FuoriBinario n.157 Maggio 2013

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I quotidiani e l’amministra- zione comunale di Firenze hanno scatenato in questi giorni una campagna con articoli dove si esaltano interventi delle forze dell’or- dine contro chi è costretto a dormire per strada, contro chi deve chiedere un aiuto per vivere e, in generale, contro chi si trova a dover abitare strade e piazze senza poter accedere ai diritti ed ai servizi fondamentali che una città deve garantire. Questa campagna mira inve- ce ad assegnare l’intera responsabilità del degrado a queste per- sone che sono, sem- pre più numerose, ai margini della società e che, in nome dei soliti luoghi comuni sul decoro e sulla sicurezza, si vorreb- bero invisibili. La cre- scente povertà che si diffonde ovunque, la mancanza di lavoro, la diffusa allarmante precarietà lavorativa e abitativa, determi- nano condizioni di emarginazione, che richiedono risposte sociali avvertibili di governo della città, anziché retate e attività repressive. In prospettiva, chi non potrà pagare tutto quello che l’amministrazione sta cedendo ai privati (spazi cittadini, acqua, edifici dis- messi, servizi...) verrà estro- messo da Firenze o, almeno, dai luoghi più appetibili per speculatori di ogni sorta. Per costruire questa immagi- ne patinata di città “pulita e sicura”, in realtà umana- mente svuotata e inospitale, questa amministrazione non esita a sottomettersi ai pote- ri forti e a militarizzare stra- de e piazze organizzando raid e pattugliamenti che non hanno altro effetto che quello di aumentare paura e incertezza. Vogliamo una città aperta a tutte e tutti coloro che la vogliono abita- re e pretendiamo da chi l’am- ministra di ottemperare ai doveri stabiliti dalla Costituzione e di garantire capacità vera di accoglienza e diritti fondamentali. Associazione Il Muretto, Cantieri Solidali - laboratorio politico Piagge, Comunità delle Piagge, Fuori Binario - gior- nale di strada, l’Altracittà - giornale della periferia, Palazzuolo Strada Aperta, perUnaltracittà - lista di cittadinanza, Rete Antirazzista Firenze, Spazi Liberati - Lotte locali e proposte dal basso. Produrre questo giornale costa al diffusore € 0,70 quello che date in più è il suo guadagno. Qualsiasi richiesta di soldi in favore dell’associazione, al di là dell’offerta libera per l’acquisto del giornale, non è autorizzata. G I O R N A L E DI STR A D A - A U TOGESTITO E AUTOFINANZIATO - N. 157 MAGGIO 2013 - OFFERTA LIBE R A - W W W.FUORIB I N A R I O . ORG - SPED. ABB. POSTALE ART. 2 COMMA 20/CL 662/96 - FIRENZE - Firenze città della paura ma solo per i più deboli Nelle pagine interne inserto: Immagine di Anna Pes FB157_FB16 10/05/13 21:17 Pagina 1

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giornale di strada

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Page 1: FuoriBinario n.157 Maggio 2013

I quotidiani e l’amministra-

zione comunale di Firenze

hanno scatenato in questi

giorni una campagna con

articoli dove si esaltano

interventi delle forze dell’or-

dine contro chi è costretto a

dormire per strada, contro

chi deve chiedere un aiuto

per vivere e, in generale,

contro chi si trova a dover

abitare strade e piazze senza

poter accedere ai diritti ed ai

servizi fondamentali che

una città deve garantire.

Questa campagna mira inve-

ce ad assegnare l’intera

responsabilità del

degrado a queste per-

sone che sono, sem-

pre più numerose, ai

margini della società

e che, in nome dei

soliti luoghi comuni

sul decoro e sulla

sicurezza, si vorreb-

bero invisibili. La cre-

scente povertà che si

diffonde ovunque, la

mancanza di lavoro,

la diffusa allarmante

precarietà lavorativa

e abitativa, determi-

nano condizioni di

emarginazione, che

richiedono risposte

sociali avvertibili di

governo della città,

anziché retate e attività

repressive. In prospettiva,

chi non potrà pagare tutto

quello che l’amministrazione

sta cedendo ai privati (spazi

cittadini, acqua, edifici dis-

messi, servizi...) verrà estro-

messo da Firenze o, almeno,

dai luoghi più appetibili per

speculatori di ogni sorta.

Per costruire questa immagi-

ne patinata di città “pulita e

sicura”, in realtà umana-

mente svuotata e inospitale,

questa amministrazione non

esita a sottomettersi ai pote-

ri forti e a militarizzare stra-

de e piazze organizzando

raid e pattugliamenti che

non hanno altro effetto che

quello di aumentare paura e

incertezza. Vogliamo una

città aperta a tutte e tutti

coloro che la vogliono abita-

re e pretendiamo da chi l’am-

ministra di ottemperare ai

doveri stabiliti dalla

Costituzione e di

garantire capacità

vera di accoglienza e

diritti fondamentali.

Associazione IlMuretto, CantieriSolidali - laboratoriopolitico Piagge,Comunità delle Piagge,Fuori Binario - gior-nale di strada,l’Altracittà - giornaledella periferia,Palazzuolo StradaAperta,perUnaltracittà - listadi cittadinanza, ReteAntirazzista Firenze,Spazi Liberati - Lottelocali e proposte dal

basso.

Produrre questo giornale costa al diffusore € 0,70 quello che date in più è il suo guadagno.

Qualsiasi richiesta di soldi in favore dell’associazione, al di la dell’offerta libera per l’acquisto del giornale, non e autorizzata.

GIORNALE

DI

STR

AD

A- AUTOGESTITO E AUTOFINANZIATO - N. 157 MAGGIO 2013 - OFFERTA LIBERA - W

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INARIO.ORG-SPED.ABB.POSTALEART.2COMMA20/CL662/96-FIRENZE-

Firenze città della paura ma solo per i più deboli

Nelle pagine interne inserto: Immagine di Anna Pes

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CENTRI ASCOLTO INFORMAZIONI

A.S.S.A. (Ass. Speranza Solidarietà AIDS): Via R. Giuliani,

443 Tel. 055 453580

C.I.A.O. (Centro Info Ascolto Orientamento) Via delle Ruote, 39

- orario 9,30-13,00 pomeriggio su appuntamento - Tel. 055

4630876, [email protected].

CARITAS: Via Faentina, 34 - Tel. 055 46389273 lu. ore 14-17,

mer. e ven. ore 9-12 per gli stranieri; tel. 055 4638 9274, mar.

e gio. ore 9-12 per gli italiani.

CENTRO ASCOLTO CARITAS: Via Romana, 55 - Lun, mer: ore

16-19; ven: ore 9-11.

CENTRO ASCOLTO CARITAS: Via San Francesco, 24 Fiesole -

Tel. 055 599755 Lun. ven. 9 -11; mar. mer. 15 -17.

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 288150.

SPORTELLO INFORMATIVO PER IMMIGRATI: c/o Circolo arci “il

Progresso” Via V. Emanuele 135, giovedì ore 16 - 18,30.

CENTRO AIUTO: Solo donne in gravidanza e madri, P.zza S.

Lorenzo - Tel. 055 291516.

CENTRO ASCOLTO Caritas Parrocchiale: Via G. Bosco, 33 - Tel.

055 677154 - Lun-sab ore 9-12.

ACISjF: Stazione S. Maria Novella - binario 1 - Tel. 055 294635

- ore 10 - 12:30 / 15:30 - 18:30.

CENTRO ASCOLTO: Via Centostelle, 9 - Tel. 055 603340 - Mar.

ore 10 -12.

TELEFONO MONDO: Informazioni immigrati, da Lun a Ven 15-

18 allo 055 2344766.

GRUPPI VOLONTARIATO VINCENZIANO: Ascolto: Lun. Mer. Ven.

ore 9,30-11,30. Indumenti: Mar. Giov. 9,30-11,30 V. S. Caterina

d’Alessandria, 15a - Tel. 055 480491.

L.I.L.A. Toscana O.N.L.U.S.: Via delle Casine, 13 Firenze.

Tel./fax 055 2479013.

PILD (Punto Info. Lavoro Detenuti): Borgo de’ Greci, 3.

C.C.E. (Centro consulenza Extra-giudiziale): L’Altro

Diritto; Centro doc. carcere, devianza, marginalità. Borgo de’

Greci, 3 Firenze. E-mail [email protected]

MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA: Via Palmieri, 11r

Tel./fax 2466833.

SPAZIO INTERMEDIO: Via Palazzuolo, 12 Tel. 284823.

Collegamento interventi prostituzione.

CENAC: Centro di ascolto di Coverciano: Via E. Rubieri 5r -

Tel.fax 055/667604.

CENTRO SOCIALE CONSULTORIO FAMILIARE: Via Villani 21a

Tel. 055/2298922.

ASS. NOSOTRAS: centro ascolto e informazione per donne

straniere, Via del Leone, 35 - Tel. 055 2776326

PORTE APERTE “ALDO TANAS”: Centro di accoglienza a

bassa soglia - Via del Romito - tel. 055 683627- fax 055

6582000 - email: [email protected]

CENTRO AIUTO FRATERNO: centro d'ascolto, distribuzione di

vestiario e generi alimentari a lunga conservazione, Piazza Santi

Gervasio e Protasio, 8, lun.- ven. ore 16-18, chiuso in agosto,

max 10 persone per giorno.

CENTRI ACCOGLIENZA MASCHILI

SAN PAOLINO: Via del Porcellana, 28 - Tel. 055 294707 (infor-

mazioni: CARITAS Tel. 4630465).

ALBERGO POPOLARE: Via della Chiesa, 66 - Tel. 211632 -

orari: invernale 6-0:30, estivo 6-1:30 - 25 posti pronta acco-

glienza.

SUORE "MADRE TERESA DI CALCUTTA": Via Ponte alle

Mosse, 29 - Tel. 055 330052 - dalle 16:30, 24 posti

CASA ACCOGLIENZA "IL SAMARITANO": Per ex detenuti - Via

Baracca 150E - Tel. 055 30609270 - fax 055 0609251 (riferi-

mento: Suor Cristina, Suor Elisabetta).

OASI: V. Accursio, 19 - Tel. 055 2320441

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 280052.

COMUNITÁ EMMAUS: Via S. Martino alla Palma - Tel. 768718.

C.E.I.S.: V. Pilastri - V. de' Pucci, 2 (Centro Accoglienza

Tossicodipendenti senza tetto).

CENTRI ACCOGLIENZA FEMMINILI

SUORE "MADRE TERESA DI CALCUTTA": ragazze madri Via

A. Corelli 91- Tel. 055 4223727.

CASA ACCOGLIENZA: SAN DONNINO (Caritas) - Via Trento,

187 - Tel. 055 899353 - 6 posti (3 riservati alle ex detenute) -

colazione + spuntino serale.

PROGETTO S. AGOSTINO: S. LUCIA Via S. Agostino, 19 - Tel.

055 294093 - donne extracomunitarie.

S. FELICE: Via Romana, 2 - Tel. 055 222455 - donne extraco-

munitarie con bambini.

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 280052.

CENTRO AIUTO VITA: Ragazze madri in difficoltà - Chiesa di S.

Lorenzo - Tel. 055 291516.

MENSE - VITTO

MENSA CARITAS: Via Santa Caterina d'Alessandria,11.

MENSA S. FRANCESCO: (pranzo, più possibilità doccia) P.zza

SS. Annunziata - Tel. 055 282263.

ARCA DI SAN ZANOBI: (locali suore Carmelitane parrocchia

Santa Maria) Via Roma, 117/A - Scandicci - cestino - Tel. 055

741383 - ore 18-20.

MENSA CARITAS: Via Baracca, 150 (solo pranzo; ritirare buoni

in Via dei Pucci, 2)

MENSA ROVEZZANO: Via Aretina, 463.

ASSISTENZA MEDICA

CENTRO STENONE: Via del Leone 35 - 055 214 994, lun.-ven.

ore 15-19.

AMBULATORIO: c/o Albergo Popolare - Via della Chiesa, 66 -

Ven. 8 - 10.

PRONTO SALUTE: per informazioni sulle prestazioni erogate

dalle AA.SS.LL. fiorentine tel. 055 287272 o al 167 - 864112,

dalle 8 alle 18,30 nei giorni feriali e dalle 8 alle 14 il sabato.

VESTIARIO

CENTRO AIUTO FRATERNO: Vestiario adulti, Chiesa di San

Gervasio.

PARROCCHIA DI S.M. AL PIGNONE: Via della Fonderia 81 - Tel

055 229188 ascolto, lunedì pomeriggio, martedì e giovedì mat-

tina; vestiario e docce mercoledì mattina.

BAGNI E DOCCE

BAGNI COMUNALI: V. S. Agostino - Tel. 055 284482.

PARROCCHIA SANTA MARIA AL PIGNONE: P.zza S. M. al

Pignone, 1 - mercoledì dalle 9 alle 11. Tel. 055 225643.

AURORA ONLUS: Via dei Macci, 11 Tel. 055 2347593 Da mart.

a sab. ore 9-12. Colazione. doccia, domicilio postale, telefono.

CENTRO DIURNO FIORETTA MAZZEI: Via del Leone, 35. Dal

lun. al ven. ore 15-18,30.

CORSO DI ALFABETIZZAZIONE

CENTRO SOCIALE “G. BARBERI”: Borgo Pinti, 74 - Tel. 055

2480067 - (alfabetizzazione, recupero anni scolastici).

CENTRO LA PIRA: Tel. 055 219749 (corsi di lingua italiana).

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 Tel. 055 288150.

GLI ANELLI MANCANTI: Via Palazzuolo, 8 Tel. 055 2399533.

Corso di lingua italiana per stranieri.

DEPOSITO BAGAGLI

ASSOCIAZIONE VOLONTARIATO CARITAS-ONLUS

via G. Pietri n.1 ang. via Baracca 150/E, Tel. 055 301052 -

deposito bagagli gratuito; tutti i giorni, orario consegna - ritiro

10 - 14.30.

Pubblicazione periodica mensile Registrazione c/o Tribunale di Firenze n. 4393 del 23/06/94 Proprietà Associazione "Periferie al Centro"

DIRETToRE RESPoNSABILE: Domenico GuarinoCAPo REDATToRE: Roberto PelozziCooRDINAmENTo, RESPoNSAB. EDIToRIALE: Mariapia PassigliGRAFICA E ImPAGINAZIoNE: Sondra Latini REDAZIoNE: Gianna Innocenti, Luca Lovato, Felice Simeone,Francesco Cirigliano, Silvia Prelazzi, Michele Giardiello, Clara, DimitriDi Bella, Rossella Gilietti, Franco Di Giuseppe, Sandra Abovich,Stefano Galdiero.CoLLABoRAToRI: Mariella Castronovo, Raffaele, Antonietta DiPietro, Michele, Nanu, Jon, Luca, Marzio, Donella, Teodor, Anna Pes.STAmPA: Nuova Cesat - Firenze-------------Abbonamento annuale € 30; socio sostenitore € 50. Effettua il versamento a Banco Desio e della Brianza -V.le Mazzini 1 - IBAN - IT37 O 03440 02809 000000 373 000, oppure c.c.p. n. 20267506 intestato a Associazione Periferie al Centro- Via del Leone 76, - causale “adesione all’Associazione”

“Periferie al Centro onlus”Via del Leone, 76 - 50124 Firenze Tel/fax 055 2286348 -

Lunedì, mercoledì, venerdì 15 - 19.

