Unico esemplare rimastodei tre a suo tempo fabbricati, quattrometri di “muso”, curata dallo stessocarrozziere di Hitler, avrebbe un valorestimato superiore ai due milioni dieuro. Per una settimana girò per lestrade della campagna toscana abordo della sua amata vettura, se-guito dal meccanico alla guida di un

altro mezzo, pronto per qualunqueemergenza. Una volta parcheggiatacon cura la sua Mercedes, il clientemangiava al ristorante dell’albergo,tenendo rigorosamente accanto alpiatto un perfetto modellino della suaauto.

Angelo Mauccione

IL FASCINO DEL MISTERO

Scopeto fu per secoli proprietà dellafamiglia Sozzini, i cui componenti ri-coprirono importanti incarichi nellaRepubblica Senese.Nel 1500 alcuni membri della famigliasposarono le idee della Riforma e cosìScopeto divenne luogo di ritrovo deiseguaci di dottrine che odoravano dieresia, che si riunivano intorno ad unleccio secolare.Processati e condan-nati dal Sant’Uffizio, alcuni Sozzini fu-rono catturati mentre Camillo e Faustofuggirono, forse grazie ai sotterraneisegreti ancoraoggi esistenti.La villa fu confi-scata dal Sant’Uf-fizio, ma il lecciocontinuò ad es-sere meta dipellegrinaggiodi così tantepersone che nel‘700 i nuovi pro-prietari, TerrosiVagnoli, deci-

sero di farlo abbattere. Rimase, però,un misterioso cerchio di pietre, chia-mato il circolo sociniano, che si tro-vava intorno al leccio e che ancoraoggi si può ammirare all’interno delgiardino inglese.

IL PERSONAGGIO

Ospite abituale di Borgo Scopeto éDario Castagno, un nome sconosciutoalla maggioranza degli italiani, mache è un autentico idolo negli StatiUniti.

Nel 2005 il libro diuno scrittore ita-liano più venduto almondo è stato lasua guida in inglesedel Chianti, nellaquale racconta conil ritmo di un affa-scinante romanzole avventure in terratoscana di turistiamericani.

Studente di college

a Londra, al seguito del padre che

si era trasferitoper motivi di lavoro, Castagno tornò in Italia a 14 anni quando il padre decisedi traslocare definitivamente a Vaglia-gli.Unico italiano a parlare un inglese perfetto, Castagno iniziò a guidarecon il suo “vespino” i primi turistid’oltre Oceano alla scoperta dellemeraviglie del Chianti, fino a divenireun punto di riferimento insostituibile.

Oggi è uno scrittore di grande suc-cesso, autore di importanti libri e sullasua storia verrà presto girato un film.A Borgo Scopeto arrivano con regola-rità suoi fan con l’unico scopo di po-terlo incontrare.

Scopeto fu persecoli proprietàdella famigliaSozzini, i cuicomponentiricoprironoimportantiincarichi nellaRepubblica Senese.

Ospite abituale di BorgoScopeto é Dario Casta-gno, un nome scono-sciuto alla maggioranzadegli italiani, ma che èun autentico idolo negliStati Uniti.

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La mitica Mercedes del 1936

GIOVANNI FATTORIil genio della “macchia”Nel primo centenario della sua morte, una serie di iniziativedi notevole spessore ricordano la figura di Giovanni Fattori,

capostipite della corrente artistica dei Macchiaioli.

Il termine Macchiaioli fu coniato nel1862 da un anonimo recensoredella «Gazzetta del Popolo» chevoleva definire in senso dispregia-tivo un gruppo di pittori che si riu-

nivano al caffè Michelangelo di Firenze eche avevano dato origine ad un rinno-vamento antiaccademico della culturapittorica italiana in senso verista.La poetica macchiaiola sostenevache l’immagine del vero è un contra-sto di macchie di colore e di chiaro-scuro, inizialmente ottenuti tramite unatecnica chiamata “dello specchio nero”,ossia utilizzando uno specchio anne-rito col fumo che permetteva di esal-tare i contrasti chiaroscurali all'internodel dipinto.

