FREE Lecce n. 1 del 28.01.2012

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Gestire il post vittoria è l'obiettivo che Loredana Capone dovrà perseguire in queste ore, facendo attenzione a non fare errori. La candidata deve infatti ricucire con l’area Sal- vemini e intanto tentare l’allargamento all’Udc. Ma da sinistra già avvertono: “In coalizione solo chi ha partecipato alle primarie, Carlo sia il nostro capolista”. Attualità “Cinemastore” protagonista la Nuova Scu Pag. 6 Primo piano “Forconi” e paure: il trasporto fermo manda in tilt il sistema Italia (e Salento) Pag. 5 Capone, primo nodo al pettine Elio Germano al Paisiello con Thom Pain Di solito un free press si lascia prendere in mano, sfiorare di- strattamente con lo sguardo, magari mentre si fa altro, tipo prendere un caffè. Di solito un free press si lascia consul- tare brevemente da chi è incu- riosito dalle immagini, dalla grafica, da chi cerca i film in programmazione o l’oroscopo della settimana. A volte, tra le curiosità di dubbia provenien- za, le notizie d’agenzia stra- pazzate dai giorni, le rubriche impossibili, capita di trovare un articolo interessante. È la fi- siologia tipica del giornale di- stribuito gratuitamente, quasi un complemento d’arredo per luoghi pubblici. Free Lecce sarà diverso. L’am- bizione di questo piccolo gior- nale, che nasce sulla scorta di esperienze analoghe in altre cit- tà italiane ma che avrà una pe- culiarità tutta sua, è quella di fare informazione, approfon- dendo i temi della settimana e offrendo nuovi spunti ai letto- ri. Il suo ambito di riferimen- to sarà la città di Lecce, la sua vita, le notizie, gli aspetti a volte sorprendenti o nascosti. Certo, anche Free Lecce si la- scerà leggere e magari abban- donare su un tavolino del bar o sul sedile dell’autobus, come in un inconsapevole book-cros- sing. Quello che ci auguriamo, però, avendo messo insieme una squadra di professionisti con uno sguardo attento e pro- fondo sulla realtà, è che, ad ogni passaggio di mano, questo settimanale lasci qualcosa di nuovo a chi lo legge. È l’ambi- zione piccola e allo stesso tem- po enorme di questo nuovo giornale dedicato, con amore, alla città. Speriamo di riuscirci. Buona lettura. Free Lecce, l'informazione non ha prezzo EDITORIALE di Alessandra Lupo Domenica 29 gennaio l’attore romano porta in scena il celebre testo di Will Eno secondo appuntamento della stagione di prosa in programma al “Paisiello” di Lecce 28 gennaio 2012 Settimanale gratuito - Anno I - Numero 1 Loredana dopo le primarie mira a fare di Carlo il suo alleato più fedele. Carlo dopo le primarie mira e basta. POST IT Salvemini o il Terzo Polo? Dopo le primarie Loredana Capone è al bivio, ma il suo (ex) avversario già prepara la sua civica che aggregherà sinistra e movimenti

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Settimanale d'informazione di Lecce

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Gestire il post vittoria è l'obiettivo che LoredanaCapone dovrà perseguire in queste ore, facendoattenzione a non fare errori. La candidata deve infatti ricucire con l’area Sal-

vemini e intanto tentare l’allargamento all’Udc.Ma da sinistra già avvertono: “In coalizione solochi ha partecipato alle primarie, Carlo sia ilnostro capolista”.

Attualità

“Cinemastore”protagonista la Nuova Scu

Pag. 6

Primo piano“Forconi” e paure: il trasportofermo mandain tilt ilsistema Italia (e Salento)

Pag. 5

Capone, primo nodo al pettine

Elio Germano al Paisiello con Thom Pain

Di solito un free press si lasciaprendere in mano, sfiorare di-strattamente con lo sguardo,magari mentre si fa altro, tipoprendere un caffè. Di solitoun free press si lascia consul-tare brevemente da chi è incu-riosito dalle immagini, dallagrafica, da chi cerca i film inprogrammazione o l’oroscopodella settimana. A volte, tra lecuriosità di dubbia provenien-za, le notizie d’agenzia stra-pazzate dai giorni, le rubricheimpossibili, capita di trovare unarticolo interessante. È la fi-siologia tipica del giornale di-stribuito gratuitamente, quasiun complemento d’arredo perluoghi pubblici. Free Lecce sarà diverso. L’am-bizione di questo piccolo gior-nale, che nasce sulla scorta diesperienze analoghe in altre cit-tà italiane ma che avrà una pe-culiarità tutta sua, è quella di

fare informazione, approfon-dendo i temi della settimana eoffrendo nuovi spunti ai letto-ri. Il suo ambito di riferimen-to sarà la città di Lecce, la suavita, le notizie, gli aspetti avolte sorprendenti o nascosti. Certo, anche Free Lecce si la-scerà leggere e magari abban-donare su un tavolino del baro sul sedile dell’autobus, comein un inconsapevole book-cros-sing. Quello che ci auguriamo,però, avendo messo insiemeuna squadra di professionisticon uno sguardo attento e pro-fondo sulla realtà, è che, adogni passaggio di mano, questosettimanale lasci qualcosa dinuovo a chi lo legge. È l’ambi-zione piccola e allo stesso tem-po enorme di questo nuovogiornale dedicato, con amore,alla città. Speriamo di riuscirci. Buonalettura.

Free Lecce, l'informazione non ha prezzo

EDITORIALE

di Alessandra Lupo

Domenica 29 gennaio l’attore romano porta in scena il celebre testo di Will Eno secondoappuntamento della stagione di prosa in programma al “Paisiello” di Lecce

28 gennaio 2012Settimanale gratuito - Anno I - Numero 1

Loredana dopo le primariemira a fare di Carlo il suoalleato più fedele. Carlo dopole primarie mira e basta.

POST IT

Salvemini o il Terzo Polo? Dopo le primarie LoredanaCapone è al bivio, ma il suo (ex) avversario già prepara lasua civica che aggregherà sinistra e movimenti

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2 28 gennaio 2012

Gestire il post vittoria. È que-sto l’obiettivo che LoredanaCapone dovrà perseguire inqueste ore, facendo attenzionea non fare errori che in cam-pagna elettorale potrebberorivelarsi decisivi. Una voltasmaltita la gioia di domenicascorsa, la candidata sindacodel centrosinistra dovrà in-fatti lavorare su un doppiofronte: ricucire lo strappi tra ilsuo partito e l’area più radicaledel centrosinistra, che nonsembra affatto interessata atrattare col Pd, e intanto tenerealta la guardia nei confronti delcentrodestra, che da tempo laprende di mira apertamente.Loredana Capone ha infattideciso di giocare la partitacontro Salveminida vicepresidentedella Regione, pri-vilegio che NichiVendola ha decisodi prorogarle perl’intera durata del-la campagna elet-torale. Il presiden-te è convinto che lasua postazione“faccia bene alla città di Lecce”ma di certo si presta anche adattacchi politici spesso vio-

lenti sull’operato dell’ente pu-gliese. Per recuperare consenso a si-nistra, invece, la candidatadovrà sanare una ferita pro-fonda, quella di chi da princi-pio non ha creduto nella suacandidatura, letta comeespressione dei vertici del par-tito. Per rimettere in moto lamacchia del centrosinistra, ilPartito Democratico ha pen-sato di ricorrere alla vecchiama sempre valida formula del“ticket”, che vedrebbe CarloSalvemini vicesindaco accan-to alla Capone. L’idea, lancia-ta dal capo dell’opposizionecittadina, Antonio Rotundo, econdivisa da molti nel partito,convinti che “la fotografia del

testa a testa alleprimarie debba es-sere valorizzatasenza disperderele sensibilità incampo”, consenti-rebbe all’area sal-veminiana di sen-tirsi rappresenta-ta, scongiurandofughe e disaffezio-

ni, fuori e dentro il partito. Peccato che la proposta nonabbia affatto convinto il diret-

to interessato. Dal suo profiloFacebook, dove continua apostare i pensieri a beneficiodei sostenitori che gli fannoforza, Carlo Salvemini ha in-fatti risposto picche, invitandoil Pd a non tentare cooptazio-ni, almeno non prima di es-sersi rimangiato le accuse diantipolitica che gli erano sta-te rivolte negli ultimi tempi.Ma, si sa, in guerra e in amo-re tutto è concesso, devonoaver pensato i leader demo-cratici, già pronti ad avanzaredi un altro passo, anche neiconfronti dell’Udc. Ed è quiche il centrosinistra, primariunione della coalizione a ini-zio settimana, è pronto a pro-vocarsi nuove fratture. Fede-razione della Sinistra ha giàmesso in guardia. “Avevamoscelto Salvemini e non la Ca-pone non solo per la novitàdelle idee ma anche perché cigarantiva che la coalizione fos-se quella delle primarie”, in-tanto le segreterie cittadinedi Rifondazione comunista eComunisti Italiani lancianol’ipotesi di una lista unitariadella sinistra leccese che abbiaSalvemini come capolista. L’interessato però sembra ave-

re già deciso di rilanciare la suaesperienza con una civica, chepossa mettere insieme le di-verse sensibilità politiche, dal-l’associazione Lecce2.0dodi-ci, che ne ha condiviso i con-tenuti, alla Puglia per Vendo-la, passando ovviamente perSel e Fds. Che la distanza conLoredana Capone e il Pd siaormai siderale lo si capisceanche da ciò che Salvemini harecentemente postato sul suoprofilo Facebook. “Fate lacampagna elettorale all’inse-gna della giustizia e del ri-spetto e sarete ricompensaticon il minimo dei voti”. “Laquestione morale politica-mente intesa è altamentedrammatica”. Insomma, pur non essendopiù un avversario, Salvemininon è certo tenero con la Ca-pone, tanto da non averla an-cora incontrata per il dialogodi rito dopo le primarie. Cosache ha fatto invece SabrinaSansonetti. La candidata alleprimarie dell’Idv, che ha por-tato a casa un dignitoso 10%,conquistato in appena duesettimane, potrebbe dare ilproprio contributo candidan-dosi nella lista del partito.

