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DOCENTE: D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO ORIENTAMENTO AL RUOLO FORMAZIONE O.S.S.

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FORMAZIONE O.S.S. ORIENTAMENTO AL RUOLO. DOCENTE: D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO. Programma. Elementi organizzativi del corso: ordinamento che disciplina il percorso formativo,obiettivi e metodologia Significato di professione di aiuto - PowerPoint PPT Presentation

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PresentazioniTEST PRE-CORSO

ORIENTAMENTO AL RUOLO

FORMAZIONE O.S.S.

FORMAZIONE O.S.S.

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Programma1. Elementi organizzativi del corso: ordinamento che

disciplina il percorso formativo,obiettivi e metodologia 2. Significato di professione di aiuto 3. Profilo dell’Operatore Socio Sanitario :competenze ed

attività 4. Ruolo e funzioni delle figure professionali che operano

nei servizi socio-assistenziali,5. Descrizione delle diverse strutture socio-assistenziali

socio-sanitarie ed altri contesti lavorativi,6. Elementi di base dell’organizzazione dei

servizi ,definizione, scopi , strutture e processi,7. Definizione e implicazioni operative del concetto di

responsabilità autonomia e delega.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-SanitarioORDINAMENTOORDINAMENTO

Provvedimento 22/02/2001 pubblicato nelle G. U. 19 aprile 2001, n. 91 “individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’Operatore Socio-Sanitario e per la definizione dell’ordinamento didattico dei corsi di formazione”

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EVOLUZIONE STORICO NORMATIVA DELLE FIGURE DI SUPPORTO

NELL’ASSISTENZA

• Ausiliario “portantino

“istituito con D.P.R. 128/’69”

• Ausiliario socio-sanitario

“previsto dal CCNL 1979”

• Ausiliario socio-sanitario specializzato

“previsto dal CCNL 1980”

“pulizia ambienti e trasporto pazienti”

igiene e comfort alberghiero “autonomia operativa”

oltre ai precedenti compiti

“igiene unita paziente, posizionamento del paziente a letto, altri compiti attribuiti dall’infermiere sotto diretto controllo”

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EVOLUZIONE STORICO NORMATIVA DELLE FIGURE DI SUPPORTO NELL’ASSISTENZA

• Operatore tecnico addetto all’assistenza (OTA)

“istituito con DPR 28/11/1990 n. 384”

• Operatore socio sanitario (OSS)

“istituito con accordo stato regioni 22/01/2001”

“già precedentemente normato con L. 502/92 e L. 229/’99: istituzione delle professioni socio

sanitarie su tre livelli”

• Maggiore qualificazione delle figure di supporto al fine di rispondere all’evoluzione dell’assistenza infemieristica

“ opera sotto la diretta responsabilità dell’infermiere o del caposala”

Area di autonomia solo per mansioni di carattere alberghiero”

Racchiude di fatto il vecchio operatore. Nuovo operatore versatile e con

mansioni di carattere socio-sanitario, considerato: Nuova concezione di salute Uso ottimale delle risorse Necessità di miglioramento continuo dell’assistenza Accresciuto bagaglio di conoscenze tecnico-

infemieristiche Derivante dall’avvenuto processo di

AZIENDALIZZAZIONE delle ASL

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CHI È L’OSS?

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CHI È L’OSS?• Si tratta di una figura importante e portante del

sistema del welfare regionale perché identificherà la reale integrazione tra sociale e sanitario. Dal 1° gennaio 2010, infatti, non sarà più possibile lavorare nei servizi socio-sanitari senza aver frequentato un corso di formazione.

• Quella dell'O.S.S. è una professione nuova, in cui confluiscono le precedenti di operatore tecnico dell'assistenza (O.T.A.) e operatore addetto all'assistenza (O.A.A.).

• Svolge le sue mansioni su indicazione degli operatori preposti all'assistenza sanitaria (medici, infermieri..) e a quella sociale (assistente sociale, educatore professionale…), secondo il criterio del lavoro multiprofessionale.

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Luoghi di impiegoOltre che negli ospedali, lavora • nelle case di riposo,• in strutture semi-residenziali, • in Centri diurni per anziani; • nei Servizi di assistenza domiciliare

gestiti dai comprensori e dai comuni;• nelle cooperative sociali; • in strutture tutelari per minori a rischio;• in strutture tutelari residenziali e semi-

residenziali per persone portatrici di handicap psico-fisico-sensoriale.

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I destinatari

• anziani, • minori, • persone con handicap fisico o psichico, • in stato di disagio sociale o di emarginazione, • persone con problemi di salute in fase acuta,

cronica, terminale.

L’operatore socio - sanitario svolge la sua attività in équipe e in collaborazione con gli operatori professionalmente preposti, rispettivamente all’assistenza sanitaria e a quella sociale.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-SanitarioFIGURA E PROFILOFIGURA E PROFILO

““ istituito con accordo stato regioni 22/01/2001” art. 1art. 1

• E’ individuata la figura dell’Operatore Socio Sanitario.• L’Operatore Socio Sanitario è l’operatore che a seguito

dell’Attestato di Qualifica conseguito al termine di specifica formazione professionale svolge attività indirizzata a:

a) Soddisfare i bisogni primari della persona, nell’ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario;

b) Favorire il benessere e l’autonomia dell’utente.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-SanitarioLA FORMAZIONELA FORMAZIONE

art. 2 art. 2• La formazione

dell’Operatore Socio Sanitario è di competenza delle regioni e province autonome, che provvedono all’organizzazione dei corsi e delle relative attività didattiche, nel rispetto delle disposizioni del presente decreto.

• Le regioni e le province autonome, sulla base del fabbisogno annualmente determinato, accreditano le Aziende UU.SS.LL. ed Ospedaliere e el istituzioni pubbliche e private che rispondono ai requisiti minimi per l’organizzazione dei corsi di formazione.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario

Contesti operativi art. 3 art. 3

L’operatore Socio Sanitario svolge la sua attività sia nel settore sociale sia in quello sanitario, in servizi di tipo socio-assistenziale e socio sanitario, residenziale o semiresidenziale, in ambiente ospedaliero e al domicilio dell’utente.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario

Contesto relazionale art. 4 art. 4

L’operatore Socio Sanitario svolge la sua attività in collaborazione con gli altri operatori professionali preposti all’assistenza sanitaria e a quella sociale, secondo il criterio del lavoro multiprofessionale.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario

Attività art. 5 art. 5

1) Le attività dell’OSS sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita:

a) Assistenza diretta e aiuto domestico alberghiero;

b) Intervento igienico sanitario e di carattere sociale;

c) Supporto gestionale organizzativo e formativo.

• Le attività sono riassunte nella tabella A del presente decreto.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario

COMPETENZE art. 6 art. 6

Le competenze dell’OSS sono contenute nella tabella B del presente decreto.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario

REQUISITI DI ACCESSO art. 7 art. 7

Per l’accesso ai corsi di formazione dell’OSS è richiesto come requisito minimo il Diploma di Scuola dell’obbligo. E il compimento del diciassettesimo anno di età alla data di iscrizione al corso.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario ““ORGANIZZAZIONE DIDATTICA”ORGANIZZAZIONE DIDATTICA”

art. 8 art. 8

• La didattica è strutturata per moduli e per aree disciplinari.

Modulo base

Modulo professionalizzante

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario ““ORGANIZZAZIONE DIDATTICA”ORGANIZZAZIONE DIDATTICA”

art. 8 art. 8

• Durata annuale

Totale 1.000 ore

Moduli didattici Base: formazione teorica ore 200.

Modulo “motivazione orientamento e conoscenze di base:

Professionalizzante con formazione teorica minimo 250 ore ed esercitazione/stage minimo 100 ore;

Tirocinio minimo 450 ore.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario ““ORGANIZZAZIONE DIDATTICA”ORGANIZZAZIONE DIDATTICA”

art. 9 art. 9

• Oltre al corso base sono previsti moduli di formazione integrativa, per un massimo di 200 ore rivolti a specifici contesti operativi, quali:

a) Utenti anziani;b) Portatori di handicap;c) Utenti psichiatrici;d) Malati terminali; e) RSA;f) Centri diurni;g) ADI.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario MATERIE DI INSEGNAMENTOMATERIE DI INSEGNAMENTO

art. 10 art. 10

AREA SOCIO CULTURALE, ISTITUZIONALE E LEGISLATIVA

AREA PSICOLOGICA E SOCIALE

AREA IGIENICO SANITARIA

AREA TECNICO OPERATIVA

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario MATERIE DI INSEGNAMENTOMATERIE DI INSEGNAMENTO

art. 10 art. 10 AREA SOCIO CULTURALE,

ISTITUZIONALE E LEGISLATIVA

- Elementi di legislazione nazionale e regionale a contenuto socio-assistenziale

- Elementi di legislazione sanitaria e organizzazione dei servizi (normativa specifica OSS)

- Elementi di etica e deontologia - Elementi di diritto del lavoro e rapporto di

dipendenza

- ORIENTAMENTO AL RUOLO

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario MATERIE DI INSEGNAMENTOMATERIE DI INSEGNAMENTO

art. 10 art. 10

AREA PSICOLOGICA E SOCIALE

- Elementi di psicologia e sociologia

- Aspetti psico-relazionali ed interventi assistenziali in rapporto alle specificità dell’utenza

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario MATERIE DI INSEGNAMENTOMATERIE DI INSEGNAMENTO

art. 10 art. 10

AREA IGIENICO-SANITARIA ED AREA TECNICO-OPERATIVA

- Elementi di igiene - Disposizioni generali in materia di protezione della salute e

della sicurezza dei lavoratori- Igiene dell’ambiente e confort alberghiero- Interventi assistenziali rivolti alla persona in rapporto a

particolari situazioni di vita e tipologia di utenza- Metodologia del lavoro sociale e sanitario - Assistenza sociale

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario TIROCINIOTIROCINIO

art. 11 art. 11

• Tutti i corsi comprendono un tirocinio guidato, presso le strutture e i servizi nel cui ambito la figura professionale dell’OSS è prevista.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario ESAME FINALE E RILASCIO DELL’ATTESTATOESAME FINALE E RILASCIO DELL’ATTESTATO

art. 11 art. 11

• La frequenza dei corsi è obbligatoria e non possono essere ammessi alle prove di valutazione finale coloro che abbiano superato il tetto massimo di assenze indicate dalla regione e, comunque non superiore al 10% delle ore complessive.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario ESAME FINALE E RILASCIO DELL’ATTESTATOESAME FINALE E RILASCIO DELL’ATTESTATO

art. 11 art. 11

• Prova teorica• Prova pratica Commissione di esame integrata da un componente

nominato dall’ Assessorato regionale alla sanità ed un componente nominato dall’Assessorato regionale alle politiche sociali.

superate le prove viene rilasciato un ATTESTATO DI QUALIFICA valido su tutto il territorio nazionale, nelle strutture dove è prevista la figura dell’OSS.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-SanitarioFORMAZIONE FORMAZIONE

COMPLEMENTARECOMPLEMENTARE Conferenza Stato Regioni del 16 gennaio Conferenza Stato Regioni del 16 gennaio

20032003

1) Per far fronte alle crescenti esigenze di assistenza sanitaria nelle strutture pubbliche e private, le Regioni possono organizzare moduli di formazione complementare per un minimo di 300 ore riservati ai possessori dell’ATTESTATO di QUALIFICA OSS.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario

Area sanitaria

Area sociale Area educativa

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-SanitarioIl profilo professionale e le competenze:

Ruolo professionale: lo spazio che occupa nell’organizzazione quella figura professionale con le sue competenze e responsabilità

Per Competenze: si intende l’insieme di conoscenze tecnico-professionali, dei comportamenti organizzativi, degli atteggiamenti e dei valori che consentono una prestazione efficace che è determinata dall’insieme delle conoscenze, delle abilità e delle capacità relazionali che l’operatore acquisisce nel corso della sua formazione e rafforza con l’esperienza e l’aggiornamento.

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-SanitarioÈ l’operatore che a seguito dell’attestato di qualifica

(formazione) svolge attività indirizzata a:a. soddisfare i bisogni primari della persona

nell’ambito delle proprie aree di competenza in un contesto sia SOCIALE che SANITARIO

b. favorire il benessere e l’autonomia dell’utenteFormazione SpecificaContesti operativi SOCIALE & SANITARIO: in servizi

socio-assistenziale e socio-sanitario, residenze (RSA), semiresidenze, ospedale, domicilio, servizi territoriali (ospedale di comunità, Hospice)

Contesto relazionale l’OSS svolge la SUA attività in COLLABORAZIONE con gli altri professionisti sociali-sanitari secondo un lavoro multiprofessionale

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario

È opportuno rilevare che l’OSS non non agisce sotto la diretta responsabilità

del CS / dell’Infermiere o Assistente Sociale bensì in regime di collaborazione e complementarietà

(partecipazione presa in carico rilevazione dei bisogni s-s)

all’interno dell’équipe multiprofessionale

Nell’assistenza più generalmente intesa, si distingue oggi

un’assistenza di base Sociale

& Sanitaria

Alla quale l’OSS partecipa COORDINATO Per il Sociale dall’Assistente Sociale Per il Sanitario dall’Infermiere

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LL’Operatore Socio-Sanitario’Operatore Socio-Sanitario

AttivitàAttivitàElenco delle principali attività previste per

l’OSS(allegato A Conferenza Stato-

Regione)

Competenze Competenze Competenze dell’OSS

(allegato B Conferenza Stato-Regione)

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Le attivitàLe attività dell’Operatore Socio-Sanitario sono dell’Operatore Socio-Sanitario sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita:rivolte alla persona e al suo ambiente di vita:

AttivitàAttività

1.1. Assistenza diretta ed aiuto Assistenza diretta ed aiuto domestico alberghierodomestico alberghiero

2.2. Intervento igienico sanitario e di Intervento igienico sanitario e di carattere socialecarattere sociale

3.3. Supporto gestionale, organizzativo e Supporto gestionale, organizzativo e formativoformativo

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-SanitarioAttività: sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vitaAssistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero:Assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero:

11

Assistenza alla persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane e di igiene personale

Realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico

Collabora ad attività finalizzate al mantenimento: della capacità psico-fisiche residue, alla rieducazione riattivazione recupero funzionale

Realizza attività di animazione e socializzazione di singoli e gruppi

Coadiuva il personale sanitario e sociale nell’assistenza al malatomalato anche terminale e morente