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PER NON PERDERSI PAGINA 2

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Quelle finestre accese nella nottePAGINA 3 LA BACHECA DI FUORI BINARIO

È esistito a Firenze un luogo dicui si è parlato poco ma in cui siè vissuto molto. Non conosceva oquasi pubblicità, solo il passaparo-la; negli anni ha subito varie tra-sformazioni seguendo i mutamen-ti sociali dei quali è sempre statospecchio fedele, nel male e nelbene. Nelle conseguenze del malesopratutto, cercando di sublimarlein bene, dando diversa direzione aforze altrimenti distruttive. Nell’arido panorama fiorentino diluoghi di incontro “laici” quelle “…finestre accese nella notte …”(come le defi-nì il sindacoRenzi primadi spengerle)hanno fornitoper 35 anni amigliaia di fre-quentanti (eloro indotto diamici e paren-ti), un’irripeti-bile opportuni-tà non solo diriscatto scola-stico, ma anchedi incontro e discambio. Unasorta di luogofranco, inter-generazionale prima, interetnicopoi nel suo ultimo periodo quandoconcesse opportunità di studiointegrazione e soggiorno agliimmigrati che in sempre maggiornumero vi si iscrivevano.Come tutti i corpi vivi era estrema-mente forte nella sua perfetta fra-gilità di fondo. Forte in quantodotato di un’identità collettivaradicata nell’esclusione, quellascolastica, la matrice di tutte leesclusioni; sentimento quasi maiespresso chiaramente dai singoli,ma potente nella sua motivazionecollettiva di fondo, muta, inespres-sa.I “frequentatori” di questo luogonon si sarebbero mai immaginatidi dover dividere il loro tempo astretto contatto con persone chenormalmente non avrebbero maiscelto di frequentare nel loro quo-tidiano, men che mai si sarebberoimmaginati di aver anche da

apprendere da questa frequenta-zione. La comprensione di questofatto non è mai stata quasi maiimmediata ma piuttosto nellalunga durata, nella sedimentazio-ne di esperienze comuni, perchénon c’è niente di più banalmenteumano (ma anche di più raro) chel’agire insieme per uno scopo, con-dividere emozioni, esperienze,confronti spesso traumatici, qual-che volta gratificanti, sempre utili.Scoprire il bisogno di apprenderecome bisogno vitale e stupirsene.Chi torna a scuola da adulto non è

un contenitorevuoto. È un caricodi esperienze divita vissuta, spes-so con un senso diautostima vicinoallo zero, ben radi-cato, quasi sempregenerato da un’e-sperienza scolasti-ca negativa che halasciato nel vissutodel singolo unadolente zonad’ombra.Ma se da una parte ho sottolineatola forza di questo luogo derivantedalla sua stessa vitalità, dall’altraesisteva la sua fragilità insita nel-l’essere espressione di un’istitu-zione che, sindaco dopo sindaco,assessore dopo assessore, prende-va atto con stupore dell’esistenzadi questo non-luogo, di questarealtà istituzionale i cui connotati

spesso sfuggivano ai funzionariaddetti e della quale non venivamai fatto cenno nei periodiciincontri sull’Educazione degliA d u l t i , n e l l e C o n v e n t i o nDidattiche o ultimamente neiFestival dei Saperi. I Corsi serali Comunali - … quasiun parente povero di cui dover-si vergognare in una città comeFirenze paladina di Arte eCultura, città che invece nascon-de sotto la facciata e nelle pie-ghe una diffusa realtà di emar-ginazione e di esclusione “… che

non fanno immagine…”Perciò negli anni abbia-mo assistito a ripetutitentativi di razionaliz-zazione (chiusura) deglistessi da parte dell’am-ministrazione. Oggi si parla di un futu-ro bloccato per i giova-ni, privi di istituzioniscolastiche e culturaliadeguate: siamo gli ulti-mi in Europa per gli

investimenti in scuola e beni cul-turali, secondo l’ultimo rapportoEurostat pubblicato il 6 aprile u.s.Nel 1992 (ventuno anni fa …) difronte all’ennesimo tentativo di“razionalizzazione” i Corsi SeraliComunali lanciarono una vastacampagna di reazione, riassunta inuno slogan stampato su cartolinepostali che a migliaia venneroinviate all’allora sindaco:

- NON COSTRUITE UN MURO DAVANTI AL NOSTRO FUTURO - Così recitava la frase. La campagnafu ampliata da un documentariosui Corsi stessi girato con la regiadi Sergio Staino.Tutte queste cose e tante altresono state, ma nella velocità delcambiamento che caratterizza ilnostro tempo e nella conseguentecancellazione della memoria, cor-rono il serio rischio di non esseremai state. Non si può ricostruire lastoria di questa esperienza di vitaaffidandola come d’abitudine aisoli parametri statistico/quantita-tivi: tanti iscritti, tanti presentati,tanti promossi. Queste sono storiedi numeri, non di persone. Oggi latradizione orale è più che maiimportante, e in storie come que-sta del tutto indispensabile allamemoria. Le vere storie che vor-remmo narrare stanno nellasomma delle emozioni che ognunodei protagonisti di questa espe-rienza collettiva ha conservatodentro di sé: negli incontri, neilegami affettivi che inevitabilmen-

te sono nati,nella gioiadell’appren-dere comescoperta deltutto nuova,in modi spes-so non con-v e n z i o n a l i(Scusi Prof. …ma cosa c’en-tra questocon il pro-gramma?! …),nella crescitadell’autosti-ma, nellanuova idea difuturo … Nel

lungo percorso però ci sono statianche quelli che non ce l’hannofatta, forse perché “parlavano”troppo piano o forse perché nonsapevamo ascoltarli …Avremmo avuto tutti bisogno dimolto aiuto da parte del Comune,ma spesso, troppo spesso siamostati lasciati soli col nostro dubbiodi esistere.

Andrea Greco

I Corsi Serali Comunali hanno resistito 35 anni prima che il nostro sindaco Renzi li “rottamasse” costruendo un muro davanti al futuro dichi è stato escluso dalla scuola “tradizionale”. La Bacheca di Fuori Binario questo mese dedica il suo spazio a un articolo che introduce unarubrica mensile dedicata a storie di vita vissuta dietro quelle finestre accese nella notte.

Grazia Di Pinto

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Caro amico ti scrivo

Caro Papa Francesco,scusa il tu ma mi trovo meglio. Io sono ateo, ma la tua elezione, nonso perché, mi ha entusiasmato e misei piaciuto subito. In questi giorni nei giornali ho lettotante cose su di te.E, Francesco, il marito della figliaadottiva del mio cuore, mi ha scritto:- Il nuovo Papa in più occasioni s’èschierato dalla parte dei poveri inmodi chiari e non equivoci. Quand’eraCardinale rispondeva a tutti, personal-mente. Sembra proprio il tipo che nonrispetta i protocolli. Sono sicuro che segli scriverai ti risponderà. E se lo invi-terai, ti verrà a trovare. Non potràrimanere indifferente all’ergastoloostativo. La semplicità e la profonditànel suo parlare a braccio ha la forza dichi si schiera. È ormai noto che il suoessere ispirato da S. Francesco (Santoche fu pure carcerato). Da cardinaleandava a trovare i detenuti nei carceridel suo paese. Papa Francesco, scusa se non mi sono

ancora presentato, lo faccio subito, michiamo Carmelo, sono nato colpevole.Poi, però, ci ho messo del mio a diven-tarlo. Sono un uomo ombra, così sichiamano fra loro gli ergastolani con-dannati alla “Pena di Morte Viva”,come chiamiamo la condanna all’er-gastolo ostativo, che ti mura vivosenza la compassione di ucciderti.Là, fuori, nel mondo dei vivi, aldilà delmuro di cinta, ho una compagna, duefigli e due nipotini che senza nessunasperanza mi stanno aspettando daventidue anni.Papa Francesco, prega Dio per noi difarci morire affinché la nostra soffe-renza abbia finalmente una fine. Lo so, non lo puoi fare perché è pec-cato, ma lui non è cattivo come gliumani e capirà che per molti uomini

ombra è molto meglio morire chevivere.Papa Francesco, il dolore di un uomoombra, che per legge non tornerà mailibero, è come l’acqua di una fonte:non si arresta mai.

E molti di noi hanno perso persino ildesiderio di pensare, altri anche divivere una non-vita.Siamo stanchi che per noi non ci sianessuna compassione, né speranza,forse neppure più nessun Dio.Per noi non c’è più niente, c’è solo sof-ferenza.Papa Francesco, con l’ergastolo la vitae la morte si confondono, perché gliuomini ombra non appartengono piùa questo mondo, sono come fantasmi,non sono né morti, né vivi.Vieni a trovarci, siamo nella sezioneAS1, Reparto 7, Lato A e sappi che su31 detenuti siamo in 25 ergastolaniche ininterrottamente hanno sconta-to decenni e decenni di carcere.Io non credo ai miracoli, per gli uomi-

ni ombra non ce ne sono, ma quellostupido del mio cuore ci spera che tuvenga.Se pensi però di venirci a trovare,sbrigati e fallo prima del 16 settem-bre perché dopo quella data rischi dinon trovarci più perché inizieremo

unos c i o -p e r odella fame adoltranza per chiedere con la nostravita l’abolizione in Italia della Pena diMorte Viva. Papa Francesco, hai chiesto di prega-re per te, ma io non so pregare, tiposso mandare solo un sorriso fra lesbarre.

Carmelo Musumeci

Carcere di Padova aprile 2013 www.carmelomusumeci.com

Due ergastolani che scontano la loro pena senza possibilità di ottenere benefici penitenziari, e che quindi sono destinati ad un reale fine pena mai, si scambia-

no lettere da un carcere all’altro. Fino a qualche mese erano vicini di cella, uniti nonostante la grande diversità; ora uno di loro è stato trasferito, ma la vicinan-

za è sempre forte e sono le lettere a sopperire in qualche modo agli incontri e agli scambi d’opinione.

Ecco un loro dialogo scritto:

Un uomo ombra italiano e uno albanese si scrivonoGerti Gjenerali carcere Spoleto, Carmelo Musumeci carcere Padova www.carmelomusumeci.com

Caro amico ti scrivo

DENTRO LA GABBIA PAGINA 4

Lettera aperta di un uomo ombra a Papa Francesco

Caro fratello diavolo,spero che questa lettera ti trovi bene. Leggo

con attenzione tutto ciò che scrivi, mi piace molto il tuo diario, seigrande! A casa come stanno, bene? Mi auguro di sì, tanti saluti allatua famiglia. Abbiamo atteso tanto le votazioni, ma qui nessuno riesce a combi-nare nulla. Preghiamo l’universo e il cosmo che le cose cambino.Essere pessimista è facile e molto sicuro a volte, ma l’ottimismo èuna virtù e la vita già di per se è una tragedia. Io sono sicuro chequalcosa cambierà, se vorrà cambiare. Se no, fratello diavolo, chise ne frega? Peggio di cosi! Eppure chi ci tiene in questo statonon capisce che è un criminale con le belle maniere. È una lottasporca la nostra contro l’ergastolo e, di solito, si è soli quandocombatti contro un sistema politico che fa e vive sulla paura.Questa gente ha paura, quindi, sono insicuri e non coraggiosi. Qui mi hanno chiamato per la cella, perché le vogliono faretutte a due. Io ho detto: -Lasciatemi finire la scuola se no io nonaccetto e mandatemi pure dove volete.- Queste non sono perso-ne serie. Dopo 12 anni non è facile stare con qualcuno.Fratello, lo sai che non sono d’accordo sullo sciopero della fame,ma ti aiuterò lo stesso. Non so! Ho forti dubbi! È una protestaestrema e inutile in questo paese che è tutto parole ed ho paurache ti faranno morire di fame. Sei troppo ingenuo a non capire lamentalità del tuo popolo. Ascolta, questa storia della cella mi sta innervosendo, non tilasciano neppure fare la galera in pace. Fratello, sei nel mio cuoree ti stimo tanto. Salutami tutta la tua famiglia, tante parole nonservono fra noi, tu lo sai. Ti salutano tutti e tutti mi chiedono di te. Che la forza e l’amore sia sempre nel tuo cuore.

Caro fratello diavolo,

mi auguro che questa lettera ti trovi come il tuo cuore desidera.

Per la cella, purtroppo ci trattano come animali, abbi pazienza,

usa la calma e chiedi tempo fin quando non finisci gli studi.

Per il resto, lo sai, dentro l’Assassino dei Sogni è meglio non cre-

dere e non avere fiducia di nessuno.

Riguardo all’idea dello sciopero collettivo di tutti gli uomini

ombra per l’abolizione della “pena di Morte Viva in Italia”, lo

sai che per noi ergastolani non c’è nessuna compassione, né

speranza. Fratello diavolo, per noi non c’è niente. C’è solo sof-

ferenza per l’eternità. Forse Dio nell’aldilà sarà più miseri-

cordioso di questi uomini che ci hanno condannati a essere

murati vivi per sempre. Fratello diavolo, abbiamo una forza

che nessun altro prigioniero ha:, la forza della disperazione.

Forse alcuni di noi moriranno di fame perché altri abbiano

una pena con un inizio e una fine.. Siamo destinati a morire

in carcere, ma se mostriamo agli altri la via, forse alcuni ci

seguiranno. E se non lo faranno, sarà peggio per loro.

Fratello diavolo, comunque vada faremo tutti un affare, noi

smetteremo di vivere per nulla e la società smetterà di man-

tenere (c’è la crisi finanziaria) dei morti che camminano.

Fratello diavolo, abbiamo la possibilità che possiamo mori-

re come essere umani e non come zombi. E quando sarà il

mio momento, penserò alle parole che Platone fa dire a

Socrate: “È giunta, ormai, l’ora di andare, io a morire, voi a

vivere. Chi di noi vada a miglior sorte, nessuna lo sa, tranne il

Dio”.

Fratello, che la forza e l’amore sia sempre nel tuo cuore.

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Caro amico ti scrivoCaro amico ti scrivo

PAGINA 5 VOCI

1Io amo il silenzio amo il sibilo del vento tra i ramiLa voce dell’acqua che scorreIl fuoco che racconta di séIl sole sul viso.

