Giornale delle Imprese

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edizione di Parma, Reggio Emilia e Modena periodico d’informazione aziendale anno III Luglio 2010 CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA Il Primo trimestre 2010 caraerizzato dall’incertezza Il servizio a pagina 10 Editoriale In primo piano Imprese & Rappresentanza R.E TE. Imprese Italia: un Progeo per dar voce alla piccola e media impresa Un sistema da semplificare L’attuale modello di rappresentanza degli in- teressi imprenditoriali presente in Italia fa parte delle logiche del passato. Confrontandoci con diverse realtà del territorio è emerso che i primi ad avvertire la necessità di modificare ed aggior- nare questo modello al sistema economico dei giorni nostri sono gli stessi imprenditori. Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una trasformazione nel mondo associativo sia nell’ambito della “rappresentanza” che dei ser- vizi erogati. Parlando di rappresentanza, che è il vero ruolo istituzionale, si è passati dal “fare” prevalen- temente rappresentanza sindacale (ruolo di “Parte Sociale”) al fare “lobby” ovvero tutelare “gruppi di interesse” a vari livelli: locale, nazio- nale ed europeo ed in alcuni casi anche mondia- le. Ma se “fare lobby” da parte di più imprese che hanno interessi comuni ben definiti mi sem- bra semplice, fare lobby in Associazioni di im- prese eterogenee con interessi molto diversi tra loro - diversità accentuate dal mercato globale e da una nuova visione della sub-fornitura - mi sembra già più difficile se non per le posizioni di carattere generale e la condivisione di valori quali l’economia di mercato, la libertà di intra- prendere, la voglia di offrire prodotti e servizi innovativi. Valori oggi comuni a tutte le Asso- ciazioni e che non contraddistinguono più una categoria. Non esistono più logiche politiche di differenziazione ma aziendalistiche quali ad esempio settore e dimensioni dell’impresa. Ha senso allora il moltiplicarsi di costose tec- nostrutture a tutti i livelli? “R.E TE. Imprese Italia” potrebbe essere un primo passo verso la semplificazione. Luglio 2010 EDILIZIA & ASSICURAZIONI Le norme a tutela degli acquiren di immobili INNOVAZIONE “Study Tour” in Giappone per Cisita Parma TERRITORIO Convenzione tra LegaCoop e Parco Nazionale dell’Appennino Il servizio a pagina 12 FORMAZIONE Pezzarossi (IFOA): servono sinergie tra En ed un nuovo asseo del sistema Il servizio a pagina 9 è distribuito gratuitamente in duplice copia con la formula “per te e per un collega” Il servizio a pagina 16 EMPOWERMENT Una tecnica per valorizzare il potenziale dei collaboratori Il servizio a pagina 14 Il servizio a pagina 11 Il servizio a pagina 27 di Ottavio Margini

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Il Giornale delle Imprese si rivolge al mondo aziendale, in particolare, alle Piccole Medie Imprese. Vuole essere uno strumento di informazione su tutte le novità (prodotti e servizi) inerenti all’organizzazione ed alle diverse funzioni aziendali.

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Page 1: Giornale delle Imprese

edizione di Parma, Reggio Emilia e Modena

periodico d’informazione aziendale

anno III Luglio 2010

CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA

Il Primo trimestre 2010caratterizzato dall’incertezza

Il servizio a pagina 10

Editoriale In primo piano

Imprese & Rappresentanza

R.E TE. Imprese Italia: un Progetto per dar voce alla piccola e media impresa

Un sistema da semplificare

L’attuale modello di rappresentanza degli in-teressi imprenditoriali presente in Italia fa parte delle logiche del passato. Confrontandoci con diverse realtà del territorio è emerso che i primi ad avvertire la necessità di modificare ed aggior-nare questo modello al sistema economico dei giorni nostri sono gli stessi imprenditori. Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una trasformazione nel mondo associativo sia nell’ambito della “rappresentanza” che dei ser-vizi erogati. Parlando di rappresentanza, che è il vero ruolo istituzionale, si è passati dal “fare” prevalen-temente rappresentanza sindacale (ruolo di “Parte Sociale”) al fare “lobby” ovvero tutelare “gruppi di interesse” a vari livelli: locale, nazio-nale ed europeo ed in alcuni casi anche mondia-le. Ma se “fare lobby” da parte di più imprese che hanno interessi comuni ben definiti mi sem-bra semplice, fare lobby in Associazioni di im-prese eterogenee con interessi molto diversi tra loro - diversità accentuate dal mercato globale e da una nuova visione della sub-fornitura - mi sembra già più difficile se non per le posizioni di carattere generale e la condivisione di valori quali l’economia di mercato, la libertà di intra-prendere, la voglia di offrire prodotti e servizi innovativi. Valori oggi comuni a tutte le Asso-ciazioni e che non contraddistinguono più una categoria. Non esistono più logiche politiche di differenziazione ma aziendalistiche quali ad esempio settore e dimensioni dell’impresa. Ha senso allora il moltiplicarsi di costose tec-nostrutture a tutti i livelli? “R.E TE. Imprese Italia” potrebbe essere un primo passo verso la semplificazione.

Luglio 2010

EDILIZIA & ASSICURAZIONI

Le norme a tuteladegli acquirenti di immobili

INNOVAZIONE

“Study Tour” in Giapponeper Cisita Parma

TERRITORIO

Convenzione tra LegaCoop e Parco Nazionale dell’Appennino

Il servizio a pagina 12

FORMAZIONE

Pezzarossi (IFOA): servono sinergie tra Enti ed un nuovo assetto del sistema

Il servizio a pagina 9

è distribuito gratuitamente in duplice copia con la formula “per te e per un collega”

Il servizio a pagina 16

EMPOWERMENT

Una tecnica per valorizzare il potenziale dei collaboratori

Il servizio a pagina 14

Il servizio a pagina 11

Il servizio a pagina 27

di Ottavio Margini

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“R.E TE. Imprese Italia”: una nuova rappresentanza unitaria delle PMIPresentata a Reggio Emilia da Carlo Sangalli e Ivan Malavasi

Ne fanno parte CNA, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e Casartigiani

Ha raccolto una partecipa-zione qualificata ed attenta il Convegno organizzato nel giugno scorso da CNA Reg-gio Emilia sotto lo slogan “Insieme, la nuova voce delle PMI” che ha presentato e ri-flettuto sul nuovo soggetto unitario “R.E TE. Imprese Italia” costituito a livello na-zionale attraverso la conver-genza di cinque tra le massi-me associazioni di rappre-sentanza della piccola im-prenditoria: CNA, Confcom-mercio, Confesercenti, Con-fartigianato e Casartigiani. R.E TE. Imprese Italia ha ori-gine dal c.d. “patto del Capri-nica” il 30 ottobre del 2006 con una manifestazione uni-taria (svoltasi a Roma nell’ex cinema Capranica) promossa da Casartigiani, CNA, Con-fartigianato, Confcommercio e Confesercenti in risposta ad alcune scelte operate, con la legge finanziaria, dal Governo Prodi. Scelte che si traducevano in un inaspri-mento della pressione fiscale e contributiva a carico delle Pmi e delle imprese dei ser-vizi. Da allora in avanti, si è sviluppato, tra queste cinque Organizzazioni, un processo

di coordinamento informale, che ha portato ad esprimersi, con documenti e portavoce unitari, in tutte le principali sedi di confronto: dai tavoli di concertazione a Palazzo Chigi alle audizioni in sede parlamentare. Una nuova rappresentanza, unitaria, del mondo delle PMI del nostro Paese che non annulla ovviamente storia ed identità delle Confederazioni che vi partecipano. R.E TE. Imprese Italia nasce per dare voce comune e identità, visi-bilità, capacità di rappresen-tanza e rappresentazione a questo mondo. Al convegno, oltre ai rappresentanti pro-vinciali delle Associazioni coinvolte, hanno partecipato Carlo Sangalli, Presidente Nazionale di Confcommercio e Presidente di turno della neocostituita R.E TE. Impre-se Italia e il Presidente Nazio-nale CNA Ivan Malavasi.I due Presidenti hanno af-frontato le principali temati-che che stanno a cuore a tutta la piccola imprenditoria ed illustrato le motivazioni che hanno portato alla nascita del nuovo soggetto unitario.“Non sono importanti le dif-

ferenze ideologiche ma l’at-teggiamento nei confronti delle istanze poste dalle im-prese – ha sottolineato San-galli – R.E TE. Imprese Italia è il risultato di un percorso durato quattro anni che vuole dare più forza alle piccole im-prese. Insieme, raggiungia-mo posizioni comuni che poi sottoponiamo al Governo, al di là dei diversi orientamenti politici. Non c’è un governo amico: c’è un governo che lavora per rilanciare il paese con il concorso di tutte le for-ze economiche, in particolare del mondo delle PMI, che rap-presentano il cuore dell’im-prenditoria nazionale”. “Per le imprese le associa-

zioni devono essere luoghi di competenze. Per questo si deve lavorare insieme; as-sociazioni, Comune, Provin-cia, Camera di Commercio, che è la casa delle imprese; non si debbono far prevalere gli interessi particolari ma il bene comune del sistema produttivo”. Parole che rappresentano un invito a superare, anche a livello locale, ogni tipo di contrasto. Le ha pronunciate il presidente nazionale CNA, Ivan Malavasi nel corso del confronto.Dal confronto si è poi evi-denziato in modo chiaro che il progetto unitario ha già raggiunto un primo obiettivo

concreto: un incontro al Qui-rinale con il presidente Napo-litano che si è proprio svolto nei giorni scorsi. Il percorso, non facile, con cui R.E TE. Imprese Italia è solo un inizio: ora bisogna continuare l’im-pegno a farlo crescere a livel-lo nazionale anzitutto perché, il messaggio è stato piuttosto chiaro, “non è automatico un trasferimento tout court del progetto sui territori”. Un’alleanza con basi solide, sembra essere nata, alme-no a giudicare dalla sintonia che i due presidenti di CNA e Confcommercio hanno evi-denziato di fronte a una pla-tea numerosa che non gli ha lesinato applausi e consensi.

La crisi continua a mor-dere e il nostro territorio è stato colpito in modo pe-sante. Dall’Osser vatorio CNA (10.500 imprese e più di 8.200 pensionati) non ci sono dubbi: le statistiche de-gli studi di settore, che rac-contano con grande preci-sione il periodo di imposta dell’anno 2008, dicono che ci sono segmenti importanti della nostra economia che registrano cali molto consi-stenti nei redditi nonostante la crisi sia iniziata nell’ulti-mo trimestre di quell’anno. Il manifatturiero è quello che paga il prezzo maggiore alla crisi. E l’anno 2009 ha registrato dinamiche ancora peggiori. Basta osservare il tasso di disoccupazione nel primo trimestre del 2010 che è sali-to al 9,1% (dato non “desta-gionalizzato”) dal 7,9% del-

lo stesso periodo del 2009. Di questa situazione e di come si può immaginare di uscirne, abbiamo parlato con il presidente provinciale di CNA Reggio Emilia, Trista-no Mussini. “Le cose non vanno anco-ra bene; la lieve inversione di tendenza ha permesso di dire che è finita la caduta ma i livelli produttivi di due anni fa sono molto lontani e ci vorrà tempo per recupe-rarli – sottolinea il numero uno di CNA Reggio Emi-lia. Molte imprese sono allo stremo; per questo servono provvedimenti più incisivi di quelli attuali. Va cambiata la norma sulla compensazione tra debiti e crediti, perché se rimanesse così, le nostre im-prese andrebbero in gravis-sima difficoltà. L’altra norma che va imme-diatamente cambiata è quella

sul contenzioso: sono pro-cedimenti che durano quasi un anno, non è possibile per l’impresa pagare dopo 150 giorni”.Un altro problema segna-lato da CNA è quello dello sviluppo: la manovra Finan-ziaria contiene giustamente le spese, ma occorre porre in termini rapidi soluzioni e proposte che possano aiuta-re le Pmi e l’artigianato, che nell’ultimo anno hanno mo-strato di saper reggere la sfi-da della competizione e non hanno licenziato, pur di fron-te a grandissimi problemi di liquidità con le banche.Il 18 giugno scorso avete presentato R.E TE. Im-prese Italia. Può aiutare il sistema delle PMI?“Ne sono profondamente convinto. Si tratta di un pro-getto che vuole guardare ol-tre la crisi, ma che rafforza la

leadership delle piccole e me-die imprese grazie ad un la-voro sinergico che sta dando i suoi frutti. R.E TE. Imprese Italia è un modello al quale guardare con interesse anche dai singoli territori, perché sta portando avanti un’azio-ne di forte valorizzazione dei

principi di legalità, efficienza e sviluppo, che possono rap-presentare il motore per ri-partire uscendo, finalmente, da una crisi economica molto forte e strisciante. Per una volta non ci si divi-de ma si uniscono le forze per sostenere ancor di più e meglio le imprese nella loro fatica quotidiana e nella loro voglia di innovarsi, ma anche per contribuire al migliora-mento del sistema paese”. PMI più protagoniste, dunque?“R.E TE. Imprese Italia può essere quel punto di riferi-mento che può aiutare il no-stro Paese ad innescare la ne-cessaria rivoluzione culturale che rivaluti il ruolo e il valore delle PMI. CNA ci crede e si augura che, nonostante le difficoltà, questo progetto decolli velocemente e con ef-ficacia!”.

