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GENETICA DEI TUMORI

D.ssa Lisa Fusetti

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OBIETTIVI DIDATTICI

• PRINCIPI DI BASE DI GENETICA DEI TUMORI

• ONCOGENI/ONCOSOPPRESSORI

• INSTABILITA’ GENICA/FAMILIARITA’

• STUDI DI POPOLAZIONE

• ESEMPI DI TUMORI A STORIA GENETICA

NOTA

• SIGNIFICATIVITA’ DEL “GENETIC

COUNSELLING”

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Trasformazione tumorale di una cellula normale:

• almeno 6 mutazioni specifiche

• normale tasso di mutazione di una cellula è di 10-7 per gene

• numero totale di geni per cellula: 106

• numero di cellule per persona 1013

La probabilità che una persona sviluppi tumore è 1013 x 10-42,

cioè 1:1029

PRINICIPI DI BASE DI GENETICA DEI TUMORI

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Nonostante ciò il cancro si sviluppa a causa della

combinazione di due meccanismi:

• mutazioni che aumentano la proliferazione cellulare:

popolazione espansa di cellule in cui può verificarsi la

successiva mutazione

• mutazioni che diminuiscono la stabilità del genoma: aumento

del tasso di mutazione complessivo

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Poiché il tumore dipende da questi stessi due meccanismi, si sviluppa per stadi:

IPERPLASIA (crescita benigna) TUMORE MALIGNO

L’instabilità cromosomica dei tumori maligni è ben visibile nei cariotipi aberranti

DA: GENES, CHROMOSOMES & CANCER 1999, 24:213-221

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Le mutazioni possono essere germinali (a trasmissione mendeliana) e/o sporadiche. Le mutazioni germinali tumorali conferiscono suscettibilità al cancro, perché si sviluppi tumore occorre una mutazione somatica detta anche sporadica essendo un evento casuale Trasmissione mendeliana comporta la preesistenza di una mutazione germinale, un tumore sporadico origina invece da una mutazione somatica

DA:GENETICS IN MEDECINE THOMPSON &THOMPSON

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Le mutazioni tumorali interessano geni che controllano la proliferazione, il differenziamento e la morte cellulare:

• ONCOGENI PROTO-ONCOGENI: mutazioni “gain of function”, per lo più in eterozigosi, spesso mutazioni somatiche

• GENI ONCOSOPPRESSORI: mutazioni “loss of function”, solo in omozigosi

ONCOGENI/ONCOSOPPRESSORI

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PROTO-ONCOGENI

Circa la normale funzione degli oncogeni cellulari (proto-oncogeni) si possono distinguere cinque classi principali:

• fattori di crescita (SIS)

• recettori di superficie (ERBB)

• componenti del sistema intracellulare di trasduzione del segnale (RAS, ABL)

• proteine che si legano al DNA, fattori di trascrizione (MYC, JUN)

• cicline, chinasi ciclino-dipendenti e loro inibitori (regolatori del ciclo cellulare)

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L’attivazione di un proto-oncogene può essere quantitativa e/o

qualitativa

Quasi sempre sono mutazioni somatiche (quelle germinali sono

per lo più letali)

Le modalità di attivazione sono:

• amplificazione, citogeneticamente evidenziabile come double

minute o HSR (Homogenously Staining Regions), es. Myc

• mutazioni puntiformi, es Ras

• traslocazioni cromosomiche che creano geni chimerici, es.

cromosoma Philadelphia

• trasposizione in un dominio di cromatina attiva, es. linfoma di

Burkitt

PROTO-ONCOGENI

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IBRIDAZIONE GENOMICA COMPARATIVA (CGH)Si utilizza una miscela di DNA di cellule normali e tumorali in una FISH comparativa e con l’aiuto di uno scanner si individuano le regioni cromosomiche in cui il rapporto tra i segnali FISH dei due tipi di DNA devia dai valori attesi sia come amplificazione che come delezione.

