gioranlino marzo 2012

26

description

oratorio salesiano bova marina

Transcript of gioranlino marzo 2012

Page 1: gioranlino marzo 2012
Page 2: gioranlino marzo 2012

Pagina 2 Quelli de… l’Oratorio

Carissimi,

Ecco svelato il perché della nostra copertina…

Ci siamo appena lasciati alle spalle le festose risate

del carnevale.

Ed dopo il Carnevale la Quaresima. Qualcuno vede

questo passaggio con rassegnazione, con tristezza.

ma non è così per chi sa a cosa serva la Quaresima,

quale sia il suo significato più profondo. La Quaresi-

ma è un periodo di preparazione. E' un periodo di

riflessione, di recupero della propria interiorità,

della propria identità più vera e profonda. E' un

periodo in cui si medita sulla propria vita e si cerca

di migliorarla. Di convertirsi. E' un periodo che è sì

anche di penitenza, di sacrificio, di sobrietà, di asti-

nenza, ma lo è per un obiettivo, per un migliora-

mento, per un premio finale molto più grande e

desiderabile. Non è un periodo di sofferenza fine a

se stessa, di rinuncia per mortificarsi. No, l'’esito

della Quaresima è la Pasqua di Resurrezione. Strano

che non lo si riesca a capire in un mondo che è così

fanatico dei sacrifici per le cose inutili - a quale cate-

goria appartengono se non a questa le diete, il

fitness, gli allenamenti, il mettersi in coda? - e poi

non è capace di concentrare uno sforzo per le cose

veramente importanti.

Sarebbe bello riuscire a riscoprire la Quaresima co-

me periodo di sacrifici, dando a questa parola la

connotazione originaria tutt'altro che negativa: sa-

cer facere, rendere sacro e viverla come una nuova

opportunità, l’ennesima, che Dio ci offre “per tor-

nare a vivere con Lui”.

Ed ecco perché vi proponiamo e proponiamo a noi

stessi di vivere questo periodo con il sorriso sulle

labbra, ma soprattutto sul cuore, quel sorriso con il

quale ogni bambino guarda i propri genitori, consa-

pevole del bene che loro provano per lui…

Dunque “RICORDATI DI ESSERE FELICE”, RICORDATI DI ESSERE FELICE”, RICORDATI DI ESSERE FELICE”, RICORDATI DI ESSERE FELICE”, cosciente

del bene che Dio ha per ciascuno dei suoi figli…

Non lasciamoci sfuggire questa occasione per riavvi-

cinarci o avvicinarci maggiormente a Lui.

Buon Cammino di Quaresima!!Buon Cammino di Quaresima!!Buon Cammino di Quaresima!!Buon Cammino di Quaresima!!

La redazioneLa redazioneLa redazioneLa redazione

«Non bisogna tacere di fronte al male». Nel Messaggio per

la Quaresima il Papa stigmatizza quella «mentalità

che, riducendo la vita alla sola dimensione terrena,

non la considera in prospettiva escatologica e accetta

qualsiasi scelta morale in nome della libertà individu-

ale».

«Una società come quella attuale - la denuncia di Benedetto

XVI - può diventare sorda sia alle sofferenze fisiche, sia alle

esigenze spirituali e morali della vita». «Nel nostro mondo

impregnato di individualismo - la tesi del Papa - è necessa-

rio riscoprire l’importanza della correzione fraterna,

per camminare insieme verso la santità» e scongiurare

così il pericolo di una sorta di «anestesia spirituale».

Di qui l’importanza di «ammonire i peccatori», recuperando

quella dimensione della «carità cristiana» che la tradizione

della Chiesa «ha annoverato tra le opere di misericordia spi-

rituale». Nel messaggio Benedetto XVI critica

l’atteggiamento «di quei cristiani che, per rispetto umano o

per semplice comodità, si adeguano alla mentalità comu-

ne,piuttosto che mettere in guardia i propri fratelli dai modi

di pensare e di agire che contraddicono la verità e non se-

guono la via del bene». Il rimprovero cristiano, precisa

però il Papa, «non è mai animato da spirito di condan-

na o recriminazione; è mosso sempre dall’amore e

dalla misericordia e sgorga da vera sollecitudine per

il bene del fratello».

Ammonire i peccatori

«Oggi - è la denuncia del Papa - si è assai sensibili al discor-

so della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli

altri, ma si tace quasi del tutto sulla responsabilità spirituale

verso i fratelli». «Non così deve essere nella comunità cri-

stiana», ammonisce il Santo Padre, ricordando che Cristo

stesso «comanda di riprendere il fratello che sta commetten-

do un peccato», e che il verso usato per definire la correzio-

ne fraterna «è il medesimo che indica la missione profetica

Page 3: gioranlino marzo 2012

Numero 10-III, Marzo 2012 Pagina 3

i denuncia propria dei cristiani verso una generazione

che indulge al male».

«Fissare lo sguardo sull’altro, prima di tutto su Gesù, ed

essere attenti agli uni verso gli altri, a non mostrarsi e-

stranei, indifferenti, alla sorte dei fratelli»: questo, in sin-

tesi, l’invito del Papa, che esorta a «prendersi cura

dell’altro» a partire dalla consapevolezza che «l’altro mi

appartiene, la sua vita, la sua salvezza riguardano la mia

vita e la mia salvezza». «La nostra esistenza è correlata

con quella degli altri, sia nel bene che nel male», afferma

il Santo Padre, per il quale «sia il peccato, sia le opere di

amore hanno anche una dimensione sociale». Spesso,

invece, «prevale l’atteggiamento contrario: l’indifferenza,

il disinteresse, che nascono dall’egoismo, mascherato da

una parvenza di rispetto per la sfera privata».

L’altro è un alter ego

«L’essere fratelli in umanità e, in molti casi, anche nella

fede - spiega il Papa - deve portarci a vedere nell’altro un

vero alter ego, amato in modo infinito dal Signore. Se

coltiviamo questo sguardo di fraternità, la solidarietà, la

giustizia, così come la misericordia e la compassione,

scaturiranno naturalmente dal nostro cuore». Come af-

fermava Paolo VI, «il mondo è malato» soprattutto per la

«mancanza di fraternità»: l’attenzione all’altro, invece,

«comporta desiderare per lui o per lei il bene, sotto tutti

gli aspetti: fisico, morale e spirituale».

«La cultura contemporanea sembra aver smarrito il sen-

so del bene e del male - rileva il Papa -, mentre occorre

ribadire con forza che il bene esiste e vince, perché Dio è

buono e fa il bene. Il bene è ciò che protegge e promuo-

ve la vita, la fraternità e la comunione». La

«responsabilità verso il prossimo» significa, allora,

«volere e fare il bene dell'altro, desiderando che anch'e-

gli si apra alla logica del bene; interessarsi al fratello vuol

dire aprire gli occhi sulle sue necessità».

La tentazione della tiepidezza

«Che cosa impedisce questo sguardo umano e amorevo-

le verso il fratello?», si è chiesto il Papa: «Sono spesso la

ricchezza materiale e la sazietà, ma è anche l’anteporre a

tutto i propri interessi e le proprie preoccupazioni - la

risposta -. Mai dobbiamo essere incapaci di avere miseri-

cordia verso chi soffre; mai il nostro cuore deve essere

talmente assorbito dalle nostre cose e dai nostri problemi

da risultare sordo al grido del povero». Invece, «proprio

l’umiltà di cuore e l'esperienza personale della sofferenza

possono rivelarsi fonte di risveglio interiore alla compas-

sione e all’empatia», ha concluso Benedetto XVI, esor-

tando i cristiani a vincere «la tentazione della tiepidez-

za».

(Da speciale Quaresima 2012 del sito della diocesi di Mila-

no)

«La cultura contemporanea sembra avere smarri-to il senso del bene e del male, mentre occorre riba-dire con forza che Dio è buono e fa il bene», scrive il Santo Padre nel suo messaggio per la Quaresi-ma, dove sottolinea l’importanza della correzione

fraterna per camminare insieme verso la santità»

Page 4: gioranlino marzo 2012

Pagina 4 Quelli de… l’Oratorio

L'anno liturgico non è una serie di idee o di fe-

ste, ma è una persona, Gesù Cristo.

Centro e riferimento assoluto e indispensabile di

tutto l'anno liturgico è il mistero pasquale della

passione, morte, risurrezione e ascensione del

Signore Gesù.

Pertanto la quaresima è quel tempo liturgico du-

rante il quale noi cristiani ci disponiamo, attra-

verso un cammino di conversione e purificazio-

ne, a vivere in pienezza il mistero della risurre-

zione di Cristo nella sua memoria annuale.

La Quaresima vuole parlare a tutti: a quelli che

credono e a quanti non hanno il dono della fede,

offrendo a tutti l’annuncio del Vangelo, che è

la “Buona notizia” e ci parla di un uomo, Gesù

di Nazareth, che ha sacrificato la sua vita per

salvare quella di tutti gli altri uomini, facendosi

inchiodare sulla Croce, come un comune morta-

le, come un perdente, uno sconfitto, che però

risorge poi a vita nuova ed eterna, quella vita

che Lui ha promesso a tutti noi.