Un progetto che vuole guardare oltre la crisiPer superare l’attuale situazione negativa servono provvedimenti più incisivi

Intervista a Tristano Mussini, Presidente CNA Reggio Emilia

Tristano Mussini, Presidente provinciale di CNA Reggio Emilia

2 IMPRESE & RAPPRESENTANZA

Un momento della presentazione di R.E TE. Imprese Italia

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Chiediamo ad Ugo Mar-gini Vice Presidente nazio-nale di Confcommercio–Imprese per l’Italia, non-ché Presidente regionale quali siano, a suo avviso, le possibilità di sviluppo del soggetto unitario “R.E TE. Imprese Italia”?“Sono infinite. Oggi siamo partiti dai vertici delle nostre organizzazioni, per coprire le esigenze di rappresentatività a livello di Governo nazionale attraverso la nuova coesione scaturita da questo “patto”. Ma abbiamo voluto guardare oltre, con lungimiranza, dan-do alle nostre Associazioni territoriali la massima libertà di sviluppare questo proget-to anche a livello locale. La vera sfida è coinvolgere tutta la nostra base, anche se, lo sappiamo, non sarà una cosa facile”.A livello territoriale (base provinciale) ritiene pos-sibile un coordinamento

tra le Associazioni facenti parte di R.E TE. Imprese Italia e soprattutto prese di posizione unitarie sul-le questioni ove il mondo associativo solitamente si deve pronunciare?“Di fatto esiste già, in molte Province, un’esperienza di coordinamento su problema-tiche comuni tra differenti organizzazioni, all’interno dei vari tavoli dell’imprendi-toria costituiti sul territorio. Si tratta di una modalità di lavoro comune tra le Asso-ciazioni delle piccole e medie imprese: un’esperienza di confronto maturata e svilup-pata all’interno delle Came-re di Commercio, punti di aggregazione per le nostre organizzazioni, luogo di di-scussione, di analisi e di con-fronto. A Parma, ad esempio, esiste già un’ottima intesa in questo senso, che mi auguro possa essere sviluppata an-che nelle altre province”.

Esistono Linee guida, Re-golamenti alla base di que-sta alleanza?“Siamo partiti da una grande alleanza che nel tempo vo-gliamo poter tradurre in ac-cordi operativi. Non ci sono linee guida né regolamenti veri e propri, ma solo la vo-lontà e l’intenzione delle or-ganizzazioni che hanno de-ciso di misurarsi con questa sfida, tradotte nel “Manife-sto” di R.E TE. Imprese Ita-lia, presentato il giorno della sua costituzione. E’ stata però creata una fondazione

dedicata all’approfondimen-to culturale e scientifico, che si occuperà di analizzare e studiare il mondo delle pmi e le opportunità di sviluppo futuro della nostra rappre-sentanza, per essere sempre al passo con i cambiamenti in corso. Nella traduzione sul campo di questa alleanza si è voluta lasciare la massima libertà al territorio, perché possa realizzare e svilup-pare questa idea secondo le opportunità e le possibilità di ciascuno. In ogni caso, la strada è tracciata”.

Concretamente, a Suo avviso, come si dovrebbe operare a livello locale?“Cominciare subito creando, laddove ancora non esiste, un tavolo di coordinamento, da cui escano posizioni condivi-se da proporre alle Ammini-strazioni locali su tematiche comuni. Prima di tutto è infatti im-portante lavorare per una rappresentanza politica uni-taria su alcune tematiche, iniziando da questi primi passi a vedere se esistono le condizioni, in futuro, an-che per una rappresentanza organizzativa unitaria. Un obiettivo alto che ci permet-terebbe di ottenere grandi economie di scala, riducendo i costi delle nostre strutture e proponendo ai nostri soci servizi di altissima qualità a prezzi assolutamente compe-titivi. Per ora questo rimane ancora un sogno, ma domani chissà”.

R.E TE. Imprese Italia: i l commento di Ugo Margini, Presidente Regionale Confcommercio

La vera sfida è coinvolgere tutta la base associativaUna rappresentanza unitaria permetterebbe di ottenere grandi economie di scala

Ugo MarginiVice Presidente Confcommercio-Imprese per l’ItaliaPresidente Confcommercio-Imprese per l’Italia dell’Emilia RomagnaPresidente Ascom Confcommercio ParmaAmministratore Delegato Confcommercio International

Nella casa comune

“In occasione del Confarti-gianato Day – afferma Ro-dolfo Manotti, Presidente di Confartigianato Reggio Emi-lia – che lo scorso dicembre ha sancito la riunificazione delle due Confartigianato della nostra provincia, il Pre-sidente nazionale Giorgio Guerrini, sollecitato da Oscar Giannino sulla que-stione della rappresentanza unitaria della piccola e media impresa, semplicemente ha detto: “Ci arriveremo”.Promessa mantenuta: oggi la voce unitaria delle pmi ita-liane è realtà e si chiama R.E TE. Imprese Italia. Superando antiche e ana-cronistiche dif fidenze, Confcommercio, Confarti-gianato, CNA, Casartigiani e Confesercenti hanno dato vita a una casa comune per il 94,7% delle imprese del nostro Paese.Sia chiaro – precisa Manotti – non si tratta di una fusione, e tanto meno, di una fusione fredda. R.E TE. Imprese è l’esito di un lungo percor-so che affonda le sue radici

nell’ottobre del 2006 al Tea-tro Capranica di Roma, dove le cinque Confederazioni si riunirono per contestare una manovra finanziaria iniqua. Non si tratta però di una coa-lizione eterogenea dal futuro incerto ‘contro’ qualcosa o qualcuno, piuttosto di un’al-leanza ‘per’ lo sviluppo. E questo obiettivo è proprio ciò che condividono aziende e persone che operano ogni giorno in situazioni e conte-sti così diversi come il com-mercio e i servizi, l’artigiana-to e il turismo. Ma c’è di più. A saldare que-sta unità – continua Manotti – c’è infatti la piena consa-pevolezza che “quel che va bene al piccolo, va bene per il paese. Prendo a prestito le paro-le con le quali il Presidente Silvio Berlusconi parlò ai rappresentanti di Confarti-gianato in occasione dell’ul-tima campagna elettorale, per sottolineare che R.E TE. Imprese non è un’associazio-ne per la salvaguardia degli interessi di una sparuta mi-

noranza di privilegiati. Al contrario nasce proprio dal coraggio di cambiare, di rinunciare pure ad alcune roccaforti per anteporre il bene comune agli interessi particolari.R.E TE. Imprese rappresen-ta potenzialmente 4 milioni di imprese, il 60% del valore aggiunto italiano, un quarto delle 1.958 imprese che na-scono ogni giorno. Questi numeri dicono che il tessuto economico del no-stro belpaese è ordito su una

trama di milioni di piccoli e medi imprenditori, certo, ma anche milioni di lavoratori, giovani, famiglie, pensiona-ti, donne e uomini... Milioni di persone, insomma, i cui progetti di vita gravitano at-torno a milioni di piccole e medie imprese. La loro salute influenza que-ste vite e viceversa. Ecco: se stiamo insieme – conclude Manotti – è perchè non ci rassegniamo e voglia-mo difendere un futuro di be-nessere possibile.

Con concretezza... Per esempio, qualche giorno dopo la nascita di R.E TE. Imprese Italia, assieme a CNA provinciale, abbiamo sollecitato le amministra-zioni locali per una revisione della tassazione sui rifiuti che grava in maniera assur-damente squilibrata sulle imprese già duramente pro-vate dalla crisi. Restiamo ora nella casa co-mune in attesa che le istitu-zioni traducano questa con-cretezza in realtà”.

Il pensiero di Rodolfo Manotti, Presidente di Confartigianato Imprese Reggio Emilia

Stiamo insieme per difendere un futuro di benessere: un alleanza per lo sviluppo

Rodolfo Manotti, Presidente di Confartigianato Imprese Reggio Emilia

IMPRESE & RAPPRESENTANZA

Page 4: Giornale delle Imprese

4 IMPRESE & RAPPRESENTANZA

Reggiana Gourmet: più forte della crisi

Reggiana Gour met è un’azienda che non conosce l’attuale grave crisi econo-mica. Ha chiuso il bilancio 2009 con oltre sei milioni di fatturato e prevede per il 2010 di superare i sette mi-lioni con un leggero utile.Cerchiamo di carpire i segre-ti di questi risultati parlando con il suo fondatore, Mirco Salsi.“Reggiana Gourmet è una squadra – afferma Salsi – una squadra di persone che lavora ogni giorno per la conquista di un obiettivo fon-damentale: produrre pasta ripiena e piatti pronti della massima qualità, al miglior prezzo possibile, per la pie-na soddisfazione dei propri clienti. Sono questi i segreti del no-stro successo: qualità asso-luta, salubrità e sicurezza, “standardizzazione” dei pro-dotti e dei processi produtti-vi - dal sapore, al gusto, alla tradizione - competitività dei prezzi e una grande flessibi-lità dell’offerta produttiva, per avere sempre soluzioni su misura per ogni esigenza dei clienti.Tutto questo rende difficili le economie di scala, ma un for-

te orientamento al mercato/cliente ed un’offerta artico-lata e competitiva sono ele-menti imprescindibili”.Chiediamo a Mirco Sal-si - Vice Presidente CNA, ma la sua azienda è anche iscritta a Confindustria - quale sia il suo pensiero sull’iniziativa “R.E TE. Imprese Italia” e se le pic-cole imprese sono, a suo avviso, sufficientemente rappresentate nel nostro Paese.“Fare Rete – risponde Salsi – è oggi importantissimo per il mondo associativo. Occorro-no sinergie e collaborazioni anche per attuare economie di scala che consentano alle associazioni stesse di limi-

tare i costi e salvaguardare i bilanci. Nello specifico, confido che questa iniziativa possa dare maggiore voce alle piccole imprese. Vi è una reale neces-sità al riguardo: non ritengo infatti che siano sufficiente-mente rappresentate.Vede – continua Salsi – se suc-cede qualcosa che riguarda una grande impresa, questo è subito al centro dell’atten-zione pubblica e politica. Se vi sono dei fenomeni impor-tanti che riguardano miriadi di piccole imprese e che ne

condizionano lo sviluppo non si apre alcun dibattito serio.Noi piccoli siamo così abitua-ti a risolvere i nostri problemi da soli che occorre anche da parte nostra un cambio di mentalità.Da ultimo vorrei sottolineare – continua Salsi – che occor-re superare ogni orientamen-to politico e di parte che ha troppo condizionato il mon-do associativo fino ad oggi. Deve prevalere l’interesse dell’impresa. Le faccio un esempio: recen-

temente abbiamo partecipa-to ad un bando insieme ad imprese associate API, altri-menti avremmo rischiato di non utilizzare questa oppor-tunità”.Reggiana Gourmet so-stiene da sempre lo sport. Quali i motivi?“Personalmente – risponde Salsi – sono sempre stato un grande appassionato di sport, che ho praticato fin da bambino. Sono profonda-mente convinto che si tratti di una formidabile scuola di vita e di impresa, ed è per que-sto che sosteniamo lo sport in modo diffuso: dagli sport maggiori a quelli minori. Abbiamo sostenuto numero-sissime squadre locali (Pal-lavolo Cavriago, Giò Volley, Pallacanestro Reggiana, Reggio Baseball, Reggiana Calcio, Rugby Reggio, Reg-gio Calcio A 5, Guastalla Calcio, Bagnolese Calcio…) e appoggiamo molte mani-festazioni sportive sul terri-torio (Vivicittà, Maratona Tricolore, Camminata di San Prospero, Camminata In Campagna di Bagnolo in Pia-no…). Soprattutto in questo periodo ritengo importante aiutare lo sport”.

L’azienda reggiana continua la fase di crescita

Mirco Salsi: occorre dare maggiore voce alle piccole imprese

Mirco Salsi, fondatore di Reggiana Gourmet e Vice Presidente CNA Reggio Emilia

Occorre superare ogni

orientamento politico

e di parte che ha troppo

condizionato il mondo

associativo fino ad oggi.

Deve prevalere

l’interesse dell’impresa

Page 5: Giornale delle Imprese

5IMPRESE & RAPPRESENTANZA

I giovani guardano all’Economia del futuro, all’innovazione ed al cambiamento

Incontriamo nella sua azien-da Cristina Boniburini, la giovane imprenditrice Pre-sidente del gruppo giovani di CNA Reggio Emilia. A lei chiediamo innanzitut-to di parlarci della sua espe-rienza imprenditoriale.“La RI.ME.F – ci racconta Cristina Boniburini – è nata nel 1999 a seguito dell’espe-rienza in ambito ferroviario di mio padre Ezio. Dopo aver maturato un esperienza di oltre 30 anni culminata nella cooperativa “C.L.F. - Cooperativa Lavori Ferroviari”, anziché andare in pensione come molti altri avrebbero fatto, ha pensato di dare vita, insieme a me e mio fratello Augusto, ad un’impresa.Abbiamo così dato vita a RI.ME.F, un’azienda che opera in particolare nell’am-bito delle revisioni e manu-tenzioni dei mezzi ferroviari d’opera. Si chiamano così – sottolinea Cristina Boniburini – quei mezzi d’opera che si occupa-no della manutenzione delle infrastrutture ferroviarie. RI.ME.F opera sia per azien-de private che per aziende

pubbliche e prima fra tutte RFI Italia (Rete Ferroviaria Italiana) del Gruppo Ferro-vie dello Stato.Proprio un mese fa RI.ME.F ha ottenuto la certificazione al Sistema di Qualificazione delle Imprese per i servizi di manutenzione dei mezzi d’opera per poter parteci-pare ai bandi sulle revisioni di RFI, che in questo modo hanno abilitato a livello na-zionale le officine che ave-vano determinati requisiti tecnico/qualitativi.La nostra struttura – conti-nua Boniburini – è in grado di garantire ai propri clienti

sia le manutenzioni/ripara-zioni che i controlli periodici annuali/quinquennali. Sia-mo anche in grado di interve-nire con attività di assistenza e di pronto intervento diret-tamente in cantieri di tutta Italia”.Nei giorni scorsi, in un Convegno CNA tenutosi a Reggio, è stato presen-tato il progetto “R.E TE. Imprese Italia”. Chiedia-mo a Cristina Boniburini quali siano, a suo avviso, le possibilità di sviluppo di questo soggetto unitario di rappresentanza a livello nazionale e locale?

