COOPI News aprile 2011

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COOPI NEWS MIGLIORIAMO IL MONDO, INSIEME NOTIZIARIO SUI PROGETTI UMANITARI DI COOPI NEL MONDO Repubblica Democratica del Congo. Zengo, 2009. Ph. Livio Senigalliesi Semestrale -Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In legge 46/2004) art. 1 comma 2 - DCB Milano Numero 1 aprile 2011 Padre Barbieri per i bambini: aperto il Fondo in sua memoria Indigeni a rischio: cosa possiamo fare insieme IO NON ME NE FREGO: 12 città per gridarlo forte

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Notiziario semestrale cartaceo di COOPI. More info: http://www.coopi.org

Transcript of COOPI News aprile 2011

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COOPINEWS

M I G L I O R I A M O I L M O N D O , I N S I E M E

N O t I z I A R I O S U I p R O G E t t I U M A N I t A R I D I C O O p I N E L M O N D O

Repubblica Democratica del Congo. Zengo, 2009. Ph. Livio Senigalliesi

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Numero 1aprile 2011

Padre Barbieri per i bambini:aperto il Fondo in sua memoria

Indigeni a rischio: cosa possiamo fare insieme

IO NON ME NE FrEgO: 12 città per gridarlo forte

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18.20SOSTEGNO A DISTANZA Evviva Yagala!Appello urgente. Aiutiamo il CHrAM

08 ClICk!Foto di robero Bianconi

09.13APPROFONDIMENTOChe fine hanno fatto gli indigeni?

21.23AZIENDE SOlIDAlIL'energia è una sfida aperta

04 .07IN PRIMO PIANOricordando il nostro PresidenteSulle tracce di p. Barbieri

14.17DAl CAMPO Sorte e riscatto degli indigeni del Chaco

quATTRO MESI

28.30DAll’ITAlIAIO NON ME NE FrEgOLa solidarietà ha mille facce

24.27RElAZIONE CON I DONATORIMary e le altreLa differenza tra vivere e morireDite di noiTi sposi?

31MONDO COOPI

CONTATTISe sei un donatore o una donatrice, contatta l’Ufficio Relazione con i Donatori allo 02 30.85.057 oppure scrivi a [email protected] sei un’impresa, contatta l’Ufficio Relazioni con le Aziende allo 02 30.85.057 oppure scrivi a [email protected] sei un sostenitore a distanza, contatta l'Ufficio Sostegno a distanza, allo 02.3085057 oppure scrivi a [email protected]

DONAZIONILe donazioni a favore di COOPI possono essere dedotte o detratte. Per poter usufruire della agevolazioni fiscali previste dalla legge, è sufficiente che, al momento della dichiarazione dei redditi, si alleghi la ricevuta delle donazioni (bollettino postale o estratto conto bancario), senza bisogno si altri attestati. Poiché COOPI è ONG - Organizzazione Non Governativa riconosciuta idonea ai sensi della legge n. 49 del 26/02/1987 - ma anche ONLUS - Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale ai sensi del D. Lgs. n. 460/97 -, chi effettua una donazione può decidere liberamente il trattamento fiscale di cui beneficiare.

NOTIZIArIO DI INFOrMAZIONESULLE ATTIVITÀ E PrOgETTI DI COOPI

COOPINEWS

A p r i l e • N . 1 • A N N O 2 0 1 1

COOPINEWS

Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In legge 46/2004) art. 1 comma 2 - DCB Milanotestata n. 685, registrata presso il tribunale di Milano il 23.12.94

REDAZIONEDirettore responsabile: Claudio Ceravolo

Direttore esecutivo: Isabella Samà

Comitato di redazione: Lorenzo Bianchi Carnevale, Efrem Fumagalli, Ennio Miccoli, Barbara Nese, Francesco Quistelli, Isabella Samà

Redazione: Daniela Aprile, Jacopo Brusca, Licia Casamassima, Claudio Ceravolo, Cecilia Cinelli, Luisa Colzani, Franca Covini, Marta Medi, Ennio Miccoli, Sabrina Munaò, Diana Nahum, Giuseppe polini, Domenico porco, Isabella Samà, Chiara zaru, Livio Senigalliesi

Ricerca iconografica: Laura Carbonara, Isabella Samà.

Foto di: Maria Barletta, Roberto Bianconi, Ugo Borga, paolo Carlini, Elisabetta Dozio, Silvia Favaron, Alessandro Gandolfi, Giuseppe polini, Daniele tamagni

Progetto grafico: tosicampanini

Stampa: Brain print & Solution s.r.l.

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E D I TO R I A l E

p. Barbieri. Ph. Guglielmo Rota

Ho avuto la fortuna di condividere con p. Barbieri buona parte della mia vita, e in questi due giorni (dopo la morte avvenuta il 9 dicembre 2010, ndr), continuo a ripensare ad un’espressione che p. Barbieri usava molto spesso: fare del bene. La usava continuamente: quando parlava, quando scriveva. Una piccola frase, semplice, forse all’apparenza un poco banale, ma per lui importante e carica di significato. Per lui fare del bene significava sentirsi responsabile (appunto: io non me ne frego). Sentire la responsabilità di lottare contro la povertà, contro le guerre, contro la negazione dei diritti; sentire la responsabilità di operare per una giusta informazione, per una forte sensibilizzazione ed una chiara testimonianza, affinché il mondo possa diventare più giusto per tutti. A questo senso di responsabilità, p. Barbieri coniugava la sua grande umanità, fatta di concretezza, attenzione, coraggio, capacità di farsi carico in prima persona dei problemi piccoli e grandi di chi si rivolgeva a lui. Se Barbieri si occupava di qualcuno, lo faceva seriamente e sino in fondo.45 anni fa p. Barbieri, insieme ad un gruppo di giovani amici, volle costruire lo strumento che avrebbe dato concretezza alla necessità di fare del bene. E così fu fondata Cooperazione Internazionale – COOPI. In effetti, per p. Barbieri, la nostra Associazione, è sempre stata il mezzo per poter fare del bene e ritengo che non abbia mai ceduto alla tentazione di far primeggiare il mezzo rispetto al fine del fare del bene. E credo che sappiamo tutti quanto possa essere difficile non cadere in questa tentazione.In questi ultimi anni, spesso mi è stata rivolta la domanda su cosa possano avere in comune la COOPI di oggi - diventata un’organizzazione di professionisti della cooperazione, con centinaia di progetti nel mondo, con migliaia di operatori con decine di milioni di euro da gestire e che

raggiunge milioni di beneficiari - con il p. Barbieri che da anni nei mercati rionali o davanti ai teatri chiede 1 euro per sfamare un bambino.Indubbiamente, si potrebbe dire che sono due realtà che non hanno nulla in comune e che sono lontane anni luce. Ed invece, per noi di COOPI, sono due facce della stessa medaglia, due realtà in perfetta sintonia, perché rispondono alla stessa idea di fondo: fare del bene, sentirsi responsabili. Per noi di COOPI , il Barbieri che stazionava davanti ai teatri o nei mercati rionali armato di crocefisso, tonaca e megafono, lo abbiamo sempre sentito uno di noi ed idealmente eravamo insieme con lui per strada. E di questo Barbieri ne era consapevole. E ne era felice.Per noi tutti di COOPI, è un momento difficile. Il dolore per la scomparsa di una persona a cui volevamo bene e che per noi e il nostro lavoro era un punto di riferimento importante, ci lascia disorientati e un po’ increduli. Non è facile abituarsi all’idea che p. Barbieri non è più con noi. Ma sentiamo anche forte e presente l’eredità che ci ha trasmesso, fatta di valori ideali, coraggio, concretezza, senso di responsabilità. È un patrimonio importante che ci permetterà d’andare avanti per proseguire e migliorare tutto quello che in questi anni abbiamo fatto insieme con lui.In questi ultimi due giorni, è capitato spesso che tra di noi, per confortarci a vicenda, ci siamo ripetuti un’esortazione che p. Barbieri usava nei momenti difficili: forza, coraggio, andiamo avanti!Bene e allora: forza, coraggio, andiamo avanti!!!

P.S. Il prossimo appuntamento con il notiziario sarà a novembre

CO O P I N E W S

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CIAO BARBIERI!

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Ennio Miccoli

direttore di COOPI

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Ricordando il nostro Presidente

4I N P R I M O P I A N O

a cura di Isabella Samà

Non c’è modo migliore per ricordare p. Barbieri che rileggere le lettere che ci ha scritto, come quella che vi riportiamo.

18 febbraio 2005. 75o compleanno di p. Barbieri

Quest’anno compio 75 anni, di cui ben 40 vissuti in COOpI. Non so quanti me ne restino ancora da vivere. Ed allora mi trovo qui a fare un bilancio della mia vita.Ho tentato di dare una risposta ad alcune domande:

1. Sono soddisfatto di come ho impostato la mia vita?2. Cosa hanno significato per me i 40 anni vissuti in COOpI?3. Che senso voglio dare agli anni che ancora mi restano?

