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Gestione dell’obesità: quali interventi comprovati per il calo ponderale abbiamo a disposizione?Questa attività formativa è supportata da un finanziamento indipendente a fini educativi concesso da Novo Nordisk.

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Gestione dell’obesità: quali interventi comprovati per il calo ponderale abbiamo a disposizione?

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Questa attività formativa è destinata ad un pubblico internazionale di professionisti della sanità di provenienza non statunitense, nello specifico diabetologi ed endocrinologi, medici di base e cardiologi coinvolti nella diagnosi e nella gestione dei pazienti obesi.

Lo scopo di questa attività è migliorare le competenze dei medici in relazione alla gestione dei pazienti in sovrappeso e obesi.

Una volta portata a termine questa attività, i partecipanti avranno maggiori competenze in relazione a:

• epidemiologia dell’obesità e associazione tra peso e malattia• fisiologia e fisiopatologia dell’aumento eccessivo di peso e difficoltà associate al calo ponderale• come incorporare nuovi farmaci per la perdita di peso in un piano globale di gestione del peso

Docenti e dichiarazioni di conflitto d’interesse

WebMD Global richiede che ogni individuo in posizione di controllare il contenuto di una delle sue attività formative riveli qualsiasi relazione finanziaria rilevante intercorsa negli ultimi 12 mesi, che potrebbe creare un conflitto d’interessi.

Robert Kushner, MD

Professore di Medicina, Università Northwestern Feinberg School of Medicine; Direttore, Center for Lifestyle Medicine, Northwestern Medicine, Chicago, Stati Uniti

Robert Kushner, MD, ha reso noti i seguenti rapporti finanziari rilevanti:

• Ha lavorato come consigliere o consulente per: Novo Nordisk; Retrofit, Inc.; Takeda Pharmaceuticals North America, Inc.; Weight Watchers; Zafgen

• Ha ricevuto finanziamenti per attività di ricerca clinica da: Aspire Bariatrics

Leigh Perreault, MD

Professore associato di Medicina, Divisione di Endocrinologia, Metabolismo e Diabete; Università del Colorado Anschutz Medical Campus; Professore associato di Epidemiologia, Colorado School of Public Health, Aurora, Stati Uniti

Leigh Perreault, MD, ha reso noti i seguenti rapporti finanziari rilevanti:

• Ha lavorato come consigliere o consulente per: AstraZeneca; Boehringer Ingelheim Pharmaceuticals, Inc.; Lilly; Merck & Co., Inc.; Novo Nordisk; Pfizer Inc.; Rhythm; Sanofi

• Ha svolto il ruolo di relatore o è stato membro di un comitato di relatori per: AstraZeneca; Janssen Pharmaceuticals; Merck & Co., Inc.; Novo Nordisk; Orexigen Therapeutics, Inc.

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Donna Ryan, MD

Professoressa emerita, Pennington Biomedical Research Center, Baton Rouge, Louisiana, Stati Uniti

Donna Ryan, MD, ha reso noti i seguenti rapporti finanziari rilevanti:

• Ha lavorato come consigliere o consulente per: Eisai Co., Ltd; Gila Therapeutics, Inc.; Janssen Pharmaceuticals; KVK Tech; Merck & Co., Inc.; Novo Nordisk; Orexigen Therapeutics, Inc.; Real Appeal

• Ha svolto il ruolo di relatore o è stato membro di un comitato di relatori per: Novo Nordisk; Orexigen Therapeutics, Inc.• Possiede azioni, opzioni di acquisto di azioni od obbligazioni di: Gila Therapeutics, Inc.; Scientific Intake

Sean Wharton, MD, FRCPC, PharmD

Direttore medico presso la Wharton Medical Clinic; Medicina interna - Professore a contratto, Università McMaster, Hamilton, Canada

Sean Wharton, MD, FRCPC, PharmD, ha reso noti i seguenti rapporti finanziari rilevanti:

• Ha lavorato come consigliere o consulente per: AstraZeneca; Eli Lilly and Company; Janssen Pharmaceuticals; Novo Nordisk• Ha svolto il ruolo di relatore o è stato membro di un comitato di relatori per: AstraZeneca; Eli Lilly and Company; Janssen

Pharmaceuticals; Novo Nordisk

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GESTIONE  DELL'OBESITÀ:    QUALI  INTERVENTI  COMPROVATI  PER  IL  CALO  PONDERALE  ABBIAMO  A  

DISPOSIZIONE?  

Robert  Kushner,  MD  Professore  di  Medicina    Università  Northwestern    Feinberg  School  of  Medicine;  Dire<ore,  Center  for  Lifestyle  Medicine  Northwestern  Medicine  Chicago,  StaA  UniA    

Moderatore  

Robert F. Kushner, MD: Salve. Sono il Dott. Robert Kushner della Feinberg School of Medicine dell’Università Northwestern di Chicago, Illinois. Benvenuti a questo programma intitolato “Gestione dell’obesità: quali interventi comprovati per il calo ponderale abbiamo a disposizione?”

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Donna  Ryan,  MD  Professoressa  emerita  Pennington  Biomedical  Research  Center  Baton  Rouge,  StaA  UniA    

Sean  Wharton,  MD,  FRCPC,  PharmD  Dire<ore  medico  presso  la  Wharton  Medical  Clinic;  Medicina  interna  -­‐  Professore  a  contra<o,  Università  McMaster  Hamilton,  Canada  

     

Leigh  Perreault,  MD  Professore  associato  di  Medicina,  Divisione  di  Endocrinologia,  Metabolismo  e  Diabete  Università  del  Colorado  Anschutz  Medical  Campus;  Professore  associato  di  Epidemiologia  Colorado  School  of  Public  Health  Aurora,  StaA  UniA  

DocenN  

Vorrei dare il benvenuto al nostro gruppo di esperti: la Dott.ssa Leigh Perreault dell’Anschutz Medical Campus dell’Università del Colorado; la Dott.ssa Donna Ryan, Professoressa emerita al Pennington Biomedical Research Center di New Orleans, Louisiana; e il Dott. Sean Wharton, Direttore medico della Wharton Medical Clinic all’Università McMaster, Hamilton, Ontario, Canada. Benvenuti.

Sean Wharton, MD, FRCPC, PharmD: Grazie.

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Introduzione/Background  

•  Sovrappeso  e  obesità  hanno  raggiunto  proporzioni  epidemiche  a  livello  mondiale  e  sono  associaA  a  un  rischio  elevato  per  una  serie  di  disturbi  cardiometabolici,  oltre  che  per  artrosi,  cancro  e  altre  patologie  

•  È  noto  che  un  calo  ponderale,  anche  moderato,  può  ridurre  il  rischio  di  sviluppare  queste  patologie  •  Sono  disponibili  varie  strategie  e  terapie  farmacologiche  per  la  perdita  di  peso;  tu<avia,  il  calo  ponderale  è  difficile  da  o<enere,  ed  evitare  di  riprendere  peso  dopo  averlo  perso  può  essere  ancora  più  difficile  

Dott. Kushner: Prima di iniziare la nostra discussione sull’obesità, vorrei preparare il terreno. La prima cosa di cui voglio parlare riguarda la prevalenza e le dimensioni del problema a livello mondiale.