“L’ossatura economica della nostra nazione è costituita dalle piccole e medie imprese che faticano però nell’attua-le sistema a “far sentire” le loro necessità ed esigenze. L’unico modo per poter esse-re rappresentate adeguata-mente nei vari tavoli politici è quello di riunire le Associa-zioni che storicamente si ri-volgono alla piccola e media impresa.“R.E TE. Imprese Italia è quindi un Progetto impor-tantissimo sul quale sarà necessario lavorare ancora molto a livello nazionale, ma soprattutto a livello locale. A Reggio, infatti, ci sono aspetti culturali e storici da superare. Occorre aumentare la consa-pevolezza di tutti sull’impor-tanza che hanno le sinergie per l’Associazionismo come per le imprese; il saper lavo-rare in rete è un elemento in-dispensabile per superare la grave crisi economica in atto e per lo sviluppo futuro”. Come Gruppo Giovani CNA pensate di realizzare iniziative a tale riguardo?“Noi giovani – risponde Cri-stina Boniburini – siamo più

aperti al confronto rispetto ai “senior”, ancora spesso le-gati al passato e ad una cultu-ra politica che non esiste più. Guardiamo all’Economia del futuro, all’innovazione ed al cambiamento. Auspico, quindi, di avere la possibilità di un confronto con i giovani delle altre As-sociazioni, iniziando proprio da quelle che fanno parte di “R.E TE. Imprese Italia”.

Intervista a Cristina Boniburini, Presidente Gruppo Giovani CNA Reggio Emilia

RI.ME.F: come nasce un’impresa

Cristina Boniburini, Presidente Gruppo Giovani CNA Reggio Emilia

Noi giovani siamo più

aperti al confronto

rispetto ai “senior”,

ancora spesso legati

al passato e ad una

cultura politica che non

esiste più.

Auspico quindi un

confronto con i giovani

delle altre Associazioni

Page 6: Giornale delle Imprese

6 IMPRESE & RAPPRESENTANZA

La crisi è un’opportunità per rimodellare i valori e perseguire le alleanze

Travel Trasporti: qualità e servizi innovativi

Maival è oggi un’impor-tante impresa di pulizie del nostro territorio guidata da Aldo Avosani, imprenditore da sempre impegnato nel mondo associativo che rico-pre oggi le cariche di Vice Presidente CNA - Reggio Emilia e Vice Presidente IFOA.“La mia esperienza impren-ditoriale – ci racconta Avo-sani – inizia nel 1996 quando dopo alcuni anni di esperien-za in ambito amministrativo come dipendente, ho deciso di dare vita a Maival.Avevo notato la tendenza sempre maggiore delle im-prese di “esternalizzare” i servizi e da qui l’intuizione che il mercato avrebbe ri-chiesto sempre più questo genere di prestazioni.Maival oggi lavora principal-mente in Emilia Romagna e Lombardia proponendo un ampio ventaglio di offerte che abbraccia tutti i settori

(civile, industriale, commer-ciale, sanitario, edile, ecc.) e rivolgendosi a qualsiasi utenza.Il settore industriale, per una serie di ragioni, neces-sita di interventi di pulizia più mirati e specifici rispet-to a quello civile e la nostra impresa di pulizie, è strut-turata per soddisfare ogni esigenza, compreso quella di intervenire sugli impianti produttivi. Per l’edilizia siamo partico-larmente attrezzati e specia-lizzati nella pulizia di ogni tipo di superficie e pavimen-tazione e interveniamo nei trattamenti rivolti a pavi-menti di cotto, gres, marmo, ecc.”.Quali elementi distintivi rispetto ad altre imprese di pulizie?“Rispetto alle grandi coope-rative che sul mercato offrono questi tipi di servizi – rispon-de Avosani – riusciamo ad

avere un rapporto relazionale con il cliente, personalizzato e quotidiano. Un’organizzazione delle at-

tività direttamente gestita dalla direzione, che verifica costantemente la qualità dei servizi, consente di avere con il cliente un rapporto di cor-tesia e soddisfazione.In questo contesto – continua Avosani – è importante poi la competenza e la professiona-lità assicurando al cliente i migliori risultati utilizzando moderne attrezzature con prodotti sicuri e certifica-ti. Mi preme evidenziare che il personale da noi utilizzato è sempre istruito e formato circa il corretto utilizzo dei prodotti e delle attrezzature necessarie all’esecuzione dei lavori. Ovviamente altri elementi importanti sono convenienza e risparmio, garantendo l’as-soluto rispetto delle leggi”.Visto le Sue molteplici esperienze in ambito as-sociativo, a livello locale e anche nazionale, quali sono, a suo avviso, le pos-

sibilità di sviluppo del sog-getto unitario “R.E TE. Imprese Italia”?“Personalmente – risponde Avosani – condivido piena-mente l’idea ed il Progetto. Vi è una reale necessità di una migliore “rappresentan-za” della piccola e media im-presa.Ritengo però che vi sia anco-ra molto da lavorare soprat-tutto a livello territoriale, dove i “localismi” risentono ancora spesso degli effetti di quella che genericamente viene chiamata “la prima re-pubblica”. Non comprendo se questo fenomeno dipenda dalla presenza di uomini an-cora ancorati ad una vecchia cultura o ad un fatto struttu-rale.L’attuale crisi – conclude Avosani – forse però ci può dare una mano nel rimodel-lare i valori, nel perseguire le alleanze, nell’aumentare competenze e relazioni”.

Il trasporto merci svolge una funzione molto più com-plessa e critica rispetto al passato, in quanto non si li-mita più ad un semplice tra-sferimento di cose da un luo-go ad un altro, dal produttore al consumatore, ma è ormai parte integrante del processo produttivo aziendale.Trasporti e servizi logistici sono inoltre funzioni che sempre più frequentemen-te sono affidate a strutture specializzate esterne all’im-presa (outsourcing).Ne parliamo con Nunzio Dallari, Presidente di Travel Trasporti e vice presidente CNA di Reggio Emilia.“Travel Trasporti – afferma Dallari – nasce nel 1996, per operare nei traffici delle mer-ci e nella logistica. La filoso-fia dell’azienda è da sempre orientata ad erogare servizi efficienti ed appropriati sulla base delle necessità dei clien-ti. Travel agisce in tutta Italia ed ogni giorno mette su stra-da per trasporti e spedizioni una media di circa 120 mez-

zi che gestiamo dalla nostra centrale operativa di Sassuo-lo. La nostra azienda – conti-nua Dallari – offre servizi ad imprese di molteplici settori. Le spedizioni delle merci av-vengono infatti con autotre-ni, rimorchi con vascone e bilici pallettizzabili e ribalta-bili, automezzi a cielo aperto e centinati per carichi com-pleti, frazionati o di piccole dimensioni. A richiesta, sia-mo in grado di fornire anche motrici a quattro assi per sca-vi di cantiere sotto escavatori ed automezzi attrezzati con gru per lo scarico dei mate-riali”.Quale l’evoluzione dell’at-tività nel Vostro settore?“Le imprese – risponde Dallari – hanno maturato esigenze logistiche sempre più complesse tese al con-tenimento dei costi, ad una maggiore flessibilità e ad una migliore organizzazione.Travel Trasporti presta una particolare attenzione agli aspetti innovativi ritenuti uno stimolo per la crescita, il

dialogo ed il confronto, non solo con i clienti ma anche con le pubbliche ammini-strazioni. Proprio in consi-derazione dell’evolversi delle necessità dei nostri clienti abbiamo predisposto un effi-ciente servizio di raggruppa-mento merci e deposito merci per conto terzi. Abbiamo quindi individua-to – continua Dallari – un ampio spazio che abbiamo adibito allo “stivaggio” dei carichi, oltre ai potenti mac-chinari per il carico degli au-totreni. Disponiamo, inoltre, di un’area adibita a magazzi-no, con cinque carrelli eleva-

tori e uno spazio coperto per i materiali deperibili.Tale servizio non è da ritener-si il core-business aziendale, bensì un adattamento della gamma dei servizi alla richie-sta di mercato”.Vi è un elemento distintivo per Travel Trasporti?“Certamente – risponde Dal-lari – la qualità dei servizi alla quale da sempre prestiamo una particolare attenzione ed in primis velocità e rispet-to dei tempi stabiliti. L’alta qualità dei nostri servizi è confermata dalla “fidelizza-zione” della nostra clientela: con molte imprese abbiamo

rapporti continuativi da di-versi anni”.

Intervista ad Aldo Avosani - Vice Presidente CNA Reggio Emilia e Vice Presidente IFOA

Spedizioni e logistica

Maival: un’azienda specializzata nelle pulizie industriali e degli impianti produttivi

Una flotta di oltre 120 mezzi per rispondere a qualsiasi esigenza aziendale

Aldo Avosani,Vice Presidente CNA Reggio Emilia e Vice Presidente IFOA

Trasporti e servizi

logistici sono funzioni

aziendali sempre più

affidate a strutture

specializzate esterne

all’impresa

(outsourcing)

Page 7: Giornale delle Imprese

Autoservice Mundial è oggi un’importante e cono-sciuta azienda reggiana nell’ambito dei servizi all’au-tomobile. Incontriamo il fondatore Angelo Colacicco che ci rac-conta come da semplice car-rozzeria si è sviluppata, fino a diventare un’evoluta realtà del settore “Automotive”.“Mundial – ci racconta Cola-cicco – è nata nel 1991. Io ed il mio socio Patrizio Fattorino abbiamo avuto da sempre un grande passione per il lavoro e per le innova-zioni che ci ha portato a spin-gere sin dall’inizio “sull’acce-leratore”.La nostra passione si chiama Automotive ed è diventata una realtà concreta quando nel 1993 abbiamo da vita ad Autoservice Mundial coin-volgendo nella società mio fratello Vito ed implemen-tando i servizi con i reparti meccanica, elettrauto e gom-mista.Con il nostro ingegno ci sia-mo prefissati una missione: affermare il “Sistema Au-tomotive” per ottimizzare i processi operativi nel mer-cato dei servizi per l’auto-

mobilista. Poco dopo – con-tinua Colacicco – abbiamo acquisito la nuova sede: un capannone coperto di oltre 2.000 mq sito in una posizio-ne strategica vicino alla via Emilia.Ma non ci siamo fermati; si è trattato solo di una tappa.Abbiamo continuato la ri-cerca di nuovi servizi per l’automobilista perseguendo

la qualità e la soddisfazione del cliente. Circa la qualità, nel 2003 abbiamo ottenuto la certificazione. Il Sistema di Gestione del-la Qualità UNI EN ISO 9001 è applicato a tutte le attività che vengono svolte dall’azienda, o dietro suo mandato, al fine di assicu-rare la qualità del processo/servizio fornito al cliente

nelle varie fasi contrattuali (preventivazione, erogazio-ne del servizio , controllo).Con riguardo ai servizi oggi, Autoservice Mundial, che conta di 17 dipendenti, è in grado di assistere l’automo-bilista a distanza con l’instal-lazione di sistemi gprs che proteggono dal furto e che consentono, mediante un’ap-posita centrale, di avere co-stantemente sotto controllo le prestazioni dell’auto.Inoltre – conclude Colacicco – forniamo i servizi di assi-stenza stradale e noleggio Auto e Caravan”.Chiediamo ad Angelo Co-lacicco, che ha ricoperto negli anni diversi incari-chi a livello locale e na-zionale per conto di CNA, cosa pensa del Progetto R.E TE. Imprese Italia.“La piccola impresa – ri-sponde Colacicco – non è sufficientemente rappresen-tata ed in questo senso R.E TE. Imprese Italia è un’op-portunità epocale. Fino ad oggi, come dice il Presidente nazionale di CNA Malavasi, siamo stati invisibili a livello nazionale. Siamo stati im-portanti solo a livello locale.

E’ assolutamente necessario diventare più visibili.Occorre ricercare le stesse sinergie anche a livello loca-le. Solo con la collaborazione tra più Associazioni si può dare alla città maggiore svi-luppo ed un ruolo trainante.Certamente vi è necessità di tempo. Non bastano i pro-clami ma servono impegno e determinazione da parte di tutti i soggetti coinvolti”.

7IMPRESE & RAPPRESENTANZA

Autoservice Mundial: la nostra passione si chiama AutomotiveDa semplice carrozzeria ad impresa di servizi per gli automobilisti

Angelo Colacicco: dobbiamo rendere il sistema della piccola impresa più visibile

Autoservice Mundial

è in grado di assistere

l’automobilista a distanza

con l’installazione

di sistemi gprs che

proteggono dal furto e

che consentono di avere

costantemente sotto

controllo le prestazioni

dell’auto

Angelo Colacicco, fondatore Autoservice Mundial

Page 8: Giornale delle Imprese
Page 9: Giornale delle Imprese

9FORMAZIONE

Quale il ruolo della for-mazione nell’economia del mercato globale?“La formazione scolastica e universitaria hanno l’importan-tissimo e nobile obiettivo di ac-crescere i livelli di educazione, di maturazione della persona, il bagaglio delle conoscenze, in-dispensabili anche per una qua-lificata vita professionale, ma la formazione professionale, e an-che specificamente quella su-periore, hanno la prerogativa di fare più efficacemente quell’al-tro mestiere, quello di trasferire il “saper fare”, la preparazione già utile per operare attivamen-te nel mondo del lavoro. Come si può pensare di “fare impre-sa” oggi senza strumenti di trasferimento del “saper fare” in presenza di organizzazioni aziendali e tecnologie sempre più complesse? Bastano queste poche considerazioni per far comprendere l’importanza del-la formazione per lo sviluppo del nostra sistema produttivo”.Quale l’impatto della crisi sulla formazione?“La crisi ha obbligato spesso le imprese a ridurre i costi, com-primendo ed in certi casi ta-gliando del tutto quelli destinati alla formazione. Mi pare, però, intuitivo dire che senza forma-

zione, senza investimento per il futuro, non si rafforzano quelle competenze di cui l’azienda ha bisogno per vincere le sfide competitive. Certo, la forma-zione va fatta bene, non si de-vono sprecare tempo e denaro. Occorre quindi che la forma-zione sia pianificata corretta-mente, finalizzata agli obiettivi che s’intendono raggiungere. Occorre che sia misurabile e misurata per l’efficacia che produce, che sia misurabile il ritorno sull’investimento in for-mazione: questo è l’approccio di IFOA. Se si fa così la soddi-sfazione è reciproca”.Sempre in riferimento alla crisi, quali azioni avete messo in campo o potete mettere in campo?“Siamo, ovviamente, partecipi della nuova linea di lavoro attiva-ta dalla Regione, che vede ope-ranti i Centri per l’Impiego delle Province, per offrire formazione ai destinatari degli ammortizza-tori sociali in deroga (i cassinte-grati), ma devo dire che siamo in grado di offrire anche oppor-tunità valide per percorsi di auto imprenditorialità. La nostra esperienza sul campo è vasta. Chi volesse maturare le proprie capacità e le proprie idee autoimprenditoriali può

rivolgersi a noi e siamo pronti a sviluppare questo progetto anche in dimensioni più am-pie. IFOA continua poi ad avere un’offerta formativa articolata e vasta, sempre aggiornata sui contenuti ai tempi ed alle situa-zioni, costruita nella relazione costante col mondo operativo, con gli uomini d’azienda, con la consulenza. Ricordo che la faculty d’IFOA è nella stragrande parte costi-tuita da figure che operano sul campo tutti i giorni: esperti di Marketing, Internazionalizza-zione, Information Tecnology, Organizzazione, gestione d’im-presa in molteplici settori quali meccanica, agroalimentare, la grande distribuzione, il turi-smo, ecc.”. Come vede il futuro del sistema della formazione professionale a Reggio,

anche in rapporto alla pro-spettiva di un’ulteriore ri-duzione delle risorse FSE?“Intanto voglio riconfermare che IFOA da anni si sta attrez-zando per essere un’agenzia formativa capace di muoversi con la propria offerta formativa sia nel quadro della formazione finanziata che della formazione a mercato. E su questa strada abbiamo fatto progressi signifi-cativi. Evidenzio però che, così come per l’Università, strutture come le nostre devono costan-temente svolgere anche attività di ricerca e sviluppo e queste difficilmente sono attuabili a “mercato”. Guardando alla prospettiva, certo il quadro è in evoluzione. Quante risorse ci riserveranno gli anni prossimi nell’ambito FSE non lo sappia-mo. E’ probabile che vi sia an-cora un decremento.

