giornalino

12
Pli LA VOCE DEL LICEO CLASSICO PLINIO IL GIOVANE N° 3 GIUGNO 2010 Tempo di bilanci di Andrea Pellegrini Arrivati al terzo numero di Plinews è doveroso fare un bilancio di questo anno di lavoro. Il nostro ‘giornalino’ ha assunto una veste grafica stabile ed una impaginazione nel complesso molto buona e questo traguardo è stato raggiunto grazie a Susanna Ficarra, che ha gestito la parte tecnica con compe- tenza e tanta pazienza. Abbiamo cercato di pubbli- care articoli che toccassero argomenti significativi ed in grado di suscitare spunti di riflessione, con- vinti che il Giornale d’Istituto debba essere soprat- tutto l’occasione per esprimere il proprio punto di vista critico e consapevole. L’Ipse dixit è stata in- vece quella parte ‘leggera’ e, credo, simpatica della rivista, che proporremo anche il prossimo anno, certi che i collaboratori non mancheranno. Natural- mente molte sono ancora le criticità, tanti gli aspetti migliorabili e perfettibili. Le critiche sono sempre bene accette quando costruttive. È facile criticare senza mettersi in gioco. La cerchia dei collaborato- ri si è un pochino allargata, è vero, ma molte sono ancora le potenzialità inespresse. Per il prossimo anno invito calorosamente gli studenti e i docenti che lo vorranno a collaborare attivamente, proprio per dare a Plinews un respiro ancora più ampio, uno spessore ancora più significativo, un’imma- gine più condivisa. È indubbio, comunque, che se risultati nel complesso positivi sono stati raggiunti, essi siano ascrivibili alla Redazione, che ha contri- buito, con zelo e passione, alla realizzazione di un progetto che non ha gravato sul bilancio del Liceo. Colgo l’occasione, a nome di tutti, per porgere i saluti e ringraziare i Proff. Nocchi, Valentini, Mam- brini e Traversini, che scendono dalla nave della Scuola e proseguono con altri mezzi il loro viaggio. Li ringraziamo perché con impegno, professionali- tà e carisma hanno formato generazioni di studen- ti, contribuendo al prestigio del Liceo. Una parola in più, mi sia consentito, la voglio spendere per la mia insegnante di Latino e Greco del Ginnasio, la Prof.ssa Traversini, di cui ho sempre ammirato la preparazione, la competenza, la passione e la se- rietà, e che ho sempre considerato un modello da seguire. A loro, dunque, va il nostro più sentito ‘in bocca al lupo’. Parole senza tempo Da più parti si leva la voce che gli studi classici ‘non ser- vano a niente’ o che ‘non abbiano più niente da dire’. Di- scorsi insulsi, proferiti da persone ignoranti che non hanno capito assolutamente nulla di quello che è la classicità. Nei nostri banchi si studia l’uomo nella sua sostanza e nella sua essenza. Gli studenti di oggi saranno gli uomini e le donne di domani. Essere uomini significa avere dei valori e dei prin- cìpi sui quali impostare la vita. Riportiamo di seguito il più famoso frammento del poeta latino Lucilio, che ci fornisce un fulgido esempio di quella che è la virtus. Chi può negare lo spessore di questi versi? Chi può metterne in discussione il contenuto? Esso non solo è attuale, ma immortale. Facciamolo nostro. “[...] la virtù, o Albino, è poter assegnare il giusto prezzo alle cose fra cui ci troviamo e fra cui viviamo, virtù è sapere che cosa valga ciascuna cosa per l’uomo, virtù (è) sapere che cosa per l’uomo è retto, utile, onesto, e poi quali cose son buone, quali cattive, che cosa è inutile, turpe, disonesto; virtù è sapere mettere un termine, un limite al guadagno, virtù poter assegnare il suo vero valore alla ricchezza, virtù dare agli onori quel che veramente gli si deve: esser nemico e avversario degli uomini e dei costumi cattivi, difensore invece degli uomini e dei costumi buoni, questi stimare, a questi voler bene, a questi vivere amico; mettere inoltre al primo posto il bene della patria, poi quello dei genitori, al terzo e ultimo il nostro”. vv 1326-1388 Marx – Traduzione di I. Mariotti Liceo Classico “Plinio il Giovane” - viale Armando Diaz, 2 - 06012 Città di Castello (PG) - tel. 075.8554243 - fax 075.8554724 - www.liceoplinio.net - [email protected] Raffaello, Le virtù cardinali Un caloroso benvenuto ai nuovi iscritti!

description

giornale di istituto

Transcript of giornalino

Pli LA VOCE DEL LICEO CLASSICO PLINIO IL GIOVANE

N° 3 GIUGNO 2010Tempo di bilancidi Andrea Pellegrini

Arrivati al terzo numero di Plinews è doveroso fare un bilancio di questo anno di lavoro. Il nostro ‘giornalino’ ha assunto una veste grafi ca stabile ed una impaginazione nel complesso molto buona e questo traguardo è stato raggiunto grazie a Susanna Ficarra, che ha gestito la parte tecnica con compe-tenza e tanta pazienza. Abbiamo cercato di pubbli-care articoli che toccassero argomenti signifi cativi ed in grado di suscitare spunti di rifl essione, con-vinti che il Giornale d’Istituto debba essere soprat-tutto l’occasione per esprimere il proprio punto di vista critico e consapevole. L’Ipse dixit è stata in-vece quella parte ‘leggera’ e, credo, simpatica della rivista, che proporremo anche il prossimo anno, certi che i collaboratori non mancheranno. Natural-mente molte sono ancora le criticità, tanti gli aspetti migliorabili e perfettibili. Le critiche sono sempre bene accette quando costruttive. È facile criticare senza mettersi in gioco. La cerchia dei collaborato-ri si è un pochino allargata, è vero, ma molte sono ancora le potenzialità inespresse. Per il prossimo anno invito calorosamente gli studenti e i docenti che lo vorranno a collaborare attivamente, proprio per dare a Plinews un respiro ancora più ampio, uno spessore ancora più signifi cativo, un’imma-gine più condivisa. È indubbio, comunque, che se risultati nel complesso positivi sono stati raggiunti, essi siano ascrivibili alla Redazione, che ha contri-buito, con zelo e passione, alla realizzazione di un progetto che non ha gravato sul bilancio del Liceo.