E per chiarezza ho risposto dividendo la mia esistenza in alcune tappe.1) Scelta missionaria come consacrato (1931-1961)Al conseguimento del diploma di maturità s’impose la prima scelta decisiva: o iscriversi all’università in vista di una vita professionale, della formazione di una famiglia, dell’impegno come laico cattolico nella società; oppure compiere un salto di qualità: proiettarmi verso l’Africa come missionario sacerdote. Scelsi quest’ultima via. E così entrai tra i Gesuiti alla fine del 1950.2) Scelta del volontariato internazionale (1962-1966)Venni per caso a conoscenza dell’esistenza di un organismo, con sede a Lione, che utilizzava laici nelle opere sociali delle missioni. In Italia non esistevano ancora simili organismi, e mi venne in mente l’idea di illustrare questa possibilità su alcune riviste missionarie e giovanili italiane. Arrivarono tante lettere. Mi venne una crisi di coscienza: o partire io, così che l’Africa avrebbe avuto un missionario predicatore in più; oppure rimanere per organizzare questo fenomeno crescente, così che l’Africa avrebbe avuto decine, forse centinaia di medici, infermieri, insegnanti, artigiani, contadini... Scelsi la seconda soluzione.3) Fondazione di COOPI e rottura con i gesuiti (1967-1968)Mi venne in mente l’idea di spingere anche in Italia l’impiego dei giovani come volontari nei paesi in via di sviluppo: mi misi in contatto con l’On. pedini, il quale si mostrò interessato a presentare

una legge apposita, ma a patto che i giovani fossero inseriti non solo nelle opere missionarie, ma anche in attività promosse da altri enti. E ci suggerì di costituirci in un organismo laico.Quindi, io e 17 laici firmammo lo Statuto dell’Associazione Cooperazione Internazionale. E l’On. pedini presentò la legge, che fu approvata l’8 novembre 1966. I gesuiti mi chiesero di sopprimere tale statuto. Al mio rifiuto – poiché ero stato il primo a credere nell’avvenire di COOpI solo se si fosse presentata con una forte connotazione laica – mi posero il dilemma: restare nell’Ordine lasciando COOpI, o restare in COOpI lasciando l’Ordine. Ecco quindi la terza svolta essenziale e dolorosa.4) Sede di via De Lemene e rilancio di COOPI (1968-1972)Nel giugno del 1969 entrammo nella cascina di via De Lemene. In pochi anni la sede divenne agibile per accogliere non solo i nuovi uffici e i volontari in preparazione, ma anche giovani per campi di lavoro, missionari che venivano a cercare personale, volontari di ritorno dal servizio, incontri, corsi e conferenze.5) Consolidamento ed estensione dell’attività (1972 ad oggi)All’inizio del 1972 era stata approvata la legge 1222 che estendeva la possibilità di partire come volontari non solo a chi avesse dovuto sostituire il servizio militare, ma pure a chiunque volesse, concedendo vari benefici. Ormai potevamo considerare superata la fase critica per la sopravvivenza, e potevamo dedicarci al rilancio, al rafforzamento ed all’estensione delle nostre attività sia all’estero sia in Italia. Anno dopo anno COOpI è cresciuta sino ad essere una delle maggiori ONG internazionali.Alcune considerazioniLasciando a Dio il giudizio finale e divino sulla mia vita, cerco di darmi un giudizio umano. Su ogni tappa mi sono dato queste risposte:· ho fatto bene a 19 anni a rinunciare ad una vita professionale e

sentimentale per proiettarla verso un impegno in favore dei più bisognosi nel terzo Mondo;

· sono contento di aver passato 17 anni della mia vita nell’Ordine dei Gesuiti, perché questo periodo mi ha arricchito spiritualmente e culturalmente;

· è stata una buona scelta nel 1962 la rinuncia a partire io stesso come missionario, in favore della scelta di lanciare il volontariato internazionale dei laici;

· non mi pento di aver scelto nel 1967 di lasciare i Gesuiti per continuare a sostenere COOpI;

· do un giudizio positivo a questi 40 anni vissuti in COOpI condividendo gli alti e i bassi senza sottrarmi alle mie responsabilità.

Sono deciso a continuare sino alla fine della mia vita a rimanere qui sia pur con ruoli diversi, visto che ormai da anni tutte le funzioni operative sono nelle mani di persone capaci e motivate.Ed a voi tutti un ultimo insegnamento. Intanto che avete ancora molti anni da vivere, cercate di spenderli bene. COOpI vi dà questa opportunità.

P. Barbieri, durante la sua attività di raccolta fondi. Ph. Ugo Panella

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Così rispondeva p. Barbieri a chi gli chiedeva il perché di scelte così coraggiose e radicali, come quelle che lui aveva assunto per improntare la sua vita al servizio dei più bisognosi. “Ho solo seguito il vento” è il titolo di una raccolta imperdibile, che COOPI ha dato alle stampe nel marzo 2011. Si tratta della selezione delle lettere più belle scritte da p. Barbieri tra il 2001 e il 2010 e dei messaggi più significativi giunti all’indomani della sua scomparsa. Può essere un’ottima idea regalo, nonché un libro da leggere per capire a fondo lo spirito di COOPI, l’anima del suo fondatore. La donazione che ti chiediamo è di solo 10 euro. Tale ricavato andrà al Fondo padre Barbieri per i bambini.

Chiama subito lo 02.3085057 o scrivi ad [email protected] In seguito, fai la tua donazione sul “Fondo p. Barbieri per i bambini”:c/c postale: ccp 902205 intestato a Cooperazione Internazionalec/c bancario: Conto 110880 Banca Etica Sede di Milano IBAN: IT87O0501801600000000110880Online: sul sito www.coopi.orgCausale:

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Sono arrivati più di 300 messaggi sul blog di COOPI, per salutare e ricordare p. Barbieri. Sono un immenso tributo di affetto e riconoscenza. Un giorno piovoso e freddo come solo un giorno di Gennaio può esserlo, giravo per i Navigli e sento una voce, storpiata dal microfono dell’altoparlante, che chiedeva un euro per i bambini del Congo. Aveva un impermeabile mono-uso, di quelli che metti una volta e si rompono, di quelli che non coprono dalla pioggia. Non aveva ombrelli a proteggerlo, ma solo il suo cappello di lana pesante che indossava l’unica volta che mi ha stretto la mano prima della mia partenza. Sono rimasta lì a guardarlo per un po’,… a congelarmi per un po’!Ricordo che milioni di pensieri mi avevano affollato la testa sia in quel momento sia nei giorni dopo. Provavo una forte ammirazione per quell’uomo, un orgoglio di far parte delle persone che lavoravano sotto il nome che lui aveva scelto di dare al suo operato, una frustrazione immensa di non essere capace di fare come lui, di avere il suo stesso coraggio e determinazione, un’immensa impotenza nei confronti dei “mali” del mondo.L’immagine di padre Barbieri sotto una pioggia fine, in un giorno freddo di Gennaio, con il suo cappello di lana pesante, avvolto in un impermeabile inutile, con un megafono in mano e l’immagine di un bambino nero sorridente a lato, spero che rimanga in me per sempre, come fonte inesauribile di determinazione e passione.

Valeria Falaschi, cooperante

Milano, piazza Lima, maggio 2010. P. Barbieri invita i passanti a non fregarsene della povertà, indossando la maglietta della campagna che vede lui stesso come il primo e più genuino dei testimonial. Ph. Daniele Persico.

leggi tutti i saluti su Coopi.wordpress.com

FONDO PADRE BARBIERI PER I BAMBINI Grazie!15 dicembre 2010. L’ultimo saluto.

Ho solo seguito il vento

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Oltre al Sostegno a distanza, padre Barbieri teneva in modo particolare al Programma per l’alfabetizzazione degli adulti, perché era consapevole che l’ignoranza è il terreno in cui germoglia la pianta della violenza. Il programma per l’alfabetizzazione degli adulti è arrivato a coprire 33 delle 35 parrocchie della Diocesi di Bukavu, con migliaia di beneficiari ogni anno e 800 alfabetizzatori che lavorano in maniera del tutto volontaria. particolarmente interessante è l’opera rivolta a ragazze e giovani donne che non avevano ricevuto nessuna istruzione elementare e che sono state vittime di violenza o avviate alla prostituzione. Oltre a imparare a leggere e scrivere, imparano anche una attività professionale che può divenire preziosa per un loro reinserimento sociale.Infine, padre Barbieri si occupava di una congregazione religiosa locale, le Soeurs de la résurrection, che riceveva aiuti da lui stesso e da ben poche altre persone. Una delle opere più care a p. Barbieri era l’internato, gestito dentro l’Institut tecnique Medical, una scuola di preparazione professionale per infermieri

Sulle tracce di p. Barbieri

I N P R I M O P I A N Odi Claudio Ceravolo, Vice presidente e Sabrina Munaò, responsabile del Sostegno a distanza

Dal 9 al 20 gennaio 2011, ci siamo recati a Bukavu e Walungu, in repubblica Democratica del Congo, per raccogliere l’eredità “umana” di p. Barbieri. Padre Barbieri ha viaggiato in questi luoghi per oltre 30 anni, conoscendo un numero enorme di persone ed aiutandone ancora di più. È stato veramente difficile ricostruire tutte le attività, i micro-progetti, gli studenti sostenuti, le famiglie aiutate, anche perché p. Barbieri aggiornava e modificava costantemente la lista dei suoi beneficiari, aggiungendone di nuovi e cancellando quelli che non avevano più bisogno di aiuto.

p. Barbieri accoglieva tutti, ascoltava tutti. Aveva una buona capacità di discernere tra chi aveva davvero bisogno e chi cercava di imbrogliarlo. E si prodigava in mille modi. per esempio, sosteneva l’avvio di micro-progetti. Dava una somma a chi gli presentava un progetto “credibile” per intraprendere una attività commerciale o lavorativa, e poi doveva dimostrare di essere uscito dalla miseria.p. Barbieri, inoltre, sosteneva a distanza migliaia di bambini, ragazzi dotati le cui famiglie si trovavano in difficoltà nel pagare le tasse scolastiche oppure bambini non accompagnati, ospitati presso istituzioni religiose. padre Barbieri era legato in maniera particolare al Centro Ekabana di Bukavu, che accoglie bambine cacciate dalle famiglie, in quanto accusate di stregoneria.

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(laurea breve). Questo Istituto si trova a Walungu e per l’insegnamento si appoggia al locale Ospedale (Hôpital Fo.S.Ki). Le condizioni di grave insicurezza della regione fanno sì che sia conveniente per le ragazze provenienti dai villaggi vicini soggiornare nell’internato, anziché affrontare viaggi pericolosi. poiché il soggiorno si scontra con le difficoltà economiche delle famiglie più povere, padre Barbieri si è molto prodigato per far fronte a queste necessità.In 30 anni di Congo, p. Barbieri ha aiutato molte migliaia di persone. Vogliamo continuare a farlo. Ci dai una mano?

rimani aggiornato andando sul sito www.padrebarbieri.it

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SOSTIENI Il FONDO P. BARBIERI Con il "Fondo padre Barbieri per i bambini" vogliamo proseguire l'opera di p. Barbieri a favore dei bambini e delle persone nella Repubblica Democratica del Congo, in Came-run, togo e Ruanda. In quelle zone infatti padre Barbieri ha concentrato, fino agli ultimi istanti della sua vita, molti degli sforzi fatti qui in Italia per raccogliere fondi: gli anni passati a raccogliere fondi fuori dai teatri, nei mercati rionali e ai concerti ("un euro, sfama un bambino!") fino alle tante adozioni a distanza che hanno consentito a migliaia di bam-bini di studiare, a intere famiglie di poter mangiare e a tantissime persone di ottenere un aiuto concreto.

Noi vogliamo che tutto questo possa andare avanti. Aiutaci anche tu!

Dona subito su:c/c postale: ccp 902205 intestato a Cooperazione Internazionalec/c bancario: Conto 110880 Banca Etica Sede di MilanoIBAN: IT87O0501801600000000110880Online: sul sito www.coopi.org

Causale: Fondo Padre Barbieri per i bambini Grazie!