La settimana scorsa, infatti,mentre tutti erano impegna-ti ad attendere il risultato del-le primarie del centrosinistra,il segretario provinciale del-l’Udc, Salvatore Ruggeriprendeva tempo. “Il nostrocandidato? Ancora presto perannunciarlo”. Il feeling con ilcentrosinistra, ovviamente,non è un segreto ma lo Scu-docrociato, come d’abitudi-ne, non affretta i tempi. E so-pratutto non è affatto certo divoler stringere alleanze, so-prattutto al primo turno. Ecco perché a Lecce portaavanti il suo percorso ufficia-le del Terzo Polo Allargato,una strada che potrebbe ga-rantire ai centristi una buonaperformance, a patto di esse-re tutti uniti, con Io Sud e Al-leanza per Lecce. il presiden-

te di Futuro e Libertà, PaoloPellegrino, ha recentemen-te lanciato dei messaggi con-traddittori. “Abbiamo il nostro

candidato”, ha detto il nu-mero uno dei finiani salenti-ni, “Avevamo chiesto a PaoloPagliaro di correre da sinda-

co ma non ci ha mai risposto”.Un ultimatum? Forse, di cer-to c’è che all’indomani l’as-sembla di Apl che avrebbedovuto decidere con chi alle-arsi è stata rimandata “per se-guire l’evoluzione del quadropolitico”. E il nome del fantomaticocandidato terzopolista è in-vece rimasto top secret. Di luisi sa solo che dovrà arrivaredalla società civile e piacereanche ad Adriana Poli Borto-ne. Se la senatrice decideràquindi per il “passo indietro”,di cui l’ha ringraziata pubbli-camente anche Pagliaro, ilcandidato dovrà in ogni casoessere di suo gradimento.Qualche novità in più potreb-be arrivare con la visita diGianfranco Fini prevista per ilprossimo 6 febbraio.

Capone, primo nodo al pettine PoliticaAMMINISTRATIVE 2012

Salvemini o il Terzo Polo? Dopo le primarie Loredana Capone è al bivio, ma il suo(ex) avversario già prepara la sua civica che aggregherà sinistra e movimenti

Il Terzo Polo intanto resta alla finestra Udc, Fli e Api non hanno nessuna fretta di decidere se e chi appoggiare e anzi miranoa rafforzare il loro progetto centrista che potrebbe anche riservare delle sorprese

“Questa storia dimostra che isondaggi negativi, se bengestiti, non vanno nascostima possonoservire per stimo-lare il proprio elet-torato a dare ilmassimo per vin-cere”. In molti nonsaranno d’accor-do con la sua anal-isi, ma dal suo blogpersonale, ospita-to sul portale de “IlFatto Quotidiano”,Dino Amenduni (nellafoto), si dice convinto che apesare sulle primarie leccesi,che hanno visto vincere Lo-redana Capone, sia stata inbuona parte la pubblicazionedi quel sondaggio che a iniziodicembre vedeva la vicepre-sidente ben 30 punti indietrorispetto a Carlo Salvemini. Il professionista, che con lasocietà di comunicazione“Proforma”, già nota per ledue campagne vincenti diNichi Vendola, ha seguito lacampagna della Capone ri-vendica dunque il successodella strategia suggerita allavicepresidente. “Contro di leigiocavano molti fattori”, com-presa “la solidità della pro-posta politica e personale del

suo avversario, Carlo Salvem-ini, ex segretario dei Ds, figliodell’unico sindaco del cen-

trosinistra di Lec-ce nel dopoguerra,protagonista di al-cune importanti escomode sceltepersonali (usciredal Pd, rinunciarealla poltrona diconsigliere comu-nale) per rimane-re fedele alle sueidee e al suo con-

vinto appoggio a Nichi Ven-dola (il quale, durante le Pri-marie, ha preferito mante-nere una posizione di neu-tralità)”. Secondo il comunicatore,dunque, “pubblicare quei datiha improvvisamente messo idirigenti allerta, ha mostratoche il favorito era Salvemini(e Capone l’outsider). Conquel sondaggio non abbiamoparlato né all’avversario né aicittadini, ma abbiamo messo i‘nostri’ davanti alle loro re-sponsabilità. È una storiache, almeno per ora, non haprecedenti altrettanto ecla-tanti in Italia per entità dellosvantaggio iniziale e capacitàdi recupero del candidato inritardo”.

Amenduni (Proforma): ecco come abbiamo fattovincere la CaponeSul suo blog il comunicatore svela lastrategia: “Pubblicando il sondaggioche la dava perdente contro Salveminiabbiamo responsabilizzato i suoi”

Loredana Capone e Nichi Vendola

Carlo Salvemini

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Il tempo ormai è agli sgocciolie il desiderio di primarie del Pdlsalentino si scontra con i tem-pi risicati imposti dalla politicae anche dal regolamento na-zionale. A reclamare le prima-rie “per la scelta di tutti i can-didati”, sindaco compreso, èstata anche la mozione che l’exsottosegretario all’Interno, Al-fredo Mantovano, e il vice-coordinatore del Pdl salenti-no, Saverio Congedo, hannopresentato qualche giorno fa invista del congresso provincialedel partito che si terrà i prossi-mi 11 e 12 febbraio. Ecco perché,dopo aver proposto per primodi sottoporsi al responso dellacoalizione, Paolo Perrone(nella foto) non si tira certoindietro ma sa benissimo che leforze ora servono tutte allacampagna elettorale. Se il partito dovesse insistere, ilprimo cittadino ha già fissato ilsuo termine: non più in là del-la prima settimana di febbraio.Oltre quella data, secondo ilsindaco di Lecce, non avrebbepiù alcun senso celebrarle, an-che visto che il centrosinistra haormai il suo candidato sindaco.Il termine dettato da Perrone,per altro, calza a pennello con

quello stabilito dal regolamen-to che il Pdl ha già adottato peraltre città italiane, il quale pre-vede che le primarie si svolga-no tra 180 e 60 giorni prima del-la data delle elezioni (che sa-ranno il 6 maggio). Per cele-brarle, quindi ci sarà temposolo fino al prossimo 7 marzo,data che deve tenere conto an-che dei trenta giorni di tempoche dovranno trascorrere dallapresentazione della candida-tura. Quanto ai partecipanti, poi, il re-golamento stabilisce che le pri-marie siano “aperte a tutti”,posto che dovranno essere dicoalizione e quindi non interneal Pdl, ma con le forze even-tualmente alleate. Il partitopunta dunque a stringere nuo-ve e vecchie intese e se i com-pagni di corsa più ambiti resta-no i centristi, che al momentonon sembrano però ricambiare,non disdegna certo le forze ter-ritoriali. Archiviata la possibili-tà di un dialogo con Io Sud eAdriana Poli Bortone, che puresi erano detti più volte dispostia misurarsi con il sindaco uscen-te, Perrone li accusa di guarda-re al centrosinistra: “La Poli -af-ferma- ha già scelto con chi al-

learsi. Il suo percorso al fiancodel Terzo Polo è intermedio, pri-ma di volgere lo sguardo alcentrosinistra, come accaddealle provinciali e alle regionali”. Diversa invece la situazionecon Alleanza per Lecce e Pao-lo Pagliaro: un feeling scop-piato circa un mese fa ma chesembra già sul punto di tra-montare. Il primo cittadinoaveva infatti definito quella di

misurarsi con Pagliaro una“proposta interessante” ag-giungendo però che “alle pri-marie servono candidati cheassicurino la suspence”. Pa-gliaro in una nota gli ribatteduro: “La spocchia con cui Per-rone sembra accogliere una po-tenziale candidatura di Apl èpreoccupante per il Pdl e pertutto il centrodestra”. “Questomachismo, questo ‘fighismo’

spinto, quasi esagerato, rischiadi essere un boomerang checolpisce sul naso il sindaco

uscente”. Perrone gli rispondeche non ce l’aveva con lui. E lastoria continua.

3 28 gennaio 2012

La mozione di Mantovano e Congedo (Pdl) rilancia le primarie del centrodestra. Perronechiede tempi brevi (così come il regolamento) e già guarda alla campagna contro la Capone

Politica

Nel centrodestra torna la voglia diprimarie, ma Perrone ora vuoleiniziare la campagna elettorale

Intanto Io Sud accerchia Per-rone. Il coordinatore provin-ciale del partito, GerardoFilippo (nella foto), ritieneche il Pdl sia “un partito ormaiisolato”. “Mentre da un lato ilcentro sinistra trova una so-stanziale unità di sintesi nel-la figura risultata vincitricenelle primarie, ed il TerzoPolo rafforza le proprie posi-zioni con il dialogo con IoSud e le altre espressioni del-

la società, il Pdl continua acamminare nell’incertezza esoprattutto a rimarcare il pro-prio isolamento che non gli haconsentito finora di realizza-re alleanze o convergenze -scrive Filippo-. Per questa ra-gione troviamo interessante laproposta contenuta nella mo-zione congressuale presenta-ta dalla componente del-l’onorevole Mantovano cheauspica un cambiamento di

rotta con la scelta delle pri-marie di coalizione e una rea-le apertura verso i partiti delcentro e le forze del territorio”. Concordi le consigliere co-munali Francesca Mariano eMaria Rosaria Ferilli, mentreil capogruppo in Consiglio,Francesco Cazzella ricorda aPerrone i dati del 2007: “Que-sta volta non potrà contare sulregalo fattogli da Adriana PoliBortone nella scorsa campa-

gna elettorale. A parlare sonoi numeri -scrive Cazzella-, al dilà del 28% conseguito da An cisono 2.240 preferenze perso-nali ottenute dalla senatrice,che risultò la più votata in as-soluto”.