Come poteva esprimere il suo amore per noi

Dio, se non assumendo e vivendo in prima per-

sona quello che è il limite della nostra vita, cio-

è la morte mediante crocifissione? Lui, il figlio

di Dio, ha scelto di morire... pur non dovendo

morire perchè era Dio! Che amore!Da allora,

Mi hai chiamato, Dio dei miei padri, ad uscire dalla palude del peccato perché volevi che io provassi la gioia luminosa di una prateria, ove è possibile giacere, saltare, correre e cantare. Mi hai strappato dalla schiavitù antica per farmi vivere nella libertà. Ed io, o Signore, sono un uomo inquieto perché la libertà è una gioia, ma anche un tormento. Ad ogni passo sono costretto a scegliere fra il bene e il male, fra il peccato e la grazia, fra la tua parola e quella del maligno, fra la polvere delle stelle e il fango della terra. Quanta fatica, o Signore, hai messo nelle mie mani con la libertà! Tu intanto stai in silenzio a guardare la mia libertà. Stai a guardare le scelte che compio e i passi che faccio. Se cado, per una scelta sbagliata, con dolcezza mi rialzi e continui a guardarmi. Se resto in piedi per una scelta giusta sorridi e continui a guardarmi. Sei un Dio fuori di ogni immaginazione! Vuoi che cammini da me perché non sei né un dittatore o un plagiatore e nemmeno un carceriere che impedisce ogni mio passo, ma un Dio che ama solo e sempre chi è uomo libero e si fa perciò responsabile di sè e degli altri. In Paradiso ci arriverò perché voglio e perché faccio quello che è necessario e non perché ci sono costretto da te. La mia libertà di scelta è anche la grazia più bella che mi hai offerto perché mi fa uguale a te, Dio, appassionato amante della libertà.

Amen

Page 5: gioranlino marzo 2012

Numero 10-III, Marzo 2012 Pagina 5

da quel momento nessuna croce sarà mai sola e defini-

tiva: se e quando ci tocca salire sulla croce della vita,

dobbiamo sapere che non verremo abbandonati a noi

stessi e incontreremo Cristo, perché, nel momento del

dolore e della paura, saremo con Lui, che ha vissuto la

sofferenza della Croce, ma l’ha vinta ed è risorto.

Un amore senza fine quello di Cristo, che ha scelto di

stare con tutti i crocifissi della storia, quella storia che,

nella sua diversità, si ripete e, come duemila anni fa,

continua a vedere inchiodati sui vari golgota della ter-

ra, fuori dalle mura di Gerusalemme, tante vittime

dell’ingiustizia, della prepotenza, della malattia e della

povertà.

La Quaresima ci insegna che non possiamo celebrare la

Pasqua senza tenere ben presenti il significato, il valore

e la forza del Calvario e della Croce, senza rivolgere il

nostro cuore e le nostre braccia ai “crocifissi” di og-

gi, ai più deboli, agli emarginati, ai sofferenti, agli ulti-

mi.

L’augurio è che impariamo a riconoscere i crocifissi di

oggi, ad avere sempre la forza e l’entusiasmo

di pensare e costruire alternative alle nostre croci e a

quelle degli altri.

L’augurio è di sopportare con coraggio il peso del-

le inevitabili croci della vita, vivendo la bellezza dei

nostri sogni per realizzare i nostri progetti e le nostre

aspirazioni, perché siamo la speranza che è certezza,

perché siamo il futuro dell’umanità, anzi il presente!

Paolo De Martino

Come poteva esprimere il suo a-

more per noi Dio, se non assu-

mendo e vivendo in prima perso-

na quello che è il limite della no-

stra vita, cioè la morte mediante

crocifissione?

Page 6: gioranlino marzo 2012

Pagina 6 Quelli de… l’Oratorio

La Quaresima certamente rappresenta un tempo di 'avvicinamento' al mistero del dolore e della morte. In particolare, riviviamo in questo tempo il mistero della sofferenza e della tragica morte di Gesù, arre-stato, flagellato e infine condannato dai Romani alla morte normalmente riservata ai peggiori tra i malfat-tori: la crocifissione. Nel tragico evolversi dei suoi ultimi giorni, tuttavia, Gesù non è mai del tutto solo. Accanto a lui, a una certa distanza ma sempre pre-senti, alcuni suoi discepoli seguono gli avvenimenti che lo riguardano. Tra questi discepoli si distingue un drappello di don-ne che avevano iniziato a seguire Gesù in Galilea fino a non lasciarlo più, accompagnandolo costan-temente durante le sue predicazioni itineranti. Una figura femminile risalta in particolare: Maria, detta la Maddalena, una donna 'guarita' da Gesù e dalla quale - racconta il Vangelo di Luca - "erano usciti sette demoni " . Poco sappiamo di questa donna, ma certamente possia-mo affermare che l’incontro con Gesù cambiò radical-mente la sua esistenza: legata al suo Maestro da senti-menti di profonda gratitudine, ne divenne uno dei disce-poli più fedeli. Tutti i vangeli sono concordi nell’attestare la presenza di Maria Maddalena accanto a Gesù al momento della sua crocifissione e l’arte ci ha regalato immagini di grande suggestione a questo riguardo. In quello che probabilmente rappresenta il refettorio mo-nastico più famoso al mondo- il refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano - l'arte ci aiuta a meditare sul pro-fondo legame che univa la Maddalena al suo amato Mae-stro. Nella medesima sala in cui Leonardo da Vinci eseguì la famosissima 'Ultima Cena', sulla parete opposta a quella leonardesca - si staglia la grande crocifissione eseguita dal pittore Donato Montorfano negli ultimi anni del XV secolo. La scena di questa crocifissione si caratterizza per la pre

senza di una folla inusuale, che si distribuisce orizzontal-mente per tutto l'affresco. In questo oceano di personaggi quasi si fatica a cogliere la madre di Gesù sorretta da un gruppo di donne, così come è difficile individuare l'aposto-lo Giovanni, chiuso in una espressione di inconsolabile tristezza. Chi davvero non risulta offuscata dalla folla è Maria Mad-dalena, e per individuarla non bisogna far altro che cerca-re la croce. E' lì infatti la Maddalena, ai piedi della croce che in questo caso colpisce per la sua altezza vertigino-sa, e l'artista ha voluto rappresentare questa fedele disce-pola nell’atto di circondare la croce di Gesù con un tenero abbraccio che pare non voler mai finire. L'arte non ha tralasciato il momento in cui la Maddalena si ritrova di fronte Gesù vivo, nel giorno in cui si reca a far visita al suo sepolcro. Lo sconvolgente episodio dell’incontro con Gesù risorto, narrato nel capitolo 20 del Vangelo di Giovanni, fa di que-sta donna un testimone fondamentale della resurrezione

Crocifissione di Donato Montorfano (1495)

Page 7: gioranlino marzo 2012

Numero 10-III, Marzo 2012 Pagina 7

e del mistero che avvolge questo evento straordinario. Davanti al sepolcro vuoto - racconta il Quarto Vangelo - Maria Maddalena si mette a piangere, pensando che qualcuno abbia portato via il cadavere di Gesù . Improv-visamente, una voce le chiede il motivo di tale pianto. Maria si volta e scorge Gesù, ma non lo riconosce. Pensando che sia il custode del giardino, si rivolge a lui con parole che ancora una volta testimoniano la sua dedizione nei confronti del Maestro: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a pren-derlo". In quel momento, Gesù si rivolge a lei con affetto, come probabilmente aveva sempre fatto in vita. " Maria! " esclama. " Rabbonì! " risponde la Maddalena, sopraffatta dallo stupore e da un’emozione quasi incontrollabile che la porta a gettarsi ai suoi piedi e ad abbracciarlo . Le ulteriori parole che Gesù pronuncia: "Non mi trattene-re, perché non sono ancora salito al Padre" hanno dato vita a una lunga serie di rappresentazioni artistiche di tale episodio, generalmente denominato "Noli Me tange-re" dalla versione latina delle parole di Gesù. Tanti sono gli artisti che si sono cimentati nella rappre-sentazione di questo brano evangelico, ma una interes-sante e inusuale interpretazione di questo episodio è riscontrabile tra gli affreschi rinascimentali della splendi-da Basilica di San Colombano a Bobbio(PC), la cui co-munità monastica fu fondata nel VII secolo dall'instanca-bile Colombano, monaco irlandese e santo. A differenza di una tipologia di raffigurazione più comune che ritrae Gesù nell’atto di allontanare la Maddalena, in questo affresco Cristo sembra indicare la sua discepola, fino a sfiorarne la fronte con delicatezza. Gesù risorto presenta qui tratti profondamente umani e la Maddalena, da parte sua, si inginocchia ai piedi del Maestro e lo guarda con una espressione intensa e cari-ca di emozione. Maria Maddalena - continua il Vangelo di Giovanni - an-dò subito ad annunziare ai discepoli: ‘Ho visto il Signore’ e anche ciò che le aveva detto. Una circostanza per la

quale, già nella chiesa antica, la Maddalena fu descritta e onorata come "l’apostola degli apostoli".

La parola 'apostolo', infatti, significa 'inviato': una dimen-sione che non si può negare a questa donna recatasi di buon mattino al sepolcro del suo Maestro e divenuta protagonista e annunciatrice di uno degli eventi più sconcertanti e misteriosi della storia.