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Contrastare  l'epidemia  di  obesità  globale  •  Nel  mondo,  il  tasso  di  obesità  è  quasi  raddoppiato  dal  1980:  poco  più  di  200  milioni  di  uomini  adulA  e  poco  meno  di  300  milioni  di  donne  adulte  sono  obesi[a]  

–  Nel  2014,  il  39%  degli  adulA  di  età  pari  o  superiore  a  18  anni  era  in  sovrappeso  e  un  ulteriore  13%  era  affe<o  da  obesità[b]  

•  I  tassi  di  obesità  sono  in  conAnuo  aumento  anche  tra  i  bambini:  nel  2010,  43  milioni  di  bambini  in  età  prescolare  erano  in  sovrappeso  o  obesi,  un  aumento  del  60%  dal  1990[c]  

•  Uno  studio  del  2014  su  sovrappeso  e  obesità  nei  bambini  e  negli  adulA  dal  1980  al  2013  ha  riscontrato  un  aumento  della  percentuale  di  adulA  in  sovrappeso  o  obesi  nel  mondo;  inoltre  è  aumentata  in  modo  sostanziale  anche  la  prevalenza  nei  bambini  e  negli  adolescenA  sia  nei  paesi  sviluppaA  sia  in  quelli  in  via  di  sviluppo[b]  

a.  Finucane  MM,  et  al.  Lancet.  2011;337:557-­‐567.  b.  Ng  M,  et  al.  Lancet.  2014;  384:766-­‐781.  c.  de  Onis  M,  et  al.  Am  J  Clin  Nutr.  2010;92:1257-­‐1264.  

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’obesità è raddoppiata dal 1980. Nel 2014, oltre 1,9 miliardi di adulti erano in sovrappeso; di questi, 600 milioni erano obesi. Sappiamo anche che l’obesità è uno dei fattori che contribuiscono maggiormente alle malattie non comunicabili, che si stanno ora attestando come la principale causa di mortalità a livello mondiale. Ciò avrà un impatto economico e sociale su tutti i paesi. In particolare, l’argomento di cui parleremo oggi sono le implicazioni cliniche.

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Cancro  mammella,  utero,  cervice,  prostata,  rene,  colon,  esofago,  pancreas,  fegato  

Complicanze  mediche  dell'obesità  

Flebite  stasi  venosa    

CardiopaNa  coronarica  

MalaTa  polmonare  anomalie  funzionali  apnea  ostrufva  del  sonno  sindrome  da  ipovenAlazione  

MalaTa  della  colecisN  

GoUa  

Diabete  

Artrosi  

Steatosi  epaNca  non  alcolica  steatosi  steatoepaAte  cirrosi  

Ipertensione  Dislipidemia  

CataraUe  

Cute  

PancreaNte  

Ipertensione  intracranica  idiopaNca  

Anomalie  ginecologiche          anomalie  mestruali          inferAlità          sindrome  dell'ovaio  policisAco    

Ictus  

DiaposiAva  per  genAle  concessione  di  Robert  Kushner,  MD.  

A livello medico, le conseguenze sono significative. Questa diapositiva mostra una sezione coronale di una persona, che evidenzia la distribuzione del grasso e la vastità di tutti i problemi medici che vengono osservati nei vari sistemi e organi coinvolti. Parleremo del trattamento successivamente, ma vorrei sottolineare, all’inizio di questa conversazione, che ci sono cose che possiamo fare in relazione a questi problemi. A titolo di esempio, vorrei focalizzare la nostra attenzione sul diabete, perché ovunque esiste obesità, esiste anche diabete.

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Per esempio, esiste un ottimo studio in cui è stato implementato un programma di prevenzione del diabete in oltre 3.000 soggetti che sono stati randomizzati a modifiche dello stile di vita, metformina o placebo. Sappiamo che in un intervallo di tempo molto breve, 4 anni, è stato osservato un calo ponderale del 7% con le sole modifiche dello stile di vita e, anche nei casi in cui i soggetti hanno ripreso il peso perduto, vi è stata una significativa riduzione dello sviluppo di diabete. Questi sono pazienti a rischio di diabete. Facendo un passo avanti, sappiamo dallo studio clinico Look AHEAD che i soggetti obesi, se inseriti in un programma per il calo ponderale, possono perdere in 1 anno l’8,6% del loro peso corporeo rispetto ai soggetti di controllo, con una significativa riduzione dei livelli di emoglobina A1C e della glicemia.

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Tassi  di  riduzione  delle  comorbilità  dopo  chirurgia  bariatrica  

MalaTa  o  sintomo  

Miglioramento  o  remissione  dopo  ≤  2  anni  

Miglioramento  o  remissione  dopo  5-­‐7  anni  

Miglioramento  o  remissione  dopo  10  anni  

Diabete  mellito   72%   54%   30%  

Ipertensione   24%   66%   41%  

Ipertrigliceridemia   62%   82%   40%  

Ipercolesterolemia   22%   53%   21%  

Apnea  del  sonno   94%   66%   -­‐  

Steatosi  epaAca   84%   -­‐   -­‐  

InconAnenza  urinaria  da  stress  

64%  risolta,  92%  migliorata   -­‐   -­‐  

Depressione   50%   -­‐   -­‐  

Vest  AR,  et  al.  Circula<on.  2013;127:945-­‐959.  

Nella  tabella  sono  inclusi  i  risultaA  di  più  studi  clinici.  

Volendo spingerci ancora più in là, sappiamo che la chirurgia bariatrica, benché non sia disponibile come trattamento per l’epidemia globale di obesità, potrebbe essere estremamente efficace non solo per la riduzione del diabete, a cui abbiamo accennato, ma anche di un’ampia varietà di altre comorbilità. Sappiamo che abbiamo a che fare con un’epidemia globale. Sappiamo che possiamo fare qualcosa a riguardo e che si tratta di un problema medico con conseguenze gravi. Leigh, vorrei che iniziassi il tuo intervento a partire da qui. In che modo trasmetti ai pazienti questo tipo di informazioni, in particolare l’idea che alla base del problema vi siano meccanismi biologici?

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Peso  e  bilancio  energeNco:  prospeTva  storica    

Assunzione    di  cibo    

Dispendio  energeNco    

Peso    corporeo  

Leigh Perreault, MD: Sì, sono molti gli aspetti da affrontare quando si inizia a parlare con i pazienti. Quando inizio la conversazione con i miei pazienti, la prima cosa che dico loro è che la regolazione del peso corporeo è un processo complicato. L’incapacità di perdere peso non dipende solo dalla mancanza di forza di volontà sufficiente. Sono chiaramente coinvolti fattori genetici e contributi importanti sono ascrivibili ad aspetti ambientali, comportamentali e fisiologici. Storicamente, ritengo che tutti noi abbiamo fatto un buon lavoro nel tentare di intervenire sui fattori ambientali più diretti e anche sul comportamento delle persone per fornire loro strategie per perdere peso. Dove invece penso che non abbiamo fatto abbastanza per i nostri pazienti è nell’affrontare gli aspetti fisiologici.

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20   25   30   35  

IMC,  kg/m2  

kcal/24  h  

2000  

2500  

3000  Dispendio  energeNco  

Apporto  energeNco  

Bilancio  energeAco  (-­‐)  Bilancio  energeAco  (+)  

Weigle  DS,  et  al.  1996;18:867-­‐874.  

Peso  e  bilancio  energeNco:  prospeTva  corrente  

Obesità  =  squilibrio  della  regolazione  energeNca  

I meccanismi fisiologici responsabili del mantenimento del peso in un determinato momento sono correlati al bilancio energetico, per cui la quantità di calorie che assorbiamo è equivalente alla quantità di calorie che bruciamo. Le calorie assorbite dipendono naturalmente da ciò che mangiamo; le calorie bruciate dipendono dalla combinazione di vari fattori: dal nostro tasso metabolico, un po’ dall’attività fisica e in misura ancora minore dall’effetto termico dell’alimentazione.

Questi elementi determinano perché il nostro peso rimane stabile. Il motivo per il quale abbiamo un determinato peso dipende dal “set point” del peso corporeo. Il set point del peso è un concetto difficile da capire a livello teorico, ma di cui è facile rendersi conto a livello pratico. Il nostro corpo difende il set point del peso corporeo.

