L’Italia delle imprese

download L’Italia delle imprese

of 44

Transcript of L’Italia delle imprese

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    1/44

    Ricerca promossa da UNICREDIT CORPORATE BANKING per IL SOLE 24ORE

    Quaderni FNECollana Ricerche, n. 55 giugno 2009

    LITALIA DELLE IMPRESERapporto 2009

    a cura diDaniele Marini

    Carlo Bergamasco, Davide Girardi, Daniele Marini, Fabio Marzella,

    Silvia Oliva, Gianluca Toschi

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    2/44

    Fondazione Nord Est - 2

    Sommario

    LE AZIENDE OLTRE LA CRISI: GLOBALI CONTRO MICROLOCAL

    Daniele Marini

    TAGLIO AI COSTI E HI-TECH PER VEDERE LA RIPRESASilvia Oliva

    PERDE QUOTA LA CRESCITA ATTRAVERSO LE FUSIONISilvia Oliva

    IL FRONTE ESTERO RESISTE AL TESTCarlo Bergamasco

    LATTIVIT DELOCALIZZATA ELEVA LE PROFESSIONALITCarlo Bergamasco

    LEURO GARANTISCE STABILITGianluca Toschi

    PRIMA LA CASSA, POI GLI INVESTIMENTIGianluca Toschi

    PI DIFFICILE IL CREDITO A BREVEGianluca Toschi

    IL NORD DIVISO IN DUE DAL PESO POLITICODavide Girardi

    PI CONSENSI AL QUIRINALE E ALLA BCEFabio Marzella

    S AL FEDERALISMO, BOCCIATI GLI STUDI DI SETTOREFabio Marzella

    IL METODO E LA RESPONSABILIT DELLA RICERCA

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    3/44

    Fondazione Nord Est - 3

    LE AZIENDE OLTRE LA CRISI: GLOBALI CONTRO MICROLOCAL

    Daniele Marini

    Un sistema produttivo sicuramente segnato dalle difficolt, che sente i morsi della crisiglobale, e avverte pienamente su di s i riflessi di un quadro internazionale ancora moltoincerto. Tuttavia, chi pensasse a imprenditori ripiegati su se stessi o fermi in attesa di unaschiarita sbaglierebbe rappresentazione.Lottava edizione della ricerca nazionale realizzata dalla Fondazione Nord Est, promossada UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, mette in luce un quadro inatteso, benoltre le aspettative. unItalia delle Imprese inaspettatamente pi fiduciosa e solida diquanto la discussione pubblica e i dati istituzionali ci abbiano mostrato in questi mesi.Certo, si tratta di un sondaggio volto a raccogliere le opinioni, le aspettative e lecondizioni avvertite, che non pu contraddire i dati di fatto. Ci non di meno, aiuta adarticolare meglio la visione di una crisi profonda, che non pu essere letta esclusivamente

    sotto il profilo quantitativo. Perch, com noto, le percezioni e le rappresentazioni sonoil veicolo che guida e orienta le azioni, anche oltre loggettivit dei fatti. Rilevarelesistenza di un sistema industriale combattivo, che reagisce alle difficolt e che dopoun iniziale disorientamento ha preso le misure rapidamente alla crisi, ricercando nuovimercati e nuovi prodotti da offrire, non serve ad alimentare false immagini. Ma acomprendere le risorse (motivazionali) sulle quali fare leva per avviare interventi epolitiche. LItalia delle Imprese, soprattutto, non ha perso la risorsa immateriale piimportante: la fiducia. Nei confronti delle proprie energie, in particolare, ma anche versole istituzioni e verso lazione del Governo, nei confronti delleuro e dellEuropa. Tuttoci non deve nascondere lesistenza di aspetti problematici individuabili, una volta di pi,nella nostra connaturata difficolt di fare sistema, di reagire in modo coeso e strategico.Rimane minoritario, ma cresce costantemente, lorientamento degli imprenditori a cercarerisposte alla competitivit in modo individualistico, allinsegna del fai-da-te. Cos comesul piano dellinternazionalizzazione non diminuisce la quota di quanti varcano i confinisenza trovare un interlocutore che li sostenga in questo processo. Insomma, si agisce inassenza di un quadro condiviso, di un sistema-paese in grado di offrire risposte coerentiin tempi utili alle necessit di imprese che devono fare i conti tutti i giorni con agguerriticompetitori internazionali. Dunque, meglio muoversi rapidamente per linee autonome,piuttosto che aspettare un intervento coordinato. Dinamismo creativo o programmazioneragionata resta cos un dilemma difficilmente risolvibile, considerati i pro e i contro diciascuna delle due opzioni. In ogni caso, il fattore tempo diventa sempre pi un aspettodiscriminante, soprattutto in momenti di crisi e di incertezza. Sullo sfondo rimangono amplificandosi e complicandosi rispetto a quanto rilevato nel 2007 le questioniterritoriali del nostro Paese. Da un lato, le imprese del Nord aumentano ulteriormente laconsapevolezza del peso svolto per leconomia nazionale, con un gap rispetto al pesopolitico che si riduce, ma che nel Nord Est in particolare rimane elevato. Dunque, esisteuna questione settentrionale legata alla percezione di una forbice fra limportanzagiocata in ambito economico (elevata), da un lato, e il peso (minore) di cui gode sotto ilprofilo della rappresentanza degli interessi nella sfera politica. Ma il Nord non tuttouguale. Esistono i Nord. Se i lombardi percepiscono una significativa centralit sianelleconomia che nella politica, cos non avviene per il resto del Nord Ovest e, in misura

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    4/44

    Fondazione Nord Est - 4

    decisamente minore, per il Nord Est. Dunque, la questione settentrionale apparecomposita nei suoi elementi. Allopposto, la questione meridionale si acuisce,soprattutto sotto il profilo delleconomia. Le imprese del Mezzogiorno vedono aumentarela propria percezione di marginalit soprattutto per laspetto economico. Aumenta cosulteriormente la distanza fra i Nord e il Mezzogiorno. Ma, nel mezzo, le imprese delle

    regioni del Centro pi vicine al Nord che al Mezzogiorno manifestano la sensazionedi una perdita di terreno sia sotto il profilo del peso economico, sia politico. Sembracomplicarsi, dunque, il quadro delle questioni territoriali del nostro Paese che da bipolare(Nord/Sud), diventa tripolare con una questione Centro che appare emergereaumentando la propria sofferenza.Lanalisi dei risultati, volta a individuare le tipologie (cluster analysis) di comportamentimessi in atto dal sistema imprenditoriale italiano per fronteggiare lattuale situazione, faemergere tre gruppi prevalenti. Due gruppi fra questi, che complessivamenterappresentano quasi la met del campione (48,2%), evidenziano un orientamentoproattivo rispetto alle difficolt. Sono le aziende soprattutto del settore industriale ditaglia media e grande: sono le PMI e le medie imprese (oltre i 50 dipendenti) industriali afunzionare da attori reagenti. Il primo (30,5%), presente soprattutto fra quelle del Nord

    Est (41,1%), costituito da imprese che negli anni hanno sviluppato processi spinti diinternazionalizzazione e che ritengono utile realizzare forme di alleanze e aggregazioniper aumentare la propria competitivit. Tuttavia, non sono disponibili ad aprire lapropriet ad altri soci o a fondi, complice plausibilmente le vicende finanziarie recenti. Sicaratterizzano cos per essere imprese self made globali, internazionalizzate e chevogliono contare solo su se stesse, sulle proprie forze. Il secondo gruppo (17,7%) conosceuna leggera prevalenza nella componente industriale, fra quelle di dimensione media egrande (oltre i 50 dipendenti), per poco pi della met aperte sui mercati esteri, moltodisponibili a ricercare forme di alleanze e aggregazioni con altre imprese e assolutamentepronte ad aprirsi a nuovi capitali per aumentare la propria competitivit. In questo caso,abbiamo a che fare con imprese in ridefinizione, che intuiscono la necessit di cresceree incrementare le proprie performance e capacit.Per converso, il terzo gruppo rappresentato da una quota leggermente superiore (51,8%)al precedente costituito dalle imprese di pi piccola dimensione (fino a 49 dipendenti),prevalentemente appartenenti al settore del commercio e del terziario, anche se nonmancano alcuni segmenti di manifatturiero. Si tratta di aziende il cui mercato principale quello domestico e locale, che di fronte alle sfide poste dalla competizione sono orientatea una mobilitazione individualistica e assolutamente indisponibili ad aprire la propriet acapitali esterni o a managerializzare lorganizzazione. limprenditoria diffusa micro-local, soprattutto quella insediata nel Centro e nel Mezzogiorno a esprimere unorientamento di tipo conservativo, e che plausibilmente rischia di soffrire di pi gli effettia lungo termine della crisi. Quindi, quanto pi le imprese sono aperte ai mercatiinternazionali, maggiore la propensione a vivere lattuale fase di crisi comeunopportunit, una sfida da cogliere per accrescere la propria competitivit. Viceversa,la dimensione prettamente domestica del mercato fa prevalere uninclinazione allaresistenza di fronte ai cambiamenti necessari per fronteggiare la crisi, a ricercaresoluzioni da s, in modo disordinato.Considerate le strategie delle imprese per favorire la loro competitivit, possibilerintracciare allinterno dei risultati emersi dalla ricerca alcuni elementi chiave.Una prima evidenza relativa alla dimensione della fiducia. Diversamente da quantotraspare dai mezzi di comunicazione, dalla discussione pubblica e dallimmaginario

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    5/44

    Fondazione Nord Est - 5

    collettivo, lItalia delle Imprese riverbera una sensazione prevalente di fiducia, diaspettative positive, ben di pi di quanto si potesse attendere. Sul piano delle prospettivecongiunturali, gli indicatori pur portando davanti un segno meno ci non di menosono meno negativi dello scorso anno, quando ancora la crisi non si era palesata, comenel caso delle previsioni delleconomia italiana e internazionale. Come a dire: il fondo

    stato toccato e dal livello raggiunto si deve risalire. Le difficolt si avvertono nei sistemiproduttivi regionali e per la propria impresa, per quanto il 45,5% preveda per i prossimi 6mesi un andamento stabile dellazienda e un quarto (26,1%) si aspetti una crescita.Ovvero, la maggioranza (quasi i ) intravede per s una prospettiva di stabilit e dicrescita, mentre aumenta (poco meno di 1/3: 28,4%, era il 19,4% nel 2008) la quota diimprese che prevede una flessione. Quindi, in corso una polarizzazione fra imprese chesono in grado di reggere e altre che rischiano di uscire dai mercati. Non si tratta, per, diuna fiducia di facciata o di un ottimismo della speranza. C una solidit generata daiprocessi di metamorfosi che hanno interessato il sistema industriale negli anni trascorsi,nella sua capacit di essere presente sui mercati esteri. Basti considerare che, rispetto alloscorso anno, la quota di imprese che internazionalizzano le proprie produzioni non sonodiminuite in modo consistente. Poco pi di due imprese su cinque (41,9%, erano il 45,8%