Valentina Alberici (tramite fb)

Affresco rinascimentali

della Basilica di San Colombano - Bobbio (PC)

Page 8: gioranlino marzo 2012

Pagina 8 Quelli de… l’Oratorio

Un 8 marzo dedicato a Lea, Maria Concetta, Giuseppina

Sono tre donne che hanno deciso di

ribellarsi alla loro famiglia mafiosa, e

per questo hanno pagato. Lea l’hanno sciolta in 50 litri di acido. Maria Concetta la vita ha deciso di togliersela da sola suicidandosi sempre con l’acido. Giu-seppina si è salvata per un soffio dalla sua stessa famiglia che la voleva morta ed ora sta testimoniando al maxi proces-so “All Inside”. Tre donne, un unico filo conduttore. Hanno storie di ‘ndrangheta alle spalle. Sono nate e cresciute in fa-miglie mafiose, fin quando non hanno deciso di dire basta, di ribellarsi e di pas-sare dalla parte dello Stato. Collaboratri-ci di giustizia in una terra in cui il pentiti-smo è fenomeno raro, figurarsi il penti-mento di una donna. Matteo Cosenza, direttore del Quotidia-no della Calabria, da alcune settimane ha lanciato dalle colonne del giornale la campagna “Tre foto e una mimosa”, in vista dell’8 marzo. L’idea è quella di apri-re un dibattito sul tema delle madri, so-relle, figlie, mogli di ‘ndranghetisti che hanno deciso di ribellarsi a un contesto in cui nulla è scontato. Dice Cosenza: “Nascono in ambienti tristi, vivono infelici

anche perché la morte dispensata senza

pietà è un boomerang sempre in movi-

mento, ed hanno un futuro amarissimo.

Ecco perché dobbiamo inchinarci davan-

ti a Giuseppina, Maria Concetta e Lea.

Nonostante tutto sono riuscite a capire

Abbiamo voluto festeggiare Abbiamo voluto festeggiare Abbiamo voluto festeggiare Abbiamo voluto festeggiare così la donna, con una raccol-così la donna, con una raccol-così la donna, con una raccol-così la donna, con una raccol-ta di fotografie di “donne” ta di fotografie di “donne” ta di fotografie di “donne” ta di fotografie di “donne” del nostro oratorio. del nostro oratorio. del nostro oratorio. del nostro oratorio.

Ci scusiamo fin da ora se ne Ci scusiamo fin da ora se ne Ci scusiamo fin da ora se ne Ci scusiamo fin da ora se ne abbiamo dimenticato abbiamo dimenticato abbiamo dimenticato abbiamo dimenticato ———— e e e e sarà sicuramente così sarà sicuramente così sarà sicuramente così sarà sicuramente così –––– qual-qual-qual-qual-cuna …cuna …cuna …cuna …

Il nostro augurio più grande è Il nostro augurio più grande è Il nostro augurio più grande è Il nostro augurio più grande è che ognuna di essa sappia illu-che ognuna di essa sappia illu-che ognuna di essa sappia illu-che ognuna di essa sappia illu-minare con il proprio sorriso minare con il proprio sorriso minare con il proprio sorriso minare con il proprio sorriso la vita di chi gli sta accanto.la vita di chi gli sta accanto.la vita di chi gli sta accanto.la vita di chi gli sta accanto.

La redazioneLa redazioneLa redazioneLa redazione

Grazie a te,Grazie a te, donnadonna, , per il fatto stesso per il fatto stesso che sei donna! Con che sei donna! Con la percezione che è la percezione che è propria della tua propria della tua femminilità tu ar-femminilità tu ar-ricchisci la com-ricchisci la com-

prensione del mon-prensione del mon-do e contribuisci al-do e contribuisci al-la piena verità dei la piena verità dei rapporti umani.rapporti umani.

(Da(Da “Alle donne”“Alle donne”, ,

lettera di Giovanni lettera di Giovanni

Paolo II, 1996)Paolo II, 1996)

Page 9: gioranlino marzo 2012

Numero 10-III, Marzo 2012 Pagina 9

Un 8 marzo dedicato a Lea, Maria Concetta, Giuseppina

che vivevano nel male e hanno

trovato il coraggio di dire: basta,

non deve andare così, noi e i no-

stri figli dobbiamo vivere in pace e

non in una guerra perenne”. E ag-giunge in un suo editoriale: “Hanno pagato un prezzo altissi-

mo, ma lo pagheranno ancora di

più se saranno dimenticate e il

loro esempio non diventerà un

patrimonio collettivo che rigenera

in bene e felicità le azioni della

gente di questa terra. Facciamole

diventare l’immagine di una Cala-

bria combattiva e positiva, di quel-

la bella Calabria che tutti vorrem-

mo e che purtroppo non c’è”.

Un’iniziativa che ha visto l’adesione in massa di associazio-ni, sindacatati e movimento, ogni realtà sta organizzando il suo 8 Marzo nel nome di Lea Garofalo, Maria Concetta Cacciola e Giu-seppina Pesce. I Comuni di Rogliano e quello di Gala-tro dedicheranno loro un dibattito pubblico proprio il giorno dell’8 marzo. Il promotore della campa-gna, Matteo Cosenza sarà invece a Catanzaro, all’iniziativa pubblica sulla legalità organizzata dalla Cgil e dedicata a Lea, Cetta e Giusep-pina. A Rosarno, la preside del

liceo Raffaele Piria ha deciso inve-ce di aderire all’idea del Quotidia-no, organizzando una vera e pro-pria manifestazione, dal titolo “Teorema donna, il coraggio di ricordare”: qui saranno studenti e magistrati delle Procure di Palmi e di Reggio a esaminare le storie di Lea Garofalo, Maria Concetta Cacciola e Giuseppina Pesce, spiegando cosa significhi per que-sti territori l’esempio che le tre donne hanno saputo dare. Sem-pre gli studenti saranno protagoni-sti dell’iniziativa principale in pro-gramma a Reggio Calabria: i lice-ali dell’artistico “Mattia Preti”, in-sieme ai redattori di Stopndran-gheta, l’8 marzo parleranno delle vittime delle ndrine e degli appog-gi e delle coperture che queste troppo spesso trovano nella cosid-detta borghesia mafiosa. Ma di Lea, Cetta e Giusy si discuterà anche fuori regione, a Urbino, do-ve un collettivo di studentesse promette di aprire “un’amplia ri-flessione su quanto sta avvenen-do in Calabria”.

Probabilmente quando il 12 feb-braio scorso, il direttore del Quoti-diano della Calabria, Matteo Co-senza scriveva queste parole nel suo editoriale quotidiano, invitan-

do i calabresi a non lasciar cadere nell’oblio le storie di Lea, Concetta e Giuseppina, non avrebbe mai pensato che il suo appello perché questo 8 marzo “ogni mimosa sia

accompagnata dai volti di Giusep-

pina, Maria Concetta e Le-

a” avrebbe avuto una risposta così

dirompente. E di massa.

Page 10: gioranlino marzo 2012

Pagina 10 Quelli de… l’Oratorio

24 Febbraio 201224 Febbraio 201224 Febbraio 201224 Febbraio 2012 - MILANOMILANOMILANOMILANO

Ha dovuto accettare le nozze com-binate con un pakistano impostole dal padre. E, dopo il matrimonio, è stata ripetutamente picchiata an-cora dal padre perché lo sposo si era lamentato di dover costringere la giovane ad avere rapporti ses-suali con lui, controvoglia. Oltre alla violenza, il padre l’aveva chiu-sa in casa togliendole il cellulare. Adesso il marito e il papà della giovane, di origini pakistane, sono stati arrestati con l’accusa di violen-za. La ragazza, che oggi ha 23 an-ni, vive in un paese dell’hinterland milanese da 12 anni e il marito lo aveva visto soltanto in fotografia prima del giorno della cerimonia di matrimonio. Gli investigatori hanno raccontato che la ragazza è

stata salvata dalla situazione in cui si trovava grazie all’intervento di un coetaneo italiano di cui lei si era innamorata: l’amico non riusci-va più a rintracciarla e per questo passava spesso sotto la sua casa. Così, il 31 ottobre dell’anno scorso aveva trovato un bigliettino con una richiesta d’aiuto, lanciatogli dalla ragazza, che veniva tenuta segregata in casa. A quel punto il giovane ha aiutato l’amica a scap-pare e l’ha accompagnata in Que-stura a Milano, per presentare la denuncia. La ragazza è stata porta-ta in una struttura protetta, gli in-quirenti hanno ricostruito la triste storia sentendo amici e conoscenti che avevano raccolto le confidenze della ragazza e visto i segni delle violenze sul suo corpo. All’età di

19 anni, il padre le mostra le foto del figlio di un amico presentando-glielo come suo futuro marito. Una imposizione a cui lei si oppone. Ma, durante un viaggio in Paki-stan, dove il fidanzato viveva, la donna viene costretta a fare la pro-messa di matrimonio. La famiglia della ragazzina rientra poi in Italia e, nell’agosto 2011, torna in Paki-stan per il matrimonio, celebrato il 4 settembre. A questo punto co-minciano le violenze, dovute all’opposizione della ragazza ad avere con il marito rapporti sessua-li. Tutta la famiglia di lei, compresa la madre, conosceva e tollerava le violenze dei due uomini. Fino al momento dell’arresto.

fonte: tgcom4mediaset)

A cura di Claudia IiritiA cura di Claudia IiritiA cura di Claudia IiritiA cura di Claudia Iiriti