Fattori, partendo dalla grande tradi-zione del disegno del Quattrocento to-scano, indicò una via fondamentaleper traghettare la pittura italiana versoil novecento.Coinvolto nei moti risorgimentali del1848, il tema militare divenne uno deifavoriti del pittore livornese, insieme aquello di poetici e fantastici paesaggiagrari, con particolare attenzione allaMaremma toscana.Fattori dette così vita a grandiosescene nelle quali ogni figura ha unastraordinaria intensità, frutto di appro-fonditi studi che iniziavano con genialischizzi, nelle quali dimostrava la suagrande padronanza del colore sottol'influenza della luce e delle ombre.

I PERCORSI dell’ANIMA

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LIVORNO“Giovanni Fattori fra epopea e vero”Granai di Villa Mimbelli. Fino al 6 luglio 2008.

Esposte 290 opere, oltre a foto d’epoca, documenti, taccuini di schizzi ed oggetti personalidi Fattori.

FIRENZEVilla Bardini. Fino al 22 giugno 2008

35 dipinti, per lo più di grandi dimensioni, per documentare l’influenza che il più celebre deiMacchiaioli ebbe su dieci artisti toscani di seconda generazione macchiaiola che intratten-nero con lui rapporti di vicinanza artistica e di amicizia, riconoscendogli indirettamente ilruolo di caposcuola, benché non fossero suoi allievi in senso stretto.

VENEZIA“I Macchiaioli. Capolavori della collezione Mario Taragoni”Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti. Palazzo FranchettiFino al 27 luglio 2008

L’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti di Venezia ospita nella sede di Palazzo CavalliFranchetti una grande mostra dedicata ai macchiaioli.L’esposizione intende ricostruire la prestigiosa collezione d’arte dell’ottocento toscano ap-partenuta a Mario Taragoni.

FOLLONICAMostra Giovanni Fattori nel centenario della morteCivica Pinacoteca Amedeo Modigliani - Opere dalla raccolta PepiFino al al 30-06-2008

ROMAOttocento - Da Canova al Quarto StatoScuderie del Quirinale. Fino al 10 giugno 2008

Per la prima volta una mostra dedicata alla pittura dell'Ottocento in Italia che racconta la no-stra storia con un taglio e in una prospettiva di grande arte europea.Questa mostra rappresenta dunque una grande sfida. Le Scuderie del Quirinale ospitanocirca 100 capolavori selezionati da Maria Vittoria Marini Clarelli, (Soprintendente alla Gal-leria Nazionale d'Arte Moderna di Roma), Fernando Mazzocca e Carlo Sisi (i maggiori stu-diosi dell'arte del secolo e già curatori delle mostre dedicate ai Macchiaioli e a Boldini chehanno riscosso un eccezionale successo di pubblico e di critica), per illustrare quanto mo-derno e sorprendente possa essere il nostro Ottocento.

GLI ORARI.

LIVORNOOrario:

ore 10-13 16-19.

Chiuso il lunedì.

INFO e pren. :

Tel. +39 0568 811114

+39 0586 808001

FIRENZEOrario: tutti i giorni

ore 9-22.

Chiuso primo

e ultimo lunedì del mese.

INFO e pren.:

Tel. +39 055 243140

[email protected]

VENEZIAOrario: tutti i giorni

ore 10-19

INFO:

Tel. +39 0412407711

FOLLONICAOrario:

ore 15.30 - 19.30

Chiuso Lunedì

INFO:

Tel. +39 0566 42412

+39 0566 41305

ROMAOrario: domenica-giovedi

ore 10.00 - 20.00

venerdi-sabato

ore 10.00 - 22.30

INFO:

Tel. +39 06 39967500

MOSTRE.A questo grande innovativo

pittore che, ancora in vita,divenne un punto diriferimento assoluto

dell’artefigurativa dell’ottocento,

sono dedicati a cento annidalla sua scomparsanumerosi importanti

appuntamenti

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TERRA FUTURA“buone pratiche” di sostenibilitàsociale, economica e ambientale

Un nuovo approccio all’eco-nomia è possibile. Unnuovo approccio che sioccupi di sostenibilità, sal-vaguardia dell’ambiente, soli-

darietà sociale è possibile e già raccogliemigliaia di persone che si impegnano at-tivamente per tentare di dare una ster-zata al futuro nel nostro Pianeta.

Anche quest’anno – per la quinta edi-zione consecutiva – TerraFutura ha di-

mostrato che esiste un reale interessenell’economia sostenibile che vieneormai condiviso da migliaia di realtàdiverse.

