Georg Wilhelm Friedrich Hegel -...

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Georg Wilhelm Friedrich Hegel Stoccarda, 1770 Berlino, 1831

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Georg Wilhelm Friedrich Hegel

Stoccarda, 1770 Berlino, 1831

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Premessa metodologica ▸ Introduzione al metodo hegeliano: totalità e dialettica.

▸ Analisi del contesto storico.

▸ Pensiero comparato.

▸ Attualità.

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Testi di riferimento ▸ G. W. F. Hegel, La costituzione della Germania, 1799-1803.

▸ G. W. F. Hegel, La fenomenologia dello Spirito, 1807.

▸ G. W. F. Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto ,1821.

▸ G. W. F. Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia, 1837 (pubblicate dopo la morte).

▸ G. Bedeschi, Hegel, 1993.

▸ J-J. Chevallier, Storia del pensiero politico, 1979.

▸ M. D’Addio, Storia delle dottrine politiche, 1980.

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Unità-totalità

Esattamente come già teorizzato da Aristotele, anche Hegel concepisce il tutto nella sua superiorità rispetto alle parti. Una totalità non può essere considerata né quale mera somma delle sue singole parti, né alla stregua di un “mucchio”. Prendiamo come esempio quanto abbiamo di più vicino: il nostro corpo. Ebbene, asserire che il nostro corpo (inteso come totalità) sia superiore alle singole parti che lo costituiscono, significa riconoscere due semplici aspetti: 1. Separatamente (al di fuori del tutto) le singole parti non rileverebbero. 2. La loro verità (il loro significato) può essere solo nel tutto. Ma se questo è vero, il tutto è certamente superiore rispetto alle singole parti che lo costituiscono. Non solo, il tutto precede le singole parti. Si potrebbe pensare, infatti, che un corpo, in quanto frutto di un’evoluzione, sia solo il risultato finale derivante dalla somma delle parti, che lo precedono. Ma se il nostro corpo ha un unica legge che lo governa (la stessa per cui un determinato organo non potrà mai stare al posto di un altro) è evidente come tale legge non possa che risiedere a monte (possiamo considerare il corpo un fine solo perché la sua Idea è in principio).

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Unità-totalità

• Il rapporto tra la totalità e la somma delle singole parti che la costituiscono si esplicita secondo due punti fondamentali (da ricordare):

1. Il tutto è superiore alle parti. 2. Il tutto viene prima delle parti.

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ANTI-LIBERALE

Se il tutto è superiore alle singole parti, ne deriva che anche lo Stato (il tutto) debba essere necessariamente superiore rispetto ai singoli individui che lo costituiscono. Per Hegel l’individuo rileva soltanto in quanto funzione di un tutto (famiglia, società civile, Stato). Immaginare l’individuo quale singolarità, universalità in sé, rappresenta per Hegel una mera astrazione, mai verificatasi nella realtà. L’essere umano è sempre inserito all’interno di una totalità, e il suo significato è tale in quanto parte del tutto. Ma questo contrasta apertamente con il liberalismo, per il quale il singolo rileva come universalità in sé, titolare di diritti innati, inalienabili e imprescrittibili, e che vede lo Stato in funzione del singolo, non già l’opposto. Si pensi a John Locke, padre del pensiero liberale, e alla sua concezione dello Stato quale protettore della libertà, dell’indipendenza e dell’autonomia dei singoli; preesistenti, con i loro diritti naturali, alla società politica stessa.

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ANTI-CONTRATTUALISTA

La concezione di un tutto superiore alle parti, e ad esse preesistente, porta Hegel a rifiutare categoricamente il contrattualismo. Pensare che un gruppo di singoli individui (di parti) si possa accordare per la costituzione dello Stato (ad essi preesistente) risulta essere priva di senso. L’Idea di Stato è il principio e il fine dell’individuo, in ciò che l’universale viene prima del particolare, il tutto prima delle parti, il popolo prima dell’individuo. IL SINGOLO È PER L’UNIVERSALE, NON VICEVERSA

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IL MOVIMENTO DIALETTICO

Tesi

Sintesi Antitesi

Aufhebung: Sostantivo ted. dal verbo aufheben, che ha duplice significato di «togliere via, eliminare» e di «sollevare, conservare». [Enciclopedia filosof. Treccani]

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Il movimento dialettico

“Il bocciolo dilegua nel dischiudersi del fiore, e si potrebbe dire che quello viene confutato da questo; allo stesso modo, la comparsa del frutto mette in chiaro che il fiore è un falso modo di esistere della pianta, e il frutto ne prende il posto come verità di essa. Queste forme non si limitano ad essere differenti, ma, in quanto reciprocamente incompatibili, si rimuovono a vicenda. La loro natura fluida ne fa però, nel contempo, momenti dell’unità organica, in cui non soltanto esse non sono in contrasto, ma l’una non è meno indispensabile dell’altra: ed è solamente questa pari necessità a costituire la vita del tutto“. [Hegel, La fenomenologia dello Spirito, 1807]