    nel 2008) ha rapporti produttivi e commerciali con altre nazioni e ben il 35,0% fra questedispone di una propria rete commerciale e di distribuzione nei paesi in cui sono presenti.Ma oltre a unattesa di ripresa, assai significativo lincremento dei livelli di fiducia nonsolo rispetto allo scorso anno, ma anche al 2007 (anno in cui si respirava una leggeraripresa delleconomia). La fiducia soprattutto verso il ceto produttivo dei molti piccoli emedi imprenditori (82,1%), ben distante ma in costante crescita quella verso i titolaridelle grandi imprese (43,9%). Aumenta su tutti il livello di fiducia nei confronti delPresidente della Repubblica Napolitano (61,9%, dieci punti in pi rispetto al 2008), inprima posizione fra le istituzioni politiche e collocato al secondo posto della graduatoriagenerale. Ma aumentano i consensi pure per lUE, la BCE, la Banca dItalia, le Regioni.A dieci anni dalla sua introduzione, anche leuro viene assolutamente rivalutato.Rimangono al palo e in fondo alla classifica la Borsa e le banche. Lesecutivo ottieneunapprovazione rilevante (56,7%), su analoghi livelli di consenso ottenuto dal governoBerlusconi nella sua legislatura precedente a un anno dallinsediamento (60,9% nel2002). Di pi, lesecutivo ottiene una sostanziale promozione sulle politiche finora messein atto. Su tutte, in particolare, lazione in politica estera, la gestione della crisi e gliammortizzatori sociali, il federalismo fiscale e la sicurezza, ottengono consensi superiorial 60%. Una bocciatura, invece, viene sui temi delle politiche sullimmigrazione e, inparticolare, sul tema della giustizia e degli studi di settore. Come si pu ben intuire,questioni che in misura diversa stanno a cuore alle imprese per la loro vita quotidiana(permessi di soggiorno, manodopera, contenziosi, fisco e tasse).Una seconda evidenza, in questo caso problematica, attiene alla capacit di fare sistema aidiversi livelli, fra imprese e come Paese. Non un tema nuovo, in realt, quasiconnaturato al nostro stile di azione. Ci non di meno, in una fase di crisi strutturale comelattuale necessario rimettere in discussione i comportamenti tradizionali. Da un lato,una quota non marginale fra le imprese, soprattutto fra le pi piccole, appareimpermeabile allapertura ai nuovi capitali che le possano aiutare nella crescita. Coscome appaiono restie a ipotizzare forme di alleanze o di aggregazione per essere picompetitive. Viceversa, per affrontare la crisi serve mettere in campo anche scheminuovi, comportamenti non tradizionali, superare la cosiddetta soglia psicologica del 51%.Dallaltro lato, rimane il vincolo di un sistema-paese che fatica a organizzare un quadro

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    6/44

    Fondazione Nord Est - 6

    condiviso di interventi. Emerge dalla questione dellinternazionalizzazione che vede lamaggioranza delle imprese non trovare interlocutori ritenuti utili a favorire questoprocesso; da un sistema bancario che (sebbene in misura pi contenuta rispetto a quantoemerge dalla discussione pubblica) ha eretto soglie pi elevate per lerogazione delcredito, a fronte di una crescita di sofferenza di liquidit delle imprese; da una

    divaricazione progressiva fra le diverse aree dellItalia che fa emergere in misuracrescente le diverse questioni territoriali; oltre che da un gap fra la dimensioneeconomica e la rappresentanza politica, fra il contributo alla crescita e le risposte ottenutedalla politica per mantenere e accrescere la competitivit delle imprese e del Paese.LItalia delle Imprese del 2009 mostra, di fronte alla crisi, di non avere perso una risorsafondamentale: la fiducia. Soprattutto nelle proprie capacit di reazione, in virt delletrasformazioni realizzate negli anni trascorsi in particolare dal sistema industriale.Nonostante la consapevolezza delle difficolt reali e diffuse, pare guardare al futuro conun ragionevole ottimismo. E auspicando in un sistema-paese alleato nella ricerca di unamigliore competitivit.

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    7/44

    Fondazione Nord Est - 7

    TAGLIO AI COSTI E HI-TECH PER VEDERE LA RIPRESA

    Silvia Oliva

    Il vento della crisi, per sei imprenditori su dieci, soffier ancora sulleconomia mondialefino ai primi mesi del 2010. Tuttavia, il punto pi basso della curva che disegnalandamento della crisi, sia essa a V o a U, sembra ormai essere stato raggiunto. Tantoche le previsioni dei titolari dimpresa italiani per leconomia nazionale einternazionale, pur presentando un valore negativo, sono migliori rispetto a quantorilevato un anno fa, quando ancora il crollo finanziario ed economico non si erapalesato. Il peggioramento registrato a livello regionale e di singola impresa evidenziaquanto siano ancora forti le tensioni in atto, ma rende anche esplicita come siadiversificata la capacit delle aziende di vivere, superare e interpretare questa fase.Percorrendo a ritroso i risultati delle precedenti edizioni dellindagine, si osserva come isaldi sintetici, calcolati come differenza tra opinioni di crescita e opinioni di flessione,

    registrati nel 2009 per le economie regionali (-21,2) e nazionale (-9,6%) siano miglioririspetto a quelli del 2005 (rispettivamente -28,5 e -36,1). Viceversa, per leconomiainternazionale (-6,4) e per le imprese (-2,3) si tratta del primo dato negativo rilevato, aconferma che, se certamente la crisi attuale ha avuto origine a livello internazionale, inItalia si sommata ad una situazione gi presente di debolezza e difficolt cui le aziendelocali avevano risposto anche aprendo sempre pi lo sguardo alle occasioni presenti suquei mercati esteri, oggi in flessione.Le proiezioni sui prossimi sei mesi per quanto riguarda le imprese italiane mostrano unapolarizzazione tra aziende che indicano una crescita (26,1%) e quelle che, invece,lamentano unulteriore flessione (28,4%), a fronte di una quota prevalente di attivit chesi attende una sostanziale stabilit (45,5%). La lettura dei risultati in base alledimensioni, ai settori e alla cluster analysis suggerisce che questa crisi investetrasversalmente i settori solo i servizi presentano un saldo leggermente positivo (2,3) -ma, viceversa, premi le imprese che hanno assunto in questi anni una dimensione e uncomportamento strategico innovativo e attento sia alle proiezione internazionale, sia allacapacit di aprirsi a nuove relazioni e nuove reti. Cos, il saldo di opinione per leimprese sopra i 50 addetti si attesa a +7,3, mentre quello delle imprese meno strutturatea -4,2. Allo stesso modo le imprese self made globali, ovvero le impreseinternazionalizzate, pronte ad allearsi o aggregarsi, registrano un dato sintetico pari a+6,0. Faticano, invece, ancora a intravedere la ripresa le altre aziende, sia le imprese inridefinizione (-7,4) - internazionalizzate, poco propense alle alleanze per accrescere lacompetitivit, ma pronte ad aprire a terzi il proprio capitale - sia le micro-local (-4,7%),fortemente legate al territorio ed estremamente individualiste.In questo contesto, anche l'incertezza sulla durata della crisi permette di valutare con piattenzione il grado di ripresa della fiducia da parte del sistema produttivo nazionale.Infatti, se l'intensit della crisi ormai evidente, la sua durata rimane ancora argomentodi stime e previsioni. Poco meno di degli imprenditori italiani intervistati (23,3%)ritiene che gi a fine 2009 si assister alla fine della fase recessiva dell'economiamondiale. Un altro 40% invece, ritiene che sar necessario attendere la prima met del2010. Il 28,2% si attende che la flessione dell'economia internazionale si protraggaancora per almeno un anno e mezzo. Infine, si conta anche un 7% di imprese che

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    8/44

    Fondazione Nord Est - 8

    intravede gi i segnali di una ripresa. Questo dato sale al 16,3% se si prendono inconsiderazione le risposte degli imprenditori che prevedono una crescita per la propriaazienda nei prossimi sei mesi, mentre scende al 2,9% per chi attende una flessione.La durata della crisi non certo un fattore indipendente per quanto riguarda la capacitdelle imprese di saper reggere e affrontare questa fase di rallentamento del commercio

    mondiale. Infatti, una flessione particolarmente lunga potrebbe mettere in difficoltanche aziende sane, ma poco capitalizzate, oppure rendere ingestibile il progressivoallungarsi dei tempi di pagamento, o costringere le imprese a ridimensionamenti degliorganici, con effetti negativi sui consumi finali.Diventa, quindi, ancor pi indispensabile che le imprese affrontino la crisi non con unatteggiamento di attesa, ma piuttosto con strategie pro-attive utili ad aggredire ilmercato, per trovare nuove occasioni di business, nuovi vantaggi competitivi. Nelcomplesso gli imprenditori intervistati dimostrano di cogliere questa esigenza, senzadifferenze rilevanti in base a dimensioni, settori o prospettive pi o meno positive.Accanto alla priorit di ridurre i costi di produzione, indicata come tale dal 25,5% delcampione, le imprese affiancano come strategie principali la necessit di aumentare latecnologia impiegata (20,0%) per assicurare la qualit e l'innovazione dei prodotti e

    servizi e la volont di allargare la gamma della propria offerta (19,3%), cos da aprirsinuove opportunit di mercato.

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    9/44

    Fondazione Nord Est - 9

    Tab. 1 - Le previsioni per leconomia. Per i prossimi sei mesi quale futuro prevedeper (val. % al netto delle non risposte)

    Crescita Stabile Flessione Totale Saldodopinione

    leconomia della Sua regione

    2002 55,4 35,5 9,1 100,0 +46,32003 32,8 39,9 27,3 100,0 +5,52004 24,0 41,7 34,3 100,0 -10,32005 16,2 39,1 44,7 100,0 -28,52006 40,3 42,9 16,8 100,0 +23,52007 37,7 46,8 15,6 100,0 +22,12008 26,9 40,5 32,6 100,0 -5,72009 21,1 36,6 42,3 100,0 -21,2 leconomia dellItalia2002 61,0 28,8 10,2 100,0 +50,82003 31,7 39,3 29,0 100,0 +2,72004 21,9 39,8 38,3 100,0 -16,42005 13,6 36,7 49,7 100,0 -36,12006 39,9 39,7 20,4 100,0 +19,52007 41,9 36,7 21,4 100,0 +20,52008 27,5 34,5 37,9 100,0 -10,42009 28,2 34,0 37,8 100,0 -9,6 leconomia internazionale2002 58,8 30,0 11,2 100,0 +47,62003 32,8 40,0 27,2 100,0 +5,62004 31,8 41,0 27,2 100,0 +4,62005 30,6 42,3 27,1 100,0 +3,52006 53,8 34,9 11,3 100,0 +42,52007 53,1 36,3 10,6 100,0 +42,52008 26,0 38,6 35,4 100,0 -13,0

    2009 30,0 33,6 36,4 100,0 -6,4 la Sua impresa2004 37,1 43,9 19,0 100,0 +18,12005 28,1 50,5 21,4 100,0 +6,72006 48,7 41,1 10,2 100,0 +38,52007 48,3 41,5 10,2 100,0 +38,12008 35,1 45,5 19,4 100,0 +15,72009 26,1 45,5 28,4 100,0 -2,3

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1.227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    10/44

    Fondazione Nord Est - 10

    Tab. 2 - Le previsioni per leconomia. Per i prossimi sei mesi quale futuro prevedeper (saldi di opinione)

    leconomiaregionale

    leconomianazionale

    leconomiainternazionale

    la suaimpresa

    TUTTI -21,2 -9,6 -6,4 -2,3

    Area geograficaNord Ovest -10,2 -10,5 -3,8 -2,9Nord Est -21,8 -28,6 -24,2 -0,9Centro -27,8 -12,0 -12,5 -7,3Sud e Isole -29,6 +6,2 +7,3 +1,9Classe dimensionale10-49 addetti -21,9 -8,6 -6,2 -4,250 e + addetti -16,7 -14,2 -5,0 +7,3SettoreIndustria -21,8 -9,0 -4,8 -4,0Commercio -24,9 -17,0 -10,9 -3,6Servizi -17,5 -6,2 -7,0 +2,3

    InternazionalizzateS -23,7 -12,9 -9,1 -2,8No -19,4 -7,3 -4,4 -2,0ClusterSelf made globali -14,8 -7,5 -5,4 +6,0In ridefinizione -31,6 -9,6 -5,7 -7,4Micro-local -18,7 -8,2 -4,8 -4,7