La grande mostra-convegno dedicataalle tematiche ed alle “buone prassi”della sostenibilità è andata in scenadal 23 al 25 maggio nello spazio esposi-tivo della Fortezza da Basso, a Firenze,riscuotendo un successo notevole.Moltissimi i dibattiti, gli incontri, le ini-

ziative culturali che si sono susseguiteall’interno dei vari padiglioni, al fiancodei numerosi espositori presenti; entied istituzioni, associazioni, realtà e retidel non profit e produttori impegnati inmoltissimi ambiti, dall’alimentare bio-logico al tessile, dalla bio-edilizia ebio-architettura alle energie rinnova-bili, dal riciclaggio differenziato dei ri-fiuti alla salvaguardia dell’ambiente,passando per la solidarietà sociale edaltro ancora.

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TerraFutura vuole far conoscere epromuovere tutte le iniziative che giàsperimentano e utilizzano modelli direlazioni e reti sociali, di governo, diconsumo, produzione, finanza e com-mercio sostenibili.Pratiche che, seadottatee diffuse, contribuirebbero a garantirela salvaguardia dell’ambiente e delpianeta e la tutela dei diritti delle per-sone e dei popoli. Organizzata e promossa da Fonda-zione Culturale Responsabilità EticaOnlus, per conto del sistema BancaEtica (Banca Etica, Consorzio Etimos,Etica SGR, Rivista “Valori”), RegioneToscana e Adescoop-Agenzia del-

l’Economia Sociale s.c. e realizzata inpartnership con Acli, Arci, Caritas Ita-liana, Cisl, Fiera delle Utopie Concretee Legambiente, Terrafutura è ormai unappuntamento importante nel calen-dario annuale della sostenibilità.Lo scorso anno ha accolto quasi 85milavisitatori ed anche in questa edizione2008 i numeri sono sicuramente im-portanti: oltre 550 espositori con 5000realtà rappresentate, 160 appunta-menti fra laboratori di buone prassi eanimazioni per coinvolgere i visitatoried un programma culturale (con 220appuntamenti in calendario e 850 re-latori) che ha visto arrivare a Firenze

numerosi esperti di fama internazio-nale e testimoni dei diversi mondidella politica, del non profit, dell’eco-nomia, della cultura.

che cos’è TerraFutura

All’interno del calendario di eventi chehanno animato la tre giorni fiorentinadi Terrafutura si è anche svolta la pre-sentazione ufficiale di ZOES_ZONAEQUOSOSTENIBILE, il portale dellasostenibilità e dell’economia solidale,nato grazie alla collaborazione traFondazione Culturale ResponsabilitàEtica e Fondazione Sistema Toscana.

ZOES (www.zoes.it) è un social net-work con lo scopo di mettere in co-municazione ed in rete tutte quellerealtà, persone, organizzazioni, pro-duttori, enti locali e iniziative della so-cietà civile attiva impegnate in unanuova visione di economia solidale.

Il portale offre anche una mappa - dausare per orientarsi nel mondo dellereti, delle iniziative, delle azioni e dellepossibilità dell’economia solidale edella sostenibilità presenti nella pro-pria zona geografica - ed una possibi-lità di e-commerce che privilegial’acquisto collettivo ed il prezzo tra-sparente.

ZOES_zona equososteni-bile

ZOES è un socialnetwork con loscopo di metterein comunicazionetutte quelle realtàimpegnate in unanuova visione dieconomia solidale.

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VERSOunFUTUROSOSTENIBILE Il mercato è ancora in grado di

AUTOREGOLAMENTARSI?

“Ricordatevi della data del 14 marzo 2008: è stato il giorno incui il sogno del capitalismo globale è morto, dopo tre decadicostantemente rivolte verso la costruzione di sistemi finan-ziari guidati dal libero mercato.”

Questa frase non è statapronunciata da qualcheattivista no-global parti-colarmente ottimista. Co-stituisce, invece, l’incipit

del commento di Martin Wolf al salva-taggio da parte della Federal Reservedella Bearn Stearns, pubblicato sul Fi-nancial Times del 25 marzo. Wolf, au-torevole columnist del quotidiano inglesee uno dei massimi sostenitori, per anni,dei vantaggi della deregulation finan-ziaria, non è certo l’unico epigonodella globalizzazione market-drivenche in questi ultimi mesi vede messein crisi le proprie certezze.Ormai a porre in serio dubbiol’effettiva capacità dei mercati globalinell’allocazione delle risorse non sonopiù soltanto pochi attivisti disturbati daitreni superveloci o dagli iceberg im-pazziti, ma gli stessi protagonisti delmondo finanziario come Josef Acker-

mann, chief executive di DeutscheBank, che ha recentemente dichiaratodi non credere più nelle capacità diautoregolazione del mercato.