Io amo la vita e la luce,e non ho paura della notte nè della solitudine,ora finalmente sono un uomo in pace con tutto.

Ho capito che tutto è illusione un sogno vestito difalsa realtàe da inconsapevole folle io danzo in questo MagicoMondo, dentro e fuori di me.

Onoro gli uomini e non giudico nessuno, ognuno è perfetto come è.Cerco negli occhi dei tristi il bambino nascosto, e se alla fine giochiamo il mondo più buio non è.

Io sono un nativo del mondo, la mia tribù è chi amacon me.La mia tradizione è universale, più vera non c’è.Viene dalle mille credenze del mondo tutte filtratecon cura da me.

Le tradizioni che seguo, non più reali in un mondoirreale,io intreccio formando, nel nuovo Millennio, un’unica Via Universale dai mille colori.

2Voglio capire con il cuore il Sacro Mistero intorno ame

la Terra, il Sole, il Vento e la Pioggia, i Sassi, gli Alberi,gli Animali, i Piccoli Insetti - sono miei parenti, voglioamarli ed imparare da loro; sono parte di me come iosono parte di Tutto.

In un modo sacro cerco di vedere, in un modo sacrovoglio camminare, ma spesso la mente mi inganna,se il sentiero del cuore smarrisco.

Onoro ed accetto tutti gli insegnamenti e tutte le vie,se son degne di essere tali.Il mio impegno reale lo offro a tutto ciò che cammi-na sul sentiero del cuore.

Sono un Guerriero di Luce e combatto l’ignoranza e lapaura, la superstizione e l’arroganza, che accecano laLuce Interiore dell’Uomo.Rispetto la Vecchiaia e la Morte, premio finale di unavita consapevole.Ricerco Infinita Umiltà e Compassio-ne, doni essen-ziali per alleviare il dolore di chi soffre.

3Ma ho visto che tutto è pura illusione, più certo deldubbio non c’è.Tanto mi sfugge e il profondo non vedo, se cerco vererisposte da chi risposte non ha.

Ancora pretendo e non riesco a fermarmi, non soaccontentarmi di ciò che io ho.Sono pieno di dubbi e di false profezie non so piùcosa c’è che va bene per me.

Io, unico, sono indiviso di mille aspetti contrari son

fatto, m’illudo del bene e del male anche quando il bene ed il male non c’è.

Così ho parlato, e finalmente ho detto ciò che io sono,infinitesima particella del tutto, che il tutto infinito comprende.

Ascolta...

Il rosso profondo che pulsa dal

centro del sasso.

Il suono dell’acqua in vapore

sulle pietre roventi.

Il buio assoluto.

Rimbombo di eco lontane nel

chiuso da dentro la Terra.

Il ritmo del cuore che suona

contento.

L’Aria e l’Acqua, il Fuoco e la

Terra,

I canti e il silenzio, il cuore

e lo spirito;

ora si fondono insieme,

in una preghiera di grazia e

d’intento. /

Seduto Nel Fuoco.

Zenio

LA MATTINA IN PIAZZASANT’AMBROGIO

Mi sveglio; mi sento molto bene.Le cinque del mattino.

Sento cantare passeri, merli, cornacchie e gabbiani.L’aria è fredda, albeggia; ed è più calda l’aria.

Nuvole in cielo, colori in cielo.Il cielo è azzurro. I furgoni del Quadrifogio

e gli operatori ecologici al lavoro.Le luci pubbliche sono accese.

Ed eccoci a vedere camion, furgoni, moto, scooter, biciclette e furgoncini che gravitano nel quartiere

a scaricare merci varie e ad accompagnare categorieprotette.

Due non vedenti, a piedi, per entrare in ufficihanno bisogno di aiuto; noi, pratici del quartiere,

gli diamo una mano.Loro ci ringraziano.

E’ bello tutto questo; ed io ne sono felice e contento.

Enzo Casale

Sergio Bertero

- la caduta -

Sull’ultimo ramo

dell’unico albero

eravamo felici

ma ci siamo divisi

quando siamo caduti

……………………

SIGNORE!!

angelo ribella

è caduto in materia

……………………

Cademmo… in un d’immenso

Chi Sono Io

Presso: Ateneo Libertario Firenze

Lo sportello sosConsiderando il diritto alla salute un diritto fondamentale einalienabile dell’individuo e della collettività, ci proponiamo dioffrire un servizio libero e gratuito di orientamento al SistemaSanitario Nazionale per tutti i cittadini italiani e stranieri pre-senti sul territorio

Attività• Orientamento alla salute e al SSN• Guida per i cittadini con difficoltà di accesso al SSN• Indicazioni per l’iscrizione permanente o transitoria al SSN eacquisizione del Medico di Base per gli immigrati• Spazio di discussione, di contro informazione e lotta per ildiritto alla salute e alla cura personalizzata

DovePresso Ateneo Libertario Borgo Pinti 50r FirenzeAccesso LIBERO ANONIMO E GRATUITO

QuandoTutti i giovedì dalle 16 alle 19. Saranno sempre presenti unmedico affiancato da un operatore

La nostra non è e non vuole essere un’attività sostitutiva ai servizi offertidal SSN e neppure un attività di generico volontariato, ma una forma diautorganizzazione sociale solidale e mutualistica, una battaglia per l’esten-sione dei diritti e delle garanzie di cittadinanza per tutti, un punto di infor-mazione e discussione intorno al tema della salute e del diritto alla cura

Il sole si sta alzando in via Bronzino ognuno va al lavoro, daun’aiuola raccolgo tre fiorellini che regalerò a una ragazza che lavora anche lei.Va tutto abbastanza bene perché le nuvole se ne sono anda-te e non dovrebbe temporaleggiare come i giorni scorsi.Un discorso che dovrebbe tornare, tolte le parti negative chela vita comunque riserva, pensavo tra me, perché poi infondo non sono chi può cambiare il mondo. Nel nostro piccolo si fa il possibile.Tra le tante cose, questa settimana, dedicata a tutti coloro

che stimo, c’è anche un numero di persone colle quali vienedivisa l’esistenza.Nel mio pensiero a volte il pensiero di mio padre Piero: era unpastore.A diciotto anni diede l’esame di diploma magistrale conse-guendo la promozione. Dopo l’arruolamento nelle truppe aviotrasportate divennegenerale di quel corpo; nell’anno 2002morì.

Emilio Ardu

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Page 6: FuoriBinario n.157 Maggio 2013

Lo spazio di Via del LeoneCASA PAGINA 6

Anche ieri pomeriggio oltre 500donne e uomini hanno vivacementemanifestato nella zona nord dellacittà, tra di loro occupanti degli sta-bili, sfrattati, richiedenti asilo enumerosi giovani.Un corteo rumoroso, allegro che haattraversato le strade e comunicatocon la popolazione residente.Negli interventi è stata ribadita lanecessità di costruire antidoti eanticorpi alla drammatica e crescen-te emarginazione sociale.Negli interventi la voglia di costrui-re da subito necessarie forme dicontropotere davanti alla assolutamancanza di proposte istituzionali.Negli interventi la solidarietà control’inchiesta che vede coinvolti quasi90 compagne e compagni dei movi-

menti fiorentini e in generale controtutti i percorsi di criminalizzazionedei movimenti.

Alla fine del corteo unapalazzina abbandona-ta da quindici anni èstata assegnata a trefamiglie sfrattate esenza casa. La mossa asorpresa ha scatenatol’ira funesta delle forzedell’ordine che hannoassediato la zona peralcune ore...La palazzina, durantela notte, è stata abban-donata per le condizio-ni strutturali pessimee per una assoluta ina-gibilità.

Ma il segnaleFORTE E CHIARO èstato dato a tutte leistituzioni. Bastapagare la crisi,equa redistribuzio-ne della ricchezza edei patrimoni.

VENERDI’ 10

MAGGIO ORE 10

TUTTE E TUTTI

IN PREFETTURA,

VIA CAVOUR,

PER CHIEDERE

I M M E D I A T A

MORATORIA DI

SFRATTI E

SGOMBERI.

IL MOVIMENTO DILOTTA PER LA CASA

Il 21 aprile scorso abbiamo occupatol’immobile di via del Leone 60/62, diproprietà del Comune di Firenze eabbandonato da anni, per restituirloal quartiere, a noi.Stiamo costruendo una biblioteca,una ludoteca, uno spazio dove farecolazione o bere qualcosa di pomerig-gio, un’aula studio, un piccolo orto,una stanza dove portare ciò che nonsi utilizza più e dove prendere ciò checi serve, un archivio orale di memoriesul rione.Soprattutto, deve essere uno spazio

costruito e attraversato dalquartiere per il quartiere. I suoiprotagonisti sono gli abitanti diSan Frediano e chi vorrà condi-videre con noi questa esperien-za collettiva di libertà e autoge-stione.Il 29 aprile il Comune ci ha con-segnato un’ordinanza di sgom-bero, firmata da Renzi, a causa

dell’inagibilità dello stabile. Noi, cheteniamo agli spazi che viviamo, ave-vamo già coinvolto ingegneri e mura-tori per perizie aggiornate e per ilavori di ristrutturazione. Il Comune,al contrario, si è disinteressato com-pletamente allo stato dell’immobileper quasi un decennio, lasciando sfittiappartamenti dedicati ad alloggipopolari, in anni in cui l’emergenzaabitativa è diventata una realtà quoti-diana per troppe famiglie.Matteo Renzi sta dunque ordinando

un’esecutiva di sgombero a causa diproblemi che il Comune stesso hacreato con la sua «disattenzione» eche noi invece stiamo risolvendo conle nostre forze. Noi pensiamo che sistia mascherando con ragioni «tecni-che» una scelta politica ormai ripetu-ta negli anni: la città deve essere sot-tratta a chi la abita e consegnata aglispeculatori, lasciando scivolare nel-l’abbandono gli spazi pubblici persvenderli ai privati e ricavarne profit-to, a danno della collettività.C’è un’evidente analogia tra il disinte-resse per gli alloggi popolari di via delLeone, come del resto di tutta la città,e il progetto del parcheggio in piazzadel Carmine e della ludoteca deiNidiaci. Le scelte di Renzi sono fun-zionali al profitto dei suoi «amici»(Firenze Parcheggi, Casa Spa,Massoneria, palazzinari, Cassa diRisparmio) e vanno a danno di una

gran parte degli abitanti, specie deimeno abbienti.Difendere l’occupazione di via delLeone significa difendere la possibili-tà di vivere la città a misura dei suoiabitanti, con i ritmi e i bisogni delquartiere. Aprire uno spazio di socia-lità in San Frediano permette di raf-forzare le reti di solidarietà e dimutuo soccorso che sono sempre piùessenziali in un momento di crisi eco-nomica che colpisce tanto più unquartiere popolare come il nostro.Abbiamo un bisogno vitale di spaziche ci consentano di affrontare collet-tivamente problemi comuni.

IL QUARTIERE È DI ChI LO VIVE ENON DI ChI CI SPECULA

Le occupanti e gli occupanti di via del

Leone 60/62

non si tocca!

La rabbia in piazza SFRATTI LO “TSUNAMI” FIORENTINOAnche questa mattina il picchetto della rete

antisfratto ha impedito l’ennesima esecuzione

di sfratto. Vittime dell’esecuzione forzata una

famiglia con due minori, uno sfratto per moro-

sità legato ad un incidente sul lavoro e alla con-

seguente perdita del lavoro stesso.

La famiglia è in lista di preassegnazione di casa

popolare (che di questi tempi non è poco...), ma

i tempi dell’assegnazione sono lunghissimi...

Domani saremo su un altro sfratto...il tempo

della crisi si riversa ogni mattina su cinque o sei

famiglie, su giovani coppie, su persone anziane

e sole. Un rituale ossessivo, quasi una finzione

che vede il totale vuoto delle istituzioni nella

ricerca di soluzioni accettabili ed eque...

Da tempo stiamo ricercando in forma autonoma

gli anticorpi per non lasciare intere famiglie a

guardare le stelle senza un tetto. Questo perchè

riteniamo fondamentale il diritto alla legittima

difesa...

GLI SFRATTATI DEL

MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA

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Page 7: FuoriBinario n.157 Maggio 2013

Un piano di interventi mirati delle forze del-l’ordine per combattere il degrado a Firenze:questo l’argomento al centro della riunione dioggi del Comitato provinciale per l’ordine e lasicurezza pubblica, convocata presso laPrefettura del capoluogo toscano. ‘’Abbiamocercato di fare il punto della situazione - haspiegato il prefetto Luigi Varratta - e rimodu-lare qualche intervento su determinate aree o

piazze della città che in questi ultimi tempihanno avuto qualche problema’’.Per zone di Firenze come piazza SSAnnunziata, piazza Brunelleschi, piazza S.Croce, via Calzaiuoli e la stazione di Santamaria Novella l’ipotesi, ha detto Varratta aicronisti al termine dell’incontro, è quella dipotenziare il pattugliamento a piedi, quindicon una ‘’presenza congiunta e più continua’’

delle forze dell’ordine che sia ‘’finalizzata alleprevenzione, a impedire che certi fenomeni siripetano. Nel caso di piazza SS. Annunziata,ad esempio, dobbiamo evitare che il Romvada sotto il porticato col materasso’’. Secondo il prefetto, c’è “una situazione didegrado’’ che “aumenta con l’approssimarsidella bella stagione’’, e il ripetersi di certi epi-sodi” è intollerabile per la storia di questa

città, ma anche per la qualità della vita e lavivibilità del territorio’’. Al tavolo, a cui ha par-tecipato anche il sindaco di Firenze matteoRenzi che non ha rilasciato dichiarazioni allastampa, si è discusso anche di ‘’movida, abusodi alcool - ha aggiunto Varratta - e quindidella necessità di reiterare l’ordinanza didivieto di vendita di bevande alcoliche’’.