Dott. Kushner: Il fatto di iniziare a parlare di stabilizzazione del peso e set point non può generare confusione nei pazienti? È così importante trasmettere questi concetti ai pazienti?

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Obesità:  squilibrio  della  regolazione  energeNca  •  Il  corpo  manAene  una  massa  stabile  di  tessuto  adiposo  

–  Il  corpo  è  provvisto  di  un  sistema  di  regolazione  interno  che  governa  il  bilancio  energeAco  

–  Non  si  tra<a  tanto  della  quanAtà  di  calorie  ingerite  quanto  di  quelle  bruciate  

•  L'obesità  è  il  risultato  dell'errato  funzionamento  dei  normali  meccanismi  di  regolazione  del  peso  e  dell'energia,  che  determina  un  elevato  set  point  del  grasso  corporeo  –  Il  comportamento  di  una  persona  in  relazione  all'apporto  energeAco  è  influenzato  da  com'è  il  suo  peso  (inferiore,  uguale  o  superiore)  rispe<o  al  set  point  esistente  nel  corpo  per  la  quanAtà  di  grasso  da  mantenere    

Sumithran  P,  et  al.  N  Engl  J  Med.  2011;365:1597-­‐1604.  Muller  MJ,  et  al.  F1000  Medicine  Reports.  2010;2:59.  

Dott.ssa Perreault: Sì. Secondo me, sì. È molto importante parlarne sin dall’inizio, perché il fatto che il nostro corpo possa impostare questo set point su valori di peso corporeo sempre più alti, mentre è estremamente difficile impostarli su valori via via più bassi, dipende dalla nostra fisiologia. La fisiologia del nostro organismo cospira realmente contro di noi per riportare il nostro peso a quel determinato set point. Probabilmente questo meccanismo dipende da motivi evolutivi, perché milioni di anni fa era un enorme vantaggio riuscire ad accumulare grasso per poter sopravvivere ai periodi di carestia. Invece, è un enorme svantaggio non essere in grado di perdere quel peso e stabilizzarsi a un set point di peso corporeo inferiore.

Dott. Kushner: È per questo motivo che ai pazienti viene fame quando perdono peso? Quali sono i meccanismi coinvolti?

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Dott.ssa Perreault: Sì, senza dubbio. Il set point è un loop neuro-ormonale. Nel nostro corpo esistono organi, tra cui il tessuto adiposo, il pancreas e l’intestino, che producono ormoni importanti molto potenti che poi raggiungono l’ipotalamo, che regola l’appetito e i comportamenti alimentari. Molecole quali amilina, insulina, PYY, GLP-1 e leptina provengono dall’intestino e presentano recettori nel cervello che di fatto stimolano l›appetito. Possiamo immaginare che se il set point di una persona è alto e questa persona perde peso, tutti questi ormoni cospireranno contro di lei per riportare il peso al suo set point. Secondo me, la maggiore opportunità che abbiamo, e il più importante progresso della scienza e della medicina, è che adesso abbiamo finalmente a disposizione strumenti che possiamo utilizzare per affrontare i meccanismi fisiologici alla base dell’incapacità dei pazienti di perdere peso e di mantenere il calo ponderale ottenuto.

Dott. Kushner: Prima di dare la parola a Sean, che ci parlerà di tali strumenti e di come trattare i pazienti, vorrei però farti un’altra domanda, dato che tutti noi abbiamo a che fare con pazienti. Sono totalmente d’accordo con te sul fatto che il medico debba avere una totale padronanza della complessità dell’obesità, dai fattori genetici a quelli biologici, dall’ambiente sociale, alla dieta e all’attività fisica.

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Quanto  deve  sapere  il  paziente  sulla  fisiopatologia  del  diabete?  •  I  medici  devono  conoscere  la  complessità  inerente  all'equilibrio  del  peso  e  all'obesità,  dai  fa<ori  geneAci  a  quelli  fisiologici,  dall'ambiente  alle  modifiche  del  comportamento,  ecc.  •  Ma  i  pazienA  sono  tenuA  a  capire  tu<o  ciò?  •  La  risposta  è  sì  •  Quanto  più  capiscono,  tante  più  probabilità  avranno  di  riuscire  a  perdere  peso  e  a  non  recuperarlo  

Ma quanto di tutto ciò deve conoscere il paziente? Ne parli gradualmente man mano che il paziente fa domande a riguardo. È importante dire al paziente fin dall’inizio che l’obesità è una malattia cronica, spiegare i meccanismi biologici responsabili? Questo è quello che succede quando si sente lo stimolo della fame, ma adesso andiamo avanti. Come gestisci queste conversazioni? Come avviene questa interazione?

Dott.ssa Perreault: Credo che siamo tutti d’accordo sul fatto che gli elementi fondamentali della gestione dell’obesità e del sovrappeso rimangono ancora un’alimentazione salutare, un aumento dell’attività fisica e modifiche del comportamento. Questo non cambierà mai. La maggior parte dei pazienti ha provato questo approccio e si sforza di seguirlo. Ancora una volta, però, sotto molti aspetti non li stiamo aiutando ad affrontare i meccanismi fisiologici che faranno loro riprendere il peso perduto. Non ho dubbi sul fatto che sia importante avere conversazioni sulla dieta, sull’attività fisica e sulle modifiche del comportamento. Però ritengo che sia anche importante spiegare alcuni degli aspetti della fisiologia, in modo che il paziente capisca che la colpa non è sua, che si renda conto di cosa gli sta succedendo, del perché è sempre così affamato. Alcune persone hanno soglie diverse in relazione a quando si sentono sazie, alla fame che sentono con un certo pasto e cose del genere. Occorre provare a descrivere e a spiegare loro parte della variabilità che esiste tra una persona e l’altra. Talvolta, dicono cose del tipo: mio marito sta sempre bene. Non ha mai fame, mentre io ho sempre fame.

Dott. Kushner: Sì, cosa c’è che non va in me?

Dott.ssa Perreault: Sì. Parlare con loro li aiuta a inquadrare un po’ l’intero problema.

Dott. Kushner: Hai ragione. Riguardo all’ultima osservazione che hai fatto, vorrei sottolineare il concetto che ciò alleggerisce la pressione che sentono e la convinzione che ci sia qualcosa che non va in loro. La mancanza di forza di volontà, la mancanza di motivazione e la debolezza dipendono da fattori biologici e genetici. Questo aspetto è assolutamente fondamentale.

Dott.ssa Perreault: Sì.

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L'ambiente  obesogenico  

DiaposiAva  per  genAle  concessione  di  Jason  Halford,  PhD,  C.  Psychol.  (Health)  AFBPsS.  

Sapore  Dolce  

Aspro  Amaro  

Salato  Dolce  

Porzione  Individuale  Di  gruppo  

Familiare  

Prezzo  Moderato  Economico  Costoso  

RiceUa  Come  si  prepara  ContenuA  del  cibo  IngredienA  

SNle  Europeo  

AsiaAco  Occidentale  Mediterraneo  Fusion  

Compagnia  Famiglia  

Da  soli  Amici  

Portata    Contorni  Pia<o  principale  AnApasto  

SpunAni  Dessert   C I B O  

Prezzo

Quantità

Occasione per

mangiare

Tipo di cucina

Varietà

Preparazione

Donna Ryan, MD: Bob, un altro aspetto di tutto ciò è che i pazienti si sforzano di perdere peso, ma anche che, dopo che ci sono riusciti, una delle cose più difficili è affrontare il fatto che il peso perso lentamente viene ripreso. Generalmente in questa fase i pazienti non si sentono affamati. Non si rendono davvero conto di avere più fame del solito. Non riescono a percepire realmente la riduzione del loro tasso metabolico dovuta all’adattamento del metabolismo, ma la verità è che esiste ed è responsabile del recupero del peso perduto. Il tuo approccio che prevede di avere una conversazione e spiegare questo meccanismo è assolutamente cruciale per una strategia a lungo termine.