Aiuta la gestione dell’utente’utente nel suo ambiente di vita Cura la pulizia e l’igiene ambientale

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario

Attività: sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita

Intervento igienico sanitario e di carattere sociale Intervento igienico sanitario e di carattere sociale

22 OsservaOsserva e collabora alla rilevazione dei bisognirilevazione dei bisogni e

delle condizioni di rischio – danno dell’utente Collabora alla attuazione degli interventi assistenziali ValutaValuta per quanto di sua competenza, gli interventi

più appropriati da proporre CollaboraCollabora alla attuazione di sistemi di verifica degli

interventi RiconosceRiconosce ed utilizza linguaggi e sistemi di

comunicazione-relazione appropriati in relazione alle condizioni operative

Mette in atto relazioni-comunicazioni di aiuto con l’utente e la famiglia, per l’interazione sociale ed il mantenimento e recupero della identità personale

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario

Attività: sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita

33

Supporto gestionale, organizzativo e formativoSupporto gestionale, organizzativo e formativo Utilizza strumenti informativistrumenti informativi di uso comune per la

registrazione registrazione di quanto rilevato durante il servizio

Collabora Collabora alla verifica della qualità qualità del servizio

Concorre, rispetto agli operatori dello stesso profilo, alla realizzazione dei tirocini ed alla loro valutazione

Collabora alla definizione dei propri bisogni di formazione e frequenta corsi di aggiornamento(commento ECM)

Collabora, anche nei servizi assistenziali non di ricovero alla realizzazione di attività semplici

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11Assistenza alla persona, in particolare non

autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane e di igiene personale

Secondo indicazione infermieristica e secondo il piano assistenziale multidisciplinare

22Intervento igienico sanitario e di carattere sociale:

osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni e delle condizioni di rischio-danno dell’utente

Su prescrizione dell’infermiere, nei casi di ridotta autonomia psicofisica, in base alle condizioni cliniche della persona assistita ed alla loro complessità

Collabora all’attuazione degli interventi assistenziali

Con l’infermiere e/o segue le indicazioni riportate dal P.A.I. o

dalla scheda individuale

condizioni di conformità per il corretto impiego condizioni di conformità per il corretto impiego dell’OSS e dell’infermiere dell’OSS e dell’infermiere

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condizioni di conformità per il corretto impiego condizioni di conformità per il corretto impiego dell’OSS e dell’infermiere dell’OSS e dell’infermiere

Valuta per quanto di competenza gli interventi più appropriati da proporre

All’infermiere

Collabora all’attuazione di sistemi di verifica degli interventi

Nell’ambito di una pianificazione dell’assistenza

Mette in atto relazioni-comunicazioni di aiuto con l’utente e la famiglia, per l’integrazione sociale

ed il mantenimento e recupero della identità personale

Durante l’erogazione dell’assistenza per quanto di sua competenza

relativamente all’ampiezza e all’approfondimento delle materie

psico-sociologiche del percorso formativo specifico e nell’ambito

del P.A.I. disposto dai professionisti competenti.

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condizioni di conformità per il corretto impiego condizioni di conformità per il corretto impiego dell’OSS e dell’infermiere dell’OSS e dell’infermiere

33Supporto gestionale, organizzativo e formativo

utilizza strumenti informativi di uso comune per la registrazione di quanto rilevato durante il

servizio

Modulistica approvata dal gruppo di lavoro infermieristico o multidisciplinare

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Competenze:

1. tecniche 1. tecniche

2. relative alle conoscenze 2. relative alle conoscenze richiesterichieste

3. relazionali 3. relazionali

Le competenze dell’Operatore Socio-SanitarioLe competenze dell’Operatore Socio-Sanitario

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-SanitarioCompetenze:

tecniche - relative alle conoscenze richieste - tecniche - relative alle conoscenze richieste - relazionali relazionali

competenze tecnichecompetenze tecniche

in base alle proprie conoscenzeproprie conoscenze ed in collaborazionecollaborazione con altre figure professionali, sa attuare i piani di sa attuare i piani di lavorolavoro

è in grado di utilizzare metodologia di lavoro comune schede protocolli

é in grado di collaborare con l’utentel’utente e la famiglia nel governo della casa e dell’ambiente di vita, nell’igiene

e cambio della biancheria nella preparazione ed assunzione dei pasti quando necessario, e a domicilio, per l’effettuazione

degli acquisti nella sanificazione e sanitizzazione ambientale

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-SanitarioCompetenze:tecnichetecniche

è in grado di curare la pulizia e la manutenzione di arredi e attrezzature, nonché la conservazione degli stessi

il riordino del materiale dopo l’assunzione dei pasti sa curare il lavaggio, l’asciugatura e la preparazione del

materiale da sterilizzare sa garantire la raccolta e lo stoccaggio corretto dei

rifiuti, il trattamento del materiale biologico sanitario e dei campioni per gli esami diagnostici, secondo protocolli stabiliti

sa svolgere attività finalizzate all’igiene personale, al cambio della biancheria, all’espletamento delle funzioni fisiologiche, all’aiuto nella deambulazione, all’uso corretto di presidi, ausili e attrezzature, all’apprendimento e mantenimento di posture corrette

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-SanitarioCompetenze:tecnichetecniche

in sostituzione e appoggio dei famigliari e su indicazione su indicazione

del personale preposto del personale preposto è in grado di:

aiutare la corretta assunzionecorretta assunzione dei farmaci prescritti e per il corretto utilizzo di apparecchi medicali di semplice uso

aiutare nella preparazione alle prestazioni sanitarie

osservare, riconoscere e riferire riferire alcuni dei più comuni sintomi di allarme che l’utentel’utente può presentare(pallore, sudorazione ecc)

attuare interventi di primo soccorso

effettuare piccole medicazioni o cambio delle stesse

controllare e assistere la somministrazione della dieta

aiutare nelle attività di animazione e che favoriscano la socializzazione, il recupero ed il mantenimento di capacità cognitive e manuali

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L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-SanitarioCompetenze:tecnichetecniche

in sostituzione e appoggio dei famigliari e su indicazione su indicazione

del personale preposto del personale preposto è in grado di:

collaborare ed educare al movimento e favorire movimenti di mobilizzazione semplici su singoli e gruppi

provvedere al trasporto di utentiutenti, anche allettati, in barella -carrozzella

collaborare alla composizione della salma e provvedere al suo trasferimento

utilizzare specifici protocolli per mantenere la sicurezza dell’utente’utente, riducendo al massimo il rischio

svolgere attività di informazione sui servizi del territorio e curare il disbrigo di pratiche burocratiche

accompagnare l’utente per l’accesso ai servizi

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In base alle proprie competenze ed in collaborazione con altre figure professionali

sa attuare i piani di lavoro Che, se relativi ai bisogni di assistenza, vengono redattidall’infermiere

È in grado di utilizzare metodologia di lavoro comuni (schede, protocolli ecc.)

…la cui stesura compete all’èquipe infermieristica, a meno che

non si tratti di protocolli, procedure di tipo tecnico stilate a

livello aziendale (es. smaltimento rifiuti)

condizioni di conformità per il corretto impiego condizioni di conformità per il corretto impiego dell’OSS e dell’infermiere dell’OSS e dell’infermiere

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condizioni di conformità per il corretto impiego condizioni di conformità per il corretto impiego dell’OSS e dell’infermiere dell’OSS e dell’infermiere

è in grado di collaborare con l’utentel’utente e la famiglia nella preparazione ed assunzione dei pasti quando necessario, e a domicilio, per

l’effettuazione degli acquisti nel governo della casa e dell’ambiente di vita,

nell’igiene e cambio della biancheria nella sanificazione e sanitizzazione ambientale

… la prima visita per la presa in carico della persona da parte

del servizio infermieristico, spetta all’infermiere, che redige il

PAI, comprensivo di momenti di verifica definitiè in grado di curare la pulizia e la manutenzione di

arredi e attrezzature, nonché la conservazione degli stessi e il riordino del materiale dopo

l’assunzione dei pastiSegnalando all’infermiere ogni eventuale non conformità

al PAI

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condizioni di conformità per il corretto impiego condizioni di conformità per il corretto impiego dell’OSS e dell’infermiere dell’OSS e dell’infermiere

sa curare il lavaggio, l’asciugatura e la preparazione del materiale da sterilizzare

… secondo le indicazioni aziendali, e secondo protocolli stabiliti

sa svolgere attività finalizzate all’igiene personale, al

cambio della biancheria, all’espletamento delle

funzioni fisiologiche, all’aiuto nella deambulazione,

all’uso corretto di presidi, ausili e attrezzature,

all’apprendimento e mantenimento di posture

corrette

…secondo le indicazioni del personale competente per tali attività, quali l’infermiere e il terapista della riabilitazione

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condizioni di conformità per il corretto impiego condizioni di conformità per il corretto impiego dell’OSS e dell’infermiere dell’OSS e dell’infermiere

in sostituzione e appoggio dei famigliari e su su

indicazioneindicazione

del personale preposto del personale preposto è in grado di: aiutare la

corretta corretta

assunzioneassunzione dei farmaci prescritti e per il corretto utilizzo

di apparecchi medicali di semplice uso… in ambiente ospedaliero e a domicilio segue la persona daassistere, osservandola ed aiutandola, se occorre, nell’assunzione della terapia secondo una pianificazione assistenziale redatta dall’èquipe

aiutare nella preparazione alle prestazioni sanitarie

…su indicazioni dell’infermiere e/o secondo protocolli

elaborati/convalidati dall’infermiere

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condizioni di conformità per il corretto impiego condizioni di conformità per il corretto impiego dell’OSS e dell’infermiere dell’OSS e dell’infermiere

osservare, riconoscere e riferire riferire alcuni dei più comuni

sintomi di allarme che l’utentel’utente può presentare(pallore,

sudorazione ecc) … e riferirli immediatamente all’infermiere quale professionista in grado di effettuare una propria diagnosi, in ambito ospedaliero, oppure allertare il servizio di emergenza territoriale

effettuare piccole medicazioni o cambio delle stesse

…secondo il piano di assistenza personalizzato PAI

controllare e assistere la somministrazione della dieta…indicando alla figura di riferimento eventuali discrepanze dalla pianificazione

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condizioni di conformità per il corretto impiego condizioni di conformità per il corretto impiego dell’OSS e dell’infermiere dell’OSS e dell’infermiere

aiutare nelle attività di animazione e che favoriscano la socializzazione, il recupero ed il mantenimento di

capacità cognitive e manuali…in collaborazione o su indicazioni dei professionisti responsabili di tali attività, quali l’infermiere, l’educatore, l’assistente sociale

collaborare ed educare al movimento e favorire movimenti di mobilizzazione semplici su singoli e

gruppiSu indicazioni del T della R e/o dell’infermiere

accompagna l’utente per l’accesso ai servizi….su indicazioni dell’infermiere che ne valuta le condizioni cliniche

Page 51: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-SanitarioCompetenze:

tecniche - relative alle conoscenze richieste - tecniche - relative alle conoscenze richieste - relazionali relazionali

competenze relative alle conoscenze richieste competenze relative alle conoscenze richieste

conoscere le principali tipologie di utenze e le problematiche connesse

conoscere le diverse fasi di elaborazione dei progetti di intervento personalizzati

riconoscere per i vari ambiti, le dinamiche relazionali appropriate per rapportarsi all’utenteall’utente sofferente, disorientato, agitato, demente o handicappato mentale ecc

è in grado di riconoscere le situazioni ambientali e le condizioni dell’utente per le quali è necessario mettere in atto le differenti competenze tecniche

conosce le modalità di rilevazione, segnalazione e comunicazione dei problemi generali e specifici relativi all’utenteall’utente

Page 52: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

L’Operatore Socio-SanitarioL’Operatore Socio-Sanitario

Competenze: competenze relative alle conoscenze competenze relative alle conoscenze richiesterichieste

conosce le condizioni di rischio e le più comuni sindromi da

prolungamento allettamento e immobilizzazione

conosce i principali interventi semplici di educazione alla

salute, rivolti agli utentiutenti e ai loro famigliari

conosce l’organizzazione dei servizi sociali e sanitari e

quella delle reti informali

Page 53: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

conosce le principali tipologie di utenze e le problematiche connesse

…dopo la presa in carico da parte dell’infermiere il quale stila i piani assistenziali standard e personalizzati e li mette a conoscenza dell’OSS

Riconosce, per i vari ambiti, le dinamiche relazionali appropriate per rapportarsi all’utente sofferente,

disorientato, agitato, demente o handicappato mentale

facendo sempre riferimento per la parte terapeutica ai professionisti interessati(infermiere, assistente sociale, educatore)

condizioni di conformità per il corretto impiego condizioni di conformità per il corretto impiego dell’OSS e dell’infermiere dell’OSS e dell’infermiere

Page 54: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

È in grado di riconoscere le condizioni ambientali e le condizioni dell’utente per le quali è necessario mettere in atto le differenti

competenze tecniche

…secondo piani assistenziali stilati dall’èquipe infermieristica

conosce i principali interventi semplici di educazione alla salute, rivolti agli utenti e

ai loro familiari

…in relazione alle conoscenze derivati dal percorso formativo,

condizioni di conformità per il corretto impiego condizioni di conformità per il corretto impiego dell’OSS e dell’infermiere dell’OSS e dell’infermiere

Page 55: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Sa lavorare in equipe

si avvicina e si rapporta con l’utentel’utente e con la famiglia,

comunicando in modo partecipativo in tutte le attività

quotidiane di assistenza, sa rispondere esaurientemente, coinvolgendo e stimolando

al dialogo …riferendosi all’infermiere ogni volta che la persona

manifesta delle variazioni rispetto alle sue condizioni di base, valutate periodicamente dall’infermiere

Sa coinvolgere le reti informali, sa rapportarsi con le strutture sociali, ricreative, culturali dei

territori

……secondo le necessità stabilite dal personale infermieristico, dall’educatore o assistente sociale

COMPETENZE RELAZIONALICOMPETENZE RELAZIONALI condizioni di conformità per il corretto impiego condizioni di conformità per il corretto impiego

dell’OSS e dell’infermiere dell’OSS e dell’infermiere

Page 56: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Sa sollecitare ed organizzare momenti di

socializzazione fornendo sostegno alla partecipazione

ad iniziative culturali e ricreative sia sul territorio che

in ambito residenziale …in collaborazione del personale responsabile di tali momenti,

quali l’infermiere, l’educatore, l’assistente sociale

È in grado di partecipare all’accoglienza dell’utente per assicurare una puntuale informazione sul servizio e

sulle risorse

……secondo linee guida stabilite dall’èquipe multidisciplinare

È in grado di gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità

Secondo il dovere del rispetto del segreto professionale e d’ufficio

condizioni di conformità per il corretto impiego condizioni di conformità per il corretto impiego dell’OSS e dell’infermiere dell’OSS e dell’infermiere