(ANSA)

PREFETTo, INTERVENTI mIRATI CoNTRo DEGRADo

I Rom E L’INDIANomentre le istituzioni avviano la gogna mediatica, gonfia di lotta al degrado, a tuttapagina sui giornali, nella nostra città si celebra la “differenza sociale”.È partita con la deturpazione di alcune pietre sotto il loggiato, il dito puntato su ungruppo di Rom rumeni che hanno trovato come unico riparo per stare insieme la notte,il loggiato degli Innocenti in P.zza S.S. Annunziata.Delle persone che usano e lasciano il luogo pulito, gente che emigra, anch’essi sono allaricerca di un futuro migliore, persone a cui d’inverno una notte sì e l’altra pure, vengo-no tolte e gettate le coperte. Da quel loggiato alcuni degli ospiti si alza la mattina pre-sto per distribuire a offerta libera Fuori Binario il giornale di strada, li avrete certoincontrati non ricordate? In redazione, sono puntuali.I competenti (?), parlano di incontri e proposte per dar loro una mano (prima accoglien-za ma separati, mensa, qualche progetto di inserimento alla fine senza sbocco, dei soldiper andarsene), niente tetto. “Pochissimi di loro accettano” dichiarano. “E allora nem-meno vadano alla mensa in piazza!!” l’assessore Stefania Saccardi (subito smentita dalPresidente Caritas martini “non sono mai venuti”), che non ha carisma per questo lavo-ro, la socialità non può subire la ripicca. La gente va aiutata rispettandone cultura ecostumi non cercando di cambiarli.In questa città si cacciano i più poveri, gli ultimi, i senza tetto con l’impiego delle forzedell’ordine, mentre si pubblicizza l’evento milionario.Parliamo degli sprechi perpetrati poco più in là, nella Firenze che conta e incassa, … Un sontuoso matrimonio, la sposa figlia di un grande magnate della plastica, polistiro-lo, etc. evviva! tutte cosine che inquinano!Alberghi e palazzi famosi affittati, piazza ognissanti chiusa per giorni a causa del mon-taggio e smontaggio di un gazebo che servirà qualche ora, auto di lusso, carrozze, taxia disposizione, si parla di circa 10 milioni di euro spesi per l’evento, almeno 300.000 euroal comune, soldi che potrebbero servire a ristrutturare case chiuse e assegnarle allagente. Certo, in città c’è stata per tanti la possibilità di lavorare, negli alberghi, sartorie,artigiani, pasticcerie, cuochi, autisti, cocchieri, etc, almeno. È questa la politica delbello, tutto può essere venduto, affittato, l’importante è che la città dia un immagine disé ospitale e pulita, via l’immagine della povertà che ne soffoca il concetto.ma poi … un po’ di vergogna (?), ma come? tutto questo sfarzo in un momento sociale,dove la gente si impicca per la mancanza di lavoro, non mi sembra proprio delicato.Questo accostamento è l’esempio plateale della avvenuta distruzione sociale, solopoveri e ricchi, cittadini di serie B e A gli uni cacciati e gli altri venerati in una realtà checiclicamente relega i primi ad un esistenza volutamente nascosta.

Roberto Pelozzi

Quale degrado?Quale degrado?

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Page 8: FuoriBinario n.157 Maggio 2013

Basta degrado alla fine suona la svegliaBuona domenica di Luigi CaroppoFirenze, 14 aprile 2013 – Azioni concrete. Di contra-sto al degrado. Per far capire che il rispetto dei luoghie delle persone è sacrosanto. Che se qualcuno vuoledettare legge e fare come gli pare è bene vada a casasua (nel senso di dimora e non di patria, per carità).Dopo tante denunce (in primo luogo del nostro gior-nale che qualcuno anche nei palazzi della politica edell’amministrazione bolla come megafono di allar-mi, ma i fatti ci danno ancora una volta ragione)qualcosa si muove. Due segnali, con volontà annessa,di questura e Palazzo Vecchio.Da alcune settimane una pattuglia staziona in viaDella Stufa dove i venditori abusivi del mercato diSan Lorenzo organizzavano le vendite parallele. Equalche risultato si vede.

In piazza Santissima Annunziata finalmente il comu-ne ha deciso di passare alle maniere più decisedavanti a un gruppo di nullafacenti che vivacchiatutto il giorno e la notte tra i portici e la basilicafacendo i propri comodi. Non vogliono che niente onessuno gli faccia cambiare idea. Di fatto un occupa-zione della piazza. Il simbolo del degrado. “Allora nonmangiano nemmeno alla mensa della Caritas se sene fregano di tutto e tutti” ha detto il vicesindacoSaccardi, proponendo, non si sa quanto provocatoria-mente, di blindare il porticato con una cancellata.Segnali incoraggianti anti degrado.

Una settimana di pressione, andiamo avanti

Buona domenica di Luigi Caroppo (La Nazione)Firenze, 21 aprile 2013 - C’È ANCORA molto da fare,ma la controffensiva contro il degrado ha regalatoluoghi più decorosi e accettabili se non proprio vivi-bili. Firenze e i fiorentini meritano che la città siarispettata da tutti, lo ripetiamo e lo ripeteremo all’in-finito.Una settimana di riflettori puntati de La Nazione hadato frutti. Piazza Santissima Annunziata, con qual-che difficoltà, ha ripreso un aspetto dignitoso. Nientepiù panni stesi alla fontana, niente dormitorio e nul-lafacenti a grattarsi la pancia. I lampeggianti di poli-zia, carabinieri, vigili urbani sono stati più accesidurante queste notti. Un deterrente già vedere quel-la luce blu per chi pensa di dettar legge e una rassi-curazione per chi sente l’amore di casa sua in ogniangolo di Firenze.

Il prefetto, alcuni giorni fa, ha annunciato un pianoche durerà, per dare risultati concreti e non occasio-nali, almeno un paio di mesi. Giusto. La pressionedeve essere costante per non buttar via in un batti-baleno quanto di buono raggiunto.Ci aspettiamo nei prossimi giorni che anche il lungar-no del Tempio e i giardini intitolati al magistratoAntonino Caponnetto possano tornare ad una sem-plice normalità. Sarebbe un altro passo avanti.

Santa Croce è una macedonia di spintoni e di bestemmie, diragazzine gonfie di alcol e dei `tampinatori’ che leinseguono ben carichi anche di bottiglie di birra chesi spaccano a terra e di bocce di vino bianco. Con la

stagione del sole Santa Croce si trasforma in discari-ca abusiva: si parcheggia dove capita, si orina suiportoni dei palazzi, si tira coca sugli specchietti solle-vati dei motorini. Via dei Benci è un’autostrada alco-lica, via Verdi un moltiplicatore di birre, il sagrato untappeto di carte di cibo, resti di spinelli fumati per fargruppo. Niente di nuovo , la scena la stessa cartolinache in pochi fa il giro del mondo.La zona non ne può più. Corso dei Tintori all’alba èquasi sempre un cimitero di motorini gettati a terra ,di specchietti spaccati e di auto graffiate.

S. Ambrogio l’unica è la cancellata letelecamere non bastano “Verso i permessi è quasi pronto il progetto che pre-senteremo alla soprintendenza». Inferriate chiuse verso l’ora di cena.

Per monitorare meglio il degrado, un mese fa sonostati installate quattro telecamere di videosorve-glianza, costate settemila euro e acquistate attraver-so una colletta tra commercianti e residenti. Ma evi-dentemente non sono bastate a fermare l’inciviltà. Eadesso, supportata soprattutto da AlessandroSoltani, titolare del caffè Sant’Ambrogio, torna a farsispazio l’idea di realizzare inferriate intorno al sagratodella chiesa.

Lungarno del Tempio, svolta antidegradoUna notizia accolta a braccia aperte dai residentidella zona che giorno dopo giorno, inviano mail sumail di protesta. Sotto l‘ex bocciofila, infatti, trovano

riparo quotidiano una decina di rom, quasi tutti pro-venienti dalla Romania. Tra di loro ci sono anchebambini. Accatastati uno sull‘altro, si intravedonomaterassi e coperte, cucce-cartone e scatole condentro cibo, bottiglie e anche fornelli. I nomadibivaccano nella zona soprattutto la sera e la notte,mentre durante il giorno fanno la spola tra i semafo-ri dell’area in cerca di monete e di qualcuno a cui por-tare via il portafogli.Questo l’intervento in Consiglio comunale del vicecapogruppo di Lista Galli Cittadini per FirenzeMassimo Sabatini “Da settimane il quotidiano LaNazione dedica opportunamente, e con seguito dilettori alle zone degradate della città.Quel giornale fa il suo dovere: dà voce ai cittadini.Come con impegno fanno anche altri quotidianiFinalmente negli ultimi giorni un assessore ha rac-

colto il grido di allarme, ha riconosciuto l’ormai supe-rato limite, si sono scosse le forze dell’ordine, si èvisto apparire qualche lampeggiante blu dei vigili equalche brutto ceffo si è levato dalle scatole.Menomale! Dico. Così come lo dice ogni cittadino chesi lamentava per ciò. Ma rifletto. E mi chiedo: Perchésolo adesso? Perché oggi sì e le altre volte no? Perchéin quella piazza si interviene e nelle altre dieci si fafinta di nulla? Perché un problema fa scattare unintervento dei vigili, mentre un altro della stessa fat-tura e intensità viene trascurato? Perché, insomma, inostri agenti di Polizia Municipale non sono organiz-zati per dare immediato servizio ai cittadini? Perchél‘assessore preposto non lavora solo su questo?Perché non c’ è un assessore ad hoc per questo?

Basta degrado alla fine suona la sveglia

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Page 9: FuoriBinario n.157 Maggio 2013

Cari vigili, cari assessori, cari consiglieri non vi schio-da dal torpore il fatto che un quotidiano abbia otte-nuto più fiducia dai cittadini di quanta non ne abbia-te ottenuta voi?”

mercato S. Lorenzo“LA LEGGE c’è” insiste Alessandro, proprietario di unbanco “e va fatta rispettare, non è giusto che noipaghiamo tasse su tasse e gli altri godono dei nostristessi diritti senza sborsare un solo euro”. I furbettiche fanno arrabbiare gli ambulanti regolari sonoquelli che, approfittando delle numerose assenzedomenicali, provano ad aprire i loro banchi al “golo-so” flusso turistico del mercato nel cuore del centrostorico. “Se il mercato è controllato, a poco a poco gliabusivi smetteranno di venire!”

olmatello, benvenuti all’hotel dispera-zione 43 denunce per invasione (tra losporco)VIVONO, se è vita, in una cinquantina in quella chedeve essere stata un’antica scuderia alle porte dellacittà. Immigrati di ogni nazionalità: chi l’italiano lomastica, chi meno. I più bravi fanno da interpreti pergli altri. Un carnevale di oggetti gettati. Di entrate cen’è più di una, le famiglie si sono divise la proprietàsenza referente.Divani, coperte calpestate, uova marce, tv al plasma.In cinque in due metri per due: manca l’aria. Il lungolavoro della polizia dinanzi a tutti quei ‘fantasmi’ sichiude con 43 denunce per invasione di edificio. Sono

tutti immigrati e vivono lì perché non si possono per-mettere nulla. Due donne raccontano di aver trovatolavoro, una come colf e l0altra come badante, ma con300 euro oltre a quel che guadagnano i rispettivicompagni non c’è altro . I soldi vanno in parte a casaper i figli che sono rimasti, poi bisogna mangiare. Illocale è enorme, pochi metri in cui tutto si sovrappo-ne. Cumuli di scarpe accanto a uova marce. Un labi-rinto di scale e stanze. Pentole sporche e stracci.

Passeggiata di protesta nei punti più‘caldi’.«DEGRADO, la situazione è sotto gli occhi di tutti ed ifiorentini non sopportano più di essere alla mercé diaccattoni, maleducati, venditori abusivi e bulli diquartiere che pensano di imporre la loro legge fattadi prepotenza ed arroganza. Che il sindaco e la sua

giunta ne prendano atto con rinnovata lena solo oggie solo perché alcuni quotidiani (La Nazione ndr)hanno deciso di riprendere la notizia e sbatterla perpiù di un giorno sulle prime pagine mi rattrista assai»sottolinea Alberto Locchi, consigliere comunale dellaLista Galli.Il 3 maggio riproporremo una “passeggiata nottur-na” denominata ‘Movida Intelligente’ (cui tutti sonoinvitati), partendo dal sagrato di Santa Croce alle 23per toccare i punti più “ caldi “ di Firenze distribuen-do ai giovani che incontreremo dei manifestini perinvitare ad un comportamento consono ed educatopur nel divertimento cui, giustamente, tutti dobbia-mo aspirare ».

“Non daremo respiro a chi occupa lepiazze” Ecco allora le priorità in calendario:Sotto i riflettori SS. Annunziata, piazza Brunelleschi,Santa Croce, via Calzaiuoli, S.M.Novella (stazione),Piazza Santissima Annunziata durante la notte si tra-sforma in un accampamento per un gruppo di 25Rom. Il primo passo sarà impedire che la fontana sitrasformi in un lavatoio per il bucato e i bivacchi sottola Loggia degli Innocenti. Nessun presidio fisso, solopattuglie di vigili, polizia e carabinieri che sorveglie-ranno la piazza.Lontana invece la possibilità di realizzare una cancel-lata, per difendere sia il loggiato di SantissimaAnnunziata sia la gradinata di Santa Croce: «Saràl‘ultima ratio quando avremo provato tutte le altre

strade” spiega il prefetto “Per i prossimi due mesiquesta sarà la strategia, se non dovesse funzionareparlerò con l‘Istituto degli Innocenti e l’Opera diSanta Croce e prenderemo in considerazione anchealtre soluzioni come il ricorso a vigilantes”. “Sarebbeuna sconfitta per la città”, fanno sapere da PalazzoVecchio.Panni al vento e materassi sotto le logge in piazzaSantissima Annunziata: con tutta la tolleranza possi-bile, è un po’ troppo. Di fatto quelle diventano zone‘interdette’ agli altri cittadini.“Sì e vi dico: niente più materassi trasportati dai rome messi sotto i porticati.Voglio far perdere il vizio a quelle venti-trenta perso-

ne di andar lì coi materassi. Non bisogna dare lororespiro. In maniera preventiva” Dichiara il PrefettoVarrata.Niente cancellate, almeno per ora, in piazzaSantissima Annunziata come aveva fatto balenarenei giorni scorso il vicesindaco Stefani Saccardi.Piuttosto, un pattugliamento a piedi di vigili urbani eforze dell’ordine congiunte, ripetuto e centrato nelleore serali, quando i rom e i senza fissa dimora, che daanni vivono nella piazza, portano i materassi sotto ilLoggiato del Brunelleschi per passarci la notte.Anche se nemmeno di giorno andrebbero persi divista, dato l‘uso che fanno della piazza, stendendo ipanni sulle fontane del Tacca e scambiando per wc glispazi fra i cassonetti.Meglio, insomma, in prima istanza, potenziare il con-trollo preventivo, scoraggiare l‘arrivo, piuttosto che

convincere a sloggiare chi si è già sistemato senzapoter usare la forza. E poi stare a vedere. «Se basterà,bene, altrimenti si penserà a qualcos’ altro» haannunciato ieri il prefetto Luigi Varratta al terminedel Comitato per l’ordine pubblico che si è riunito inPalazzo Medici Riccardi alla presenza anche del que-store Francesco Zonno, dei vertici di Carabinieri eGuardia di Finanza e del sindaco Matteo Renzi, perparlare, appunto, di degrado.