Queste posizioni discendono diretta-mente dai rischi che molti vedononella crisi finanziaria globale in corso,e dalla constatazione della risposta dinatura “pubblica” fornita “persino”negli Stati Uniti.

Al di là di quanto sta avvenendo inqueste settimane come conseguenzadella crisi subprime, è almeno dallametà degli anni ‘90 che forti appaionoi segnali che il “capitalismo finanziarioglobale”, almeno come si è andatodefinendo negli ultimi tre decenni, stiaproducendo effetti pericolosi, non soloper la società in generale -come damolto più tempo denunciato - ma ancheper le imprese stesse, spesso consi-

derate le principali beneficiarie dellaindubbia crescita quantitativa avve-nuta nell’economia mondiale negli ul-timi decenni.E’ ovvio, e per certi versi disdicevole,che per il mondo finanziario e delleimprese la caduta di imprese iconedel successo globale -come ArthurAdersen, WorldCom, Enron, Parma-lat, Northern Rock, Bear Sears- costi-tuisca un campanello d’allarme sullacrisi del capitalismo finanziario moltomeglio avvertito rispetto al degradodella vita sociale ed alle condizioniambientali.

Le preoccupazioni in merito alle rica-dute negative del “turbocapitalismo”sulla salute del sistema finanziario glo-bale, tuttavia, non possono affatto es-sere disgiunte da quelle inerenti alleconseguenze sull’ambiente naturale esociale.

di Angelo RiccaboniPreside della Facoltà di Economia - Università degli Studi di Siena

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Molte delle questioni in termini di de-grado dell’ambiente e della vita so-ciale con cui oggi ci troviamo a fare iconti discendono, infatti, dalle stesseragioni che hanno portato alla cre-scente crisi dei sistemi finanziari e dimolte imprese. Per questo motivo, è difficile pensareche le soluzioni per superare le que-stioni sociali ed ecologiche siano tantodiverse da quelle necessarie per evi-tare che le imprese si trovino così difrequente minacciate da fattori che nemettono in discussione la stessa esi-stenza.E’ chiaro che non tutto quello che oggigenera preoccupazione nella nostrasocietà è strettamente connesso aicomportamenti delle imprese.Vi sono fenomeni, come i processimigratori ed i cambiamenti culturali,demografici e religiosi in atto, che, al-meno all’apparenza, non sono diret-tamente collegabili al modo in cuisono regolate, governate e gestite leimprese.

con le analisi inerenti ai meccanismioperativi in virtù dei quali le impresevengono operativamente governate econdotte.

Questo per molteplici motivi.

Primo perché, da sempre, qualsiasianalisi gestionale si deve porre nel-l’ambito di un quadro teorico generaledi riferimento, ed è venuto il tempo peraffermare che il framework di riferi-mento non può più essere quello dellacreazione di valore per l’azionista,particolarmente orientata al breve ter-mine, e “a tutti costi”, verso la qualepiano piano ci eravamo più o menoconsapevolmente adattati tutti adaderire.La seconda ragione a supporto di“analisi integrate”, risiede nella con-statazione che, a causa dei modelli diorganizzazione del lavoro che sistanno affermando, basati su fortemobilità, impegno ed energia perso-nali, sembra sempre più difficile, per

gestisce.Si tratta di un elemento di grande no-vità, perché per la prima volta la di-scussione avviene anche a livello dichi conduce concretamente gli orga-nismi aziendali.Ai tempi di Enron, ci si riferiva spessoal termine “bad apples”, ovvero melemarce, per evidenziare che i profondie devastanti problemi finanziari e con-tabili emersi in quegli anni fossero do-vuti soltanto all’esistenza di pochepersone che non erano state in gradodi resistere a facili tentazioni.Oggi ci si rende conto che il problemanon è quello di isolare gli avventurierima di rivedere il modo stesso di con-cepire il governo e la gestione azien-dale. Siamo di fronte ad un’opportunità assaiimportante, che si dovrebbe cercare dicogliere.Peraltro, una delle conseguenze dellecrescenti preoccupazioni nei confrontidei rischi economici e sociali general-mente associati all’economia ed allafinanza globali, ed alle imprese chene sono l’elemento più visibile, è lasensazione negativa che viene sem-