DIvENTA "AMICO" DI P. BARBIERIÈ nato il gruppo COOPI "Amici di padre Barbieri".

Il gruppo è aperto a tutti coloro che si riconoscono nei valori di solidarietà e pragmatismo incarnati da p. Barbieri e che desiderano svolgere attività di volontariato per raccogliere fondi e sensibilizzare sul territorio le persone sulle necessità dei bambini più bisognosi.Terremo così vivo giorno dopo giorno ciò che ha fatto lui con il suo megafono e la sua tonaca bianca per così tanti anni!

Chi desidera partecipare può inviare una e-mail a [email protected], telefonare allo 02-3085057 e chiedere della segreteria generale oppure scrive-re alla sede di COOPI (via De Lemene 50, Milano - 20151).

P. Barbieri in Africa, assieme alle persone che aiutava. Archivio COOPI. Chi lo accompagnava dall’Italia rimaneva sorpreso dall’assistere alle migliaia di persone che accoglievano e seguivano p. Barbieri al suo arrivo. Raccontano anche che molte persone portano il nome del nostro fondatore per riconoscenza verso la sua bontà.

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Roberto Bianconi, 42 anni, di Latina, è fotografo e pilota di aerei.. Ha visitato Calcutta, Saigon, L'Habana, Quito, Beirut e - con COOPI - Port-au-Prince, dove ha intenzione di tornare presto. è fondatore dell’associazione “TakeTheWhiteRabbit.com”. Roberto ha visitato il nostro progetto di Sostegno a distanza ad Haiti e ci ha regalato foto di un'intensità straordinaria.

8CO O P I C l I C k !

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CO O P I N E W S

"I bambini vestono in perfetta uniforme. Non immagini di stare in una scuola dove le aule sono tenute all'interno di capannoni... I bambini sono curati. Solo guardando i loro occhi, riesci ad intuire qual è il dolore che li ha sommersi. Il terremoto ha portato loro via tutto. è un ricordo che non si cancella".Sfoglia tutte le fotografie su: www.adottareadistanza.org o takethewhiterabbit.com

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di Chiara ZaruA P P RO F O N D I M E N TO

Che fine hanno fatto gli indigeni?

“tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”. Il primo degli articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è un principio non sempre rispettato. Come non sono sempre rispettate neanche le convenzioni 169 dell’International Labour Organization e quella dell’UNESCO per la Salvaguardia del patrimonio Culturale e Immateriale che teoricamente assicurerebbero pieni diritti civili e politici a tutte le popolazioni indigene della terra. Individui e gruppi con più mezzi e opportunità tutt’ora compiono soprusi nei confronti di chi è più vulnerabile. Le minoranze fanno parte di questa categoria.

“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”. Il primo degli articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è un principio non sempre rispettato. Specie quando si tratta di indigeni. COOPI conosce molto bene le discriminazioni di cui sono oggetto le popolazioni originarie dell’Africa e dell’America latina. Discriminazioni che sono causa della povertà in cui versano e a cui si sommano soprusi di vario genere che minacciano la loro stessa sopravvivenza. Per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto.

A parte sporadiche eccezioni, sono da sempre considerate come “diverse” dai gruppi sociali più forti. Di conseguenza vengono maltrattate, discriminate e spesso cacciate via dai luoghi in cui sono nate e hanno da sempre vissuto. È il caso per esempio dei popoli indigeni. Si tratta di una violazione dei diritti umani contro cui COOpI cerca di combattere da anni. Lo fa in particolare in due aree, lavorando insieme a due popoli indigeni differenti: i pigmei Aka della Repubblica Centrafricana e gli indigeni del Chaco sud-americano. Due culture molto diverse tra di loro, ma ugualmente e pesantemente discriminate.

lottiamo contro le discriminazioni dei Pigmei Aka, in Repubblica CentrafricanaL’Unesco nel 2004 ha dichiarato patrimonio dell’umanità la cultura orale degli Aka, i pigmei della regione Lobaye della Repubblica Centrafricana.

Repubblica Centrafricana, 2005. Interno domestico in un villaggio Aka. Ph. Maria Barletta

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CO O P I N E W S

Nell’aprile 2010 la Repubblica Centrafricana è stato il primo Stato africano a ratificare la convenzione ILO 169 sulle popolazioni Indigene e tribali. È stato un passo molto importante dal quale gli operatori umanitari sperano possa nascere un effetto a catena che spinga altri governi africani a fare lo stesso.Questi grandi risultati sono stati ottenuti anche grazie al lavoro di COOpI. In questi anni COOpI è riuscita a portare in primo piano, a livello nazionale e internazionale, le quotidiane violazioni dei diritti dei pigmei, a seguito di una vasta campagna di sensibilizzazione e formazione. Sono stati creati sei gruppi

- completamente formati da leader Aka, sensibilizzati e formati dal progetto - che operano in difesa dei diritti umani a livello locale. Sono stati riconosciuti ufficialmente, sia sul piano giuridico che amministrativo, tre villaggi Aka e sono stati incaricati i primi

3 capi-villaggio Aka. Ciò significa che il capo villaggio ora deve essere reso partecipe delle decisioni politiche, economiche e sociali a livello locale. Nell’ottobre 2006 è stata organizzata una giornata presso l’assemblea nazionale della Repubblica Centrafricana, durante la quale la 169 è stata presentata ai deputati. Nella stessa occasione un capo pigmeo ha tenuto, per la prima volta, un discorso in parlamento sulle loro condizioni di vita e sulla necessità di tutela dei loro diritti. Nel 2008, infatti, tra i pigmei Aka il tasso di alfabetizzazione era pari al 7%. La mortalità

infantile era molto più alta rispetto al resto della popolazione. Sfruttati, derisi ed emarginati dalle altre tribù, la loro cultura, ricca di danze e canti tradizionali, non viene valorizzata adeguatamente. Come se non bastasse, gli Aka vengono continuamente cacciati dalla foresta, loro habitat naturale, dalle imprese straniere che sfruttano le risorse forestali. La ratifica della 169 è di certo un passo importante perché in questo modo le popolazioni indigene hanno uno strumento giuridico cui appellarsi in caso di violazioni dei diritti umani. D’altra parte molto lavoro è ancora necessario affinché il diritto internazionale venga effettivamente tradotto in legge ordinaria nazionale.

Per saperne di più:http://www.ilo.org/ilolex/cgi-lex/convde.pl?C169http://www.unesco.it/cni/index.php/cultura/patrimonio-immateriale

Repubblica Centrafricana, 2005. Interno domestico in un villaggio Aka. Ph. Maria Barletta

Repubblica Centrafricana, 2010. Bambini pigmei nei pressi del loro accampamento. Ph. Ugo Borga

Repubblica Centrafricana, 2010. Tipica casa di un accampamento Aka. Ph. Ugo Borga

Repubblica Centrafricana, 2005. Una donna mostra il proprio documento d'identità (operazione non scontata). Così può godere dei diritti civili e politici. Ph. Maria Barletta

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12A P P RO F O N D I M E N TO

Portiamo in primo piano la cultura degli indigeni in BoliviaIl progetto di salute interculturale del Municipio di tinguipaya in Bolivia ha permesso una netta riduzione della mortalità materno-infantile. Attraverso un percorso di integrazione tra il sistema medico ufficiale e quello tradizionale è stato infatti costruito il primo ospedale interculturale del paese. La scelta di implementare un progetto di questa natura muove dal concetto di salute espresso nella dichiarazione dell’Organizzazione Mondiale della sanità di Alma Ata del 1976 e ribadito nella Carta della Salute di Ottawa del 1986. La salute non è solo fisica, ma comprende anche il benessere degli individui e delle collettività dato dalla qualità dell’ambiente e dalle condizioni socio-economiche. È stato così costruito un vero ospedale di salute interculturale, tenuto conto dei canoni estetici dell’architettura locale. Sono

stati organizzati 28 corsi di formazione, diretti a medici e ostetriche tradizionali. Sono state catalogate 120 erbe medicinali con proprietà, uso medicinale, preparazione, dosi e applicazioni per le varie malattie. Si è inoltre creata e consolidata l’associazione dei medici tradizionali di tinguipaya, che è stata giuridicamente riconosciuta dalle legislazione vigente boliviana. Infine, terminati i corsi di formazione, ad ogni partecipante è stata consegnata una credenziale che li accredita come medici tradizionali ufficiali a livello nazionale. per facilitare il lavoro del medico tradizionale, è stato costruito inoltre un laboratorio per il trattamento delle piante medicinali. Dieci esperti locali hanno partecipato al processo di selezione e raccolta dei diversi tipi di pianta. Sono stati elaborati cinque prodotti (una pomata, due tipi di sciroppi e due tipi di gocce) contro i dolori delle ossa e l’artrite, per le coliche e le vescicole biliari, per i dolori di stomaco, per la tosse e per i problemi durante il parto. I medicinali saranno distribuiti al più presto nelle farmacie dei centri di salute del municipio. Il progetto ha avuto così tanto successo che il governo boliviano ha proposto di riprodurre il modello dell’ospedale interculturale in altre zone del paese.

Oltre alla salute, COOpI si occupa anche dei diritti civili. Le 36 popolazioni native della Bolivia hanno infatti ottenuto nel giugno 2010 il diritto ad amministrare in piena autonomia la giustizia. Una decisione rivoluzionaria, ma anche un riconoscimento importante per il lavoro che COOpI ha svolto fianco a fianco delle comunità indigene dal 2007 ad oggi.Obiettivo degli interventi di COOpI in Bolivia è stato quello di contribuire a generare una società plurinazionale (multiculturale, multietnica e plurilingue) senza distinzione ed esclusione delle popolazioni indigene, partendo da un’analisi ed uno studio approfondito del diritto comunitario originario. Il progetto si è avvalso di una metodologia innovatrice che, oltre ai momenti istituzionali, ha generato incontri trasversali con tutta la popolazione civile, per far conoscere sia alla società indigena originaria che a quella non indigena gli aspetti positivi di entrambi i sistemi giuridici presenti nel paese.Questo progetto ha ricevuto notevole risonanza in tutto il paese, anche grazie al fatto che i partner locali di COOpI sono le più grandi organizzazioni indigene, CONAMAQ e CIDOB, che rappresentano la maggioranza dei popoli indigeni, sia delle zone andine che di quelle amazzoniche.