Io Sud: “Pdl isolato, Perrone faccia le primarie”Il partito di Adriana Poli Bortone cavalca l'onda e rilancia la proposta di Mantovano sulle primarie

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4 28 gennaio 2012

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Sono partiti dalla Sicilia i nuo-vi “moti rivoluzionari”, las-ciandosi alle spalle il panicodella popolazione, abbando-nata in un’insolita penuria dicarburante e prodotti ali-mentari. Il “movimento deiforconi”, nato il 16 gennaioscorso, ha unito agricoltori,pastori, autotrasportatori,pescatori e commercianti; tut-te categorie soffocate dal fis-co, senza agevolazioni, priva-te di una sicurezza lavorativache consenta loro di perma-nere attivamente sul mercato. Il forcone, strumento di lavo-ro e arma da difesa dei vecc-hi braccianti, è diventato cosìil simbolo di una rivolta paci-fica nei modi, ma aggressivanelle conseguenze, soprattut-to in zone dove l’intero tras-porto viaggia via gomma,come da noi.Un vuoto di informazione, al-meno a livello nazionale, hacaratterizzato i primi giorni diprotesta, forse incoraggian-dola ulteriormente; poi unaserie di polemiche, moltipli-cate dalla rete, sulla presuntapartecipazione operativa da

parte di forze politiche neo-fasciste come Forza Nuova e,addirittura, su possibili infil-trazioni mafiose. Le originidel movimento appaiono, colpassare dei giorni, sempre piùdifficili da decifrare; tuttavia,tra chi oggi affolla coi propriTir le strade di mezza Italia,non si registrano cappucci,caschi, sciarpe, pseudonimi acelare l’identità. Se ne conos-cono i volti, i nomi e i cogno-mi: nulla da nascondere.Che le voci sulla strumenta-lizzazione fossero volute, ve-rosimili o ingiustificate, pocoha influito sulla marcia dei for-coni; dalla Sicilia al Salento inpochi giorni, e l’ansia di ri-manere appiedati si è insi-nuata anche nelle nostre case,scatenando la psicosi da pie-no di benzina e da spesa com-pulsiva, in stile bunker anti-atomico. Insomma, complot-ti, trame politiche e mafia aparte, lo rivolta ha riunitotanti lavoratori onesti, che,semplicemente, hanno pocoda perdere. Tutto sommato,considerando tutti i fattoriscatenanti -vedi la crisi, l’en-

tità delle riforme imposte dalGoverno Monti e le complica-te condizioni di lavoro già inpartenza-, tutta questa situa-zione appare come di assolu-ta normalità. Il Paese è ingrossa difficoltà, ma è ancoravivo. D’altra parte, se anche ilsegretario nazionale della CgilSusanna Camusso esprimetutte le sue riserve sul movi-mento e dichiara che “è statosuperato il limite del consen-tito”, c’è forse qualcosa chenon va. Oppure -seconda op-zione che non esclude neces-sariamente la prima- è la pro-testa che sta funzionando dav-vero.Tornando per un momento anoi, il risparmio oculatissi-mo di carburante ci regalascene inconsuete: le strade diLecce con pochissime auto ingiro e un numero sempre cres-cente di biciclette. Se avessimosaputo che per risolvere ilproblema del traffico in cittàera necessario uno scioperoselvaggio, probabilmente iforconi li avremmo imbrac-ciati tempo fa.

Andrea Gabellone

5 28 gennaio 2012

“Forconi” e paureIl trasporto fermo manda in tilt il sistema Italia (e Salento)

Primo piano

La richiesta ufficiale è partitagiovedì scorso da Palazzo Ca-rafa, in una lettera indirizza-ta alla Regione. Lecce chiedeinfatti il riconoscimento delle

sue Zone a Burocrazia Zero(Zbz). Si tratta della formulache ha sostituito le Zone Fran-che Urbane, cancellate dallaFinanziaria dello scorso anni,che prevede un contributo mi-nisteriale di 4 milioni di euroda suddividere per il 2012 e2013. La misura riguarde-rebbe soprattutto l'area delquartiere Stadio, nelle ex 167.Per il riconoscimento dellaZbz si è recentemente attiva-ta anche il Prefetto di Lecce.

È bastata una manciata di ore senza trasporti per paralizzare gradualmente la vita dellacittà. Il messaggio dei “forconi” rimbalza con forza nel Salento, dove le strade sono tutto

LECCE VERSO LABUROCRAZIAZERO

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6 28 gennaio 2012

La “quarta mafia” è viva e vegeta.Non fa rumore ma s’infiltra. E si nu-tre, passo dopo passo, di affari pocorumorosi ma redditizi. La NuovaSacra Corona Unita c’è, si rigeneracome l’araba fenice, diversa però, nel-la struttura e nelle modalità opera-tive. Lo confermano le ultime operazioni,le prime due del 2012, portate a ter-mine nel Salento. All’alba di marte-dì scorso gli uomini della squadramobile di Lecce, hanno eseguito 49ordinanze di custodia cautelare perassociazione a delinquere di stampomafioso, spaccio ed estorsione. 3 la-titanti mancano all’appello. Il 9 gennaio, i carabinieri del nucleo

investigativo di Lecce hanno arrestato13 persone per traffico di droga tra ilSalento, la Repubblica di San Mari-no e l’Albania. I capi storici della Scusono dietro le sbarre, il contrasto del-le forze dell’ordine è pressante, e lamala salentina di oggi lavora d’in-telligence. Predilige azioni low pro-file, si rimpingua con lo spaccio e leestorsioni, punta e ricicla con il bu-siness del gioco, affonda le radici nel-le strutture ricettive, s’infiltra subdolae ben vestita nelle pubbliche ammi-nistrazioni e nelle stanze dei bottoni.Venticinque anni fa si parlava di ge-rarchia e articolazione territorialesu Lecce, Brindisi e Taranto est. A chile armi, a chi le estorsioni, a chi le di-

scoteche. La Corte D’appello di Lec-ce negli anni ’90 annoverava circa 150omicidi, per lo più di mafia. Adessole cifre, in parallelo, scendono a 10 e3/4. Si parla di di federalismo ma-fioso per i capi zona e democrazia nel-la spartizione dei proventi. Nessunosconfina. Al clan Padovano il con-trollo di Gallipoli, ai Tornese quellodi Monteroni, Galatina ai Coluccia evia dicendo. E nell’ombra si muovo-no guardaspalle insospettabili, pre-ziosi come il pane. Gli stessi che avrebbero avvisato pertempo della retata della polizia, ga-rantendo e coprendo la fuga dei bigmancanti all’appello. Non lo ha na-scosto il procuratore capo, Cataldo

Motta (nella foto), parlando a den-ti stretti della “possibile fuga di no-tizie che ha compromesso l’esito del-l’operazione”. Un’attenta lettura, trale righe, dei fatti degli ultimi tempi,porta alla luce un altro inquietante fe-nomeno. Quando si parla di perso-naggi di una certa caratura crimina-le, s’insinua il timore che l’attuale si-stema penitenziario talvolta resti-tuisca criminali, o permetta loro dicontinuare a “lavorare” anche dietrole sbarre. Qualcuno esce da collabo-ratore di giustizia, qualcun altro daboss.Anni di carcere non bastarono albig Salvatore Padovano per redi-mersi. Uscito di galera con l’abito del-

lo scrittore, continuava a fare affariin maniera silenziosa, puntando allacosa pubblica e alle aste.Lo stesso Pasquale Briganti, 42 annidi Lecce, vertice dell’organizzazionesmantellata in queste ore, ha conti-nuato a muovere i fili giusti dalla suacella. E non sono mancati pentiti, un casoper tutti quello di Giampaolo Mona-co, tornati alla matrice di partenza.Che si definisca quarta mafia o altro,la Nuova Sacra Corona Unita ha losguardo lungo della prima in classi-fica. Non fosse altro perché sa beneche volando basso, può arrivare inalto.

Fabiana Pacella

Mani in pasta e profilo basso, il nuovo stiledella Sacra Corona Unita Una quarta mafia che ha tutti i numeri per diventare la prima. L'evoluzione della Scu svelata dai nuovi arresti dell'operazione “Cinemastore”

I nomi dell’operazione “Animal House” del 9 gennaioPierluigi Bascià, GiuseppeCantoro, Antonio Damiano,Mirko De Blasi, Graziano eMarco De Fabrizio, RobertoMirko De Matteis, AntonioFlore, Salvatore Franco, An-tonio Ippazio Isernia, CosimoUmberto Lottatore, CristianMicelli, Francesco Paolo Un-garo.

I nomi dell’operazione “Cinemastore” del 24 gennaio Mancano all’appello le pun-te di diamante, Pasquale Bri-ganti e i fratelli Roberto e Giu-seppe Nisi. Rilevante il ruolodelle donne della mala. Nel-la rete Michele Amato, Giu-seppe Antonio Bleve, Salva-tore Bramato, Gianni Dolce,Giuliano Calò, Stefano Ciur-

lia, Sergio Caroppo, AngeloCorrado, Domenico D’Agna-no, Sebastiano De Angelis,Danilo De Tommasi, Fer-nando Elia, Stefano Elia, San-dro Fuso, Alessandro Manni,Emanuele Milinanni, Fran-cesco Micoli, Vincenzo Mini-cozzi, Cosimo Perrone, LuigiaPasolino Venuti, Mauro Per-sonè , Silvia Petrucci, Danie-le Poso, Sandro Podo, Anto-nio Quarta, Pierpaolo Ric-ciato, Saverio Rizzo, Raffae-le Renna, Cristian Tarantino,Giuseppe Rotundo, SimonaSallustio, Giorgio Sinistro,Gianni Solombrino, Marcel-lo Solazzo, Paolo Guadadiel-lo, Daniele Rizzo, Jonni Ser-ra, Viviana Buttazzo, MarcoCalò, Carmela Merlo, Vin-cenzo Zonno, Omar Sanapo,Riccardo Loscanna, AntonioDaniele Urso, Andrea Ma-rullo, Teodoro De Nuccio.