Articoli contro il “degrado” tratti dallacronaca cittadina de “La Nazione”

Basta degrado alla fine suona la sveglia

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GENTILE REDAZIONE, SONO ANNA MARIA DE GUIDI GAMBASSI, INSEGNANTE IN PENSIONE. IN RIFERIMENTO ALLA CAMPAGNA CONTRO IL DEGRADO PROMOSSA DAL QUOTIDIANO “LA NAZIONE”, RITENGO

CHE IN ESSA CI SIA UN GRAVISSIMO ERRORE DI FONDO. QUELLO CIOÈ DI VALUTARE IL PROBLEMA SU UNPUNTO DI VISTA ESTETICO E NON SU QUELLO MORALE E SOCIOPOLITICO. È BRUTTO VEDERE PERSONE CHE DOR-MONO SOTTO I PORTICI? OD È TERRIBILMENTE INGIUSTO CHE ESISTANO PERSONE CHE NON POSSIEDONO NEM-MENO UN LETTO? UNA SOCIETà GIUSTA DEVE ALLONTANARE GLI EMARGINATI (SENZA DIMORA, MENDICANTI,

ROM, SINTI ETC.) PERCHé NON FERISCANO IL NOSTRO SENSO ESTETICO, E VADANO A SOFFRIRE ALTROVE? ODEVE AIUTARLI MEDIANTE L’ISTRUZIONE E IL LAVORO AD INSERIRSI NEL NOSTRO CONTESTO?

BASTEREBBE APPLICARE LA COSTITUZIONE (ART.3) E MAGARI PER CHI CI CREDE ANCHE IL VANGELO. GRAZIE PER L’OSPITALITà

Il clima politico si fa sempre più pesante. I poteri forti stanno approfittando di questa situazio-ne di  impasse politico e governativo per accentuaretutte le loro misure repressive, sia sul piano econo-mico e sociale, sia sul contenimento delle libertàcivili e della libera espressione, sia con operazioni diapplicazione sistematica di provvedimenti di razzi-smo istituzionale. Quanto sta avvenendo in molti centri d’Italia a parti-re da Roma, dove, con Alemanno e il suo entouragefascista che preparano la loro campagna elettorale,si ripetono i pogrom nei campi e villaggi rom e glisgomberi delle occupazioni dei senza casa, da il

segno di un clima di incrudelimento volto a piegare inumerosi conflitti che questa restaurazione liberistasta provocando. Firenze non è da meno, dove questo sindaco, impa-ziente di primeggiare ovunque per convolare a nozzecon il Pdl, sta sconvolgendo la città  nelle sue espres-sioni culturali e di attività  sociale e solidaristica noncaritatevole, concedendosi ai più loschi affari sullegrandi opere quanto mai inutili e di enorme sprecodi denaro pubblico. Credo che dovremo presto pren-dere provvedimenti molto seri di  mobilitazione, persmascherare questo suo sporco gioco mediatico edevastante.

Dobbiamo restituire la città  a suoi abitanti, tutte etutti, alla loro piena libertà  di espressione e soste-nere ogni iniziativa che consenta di dare risposte, siaprovvisorie che definitive al malessere sociale, alletante precarietà  lavorative, abitative e di accoglien-za, di vita della città, riprendendo con forza un’offen-siva di civiltà  che la migliore storia  della Repubblicaci ha consegnato con l’Antifascismo, la Resistenza, laLiberazione, la Costituzione. Non possiamo permettere che degli avventurieridella politica, di fatto reazionari e di bassa lega,sconfinino fino ad attribuire alle presenze più debolied esposte della città  la responsabilità  del degrado,

dell’inospitalità  verso il turismo e altre menate cheormai conosciamo bene, che abbiamo già  triste-mente sperimentato. Voi, amministratori con i vostricomportamenti discriminanti, repressivi e incivilisiete il degrado!! Bisogna rovesciare queste trappole, riaprire una sta-gione nuova, superando ogni atteggiamento autore-ferenziale/autoconsolatorio. Abbiamo bisogno di tutte le energie spendibili peraprire questa nuova stagione di cambiamento nellanostra città.

Riccardo Torregiani

Quando sento la parola “degrado” mi viene uno sturbo.Queste campagne stampa della Nazione e altri e gliassessori, spesso il Mattei…In via Palazzuolo un giovedì di fine marzo sono venuti in40 poliziotti, cani, nas, giornalisti appostati negli angoliper fare lo scoop e udite udite un elicottero che ha gira-to per due ore sulla zona. Risultato: 5 grammi di mari-juana e un lavoratore in nero. Non concepiscono che unluogo sia abitato, semplicemente stando sui gradinidi  una scalinata, a incontrarsi davanti a uno dei pochibar, che si stia solamente in strada a incontrare amici.La Saccardi, non è meglio di Mattei che ha detto che inBorgo Ognissanti via Palazzuolo i negozianti potevanoorganizzare le ronde a patto che se le pagassero!

Cristina

La crisi è sempre più terribile e annunciaun prossimo futuro con tanta disperazio-ne. saranno sempre di più i poveri assolu-ti, i senza lavoro, i senza casa che nessu-no assisterà e che troveremo nelle nostrecittà  in cerca di sopravvivenza. Gli incitamenti all’odio razziale nei con-fronti dei poveri e degli  emarginati delladestra proprietaria e dei suoi giornali ras-somiglia terribilmente ad una specie disoluzione finale: nascondere da qualcheparte i poveri, perché nessuno chiedaconto della povertà  a chi ha accumulatoed accumula ricchezze con lo sfruttamen-to, l’evasione fiscale, il riciclaggio deldanaro sporco, la speculazione finanzia-ria ... Nei nostri limiti, dobbiamo mobilitarcicontro l’indecenza morale e la politicache la supporta. Io penserei intanto ad una riunioneurgente e fortemente sollecitata dellarete antirazzista.

Gianfranco Tomassini

Dobbiamo muoverci, magari insieme adaltri; la crisi infuria, le  attività  commercialichiudono, chiudono librerie e cinema, e sigrida al degrado quando la gente cerca diguadagnarsi da vivere o, più semplicemen-te, “vive” la città: e diventa “degrado” seder-si sui gradini di una piazza. Il comune diFirenze ha varato alcuni anni fa un regola-mento orribile, per colpire tutti coloro chenelle strade e nelle piazze “stanno”, cantano,ballano, vendono... La cosa  preoccupante è che, nel generaledisinteresse e silenziosamente, ora è la poli-zia che interviene, e noi cittadini lo accettia-mo perchè presi  da altro o distratti (o, avolte, purtroppo consezienti). Si rischia  diritrovarci in una città  occupata dalle forzedell’ordine, ed è una città  che muore. Parliamone quando ci vediamo, dobbiamopensare ad una strategia per  contrastarequesta deriva, e ovviamente abbiamo forsebisogno di  trovare alleati. Intanto già  un’a-zione di informazione sarebbe  utile.

Sandra

Via Palazzuolo: culture, relazioni e futuro Consideriamo necessaria una rettifica del modo in cui la situazione di Via Palazzuolo viene riportata dalla maggior parte della stampa cittadina, che preferi-sce narrazioni per stereotipi, descrizioni a tinte fosche ed  amplifica episodi di colore.Ciò avviene, di recente,  in contemporanea ad  interventi delle forze dell’ordine con grandi dispiegamenti di forze, cani e addirittura l’elicottero, sproporzio-nati rispetto all’entità dei problemi e con risultati miserrimi,  ma  riportando nella via un clima minaccioso ed intimidatorio.La realtà invece è diversa perché c’è, ed è significativamente presente,  anche l’altro aspetto, quello che cerca di guardare  al futuro di tutti con una pluralitàpositiva. Siamo più gruppi che viviamo ed operiamo in Via Palazzuolo.Lavoriamo su tematiche e con attività diverse, ma tutte hanno con oggetto aspetti diversi della cultura e della conoscenza:  distribuiamo un foglio mensile,realizziamo interviste, abbiamo costruito una la Bookbike (una biblioteca circolante multilingue), organizziamo cene, svolgiamo indagini conoscitive,  inse-gniamo l’ italiano e altre lingue.Tutti questi aspetti non compaiono nei resoconti giornalistici, che solitamente sono orientati in tutt’altra direzione.I risultati delle nostre attività sono sotto gli occhi di tutti, tranne di coloro che non vogliono vedere: il clima è migliorato  da qualche anno a questa parte,facendo un passo alla volta.Costituiamo forme organizzative diverse per attività e metodi ma tutte con lo stesso obiettivo guardare avanti, dare un futuro, una soluzione di convivenza.È già avvenuta un iniziativa su questi temi Sabato 20 Aprile in via Maso dalle 16 alle 19

PALAZZUOLO STRADA APERTA - NUOVA PALAZZUOLO - ANELLI MANCANTI

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Page 11: FuoriBinario n.157 Maggio 2013

Nuovo muro ai Nidiaci

ACQUA - Il Forum risponde all’Autorità

Idrica Toscana. Il Tar ci da’ ragione

No al ricatto di Mazzei

sugli investimenti.

Basta fare profitti con i

soldi dei toscani

La Regione Toscana deve fermare l’in-

quinamento delle Colline metallifere

Solo 5 cinque giorni dopo il referen-dum del 2011 Alessandro Mazzei,oggi direttore dell’Autorità IdricaToscana e allora direttore dell’ATO 2,deliberò contro il voto popolare edecise che non avrebbe mai tolto laremunerazione del capitale investitocancellando così la volontà di 1,7milioni di cittadini Toscani. Altredecisioni in tal senso furono prese inseguito lasciando nella tariffa la

garanzia del profitto per i soci delleSpa.

Il Forum Toscano dei Movimenti perl’Acqua ha fatto ricorso contro questedecisioni prese da un ente pubblicoche avrebbe dovuto rappresentare edifendere i cittadini. E il Tar dellaToscana queste decisioni illegittimele ha cancellate con la sentenza del21/3/2013 che ha ribadito quello giàscritto nella sentenza della Cortecostituzionale: “L’esito referendario èimmediatamente applicativo essendocomprese ancora nella tariffa sia icosti di gestioni, sia gli investimenti”.

Che oggi il dottor Mazzei continui asostenere questa posizione minac-ciando la sospensione degli investi-menti appare francamente troppo.L’illegittimità è ormai chiara e palese:il profitto per il privato va tolto dallabolletta dell’acqua dei cittadini tosca-

ni. E appare davvero scandalosa laminaccia rivolta ai sindaci che a finemese devono deliberare proprio sulletariffe.

Ricordiamo ad esempio chePubliacqua nel 2011 ha incassato 16milioni di euro dopo le tasse e ha dis-tribuito dividendi per 11,5 milionimalgrado che l’AIT, tramite il suo pre-sidente, abbia chiesto di utilizzarliper gli investimenti futuri. Vorremoanche sapere per l’occasione quantospende Publiacqua Spa per la suacampagna pubblicitaria e se ai cittadi-ni toscani che pagano bollette semprepiù care sembra lecito spendere oltre3 milioni di euro di spese di rappre-sentanza previsti dal piano operativotriennale considerato che si tratta diun servizio svolto in regime di mono-polio.

Quanto all’inquinamento delle Colline

metallifere piuttosto che agire allafine della filiera facendo pagarne ilcosto agli utenti, sarebbe bene chie-dere alla Regione Toscana di agiresulle fonti dell’inquinamento coninterventi di bonifica dove necessa-rio, ad esempio impedendo l’inquina-mento in atto sul Monte Amiata daparte dell’ENEL con lo sfruttamentodella geotermia.

Forum Toscano

dei Movimenti per l’Acqua

Fermiamo l’inquinamento delle colline metallifere

PAGINA 11 CITTÀ

GrazieAuspicando che in piazza dellaRepubblica, dove aveva sede laLibreria Edison, possa al più prestorinascere un’attività libraria, gli exdipendenti desiderano fare un gran-de saluto e un altrettanto grande rin-graziamento. Vogliamo salutare eringraziare tutti coloro che ci sonostati vicini nel corso della nostravicenda, le 40.000 persone che hannoaderito alla petizione per la difesa delvincolo culturale (che dovrà essererispettato da chiunque presenterà unprogetto), tutti coloro che hanno con-tribuito ad informare riguardo unalotta che riguarda non solo un grup-po di lavoratori senza più occupazio-ne, ma anche il destino della cittàstessa di Firenze, della qualità deisuoi spazi e della qualità della vitadei suoi cittadini e di tutti coloro chela vivono. E naturalmente ringrazia-mo anticipatamente tutti coloro checontinueranno a seguirci in questavicenda che non si è ancora conclusa.

Mercoledì 15 maggio 2013 ore 17 AULA 3

Le parole che non ti ho dettoincontro/dibattito sul tema del linguaggio nella cultura antirazzista presen-tato dall’Associazione AzzeroKMSappiamo bene come la lingua plasma il pensiero e quindi condiziona l’azione, manon ci siamo mai soffermati a riflettere se il linguaggio utilizzato da chi si dichiaraantirazzista esprima davvero concetti di condivisione e inclusione. Siamo proprioconvinti che parole come “accoglienza” o “tolleranza” siano realmente positive oquantomeno neutre? Sono le stesse parole che useremmo per descrivere le relazio-ni con i nostri amici? Non sono forse tutte parole a senso unico, condizionate dalsentimento di superiorità di chi accoglie o tollera?Vogliamo incontrarci per discutere e interrogarci su questo tema, con l’aiuto diGiuseppe Faso, autore del libro “Lessico del razzismo democratico”, e di alcuni rap-presentanti delle Comunità straniere residenti a Firenze.L’incontro sarà coordinato da Letizia Sgalambro. Ingresso gratuito.

sabato 4 maggio 2013

Nuovo muro al Nidiaci!Alcuni mesi fa, l’Amore e PsicheHolding di Salvatore Leggiero harecintato con un’alta palizzata dilegno una buona parte del giardinodel Nidiaci, da novant’anni l’unicospazio dei bambini di San Frediano.

Quando il quartiere è sceso in piaz-za per protestare, l’Amore e Psiche

Holding ha tolto quasi metà del muro.

Oggi però i cittadini delquartiere hanno trovatouna nuova recinzione,questa volta non di legno,ma di ferro. Anche sedipinta di un mimeticocolor verde.

Una recinzione pronta perrespingere i bambini asse-tati che vorranno bereall’unica fontanella delloro giardino.

Ludoteca-giardino Nidiaci

Palazzo Nidiaci fu costruito come stu-dio da uno dei più grandi scultoridell’Ottocento, Emilio Santarelli, chenell’annesso giardino coltivava lecamelie.

Nel 1920, la Croce Rosse america-na rese disponibili i fondi per trasfor-

mare edificio e giardino in una istitu-zione dedicata alla “educa-zione popolare, con spe-ciale riguardo all’infanzia”.Tramite dell’operazione ful’avvocato UmbertoNidiaci, da cui il comples-so oggi prende nome.

La Ludoteca-giardinoNidiaci è da ben 90 annil’unico spazio verde pub-blico di San Fredianonell’Oltrarno fiorentino.