Colgo l’occasione, a nome di tutti, per porgere i saluti e ringraziare i Proff. Nocchi, Valentini, Mam-brini e Traversini, che scendono dalla nave della Scuola e proseguono con altri mezzi il loro viaggio. Li ringraziamo perché con impegno, professionali-tà e carisma hanno formato generazioni di studen-ti, contribuendo al prestigio del Liceo. Una parola in più, mi sia consentito, la voglio spendere per la mia insegnante di Latino e Greco del Ginnasio, la Prof.ssa Traversini, di cui ho sempre ammirato la preparazione, la competenza, la passione e la se-rietà, e che ho sempre considerato un modello da seguire. A loro, dunque, va il nostro più sentito ‘in bocca al lupo’.

Parole senza tempo

Da più parti si leva la voce che gli studi classici ‘non ser-vano a niente’ o che ‘non abbiano più niente da dire’. Di-scorsi insulsi, proferiti da persone ignoranti che non hanno capito assolutamente nulla di quello che è la classicità. Nei nostri banchi si studia l’uomo nella sua sostanza e nella sua essenza. Gli studenti di oggi saranno gli uomini e le donne di domani. Essere uomini signifi ca avere dei valori e dei prin-cìpi sui quali impostare la vita.

Riportiamo di seguito il più famoso frammento del poeta latino Lucilio, che ci fornisce un fulgido esempio di quella che è la virtus. Chi può negare lo spessore di questi versi? Chi può metterne in discussione il contenuto? Esso non solo è attuale, ma immortale. Facciamolo nostro.

“[...] la virtù, o Albino, è poter assegnare il giusto prezzoalle cose fra cui ci troviamo e fra cui viviamo,virtù è sapere che cosa valga ciascuna cosa per l’uomo,virtù (è) sapere che cosa per l’uomo è retto, utile, onesto,e poi quali cose son buone, quali cattive, che cosa è inutile, turpe, disonesto;virtù è sapere mettere un termine, un limite al guadagno,virtù poter assegnare il suo vero valore alla ricchezza,virtù dare agli onori quel che veramente gli si deve:esser nemico e avversario degli uomini e dei costumi cattivi,difensore invece degli uomini e dei costumi buoni,questi stimare, a questi voler bene, a questi vivere amico;mettere inoltre al primo posto il bene della patria,poi quello dei genitori, al terzo e ultimo il nostro”. vv 1326-1388 Marx – Traduzione di I. Mariotti

Lic

eo C

lass

ico

“Plin

io il

Gio

vane

” -

vial

e A

rman

do D

iaz,

2 -

060

12 C

ittà

di C

aste

llo (

PG)

- te

l. 07

5.85

5424

3 -

fax

075.

8554

724

- w

ww

.lice

oplin

io.n

et -

pgp

c050

00a@

istr

uzio

ne.it

Raffaello, Le virtù cardinali

Un caloroso benvenuto ai nuovi iscritti!

2

Istituzioni alla deriva: la società dei ricchi corrompe la scuola di tutti

di Marta Ceccarelli, Michele Bravi, Clementina Chiarini

Una scuola di Pordenone ha predisposto una vacanza-studio basata sul reddito degli studenti. Il risultato di tale decisione è stato una divisione ti-mocratica degli alunni e la conseguente distruzione del principio di equi-tà. I ricchi hanno potuto godere del comfort di un buon albergo al centro della metropoli londinese, i poveri si sono ritrovati, al contrario, a dover alloggiare in una sordida pensione nel sobborgo di Monaco. L’apartitica istituzione scolastica dovrebbe garantire un servizio paritario privo di ogni sorta di distinzioni e la conseguente formazione di una futura generazione basata su sani principi di giustizia. In meno di mezzo secolo siamo passati dalla ricerca di vincoli minimi di solidarietà umana al loro calpestamento. Ci siamo dati come morale il dare per il ricevere, il “do ut des”. È in atto la costruzione di un motore silenzioso che incombe sulle nostre teste, che muta i puri sentimenti d’argento in odio nero. La creazione del sillogismo che lega il concetto dell’avere a quello della ricchezza e a sua volta quest’ultimo a quello del potere, è ormai diventato la traduzione della realtà, nella quale capeggia il ricco e perisce il povero. Sconvolge il fatto che l’innocenza ven-ga citata a giudizio e che sia condannata da educatori che sputano sentenze dall’alto dell’autorità. Sconvolge che l’uomo venga diviso e organizzato in una tabella di sessi, colori, redditi. Sconvolge che la scuola non sia diventata altro che un palcoscenico dove si susseguono iniquità. Non esiste sistema o ideologia o rivoluzione capace di cancellarne l’ingiustizia, di distruggerne la mediocre supremazia. Non un solo spiraglio di speranza dipinge un futu-ro di ultimi e primi ugualmente rispettabili, ugualmente uomini. Gli ultimi saranno sempre ed inesorabilmente ultimi. La società sta edifi cando una via per l’Uomo che costringe questo a strisciare in una marcia di guerra. Sembriamo tanti angeli con le ali tarpate, pezzi di santi caduti in un mondo d’inferno; siamo anime immacolate e forzatamente sporcate dalla corruzio-ne della nostra società.

“I poveri possono sperare in un dio dei poveri, i ricchi in realtà non han-no niente. I poveri sono più fortunati di quanto credono, solo loro possono apprezzare il vivido colore di una scorza di limone”. [Alda Merini]

Quando l’equità diventa utopia

di Sergio Magalotti

Si sono svolte nel nostro Liceo alcune giornate di Educazione alla Salute.In particolare con le quarte e quinte ginnasiali che hanno incontrato don

Paolino.Le problematiche trattate sono state quelle adolescenziali, quelle sociali,

quelle genitoriali, che stiamo vivendo nella nostra realtà quotidiana.Il confronto con adulti che “intendono o re-intendono” cambiare la pro-

pria vita, ri-mettendosi in discussione con se stessi e con la società, con vissuti di tossico-dipendenti, di emarginazione, di carcere e altro, è stato molto toccante. L’entusiasmo del silenzio iniziale, dell’ascoltare passiva-mente, quasi criticamente, è stato rotto da domande timidamente formulate prima, sempre più curiose, pertinenti e riferite anche al vissuto quotidiano poi, le quali hanno reso l’incontro vivace e interessante.

Una lezione di vita molto toccante e formativa, vissuta da spettatore ma anche da attore. Anche don Paolino ha rifl ettuto a lungo su argomenti e sco-perte nuove, sia come terapeuta e sia come “padre”.