Allora sì, bisognerà fare una riflessione. Molti l’hanno già detto. Premesso che il sistema della formazione professiona-le a Reggio è qualificato e ha portato molti benefici (e di ciò portano merito la Provincia e gli stessi Enti di Formazione), ha senso che sopravviva nell’at-tuale quadro di frammenta-zione, con oltre 20 strutture di formazione? La risposta spetta certamente alle proprietà che hanno costituito le strutture a beneficio dei loro associati.Tuttavia, precisato che chi ri-sponde a queste domande è solo un operatore sul campo e che l’iniziativa non può che es-sere nelle prerogative dei diver-si soggetti economici e istitu-zionali interessati, mi sento di avanzare un’ipotesi. Proviamo a fare una ricognizione dei po-sizionamenti di ciascuna strut-tura, dell’efficacia dimostrata, delle eccellenze, delle migliori faculty, delle buone prassi? Pro-viamo a vedere se sono pratica-bili economie di scala? Provia-mo ad immaginare quale possa essere l’assetto futuro (in termi-ni di governance e di struttura) affinché si possa continuare ad offrire buona formazione al sa-per fare a beneficio delle perso-ne, dei giovani, delle aziende”.

Intervista a Giuseppe Pezzarossi, Direttore Generale di IFOA

Enti di Formazione: sinergie ed economie di scalaL’importanza del “Saper fare”

Giuseppe Pezzarossi, Direttore Generale di Ifoa

Page 10: Giornale delle Imprese

10 ECONOMIA

I primi tre mesi del 2010 fan-no intravedere alcuni timidi segnali di ripresa per il siste-ma produttivo dell’Emilia-Ro-magna, ma le prospettive di uscita dalla crisi restano di grande incertezza. E’ quanto emerge dall’in-dagine congiunturale rela-tiva al primo trimestre 2010 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Ro-magna, Confindustria Emi-lia-Romagna e Carisbo. Se complessivamente, nel 2009, fatturato, produzione e ordini erano diminuiti mediamente rispetto all’anno precedente oltre il 14 per cento, nel pri-mo trimestre 2010 tutti questi indici hanno segnato un calo molto più contenuto. La pro-duzione infatti è diminuita in volume del 2,7 per cento ri-spetto allo stesso periodo del 2009. Per il fatturato il calo tendenziale è stato contenuto

al 2,4 per cento, ma soprat-tutto, rispetto ai dodici mesi precedenti, l’attenuazione è stata di dodici punti percen-tuali. La domanda è apparsa in calo dell’1,6 per cento. La situazione segnata dalle pri-me variazioni verso una fase di recupero è apparsa analoga in tutte le classi dimensionali e nella maggioranza dei settori. La nota più confortante del primo trimestre 2010 arriva dall’andamento dell’export: secondo i dati Istat le esporta-zioni complessive dell’Emilia-Romagna (l’industria in sen-so stretto incide per circa il 98 per cento del totale) sono ammontate a circa 9 miliardi e mezzo di euro, vale a dire il 3,9 per cento in più rispetto all’analogo periodo del 2009, che a sua volta era stato se-gnato da una flessione pros-sima al 25 per cento. La caduta verticale si è dunque fermata, ma la risalita appare

lunga e difficile. In questo con-testo, indicativo è il dato della Cassa integrazione guadagni dell’industria di matrice an-ticongiunturale: le ore auto-rizzate sono salite infatti dai circa 6 milioni dei primi quat-tro mesi del 2009 agli oltre 11 milioni e 372 mila dell’analogo periodo del 2010. Per interventi di carattere stra-ordinario, la cui concessione è subordinata agli stati di crisi oppure a ristrutturazioni, le

ore autorizzate sono aumenta-te in misura ancora più accen-tuata: nei primi quattro mesi del 2010 ne sono state auto-rizzate oltre 20 milioni contro 1 milione e mezzo dello stesso periodo 2009. La situazione di fondo nega-tiva ha costretto le imprese a ricorrere agli ammortizzatori sociali, pur di salvaguardare l’occupazione. “Della crisi che ha pesantemente colpito anche l’Emilia-Romagna nel 2009 – dichiara il Presiden-te di Unioncamere regionale Andrea Zanlari – vi sono ancora evidenti tracce nei dati consuntivi della prima parte del 2010. Tuttavia si inizia ad intravedere qualche spiraglio di luce che porta gli impren-ditori ad una maggior fiducia in una ripresa che, comun-que, si preannuncia ancora fragile e lenta. Lo scenario va interpretato ancora con mol-ta cautela. La crescita delle

esportazioni regionali va sa-lutata positivamente perché segna un’inversione di ten-denza. è presto però per par-lare di ripresa dell’export: se confrontiamo il primo trime-stre 2010 con quello relativo al 2008, quindi prima della crisi, emerge ancora un calo del 21,9 per cento, circa 2,7 miliardi di valore delle espor-tazioni in meno. Tuttavia, se consideriamo il solo mese di marzo 2010 rispetto a marzo 2009 vi è stata una crescita del 16,4 per cento, dunque abbastanza consistente, che lascia ben sperare. Soprattutto – ha concluso Zanlari – dovrà continuare l’impegno a supportare le imprese. L’avvio e l’inten-sità della ripresa dipenderà infatti in larga parte anche dalla capacità dei territori di accompagnare le aziende nei processi di ammodernamento inevitabili”.

Presentata l ’ indagine congiunturale sull ’ industria manifatturiera della nostra Regione

Il primo trimestre 2010 caratterizzato dall’incertezzaMigliora l’export ma cresce ancora la Cassa Integrazione Guadagni

Andrea Zanlari, Presidente di Unioncamere regionale

Sale ancora il partenariato pubblico-privato

Continua a crescere il ricor-so al partenariato pubblico-privato (PPP) per la realizza-zione e gestione di infrastrut-ture ed opere pubbliche. Secondo i dati del primo qua-drimestre del 2010 diffusi dall’Osservatorio regionale del project financing e del partenariato pubblico privato dell’Emilia Romagna (SIOP-ER), promosso da Unionca-mere Emilia-Romagna e cura-to da Cresme Europa Servizi, tra gennaio ed aprile 2010, sono state messe in gara 97 opere pubbliche attraverso forme contrattuali che rientra-no nel campo del partenariato pubblico e privato (PPP). L’investimento totale è stato di 147,2 milioni di euro. Rispetto al primo quadrimestre 2009 si osserva una forte espansione del mercato sia per numero di gare, passate da 30 a 97, sia per l’ammontare dell’inve-stimento che è salito da 46,4 milioni di euro ad oltre 147, re-gistrando un incremento pari a quasi 100 milioni di euro. In forte crescita anche gli impor-ti aggiudicati, grazie all’asse-gnazione definitiva del project financing per la realizzazione

della Cispadana (1.102 milioni contro i 48 di gennaio-marzo 2009). A livello nazionale, l’Emilia-Romagna si attesta al secondo posto per numero di gare e al quinto per il volume di affari. La provincia di Parma risulta la più attiva sia per il numero di opportunità (35 gare) che per le risorse investite pari a 70,4 milioni di euro. L’inci-denza del PPP rispetto al va-lore del mercato complessivo delle gare per opere pubbliche regionale registrato dall’Os-servatorio Cresme–Edilbox, si attesta a quota 32% (147 mi-lioni su 466 milioni totali), una percentuale più che doppia ri-spetto al I° quadrimestre 2009 (15%). Per quanto riguarda il numero degli interventi la per-centuale sale al 40%. Entrambe le percentuali sono più alte di quelle medie nazio-nali: 30% il volume d’affari; 14% il numero degli interven-ti, a conferma di una cultura della finanza di progetto che si va diffondendo. La distribuzione provinciale delle gare di PPP censite nel primo quadrimestre 2010 mostra un interesse diffuso.

La provincia di Parma è la più attiva per numero di oppor-tunità, con 35 gare. Seguono

Modena con 12 gare, Bolo-gna con 11 e Rimini con 10. Parma è anche la provincia

che totalizza il maggiore in-vestimento, con 70,4 milioni di euro.

Presentati i dati del primo quadrimestre dell ’Osservatorio regionale

Le Province più attive sono Parma e Modena

Fonte: elaborazione Cresme ES per Unioncamere Emilia Romagna - www.sioper.it(*) Sono comprese le iniziative prive di indicazione sul valore del contratto

Numero*

Importo

PPP – I MERCATI PROVINCIALI - Gare censite tra gennaio e aprile 2010 per provincia

Page 11: Giornale delle Imprese

11FORMAZIONE

Formazione ed Innovazione: valore aggiunto di Cisita Parma per le imprese

Il mondo della formazione, in un contesto di globalizza-zione e di repentini cambia-menti, deve adeguarsi sem-pre più alle nuove richieste del mercato. Le crescenti complessità connesse con l’internazio-nalizzazione dei mercati e la consapevolezza delle dif-ficoltà di interpretazione delle strategie più utili ed efficaci impongono una co-stante ricerca di know-how innovativo. Si inseriscono in tale con-testo due importanti ini-ziative realizzate da Cisita Parma, ente di formazione dell’Unione Parmense de-gli Industriali e del Gruppo Imprese Artigiane che ci il-lustra il Direttore Elisabetta Zini.“Cisita Parma – afferma la Zini – attua una costante ri-cerca di know-how innova-tivo, indagando le migliori modalità per individuare le esigenze delle imprese, ra-zionalizzarne le esperienze, svilupparne le competenze. Un’esperienza in tale direzio-ne è rappresentata da “Piat-taforme per l’Innovazione”, progetto finanziato dalla

Provincia di Parma attraver-so il Fondo Sociale Europeo che ha visto una prima edi-zione tra il 2008 e il 2010, raccogliendo importanti ri-sultati concretizzati in una serie di attività sperimentali per consentire lo svilup-po dei processi innovativi all’interno di alcune aziende del territorio parmense. In particolare, lo sviluppo del business plan e di uno strumento messo a punto per l’analisi delle esigenze di formazione hanno permes-so a ciascuna azienda coin-volta di individuare e piani-ficare lo sviluppo di compe-tenze fondamentali per la realizzazione dei necessari cambiamenti organizzativi. Un’esperienza i cui risultati positivi hanno consentito di rinnovare l’iniziativa fino al 2011 registrando la parteci-pazione di un numero anco-ra maggiore di aziende. E’ stato infatti approvato dalla Provincia di Parma - tramite il bando “Just In Time” (legge 236/93- FSE) - il progetto “Piattaforme per l’Innovazione… La Forma-zione Continua”, con il coin-volgimento di 16 aziende e di

un centinaio di lavoratori in attività formative per un to-tale di circa 700 ore. Ma la ricerca dell’innova-zione – continua la Zini – spinge Cisita Parma ad una costante attività di ricerca e sviluppo di nuove modalità formative e nuove “case hi-story”. In questo quadro si colloca l’esperienza di “Stu-dy-Tour” in Giappone, che Cisita ha recentemente re-alizzato e alla quale ho par-tecipato assieme al nostro Presidente Corrado Beldì. La pressione competitiva, ampliata dall’attuale crisi finanziaria a livello mondia-le, impone alle Aziende di interrogarsi sul modello or-ganizzativo attuato nel loro interno. Da qualche tempo nelle aziende leader a livello mon-diale si è diffusa la metodolo-gia denominata “Lean Thin-king” (Pensare snello). Una metodologia che per-mette alle aziende di rag-giungere e mantenere la flessibilità e la competitività necessarie alla loro soprav-vivenza e alla loro capacità di espansione sul mercato. Alla base della filosofia Lean

troviamo la caccia ed elimi-nazione degli sprechi (Muda) con il fine di produrre in modo snello, cioè utilizzando al minimo le risorse necessa-rie per perseguire la massima soddisfazione del cliente. La Toyota ha applicato per prima questa metodologia, attraverso un suo specifi-co approccio denominato “TPS”, in totale contrappo-sizione con la produzione di massa, che ancora caratte-rizza le scelte produttive di

molte aziende. Quest’approccio, partito dal Giappone, si è via via esteso in tutto il mondo, non solo nelle grandi aziende, ma an-che nelle piccole imprese. Lo “Study Tour” ha consen-tito – conclude la Zini – di raccogliere preziosi ed in-novativi spunti da mettere a disposizione delle Aziende del territorio nell’ottica di una progettualità formati-va in costante ed innovativo miglioramento”.