Page 11: gioranlino marzo 2012

Numero 10-III, Marzo 2012 Pagina 11

15 Febbraio 2012 - Velo obbligatorio e meno trucco: il ministero dell’Informazione e della Cultura afghano ha diramato nuove regole per le presentatrici tv, giudicate troppo appariscenti e occidentali. "A tutti i network tv è richiesto di impedire alle conduttrici di apparire sullo scher-mo senza velo e con un make-up eccessivo", ha fatto sapere il ministero di Kabul, aggiungendo che le anchorwomen sono tenute "al rispetto dei valori islamici e afghani". La stretta in stile talebano è stata sollecitata dal Consiglio degli Ulema, il massimo organo religioso del Paese, esasperati dallo stile più disinvolto dei nuovi media afghani, specie quelli privati, nati dopo la fine del regime degli ex studenti coranici (durante il quale i media erano praticamente inesistenti). Nel mirino degli Ulema era già fini-to un popolarissimo reality show, Afghan Star, in onda su Tolo Tv. Il programma, in cui alcuni dilettanti si sfidano in gare canore, aveva rac-colto uno share del 90 per cento ma, secondo i saggi islamici del Paese, incoraggiava l’immoralità e violava la sharia. Eppure tutte le donne che vi avevano preso parte erano rigo-rosamente velate, tranne una concorrente a cui il velo era scivolato, facendo intravedere una ciocca di capelli: imprevisto che le era costato l'eliminazione immediata. (Fonte: libero.it)

3 Marzo 2012—Il calendario contro l’anoressia si intitola ‘Il Capolavoro sei tu’‘Il Capolavoro sei tu’‘Il Capolavoro sei tu’‘Il Capolavoro sei tu’ e parte dal presuppo-sto che ‘la bellezza passa anche dalla tavola’, nelle immagini si vedono dodici donne italiane che rap-presentano la cultura e la politica del nostro paese e che posano in luoghi riconoscibili e storici, dal Teatro alla Scala di Milano alla basilica di San Ni-cola di Bari, dal teatro Massimo di Palermo alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. Il calendario è anche un omaggio alla cucina nostra-na, ogni mese infatti c’è una speciale ricetta scritta da uno chef italiano. ‘Vogliamo valorizzare un modello di donna reale in armonia con la propria natura e libera dal mito della donna perfetta, utilizzando l’ironia, la sedu-zione e le arti visive, che possono diventare veri e propr i s trument i d i prevenzione e terapia’ affermano i responsabili dell’associazione. I volti del calendario appartengono a dodici italia-ne, protagoniste della cultura, delle istituzioni, del-lo spettacolo, ma anche donne comuni, tutte unite con l’intento di proporre un messaggio sociale for-te che va sempre ripetuto perchè non farlo dimen-ticare. (Fonte: http://www.donnadonnaonlus.org)

Page 12: gioranlino marzo 2012

Pagina 12 Quelli de… l’Oratorio

Sia- mo in attesa del film su "Maria Domenica Mazzarel-lo": un film che la gente, i giovani amanti del carisma salesia-no attendono e che noi stesse, come Salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice diffuse nei cinque Continenti, desideriamo assapo-rare con le coordinate dell'oggi. Il film è stato affidato a suor Caterina Cangià, fma, che l'ha curato nell'ideazione, nella sceneggiatura e nella produzione. Lo ha seguito nelle sue diverse fasi con l'intelligenza, la crea-tività e l'amore al carisma che la caratterizzano. Crediamo che il film, di prossima uscita (primavera 2012), possa trasmettere la bellezza di una vita che si svolge sotto lo sguardo di Dio e si apre ai grandi orizzonti della fede e dell'amore, diventando feconda e propositiva per tanti giovani, non solo del suo tempo. La sapiente regia di SIMONE SPADA, la brillante fotografia di ALESSANDRO PESCI, nastro d'argento 2011, la sce-neggiatura - di famiglia - stesa da una Figlia di Maria Ausiliatrice (Suor Caterina Cangià) sono i tre elementi portanti sui quali si fonda quest'opera filmica di grande respiro. Il film raccoglie numerosi elementi storici dalle biografie di Santa Maria Domenica Mazzarello, dagli Atti dei processi di beatificazione e canonizzazione e dalla Cronistoria dell'Istituto, nonché dalle Lettere della Santa, tutti quegli ele-menti, citazioni e riflessioni leggibili e comprensibili dai giovani e dalla gente di oggi. Sì, perché il film vuole soprattutto parlare al cuore di tutti, al cuore della grande Famiglia Salesiana. Vuol dire che la santità è possibile, è quotidiana, che la possiamo vivere e far risplendere attorno a noi camminando nel solco di un carisma. Esso racconta anche dell'infanzia di Maìn perché si rivolge anche ai piccoli. A loro vuol far capire che non si nasce santi, ma che lo si diventa rispondendo alla grazia di Dio, ascoltando le persone che Lui ci ha messo accanto e par-lando, soprattutto a Dio, con la preghiera, nella semplicità del cuore e della vita. Grande rilievo viene dato alla famiglia, l'intesa di Maìn con il Papà è messa in rilievo da inquadrature illuminate dagli sguardi che si scambiano Padre e Figlia, sguardi, da parte del Padre, che invitano la bambina a rivolgersi a Gesù (scena della prima comunione nella Parrocchia di Mornese). Il film si conclude con una veloce carrellata di elementi grafici e fotografici che raccontano l'espansione dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice nel mondo. Le nazioni e gli anni di fondazione s'intrecciano e si susseguono con le fotografie d'epoca che, man mano, diventano fotografie di attualità. Tutto sulla bellissima musica del maestro e com-positore ROBERTO GORI. La chiave di lettura del film consiste di tre parole che sono altrettanti impegni di vita: AMORE - RELAZIONI - PASSIONE EDUCATIVA. L'amore per Gesù, per la propria famiglia, per le amiche, per la natura, caratterizza Maìn bambina e Maìn gio-vane e adulta. Tutto viene fatto per amore, tutto viene vissuto nell'amore. Nel film lo si sente spesso dire e so-prattutto lo si vede vivere.

Dunque non ci resta che attendere, sarà sicuramente non solo una buona, ma soprattutto una proficua visione!! da http://www.multideafilm.com/notizie/main-film

Ed in tema di grandi donne… Ed in tema di grandi donne… Ed in tema di grandi donne… Ed in tema di grandi donne…

Page 13: gioranlino marzo 2012

Numero 10-III, Marzo 2012 Pagina 13

Spazio MusicaleSpazio MusicaleSpazio MusicaleSpazio Musicale

Nanì, Nanì, Nanì ... Ti ho scovato dentro ad un sentiero ma non sono stato mai sincero... Nanì, Nanì, Nanì ... Prima e dopo tanti come me, a cercare il mondo che non c’è. Nanì, Nanì, Nanì ... Questo bosco ormai ha il tuo stesso odore, di una bocca senza il suo sapore Nanì, Nanì, Nanì ... Venti euro di verginità, quelli al padrone, la mia che resta qua. Dimmi perché tu ami sempre gli altri e io amo solo te…? Dimmi perché mi hai chiesto di andar via quando ti ho detto "Vieni via con me"...? Nanì, Nanì, Nanì Piove ma non ti puoi riparare, C’è un camionista da accontentare Nanì, Nanì, Nanì Anche lui è solo come noi Siamo dentro a un mondo senza eroi

Nani’

SANREMO 2012

Lucio Dalla e Pierdavide Carone

Dimmi perché tu ami sempre gli altri e io amo solo te…? Dimmi perché mi hai chiesto di andar via quando ti ho detto: “Vieni via con me”…?

Potrei stare giorni ad annusare il tuo me-stiere anche con me, Potrai sposarmi anche se non mi amassi e capirei il perché Dimmi perché tu ami sempre gli altri e io amo solo te Dimmi perché mi hai chiesto di andar via quando ti ho detto "Vieni via con me" Vieni via con me, Vieni via con me

Page 14: gioranlino marzo 2012

Pagina 14 Quelli de… l’Oratorio

: «Sono uscita dalla vostra vita in un attimo. Oh, come avrei voluto fermare quel treno in corsa che m'allontanava sempre più! Ma ancora non capivo. Ero ancora troppo assorbita da tante ambizioni, progetti e chissà cosa (che ora mi sembrano così insignificanti, futili e passeggeri). Un altro mondo m'attendeva, e non mi restava altro che abban-donarmi. Ma ora mi sento avvolta in uno splendido disegno che a poco a poco mi si svela». «Io devo tutto a Dio e a Chiara»

Il giallo è il colore della luce per eccellenza, quella luce che traspariva sempre dagli occhi

di Chiara, quella luce che solo chi ha incontrato veramente il Signore possiede…. Il giallo

è il colore di Chiara e il giallo è il colore che tutte le donne dovrebbero possedere!

<<La conversione è qualcosa di profondo e continuo: è aprire il cuore e cambiare, è vivere concretamente il Vangelo, è

opera di rigenerazione basata su tante piccole morti e rinascite quotidiane. Nella mia vita cerco di ringraziare Dio con

tanti piccoli gesti d’amore: occupandomi dei bambini, dei poveri, superando i miei egoismi… È vero che c’è più gioia

nel dare che nel ricevere. A volte, dimenticando noi stessi, si aprono nuovi orizzonti>>.

Il verde è il colore della speranza, la speranza che nella vita dell’uomo c’è sempre possibilità di

conversione. La speranza di capire che solo l’incontro con Gesù può dare la vera felicità. Il

verde è il colore ci Claudia e il verde è il colore che ogni donna dovrebbe possedere.

Nel 2011 Meena Paudel è stata nominata "donna dell’anno" nell’ambito del Premio internazionale istituito

nel 1998 dal Consiglio regionale della Val D’Aosta, con la seguente motivazione: «Rifiutata dalla società e

abbandonata persino dalla madre, questa nepalese dalla forza e laboriosità inarrestabili ha trovato in se stessa

e nella fede la determinazione per andare avanti».

Il rosso è il colore della passione, quella passione che ci spinge a superare gli ostacoli e le

difficoltà della vita, che ci porta ad affermarci per ciò che veramente si è e non per come

vorremmo che gli altri ci vedessero. Il rosso è il colore di Meena e che tutte le donne do-

vrebbero possedere.