Tiziano ed Elisabetta si sono aperti con cuore al confronto-incontro di-verso dall’abituale.

Poesie

Lo studio è bello ma… Annibale, Alessandro, Giulio Cesarequante battaglie, quante storie, quante date!Carlo Magno, Pelopida, Pompeo,imperator, dux, consultutti da studiaretutti da sapereche barba!Quante ore su quei libri!E poi c’è l’Italiano…Tante poesie a memoriaanche se forse è vano…Tra un po’ tutto sarà scordato.Sarà vero?Quando saremo grandi sarà bellosentire che non mancano all’appelloSerse, Milziade, gli strateghi ,Manzoni, l’Addio ai monti,le Idi di marzo e poi…gli imperatori;quante date. Ci sarà il compito, poveri noi!Studiamo, coraggio…Bisogna prendere un bel votoaltrimenti la prof. ci manda a casa a nuoto.Tanto c’è la Genova…A nuoto fi no a Genova?Ma che dici? Genova è la prof.di Educazione fi sica;meno male che qualcuno pensa al nostro corpo!!!E la mente?Mi sembra che adesso sia un po’ carente…Ma piano piano tutti quei nomi ritorneranno.E allora … su… ricominciamo:

con che cosa?Con Cesare Ottaviano!

Dedicata con affetto agli alunni della classe V B (Anno Scolastico 2008/2009)

Prof.ssa Graziella Biccheri

Vivere nella diversità

3

“Il confl itto tra israeliani e palesti-nesi non è un western, dove è chiaro chi siano i buoni e i cattivi. È invece una tragedia antica, cioè lo scontro tra due facce della giustizia.” [Amos Oz, scrittore israeliano]

Durante le prime tre ore delle giornate di autogestione, svoltesi il 29-30/04/10, il giornalista Antonio Rolle ha esposto, in termini sintetici ma effi caci, la questione palestine-se-israeliana. Scontato affermare che si tratta di una situazione estre-mamente complicata e intricata. Non si tratta solo di comprendere a chi appartenga il territorio. La questione, ormai annosa, è ben più profonda: due culture così diverse, due religioni così lontane, due men-talità opposte che sono costrette a convivere. Come ha commentato il giornalista, ormai, dopo tutti questi

3

Per la seconda volta in due anni, l’entusiasmo degli studenti del Li-ceo Plinio il Giovane ha riempito lo stage linguistico a Londra. Tante aspettative, curiosità ma soprattutto voglia di conoscere si sono unite nell’ esperienza alla quale hanno partecipato i ragazzi delle classi I A e B, accompagnati dalle docenti di Inglese Marcella Polidori e Carla Pruscini, e dall’ insegnante di Ed. fi sica Sergio Magalotti. Un grazie speciale va sicuramente ai profes-sori, che con il loro impegno hanno reso possibile lo stage svoltosi nel periodo di metà Marzo. Alla base dell’esperienza l’obiettivo di mi-gliorare l’inglese degli studenti, con

Londra: aria di libertà

Israele-Palestina: l’impossibilità di fare chiarezza

“Il confl itto tra Israeliani e Palestinesi non è un western, dove è chiaro chi siano i buoni e i cattivi. È invece una tragedia antica, cioè lo scontro tra due facce della giustizia.” [Amos Oz, scrittore israeliano]

di Ester Giorgi

anni e avvenimenti, non si riesce più a comprendere chi sia l’aggre-dito e chi l’aggressore, chi sia nella ragione e chi nel torto. È giusto che Israele sia riconosciuto come Stato? È legittima la ribellione da parte del popolo palestinese? È equivocabile ed esasperato il tentativo da parte di Israele di “difendersi”? È lecito che questo, per tutelarsi, aggredisca Gaza e isoli con check-point le po-che e ristrette zone ancora in pos-sesso dei Palestinesi? Chi, tra le due popolazioni, può essere accusato di terrorismo? È comprensibile que-sto incessante piano di distruzione di Israele da parte degli Stati arabi confi nanti? Ci sono confl itti d’inte-resse e responsabilità da parte degli U.S.A. in tale situazione? Il muro che si sta costruendo, deve proteg-gere chi? Da chi? Da cosa? Doman-

de legittime, interessanti, diffi cili, azzardate. Gli studenti, interessati e colpiti dalla questione, oltre a espri-mere vari dubbi, hanno costruito una vera e propria discussione: grazie alle domande di Rolle poste con spi-rito provocatorio e pungente, sono state avanzate proposte che, seppur azzardate, erano volte a trovare una soluzione al problema. C’è chi ha avanzato l’ipotesi della distruzione totale di Israele come Stato, chi ha proposto la pace forzata tra i due po-poli; ma soprattutto è emersa l’im-portanza di cercare di salvaguarda-re sempre i diritti di uguaglianza e libertà, propri di tutti gli uomini, arabi o ebrei che siano, in quanto si è constatato concretamente che ciò spesso non avviene. “Il primo bene di un popolo è la sua dignità”. [C.B. Conte di Cavour]

Un saluto alla routine scolastica…

di Valentina Pirchi

4

La cosiddetta ‘globalizzazione’ avrebbe dovuto abbattere le distanze e rendere il mondo un unico ‘villaggio’. In realtà non ha fatto altro che aumentare il gap tra Paesi ricchi e poveri.