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1.227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    11/44

    Fondazione Nord Est - 11

    Tab. 3 - Secondo Lei, su quale strategia dovr puntare, nei prossimi anni, la Suaimpresa per rimanere competitiva? (val. %)

    Ridurreicostidi

    produzion

    e

    Aumentarelatecnologia

    impiegata

    Allargarelagammadi

    prodotti/serviziofferti

    Diversificarei

    prodotti/ser

    vizi

    Cercareform

    edi

    collaborazionec

    onaltre

    imprese

    Utilizzareilmar

    ketinge

    lapubblicit

    Totale

    TUTTI 25,5 20,0 19,3 14,0 13,1 8,1 100,0

    Area geograficaNord Ovest 28,9 19,3 20,5 12,8 12,1 6,4 100,0Nord Est 23,2 18,8 19,3 17,9 15,0 5,8 100,0Centro 23,1 22,0 17,0 17,0 13,1 7,8 100,0

    Sud e Isole 25,0 20,1 19,8 10,1 13,0 12,0 100,0Classe dimensionale10-49 addetti 25,6 20,1 19,6 14,1 12,7 7,9 100,050 e + addetti 23,9 19,9 17,9 13,9 14,9 9,5 100,0SettoreIndustria 27,1 22,6 18,0 11,7 13,2 7,4 100,0Commercio 24,6 12,3 25,6 20,5 6,7 10,3 100,0Servizi 22,3 18,8 18,1 15,3 17,1 8,4 100,0Previsioni sullimpresaCrescita 23,2 20,8 17,9 15,7 12,8 9,6 100,0Stabilit 28,1 19,0 20,7 12,6 12,2 7,4 100,0Flessione 23,8 20,8 18,1 14,8 14,8 7,7 100,0Internazionalizzate

    S 22,6 21,2 21,0 12,4 13,0 9,8 100,0No 27,7 19,2 18,1 15,0 13,2 6,8 100,0ClusterSelf made globali 23,0 20,3 20,3 13,2 12,5 10,7 100,0In ridefinizione 14,6 25,2 18,7 11,7 22,8 7,0 100,0Micro-local 19,1 21,8 17,1 17,1 15,3 9,6 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1.227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    12/44

    Fondazione Nord Est - 12

    PERDE QUOTA LA CRESCITA ATTRAVERSO LE FUSIONI

    Silvia Oliva

    Gli imprenditori italiani confermano la propria propensione ad agire in autonomia,confidando sulle proprie risorse per sviluppare e mantenere i vantaggi competitivinecessari per rimanere sul mercato. Il 31,6% ritiene che le piccole e medie impresedebbano continuare ad agire da sole e l'82,1% pensa che non sia opportuno o non abbiasenso per la propria attivit aprire il capitale a terzi.Sebbene prevalga quale strategia competitiva quella di formare consorzi (42,1%), siregistra un progressivo aumento della quota di chi ritiene che sia da privilegiare la sceltadi continuare ad agire autonomamente. Dal 2003 ad oggi, cresce la scelta di operare inautonomia (dall11,9 al 31,6%), mentre quella della crescita dimensionale, attraversoconsorzi, fusioni o acquisizioni, perde consensi (dall86,7 al 64,7%). La fase di crisiconferma tale andamento: la scelta di fare da soli in un anno passa dal 25,6 al 31,6%.

    Proprio questa momento di difficolt pu offrire ad alcune imprese loccasione diacquisire altre imprese. Tale strategia viene colta come opportunit di aumentare lapropria competitivit dal 9,6% delle imprese pi grandi, dall8,9% di quelle nordestine edall8,6% delle aziende che prevedono di crescere nei prossimi sei mesi. Viceversa, leattivit che attendono una ulteriore flessione, considerano lipotesi di cedere lattivit adaltri nel 6,8% dei casi, rispetto ad un dato generale pari a 3,7%.A Nord Ovest si osserva una maggiore volont di autonomia (35,8%), cui corrispondeun minore interesse per i consorzi (37%), privilegiati nel Sud e nelle Isole (47,9%). Ladimensione gioca un ruolo importante nella definizione delle migliori strategiecompetitive: sopra i 50 addetti, unimpresa su due sceglie lopzione aggregativa;mentre, solo il 22,8% ritiene migliore quella di agire da soli.Anche a livello di propensione ad aprire il capitale a terzi gli imprenditori confermanola forte spinta allautonomia. Infatti, il 28,9% dichiara che lapertura della propriet adaltri non sia una scelta opportuna per aumentare la competitivit. A questo si aggiungeun 53,2% che ritiene che questa opzione non abbia senso per la propria attivit. Pipropense ad aprire i propri capitali sono le imprese internazionalizzate (22,6% rispettoal 17,9% generale) e quelle con pi di 50 addetti (27,8%). La motivazione pi diffusaper spiegare la contrariet allapertura del capitale (54,8%) legata allopportunit chela propriet resti nelle mani del fondatore e della famiglia per garantire la gestionedellimpresa, mentre il 36,8% dichiara che non sussiste una reale necessit di allargarela compagine sociale.Le imprese che, viceversa, hanno gi allargato o ipotizzano di allargare il propriocapitale scelgono la strada dellingresso di nuovi soci nel 63,8%, il 12,4% fa riferimentoa fonti di finanziamento innovative e il 12,0% alla Borsa.

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    13/44

    Fondazione Nord Est - 13

    Tab. 4 Con quale strategia le piccole e medie imprese devono oggi affrontare ilmercato per rimanere competitive? (val. %)

    Continu

    aread

    agireda

    solesul

    merc

    ato

    Formareconsorzi

    conaltreimprese

    Crearefusioni

    conaltre

    aziende

    Acquisirenuove

    azien

    de

    Cederelattivit

    adaltri

    Totale

    TUTTI 31,6 42,1 16,7 5,9 3,7 100,0

    Serie storica2003 11,9 61,3 18,8 6,6 1,4 100,02004 18,6 56,2 17,4 5,4 2,4 100,02005 22,6 50,3 16,6 4,7 5,8 100,02006 24,0 51,8 17,3 4,5 2,4 100,02007 25,6 45,1 19,3 7,0 3,0 100,0

    Area geograficaNord Ovest 35,8 37,0 18,4 5,0 3,8 100,0Nord Est 29,3 41,4 17,3 8,9 2,1 100,0Centro 30,6 43,0 16,2 4,2 6,0 100,0Sud e Isole 28,3 47,9 14,7 6,8 2,3 100,0Classe dimensionale10-49 addetti 33,6 40,4 16,8 5,3 3,9 100,050 e + addetti 22,8 50,4 15,2 9,6 2,0 100,0SettoreIndustria 33,4 40,0 16,7 5,1 4,8 100,0Commercio 31,4 41,4 15,2 8,4 3,6 100,0Servizi 27,7 47,8 17,5 6,3 0,7 100,0Previsioni sullimpresa

    Crescita 29,6 44,7 14,5 8,6 2,6 100,0Stabilit 32,0 43,6 17,0 5,7 1,7 100,0Flessione 32,9 37,7 18,3 4,3 6,8 100,0InternazionalizzateS 31,2 39,5 18,4 7,2 3,7 100,0No 32,0 43,8 15,5 5,3 3,4 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1.227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    14/44

    Fondazione Nord Est - 14

    Tab. 5 Secondo Lei, per aumentare la propria competitivit opportuno che laSua impresa apra il capitale a terzi? (val. %)

    S lha gifatto S No

    Non ha sensoper la

    propria

    attivit

    Totale

    TUTTI 3,8 14,1 28,9 53,2 100,0

    Area geograficaNord Ovest 4,6 15,3 29,1 51,1 100,0Nord Est 3,2 14,4 25,4 56,9 100,0Centro 3,5 12,3 33,1 51,1 100,0Sud e Isole 3,6 13,7 27,5 55,2 100,0Classe dimensionale10-49 addetti 3,2 12,7 29,9 54,3 100,050 e + addetti 7,3 20,5 24,9 47,3 100,0SettoreIndustria 3,3 16,0 28,2 52,5 100,0

    Commercio 5,0 6,6 29,3 59,1 100,0Servizi 4,5 14,1 30,6 50,9 100,0Previsioni sullimpresaCrescita 3,2 13,8 29,6 53,4 100,0Stabilit 4,5 11,8 31,5 52,2 100,0Flessione 2,9 17,9 24,3 54,9 100,0InternazionalizzateS 4,5 18,1 30,9 46,5 100,0No 3,4 11,1 27,6 57,9 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1.227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    15/44

    Fondazione Nord Est - 15

    IL FRONTE ESTERO RESISTE AL TEST

    Carlo Bergamasco

    La presenza delle imprese italiane sui mercati internazionali nonostante la crisi sembrasostanzialmente resistere rispetto, pur segnando nel 2009 un moderato arretramento. Il41,9% di esse (era il 45,8% nel 2008) afferma di intrattenere rapporti con lestero, afronte del 53,3% che al contrario si dichiara attivo esclusivamente sul mercato italiano.Il 4,1% ha invece riportato in Italia i propri affari dopo avere in passato operato oltreconfine e lo 0,7% afferma di essere in procinto di intraprendere affari con lestero.A ben vedere, su tratta di una contrazione che, se rapportata alla grave crisi economica efinanziaria diffusa su scala globale, appare di dimensioni contenute. Dopo il picco nelgrado di internazionalizzazione raggiunto nel 2007 (47%), le imprese tornano a livellianaloghi a quelli del 2006 (41,7%). Anche il numero di aziende che affermano nel 2009di non operare pi allestero (4,1%) sostanzialmente in linea con quanto gi emerso

    negli anni precedenti (3% nel 2008, 4,1 nel 2007).Il rallentamento della spinta verso linternazionalizzazione si configura dunque comeeffetto della crisi delleconomia mondiale. Il contesto economico internazionale rilevatoda Eurostat ne d conferma: il Pil della Germania, tradizionale mercato di riferimentoper le imprese italiane, ha subito nel primo trimestre del 2009 una discesa del 6,9%rispetto al primo trimestre del 2008. Lo stesso arco temporale ha visto per gli Stati Unitiun calo del 2,5%, mentre per il Giappone del 9,1%.La macroregione italiana con il maggior numero di imprese attive allestero risulta ilNord Est, dove il 53,3% delle aziende internazionalizzato. Seguono il Nord Ovest conil 45,2%, il Centro con il 39,5% e il Sud e Isole con il 31,9%. Questultimo territorio anche quello con il pi alto numero di imprese i cui rapporti con lestero non sono piattivi (6,1%). Linternazionalizzazione marcatamente pi diffusa tra le aziende con pidi 50 dipendenti (58,5%), le pi attrezzate per risorse economiche e umane.Decisamente meno frequente tra quelle che non superano i 49 addetti, tra le quali solo il38,4% internazionalizzata.Tra le modalit di rapporti con lestero, la vendita di prodotti e servizi la pi diffusa,con l86,2% delle aziende internazionalizzate che la praticano. In questo contesto si notala stabilit delle esportazioni come tipologia di internazionalizzazione nel confronto congli anni trascorsi: 85,6% nel 2008, 87,6% nel 2007.Allutilizzo di una rete commerciale estera ricorre invece il 35% delle aziendeinternazionalizzate. Tale modalit risulta pi comune tra le imprese con pi di 50 addetti(54,9%) e tra quelle dellindustria (41,1%). La tipologia che segue per diffusione lacommissione allestero di prodotti o servizi (32,2%), pratica in leggero calo rispetto al2008 (37,4%), ma ancora piuttosto frequente tra le aziende internazionalizzate del NordEst (38,4%).Registrano infine una sostanziale tenuta rispetto al 2008 le due modalit di internazio-nalizzazione che richiedono gli investimenti pi onerosi: la produzione allesteroattraverso strutture preesistenti (dal 12,9% del 2008 al 10% del 2009) e laperturaallestero di un nuovo stabilimento produttivo (dal 13,1% del 2008 all11,1% del 2009).