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IL VERO È MOVIMENTO, IL MOVIMENTO È DIALETTICO

• Tesi: bocciolo • Antitesi: negazione del bocciolo • Sintesi (nuova tesi): fiore • Antitesi: negazione del fiore • Sintesi (nuova tesi): frutto

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LA DIALETTICA È LA NEGAZIONE

1. Tesi (posizione, equilibrio) 2. Negazione della tesi 3. Sintesi (nuova tesi) 4. Negazione della nuova tesi 5. Sintesi (nuova tesi) 6. Negazione della nuova tesi 5 3 1 2 4 6

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IL TUTTO È DIALETTICO ▸ Il pensiero è dialettico. Immaginiamo i nostri pensieri, le nostre convinzioni; ebbene, se l’intero

percorso di vita che ci ha condotti fino a questo momento non fosse stato dialettico, ma semplicemente addizionale, in noi si mescolerebbero pensieri d’ogni sorta, come un calderone eterogeneo di elementi assolutamente puerili, meno puerili e più maturi. La cui cosa è priva di senso, proprio perché la maturità del pensiero è dovuta alla rimozione continua dei suoi tratti puerili, in un percorso volto a raggiungere gradi di Verità sempre maggiori.

▸ La storia è dialettica. Se così non fosse dovremmo immaginare il percorso storico come mera

somma (addizione) di eventi. Ovvero singoli eventi (parti) che si susseguono più o meno casualmente. Tuttavia questo contraddirebbe e il principio per cui il tutto (storico, in questo caso) precede ed è superiore alle parti, e la dialettica (vera essenza del tutto), per la quale esiste sempre una situazione di fatto, una tesi, (es. Vecchio Regime), la quale viene negata (antitesi) da una forza opposta, contraria, (es. Rivoluzione Francese), per poter addivenire ad una sintesi, intesa come nuova situazione di fatto (es. Napoleone).

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TESI: ASSOLUTISMO MONARCHICO Jean Bodin: la sovranità è assoluta e perpetua, ha la sua sede nel monarca, e si traduce nel potere di emanare la legge e di annullarla. Il principe sovrano è legibus solutus (sciolto dalle leggi), riceve la sua investitura da Dio, e solo quest’ultimo rappresenta un limite al suo operato (insieme alla proprietà e le Leggi Fondamentali del Regno di Francia). Si rammenti l’espressione “governo giusto”, con il quale Bodin intende una monarchia regia, legittima (non tirannica), data dal rispetto delle leggi naturali, della ragione. Il principe decide della pace e della guerra, nomina gli alti funzionari, giudica in ultima istanza, concede la grazia, batte moneta, impone contributi e imposte.

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▸ Punto più alto della normazione dello Stato assoluto europeo del XVII secolo: Ordonnances di Luigi XIV, messe in vigore a partire dal 1667, in materia di organizzazione del diritto civile e penale, di commercio, di diritto marittimo e della navigazione. “In esse è contenuta in effetti, in modo oramai chiaro, un’idea nuova, che si presenta come potenzialmente capace di generare una vera e propria cesura: che il diritto del sovrano, espresso in questi testi normativi, sia di qualità diversa rispetto ai diritti esistenti, e dunque nei loro confronti capace di abrogazione”. [Fioravanti, 2002]

▸ Al tempo di Luigi XVI l’assolutismo si era indebolito, rivelando tutta la sua inadeguatezza nel

fronteggiare la gravissima crisi finanziaria, data da un indebitamento statale senza precedenti. A cui deve aggiungersi il pessimo raccolto agricolo del 1788 e la conseguente impennata del prezzo del frumento. La convocazione degli Stati generali (l’assemblea per ordini), maggio 1789, ai quali affidare la spinosa questione dell’imposizione fiscale fu ulteriore segnale (come poi scrisse Kant) della debolezza regale.

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“L’intera condizione della Francia in quel periodo [prima della Rivoluzione Francese] è un confuso aggregato di privilegi contrari a ogni pensiero e ragione in genere, una condizione insensata, alla quale si accompagna nel contempo la suprema corruzione dei costumi, dello spirito - un regno dell’ingiustizia, che, non appena si comincia a prendere coscienza, diviene un’ingiustizia spudorata. L’oppressione terribile, dura, che gravava sul popolo, l’imbarazzo del governo nel procurare alla corte i mezzi per lo sfarzo e la dissipazione diedero la prima occasione al malcontento. […] Il mutamento fu per forza violento, poiché la trasformazione non fu intrapresa dal governo”. [Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia]

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ANTITESI: RIVOLUZIONE FRANCESE “Il pensiero, il concetto del diritto si fece valere tutto in una volta e l’antica impalcatura dell’ingiustizia non poté fare resistenza contro di esso. Nel pensiero del diritto fu eretta allora una costituzione e di lì in avanti tutto doveva basarsi su questo fondamento. Da che il sole sta nel firmamento e i pianeti girano intorno ad esso, non si era mai visto l’uomo mettersi sulla testa, ovverosia sul pensiero, e costruire la realtà a misura del pensiero. […] Fu una splendida aurora. Tutti gli esseri pensanti hanno celebrato unanimi quest’epoca. Una commozione sublime dominò in quel periodo, un entusiasmo dello spirito fece rabbrividire il mondo, quasi che si fosse giunti solo allora alla conciliazione reale del divino con il mondo“. [Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia]