“Piattaforme per l ’Innovazione”, un progetto che coinvolge numerose aziende

“Study-Tour”: inizia dal Giappone lo studio di “case history” a livello internazionale

La consegna del diploma al termine dello “Study-Tour” ad Elisabetta Zini, Direttore Cisita Parma e Corrado Beldì, Presidente Cisita Parma

Page 12: Giornale delle Imprese

12 COOPERAZIONE

Al via il progetto delle “comunità cooperative”

Presente i l presidente nazionale di Legacoop Giuliano Poletti

Successo dell’iniziativa or-ganizzata a Succiso, nell’alto Appennino reggiano, da Le-gacoop Reggio Emilia in col-laborazione con il Parco Na-zionale dell’Appennino to-sco-emiliano. Il presidente di Legacoop Reggio Emilia, Ildo Cigarini, e il presidente del Parco Nazionale, sen. Fausto Giovanelli, hanno firmato una importante con-venzione, che prevede la col-laborazione tra i due sogget-ti per sviluppare azioni di consolidamento dell’impre-sa cooperativa esistente e la promozione di nuove inizia-tive imprenditoriali. Il ruolo del Parco si concen-tra soprattutto su attività che diano risalto alle qualità del territorio e per l’afferma-zione, in un’area particolar-mente vocata, di una “green economy”. Il Parco intende sostenere di-rettamente e indirettamente le cooperative con le forme di incentivazione degli investi-menti previste dalla legisla-zione nazionale, regionale e comunitaria gestite dal siste-ma pubblico, di avvalersi del sistema imprenditoriale coo-perativo per dare operatività

a propri programmi e a con-correre alla promozione di cooperative su base locale e su tematiche economiche so-stenibili. Legacoop, da parte sua, si impegna a program-mare un’azione di sostegno e promozione, di predispo-sizione di piani di impresa e di supporto finanziario per le cooperative esistenti e poten-ziali. I vari strumenti dedicati a questi temi di cui già di-spone il sistema cooperativo saranno mirati con priorità sull’Appennino. Ildo Cigarini, presidente di Legacoop, ha ricordato che

la convenzione coinvolgerà importanti strutture del si-stema cooperativo, sottoli-neando inoltre l’impegno già da tempo in atto da parte di numerose cooperative per lo sviluppo della montagna. Il presidente del Parco, Gio-vanelli, ha sottolineato l’im-portanza dell’idea coopera-tiva nelle aree montane, pro-prio perché ricche di risorse naturali e povere, invece, di quelle umane e imprendito-riali. La collaborazione con la cooperazione potrà per-mettere, anche, di estendere i servizi pubblici, con un con-

tenimento dei costi.All’iniziativa, che si è svolta nella bella sede della coope-rativa Valle dei Cavalieri, ha partecipato il presidente na-zionale di Legacoop, Giulia-no Poletti, che proprio a Suc-ciso ha annunciato il progetto delle “comunità cooperative”, un’idea che Legacoop vuole sviluppare in tutta Italia, e che trova esempi già attuati proprio in esperienze come quelle della Valle dei Cavalieri e dei Briganti di Cerreto. Per Poletti “occorre valoriz-zare e sostenere, anche con un riconoscimento giuridico

e con agevolazioni ammini-strative, quelle esperienze imprenditoriali che sono una risposta efficace ai bisogni dei cittadini che abitano in zone difficili e a rischio di spopolamento”. Legacoop pensa a coope-rative che siano in grado di autogestire determinati ser-vizi e di sviluppare attività che sostengano una presenza economica anche in piccole comunità. “Ci sono servizi – ha detto Poletti – che sono erogati male o neppure erogati, e che invece potrebbero esse-re affidati a cooperative nate dalla volontà delle comunità locali”.Hanno partecipato all’incon-tro di Succiso il Presidente della Provincia di Reggio Sonia Masini, il Presidente della Camera di Commercio Enrico Bini, i Sindaci di di-versi Comuni dell’Appenni-no, i rappresentanti del mon-do Cooperativo di Modena, Reggio e Parma ed altre au-torità.L’iniziativa di Succiso è stata resa possibili anche grazie alla collaborazione di Unipol Assicurazioni.

Firmata a Succiso la Convenzione tra Legacoop e Parco Nazionale

I partecipanti all’incontro

Occorre valorizzare

e sostenere quelle

esperienze

imprenditoriali

che sono una risposta

efficace ai bisogni

dei cittadini che abitano

in zone difficili

e a rischio di

spopolamento

Page 13: Giornale delle Imprese

I contatti sono oggi uno tra i beni più preziosi di un’azien-da. Le informazioni accumu-late durante una giornata di lavoro costituiscono infatti un vero patrimonio. Spesso però questo potenziale non viene sfruttato come si dovrebbe, probabilmente perché non esi-ste all’interno delle realtà aziendali un modello di gestio-ne dei contatti. Ne parliamo con Paola Ligabue che si oc-cupa da anni di questo tipo di problema ed offre alle imprese un servizio mirato.“Sembra una banalità – affer-ma Paola Ligabue – ma sono pochissime le aziende che hanno unificato la gestione

dei contatti. Solitamente sono dispersi in molteplici applica-tivi, DataBase, cartelle, out-look, ecc. Organizzare, ana-lizzare ed archiviare questo tipo di informazioni non può far altro che migliorare la pro-pria competitività, sia per le multinazionali che per le pic-cole e medie imprese. Creare una banca dati è il metodo più immediato per sistematizzare il patrimonio informativo di un’organizzazione, e renderlo più facilmente consultabile e utilizzabile. Tutti sanno che il caos dell’informazione rap-presenta la fonte primaria di sprechi ed inefficienze. Con la globalizzazione e lo svilup-

po di internet sono aumentati in modo esponenziale i dati a nostra disposizione, poiché siamo in grado si sviluppare con maggior semplicità rela-zioni commerciali anche oltre oceano. Il vero problema è che la maggior parte di queste in-

formazioni non è strutturato; basti pensare alla documen-tazione presente sulle nostre scrivanie e nei nostri compu-ter: appunti su fogli di carta, presentazioni in power point, pdf, file e tabelle in excel, e-mail, curricula e biglietti da vi-sita, tanto per citarne alcuni!”.Come uniformare questo materiale e renderlo un va-lore aggiunto per l’impresa?“Il nostro studio si è specializ-zato nel fornire ad imprese ed enti un servizio completo per la creazione di banche dati. Abbiamo lavorato, ad esem-pio, per aziende come ACER Reggio Emilia, ACI, CIS & MET Informatica e Reggio

Motori concessionario BMW. Personale qualificato si occu-pa della catalogazione dei dati, della decodifica dei numeri di telefono, dei nomi dei referen-ti, degli indirizzi e-mail. Verifichiamo il settore di com-petenza al fine di ottenere da-tabase efficaci e fruibili e, sul-la base di questi, aiutiamo le aziende a proporre il proprio prodotto/servizio con azioni commerciali mirate, sia in Ita-lia che all’estero. Non vi è ne-cessità di software complessi; si tratta di creare un modello di gestione dei contatti sulla base delle necessità dell’im-presa, tenendo conto della sua organizzazione interna”.

13

L’importanza di un sistema unificato dei contatti aziendaliI contatti rappresentano spesso un patrimonio per l ’ impresa

Come strutturare una corretta catalogazione dei dati

Le forti e repentine oscilla-zioni del mercato e la rapida evoluzione degli scenari ren-de di estrema importanza un costante controllo delle atti-vità aziendali. Ne parliamo con Lorenzo Compagnoni di LC Lean Consulting (www.lcleanconsulting.eu).“Per guidare un’azienda – af-ferma Compagnoni – e pren-dere decisioni, sia strategiche che operative, occorre avere costantemente a disposizione i dati aggiornati delle attivi-tà aziendali. Non disporre di queste informazioni in tempo reale è come pilotare un aereo od una vettura senza disporre di alcun dato (velocità, car-burante, ecc.). Lo strumento principe per conoscere con tempestività e immediatezza la situazione dell’azienda è il

cruscotto aziendale. Quando sentiamo parlare di cruscotti aziendali – continua Com-pagnoni – il pensiero vola immediatamente alle grandi aziende, che supportate da costosissimi sistemi informa-tici, controllano le attività in-dustriali e commerciali spar-se per il territorio mondiale. Molte piccole medie imprese sono convinte erroneamente che questo strumento non sia alla loro portata”. Ci può spiegare che cosa è un “cruscotto aziendale”?“Concretamente – risponde Compagnoni – un cruscotto aziendale è un’insieme di re-port puntuali di attività che l’azienda ritiene strategiche e che si vogliono tener sotto controllo per verificarne l’evo-luzione. Il cruscotto aziendale

è lo strumento che riunisce sotto un unico documento i dati omogenei per ogni setto-re aziendale: quanti ordini ho ricevuto oggi; quanti ordini ho spedito oggi; quante ore ha lavorato la mia officina; quanti pezzi ho prodotto; qual è stata la produttività di oggi ed ovvia-mente i dati economici relativi (costi di produzione, fatturato, ecc.) In questa semplice lista troviamo le risposte alle do-mande che ogni imprenditore si fa tutti i giorni e tutte le sere per cercare di capire come sta andando la sua azienda. Molto speso alcuni o tutti questi dati vengono forniti a fine mese o a fine trimestre. Ma è trop-po tardi…!! L’evoluzione del mercato è così violenta che il monitoraggio delle aziende deve essere costante e puntua-

le a livello quotidiano e setti-manale”.Come possono le PMI do-tarsi di questo strumento?“LC Lean Consulting è in gra-do di supportare gli imprendi-tori, utilizzando i software già esistenti in azienda (file di ex-cel, access, ecc. e quindi senza investimenti in programmi o PC sempre più potenti) ad or-ganizzare, reperire e costruire un flusso di informazioni che si vadano a canalizzare su un unico punto di raccolta tale che permetta all’imprenditore o ad

un suo delegato di controllare l’andamento aziendale. I dati aggregati sulla produttività – precisa Compagnoni – posso-no servire al capo officina per capire quali siano le azioni da mettere in atto per migliorare il proprio sistema produttivo a partire dal giorno successi-vo. Conoscere l’entrata ordini e le consegne effettuate serve all’azienda per capire quali sia-no i gradi di copertura ordini e/o il fabbisogno in ore lavoro del personale. Oggi non è più possibile – conclude Compa-gnoni – attendere il solo con-tabile che alla fine dell’anno ci dice se l’azienda è in utile od in perdita. Occorre gestire l’azienda guardando quello che abbiamo fatto ieri per deci-dere cosa fare oggi e migliora-re domani”.

Un “Cruscotto aziendale” per guidare le Piccole e Medie ImpreseCome realizzarlo utilizzando i software già esistenti

Uno strumento a supporto delle decisioni in azienda

CONSULENZA

Paola Ligabue(www.paolaligabue.it)

Page 14: Giornale delle Imprese

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In tutte le organizzazioni aziendali è importante coin-volgere quanti vi lavorano, affinché - ad ogni livello - diano il massimo di se stes-si, segnalino i problemi e collaborino alla loro solu-zione, assicurino un servi-zio personalizzato ai clienti-utenti, contribuiscano con le loro idee al miglioramento continuo della performance, dell’efficienza, della qualità, della redditività.Empowerment è la risposta a questa esigenza. Ne par-liamo con Luca Ferri – 43 anni – co-titolare di Al-magroup srl, Consulente e Formatore aziendale.“Operando un’attenta ana-lisi delle organizzazioni at-tuali – afferma Luca Ferri – tra le richieste più sentite dalle imprese vi è la necessi-tà di creare, all’interno delle stesse, una cultura sempre più proattiva e responsabile. Spesso, infatti, il personale aziendale ai vari livelli subi-sce i cambiamenti costanti e l’innovazione spinta dei nostri tempi e reagisce in modo passivo con conse-guente crisi di risultati. Una cultura “Empower-ment oriented” risulta es-

sere una risposta sempre più efficace alle veloci dina-miche a cui le aziende sono chiamate a rispondere, mi-gliorando la comunicazione interna, lo scambio tra i re-parti e la responsabilità dei singoli rispetto al proprio ruolo e all’interazione del proprio ruolo con il resto del sistema impresa.Coinvolgendo i lavoratori si permette loro di usare le proprie conoscenze, espe-rienze, motivazioni per realizzare dei compiti che vanno a beneficio dell’or-ganizzazione, con modalità tangibili e intangibili, pro-vando un senso di orgoglio per ciò che fanno.L’obiettivo è quello di valo-rizzare le persone ed il loro patrimonio di esperienze, agevolare lo sviluppo del-la vivacità intellettuale at-traverso la possibilità di espressione della creatività dei singoli, allineare il pa-trimonio del Capitale Uma-no agli obiettivi strategici dell’organizzazione, gene-rare o facilitare la tensione all’apprendimento.Contemporaneamente, oc-corre sviluppare la capacità dell’organizzazione di es-

sere al servizio dell’uomo e non il contrario, guidando il processo di cambiamen-to attraverso modalità che coinvolgano le persone, in modo tale che si sentano protagoniste insieme all’in-novazione e non alternative ad essa.Da quando ho iniziato, circa dieci anni fa, ad introdurre l’Empowerment nei miei interventi in azienda – con-tinua Luca Ferri – questa richiesta di unione tra per-sona ed organizzazione e

questa necessità di generare valore attraverso lo scambio di conoscenza, ha ottenu-to un riscontro tangibile ed immediato. Le aziende nostre clienti hanno potuto contare, in risposta alla loro richiesta di interventi pratici ed ef-ficaci, su risultati con alto valore di riscontro, aumen-tando in modo significativo il “POWER” (da cui nasce il termine emPOWERment), ovvero la capacità delle persone di rispondere alle

problematiche quotidiane attraverso l’acquisizione di strumenti e metodologie di comunicazione e problem solving.Queste tecniche – precisa Luca Ferri – le ho applicate in aziende di qualsiasi di-mensioni, quindi anche in piccole imprese, ottenendo comunque risultati tangibili in breve tempo”.Come si propone la Vo-stra Società sul mercato?“A lmagroup – risponde Luca Ferri – con i suoi stru-menti, dalla selezione del personale ai laboratori di comunicazione e sviluppo del capitale umano, vuole diventare un partner inno-vativo ed affidabile per tut-te quelle organizzazioni che investono strategicamente su questo asset di fonda-mentale importanza come il Capitale Umano, andan-do ad incidere in modo de-terminante sulla crescita della cultura interna, velo-cizzando i processi di effi-cacia desiderati e rendendo più semplice l’allineamento interno alle variabili che le aziende si trovano ad af-frontare nel loro mercato di riferimento”.