Paraguay, 2009. Scorcio di un villaggio nel Chaco, abitato da una comunità indigena. Ph. Giuseppe Polini

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CO O P I N E W S

Grazie per quanto potrai fare!c/c postale: 990200 intestato a: COOpI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS.c/c bancario: Banca popolare Etica - filiale di Milano IBAN: It 06 R 05018 01600 000000102369 intestato a: COOpI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS.online: dal sito www.coopi.orgCausale: Fondo COOPI per i diritti umani

Aiutaci a proteggere i popoli indigeni!Sostieni il Fondo COOpI per i Diritti umani. Con la tua donazione, ci consentirai di lavorare per:

• assicurare i diritti primari delle popolazioni indigene (acqua, cibo, salute, istruzione, protezione);

• valorizzare e conservare l’unicità e la ricchezza della loro cultura presso la loro società e i loro Governi;

• rafforzare la capacità delle comunità indigene di strutturarsi per rivendicare il rispetto dei propri diritti.

Paraguay, 2009. "Interno" familiare in un villaggio di indigeni nel Chaco. Ph. Giuseppe Polini

Paraguay, 2009. Ph. Giuseppe Polini

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DA l C A M P Odi Giuseppe Polini, Responsabile COOPI Paraguay

Sorte e riscatto degli indigeni del Chacogiuseppe Polini è l’antesignano dell’approccio interculturale dei progetti in COOPI, quello che, in ogni intervento, integra, rispetta e valorizza la cultura tradizionale dei popoli - che si tratti di salute, farmacia, prevenzione dei disastri, ecc. In questi anni, è fortemente impegnato nell’aiutare gli indigeni paraguaiani del Chaco, comunità minacciate da una realtà socio-ambientale complessa.

Quest’anno in paraguay si celebra il bicentenario dell’indipendenza, ma le popolazione indigene non hanno molto da festeggiare. In paraguay, da tempo immemorabile, vive una minoranza di diciassette gruppi appartenenti a cinque famiglie linguistiche. Di queste, 13 si trovano nella regione del Chaco del paraguay dove interviene COOpI. Un’area di 240.000 km2 di terreno arido, con clima torrido e sottoposto a cicliche siccità.Dalla costituzione dello Stato nazionale, i popoli indigeni non sono mai stati considerati parte integrante della nazione; in questi duecento anni di indipendenza, sono stati sottoposti alla appropriazione forzata delle loro terre per il loro sfruttamento e commercializzazione, hanno sofferto il continuo saccheggio

dei boschi, degli animali, della flora e della biodiversità dell’ecosistema del Chaco. A causa di tutto questo, attualmente riescono con difficoltà a preservare i loro modi tradizionali di vita, basati sulla raccolta degli alimenti e frutti dei boschi, del miele e sulla caccia e la pesca.La spoliazione del territorio indigena inizia già con l’indipendenza nel 1825, quando lo Stato per decreto si attribuì tutte le terre del territorio nazionale e le vendette a imprese straniere con tutti i suoi occupanti indigeni all’interno. Da allora, hanno occupato le terre del Chaco imprese inglesi per l’estrazione del tannino, i mennoniti (chiesa protestante) provenienti dal Canada e Messico, grandi latifondisti appartenenti all’oligarchia paraguayana e ultimamente grandi imprenditori brasiliani che hanno

1314DA l C A M P O

Paraguay, 2009. Progetto di approvvigionamento idrico in Chaco in condizioni di siccità. Ph. Silvia Favaron

Paraguay, 2009. Agnese Quarti, capo del progetto di emergenza nel settore acqua ed igiene, si appresta ad iniziare una riunione assieme ad alcune operatrici locali, in un clima di confidenza e amicizia. Ph. Silvia Favaron

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di Giuseppe Polini, Responsabile COOPI Paraguay

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trasformato immense estensioni di boschi in campi per l’allevamento del bestiame. A questi si sono aggiunte la Chiesa cattolica e le varie missioni protestanti (la anglicana e le evangeliche).Da allora i popoli indigeni soffrono di una alienazione culturale allarmante per l’ingerenza e l’imposizione delle dottrine delle missioni religiose; in particolar modo, i giovani sono attratti dai beni commerciali superflui, perdendo la loro identità; la conseguenza più grave di questa alienazione è l’alcolismo, dato che molti indigeni attualmente non si sentono né indigeni né paraguaiani e soffrono una crisi di identità che, sommata alla povertà, alla fame, alla mancanza dei servizi basici essenziali, colpisce direttamente la loro dignità come esseri umani. COOpI da anni lavora a fianco di queste popolazioni indigene con un approccio globale che ha come linea guida il riscatto della memoria, del patrimonio culturale e del rispetto dei diritti umani dei popoli indigeni.I progetti realizzati hanno inizialmente

Paraguay, 2009. Incontro di formazione con gli abitanti di un villaggio indigeno del Chaco. Ph. Giuseppe Polini

Paraguay, 2009. Ph. Silvia Favaron Paraguay, 2009. Agnese Quarti, capo del progetto di emergenza nel settore acqua ed igiene, si appresta ad iniziare una riunione assieme ad alcune operatrici locali, in un clima di confidenza e amicizia. Ph. Silvia Favaron

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DA l C A M P O16

cercato di trovare una soluzione ai bisogni fondamentali per la sopravvivenza e in questo caso l’approvvigionamento dell’acqua. Durante gli anni 2007-2008, la regione del Chaco ha sofferto una drammatica e lunga siccità durata più di 16 mesi; in questo frangente, si sono realizzati 180 sistemi d’acqua che ora servono più di 4.000 famiglie indigene.Un altro intervento riguarda i giovani indigeni delle scuole elementari e medie. L’attività che si sta svolgendo è quella di insegnare le culture e le tradizioni

delle loro etnie, affinché non vadano perse e di come integrare queste con la cultura occidentale e consumistica che sta invadendo la regione. A questo scopo, si sono elaborati testi didattici adattati alla realtà e ai problemi degli indigeni della regione, compreso la gestione e lo sfruttamento del territorio. Il materiale elaborato e stampato è stato diffuso a più di 270 scuole, formando 1300 insegnanti e 27.000 alunni.Un altro aspetto fondamentale riguarda il rispetto dei diritti umani e lavorativi

degli indigeni. privati delle loro terre e della possibilità di svolgere le loro attività tradizionali di sussistenza, per sopravvivere sono costretti a lavorare come mano d’opera mal retribuita presso i latifondisti e gli impresari che si sono impossessati del loro territorio. L’obiettivo è quello sia di informare e coscientizzare i lavoratori indigeni sui propri diritti e doveri sia di dialogare con gli impresari, affinché promuovano una responsabilità sociale di impresa.Infine un progetto innovativo riguarda il

Paraguay, 2009. Foto di gruppo intorno ad uno dei pozzi costruiti da COOPI all'interno di un villaggio nel Chaco. Ph. Silvia Favaron

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CO O P I N E W S

HAITINovembre. Partito il progetto di risposta d'urgenza all'epidemia di colera di cui benefice-ranno più di 22.000 persone. In collaborazione con l’Albero della Vita e con Viva Rio saran-no portati avanti interventi in appoggio ad una clinica e azioni di sensibilizzazione nel setto-re acqua e igiene nella bidonville di Port au Prince. In parallelo si sperimenteranno soluzioni durevoli come i biodigestori.

SuDANDicembre. COOPI, in collaborazione con la FAO, ha avviato un progetto di sicurezza ali-mentare. In particolare circa 3.100 persone sono state supportate attraverso la distribuzio-ne di sementi e di attrezzi durante la stagione delle piogge.

MAlAWIGennaio. Con il sostegno dell'Ong Maleza e dell'Università di Salisburgo, COOPI porta avanti progetti volti a fronteggiare l’insicurezza alimentare causata da alluvioni e distruzio-ne dei raccolti. COOPI crede che i gruppi comunitari, se provvisti di strumenti appropriati e di adeguata formazione tecnica, possono effettivamente supportare i loro villaggi prima, durante e dopo il verificarsi di disastri naturali. Per questo ha provveduto alla distribuzione di semi, alla stabilizzazione degli argini dei fiumi ed alla gestione della fauna selvatica. In par-ticolare, per quest’ultima, sono state seminate coltivazioni di peperoncino come barriera al passaggio degli elefanti che rappresentano la principale minaccia per i piccoli agricoltori.

CIADFebbraio. è partito il progetto rivolto ai rifugiati nell’Est del CIAD per la riduzione del rischio di trasmissione dell'HIV/AIDS. Le attività messe in atto favoriranno l'accesso all'ospedaliz-zazione e alla presa in carico pediatrica ai Centri Sanitari di Koukou dei rifugiati; la raccolta di dati sanitari con il Sistema d'Informazione Sanitario (SIS); l'accesso alle cure sanitarie e la formazione di personale qualificato. Grazie al finanziamento dell’UNHCR, 160.000 perso-ne beneficeranno del nostro intervento.

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a cura di Daniela Aprile

CO O P I N E W S

riscatto delle piante medicinali e di tutto il sapere tradizionale delle medicina popolare, affinché si possa trovare un’integrazione tra la medicina tradizionale e la biomedicina di stampo occidentale. Un lavoro semplice, certo complicato dalla vastità del territorio (3/4 della superficie dell’Italia), dalla sua difficile accessibilità e dalle drastiche condizioni climatiche (la maggior parte dell’anno le temperature sono di 40-45o C), ma che cerchiamo di svolgere con il massimo impegno, affinché siano rispettati i diritti di queste minoranze indigene.

vuoi rimanere aggiornato? vai sul sito www.coopi.orgPotrai iscriverti alla newsletter mensile, dove troverai aggiornamenti sui progetti che realizziamo nel Sud del mondo e informazioni sulle attività che organizziamo in Italia sui temi della cooperazione, della pace e della giustizia (incontri, corsi, mostre fotografiche ecc).Potrai leggere le ultime notizie e tutti gli appuntamenti in Italia.Potrai collegarti ai nostri social network: il blog di COOPI, che pubblica le testimo-nianze dei cooperanti; il COOPI Channel, che raccoglie i documentari sui nostri pro-getti; la Fan page di COOPI su Facebook, dove scambiare messaggi con noi ed infine Twitter, per essere informato in tempo reale.

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Interventi:· fornitura di medicine e di materiale ospedaliero al centro medico; · completamento delle infermerie; · costruzione di un pozzo per l’accesso all’acqua potabile da parte

del centro medico e costruzione di un magazzino; · costruzione di una cucina con dispensa per il programma

alimentare della scuola. Risultati:· riduzione dei casi di diarrea all’interno della comunità. · riduzione del tasso di mortalità materna e infantile; · maggiore consapevolezza della comunità in merito alla

pianificazione familiare e alle cause che generano malattie.