Page 57: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Sancisce Sancisce il seguente accordo ……..per disciplinare la formazione la formazione

complementare in assistenza sanitariacomplementare in assistenza sanitaria dell’OSS che consente allo stesso di collaborarecollaborare con l’infermiera e l’ostetrica e di svolgere alcune attività assistenziali in base all’organizzazione dell’unità funzionale di appartenenza e conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica ed ostetrica sotto la sua supervisionesupervisione

Moduli di formazione Complementare di assistenza sanitariaModuli di formazione Complementare di assistenza sanitaria

minimo ore 300 di cui la metà 150 ore di tirociniominimo ore 300 di cui la metà 150 ore di tirocinio

riservato agli OSS con attestato di qualifica riservato agli OSS con attestato di qualifica

al termine del modulo formativo complementare e il superamento al termine del modulo formativo complementare e il superamento dell’esame finale ricevono uno specifico attestatodell’esame finale ricevono uno specifico attestato

Operatore Socio-Sanitario con formazione Operatore Socio-Sanitario con formazione complementarecomplementare

L’Operatore Socio-Sanitario con formazione L’Operatore Socio-Sanitario con formazione complementarecomplementare

Conferenza Stato - Regione 16 gennaio 2003Conferenza Stato - Regione 16 gennaio 2003

Page 58: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Elenco Elenco delle principali attività in assistenza sanitariadelle principali attività in assistenza sanitaria dell’Operatore Socio-Sanitario con formazione complementaredell’Operatore Socio-Sanitario con formazione complementare

Allegato AAllegato A somministrazione per via naturale della terapia somministrazione per via naturale della terapia

prescritteprescritte

conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione

la terapia intramuscolare e sottocutanea su specifica la terapia intramuscolare e sottocutanea su specifica pianificazione infermieristica pianificazione infermieristica conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione

i bagni terapeutici, impacchi medicali, e frizionii bagni terapeutici, impacchi medicali, e frizioni la rilevazione e l’annotazione di alcuni parametri la rilevazione e l’annotazione di alcuni parametri

vitali (FC FR e TC) del pazientevitali (FC FR e TC) del paziente la raccolta di escrezioni e secrezioni a scopo la raccolta di escrezioni e secrezioni a scopo

diagnosticodiagnostico la medicazione semplice e bendaggiola medicazione semplice e bendaggio i clisterii clisteri la mobilizzazione dei pazienti non autosufficenti per la mobilizzazione dei pazienti non autosufficenti per

la prevenzione delle LdaD e alterazioni cutaneela prevenzione delle LdaD e alterazioni cutanee

Page 59: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Continua Allegato AContinua Allegato A la respirazione artificiale, massaggio cardiaco esternola respirazione artificiale, massaggio cardiaco esterno la cura il lavaggio e preparazione del materiale per la la cura il lavaggio e preparazione del materiale per la

sterilizzazione sterilizzazione l’attuazione e il mantenimento dell’igiene della l’attuazione e il mantenimento dell’igiene della

personapersona la pulizia disinfezione e sterilizzazione delle la pulizia disinfezione e sterilizzazione delle

apparecchiature delle attrezzature sanitarie e dei apparecchiature delle attrezzature sanitarie e dei dispositivi medicidispositivi medici

la raccolta e lo stoccaggio dei rifiuti differenziatila raccolta e lo stoccaggio dei rifiuti differenziati il trasporto del materiale biologico ai fini diagnosticiil trasporto del materiale biologico ai fini diagnostici la somministrazione dei pasti e delle dietela somministrazione dei pasti e delle diete la sorveglianza delle fleboclisi la sorveglianza delle fleboclisi conformemente alle direttive

del responsabile dell’assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione

Elenco Elenco delle principali attività in assistenza sanitariadelle principali attività in assistenza sanitaria dell’Operatore Socio-Sanitario con formazione complementaredell’Operatore Socio-Sanitario con formazione complementare

Page 60: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

L’inserimento dell’OSS nell’Organizzazione

Si precisa infatti che l’OSS: OperaOpera in quanto può agire in autonomia; CooperaCoopera in quanto svolge solo parte

dell’attività alle quali concorre con altri professionisti

CollaboraCollabora in quanto svolge attività su precisa indicazione dei professionisti

Questa classificazione ci fa capire che quando più l’OSS esce fuori dall’ambito autonomo tanto meno risponde del suo agire professionale, in particolar modo al terzo punto dove l’operatore è chiamato a essere una sorta di lunga mano del professionista

Page 61: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

L’approccio assistenziale olistico/globale alla persona e ai suoi

bisogni:

la relazione d’aiuto

Page 62: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Salute, malattia e disagio• SALUTE = stato di benessere fisico e psichico

dell’organismo umano, derivante dal buon funzionamento di tutti gli organi e gli apparati. “Benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia” (OMS)

• MALATTIA = stato patologico per alterazione della funzione di un organo o di tutto l’organismo; alterazione dello stato di salute.

• DISAGIO = privazione, sofferenza; scarsità o mancanza di cose necessarie.

Page 63: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

SALUTEconcetto più ampio che riguarda la dimensione:

• FISICA: è la parte più tangibile della salute, riferita al funzionamento del “”sistema organismo”;

• PSICHICA: è la capacità di costruire, elaborare ed articolare il pensiero in modo coerente;

• EMOTIVA: è la capacità di gestire con equilibrio le emozioni e di farle interagire senza scompensi tra loro;

Page 64: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

SALUTEconcetto più ampio che riguarda la dimensione:

• RELAZIONALE: è la capacità di interagire con equilibrio con altri individui e con l’ambiente;

• SPIRITUALE: è strettamente connessa al sistema di valori che caratterizza il modo di concepire l’esistenza;

• SOCIALE: si tratta di una dimensione importante e fortemente condizionante, perché non si può ritenere e mantenere “sano” un individuo in un contesto sociale malato di problemi sanitari, economici, politici, culturali, ambientali, etnici e altro.

Page 65: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

SALUTE: diritto fondamentale di ogni essere umano senza distinzione di

razze, religione, credo politico, condizione economica e sociale.

La salute di tutti i popoli è fondamentale per il raggiungimento della pace e della sicurezza e dipende dalla più ampia cooperazione degli

individui e degli Stati.

Lo sviluppo disuguale nella promozione della Salute e controllo delle malattie, specialmente quelle

trasmissibili, rappresenta un serio pericolo per noi tutti.

Page 66: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

SALUTEcondizione legata alla disfunzione

di una o più dimensioni considerate

Pensare al concetto ampio e completo di SALUTE sottolinea la necessità di un approccio “olistico”alla persona e ai problemi che può presentare nelle diverse fasi e in diversi momenti della propria vita

Page 67: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

SALUTE PER TUTTI NELL’ANNO 2000 O.M.S.

• Assicurare alle popolazioni l’equità nei confronti della salute;

• Aggiungere vita agli anni quindi salute alla vita ;

• Aggiungere anni alla vita aumentandone la speranza di vita media.

SI INTRODUCE IL CONCETTO DI QUALITA’ DELLA VITA

Page 68: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

L’esperienza della malattia

È una delle più critiche per una persona

• non ne controlliamo i fattori scatenanti,

• riduce la nostra libertà ed autonomia,

• ci avvicina all’esperienza del dolore e della sofferenza

• prefigura la possibilità della morte.

Page 69: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

L’esperienza della malattia

• Medico ieri = figura con un elevato prestigio potere magico

• Medico oggi = professionista le cui capacità derivano dalla preparazione personale e dal progresso scientifico e tecnologico

L’operatore socio-sanitario può giocare nella relazione col paziente un importante ruolo.

Page 70: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Cosa significa “approccio assistenziale olistico/globale alla

persona e ai suoi bisogni” ?

• OLISTICO dal greco HOLOS significa: tutto, intero, totale, interamente.

La malattia non è qualcosa che interessa principalmente un organo o un apparato

ma un evento che interessa l’uomo nel suo insieme.

Page 71: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

La qualità della vita

Ogni valutazione della qualità della vita deve prendere in considerazione diversi aspetti:

• lamentele fisiche,

• disagio psicologico,

• interazione sociale,

• stato funzionale,

• soddisfacimento per le cure mediche.

Page 72: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

IL SAPER ESSERE

L’ APPRENDIMENTO DI NUOVE CONOSCENZE

… IL SAPERE

L’APPLICAZIONE DELLE COMPETENZE

… IL SAPER FARE

LO SVILUPPO DELLE CAPACITA’ RELAZIONALI

… IL SAPER ESSERE

Page 73: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

La relazione di aiuto

• LA RELAZIONE PRESUME UN QUALCHE CONTATTO CHE GIÀ SI AVEVA, O UN NUOVO ENTRARE IN CONTATTO.

• L’AIUTO PRESUME CHE QUALCUNO ABBIA BISOGNO E ALTRI POSSANO FORNIRE UNA RISPOSTA A QUEL BISOGNO.

QUESTA SEMPLICITÀ È IN MOLTE DELLE NOSTRE AZIONI QUOTIDIANE.

Page 74: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

La relazione d’aiuto

• Si sviluppa a partire da una domanda di aiuto alla base della quale c’è una condizione di disagio, sofferenza e limitazione

• È caratterizzata da asimmetria di ruolo, diverso grado di responsabilità e reciprocità

Page 75: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

La relazione di aiutoSi ha una relazione di aiuto quando vi è un incontro fra due

persone di cui • una si trova in condizioni di

sofferenza/confusione/conflitto/disabilità/ malattia (rispetto a una determinata situazione o a un determinato problema con cui è a contatto e che si trova a dover gestire)

• ed un’altra persona invece dotata di un grado “superiore” di adattamento/ competenze/abilità, rispetto a queste stesse situazioni o tipo di problema.

Se fra queste due persone si riesce a stabilire un contatto (una relazione) che sia effettivamente di aiuto allora è probabile che la persona in difficoltà inizi qualche movimento di maturazione/ chiarificazione/miglioramento/apprendimento che la porti ad avvicinarsi all’altra persona (assorbendone per così dire le qualità e le competenze) o comunque a rispondere in modo più soddisfacente al proprio ambiente ed a proprie esigenze interne ed esterne.

Page 76: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

La relazione di aiutoMolte relazioni amicali, familiari, di vicinato, sono quindi relazioni

di aiuto, ma possono esserlo anche molte relazioni a carattere professionale (infermiere-persona, medico-paziente, insegnante-studente, operatore-cliente), oltre a quelle sviluppate da psicologi, psicoterapeuti, counselor.

Un insegnante può essere colto, un medico o un OSS preparato, ma la riuscita della terapia, dell'insegnamento, ecc, dipende dalla qualità del rapporto instaurato con gli interlocutori più che dal bagaglio tecnico-conoscitivo.

L’aiuto può assumere varie forme: • ascoltare, • informare,• insegnare, • essere vicini, • non lasciare soli, • condividere.

Page 77: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

La relazione di aiuto

Il professionista sanitario che mette in atto una relazione di aiuto deve possedere la consapevolezza del processo ed il controllo dello stesso, padroneggiando razionalmente “abilità” che sono un tutt’uno con ciò che si è.

Infatti, una preparazione inadeguata dell’operatore determina l’incapacità di ascoltarsi e di ascoltare l’altro, requisito indispensabile per realizzare un processo di ascolto efficace.

Alla luce di quanto esposto possiamo affermare che la pratica della relazione di aiuto presuppone un faticoso focus personale centrato sul sé, coniugato sull’acquisizione di abilità specifiche e di una complessa padronanza tecnica. Per chi la esercita è necessaria una seria formazione nel percorso formativo (formazione continua).

Page 78: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

La relazione di aiuto

Poiché l’efficacia del rapporto è strettamente connessa alla reciprocità della relazione ed al soddisfacimento dei bisogni di entrambi i soggetti (operatore e persona assistita), di aiutare e di essere aiutato, analizziamo brevemente le teorie psicologiche del legame attaccamento-accudimento:

• Teoria psico-biologica dell’apprendimento (Bowlby);• Teoria dei bisogni (A.Maslow);• Modello dell’attaccamento-accudimento.

Page 79: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

La relazione di aiuto• Teoria psico-biologica dell’apprendimento (Bowlby)

Il bambino è sollecitato a costruire una relazione con l’adulto per ottenere una base sicura; il legame di attaccamento ha la funzione di:

1) garantire il benessere dell’individuo;2) proteggere dai pericoli ambientali;3) favorire la sopravvivenza data la vicinanza del piccolo con la madre.

Secondo questa teoria le prime relazioni di attaccamento, in genere con la madre, divengono il prototipo e i modelli operativi delle successive relazioni affettive.

L’attaccamento non è dunque un processo che si esaurisce nella prima infanzia, ma caratterizza l’essere umano dalla nascita alla morte.

L’adulto che ha sperimentato relazioni segnate da incostanza e scarsa comprensione appare vittima del passato e di bisogni affettivi insoddisfatti. Gli adulti evitanti sono poco disponibili affettivamente, non sanno offrire esperienza di calda intimità poiché non l’hanno mai sperimentata.

Page 80: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

La relazione di aiuto

• Teoria dei bisogni (A.Maslow)

• Nel bambino sussistono bisogni psicologici primari (es. sicurezza, protezione) importanti quanto il bisogno di nutrimento/calore.

• Vi sarebbe il bisogno primario di stare in contatto con un essere umano e di attaccarsi ad esso indipendentemente dal bisogno di nutrimento/calore fisico.

Page 81: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

BISOGNO

“condizione che esprime mancanza totale o parziale, o carenza di uno o più elementi - fame, sete, movimento, fede, affetti, comunicazione, ecc. –

che costituiscono e caratterizzano le diverse dimensioni dalle quali dipende l’essere sano”

Page 82: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

BISOGNI FONDAMENTALI SECONDO MASLOW

BISOGNI DI AUTOREALIZZAZIONE

BISOGNI DI STIMA

BISOGNI DI APPARTENENZA

BISOGNI DI SICUREZZA

BISOGNI FISIOLOGICIrespirare – alimentarsi – idratarsi – mantenere la T.C. – muoversi – eliminazione – igiene –

riposo e comunicazione

Page 83: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

La relazione di aiuto• Modello dell’attaccamento-accudimento• È l’esigenza comune nel mondo animale, quindi nel

genere umano, di instaurare e mantenere un legame con un altro individuo, di solito di genere femminile.