PROTO-ONCOGENI

DA: GENES, CHROMOSOMES & CANCER 1999, 24:213-221

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Geni chimerici prodotti da riarrangiamenti cromosomici specifici di alcuni tumori

PROTO-ONCOGENI

DA: GENETICA UMANA MOLECOLARE STRACHAN T. ET AL

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CROMOSOMA PHILADELPHIA

PROTO-ONCOGENI

DA: GENETICA UMANA MOLECOLARE STRACHAN T. ET AL

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LINFOMA DI BURKITT

PROTO-ONCOGENIDA: GENETICA UMANA MOLECOLARE STRACHAN T. ET AL

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ONCOSOPPRESSORI

• spesso sono già presenti come mutazioni germinali

• le mutazioni comportano una perdita di funzione

• sono stati scoperti utilizzando tre diversi approci di ricerca: il

clonaggio posizionale dei geni che determinano tumori rari

ereditari, analisi di LOH (perdita di eterozigosi) e/o CGH, analisi

dei tumori diretta verso geni noti coinvolti nella regolazione del

ciclo cellulare.

• molti geni oncosoppresori sono silenziati con modalità

epigenetiche, ad esempio per metilazione del DNA nelle

zone/isole CpG: è stato dimostrato per CDKN2A, VHL, RB1 e

MLH1

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Retinoblastoma

• 40% dei casi ereditato come carattere autosomico dominante

con penetratnza incompleta

• il locus Rb è stato mappato in 13q14

• frequentemente nei casi familiari è bilaterale.

Su questo tumore è stata formulata l’ipotesi di Knudson dei due

stadi. Secondo tale ipotesi occorrono due mutazioni successive

per trasformare una cellula normale in tumorale, nel caso del

Retinoblastoma familiare una delle due è ereditata

ONCOSOPPRESSORIDA: GENETICA UMANA MOLECOLARE STRACHAN T. ET AL

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Meccanismi di perdita di funzione dei geni oncosoppressori

ONCOSOPPRESSORI

DA: NATURE GENETICS SUPPLEMENT 2003, 33:238-244

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Tumori rari familiari:

ONCOSOPPRESSORI

DA: GENETICA UMANA MOLECOLARE STRACHAN T. ET AL

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I tumori si possono suddividere in sporadici e familiari

Il 5% dei casi di tumore ha base familiare

L’eredità tumorale è su base multifattoriale

Eredità tumorale significa predisposizione allo sviluppo

INSTABILITA GENICA/FAMILIARITA’

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PREDISPOSIZIONE AL CANCRO

• geni rari, ereditati nella linea germinale, sono responsabili della comparsa di molteplici casi di tumore in una stessa famiglia, vengono identificati per linkage genetico e clonaggio posizionale:es. Rb e p53

• geni ad alta penetranza: es. APC, BRCA1 e BRCA2

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COME SI SVILUPPA IL CANCRO?

• ipotesi di Knudson: comporta il coinvolgimento di un unico gene deputato al controllo intracellulare della proliferazione

• cancro come disordine poligenico: il bersaglio delle mutazioni tumorali non è un solo gene, ma piuttosto la fitta rete di segnali che una cellula invia e riceve in un tessuto e nello stroma

L’accumulo di evidenze sperimentali e cliniche sembra avvalorare sempre più l’ipotesi del cancro come disordine poligenico: esemplare è il caso del cancro al seno.

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STUDI DI POPOLAZIONECancro al senoStudi epidemiologici di popolazione hanno dimostrato che soltanto il 15-20% dei casi di cancro al seno familiare presenta mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2; il rimanente 80-85% dei casi di rischio familiare ha sempre base genetica ma multifattoriale, cioè sono coinvolti altri geni oltre a BRCA1/2

DA: NATURE GENETICS SUPPLEMENT 2003, 33:238-244

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L’ipotesi di una predisposizione su base poligenica da sola non è sufficiente per spiegare i dati di trasmissibilità genetica del cancro al seno

DA: NATURE GENETICS SUPPLEMENT 2003, 33:238-244

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Una caratteristica fondamentale di tutte le cellule tumorali è l’instabilità genomica causata da:• mutazioni ereditate che controllano l’integrità del genoma• mutazioni somatiche acquisite durante lo sviluppo del tumore

DA: NATURE GENETICS SUPPLEMENT 2003, 33:238-244

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“MULTISTAGE MODEL” di sviluppo tumorale