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Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, 26 agosto 1789 I rappresentanti del popolo francese costituiti in Assemblea Nazionale, considerando che l’ignoranza, l’oblio o il disprezzo dei diritti dell’uomo sono le uniche cause delle sciagure pubbliche e della corruzione dei governi, hanno stabilito di esporre, in una solenne dichiarazione, i diritti naturali, inalienabili e sacri dell’uomo, affinché questa dichiarazione costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale, rammenti loro incessantemente i loro diritti e i loro doveri; affinché maggior rispetto ritraggano gli atti del Potere legislativo e quelli del Potere esecutivo dal poter essere in ogni istante paragonati con il fine di ogni istituzione politica; affinché i reclami dei cittadini, fondati d’ora innanzi su dei principi semplici ed incontestabili, abbiano sempre per risultato il mantenimento della Costituzione e la felicità di tutti. Di conseguenza, l’Assemblea Nazionale riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell’Essere Supremo, i seguenti diritti dell’uomo e del cittadino:

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Art. 1 – Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune. Art. 2 – Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali ed imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione. Art. 3 – Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun corpo o individuo può esercitare un’autorità che non emani espressamente da essa.

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Sul Terrore “La domanda è pertanto: dove finì allora il governo? In teoria passò al popolo, di fatto alla Convenzione Nazionale e ai suoi comitati. Dominano ora i princìpi astratti della libertà e della virtù, a misura che la libertà è riposta nella volontà soggettiva. […] La virtù qui è un semplice principio e distingue soltanto fra quanti possiedono una certa disposizione d’animo e quanti ne sono privi. Tuttavia, a giudicare della disposizione d’animo di qualcuno, e a conoscerla, può essere solo la disposizione d’animo di un altro. Domina così il sospetto; ma la virtù, non appena diventa sospettosa, è già condannata. […] Regnano ora la virtù e il terrore, infatti la virtù soggettiva, che governa solo sulla base della disposizione d’animo, porta con sé la tirannia più terribile. Esercita il suo potere senza forme giudiziarie e la sua pena è altrettanto semplice: la morte”. [Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia]

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I tre elementi e poteri dello Stato per Hegel: ▸ Le leggi della razionalità. Elemento universale astratto.

▸ Il governo. Elemento particolare concreto.

▸ La disposizione d’animo. Elemento universale concreto. Disposizione d’animo significa non solo considerare la legge e la Costituzione come costume, ma riconoscerne altresì il carattere sommo, giusto, per il quale ogni singolo individuo deve conformare il proprio comportamento.

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SINTESI: NAPOLEONE “Nel frattempo, infatti, si era mostrato il bisogno assoluto di un’autorità di governo. Napoleone la istituì sotto forma di potere militare e si pose poi di nuovo alla testa dello Stato come volontà individuale. Napoleone sapeva governare e se la sbrigò in poco tempo all’interno della Francia. Quanto esisteva ancora di avvocati, ideologi e uomini di princìpi fu spazzato via e non dominò più la diffidenza, bensì il rispetto e il timore. Con l’immensa potenza del suo carattere Napoleone si è rivolto allora verso l’esterno, ha sottomesso l’Europa intera e ha diffuso dappertutto le sue istituzioni liberali. Mai furono vinte vittorie più grandi, mai furono compiute spedizioni più geniali, ma allo stesso tempo mai l’impotenza della vittoria apparve in una luce più chiara”. [Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia]

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Lo Stato napoleonico • L’esercito. • La riforma amministrativa: i prefetti. • Licei e Università. • Allargamento competenze statali (assistenza sociale, sanitaria, controllo dei mendicanti,

raccolta dati statistici). • Il codice civile (salvaguardia abolizione diritti feudali, libertà civili, proprietà). • Ceto dirigente come sintesi di notabili e proprietari.

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La Costituzione della Germania Si tratta del primo grande saggio politico di Hegel, redatto fra il 1799 e il 1802, nel periodo immediatamente successivo alla fine del congresso di Rastadt (“un congresso che aveva fatto intendere a tutti che la fine del millenario Sacro Romano Impero germanico - un variopinto mosaico di regni, principati, ducati, margraviati, langraviati, vescovati, città libere, tenuto insieme in modo del tutto simbolico dalla corona imperiale - era ormai imminente”. [Bedeschi, Hegel]

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La Costituzione della Germania Leitmotiv dell’opera: Rivendicazione dell’unità tedesca. Chiave di tutto il saggio sono le pagine da Hegel dedicate a Machiavelli, proponenti un parallelismo fra Italia e Germania, entrambe accomunate dalla divisione territoriale, a cui faceva seguito l’incapacità di svicolarsi dal giogo straniero. Due realtà politiche simili per le quali urgeva l’intervento di un Teseo, in grado di sciogliere le tendenze particolaristiche, egoistiche, unificandole in un unico Stato.