• Comporta l’assunzione della posizione speculare di essere accudito e di accudire qualcuno, con il duplice ruolo di accudito e di persona accudente.

• Nell’età adulta i meccanismi dell’attaccamento riemergono in particolare quando l’individuo avverte la propria vulnerabilità con sensazione di minaccia all’equilibrio fisico/psichico (malattia, trauma emotivo, carenza affettiva ecc.).

• L’evento-malattia comporta nuovi adattamenti, una nuova identità di persona malata, modifiche obbligatorie delle abitudini di vita (es. ospedalizzazione), dipendenza in vari gradi dall’operatore che si prende cura del paziente.

Page 84: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

LA RELAZIONE PROFESSIONALE OSS/UTENTE

• La comparsa di una malattia determina una crisi nell'esistenza della persona colpita e di chi lo assiste. Si tratta di conseguenze psicologiche e sociali, a volte di lunga durata, spesso trascurate da chi è impegnato a dare il massimo sul versante delle cure tecnico-sanitarie.

• Depressione, disperazione, carenza di motivazione al trattamento… sono sintomi che influiscono negativamente sui risultati del trattamento.

• Le moderne unità di riabilitazione comprendono, nel loro team interprofessionale, la figura dello psicologo, deputato a fornire un sostegno specifico ai pazienti e alle famiglie in difficoltà. Ma non basta. Occorre che tutto il setting riabilitativo sia orientato a sostenere emotivamente il paziente e i caregivers.Per questo sarà compito di tutti gli operatori professionali improntare il proprio approccio al malato instaurando una relazione d'aiuto.

Page 85: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Le tecniche di facilitazione

Il professionista sanitario può gestire gli atteggiamenti regressivi del paziente verso il recupero e la guarigione mediante tecniche di facilitazione:

• Il suggerimento: serve per indirizzare e fornire modelli di

comportamento.• I rinforzi: per stimolare un soggetto ad acquisire

comportamenti adattivi tramite un programma di intervento riabilitativo.

• Il tutoring: sollecitare interazioni di auto-mutuo-aiuto in un gruppo di pari.

• L’accoglienza empatica nella comunicazione intersoggettiva.

Page 86: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Funzioni e competenze dell’OSS nella relazione di aiuto • Strumento protesico: situazioni di riaddestramento allo

svolgimento delle attività quotidiane.• Fonte d’informazione: collocazione nel tempo, spazio e

storia personale.• Fonte di stimolazione: in presenza di inerzia, apatia,

demotivazione, scarso interesse per l’ambiente circostante da parte del paziente.

• Capace di: prevenire/valutare/contenere sintomi comportamentali quali aggressività, agitazione psicomotoria, che ostacolano il processo di autonomia.

• Capace di: prendere decisioni, proponendo alternative rispetto alle scelte stereotipate del paziente.

• Fonte di feed-back: se il paziente non è capace di valutare le ripercussioni sugli altri delle proprie manifestazioni verbali e comportamentali.

• Fonte di gratificazione/frustrazione: in un rapporto educativo in cui il paziente è riaddestrato a riacquisire la maggiore autonomia possibile.

Page 87: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Il comportamento dell'operatore verso la persona

• L'osservazione dell'operatore non si focalizza sui deficit, ma sulle capacità residue in modo da potenziarle e rafforzarle;

• un clima positivo, sereno, ispirato alla fiducia nelle capacità del soggetto ha lo scopo di incoraggiare gli sforzi, i tentativi di progredire, di andare avanti, favorendo l'iniziativa e la libera espressione.La persona, in questo modo, si percepisce come parte attiva diventando compartecipe del proprio itinerario di recupero;

• non farsi illusioni e non crearne;• la persona va considerata e accettata per quello che è e

non per quello che dovrebbe essere, con i suoi pregi e i suoi deficit, aiutandola a scoprire le sue qualità e a saperle valorizzare;

• porre la persona nelle condizioni migliori per raggiungere il massimo della sua autonomia nel rispetto e nella considerazione del suo disagio.

Page 88: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Tratti relazionali da sviluppare per instaurare una corretta "relazione d'aiuto"

• Orientamento sull'Altro, sul Sè e sulla relazione;• diffusa responsabilizzazione e controllo delle dinamiche proiettive;• atteggiamento empatico;• sa modulare l'asimmetria ("insieme possiamo trovare alcune soluzioni al

problema");• apertura del Sè ("esplicito in maniera chiara, completa e congruente

quanto sento");• uso di messaggi diretti, sollecitanti, ma mai minacciosi;• comunicazione chiara, completa e congruente;• induce curiosità, apre questioni, accetta e stimola punti di vista diversi;• ricerca le differenze, riconosce nel disequilibrio l'inizio di nuovi equilibri;• apre e responsabilizza;• autoironizza;• inibisce il gregarismo, sollecitando l'Altro al protagonismo;• ascolta e modula la relazione rispettando i sentimenti dell'Altro;• conduce e si lascia condurre;• accetta e sfrutta le valutazioni negative.

Page 89: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

LA RELAZIONE D’AIUTOè promuovere il benessere di entrambe le parti.

 

Dare

 

  Ricevere

Dare e ricevere:

-       emozioni

-       sentimenti

-        rispetto e incoraggiamento

Page 90: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO
Page 91: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Nel lavoro con i malati e le loro famiglie ci troviamo ad affrontare pensieri, memorie, sentimenti e problemi irrisolti della nostra vita.

Come operatori professionali dovremmo abituarci a osservare le nostre reazioni, i nostri sentimenti verso utenti e pazienti, piuttosto che porre una membrana impermeabile fra comportamenti professionali e comportamenti personali.

Concentrandoci sui bisogni dell’utente possiamo non pensare al fatto che tutti, prima o poi dobbiamo affrontare il lutto, la disabilità e la morte.

Page 92: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Riflettiamo sulla differenza che c’è tra

·     curare ·    

prendersi cura  

Conoscere ed imparare a far fronte non solo alle emozioni dell’assistito ma

anche alle proprie

 

Page 93: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

L’importanza di interrogarsi …

• Cosa mi ha spinto a scegliere questa professione?

• Cosa ne pensano le persone a me care?

… e ancora …

• Quali sono i miei limiti personali rispetto a questo lavoro?

• Quali sono i miei punti di forza?• Quali sono i limiti esterni di questo lavoro?

Page 94: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Conoscere le proprie motivazioni personali

“SE NON ABBIAMO CURA DI NOI STESSI,

NON POSSIAMO AVERE CURA DEGLI ALTRI”

(GAYLIN, 1981)

Page 95: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Conoscere le proprie motivazioni personali….

• È giusto avere, oltre a delle motivazioni altruistiche, anche delle motivazioni di tipo “egoistico”

• È giusto “divertirsi” durante il proprio lavoro (è possibile fare un lavoro estremamente serio e trovare piacere nel farlo).

• È giusto avere delle motivazioni disinteressate, come il desiderio di poter migliorare un po’ la vita delle persone.

Tratto da: “Io, operatore sociale”, Erickson, 1993

Page 96: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Conoscere le proprie motivazioni personali

• Non è giusto lavorare con le persone in difficoltà perché questo ci fa sentire “bravi” o perché crediamo che la gente ci giudicherà bene per questo.

• Qualunque cosa facciamo dobbiamo farla perché noi lo vogliamo, non perché qualcun altro se lo aspetta da noi.

Tratto da: “Io, operatore sociale”, Erickson, 1993

Page 97: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Conoscere i propri limiti

• Non possiamo essere in grado di rispondere a tutto e probabilmente non abbiamo nemmeno un’adeguata conoscenza di tutti i problemi

È evidente che commetteremo degli errori

• Commettere errori è legittimo

Non è accettabile ripetere continuamente il medesimo errore

• È giusto e auspicabile chiedere aiuto quando non sappiamo cosa fare

Page 98: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Limiti personali• Non possiamo voler bene a tutte le persone che

dovremmo aiutare (a volte non ci sono nemmeno simpatiche)

• Non potremo riuscire a “salvare”tutti• Il tempo non è mai sufficiente• Vi saranno sempre delle situazioni legate al

lavoro e alle persone con cui lavoriamo che causeranno forti reazioni emotive

• Non è detto che si debba lavorare nello stesso posto per tutta la vita

Tratto da: “Io, operatore sociale”, Erickson, 1993

Page 99: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Limiti esterni

• La struttura e l’organizzazione

Personale insufficienteFinanziamenti limitatiBurocrazia e tempiDisposizioni ministeriali…

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Questione di … equilibrio• In qualunque tipo di lavoro vi sono vantaggi e svantaggi,

momenti ricchi di gratificazione e altri meno entusiasmanti.

• Ognuno di noi, nel contraddistinguere questi momenti, è diverso.

È importante sapere come gratificazione e sacrificio devono equilibrarsi.

La difficoltà non è quella di capire se siamo o non siamo contenti del nostro lavoro ma riconoscere quei fattori specifici che fanno la differenza tra chi è professionalmente soddisfatto e chi no (posizione o professione diversa)

All’insoddisfazione contribuiscono sia poche gratificazioni che troppi sacrifici (ripercussioni sulla sua vita privata <-> timbro del cartellino).

Ecco perché è così importante trovare un equilibrio tra vita professionale e vita privata!!

Page 101: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

I MECCANISMI DI DIFESA NELLA RELAZIONE D’AIUTO

I pazienti da un lato e l'équipe curante dall'altro mettono in atto meccanismi difensivi complementari;

I primi, a causa della completa dipendenza che provano, ricorrono a dinamiche regressive, accompagnate dalla negazione di alcuni aspetti della realtà che vivono.

Gli operatori dal canto loro utilizzano meccanismi quali la razionalizzazione e l'isolamento, per far fronte alla tensione, ai rischi e in qualche caso all’impotenza.

Page 102: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

I MECCANISMI DI DIFESA NELLA RELAZIONE D’AIUTO

• Non sempre è facile utilizzare al meglio modelli relazionali adeguati e dare al paziente quel contatto autentico e profondo di cui ha bisogno.

• La difficoltà è legata anche al sovraccarico emotivo che accompagna patologie particolarmente gravi.

• È il caso ad esempio dei pazienti oncologici, con i quali spesso, per evitare una verità troppo pesante, si dà la preferenza al piano biologico, si preferisce il distacco, il silenzio, dimenticando che molte volte il distacco e il silenzio si popolano di fantasmi peggiori della verità.

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I MECCANISMI DI DIFESA NELLA RELAZIONE D’AIUTO

• Un rapporto "non evitante" può stabilirsi se gli operatori, per primi, hanno avuto modo di elaborare le loro ansie e paure.

• Talora la difficoltà può essere causata dalle problematiche psicologiche dell'operatore. Alcuni si sentono a loro agio solo con pazienti molto dipendenti e non tollerano la loro autonomia, che percepiscono come protesta o tradimento.

• Altri mostrano un rifiuto inconscio per certe situazioni e riescono ad affrontarle solo oggettivandole e negandone il risvolto affettivo: il paziente viene così distanziato e considerato esclusivamente un caso clinico.

• Altre modalità difensive messe in atto, inconsciamente, dall'operatore sono: quella di separare assistenza e decisioni terapeutiche; di tenere lontani i familiari (che vivono angoscia e percorsi speculari a quelli dei pazienti) cercando una "sterilizzazione emotiva".

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IL RISCHIO DI BURN-OUT

Si è evidenziato come queste manovre difensive, "utili" agli operatori in tempi brevi in quanto possono ridurre nell'immediato la sofferenza, sono negative per il paziente, e, nei tempi lunghi, anche per gli operatori stessi.

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Che cos’è il burn out?

• La carica emotiva mai elaborata emerge sotto forma di ansia, depressione, inadeguatezza, stanchezza, irritabilità, apatia, disimpegno, noia, reazioni negative, che rappresentano un'esperienza sintomatica di uno stato di stress che, come fase ultima di un processo difensivo reattivo, può assumere le caratteristiche di una vera e propria sindrome, quella da burn out.

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Che cos’è il burn out?

• Il termine burn out (bruciato, scoppiato) nel giornalismo sportivo descriveva il brusco calo di rendimento di un atleta dovuto al venire meno degli stimoli motivazionali.

• Con tale termine si indica una sindrome tipica delle relazioni di aiuto caratterizzata da un distacco emotivo rispetto agli assistiti e dalla perdita di interesse per il proprio lavoro.

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Si distinguono quattro fasi:

1. dell'entusiasmo idealistico e delle nobili aspirazioni;

2. dello stress lavorativo, in cui si avverte un progressivo squilibrio tra richieste e risorse (soprattutto emotive);

3. di esaurimento, in cui si comincia a pensare di non aiutare realmente nessuno, e in cui compare la tensione emotiva, l'irritabilità, l'ansia;

4. della conclusione difensiva o dell'alienazione, con totale disinvestimento emotivo nel lavoro, apatia, rigidità e cinismo.

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Tratti caratteriali che predispongono al burn out

• ansia nevrotica, propria di quelle persone che si pongono mete eccessive e che si puniscono se non le raggiungono,

• uno stile di vita attivo, competitivo, in lotta con il tempo,

• la rigidità, cioè l'incapacità di adattarsi alle richieste sempre mutevoli dell'ambiente esterno;

• l'introversione.

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COME PREVENIRE IL BURN OUT?

• Prevedere come obiettivo formativo l'acquisizione di maggiori competenze relazionali.

• Gruppi di supporto. La loro costituzione permette di migliorare la comunicazione sui problemi della propria attività e della loro gestione, aumentare l'autostima, ridurre il senso di isolamento e le tensioni emozionali non necessarie.

Riunioni ed incontri periodici:- favoriscono un senso di appartenenza al gruppo, - offrono l'opportunità di scambiare opinioni, consigli

pratici - e permettono di migliorare la comunicazione.

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E per concludere…le riflessioni di Victor Frankl:

“Siate come volontari in una spontaneaRELAZIONE di AIUTO quandoaiutate, ma poi togliete l’aspetto

pubblico e spettacolare dell’interventoe fate sempre come se foste nellospazio privato e proprio della casa

della persona che aiutate: lo spazio perprendersi cura con professionalità,

ma che mai perde l’entusiasmo di chi lofa per il semplice e disinteressato

amore e benessere dell’altro”.