Si assume che ogni evento mutageno importante conferisce un vantaggio clonale selettivo alla cellula in cui avviene per un successivo evento mutageno così via fino allo sviluppo di un tumore maligno. Permane però poco spiegata la differenza tra:• Eventi mutazionali precoci e tardivi• Ruolo dell’instabilità genomica nella progressione tumorale

DA: GENETICA UMANA MOLECOLARE STRACHAN T. ET AL

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MODELLO DI VOGELSTEIN PER LO SVILUPPO DEL CARCINOMA COLONRETTALE

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La suscettibilità/predisposizione allo sviluppo di un tumore risulta essere più un gioco combinato di alleli ereditati di geni che danno una debole predisposizione al tumore e mutazioni somatiche responsabili della progressione tumorale.

DA: NATURE GENETICS SUPPLEMENT 2003, 33:238-244

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Eventi genomici, genetici e epigenetici sono strettamente

collegati nella formazione del tumore, anche nei tumori che

sembrano insorgere spontaneamente come mutazioni

somatiche.

• Studi di popolazione di incidenza del cancro

• Studi genetici classici per la scoperta dei geni coinvolti e dei

loro meccanismi d’azione

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ESEMPI DI TUMORI A “STORIA GENETICA” NOTA

• Cancro al seno

• Cancro all’ovaio

• Cancro al polmone

• Cancro al colon

• Tumori dell’infanzia

• Sindrome Li-Fraumeni

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CANCRO AL SENO Circa il 10% dei casi di tumore al seno si “raggruppa” in famiglie: questi casi sono indicativi di mutazioni germinali con alta penetranza in un piccolo numero di geni (es.BRCA1 e BRCA2) che danno alto rischio di tumore La maggior parte sono casi sporadici originati da mutazioni multiple a bassa penetranza in un ampio gruppo di geni (es.p53, PTEN,..) Il 15-20% dei casi familiari hanno mutazioni nei geni BRCA1 (17q21) e BRCA2 (13q12):

• i loro prodotti sono coinvolti in processi di DNA repair, ricombinazione, controllo del ciclo cellulare e trascrizione• sono geni oncosoppressori• hanno modalità di trasmissione autosomica-dominante, con penetranza del 70-80%

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BRCA1 E BRCA2

Sono note centinaia di mutazioni a carico dei due geni, sia non-sense sia frame-shift, che danno proteine tronche; frequentemente il tipo di mutazione è specifico per famiglia/gruppo etnico

Mutazioni in BRCA1/2 sono presenti:

• 5.9-9.4% donne sotto i 35 anni

• 12-13.2% donne sotto i 45 anni con un familare affetto

• dopo la menopausa il rischio dimunuisce nelle donne con mutazione in BRCA1 e aumenta nel caso di mutazione in BRCA2

• tumori che hanno mutazioni in BRCA1/2 hanno comparsa precoce prima dei 35 anni

BREAST CANCER

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GENETIC COUNSELLING

Lo screening per mutazioni in BRCA1 e BRCA2 è consigliato anche per soggetti sani indipendentemente dalla loro storia familiare, in famiglie ad alto rischio spesso si pesenta anche il fenomeno dell’anticipazione in cui il tumore si sviluppa sempre più precocemente nelle generazione successive.

BREAST CANCER

DA: CANCER TREATMENT REVIEWS 2001, 27:295-304

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CANCRO ALL’OVAIO

Una storia familiare di cancro all’ovaio conferisce un aumentato rischio di sviluppo di tumore.

DA: BEST PRACTICE & RESEARCH CLINICAL OBSTETRICS AND GYNAECOLOGY 2002, 16:449-468

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0VARIAN CANCER

Non sono stati ancora identificati geni che conferiscano da

soli un’aumentata suscettibilità al cancro all’ovaio

Famiglie con almeno 4 casi di cancro all’ovaio: per 2/3

mutazioni in BRCA1/2

Famiglie con 2 casi di cancro all’ovaio: per 1/5 mutazioni in

BRCA1/2

Linkage con cancro al seno, HNPCC (Hereditary

NonPoliposis Colonrectal Cancer), sindrome di Lynch: in genere

la suscettibilità allo sviluppo di questi tumori è data da difetti nel

sistema del “Mismatch Repair” (MMR)