L’otto marzo alcune cooperatrici, catechiste e ragazze del biennio si sono date

appuntamento presso la Chiesa San Giovanni Bosco per riflettere insieme, tra-

mite stralci di vita di donne speciale, sul ruolo e significato della donna. E dopo

una preghiera di ringraziamento… pizza per sole donne!!

Page 15: gioranlino marzo 2012

Numero 10-III, Marzo 2012 Pagina 15

<<Quando a causa degli anni

non potrai correre, cammina veloce.

Quando non potrai camminare veloce, cammina.

Quando non potrai camminare, usa il bastone.

Pero` non trattenerti mai>>.

Il blu è il colore del cielo, è il colore di chi non si ferma di fronte alle differenze

sociali, perché vede in ogni uomo un pezzo di cielo. Delle donne che unificano

con il loro amore il vasto continente e lo arricchiscono con il loro amore, la

loro operosità e il loro ingegno. Il blu è il colore di Madre Teresa ed è il colore

che tutte le donne dovrebbero possedere.

“Giovanni, sono stanca. Lasciami tornare ai Becchi. Lavoro dal mattino alla sera, sono una povera vecchia, e quei ragazzacci mi

rovinano sempre tutto. Non ce la faccio proprio più”. Don Bosco guardò il volto di sua madre e sente un nodo alla gola. Non trova

parole potenzialmente capaci di consolare quella povera donna. Si limitò allora a fare un gesto: le indicò il Crocifisso appeso alla

parete e la vecchia mamma capì in silenzio.

Il bianco è il colore dell’impegno, del sacrificio, dell’amore puro da donare agli altri. E’ il colore di chi sa che

“c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Il bianco è il colore di Mamma Margherita ed è il colore che ogni

donna dovrebbe avere.

Signore, ti adoriamo e ti riconosciamo

come Dio fatto uomo, nato da una donna.

Tu sei con noi, l’amico,il dono del padre all’umanità,

ma come non dire grazie a Tua Madre?

È per il suo “sì” umile che Tu sei il Dio con noi.

Benedici, Signore, ogni donna:

ogni mamma, ogni nonna, ogni bambina,

ogni giovane, ogni consacrata,

ogni donna qui e ovunque,“perfetta” e “debole”.

Signore, rendi ogni donna dono per la vita,

per il mondo e per la Chiesa,

così come hai fatto con Tua Madre.

Illumina i suoi occhi e rendi puro il suo cuore,

perché sappia riconoscere e valorizzare i doni che le hai affidato.

Fa’ che ogni donna scopra e viva le propria dignità,

imitando Maria, la vergine, la sposa, la madre,

Colei che serve la vita e testimonia

e comunica la ricchezza dell’amore e della speranza.

Amen!

Page 16: gioranlino marzo 2012

Pagina 16 Quelli de… l’Oratorio

FASE 1 - PREPARAZIONE

Con lo spirito che contraddistingue noi sale-

siani, armati di colla, rete, giornali, pennelli,

pittura, tanta buona volonta’ e soprattutto

allegria, abbiamo costruito -sempre nelle no-

stre possibilita’- un mondo con una grande

crepa dalla quale emergono diversi cartelli

che recitavano parole a noi note: ‘’CRISI’’,

‘’SPREAD’’, ‘’2012’’.

FASE 2 - IL CARRO

Il mondo in distruzione con gli allarmi che vi fuoriescono, in-

sieme ad una paurosa colonnina di benzina, sono i simboli che

abbiamo scelto quest’anno per dare uno spaccato della no-

stra societa’ e per denunciare qualcosa che non va.

La fine del mondo tanto temuta, che secondo i Maya

avverra’ proprio in questo 2012, la crisi, lo spread che sale,

il futuro incerto sono solo elementi che alimentano la nostra

paura, non ci rendono liberi! Finira’ questa paura e trionfera’

la serenita’, proprio come e’ finita la benzina???

FASE 3 - LA SFILATA

Un enorme successo ha avuto la sfilata di domenica:bambini,

giovani, adulti tutti mascherati nel migliore

dei modi, danzando, hanno seguito il carro

fino al ritorno in Oratorio, dove il gruppo

ADMA ha fatto trovare pronte le tradizio-

nali chiacchiere!

FASE 4 - IL PROCESSO

Il tanto atteso processo al carro di martedi’ grasso non

c’e’ stato: IL MAL TEMPO!

MA NON PREOCCUPATEVI, CI RIFAREMO

L’ANNO PROSSIMO........ MAYA PERMET-

TENDO!!!! J

Il nostro carnevale

Francesca SuraceFrancesca SuraceFrancesca SuraceFrancesca Surace

Page 17: gioranlino marzo 2012

Numero 10-III, Marzo 2012

CARNEVALE è quel periodo di festeggiamenti che precede la quaresi-ma, collocato nel calendario liturgico tra l’epifania e le ceneri, è una fe-sta di origini antichissime. Evidente è il legame con i vari riti d’inizio annuale o stagionale presenti presso tutti i popoli in tutte le epoche, co-me si può dedurre da vari elementi comuni, quali l’uso di maschere. Ai giovani il carnevale piace soprattutto per l’originalità di certe maschere. Ognuno con un po’ di fantasia può travestirsi come vuole. Di solito le femminucce si travestono da principesse e i maschietti da supereroi. Tante sono le maschere, molte di esse tipiche di alcune città o regioni. Pulcinella, ad esempio, è una maschera napoletana, Arlecchino Berga-masca, Colombina Veneziana, Gianduia Torinese, Meneghino Milane-se, il dottore Balanzone Bolognese e Giangurgolo è la maschera rap-presentativa della Calabria. Giangùrgolo vuol dire ”Giannigola-piena” o ”Gianni-ingordo”, infatti, la sua caratteristica principale è proprio la fame, l’ingordigia. Per saziarsi è disposto a tutto, a fare diversi mestieri, ad arraffare, e persino a rubare. Rappresenta un capitano di origine spagnola, che ha più del furfante che dell’uomo d’armi. L’origine di questa maschera è incerta. Pare sia nata a Napoli verso la metà del XVII secolo e poi, passata in Ca-labria, sia rimasta maschera tradizionale della regione. Certamente, all’epoca, era tenuta in grande considerazione, tanto da essere rappresentata nella Commedia dell’Arte nei teatri di tutta Italia. A parere di molti studiosi, la maschera di Giangurgolo è nata per mettere in ridicolo i signorotti cala-bresi di quel secolo che imitavano gli atteggiamenti boriosi e insolenti degli ufficiali spagnoli. Infatti, dai suoi comportamenti e dal suo modo di parlare, Giangùrgolo appare un nobile principe ricco, spavaldo, che incute rispetto o timore, mentre ineffetti è tutto il contrario: fanfarone, vanaglorioso, fifone. Nel ruolo di damerino cade spesso nel ridicolo, anche a causa dell’aspetto fisico sgraziato, il naso lungo e grosso, la voce stridula, col risultato di venire deriso e schernito proprio dalle donne corteggiate. L’abbigliamento, per come appare negli scenari della Comme-dia dell’Arte, è quello di un capitano spagnolo che porta sul volto una mascherina rossa con un nasone di cartone, in testa un alto cappello a forma di cono, di colore marrone o nero, con fascia rossa, ornato con una cadente piuma di pavone. Indossa un collettone bianco alla spagnola tutto pie-ghettato, un corpetto rosso e un giubbone a righe gialle e rosse con polsini bianchi merlettati, calzoni sotto il ginocchio e calze sempre a righe gialle e rosse, scarpe di vernice nera con fibbia, cinturone e un lungo spadone con bandoliera. Di questa simpatica maschera, che sui palcoscenici dei teatri secenteschi divertì il pubblico rappresentando la realtà regionale e dialettale calabrese, oggi sembra rima-nere solo un vago ricordo. Questa maschera, invece, dovrebbe venire riscoperta e valorizzata, poiché rappresentativa del nostro passato, della nostra tradi-zione, della nostra bella Calabria.

Gaia Riitano & Laura Nucera

Una maschera da riscoprire

Pagina 17

Page 18: gioranlino marzo 2012

Pagina 18 Quelli de… l’Oratorio

Domenica 5 Febbraio i bambini di II elementare, ac-

compagnati dai loro genitori e dalle loro catechiste,

sono stati accolti nella comunità parrocchiale ed han-

no ricevuto il Vangelo, come dono della comunità e

come impegno per la lettura personale o in famiglia.

Subito dopo l’Omelia i bambini sono stati chiamati

insieme ai loro genitori davanti all’altare dove hanno

promesso “ con l’aiuto dello Spirito Santo, accoglie-

re, leggere e vivere la parola di Dio contenuta nel

Vangelo” . Ai genitori, in quanto primi educatori alla

fede dei vostri figli è stato chiesto di “impegnarsi ad

aprire e a meditare con i loro figli il Vangelo di Gesù

e a testimoniarlo innanzitutto nella vita familiare”.

Con l’auguro da parte del parroco che “Esso sia sem-

pre forza e luce sul cammino della vostra vita” ogni

bambino ha ricevuto il proprio Vangelo e, stringen-

dolo stretto al petto, è ritornato al posto.

Una bellissima foto di gruppo ha poi suggellato que-

sto bellissimo giorno.

Alessandra Branca

“ Chi ascolta il Vangelo ascolta Gesù. “ Chi ascolta il Vangelo ascolta Gesù. “ Chi ascolta il Vangelo ascolta Gesù. “ Chi ascolta il Vangelo ascolta Gesù.