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La Costituzione della Germania “In questo periodo di sventura, quando l’Italia correva incontro alla sua miseria, ed era il campo di battaglia delle guerre che i prìncipi stranieri conducevano per impadronirsi dei suoi territori, ed essa forniva i mezzi per le guerre, e ne era il prezzo; quando essa affidava la propria difesa all’assassinio, al veleno, al tradimento, o a schiere di gentaglia forestiera sempre costose e rovinose per chi le assoldava, e più spesso anche temibili e pericolose […]; quando tedeschi, spagnoli, francesi e svizzeri la mettevano a sacco, ed erano i gabinetti stranieri a decidere la sorte della nazione, ci fu un uomo di Stato italiano che nel pieno sentimento di questa condizione di miseria universale, di odio, di dissoluzione, di cecità, concepì, con freddo giudizio, la necessaria idea che per salvare l’Italia bisognasse unificarla in uno Stato. Con rigorosa consequenzialità egli tracciò la via che era necessaria, sia in vista della salvezza sia tenendo conto della corruttela e del cieco delirio del suo tempo, ed invitò il suo principe a prendere per sé il nobile compito di salvare l’Italia, e la gloria di porre fine alla sua sventura […]”. [Hegel, La Costituzione della Germania]

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La Costituzione della Germania “L’opera di Machiavelli resta una grande testimonianza, che egli rese sia al suo tempo sia alla propria fede, che il destino di un popolo che precipitava verso il suo tramonto politico possa essere salvato dall’opera di un genio” “Le membra cancrenose non possono essere curate con l’acqua di lavanda”. • Contro la morale individualistica (astratta) kantiana. • Non ha senso leggere il pensatore italiano al di fuori dei concreti e drammatici

problemi politici con i quali egli intese confrontarsi. L’opera di Machiavelli non vuole essere un compendio di buoni princìpi valido per tutte le situazioni (dunque per nessuna), essa è invece animata dal vero fine d’innalzare l’Italia ad uno Stato.

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La morale kantiana

“L’imperativo categorico è dunque uno solo, e precisamente questo: agisci soltanto secondo quella massima per mezzo della quale puoi insieme volere che essa divenga una legge universale”. [I. Kant, Fondazione della metafisica dei costumi].

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La morale kantiana

“Il principio morale che è un dovere dire la verità, se fosse inteso incondizionatamente e senza distinzione, renderebbe impossibile qualsiasi società. Di ciò abbiamo la prova nelle dirette conseguenze che un filosofo tedesco ha tratto da questo principio, arrivando ad affermare che la menzogna verso un assassino che ci chiedesse se un nostro amico da lui perseguitato è rifugiato in casa nostra, sarebbe un crimine”. [Benjamin Constant, Delle reazioni politiche]

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La morale kantiana

“… anche se tu avessi effettivamente impedito in un dato momento con una menzogna a uno che meditava un assassinio di farlo, tu sei giuridicamente responsabile di tutte le conseguenze che ne potrebbero derivare. […] È anche possibile che, dopo di avere tu lealmente risposto con un sì all’assassino che chiedeva se la persona da lui avversata era in casa, questa persona fosse in modo inosservato uscita di casa, per cui non si sarebbe incontrata coll’assassino e il fatto non sarebbe avvenuto. Ma se tu hai mentito e hai affermato che la persona ricercata non era in casa, mentre essa, senza che tu lo sapessi, ne era in realtà uscita, se poi l’assassino imbattendosi in essa all’uscita compie su di lei il suo atto, allora tu puoi giustamente essere imputato come autore della sua morte”. [I. Kant, Sopra un preteso diritto di mentire per amore dell’umanità] Vi pare convincente?…

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La Costituzione della Germania

Il parallelo che Hegel traccia tra l’Italia di Machiavelli e la Germania del suo tempo costituisce la vera chiave del suo discorso. Egli auspica per la Germania la stessa soluzione auspicata da Machiavelli per l’Italia: l’intervento di un principe capace di assemblare le s p a r s e m e m b r a d e l l o S t a t o realizzando, “con la più dura energia”, l’unità politica.

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La Costituzione della Germania ▸ Hegel auspica l’avvento di un conquistatore, il quale riesca ad unire tutti

gli staterelli tedeschi in un’unica nazione. Costui dovrà necessariamente agire con la costrizione, perché anche se tutte le parti guadagnerebbero dall’unificazione della Germania, un tale evento non sarebbe mai spontaneo, ma potrebbe prodursi solo con l’uso della forza.

▸ La libertà dei tedeschi, infatti, è una libertà mal intesa. Il vero concetto

di libertà non risiede nel particolarismo, nell’individualismo, ma nella totalità. Essa è possibile “solo là dove un popolo si è unito, sotto l’egida delle leggi, in uno Stato”. Libertà non è sinonimo di anarchia.