CONSULENZA

Empowerment: come valorizzare il potenziale dei collaboratori Per facil itare i l rapporto con l ’ innovazione ed il cambiamento

Luca Ferri di Alma Group: abbiamo ottenuto risultati tangibili ed immediati

Luca Ferri, co-titolare di Almagroup srl (www.almagroupitalia.it)

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15CONSULENZA

Decreti a confronto: D.Lgs. 231/2001 e D.Lgs. 81/2008

La sostanza del D.Lgs. 231/2001 si riassume nell’affer-mazione “Societas delinquere potest” in base alla quale le socie-tà, attraverso comportamenti il-leciti, possono commettere reati nell’interesse o a vantaggio della stessa. Il decreto legislativo 231/2001 disciplina la responsa-bilità amministrativa delle perso-ne giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di perso-nalità giuridica e sanziona, attra-verso provvedimenti disciplinari (che possono giungere fino alla interdizione delle attività), com-portamenti illeciti commessi da soggetti “apicali” nell’interesse o a vantaggio della società. Origi-nariamente previsto per pochi reati, nel corso degli anni la re-sponsabilità delle società si è este-sa ad aree non omogenee: dai rea-ti verso le Pubbliche Ammini-strazioni (truffa, concussione, corruzione, indebita percezione di erogazioni pubbliche, ecc.) ai reati societari (falso in bilancio, false comunicazioni sociali, ag-giotaggio, ecc.), dai reati di mar-ket abuse al riciclaggio, dai delitti con finalità di terrorismo o ever-sione dell’ordinamento democra-tico ai delitti contro la personalità individuale alle lesioni gravi e omicidi colposi determinati da violazioni antinfortunistiche,

ecc. Tra quelli elencati, i reati in materia di sicurezza e salute sul lavoro sono quelli che hanno de-stato maggiore attenzione.Come si misura la profes-sionalità del Responsabile del Servizio di Protezione e Prevenzione (RSPP)? Quanto impatta sul mo-dello di organizzazione, gestione e controllo?L’RSPP, nella maggior parte dei casi, è un tecnico, in possesso delle capacità e dei requisiti pro-fessionali di cui all’articolo 32 del D.Lgs. 81/2008 designato dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di pro-tezione e prevenzione dai rischi. Tra i compiti assegnati, l’RSPP deve provvedere a: - Individuare i fattori di rischio,

valutarli e definire le misure per la sicurezza degli ambienti di lavoro, nel rispetto della nor-mativa vigente sulla base della specifica conoscenza dell’orga-nizzazione aziendale.

- Elaborare le misure preventive e protettive di cui all’art. 28, com-ma 2, e i sistemi di controllo di tali misure.

- Elaborare le procedure di sicu-rezza per le varie attività azien-dali.

- Proporre e diffondere i pro-grammi di informazione e for-

mazione dei lavoratori.- Partecipare alle consultazioni

in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, nonché alla riunione periodica di cui all’art. 35.

Formazione e informazione risul-tano inderogabili ai fini dell’effi-cacia del D.Lgs. 231/2001 e sono tassative nell’ambito del TU sulla Sicurezza poiché garantiscono una corretta conoscenza e divul-gazione delle regole di condotta nei confronti di dipendenti, col-laboratori, partner, fornitori ecc. Entrambi i decreti rappresen-tano oggi veri e propri ombrelli contro i rischi e le responsabilità amministrative (e quindi penali); infatti, in caso di comportamento illecito, fa fede l’aver dimostrato di aver adottato ed efficacemente attuato un modello di organizza-zione, gestione e controllo ai sen-si del D.Lgs. 231/2001. Non solo. In molti casi, può valere l’inten-zionalità dell’azienda di dotarsi di un Modello di organizzazione. In un caso di incidente in cantiere che ha coinvolto pesantemente un dipendente, che ha subito gra-vi lesioni fisiche, l’azienda è stata manlevata dalla responsabilità amministrativa e penale ai sensi del D.Lgs. 81/2008 in quan-to ha dimostrato che, pur non avendolo ancora implementato,

aveva in corso l’attività per l’im-plementazione del Modello or-ganizzativo esimente ex D.Lgs. 231/2001. Si consideri che l’ente che ha adottato il Modello può assolutamente dimostrare di aver adeguato la parte relativa alla sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, mentre può non essere vero il viceversa. Il Modello non solo assicura l’esenzione dalla responsabilità amministrativa e penale, ma rende più trasparenti le procedure e, di conseguenza, protegge la società da possibili attacchi interni ed esterni e ne migliora la reputazione, l’imma-gine e l’affidabilità dell’azienda stessa. D.Lgs. 231/2001 e D.Lgs. 81/2008 si incontrano nell’ar-ticolo 30. Un’azienda dovrebbe avere piena consapevolezza delle pesanti conseguenze economi-che di un eventuale infortunio grave, e riconoscere dunque come assolutamente convenien-

te adottare un modello di orga-nizzazione e gestione, anche sen-za contare su vantaggi acquisibili nel breve-medio termine. Un si-stema adeguato di gestione della sicurezza insieme a un modello comprovato di organizzazione, gestione e controllo rappresenta una garanzia nonché una forma di assicurazione per l’azienda, impattando, ad esempio, sul miglioramento dell’affidabilità degli impianti, delle macchine, delle attrezzature, sul consolida-mento professionale delle risorse umane, sulla qualificazione e il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti. Perché la “macchina” possa funzionare senza alcun inceppo è fondamentale il ruolo cruciale dall’organismo di vigi-lanza che deve essere autore-vole, autonomo, preparato sia per quel che concerne gli aspetti tecnici sia per quel che concerne gli aspetti organizzativi rilevanti per la sicurezza. È fondamenta-le che l’organismo di vigilanza agisca in piena autonomia, che possa comminare sanzioni, fino alla risoluzione del contratto, in particolare verso gli organi di vertice della società. La vigilan-za, quando ben attuata, manleva - sotto certi aspetti - la persona fisica dalla responsabilità penale personale.

Il modello organizzativo esimente non è solo un ombrello per le aziende

Di Flavia Blumetti e Maurizio Cappelletti, Helianthos S.r.l., società di consulenza

Maurizio Cappelletti di Helianthos Srl (tel. 02-29061160)

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La legge 210 del 2 agosto 2004, in vigore il 28 agosto dello stesso anno, ha introdot-to, anche in Italia, una norma-tiva specifica per la tutela dell’acquirente di immobili. Il provvedimento individua una serie di obblighi e di strumenti normativi con lo scopo di evi-tare quel triste fenomeno dei fallimenti o delle inadempien-ze delle imprese costruttrici che, per l’impossibilità di far fronte agli impegni assunti, hanno messo in difficoltà molte famiglie italiane. Ne parliamo con Roberto Garulli titolare di Studio Ga-rulli Insurance Broker (tel. 0521-227511) .“Con la Legge 210/2004 – spiega Garulli – è stato intro-dotto l’obbligo, per le impre-se edili e società immobiliari, di garantire con specifiche fi-

deiussioni gli acconti percepi-ti da persone fisiche, nell’am-bito di contratti preliminari di compravendita di immo-bili e di rilasciare all’acqui-rente, contestualmente alla stipula del rogito di compra-vendita, una polizza assicu-rativa decennale, detta “de-cennale postuma”, a copertu-ra dei danni materiali e diretti all’immobile, compresi i dan-ni a terzi, derivanti da rovina totale o parziale o da gravi di-fetti costruttivi. Per il rilascio della polizza, l’impresa dovrà garantire l’affidabilità dei pro-cessi di costruzione e dei ma-teriali impiegati. I passi da fare – continua Garulli – per il costruttore, in ordine cro-nologico, sono: innanzitutto la stipula delle polizze fideius-sorie a garanzia degli accon-ti versati e versandi da parte

dei promissari acquirenti. Per ognuno di essi deve essere sti-pulata una singola polizza fi-deiussoria; in seconda battuta la stipula della polizza C.A.R. (Contractors All Risks) subi-to prima dell’inizio dei lavori di cantiere; la polizza C.A.R. è una forma di assicurazio-ne che significa letteralmente “tutti i rischi del costruttore”, nel senso che garantisce sia i danni subiti dall’opera in co-struzione che la responsabili-tà civile verso i terzi durante l’esecuzione della stessa. Contestualmente alla polizza C.A.R. vi è la sottoscrizione di un contratto con una Società esterna di controllo tecnico in corso d’opera che deve esse-re certificata Sincert, iscritta As.co.te.co. e gradita da par-te della Compagnia di Assi-curazioni che presta le coper-

ture. Tale società effettuerà le ispezioni sul cantiere duran-te l’avanzamento dei lavori e certificherà la buona esecu-zione degli stessi. Tra gli assicurati possono fi-gurare l’Impresa Appaltatri-ce, il Committente, i Subap-paltatori, i Fornitori, gli In-stallatori, i Progettisti; in pra-

tica tutti i partecipanti ai lavo-ri rivestono la figura di Assi-curato. Infine, vi sarà il rilascio del-la polizza postuma decennale indennitaria, chiamata in ger-go “decennale postuma”, con effetto della copertura dalla data di ultimazione lavori”.Quali servizi offre il Vostro Studio?“Siamo in grado – risponde Garulli – di assistere impre-se edili e Società Immobilia-ri nell’adempimento dei vari obblighi previsti dalla Legge individuando le migliori so-luzioni assicurative. Impo-stiamo quindi le necessarie istruttorie e forniamo tutte le informazioni sulle coperture assicurative, le opzioni ed ov-viamente le modalità di paga-mento dei premi per le polizze previste”.

ASSICURAZIONI

Le norme a tutela degli acquirenti di immobiliRiguardano imprese edili e società immobiliari

Dalla fideiussione per gli acconti versati alla “decennale postuma”

L’utilizzo della Posta Elet-tronica Certificata (PEC) sta assumendo un ruolo strategico nei rapporti tra Pubblica Amministrazione ed Imprese. Viene considerata come un valido sostituto della tra-dizionale carta bollata ed il suo utilizzo è sempre più diffuso perché consente di scambiare in tempo reale documenti con valenza lega-le, con un sostanziale conte-nimento dei costi.La PEC è diventata obbliga-toria per le imprese, costi-tuite in forma societaria, e i

liberi professionisti, che de-vono comunicare il proprio indirizzo al Registro delle Imprese della Camera di Commercio.“La PEC – spiega Alessan-dro Ferretti, titolare di Ser-vizi di Segreteria (tel. 0522- 271140) – è uno strumento che permette di attribuire ad un messaggio di posta elettronica lo stesso valore di una raccomandata con rice-vuta di ritorno tradizionale. In questo modo il mittente, il destinatario, il contenuto e la data del messaggio vengono certificati.

“Certificare” l’invio e la ri-cezione (i due momenti fon-damentali nella trasmissione dei documenti informatici) significa fornire al mittente, dal proprio gestore di posta, una ricevuta che costituisce prova legale dell’avvenuta spedizione del messaggio e dell’eventuale allegata docu-mentazione. Le aziende possono utilizza-re la PEC anche per comuni-care con clienti, fornitori, partner, ecc, per comuni-cazioni di tipo economico (come ad esempio, l’invio di fatture) e di tipo giuridico

(come l’invio di un contrat-to). Il CNIPA (Centro Nazio-nale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione), come previsto dalla normati-va, raccoglie periodicamente i dati relativi al servizio PEC erogato dai gestori iscritti nell’elenco pubblico. Il fine è quello di analizzarli per monitorare l’utilizzo e la diffusione della posta cer-tificata, nonché il corretto funzionamento dei sistemi strutturati dei gestori”.Quale tipo di supporto fornite ad aziende e pro-fessionisti?

“Presso gli uffici di Servizi di Segreteria – risponde Ferret-ti – è possibile attivare la ca-sella di posta elettronica cer-tificata Infocamere e ricevere informazioni ed assistenza anche riguardo all’utilizzo del sistema per migliorare l’ambito di applicazioni esi-stenti e l’integrazione con nuove funzionalità di firma digitale. In merito a queste ultime, Servizi di Segreteria è infatti autorizzata anche al rilascio di Smart Card, C.N.S. (Carta Nazionale dei Servizi) e Bu-siness Key”.