Dott.ssa Perreault: Sì, sono d’accordo. Si dice che siano solo 10-20 calorie extra al giorno che sono responsabili per la maggior parte dell’aumento di peso correlato all’età. Non è molto. Non siamo in grado di distinguere una quantità di calorie così piccola in un determinato pasto. Certamente io non ci riesco.

Dott. Kushner: A mio parere gli aspetti biologici sono come un segreto nascosto, perché è come se l’intera società stesse diventando più grossa. Tutti stanno diventando più grossi. Io sto mangiando troppo e loro non capiscono veramente perché. Questi sono aspetti fondamentali.

Adesso però vorrei andare avanti. Sean, veniamo a te. Leigh stava parlando del fatto che abbiamo a disposizione nuovi strumenti e nuovi modi per aiutare i pazienti tenendo conto dei meccanismi biologici. Cosa facciamo? In che modo trattiamo i nostri pazienti? Quali strumenti abbiamo a disposizione?

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Farmacoterapia    

Dieta  ATvità  fisiche  

Chirurgia  bariatrica  

Farmacoterapia  e  chirurgia  in  aggiunta  a  dieta  e  modifiche  dello  sNle  di  vita  

Aumento  del  numero  di  pazienN  che  rispondono  alle  modifiche  dello  sNle  di  vita      

Aumento  dell'enNtà  della  risposta  

Aumento  della  durata  della  risposta  

DiaposiAva  per  genAle  concessione  di  Sean  Wharton,  MD,  FRCPC,  PharmD.  

Modificazioni  del comportamento  

Dott. Wharton: Benissimo. È un’ottima domanda. In verità abbiamo buone notizie. Penso che attualmente abbiamo più strumenti disponibili di quanti ne avessimo in passato. Sappiamo che l’elemento fondamentale è rappresentato dalle modifiche dello stile di vita, per cui gli interventi basati sulla dieta e sull’attività fisica non possono mancare. Purtroppo, come abbiamo avuto modo di constatare più e più volte attraverso molte ricerche e numerosi studi clinici, con le sole modifiche dello stile di vita otteniamo un calo ponderale minimo a lungo termine. Ciò che accade spesso è che i pazienti perdono peso durante la fase iniziale dell’intervento, ma poi, sul lungo periodo, diciamo 6 mesi o un anno, riprendono il peso che avevano perso. In realtà, alla fine riprendono perfino più peso di quello da cui erano inizialmente partiti.

Sappiamo che questo approccio rimane comunque l’elemento fondamentale, ma sappiamo anche che ha i suoi limiti. Cos’altro possiamo fare in più? Possiamo prendere in considerazione la terapia farmacologica o l’intervento chirurgico, che non sono approcci a parte, ma aggiuntivi rispetto alle modifiche dello stile di vita.

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Gestione dell’obesità: quali interventi comprovati per il calo ponderale abbiamo a disposizione?

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Successo  del  traUamento  per  l'obesità:  percentuale  di  peso  corporeo  perduto  

Lau  DCW,  et  al.  Can  Med  Assoc  J.  2007;176:S1-­‐S13.  

SV  +  farmacoterapia    ~  5%  -­‐  15%  (in  media)  

SV  +  chirurgia  ~  20%  -­‐  40%  (in  media)  

SV  ~  1%  -­‐  5%    (in  media)  

0  

Calo  pon

derale,  %

 

Anni  1   2  

La farmacoterapia o l’intervento chirurgico devono permettere di ottenere una serie di risultati. Devono determinare un aumento del numero di pazienti che rispondono alle modifiche dello stile di vita. Diciamo che se circa il 3% delle persone risponde alle modifiche dello stile di vita e riesce a non riprendere il peso perduto, perché sappiamo che alcune persone ci riescono, con la farmacoterapia e l’intervento chirurgico potremmo forse arrivare al 10, 20 o 30%. Inoltre, devono determinare un aumento dell’entità della risposta alle modifiche dello stile di vita. Se il calo ponderale era del 3%, possiamo arrivare a una perdita di peso del 10% o del 20% oppure del 30%? Infine, devono determinare un aumento della durata della risposta alle modifiche dello stile di vita. Se una persona riesce a non riprendere il peso perduto per 3 o 6 mesi, e sappiamo che molti ci riescono, possiamo estendere questo periodo di tempo fino 2, 5 o 10 anni? Questi sono attualmente i nostri obiettivi.

Dott. Kushner: È il recupero del peso perduto che occorre contrastare, come dicevamo un attimo fa.

Dott. Wharton: Esattamente. Attualmente abbiamo 3 capisaldi: le modifiche dello stile di vita, la terapia farmacologica e la chirurgia bariatrica. La chirurgia bariatrica è il metodo più efficace in termini di riduzione del peso. Purtroppo, non è un approccio applicabile su vasta scala. Non può essere eseguita in tutti i pazienti. Esistono milioni di pazienti che soffrono di questo problema medico. La chirurgia bariatrica è il nostro miglior trattamento, ma non potrà essere disponibile per tutti.

Dott. Kushner: Per le persone con obesità grave, però, sarà veramente molto utile.

Dott. Wharton: Esattamente.

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Farmaci  per  la  perdita  di  peso  disponibili  •  Orlistat    •  LiragluAde    •  Naltrexone/bupropione    •  Lorcaserina?  •  Fentermina/topiramato?  

Dott. Kushner: Andiamo avanti. Parlaci dei nuovi agenti farmacologici che agiscono sui meccanismi biologici a cui Leigh ha accennato poco fa. Di che cosa si tratta? Quali sono i nuovi farmaci disponibili?

Dott. Wharton: Esattamente. Benissimo. In termini di nuovi farmaci dal punto di vista globale, io sono canadese e in Canada attualmente non abbiamo a disposizione tanti farmaci come negli Stati Uniti. A livello globale il numero di farmaci non è molto elevato, ma siamo comunque soddisfatti di quelli che ci sono. Il primo farmaco è l’orlistat. L’orlistat è già in uso da un po’ di tempo. In Canada poi è disponibile anche il liraglutide. Inoltre, speriamo di avere a disposizione in tempi brevi anche il naltrexone/bupropione come farmaco di associazione.

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Gestione dell’obesità: quali interventi comprovati per il calo ponderale abbiamo a disposizione?

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Sjöström  L,  et  al.  Lancet.  1998;352:167-­‐172.  

Calo  ponderale  e  mantenimento  del  peso  perduto  indoT  da  orlistat  a  1  anno  

Calo  pon

derale  m

edio  (%

 ±  ESM

)   0  

-­‐2  

-­‐4  

-­‐6  

-­‐8  

-­‐10  

-­‐12  -­‐4   0   10   20   30   40   52  

SeTmane  

-­‐6,1%  

-­‐10,2%*  

Placebo  +  dieta  (n  =  340)  Orlistat  +  dieta  (n  =  343)      *  P  <  0,001  

Se esaminiamo il meccanismo d’azione di questi farmaci, sappiamo che l’orlistat agisce riducendo l’assorbimento dei grassi. Si osserva una diminuzione del 30% dell’assorbimento dei grassi. Esaminando uno studio clinico a 1 anno, vediamo che come risultato di questo effetto si verifica un calo ponderale, la cui entità è pari a circa il 10% rispetto a circa il 6% riscontrato nel braccio trattato con placebo. Il problema di questo trattamento è che il profilo degli effetti indesiderati non è favorevole. Il farmaco provoca feci liquide, per cui i pazienti non riescono a continuare la terapia per periodi di tempo prolungati. Abbiamo accennato poco fa al fatto che l’obesità è un problema medico cronico, per cui, se non si riesce a prendere il farmaco per periodi di tempo prolungati, la terapia non potrà essere molto efficace.