Beati coloro che ascoltano Gesù. La Beati coloro che ascoltano Gesù. La Beati coloro che ascoltano Gesù. La Beati coloro che ascoltano Gesù. La

sua Parola è la Parola del Padre” sua Parola è la Parola del Padre” sua Parola è la Parola del Padre” sua Parola è la Parola del Padre”

Page 19: gioranlino marzo 2012

Numero 10-III, Marzo 2012 Pagina 19

A cura di Angela ZavettieriA cura di Angela Zavettieri

GLI ANNI FAVOLOSI (1825 - 1835)

« Saltavo e danzavo sulla corda »

Nella bella stagione le cose cambiavano, diventavano più im-pegnative. Nei giorni di festa i ragazzi delle case vicine e anche di borgate lontane venivano a cercarmi. Davo spettacolo ese-guendo alcuni giochi che avevo imparato.

Nei giorni di mercato e di fiera andavo a vedere i ciarlatani e i saltimbanchi. Osservavo attentamente i giochi di prestigio, gli esercizi di destrezza. Tornato a casa, provavo e riprovavo finché riuscivo a realizzarli anch'io. Sono immaginabili le cadute, i ruz-zoloni, i capitomboli che dovetti rischiare. Eppure, anche se è difficile credermi, a undici anni io facevo i giochi di prestigio, il salto mortale, camminavo sulle mani, saltavo e danzavo sulla corda come un saltimbanco professionista.

Ogni pomeriggio festivo, spettacolo. Ai Becchi c'è un prato in cui crescevano diverse piante. Una di esse era un pero autunnale molto robusto. A

quell'albero legavo una fune, che tiravo fino ad annodarla a un'altra pianta. Accanto collocavo un tavolino con la borsa del prestigiatore. In terra stendevo un tappeto per gli esercizi a corpo libero.

Quando tutto era pronto e molti spettatori attendevano ansiosi l'inizio, invitavo tutti a recitare il Rosario e a cantare un canto sacro. Poi salivo sopra una sedia e facevo la predica. Ripetevo, cioè, l'omelia ascoltata al mattino durante la Messa, o raccontavo qualche fatto interessante che avevo ascoltato o letto in un libro. Finita la predica, ancora una breve preghiera e poi davo inizio allo spettacolo. Il predicatore si trasformava in saltim-banco professionista.

Eseguivo salti mortali, camminavo sulle mani, facevo evoluzioni ardite. Poi attaccavo i giochi di prestigio. Mangiavo monete e andavo a ripescarle sulla punta del naso degli spettatori. Moltiplicavo le pallottole colorate, le uova, cambiavo l'acqua in vino, uccidevo e facevo a pezzi un galletto per farlo subito dopo risuscitare e can-tare con allegria.

Finalmente balzavo sulla corda e vi camminavo sicuro come sopra un sentiero: saltavo, danzavo, mi appog-giavo con le mani gettando i piedi in aria, o volavo a testa in giù tenendomi appeso per i piedi.

Dopo alcune ore ero stanchissimo. Chiudevo lo spettacolo, recitavamo una breve preghiera e ognuno se ne tornava a casa. Dai miei spettacoli escludevo quelli che avevano bestemmiato, fatto cattivi discorsi, e chi si ri-fiutava di pregare con noi. «Ma per andare alla fiera e ai mercati - mi domanderete -, per assistere agli spetta-coli dei prestigiatori, si paga il biglietto. Da dove saltavano fuori i soldi? ».

Me li procuravo in mille maniere. Mettevo da parte le mance, i regali, le piccole somme che mia mamma e altri mi davano nelle feste per comprare le caramelle. Inoltre ero molto abile a catturare uccelli, che vendevo. Andavo a raccogliere funghi, erbe coloranti, erbe medicinali, che poi vendevo.

Mi domanderete ancora: « Ma tua mamma era contenta di saperti ai mercati e alle fiere, di vederti fare il sal-timbanco? ». Vi dirò che mia mamma mi voleva molto bene. Io le raccontavo tutto: i miei progetti, le mie piccole imprese. Senza la sua approvazione non facevo niente. Lei sapeva tutto, osservava tutto e mi lasciava fare. Anzi, se mi occorreva qualcosa cercava di procurarmelo. Anche i miei amici, quando mi mancava qualcosa per lo spettacolo, me lo imprestavano con piacere. (continua…)

Page 20: gioranlino marzo 2012

Pagina 20 Quelli de… l’Oratorio

C’era un intero paese in piazza Syntagma ad Atene C’era un intero paese in piazza Syntagma ad Atene C’era un intero paese in piazza Syntagma ad Atene C’era un intero paese in piazza Syntagma ad Atene

la sera del 12 febbraio 2012, nella piazza intitolata la sera del 12 febbraio 2012, nella piazza intitolata la sera del 12 febbraio 2012, nella piazza intitolata la sera del 12 febbraio 2012, nella piazza intitolata

alla Costituzione greca, valore supremo per ogni alla Costituzione greca, valore supremo per ogni alla Costituzione greca, valore supremo per ogni alla Costituzione greca, valore supremo per ogni

cittadino, fiero dei padri che fondarono cittadino, fiero dei padri che fondarono cittadino, fiero dei padri che fondarono cittadino, fiero dei padri che fondarono

la Democrazia. la Democrazia. la Democrazia. la Democrazia.

Donne e uomini, giovani e vecchi, persino bambini con le mani strette a quelle dei genitori. Erano tutti lì

per decidere il futuro del loro paese, della loro vita e delle generazioni che verranno.

Le provocazioni scandite da rulli di tamburi, maschere allegoriche, scherzi, striscioni e perfino lanci di

frutta, fanno parte della coreografia di ogni manifestazione, soprattutto di quelle pacifiche: con l’ironia si

vuole sciogliere la tensione accumulata in anni di ristrettezza economica, si vuole sciogliere la tensione

dell’attesa di un voto.

Dentro il palazzo che svetta su Piazza Syntagma, 300 deputati hanno discusso per più di 5 ore sul pac-

chetto di misure economiche richieste dall’Unione Europea, misure durissime, necessarie ma non soppor-necessarie ma non soppor-necessarie ma non soppor-necessarie ma non soppor-

tabilitabilitabilitabili.

Il voto era previsto per l’una di notte, ma già

dal pomeriggio l’intero centro di Atene si mo-

strava sconvolto da una guerriglia con scontri

tra black-block e polizia.

Il fumo si spargeva e costringeva i manifestanti

ad allontanarsi, ma non per molto: la gente, la gente, la gente, la gente,

quella che lotta ogni giorno per lavorare, che quella che lotta ogni giorno per lavorare, che quella che lotta ogni giorno per lavorare, che quella che lotta ogni giorno per lavorare, che

combatte per dare ai propri figli un futuro, che combatte per dare ai propri figli un futuro, che combatte per dare ai propri figli un futuro, che combatte per dare ai propri figli un futuro, che

non vuole sottostare ai soprusi del più ricco e non vuole sottostare ai soprusi del più ricco e non vuole sottostare ai soprusi del più ricco e non vuole sottostare ai soprusi del più ricco e

potente rimaneva li, urlava e batteva le mani potente rimaneva li, urlava e batteva le mani potente rimaneva li, urlava e batteva le mani potente rimaneva li, urlava e batteva le mani

aizzata da rabbia e indignazione. aizzata da rabbia e indignazione. aizzata da rabbia e indignazione. aizzata da rabbia e indignazione.

I black-block (i “famosi” anarchici che da tempo imperversano in più manifestazioni armati di bastoni)

raggiungevano il resto dei pacifici manifestanti con l’intenzione di sfasciare vetrine, automobili e palazzi di

lusso, seminando il panico.

SCONTI IN GRECIA,

METAFORA DELLA CRISI EUROPEA

Page 21: gioranlino marzo 2012

Numero 10-III, Marzo 2012 Pagina 21

La polizia voleva far cessare la manifestazione - come di solito accade in questi casi - ma stavolta non ci riesce: la gente non arretrava, non voleva abbandonare la piazza, segno, questo, di dignità e unione popolare. E’ una scena incredibile: gente comune, in piazza, studenti, padri e madri di famiglia con i loro bambi-ni, anziani; c’è una guerriglia a qualche metro di distanza, ma con mascherine antigas o fazzoletti inzup-pati d’acqua rimangono tutti li, vogliono prendere parte al loro destinovogliono prendere parte al loro destinovogliono prendere parte al loro destinovogliono prendere parte al loro destino. Il voto che quella gente sta aspettando riguarda il futuro della Grecia, paese in profonda crisi economi-ca ormai da molto tempo, “mangiato” dal malgoverno dei vari principini che si sono susseguiti alla sua guida: si deve scegliere se accettare o meno il piano di tagli economici proposto dai “banchieri” dell’Unione Europea, in cambio di un prestito. Prestito necessario per questo paese se vuole fare ancora parte della comunità europea, cosa vitale, in quanto lo Stato è indebitato con le banche europee per miliardi di euro. Prestito che però, per il popolo, significherebbe vedere tagliate le pensioni e gli stipendi, licenziati buo-na parte dei dipendenti pubblici, cessati i fondi per sanità e scuola, “cancellati i progetti del proprio fu-“cancellati i progetti del proprio fu-“cancellati i progetti del proprio fu-“cancellati i progetti del proprio fu-turo”.turo”.turo”.turo”. Tutto questo chissà per quanto tempo e soprattutto senza alcuna sicurezza che il paese si possa salvare.Tutto questo chissà per quanto tempo e soprattutto senza alcuna sicurezza che il paese si possa salvare.Tutto questo chissà per quanto tempo e soprattutto senza alcuna sicurezza che il paese si possa salvare.Tutto questo chissà per quanto tempo e soprattutto senza alcuna sicurezza che il paese si possa salvare. Se da una parte la gente non voleva si accettasse tale eventualità, stanca di far vivere nell’agio e col proprio sudore chi specula e non pensa al benessere di tutti, dall’altra, il governo ha accettato la propo-sta. La Grecia, per poter sopravvivere, sarà costretta da qui a qualche decennio a chiedere letteralmente l’elemosina all’Unione Europea, chiedere l’elemosina a chi, nonostante l’evidente fallimento di una politica troppo orientata verso gli sperperigli sperperigli sperperigli sperperi, troppo orientata all’accumulo di soldi per poche personeall’accumulo di soldi per poche personeall’accumulo di soldi per poche personeall’accumulo di soldi per poche persone, troppo orientata al guadagno personale e non della comunitàguadagno personale e non della comunitàguadagno personale e non della comunitàguadagno personale e non della comunità, continuerà a governare e mettere la gente di una stessa nazione l’un contro l’altro.