Tuttavia, anche nei casi appena ricor-dati, il modo in cui si definisce e siesercita la leadership, il grado di orienta-mento al breve termine ed il sistemadi incentivi interno possono indurre leimprese a comportamenti in grado dialleviare od acuire i rischi connessi atali questioni.E’ necessario, pertanto, integrare laprospettiva di analisi interna all’im-presa, che a chi scrive è più conge-gnale, con quella di taglio più generale,nei suoi profili non solo economico, fi-nanziario e giuridico ma anche so-ciale, filosofico ed ambientale.Sarebbe un errore, infatti, continuarea tener separati gli studi in merito ai li-miti (ed ai vantaggi) economici, am-bientali e sociali della globalizzazione un crescente numero di persone, riu-

scire a distinguere una “vita dentro al-l’impresa” da una vita “fuori dall’impresa”.La necessità di affrontare concorrentiassai motivati porta inevitabilmente arichiedere ai lavoratori flessibilità e ca-pacità di adattamento.Tutto questo, però, non deve portarea fenomeni di alienazione e precarietànella sfera del lavoro che, a causadella prossimità prima ricordata, si ri-percuotono con chiara intensità nel-l’agire sociale.Il dato nuovo ed interessante è la cre-scente consapevolezza in merito ai li-miti degli attuali modi di operare inazienda e rilevabile non solo in chi sipone “contro” la globalizzazione o “con-tro” le imprese in quanto “strumentodi sfruttamento”, ma anche in chi ope-ra dentro le imprese, le governa e le

Oggi ci si rendeconto che il pro-blema non è quellodi isolare gli avventu-rieri ma di rivedere ilmodo stesso di con-cepire il governo e lagestioneaziendale.

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pre più associata a tali istituzioni.Come in precedenza evidenziato, ècertamente vero che le imprese (el’economia) hanno un ruolo in moltedelle preoccupazioni che ora ci atta-nagliano.

Tuttavia sarebbe sbagliato passare al-l’impostazione secondo la quale leimprese sono per definizione irre-sponsabili o rappresentano la ragioneunica dei problemi mondiali. Non si può dimenticare, infatti, che leimprese sono semplicemente “unostrumento dell’umano operare”, edunque, come per tutti gli strumenti,l’esito delle loro attività dipende dalleintenzioni e dagli obiettivi di chi le con-duce e vi opera.Né si può trascurare l’importante con-tributo da esse fornito, in molti Paesi,nel conseguire gli elevati livelli di be-nessere sociale oggettivamente rag-giunti nella seconda parte del XXsecolo.Sono organizzazioni che, attraverso ibeni ed i servizi che producono, aiu-tano a soddisfare in maniera efficientei nostri bisogni, luoghi dove, attraversoil lavoro, è possibile trovare spunti e

modalità per realizzare le nostre aspi-razioni materiali ed immateriali.Le imprese sono certamente ancorain grado di fornire ancora un contri-buto assai positivo al benessere dellenostre società; a tal fine è indispensa-bile, però, introdurre cambiamenti inalcuni degli elementi che definiscono ilcontesto normativo e culturale nelquale esse operano.Occorre ripensare al ruolo delle re-gole, stimolando la produzione diforme di regolamentazione globale, esuperare l’approccio eccessivamenteindividualista che caratterizza i mec-canismi decisionali ed operativid’impresa.E bisogna introdurre meccanismi dimisurazione del progresso e dello svi-luppo di natura non meramente quan-titativa.

Vanno introdotte, inoltre, modifiche nelmodo in cui le imprese sono gover-nate e gestite, individuando meccani-smi di monitoraggio e incentivazionedi più lungo termine e maggiormentecoerenti con i temi della sostenibilitàsociale ed ambientale.In tutto questo, un ruolo essenziale va

assegnato ai vertici aziendali, la cuileadership costituisce un fattore indi-spensabile per l’efficace implementa-zione delle necessarie trasformazioniinterne.Per sostenere la possibilità di un’eco-nomia e di imprese “dal volto umano”,come si potrebbe sostenere con unfacile slogan, si può rivelare utile, allostesso tempo, fornire visibilità a casi esituazioni nei quali l’impresa o il ricorso aiprincipi e agli strumenti dell’impresa hannoconsentito interessanti risultati in terminidi miglioramento del benessere sociale.Evidenziare le best practice aiuta sia a“difendere” un’istituzione importantecome l’impresa, sia a motivare i com-portamenti più virtuosi.