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    16/44

    Fondazione Nord Est - 16

    La seconda tipologia pi frequente il ricorso a fornitori esteri (66,5%, 69,3% nel2008). Essa riguarda soprattutto le imprese di maggiori dimensioni (73%) e, in manierapiuttosto spinta, quelle attive nel commercio (84,4%).Le imprese italiane che affermano di aver sostituito tutti i propri fornitori italiani con deifornitori esteri sono solo il 2,9% del campione, mentre per il 41,3% di esse si invece

    prodotta una sostituzione parziale. In questultimo contesto si profila una differenza trale imprese fino a 49 addetti e quelle al di sopra dei 50 (38,8% le prime, 50% leseconde). Lindagine delinea un panorama di complessiva tenuta del sistema delleimprese fornitrici italiane: a rivolgersi ancora in forma esclusiva a fornitori italiani il55,8% delle imprese, in maniera non troppo dissimile da quanto emerso nel 2008(59,5%) e nel 2007 (55,1%). Consuetudine, questultima, che nella macroregione NordEst viene riferita dal 63,3% delle aziende.In quasi la met dei casi, linternazionalizzazione risulta ancora un processo sviluppatoe perseguito in totale autonomia. Il 49% delle aziende che intrattiene rapporti conlestero afferma, infatti, di non essersi appoggiata a soggetti terzi per aprire rapporti conlestero. Abitudine che si dimostra fortemente sedimentata se si mette in relazionequesto dato con quanto emerso negli anni precedenti: 49,1% nel 2008, 45,6% nel 2007,

    49,9% nel 2006. Essa sembra inoltre pi diffusa nel Nord Est (56,1%) e nel Centro(52,2%).Tra gli enti e le istituzioni che pi frequentemente hanno fornito il proprio supportoallinternazionalizzazione delle imprese si segnalano le associazioni di categoria, per il15,9% delle aziende rispondenti allindagine, lIstituto per il Commercio Estero per il7,3%, le Camere di Commercio per il 6,3% e le banche per il 5,9%.

    Tab. 6 - Con la Sua attivit Lei intrattiene, o ha intrattenuto in passato, rapporticon altri Paesi europei o extraeuropei? (val. % per ripartizione territoriale)

    NordOvest

    NordEst

    Centro Sude Isole

    Italia

    S 45,2 53,3 39,5 31,9 41,9Al momento no maprossimamente avvier

    1,0 0,0 0,4 1,3 0,7

    In passato s, ma ora non pi 2,6 2,9 4,9 6,1 4,1

    No 51,2 43,8 55,2 60,7 53,3

    Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    17/44

    Fondazione Nord Est - 17

    Tab. 7 - Con la Sua attivit Lei intrattiene, o ha intrattenuto in passato, rapporticon altri Paesi europei o extraeuropei? (val. % per settore )

    Industria Commercio Servizi Tutti

    S 48,6 38,7 27,5 41,9

    Al momento no maprossimamente avvier 0,4 0,0 2,4 0,7

    In passato s, ma ora non pi 5,2 3,0 1,7 4,1No 45,8 58,3 68,4 53,3Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

    Tab. 8 - Con la Sua attivit Lei intrattiene, o ha intrattenuto in passato, rapporticon altri Paesi europei o extraeuropei? (val. % al netto delle non risposte)

    2009

    2003 2004 2005 2006 2007 2008 Fino

    a 49addetti

    50 e

    piaddetti

    Tutti

    S 43,4 47,1 35,5 41,7 47,0 45,8 38,4 58,5 41,9

    Al momento nomaprossimamenteavvier

    0,9 0,4 0,2 1,0 1,2 0,7 0,9 0,5 0,7

    In passato s,ma ora non pi

    5,2 3,4 3,8 3,1 4,1 3,0 4,4 2,4 4,1

    No 50,5 49,1 60,5 54,2 47,7 50,5 56,3 38,6 53,3

    Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

    Tab. 9 - Di che tipo saranno questi rapporti? (val. % per ripartizione territoriale)NordOvest

    NordEst

    Centro Sud eIsole

    Italia

    Vende prodotti o servizi 87,0 91,1 86,0 79,8 86,2Commissiona la produzione o servizi 27,6 38,4 29,8 36,9 32,2Produce utilizzando strutture preesistenti 12,0 9,0 8,8 8,7 10,0Ha aperto uno stabilimento o un ufficiooperativo ex novo

    9,9 12,5 15,7 6,7 11,1

    Ha una rete commerciale estera 34,9 36,3 45,6 22,1 35,0Utilizza dei fornitori esteri 69,3 62,5 54,4 78.8 66,5Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    18/44

    Fondazione Nord Est - 18

    Tab. 10 - Con la Sua attivit Lei intrattiene, o ha intrattenuto in passato, rapporticon altri Paesi europei o extraeuropei? (val. % al netto delle non risposte)

    2009

    2003 2004 2005 2006 2007 2008 Finoa 49

    addetti

    50 epi

    addettiTutti

    Vende prodottio servizi

    92,1 83,1 87,2 88,8 87,6 85,6 85,2 89,3 86,2

    Commissionala produzione oservizi

    34,2 32,9 30,3 32,4 38,3 37,4 30,8 37,2 32,2

    Produceutilizzandostrutturepreesistenti

    13,0 10,7 12,6 16,2 16,3 12,9 7,3 19,7 10,0

    Ha aperto unostabilimento o

    un ufficiooperativo exnovo

    9,4 10,2 10,0 8,4 10,0 13,1 6,5 27,0 11,1

    Ha una retecommercialeestera

    - - - - - - 29,1 54,9 35,0

    Utilizza deifornitori esteri

    61,8 70,8 66,6 65,0 67,6 69,3 64,4 73,0 66,5

    Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

    Tab. 11 - Di che tipo saranno questi rapporti? (val. % per settore)

    Industria Commercio Servizi Tutti

    Vende prodotti o servizi 89,9 63,6 90,8 86,2Commissiona la produzione o servizi 31,9 24,7 40,2 32,2Produce utilizzando strutture preesistenti 12,6 3,9 4,5 10,0Ha aperto uno stabilimento o un ufficiooperativo ex novo

    14,8 5,2 2,3 11,1

    Ha una rete commerciale estera 41,1 19,5 23,9 35,0

    Utilizza dei fornitori esteri 67,6 84,4 47,7 66,5

    Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    19/44

    Fondazione Nord Est - 19

    Tab. 12 - I fornitori esteri hanno sostituito i fornitori italiani? (val. % al netto dellenon risposte)

    2009

    2003 2004 2005 2006 2007 2008 Finoa 49

    addetti

    50 epi

    addetti

    Tutti

    S, del tutto 3,9 5,7 4,8 5,6 5,6 2,4 3,2 2,3 2,9S, in parte 41,1 42,2 44,8 39,6 39,1 38.1 38,8 50,0 41,3No 55,0 52,1 50,4 54,8 55,3 59,5 58,0 47,7 55,8Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

    Tab. 13 - I fornitori esteri hanno sostituito i fornitori italiani? (val. %)S, del tutto S, ma solo in parte No Totale

    TUTTI 2,9 41,3 55,8 100,0

    Ripartizione geograficaNord Ovest 1,5 40,6 57,9 100,0Nord Est 4,2 32,4 63,4 100,0Centro 6,5 41,9 51,6 100,0Sud e isole 2,5 49,4 48,1 100,0SettoreIndustria 2,5 41,4 56,1 100,0Commercio 1,6 48,4 50,0 100,0Servizi 7,1 28,6 64,3 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

    Tab. 14 - A chi si appoggiato per gli investimenti allestero? (val. %)NordOvest

    NordEst Centro

    Sud eisole Italia

    A nessuno 48,4 56,1 52,2 39,6 49,0Alle associazioni di categoria 18,6 15,9 12,4 15,8 15,9AllIce-Istituto per il Commercio Estero 4,8 1,9 9,7 12,9 7,3Alla camera di commercio 4,8 7,5 7,1 7,9 6,3A banche / istituti di credito 5,9 6,5 8,0 2,0 5,9A societ di consulenza 5,9 4,7 4,4 6,9 5,5Altri enti pubblici 1,6 0,9 2,7 2,0 1,6Societ finanziarie (Simest, Finest) 0,5 0,0 0,0 0,0 0,2Ambasciate 0,5 0,0 0,0 0,0 0,2

    Altro 9,0 6,5 3,5 12,9 8,1Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    20/44

    Fondazione Nord Est - 20

    Tab. 15 - A chi si appoggiato per gli investimenti allestero? (val. % al netto dellenon risposte)

    2009

    2003 2004 2005 2006 2007 2008 Finoa 49

    addetti

    50 epi

    addetti

    Tutti

    A nessuno 37,1 48,8 45,9 49,9 45,6 49,1 50,1 45,4 49,0Alle associazionidi categoria

    18,0 15,4 14,4 14,1 14,0 14,2 17,0 12,6 15,9

    AllIce-Istitutoper il CommercioEstero

    6,4 6,0 7,2 5,2 6,7 4,3 6,7 9,2 7,3

    Alla camera dicommercio

    9,2 9,1 9,2 9,2 9,5 5,9 6,9 4,2 6,3

    A banche / istitutidi credito

    11,8 7,7 9,4 8,7 9,6 9,5 5,4 7,6 5,9

    A societ diconsulenza

    8,8 6,5 6,8 6,4 6,9 6,3 4,6 8,4 5,5

    Altri enti pubblici 1,5 0,9 0,5 0,5 0,8 0,7 1,8 0,9 1,6Societfinanziarie(Simest, Finest)

    0,8 1,3 0,7 1,1 0,4 0,6 0,0 0,8 0,2

    Ambasciate 0,9 0,8 0,2 0,7 0,6 0,5 0,0 1,7 0,2Altro 5,5 3,5 5,7 4,2 5,9 8,9 7,5 9,2 8,1Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    21/44