Interventi:· fornitura di materiale didattico alla scuola di Yagala; · corsi di formazione e aggiornamento per gli insegnanti; · creazione di una biblioteca della scuola rifornita di libri; · dibattiti alla radio sui diritti e doveri dei bambini e delle loro

famiglie in merito all’istruzione; · incontri rivolti ai genitori sulla cura dei propri figli. Risultati:· crescita nel numero degli iscritti a scuola (da 300 a 500);· aumento della qualità dell’istruzione (la scuola di Yagala è arrivata

prima alla competizione interscolastica “Forum of Education”, condotta dalla radio locale FM 93.7);

· miglioramento del rendimento scolastico (la scuola di Yagala è risultata seconda per i punteggi ottenuti dai bambini agli Esami Finali Nazionali della Scuola Elementare).

Evviva Yagala!

18S O S T EG N O A D I S TA N Z A

di Diana Nahum

Nel 2007, COOPI ha iniziato un progetto di sostegno a distanza nel villaggio di Yagala, in Sierra Leone, attraverso il partner locale “Little Step - 2000”. Nel 2010, tale progetto è stato chiuso, perché ha raggiunto tutti i suoi obiettivi! grazie infatti ai nostri sostenitori, Yagala è diventato un modello di riferimento per il cambiamento di tutto il distretto. Ecco i risultati ottenuti!COOPI ha assistito la scuola e la comunità di Yagala soprattutto in quattro aree: salute , istruzione, agricoltura, sport.

Sierra Leone, 2009. Un gruppo di studenti della scuola di Yagala durante la ricreazione. Ph. Elisabetta Dozio

ISTRUZIONEgrazie al sostegno a distanza, l’istruzione primaria è diventata obbligatoria e accessibile a tutti i membri della comunità.

SALUTEGli interventi in campo sanitariohanno riguardato sia la comunità sia la scuola.

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Dal 2007 al 2010 il progetto ha fatto molto per la comunità di Yagala: una bellissima scuola e tutti i risultati sopra descritti. Adesso altre sfide ci attendono. Grazie a tutti i sostenitori a distanza!

Per saperne di più: www.adottareadistanza.org

http://adozioneadistanza.wordpress.com/

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Cari amici, ognuno di noi è unico ma può valere di più! presentaci 3 amici che vogliono fare un sostegno a distanza e noi, a vostro nome, invieremo loro il materiale informativo per conoscere i nostri progetti e le modalità con cui poter aderire. Ancora una volta, GRAzIE perché insieme stiamo lavorando affin-ché i diritti fondamentali dei bambini vengano rispettati ovunque e insieme possiamo triplicare il nostro impegno.

Un caro saluto, Luisa, Diana e Claudia

per segnalare i vostri amici, previo loro consenso, basta inviare i seguenti dati a COOpI - Cooperazione internazionale, via De Lemene 50, 20151 Milano. Non dimenticate di indicare il vostro nome e cogno-me in calce alla lettera!

Nome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Cognome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

indirizzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

città . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

prov . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cap . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

mail . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

tel/cell . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Nome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Cognome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Nome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Cognome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

indirizzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

città . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

prov . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cap . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

mail . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Tu sei unico ma puoi valere per 3!

✂ Sierra Leone, 2009. Alcune alunne inforcano le biciclette regalate grazie al Sostegno a distanza per tornare a casa. Ph. Elisabetta Dozio

AGRICOLTURACOOPI ha lavorato per il sostentamento sia delle famiglie dei bambini sostenuti a distanza che di quelle di tutti gli altri bambini iscritti a scuola.

SpORT Attraverso il sostegno a distanza, la scuola è stata fornita di materiale sportivo ed è diventata un modello per le scuole della zona.

Interventi:· fornitura di strumenti e semi per le famiglie dei bambini sostenuti

a distanza; · fornitura di strumenti e semi per il giardino della scuola. Risultati:· una sana competizione nella produzione tra le famiglie. Questa

ha anche spinto la comunità a formare dei fondi di risparmio e prestito per permettere alle famiglie stesse di contribuire a finanziare anche nel lungo periodo l’istruzione dei propri figli;

· una crescita del reddito familiare e conseguente indipendenza per far fronte alle spese di casa;

· miglioramento dello standard di vita della famiglia.

Interventi:· realizzazione di un campo da pallavolo;· spianatura del campo della scuola per praticare vari sport;· fornitura di palloni e completi da pallavolo, palloni e completi da

calcio, scarpette chiodate da corsa, premi per le competizioni. Risultati:· lo sport ha favorito l’integrazione tra i bambini, la scoperta di

talenti e attitudini;· la comunità ha partecipato alle competizioni sportive: tiro alla

fune, marcia per i più anziani e la “palm wine competition”; · la scuola è diventata per i bambini un luogo di apprendimento

piacevole e di svago.

Page 20: COOPI News aprile 2011

Il CHRAM (Centre de Rééducation pour Handicapés Moteurs) è stato creato da COOPI nel 1994 a Bangui, ca-pitale della Repubblica Centrafricana, ed è l’unica struttura della zona che garantisce assistenza ai bambini portatori di handicap dovuti per lo più a problemi cerebrali, neurologici, o conseguenze della poliomielite.Il centro garantisce fisioterapia, fornitura di attrezzi medici e, quando necessario, operazioni chirurgiche effettuate da medici espatriati. Dal 2006, nell’ambito del CHRAM, COOPI ha avviato un progetto di sostegno a distanza che oggi ha permesso di garantire i servizi del centro a 131 bambini.

FOCuS

20S O S T EG N O A D I S TA N Z A

Aiutiamo il CHRAM per rispondere all’appello del CHRAM,

sono necessari 1.200 euro. Una cifra che siamo certidi poter raggiungere.

Grazie ad ogni singolo contributo, l’unione e la solidarietà di voi sostenitori, riusciremo a garantire a centinaia di bambini

la possibilità di camminare! Grazie in anticipo a tutti coloro che vorranno rispondere

a questo appello attraverso una donazione su uno dei seguenti conti:

c/c postale: n. 305201 intestato a COOpI - Cooperazione Internazionale - ONG ONLUS Sostegno a distanza.

c/c bancario: IBAN It 94 L 05018 01600 000000512215 intestato a COOpI.

Causale: Attrezzi ortopedici per il CHrAM

Appello urgente!Ivon Agboko è un operatore del Centro di riabilitazione per i disabili motori (CHrAM) di Bangui, in repubblica Centrafricana, struttura in cui COOPI sostiene 131 bambini. Ci ha scritto un appello urgente: mancano gli strumenti per curare i bambini!

Da anni prestiamo assistenza ai bambini con handicap motori, siamo l’unico centro della zona a farlo. Questi gravi problemi colpiscono tantissimi bambini fin dalla nascita e sono causa di derisione ed emarginazione da parte della società. Inoltre impediscono ai piccoli di frequentare la scuola. Grazie alle nostre cure (fisioterapia, rieducazione funzionale, fornitura di protesi, stampelle ecc), la vita di centinaia di bambini e delle loro famiglie è cambiata sensibilmente. Ma ormai la nostra attrezzatura è diventata vecchia; alcuni pezzi si sono anche rotti. In queste condizioni abbiamo serie difficoltà a portare avanti il nostro lavoro e i tempi di guarigione dei nostri pazienti si allungano notevolmente.

Per poter continuare a garantireil nostro supporto ai bambini abbiamo bisogno di:

• cubi per insegnare ai bambini a fare gli scalini;• aste di legno parallele per insegnare a camminare;• deambulatori per aiutare il bambino a trovare l’equilibrio

e imparare piano, piano a camminare;• supporti verticali efficaci per i bambini che non possono

muovere gli arti inferiori;• supporti per la schiena che permette ai bambini

mantenere una posizione verticale con la schiena;• macchine da scrivere per aiutare i bambini con IMC

(immunodeficienza cerebrale) a sviluppare le loro capacità cerebrali e il controllo e le capacità di presa della mano.

Repubblica Centrafricana, 2005. Un bambino sottoposto ad una seduta ortopedica al Chram. Ph. Maria Barletta

Repubblica Centrafricana, 2005. Un intervento di fisioterapia effettuato al Chram. Ph. Maria Barletta

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CO O P I N E W S

l’energia è una sfida apertaLo sviluppo di un Paese passa anche attraverso l’accesso all’energia. Per questo COOPI si occupa di questo settore, all’interno della campagna “L’ambiente giusto fa sviluppo”. Secondo noi, è cruciale la collaborazione con le aziende per introdurre tecnologie sostenibili a beneficio di tutta la comunità.

l’accesso all’energia è una questione cruciale per lo sviluppo economico e sociale di un Paese1,8 miliardi di persone non ha accesso all’energia elettrica e la maggior parte di essi vive in un ambiente rurale. L' energia è fondamentale per un efficente funzionamento dei servizi sociali e sanitari, quali scuole ed ospedali; per garantire la sicurezza alimentare, attraverso un migliore accesso all'acqua (es. pozzi e pompe solari) e quindi per innescare maggior benessere attraverso attività generatrici di reddito, migliorando i rendimenti di agricoltura e allevamento, ma anche di turismo e commercio. Non ultimo, non si può salvaguardare il pianeta, senza ricorrere alle energie rinnovabili (basti pensare che 3 miliardi di persone usano le bio-masse tradizionali per fabbisogno alimentare ed elettrico).La mancanza di energia dunque impedisce alla grandissima parte della popolazione del pianeta di intraprendere un circolo virtuoso e sostenibile di sviluppo.

l’impegno di COOPI nel settoreCOOpI ha realizzato diversi progetti volti a portare energia o a sfruttare l’energia per lo sviluppo delle comunità locali. possiamo citare ad esempio: la riabilitazione delle centrali idroelettriche di Chinata e di Quehata, a Kami, in Bolivia ed il progetto di elettrificazione dell’intera regione; la costruzione di pozzi solari in

A Z I E N D E S O l I DA l I21

di Licia Casamassima.