Si tratta di un percorso non facile.Ma il mondo delle imprese è già statopiù volte capace, in passato, attraversol’innovazione e opportuni cambiamentiorganizzativi, di superare altri momenti didifficoltà.Con il motivato impegno di tutti glioperatori e la saggezza di chi scrive leregole, è possibile farcela anche que-sta volta.

Evidenziare le bestpractice aiuta sia a

“difendere” un’istitu-zione importante

come l’impresa sia amotivare i comporta-

menti più virtuosi.

Siamo di frontead un’opportu-nità assai im-portante, che sidovrebbecercare dicogliere.

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GRUPPIdiACQUISTOsolidale

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Inquinamento dell’ambiente sem-pre più grave, prodotti alimentaricontaminati chimicamente, prezzial consumo alle stelle. Questo ildrammatico quadro che quotidia-

namente si presenta ai consumatori,per la maggioranza dei quali provve-dere al sostentamento giornaliero nonè più un piacere, ma rappresenta unautentico incubo, soprattutto se vistoin proiezione futura per i propri figli.

Per cercare di rispondere pratica-mente ai problemi accennati, in tuttaItalia sono sorti, pur con modalità edattuazione spesso molto difformi traloro, i Gruppi di Acquisto Solidale(GAS).Persone rispettose dell’ambiente, de-siderose di poter acquistare e consu-mare prodotti biologici, ecosostenibilied ecosolidali, si sono riunite perapprovvigionarsi direttamente da pro-duttori locali, eliminando qualsiasiforma di intermediazione, riuscendocosì a ridurre drasticamente i prezzid’acquisto.

GAS. Gruppi di acquisto solidale. Una risposta a molti problemi

Persone rispettosedell’ambiente,desiderose di poteracquistare econsumareprodottibiologici,ecosostenibili edecosolidali.

GASALPA SIENA UN’ESPERIENZA DA ESPORTARE

Fra i numerosi GAS sorti nellevarie regioni d’Italia, partico-larmente interessante parel’attività svolta dal GASALPASIENA.

Il gruppo senese, formalmente costi-tuito con statuto e regolamento, oltrea numerosi nuclei familiari, raccoglieal suo interno l’Associazione Lavora-tori Produttori dell’Agricoltura (ALPA),l’Associazione Italiana Agricoltura Bio-logica (AIAB), Federconsumatori e Le-gambiente.Basandosi esclusivamente sul volon-tariato, GASALPA SIENA, puntandosul concetto di “Filiera Corta”, cioèdirettamente dal produttore al consu-matore, acquista per i soci prodotti lo-cali, quasi esclusivamente biologici,ma comunque sempre testati e con-trollati nella loro filiera di produzione,con particolare attenzione al rapportodi fiducia instaurato con i produttoriche divengono essi stessi parte inte-grante del gruppo. I soci, con congruo anticipo, vengonoinformati delle offerte disponibili, effet-tuano le loro prenotazioni e ritirano

poi, in date predefinite, presso il ma-gazzino dell’associazione gli ordinifatti. Nel corso dell’anno sono possibilivisite alle aziende fornitrici per valutaredi persona il rispetto dell’ambiente edegli animali allevati, ed effettuate riu-nioni per aumentare la conoscenzadei soci nel settore della produzioneagro-alimentare, sull’utilizzo dei variprodotti, sul risparmio energetico do-mestico, l’uso di energie alternative ele tecniche di produzione e l’impiegodi prodotti eco-compatibili. .

L'economia sostenibile è una tipologia di economia incentrata sul con-cetto di sviluppo sostenibile. Questa tipologia di economia prevede chelo sviluppo della società sia perseguito rispettando l'ambiente e utiliz-zando le risorse in modo da pemeterre alle stesse di potersi rigenerarein modo da fornire alle generazioni future le stesse risorse.

economia sostenibile

L’acquisto delle variemerci in quantità diuna certa impor-tanza, unito al rap-porto di conoscenzae stima stabilito con iproduttori, permetteuna drasticariduzione dei prezzi.