Il “genetici counselling” è consigliato solo in casi di forte

familiarità per il cancro al seno

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Lisa Fusetti 34

CANCRO AL POLMONE

E’ un tumore ad origine multigenica

DA:ONCOGENE 2002, 21:7421-7434

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Lisa Fusetti 35

Particolarmente interessanti sono i geni p53 e FHIT: entrambi presentano anomalie nel tumore al polmone strettamente correlate con lo sviliuppo dell’iperplasia Trascritti anomali di FHIT si riscontrano nel 80% dei casi di SCLC (Small Cell Lung Cancer) e 42% di NSCLC (Non-Small Cell Lung Cancer) FHIT è un target preferenziale di carcinogeni come il tabacco si pensa a causa di una regione fragile all’interno del gene stesso (FHIT=Fragile Histidine Triade)

LUNG CANCERDA: EUR.J.CANCER 2001, 37 SUPPL:S63-73

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Lisa Fusetti 36

CANCRO AL COLON Circa il 5% delle persone è destinato a sviluppare cancro al colon-retto Sono descritti tre diversi tipi:

• sporadico: circa il 70% dei casi• ereditario: circa il 10% dei casi• familiare: circa il 25% dei casi

DA: ANN INTERN MED 2002, 137:603-612

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Lisa Fusetti 37COLONRECTAL CANCER

Genetic counselling:

DA:ANN INTERN MED 2002, 137:603-612

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Lisa Fusetti 38

TUMORE DI WILMS E’ il tumore più frequente fra quelli pediatrici, colpisce circa 1:10.000 bambini sotto i 15 anni Spesso origina da mutazioni somatiche In alcuni casi origina da mutazioni germinali ereditate o de novo WT1 è stato il primo gene associato a questo tipo di tumore, in realtà è riscontrabile in molte patologie

DA:CURRENT OPINION IN PEDIATRICS 2002, 14:5-11

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Lisa Fusetti 39WILMS TUMOR

Il tumore di Wilms è stao uno dei modelli su cui è stata formulata l’ipotesi di Knudson, poi implementata da altre ipotesi di meccanismi genetici attivanti

DA:CURRENT OPINION IN PEDIATRICS 2002, 14:5-11

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Lisa Fusetti 40

TUMORI DESMOPLASTICI I tumori desmoplasti sono meglio definiti come DSRCT (Desmoplastic Small Round Cell Tumors): sono un gruppo eterogeneo di neoplasie indifferenziate senza una precisa caratterizzazione istologica Sono tumori giovanili: circa l’80% dei casi in bambini o ragazzi Sono stati da subito bersaglio di molti studi genetico-molecolari a scopo diagnostico Comprendono:

• Ewing sarcoma• Peripheral Primitive Neuroectodermal Tumors (pPNET)• Alveolar Rhabdomyosarcoma• Clear Cell Sarcoma• Extraskeletal Myxoid Chondrosarcoma• Myxoid Lyposarcoma

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Lisa Fusetti 41DESMOPLASTIC TUMORS

Quasi tutti sono associati ad una ben precisa traslocazione cromosomica che ha come prodotto una proteina di fusione

DA: CANCER GENETICS AND CYTOGENETICS 2002, 138:1-10

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Lisa Fusetti 42DESMOPLASTIC TUMORS

Le traslocazioni coinvolgono nella maggiorparte dei casi in gene EWS e come controparte i geni WT1, FLI1, , ERG,…con diversi punti di fusione

Specificatamente per questi tipi di tumore è necessaria la diagnosi molecolare non essendo risolutiva né quella istologica né quella citologica

DA: CANCER GENETICS AND CYTOGENETICS 2002, 138:1-10

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SINDROME LI-FRAUMENIIdentifica una “famiglia” di tumori, con diversi tipi di cancro (sarcomi, tumore al seno, tumore al colon,…). Il danno genetico è una mutazione germinal nel gene p53 che conferisce un’alta instabilita genomica

DA:GENETICS IN MEDECINE THOMPSON &THOMPSON

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BIBLIOGRAFIA•GENETICA UMANA E MOLECOLARE STRACHAN T, READ AP UTET ED. 1999-2001

ITALIANA

• GENETICS IN MEDECINE THOMPSON & THOMPSON SAUNDERS COMPANY

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