È chiuso dall’autunno del2012, quando l’Amore & PsicheHolding di Salvatore Leggiero si èimpossessata della Ludoteca e ha suc-cessivamente recintato metà giardinocon un “muro” di legno alto oltre duemetri, sequestrando anche i giochi deibambini.

I cittadini dell’Oltrarno si battonouniti per riaprire il Nidiaci.

Nel marzo del 2013, gli abitanti del

quartiere hanno costituito l’associa-zione Amici del Nidiaci inOltrarno per gestire volontariamen-te la parte pubblica del giardino,senza dimenticare il resto.

NON VOGLIAMO MURIIN SAN FREDIANO

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Page 12: FuoriBinario n.157 Maggio 2013

Discorso di Samer Issawi, sul puntodi morte.Israeliani:Sono Samer Issawi in sciopero dellafame da otto mesi consecutivi, attual-mente ricoverato in uno dei vostriospedali chiamato Kaplan. La miasituazione è monitorata 24 ore su 24grazie ad un dispositivo medico che èstato inserito sul mio corpo. I mieibattiti cardiaci sono rallentati e il miocuore può cessare di battere da unmomento all’altro. Tutti - medici, fun-zionari e ufficiali dell’intelligence -attendono la mia resa e la mia morte. Ho scelto di rivolgermi a voi intellet-tuali, scrittori, avvocati, giornalisti,associazioni e attivisti della societàcivile per invitarvi a farmi a visita, inmodo tale che possiate vedere ciò cheresta di me, uno scheletro legato adun letto d’ospedale, circondato da trecarcerieri esausti che, a volte, consu-mano le loro vivande succulente, inmia presenza. I carcerieri osservanola mia sofferenza, la mia perdita dipeso e il mio graduale annullamento.Spesso guardano i loro orologi e sichiedono a sorpre-sa: come fa questocorpo così martoria-to a resistere dopotutto questo tempo?Israeliani:Faccio finta di tro-varmi innanzi ad unintellettuale odi parlare con luidavanti ad unospecchio. Vorrei che mi fissas-se negli occhi eosservasse il miostato comatoso, vorrei rimuovere lapolvere da sparo dalla sua penna e ilsuono delle pallottole dalla suamente, in modo tale che egli sia ingrado di scorgere i miei lineamentiscolpiti in profondità nei suoi occhi.

Io vedo lui e lui vede me; io lo vedonervoso per le incertezze future, e luivede me, un fantasma che rimane conlui e non lo lascia.Potete ricevere istruzioni per scrivereuna storia romantica su di me, e lopotreste fare facilmente. Dopo avermispogliato della mia umanità, potretedescrivere una creatura che non pos-siede null’altro che una gabbia toraci-ca, che respira e soffoca per la fame,perdendo di tanto in tanto coscienza.Ma, dopo il vostro freddo silenzio, ilracconto che parla di me, non sarànull’altro che una storia letteraria omediatica da aggiungere al vostrocurriculum, e quando i vostri studen-ti diventeranno adulti crederanno chei Palestinesi si lasciano morire difame davanti alla spada dell’israelia-no Gilad e voi potrete rallegrarvi perquesto rituale funebre e per la vostrasuperiorità culturale e morale.Israeliani:Io sono Samer Issawi il giovane“Araboush” come mi definisce ilvostro gergo militare, l’Uomo diGerusalemme che avete arrestato

senza accusa, colpevole solo di esser-si spostato dal centro di Gerusalem-me verso la sua periferia. Io sono stato processato due voltesenza alcuna accusa perché nel vostroPaese sono le leggi militari a governa-

re e i servizi segreti a deciderementre tutti gli altri componentidella società israeliana devonolimitarsi a trincerarsi e nascon-dersi dietro quel forte che conti-nua ad essere chiamato purezzadi identità - per sfuggire all’e-splosione delle mie ossa sospet-te.Non ho udito neanche uno di voiintervenire per tentare di porrefine allo squarciante gemito dimorte. È come se ognuno di voi -il giudice, lo scrittore, l’intellet-tuale, il giornalista, l’accademico,il mercante e il poeta - si fossetrasformato in un affossatore eindossasse una divisa militare. E stento a credere che una socie-tà intera sia diventata spettatri-ce della mia morte e della miavita e protettrice dei coloni chehanno distrutto i miei sogniinsieme agli alberi della miaTerra.Israeliani:Morirò soddisfatto e avendosoddisfatto gli altri. Non accetto di

essere portatofuori dalla miapatria. Non accettoi vostri tribunali ele vostre leggi arbi-trarie. Dite di avercalpestato edistrutto la miaTerra in nome diuna libertà che vi èstata promessa dalvostro Dio, ma nonriuscirete a calpe-stare la mia nobileanima disobbe-

diente. La mia anima si è risanata, si èliberata e ha celebrato il tempo che leavete tolto. Forse capite che la consa-pevolezza della libertà è più forte diquella della morte ...Non date ascolto a quei luoghi comu-

ni, ormai obsoleti perché lo sconfittonon rimarrà sconfitto in eterno cosìcome il vincitore non resterà un vinci-tore in eterno. La storia non si misu-ra solo attraverso battaglie, massacrie prigioni ma anche e soprattutto dalsentirsi in pace con gli Altri e con sestessi. Israeliani:Ascoltate la mia voce, la voce deinostri tempi, nonché la vostra voce!Liberate voi stessi dell’eccesso avidodi potere! Non rimanete prigionieridei campi militari e delle sbarre diferro che hanno serrato le vostrementi! Io non sono in attesa di essereliberato da un carceriere ma stoaspettando che voi vi liberiate dellamia memoria.

Traduzione Invictapalestina

& Rossella Tisci

VOCI PAGINA 12

Comunicato stampa di Medicina DemocraticaNegli Stati Uniti è stato assegna-to lo scorso 15 aprile, al nostroRossano Ercolini, uno dei princi-pali promotori della strategiaRifiuti Zero, il Goldman

Environmental Prize, un vero eproprio oscar mondiale dell’am-bientalismo, che ha premiato seifigure internazionali impegnatenella difesa dell’ambiente e dellaqualità della vita. In questo ATOCENTRO, invece si persevera nelportare avanti l’inceneritore diCASE PASSERINI, con un marke-ting accattivante! È una vecchiaidea folle, non sostenibile, dis-economica, che contrasta con ledirettive europee (Direttiva suirifiuti 2008/98), che distruggela materia, che aggiunge un inu-

tile carico alla salute e all’am-biente e che penalizza l’agricol-tura, il turismo e l’occupazione. Ricordiamo che gli inceneritori,oltre a produrre tonnellate discorie e ceneri da tumulare inidonee discariche, emettonotonnellate e tonnellate di fumiclimalteranti contenenti, fra l’al-tro, PU (particolato ultrasottile)diossine, metalli pesanti, tuttesostanze cancerogene, mutage-ne, anche a dosi infinitesimali,

che sono persistenti nell’am-biente, che si bioaccumulano nelcorpo umano, che si biomagnifi-cano nelle catene alimentari eche possono essere trasmesseanche alle future generazioni.Medicina Democratica indica

come soluzione immediata perla gestione dei rifiuti solidi urba-ni e speciali non pericolosi, lastrategia Rifiuti Zero che noninquina, che risparmia la mate-ria, che crea occupazione pulita,che riduce i costi di smaltimen-to, che rispetta le direttive euro-pee e che riduce la nostraimpronta ecologica sul pianeta.

MEDICINA DEMOCRATICAMOVIMENTO DI LOTTAPER LA SALUTE

Associazione onlus sede diFirenze, sez. Pietro Mirabelli -Piazza Baldinucci 8r. 50129Firenze. Coordinatore DR.Gian Luca Garetti, tel3348668064

La Fame FATE DI CITTÀSono ripiegato su me stesso

seduto su di una panchina al parco.Gli uccelli accorrono speranzosi

cinguettando e saltellando intorno a mein cerca di un po’ di cibo;

per loro, le briciole di panecorrispondono a una massa informe e anonimache nasce spontanea sulle panchine arrugginite

dei parchi di città.Quest’essere vomita decine

di briciole crepitanti,e di solito non dà molto fastidio.

Quest’essere potrebbe somigliare ancheall’ultimo dei barboni

quando,piegato in due su di una panchina,

vomita tutta la sua anima inzuppata di alcool,e il suo sguardo spento

si alza un attimo,quasi in cerca di conforto.

Ed ecco apparire queste creature leggiadree schive,

che volano e cantano come fate,e saltellano tutto intorno,

cancellando all’istantetutte le sue pene.

Miky Giardiello

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Page 13: FuoriBinario n.157 Maggio 2013

Razzisti tra virgolettePubblicato il 17/04/2013 da radiomugello“E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovreteaffrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempredavanti a me un sogno. È un sogno profondamenteradicato nel sogno americano, che un giorno questanazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il sensodelle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa veri-tà, che tutti gli uomini sono creati uguali”. (M.L.King)

“Posso fare un rilievo razzista, ma razzista travirgolette? Ci sono etnie con una maggiore pro-pensione al lavoro e altre che ne hanno meno.Ce ne sono che hanno una maggiore propensio-ne a delinquere.” (Roberto Calderoli. Ministrodella Repubblica)

Da qualche settimana in molte cronache fiorentinema in particolare sulla Nazione è iniziata una cam-pagna di informazione tutta puntata sulla paura eil degrado della città che rischia di alimentare unclima di intolleranza molto pericoloso con risvolti divero e proprio razzismo. Con un singolare articolo difondo il direttore della Nazione Gabriele Canèannuncia che il suo giornale non darà tregua aldegrado e visto i casi che cita è facile intuire cheoggetto di tanta attenzione saranno soprattutto gliemarginati e gli immigrati. Passato l’inverno in cui “lemagagne si coprono” scrive l’illustre giornalista,viene il sole e non “si può più bluffare”: “Con piazzaSS annunziata e il suo bivacco rom sotto uno dei por-ticati più belli del mondo (…) con i sottopassi dellaStazione chiusi per degrado, con i giardini del lun-garno del Tempio, savana di erbacce, di casupoleabbandonate, con i campi da bocce trasformati a lorovolta in accampamento per nomadi (?)”. “È mai capi-tato di vedere “saccopelisti” rom?) o di ogni genere aigiardini del Prado o lungo gli Champs Elisèes?Passeggiando per Piccadilly si deve fare lo slalom trai tappeti dei vu cumprà? Impensabile”. L’interrogativo è sempre il solito come fanno gli altripaesi? “Come ha fatto la compianta signora Thatchercon gli hooligans: dare immediati inequivocabilisegnali politici. Bonificare le zone degradate in frettae poi imporre divieti e farli rispettare”, mobilitarepolizia, vigili urbani e chi non rispetta le regole “deveessere preso e allontanato” perché da oggi “LaNazione non darà più tregua al degrado e a chi lopermette. Perché è venuto il caldo e le magagnesono sotto gli occhi di tutti. Intollerabili”. Purtroppo la legalità c’entra poco, il razzismo molto.Gabriele Canè non è un semplice giornalista perché èstato candidato presidente della Regione EmiliaRomagna nel 2000 per il Popolo della Libertà che haintrodotto nella legislazione italiana il reato di clan-destinità (un’aberrazione giuridica a livello interna-zionale) che raffigura l’immigrato senza permesso disoggiorno come una sorta di criminale “alimentandola fiaccola psicologica della disgiunzione tra italiani estranieri”. Anche la sinistra italiana ha contribuito adalimentare questo “senso comune” con la stampainondata di espressioni come “emergenza”, “zingari”,“clandestini”, “vu cumprà”. “Si assiste ad una sorta disovra-rappresentazione degli episodi di criminalitàcommessi dagli stranieri”.“L’immigrazione, in Italia, viene trattata quasi sem-pre in termini di sicurezza: l’aspetto umanitariopassa in secondo piano (…) il fenomeno migratorioviene rappresentato in termini di ordine pubblico” el’immigrato viene percepito come insidia grazie allavoro “degli imprenditori della paura, siano essi didestra o di sinistra” con in prima fila la Lega. In que-sto modo il razzismo diventa parte integrante della

società e può sfociare anche in aggressioni e intolle-ranze violente (delle quali stranamente si meravi-gliano i giornali che con il loro comportamento le ali-mentano) compiute da “coloro che, essendo in unaposizione sociale critica, sfogano la propria frustra-zione e rabbia verso quelli che occupano il gradinoimmediatamente inferiore al loro nella scala dellacondizione e dello status sociali: tanto più disprezza

bili in quanto ricordano ai “piccoli bianchi” un passa-to di precarietà, duro lavoro e sacrifici da dimentica-re”. In realtà la crisi economica degli ultimi anni hareso ancora più incandescente questa condizionecome dimostra il caso della Grecia e l’affermazione diun movimento apertamenteneonazista coma AlbaDorata.Come dimostra l’articolo diCanè l’informazione “etniciz-zata” prende di mira soprat-tutto Rom, Zingari e Nomadiconsiderati un gruppo unico,sparando giudizi che inmodo grossolano assumonocomportamenti singoli comecaratteristica di un gruppo enon conoscendo niente dicoloro che accusano.“Se così non fosse, saprebbe-ro che la maggior parte diessi (gli zingari) è ormaistanziale da tempo (ecomunque occorrerebbe distinguere tra sinti, inminoranza, ancora parzialmente nomadi, e rom,nella quasi totalità, prevalentemente stanziali. Eoccorrerebbe distinguere anche tra gruppi diversi,insediatisi in momenti diversi). Saprebbero che lametà di essi sono cittadini italiani (con buona pace dichi vorrebbe gli zingari fuori dall’Italia). E che,soprattutto, non sono “milioni” ma circa 160-170mila ovvero lo 0,25% della popolazione la percen-tuale più bassa tra i paesi europei. E di questi nem-meno un terzo, poco più di 50.000, vive effettiva-mente nei famigerati “campi”. La cattiva informazio-ne crea cattiva opinione pubblica e gli esempiabbondano tutti i giorni. Reiterare la parola emer-genza sempre e comunque collegata a certi gruppidi persone porta ad alimentare intolleranza e la solapresenza di un gruppo di persone – per quanto pococi piacciano- diventa “situazione particolarmente cri-tica, difficile o di pericolo grave e generalizzato”. Cisiamo talmente assuefatti che prendiamo certeespressioni per buone accettandole acriticamente.

“Le statistiche ci dicono che non esiste un aumentodel tasso di criminalità legato all’immigrazione.Secondo il Ministero dell’Interno gli “immigrati” chedelinquono sono circa il 4% del totale (e tra questivanno conteggiati gli “irregolari” e quindi quelli accu-sati del reato (?) di immigrazione clandestina) ma laquota di stranieri denunciati sul totale degli stranie-ri regolari in Italia si ferma al di sotto del 2%”. Lo

stesso discorso vale per minoranze e gruppi ingran parte di nazionalità italiana.