Dott. Kushner: Nonostante ciò, esistono pazienti per i quali l’uso di orlistat è particolarmente indicato?

Dott. Wharton: La costipazione cronica è probabilmente una delle condizioni in cui di fatto i pazienti riescono a continuare la terapia e in cui il farmaco potrebbe risultare efficace.

Dott.ssa Ryan: Sean, alcuni dei miei pazienti sono in trattamento con orlistat da lungo tempo, perché il farmaco potenzia realmente gli effetti di una dieta a basso contenuto di grassi. Si tratta di un buon approccio per il mantenimento del peso, poiché aiuta i pazienti ad aderire realmente a un regime alimentare a basso contenuto di grassi.

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Medicina  più  intelligente  

•  Occorre  seguire  i  principi  biologici  della  regolazione  del  peso  

•  I  farmaci  per  l'obesità  devono  agire  nell'ipotalamo  per  garanAre  effef  a  lungo  termine  

DiaposiAva  per  genAle  concessione  di  Sean  Wharton,  MD,  FRCPC,  PharmD.  

Dott. Wharton: Ottimo. Forse i casi in cui i farmaci di associazione possono realmente finire per funzionare sono i pazienti che hanno bisogno di questo effetto. È una cosa positiva. Adesso ci stiamo avvicinando un po’ di più a ciò di cui Leigh stava parlando, ossia il fatto che una buona parte del controllo del peso avviene nel cervello, più precisamente nell’ipotalamo. Ciò di cui abbiamo bisogno sono farmaci un po’ più intelligenti, in grado di raggiungere il cervello e di agire sul set point di cui parlavamo prima, sulla regolazione, sul fatto che quando perdiamo peso, iniziamo ad avere più fame e non ce ne rendiamo conto.

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Vari segnali ormonali interpretati dal sistema nervoso centrale influiscono sull'appetito[a,b]

a. Woods SC, et al. Int J Obes Relat Metab Disord. 2002;26:S8-S10. b. Badman MK, et al. Science. 2005;307:1909-1914.

Tessuto adiposo

Leptina Adiponectina

Resistina

Intestino

GLP-1 Grelina

OXM PYY CCK

Pancreas

Amilina Insulina

PP

Segnali ormonali

Organo

Penso che alcuni di questi nuovi farmaci agiranno effettivamente su questi meccanismi. Il GLP-1 è uno di questi. Il liraglutide è un analogo del GLP-1 ed è stata comprovata la sua elevata efficacia per la gestione del peso.

È stato realizzato uno studio clinico, uno dei pochi studi clinici in cui è stato effettivamente eseguito un confronto tra 2 diversi farmaci per la gestione del peso. È stato somministrato liraglutide a diverse dosi, 2,4 e 3 milligrammi. Possiamo vedere qui che vi è una differenza significativa tra liraglutide e orlistat.

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SCALE:  variazione  del  peso  corporeo  (%),  liragluNde  vs  placebo  

*L'analisi  staAsAca  è  ANCOVA.  

Varia

zion

e  de

l  peso,  %  

Peso  al  basale:  106  kg  

Pi-­‐Sunyer  X,  et  al.  NEJM.  2015;373:11-­‐22.  

-­‐12  

-­‐10  

-­‐8  

-­‐6  

-­‐4  

-­‐2  

0  0   2   4   8   16   20   28   40   50   56  

Tempo,  seTmane  56  

LOCF  media  osservata  LiragluAde  3,0  mg   Placebo  LOCF  media  osservata   P  <  0,0001*  

-­‐8,0%  

-­‐2,6%  

Dobbiamo esaminare lo studio SCALE. Si tratta di uno dei più ampi studi clinici effettuati con il liraglutide alla dose di 3,0 milligrammi. Possiamo vedere che si è verificato un calo ponderale dell’8% circa in un periodo di un anno. Stiamo ottenendo un periodo di tempo più lungo in cui il peso perduto non viene ripreso e questo è sicuramente un risultato positivo.

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Gestione dell’obesità: quali interventi comprovati per il calo ponderale abbiamo a disposizione?

Pag. 24

-­‐12,0  

-­‐10,0  

-­‐8,0  

-­‐6,0  

-­‐4,0  

-­‐2,0  

0,0  0   8   16   24   32   40   48   56  

Varia

zion

e  de

l  peso  corporeo

,  %  

Placebo  +  MODC   NB32  +  MODC  

-­‐5,1%  

-­‐9,3%*  

Tempo,  seTmane  

ITT-­‐LOCF  modificata   PazienN  che  hanno  

completato  lo  studio  

56  

-­‐7,3%  

-­‐11,5%*  

Percentuale  di  calo  ponderale  rispeUo  al  basale  per  la  popolazione  ITT-­‐LOCF  modificata  e  per  la  popolazione  che  ha  completato  lo  studio:  naltrexone  +  bupropione  vs  placebo  

Wadden  TA,  et  al.  Obesity.  2011;19:110-­‐120.    *P  <  0,001    

Se esaminiamo naltrexone e bupropione, questi 2 farmaci vengono utilizzati nel campo dei farmaci contro le dipendenze: sono impiegati per la dipendenza dall’alcol o per la dipendenza dal fumo. Se abbiamo un paziente fumatore o un paziente in cui la depressione è uno dei fattori coinvolti, credo che questo farmaco sarà efficace. Vediamo che si verifica un calo ponderale in un periodo di tempo di un anno e poi possiamo ottenere questi altri benefici.

Dott. Kushner: È fantastico che stiano diventando disponibili sempre più farmaci. Suppongo che, in qualità di medico, vuoi avere le competenze necessarie per usarli nel paziente giusto al momento giusto. Hai citato il naltrexone/bupropione per i pazienti che magari sono fumatori o sono in depressione. Il liraglutide è indicato per il diabete, quindi immagino che sia una scelta naturale per i pazienti diabetici. Donna, vi sono altri farmaci disponibili negli Stati Uniti, e mi rivolgo anche a te, Leigh, ovvero l’associazione fentermina-topiramato e la lorcaserina. Puoi parlarcene un po’?

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Lorcaserina  e  fentermina-­‐topiramato:  meccanismi  d'azione  •  Il  sistema  centrale  della  5-­‐HT  (serotonina)  rappresenta  un  componente  fondamentale  del  controllo  dell'omeostasi  energeAca  da  parte  del  cervello[a]  

•  La  lorcaserina,  un  agonista  del  rece<ore  della  5-­‐HT2C,  si  è  dimostrata  efficace  nel  tra<amento  dell'obesità[b]  

–  La  lorcaserina  ha  ricevuto  l'approvazione  regolatoria  negli  StaA  UniA,  ma  non  nell'Unione  Europea[c]  

•  Fentermina-­‐topiramato:  la  fentermina,  uno  sAmolatore  non  selefvo  del  rilascio  sinapAco  di  noradrenalina,  dopamina  e  serotonina,  è  uAlizzata  come  soppressore  dell'appeAto  a  breve  termine  fin  dagli  anni  '60  del  secolo  scorso.  Il  topiramato,  un  anAconvulsivante,  sembra  indurre  il  calo  ponderale  mediante  un  aumento  del  dispendio  energeAco,  una  riduzione  dell'efficienza  energeAca  e  una  diminuzione  dell'apporto  calorico  grazie  alla  soppressione  dell'appeAto[d]  

–  L'associazione  fentermina-­‐topiramato  è  approvata  negli  StaA  UniA,  ma  non  nell'Unione  Europea[d]  

a.  Burke  LK,  et  al.  J  Neuroendocrinol.  2015;27:389-­‐398;  b.  Smith  SR,  et  al.  Obesity.  2008;17:494-­‐503;    c.  Kelly  EM,  et  al.  J  Manag  Care  Pharm.  2013;19:642-­‐654;  d.  Manning  S,  et  al.  Ther  Adv  Chronic  Dis.  2014;5:135-­‐148.  