Page 111: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Bibliografia

• R.Cafiso,M.G.Cannizzo,G.Sampognaro,Un aiuto a chi aiuta, Psicologia Contemporanea,Novembre-Dicembre 1996,nr.138,pp.58-63.

• Monformoso P. (2007) Professioni sanitarie e relazioni di aiuto.

• Evangelista L. (2006) Orientamento, counseling, relazione di aiuto.

• Farneti R. (2001) Aiutiamo ad aiutare.• B.Genevay,R.Katz,Le emozioni degli operatori nella

relazione di aiuto, Trento, Erickson, 1998.• F.Manara ,Eventi stressanti e scelta di malattia,

Brescia,La Ginestra,1991.

Page 112: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

( )

DELEGA E ATTRIBUZIONE

Page 113: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

La delegaLa delega La delega di autorità si verifica quando un soggetto(il

delegante) conferisce ad un soggetto (il delegato) l’incarico di eseguire una prestazione che rientra nella responsabilità del primo. Il delegato assume la responsabilità per l’esecuzione del lavoro nei confronti del superiore delegante; questi però rimane responsabile per l’effettivo assolvimento di tutti i suoi compiti, compresi quelli di cui ha affidato ad altri l’esecuzione.

[Zerilli Fondamenti di direzione ed organizzazione aziendale]

Trasferimento di responsabilità per l’esecuzione di un’attività…. pur rimanendo responsabile dei risultati finali

[American Nurses Association, 1995]

ATTUAZIONE

Page 114: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

La delegaLa delega Trasferimento ad un individuo competente dell’autorità di

esecuzione un’attività infermieristica in una situazione selezionata

[National Councilof State Boards of NUrsing, 1995]

Attraverso la delega il delegante trasferisce al delegato soltanto dei propri poteri, conservandone la titolarità.

La delega può assumere forme diverse:• PermanentePermanente: cioè affidata al delegato in modo

continuativo• TemporaneaTemporanea: conferita per una missione specifica

in un tempo determinato• PienaPiena: si riferisce all’assolvimento di un compito

intero

ATTUAZIONE

Page 115: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

La delegaLa delega ParzialeParziale: riguarda un particolare aspetto di un compito SingolaSingola: se è conferita ad una sola persona CongiuntivaCongiuntiva: quando è conferita a due o più persone perché

attendano congiuntamente ad uno stesso incarico CollettivaCollettiva: conferita da parte di due o più persone[Terzuolo G. la responsabilità giuridica e professionale dell’infermiere, 1992]

È chiaro che il processo di delega è impegnativo e non si può gestirlo istituzionalmente su tutto è necessario avere in mente quali sono le cose importanti da presidiare in reparto. La delega è una faccia della medaglia l’altra faccia è la supervisione

Supervisione Supervisione attività di chi sovrintende alla realizzazione di un opera Devoto Oil controllare e formare costantemente

ATTUAZIONE

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ATTUAZIONE

i 5 criteri o 5 le G della delega i 5 criteri o 5 le G della delega 1. Il GIUSTO compito1. Il GIUSTO compitoCioè un’attività ritenuta appropriata in base alle condizioni

dell’utente, alla complessità del compito, alla capacità del delegato ed alla qualità della supervisione che l’infermiere deve garantire.

(Nurs Management ’99) È possibile delegare solo quando questo atto venga fatto con

sicurezza sia per l’utente che per l’operatore. (Delegation alert. AmJ Nurs’98)

2. Le GIUSTE circostanze2. Le GIUSTE circostanze.La valutazione non va limitata al paziente ma si deve tener conto

anche delle circostanze, dei materiali disponibili , dell’ambiente oltre che dei regolamenti e delle politiche aziendali

3.Le GIUSTE personeLe GIUSTE persone si deve tener conto del livello di preparazione della figura a cui si delega l’attività, ma anche del livello del singolo operatore

Page 117: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

ATTUAZIONE

i 5 criteri o 5 le G della delega all’OSSi 5 criteri o 5 le G della delega all’OSS

4.Le GIUSTE istruzioni4.Le GIUSTE istruzioni e al buona comunicazioneUna comunicazione efficace, cioè messaggi chiari e precisi

(cosa fare, come, perché, in che tempi, quando chiedere consulenza…) ed un ascolto attento, sono la base del successo della delega

5.La GIUSTA supervisione5.La GIUSTA supervisioneLa pratica della supervisione si è sviluppata contestualmente

ad una cultura della complessità: le certezze sulle pratiche codificate e routinarie si vanno sempre più integrando con una cultura del dubbio, dell’incertezza, del “dipende”.del “dipende”. La supervisione è quindi una pratica che nasce laddove le mansioni, distinzioni rigide nell’operare, le procedure, vengono inserite in un contesto che richiede flessibilità, scambio, integrazione, delega. Questi processi infatti richiedono un supporto, un controllo all’interno di un rapporto formativo e di alleanza lavorativa tra operatori

Page 118: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

ATTUAZIONE

La delega non deve privare l’infermiere del contatto con il paziente: l’infermiere deve concentrare l’attenzione sulle risposte del paziente, non sulle tecniche, ed imparare a conoscere ed interpretare gli indizi e i segni clinici

Le variabili da considerare in un processo di delega sono:

La leggeLa legge

Dopo aver valutato il paziente e pianificato l’assistenza si possono delegare alcune attività, rimanendo responsabili della valutazione finale. È importante definire cosa sia esclusivo dell’infermiere (profilo professionale, codice deontologico, percorso formativo) e che cosa può fare il professionista delegato (es. O.S.S.)

Il regolamento del servizio o dell’U.O. (job description)descrive quello che ci si aspetta che il personale faccia

tenendo conto anche delle regole specifiche sugli standard di assistenza, più sono chiari gli standard meno c’è bisogno di regolamenti

Page 119: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

ATTUAZIONE

La conoscenza del profilo dell’operatore non è sufficiente: non garantisce che la persona abbia sufficiente addestramento ed abilità per eseguire un’attività in modo competente e sicuro (Delegation and supervisio outside

the hospital. Am J Nurs ’99) [importante è anche il possesso di tecniche della comunicazione e

capacità decisionali: l’OSS infatti deve decidere quando chiamare l’infermiere, o riferire alcune informazioni, o riconoscere situazioni di possibile rischio per il paziente]

Non è corretto delegare attività che prevedano valutazioni critiche, o la scelta tra più alternative. Se la scelta va fatta in base alla valutazione delle condizioni del paziente, in particolare quelle cliniche, deve essere l’infermiere a intervenire

Page 120: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

ATTUAZIONE

All’OSS attribuiamo attività che sono proprie del suo profilo: in questo senso è più appropriato parlare di attribuzione piuttosto che di delega

“parlare di delega significa far ricorso ad uno strumento inadeguato, se non altro perché la giurisprudenza ha stabilito che per aversi la effettiva trasferibilità di funzioni da un soggetto ad un altro, la delega deve essere scritta, effettiva e deve comportare il reale trasferimento di poteri decisionali al delegato, con conseguente necessità del delegante di controllare, ma di non ingerirsi nell’attività del delagato” del tutto impensabile che l’infermiere non possa interagire nell’attività dell’operatore di supporto, e che ogni attività sia formalizzata con uno scritto

Luca Benci “l’OSS autonomia, rapporti con i professionisti e responsabilità giuridica” Rivista Diritto Professioni Sanitarie, 2001; 4(3):219-234.

Delega No------------ Attribuzione di attivitàPadovan Monica [l’integrazione con le figure di supporto]

Page 121: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

ATTUAZIONE

Risulta difficile pensare a un’organizzazione gestita sulla base della delega, più interessante appare il concetto di collaborazione contenuto nella normativa francese dedicato alla regolamentazione della figura dell’infermiere e di quella di supporto [Décret n. 93-345 du 5 marzo ’93 relatif aux actes professionnels ed à l’exercice de la profession d’infirmier]

La soluzione deve essere trovata anche in questo caso, nei piani di di lavoro, che devono individuare “le attività attribuibili all’OSS sulla base dei criteri della bassa discrezionalità e dell’alta riproducibilità della tecnica utilizzata”

Attività attribuibili, dunque e non delegabili

Page 122: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

ATTUAZIONE

Delega No------------ Attribuzione di attivitàPadovan Monica [l’integrazione con le figure di supporto]

Nel profilo dell’OSS viene ribadito che l’OSS “in base alle proprie competenze e in collaborazione con altre figure professionali, sa attuare i paini di lavoro…. È in grado di utilizzare metodologie di lavoro comune (schede, protocolli….)

È importante strutturare una organizzazione nella quale l’infermiere mantenga la regia del processo assistenziale, l’identificazione critica dei bisogni, la pianificazione dell’assistenza e la valutazione del risultato, avvalendosi della collaborazione della figura di supporto

Page 123: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

ATTUAZIONE D

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Page 126: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

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Page 127: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

RUOLO E FUNZIONI DELLE FIGURE

PROFESSIONALI CHE OPERANO NEI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI

Page 128: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

INFERMIERISTICHE E OSTETRICHE

TECNICO SANITARIE PREVENZIONE

RIABILITAZIONE

Page 129: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Figure Sanitarie non Mediche

La Legge 10 agosto 2000, n. 251

“Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione di ostetrica.

Page 130: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Figure sanitarie Figure sanitarie

Infermiere

Infermiere generico (figura non più formata)

Ostetrica

Fisioterapista …..

Figure tecnico – sanitarie

OSS

OSS con formazione complementare

OTA

autonomia

Page 131: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

INFERMIERISTICHE E OSTETRICHE

• Infermiere;

• Ostetrica/o;

• Infermiere pediatrico;

Page 132: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

FIGURE TECNICO-SANITARIEArea tecnico-diagnostica Area tecnico-assistenziale

• Tecnico audiometrista• Tecnico sanitario di

laboratorio biomedico• Tecnico sanitario di

radiologia medica• Tecnico di

neurofisiopatologia

• Tecnico ortopedico• Tecnico audioprotesista• Tecnico della

fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare

• Igienista dentale• Dietista

Page 133: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Figure della Riabilitazione

• Podologo• Fisioterapista• Logopedista• Ortottista-assistente di oftalmologia• Terapista della neuro- e psicomotricità dell’età

evolutiva• Tecnico della riabilitazione psichiatrica• Terapista occupazionale• Educatore professionale

Page 134: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Figure della Prevenzione

• Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro

• Assistente sanitario

Page 135: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Figure di riferimento in ambito sanitario

Fisioterapista

Tecnico sanitario di radiologia medico

Tecnico di laboratorio biomedico

Dietista

Page 136: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

FISIOTERAPISTA

• Elabora interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità

• Pratica attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie

• Propone l’adozione di protesi e ausili, ne addestra all’utilizzo e ne verifica l’efficacia

• Svolge attività di studio didattica e consulenza professionale

Page 137: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

TECNICO SANITARIO DI RADIOLOGIA MEDICA

• Autorizzato ad espletare indagini e prestazioni radiologiche

• Svolge in via autonoma dopo prescrizione medica tutti gli interventi che richiedono l’uso di radiazioni ionizzanti, di energie termiche, ultrasoniche, di risonanza magnetica nucleare, e interventi per la protezionistica fisica e dosimetrica

• È responsabile del corretto funzionamento delle apparecchiature a lui affidate

Page 138: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

TECNICO DI LABORATORIO BIOMEDICO

• Svolge attività di laboratorio di analisi e di ricerca relative ad analisi biomediche e biotecnologiche e in particolare di biochimica , microbiologia e virologia, di farmacotossicologia, di immunologia, di patologia clinica, di ematologia, di citologia ed istopatologia.

Page 139: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

DIETISTA

• Competente per tutte le attività finalizzate alla corretta applicazione dell’alimentazione e della nutrizione ivi compresi gli aspetti educativi e di collaborazione all’attuazione delle politiche alimentari, nel rispetto della normativa vigente.

Page 140: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

LE PRINCIPALI FIGURE PROFESSIONALI DI RIFERIMENTO PER L’OSS

AMBITO SANITARIO

• INFERMIERE

• OSTETRICA

AMBITO SOCIALE• L’ASSITENTE SOCIALE

Page 141: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

ELEMENTI DI BASE DELL’ORGANIZZAZIONE

DEI SERVIZI: DEFINIZIONE, SCOPI,

STRUTTURA E PROCESSI

Page 142: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

CONCETTO DI ORGANIZZAZIONE

“è un insieme ordinato di attività che servono a raggiungere un certo obiettivo,

un certo scopo”

Page 143: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

CONCETTO DI SISTEMA

• Indica un insieme di soggetti collegati tra loro ed interdipendenti;

• es. insieme di professionisti che lavoro in una stessa equipe/organizzazione di lavoro;

QUINDI• Un sistema esiste proprio perché si basa su di

un’organizzazione cioè “un insieme ordinato di regole, norme, schemi, indirizzati ed orientati al raggiungimento di un certo scopo e/o obiettivi”

Page 144: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

CARATTERISTICHE ESSENZIALI DI UNA ORGANIZZAZIONE

• Suddivisione del lavoro fra più persone “in base alle professionalità, delle competenze, del livello funzionale”:

• La presenza di un centro di direzione, di coordinamento, di responsabilità;

Page 145: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

CARATTERISTICHE ESSENZIALI DI UNA ORGANIZZAZIONE

Un organizzazione è: efficace – se raggiunge gli scopi

previsti/programmati;buon rapporto tra risultati raggiunti e

previsti;

Page 146: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

CARATTERISTICHE ESSENZIALI DI UNA ORGANIZZAZIONE

• Un organizzazione è: efficiente – non sprecare risorse umane e

materiali;Cioè

a parità di risultati ottenuti, una organizzazione efficiente è quella che ha utilizzato meno risorse;

Page 147: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

STRUTTURA ORGANIZZATIVA

COMPITO Insieme di attività

elementari, collegate tra di loro e necessarie per svolgere una certa attività;

MANSIONE

se uniamo un insieme di compiti di una persona otteniamo la Mansione

In ogni attività esiste un mansionaro, cioè un manuale in cui sono indicati i compiti di ciascuno, in relazione “all’inquadramento” ossia contratto di lavoro:

Page 148: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

ORGANO

• Tutte le persone che hanno le stesse mansioni nella stessa impresa;

• Definiamo “organo” l’insieme delle persone che svolgono le stesse mansioni, es. area sanitaria “Infermiere, OSS, Medico, Assistente Sociale”

Page 149: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

STRUTTURA ORGANIZZATIVA

• RESOURCESPATIENTSPATIENTS

STAFFSTAFF

CARING ACTIVITY

CURE ACTIVITY

•HUMAN

•STRUCTURAL

•TECHNOLOGICAL

{•Nurse Staffing (Level and ability)