Il popolo europeo, non solo quello greco, a cui è inevitabile vada la nostra solidarietà, non può e non deve competere in questa gara al suicidio: bisogna uscire da questa logica perversa che vuole la ricchez-bisogna uscire da questa logica perversa che vuole la ricchez-bisogna uscire da questa logica perversa che vuole la ricchez-bisogna uscire da questa logica perversa che vuole la ricchez-za nei soldi e non nelle vere risorse, ovvero la gente che vuole lavorare, sacrificarsi e vedere realizzati i za nei soldi e non nelle vere risorse, ovvero la gente che vuole lavorare, sacrificarsi e vedere realizzati i za nei soldi e non nelle vere risorse, ovvero la gente che vuole lavorare, sacrificarsi e vedere realizzati i za nei soldi e non nelle vere risorse, ovvero la gente che vuole lavorare, sacrificarsi e vedere realizzati i propri sogni….propri sogni….propri sogni….propri sogni….

Angelo Scordo

Page 22: gioranlino marzo 2012

La Federazione nazionale “CNOS-FAP” – Centro Nazionale Opere Salesiane / Forma-zione Aggiornamento Professionale – è un’Associazione di fatto, costituita il 9 di-cembre 1977, che coordina i Salesiani d’Italia impegnati a promuovere un servizio di pubblico interesse nel campo dell’Orientamento, della Formazione e dell’Aggiornamento professionale con lo stile di don Bosco. La Federazione CNOS-FAP non ha scopo di lucro. Sono soci della Federazione le Istituzioni salesiane e le As-sociazioni / Federazioni locali e regionali CNOS-FAP che promuovono iniziative e a-zioni di orientamento e di formazione pro-fessionale, soprattutto attraverso i Centri di Formazione Professionale (CFP) polifunzio-nali. E’ presente, attualmente, in sedici re-gioni e dispone di circa sessanta sedi operative (CFP), tra cui Bova Marina, coordinate dalla Sede Naziona-le. La Federazione Nazionale CNOS-FAP, in coerenza con la propria proposta formativa agisce a livello:

internazionale, nazionale, regionale e locale, dove si elaborano programmi e piani formativi specifici;

ecclesiale, con l’impegno di favorire la crescita della spiritualità e della solidarietà nel mondo del lavoro;

salesiano, all’interno del progetto educativo-pastorale, ispirato a don Bosco e al suo “sistema preventivo”, che caratterizza tutti i giovani coinvolti nel Movimento Giovanile Salesiano.

opera soprattutto promuovendo

attività di formazione professionale iniziale, superiore e specifica per determinate utenze soprattutto nei set-tori dell’industria e del terziario;

iniziative di formazione professionale continua, in dialogo con il mondo del lavoro;

progetti di carattere transnazionale, specialmente con partner dell’Unione europea;

programmi e piani di formazione residenziali e a distanza per rispondere alle esigenze più avvertite dagli operatori della Federazione e dal mondo del lavoro.

coordina

delegazioni regionali e sedi operative, denominate Centri di Formazione Professionale (CFP), distribuite sul territorio nazionale;

La Federazione

Fin dai suoi inizi la Congregazione Salesiana è stata conosciuta e apprezzata per i suoi Centri di Forma-

zione Professionale, attraverso i quali si offriva ai giovani più poveri, quelli che sovente fin da piccoli do-

vevano lavorare per aiutare la famiglia o quelli che non riuscivano a seguire il percorso scolastico norma-

le, una formazione umana e una preparazione per il lavoro di qualità, che permetteva loro di affrontare

con fiducia e responsabilità il loro futuro (Don Pascual Chávez Villanueva, Rettor Maggiore, 2010).

“FACCIAMO DEI GIOVANI LA MISSIONE DELLA NOSTRA VITA”

Pagina 22 Quelli de… l’Oratorio

Page 23: gioranlino marzo 2012

Un viaggio avventuroso per rispondere a una grande do-

manda: Gesù è davvero esistito?

Dal monte Sinai al Cairo, passando per Manchester e Fi-

renze, in viaggio intorno al mondo come piccoli Indiana

Jones sulle tracce di Gesù. Con l'aiuto di mappe, papiri e

documenti storici, cercheremo insieme una risposta a un

grande quesito: Gesù è davvero esistito? Un volume ricco

di illustrazioni, pensato per i ragazzi, storicamente accu-

rato e dalla grafica moderna.

La questione fondamentale del "Gesù storico "? è affronta-

ta in questo volume, scritto da Valentina Alberici, in mo-

do preciso, documentato e accattivante. Uno strumento

utilissimo per la catechesi, i gruppi giovanili e la lettura

personale.

sedi orientative e servizi di orientamento per i giovani e per gli utenti, anche in collaborazione con i CO-SPES (Centri di Orientamento Scolastico, Professionale e Sociale);

realizza

pubblicazioni per la diffusione della cultura professionale, in particolare, la rivista quadrimestrale “Rassegna CNOS – Problemi, esperienze, prospettive per l’istruzione e la formazione professionale” e la collana “Studi, Progetti, Esperienze per la nuova formazione professionale”;

convegni, studi, ricerche e sperimentazioni.

Cura lo sviluppo della professionalità degli operatori e delle istituzioni federate, qualificandone i ruoli edu-cativi, psicopedagogici, didattici e tecnici, mediante la predisposizione di programmi pluriennali e piani an-nuali di attività. In particolare mira a:

- promuovere le dimensioni spirituale, educativa, culturale, sociale, politica e di solidarietà del lavoro uma-no;

- educare alla convivenza civile sollecitando comportamenti coerenti a livello locale, nazionale, europeo e mondiale;

- rispondere alle domande formative emergenti dalle fasce sociali più deboli, specialmente quelle giovanili;

- realizzare iniziative di orientamento nella dimensione educativa e promozionale, favorendo specifici in-terventi rivolti a soggetti esposti al rischio di marginalità culturale, professionale e sociale;

- favorire la cultura e lo scambio di esperienze transnazionali tra i giovani per maturare in loro la consape-volezza di cittadinanza europea e la crescita nella prospettiva di uno sviluppo solidale per tutti e di ciascu-no;

- sviluppare le professionalità specifiche di tutti gli operatori delle istituzioni confederate, qualificandone i ruoli educativi, psicopedagogici, didattici e tecnici;

- assicurare ai soci della Federazione forza giuridica di rappresentanza a tutti i livelli, negli organismi con-sultivi e decisionali, che hanno competenza in materie di orientamento, di formazione e di aggiornamento professionale.

LA DIREZIONE DEL CNOS-FAP DI BOVA MARINA

Numero 10-III, Marzo 2012 Pagina 23

Page 24: gioranlino marzo 2012

Pagina 24 Quelli de… l’Oratorio

Nella settimana in cui tutto lo sport italiano deve fare i conti con la "delusione" per la rinuncia alle Olimpiadi in Italia, c'è un altro fatto che regala grande speranza ed entusiasmo. Nasce il "Manifesto dello sport educativo".

Indubbiamente farà meno clamore rispetto a Roma 2020, ma si tratta di un impegno che può (e deve) segnare in positivo il futuro dello sport italiano e del Paese. A "inventare" il Manifesto è stato l'Ufficio per la pastorale sport turismo e tempo libero della Conferenza Episcopale Italia-na. A scriverlo, sotto la preziosa regia di don Mario Lusek, direttore dell'Ufficio Cei, sono state tutte le associazioni di ispirazione cristiana impegnate nell'ambito sportivo. In un grande gioco di squadra Csi, Anspi, Libertas, Us Acli, Sportmeet, Pgs, Noi Associazione, Centro Nazionale Opere Salesiane per lo Sport, Fisiae, Federcultura Turismo e Sport, Entel, e Cdo Sport, si sono messe intorno al tavolo dell'ufficio della Cei e hanno dato il proprio contributo alla stesura defi-nitiva. Si tratta di un preziosissimo strumento che vuole rimettere in fila, nero su bianco, obietti-vi e finalità di chi crede nello sport come strumento educativo, alla luce del Vangelo. Il manife-sto verrà presentato quanto prima a Roma, alla presenza delle massime autorità della Chiesa e dello sport italiano. Poi nasceranno "presentazioni" sul territorio promosse dagli uffici diocesani per lo sport, turismo e tempo libero. L'obiettivo è di coinvolgere tutti andando in ogni direzione. Da un lato si tratta di un manifesto "aperto", nel senso che ogni realtà dello sport italiano (Federazioni, atleti, organizzazioni...) potranno condividerlo firmandolo e facendolo diventare un impegno per tutta la loro realtà. Dall'altro si vuole arrivare alle società sportive. Un giorno non lontano questo manifesto dello sport educativo dovrà diventare patrimonio di tutte le socie-tà sportive impegnate in ambito educativo quale punto di riferimento per l'azione quotidiana di dirigenti, allenatori, operatori, animatori, genitori. Come dicevamo la presentazione avverrà fra qualche settimana. E allora perché parlarne oggi? Perché ogni sportivo è abituato, persa una partita, a guardare avanti ed a tuffarsi in un'altra sfida. Tramontata la candidatura di Roma 2020 la nascita del primo Manifesto dello sport educativo segna una sfida che coinvolgerà tutto lo sport italiano.