Generali e soldati di un esercito silenzioso

Attualità

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7 28 gennaio 2012

L’ultimo lotto sarà ultimatoentro il mese di marzo, poi en-tro la primavera il parco po-trebbe essere aperto alla città.Alla fine di un percorso lungocinque anni (era il 2007 quan-do il neo-sindaco Perrone ta-gliò il nastro al cantiere), Lec-ce potrà avere finalmente ilsuo parco nell’affascinantescenario della Torre di Bello-luogo. Impazienti di verificare per-sonalmente lo stato dei lavo-ri, i membri della commissio-ne di Controllo e Garanzia diPalazzo Carafa, capeggiati dal-la presidente Angela MariaSpagnolo (Pd), martedì scor-so hanno deciso di fare untour sul posto, accompagnatidai tecnici comunali. I lavoridel primo lotto furono inau-gurati nel 2007 e si estendo-no per circa 13 ettari, il cui re-stauro è costato alle casse del-l’ente comunale due milioni dieuro, in arrivo dai fondi eu-ropei. La zona è un insieme diviali, pozzetti e terrazzamen-ti, su cui crescono alberi di al-loro e melograni, essenze ditutti i tipi, tra cui la profuma-ta canfora. La leggenda vuole che in que-sto lussureggiante giardino, al-l’ombra della torre medievale

angioina, usasse passeggiarein solitudine la contessa Ma-ria D’Enghien, regina di Na-poli. L’architetto del settore Lavo-ri Pubblici, Patrizia Erroi, haraccontato che “durante il re-stauro del primo lotto, cheha interessato l’area più vici-na al cimitero cittadino cisono stati diversi rinvenimentiarcheologici che hanno inte-ressato anche la Soprinten-denza”. Ora tocca al secondo lotto, icui lavori dovrebbero conclu-dersi entro il mese di marzo,“dotando la città di un parcomeraviglioso -spiega l’asses-sore ai Lavori Pubblici Gaeta-no Messuti- che rappresentaanche una importante testi-monianza della Lecce Medie-vale”. sarà un grande parcoevocativo, che arricchirà lacittà di una grande zona ver-de attrezzata, valorizzando glielementi artistici e archeolo-gici dell’area: il complesso diBelloluogo, infatti, costitui-sce un’area di forte interessestorico, grazie alla presenzadell’omonima Torre, degli ipo-gei, dei manufatti rustici chetestimoniano la particolarevocazione urbana della zona inepoca remota.

La commissione Controllo di Palazzo Carafa nel cantiere del parco. I lavori del secondo lotto dovrebbero terminare a fine marzo

La sua simpatia compassataha conquistato anche VictoriaCabello che lo ha chiamato afare da corrispondente dallostadio di via del Mare Leccenella trasmissione “Quelliche il calcio” durante la sfidaLecce-l'Inter. Al fianco di Woj-tek Pankiewicz, Daniele Bat-taglia, figlio di Dodi battagliadei Pooh e il fratello di Gian-rico Carofiglio, Francesco, en-trambi interisti.

Il Consiglio Direttivo dell'Au-torità Idrica Pugliese ha deli-berato l'approvazione del "Re-golamento per la concessionedelle agevolazioni a favore del-le utenze deboli della RegionePuglia". L'indicatore scelto perl'identificazione dei beneficia-ri è di tipo misto: vengonoconsiderati, infatti, sia lo statussociale che le condizioni eco-nomiche. Il provvedimento sirivolge anche a disabili, mala-

ti cronici, malati con particolariesigenze di consumo idrico,oltre alle famiglie numeroseche, a causa della progressivi-tà della tariffa, hanno un'altaincidenza della spesa dei serviziidrici rispetto alla propria con-dizione economica. L'importodell'agevolazione sarà pari a55 metri cubi annui per nucleofamiliare, valorizzato al prezzodella tariffa agevolata del-l'utenza domestica.

Acqua, agevolazioni per le fasce deboli

Pankiewitz tifoso doc a “Quelli che il calcio...”

Attualità

13.800 nuovi impianti per laproduzione di energia rin-

novabile attivati nel solo 2011.I dati resi noti dall'Enel met-tono in risalto la preferenzasempre più marcata dei pu-gliesi per i pannelli solari.L'aumento complessivo è sta-to del 170%, con un più 136%nella sola provincia di Leccedove lo scorso anno sono sta-

ti istallati circa 4mila nuoviimpianti. Si tratta di impianti per usodomestico, a cui la societàha dedicato anche un porta-le internet che permetta difare richiesta e poi seguire lefasi dell'istallazione diretta-mente da casa.

Pannelli solari, Puglia in testa

Parco di Belloluogo, i giardini di Maria D'Enghienpronti in primavera

Stabiliti dall'Autorità Idrica Pugliese i criteri per tagliare la bolletta

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“Le affermazioni dell’ex assessoreRipa non sono un caso isolato erafforzano modi di pensare cheormai, nel 2012, dovrebbero es-sere già stati sconfitti e supera-ti”. A parlare è Gianfranca Sa-racino (nella foto), presidentedi Agedo Lecce -Associazionedi genitori, parenti e amici di per-sone omosessuali- che analizza labufera mediatica seguita alle af-fermazioni di Giuseppe Ripa.Cosa pensa a più di diecigiorni dall’accaduto?Rimane sicuramente la gravitàdelle parole di Ripa, nonostantesi sia scusato. Putroppo è stato ri-proposto un modo di pensareomofobo, che appartiene ad unacultura vecchia e maschilista.La città ha, però, reagito con-tempestività. Le affermazioni diRipa non tengono conto dei pro-gressi che sono stati fatti in ma-teria e del fatto che l’Organizza-zione Mondiale della Sanità nel1990 ha eliminato l’omosessua-

lità dall’elenco delle malattiementali. È solo una questione di cul-tura?Non solo. Immagino che l’exassessore non sappia che il Par-lamento Europeo si è espressochiaramente in merito all’omo-fobia. Cito testualmente la riso-luzione del 28.09.2011: “Il Par-lamento condanna con assolutafermezza il fatto che, in alcuniPaesi, anche all’interno dell’U-nione, l’omosessualità, la bises-sualità e la transessualità sianoancora percepite come malattie

mentali e chiede agli Stati mem-bri di affrontare questo fenome-no”. Non solo Lecce, ma tutto ilPaese ha proprio bisogno di unalegge contro l’omofobia. Sareb-be di grande aiuto per combat-tere pregiudizi e chiusure men-tali. Secondo lei, Giuseppe Ripaè un’eccezione in una cittàcome la nostra?Purtroppo no. L’omofobia è an-cora molto diffusa ed è per ques-to Agedo lotta quotidianamente.Così come Ripa, molte personenon sono informate e vivonotuttora di miti e di pensieri ob-soleti. Tante famiglie, pertanto,provano ancora disagio e soffe-renza alla scoperta dell’omoses-sualità dei propri figli. È un do-lore ingiustificato. Bisogna lavo-rare per un’informazione correttaa partire dalle scuole. La culturache vorremmo è quella dell’in-contro e del confronto sereno. Quanto è ardua l’impresa di

educare persone adulte allacomprensione della ses-sualità?Credo stia alla sensibilità a allavolontà di ciascuno affrancarsi dadeterminati pregiudizi, attra-verso l’informazione. Mia madre,a più di 80 anni, ha accettato se-renamente l’omosessualità disua nipote -mia figlia- dicendo-le che la felicità è la cosa più im-portante. Capisco che, a volte,non è semplice aprirsi al con-fronto, ma, dopo le aspre critic-he arrivate anche dal suo stessopartito, Giuseppe Ripa dovreb-be porsi degli interrogativi sullasostanza delle sue gravi affer-mazioni . Rispettare vuol direanche comprendere le specifici-tà altrui . A tal proposito, l’omofobiaha orientamento politico?No. L’omofobia è trasversale alleformazioni politiche, i pregiudi-zi sono presenti a destra e a si-nistra. Ma anche le persone

omosessuali esistono sia a des-tra che a sinistra. Ci sono puregruppi di omosessuali credenti.La nostra associazione è aparti-tica e aconfessionale e prendeatto che, a volte, si trovano sen-sibilità personali anche in schie-

ramenti considerati chiusi. Ilsindaco Paolo Perrone, per es-empio, intervenuto alla giorna-ta contro la transfobia, ha avutoparole di apprezzamento per l’i-niziativa da noi organizzata.

(A.G.)