•Support Staffing

PROCESSESOUTCOMES

NURSING PROCESS

NURSING VIGILANCE

PROCESSINPUT OUTPUT

{Support services

DIRECT INDIRECT

PHYSIOLOGICAL

SAFETY

LOVE

GORDON’S FUNCTIONAL

HEALTH PATTERNS

ADVERSE EVENTS PREVENTION

•Failure to rescue

•Etc

MEDICAL SUPPORT ACTIVITY

CARING ACTIVITY CURE ACTIVITY

Page 150: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

INPUT OUTPUTPROCESSO ORGANIZZATIV

O

MODELLO ASSISTENZIALE

PATIENTSPATIENTS

STAFFSTAFF

Page 151: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

•Risorse umane

•Risorse strutturali

MODELLO ASSISTENZIALE

BIS.FISIOLOGICIBIS.FISIOLOGICIMODELLO

BIOMEDICO

PATIENTSPATIENTS

STAFFSTAFF

Page 152: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

•Risorse umane

•Risorse strutturali

MODELLO ASSISTENZIALE

fisiologicifisiologicisicurezzasicurezza

socisocialiali

stimastimarealizzazionerealizzazione

MODELLO BIO-PSICO-

SOCIALE

PATIENTPATIENTSS

STAFFSTAFF

Page 153: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

EROGAZIONE DELL’ASSISTENZA

Page 154: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

SCENARIO PRECEDENTE

PAZIENTE MEDICO

INFERMIERE

OSTETRICA

OP. SOCIALE

AUSILIARIO

Page 155: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

SITUAZIONE RAPPRESENTATA DALLA NORMATIVA VIGENTE

PAZIENTE

MEDICO

INFERMIERE

PSICOLOGO

OP. SOCIALE

(OTA – OSS)

ALTRE PROFESSIONI SANITARIE AUTONOME

Page 156: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

NELLE STRUTTURE SANITARIE VANNO

RICONOSCIUTE E TIPIZZATE

LINEE DI ATTIVITA’ ASSISTENZIALE AFFERENTI ALLE DIVERSE PROFESSIONALITA’

DOTATE DI SPECIFICITA’ ED AUTONOMIA

TRA LORO FORTEMENTE E DINAMICAMENTE

INTEGRATEAL FINE DI GARANTIRE AL PAZIENTE PRESTAZIONI

APPROPRIATE, TEMPESTIVE, QUANTITATIVAMENTE E QUALITATIVAMENTE

SODDISFACENTI

Page 157: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

LINEE DI ATTIVITA’ ASSISTENZIALE

ASSISTENZA MEDICA

ASSISTENZA INFERMIERISTICA

ASSISTENZA PSICOLOGICA

ASSISTENZA SOCIALE

ASSISTENZA ALBERGHIERA

PAZIENTE

Page 158: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

STRUMENTI PER LO SVILUPPO DELLA LINEA DI ATTIVITA’

“ASSISTENZA”

PROTOCOLLI ………

CARTELLA ………

AMBULATORIO ………

UU.OO. A GESTIONE ………

Page 159: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

AZIENDALIZZAZIONE DELLE STRUTTURE

SANITARIE

AZIENDALIZZAZIONE DELLE STRUTTURE

SANITARIE

RIFORMA SANITARIADlgs 502/92 e 517/93 e

succ.

RIFORMA SANITARIADlgs 502/92 e 517/93 e

succ.

Page 160: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

PRECEDENTE NORMATIVA – LEGGE 833/78 –

COMPETENZE SANITARIE ALLE USL (unità sanitarie locali)

FINANZIAMENTO STATALE ALLE REGIONI SULLA BASE DELLA SPESA STORICA

Page 161: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

PRECEDENTE NORMATIVA – LEGGE 833/78 –

INCAPACE DI CONTROLLARE LA SPESA, CON DEBITO DELLE REGIONI

PROGRESSIVAMENTE IN CRESCITA E STATO CHE DEVE

ANNUALMENTE RIPIANARE I DEBITI

Page 162: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

PRECEDENTE NORMATIVA – LEGGE 833/78 –

PROBLEMI

• Spesa sanitaria eccessiva rispetto alle possibilità dello stato;

• Nessun controllo sulla qualità delle prestazioni;

• Scarsa accessibilità alle prestazioni.

Page 163: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

NUOVA NORMATIVA

• Stato: funzione di pianificazione e programmazione nazionale, • determinazione dei livelli uniformi di assistenza,• determinazione delle quote di finanziamento

(pro-capite per assistito). • Regione:

• funzione di pianificazione e programmazione regionale (nel rispetto delle linee di indirizzo generali indicate dal piano sanitario nazionale);• definizione dell’assetto organizzativo del servizio sanitario regionale.

• Aziende Sanitarie:• dotate di personalità giuridica pubblica;• dotate di autonomia gestionale;• funzione di pianificazione e programmazione locale (nel rispetto delle linee di indirizzo generali indicate dal piano sanitario regionale);• definizione dell’assetto organizzativo aziendale.

Page 164: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

NUOVA NORMATIVA (documenti)

• Stato ……………………………… piano sanitario nazionale (PSN);

• Regione ………………………… piano sanitario regionale (PSR);

• ASL ………………………………… piano strategico aziendale ed atto aziendale.

Page 165: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

NUOVA NORMATIVA

FLUSSO DEL FINANZIAMENTO DEL SSN (1)

STATO

REGIONI

AZIENDE SANITARIE LOCALI

(FINANZIAMENTO PER QUOTA CAPITARIA)

Page 166: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

NUOVA NORMATIVA

FLUSSO DEL FINANZIAMENTO DEL SSN (2)

AZIENDE SANITARIE LOCALI

AZIENDE CASE di CURA OSPEDALIERE ACCREDITATE

(FINANZIAMENTO PER PRESTAZIONI EROGATE)

RICOVERI ……………………………tariffa DRG

PRESTAZIONI AMB. ………tariffa NOMENCLATORE NAZIONALE

Page 167: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

I MECCANISMI DI FINANZIAMENTO DEL SSN INTRODOTTI DAL FEDERALISMO FISCALE

CON IL D.L.VO 56/2000

CESSANO, A DECORRERE DALL’ANNO 2001,

ALCUNI TRASFERIMENTI ERARIALI

DALLO STATO ALLE REGIONI,

TRA CUI IL FONDO SANITARIO NAZIONALE.

Dal “Supplemento ordinario al «Bollettino Ufficiale» Regione Umbria” - serie generale - n. 36 del 27 agosto 2003

Page 168: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

I MECCANISMI DI FINANZIAMENTO DEL SSN INTRODOTTI DAL FEDERALISMO FISCALE

I trasferimenti erariali soppressi sono stati compensati con:

•l’aumento dell’addizionale IRPEF, le cui aliquote minima e massima vengono portate rispettivamente da 0,5 per cento a 0,9 per cento e da 1 per cento a 1,4 per cento;

•l’aumento della compartecipazione regionale all’accisa sulla benzina, il cui importo viene aumentato da 242 a 250 lire per litro di benzina venduta;

•l’istituzione della compartecipazione regionale all’IVA (inizialmente il 25,7 per cento, poi portata al 38,55 per cento dal d.p.c.m. 17 maggio 2001).

Page 169: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

I MECCANISMI DI FINANZIAMENTO DEL SSN INTRODOTTI DAL FEDERALISMO FISCALE

Quindi attualmente le fonti di finanziamento della spesa sanitaria sono le seguenti:

1) IRAP;

2) addizionale IRPEF;

3) compartecipazione all’accisa sulla benzina;

4) compartecipazione all’IVA;

5) Fondo Perequativo Nazionale;

6) entrate proprie delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere;

7) eventuali entrate derivanti dalla mobilità sanitaria extraregionale.

Page 170: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

I MECCANISMI DI FINANZIAMENTO DEL SSN INTRODOTTI DAL FEDERALISMO FISCALE

Nel caso di superamento del limite di spesa

fissato, le Regioni devono integrare il

finanziamento ricorrendo all’imposizione di

tasse, alla introduzione di ticket o

all’adozione di altre misure di

razionalizzazione idonee a recuperare nel

corso dell’esercizio successivo lo scarto fra

risorse assegnate e fabbisogno effettivo.

Page 171: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

NUOVA NORMATIVA

INTRODUCE IL CONCETTO DI

RESPONSABILITA’ GESTIONALE

Page 172: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

RESPONSABILITA’ GESTIONALE

RESPONSABILITA’ PER RISULTATI - SPECIFICA DELLA DIRIGENZA

ESSA SI FONDA

NON SULLA MANCATA VIOLAZIONE DOLOSA O COLPOSA DEI DOVERI DI UFFICIO

(tale ambito riguarda altri tipi di responsabilità: penale, civile, amministrativa)

MA SULLA IDONEITA’ E SULLA CAPACITA’ DEI DIRIGENTI

A CONSEGUIRE

RISULTATI ADEGUATI AI COMPITI LORO AFFIDATI

CON CONSEGUENTI POSITIVE IMPLICAZIONI:

- SUL BUON ANDAMENTO DELL’AZIONE AMMINISTRATIVA

- SULLA CONCRETA REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI ASSUNTI DALLA

DIREZIONE AZIENDALE IN SEDE DI PROGRAMMAZIONE DELLE SUE ATTIVITA’

Page 173: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

OBIETTIVI STRATEGICI AZIENDALI

OBIETTIVI DI STRUTTURA

OBIETTIVI DI UNITA’ OPERATIVA

PIANIFICAZIONE STRATEGICA AZIENDALE

PROGRAMMAZIONE

BUDGET OBIETTIVI + RISORSE

LIVELLI DELL’ATTIVITA’ GESTIONALE

FASE LIVELLO

DIREZIONE AZIENDALE

DIREZIONE AZIENDALE

+

DIREZIONI DI STRUTTURA

DIPARTIMENTI e/o

UNITA’ OPERATIVE

CONTROLLO

DI

GESTIONE

Page 174: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

CONTROLLO DI GESTIONE

INSIEME DI ATTIVITA’ INTERNE ALL’ORGANIZZAZIONE

CON LE QUALI LA DIREZIONE AZIENDALE SI ACCERTA,

AI VARI LIVELLI,

CHE LA CONDUZIONE DELLE ATTIVITA’ SI STIA SVOLGENDO SECONDO

GLI OBIETTIVI, LE STRATEGIE, LE POLITICHE ED I PIANI PRESTABILITI

(IN MODO EFFICACE ED EFFICIENTE).

Page 175: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

EFFICACIA

OBIETTIVI RAGGIUNTI (obiettivo parziale, output)

OBIETTIVI PRESTABILITI (obiettivo totale, outcome)

EFFICIENZA

OBIETTIVI RAGGIUNTI (obiettivo parziale, output)

RISORSE IMPEGNATE (input)

Page 176: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

FASI DEL CONTROLLO DI GESTIONE

• PROGRAMMAZIONE

• PREDISPOSIZIONE DEL BUDGET

• SVOLGIMENTO E MISURAZIONE DELLE ATTIVITA’

• REPORTING E VALUTAZIONE

Page 177: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

BUDGET

STRUMENTO GESTIONALE

=

ELEMENTI DEL BUDGET

OBIETTIVI RISORSE

Page 178: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

PROCESSO DI BUDGET

SI DECIDE QUALI OBIETTIVI RAGGIUNGERE IN UN DETERMINATO PERIODO;

SI STABILISCE QUALI E QUANTE RISORSE IMPEGNARE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEI SUDDETTI OBIETTIVI;

SI CONTROLLA PERIODICAMENTE IL GRADO DI RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI E L’ENTITA’ DEL

CONSUMO DELLE RISORSE.

CONTABILITA’ ANALITICA

Page 179: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

CONTABILITA’ ANALITICA

=

COMPLESSO DI

RILEVAZIONI SISTEMATICHE E PERIODICHE

VOLTE ALLA DETERMINAZIONE

DEI COSTI SOSTENUTI

E

DEI RICAVI REALIZZATI

DALLE STRUTTURE AZIENDALI

Page 180: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

CONTABILITA’ ANALITICA

ELEMENTI FONDAMENTALI PER LO SVILUPPO DEL SISTEMA DI CONTABILITA’ ANALITICA SONO:

- IL PIANO AZIENDALE DEI CENTRI DI RESPONSABILITA’ E

DEI CENTRI DI COSTO;

- IL PIANO AZIENDALE DEI FATTORI PRODUTTIVI;

- L’IDENTIFICAZIONE DEI PRODOTTI AZIENDALI E DEL LORO

VALORE REALE O CONVENZIONALE.

Page 181: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

CENTRO DI RESPONSABILITA’

GRUPPO DI PERSONE CHE OPERANO

PER RAGGIUNGERE UN DETERMINATO OBIETTIVO

SOTTO LA DIREZIONE DI UN RESPONSABILE

Page 182: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

UN

CENTRO DI RESPONSABILITA’

E’ COSTITUITO

DA UNO O PIU’

CENTRI DI COSTO

Page 183: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

CENTRO DI COSTO

=

UNITA’ AZIENDALE ELEMENTARE

CHE SVOLGE UNA SPECIFICA ATTIVITA’

SOTTO IL CONTROLLO DI UN

RESPONSABILE.

AD ESSA E’ POSSIBILE ATTRIBUIRE

IN MODO COMPLETO ED ESCLUSIVO

I COSTI DEI FATTORI PRODUTTIVI

IMPIEGATI

Page 184: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

CENTRO DI RESPONSABILITA’

(es.: Unità Operativa Ospedaliera)

CENTRO DI COSTO 1 CENTRO DI COSTO 2

DEGENZA RICOVERI ORDINARI DAY HOSPITAL O DAY SURGERY

CENTRO DI COSTO 3

AMBULATORI

CENTRO DI COSTO 4

CONSULENZE INTERNE

Page 185: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

FATTORI PRODUTTIVI

=

OGNI ELEMENTO,

CON UN VALORE ECONOMICO,

IMPIEGATO NELLO SVOLGIMENTO DI

UN’ATTIVITA’

E CHE QUINDI

CONCORRE ALLA FORMAZIONE

DEL COSTO DI PRODUZIONE

Page 186: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

FATTORI PRODUTTIVI

BENI SANITARI

BENI NON SANITARI

PERSONALE

MANUTENZIONI E RIPARAZIONI

AMMORTAMENTI

SERVIZI APPALTATI

Page 187: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

FATTORI PRODUTTIVI 1

BENI SANITARI

PRODOTTI FARMACEUTICI

MATERIALI DIAGNOSTICI

PRESIDI MEDICO-CHIRURGICI

MATERIALE PROTESICO E PER EMODIALISI

ecc.