Dare forza e incisività alle potenzialità educative dello sport non è una "partita secondaria". È, e sempre di più dovrà essere, una "priorità delle priorità" per tutte le istituzioni del Paese. Inoltre non capita sempre che in ambito ec-clesiale si assista ad un gioco di squa-dra così bello e concreto. Tutte le real-tà di ispirazione cristiana che scendo-no in campo, a fianco del loro "capitano" don Mario Lusek, con un documento "unitario". Un bel segno di comunione, di speranza, di quello slancio sportivo, che a dirla con le pa-role del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - subito dopo il no del governo alle Olimpiadi 2020 - «avrà modo di esprimersi attraverso possibili iniziative che non mancheran-

no per valorizzare le energie e le potenzialità dello sport italiano». A cura di Leo Plutino

NASCE IL MANIFESTO

DELLO SPORT EDUCATIVO

Page 25: gioranlino marzo 2012

Numero 10-III, Marzo 2012 Pagina 25

1 Marzo:1 Marzo:1 Marzo:1 Marzo: Rocco Morabito; Giusy Ferraro; Annamaria Palamara Mesiano; Maria Catanea, Alessia Plutino

2 Marzo2 Marzo2 Marzo2 Marzo: Lidia Lingria

3 Marzo3 Marzo3 Marzo3 Marzo: Massimo Alampi

4 Marzo4 Marzo4 Marzo4 Marzo: Emanuela Iaria; Francesco Stelitano

5 Marzo5 Marzo5 Marzo5 Marzo: Giuseppe Tuscano; Enzo De Liguoro

6 Marzo6 Marzo6 Marzo6 Marzo: Lillo Saladino

7 Marzo7 Marzo7 Marzo7 Marzo: Gabriele Arconti

8 Marzo8 Marzo8 Marzo8 Marzo: Lucia Albano; Giuseppe Zema, Alessandro Autelitano, Simon Iaria

9 Mazo9 Mazo9 Mazo9 Mazo: Francesca Giaquinto; Andrea Casile; Simone Paviglianiti

10 Marzo10 Marzo10 Marzo10 Marzo: Fabio Mario Tuscano; Domenico Minniti; Barbala Zappalà

11 Marzo11 Marzo11 Marzo11 Marzo: Francesca Saladino; Carmela Moncada; Maria Teresa Paticò, Angelo Mesiano

12 Marzo12 Marzo12 Marzo12 Marzo: Laura Ricci; Bruna Vadalà; Gerardo Santulli

13 Marzo13 Marzo13 Marzo13 Marzo: Teresa Zavettieri; Marzia Legato

14 Marzo14 Marzo14 Marzo14 Marzo: Renée Lejeune

15 Marzo15 Marzo15 Marzo15 Marzo: Giulia Minniti

16 Marzo16 Marzo16 Marzo16 Marzo: Pietro Spataro

17 Marzo17 Marzo17 Marzo17 Marzo: Leo Casile

18 Marzo18 Marzo18 Marzo18 Marzo: Antonio Colombino;

Mona Achace

20 Marzo20 Marzo20 Marzo20 Marzo: Lilia Funtò

21 Marzo: 21 Marzo: 21 Marzo: 21 Marzo: Marco Allotta

22 Marzo22 Marzo22 Marzo22 Marzo: Lea Russo; Rachele Polselli; Rosaria d'Avino

24 Marzo24 Marzo24 Marzo24 Marzo: Francesco Iaria; Deborah Nucera

25 Marzo25 Marzo25 Marzo25 Marzo: Luigi Viel; Mattia Cuppari

26 Marzo26 Marzo26 Marzo26 Marzo: Antonella Catanea, Marilena Natoli

27 Marzo27 Marzo27 Marzo27 Marzo: Pietro Iiriti; don Mimmo Madonna

28 Marzo28 Marzo28 Marzo28 Marzo: Giancarlo Leone Fiumanò

29 Marzo29 Marzo29 Marzo29 Marzo: Adelaide Legato; Vittoria Minniti; Angelo Volontà, Silvia Tuscano

30 Marzo30 Marzo30 Marzo30 Marzo: Alessandra Arconti; Angelo Rodà; Luigi Palamara Mesiano; Valeria Foti

19 Marzo:19 Marzo:19 Marzo:19 Marzo:

Auguri a Auguri a Auguri a Auguri a

tutti i papa

tutti i papa

tutti i papa

tutti i papa

ANNIVERSARI O

ANNIVERSARI O

ANNIVERSARI O

ANNIVERSARI O

di ORDINAZIONE:

di ORDINAZIONE:

di ORDINAZIONE:

di ORDINAZIONE:

11 marzo:

11 marzo:

11 marzo:

11 marzo: do

n Lindo

don Lindo

don Lindo

don Lindo

21 marzo: don

Luigi

21 marzo: don

Luigi

21 marzo: don

Luigi

21 marzo: don

Luigi

Page 26: gioranlino marzo 2012

Ogni domenica troverete in fondo alla chiesa una Ogni domenica troverete in fondo alla chiesa una Ogni domenica troverete in fondo alla chiesa una Ogni domenica troverete in fondo alla chiesa una Ogni domenica troverete in fondo alla chiesa una Ogni domenica troverete in fondo alla chiesa una Ogni domenica troverete in fondo alla chiesa una Ogni domenica troverete in fondo alla chiesa una

cesta da riempire con i viveri di prima necessità. cesta da riempire con i viveri di prima necessità. cesta da riempire con i viveri di prima necessità. cesta da riempire con i viveri di prima necessità. cesta da riempire con i viveri di prima necessità. cesta da riempire con i viveri di prima necessità. cesta da riempire con i viveri di prima necessità. cesta da riempire con i viveri di prima necessità.

È solo un piccolo gesto che può rendere felici gli altri.È solo un piccolo gesto che può rendere felici gli altri.È solo un piccolo gesto che può rendere felici gli altri.È solo un piccolo gesto che può rendere felici gli altri.È solo un piccolo gesto che può rendere felici gli altri.È solo un piccolo gesto che può rendere felici gli altri.È solo un piccolo gesto che può rendere felici gli altri.È solo un piccolo gesto che può rendere felici gli altri.

Ogni venerdìOgni venerdìOgni venerdìOgni venerdì

ore 18:00 Via Crucisore 18:00 Via Crucisore 18:00 Via Crucisore 18:00 Via Crucis

25 marzo: 25 marzo: 25 marzo: 25 marzo:

Ritiro famiglie scuole ele-Ritiro famiglie scuole ele-Ritiro famiglie scuole ele-Ritiro famiglie scuole ele-

mentari e mediementari e mediementari e mediementari e medie

04 Aprile 04 Aprile 04 Aprile 04 Aprile

Ritiro operatori pastoraliRitiro operatori pastoraliRitiro operatori pastoraliRitiro operatori pastorali

20202020----21 M

arzo: 40 ore

21 Marzo

: 40 ore

21 Marzo

: 40 ore

21 Marzo

: 40 ore

01 Aprile: ore 9

.00 ben

edizione

01 Aprile: ore 9

.00 ben

edizione

01 Aprile: ore 9

.00 ben

edizione

01 Aprile: ore 9

.00 ben

edizione

delle Pa

lme e S.

Messa

delle Pa

lme e S.

Messa

delle Pa

lme e S.

Messa

delle Pa

lme e S.

Messa

05 Aprile: ore 18.00 Cena del Signore , 05 Aprile: ore 18.00 Cena del Signore , 05 Aprile: ore 18.00 Cena del Signore , 05 Aprile: ore 18.00 Cena del Signore ,

Adorazione personale Adorazione personale Adorazione personale Adorazione personale

0re 21.00 Adorazione Comunitaria0re 21.00 Adorazione Comunitaria0re 21.00 Adorazione Comunitaria0re 21.00 Adorazione Comunitaria

06 Aprile: ore 16.00 Passione del Signore06 Aprile: ore 16.00 Passione del Signore06 Aprile: ore 16.00 Passione del Signore06 Aprile: ore 16.00 Passione del Signore

ore 18.00 Processione per le vie del paeseore 18.00 Processione per le vie del paeseore 18.00 Processione per le vie del paeseore 18.00 Processione per le vie del paese

07 Aprile: ore 23.00 Veglia Pasquale07 Aprile: ore 23.00 Veglia Pasquale07 Aprile: ore 23.00 Veglia Pasquale07 Aprile: ore 23.00 Veglia Pasquale

08 Aprile: PASQUA DI RISUREZIONE08 Aprile: PASQUA DI RISUREZIONE08 Aprile: PASQUA DI RISUREZIONE08 Aprile: PASQUA DI RISUREZIONE