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La Costituzione della Germania “La caparbietà del carattere tedesco non ha potuto essere vinta sino al punto che le

singole parti sacrificassero i loro interessi particolari alla società, che tutte si

riunissero in un universale, e che trovassero la libertà nella libera e collettiva sottomissione a un supremo potere statale”. [Hegel, La Costituzione della Germania]

“Così, nella guerra contro la Repubblica francese, la Germania ha fatto diretta esperienza di non essere più uno Stato, e si è resa conto della sua condizione politica sia durante la guerra che nella pace che l’ha conclusa, ed i cui risultati tangibili sono: la perdita di alcuni dei più bei territori tedeschi, e di alcuni milioni dei loro abitanti, un carico di debiti che pesa sulla sua metà meridionale assai più che su quella settentrionale, e che prolunga in piena pace la miseria della guerra…”

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La Costituzione della Germania ▸ Intromissione del diritto privato in quello pubblico.

▸ Diritto privato: diritto dei singoli, dediti alle loro particolari attività.

▸ Diritto pubblico: diritto dello Stato, e dei singoli in quanto trovano nello Stato la loro realizzazione.

Gli Stati patrimoniali tedeschi sono organismi privati sorti sulla base di eredità personali, di negozi giuridici matrimoniali, di incroci dinastici. Il possesso è venuto prima della legge, non è stato derivato dalla legge.

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La Costituzione della Germania “ogni casa principesca, ogni ordine, ogni città, ogni corporazione, tutto ciò, insomma, che possiede diritti, li ha acquisiti per propria forza, e non ha avuto nulla assegnato dall’universale, dallo Stato come intero: mentre nelle costituzioni ogni potere politico e ogni diritto del singolo è conferito dall’universale, in Germania il singolo membro deve soltanto a se stesso (come parte della famiglia o dell’ordine a cui appartiene) il potere statale di cui gode”.

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La Costituzione della Germania ▸ La Germania non è più uno Stato non perché è stata sconfitta, bensì è stata

sconfitta perché da molto tempo non è più uno Stato. “Di qui la maniera infelice con cui la guerra è stata condotta, maniera che ha la sua radice nella disgregazione tra i singoli corpi dell’impero (l’uno non mandò il contingente; altri, invece di soldati, mandarono reclute appena arruolate; altri ancora, quando il bisogno era più urgente; molti stipularono trattati di pace o di neutralità; quasi tutti, ciascuno a loro modo, ridussero a zero la capacità difensiva della Germania)”. [Bedeschi, Hegel] • Non fu un problema di mancanza di coraggio, di viltà; ma di disordine

dell’Intero.

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La Costituzione della Germania ▸ Cos’è lo Stato per Hegel? “Una moltitudine di uomini può darsi il nome di Stato soltanto se è unita per la comune difesa di tutto ciò che è sua proprietà”. La proprietà è intesa in senso lato, si intende la proprietà di tutti i cittadini considerati non uti singuli, bensì quali membri dello Stato.

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La Costituzione della Germania ▸ Lo stato di salute di uno Stato si manifesta non tanto nella quiete,

ma nello stato di guerra. La pace “è la condizione in cui si gode e si opera ciascuno per proprio conto, e il governare è una savia, domestica amministrazione che chiede ai sudditi sempre le stesse cose; in guerra, invece, si mostra la forza del vincolo che unisce tutti all’Intero, quanto questo vincolo è in grado di poter chiedere a loro, e in quale misura essi sono disposti a operare per lui, per proprio impulso e sentimento”. [Hegel, La Costituzione della Germania]

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La Costituzione della Germania ▸ La coesione è il requisito fondamentale dello Stato. Il difetto della Confederazione tedesca è quello di essere un’associazione le cui unità “sono simili a un mucchio di pietre tonde che si uniscono per costruire una piramide, ma che, perfettamente tonde, devono restare tali, senza incastrarsi: non appena la piramide incomincia a muoversi verso il fine per il quale essa si è formata, ecco che si disfà, o, nel migliore dei casi, non regge al minimo urto”. [Hegel, La Costituzione della Germania]

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La Costituzione della Germania LA CONCEZIONE DI HEGEL NON È INDIVIDUALISTICA, BENSÌ ORGANICA. “Lo Stato, secondo questa concezione, non è una pluralità di uomini, un aggregato, una somma di individui; lo Stato è un organismo, in cui, come in ogni organismo, le parti obbediscano alla logica dell’Intero, i singoli sono e si sentono articolazioni di una totalità, e agiscono in vista della sua coesione e della sua difesa”. [Bedeschi, Hegel]

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La Costituzione della Germania • Il contrasto verso ogni spinta particolaristica non rischia di minare la

libertà? “se l’universale potere statale esige dal singolo solo ciò che per esso è necessario, e modella le sue istituzioni al solo fine che ciò che gli è necessario gli sia dato, esso è in grado, per il resto, di garantire la libertà vivente e la propria volontà dei cittadini, e di lasciare a quest’ultima, inoltre, un vasto campo d’azione”. [Hegel, La Costituzione della Germania]

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La Costituzione della Germania ▸ Hegel predilige una monarchia, la quale sia capace di concentrare in sé il potere politico, e

di concedere allo stesso tempo il più ampio decentramento amministrativo. “Se questo centro [politico] è sicuro di per se stesso per l’ossequio dei popoli, e la sua stabilità è consacrata nella persona del monarca, scelto secondo una legge di natura e il diritto di nascita, allora un potere statale può, senza timore e gelosia, affidare ai sistemi e ai corpi subordinati, nell’ambito delle leggi, di regolare e di mantenere un gran parte dei rapporti generantisi nella società: e ogni corpo sociale, ogni città, comune, villaggio ecc. può godere della libertà di fare e di eseguire direttamente ciò che ricade nel suo ambito”. [Hegel, La Costituzione della Germania] • Napoleone • Realismo politico

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La Costituzione della Germania ▸ Senza corpi rappresentativi la libertà non è nemmeno immaginabile.