Uganda ed Etiopia; l’utilizzo della Jatropha in Malawi come fonte di energia alternativa per le famiglie. Due progetti di “energy facility” sono appena stati approvati dall’Unione Europea in Etiopia ed in Malawi e partiranno nei prossimi mesi. Su questi progetti, COOpI sta coinvolgendo anche aziende italiane del settore, che possono apportare, capitale, certo, ma anche know-how, materiali, tecnologia.

una buona pratica aziendaleterna, a Kami, in Bolivia ha realizzato un progetto di volontariato aziendale, grazie al quale si è realizzata una rete elettrica che, dalle centrali di Quehata e Chinata, raggiunge più di 20.000 persone disperse in oltre 150 comunità “campesine” delle etnie Aymara e Quetchua, fornendo energia fino a 80 Km di distanza dal centro di produzione.La partnership con terna è stata avviata nel 2007, coordinata dalla locale missione salesiana. Il coinvolgimento dell’azienda è nato dal basso, ovvero da dipendenti che sono stati chiamati da COOpI nel progetto e che hanno risposto con grande entusiasmo.tERNA ha avuto la sensibilità di cogliere questa volontà e di assecondarla, riconoscendo permessi retribuiti ai suoi tecnici, facendosi carico delle loro spese di viaggio, raccogliendo in Italia materiali dismessi da riutilizzare a Kami. per questo progetto, terna ha vinto il premio “Impresa e ambiente” 2011.

Bolivia, 2010. Gli operai di Kami e i tecnici volontari di Terna al lavoro per installare l'infrastruttura elettrica. Ph. Daniele Tamagni

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22A Z I E N D E S O l I DA l I

le aziende come attori di cooperazione?Alla luce di questa esperienza positiva, COOpI sta cercando alleanze strategiche per i progetti di energy facility in corso, convinta del valore aggiunto che le aziende possono apportare al progetto e quindi ai beneficiari. Ha raccolto l’appello FERA, Fabbrica Energie Rinnovabili Alternative, che è partner nel progetto in Malawi. In estate, offrirà una consulenza sulla costituzione di un impianto eolico nell’isola di Likoma. La componente eolica, integrata al fotovoltaico, apporterà energia alla Likoma tourist Association, un’associazione per la promozione del turismo del parco naturale. Il surplus energetico servirà ad alimentare una scuola, nonché diverse pompe d’acqua ed abitazioni private. Siamo invece ancora alla ricerca di un partner solare che possa lavorare con noi nel distretto di Kasungu dove verranno installati pannelli solari per 20 villaggi, a sostegno dell’attività agricola, dell’accesso all’acqua, della formazione ed educazione degli abitanti dei villaggi, nonché della fornitura di piccoli pannelli solari ad uso domestico. In Etiopia, nostro sponsor è il Festival dell’energia che, attraverso i suoi promotori Aris ed Allea, finanzierà una missione per 5 manager di impresa interessati ad una partnership sul progetto. Esso provvederà ad aumentare la produzione, la fornitura e l’uso efficiente delle energie rinnovabili per i servizi sociali di base, le famiglie e per le attività generatrici di reddito, i cui beneficiari saranno le comunità pastorali e agro-pastorali più svantaggiate di cinque distretti: Filtu, Hudet, Arero, Liben e Gorodolla (389.919 kwh di energia saranno prodotti attraverso fonti rinnovabili, prevalentemente fotovoltaico).

Il convegno Energia e sviluppoIl 4 maggio 2011, in Bocconi si terrà il convegno dal titolo “Energia e Sviluppo. Il ruolo delle ONG e la partnership con le imprese”, in collaborazione con il Master in “Management delle imprese sociali, non profit e cooperative” della Bocconi, con il patrocinio di Expo 2015 e della Commissione Europea. partners: Fondazione Energylab, Festival dell’energia, Link 2007. Ad una sessione teorica, dove si introdurrà il tema dell’accesso all’energia nel Sud del Mondo, seguirà una sessione pratica con la presentazione di alcune best practice (COOpI e terna a Kami; Avsi e la utility brasiliana CELpE a pernambuco in Brasile; ABB e WWF in tanzania), una ricerca di Energylab che esplorerà quali ong ed imprese italiane lavorano in campo energetico, con quali competenze e dove, evidenziandone le opportunità e criticità, fino ad aprire la discussione in una tavola rotonda dal titolo “Strategie innovative per garantire l’accesso all’energia anche nelle comunità più povere del mondo, per la promozione dello sviluppo”. per iscriverti al convegno scrivi a [email protected]

riccardo giuliani, Amministratore delegato Partesa“COOPI è stato il partner giusto per realizzare un progetto che ci stava a cuore: accompagnare con azioni concrete di sostegno e solidarietà la nostra avventura “Partesa On the Road 20o", il viaggio per festeggiare i 20 anni di Partesa che in 20.000 km ci ha portati da Milano fino a Ushuaia, estremo Sud del mondo.E così, la tappa di Lima è stata interamente dedicata a COOPI e al progetto Sagrada Familia. Ringraziamo gli operatori di COOPI e della Comunità per la bellissima festa di accoglienza che ci hanno riservato”.

Marco Pennisi, Amministratore Delegato di Barkleys Private Equity“Da alcuni anni Barclays Private Equity sostiene i progetti che COOPI realizza a favore dell’infanzia e delle popolazioni più povere del mondo.Coinvolgendo direttamente alcune nostre società partecipate, Gemeaz Cusin, Scapa Italia, Cartorama Group e Carlo Erba Reagenti, quest’anno abbiamo deciso di rivolgere il nostro sostegno alla campagna di lotta alla malnutrizione, Insieme per 100.000, finanziando un progetto nella Repubblica Democratica del Congo, i cui beneficiari diretti sono bambini.Come COOPI crediamo che sconfiggere la malnutrizione significa garantire una crescita sana e un futuro più sereno a migliaia di bambini”.

Cesare Fera, Presidente Fabbrica Energie Rinnovabili Alternative“La produzione di energia da fonti rinnovabili permette che la ricchezza venga distribuita più equamente. COOPI lavora perché i popoli del Sud del mondo sviluppino la capacità di gestire le loro ricchezze naturali: interviene per la sussistenza ma anche per la scolarizzazione e la formazione professionale. In Etiopia, il Paese che abbiamo scelto di sostenere, ho potuto constatare personalmente come vengono impiegati i finanziamenti e quali concreti benefici ne traggano bambini e famiglie”.

giovanni Buttita, Direttore Relazioni Esterne e Comunicazione di Terna“L’intuizione di favorire lo sviluppo di un’area rurale andina attraverso la costruzione di una linea elettrica, il lavoro volontario di tecnici di Terna, il recupero di vecchie tecnologie, il riciclo di materiali dismessi, la rinascita di mestieri di un tempo e un incrollabile orientamento al risultato fanno di questo progetto una rappresentazione dell’idea di sostenibilità di TERNA”.

Alessandro Pizzocaro, Presidente di Guna S.p.A.“A livello aziendale noi siamo convinti che quanto più cresce il benessere diffuso, tanto più aumenta la consapevolezza di curare ed essere curati in armonia con la natura. Per questo l'interesse di Guna coincide esattamente con gli interessi della società che ci circonda. COOPI ci ha dato un ulteriore stimolo per esprimere questa nostra convinzione. Siamo andati assieme in Paraguay, per dare il nostro contributo a salvare l'incredibile patrimonio dell'antica medicina tradizionale locale, che si sta perdendo, e per aprire poi micro-farmacie nei villaggi, affinché la popolazione abbia la possibilità di curarsi con la PROPRIA medicina”.

DICONO DI NOI

Bolivia, 2010. Foto di gruppo. In alto a sinistra, p. Serafino, deus ex machina dell'intera operazione di elettrificazione di Kami e dintorni. Ph. Daniele Tamagni

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“Voglio che tutte le donne acquisiscano la consapevolezza dei propri diritti, che combattano per difenderli. Ho due figlie femmine: a loro dico di studiare e imparare a fare un lavoro per essere indipendenti”. Parola di Mary Margai, prima vittima di abusi e poi portavoce dei diritti delle donne in Sierra Leone - parola raccolta dalla giornalista del Tg3, Lucia Ferrari. La trasformazione è stata possibile grazie ai progetti di COOPI che anche voi avete contributo a sostenere, all’interno della campagna “D come sviluppo”.

Mary e le altre

24RElAZIONE CON I DONATORI

di Lucia Ferrari, giornalista del TG3

Mary Margai ha voglia di parlare. Si esprime anche con gli occhi, nerissimi e vivacissimi, tra la polvere, tra le grida dei bambini, davanti alla capanna dove fa scuola ai ragazzini del villaggio di Kissy. Siamo a meno di 50 chilometri da Freetown. A nove anni dalla fine della guerra civile, che ha fatto 80 mila vittime, 2 milioni di rifugiati, migliaia di persone, soprattutto bambini, arruolate a forza, migliaia di mutilati e un numero mai precisato di donne violentate, il paese è ancora agli ultimi posti nell’indice dello sviluppo umano, con 2 dollari al giorno di reddito medio per 6 milioni di abitanti, più della metà giovani e donne.

Su di loro, sulle donne soprattutto, investe la Comunità Internazionale. Secondo COOpI sono il futuro della Sierra Leone. per questo l’Ong italiana gestisce un vasto progetto culturale che vuole aiutare le vittime di violazioni del diritto di proprietà e arrivare, in 3 anni, a sensibilizzare sul tema 50 mila persone.In totale ne beneficeranno 2.500 donne analfabete o semi analfabete, vittime o a rischio di essere vittime di violazioni del diritto di proprietà; sul campo ci sono 6.800 persone, tra uomini e donne, con il compito di sensibilizzare le comunità, 325 donne leader locali che implementano la formazione di 1.600 donne, altre 325 donne leader che migliorano le loro

competenze anche a livello giuridico per aiutare altre donne ancora .Mary è una di queste. prima vittima, poi leader. Ha 46 anni. “Quando andavo ancora a scuola, ho incontrato l’uomo che sarebbe diventato mio marito - racconta. Mi sono sposata a 20 anni. Ho avuto sette bambini. Nel 2005 mio marito è morto”. “Al dolore della perdita - dice Mary - si è aggiunto quello della perdita di me stessa, dei miei diritti, sulla mia casa e perfino sui miei figli. Ho dovuto sposare il fratello di mio marito e da lui ho subito ogni tipo di abuso senza poter reagire. Nel 2007 sono morti anche due miei figli. Ma questa tragedia mi ha dato la forza di reagire: ho studiato, sono un’insegnante, e - con la consapevolezza di poter fare qualcosa fuori casa - sono scappata con gli altri figli. Ora insegno qui, ai bambini di Kissy ”. Mary è una delle tantissime donne della Sierra Leone vittime delle tradizioni, più forti delle leggi che pure ci sono in questo paese. Come quella entrata in vigore dal 2007, a protezione delle vedove contro gli abusi dei parenti del defunto che le considerano oggetti di loro proprietà. Un dramma perché - come in molti paesi dell’Africa Sub-Sahariana - sono le donne, più numerose e più longeve degli uomini,la forza motrice delle comunità, spessole uniche produttrici di reddito, eppure le principali vittime dell’analfabetismo e quindi senza strumenti per uscire dall’emarginazione sociale. “Ma io per fortuna ho studiato - ribadisce con forza Mary - e mi sono inserita facilmente in una piccola cooperativa agricola dove mi hanno parlato del progetto di alfabetizzazione e di aiuto a far valere i propri diritti. Ho conosciuto Francess Kpalca, coordinatrice di COOPI, ho cominciato a discutere con lei e - con la sua spinta e la sua competenza - ho trovato il coraggio di denunciare i soprusi che avevo subito”.Ma Mary Margai non si è fermata qui: ha riunito le donne più deboli del villaggio,

Sierra Leone, marzo 2011. Ph. Gianluca Camerino.A sinistra, Lucia Ferrari, giornalista del TG3; al centro, amministratrice di COOPI; a destra, Mary Margai, attivista per i diritti delle donne.