    Fondazione Nord Est - 21

    LATTIVITA DELOCALIZZATA ELEVA LE PROFESSIONALITA

    Carlo Bergamasco

    Per le imprese italiane linternazionalizzazione si afferma sempre pi come strategia dicrescita. Una netta maggioranza di aziende (66%) afferma, infatti, di intraprendererapporti con lestero con lobiettivo di presidiare i mercati strategici, i pi promettentiper lo sviluppo del business dellazienda.Lobiettivo del contenimento dei costi di produzione segue a distanza con il 23,6% delleindicazioni. Per il 10,4% stata invece una combinazione di entrambe che ha indotto adaprire rapporti con lestero. Guardando alle differenze rispetto a quanto emerso nel2008, la tendenza appare ancora pi consolidata: il presidio dei mercati strategiciincrementa il numero di preferenze (+5,7%), mentre la ricerca di costi di produzione pivantaggiosi ne raccoglie un numero inferiore (- 8,4%).La differenza nelle scelte tra le due opzioni rispecchia verosimilmente due differentimodi di rapportarsi al mercato. Da una parte, i rapporti con lestero si traducono

    maggiormente in una strategia assertiva e nella ricerca di nuovi spazi per loutputaziendale. Dallaltra, essi sembrano rispondere a necessit difensive, o comunque dicontenimento dei rischi, per mezzo dellabbassamento dei costi di manodopera, materieprime, servizi.La crisi finanziaria, che ha preso corpo nella seconda met del 2008 e che ha causato alivello globale una fase economica recessiva, non sembra dunque avere mutatolorientamento delle imprese rispetto allinternazionalizzazione: i rapporti con lesterorisultano sempre pi unopportunit per la crescita futura dellazienda, piuttosto che unamera ricerca di ricavi maggiori sullunit di output.La necessit di presidiare i mercati strategici viene indicata in maniera ancora pimarcata dalle imprese del Nord Est (70,1%) e, per quanto riguarda la ripartizione insettori dai servizi (77,7%).Passando allanalisi delle conseguenze dellinternazionalizzazione per il sistemaeconomico locale delle aziende, al primo posto si trova la richiesta di figureprofessionali pi elevate (44,9%). Al secondo, viene la perdita di occupazione per ilavoratori meno qualificati (26,3%), mentre la chiusura delle imprese di subfornituralocali la terza per indicazioni (22,9%). Meno visibile la richiesta di servizi comemarketing e pubblicit (5,9%).Rispetto al 2008 la questione della mancanza di risorse umane adeguate diventa ancorapi prioritaria (+7%). Tale conseguenza viene lamentata in preponderanza dalle impresedel Sud e isole (54,3%), mentre avvertita meno da quelle del Nord Est (40,2%). Leaziende dei servizi sono quelle per cui si sente pi nettamente la necessit di figureprofessionali pi elevate (54,1%). Meno comune tra le imprese industriali (40,1%).Diminuisce a distanza di un anno chi vede nella chiusura delle subfornitrici il primoeffetto dellinternazionalizzazione (-5,6%). Essa pi frequente tra le impreseindustriali (25,8%) e tra le imprese fino a 49 dipendenti (24%), mentre pi ridotta traquelle che superano i 50 addetti (17,9%).Per quanto riguarda infine gli effetti che ha prodotto la delocalizzazione produttiva(lapertura allestero di un nuovo stabilimento, oppure lutilizzo di una strutturapreesistente) sugli stabilimenti che limpresa detiene in Italia, emerge come la chiusura

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    22/44

    Fondazione Nord Est - 22

    totale di questi ultimi abbia riguardato il 3,2% delle aziende. Tra le imprese con pi di50 addetti il numero di quelle che hanno chiuso i loro stabilimenti in Italia sale al 4,8%.Si tratta di livelli contenuti, che indicano un numero molto esiguo di aziende. Tuttavia,nel caso delle imprese di dimensioni pi elevate, essi possono avere causato problemioccupazionali a livello locale, ulteriormente acuiti dallattuale fase di congiuntura

    recessiva, con la conseguente necessit di mettere mano agli strumenti pubblici diintervento come la cassa integrazione.Chi dichiara come effetto dellapertura di stabilimenti produttivi allestero un forteridimensionamento dellorganico il 2,6%. Le considerazioni possono essere analoghea ci che stato visto per la chiusura degli stabilimenti, in quanto anche queste ultimesembrano pi presenti nella classe con pi di 50 addetti (4,8%). Da notare comunqueche rispetto a quanto rilevato nel 2008, questultimo fenomeno mostra una incidenzainferiore (-6,1%). La chiusura totale degli stabilimenti risulta aver riguardato in misuramaggiore le imprese del Centro (9,1%) e quelle appartenenti al commercio (14,3%).

    Tab. 16 - I Suoi rapporti con lestero rispondono soprattutto a (val. %) esigenze di

    contenimento deicosti di produzione

    presidio

    di mercatistrategici

    Entrambe Totale

    TUTTI 23,5 66,2 10,3 100,0

    Classe dimensionale10 - 49 addetti 25,1 65,5 9,4 100,050 e pi addetti 19,1 67,8 13,0 100,0Ripartizione geograficaNord Ovest 26,5 63,3 10,2 100,0Nord Est 19,6 70,1 10,3 100,0Centro 25,9 65,7 8,4 100,0Sud e isole 19,5 67,8 12,7 100,0Settore

    Industria 22,1 67,0 10,9 100,0Commercio 39,1 51,6 9,4 100,0Servizi 14,3 77,7 7,9 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

    Tab. 17 - I Suoi rapporti con lestero rispondono soprattutto a (val. % al nettodelle non risposte)

    2009

    2005 2006 2007 2008 Finoa 49

    addetti

    50 epi

    addettiTutti

    esigenze di contenimento deicosti di produzione

    23,4 25.0 29,2 32,0 25,1 19,1 23,6

    presidio di mercati strategici 68,5 61,7 56,9 58,3 65,5 67,8 66,0Entrambe 8,1 13,3 13,9 9,7 9,4 13,1 10,4Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    23/44

    Fondazione Nord Est - 23

    Tab. 18 - Qual , secondo Lei, la principale conseguenza dei processi diinternazionalizzazione per il sistema economico locale? (val. %)

    NordOvest

    NordEst

    Centro Sud eIsole

    Italia

    La perdita di occupazione per i lavoratori

    meno qualificati

    28,2 26,1 22,9 27,0 26,3

    La chiusura delle imprese di subfornituralocali

    24,3 26,6 27,6 14,3 22,9

    Una maggiore richiesta di servizi comemarketing, pubblicit, etc 4,9 7,1 8,4 4,4 5,9

    La richiesta di figure professionali pielevate

    42,6 40,2 41,1 54,3 44,9

    Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

    Tab. 19 - Qual , secondo Lei, la principale conseguenza dei processi diinternazionalizzazione per il sistema economico locale? (val. % al netto delle non

    risposte)2009

    2006 2007 2008 Finoa 49

    addetti

    50 epi

    addettiTutti

    La perdita di occupazione per ilavoratori meno qualificati

    38,6 35,7 26,4 25,9 28,1 26,3

    La chiusura delle imprese di subfornituralocali

    22,8 20,1 28,5 24,0 17,9 22,9

    Una maggiore richiesta di servizi comemarketing, pubblicit, etc

    12,9 12,5 7,2 6,0 5,6 5,9

    La richiesta di figure professionali pi

    elevate

    25,7 31,7 37,9 44,1 48,4 44,9

    Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

    Tab. 20 - Qual , secondo Lei, la principale conseguenza dei processi diinternazionalizzazione per il sistema economico locale? (val. %)

    Industria Commercio Servizi Tutti

    La perdita di occupazione per i lavoratorimeno qualificati

    28,4 27,7 20,1 26,3

    La chiusura delle imprese di subfornituralocali

    25,8 19,0 18,4 22,9

    Una maggiore richiesta di servizi comemarketing, pubblicit, etc 5,7 4,9 7,4 5,9

    La richiesta di figure professionali pielevate

    40,1 48,4 54,1 44,9

    Totale 100,0 100,0 100,0 100,0Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    24/44

    Fondazione Nord Est - 24

    Tab. 21 - Lapertura di un nuovo stabilimento o lutilizzo di strutture preesistentiha comportato nei Suoi stabilimenti in Italia (val. % al netto delle non risposte)

    2009

    2003 2004 2005 2006 2007 2008 Finoa 49

    addetti

    50 epi

    addetti

    Tutti

    una chiusuratotale

    9,1 6,2 11,8 9,2 3,6 1,4 2,2 4,8 3,2

    un forteridimensionamentodellorganico

    - - - - - 8,7 0,0 4,8 2,6

    Fonte: Fondazione Nord Est Unicredit Corporate Banking per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    25/44

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    26/44

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    27/44

    Fondazione Nord Est - 27

    Tab. 23 - Secondo Lei, qual il principale effetto portato dallEuro? (val. %)

    Last

    abilita

    mon

    etaria

    Unabassainflazione

    etassidiinteresse

    rid

    otti

    Unam

    aggior

    integrazionedei

    mercatifinanziari

    Finanze

    pubbliche

    pi

    sane

    Sca

    mbi

    internazionali

    commercialipi

    aevoli

    Unsimbo

    loconcreto

    dell'identiteuropea

    To

    tale

    TUTTI 39,3 14,1 8,1 2,3 22,4 13,8 100,0

    Ripartizione territorialeNord Ovest 36,9 14,8 7,3 3,0 22,4 15,6 100,0Nord Est 45,9 13,3 9,2 1,0 19,9 10,7 100,0Centro 38,8 14,0 10,4 1,9 24,5 10,4 100,0Sud e Isole 38,4 13,7 6,2 2,6 22,3 16,8 100,0Settore

    Industria 39,3 13,9 6,9 2,3 23,5 14,1 100,0Commercio 44,4 13,2 9,0 2,2 18,0 13,2 100,0Servizi 35,7 15,2 10,5 2,2 22,7 13,7 100,0Classe dimensionale10 49 addetti 39,2 13,8 7,5 2,6 22,0 14,9 100,050 e pi addetti 40,1 15,3 10,9 1,5 23,3 8,9 100,0InternazionalizzazioneS 41,4 12,1 6,6 2,8 26,4 10,7 100,0No 37,6 15,6 9,2 1,9 19,6 16,1 100,0Profilo di impresaMicro local 36,8 16,0 9,1 1,1 19,2 17,8 100,0In ridefinizione 45,6 12,3 8,7 3,7 21,0 8,7 100,0Self made globali 39,5 11,1 6,9 3,3 26,5 12,7 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    28/44

    Fondazione Nord Est - 28

    PRIMA LA CASSA, POI GLI INVESTIMENTI

    Gianluca Toschi

    Problemi sul fronte della liquidit e, in misura minore, lesigenza di finanziare nuoviinvestimenti hanno spinto, negli ultimi tre mesi, le imprese a chiedere al sistemabancario nuovi finanziamenti. Nella maggior parte dei casi (sei su dieci) le banchehanno accolto le richieste applicando le condizioni abituali ma, in un caso su cinque, ilcredito non stato concesso e in altrettanti casi le imprese sono riuscite ad ottenerefinanziamenti a condizioni pi gravosi di quelle abituali. I dati che emergono daLItalia delle imprese parrebbero quindi confermare che gli istituti di credito, in unasituazione di crisi che ha aumentato il rischio delle operazioni legate ai finanziamentialle imprese, abbiano adottato soglie pi elevate per lerogazione dei prestiti.Negli ultimi tre mesi il 35,4% delle imprese ha presentato al sistema bancario una nuovarichiesta di credito o un ampliamento di quelli gi concessi. Rispetto alla media le

    imprese in ridefinizione, quelle accomunate dallampia disponibilit a ricercare formedi alleanze e aggregazioni e pronte ad aprirsi a nuovi capitali per aumentare la propriacompetitivit, evidenziano una maggior propensione alla richiesta di credito: il 47,5% ditali imprese si rivolta, infatti, al sistema creditizio per ottenere nuovi finanziamenti,motivati sia da esigenze di cassa che dalla necessit di finanziare nuovi investimenti. Unquadro coerente per un gruppo di imprese che si dichiarano desiderose di crescere eincrementare le proprie performance e capacit, come coerente appare il fatto che sianole imprese che hanno prospettive positive per il futuro prossimo a chiedere con maggiorintensit credito al sistema bancario (41,2%). Considerando la distribuzione geografica,si rileva come siano le imprese del Sud e delle Isole a richiedere con maggior frequenzanuovi finanziamenti (38,7%). Differenze rilevanti si riscontrano nellanalisi del macro-settore di appartenenza delle imprese oggetto dindagine: negli ultimi tre mesi, quelleattive nel commercio si sono rivolte al settore bancario per richiedere nuovo credito inmisura minore rispetto a quelle dellindustria, rispettivamente 30,7% e 38,1%.Le richieste di credito provenienti dalle imprese sono motivate soprattutto da esigenzedi cassa (69,8% dei casi), che si fanno pi pressanti (77,1%) tra quelle che hanno leaspettative peggiori per il futuro e che presumibilmente si trovano in una situazione didifficolt. Per quasi la met delle imprese (48,6%) lampliamento dei finanziamentirichiesto alle banche trova motivazione nella necessit di effettuare nuovi investimenti:una percentuale che aumenta tra le imprese pi grandi (56,7%), tra quelle cheintravedono prospettive di crescita in un futuro prossimo (54,7%) e tra quelle del Centro(52,9%) e del Nord Est (52,1%). Considerando i comportamenti strategici delle imprese,la necessit di finanziare nuovi investimenti citata come motivazione della richiesta diampliamento del credito soprattutto dalle imprese in ridefinizione (52,1%).A fronte della richiesta di nuovo credito, quasi sei imprese su dieci riescono ad ottenerloalle condizioni abituali; una percentuale che cresce tra le imprese del commercio(64,9%) e tra quelle del Nord Est (64,8). Tra le imprese del Centro, invece, si evidenziail pi elevato tasso di rifiuto da parte delle banche: 23,7% contro il 20,1% generale.Ancora pi elevata la percentuale tra le imprese in ridefinizione (28,7%), alle quali lebanche attribuiscono probabilmente tassi di rischio elevati che inducono a rifiutarenuovi finanziamenti. Le imprese pi grandi sono quelle che, invece, riescono ad

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    29/44

    Fondazione Nord Est - 29

    ottenere i finanziamenti richiesti, ma a condizioni pi gravose rispetto a quelle abituali(28,6% contro il 19,5% generale).