Page 188: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

FATTORI PRODUTTIVI 2

BENI NON SANITARI

PRODOTTI ALIMENTARI

MATERIALE GUARDAROBA E

CONVIVENZA

ecc.

Page 189: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

FATTORI PRODUTTIVI 3

PERSONALE

DIRIGENZA

COMPARTO

VOCI FISSE

VOCI VARIABILI

VOCI FISSE

VOCI VARIABILI

Page 190: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

PRODOTTI

- PRESTAZIONI IN REGIME DI RICOVERO

- PRESTAZIONI AMBULATORIALI

SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE: DRG

SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE: NOMENCLATORE-TARIFFARIO

Page 191: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

SISTEMA DEI DRG

SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE DELLE PRESTAZIONI

OSPEDALIERE IN REGIME DI RICOVERO, FONDATO

SUL PRINCIPIO DI ATTRIBUZIONE DEI PAZIENTI A

CLASSI OMOGENEE RISPETTO A CARATTERISTICHE

CLINICHE ED ASSISTENZIALI E QUINDI OMOGENEE

ANCHE RISPETTO AI PROFILI DI TRATTAMENTO ED

ALLE RISORSE CONSUMATE (SISTEMA ISO-

RISORSE),

Page 192: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

MDC DESCRIZIONE

1 MALATTIE E DISTURBI DEL SISTEMA NERVOSO

2 MALATTIE E DISTURBI DELL'OCCHIO

3 MALATTIE E DISTURBI DELL'ORECCHIO, DEL NASO, DELLA BOCCA E DELLA GOLA

4 MALATTIE E DISTURBI DELL'APPARATO RESPIRATORIO

5 MALATTIE E DISTURBI DELL'APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO

6 MALATTIE E DISTURBI DELL'APPARATO DIGERENTE

7 MALATTIE E DISTURBI EPATOBILIARI E DEL PANCREAS

8 MALATTIE E DISTURBI DEL SISTEMA MUSCOLO-SCHELETRICO E DEL TESSUTO CONNETTIVO

9 MALATTIE E DISTURBI DELLA PELLE, DEL TESSUTO SOTTO-CUTANEO E DELLA MAMMELLA

10 MALATTIE E DISTURBI ENDOCRINI, NUTRIZIONALI E METABOLICI

11 MALATTIE E DISTURBI DEL RENE E DELLE VIE URINARIE

12 MALATTIE E DISTURBI DELL'APPARATO RIPRODUTTIVO MASCHILE

13 MALATTIE E DISTURBI DELL'APPARATO RIPRODUTTIVO FEMMINILE

14 GRAVIDANZA, PARTO E PUERPERIO

15 MALATTIE E DISTURBI DEL PERIODO NEONATALE

16 MALATTIE E DISTURBI DEL SANGUE, DEGLI ORGANI EMOPOIETICI E DEL SISTEMA IMMUNITARIO

17 MALATTIE E DISTURBI MIELOPROLIFERATIVI E NEOPLASIE SCARSAMENTE DIFFERENZIATE

18 MALATTIE INFETTIVE E PARASSITARIE (SISTEMICHE O DI SEDI NON SPECIFICATE)

19 MALATTIE E DISTURBI MENTALI

20 ABUSO DI ALCOOL / FARMACI E DISTURBI MENTALI ORGANICI INDOTTI

21 TRAUMATISMI, AVVELENAMENTI ED EFFETTI TOSSICI DEI FARMACI

22 USTIONI

23 FATTORI CHE INFLUENZANO LO STATO DI SALUTE ED IL RICORSO AI SERVIZI SANITARI

24 TRAUMATISMI MULTIPLI RILEVANTI

25 INFEZIONI DA H.I.V.

Page 193: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

REPORTING E VALUTAZIONE

CONSENTE DI:

• EVIDENZIARE SITUAZIONI ANOMALE

• ATTUARE AZIONI CORRETTIVE

• VALUTARE L’OPERATO DEI CENTRI DI RESPONSABILITA’

• VALUTARE I PROGRAMMI AZIENDALI

Page 194: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

COSTO PIENO DELLE STRUTTURE PRODUTTIVE

=

COSTI DIRETTI + QUOTA DEI COSTI GENERALI D’AZIENDA

COSTI GENERATI NELL’AMBITO

DELLA STESSASTRUTTURA

COSTI CORRELATI ALLE ESIGENZE

DI FUNZIONAMENTO COMPLESSIVO DELL’AZIENDA

Page 195: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

COSTO PIENO DELLE ARTICOLAZIONI INTERNE DALLE STRUTTURE PRODUTTIVE

=

COSTI DIRETTI

+

COSTI GENERATI NELL’AMBITO

DELL’ARTICOLAZIONE INTERNA

PER ES.:COSTI RELATIVI

ALLE PRESTAZIONI DEI SERVIZI

COSTI DI PRESTAZIONI INTERMEDIE

+

QUOTA DEI COSTI GENERALI DELLA

STRUTTURA COMPRENDENTE LA QUOTA DEI COSTI

GENERALI D’AZIENDA RIBALTATI SULLA

STRUTTURA

PER ES.:COSTI RELATIVI

ALLE DIREZIONI DI STRUTTURA,

ALLA FARMACIA,ALLA ASSISTENZA

RELIGIOSA,AL SERVIZIO

DI PULIZIA ecc:

Page 196: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

METODOLOGIA DEL LAVORO SOCIALE E SANITARIO: erogazione

dell’assistenza

Diverso dagli altri lavori per la finalità: erogare un servizio e non un bene (come succede negli altri lavori)

Page 197: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Lavoro sociale e sanitarioServizio :• Non è sempre tangibile

(interventi educazionali)• Viene fruito nel momento

in cui viene erogato• Quando si eroga è

importante l’aspetto specialistico e relazionale

• È la risposta ai bisogni conseguente all’analisi dei problemi

Bene :

• È sempre tangibile

• Il risultato è sempre un prodotto

• Non si consuma nel momento in cui viene prodotto

Page 198: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

ORGANIZZAZIONE DELL’ASSISTENZA

Per rispondere ai bisogni dobbiamo inserirli in un sistema costituito da una serie di elementi interconnessi tra loro;

Page 199: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

AZIENDE SOCIO-SANITARIESISTEMA APERTO:

• Sistema: un insieme costituito da diverse componenti

• Aperto: si trasforma grazie agli elementi che lo compongono

Page 200: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

METODO PER LA PIANIFICAZIONE E L’ORGANIZZAZIONE DELL’ASS.ZA

Approccio alla persona assistita, che partendo dall’individuazione dei bisogni, conduca alla risposta attraverso un percorso razionale (non si improvvisa), coerente e condiviso.

Page 201: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

PROCESSO DI ASSISTENZAPRIMA FASE: individuazione e definizione

del problema.

Raccolta dati attraverso:

• Osservazione diretta

• Analisi della documentazione (cartella)

• Colloquio (inf. o ass.soc.)

Page 202: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

PROCESSO DI ASSISTENZASECONDA FASE: pianificazione

Si definiscono gli obiettivi, gli interventi e le modalità attraverso:

• Obiettivi: chiari, raggiungibili

• Interventi: mirati e finalizzati

• Modalità: chiare

Page 203: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

PROCESSO DI ASSISTENZATERZA FASE: attuazione delle

pianificazione

QUARTA FASE: valutazione

Page 204: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

STRUMENTI OPERATIVI• LINEE GUIDA: orientamento per gli

operatori• PROCEDURE: documenti che descrivono

in maniera dettagliata le azioni (strumento rigido che non lascia spazio alla discrezionalità)

• PROTOCOLLI: risultato di una ricerca scientifica e si riferiscono ad uno specifico problema (es:prevenzione delle lesioni)

Page 205: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

L’IMPORTANZA DI LAVORARE PER PROGETTI

Page 206: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

OBIETTIVI• PREVEDERE IL FUTURO E PIANIFICARE

GLI EFFETTI E LE DIFFICOLTA’ DA SUPERARE

• CONTESTUALIZZARE OBIETTIVI E AZIONI• INDIRIZZARE LE RISORSE DISPONIBILI• VERIFICARE LE AZIONI DI CIASCUN

OPERATORE• SPECIFICITA’ NELLA RISPOSTA… NON

GENERALIZZATA MA INDIVIDUALE

Page 207: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

PROGETTO PERSONALIZZATO

L’U.V.G (unità di valutazione di geriatria) fa una valutazione globale e definisce:

• Condizioni clinico assistenziali

• Bisogni sanitari assistenziali

• Capacità residue

Page 208: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Referente del P.A.I

Figura professionale sociale o sanitaria ,di riferimento che si fa garante nel tempo dell’intero processo assistenziale.

Page 209: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

STRUMENTIVALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE

(VMD)

• DELINEA LE LINEE GUIDA PER UN’ASSISTENZA INDIVIDUALIZZATA

• BISOGNI E OBIETTIVI

• SI POTIZZANO LE AZIONI

• SI VERIFICANO GLI INTERVENTI

Page 210: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

FASI DEL P.A.I.• OSSERVAZIONE E RACCOLTA DATI

• VALUTAZIONE E IDENTIFICAZIONE DEI BISOGNI

• DETERMINAZIONE DEGLI OBIETTIVI

• DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI

• ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI

• VALUTAZIONE DEI RISULTATI

Page 211: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

DIVERSI P.A.I.PA.I. RESIDENZIALE O SEMIRESIDENZIALE tutti gli operatori che vengono a contatto con il

neo ospite devono provvedere alla raccolta dati considerando:

• Cura della persona• Attività quotidiane• Abitudini alimentari• Aspettative• Comportamento con gli altri ospiti• Timori

Page 212: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

DIVERSI P.A.I.

P.A.I. DOMICILIARE:1. raccolta dati considerando la gradualità che il

contesto domiciliare richiede considerando:2. Cura della persona3. Esigenze alimentari4. Cura della casa5. Grado di autonomia (assunzione terapie…)6. Rapporti con il vicinato, familiari…7. Aspettative8. Presenza di eventuali volontari

Page 213: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

PAITrasposizione operativa del Progetto redatto

dall’U.V.G.Grazie alla VMD si individuano i bisogni

dell’ospite in modo da stilare il P.A.I.Per compilare la VMD occorre riferirsi a 4 aree:• Area sanitaria o biologica (stato di salute)• Area funzionale (disabilità,lavarsi, vestirsi..)• Area mentale (tono dell’umore…)• Area sociale (condizioni relazionali, condizioni

economiche…)

Page 214: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

OBIETTIVI• BREVE TERMINE:quelli che possono

essere raggiunti in alcuni giorni o 1-2 settimane

• MEDIO TERMINE:possono essere raggiunti in un termine intermedio, alcune settimane fino ad un massimo di 3 mesi

• LUNGO TERMINE: da 3 mesi fino ad un massimo di 1 anno

Page 215: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

STRUMENTI PER L’OSSERVAZIONE

L’applicazione delle scale serve per “osservare meglio”:

Es:Indici di Barthel:scheda di valutazione delle attività della vita quotidiana

Page 216: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

• DESCRIZIONE DELLE DIVERSE STRUTTURE SOCIO-ASSISTENZIALI E SOCIO-SANITARIE E ALTRI CONTESTI LAVORATIVI

Page 217: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

Mediante l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture e dei servizi sociali a ciclo residenziale e semiresidenziale, la Regione intende garantire la qualità delle prestazioni socio-assistenziali e socio-sanitarie erogate

Attraverso la presente legge, si disciplinano i requisiti per il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio e per l’accreditamento delle strutture e dei servizi sociali a ciclo diurno e residenziale

Le varie strutture assistenziali possono erogare prestazioni solo se rispettano le leggi vigenti Art. 1

- Finalità e oggetto

Art. 2 - Soggetti destinatari

Le strutture di cui alla presente legge sono gestite da soggetti pubblici o privati e sono rivolte a:

MINORIMINORI ANZIANIANZIANI DISABILIDISABILIPERSONE CON PERSONE CON

PROBLEMATICHE PROBLEMATICHE PSICO-SOCIALIPSICO-SOCIALI

Page 218: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

1. La Comunità FamiliareComunità Familiare per minoriper minori è una struttura educativa residenziale e si caratterizza per la convivenza continuativa e stabile di un piccolo gruppo di minori con due o più adulti che assumono le funzioni genitoriali. Gli adulti fanno parte

di una famiglia, anche con figli, che vive insieme ai minori nella struttura di accoglienza, che costituisce la loro residenza abituale; possono svolgere attività lavorativa esterna ed essere coadiuvati

nelle attività

Numero di ospiti: max 4

Permanenza: di norma 24 mesi

Età degli ospiti: tra 0 e 17 anni

2. La Comunità Educativa per minoriComunità Educativa per minori è una struttura educativa residenziale a caratteri comunitario che si caratterizza per la convivenza di un gruppo di minori con una équipe di operatori che svolgono la funzione educativa come

attività di lavoro. Gli adulti vivono insieme ai minori nella struttura di accoglienza, secondo turni di lavoro che diano continuità alla

loro presenza in Comunità

Numero di ospiti: max 8

Permanenza: di norma 24 mesi

Età degli ospiti: tra 3 e 17 anni

Page 219: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

3. La Comunità di Pronta AccoglienzaComunità di Pronta Accoglienza per per minoriminori è una struttura educativa residenziale a carattere

comunitario, che si caratterizza per la continua disponibilità e temporaneità dell’accoglienza di un piccolo gruppo di minori con

un gruppo di educatori che a turno assumono la funzione di adulto di riferimento, svolgendo attività lavorativa. Gli adulti vivono

insieme ai minori nella struttura di accoglienza, secondo turni di lavoro che diano continuità alla loro presenza in Comunità