Dott.ssa Ryan: Sì, questi farmaci rientrano nella categoria degli approcci più intelligenti a cui hai accennato. Siamo fortunati di averne 2 in più negli Stati Uniti. Questi 4 farmaci più intelligenti, liraglutide, lorcaserina, naltrexone-bupropione e fentermina-topiramato, li abbiamo a disposizione da soli 3 anni. Sono relativamente nuovi sul mercato e i medici stanno imparando solo adesso come usarli al meglio. La lorcaserina è molto interessante. Agisce legandosi al recettore della 5-HT2C, che è il recettore della serotonina nel cervello, a livello dell’ipotalamo, ed è importante nella regolazione della dieta e dell’ingestione di cibo. Il suo effetto è quello di aiutare i pazienti ad aderire meglio al programma di modifiche dello stile di vita prescritto dal medico.

L’altro farmaco è una combinazione di topiramato e fentermina. Questa combinazione deve essere somministrata aumentando progressivamente la dose. Dopo circa 4 settimane, la dose è di 7,5 milligrammi di fentermina e 42 milligrammi di topiramato. Si tratta di dosi più basse che sono state prescritte quando questi agenti venivano utilizzati per problemi acuti di gestione del peso o per la profilassi dell’emicrania o il controllo dell’epilessia. Queste dosi sono inferiori e penso che siano tollerate meglio. Tutti questi farmaci hanno soddisfatto i criteri di approvazione delle nostre agenzie regolatorie, ovvero la capacità di determinare un calo ponderale maggiore di circa il 5% rispetto a al placebo quando somministrati nell’ambito di un programma di modifiche dello stile di vite.

Dott. Kushner: Per quanto riguarda la durata del trattamento, abbiamo dati a 1 o 2 anni.

Dott.ssa Ryan: Con il liraglutide disponiamo adesso di dati a 3 anni, mentre i dati sull’uso di orlistat sono relativi a 4 anni.

Dott. Kushner: Questo è l’intervallo di tempo all’interno del quale stiamo lavorando. Leigh, tornando ai meccanismi biologici responsabili, la discussione sembra essere estremamente naturale quando ne parli con i pazienti. La fame che si sente è determinata da fattori biologici, non è un problema del paziente, e disponiamo di farmaci che lavorano internamente a livello biologico per controllarla. È così che imposti la discussione?

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Gestione dell’obesità: quali interventi comprovati per il calo ponderale abbiamo a disposizione?

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La  conversazione  "Perché  mangia?"  StraNficazione  dei  pazienN  per  i  farmaci  per  la  perdita  di  peso  

•  I  medici  che  hanno  in  cura  pazienA  con  problemi  di  controllo  del  peso  devono  approfondire  le  moAvazioni,  i  senAmenA:  perché  il  paziente  mangia?  

•  Per  i  pazienA  che  mangiano  perché  hanno  sempre  fame  o  che  sono  anche  diabeAci,  il  liragluAde  è  un'ofma  scelta  

•  Per  i  pazienA  che  mangiano  per  senArsi  sAmolaA  potrebbe  essere  uAle  l'associazione  fentermina-­‐topiramato  

•  Per  i  pazienA  che  mangiano  in  maniera  compulsiva  o  che  soffrono  di  dipendenza  da  cibo,  una  buona  opzione  sarebbe  il  tra<amento  con  naltrexone  +  bupropione  

•  L'orlistat  potrebbe  essere  uAle  nei  pazienA  con  cosApazione  cronica  

Dott.ssa Perreault: Sì, è proprio così. Ripeto, secondo me uno dei maggiori progressi in termini di ciò che possiamo offrire ai pazienti è il fatto che possiamo avere una vera conversazione sui motivi che spingono i pazienti a mangiare. Mangiano perché sono sempre affamati? Il liraglutide è eccellente per le persone che mangiano perché hanno realmente fame. Alcune persone hanno solo bisogno di sentirsi stimolate, quindi un po’ più indaffarate. La fentermina da sola o in associazione con il topiramato è ottima per queste persone. La combinazione di naltrexone e bupropione è invece particolarmente indicata per le persone che mangiano in maniera compulsiva o che soffrono di dipendenza da cibo. La conversazione però può andare molto più in profondità. Le terapie possono essere adattate molto meglio ai motivi che spingono le persone a mangiare e a cosa ritengono possa essere utile per loro.

Dott. Wharton: Penso che dobbiamo riconoscere che i nostri pazienti fanno del loro meglio. Si impegnano al massimo e ci provano con tutte le loro forze. Il nostro vero obiettivo è dar loro un po’ di aiuto aggiuntivo in modo che continuino a ottenere buoni risultati. È qui che risiede la difficoltà: quando le persone ritengono che la farmacoterapia non sia parte integrante di questo approccio, mentre in realtà il vero effetto dei farmaci è aiutare i pazienti a livello motivazionale, aiutarli a non demordere e a continuare l’ottimo e duro lavoro che stanno facendo. Li applaudiamo per questo e allo stesso tempo diamo loro il nostro aiuto.

Dott.ssa Perreault: Credo che sia anche importante sottolineare il fatto che questi farmaci non solo aiutano i nostri pazienti a perdere peso, ma contribuiscono anche a evitare che lo riprendano. Si tratta di un aspetto estremamente importante. Non ci sogneremmo mai di prescrivere a un paziente una terapia farmacologica per la pressione e poi, non appena la pressione diventa normale, interrompere il farmaco. È una cosa che non faremmo mai. Questi farmaci stanno finalmente fornendo ai pazienti gli strumenti di cui hanno bisogno per raggiungere il loro obiettivo.

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Diffusione  della  farmacoterapia  per  la  perdita  di  peso?  •  Tra  gli  ostacoli  che  rallentano  la  diffusione  delle  terapie  farmacologiche  per  la  perdita  di  peso  e  per  il  mantenimento  del  peso  perduto  si  annoverano:  –  effef  indesideraA  – mancata  percezione  dell'obesità  come  malafa  o  come  malafa  cronica  da  parte  dei  medici  

–  rilu<anza  a  tra<are  l'obesità  perché  i  pazienA  non  migliorano  

–  imperfe<a  conoscenza  delle  nuove  scoperte  scienAfiche  nel  campo  dell'obesità  (ad  es.  difese  fisiologiche  legate  ai  set  point  del  peso  corporeo)  

–  cosA/copertura  dell'assicurazione  sanitaria  •  QuesA  ostacoli  devono  essere  affrontaA  

Dott. Kushner: Una cosa su cui vorrei l’opinione di tutti voi, almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti, ma nel resto del mondo potrebbe essere la stessa cosa o forse la situazione è diversa, è la diffusione di questi farmaci. La loro diffusione è estremamente lenta. Mi sembra che abbiamo esposto argomentazioni convincenti a supporto del fatto che questi farmaci siano biologicamente validi. Si basano su principi ragionevoli. Aiutano le persone ad affrontare le difficoltà che hanno con la fame e a contrastare la regolazione metabolica, ma, nonostante questo, la loro diffusione è lenta. Sean, com’è la situazione in Canada in base alla tua pratica clinica?