Tutto questo non ci deve far dimenticareche esistono problemi veri di illegalità da

combattere, veri racket le cui prime vittimesono proprio migranti ed emarginati, ma per

affrontare seriamente i problemi ci vuole una stra-tegia dell’accoglienza e le risorse. Canè si chiedeva sein altre città europee ci sono situazioni di degradocome quelle fiorentine, la risposta è sì, ma a diffe-renza che in Italia si investono risorse per l’integra-zione che sono 10 volte quelle italiane si cercanospazi per svolgere attività commerciali regolari, siinvestono risorse nel sociale per il diritto alla casa eallo studio.La crisi ci rende più “cattivi” ed allora i luoghi comu-ni, le leggende metropolitane si alimentano fino adiventare ulteriore elemento di odio (basti pensareall’accesso alle case popolari). Gli immigrati, peresempio, vengono visti come un costo, come concor-renti per il lavoro. Invece sono i primi ad essere espul-si in momenti di crisi (e dopo 6 mesi diventano clan-destini!!!) mentre in questi anni hanno contribuitoall’11% del nostro PIL e i loro contributi versatiall’Inps pagano il 4% delle nostre pensioni (spesso

non ricevendo niente in cambio in quanto non arri-veranno mai a prendere una pensione in Italia). “Unostudio della Banca d’Italia ha inoltre confermato cheagli immigrati viene destinato circa il 2,5% di tutte lespese per istruzione, pensione, sanità e prestazioni disostegno al reddito: un po’ più della metà di quantogli stessi assicurano in termini di gettito. Semmai

siamo noi- spesso – a guadagnare da loro”. Ci riem-piamo spesso la bocca con espressioni che invitanoalla solidarietà, alla fratellanza, all’uguaglianza mapoi, per convenienza politica o personale, non si ha ilcoraggio di fare le scelte conseguenti o di dire sem-plicemente la verità, “manca il coraggio di equipara-re (concretamente) italiani e africani, italiani e india-ni, italiani e musulmani, italiani e immigrati (italianifortunati e meno fortunati aggiungo io). Tutti. (…)Non possiamo permetterci di dare priorità ai nostriproblemi, seppur gravissimi, mettendo in secondopiano la fame delle baraccopoli o la schiavitù di can-tieri e campagne. (…) Servirebbe meno ipocrisia.Tutto questo non significa essere buoni con tutti aprescindere: servirebbero anche pene più efficaci pergli immigrati che delinquono. Allo stesso tempo,però , ci vorrebbero maggiori attenzioni per l’esercitodegli emarginati. Ma soprattutto servirebbe il corag-gio della conoscenza e non l’ovvietà del pregiudizio. Ipregiudizi sono pericolosi. Producono stereotipi, rap-presentazioni generalizzate. “(J.Storni) Tutto questonon danneggia solo la convivenza ma incrina anchela democrazia.Le citazioni sono tratte da “Razzisti a parole” di F.Faloppa. La terza 2011 e da “Sparategli, nuovi schia-vi d’Italia“ di Jacopo Storni . Ed. Internazionali Riuniti2011.Sui problemi della sicurezza, politica e criminalità“Oltre la paura” di Ceretti e Cornelli, Feltrinelli 2013(PS) Proprio questa mattina sulla Nazione il direttoreCanè rispondendo ad un lettore rispolvera alcuneaffermazioni di Oriana Fallaci contro il degrado, criti-cate ” dalla nostra intelligenza progressista”, in parti-

colare per un sit-in di somaliin una parte di p.za delDuomo con una tenda “vedol’immagine per me simbolica(quindi infuriante) della grantenda con cui un’estate fa imusulmani somali sfregiaro-no e smerdarono e oltraggia-rono per tre mesi piazza delduomo a Firenze . La mia città”Per quella sua battaglia -chiosa l’intelligente ovvia-mente non progressista Canè– la Fallaci fu tacciata di raz-zismo. E io – conclude Canè-sono “razzista” come lei.” (LaNazione 17.4.13) Invece quel-le della Fallaci erano davvero

semplificazioni razziste e a proposito di città euro-pee citate a sproposito e sit-in il buon Canè è maistato nella piazza tra la cattedrale di Westminster e ilParlamento inglese a Londra?Su Oriana Fallaci ”Cattiva Maestra” di GiancarloBosetti Marsilio 2006

PAGINA 13 IMMIGRAZIONE

UCCELLINOUccellino che vieni al mattino mi svegli col tuo dolce canto

A volte sono ottuso e non so capire che tu mi svegli perché mi vuoi beneVorresti aiutarmi? ad alzarmi ad un’ora buona,

Per poter affrontare la giornata con più tranquillitàFarmi fare con calma le cose che voglio fare appena sveglio.

Sai che in questi ultimi giorni non vorrei svegliarmiMa è un rifiuto della vita; non giusto, lo so,

Sai che quando mi sento solo ed incompreso sto molto male... constatazioni...Adesso sta per tornare la primavera il risveglio della natura.

Enzo Casale

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Page 14: FuoriBinario n.157 Maggio 2013

LA PAROLA ALLE DONNE PAGINA 14

DICHIARAZIONE DELLA INIZIA-

TIVA DONNE ALLA ASSEMBLEA

DEI MOVIMENTI SOCIALI DEL

FORUM SOCIALE MONDIALE

SOCIAL MONDIAL

Tunis, 30 MARZO 2013

Siamo molto contente della grandepresenza di donne, di associazioni diDonne e femministe che hanno parte-cipato al Forum sociale mondiale aTunisi nel marzo 2013, e affermato laloro solidarietà alle lotte delle donnenel mondo e più in particolare a quel-le della regione araba. Le varie e diverse attività svoltesinella settimana hanno messo in evi-denza una analisi comune: • le politiche di austerità e la mondia-lizzazione liberista toccano maggio-mente le donne e colpiscono semprepiù duramente le popolazioni;

• le guerre fomentate nel mondo(Palestina, Siria, Libano, Mali,Congo...) utilizzano i corpi delledonne come arma di guerra e raffor-zano lo sfruttamento sessuale (stupri,matrimoni precoci e forzati...)

• l'accresciuto peso degli estremismie dei poteri religiosi sulla politica, chesi iscrive nel quadro di una ristruttu-razione del mercato mondiale, costi-tuisce una minaccia per l'emancipa-zione delle donne

Il loro obiettivo mira a instaurare unasocietà post-rivoluzione basata su unnuovo potere teocratico attentando aifondamenti dello stato di diritto e

dando al patriarcato una impronta direligiosità. Lo statuto delle donne diventa cosìuna grande questione politica per lesocietà e le istituzioni attraverso l'i-staurazione di una violenza quotidia-na per escludere le donne dallo spa-zio pubblico; queste politiche retro-grade si collocano all'interno dellestesse politiche economiche liberisteche stanno instaurando l'austerità intutto il mondo. Attualmente le donne sono le primead essere colpite dall'arretramentodei diritti economici e sociali e dallaprecarietà generalizzata.

Noi donne, di associazioni e

femministe, dichiariamo:

• il nostro forte attaccamento

alla universalità dei diritti fon-

damentali delle donne;

• la nostra volontà che la

CEDAW (Convenzione sull'eli-

minazione di ogni forma di dis-

criminazione delle donne),

ratificata, sia la base della

costituzionalizzazione dei

diritti delle donne, in particola-

re nei paesi arabi

• il nostro diritto a beneficiare

delle ricchezze mondiali (come

l'acqua, la proprietà della

terra, le ricchezze minerarie...)

• la nostra determinazione a

lottare contro tutte le forme

di violenza fatta alle donne

(stupri, molestie sessuali)

• esigiamo la protezione

delle donne rifugiate nelle zone di con-

flitto vittime della tratta e dello sfrut-

tamento sessuale.

Noi donne chiediamo al Consigliointernazionale del FSM:

• includere l'assemblea delle donnenel programma ufficiale del FSM;

• rafforzare la presenza di associazio-ni femministe nella composizione delConsiglio internazionale diversifican-do la loro rappresentanza;

• la messa in opera di una reale volon-tà e di mezzi per permettere di pro-muovere una effettiva parità, sia nellacomposizione del Consiglio interna-zionale che nell'organizzazione tra-svesale dei dibattiti; che l'attribuzio-ne dei fondi di solidarietà tenga contodella presenza delle donne; la effetti-va realizzazione di una rete interna-zionale di solidarietà con le donnetunisine in lotta per i loro diritti fon-damentali. Contact Dynamique femmes FSM2013:[email protected]

Un’esperienza esilarante

Un’esperienza esilarante.Non ero preparata

quando ebbi l’avventura,di presentare il mio libro,

‘Sisina allo specchio’.Le cose non erano andate

molto bene,alla presentazione dell’otto marzo.

Devo dire che non ho potuto,leggere bene i miei

pezzi senza il microfonoperchè non riesco a sentire

anch’io le sfumature di quello che sto recitando.

Però si era formato già a fuori binario

un’atmosfera gioviale ed entusiasmante.Quando siamo stati invitati

al melograno, ero un po’ titubante,anche perchè non c’era il microfono.

Ma la cena delle donne al melograno,fu un fulmine a ciel sereno.Vi era una festa di donne,

Donne femministe, e molto impegnate.

Persone di grande culturae di grande spessore.

Mentre dopo una bellissima cena,abbiamo tenuto una presentazione

del mio libro, dove si riscontrava

spiriti liberi e complimenti per me.Un trionfo.

Spero.Comunque anche se senza microfono

la serata è stata meravigliosae le sensazioni

di calore umanosono state fantastiche e genuine,

quindi sono andata viaanche se stanca,

stupita e soddisfattadi come il pubblico femminile

era affettuoso e simpatico.Vorrei allora dire

grazie anch’ioal melograno

e senz’altro alla grande ‘capa’Mariapia che ha permesso

che tutto ciòaccadesse.

un’esperienza esilarante.

Sisina

Ciao Mariapia,

qualche giorno fa in repartodove lavoro, una paziente halasciato scritto questo bigliettoe lo ha attaccato alla paretedella sala comune. La signora mi ha spiegato che siricordava che quella frase l'ave-va scritta Mia Martini quandovenne ricoverata in psichiatria eche le ricordava lo stesso suostato d'animo ... che ne pensi dipubblicarla su fuori binario?

La frase, se non si legge bene,dice: HO PERSO IL BLU CHETAGLIA IL CIELO A META'-

Un abbraccio.PATRIZIA

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Page 15: FuoriBinario n.157 Maggio 2013

Donne in rinascitaPAGINA 15 LA PAROLA ALLE DONNE

Tante e tanti di voi conosceranno il

famoso testo di Diego Cugia “Donne in

rinascita”, è una sorta di inno alle

donne capaci, anche nei momenti più

difficili, di generare vita, vita per sé

stesse e per gli altri.

Il testo è lungo, e non possiamo pro-

porvelo tutto, noi ve ne proponiamo

qualche passaggio, che accompagni il

vostro cammino di rinascita.

Perché…

Più dei tramonti, più del volo di unuccello, la cosa meravigliosa in assolutoè una donna in rinascita. Quando sirimette in piedi dopo la catastrofe,dopo la caduta. Che uno dice: è finita.No, non è mai finita per una donna.Una donna si rialza sempre, anchequando non ci crede, anche se nonvuole.Non parlo solo dei dolori immensi, diquelle ferite da mina anti-uomo che tifa la morte o la malattia. Parlo di te,che questo periodo non finisce più, cheti stai giocando l’esistenza in un lavorodifficile, che ogni mattina è un esame,peggio che a scuola.…Comunque sia andata, ora sei qui e soche c’è stato un momento che hai guar-dato giù e avevi i piedi nel cemento.Dovunque fossi, ci stavi stretta: nellatua storia, nel tuo lavoro, nella tua soli-tudine.Ed è stata crisi, e hai pianto. Dio quantopiangete! Avete una sorgente d’acquanello stomaco.Hai pianto mentre camminavi in unastrada affollata, alla fermata della

metro, sul motorino.Così, improvvisamente. Non potevi trat-tenerlo.E quella notte che hai preso la macchi-na e hai guidato per ore, perché l’ariabuia ti asciugasse le guance? E poi haiscavato, hai parlato, quanto parlate,ragazze!Lacrime e parole. Per capire, per tirarefuori una radice lunga sei metri che diaun senso al tuo dolore.…E allora vai giù con la ruspa dentro alla

tua storia, a due, a quattro mani, e sal-tano fuori migliaia di tasselli. Un puzzleinestricabile. Ecco, è qui che inizia tutto.

Non lo sapevi?È da quel grande fegato che ti ci vuoleper guardarti così, scomposta in millecoriandoli, che ricomincerai.Perché una donna ricomincia comun-que, ha dentro un istinto che la trasci-nerà sempre avanti.Ti servirà una strategia, dovrai inven-tarti una nuova forma perla tua nuova te. Perché ti ètoccato di conoscerti dinuovo, di presentarti a testessa.Non puoi più essere quelladi prima. Prima dellaruspa. Non ti entusiasma?Ti avvincerà lentamente.Innamorarsi di nuovo di séstessi, o farlo per la primavolta, è come un diesel.Parte piano, bisogna insi-stere. Ma quando va, va incorsa.È un’avventura, ricostrui-re sé stesse. La più gran-de.Non importa da dovecominci, se dalla casa, dalcolore delle tende o daltaglio di capelli.Vi ho sempre adorato,donne in rinascita, perquesto meravigliosomodo di gridare al mondo“sono nuova” con unagonna a fiori o con un fre-sco ricciolo biondo.Perché tutti devono capiree vedere: «Attenti: il can-

tiere è aperto, stiamo lavorando ancheper voi. Ma soprattutto per noi stesse».Più delle albe, più del sole, una donna inrinascita è la più grande meraviglia. Perchi la incontra e per se stessa. È la pri-mavera a novembre.Quando meno te l’aspetti…

Chiediamo che si reinserisca il Corso diStudi di Genere, con risorse adeguate,

nell’offerta formativa dell’Ateneo.Il Corso di Studi di Genere dell’Università della Calabria, tenuto aRende presso il Dipartimento di Sociologia da Laura Corradi, (ricer-catrice docente) non esisterà più perché hanno deciso di chiuderlo.A dispetto del successo dello scorso decennio, frequentato da centi-naia di studentesse, il Corso è stato via via rimpicciolito, nonostantela determinazione delle studentesse a seguirlo e della docente atenerlo a titolo gratuito. Le studentesse denunciano che è stato piaz-zato alla stessa ora di altri appuntamenti importanti e obbligatori.Reso difficile da seguire si è ridotto quest’anno a 15 allieve. Tagliarevia questo Corso come materia superflua è diventato così molto sem-plice.Il Corso è stato una importante palestra di empowerment per tantis-sime ragazze, giovani femministe dottorande in cerca di audience,ricercatrici migranti, precarie ‘cultrici della materia’, tante persone cheinfatti non accettano passivamente questa decisione. Tra l’altro ilCorso nel contesto calabrese rappresenta una reale opportunità perdonne e uomini che vogliono acquisire gli strumenti critici per legge-re anche la propria realtà.Questo Corso di Studi dovrebbe rimanere una opportunità per coloroche lo preferiscono, anzi crediamo che gli studi di genere dovrebberoessere valorizzati, l’Università potrebbe usarli come corsi base delprimo anno, come esempio di sapere teorico e pratico interdisciplina-re, come visione critica necessaria di una cultura che fissa i ruoli digenere, patologizza le differenze o le inferiorizza, impone etero-nor-matività.