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Sostieni i diritti delle donne. Appoggia la campagna di COOPI

Ci aiuterai a rendere sempre più donne libere ed istruite, come Mary Margai.

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CO O P I N E W S

vedove, lasciate sole con figli piccoli e senza reddito. Ha iniziato a parlare con loro, delle loro vite, di come riprendersele, andando a denunciare le violazioni che hanno subito. Lo fa ancora oggi, ogni giorno, con la forza delle parole che spinge a confidarsi con lei giovani e anziane a cui mai è stato dato ascolto. “Voglio che tutte le donne acquisiscano la consapevolezza dei propri diritti, che combattano per difenderli. - continua. Ho due figlie femmine: a loro dico di studiare e imparare a fare un lavoro

per essere indipendenti. Insegno loro a condividere con il marito le responsabilità e i risultati del proprio lavoro. Devono avere la parità nel rapporto con gli uomini”.Con le più povere, emarginate e abusate del villaggio ha fatto rete, non solo culturale ma anche economica: ognuna mette in una cassa comune quello che racimola al mercato, vendendo il carbone o il sapone che ricava dall’olio di palma. Quei pochi soldi serviranno ad altre donne che arrivano da lontano, che non hanno

davvero nulla per iniziare una nuova vita. “Chi acquisisce maggiore forza aiuta quelle più deboli - aggiunge Mary. Lo hanno capito anche le mie figlie, che sono qui con me, fanno parte anche loro di questo gruppo. Partecipano, imparano giorno dopo giorno quali sono i loro diritti: sono sicura che potranno fare qualsiasi cosa riescono a fare gli uomini. Le donne sono il futuro del nostro Paese. Le mie figlie sono molto orgogliose di me ed io sono molto orgogliosa di averle cresciute così”.

Il tuo aiuto fa la differenza. Dona ora!c/c postale: 990200 - intestato a: COOpI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS. c/c bancario: Banca popolare Etica - filiale di Milano - IBAN It 06 R 05018 01600 000000102369 intestato a: COOpI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS. Online: dal sito www.coopi.orgCausale: Fondo COOPI per i diritti umani

Sierra Leone, marzo 2011. Ph. Gianluca Camerino. Foto di gruppo delle attiviste e delle donne leader, assieme al personale di COOPI.

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26RElAZIONE CON I DONATORI

Effetto libiaIl Ciad ha quattro frontiere a rischio: il Sudan, la Repubblica Centrafricana e il Niger, alle quali oggi si aggiunge la Libia.Sono circa 300.000 i ciadiani che si trovavano nel paese all’inizio degli incidenti. La maggior parte di loro lavorava e garantiva così un flusso di risorse economiche verso le famiglie.Le conseguenze dell’interruzione del mercato delle merci e l’instaurarsi di un importante flusso di ritorno si possono valutare a tre livelli:1) sul piano della sicurezza: a causa della porosità della frontiera nord e della difficoltà dello Stato a controllare il proprio territorio, l’ingresso di ribelli con intenzioni destabilizzatrici è tutt’altro che remoto;2) sul piano umanitario: le caratteristiche della zona (difficile accesso, mancanza di mezzi di trasporto e tantomeno di rifornimenti) impediscono al Governo e agli attori umanitari di facilitare il ritorno dei profughi nei loro luoghi di origine. Ciò comporta inevitabilmente l’istituzione di campi di transito, che pongono però problemi enormi di accesso all’acqua, ai rifornimenti alimentari e farmaceutici, a causa dell’isolamento dell’area;3) sul piano sociale: le famiglie dei ritornati sono gravate dalla perdita del reddito dall’estero e dalla presenza di elementi non produttivi. A questo si accompagna un aumento immediato dei prezzi, per l’interruzione del flusso di merci dalla Libia. Grandissima parte dei ritornati, inoltre, proviene dalle zone del Sahel, già vittime l’anno scorso di una pesante crisi alimentare. Le Ong come COOpI, dunque, sono preoccupate del possibile aggravarsi della situazione nutrizionale in aree estremamente vulnerabili.

la lotta alla malnutrizioneI nostri interventi di lotta alla malnutrizione procedono bene e la strategia di lavoro tende sempre di più al coinvolgimento delle

di Franca Covini, responsabile COOPI Ciad

La crisi in Libia sta provocando delle ripercussioni nel vicino Ciad. Purtroppo ci stiamo avvicinando verso una nuova e drammatica crisi nutrizionale, che mieterà vittime soprattutto tra i bambini. Abbiamo bisogno di raccogliere al più presto 100.000 euro, che ci permetteranno di prepararci all’imminente emergenza. Aiutaci! Qui il tuo sostegno fa la differenza fra il vivere e il morire.

la differenza tra vivere e morire

autorità sanitarie, in vista di un passaggio alla post urgenza.Resta delicata la situazione delle popolazioni sfollate, perché la politica dei ritorni promossa dal Governo non ha ancora il sostegno necessario, in termini di infrastrutture e soprattutto di personale messo a disposizione dallo Stato: medici, infermieri, nutrizionisti, insegnanti, ecc.Come detto prima, la crisi libica potrebbe aggravare una situazione che cominciava a stabilizzarsi sul piano alimentare e nutrizionale.L’urgenza, in questo momento all’est, é rappresentata dal rinforzo delle strutture di assistenza nutrizionale, per la presa in carico dei bambini malati, ma anche e soprattutto per la sensibilizzazione nei villaggi e la costituzione di gruppi di animatori che possano aiutare a prevenire casi, curare correttamente ed evitare gli abbandoni e le ricadute. Molto si può fare anche in termini di supporto alle famiglie, per consentire una migliore autosufficienza alimentare. Spesso dietro ad un bambino malnutrito, ce n’è un altro e c’è una madre che non può scegliere quanti figli fare o se allontanarsi per lavorare e sfamare se stessa e gli altri membri della famiglia.

un nuovo appelloAi nostri progetti all’est mancano oggi almeno 100.000 euro per poter integrare questi diversi aspetti non presi in carico da altri donatori.L’emergenza nel Sahel potrebbe presentarsi entro pochi mesi: disporre di fondi per poter intervenire rapidamente è fondamentale per salvare vite. Occorrono missioni di valutazione complesse e costose logisticamente che i donatori istituzionali non prendono in conto, oltre alla possibilità di istituire centri di salute volanti o mobili nelle zone più isolate in tempi molto rapidi, per adattarsi ai bisogni.Siate certi che qui il vostro contributo conta molto: fa la differenza tra vivere e morire.

Dona subitoOnline: www.insiemepercentomila.it

c/c postale: 990200 - intestato a: COOpI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS.

c/c bancario: Banca popolare Etica - filiale di Milano IBAN It 06 R 05018 01600 000000102369 - intestato a: COOpI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS.

Causale: Insieme x 100.000

Grazie!

Ciad, 2010. Campo profughi di Goz Beida. Ph. Alessandro Gandolfi

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Bomboniere, lista di nozze e luna di miele rigorosamente “solidali”. Così potrai condividere una gioia anche con chi è lontano!

Ti sposi?

“Ho scelto di sostenere COOPI grazie ai volantini che ho visto distribuire da Padre Barbieri durante una sua azione di raccolta fondi; ho potuto ammirare la sua straordinaria personalità nel coinvolgermi nell'adozione a distanza; negli

anni apprezzo sempre di più la serietà e la concretezza dei progetti”.Anna C. – 15/06/2010, riposta al questionario inviato ai donatori di COOPI.

“Dato che alla fine della vostra lettera leggo “Da parte mia e di tutti noi, GRAZIE!”, mi sento davvero in dovere (ma è un dovere piacevole) di ricordarvi che dobbiamo essere noi a ringraziare voi tutti. Buon fine settimana!Paola R. – 18/3/11 email di una donatrice di COOPI.

RElAZIONE CON I DONATORI27

luna di MieleState organizzando il vostro matrimonio e volete che il viaggio di nozze sia anche un’occasione di solidarietà? Con “Luna di Miele Solidale”, potrete scegliere la destinazione dei vostri sogni e, contemporaneamente, sostenere i progetti di COOpI. Il tutto senza costi aggiuntivi e usufruendo di vantaggi e sconti speciali riservati agli ‘sposi solidali’.

Per informazioniVisita il sito www.coopi.org alla pagina “eventi solidali”, chiama il nostro Ufficio Relazioni con i Donatori

allo 02 30.85.057, oppure scrivi ad [email protected]. Ti risponderemo subito!

Bomboniere Matrimonio, ma anche comunione, cresima, battesimo o laurea, sono momenti unici da festeggiare e ricordare con partecipazioni, scatoline porta-confetti, pergamene di ringraziamento. Con il tuo contributo, potrai decidere a quale progetto di COOpI destinare la donazione.Il tuo aiuto si trasformerà in cure mediche, formazione scolastica, costruzione e riabilitazione di scuole, ospedali e pozzi d’acqua!

Dite di noi

Grazie di essere con noi.

“Ho collaborato come volontaria COOPI nel periodo di Natale di due anni fa, dopo aver conosciuto una vostra collaboratrice romana, amica di mia sorella. I motivi che mi hanno portato a sostenervi sono che il 90-95% delle donazioni viene effettivamente devoluto a favore dei progetti; le richieste di sostegno cartacee che inviate a mezzo posta non sono eccessivamente "ricche" di carta, il che significa che non sprecate tutti i soldi per incrementare una facciata; sostenete progetti e adozioni nel totale rispetto dell'ambiente nel quale portate il vostro aiuto; la laicità della vostra organizzazione la ritengo sinonimo di serietà“.Simona v. – 01/12/2010, risposta al questionario inviato ai donatori di COOPI.