9 28 gennaio 2012

Attualità

Probabilmente, se GiuseppeRipa avesse compreso a fondola forza che può assumere la co-municazione su un social net-work, oggi sarebbe ancora as-sessore al Traffico e alla Mobi-lità del Comune di Lecce. Deve,tuttavia, averlo capito appenauna manciata di minuti dopoaver dato della “signorina” algovernatore della Regione Nic-hi Vendola, quando, sulle bac-heche di centinaia di utenti, inun tam tam che solo Facebooko Twitter sanno amplificaretanto bene, cominciava a dif-fondersi l’indignazione. L’ironico (secondo Ripa) e in-felice appellativo attribuito aVendola si è rivelato esserepoca cosa rispetto alle paroleche l’allora assessore, nella fogadelle spiegazioni, ha dedicatopoi a tutti gli omosessuali pen-

sando, forse ingenuamente, dipoter giustificare quel “signo-rina” e porre rimedio allo sci-volone, anche politico, che di lìa poco si sarebbe consumato.“Turbe psichiche” affliggereb-bero gli omosessuali a detta diRipa, dimentico che -pensateun po’- persino gay e lesbichehanno diritto di voto. Il resto èstoria nota.Dal “ciclone Ripa” sono passa-ti diversi giorni e a Lecce è tor-nata la calma. Non è facile ca-pire cosa sia rimasto di queigiorni di polemica. Da una par-te, il tema “omofobia” è stato af-frontato in maniera veemente,forse anche per via del climapoliticamente caldo; dall’altra,l’affaire Ripa è stato come unagrande abbuffata mediatica suun argomento che andrebbeanalizzato con più lucidità. E in-vece è avvenuto tutto troppo infretta: dalle bacheche di Face-book si è passati in rapida se-quenza ai giornali locali, a que-lli nazionali, alle radio, alle te-levisioni, per finire addiritturasulle pagine del quotidianofrancese “Libération”. Una no-torietà triste quella che l’ex as-sessore si è guadagnato e un’e-

co amara per una città che as-pira a diventare capitale euro-pea della cultura nel 2019. Senza voler cedere al qualun-quismo, le dimissioni di Ripanon hanno risolto il vero pro-blema. Se un merito gli si puòattribuire, è quello di aver so-llevato una questione antica, la-tente, nascosta, ma ancora pro-fondamente radicata. Pensareche nella Lecce piccolo borg-hese, ultima città del Taccod’Italia, fosse solo GiuseppeRipa a ritenere gli omosessua-li persone di dubbia salutementale, sarebbe più da ingenuiche da ottimisti. Il problema es-iste e, purtroppo, continuerà adesistere, pur essendoci, oggi, unprima e dopo Ripa. Qualcunodisposto a credere che i gay sia-no casi da psichiatra, in ques-ta città in fondo conservatrice,c’è sicuramente. Il dopo Ripa, tuttavia, imporràa tutti costoro di non esterna-re pubblicamente le loro idee inmateria di sessualità. Una spe-cie di “don’t ask, don’t tell” alcontrario: nessuno chiede, nes-suno dice nulla. La strada perl’affrancamento da questo tipodi educazione è ancora lunga.

Intanto le domande formulateda Ripa e indirizzate agli ex can-didati delle primarie di centro-sinistra sono rimaste senza ris-posta ufficiale. Unioni civili,assegnazione degli alloggi po-polari a famiglie omosessuali eorganizzazione del Gay Pride.Tre temi con i quali l’ex asses-sore al Traffico voleva, proba-bilmente, mettere in difficoltàil centrosinistra leccese e deiquali, ad oggi, nessuno, nem-meno a livello nazionale, haparlato in maniera esau- stiva. Eppure, da ciò che è emerso incampagna elettorale, pare chenemmeno nel centrosinistraleccese ci sia una linea comune.Se Carlo Salvemini si è dimos-trato favorevole ad un’apertu-ra, Alfredo Mantovano ha pun-zecchiato a lungo, nei giorniscorsi, la neo-candidata sin-daco Loredana Capone, impu-tandole una chiara contraddi-zione tra l’approccio “gayfriendly” e la “frequentazionedelle parrocchie”. Intanto, traaccuse e provocazioni, i diritticivili restano alla finestra, in at-tesa di un nuovo torpore che liassopisca.

Andrea Gabellone

Il caso Ripa consumato in due settimane su Facebook. Dopo ledichiarazioni contro gli omosessuali l'assessore ha lasciato laGiunta ma il nodo sui diritti delle coppie di fatto resta irrisolto

Dopo la bufera sul “caso Ripa”, il sindaco di Bari scherza sul-le coppie di fatto. “Nichi Ven-dola ha carisma e consensopopolare”, ha detto MicheleEmiliano durante un'inter-vista alla trasmissione la Zan-zara in onda su Radio 24. “Ilnostro rapporto è indistrutti-bile, siamo la coppia di fattodella politica italiana”.

Durante la polemica, sempresulla rete, non è mancata la di-fesa tutt’altro che d’ufficio diPontifex. Il blog di apologeticacattolica, noto per le sue recen-ti invettive contro MaurizioCrozza e Jovanotti, accusati diaver provocato dei drammi conla loro blasfemia, ha infatti pre-so strenuamente le parti del-l’assessore leccese maltrattatodalla rete e poi spinto a dimet-tersi. In diversi articoli apparsi sulportale romano e ripresi daGiuseppe Ripa, che intanto haportato avanti la sua polemicafirmando come referente del-l’associazione “Futuro Cattoli-co”, si è infatti lodato il corag-gio dell’assessore che “ha det-to quello che in tanti pensano”,

ha scritto l’editorialista vatica-nista Bruno Volpe in un arti-colo dal titolo “Ripa Santo Su-bito”.In un altro pezzo, la rivista te-lematica si è invece scagliatacontro il lassismo del Pdl.“Come avevamo previsto (manon ci voleva la zingara), ilpovero assessore Ripa, il qua-le si era messo forse in un pa-sticcio più grande di lui, è sta-to lapidato sia dall’arroganza diqueste associazioni gay chesolo il mitico Hoover avrebbeil coraggio di chiudere, che dalfuoco amico. Ma ormai il Pdl,che accetta Monti e permette lapresenza dei comunisti al go-verno, è capace di tutto; se neaccorgeranno alle prossimeelezioni, razza di infedeli”.

Ma Pontifex Roma difende “san Ripa”

Ed Emiliano ironizza: “Io e Nichi, la coppia di fatto della politica italiana”

Il blog di apologetica cattolica prende leparti dell'assessore leccese: “Ha il coraggio di dire la verità”

La presidentessa dell'Agedo Lecce (Associazione di genitori, parenti e amici di personeomosessuali) ribadisce quanto già espresso pubblicamente in merito alla vicenda Ripa

Gianfranca Saracino: “Le affermazioni di Ripa? Non sono un caso isolato”

Ripa: dalle dimissioni all'oblio in un click

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10 28 gennaio 2012

Domenica 29 gennaio Elio Germano porta in scena al Paisielloun grande testo di Will Eno

Se il suo stile potesse riassu-mersi in un unico verso, pro-babilmente sarebbe Neancheun minuto di non amore diLucio Battisti; se volessimo as-sociarlo al titolo di un libro, iprimi a farsi strada sarebberoFrammenti di un discorsoamoroso di Roland Barthes, oLa verità, vi prego, sull’amoredi W.H. Auden. Perché Giu-seppe Peveri, meglio notocome Dente, quattro dischi al-l’attivo e un posto d’onore nellaclassifica dei nuovi talenti dellacanzone d’autore italiana, èsolo di quello che scrive ecanta: d’amore. Un amore rac-contato con semplicità e ironia,spesso malinconico, lontanis-simo dai cliché e dalle derivesentimentali, e sempre inclinea quella vaghezza che fa lo fasembrare un elemento inci-dentale, sebbene inevitabile,nelle nostre vite.Dopo il suo debutto in terra sa-lentina ai Cantieri Koreja, dueanni fa, il trentacinquenne can-tautore di Fidenza torna aLecce con la sua band, che loaccompagna ormai stabil-mente in studio e in tour, sa-bato 28 gennaio, a una

settimana di distanza dal con-certo del suo amico e collegaDario Brunori, sempre nel-l’ambito della rassegna VersoSud, il progetto sostenuto daPuglia Sounds e promosso daCoolclub, Lecce Città Universi-taria, Artimedia ed ExFadda.Un appuntamento nel qualeDente proporrà i successi pas-sati di album come Non c’è due

senza te, del 2007, e L’amorenon è bello, finalista al PremioTenco e vincitore del PIMI(premio italiano per la musicaindipendente) nel 2009, oltreai brani del nuovo disco uscitoa ottobre scorso per l’etichettaindie Ghost Records, Io tra dinoi. Titolo paradossale, che ri-manda a Charles Aznavour e alsuo celebre E io tra di voi del

1970, e che introduce dodicipezzi nati, come nella miglioretradizione del cantautorato dicasa nostra, alla chitarra acu-stica, su giri d’accordi semplicie melodie facili e di grande dol-cezza. A rendere più compiuto e ma-turo il suono di quest’ultimo la-voro, rispetto ai precedenti,intervengono gli arrangia-menti di archi e fiati di Mas-simo Martellotta ed EnricoGabrielli (entrambi compo-nenti dei Calibro 35), sostenutidalla produzione di TommasoColliva (già con Afterhours,Marta sui tubi, Muse, FranzFerdinand). Nell’album, comenel live, Dente torna a mi-schiare con leggerezza e sensi-bilità le carte che conoscemeglio: giochi di parole, ritrattipuntuali e poetici di vita quoti-diana, riflessioni amorose dalsapore agrodolce, quel certogusto per l’ironia intellettualedi Battisti e la canzone d’autoredegli anni ’60-’70. Tradizionemusicale che conosce bene eche è oggetto di una sua grandepassione, come dimostra la suainvidiabile collezione di vinilid’epoca nella quale si trovano

33 e 45 giri di autori comeSerge Gainsbourg, Lucio Dalla,Sergio Endrigo.Inizio alle 22, biglietto 10 euro.Info: 0832.304896.