“Nell’organizzazione di un corpo che lo rappresenti, e che abbia il compito di esprimere il suo voto su una parte delle imposte, soprattutto quelle straordinarie, richieste dal monarca, il popolo ha la garanzia che il governo opera in conformità alle leggi; mediante lo stesso corpo la volontà generale partecipa alle decisioni sugli affari più importanti, quelli che riguardano l’universale”. [Hegel, La Costituzione della Germania]

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La Costituzione della Germania • I tre elementi costitutivi dello Stato hegeliano: 1. Accentramento e unità organica 2. Libertà e decentramento per le attività pubbliche di rango

subordinato 3. Corpi rappresentativi

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La Costituzione della Germania

▸ Come realizzare uno Stato unitario tedesco, uscendo dall’anarchia? 1. Tutte le truppe tedesche dovrebbero confluire in un unico esercito, dove ognuno

dei singoli prìncipi maggiori sarà generale di diritto, e l’imperatore la guida suprema.

2. Le singole entità territoriali dovrebbero eleggere dei rappresentanti in proporzione

al numero degli abitanti, ai quali sarebbe affidato il voto sulle imposte per mantenere le forze armate dello Stato.

3. L’imperatore dovrebbe ritornare al vertice dell’Impero, e le varie ripartizioni

territoriali dovrebbero versare direttamente all’imperatore ciò che ora versano ai singoli prìncipi.

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Lineamenti di filosofia del diritto

Schema generale ▸ Diritto astratto. Tesi

▸ Moralità. Antitesi

▸ Eticità. Sintesi

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Lineamenti di filosofia del diritto

Eticità

• Famiglia. Tesi • Società civile. Antitesi • Stato. Sintesi

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La famiglia

• Rappresenta la sfera etica nella sua naturalità, immediatezza. • Si fonda su legami di amore e solidarietà. • Costituisce la prima unità storica, il primo aggregato (ricordate che

per Hegel l’individuo singolo non esiste). • Ad un certo momento questa unità si scioglie, o perché i figli, con la

maggiore età, decidono di farsi una vita propria, o per la morte dei genitori.

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La società civile

• Costituita da più famiglie, ma ciascun individuo si comporta come soggetto

autonomo. • Ciascuno persegue il proprio particolare interesse indipendentemente dagli altri. • La concorrenza è caratteristica strutturale. • Sfera di scissione, di dispersione. • Primato delle parti sul tutto. • “Perdita dell’eticità”.

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La società civile

Il sistema dei bisogni “La mano invisibile” di Adam Smith. Teoria secondo la quale il comportamento egoistico dell’individuo finisce per produrre, indirettamente, benefici su tutta la società. Il raggiungimento del profitto implica che i produttori si facciano concorrenza, in termini qualitativi e quantitativi. La concorrenza produce merci migliori e prezzi vantaggiosi per l’intera società. Ecco che pur perseguendo il proprio interesse personale, il singolo, finisce per perseguire il vantaggio dell’intera collettività.

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La società civile

Il sistema dei bisogni • Per Kant la spinta dell’insocievolezza conduce alla socievolezza; la spinta dell’antagonismo

e della concorrenza conduce al progresso. È talmente tanto perfetto il meccanismo che dagli egoismi individuali conduce al bene comune, da rivelare l’arguto disegno di un demiurgo.

• Anche per Hegel il particolarismo rimanda inevitabilmente all’universalismo, di guisa che

“l’egoismo soggettivo si converte nel contributo all’appagamento dei bisogni di tutti gli altri”. Tuttavia, l’universale della società civile è un universale :

A. Incosciente, non voluto, non cercato. B. Costituisce solo il mezzo per la realizzazione del particolare.

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La società civile

Il sistema dei bisogni • Come mai la società civile rientra allora nel sistema dell’eticità? A. Il momento della negazione è importante almeno quanto (se non

più) il momento dell’affermazione. B. La società civile si contraddistingue per il lavoro.

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La società civile

Il sistema dei bisogni “Hegel mette prima di tutto in rilievo che, mentre l’animale ha una cerchia limitata di bisogni e di mezzi per appagarli, l’uomo, invece, dimostra la propria universalità anche nella propria dipendenza, anche nei propri bisogni”. [Bedeschi, Hegel] • La storia dell’uomo è storia di appagamento e creazione di bisogni sempre nuovi. L’uomo

moltiplica i suoi bisogni, li particolarizza, attraverso un processo di raffinazione che da i bisogni primari conduce a quelli più voluttuari.