di Silvia Palmi

Nessuno può negare che per secoli la competizione economica si è facil-mente tramutata in confl itto militare e fu solo a partire dal Secondo Dopo-guerra che le cose iniziarono a cambiare. La tendenza all’avvicinamento dei mercati mondiali iniziò allora ad accentuarsi sempre di più fi no a che, alla soglia degli anni Ottanta, si iniziò a parlare di globalizzazione. Questo ter-mine racchiude in sé tutto il suo signifi cato: nasce infatti dall’unione di altri due termini, “globale” e “integrazione”. Il fi ne del progetto era infatti quello di creare un unico mercato in tutto il mondo, all’interno del quale fosse pos-sibile commerciare qualsiasi tipo di beni fi nanziari, reali e servizi secondo il meccanismo della domanda e dell’offerta. Si creò gradualmente un’eco-nomia che agisce a livello planetario, che cerca a suo modo di convogliare gli interessi dei vari Stati in un’unica azione, il tutto in un clima di pace, in quanto si sa che la pace e la tranquillità favoriscono immancabilmente il commercio. E così oggi si vive in un mondo in cui tutto è correlato e inter-connesso: l’economia, la politica, la vita sociale stessa ne hanno irrimedia-bilmente risentito. Tutti seguono uno stile di vita pressoché uguale, leggono gli stessi libri, vedono gli stessi fi lm, indossano gli stessi vestiti, bevono coca-cola, si collegano a Internet, mangiano hamburger, comprano gli stessi prodotti visti in pubblicità. Si omologano. Tutto dunque si corrisponde in un incredibile gioco a incastri e rimandi .Tale fenomeno, se così si può defi nire, per molti simboleggia tuttora la scoperta del secolo, in quanto punto d’arri-vo di un cammino non solo economico ma anche culturale, volto a trovare sempre un’intesa e a pensare in modo totale e universale. Secondo altri punti di vista, evidenti sono i limiti di questo sistema. La maggior parte dei critici vede infatti nella globalizzazione un concetto diffuso e pubblicizzato quasi unicamente per portare avanti, sotto copertura, un “nuovo colonialismo”, che porta i Paesi ricchi a diventare ultraricchi e i Paesi poveri ad avanza-re senza sosta nella strada del sottosviluppo. Effettivamente il divario tra ricchi e poveri tende ad aumentare in maniera preoccupante e non di certo perché qualcuno abbia deciso che alcune persone debbano avere tutto ed altre niente, ma perché questo sistema, che dovrebbe avere l’uomo come fi ne e l’economia come mezzo, perde troppo spesso di vista i suddetti ruoli. Certo non è semplice stagliarsi da questo sfondo per tutti uguale, ma sarebbe importante che ognuno iniziasse a farsi una propria idea circa le questioni appena affrontate, in maniera tale da vedere anche i punti più oscuri della nostra condotta quotidiana. È vero che la globalizzazione ha dato tanto, ma ci ha anche portato e ci porta spesso a smarrire la nostra identità; ha miglio-rato tanti aspetti della nostra vita, ma se non troveremo il giusto equilibrio la forbice che separa il ricco dal povero sarà ancora più ampia.

La globalizzazione da ieri a oggidei corsi in una delle sedi private della scuola londinese. “You have to improve your English”, ha sem-pre detto la professoressa Pruscini. E proprio questo era lo scopo: mi-gliorare l’inglese degli studenti. E dopo appena una settimana, immer-si nella lingua inglese e in famiglie inglesi, il livello raggiunto da ogni studente è stato certifi cato da atte-stati di frequenza e di merito. Ma sicuramente, oltre alla validità sul piano disciplinare, l’avventura ha avuto risultati molto positivi anche per quanto riguarda i rapporti tra i ragazzi e le famiglie e quelli raf-forzatisi tra gli stessi studenti. Per non parlare poi delle visite nei luo-ghi principali della città, e ai mo-numenti ed edifi ci più importanti. L’esito è stato ottimo. Il consiglio degli alunni? Ripetere questo espe-rimento!

Poesie

Mattino

Portando il peso del sapere su una spallama cogli occhi ancora un po’ socchiusi,e il letto fi sso nella mentescendo le scale pensieroso ogni mattinoe come sempre percorroil solito cammino.Arrivo lì, davanti al portone e pensoal mio tiepido cuscino.

Sospirando entro,saluto i miei compagnie sedendomi mi chiedo:“Avrò preso tutto?”.Cerco il libro, penso:“Lo sapevo!”,lui è nella mia camera nascosto,vigliacco, non mi ha seguito.

Michele Radicati

5

Zapatero: al bando le favole, sono sessiste

Miscere utile dulci con le favole

di Deborah Galasso

Quale ragazza da bambina non ha mai sognato di vivere una storia come quella di Cenerentola, Biancaneve o la bellissima Aurora de “La bella addormentata.”? Proprio queste stesse fa-vole, che da generazioni affascinano le bambine, sono state re-centemente bandite in Spagna dal ministro Zapatero, che le defi -nisce ‘sessiste e maschiliste’. A quanto pare queste favole danno il cattivo esempio alle nuove generazioni, proponendo la donna come assolutamente dipendente dall’uomo e un po’ “addormen-tata”: solo il bacio del principe azzurro infatti può svegliarle. Ecco quindi la nascita di “Educando all’uguaglianza”, campagna rivolta a bambini e adolescenti: alle femmine affi nché si abituino a pensare con la propria testa, e ai maschi perché non si sentano superiori rispetto alle donne. Le fi abe dei fratelli Grimm e di Perrault vengono quindi licenziate in favore di una nuova favola aggiornata sulle pari opportunità: “La Principessa Differente”. Il titolo, veramente poco affascinante e fi abesco, è già tutto un programma. La storia narra le avventure di Alba Aurora, scalatrice di monta-gne, e del suo incontro con un principe che si offre di liberarla dal mago malvagio. Essa sostiene che, anche se ci fosse qualche pericolo, saprebbe affrontarlo da sola. Il principe sta per andarsene umiliato, ma Alba Aurora lo ferma proponendogli di visitare insieme la Muraglia cinese. La storia si conclude con i due che si allontanano a bordo di una moto, guidata da lei naturalmente. Piuttosto che affrontare la crisi (la Spagna è stata recentemente defi nita il Paese più pericoloso per il sistema economico occidentale), il governo Zapatero si è messo a riscrivere le fi abe perché quelle già esistenti non erano più adatte ai tempi che cambiano, a quanto pare.

Studi psicoanalitici sostengono invece che le favole siano espressione di una precisa struttura psichica profonda, per lo più inconscia, di valore universale. La fi aba, i lapsus, i sogni sono, secondo Freud, valvole attraverso le quali l’inconscio comunica e porta alla luce i problemi rimossi. Inoltre numerosi studi sostengono che le favole non siano utili soltanto ai bambini, bensì anche agli adulti, poiché le fi abe possono aiutare a risolvere situazioni di paura, di ina-deguatezza, di solitudine, di mancanza di autostima, sconfi ggono angosce e fanno svanire confl itti e fantasmi. In ogni fi aba è quindi quasi contenuta una soluzione miracolosa per ogni nostro problema. La fi aba, per defi nirla con una nota citazione oraziana, è un miscere utile dulci. Quindi Zapatero pensi ciò che vuole, ma guai a chi ci tocca le favole!