Io tra di noi, l’amore secondo DenteSabato 28 il cantautore emiliano

in concerto alle Officine Cantelmo per la rassegna Verso Sud

Una scena scar-na, essenziale,

niente luci,niente musi-

ca, regia appar-entemente as-

sente; sul palcosolo lui, ThomPain, un nomeche è già un pro-gramma. Pain, ininglese, significadolore, e forse, nel

flusso delirantedelle parole delprotagonista,proprio questaè la traccia che

segue il mo-nologo: quel-la di un do-lore taciuto,

n a s c o s t onella parte

più sotterra-nea di sé e chediventa paura,rabbia, follia.

Sul palco, ThomPain è Elio

Germano (nella foto). O,forse, Elio Germano è ThomPain. Impossibile rintracciarela differenza tra l’uno e l’altro,tanto è simbiotica e riuscita lacoabitazione. L’attore romanoconferma quel talento cristalli-no che lo ha portato al suc-cesso internazionale per lesue interpretazioni sul grandeschermo (David di Donatelloper Mio fratello è figlio unico,nel 2007, e poi Palma d’Oro aCannes per La nostra vita diDaniele Luchetti, nel 2010), eche qui diventa materia viva eipnotizzante. Perché la nar-razione solitaria di Thom Pain- completo e occhiali neri,aria da intellettuale - è unflusso scomposto verso il pub-blico; parla, poi si ferma, sem-bra voler uscire di scena, spez-za il racconto e ne comincia unaltro, scende in platea, con-tinua le sue riflessioni tra bat-tute amare che strappano unsorriso, ricordi d’infanzia,memorie di un amore perdu-to ancora lì a intossicare il

cuore e i pensieri. Instaura colpubblico un legame fortissi-mo, sembra quasi che il copi-one sia improvvisato e chesegua di volta in volta unadirezione diversa, secondo lereazioni di chi ascolta. Ma diimprovvisato non c’è nulla, ela grande bravura di Germanosta anche in questo, nel ren-dere un testo molto rigido at-traverso una narrazione cosìsentita e naturale che sembranascere nello stesso istantein cui parte il racconto. Autore della pièce Thom Pain(basato sul niente) è Will Eno,drammaturgo di Brooklyndefinito dal New York Timesun Samuel Beckett di nuovagenerazione, che conquest’opera è stato finalista alPulitzer nel 2005 e nello stes-so anno ha vinto il FringeAward all’Edinbourgh Inter-national Festival. Germanoha poi contribuito all’adatta-mento italiano del monologoe ne ha curato la regia. Prima del suo debutto ha

dichiarato: “Questo testo nonfa sconti a nessuno, tantomeno a me”. Perché c’è dentrotutto, e il dramma esisten-ziale di Thom Pain è anchequello di Germano e di tuttinoi.

SpettacoloTEATRO

Thom Pain, racconto sul nulla

JAZZ

Un quintetto che ha l’am-bizione di esprimere la quin-tessenza del talento jazzpugliese di ultima generazione:cinque nomi di punta delpanorama regionale insiemeper un progetto che porterà allaregistrazione di un discoprodotto dall’Auditorium Par-co della Musica di Roma in-sieme a Puglia Sounds. La pre-sentazione, in anteprimaprovinciale, della nuova for-mazione e dei brani che saran-no contenuti nel disco si terràgiovedì 2 febbraio nello spazioall’Ombra del Barocco dellaLibreria Liberrima (Corte deiCicala). Sul palco, cinque talentiche, ciascuno a suo modo, han-no contribuito alla diffusione diquel jazz made in Puglia che sicaratterizza per essere partedi una delle scene musicali piùattive e vitali del belpaese:Raffaele Casarano e Gae-tano Partipilo ai sax; MirkoSignorile al piano; MarcoBardoscia al contrabbasso eFabio Accardi alla batteria.Un gruppo formatosi sull’asseLecce-Bari che mette insiemecinque musicisti dalla fortepersonalità e dal forte gusto perl’incontro e la sperimentazione.Info: 0832.245524; ingresso18 euro, concerto e buffet.

NextGenerationJazz PugliaIn anteprima,all’Ombra delBarocco, la nuovascommessa deljazz made in Puglia

MUSICA

a cura di Lori Albanese

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11 28 gennaio 2012

Cinque anni dopo “Tis Kleis”,primo disco solista che met-teva insieme suoni e ritmi deisud del mondo e riassumeva lasua vocazione per le musichedi tradizione, Ninfa Giannuz-zi - voce storica dell’Orchestrae dell’Ensemble La Notte del-la Taranta - torna alle sueorigini rock con “Funzionepreparatrice di un regno”. Untitolo sognante che allude allapossibilità di rintracciare, at-traverso un’ipotetica funzionematematica, un luogo di con-vivenza ideale tra le proprieemozioni e inquietudini e lavita quotidiana. Un progettointimo e sensuale, che metteinsieme la particolare attitu-dine alla composizione dellacantante salentina ed esaltatutte le sfumature della suavoce. Evidenti, nel disco, sonole influenze musicali che l’ac-compagnano fin dall’adole-scenza (Pink Floyd, U2, PeterGabriel, PJ Harvey, solo perdirne alcuni), ma anche una

modalità di scrittura che guar-da alla storia della musicad’autore italiana, richiaman-do Nada, De André, i Cccp, ilprimo Giovanni Lindo Fer-retti. Al fianco della cantante sa-lentina, in questo lavoro, al-cuni dei musicisti che colla-borano con lei da lungo tem-po, come Egidio Marullo (cheha curato anche gli arrangia-menti e la copertina), Ema-nuele Licci (chitarra e bouzu-ki), Valerio Daniele (chitarra).

SpettacoloDANZA

Al DB D’Essai il primo dei cinque weekend dedicatiall’esplorazione del corpo

Armonizzare il corpo, esplorare la pro-pria dimensione sensoriale, mettendo incontatto la propria parte fisica conquella mentale ed emotiva: è questol’obiettivo del laboratorio di danza con-temporanea curato da Stefania Ma-riano e organizzato da La Fabbrica deiGesti a partire da sabato 28 e domenica29 presso la Sala Open del DB D’Essai divia Salesiani. Dieci ore a weekend, unavolta al mese, da gennaio a maggio, perun seminario che vuole soprattutto es-sere uno strumento di auto osserva-zione, conoscenza di sé e sviluppo,attraverso esercizi mirati, di nuovi per-corsi che permettano di liberarsi da co-dici di movimento ripetitivi. Lo scopo del corso è proprio quello diriuscire a interrompere i meccanismiautomatici di espressione corporea at-traverso un lavoro di elaborazione degliimpulsi e ricerca di sensazioni altre.

Adatto a giovani danzatori e attori, maaperto anche a curiosi e appassionati daisedici anni in su, il seminario si dividein una parte pratica, con esercizi (indi-viduali, di gruppo o di coppia) di riscal-damento, percezione dello spazio, lavorosulla gravità e sull’equilibrio e un’altraincentrata sull’improvvisazione e sulproprio potenziale creativo. In questaseconda fase ogni partecipante lavoreràsugli input ricevuti durante la fase pre-paratoria, costruendo una propria co-reografia, da solo o con gli altri. Per sviluppare l’intreccio e la contami-nazione dei diversi linguaggi creativi,nel corso dei vari moduli è previsto l’in-contro con musicisti che accompagne-ranno dal vivo le lezioni, mentre, achiusura del percorso di studio si terràun’esibizione aperta per sviluppare ilrapporto con il pubblico. Info: www.la-fabbricadeigesti.it, 347.5424126.

Liberare il corpo, laboratorio di danza contemporanea

Il regno tinto di rock di Ninfa Giannuzzi

La settimana leccese è piena dimusica dal vivo; sono molti, in-fatti, i luoghi del centro dove lamusica scandisce il ritmo set-timanale. Al Coffee and Cigarettesdi via Paladini (0832.244877),dopo il cabaret di domenica 29(con Dado Tedeschi), mer-coledì 1 febbraio (alle 22.30)torna la jam session che unisceblues, pop e rock guidata da Gi-anfranco Rizzo, Marco An-cona e Angelo Fumarola;giovedì 2 sarà invece la voltadell’Organ Mood Project diVince Abbracciante, FrancescoPennetta e Andrea Favatano.Per la rassegna “Aperitivo insolo”, il Corto Maltese divia Giusti (327.8782454) pre-senta Sofia Brunetta, giovanecantautrice che si muove tra il

blues e la psichedelica(domenica 29 alle 19.30).Al Cagliostro di via Cairoli

(0832.301881), giovedì 2 discena Carla Petrachi, piano evoce. Alle Officine Catelmodi viale De Pietro(0832.304896), dopo la can-zone d’autore di Dente (saba-to 28) arriverà Entics, uno de-gli emergenti più amati dellanuova scena underground, ametà tra pop, reggae e hip hop(venerdì 3 alle 21). Musica liveanche al Molly Malone di viaCavallotti (347.7173523) e alCaffè Letterario di via Pa-ladini (0832.242351) che pro-pone diversi appuntamentisettimanali che spaziano dalleatmosfere acustiche del popd’autore e della bossa nova, aidj set ultra funk.