“Gli aspetti che mi hanno portata a sostenere COOPI: perché è un'organizzazione non lucrativa che opera a livello internazionale e ha un ufficio che si relaziona con i donatori in modo serio”.Paola T. – 15/06/2010, risposta al questionario inviato ai donatori di COOPI.

lista di nozze per la vostra lista nozze, potrete invitare i vostri cari a fare una donazione per sostenere un progetto o una campagna di COOpI. Agli sposi spediremo un attestato con il riepilogo dei fondi raccolti, i nomi delle persone che hanno donato ed una descrizione del progetto sostenuto.

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DA l l' I TA l I A28

La campagna nazionale “IO NON ME NE FREGO” nasce nel 2010 al fine di “provocare” un rinnovato impegno

contro la povertà nel Sud del mondo. Una povertà intesa a 360o come mancanza di accesso all’acqua potabile,

assenza di servizi igienico-sanitari, insicurezza alimentare e malnutrizione, analfabetismo, prevaricazione e spregio dei diritti umani - in particolare delle donne, dei bambini e delle minoranze etniche; e poi ancora: assenza di servizi di salute, di opportunità

di lavoro e impresa, degrado ambientale e urbano... tutti ambiti che COOpI conosce bene e con i quali si cimenta

quotidianamente, nei 23 paesi in cui opera per rendere dignitosa la vita delle comunità locali.

I drammi che colpiscono l’altra metà del mondo, assieme all’impermeabilità dei mass media di fronte alle sorti dei più

vulnerabili e alla progressiva riduzione degli aiuti allo sviluppo, ci impongono di suscitare una rinnovata coscienza dei problemi globali, assieme alla speranza che cambiare il mondo si può

ed esige coraggio, impegno e convinzione.

I portavoce della campagna 2011 “IO NON ME NE FREGO” saranno i nostri volontari, i quali coniugheranno l’invito a non

fregarsene con lo sprone a diventare attivi e dunque volontari con COOPI.

Il mezzo sarà un furgoncino “parlante” che legherà 11 città italiane da maggio ad ottobre,

all’insegna di un grande e vivacissimo tour “IO NON ME NE FREGO”.

Ad ogni tappa, i nostri volontari incontreranno la popolazione, giovane e adulta,

gli esponenti politici e della società civile; lanceranno l’invito a non fregarsene della povertà,

distribuendo le cartoline dove scrivere il proprio “perché”; porteranno testimonianze, musica, azione;

susciteranno dibattiti.

IO NON ME NE FREGOriparte la campagna di COOPI “IO NON ME NE FrEgO”, per contrastare la povertà nel mondo e farla mettere all’ordine del giorno della politica. Quest’anno, da maggio ad ottobre, i volontari di COOPI porteranno il messaggio “IO NON ME NE FrEgO” presso

11 città italiane, all’interno di piccoli e grandi eventi.

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Segnatevi quindi i primi appuntamenti in programma:

Milano maggioPadova 13-15 maggio - Festival Cittadinanza

Firenze 20-22 maggio - terra Futura Campamoli (AR) 27-29 maggio, Incontro nazionale volontari COOpI;

Mestre (vE), 9 -11 giugno, Heineken Jammin’ Festival (COOpI è la main charity partner dell’evento);

Genova 18-19 giugno SUQ Imola (BO) 25-26 giugno - Sonisphere

Torino 30 giugno, 1-3 luglio - Vespitalia 150 Cagliari luglio

Brescia agosto - festa Radio Onda d'Urto

Trento settembre

Roma 17 ottobre

Per maggiori informazioni: www.iononmenefrego.org

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30DA l l' I TA l I A

a cura di Isabella Samà

una visione di insiemeSono state avviate rispettivamente a novembre e gennaio le attività della nuova sede regionale trentina e del gruppo locale di Crema, che si aggiungono a Lombardia, toscana, Lazio, Veneto, Sardegna e piemonte.Il Natale ha visto inoltre tutti i volontari impegnati nell'iniziativa dei pacchi solidali, “Carta, nastri e solidarietà”, presso alcuni punti vendita Sephora e altri negozi locali, per un totale di 11 città e 22 punti vendita. Si è trattato di uno sforzo importante che ha permesso di raccogliere € 30.000 per la campagna “Insieme per 100.000”, contro la malnutrizione infantile in Ciad!

COOPI veneto Spazio al dialogo La solidarietà può passare anche fermandosi a parlare con la gente, raccontando quello che COOpI fa nel mondo, spiegando che con 80 centesimi al giorno si può garantire cibo, salute, protezione e istruzione ad un bambino povero. I volontari di COOpI Veneto da febbraio si stanno cimentando in piazza come “dialogatori” e hanno già raccolto € 3.000! Anche la palestra del circuito Fitness First li ha accolti al suo interno.

la solidarietà ha mille facceAumenta il numero dei gruppi locali di COOPI, con l’ingresso della città di Crema e della regione Trentino Alto Adige. In più, i nostri volontari si dimostrano sempre più creativi nel promuovere la causa di COOPI in Italia. Complimenti a tutti!

COOPI PiemonteA tutto aperitivoSpecialisti della convivialità sono invece i nostri volontari di COOpI piemonte, che annoverano tra le loro iniziative sempre appuntamenti appetitosi, come cene e aperitivi solidali, in collaborazione con i locali della città di torino. prosit!

COOPI BresciaUn tocco di new ageAntesignani dei “massaggi solidali”, i nostri volontari storici di Brescia ci stupiscono con altre formidabili idee che strizzano l’occhio alla new age e all’esoterismo, come la lettura dei fondi di caffè, delle foglie del thè, dei tarocchi e delle sibille. per conoscere il futuro... e scommettere sul cambiamento!

COOPI quartucciuLo spessore universitario I nostri volontari sardi si prodigano in mille modi, ma la loro caratteristica principale è quella di saper partecipare ad incontri accademici e istituzionali, con interventi di grande spessore, specie quelli che riguardano la tutela dei diritti dei minori e delle donne. 30 e lode!

Scopri tutte le iniziativeVai su www.coopi.org, alla rubrica “appuntamenti” oppure contatta i nostri referenti locali:Milano (Sede) - [email protected] (Gruppo) - [email protected] (Gruppo) - [email protected] (Gruppo) - [email protected] (Gruppo) - [email protected] (Sede) - [email protected] (Sede) - [email protected] Firenze (Sede) - [email protected] (Sede) - [email protected] (Gruppo) - [email protected]

COOPI MilanoAppuntamento al “20” Da gennaio, i nostri volontari di Milano stanno sperimentando la collaborazione con il locale “20” di via Celestino IV. Un lunedì pomeriggio al mese, il locale ci ospita per incontri, testimonianze, proiezioni e dona 1 euro a consumazione a COOpI. per unire l’utile al dilettevole!

COOPI lazioW la “decrescita felice”I nostri volontari romani hanno riproposto da marzo la seconda edizione del corso sulla “decrescita felice”, una filosofia volta a consumare meno, riciclare in modo corretto, limitare l'uso di risorse naturali ed esserne felici, ricostruire le nostre comunità locali, apprezzare la lentezza come arte del vivere. Evviva!

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CO O P I N E W S

31M O N D O CO O P I

a cura di Nico Porco

“GAZA A CIElO APERTO”Presentato al cinema Anteo di Milano lo scorso 5 aprile, “Gaza a Cielo Aperto” è il film che ha come protagonista la spazzatura dell’omonima città palestinese.Il regista Maurizio Fantoni Minnella ha seguito la vita quotidiana dei netturbini di Gaza, costretti a raccogliere l’immondizia con carretti trainati da asini, a causa dell’embargo che limita l’ingresso di container, mezzi e carburante nella Striscia. Tonnellate di spazzatura che invadono le strade, il tasso di disoccupazione all’80% e un’atmosfera pesante dominata dall’apatia. In questo contesto, COOPI ha realizzato il progetto degli “spazzini” sugli asinelli, con il finanziamento della Commissione Europea. Un progetto che ha contribuito a pulire la città e a restituire un po’ più di dignità ai suoi abitanti.Guarda il trailer sul web: http://vimeo.com/19525761

“Il CAMMINO DEl CHACO”Il documentario “Il cammino del Chaco” - prodotto da COOPI e diretto da Andrea Ruffini, musiche di Marcello Ferri - racconta il viaggio intrapreso da alcuni leader indigeni boliviani per incontrare i rispettivi “colleghi” paraguaiani e riflettere sulla situazione ambientale, politica e sociale vissuta da entrambi. Il Chaco soffre gli effetti di un’aridità ciclica, che peggiora di anno in anno, causata da un’impropria deforestazione, dal cambiamento climatico globale e dallo sfruttamento del territorio a fini economici. Gli indigeni versano in uno stato di crescente indigenza e depauperamento culturale, che mette a rischio la loro stessa sopravvivenza.COOPI lavora da alcuni anni nel Chaco per preparare la popolazione ad affrontare le calamità naturali, per rafforzare la rappresentanza delle comunità indigene a livello istituzionale e per valorizzare la loro cultura tradizionale. Guarda il trailer sul web: http://vimeo.com/21010371

COOPI MEETINGDal 14 al 18 marzo scorso si è tenuta a Milano la 1a edizione del “COOPI Meeting”, un importante momento di lavoro rivolto agli operatori di COOPIin Italia e nel Mondo. Per la prima volta nella storia della nostra Associazione, Coordinatori Paese e Amministratori regionali impegnati in Africa, Sud America e Medio Oriente si sono trovati insieme per confrontarsi su pianificazione, monitoraggio e sostenibilità dei progetti di COOPI. 60 collaboratori dello staff in Italia si sono uniti a circa 20 cooperanti provenienti da Bolivia, Ciad, Kenya, Etiopia, Malawi, Ecuador, Palestina, Perù, Repubblica Centrafricana, Repubblica democratica del Congo e Sierra Leone.

I FIlM DI COOPIVuoi organizzare una proiezione nella tua città, coinvolgendo persone, enti e realtà sensibili ai temi e alle storie raccontate nei due film? Contatta l’ufficio stampa di COOPI (tel. 02.3085057 o scrivi a [email protected]) per presentarci la tua iniziativa e richiedere una copia dei DVD.

GRAZIE!

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