“Lei il viso che non scorderai L’orgoglio ed il coraggiolei Come un tesoro l’oro dentro gli occhi suoi Lei l’e-state che ricanterai il giorno che ricorderai e millecose che non sai che può insegnarti solo lei”.A questa canzone pensavo quando la vidi quella sera.L’avevo vista tante volte sempre al solito posto manon l’avevo mai notata.Per caso, spesso, passavo davanti al suo bar e facevoun saluto a lei e agli altri.Quella sera ero uscita per andare al bar a cercarefacce amiche. E ... come d’incanto, la ragazza cheavevo sempre visto dietro ad un bancone o alla cassadivenne “Lei”.Era un luglio insolitamente freddo e piovoso. Non sene vedeva uno così da cinquant’anni.Quell’estate avevo interrotto la mia storia d’amorecon la mia storica fidanzata. Mi sentivo un’altra.Ero rinata letteralmente. Ero nel pieno delle mieenergie e delle mie forze. Avrei potuto spaccare ilmondo se solo avessi voluto.Ero tornata ai miei 24 anni ma con la maturità di unaquasi trentenne.Ero una giornalista praticante in una scuola di gior-nalismo. Ero diventata davvero brava. Il mio sogno sistava per avverare di lì a un anno. Diventare una pro-fessionista. Superare l’esame di ammissione all’alboe finalmente scrivere per una testata importante.Questo volevo da sempre e ci stavo riuscendo. Tuttoandava alla grande.

Ero single e non ero mai stata così felice di esserlo.Ma quella sera... quella sera provai una gelosia furio-sa quando Lei mi fece vedere le foto della sua part-ner: una ragazza più giovane di me e mille volte piùbella di me. Non avrei mai potuto competere con lei.Non avevo speranze di conquistarla. Lei amava folle-mente la sua ragazza e io potevo solo augurarle diessere felice con lei.Quella sera le sue amiche scherzavano con me.Avevano capito che mi piaceva e parlavano di unanotte con lei. Io ero imbarazzata come non mai eanche se con le parole io ci lavoro, quella sera volevodedicarle solo a Lei. Le più dolci, le più sexy... i versidivini che i grandi poeti e filosofi di tutti i tempi, ave-vano dedicato alle loro amate. Come Dante aBeatrice. Come Saffo nell’ode alla gelosia, ardevo dipassione... le orecchie rombavano, la vista mi siannebbiava, le mani si gelavano al freddo di quellasera e di quella situazione scomoda per me.Lei era la Lesbia a cui Catullo dedicò i suoi uno, cento,mille baci e altri ancora... sempre saranno pochi perme come per il poeta latino. Volevo baciarla infinitevolte per poi ricominciare. Volevo fare l’amore con leitutta la notte e all’alba, addormentando abbracciataa Lei. Per poi destarmi e nel vederla, realizzare chenon era stato solo il più bel sogno della mia vita...Lei esisteva ma non era mia. Ma forse mi sarebbebastato solo sapere che era felice e appagata conchiunque altra. Io volevo solo saperla in buone mani.

Volevo vederla sempre con il sorriso stampato sul suovolto incantevole. Con i suoi occhi che brillano comelucciole in una sera d’estate. Con le sue labbra dovefar adagiare le mie.Dopo un approccio impetuoso: la mia mano sulla suanuca. Le mie dita che le tirano i capelli e la trascina-no dolcemente ma anche violentemente dalla miaparte. La mia bocca che si schiude nella sua perbaciarla con una passione di altri tempi come se nonavessi mai baciato nessuno in tutta la mia vita. E imorsetti sulle sue labbra ed il collo... il resto lo lascioalla mia immaginazione non scritta. E avrei tantovoluto metterlo in atto quella sera ... una notte, unasola notte che non avrebbe mai dimenticato. Unanotte che le avrebbe fatto dimenticare che fuori dallanostra stanza c’era un mondo intero che gira. Unanotte in cui lei avrebbe deciso che ero io e non lei,quella che l’avrebbe resa felice. Mi sarebbe bastatauna sola notte. Sono sicura. Non mi avrebbe mai piùlasciata andare.E non sarebbe stato solo sesso ma sarebbe stato l’i-dillio dei sensi e della mente. Un orgasmo fisico ecerebrale. Un’estasi, il Nirvana, il paradiso senza Dioné i santi ma solo abitato da noi due.E invece non è andata così.Lei è volata via a bordo di un aereo diretto dalla suapartner ... Ed io sono rimasta qui ... senza Lei.Lei doveva darmi una sola chance. Una sola notte. Esarebbe stata mia.

Ma le cose non vanno sempre come uno desidera...Adesso sono sempre single e non sono alla ricerca diun’altra Lei.Sto bene così. Non voglio nessuno accanto a me.Come non volevo nessuno prima di quella sera.Come prima e come ora l’unico mio desiderio è vive-re bene in mezzo alla gente. È dare il massimo nelmio lavoro e divertirmi. Tutto qua. Mi basta poco peressere felice anche se ... Lei non la dimenticherò mai.E nessuno, nemmeno Dio mi toglie dalla testa l’ideache mi sarebbe bastata una notte per renderla felice.Una notte di amore, di sesso, di parole che esconodalla gola in fretta per essere sussurrate al suo orec-chio. Per farla impazzire di piacere. Ma anche parole“forti”, pesate una ad una, poetiche e romantiche.Tenere e dolci. Frasi che sarebbero sgorgate dallenostre bocche fino a comporre un unico grande dis-corso su di noi, sul mondo, sull’esistenza di un’altravita. Sulla possibilità che esista un universo paralleloal nostro dove noi potevamo essere amiche, amanti,sorelle e spose...Una sola notte... un sogno che resterà tale ma cheavrebbe potuto divenire realtà.Federica Massari 28 anniVia Giuseppe Capaldo 7, 80128 Napoli.fedez27@hotmail.com0815799449-3898884682-3662017026Autorizzo al trattamento dei dati personali forniti aisensi del D. Lgs. 30 giugno 2003 n°196

La ragazza del bar

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https://www.change.org/it/petizioni/

no-alla-costosa-parata-militare-del-2-

giugno

LETTERA APERTA AL PRESIDENTEDELLA REPUBBLICA NAPOLITANO:NO ALLA COSTOSA PARATA DEL 2GIUGNO! AZIONE DI MAILBOMBING!Barbera (Cipsi): “Diciamo NO allacostosa parata militare del 2 giugno,festa di una Repubblica che è natadalla lotta popolare per lalibertà. Possiamo risparmiare qual-che milione, oggi molto utile, per dareal nostro Paese un volto più umano.L’Italia “ripudia la guerra”.Difendiamo questo articolo dellanostra Costituzione. Eliminiamo ilcostoso programma per gli F35 cheda solo vale intere manovre finanzia-rie che hanno svuotato le tasche degliitaliani. La convivenza ed il benesserenon si ottengono con le armi. INVI-TIAMO TUTTI A MANDARE UNAMAIL CON IL TESTO INDICATO ALPRESIDENTE NAPOLITANO!”.

Roma 24 aprile 2013 – GuidoBarbera, presidente di Solidarietàe Cooperazione CIPSI – coordina-mento di 40 associazioni di solidarie-tà internazionale – ha scritto una let-tera aperta al Presidente dellaRepubblica Napolitano la sera del 20

aprile, subito dopo la suarielezione, chiedendo dinon celebrare con paratemilitari costose la festadella Repubblica del 2 giu-gno. Considerando l’altonumero di adesioni, rilancia-mo questa iniziativa chie-dendo a tutti un’azione di

mailbombing, inviando per cono-scenza anche al presidente dellaCamera Boldrini e del SenatoGrasso. Invitiamo tutti coloro chesono d’accordo, cittadini, associa-zioni, uomini e donne, ainviare questo testo ai seguentiindirizzi mail:[email protected] , [email protected],[email protected] e diretta-mente dal sitohttp://presidente.camera.it/21:

Ill.mo Presidente della RepubblicaON. GIORGIO NAPOLITANO c/oQuirinalec.c. Ill.mo Presidente del SenatoIll.mo Presidente della CameraAlle/ai Cittadine/i Italiane/i

Ill.mo Sig. Presidente GiorgioNapolitano,nessun Paese è grande per le sueforze armate ed il suo esercito,quanto piuttosto per la sua capaci-tà di garantire convivenza e benes-sere ai suoi cittadini. Le chiediamodi dare subito a tutti noi un segno di‘Speranza e di cambiamento’.Il 2 giugno, festa di una Repubblica

che è nata dalla lotta popolare per

la libertà, smettiamola con le para-

te militari.

Iniziamo con il 2 giugno a guardarein modo diverso alla nostra Italia,che non è quella rappresentatanelle sfilate armate ai Fori impe-riali. Al di là di tutto, si tratterebbesolo di un po’ di buon gusto.Risparmiare qualche milione, oggimolto utile, per dare al nostro Paeseun volto più umano. L’Italia “ripudiala guerra”. Difendiamo questo artico-lo della nostra costituzione.Eliminiamo il costoso programmaper gli F35 che da solo vale interemanovre finanziarie che hannosvuotato le tasche degli italiani. Laconvivenza ed il benessere, non siottengono con le armi.Se vogliamo veramente festeggiarela “Repubblica” e non le ForzeArmate, il 2 giugno diamo spazioalla nostra Repubblica e ai suoi cit-tadini. All’Italia che resiste. Checerca faticosamente di tener duro e dinon mollare la speranza, anche inquesta crisi tanto difficile. All’Italiache continua a fare solidarietà, puressendo sempre più povera. All’Italiache compensa con il volontariato atante carenze di uno Stato sempremeno presente. Stiamo soffrendo leconvulsioni di una crisi senza pre-cedenti con una disoccupazionecrescente che colpisce soprattuttoi giovani e le donne, togliendo lorola speranza nel futuro. Aumentano lefile alle mense dei poveri, anche diintere famiglie. Aumentano i numeridella cassa integrazione, oramaisvuotata, che spesso diventa la via perarrivare alla mobilità e, quindi, allicenziamento. Assistiamo quasi

quotidianamente ad una inquie-tante catena di suicidi da parte dipiccoli imprenditori che nonriescono più ad andare avanti. Ilpotere d’acquisto dei salari continuaa diminuire. Non si può pensare difesteggiare la nostra Repubblica igno-rando queste situazio-ni. Non si puòpensare di ridurre la festa dellaRepubblica ad una parata militareinutile e costosa. Viviamo oggi inuna cultura delle disuguaglianzediffusa in tutto il mondo, con politi-che dei privilegi e discriminazioni asfavore delle popolazioni disagiate. Cisono vere e proprie “fabbriche” del-l’impoverimento. Il lavoro è stato pre-carizzato, così come anche la stessaesistenza. In molti paesi, compresal’Italia, la crisi ha prodotto lo smantel-lamento del Welfare soprattutto peralcuni settori essenziali alla vita comela salute, il lavoro, l’istruzione, le pen-sioni,… I “beni comuni” sono via via,mercificati e privatizzati. L’economianon produce più per il benesserecomune, ma è gestita dal potere finan-ziario di pochi. Tutta la vita ed i dirit-ti fondamentali di ogni essere umanosono monetarizzati e mercificati. Lapolitica che dovrebbe organizzarele attività del mondo per la con-vivenza ed il benessere di tutte lepersone, si è ridotta a centro dipotere ad esclusiva tutela di inte-ressi privati. Le leggi e norme ammi-nistrative, le istituzioni, le pratichesociali e collettive sono oggi gli stru-menti di una nuova schiavitù sociale.Signor Presidente, aspettiamo da Lei,segni concreti di Speranza politicanuova. Grazie!

Rinnoversi in segni ... errantiLIBRARSI PAGINA 16

Nell’ambito dell’educazione inter-culturale, processi di integrazionee interazione, raccolta poetica conla prefazione di Raphael D’Abdon,in edizione bilingue, con traduzio-ne inglese di Pina Piccolo

“Rinnoversi in segni … erranti” è unpercorso evolutivo del vissuto cultu-rale e spirituale in cui l’autore ricon-giunge – in maniera del tutto rinnova-ta – la visione del prima di: “quando

ho intrapreso il cammino” e il seguito:“mentre camminavo ho guardato

oltre…”.Rinnoversi è il dualismo poetico diHamid Barole Abdu, che affonda ipensieri nelle antiche radici, e riemer-ge nel nuovo, in cui valorizza il per-corso di ieri in rinnovati itinerari del-l’anima. Come nella poesia“Rinnoversi di un percorso” “…il gra-

zie immenso per la vita/a Te che mi

hai donato/come goccia nell’oceano/o

granello nel deserto/frutto di un lungo

percorso/di cui benedico i passi/in

questi miei rinnovati versi/dettati da

speranze erranti.”Il cui significato rende chiara la ricer-ca, che anche attraverso – disegni –schizzati a matita – l’autore esprimel’identità evocata nei versi, ancoraliberi di cercare e trasmettere al letto-re la sua impronta.

Vita e opere dell’autore

Hamid Barole Abdu è nato ad Asmara,in Eritrea, nel 1953; dal 1974 vive inItalia. Ha pubblicato: “Eritrea: unacultura da salvare” (1988), “Akhria –io sradicato poeta per fame” (1996)che ha ricevuto unanimi consensi dicritica tanto da aggiudicarsi nel ’96 laXIII edizione del Premio letterario“Satyagraha” a Riccione, “Sogni e

incubi di un clandestino”(2001), “Seppellite la miapelle in Africa”, una raccol-ta di poesie e brevi raccon-ti, tradotti in italiano ed ininglese (2006) che si èaggiudicato, collocandosi alprimo posto, il PremioMulticulturalità ed Inter-cultura promosso dalComune di Roma –Politiche della Multietnici-tà, Ministero della Solida-rietà Sociale, Provincia diRoma, Regione Lazio,Camera di Commercio,Caritas, O.I.M. (Organizza-zione Internazionale per leMigrazione), Archiviodell’Immigrazione. Collabora con alcuni gior-nali e riviste on-line.

No alla costosa parata militare del 2 giugno Mailbombing al Presidente Napolitano!

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