Concerti in città

MUSICA

CONCERTI

In un libro edito da Kurumuny, il rapporto tra cinema e territorio

Salento, terra di cinema e ci-nefili, ma non solo. Negli ul-timi vent’anni è cresciuto no-tevolmente il numero delleproduzioni cinematograficheche scelgono paesi e coste sa-lentine come scenografia na-turale, ma anche quello deigiovani registi, sceneggiatori,operatori che, dopo una for-mazione universitaria fuoriregione, tornano nelle propriecittà e paesi del Tacco cer-cando di farsi spazio in un set-tore che sembrerebbe desti-nato a una crescita senza fine. Mattia De Pascali è uno diloro: originario di Gallipoli,neolaureato in Cinema, Tele-visione e Produzione multi-

mediale al Dams di RomaTre, ha discusso la sua tesi dilaurea sul rapporto tra cinemae territorio, avviando una ri-flessione su quali siano lereali possibilità di lavoro inquesto settore, e su quantoquella che pare essere un’in-dustria a tutti gli effetti e inpiena ascesa (anche graziealla nascita dell’Apulia FilmCommission) sia effettiva-mente tale. Titolo emblema-tico di questo studio è Multi-sala Salento. Come fare filmsotto il sole, con pochi soldi ea stento: 94 pagine (costo 11euro) nelle quali l’autore haraccolto le testimonianze diaddetti ai lavori salentini im-

pegnati a realizzare qualcosanella loro terra d’origine, equasi sempre costretti a farei conti con la mancanza distrutture e fondi.Dopo un’iniziale approfon-dimento su industria cine-matografica e politica locale(con l’intervista a LorenzoRia, presidente della Provin-cia di Lecce dal 1995 al 2004),il libro raccoglie le testimo-nianze di giovani autori atti-vi sul territorio in vari setto-ri, dalla sceneggiatura (Ales-sandro Valenti, da qualcheanno al fianco di EdoardoWinspeare) alla regia di do-cumentari, videoclip, lungo-metraggi (Rossella Piccinno,

Alessandro Torsello, DavideBarletti, Tiziano Russo, Mas-similiano Verdesca). Lontanodal’essere esaustivo, il lavorodi Mattia De Pascali può es-sere considerato un contri-buto agile e veloce per inizia-re un’analisi più profondasull’argomento.

Fare cinema nel Salento

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12 28 gennaio 2012

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13 28 gennaio 2012

Il Lecce giunge al prestigiosoappuntamento che lo vedràopposto all‘Inter in condizio-ni quasi ottimali. Soprattuttoda un punto di vista mentale.Si sa, le vittorie portano en-tusiasmo, ma anche un pariraggiunto in extremis comesuccesso col Chievo può fun-gere da prezioso toccasana.Quella coi veneti è stata unagara avvincente che il Lecceavrebbe meritato di vincere eche invece ha seriamente ri-schiato di perdere. E sarebbestato un disastro, perché unasconfitta avrebbe inficiato ilprezioso lavoro portato avan-ti da Cosmi, soprattutto intermini di fiducia e autostima. La “beneamata” non giocacerto un calcio spettacolarema gli ultimi due mesi l’han-no vista risalire la classificafino a portarsi a soli sei pun-ti dalla capolista Juventus,facendo propria l’attesissimastracittadina contro il Milan dimister Allegri. Ranieri ha sa-puto ridare fiducia ad ungruppo che sembrava ormaiesserne privo, ma il meritomaggiore del tecnico romanoè quello di aver preso in manole redini dello spogliatoio datroppo tempo diviso in tanti,troppi clan. Inoltre ha credu-to nella rinascita di Milito,decisivo sia nel derby che nel-l’ultimo match con la Lazio. IlLecce sa di essere inferioresotto tanti punti di vista, ma èaltresì consapevole di poter farvalere le proprie carte, maga-ri com’è successo a Firenze,

dove in pochi pronosticaronola vittoria. I salentini non possono van-tare un undici di primo pianoe questo è noto. Ma nel calcio,come nella vita, le motivazio-ni possono significare molto,a volte addirittura tutto. Pro-babilmente bisognerebbecambiare la disposizione tat-tica della squadra. L’Inter gio-cherà con un simmetrico 4-4-2 assai equilibrato. Per op-

porsi al meglio, giocare a spec-chio potrebbe rappresentareun’ottima soluzione. Ancheperché Alvarez tende a fun-gere da terzo attaccante, quin-di portare ad un pericoloso trecontro tre in fase difensiva.Quindi, mister Cosmi potreb-be adottare un modulo spe-culare, anche se il tecnicoumbro punterà quasi tuttosulla tempra dei suoi gioca-tori.

Al “Via del Mare” è attesaun’ottima affluenza di pub-blico, che però non dovrebberaggiungere il picco registra-to nella sfortunata gara controla Juve. Per l’occasione si spe-ra in una partecipazione mag-giore da parte dei supportergiallorossi e che l’amore per lamaglia possa far superare an-che le incomprensioni tra i ti-fosi più accesi e la società.

Francesco Covella

SportCALCIO

Un Lecce rincuorato siprepara ad affrontare l’Inter

LE PAGELLE

I giallorossi sono chiamati a confermare l’ottimo stato di forma delle ultime due gare

Insieme all’Inter arriveranno a Lecce almeno 5mila tifosi nerazzurri mentre nelleultime partite i tifosi giallorossi sono sempre di meno

Il fatto di aver abbando-nato l’ultimo posto in clas-sifica, e le ultime soddi-sfacenti prestazioni, hannoconvinto la società ad in-tervenire sul mercato.Strasser e Mesbah hannopreso la strada per Milano,sponda rossonera. Il primosarà rimpiazzato dall’exBlasi, giunto a Lecce invirtù di uno scambio colParma che ha portato Fer-rario in gialloblu. Que-st’ultimo è stato sostituitoda Miglionico, buon cen-trale proveniente dal Li-vorno. Per quanto riguar-da il ruolo di esterno sini-stro, ora coperto da Brivio,si farà un ultimo tentativoper Fabio Grosso, col qua-le sussiste un problemalegato all’ingaggio. Intan-to, è sfumato in extremisl’arrivo di Gabriel Silva,acquisito dal Novara diTesser.

BENASSI 7,5 È uno spettacolopoter riguardare lo strepitoso in-tervento che nega il gol ad An-dreolli. Pantera.TOMOVIC 5 Si riprende dopo glisvarioni iniziali, ma non convince.Irriconoscibile.ESPOSITO 4,5 La sua abnega-zione è a dir poco commovente.Commette errori incredibili, nondegni del suo talento. Si riscattaparzialmente con uno splendidogol, ma non basta. Chiude infor-tunato. Preoccupante.FERRARIO 4,5 Irriconoscibile.Probabilmente all’ultima gara ingiallorosso, lascerà comunque unbuon ricordo. Distratto.ODDO 5 Ad oggi trattasi di un ac-quisto non azzeccato. Gli anni sifanno sentire, in tutti i sensi.Stralunato.CUADRADO 6,5 Meriterebbe unvoto più alto se si guardasse soloalla fase offensiva. Anarchico.GROSSMELLER 6 Non è Giaco-mazzi, né per tecnica né per tem-peramento. Schierato in un ruo-lo non suo, riesce comunque a li-mitare i danni. Sufficiente.OLIVERA 6 Vuole andarsene, mal’impegno è sempre lo stesso.Convincente.BRIVIO 7,5 Il migliore in campo,assolutamente. Un esterno sini-stro con i fiocchi che non fa rim-piangere Mesbah. Inesauribile.DI MICHELE 6 Sufficienza sti-racchiata per il gol del pari. Iso-lato.MURIEL 6 È un piccolo Asprilla,ma deve crescere dal punto di vi-sta temperamentale. Promet-tente.PIATTI 6 Non incide. Insoddi-sfatto.PASQUATO 6 Suo il cross per DiMichele: non è poco. Prezioso.COSMI 6 Ha il merito di aver datonerbo ad una squadra allo sban-do. Tarantolato.

È ormai consuetudine assistere al peno-so spettacolo di uno stadio perenne-mente vuoto. È vero, il “calcio moderno”ha provocato una diminuzione in termi-ne di spettatori in ogni dove, ma ciò nonbasta a giustificare un’affluenza oltre-modo esigua. Nonostante gli sconti sui tagliandi volu-to dalla società, gli spettatori presenti con-

tro il Chievo non hanno superato quota6.500. Pochi, troppo pochi. In più c’è daregistrare il perdurare della polemicatra i sostenitori più accesi ed il sodaliziodi Via Templari. Brutta situazione, forse non rimediabile,in virtù di posizioni assai lontane chesembrano essersi cristallizzate. L’Intergiungerà a Lecce in ottimo stato di forma,

e sarà seguita da almeno 5mila suppor-ter che riempiranno la Curva Sud. Senzacontare i tantissimi innamorati della“beneamata” che siederanno negl’altri set-tori dello stadio. Urge una risposta forte, che porti ad un“Via del Mare” che sospinga i ragazzi dimister Cosmi alla ricerca di un risultatopositivo assolutamente possibile.

Contro l’Inter un “Via del Mare” tutto giallorosso? CALCIO

Massimiliano Benassi (foto Getty Images)

Foto: Getty Images

Foto: www.salentogiallorosso.com

Mercato infermento:via Ferrario,arriva Blasi

a cura di Francesco Covella

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14 28 gennaio 2012

SportKRAV MAGA

La tecnica di combattimento più efficace almondo raccoglie consensi anche nel Salento

Letteralmente vuol dire “combattimento concontatto”, ed è la difesa personale più efficacee più conosciuta al mondo. È il Krav Maga: l’ar-te della difesa e dell’attacco, di origine israe-liana, ideata alla fine degli anni ’40 dal Imi Li-chtenfield, l’allora capo delle Idf, ossia le for-ze di difesa israeliane. Nel 1990 viene introdottofinalmente in Italia per i civili, e diviene sem-pre più conosciuto, soprattutto per la sua ef-ficacia in situazioni di pericolo reale, comeun’aggressione per strada, un tentativo di ra-pina o, ancora peggio, un tentativo di violen-za sessuale. Anche complice la popolare serietv Ncis, che vede la bella Ziva dare prova di de-strezza in questa letale disciplina, a Lecce ilKrav Maga ha in poco tempo attirato numerosiappassionati, che lo utilizzano per mantenerela forma ottimale, ma anche per sentirsi più si-curi nella vita quotidiana. È infatti dimostra-to che la sua pratica costante porti ad un sen-sibile aumento del livello di autostima e sicu-rezza personale.“Fenice Sport e Sicurezza” è l’associazione

che a Lecce e Pro-vincia promuove ingran numero deicorsi di formazio-ne. Con la Provin-cia di Lecce e l’Uni-versità del Salentoe con vari istitutiscolastici si è datovita progetto “Maipiù Vittime!”. “La nostra associazione, da mol-ti anni ormai, ha a cuore la sicurezza dei cit-tadini”, commenta il presidente Mario Faz-zin. “Per la sicurezza personale occorre un sal-to di qualità sostanziale. Proprio per questoogni anno, oltre agli annuali corsi in palestra,portiamo avanti progetti di vario tipo in col-laborazione con enti e associazioni territoria-li”. Tra i tanti, è infatti nato anche un corso in-tensivo di antiaggressione femminile, ideato epromosso dalla pluridecorata istruttrice Lau-ra Cardone (nella foto), responsabile nazio-nale e federale del settore femminile.