• Il lavoro (attività umana, sociale) è ciò che consente il moltiplicarsi dei bisogni e dei desideri,

ponendosi come mediazione tra la volontà e la proprietà dell’oggetto desiderato. • Il lavoro, la produzione, è attività ideale, oltre che materiale. Attraverso esso la cultura pratica

sviluppa la cultura teoretica (e viceversa), in un intreccio ininterrotto.

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La società civile

Il sistema dei bisogni È molto importante osservare come Hegel sia stato un attento studioso del paese economicamente più avanzato del suo tempo: l’Inghilterra. Da qui trae tutte le informazioni sull’attuale stadio di sviluppo del sistema capitalistico, evidenziando le contraddizioni più profonde. • Ricerca del massimo profitto • Accumulazione in poche mani di enormi quantità di ricchezza • Condizioni critiche dei lavoratori • Parcellizzazione del lavoro

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La società civile

Il sistema dei bisogni • Si delinea con Hegel quella che più tardi prenderà il nome di

“questione sociale”. “Nella sovrabbondanza della ricchezza, la società civile non è ricca abbastanza, cioè non possiede, nella ricchezza ad essa propria, abbastanza per ovviare all’esuberanza della povertà e alla formazione della plebe”. [Hegel, Lineamenti]

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La società civile

Il sistema dei bisogni “E tuttavia, nonostante questi spunti fortemente critici di Hegel verso i congegni economici della società civile borghese moderna, bisogna guardarsi dalla tentazione (alla quale alcuni interpreti non hanno saputo resistere) di vedere in lui solo e soltanto un critico della società civile (e di farne un teorico, in qualche modo, premarxista)”. [Bedeschi, Hegel]

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La società civile

Il sistema dei bisogni • La pretesa di imporre l’uguaglianza è una vuota astrazione: significa non riconoscere la

diversità tra gli uomini per caratteristiche fisiche, attitudini e talenti, formazione intellettuale e morale.

• La proprietà non è possesso, non è un qualcosa di meramente strumentale per

l’appagamento di un bisogno, ma è il darsi “un’esterna sfera della propria libertà”. • Che cosa e quanto io possegga è pura accidentalità, che dipende da molti elementi

contingenti: fini soggettivi che perseguo, bisogni e aspirazioni, talento, circostanze esterne, dedizione…

• Critica all’ideale comunistico platonico.

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La società civile

Il sistema dei bisogni La società civile si suddivide in tre ceti: A. Il ceto rurale e la nobiltà. “Ha il suo patrimonio nei prodotti naturali di un terreno che gli

individui di questo ceto lavorano” [Hegel, Lineamenti]. Il profitto è legato ai caratteri mutevoli del processo naturale, da i quali scaturisce la previdenza per il futuro. Questo ceto mantiene un’eticità immediata, naturale, la quale si basa sul rapporto familiare e sulla fiducia.

B. Il ceto dell’industria. Produce il proprio reddito attraverso l’elaborazione dei prodotti

naturali, facendo assegnamento sul proprio lavoro, sulla riflessione e sull’intelletto. Si suddivide a sua volta in: artigiani, addetti alle fabbriche, commercianti.

C. Il ceto dei funzionari pubblici. Burocrazia statale.

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La società civile

L’amministrazione della giustizia “Che il secondo momento della società civile sia l’amministrazione della giustizia, alla quale è dedicato un buon numero di paragrafi di carattere strettamente giuridico, non deve stupire, poiché non c’è società civile senza una precisa determinazione dei diritti civili dei singoli, e senza sanzioni per il pieno rispetto di tali diritti”. [Bedeschi, Hegel] “Mediante l’amministrazione della giustizia è cancellata l’offesa alla proprietà e alla persona”. [Hegel, Lineamenti]

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La società civile

La Polizia e le Corporazioni Hegel chiama Polizei “l’insieme dei provvedimenti coi quali lo Stato interviene nella vita economica e sociale nell’interesse della collettività, e in particolare per rimediare ai mali della società civile, sovvenendo coloro che soccombono nelle lotte economiche”. [Bedeschi, Hegel] • Intervento della pubblica amministrazione. • Difendere l’individuo dal “fortuito della vita sociale”. • Sorveglianza del mercato e i trasporti. • Regolazione dei mercati. • La sorveglianza dell’istruzione. Le scuole pubbliche.

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La società civile

La Polizia e le Corporazioni “La corporazione è propria della classe dell’industria. Essa è un’organizzazione volontaria, che sorge sulla base del mestiere o della professione; non è quindi un’organizzazione chiusa, ma accetta i propri membri secondo la qualità oggettiva della loro abilità e rettitudine […]; provvede agli interessi dei propri membri, li sovviene contro le accidentalità particolari e le avversità della fortuna, cura la loro educazione professionale e il miglioramento della loro capacità. In breve la corporazione interviene per i propri membri come una seconda famiglia”. [Bedeschi, Hegel] • È appositamente studiata da Hegel per il ceto industriale, essendo esso afflitto

dall’accidentalità, dal particolarismo, dalla contraddizioni socio-economiche. • Se il singolo non facesse parte di una corporazione legittima, esso sarebbe senza dignità di

classe, esposto all’isolamento e al lato egoistico dell’industria.