Sempre in continua crescita le innovazioni nel campo della tecno-logia automobilistica: nuovi design, nuovi motori, nuove norme anti-in-quinamento (euro 5 e addirittura euro 6). Nuovo rivale del motore diesel è il cosiddetto motore “hybrid”, ossia quel motore a benzina affi ancato da uno elettrico che può sviluppare una potenza a partire da 20 cavalli e che favorisce misure anti-inquinamento in quanto, sempre grazie all’ausilio del motore elettrico, non esige un largo impiego di combustibile fossi-le: basti pensare che un motore elet-

trico da 30 o 40 cv può spingere la macchina fi no ad una velocità pari a 160 kmh. È il giusto compromesso tra consumi e prestazioni e possia-mo considerarlo il fratello maggiore del motore a metano. Cosi facendo, diamo anche una mano al portafo-gli, relativamente ai consumi, visto che questo tipo di motore consuma meno di un motore diesel, e, cosa più importante, all’ambiente; solo che il costo di una macchina con motore hybrid è davvero salato: in-fatti, se consideriamo macchine di alto livello come Bmw e Mercedes,

questo motore può arrivare a costare anche 10.000€ in più rispetto a un motore diesel. Sotto questo punto di vista la tecnologia giapponese non delude: infatti vengono prodot-te macchine, come la nuova Toyo-ta Prius o la Honda Civic, sempre con motore ibrido, che sono alla portata di tutti e possono essere ac-quistate nuove anche con 22.000€ o 23.000€. Certo, non siamo ai livelli di una macchina del calibro di Audi o Mercedes in quanto a rifi niture ed affi dabilità, ma sono delle utilitarie che possono soddisfare le esigenze

“Hybrid” e motori “verdi”: novità sempre in crescita

di Alessandro Raganato

6

La scrittrice illibata

e le islamiche straziate

di tutti i giorni. Non fi nisce qui. Il commissario Ue all’industria, An-tonio Tajani, ha promosso l’idea di un’ auto con motore“verde”. Accan-to ai motori elettrici la Commissio-ne ha approvato la nascita di veicoli alimentati a idrogeno (con celle a combustibile). E il prezzo? Sem-pre salato. È un’auto che solo pochi consumatori si possono permettere. Le case automobilistiche del giorno d’oggi sono davvero tante. Quando bisogna comprare una macchina c’è sempre l’imbarazzo della scelta. In un primo momento tutti possono pensare: “ Una macchina vale l’al-tra”. Non è così. Una macchina deve essere sempre comprata in base alle esigenze di una famiglia. Per fare un esempio una famiglia di 5 persone deve necessariamente comprare una macchina spaziosa, affi dabile nei lunghi viaggi e che sia all’altezza del portafogli.

È l’ennesima trovata per farsi notare..ormai ci si inventa di tutto, anche questo: utilizzare quello che da sempre è considerato un valore e che per molti, nonostante i tempi sia-no cambiati, lo è ancora oggi, come mezzo per avere un posto in coper-tina e le luci puntate adosso. Ma lei, Silvia Valerio, crede di essere l’uni-ca vergine rimasta in circolazione; e alla unica diciottenne padana ancora illibata....serve un “uomo vero”, che ne possa comprendere la delicatez-za. E chi meglio del presidente ira-niano Ahmadinejad? In suo onore la Valerio ha scritto un libro, per offri-re in dono, al più ultraconservatore dei presidenti, la sua illibatezza. Ov-viamente è una provocazione, ma ci fa rifl ettere su fi no a che punto ci si può spingere per avere un po’ di notorietà; la cosa più sconvolgente è che la scrittrice è ben consapevole di chi sta parlando:una persona che nega l’olocausto e pensa di usare la bomba atomica contro gli Stati Uni-ti, quotidianamente minacciati; che sottomette il proprio popolo ad ogni sorta di intimidazione, con le armi, con le torture. Lui, che considera le donne alla pari e forse anche al di sotto degli animali, che ne impedi-sce qualsiasi possibilità di espres-sione, al punto tale da intimare che il loro corpo venga coperto da capo a piedi, in modo da togliere loro

qualsiasi dignità, emarginate e pri-vate della possibilità di potersi co-struire un futuro. E alla domanda,” Ahmadinejad non vuole scrittrici nel suo paese, come farà lei?”, l’au-trice illibata risponde: “non farò la

scrittrice, in un mondo dove non c’è niente di cui lamentarsi si può anche rinunciare a scrivere”. Una ragazza che ha la possibilità di esprimersi e che vuole rinunciarvi per altri mi-lioni di giovani uomini e donne, che invece vorrebbero farlo e cercano disperatamente la via della libertà, lottando giorno per giorno con le unghie e con i denti, resistendo nel-la speranza di un domani migliore. Questo è il loro coraggio e costrui-re una provocazione indebita sulle loro sofferenze è a dir poco vergo-gnoso. Dovremmo solo ritenerci fortunati della nostra democrazia e considerare con dignità e rispetto i nostri coetanei che dall’altra parte del mondo vorrebbero tanto avere la nostra stessa fortuna.

di Cecilia Robellini

Poesie

Ritorno

Conoscevo ogni mattone di casa,ma il mondo mi era estraneo.Sono partito.Ho portato con me un po’ di casa sulle spalleper ricordarmi chi ero.L’anima è volata, mi ha guidatoattraverso frutti esotici e facce sorridenti.Poesie ho recitato e cantato can-zoni;ho mangiato di terre sconosciutee di mari inesplorati.Tornato,ho visto casa mia con altri oc-chi,gli occhi di chi ritorna alla sua Itaca.

Pietro Gallori

Silvia Valerio

7

Salta New York? Pronta l’alternativa!