Dott. Wharton: Forse in Canada la situazione è leggermente diversa rispetto ad altre parti del mondo o agli Stati Uniti. In una certa misura, la scarsa diffusione dipende dal fatto che i pazienti hanno a disposizione tantissime opzioni diverse, che possono guardare una pubblicità alla televisione e pensare che un sacco di persone riescono a perdere peso. In un paio di altri paesi e in Canada cerchiamo di fare in modo che ciò si verifichi il meno possibile. Una persona va dal medico e se il medico dice che esiste un farmaco efficace, è probabile che la sua diffusione aumenti. Riteniamo che in Canada la diffusione di questi farmaci sia di fatto abbastanza buona. I pazienti ci ascoltano. Sono alla ricerca di un farmaco. Non si affidano facilmente ad altre opzioni terapeutiche che permettono di perdere rapidamente peso, che viene però poi recuperato. Secondo me dobbiamo lavorare su tutto il settore nel suo complesso e far capire alle persone che queste miracolose diete alla moda non sono efficaci. Le persone devono collaborare con noi, che siamo i loro operatori sanitari, per ottenere il miglior trattamento possibile.

Dott. Kushner: Questo ci riporta alla visione a lungo termine di cui stava parlando Leigh.

Dott.ssa Ryan: Bob, io non credo che i medici abbiano una conoscenza approfondita dei meccanismi biologici e fisiologici di cui Leigh stava parlando, esattamente come non li conoscono i nostri pazienti. Queste sono conoscenze che sono emerse negli ultimi 20 anni. I medici potrebbero non essere al corrente di cosa sta succedendo.

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Gestione dell’obesità: quali interventi comprovati per il calo ponderale abbiamo a disposizione?

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Dott.ssa Perreault: Questo settore è esploso negli ultimi 2 o forse 3 anni.

Dott.ssa Ryan: Secondo me la diffusione di questi farmaci sta aumentando. Ci sono ora medici aggiornati nel campo della gestione del peso che stanno cominciando ad avere un impatto nella pratica clinica. Quanti più saranno gli specialisti competenti nel campo dell’obesità, tanto maggiori saranno i casi di buona gestione medica del peso in grado di migliorare lo stato di salute dei pazienti.

Dott. Kushner: Quando parlo con i medici, dico loro: vi imbattete continuamente in nuovi trattamenti per tutti i tipi di malattie. Dovete informarvi. Dovete prepararvi e iniziare a trattare i pazienti nel modo appropriato. Considero l’obesità una malattia cronica come qualsiasi altra, in relazione alla quale vi dovete aggiornare, non dovete stare a guardare, ma essere parte integrante della soluzione.

PreceT  dell'obesità    •  Eterogeneità  delle  persone  !  eterogeneità  della  malafa  – Cause  variabili  – Risposte  variabili  alla  prevenzione    – Risposte  variabili  al  tra<amento  

•  Un  tra<amento  efficace  deve  riportare  il  set  point  del  peso  corporeo  verso  un  valore  normale  – Con  conseguenA  alterazioni  della  fisiologia  e  del  comportamento  per  raggiungere  il  nuovo  set  point  

•  Risposta  terapeuAca:  breve  termine  ≠  lungo  termine  

 DiaposiAva  per  genAle  concessione  di  Donna  Ryan,  MD.  

Donna, torniamo un attimo indietro. Mi rivolgo a te perché vorrei continuare il discorso a partire da quanto stava dicendo Sean sugli strumenti disponibili. Vorrei che tu ci parlassi specificamente della variabilità della risposta e, tornando ad alcuni dei punti che Leigh ha ribadito più volte, del recupero del peso perduto. Che considerazioni possiamo fare su questi due fenomeni?

Dott.ssa Ryan: Sean ha parlato di quanto peso è possibile perdere con determinati farmaci. I dati che ha presentato erano relativi al calo ponderale medio. Uno degli aspetti che sfuggono in questa analisi è l’enorme variabilità che esiste in termini di risposta agli interventi per il calo ponderale. Alcuni pazienti otterranno ottimi risultati e perderanno molto peso. Altri otterranno risultati discreti e il peso che riusciranno a perdere sarà sufficiente per produrre benefici per la salute. Ma vi saranno sempre pazienti che non rispondono alla terapia. E a mio parere ciò è dovuto al fatto che non siamo ancora veramente in grado di fare quello di cui stava parlando Leigh, ossia di definire fenotipi di pazienti in base ai fattori responsabili della loro obesità.

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Risposta  precoce  alla  terapia  e  regole  per  l'interruzione  del  traUamento  •  La  risposta  precoce  alla  terapia  (enAtà  del  calo  ponderale  dal  basale  a  un  punto  temporale  predeterminato)  è  un  predi<ore  della  perdita  di  peso  a  lungo  termine  nel  tra<amento  dell'obesità  

•  Esa<amente  come  nel  caso  di  altre  malafe  croniche  -­‐  diabete,  ipertensione,  asma  -­‐  una  risposta  subofmale  alla  terapia  deve  indurre  a  eseguire  una  rivalutazione  clinica  

•  Ed  esa<amente  come  nel  caso  di  altre  malafe  croniche,  il  raggiungimento  dell'obiefvo  o  la  stabilizzazione  del  paziente  non  devono  portare  all'interruzione  della  terapia,  anzi  piu<osto  il  contrario  

Stotland  SC,  et  al.  Br  J  Health  Psychol.  2005;10:601-­‐614.  

Non scegliamo i farmaci in base a un particolare pattern identificato in un determinato paziente. Non disponiamo ancora di conoscenze sufficienti per farlo. Ci stiamo avvicinando, ma non ci siamo ancora arrivati. È estremamente importante cogliere il messaggio di Sean e capire che il nostro approccio alla terapia farmacologica è: prescriviamo il farmaco e poi ne osserviamo l’effetto, perché il miglior predittore di un buon calo ponderale a lungo termine sarà la perdita di peso iniziale. Per quasi tutti questi farmaci esiste una regola per l’interruzione del trattamento. Il farmaco viene prescritto ai pazienti e poi questi vengono valutati, generalmente dopo 12 o 16 settimane. Il nostro obiettivo è ottenere un calo ponderale del 5% circa. Se i pazienti riescono a raggiungere questo risultato, il calo ponderale al termine del primo anno sarà superiore al 10%. Questa perdita di peso è solitamente sufficiente a produrre alcuni benefici significativi per la salute.

Il concetto è: prescrivere, valutare e, se i risultati sono buoni, continuare a usare il farmaco. Se le cose non stanno andando bene, passeremo a qualcos’altro. Proveremo un farmaco diverso. Intensificheremo altri approcci, ma non continueremo a usare un farmaco se non si sta dimostrando efficace.

Dott. Kushner: Vorrei solo sottolineare che, mentre ti ascoltavo, mi ha colpito il fatto che è esattamente il modo in cui trattiamo diabete, ipertensione, asma e qualsiasi altra cosa.

Dott.ssa Perreault: Stavo pensando esattamente la cosa.

Dott. Kushner: Se non sta funzionando, si cambia. Penso che dobbiamo usare la base di competenze di quello che fanno normalmente i medici e pensare all’obesità come a un’altra malattia cronica. È esattamente quello che stavi descrivendo tu.

Dott.ssa Perreault: Sì, assolutamente.

Dott. Kushner: E cosa puoi dirci del recupero del peso perduto?

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Gestione dell’obesità: quali interventi comprovati per il calo ponderale abbiamo a disposizione?

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Perdere  peso  è  difficile,  così  come  è  difficile  prevenire  il  recupero  del  peso  perduto  •  Negli  studi  clinici  per  la  valutazione  di  orlistat,  lorcaserina,  naltrexone/bupropione,  liragluAde  e  fentermina/topiramato,  una  percentuale  variabile  di  pazienA,  compresa  tra  il  56%  e  il  25%,  non  è  stata  in  grado  di  raggiungere  un  calo  ponderale  del  5%[a]  

•  Una  metanalisi  degli  studi  clinici  sul  calo  ponderale  con  un  follow-­‐up  di  almeno  3  anni  e  un  minimo  di  50  partecipanA  ha  evidenziato  una  perdita  di  peso  media  del  3,5%  dopo  3  anni    –  Nella  maggior  parte  dei  soggef  in  tuf  gli  studi  è  stato  osservato  un  recupero  del  peso  perduto[b]  

a.  Khera  R,  et  al.  JAMA.  2016;315:2424-­‐2434;  b.  Langeveld  M,  et  al.  Obesity.    2015;23:1529-­‐1538.  