Tutti pazzi per il Krav Maga

A Lecce in particolare, si rico-mincia nuovamente a respi-rare aria di football americano.Dopo la preparazione atleticaterminata a fine Ottobre, è ar-rivato il momento di disputarela prima amichevole dell'annoper i Salento Dragons. Infatti,domenica 29 Gennaio, andrà inscena al “Comunale di Monte-roni “ il primo “Memorial Da-vide Cozzoli”, che conoscerà ilsuo inizio con l'esibizione deiragazzi del settore giovanile,opposti ai coriacei Delfini Ta-

ranto, alle ore 15,00. Successi-vamente, alle 16:30, è previstol’inizio del match che vedràaffrontarsi la prima squadracontro la formazione parteno-pea degli 82'ers Napoli. L'in-contro sarà di notevole impor-tanza soprattutto per poter va-lutare il lavoro svolto finora da-gli atleti e dallo staff di en-trambe le contendenti, in vistadell'inizio del campionato ita-liano previsto il prossimo 19febbraio. In molti sono curio-si di conoscere il vero valore

della compagine napoletana,peraltro accompagnata dalsuo presidente Gaetano Geni-se. Il quale vanta un prestigiosoprimato, ovvero essere stato ilprimo membro di una societàitaliana a partecipare al lanciodella monetina prima di unapartita ufficiale di NFL (il mas-simo campionato americano),lo scorso 15 dicembre in occa-sione dell’incontro tra NewYork e Kansas City, davanti adun pubblico di 110mila spetta-tori ed in mondovisione.

I Salento Dragons pronti al primo probante test

Che si trattasse diun prototipo di su-per atleta era evi-dente già diversianni addietro, mache Francesca Lan-ciano arrivasse aquesti livelli in cosìpoco tempo ha stu-pito un po’ tutti,addetti ai lavori enon. Dopo l’ottimaseconda piazza ot-tenuta lo scorsoanno, la suddetta è riuscita nel-la difficile impresa di salire sulgradini più alto del podio du-rante i Campionati Italiani svol-tisi ad ottobre in quel di Rieti.

Nell’occasione, lagiovane campio-nessa salentina hafatto registrare lamisura di 13,03,che gli è valsa laqualificazione aiMondiali di Lillein Francia. Oral’ambizione è quel-la di vincere ilCampionato Ita-liano Indoor che siterrà ad Ancona.

Bissando il risultato di Rieti enon scendendo sotto i 12,90,Lanciano avrà diritto a dispu-tare anche i prestigiosi Mondialidi Barcellona.

L’ascesa di Francesca Lanciano

FOOTBALL AMERICANO

SALTO TRIPLO

La società leccese valuterà la condizione fisica della prima squadra

La giovane campionessa sta bruciando le tappe a suon di successi

IN BREVE

Sono in tanti coloro che non vo-gliono arrendersi alle semprepiù precarie condizioni dei cam-petti. Su quel manto di erbettaspelacchiata tanta gente ha vi-sto realizzare i propri sogni,magari anche solo vincendo uncampionato di terza categoria.Altri si sono disperati per nonaver raggiunto il proprio obiet-tivo. Certo è che quei campettihanno un’anima: quella dei ra-gazzi che inseguono il palloneper sentirsi, proprio là, a pochimetri dallo stadio vero, quasi deiveri calciatori. Ecco perché oggifa male vederli declassati dafucina di talenti a campetti di pe-riferia abbandonati.

Campettidell’antistadio, dovesi coltivavano i sogni

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15 28 gennaio 2012

STORIE DELL’ALTRA LECCEINTERVISTA

L’impegno quotidiano al servizio dei meno fortunati nella testimonianza di don Attilio Mesagne, parrocodella chiesa di San Giovanni Battista e direttore della Caritas Diocesana di Lecce

“Aiutiamo chi ne ha bisogno intutti gli aspetti della vita, ma laCaritas non è un self-service”. Don AttilioMesagne è il parrocodella chiesa di SanGiovanni Battista, nelcuore della ex 167/b,direttore della CaritasDiocesana leccese edell’Ufficio Migran-tes. Ci racconta la vitadei centri, dove “si in-contra il mondo intero, in nomedella carità ma anche dellafede”. Don Attilio, la Caritas af-fronta le situazioni di bi-sogno che spesso riguar-dano immigrati o categoriea rischio emarginazione.Quest’anno però le fami-glie leccesi che si sono ri-volte a voi sono state 1500,come affrontate la richiestacrescente di aiuto? Il bilancio dell’ultimo anno è sta-to drammatico in tutta Italia, neinostri centri si lavora sodo perdare risposte a tutte le esigenze,che non sono solo contingenticome quella di un pasto o di unluogo in cui dormire ma a vol-te abbracciano una serie di ne-cessità che vanno dalla salute al-l’assistenza psicologica, ecc. Maicome in questo periodo le per-sone che si sono rivolte a noisono state una mescolanza di et-nie e cittadinanze, compresaquella italiana. Basti pensare chenel nostro nuovo centro not-turno gli ospiti italiani sono almomento 3 su 20. Quanti siete a lavorare neicentri Caritas leccesi? Io dirigo sia la Caritas che l’Uf-ficio Migrantes, che lavoranofianco a fianco. I volontari sonocirca un centinaio e si può direche coprano ogni settore che lorichieda. Ci sono ben cinque

mense, allestite in altrettanteparrocchie, che funzionano digiorno o di sera, una nei festivi.Poi c’è il nuovo centro di acco-glienza notturna “Emmaus”,presso Santa Maria dell’Idria,che abbiamo inaugurato a set-tembre, con a disposizione unaventina di posti letto per soli uo-mini”. Ci sono sportelli sanita-ri e legali presso la sede del-l’Ufficio Migrantes in piazzettaBottazzi e nel centro di raccol-ta Caritas in vico dei Sotterranei.Il servizio legale è fondamentaleper chi non ha un domicilio,perché fornisce la residenzaanagrafica a chi non è censito,permettendogli di avere un do-cumento d’identità. C’è il con-sultorio “Famiglia” e il Centro diSostegno alla Vita di via Liber-tini, con all’interno anche me-dici psicologi. Si tratta di un nu-mero di attività considerevoliche sono possibili solo con l’im-pegno dei religiosi e dei volon-

tari, che per fortuna non man-cano.Presto avrete un centroche unificherà i servizi inuna sola struttura.Sì, entro questa primavera opoco più tardi dovremmo inau-gurare la nuova “Casa della ca-rità”, fortemente voluta dal Ve-scovo. Si tratta di una strutturadi oltre 700 metri quadri che, ol-tre ai servizi, potrà ospitare an-che le donne e, speriamo, i nu-clei familiari che oggi devono ar-rangiarsi restando separati. Chi si rivolge a voi?Chiunque abbia bisogno di aiu-to. Famiglie che hanno difficol-tà a pagare l’affitto o il medico,persone con problemi di alcoli-smo, che si rivolgono al centrodelle suore vincenziane dovesi tengono delle riunioni setti-manali. E tanti altri che per unperiodo della vita oppure damolto tempo affrontano unasituazione di disagio.

Tra loro ci sono anche nu-merosi migranti.Sì, spesso con storie molto dif-ficili alle spalle. Pensate chenel nostro centro c’è un uomoafgano la cui casa è stata di-strutta dai bombardamentiamericani, che ha i due figliospiti di un centro a Casarano ela moglie ad Atene. E situazio-ni come questa e anche peggio-ri ne incontriamo tutti i giorni.Cosa fate in questi casi? Offriamo un tetto, cure e assi-stenza, organizziamo corsi di al-fabetizzazione informatica e dilingua italiana. Ma offriamoanche una solida vicinanza pa-storale. Pensate che nella cap-pella di piazzetta Bottazzi vienecelebrata ogni domenica unamessa per tutte le etnie di reli-gione cattolica che abitano nel-la nostra città. Non trascurate nessunaspetto, insomma, com-preso quello spirituale?

Soprattutto quello spirituale.La pancia è importante come lospirito. Noi facciamo del nostromeglio per dare il nostro aiutoa chi ne ha bisogno, senza faredistinzioni di censo, cultura ocolore della pelle. In cambiochiediamo solo che ci sia unoscambio.In che senso?La Caritas diocesana non è unastazione di servizio o un super-mercato, resta un organismopastorale che intende organiz-zare sul territorio la testimo-nianza della carità e dell’amoredi Dio. E’ in quest’ottica che ven-gono erogati i servizi, intesicome percorsi di autentica for-mazione che facciano passarechi li riceve da oggetto a soggettodella carità. La persona che habisogno di aiuto non è un con-tenitore vuoto, da e prende allostesso tempo, porta qui le sueesperienze e la sua cultura. Ci ar-ricchisce.

Caritas, la “politica del fare”Anno I - n. 1Reg. Trib. Lecce n. 3 del 24.01.2012

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