Si è dissolta sul nascere l’idea di un viaggio negli States e i ragazzi ci sono rimasti male. Inequivocabile l’espressione mesta degli studenti, soprattutto di Seconda Liceo, che cullavano la speranza di un viaggio fuori dall’ordinario. Il Plinio li ha stupiti, trasformando la delusione in entusiasmo incontenibile. E ha tirato fuori dal cilindro magico una proposta che è subito diventata real-tà. Per sollevare il morale dei po-veri studenti affl itti, il Collegio dei Docenti ha organizzato un’uscita d’istituto obbligatoria a Canoscio. Radunatisi nel piazzale antistante il Liceo, i ragazzi sono stati fatti salire in pullman e deportati fi no a Bivio di Lugnano. Da lì la comitiva ha proseguito a piedi, raggiungendo il Santuario declamando le Bucoli-che di Virgilio. Giunti alla basilica verso le 12.00, gli studenti hanno assistito all’Angelus del Dirigen-te Scolastico, che in 75 minuti ha tracciato il profi lo storico del Liceo Classico “Plinio il Giovane” ed in 150 ha ricordato le fasi salienti del-la storia italiana, dal 1860 ad oggi. Molti giovani non hanno retto e

sono stati immediatamente tumulati nella cripta della Chiesa: un post-it giallo ne ricorda l’impresa. Si dice che anche alcuni professori siano psicologicamente crollati: in parti-colare, i bene informati sostengono che alcune insegnanti del Ginnasio, colte da excessus mentis, abbiano visto, ai piedi della famosa croce di Canoscio, l’immagine di Padre Massimiliano Kolbe che le invitava al martirio. Due docenti del Trien-nio, pare del Dipartimento di Lette-re moderne, dopo aver pronunciato la frase di pirandelliana memoria “Signora Preside, la campanella ha suonato...” si sono dati alla macchia e risultano tuttora dispersi. Termi-nata la prolusione, si è compiuto un suovetaurile per procacciare la benevolenza della Gelmini e subi-to dopo sono stati consegnati alla folla i quattro docenti pensionandi, che hanno così ricevuto, da parte dei loro studenti, il giusto riconosci-mento per il lavoro svolto. Libera-ti dalle famiglie verso l’imbrunire, tutti gli allievi hanno fatto ritorno a casa, ancora pieni di entusiasmo e gioia di vivere.

Fallita l’organizzazione di un viaggio oltreoceano. La scuola pone rimedio e organizza una altrettanto spettacolare uscita

di Oscar Rafone

Poesie

Il Treno della Vita

Rumore…movimenti meccanici,il pavimento trema,il treno parte…

Un diario…una penna imbevuta nell’inchiostro,il movimento frenetico della mano,la penna scrive sul foglio chissà quali parole,un unico suono in testaquello della penna che gratta il foglio…

Una candela…la luce fi oca all’interno del vagone,da fuori con la bufera si notava solola luce andarsene via velocetra i campi innevati…

Un uomo…l’euforia dinnanzi all’ignoto.L’amaro calore dell’assenzio sulla gola,la spensieratezza di un viaggio.

Un viaggio…con un suo inizio e con una sua fi ne…con le sue avventure e disavventure…con il giorno e con la notte.Il calore di un momento, poi,via di nuovo verso il vento…

Niccolò Consigli

di Niccolò Dimitri Massetti

Europa…Spagna…MADRID! Come dimenticare questi cinque giorni di febbraio, questa gita…que-sto “VIAGGIO D’ISTRUZIONE… ‘D’ con l’apostrofo naturalmen-te!”. Così infatti una ex e celeber-rima professoressa di questo Liceo avrebbe puntualmente specifi cato in riferimento ad una gita, soprat-tutto in riferimento ad una gita di terzo Liceo! Battuta ormai storica...da narrare ai posteri! Impossibile dimenticare questa esperienza me-ravigliosa!

...20-24 Febbraio 2010…MADRID: viaggio d’istruzione…“D” con l’apostrofo! IERI!

Diffi cile invece ricordarla “per fi lo e per segno”, ricordarla detta-gliatamente, attimo dopo attimo. Ripensando a quei cinque giorni, nella mente di ognuno di noi ver-ranno in mente episodi, fatti, aned-doti…piccole e grandi avventure..sorrisi e risate…missioni segrete e misteriose, tutte cose che caratteriz-zano ogni singola gita indipendente-mente dalla destinazione; tutte cose che trasformano una gita da viaggio d’istruzione a viaggio=distruzione!

Fra qualche tempo infatti pochi, pochissimi, diciamo pure nessuno, si ricorderanno di Madrid con il suo palazzo Reale e il suo Museo del Prado…forse qualcuno, senza far nomi, e togliamo il forse, si ricorde-rà quasi sicuramente di Madrid con il suo Santiago Bernabeu...visitato clandestinamente il giorno prima, compiendo una vera e propria mis-sione segreta e misteriosa in per-fetto stile James Bond da UNO di

NOI…UNO che rimarrà ormai per sempre sconosciuto, mai si saprà il suo nome…che maestro del crimi-ne, però!

Il museo Reina Sofi a? Guernica? Picasso… “P” chi? “Estadio Reina Sofi a” semmai, teatro di una storica partita, di una storica vittoria...Espa-gna-Italia…con Massetti, Marioli, Vella (ma per tutti Wella), Caseti e Corsi a difendere il nostro tricolore, la nostra patria e un pubblico mera-viglioso assiepato sugli scalini e ne-gli ascensori caratterizzanti il museo che tifavano per noi...risultato? Uno a zero per l’Italia…marcatore: Mas-setti...assistman: Wella…vendicata così la sconfi tta all’Europeo di due anni fa!!!!

Giornate, spesso e volentieri grigie e piovose, solo dal punto di vista metrologico però, passate ri-cercando disperatamente quella “M” gialla su sfondo rosso...che per molti di noi era un vera e pro-pria ancora di salvezza…oasi nella Meseta Culinaria Madrilena...carat-

8

Museo del Prado

Pablo Picasso, Guernica

terizzata da “bocadiggli” e “paeg-glie”…per molti altri di gran lunga migliori rispetto alle solite patatine a “stelle e strisce”. Giornata dram-matica infatti per molti quella pas-sata in quel di…di…di Aranjuez?! Si, Aranjuez! Giornata drammatica passata fra Aranjuez e Toledo...città delle spade? C’era per caso qual-che negozio che vendesse spade e oggetti simili? Nooooo... Giornata drammatica in quanto nonostante i vani tentativi…quella “M” giallo rossa non spuntò fuori! Gente che si disperava, che si strappava i capelli in preda a terribili e giustifi catissimi crampi allo stomaco...gente in pre-da al panico! Non si mangiava quei giorni senza “M”! Si dovette fare di necessità virtù! All’orizzonte, im-provvisamente si stagliò una grande “E”, molti in preda ad una e vera e propria visione pensarono bene di capovolgerla facendola diventare così una “M”…ma capovolta, si accorsero che quella “M” era blu, e non rossa! Tragedia!