    Tab. 24 - Negli ultimi 3 mesi la Sua azienda ha presentato alle banche una nuovarichiesta di credito o di ampliamento di uno gi esistente? (val. %)

    S No TotaleTUTTI 35,4 64,6 100,0

    Ripartizione territorialeNord Ovest 32,7 67,3 100,0Nord Est 35,3 64,7 100,0Centro 35,5 64,5 100,0Sud e Isole 38,7 61,3 100,0SettoreIndustria 38,1 61,9 100,0Commercio 30,7 69,3 100,0Servizi 31,8 68,2 100,0Classe dimensionale

    10 49 addetti 35,8 64,2 100,050 e pi addetti 32,7 67,3 100,0Previsioni sullimpresaFlessione 34,4 65,6 100,0Stabile 32,7 67,3 100,0Crescita 41,2 58,8 100,0Profilo di impresaMicro local 32,1 67,9 100,0In ridefinizione 47,5 52,5 100,0Self made globali 34,1 65,9 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    30/44

    Fondazione Nord Est - 30

    Tab. 25 - Se s, il credito richiesto (val.)

    nonstatoconcesso

    statoco

    ncessoalle

    condizion

    iusuali

    statocon

    cessomaa

    condizionip

    igravose

    delleu

    suali

    laziendaha

    rinunciatoalprestito

    percondizionitroppo

    grav

    ose

    Totale

    TUTTI 20,1 58,2 19,5 2,2 100,0

    Ripartizione territorialeNord Ovest 16,4 60,9 21,9 0,8 100,0Nord Est 14,1 64,8 16,9 4,2 100,0Centro 23,7 53,6 19,6 3,1 100,0Sud e Isole 24,6 55,3 18,4 1,7 100,0

    SettoreIndustria 22,3 55,8 18,9 3,0 100,0Commercio 10,5 64,9 22,8 1,8 100,0Servizi 20,2 60,7 19,1 0,0 100,0Classe dimensionale10 49 addetti 21,6 57,9 17,9 2,6 100,050 e pi addetti 12,7 58,7 28,6 0,0 100,0Profilo di impresaMicro local 17,7 64,5 17,2 0,6 100,0In ridefinizione 28,7 47,1 21,8 2,4 100,0Self made globali 16,8 58,4 22,1 2,7 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    31/44

    Fondazione Nord Est - 31

    Tab. 26 - Quali sono stati i motivi di tale richiesta di nuovo credito da parte dellaSua azienda? (val. %)

    Esigenze dicassa

    Nuoviinvestimenti

    TUTTI 69,8 48,6

    Ripartizione territorialeNord Ovest 69,6 44,9Nord Est 67,1 52,1Centro 70,9 52,9Sud e Isole 70,6 47,1Classe dimensionale10 49 addetti 70,3 46,850 e pi addetti 68,2 56,7Previsioni sullimpresaFlessione 77,1 40,7Stabile 67,0 49,7Crescita 67,2 54,7

    Profilo di impresaMicro local 68,3 43,9In ridefinizione 70,8 52,1Self made globali 69,5 51,3

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    32/44

    Fondazione Nord Est - 32

    PIU DIFFICILE IL CREDITO A BREVE

    Gianluca Toschi

    Credito pi difficile da ottenere, ma meno costoso che in passato: questa limmagineche lItalia delle Imprese permette di ricostruire rispetto al rapporto tra aziende ebanche. Quasi unimpresa su tre segnala, infatti, che negli ultimi tre mesi la concessionedi credito (soprattutto di finanziamenti a breve termine) si fatta pi restrittiva che inpassato. Una restrizione che ha interessato anche il credito gi concesso, visto cheunimpresa su dieci ha ricevuto la richiesta, da parte delle proprie banche, di rientrodegli affidamenti. A fronte della maggior difficolt ad ottenerlo, il credito risulta menocostoso che in passato: diminuiscono i tassi di interesse per due imprese su cinque, e peraltrettante rimangono stabili.Per il 29% delle imprese, negli ultimi tre mesi la concessione del credito da parte dellebanche si fatta pi restrittiva che in passato. A soffrire maggiormente sono le imprese

    in ridefinizione, accomunate dallampia disponibilit a ricercare forme di alleanze eaggregazioni e pronte ad aprirsi a nuovi capitali per aumentare la propria competitivit(35,3%), e quelle del Centro (32,6%). Rispetto al dato medio, invece, la situazioneappare meno difficile per le imprese del commercio (24,0%) e per quelle del NordOvest (24,4%).Oltre la met delle imprese (57,6%) dichiara che la restrizione del credito sta colpendoprincipalmente i finanziamenti a breve termine (quelli inferiori ai 12 mesi), unfenomeno che interessa soprattutto le imprese in ridefinizione (68,8%), quelle delNord Ovest (65,5%) e del Commercio (63,4%). Il 42,4% segnala invece unrallentamento nella concessione di crediti a medio-lungo termine, con una percentualeche aumenta tra le imprese del Centro (52,8%) e del Nord Est (49,0%).Ad oltre il 10% delle imprese le banche hanno chiesto, negli ultimi tre mesi, di rientraregli affidamenti concessi in passato, totalmente (2,7%) o parzialmente (7,4%). Ancorauna volta sono le aziende in ridefinizione quelle pi colpite dal fenomeno (14,3%),con una percentuale di imprese cui stato richiesto un rientro totale degli affidamentimolto elevata (4,1%) rispetto alla media (2,7%). Le richieste di rientro delle banchehanno interessato con minor intensit le imprese del commercio (6,6%) e quelle didimensioni maggiori (7,2%).Per oltre quattro imprese su cinque (82,5%) i tassi di interesse applicati dalle banchesono, negli ultimi tre mesi, diminuiti (42,6%) o rimasti stabili (39,9). Una diminuzioneche viene segnalata soprattutto dalle imprese del Nord Est (51,8%), da quelle che neglianni hanno sviluppato processi spinti di internazionalizzazione e ritengono utilerealizzare forme di alleanze e aggregazioni per aumentare la propria competitivit, mache non sono disponibili ad aprire la propriet ad altri soci o a fondi, (le Self madeglobali 48,8%) e dalle imprese del Commercio (48,4%). Le segnalazioni di aumentodei tassi di interesse provengono con maggior intensit dalle imprese in ridefinizione(23,2%) e da quelle del Sud e delle Isole (23,1%). Sono invece le imprese del Centro(46,5%) e le Micro local (43,3%), aziende di piccola dimensione che si rivolgono adun mercato locale e che si dimostrano indisponibili ad aprire la propriet a capitaliesterni, a dichiarare la stabilit dei tassi di interesse.

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    33/44

    Fondazione Nord Est - 33

    Tab. 27 - In generale, negli ultimi 3 mesi, la concessione del credito da parte dellebanche alla Sua azienda stata pi restrittiva? (val. %)

    S No TotaleTUTTI 29,0 71,0 100,0

    Ripartizione territorialeNord Ovest 24,4 75,6 100,0Nord Est 29,2 70,8 100,0Centro 32,6 67,4 100,0Sud e Isole 31,6 68,4 100,0SettoreIndustria 31,5 68,5 100,0Commercio 24,0 76,0 100,0Servizi 25,9 74,1 100,0Profilo di impresaMicro local 26,7 73,3 100,0In ridefinizione 35,3 64,7 100,0Self made globali 28,1 71,9 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi1227)

    Tab. 28 - Se s, la restrizione del credito stata maggiore (val. %)per i finanziamenti a

    breve termine(

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    34/44

    Fondazione Nord Est - 34

    Tab. 29 - Negli ultimi 3 mesi, in media, i tassi di interesse applicati dalle banchealla Sua azienda sono andati (val. %)

    aumentando rimanendostabili

    diminuendo Totale

    TUTTI 17,5 39,9 42,6 100,0

    Ripartizione territorialeNord Ovest 15,9 39,4 44,7 100,0Nord Est 14,2 34,0 51,8 100,0Centro 16,5 46,5 37,0 100,0Sud e Isole 23,1 38,1 38,8 100,0SettoreIndustria 19,0 38,9 42,1 100,0Commercio 14,1 37,5 48,4 100,0Servizi 16,0 44,4 39,6 100,0Profilo di impresaMicro local 16,5 43,3 40,2 100,0In ridefinizione 23,2 36,8 40,0 100,0

    Self made globali 15,2 36,0 48,8 100,0Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

    Tab. 30 - Negli ultimi 3 mesi le banche hanno chiesto alla Sua azienda un rientrodegli affidamenti? (val. %)

    S, totale S, ma solo inmodo parziale

    No Totale

    TUTTI 2,7 7,4 89,9 100,0

    SettoreIndustria 2,8 8,4 88,8 100,0

    Commercio 2,0 4,6 93,4 100,0Servizi 2,9 7,2 89,9 100,0Classe dimensionale10 49 addetti 2,9 7,9 89,2 100,050 e pi addetti 1,5 5,7 92,8 100,0Profilo di impresaMicro local 2,4 6,9 90,7 100,0In ridefinizione 4,1 10,2 85,7 100,0Self made globali 2,4 6,7 90,9 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    35/44

    Fondazione Nord Est - 35

    IL NORD DIVISO IN DUE DAL PESO POLITICO

    Davide Girardi

    Insiemi poco sovrapposti, tendenzialmente separati: cos appaiono le dimensionipolitica ed economica nellanalisi dei risultati emersi dallottava indagine Italia delleImprese, condotta dalla Fondazione Nord Est per Il Sole 24 Ore Unicredit CorporateBanking. Le traiettorie delle differenti macro-aree del Paese, nondimeno, si confermanolontane. Gli imprenditori del Nord Ovest e del Nord Est consolidano la percezione dirilevanza economica ma, sia pure in crescita rispetto al 2007, quella di rilevanza politicasi discosta ampiamente rispetto alla prima: se l89,4% degli imprenditori del NordOvest (l88,5% nel 2007), infatti, ritiene che la propria regione sia abbastanza omolto rappresentata sotto il profilo economico, il valore scende al 70% considerandoil profilo politico. Tra i piccoli e medi imprenditori del Nord Est, lo scarto molto piconsistente: dall86,7% di rispondenti consapevoli della propria centralit economica