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Lo Stato

• È il momento più alto dell’Eticità. Quella stessa Eticità, che si era quasi persa nella società civile, viene

recuperata al massimo grado nello Stato. In esso gli individui acquisiscono la coscienza di essere tante parti per il tutto, di costituire un’unità organica, il cui valore etico non è immediato, come nella famiglia, ma costruito sulla consapevolezza di un’unificazione reale, profonda, data da legami sostanziali.

• Il particolarismo della società civile si trasforma nella consapevolezza che solo nello Stato l’individuo

può realizzare la sua essenza di essere umano. Ogni valore, ogni realtà spirituale l’individuo la deve allo Stato.

• Capovolgimento prospettiva giusnaturalistico-contrattualistica: lo Stato è il fine degli individui, ed essi

sono solo i suoi strumenti. • La piena libertà può realizzarsi solo nello Stato.

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Lo Stato

Lo Stato si articola in tre poteri: A. Legislativo B. Governativo C. Potere del sovrano

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Lo Stato

• Differenza dei poteri, non divisione. Per Hegel Montesquieu ha il merito di mostrare l’organizzazione dello Stato come un qualcosa di differenziato, costituito da diversi poteri. L’errore di Montesquieu è però quello di considerare i tre poteri come autonomi e indipendenti l’uno di fronte all’altro, intendendo il loro rapporto in termini negativi, come limitazione reciproca. Hegel concepisce il tema della differenziazione dei poteri, non la loro divisione. La divisione si traduce in particolarismo, ostilità, timore di un potere sull’altro. Egli non considera neanche minimamente il fatto che nella teoria di Montesquieu la divisione e l’equilibrio tra i poteri è il migliore antidoto contro la tirannia. Per Hegel non si può assolutamente parlare di una divisione dei poteri, ma di una loro “connessione organica”. [Bedeschi, Hegel]

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Lo Stato

Il potere sovrano • Per Hegel la sovranità coincide con il monarca. L’unica costituzione concepibile è quella

monarchica, caratterizzata dalla successione ereditaria al trono in base alla primogenitura. Con ciò si evitano le lotte fra fazione durante la vacanza del trono.

• Ferma critica nei confronti della sovranità popolare. Un popolo senza sovrano è una

moltitudine informe, massa amorfa. Posizione antidemocratica. • A prima vista il ruolo del monarca appare più che altro simbolico, quale rappresentante

dell’unità dello Stato. Egli dovrebbe semplicemente limitarsi a porre la firma sui decreti che gli vengono presentati (“a mettere il punto sulla i”). In realtà, nel sistema di Hegel, non esiste alcuna carta che limiti, di fatto, i poteri del sovrano. Non esiste una carta costituzionale che delimiti in modo preciso le prerogative regie.

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Lo Stato

Il potere governativo • Con questa denominazione Hegel intende la pubblica amministrazione (che

comprende anche il potere giudiziario e quello di polizia). • I funzionari vengono scelt i in base alle loro competenze,

indipendentemente dal loro rango sociale. Vengono nominati dal monarca e stipendiati dallo Stato.

• Considerando i compiti vieppiù complessi e specifici dello Stato moderno,

la burocrazia dovrà essere sempre più preparata, addestrata e specializzata.

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Lo Stato

Il potere legislativo • Per Hegel la rappresentanza è un elemento imprescindibile dello

Stato moderno, costituendo essa il raccordo fra la società civile e la sfera politico-statuale. Attraverso la rappresentanza le istanze della società civile possono giungere nelle sedi istituzionali; e, dall’altra parte, le istituzioni evitano di separarsi dalla società civile.

• Senza la rappresentanza lo Stato rimarrebbe qualcosa di separato

dal popolo.

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Lo Stato

Il potere legislativo • Nessuna connessione con l’idea di sovranità popolare. • Il popolo “non sa quello che vuole”. Non è in grado di giudicare cosa sia meglio per sé

stesso. • La rappresentanza non deve rappresentare il popolo, la moltitudine informe, ma le cerchie

della società (i suoi ceti). • “La società civile opera la deputazione […] in quanto è articolata nelle sue associazioni,

comunità e corporazioni”. Queste, attraverso un rapporto fiduciario esprimono al loro interno dei rappresentanti, che andranno a costituire la camera bassa. La camera alta si compone dei rappresentanti della nobiltà terriera.

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Lo Stato

In conclusione… Siamo di fronte ad una monarchia che non pone limiti costituzionali al potere del sovrano, al quale spetta il compito di nominare tutti membri del governo e i più alti funzionari dello Stato. Sovrano e governo hanno pieno potere di iniziativa; il legislativo pare più relegato verso un ruolo consultivo, con un deciso passo indietro rispetto alla dottrina politica kantiana, per la quale il potere sovrano era proprio il legislativo.