Recensioni di viaggio

9

Sono adulti? Sono ragazzi? Questione di punti di vista. C’è da dire che sono tutti un po’ troppo “fi gli di papà”, ma d’altronde sono “Liceali”!

Sono ragionatori, sono sognatori, tanta teoria con poca pratica, però c’è di bello che certe cose le imparano subito.Il rispetto, l’educazione, l’attenzione sono la loro prerogativa o quasi, però ce la mettono tutta per imparare questi

principi. E i genitori? Un cordone ombelicale che si fa fatica a recidere. Non si capisce chi, concretamente, debba effettuare il ‘taglio’.

Pure gli Inglesi ci hanno subito riconosciuto in questo.È il nostro modo di fare: iper-protettivi.Forse sbagliamo noi a non farli crescere da soli, ma la mamma è sempre la mamma.“Mela, pera, pesca e susina”: se anche non è stagione facciamo il giro del mondo per trovarle.Ora poi con il cellulare! Mi ricarichi? Mi fai un regalino? La scusa di poter in qualche modo controllare i fi gli...Poi, di là dal fi lo, chissà realmente se fa quello che racconta; ma la mamma è contenta, “mio fi glio non può aver

fatto questo, e, se mai, è stato costretto!”Da chi o da che cosa non si sa. Solo una cosa è certa: la colpa non è la sua.Pensierino della sera: rifl ettiamo su tutto e su tutti, ma talvolta bisognerebbe lasciarsi andare ai sentimenti sani e

alle emozioni...

di Sergio Magalotti

Di quali professori si tratta?

1 ...............................................................................................

2 ...............................................................................................

3 ...............................................................................................

4 ...............................................................................................

5 ...............................................................................................

6 ...............................................................................................

7 ...............................................................................................

10

Il terrore ha un nome. Ed è quello di H. P. Lovecraft. Si racconta che Lovecraft non scrivesse di pura fantasia, ma raccontasse sogni, o meglio, visioni, che faceva di notte, ispirate dal Necronomicon, un testo di magia nera scritto da un arabo pazzo di nome Abdul Alhazred. Proprio in questo libro si parla di una divinità oscura, Cthulhu, relegato negli abissi più profondi, nella sua città demoniaca, il R’lyeh. Esso attende il giorno in cui i suoi discepoli lo libereranno, così, assieme ad altri immondi esseri, porterà distruzione su questa terra. Attorno ai miti di Cthulhu ruotano però altre storie dalle macabre e sanguigne tinte: ecco che un castello di famiglia, ereditato da antenati importanti, si trasforma nel centro di un allucinante mistero, la cui risoluzio-ne sarà orribile e misteriosa. L’elemento comune, naturale, è la quotidiana semplicità che si mescola al terrore più puro, derivante dalla presenza di creature soprannatura-li, spietate e che bramano sangue. Il tuo sangue. Il mio sangue. Esse si nutrono della morte delle persone comuni, ignare. Una gita spensierata può trasformarsi nella più triste delle disavventure e nella più tragica realtà. Una semplice cantina può trasfor-marsi nel regno dei demoni. Un vecchio gentile può essere un profeta di sventure o sacerdote di sacrileghi riti. Profane processioni, aberranti culti demoniaci che si me-scolano rabbiosi e marci nella loro malignità più radicata, così che il lettore si troverà combattuto tra un sentimento di repulsione e di curiosità allo stesso tempo. Empi strumenti e teschi vuoti sorreggeranno le fi le dei più orribili rituali, durante i quali sa-ranno immolati sacrifi ci da parte di sacerdoti folli e invasati. Il maestro dell’horror si dona a voi in una raccolta di racconti voluminosa, ma splendida. Un sublime intrec-cio di realtà e fantasia. Inutile cercare difetti nella penna perfetta di Lovecraft, che, con un linguaggio fl uido, riesce a creare atmosfere terrifi canti, racconti che non han-no eguali per intensità e drammaticità: forti come pugni nello stomaco e rapidi come lampi, attanaglieranno le membra di chi si azzarderà a leggere, coraggiosamente, quanto scritto, addentrandosi in una spirale di perversione. Semplicemente perfetto.

TUTTI I RACCONTI DI H. P. LOVCRAFTdi Howard Philip Lovecraft

Casa editrice: MondadoriAnno di pubblicazione: 2007N. pagine: 658 Prezzo di copertina: € 10,00

La Bacheca del Lettore a cura di Roveno Valorosi

“Il tempo della lettura, come quello dell’amore, dilata la vita”. (D. Pennac)

Lettura e amore, due mondi che ci fanno sognare; grazie ad essi viviamo le avventure più appassionanti.Una differenza li divide: l’amore è universale; viene trovato perché viene cercato costantemente intorno a noi.La lettura, al contrario, non si trova fi nché non la si cerca; ma quando si trova, è come ritrovare un vecchio amico perduto da tempo: ritrovare un tesoro.

“La parola scritta m’ha insegnato ad ascoltare la voce umana, press’a poco come gli atteggiamenti maestosi e immoti delle statue m’hanno insegnato ad apprezzare i gesti degli uomini”. (M. Yourcenar, “Memorie di Adriano”)

Se avete voglia di trovare il vostro tesoro rivivendo la storia del passato attraverso concetti attuali, è “Memorie di Adria-no” il libro per voi.L’abilità della Yourcenar consiste non tanto nel raccontare una parte della storia antica, quanto nell’aver raccolto le me-morie di un imperatore, personifi candosi nell’ideologia di Adriano.Un imperatore che cammina tra le bellezze della Roma antica, contrapponendole pensieri attenti e moderni.Pensieri che, in questo romanzo epistolare, ci pervengono attraverso le lettere indirizzate al giovane Marco Aurelio, che ci fanno capire fatiche e diffi coltà di essere imperatore a quel tempo.

“Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo”, come dice il sovrano nelle sue rifl essioni.

Un libro destinato, in primis, a ragazzi come noi, che grazie allo studio delle lingue antiche e della letteratura riescono a comprendere e ad apprezzare appieno il mondo classico. Così, l’amore per questo mondo affascinante espresso dall’au-trice attraverso profonde rifl essioni, coinvolge direttamente noi più che ogni altro. Non lasciatevi dunque impressionare dal titolo, che all’apparenza sembrerebbe introdurre “un noioso susseguirsi di fatti storici”, ma tuffatevi nella lettura, la quale senz’altro vi farà navigare in un mondo così lontano, ma anche così tanto vicino e contemporaneo.