    (83,6% nel 2007), si scende al 43,6% sul versante della rappresentanza politica; insignificativa crescita, tuttavia, rispetto al 32,6% del 2007. Per un Nord che tiene, visono un Centro e un Sud e Isole che peggiorano la percezione di rilevanza economica:con scarti percentuali marcati sia per il Centro (dall82,1% del 2007 allattuale 76,1%)che per il Sud e Isole (dal 30,2% al 23,5%). Questultime, inoltre, politicamentericonfermano la percezione di marginalit (passando dal 28,7% del 2007 al 31,9% del2009). Un notevole decremento nellautopercezione di rilevanza politica investe, poi, ilCentro del Paese, pari ad oltre dodici punti percentuali (dal 62,5% del 2007 al 50,4%).Allinterno di simile quadro, qual lattenzione che gli imprenditori ritengono riservatadal Governo a ciascuna macroarea? Secondo gli interpellati, al Nord Ovest il Governoriserva abbastanza o molta attenzione per oltre otto intervistati su dieci (83%) traquelli residenti nel Sud/Isole, per oltre sette su dieci tra quelli del Nord Est (76,4%) edel Centro (71,6%) e per sei intervistati su dieci tra quelli dello stesso Nord Ovest(59,5%). Anche il Nord Est raccoglie valutazioni maggiormente positive tra irispondenti delle altre macroaree: ad esso il governo dedica abbastanza o moltaattenzione per l84,7% degli imprenditori del Sud/Isole, per il 78,5% di quelli delCentro e per il 68,5% di quelli del Nord Ovest. Gli imprenditori del Nord Est fornisconouna valutazione meno generosa, con il 49,8% di risposte. Se il Centro raccoglievalutazioni migliori, di nuovo, tra gli imprenditori delle altre macroaree (81,4% a NordOvest e 76,1% a Nord Est, fino al 65% nel Sud/Isole e al 52% del Centro), il Sud/Isolepolarizza un gioco di specchi: tra gli imprenditori del Nord Ovest e del Nord Estcumula una percezione di centralit per quasi sette intervistati su dieci, ma viene alcontrario interpretato marginalmente da quelli del Centro (44,7%) e del Sud/Isolemedesimo (20,2%). Lindicatore di centralit politico-economica, elaborato persintetizzare i risultati, conferma le valutazioni fino a ora svolte. Tra i centrali(rilevanti sia economicamente che politicamente), il Nord Ovest testimonia la maggioresimmetria, con il 67,7% di risposte (57,4% nel 2007). Pur crescendo la sensazione dicentralit politico-economica del Nord Est, che passa dal 30,7% del 2007 al 41,2% del2009, permane tuttavia consistente quella duno squilibrio sul versante economico: traquanti si ritengono economicamente centrali, lo stesso Nord Est cumula il valore pialto, con il 45,1% di risposte. Rispetto a due anni fa, il Centro perde oltre otto punti (dal

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    36/44

    Fondazione Nord Est - 36

    54,4% al 46,2%) tra i centrali, mentre il Sud/Isole evidenzia il peso maggiore incorrispondenza della modalit (marginali), che contempera marginalit economica emarginalit politica: 59,8%. In conclusione, i dati individuano uno spazio ancoraconsistente per colmare non tanto un deficit, quanto piuttosto i deficit dirappresentanza.

    Tab. 31 - Secondo Lei, quanto conta oggi su scala nazionale la Sua regione sotto ilprofilo economico? (val. %)Molto + abbastanza 69,1Poco + per nulla 30,9Totale 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

    Tab. 32 - Secondo Lei, quanto conta oggi su scala nazionale la Sua regione dal

    punto di vista politico? (val. %)Molto + abbastanza 51,1Poco + per nulla 48,9Totale 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

    Tab. 33 - In che misura, secondo Lei, gli interessi delle seguenti aree geografichedel nostro Paese sono presi in considerazione dal Governo nazionale? (val. %)

    Nord Ovest Nord Est Centro Sud e isole ItaliaMolto + abbastanza 71,1 71,8 69,0 48,8 71,7Poco + per nulla 28,9 28,2 31,0 51,2 28,3Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    37/44

    Tab. 34 - Secondo Lei, quanto conta oggi su scala nazionale la Sua regione sotto il profilo economico? settore di appartenenza, classe dimensionale, indice futuro e internazionalizzazione (val. %)

    Ripartizione territoriale Settore di appartenenzaClasse

    dimensionale

    Futuro (indice)

    NordOvest

    NordEst

    CentroSud eIsole

    Industria Commercio Servizi 10-49 >50 Flessione Stabile C

    Molto +abbastanza

    89,4 86,7 76,1 23,5 71,0 69,5 63,7 68,4 72,7 72,6 67,6

    Poco + pernulla

    10,6 13,3 23,9 76,5 29,0 30,5 36,3 31,6 27,3 27,4 32,4

    Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi 1227)

    Tab. 35 - Secondo Lei, quanto conta oggi su scala nazionale la Sua regione dal punto di vista politico? settore di appartenenza, classe dimensionale, indice futuro e internazionalizzazione (val. %)

    Ripartizione territoriale Settore di appartenenza Classedimensionale Futuro (indice)

    NordOvest

    NordEst

    CentroSud eIsole

    Industria Commercio Servizi 10-49 >50 Flessione Stabile C

    Molto +abbastanza

    70,0 43,6 50,4 31,9 51,0 54,4 49,1 51,2 51,2 53,8 51,7

    Poco + pernulla

    30,0 56,4 49,6 68,1 49,0 45,6 50.9 48,8 48,8 46,2 48,3

    Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi 1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    38/44

    Tab. 36 - In che misura, secondo Lei, gli interessi delle seguenti aree geografiche del nostro Paese sono Governo nazionale? Per ripartizione territoriale, settore di appartenenza, classe dimensionale, indice internazionalizzazione (sole risposte molto + abbastanza) (val. %)

    Ripartizione territoriale Settore di appartenenza Classedimensionale Futuro (indice)

    NordOvest

    NordEst

    CentroSud eIsole

    Industria Commercio Servizi 10-49 >50 Flessione Stabile Cre

    NordOvest

    59,5 76,4 71,6 83,0 69,3 73,5 73,9 69,9 76,3 68,5 73,6 7

    NordEst

    68,5 49,8 78,5 84,7 69,6 70,5 78,0 71,3 73,5 66,4 73,6 7

    Centro 81,4 76,1 52,0 65,0 67,7 72,2 70,3 68,2 73,5 66,9 69,9 6Sud eIsole

    66,7 65,7 44,7 20,2 51,1 50,8 41,7 48,2 52,1 50,0 49,3 4

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi 1227)

    Tab. 37 - Indicatore di centralit politico-economica per ripartizione territoriale, settore di apparteninternazionalizzazione (val. %)

    Ripartizione territoriale Settore di appartenenza Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Industria Commercio S

    Marginali 9,0 11,3 20,4 59,8 23,0 24,4 Centralit solo economica 21,1 45,1 29,5 8,3 25,9 21,8 Centralit solo politica 2,3 2,5 4,0 16,9 6,2 6,7 Centrali 67,6 41,1 46,1 15,0 44,9 47,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi 1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    39/44

    Fondazione Nord Est - 39

    PIU CONSENSI AL QUIRINALE E ALLA BCE

    Fabio Marzella

    La ripresa della fiducia, come possibile prodromo per una ripresa economica, parepermeare lambito istituzionale oltre a quello previsionale. Le imprese italianedichiarano un aumento diffuso della fiducia rispetto a tutti i soggetti istituzionalisondati. In particolare guadagnano in termini di fiducia il Presidente della Repubblica,le istituzioni europee, la Banca dItalia figure di riferimento per la stabilit istituzionaleed economica in ambito italiano ed europeo.Prendendo come indicatore la somma di risposte molta o moltissima fiducia, la mediadelle 10 istituzioni rilevate sia nel 2008 che nel 2009 (quindi escluso il governoinsediatosi nella primavera del 2008) aumenta di 5 punti percentuali. Sono il Presidentedella Repubblica Napolitano (61,9%, +10,3 punti percentuali) e le due istituzionibancarie principali: la Banca dItalia (43,7%, +10 punti percentuali) e la Banca CentraleEuropea (48,0, +12,9 punti percentuali) ad avere laumento prevalente di fiducia. Il

    Presidente recupera il calo di fiducia verificatosi nei due anni precedenti e ritorna alsecondo posto della classifica, la BCE risale rispetto al minimo raggiunto nel 2008 e laBanca dItalia raggiunge il livello di fiducia massimo finora registrato. Ulterioriaumenti significativi vi sono per le Associazioni degli imprenditori e per la Regione .Un aumento di fiducia generale che fa ben sperare per la solidit del sistema Italia e perla credibilit dellistituzione europea al di l degli andamenti ciclici di innamoramento odisamoramento verso lEuropa. I risultati possono essere letti come in apparentecontraddizione con quanto espresso dagli elettori nellultima tornata di voti per ilparlamento europeo, segnata dal record negativo di astenuti, ma occorre distinguere trale esigenze della popolazione europea con quelle delle imprese, le quali, soprattutto inmomenti di crisi come questo, godono della presenza di una istituzione sovranazionaleche garantisca stabilit monetaria.Si confermano al primo posto, della particolare classifica di fiducia, i piccoli e mediimprenditori con un livello di fiducia pari all82%. Il cuore del sistema imprenditorialeitaliano rimane un punto saldo tra i dati dellindagine. Fiducia elevata anche per il IVGoverno Berlusconi che si attesta attorno ai livelli registrati nelle indagini del 2002 edel 2003, anni in cui era iniziato il III governo Berlusconi, e supera la zona grigia del2004 e 2005, oltre che la quota inferiore attribuita al Governo Prodi nel 2007. Unaconsiderazione particolare va riservata per le Associazioni di rappresentanza degliimprenditori, che si attesta sempre su livelli di fiducia maggioritari (50,3%), istituzioneparticolarmente gradita dalle aziende con pi di 50 addetti. Gli organi di rappresentanzapaiono avere un maggiore appeal tra le aziende medio-grandi, superare questo gap puessere una delle politiche adeguate per accrescere il gradimento delle Associazioni dicategoria anche tra le imprese medio-piccole dItalia. Discorso analogo va fatto per ititolari delle grandi imprese che riscontrano un indicatore di fiducia maggiore tra leimprese con 50 addetti o pi (50,5% rispetto al 44% sul totale degli intervistati). Lebanche (18,7%) e la borsa (12,0%) sono le istituzioni che pi hanno sofferto in terminidi credibilit per la crisi economica internazionale, e pur rimanendo i due organismi chemaggiormente soffrono il pi basso livello di fiducia tra la imprese italiane, nonregistrano ulteriori cali di fiducia tra i rispondenti.

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    40/44

    Fondazione Nord Est - 40

    Un profilo particolare emerge dallanalisi della fiducia segmentata per aree geografiche.Gli imprenditori del Sud Italia e delle isole paiono trascinare la crescita della fiduciaverso le istituzioni europee in primo luogo, sia per lUnione Europea (56,2%) sia per laBCE (54,8%), sono particolarmente soddisfatti inoltre delloperato del Governo(61,3%) e del Presidente della Repubblica (68,4%). Gli imprenditori del Centro si

    situano sostanzialmente nella media dellintero campione sondato, ma sono irispondenti del Nord Italia a manifestare scostamenti parzialmente omogenei. Inparticolare vi lapprezzamento degli imprenditori del Nord per la Regione (NordOvest 57,4% e Nord Est 52,7%). Gli imprenditori del Nord Italia manifestano unatteggiamento favorevole verso lEnte locale pi vasto, contrariamente agli imprenditoridel sud che dichiarano una fiducia significativamente minore per tale istituzione(24,7%). E significativa anche la minore fiducia accordata dagli imprenditori del NordOvest verso la Banca dItalia (34,6%). UnItalia delle imprese che si differenziaterritorialmente nellapproccio verso le istituzioni, da un lato il Mezzogiorno esprime unpi forte legame (o aspettativa) con lEuropa, dallaltro le imprese del Nord rivolgono illoro sguardo anche verso gli enti regionali.