Posta elettronica certificata: obbligatoria per imprese e professionistiDa Servizi di Segreteria assistenza e informazioni su emissioni e rinnovo delle caselle di posta

Mittente, destinatario, contenuto e data del messaggio sono certificati

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Quanto è importante per un’impresa avere un sito web tradotto in più lingue? In che misura può incidere sulla competitività dell’impresa?Ne parliamo con Fabrice Lanfrey, Responsabile Mar-keting di CITI Traduzioni Soc. Coop. (www.cititraduzioni.it). “L’Italia è sicuramente, tra i Paesi europei, uno degli ulti-mi come utilizzatore di Inter-net per acquistare o vendere. Non solo siamo diffidenti e timorosi di questo nuovo me-dia, ma anche poco propensi all’uso della carta di credito e del Web per acquistare, fare pubblicità o comunicare. Preferiamo la competizione diretta, reale e non “virtuale”.Internet però, senza la com-plicità dell’azienda, del for-nitore e dell’acquirente non serve a nulla. Negli altri Paesi non è cosi, come evidenziano statistiche e tendenze di mercato”.Quali riflessi in termini di visibilità aziendale?“Immaginiamo – spiega Lan-frey – di dover tradurre il sito di un’azienda produttrice di macchine e prodotti destina-ti all’esportazione, in lingua Inglese e in lingua Francese. La prima lingua perché diffu-

sa mondialmente, la seconda perché il mercato di riferi-mento dell’azienda è la Fran-cia. Da un giorno all’altro l’Azienda è diventata visibile non solo in due Paesi, ma nel mondo intero! Bastano po-che righe di presentazione, alcune fotografie o disegni delle produzioni più signifi-cative, per avere una vetrina internazionale; e così proba-bili procacciatori-acquirenti, ad Ankara o Montevideo, possono vedere l’azienda e i suoi prodotti. Una visibilità del genere non la dà neanche la TV, perché richiederebbe una presenza simultanea su innumerevoli canali e con una certa frequenza: impen-sabile con i costi attuali!Internet, la cosiddetta rete WEB, gigantesca “ragna-tela” mondiale di computer, ci dà questa straordinaria opportunità. Ne vediamo però anche i limiti: milioni di aziende pubblicano il loro sito su Internet e forse centi-naia o migliaia di queste pro-ducono prodotti, attrezzatu-re, utensili o macchine simili ai nostri. Ma l’Italia sa creare con eleganza, estro e fanta-sia, qualità che tutto il mondo ci invidia. Allora cosa aspet-

tiamo a pubblicare un sito in un’altra lingua? Il costo del servizio non è molto diverso da una traduzione tecnica, ri-chiede solo il coinvolgimento di professionalità specifiche. Oggi i traduttori sanno che devono affrontare pagine nel linguaggio Html e dialogare con disegnatori e progettisti di siti”.Che ruolo ha il traduttore professionista?“Un ruolo di primo piano – ri-sponde Lanfrey. Il traduttore professionista non si accon-tenta di restituire il testo del sito nella propria lingua ma-dre, ma deve anche adeguare lo stile al lettore che leggerà la pagina Web nel proprio Paese. Questo adattamento viene chiamato “localizza-zione”. Localizzare significa qui rendere “locale”, per fare comprendere con immedia-tezza quello che è visualizza-to sullo schermo.Un esempio: sul nostro video appare “Scelta del browser” il francese invece vede “Choix du navigateur”. La parola “Browser” è stata “localizza-ta”: non è stata tradotta “pro-gramma di navigazione”, “navigatore” oppure “esplo-ratore”. Forse per noi italiani

il navigatore per eccellenza è Cristoforo Colombo! Questo ci avrebbe impedito di intui-re, senza deviazioni mentali, che si trattava semplicemen-te del programma che per-mette di cercare e visitare siti e non del grande Esploratore e Scopritore dell’America, né tantomeno della navigazione in barca a vela. La traduzione del sito diventa dunque una questione cultu-rale. Deve essere obbliga-toriamente un madrelingua che traduce il sito e per di più un professionista che ha una buona conoscenza del-la lingua italiana. Mediante programmi di traduzione assistita, che aprono diret-tamente le pagine sviluppate nel linguaggio html, il tra-duttore potrà visualizzare

solo il testo senza modifica-re il codice della pagina. In questo modo il cliente avrà la certezza che i traduttori non modificheranno la struttura della pagina e il responsabile del sito potrà dare utili infor-mazioni al traduttore sui vari “link” presenti.Una raccomandazione – con-clude Lanfrey – va tuttavia fatta all’Azienda: fate veri-ficare le pagine del sito ai vostri agenti o distributori esteri prima della pubblica-zione on-line. Non dobbiamo temere di perdere qualche ora per la qualità della co-municazione. La chiave del successo non si baserà così solo sul nostro prodotto, che è sicuramente unico, ma sarà confortata da un sito con le “carte” in regola”.

17SERVIZI

L’Italia è uno degli ultimi Paesi Europei che vende ed acquista prodotti sul web

Traduzione del sito web: quali vantaggi e quali costi per l’azienda?Deve essere affidata ad un madrelingua professionista

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19MANUALISTICA

L’immagine di un’azienda inizia dalla manualistica

La redazione di un buon manuale ha significative ri-percussioni sull’immagine aziendale. E’ uno dei più importan-ti strumenti che l’azienda produttrice di macchinari e dispositivi utilizza per co-municare con i propri clienti, siano essi utenti finali, pro-fessionisti o tecnici specia-lizzati.Il manuale rappresenta di fatto uno specchio dell’iden-tità aziendale. Una docu-mentazione tecnica precisa, chiara, attenta a focalizzare anche il più piccolo partico-lare diventa sinonimo di pro-fessionalità ed esperienza nella progettazione e costru-zione della macchina.“La manualistica tecnica non può essere improvvisata – afferma Gianni Guidetti di di Desintec snc (tel. 0522- 920752), azienda che dal 1977 si propone sul mercato dei servizi come partner ide-ale per gestire questo tipo di pubblicazioni, collaborando da anni con le aziende più im-portanti a livello regionale. Che sia un manuale di istru-zioni, di uso e manutenzione, di officina o semplicemente

un manuale ricambi, la re-dazione di un documento del genere non nasce semplice-mente dalla competenza tec-nica: il contenuto deve essere integrato in una forma che ne faciliti la comprensione e la memorizzazione da par-te dell’utilizzatore finale. Esistono, infatti, collaudate strategie per la costruzione di testi, illustrazioni, percor-si concettuali che solo per-sonale esperto è in grado di strutturare.Il risultato finale sarà sen-za dubbio un’ottima vetrina per l’azienda, giudicata dal mondo esterno come una re-altà attenta alla sicurezza del prodotto - per minimizzare i rischi derivanti dal suo uti-lizzo - e alla qualità dei mate-riali impiegati.Quante volte ci è capita-to – continua Guidetti – di acquistare un prodotto e di riscontrare che il manuale istruzione-ricambi sia illeg-gibile e confuso, perché com-posto da disegni poco chiari, graficamente mal realizzati, al punto da non riuscire a ri-conoscere il particolare che cerchiamo? Questo va sicuramente a di-

scapito dell’utente finale ma anche dell’azienda produt-trice. Un manuale non curato fa pensare ad un produttore svogliato che tratta il pro-dotto con indifferenza, sen-za cura costruttiva.Corredare il prodotto con una documentazione poco chia-ra, non gradevole alla con-sultazione aumenta, quindi, il rischio di rovinare l’im-magine aziendale costruita in tanti anni di lavoro, fino all’assurda situazione che un concorrente appena entra-to sul mercato, ma con una buona manualistica, superi come immagine e credibilità

aziende presenti sul mercato da anni”.Come cercate di diversi-ficare la vostra offerta di servizi?“Siamo in grado di gestire totalmente i manuali d’uso e manutenzione in tutte le loro fasi progettuali, descrittive e realizzative. Possiamo far fronte a qual-siasi richiesta di disegno o illustrazione tecnica nel campo della ricambistica, impiegando per ciascuna delle sue realizzazioni le più moderne tecnologie hardwa-re e software, in ambiente Mac e Windows. Grazie ad un potenziamen-

to della nostra “technical division”, siamo in grado di far fronte alla grande ri-chiesta di disegni illustrativi ed esplicativi per il mercato estero.Con l’utilizzo delle più mo-derne tecnologie e della mul-timedialità – conclude Gui-detti – l’azienda si è specia-lizzata anche in ambito 3D, offrendo un vasto portfolio di servizi, quali la conver-sione tridimensionale dello storico cartaceo dell’azienda e la creazione di rendering di prodotto, al fine di ottenere un valido riscontro di quanto progettato prima della sua realizzazione fisica”.

Ricambi, uso e manutenzione, officina: non basta la competenza tecnica

La redazione non può essere improvvisata

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Lo scorso maggio è stato pubblicato in Gazzetta Uffi-ciale il Decreto Ministeriale n.65 del 08/03/2010 “Rego-lamento recante modalità semplificate di gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) da parte dei Distri-butori e degli Installatori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE), non-ché dei gestori dei centri di assistenza tecnica di tali ap-parecchiature”.Il Decreto è entrato ufficial-mente in vigore il 18 giugno e si applica a tutti quei soggetti che, a vario titolo, gestiscono i RAEE, quindi i distributori, gli installatori e i centri di as-sistenza. Approfondiamo le novità introdotte dal decreto con Mauro Carretti, Presi-dente di Studio Alfa.“La normativa sancisce una serie di obblighi che andran-no sicuramente ad incide-re sull’attività delle aziende del settore – spiega Carret-ti. Le novità sono moltepli-ci: si va dall’obbligo di ritiro delle AEE di tipo domestico alla fase di raggruppamen-to e conferimento dei RAEE presso i centri di raccolta,

dallo Schedario (registro di carico e scarico) al relati-vo documento di trasporto e all’iscrizione all’Albo Nazio-nale Gestori Ambientali”. Le aziende distributrici sono dunque obbligate a ritirare le apparecchiature elettriche?“Esattamente – risponde Carretti. Dal 18 giugno gli acquirenti di elettrodome-stici e materiale elettrico ed elettronico (dalla tv al phon, dal frigo al forno, dal telefo-nino al computer) potranno consegnare gratuitamente le

loro apparecchiature usate o non più funzionanti al nego-zio in cui effettuano il nuovo acquisto. I negozianti si assumeran-no l’onere del corretto smal-timento dei vecchi elettrodo-mestici senza costi aggiun-tivi per i cittadini, compien-do un ulteriore passo verso il pieno recepimento della normativa comunitaria e na-zionale in materia di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, come sotto-lineato anche dal Ministero dell’Ambiente”.

Quali i nuovi adempimenti per le imprese? “Le imprese sono di fatto protagoniste di un sostanzia-le snellimento di tutte le pro-cedure burocratiche in mate-ria di RAEE.Il provvedimento conside-ra il ritiro da parte del distri-butore come una “fase del-la raccolta”, stabilendo che la possibilità di effettuare il raggruppamento sia condi-zionata alla preventiva iscri-zione a una nuova sezione dell’Albo gestori ambienta-li. L’asportazione dei rifiuti deve essere almeno mensile e, comunque, quando si rag-giungono i 3.500 kg. Il prov-vedimento definisce, inoltre, i requisiti dei locali e le mo-dalità di stoccaggio e prescri-ve la separazione dei RAEE pericolosi da quelli non peri-colosi. E’ necessario, inoltre, che il distributore garantisca l’integrità delle apparecchia-ture, adottando tutte le pre-cauzioni atte ad evitare il de-terioramento delle stesse e la fuoriuscita di sostanze peri-colose.I distributori – continua Car-retti – devono anche tenere un registro di carico e scari-

co, mediante la compilazio-ne di uno schedario numera-to progressivamente: dal do-cumento devono risultare il nominativo e l’indirizzo del consumatore che conferisce il rifiuto e la tipologia dello stesso”.Cosa comporta l’iscrizio-ne all’Albo Gestori Am-bientali?“Per il corretto svolgimen-to di queste procedure, i di-stributori devono presen-tare alla sezione regionale dell’Albo una comunicazio-ne con la quale attestano la sede dell’impresa, l’indirizzo presso il quale sono raggrup-pati i RAEE in attesa del tra-sporto, le tipologie di RAEE raggruppati con l’indicazio-ne dei relativi codici dell’elen-co dei rifiuti, gli estremi iden-tificativi e l’idoneità tecnica degli eventuali mezzi da uti-lizzare per il trasporto, oltre al versamento del diritto an-nuale di iscrizione.La sezione dell’Albo – con-clude Carretti – una volta verificata la sussistenza del-le condizioni attestate, pro-cederà entro 30 giorni al ri-lascio del provvedimento di iscrizione”.

20 AMBIENTE

Scatta l’obbligo per le aziende distributrici di ritirare gratuitamente le apparecchiature elettriche ed elettroniche non più funzionanti

Nuove modalità di gestione dei rifiuti RAEE

Semplificati gli adempimenti amministrativi per le imprese

La sede di Studio Alfa (tel. 0522-550905)

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21AMBIENTE

Fotovoltaico: un investimento sicuro per l’azienda

Collecchio: la discarica di Campirolo è un esempio di riqualificazione ambientale

Alla fine del 2009 è stata registrata, complessivamen-te, una produzione elettrica da fonti rinnovabili pari a circa 68mila GWh, più del 20 per cento del consumo interno lor-do. A renderlo noto è stato il ministro per lo Sviluppo eco-nomico Claudio Scajola. L’Ita-lia ha raggiunto il record di ol-tre un gigawatt di potenza in-stallata nel fotovoltaico, con un incremento del 288 per cento rispetto al 2008. Questi risultati hanno portato il no-stro Paese al secondo posto, preceduta solo dalla Germa-nia, nella classifica dei paesi europei per potenza installata in un anno. Nel settore eolico, al 31 dicembre, risultavano in-stallati impianti per quasi 5mila MW con una crescita del 37 per cento rispetto all’an-no precedente. Inoltre, nel campo idroelettrico, con quasi

18mila megawatt di potenza installata l’Italia ha mantenu-to il primato europeo. Questi dati fanno riflettere sulle gran-di potenzialità delle energie rinnovabili e sugli effetti con-creti che possono avere sullo sviluppo delle nostre imprese.“L’installazione di un impian-to fotovoltaico rappresenta un sicuro investimento econo-mico per l’azienda”, afferma Paolo Monti, amministratore delegato e vice presidente di Project Group srl (tel. 0522-873376), società impegnata da anni nella ricerca di nuove tecnologie, in collaborazione con le più importanti Univer-sità e le maggiori aziende a livello nazionale e mondiale. “Grazie all’utilizzo dell’ener-gia solare un’impresa è in gra-do di auto produrre l’energia di cui ha bisogno per lo svol-gimento delle proprie attività,

incidendo positivamente sui costi fissi di gestione. Tre i maggiori benefici economici: risparmio sul costo dell’ener-gia elettrica, guadagni sicuri attraverso gli incentivi (Conto Energia) e i contributi stata-li erogati dal GSE (Gestore Servizi Elettrici), possibilità di ammortizzare l’impianto come un qualsiasi bene azien-dale. Fotovoltaico, energia pulita e rispetto per l’ambien-te che ci circonda – continua Monti – sono indubbiamen-

te messaggi qualificanti per l’azienda rispetto al proprio mercato di riferimento”. Può farci qualche esempio di interventi da voi realiz-zati?“Recentemente l’azienda Gamma Meccanica, leader nella realizzazione di impianti per la produzione di materiali isolanti, ci ha commissionato la costruzione e l’installazione di un impianto da 500 KW sui tetti del proprio stabilimen-to (14.000 mq), in aggiunta a quello già esistente da 63 KW. In questo modo l’azienda sod-disferà il proprio fabbisogno energetico e l’eccedenza sarà immessa in rete. L’impianto – continua Monti – avrà una capacità di 542 kmp per la produzione annua di 566.400 kwp, evitando l’emis-sione in aria di circa 300.758 kg di CO2”.