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DIECI PUNTI DI FORZA del GASALPA SIENASalvaguardia della saluteTutti i prodotti acquistati per i socisono per la loro quasi totalità biologicio, comunque, controllati nell’interoloro ciclo produttivo. Ciò garantisce lapossibilità di nutrirsi con alimenti sani,non contaminati da sostanze chimi-che, fortemente dannose per la sa-lute, come accade purtroppo oggicon sempre maggiore frequenza.

Riduzione dei prezziL’acquisto delle varie merci in quantitàdi una certa importanza, unito al rap-porto di conoscenza e stima stabilitocon i produttori, permette una dra-stica riduzione dei prezzi, specialmente nelsettore del biologico, particolarmente co-stoso e spesso non alla portata dellamaggioranza delle famiglie.

Attenzione alla provenienza delprodottoVengono acquistati soltanto prodottilocali, con grande attenzione alle tra-dizioni del luogo d’origine, alla tipicitàdei cicli di coltivazione e delle moda-lità di allevamento peculiari del territo-rio. Ciò permette anche una riscopertadi sapori troppo spesso dimenticati.

Riduzione di consumo di ener-gia e fattori inquinantiL’acquisto di generi alimentari prodottisoltanto in un ristretto ambito territo-

riale permette grandi risparmi ener-getici nella fase di trasporto, con im-portante riduzione di carburanti erelativo contenimento dell’inquina-mento atmosferico.

Consumo di prodotti stagionaliAi soci vengono offerti soltanto pro-dotti stagionali nel periodo della loronaturale maturazione, evitando cosìqualsiasi “forzatura” di carattere pro-duttivo e di conservazione.

Attenzione all’impatto ambien-taleL’acquisto di prodotti biologici, atten-tamente testati, garantisce la conser-vazione di un ambiente naturale, noninquinato da fertilizzanti e pesticidichimici.

Favorire la costituzione di pic-cole aziendeL’associazione, acquistando generialimentari selezionati e prodotti nelterritorio, favorisce la costituzione e losviluppo delle attività di giovani agri-coltori locali o cooperative di piccoli pro-duttori. Questi, che si impegnano inproduzioni ed allevamenti selettivi,con particolare attenzione alla qualitàed alla salvaguardia dell’ambiente,senza adeguati canali di distribuzionedifficilmente riuscirebbero ad inserirsiin un mercato globalizzato.

Verifica di un corretto utilizzodella manodoperaViene prestata particolare attenzionealle condizioni di lavoro, alle norme disicurezza ed alla regolarità di contrattie retribuzioni di chi opera all’internodelle aziende fornitrici, al fine di evi-tare abusi e soprusi, spesso frequentinelle piccole e grandi aziende del set-tore agro-alimentare.

Solidarietà tra i sociLe modalità di acquisto e distribu-zione, la creazione di incontri che fa-voriscono la conoscenza el’approfondimento di nozioni relativeal ciclo produttivo, alla stagionalità deiprodotti e alle tradizioni colturali locali,legate anche a stili di vita spessoormai abbandonati, favorisconol’istaurarsi di importanti rapporti socialifra gli iscritti all’associazione e glistessi produttori.

Attenzione all’utilizzo di fontienergetiche alternativeLa sensibilizzazione fatta verso il ri-spetto della natura in generale, el’habitat locale in cui svolge la propriaattività l’associazione in particolare,favorisce fra i produttori una culturavolta a sviluppare l’utilizzo di fontienergetiche alternative con futuri enormivantaggi per il territorio e la comunità.

Vengonoacquistati soltantoprodotti locali congrande attenzionealle tradizioni delluogo d’origine.

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Fra i cambiamenti più ecla-tanti che stanno modifi-cando il quadro globale delnostro pianeta, occorre pur-troppo registrare

l’inarrestabile evento della scomparsadalla superficie terrestre di numerosespecie di animali che da semprehanno accompagnato il camminodell’uomo nella sua storia. Un eventoda non sottovalutare che non può, enon deve, lasciarci insensibili. Cia-scuno di noi, nelle proprie possibilità,può portare un piccolo contributo percercare di arrestare questo deva-stante fenomeno.In questo numero ci occupiamo didue importanti specie, molto dissimilifra loro, ma di grande importanza neidelicati equilibri della natura.