Dott.ssa Ryan: Sì, la tua domanda riguardava anche il recupero del peso perduto. Esistono due tipi di competenze che i medici devono avere e una è quella di essere in grado di ottenere un calo ponderale nei pazienti. Questo è molto importante, ma poi deve avvenire un cambiamento, un cambiamento in direzione del mantenimento del calo ponderale ottenuto. Leigh ha parlato di tutti i fattori responsabili del recupero del peso perduto. Questi fattori agiscono sia dal punto di vista del dispendio energetico, che si riduce, sia da quello dell’assunzione di cibo, in cui aumentano l’appetito e la suscettibilità all’alimentazione legata ai sistemi di ricompensa. Esiste una serie di strategie che possono essere utilizzate, ma, secondo me, il maggior vantaggio di questi farmaci consiste nella loro capacità di sostenere il calo ponderale fintantoché si continua a usare il farmaco.

L’altro metodo che a mio avviso i medici devono conoscere si basa sul fatto che attualmente esiste una serie di strumenti per aiutare i pazienti a perdere peso. I medici devono acquisire dimestichezza con questi strumenti perché essi possono realmente aiutare i pazienti a massimizzare il calo ponderale. Quanto maggiore sarà il calo ponderale, tanto più marcati saranno il miglioramento del diabete e dell’apnea del sonno e la riduzione del grasso epatico. Si otterranno miglioramenti in relazione a come si sentono i pazienti, a livello di funzionalità generale, in termini di umore, incontinenza urinaria da stress e funzione sessuale.

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SCALE  Maintenance:  percentuale  di  pazienN  che  hanno  mantenuto  il  calo  ponderale  del  run-­‐in  o  hanno  ripreso  ≥  5%  del  peso  dalla  randomizzazione  alla  seTmana  56  

Hanno  mantenuto  il  calo  ponderale  del  run-­‐in  

Hanno  ripreso  ≥  5%  del  pesodalla  randomizzazione  

Serie  completa  di  analisi;  LOCF  alla  sefmana  56.  *P  <  0,0001  Wadden  T,  et  al.  Int  J  Obes  (Lond).  2013;37:1443-­‐1451.  

81,4  

48,9  

0  

20  

40  

60  

80  

100  

LiragluNde  3,0  mg   Placebo  

Percen

tuale  di  pazienN

,  %  

*  

1,9  

17,5  

0  

20  

40  

60  

80  

100  

LiragluNde  3,0  mg   Placebo  

Percen

tuale  di  pazienN

,  %  

*  

Alcune delle strategie possono realmente essere illustrate da questo studio denominato SCALE Maintenance. In questo studio, ai pazienti è stata prescritta una dieta altamente strutturata durante un periodo di 6-10 settimane. I pazienti hanno ottenuto un calo ponderale del 6%. I pazienti che hanno raggiunto questo valore di riferimento, il 6% di calo ponderale, sono stati randomizzati a placebo e a continuare il counseling o a liraglutide 3 milligrammi e a continuare il counseling. Questa terapia globale è stata continuata per un anno, al termine del quale il calo ponderale nel gruppo trattato con il liraglutide è stato superiore al 12%. È un modo per massimizzare il calo ponderale combinando lo speciale approccio dietetico, raccomandazioni più intensive per quanto riguarda l’alimentazione e poi utilizzando il farmaco per favorire ulteriormente la perdita di peso e aiutare a mantenere il calo ponderale ottenuto.

Perdere peso non è facile. Una volta che i pazienti ci sono riusciti, dobbiamo possedere competenze su come aiutarli a non riprendere il peso perduto. Secondo me, una parte fondamentale di queste competenze consiste nell’incoraggiare l’uso di farmaci a lungo termine.

Dott. Kushner: Parte di questo approccio consiste nel preparare il terreno quando si prescrivono farmaci a un paziente, in modo da definire sin dall’inizio le aspettative e chiarire che non si tratta di un aiutino per cominciare, come a molti pazienti piace credere. Stiamo parlando di uso a lungo termine e poi di continuare ad avere continuamente conversazioni di questo tipo.

Dott.ssa Perreault: Senza dubbio, sia con i pazienti, sia con i nostri colleghi.

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Gestione dell’obesità: quali interventi comprovati per il calo ponderale abbiamo a disposizione?

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Riepilogo  e  conclusioni    •  L'obesità  è  un'epidemia  globale  ed  è  uno  dei  fa<ori  che  contribuiscono  maggiormente  alle  malafe  non  comunicabili  –  In  parAcolare  ai  disturbi  cardiometabolici  

•  La  fisiologia  e  la  fisiopatologia  dell'apporto  energeAco  e  dell'aumento  patogeno  del  peso  sono  estremamente  complicate,  ma  la  nostra  comprensione  dei  meccanismi  coinvolA  sta  crescendo  ogni  giorno  di  più  

•  Sono  oggi  disponibili  varie  nuove  modalità  di  tra<amento  che  promuovono  non  solo  il  calo  ponderale,  ma  anche  il  mantenimento  del  peso  perduto  

•  È  fondamentale  riconoscere  la  variabilità  della  risposta  dei  pazienA  a  un  determinato  tra<amento  e  ricordarsi  che  l'obesità  è  una  malafa  cronica  a  lungo  termine  

Dott. Kushner: In conclusione, vorrei riepilogare ciò di cui abbiamo parlato. Ho introdotto il concetto di epidemia globale che interessa svariati paesi, la nozione che si tratta di uno dei fattori che contribuiscono maggiormente alle malattie non comunicabili, che sono la principale fonte di problemi in questo momento. Abbiamo parlato un po’ dei problemi medici, ma ci siamo soffermati principalmente sul fatto che esistono meccanismi biologici responsabili, che hai descritto molto bene per quanto riguarda l’appetito, l’aumento della fame, il fatto che esiste un certo grado di recidività e così via.

Sean ha parlato dei trattamenti attivi disponibili, dell’importanza fondamentale della gestione dello stile di vita, di cui hai parlato anche tu, e poi dell’introduzione di una terapia farmacologica più intensiva, se necessaria, e poi della chirurgia bariatrica per una percentuale più ridotta di pazienti. E poi, Donna, tu hai parlato della variabilità che riscontreremo nell’uso a lungo termine.

Vorrei ringraziarvi tutti per l’aiuto, penso che abbiamo fatto un ottimo lavoro. Grazie a tutti per averci ascoltato.

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Gestione dell’obesità: quali interventi comprovati per il calo ponderale abbiamo a disposizione?

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Abbreviazioni

5-HT = 5-idrossitriptamina

ANCOVA = analisi della covarianza

CCK = colecistochinina

DMT2 = diabete mellito di tipo 2

EMA = Agenzia europea per i medicinali

ESM = errore standard della media

FDA = Food and Drug Administration (Agenzia per gli alimenti e i medicinali degli Stati Uniti)

GI = gastrointestinale

GLP-1 = peptide glucagone-simile 1

GLP-1 RA = agonista del recettore del peptide glucagone-simile 1

HbA1c = emoglobina glicata

IMC = indice di massa corporea

ITT = intenzione di trattamento (intent to treat)

LOCF = ultima osservazione portata a termine (last observation carried forward)

MODC = modificazione del comportamento

NB32 = naltrexone/bupropione 32 mg

OMS = Organizzazione Mondiale della Sanità

OXM = ossintomodulina

PA = pressione arteriosa

PP = polipeptide pancreatico

PYY = polipeptide YY

SV = stile di vita

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