    Tab. 38 - Qual la Sua fiducia nell'operato de: (val %, somma di risposte molta emoltissima al netto delle non risposte)

    2004 2005 2006 2007 2008 2009I piccoli e medi imprenditori 89,0 74,6 80,7 79,5 80,9 82,1Il Presidente della Repubblica 84,5 67,6 72,4 52,4 51,6 61,9Le Associazioni degli imprenditori 58,3 42,7 50,5 47,7 49,9 50,3Il Governo 49,0 30,7 NS 17,0 NS 56,7LUnione Europea 71,5 44,4 50,8 51,7 44,1 48,0I titolari delle grandi imprese 30,5 31,9 36,1 37,5 42,9 43,9La Regione 51,1 38,5 45,2 39,7 38,6 44,2Banca Centrale Europea NS 38,2 46,6 46,3 35,1 48,0La Banca dItalia 32,8 26,1 37,5 39,1 33,7 43,7

    Le banche 19,4 17,0 14,5 20,7 17,4 18,7La Borsa 9,9 14,1 18,9 22,3 12,4 12,0Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

    Tab. 39 - Qual la Sua fiducia nell'operato de: (val %, somma di risposte molta emoltissima al netto delle non risposte)

    da 10 a 49 addetti oltre i 50 addetti TotaleI piccoli e medi imprenditori 81,2 86,3 82,1Il Presidente della Repubblica 61,4 63,5 61,9Il Governo 56,1 58,8 50,3Le Associazioni degli imprenditori 49,0 57,0 56,7LUnione Europea 47,7 50,2 48,0

    Banca Centrale Europea 48,0 47,2 43,9La Regione 43,6 46,6 44,2I titolari delle grandi imprese 42,7 50,5 48,0La Banca dItalia 42,6 48,3 43,7Le banche 19,0 17,6 18,7La Borsa 11,4 14,7 12,0

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    41/44

    Fondazione Nord Est - 41

    SI AL FEDERALISMO, BOCCIATI GLI STUDI DI SETTORE

    Fabio Marzella

    Il Governo viene promosso dagli imprenditori, ottiene la maggioranza di valutazionipositive (la somma di voti da 6 a 10 su una scala 1-10) su quasi tutti i settori diintervento sondati. Particolarmente apprezzati gli ambiti di politica estera (74,4%) e diintervento a contrasto della crisi economica (68,1%). Non raggiungono la maggioranzadi voti positivi gli interventi sugli studi di settore (36,7%), limmigrazione (48,1%) e lagiustizia (39,2%), giudizi negativi che ricalcano comunque i livelli espressi gi agli inizidel III governo Berlusconi. Come riscontrato anche per le indicazioni di fiducia nelleistituzioni, le opinioni delle imprese rispetto al IV Governo Berlusconi sonomediamente elevate e rispecchiano landamento mostrato agli inizi del II Governo delCentrodestra. Sono perci valutazioni medio-alte e superiori a quelle espresse tra il2004 e il 2007 il cui andamento discendente fino al 2007 e risale ora con

    linsediamento del nuovo Governo. Le imprese italiane esprimono un atteggiamentopositivo verso un governo pi affine politicamente, rimane da valutare se alle decisioniadottate finora seguiranno azioni altrettanto in linea con il sentire delle aziende.Lindagine di questanno ha sondato in profondit due ambiti specifici di azione delGoverno, quello economico e quello sociale. Per entrambe, gli imprenditori esprimonouna soddisfazione maggioritaria per quanto fatto sinora, le comparazioni temporali sonopossibili solamente con gli ambiti sondati nelle edizioni precedenti. Lambitoeconomico registra ai primi posti della scala di valutazioni positive le azioni in PoliticaEstera, come anticipato, seguite da quelle sul decentramento ed il federalismo (65,8%) edalle infrastrutture (58,4%), tutte voci che riscuotono una valutazione maggiore rispettoa quelle gi fornite in passato. Sono positive perci le valutazioni e le aspettative degliimprenditori per i rapporti con lEstero, in particolare sono gli imprenditori del Sud edelle Isole a gradire tali iniziative del Governo (80,1%). Particolarmente favorevolisono i giudizi espressi per gli sviluppi che avr la riforma in senso federalista avviatadallattuale Governo. La legge delega per il federalismo fiscale, che pure deve esseredefinita e specificata nei modi e nei termini, incontra le attese degli imprenditori. Ancheil tema infrastrutture piace agli intervistati che sperano di poter contare su questo assecome fattore di rilancio economico. Le imprese italiane credono che vi siano buoneprospettive per gli interventi sulle liberalizzazioni, voce che aveva ottenuto il punteggiopi alto con il II governo Prodi (46,2%) nel 2007 e che incrementa ulteriormente fino araggiungere il 52,4%, anche se si dichiarano significativamente meno soddisfatti perquanto fatto in questa materia gli imprenditori del Nord Est che esprimono indicazionipositive solo per il 42,5% dei rispondenti. Lunica valutazione negativa in materiaeconomica sono gli studi di settore (36,7%), strumento fiscale la cui applicazione fadiscutere in situazioni economicamente sfavorevoli come questa: in particolare sono gliimprenditori del Nord Est ad essere meno soddisfatti (28,9%). Da questi duescostamenti significativi pare delinearsi una particolare categoria di imprenditori, quelladel Nord Est, che si esprime in misura leggermente pi critica verso il Governo, le cuiattese probabilmente puntano a interventi di maggiore efficacia.Passando al versante delle politiche in ambito sociale, sono le azioni intraprese perfronteggiare la crisi economica (68,1%), gli ammortizzatori sociali (66,2%) e le

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    42/44

    Fondazione Nord Est - 42

    politiche sulla sicurezza (62,0%) a superare il 60% di valutazioni positive per loperatodellattuale Governo. Seguono altre tre sfere, comunque valutate positivamente dallamaggioranza delle imprese rispondenti, che sono il sostegno al reddito delle famiglie(58,7%), la scuola (57,2%) e le pensioni (54,8%). Chiudono due argomentiparticolarmente difficili da fronteggiare, il primo, limmigrazione, per la crescente

    difficolt nella regolazione dei flussi e per il carattere ormai cronico di emergenzasociale che ha assunto negli anni. In questo ambito le risposte positive non raggiungonola maggioranza degli intervistati (48,1%) anche se nel confronto temporale si nota comei livelli di gradimento siano piuttosto omogenei, tranne che per il 2007, anno in cui gliimprenditori hanno valutato negativamente le iniziative del Governo Prodi bis. Le stessevalutazioni valgono per la giustizia (39,2%), settore che comunque mette in luce ilvalore pi elevato dal 2002.

    Tab. 40 - Se dovesse valutare lazione dellattuale Governo in ambito economico,che voto darebbe (da 1 a 10) a quanto finora realizzato nelle seguenti materie: (val%, voti maggiori o uguali a 6)

    2002 2003 2004 2005 2007 2009

    Gestione della crisi NS NS NS NS NS 68,1Federalismo fiscale 60,4 56,8 43,9 49,5 29,5 65,8Infrastrutture 57,5 54,6 42,5 48,2 24,3 58,4Liberalizzazioni NS NS NS NS 46,2 52,4Credito alle imprese NS NS NS NS NS 51,0Fisco 62,6 54,8 39,0 40,5 22,8 50,5Studi di settore NS NS NS NS NS 36,7

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

    Tab. 41 - Se dovesse valutare lazione dellattuale Governo in ambito sociale, chevoto darebbe (da 1 a 10) a quanto finora realizzato nelle seguenti materie: (val %,

    voti maggiori o uguali a 6)2002 2003 2004 2005 2007 2009

    Politica Estera 68,9 69,0 61,6 68,8 34,6 74,4Ammortizzatori sociali NS NS NS NS NS 66,2Sicurezza NS NS NS NS NS 62,0Sostegno al reddito dellefamiglie

    NS NS NS NS NS 58,7

    Scuola/universit 57,7 57,4 50,6 55,3 29,0 57,2Pensioni NS NS NS NS NS 54,8Immigrazione 47,3 52,3 42,9 40,5 22,8 48,1Giustizia 37,3 36,2 34,8 32,3 NS 39,2

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    43/44

    Fondazione Nord Est - 43

    Tab. 42 - Se dovesse valutare lazione dellattuale Governo in ambito economico,che voto darebbe (da 1 a 10) a quanto finora realizzato nelle seguenti materie: (val%, voti maggiori o uguali a 6)

    Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole ItaliaGestione della crisi 68,5 62,3 67,3 72,0 68,1

    Federalismo fiscale 65,1 64,8 68,7 64,7 65,8Infrastrutture 62,8 61,3 57,5 51,3 58,4Liberalizzazioni 54,7 42,5 52,3 55,8 52,4Credito alle imprese 51,5 48,5 51,4 51,5 51,0Fisco 50,2 46,6 49,3 54,4 50,5Studi di settore 33,9 28,9 38,3 43,8 36,7

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

    Tab. 43 - Se dovesse valutare lazione dellattuale Governo in ambito sociale, chevoto darebbe (da 1 a 10) a quanto finora realizzato nelle seguenti materie: (val %,voti maggiori o uguali a 6)

    Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole ItaliaPolitica Estera 72,6 68,8 75,0 80,1 74,4Ammortizzatori sociali 68,7 66,7 65,1 63,6 66,2Sicurezza 60,1 63,4 59,3 65,9 62,0Sostegno al reddito delle famiglie 60,4 53,7 56,5 61,4 58,7Scuola/universit 59,9 56,3 56,4 55,0 57,2Pensioni 56,8 58,0 57,6 47,7 54,8Immigrazione 41,7 52,5 48,2 53,6 48,1Giustizia 36,6 31,5 42,1 45,0 39,2

    Fonte: Fondazione Nord Est UniCredit Corporate Banking, per Il Sole 24 Ore, maggio 2009 (n. casi

    1227)

  • 8/7/2019 LItalia delle imprese

    44/44

    IL METODO E LE RESPONSABILIT DELLA RICERCA

    - La popolazione oggetto di campionamento costituita dallinsieme degli

    imprenditori, titolari di imprese con 10 e pi addetti, attivi in Italia. Il campioneammonta a 1.227 unit.- Le imprese sono state estratte fra quelle iscritte alle CCIAA (esclusi i settori

    "agricoltura, caccia e silvicoltura" e "pesca, piscicoltura e servizi connessi").- Il campione stato ripartito per regione, settore di attivit economica (Industria,

    Commercio e Altri Settori) e classe dimensionale (10-19 addetti, 20-49addetti, 50-99 addetti, oltre i 100 addetti)

    - Al fine di disporre di numerosit sufficienti allinterno dei vari sottocampioni diinteresse stato aumentato il peso delle unit di maggiori dimensioni, oltre a quellodei settori e delle aree con un numero inferiore di imprese. Tali distorsioni sono statepoi bilanciate in fase di elaborazione, attraverso procedure di ponderazione chericonducono la distribuzione di queste variabili alla reale struttura delluniverso.

    - Le interviste sono state realizzate telefonicamente con il sistema C.A.T.I. (ComputerAssisted Telephone Interviewing), nel periodo 24 aprile-15 maggio 2008, dallasociet di rilevazione Demetra.

    - Lindagine, progettata e realizzata dalla Fondazione Nord Est, stata promossa daUniCredit Corporate Banking, perIlSole 24 Ore.

    - Daniele Marini ha impostato e diretto la ricerca. Carlo Bergamasco, Davide Girardi,Fabio Marzella, Silvia Oliva e Gianluca Toschi hanno partecipato alle fasi didiscussione e analisi dei risultati. Fabio Marzella ha curato gli aspetti metodologici elelaborazione dei dati. Cinzia Piovesana ha curato lediting dei testi su web(www.fondazionenordest.net)

    Documento completo sul sito www.agcom.it