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La tigre è il più grosso felino del pia-neta. Riesce a raggiungere i 450 kg dipeso e misurare oltre tre metri dallapunta del naso a quella della coda.Senza ombra di dubbio può essereconsiderato uno degli animali più bellidella terra.Forte, veloce, elegante, i suoi colorisembrano rappresentare la perfe-zione della natura.Il numero delle tigri esistente é dram-maticamente crollato dai 100.000 esem-plari all'inizio del XX secolo a circa 5.000- 7.000 esemplari presenti oggi, divisitra India, Indonesia, Cambogia, Burma,Cina e Malesia. Nella sola India un se-colo fa vi erano 40.000 tigri, nel 2002

se ne stimavano 3.600 ed oggi sol-tanto 1.400. Ben tre sottospecie ditigre, quella di Bali, di Giava e del Ca-spio, risultano ormai estinte negli ultimi70 anni e le cinque ancora esistenti,(Amur, Bengala, Indocinese, Cina Me-ridionale e Sumatra) sono tutte grave-mente a rischio di estinzione.

LA TIGRE

SOS ANIMALI da SALVARE

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SOS PIANETA AZZURRO

Le principali minacce alla sopravvi-venza della tigre sono indicate nelladistruzione del suo habitat e nel brac-conaggio. Lo spazio vitale delle tigri sifa sempre più stretto, quasi claustro-fobico. La selvaggia deforestazioneda parte delle industrie di pasta dilegno, carta e olio di palma hannoprodotto il restringimento del loro na-turale territorio ed una vicinanza conl’uomo che porta inevitabilmente adun conflitto micidiale per questo splen-dido animale. Secondo recenti studil’habitat della tigre si è ridotto del 40%rispetto a 10 anni fa, arrivando ad oc-cupare appena il 7% di quello origina-rio.La povertà degli abitanti, unita al mi-raggio di un facile, anche se esiguo,guadagno, spinge numerosi bracco-nieri ad una spietata caccia per ali-mentare il commercio illegale di numeroseparti del corpo della tigre, quali denti,pezzi di pelle, baffi e ossa.Il bracconaggio e la costante crescitadella popolazione, con la conse-guente pressione che questa esercitaerodendo l'ambiente dei grossi felini,se non affrontati immediatamente,decreteranno velocemente la fine diquesto splendido animale, anche te-nendo presente che purtroppo sol-tanto il 23% delle zone dove orasopravvive la tigre sono aree protette.

Nel corso della storia, per la sua ala-crità, l’ape è stato forse l’insetto piùcelebrato da autori di racconti, ro-manzi e novelle. Allo stesso tempo,l’esemplare modello di organizza-zione sociale degli alveari, con i suoidelicati equilibri, le gerarchie ed icompiti ben precisi assegnati ad ogni

suo componente (l’ape regina, le apilavoratrici, i fuchi), è stato studiato ap-profonditamente da scienziati e socio-logi e portato ad esempio come unaperfetta organizzazione lavorativa e diconvivenza. La bontà e gli effetti salu-tari ed energetici dei prodotti dell’in-stancabile operosità delle api, dal

miele, al polline, dalla pappa reale,alla propoli, tanto per citare i più cono-sciuti ed usati, pur importanti nonesauriscono i benefici risultati del la-voro di questi piccoli insetti. L’attivitàdegli sciami, infatti, è indispensabileper l’impollinazione degli alberi dafrutto.La sensibile diminuzione dellapresenza delle api può, pertanto, por-tare ad una crisi delle produzioni agri-cole, con conseguente inevitabileaumento dei prezzi per i consumatori.Ed è ciò che purtroppo sta acca-dendo. Dopo il grido di allarme lan-ciato dagli scienziati degli Stati Uniti edi molti paesi europei, anche gli api-

coltori e gli agricoltori italiani confer-mano questa drammatica tendenza.Negli ultimi quattro anni sono scom-parsi miliardi di api, con la conse-guenza a livello mondiale di undimezzamento del numero totale diquesto utilissimo insetto. Le cause in-dicate dagli studiosi e dagli addetti ai

lavori sono molteplici, ed ancora nes-suno sembra essere in condizioni diindividuare le vere responsabilità. Sispazia dall’uso di pesticidi e fitofar-maci di ultima generazione al riscal-damento globale del pianeta, passandoda nuovi ignoti virus all’emissione dionde elettromagnetiche usate per latelefonia cellulare. In attesa di cono-scere i veri motivi di questo grave pro-blema, resta l’amarezza di un continuoaggravarsi delle condizioni di salute delnostro pianeta, nella consapevolezzache il genere umano non è sicura-mente estraneo all’inarrestabile dete-rioramento di equilibri millenari.

LE API

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