Numero di ospiti: max 7

Permanenza: massimo 2 mesi

Età degli ospiti: tra 8 e 17 anni

4. La Comunità Alloggio per adolescentiComunità Alloggio per adolescenti è una struttura educativa residenziale a carattere comunitario,

caratterizzata dalla convivenza di ragazzi e ragazze con la presenza di operatori che a turno assumono le funzioni di adulto di

riferimento. Gli adulti vivono insieme ai minori nella struttura di accoglienza solamente per alcuni momenti significativi della

giornata

Numero di ospiti: max 4

Permanenza: ---

Età degli ospiti: tra 16 e 21 anni

Page 220: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

1. La Comunità AlloggioComunità Alloggio per disabili per disabili è una struttura residenziale parzialmente autogestita destinata a soggetti

maggiorenni con disabilità fisica, intellettiva o sensoriale, privi di validi riferimenti familiari, che mantengono una buona autonomia

tale da non richiedere la presenza di operatori in maniera continuativa

Numero di ospiti: max 6

Permanenza: ---

Età degli ospiti: maggiorenni

2. La Comunità Socio-Educativa-Comunità Socio-Educativa-RiabilitativaRiabilitativa per disabili è una struttura educativa

residenziale a carattere comunitario rivolta a persone maggiorenni in condizioni di disabilità, con nulla o limitata autonomia e non

richiedenti interventi sanitari continuativi, temporaneamente o permanentemente prive del sostegno familiare o per le quali la

permanenza nel nucleo familiare sia valutata temporaneamente o definitivamente impossibile o contrastante con il progetto

individuale

Numero di ospiti: max 8 (compreso 1 posto per pronta accoglienza o programmata)

Permanenza: ---

Età degli ospiti: maggiorenni

Page 221: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

3. La Residenza protettaResidenza protetta per disabili per disabili è una struttura residenziale destinata a persone maggiorenni, in condizioni

di disabilità con gravi deficit psico-fisici, che richiedono un elevato grado di assistenza con interventi di tipo educativo, assistenziale e

riabilitativo con elevato livello di integrazione socio-sanitaria

Numero di ospiti: max 16 (articolati in 2 nuclei di 8 persone, oltre 1 posto per ogni nucleo per pronta accoglienza o programmata)

Permanenza: ---

Età degli ospiti: maggiorenni

4. Il Centro diurno socio-educativo-Centro diurno socio-educativo-riabilitativoriabilitativo è una struttura territoriale a ciclo diurno rivolto a soggetti in condizioni di disabilità, con notevole compromissione delle autonomie funzionali, che hanno adempiuto l’obbligo scolastico e per i

quali non è prevedibile nel breve periodo un percorso di inserimento lavorativo o formativo. E’ un servizio aperto alla comunità locale con funzioni di accoglienza, sostegno alla domiciliarità, promozione della

vita di relazione, sviluppo delle competenze personali e sociali

Numero di ospiti: di norma max 16

Permanenza: Il servizio è aperto per almeno 7 ore al giorno, orario 8/19, per minimo 5 gg. settimanali e per almeno 48 settimane all’anno

Ospiti: soggetti che hanno adempiuto l’obbligo scolastico

Page 222: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

1. La Comunità Alloggio per AnzianiComunità Alloggio per Anziani è una struttura residenziale, totalmente o parzialmente autogestita,

consistente in un nucleo di convivenza a carattere familiare per anziani autosufficienti che scelgono una vita comunitaria e di

reciproca solidarietà

Numero di ospiti: max 6

Permanenza: ---

Ospiti: persone anziane singole o in coppia autosufficienti

2. La Casa AlbergoCasa Albergo è una struttura residenziale a prevalente accoglienza alberghiera destinata ad anziani

autosufficienti, costituita di spazi abitativi individuali o familiari di varia tipologia e di servizi collettivi a disposizione di chi li

richiede

Numero di ospiti: max 60

Permanenza: ---

Ospiti: anziani autosufficienti

Page 223: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

3. La Casa di RiposoCasa di Riposo per Anziani per Anziani è una struttura residenziale a prevalente accoglienza alberghiera destinata ad

accogliere anziani autosufficienti che per loro scelta preferiscono avere servizi collettivi o che per senilità, per solitudine o altro

motivo, richiedono garanzie di protezione nell’arco della giornata e sevizi di tipo comunitario e collettivo. E’ garantita comunque la

continuità dell’accoglienza agli ospiti che presentano una parziale e temporanea riduzione dei livelli di autosufficienza entro limiti

compatibili con i servizi disponibili nella struttura

Numero di ospiti: di norma max 80 (per le Case di riposo già operanti tale limite è elevato alle 120 unità)

Permanenza: --- Ospiti: anziani autosufficienti o prossimi all’anzianità

4. La Residenza ProtettaResidenza Protetta per Anziani per Anziani è una struttura residenziale con elevato livello di integrazione socio-

sanitaria, destinata ad accogliere, temporaneamente o permanentemente, anziani non autosufficienti, con esiti di patologie

fisiche, psichiche, sensoriali o miste stabilizzate, non curabili a domicilio e che non necessitano di prestazioni sanitarie complesse

Numero di ospiti: di norma max 80 (per le Case di riposo già operanti tale limite è elevato alle 120 unità) con una organizzazione degli spazi e delle prestazioni per nuclei fino ad un massimo di 30 ospiti ciascuno. Ogni struttura deve garantire la disponibilità di posti letto riservati all’accoglienza temporanea con funzione di sollievo alla famiglia

Permanenza: --- Ospiti: anziani non autosufficienti

Page 224: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

5. La Centro DiurnoCentro Diurno per Anziani per Anziani è una struttura a regime semiresidenziale, con un elevato livello di integrazione socio-sanitaria, destinata ad accogliere anziani, parzialmente

autosufficienti, non autosufficienti, con esiti di patologie fisiche, psichiche, sensoriali o miste. Il Centro diurno garantisce,

unitamente ai servizi domiciliari, la permanenza dell’utente al proprio domicilio il più a lungo possibile, offrendo altresì sostegno

e supporto alla famiglia. Il servizio svolge, inoltre, funzione di filtro nei confronti di eventuali ingressi in strutture residenziali

Numero di ospiti: di norma max 25 presenze giornaliere

Permanenza: almeno 5 gg. la settimana per almeno 7 ore al giorno. Ogni struttura deve garantire la disponibilità ad accoglienze occasionali con funzione di sollievo alla famiglia

Ospiti: anziani parzialmente autosufficienti, non autosufficienti

Page 225: DOCENTE:  D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

La Comunità AlloggioComunità Alloggio per Persone con per Persone con disturbi mentalidisturbi mentali è una struttura a carattere residenziale

temporaneo o permanente, consistente in un nucleo di convivenza di tipo familiare per persone che hanno concluso il programma

terapeutico-riabilitativo in strutture e servizi sanitari, prive di validi riferimenti familiari o per le quali si reputi opportuno

l’allontanamento dal nucleo familiare, che necessitano di sostegno nel percorso di autonomia e di inserimento o reinserimento sociale

Numero di ospiti: max 6

Permanenza: almeno 5 gg. la settimana per almeno 7 ore al giorno. Ogni struttura deve garantire la disponibilità ad accoglienze occasionali con funzione di sollievo alla famiglia

Ospiti: persone con disturbi mentali con un alto livello di autosufficienza ed un minimo residuo di bisogno assistenziale sanitario

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La Comunità AlloggioComunità Alloggio per ex- per ex-tossicodipendentitossicodipendenti è un servizio residenziale a carattere temporaneo, consistente in un nucleo di convivenza a carattere

familiare per persone che hanno concluso il programma terapeutico-riabilitativo in strutture residenziali, semi-residenziali o

ambulatoriali, prive di validi riferimenti familiari, o per le quali si reputi opportuno l’allontanamento dal nucleo familiare, che

necessitano di sostegno nel percorso di autonomia e di reinserimento sociale

Numero di ospiti: max 6

Permanenza: ---

Ospiti: persone con un passato di dipendenza da sostanze, con un lato livello di autosufficienza ed un residuo minimo di bisogno assistenziale sanitario. La valutazione delle condizioni di accesso alla struttura ed il programma di permanenza vengono effettuati congiuntamente dai servizi sociali e dal SERT territorialmente competente, d’intesa con il SERT inviante

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La Comunità AlloggioComunità Alloggio per gestanti e madri per gestanti e madri con figli a caricocon figli a carico è un servizio residenziale a carattere

temporaneo, consistente in un nucleo di convivenza di tipo familiare per donne sole in attesa di un figlio o con figli minori, prive di validi

riferimenti familiari, o per le quali si reputi opportuno l’allontanamento dal nucleo familiare, e per donne detenute

ammesse alla misura della detenzione domiciliare o della detenzione domiciliare speciale previste dall’Ordinamento Penitenziario, che

necessitano di sostegno nel percorso di autonomia e di inserimento sociale

Numero di ospiti: di norma fino a 5 donne con i propri figli

Permanenza: ---

Ospiti: donne sole in attesa di un figlio o con figli minori. La valutazione delle condizioni di accoglienza ed il programma di permanenza nella struttura sono effettuati dai servizi sociali in collaborazione con i servizi sanitari competenti. L’accoglienza nella Comunità è concordata con il Responsabile della struttura

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1. La Comunità Familiare Comunità Familiare è una struttura residenziale che accoglie, in via temporanea o permanente, soggetti

svantaggiati, sia minori che adulti, anche con limitata autonomia personale caratterizzata dalla convivenza continuativa, stabile ed

impostata sul modello familiare, con persone adulte che svolgono la funzione di accompagnamento sociale ed educativo

Numero di ospiti: minimo 2 - max 6 persone elevabile a 8 in presenza di madri con figli o più fratelli

Permanenza: temporanea o permanente

Ospiti: persone, sia minori che adulti, anche disabili, con limitata autonomia personale. La valutazione delle condizioni di accoglienza ed il programma di permanenza nella struttura sono effettuati dai servizi sociali in collaborazione con i servizi sanitari competenti

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2. L’Alloggio Sociale Alloggio Sociale per Adulti in difficoltàper Adulti in difficoltà è una struttura residenziale che offre una risposta, di norma

temporanea, alle esigenze abitative e di accoglienza delle persone con difficoltà di carattere sociale, prive del sostegno familiare o per

le quali la permanenza nel nucleo familiare sia valutata temporaneamente o permanentemente impossibile o contrastante

con il progetto individuale

Numero di ospiti: max 6

Permanenza: di norma temporanea

Ospiti: adulti o anziani autosufficienti con problemi esclusivamente di natura economica o sociale: immigrati; richiedenti asilo e rifugiati; senza fissa dimora; malati di AIDS stabilizzati; persone in situazione di grave disagio economico e a rischio di esclusione sociale. La valutazione delle condizioni di accoglienza ed il programma di permanenza nella struttura sono effettuati dai servizi sociali in collaborazione con i servizi sanitari competenti. L’accoglienza nell’alloggio è concordata con il Responsabile della struttura

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3. Il Centro di Pronta Accoglienza Centro di Pronta Accoglienza per per

AdultiAdulti è una struttura residenziale a carattere comunitario dedicata esclusivamente alle situazioni di emergenza

Numero di ospiti: max 20

Permanenza: di norma temporanea e non superiore ai 30/40 giorni

Ospiti: persone, italiane o straniere, con bisogni urgenti di vitto, alloggio e tutela derivanti da: verificarsi di eventi e circostanze impreviste; grave disagio economico, familiare e/o sociale; impossibilità temporanea a provvedere autonomamente alle proprie esigenze di alloggio e sussistenza

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4. Il Centro di Accoglienza Centro di Accoglienza per ex-detenutiper ex-detenuti o per soggetti comunque sottoposti a misure restrittive della

libertà personale da parte dell’autorità giudiziaria, è una struttura residenziale a carattere comunitario che offre

ospitalità completa e/o diurna ai medesimi

Numero di ospiti: max 10 per residenziale e 10 per ospitalità diurna

Permanenza: indicati nel piano individuale di reinserimento

Ospiti: persone, italiane o straniere, che uscendo dal carcere non hanno possibilità alternative, in quanto prive di sostegno familiare o per le quali la permanenza nel nucleo familiare sia valutata temporaneamente o definitivamente impossibile o contrastante con il progetto individualizzato. Le tipologie sono le seguenti:

a) soggetti in regime di semilibertà o ammessi al lavoro esterno;

b) persone in regime di detenzione domiciliare o di affidamento in prova al Servizio Sociale (per il periodo stabilito dal Tribunale di Sorveglianza);

c) detenuti in “permesso premio”;

d) imputati in regime di arresti domiciliari; e) ex-detenuti

La valutazione delle condizioni di accoglienza ed il programma di permanenza nella struttura sono effettuati dai Servizi Sociali in collaborazione con i servizi sanitari competenti e l’Autorità Giudiziaria. L’accoglienza nel Centro è concordata con il Responsabile della struttura

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5. La Casa Famiglia Casa Famiglia è una struttura residenziale destinata ad accogliere soggetti temporaneamente o

permanentemente privi di sostegno familiare, anche con età e problematiche psico-sociali composite, improntata sul modello

familiare e con la presenza stabile di adulti che per scelta svolgono funzioni educative e socio-assistenziali

Numero di ospiti: minimo 2 - max 6 persone elevabile a 8 in presenza di madri con figli o più fratelli

Permanenza: temporanea o permanente

Ospiti: persone con limitazioni nelle autonomie personali e nella partecipazione alla vita sociale conseguenti a disagio psico-sociale, disabilità, passato di dipendenza, misure alternative al carcere, vittime di violenza o sfruttamento. La valutazione delle condizioni di accoglienza ed il programma di permanenza nella struttura sono effettuati dai servizi sociali in collaborazione con i servizi sanitari competenti. L’accoglienza nell’alloggio è concordata con il Responsabile della struttura

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La Casa di Accoglienza Casa di Accoglienza per donne vittime per donne vittime di violenza o vittime della tratta a fine di di violenza o vittime della tratta a fine di

sfruttamento sessualesfruttamento sessuale è una struttura residenziale a carattere comunitario che offre ospitalità e appoggio a donne

vittime di violenza fisica o psicologica, con o senza figli, e a donne vittime della tratta e dello sfruttamento sessuale, per le quali si

renda necessario il distacco dal luogo in cui è avvenuta la violenza e l’inserimento in spazi di accoglienza diversificati in

relazione alla natura del bisogno ed al progetto di intervento

Numero di ospiti: max 10

Permanenza: ---

Ospiti: donne, con o senza figli, italiane o straniere, che sono state vittime di violenza fisica e/o psicologica, e/o vittime del traffico di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale. La valutazione delle condizioni di accoglienza è effettuata dal responsabile della struttura e/o dai soggetti titolari dei programmi di assistenza e integrazione sociale ex art. 18 d.lgs. 286/98, anche avvalendosi delle associazioni operanti nel settore dell’aiuto alle donne vittime di maltrattamento familiare. Il programma di permanenza nella struttura è definito in collaborazione con i servizi sociali e sanitari competenti

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• Grazie ……

per l’attenzione.