A tu per tu con l’imperatore Viaggio per l’antica Roma vista dagli occhi dell’imperatore … e non solo!

di Amanda Borrelli, Chiara Antonelli, Valentina Boldrini

La storia del Liceo

Il Liceo fu convertito in governativo a cominciare dal I ottobre 1903. Città di Castello ebbe in tale data il suo “Regio Ginnasio”. Al momento non si trovò altra sistemazione che quella di un quartiere in via S. Giaco-mo, di cui il corpo insegnante lamentò il poco decoro. Si considerò ineffi ciente “l’irregolare ubicazione delle aule che rende diffi cilissima la vigilanza disciplinare. Inoltre vi si diffondono dalla scala e dal cortile le esa-lazioni della rimessa. Un attrito dei mattoni produce un continuo polverio. Banchi e mobili poco decorosi”. E altrettanto i Presidi giudicarono questa sede “non certo degna di tale istituto: un piccolo appartamento in una casa d’affi tto, sotto un magazzino e una stalla, davanti la via rumorosa; aule, o meglio camere piccole, anzi due piccolissime, senza latrina per le femmine né luogo ove possano riunirsi”. In ogni modo, malgrado le diffi coltà logistiche, con Regio Decreto del 12 settembre 1935, fu istituito il Regio Liceo Ginnasio realizzando un’esi-genza fortemente sentita nell’ambiente colto tifernate. Infatti già da molti anni il professor Luigi Gerboni così si era espresso: “Ora Città di Castello può dirsi la sede ideale d’un istituto secondario. Saluberrimo il clima, la città pulita e graziosa, ameni i dintorni, miti e ospitali gli abitanti, modico il prezzo di tutto ciò che è necessa-rio alla vita... Che cosa dunque può impedire che Città di Castello abbia un Liceo Regio. Appena fondato lo si denomina “Regio Ginnasio Plinio il Giovane”, dopo la decisione unanime del Consiglio dei Professori.

Un titolo che conservò fi no al 1959 quando, dietro sollecitazione del Ministero della Pubblica Istruzione, il Consiglio dei Professori nella riunione del 24 no-vembre 1959 deliberò all’unanimità di chiamarlo Liceo Ginnasio di Stato “Plinio il Giovane”, per non cambiare fondamentalmente una denominazione divenuta ormai acquisita e tradizionale.

Nel frattempo la vecchia sede di via S. Giacomo sem-pre più ineffi ciente e antiquata fu sostituita dall’ex pa-

lazzo Corsi nella stessa via, in cui la scuola si trasferì nel 1937. Per un ambiente ritenuto ben più adeguato al Liceo-Ginnasio si scelsero inaugurazioni solenni: quel-la civile del 7 novembre alla presenza del “Maresciallo d’Italia” Pietro Badoglio e quella religiosa presieduta dal Vescovo Filippo Maria Cipriani il 20 novembre. Una sede elegante, una scuola apprezzata, nuove promesse, il desiderio di più ampi respiri, soffocati però dall’in-combere di vicende politiche che portarono alla seconda guerra mondiale. Il 16 gennaio 1944 quattro aule del Li-ceo-Ginnasio furono occupate da soldati tedeschi, senza preavviso, e sgombrate otto giorni dopo in seguito allo sbarco delle truppe alleate nella zona di Nettuno. il 23 e il 29 gennaio Città di Castello subì le prime incursio-ni aeree seguite da quelle del 14 e 17 maggio. I locali della scuola non furono danneggiati, ma dopo l’allonta-namento della popolazione civile ordinato dal Comando tedesco il 19 giugno, i soldati tedeschi e bande di ladri saccheggiarono ignobilmente le case abbandonate. An-che i locali dell’Istituto vengono violati e la scuola subì lo stesso l’onta del saccheggio. Il 22 luglio Città di Ca-stello fu occupata dalle truppe alleate e appena tre giorni dopo il Preside Pietro Castaldo riprese uffi cialmente la sua funzione ristabilendo innanzitutto i contatti con il Provveditore agli Studi di Perugia, tanto che a settem-bre fu possibile svolgere ogni regolare attività scolasti-ca. Una ripresa signifi cativa, sebbene provvisoriamente troncata da nuove diffi coltà. Dal 10 al 25 gennaio 1945 le aule furono interamente occupate da soldati polacchi e dal 12 febbraio al 15 marzo dalle truppe indiane che le ridussero in uno stato pietoso. E infi ne, malgrado tutto, la scuola fu riattivata il 26 marzo 1945 con l’auspicio di un futuro di arricchimento e di nuove aperture. Dal 1979, infi ne, il Liceo Classico “Plinio il Giovane” si tra-sferì nella sede attuale, di proprietà del Comune, in un edifi cio, anch’esso legato alla storia religiosa e civile di Città di Castello, situato in viale Armando Diaz.

11

Inaugurazione civile del 7 novembre alla presenza del “Maresciallo d’Italia” Pietro Badoglio

Red

azio

ne: B

rozz

i, G

alas

so, G

iorg

i, M

arin

elli

, Mar

iucc

i, P

alm

i, P

azza

gli,

Ram

acci

oni A

., R

amac

cion

i G, R

obel

lini

, Ron

doni

, Val

oros

iP

roge

ttaz

ione

gra

fi ca:

Fic

arra

Appuntamenti da non perdere!

Venerdì 4 giugno: PRESENTAZIONE DEGLI ANNALI DEL LICEO

Sala degli Specchi, Circolo degli Illuminati ore 17:30

Lunedì 7 giugno: SAGGIO DEL CORO

Sala degli Specchi, Circolo degli Illuminati ore 21:00

Rappresentanti di Istituto: indice di gradimento

a cura di Michele Rondoni

55%NO

45%SI

SEI SODDISFATTO DEL LAVORO SVOLTO DAI RAPPRESENTANTI DI ISTITUTO?

43%NO

57%SI

CREDI CHE QUESTI “ORGANISMI” DI RAPPRESENTANZA SVOLGANO UN RUOLO MARGINALE?

39%perché non vengono né ascoltati né rispettati

da chi di dovere

19%perché non ci sono

leggi adeguate

33%perché i rappresentanti

sono degli incompetenti9%perché

è inutile

SE SÌ PERCHÉ?

Dir

etto

re: P

rof.

And

rea

Pel

legr

ini