Come le aziende devono procedere?“Prima di tutto – risponde Monti – occorre realizza-re un’analisi ed uno studio dell’impianto. Per operare in modo serio oc-corre infatti verificare gli at-tuali consumi di energia elet-trica ed i relativi costi, indivi-duare la dimensione dell’im-pianto che s’intende realizzare e le sua capacità di produzione energetica, le caratteristiche tecniche dell’impianto ed il suo corretto posizionamento e quindi un’analisi dei costi di realizzazione e dei tempi di ammortamento. Project Group opera in que-sto modo ed è a disposizione delle imprese interessate ad acquisire informazioni e dati che consentano loro di valu-tare l’opportunità di realizza-re un impianto fotovoltaico”.

Il Comune di Collecchio, in collaborazione con Nial Nizzoli, sta portando avanti un progetto per la riqualifi-cazione ambientale dell’ex discarica di Campirolo, puntando a coniugare soste-nibilità ed efficienza ener-getica. Chiediamo ad Emi-lio Guidetti di Nial Nizzoli (www.nialnizzoli.com) di spiegarci brevemente i punti salienti del progetto.“Il nostro obiettivo è quello di creare un vero e proprio parco energetico sul territo-rio, il più grande a livello re-gionale”.Perché utilizzare un’area adibita a discarica rifiuti?“Attraverso la realizzazione di impianti fotovoltaici su aree inutilizzate, Nial Niz-zoli si propone di incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili, così come auspicato dalla Comunità Europea, affiancando alla corretta gestione post-ope-rativa, la valorizzazione in termini economici, sociali ed ambientali di siti apparente-mente improduttivi, che ad oggi rappresentano solo un costo per la Società.

Sui 63mila metri quadrati utilizzati tra il 1983 e il 1995 come discarica, che verreb-bero ceduti dal Comune in concessione a Nial Nizzoli per 25 anni, si realizzerebbe un impianto fotovoltaico di potenza pari a 2.691 KWp, equivalenti ad un impegno di potenza elettrica utilizzata da circa 800 abitazioni. Il co-mune riceverebbe un impian-to fotovoltaico di circa 200 kw che sarebbe realizzato in un territorio agricolo attiguo, sempre di proprietà comuna-le. Con quest’ultimo impian-to – spiega Guidetti – ver-rebbero abbattute le spese di gestione di tutta la discarica. L’energia elettrica prodotta, fatto salvo l’autoconsumo minimo della centrale, sareb-be completamente ceduta in rete e ritirata dal Gestore ai prezzi di mercato.Al termine della concessio-ne, il Comune diventerebbe titolare dell’impianto di sola vendita di energia”.Quale dunque il ruolo di Nial Nizzoli?“La nostra azienda intende proporsi quale interlocutore diretto di Amministrazioni

e Consorzi per l’affidamen-to del servizio di gestione “post-mortem” di discariche o ex-cave, garantendo la ma-nutenzione ordinaria e il mo-nitoraggio degli andamenti e delle dinamiche di funziona-mento tramite l’implementa-zione di un adeguato piano di sorveglianza e controllo.L’investimento può essere efficacemente soddisfatto tramite capitali privati di un finanziatore italiano o estero individuato da Nial Nizzoli tra i suoi collaboratori, svin-colando in tal modo la Pub-blica Amministrazione da un onere economico altrimenti difficilmente sostenibile.Il parco energetico, in fun-zione dell’impiantistica in-stallata – continua Guidetti – assumerà una connota-zione didattica: il nostro progetto prevede infatti la realizzazione di un’apposi-ta struttura in cui potranno essere concretizzati progetti educativi atti ad esempli-ficare l’utilizzo delle fonti rinnovabili (energia solare, eolica, biogas, etc.) mediante semplici giochi e la visita gui-data all’impianto. Saranno

creati percorsi educativi che illustreranno i metodi di pro-duzione delle diverse energie alternative, i loro rendimen-ti, i vantaggi e gli svantaggi. L’obiettivo di Nial Nizzoli è proprio quello di riconsegna-re ai cittadini l’area di Campi-rolo come una risorsa e non più come un onere.L’iniziativa – conclude Gui-detti – è ora al vaglio della Provincia per la valutazione

dell’impatto ambientale e potrebbe aggiungersi/coor-dinarsi alle altre iniziative proposte sul territorio come “Fotovoltaico Insieme”, pro-getto ideato dalla Provincia di Parma che prevede la rea-lizzazione di campi fotovol-taici in ogni comune, con un ambizioso intento: generare almeno 50Mw coprendo così circa il 10% del fabbisogno elettrico del Parmense”.

Grazie al Conto Energia e agli incentivi statali

Come coniugare sostenibil ità ed efficienza energetica

L’impianto può essere ammortizzato come un qualsiasi bene aziendale

Il progetto è stato realizzato da Nial Nizzoli

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Come sostituire una vecchia e pericolosa copertura in amianto e produrre energia

Grazie alle incentivazioni i costi si riducono notevolmente

Ibatici Group individua i vantaggi tecnici ed economici

Gl i e f fe t t i d a n n o s i dell’amianto sono noti ed inequivocabili, in quanto causano patologie gravi ed irreversibili, prevalentemen-te dell’apparato respiratorio. Purtroppo, grazie ai suoi ec-cellenti requisiti, l’amianto ha trovato largo impiego in tanti settori come l’edilizia, la componentistica per mezzi di trasporto e l’isolante termico soprattutto in ambito indu-striale. Ne parliamo con Andrea Ibatici, titolare della Ibatici Group (tel. 0536-943559), azienda esperta in interventi di bonifica. “Si parla di amianto com-patto – ci spiega Ibatici – quando le fibre del minerale

sono fortemente legate in una matrice stabile e solida (come il cemento-amianto o il vinil-amianto). In edilizia, solitamente, quando si par-la di amianto compatto ci si riferisce a quelle lastre piane o ondulate (eternit) presenti nelle coperture che venivano ampiamente usate in quanto caratterizzate da una estre-ma leggerezza, resistenza alle intemperie ed al calore e da un costo contenuto. Quando sono in buono stato di conservazione non tendo-no a liberare fibre spontane-amente. Con la continua esposizione all’azione degli agenti atmo-sferici subiscono un progres-sivo degrado dovuto in par-

ticolare all’azione di piogge acide, sbalzi termici, all’ero-sione eolica e di microrgani-smi vegetali. Pertanto dopo anni di vita le lastre possono presentare corrosioni ed in-coerenze superficiali e conse-guenti affioramenti di fibre e fenomeni di liberazione. L’Eternit se usurato, abraso, segato o deteriorato può li-berare delle fibre di amianto che, se respirate, possono costituire causa o concausa di varie malattie all’apparato respiratorio”.Come allora intervenire in questi casi ?“La nostra azienda – rispon-de Ibatici – è in grado, grazie alla ventennale esperienza ed avendo tutte le autorizzazio-

ni necessarie, di intervenire effettuando le necessarie operazioni di bonifica e pro-ponendo soluzioni per una nuova copertura. In parti-colare svolge un’analisi/stu-dio con fattibilità, vantaggi tecnici ed economici per la sostituzione di coperture in amianto con nuove coperture dotate di sistema di produ-

zione di energia elettrica da fonte solare (fotovoltaico). In questo modo è possibile usufruire delle incentivazioni predisposte per il risparmio energetico. L’incentivazione consente di coprire una buo-na parte delle spese dell’in-tervento di sostituzione della copertura e l’installazione dell’impianto fotovoltaico”.

Più sicurezza su strada, po-sitività del trasporto e valo-rizzazione del ruolo del gui-datore sono i punti chiave della nuova campagna “Iveco Days 2010”. Per tutta l’estate i proprietari di veicoli Iveco potranno approfittare di una pioggia di sconti sui ricambi originali presso le officine autorizzate. Obiettivo dell’iniziativa, pro-mossa da Iveco Customer Service, è quello di suppor-tare il traffico presso la rete assistenziale Iveco, eviden-ziandone la trasparenza e la professionalità. Scopriamo tutte le novità di Iveco Days con Giancarlo Veneri, re-sponsabile Customer Service di A.R.A. S.p.a. (tel. 0521-670411), Concessionaria del marchio Iveco per la provin-cia di Parma. “La corretta

manutenzione del proprio veicolo, con ricambi origina-li, è fondamentale per garan-tire il giusto livello di sicu-rezza su strada, per il guida-tore e anche per la merce da trasportare. Con circa 5.000 punti di vendita e assistenza in più di 160 Paesi, Iveco ga-rantisce un supporto in tutte le aree geografiche in cui c’è un veicolo al lavoro”.In che cosa consistono gli “Iveco Days”?“Fino al 20 Luglio, tutti i proprietari di veicoli targa-ti Iveco, avranno diritto ad una serie di servizi a prezzi davvero vantaggiosi. Primo fra tutti il tagliando in offici-na. Per il Daily, ad esempio, Iveco propone un tagliando a 40.000 o 80.000 km al prez-zo esclusivo di 160 euro, con lubrificazione, sostituzione

olio, filtri, controlli nel vano motore, sotto il veicolo e in cabina. Saranno effettuati precisi test di diagnostica, con l’azzeramento del conta-tore di rigenerazione del fil-tro antiparticolato DPF. Vi sarà consegnato il veicolo dopo uno scrupoloso con-trollo di tutta la meccanica e

dopo un collaudo funzionale su strada. Inoltre, Iveco con-sente di estendere la Garan-zia Drive Line al terzo anno per i Daily. Questa promo-zione garantisce una coper-tura assicurativa per inter-venti effettuati su motore, iniezione, cambio, albero di trasmissione, etc., a partire

da 380 euro”.Ci saranno anche sconti sui ricambi originali?“Anche questa è un’offerta da non sottovalutare – risponde Veneri. Presso tutte le con-cessionarie ed officine ade-renti all’iniziativa, si avranno sconti su dischi, pastiglie, frizioni, ammortizzatori, fa-nali, lampadine, filtri aria e antipolline, etc. Tutti i clienti che effettue-ranno un tagliando durante gli Iveco Days, riceveranno in omaggio un litro di Ura-nia Daily, lubrificante rac-comandato per l’ultima ge-nerazione Euro V di veicoli commerciali. La sua formu-lazione protegge in maniera ottimale il filtro antipartico-lato dai residui di combustio-ne e dà ottimi risultati sul pia-no della Fuel Economy”.

Iveco days: la qualità a prezzi vantaggiosiVeneri (A.R.A. Parma): pioggia di sconti sui ricambi originali

L’iniziativa punta ad evidenziare la professionalità delle Officine Autorizzate

hanno collaborato a questo numero:Valentina Margini, Chiara Caselli,Chiara Pedroni, Letizia Burani

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Quante volte abbiamo sognato di realizzare una piscina vicino alla nostra abitazione? Tutto questo può diventare realtà grazie alla consulen-za di Hydrocontrol, azienda leader nella produzione e commercializzazione di so-luzioni per la purificazione dell’acqua ed il benessere della persona.“Una piscina di qualità”, spiega Marco Burani, Re-sponsabile dell’Area Be-nessere e Piscine di Hydro-control, “non è data sem-plicemente dalla tipologia costruttiva - pannelli prefab-bricati in acciaio piuttosto che cemento armato - ma è legata prima di tutto alla qualità degli impianti per il ricircolo dell’acqua oltre che al loro corretto dimensiona-mento”.Quali sono oggi le princi-pali tecnologie in mate-ria di qualità e sicurezza dell’acqua?“L’innovazione tecnologica può offrire soluzioni che per-mettono di migliorare note-volmente la qualità dell’acqua della piscina. Quella più conosciuta è detta “elettrolisi del sale”: l’acqua

viene leggermente salata (4 g/l contro i 40 g/l dell’acqua di mare) e con l’ausilio di un’apparecchiatura dotata di centralina e cella elettro-litica, viene prodotto cloro pulito, privo di eccipienti o molecole stabilizzanti. Il sistema incide positiva-mente anche sulla manuten-zione dell’intero sistema, in quanto permette di avere una gestione automatica senza dover controllare quotidia-namente il livello di cloro presente.Un’altra automazione im-portante per la gestione della piscina è il controllo automa-tico del PH. Un valore ottimale si attesta intorno a 7,2 e vi garantirà un’acqua trasparente, evi-tando la formazione di ag-glomerati nel filtro.In materia di sicurezza – continua Burani – è bene ricordare che la piscina può rappresentare anche un pe-ricolo per bambini e animali domestici. Per evitare cadute acciden-tali la miglior soluzione è la copertura a tapparella, che garantisce una copertura portante e certificata fino a 80 kg. Può essere installata

sia in piscine di nuova co-struzione che in quelle già esistenti, e se utilizzato du-rante le ore notturne impe-disce di disperdere il calore accumulato”.Perché affidarsi a una realtà come la vostra?“Da sempre Hydrocontrol fa della qualità il suo cavallo di battaglia con prodotti certifi-cati ed approvati dal Ministe-ro della Sanità. Anche questo testimonia la professionalità della nostra azienda, in un mercato in cui molti competitors si improv-visano esperti del settore.La capacità di problem sol-ving, la tempestività di inter-vento e il know how tecnico e progettuale fanno di Hydro-control un partner affidabile per aziende e privati. Lo staff seguirà il cliente non solo dalla fase progettuale iniziale alla completa realiz-zazione in cantiere, ma svi-lupperà anche un servizio di assistenza post-vendita, te-nendo conto del ciclo di vita dell’impianto stesso e della sua manutenzione.A questo proposito abbia-mo ideato un pacchetto un “pacchetto assistenza” con contratto annuale che inclu-

de visite periodiche, controlli e specifiche operazioni di manutenzione per assicura-re sempre un’acqua pulita e pronta al primo bagno di stagione.La realizzazione di una pisci-

na – conclude Burani – non rappresenta più un privilegio ad appannaggio di pochi: i costi sono più contenuti ri-spetto al passato e i tempi di costruzione si sono notevol-mente ridotti”.

IMPIANTI

I costi sono più contenuti rispetto al passato e le tecnologie più avanzate

La piscina dei tuoi sogni può diventare realtàI consigli di Hydrocontrol

Alcune realizzazioni di Hydrocontrol (www.hydrocontrol.it)

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