FREE Lecce n. 18 del 26.05.2012

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A distanza di secoli, le nuove rotte degli schia- vi e dello sfruttamento della manodopera afri- cana sembrarono condurre fino nel Salento, passando per Rosarno e la Sicilia. È questa la triste realtà emersa dall’operazione Sabr, con- dotta dai carabinieri del Ros, che ha delinea- to la struttura piramidale di un’organizzazio- ne criminale transnazionale, dedita al favo- reggiamento dell'ingresso di clandestini nel ter- ritorio italiano, per la maggior parte tunisini e ghanesi, destinati a essere sfruttati nella rac- colta di angurie e di pomodori. Lecce Jazz Festival, il jazz salentino fa sistema Benvenuti al Sud EDITORIALE di Aelle Da sabato 26 a lunedì 28 maggio, la prima edizione del festival organizzato da J.a.s.s.- Le Caveau, nuova associazione che riunisce 60 jazzisti attivi sul territorio 26 maggio 2012 Settimanale gratuito - Anno I - Numero 18 Licenziato un cameraman di Canale 8. Aveva denunciato di non essere pagato da mesi. A più riprese Ci sono voluti anni perché la giu- stizia fermasse gli aguzzini dei braccianti immigrati finiti nelle campagne di Puglia, Sicilia e Calabria a raccogliere pomodori o angurie sotto il sole per pochi spiccioli al giorno. E prima an- cora c'erano voluti anni perché la società si accorgesse della loro condizione di schiavitù, prigionieri di luoghi miserabili, pagati quasi nulla e tenuti sot- to scacco dalla fatica. Sulla loro povertà si era formata una vera e propria impresa, un franchising del caporalato che operava sotto gli occhi di tutti e che ha applicato a questi giovani uomini uno schema simile a quello della tratta, reclutan- doli nei loro Paesi con la pro- messa di un lavoro per poi ri- durli in schiavitù nelle campa- gne del Mezzogiorno italiano, da cui i contadini sono fuggiti da de- cenni. L'allarme sul caporalato era stato lanciato più volte dagli osservatori attenti, con inchie- ste e video di denuncia databi- li a oltre dieci anni fa, ma ci sono voluti altri anni perché i fatti ve- nissero davvero a galla, spin- gendo l'opinione pubblica e la politica a interrogarsi. Un tem- po infinito per chi lo passa sen- za una goccia d'acqua a piegarsi mille volte sotto il sole estivo. Alla fine sono stati loro stessi a fare il passo decisivo, lascian- dosi guidare da chi aveva i mez- zi culturali per ribellarsi, come lo studente di ingegneria Yvan Sagnet, camerunense diviso tra il politecnico di Milano e il la- voro nei campi del sud Italia, che la scorsa estate passò dalla Masseria Boncuri di Nardò di- ventando il simbolo della rivol- ta contro i caporali. Dalle tv lo- cali al palco della Notte della Taranta fino al programma di Saviano e Fazio qualche giorno fa, Sagnet ha deciso di raccon- tare quanta durezza può na- scondersi dietro un chilo di po- modori freschi. Poi la conferma degli inquirenti, gli arresti e un raggio di luce vera in mezzo a tanto sole accecante. POST IT A Lecce sempre più negozi “chiusi per inventario” Pag. 7 Attualità Brindisi, quel terrore ancora sconosciuto Pag. 5 Attualità Nuovi schiavi, vecchie maniere Stessi metodi della tratta applicata ai lavoratori dei campi. I caporali schiavisti finiscono in carcere e portano finalmente alla luce tutta la verità, non solo su Boncuri

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Settimanale d'informazione di Lecce

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A distanza di secoli, le nuove rotte degli schia-vi e dello sfruttamento della manodopera afri-cana sembrarono condurre fino nel Salento,passando per Rosarno e la Sicilia. È questa latriste realtà emersa dall’operazione Sabr, con-dotta dai carabinieri del Ros, che ha delinea-

to la struttura piramidale di un’organizzazio-ne criminale transnazionale, dedita al favo-reggiamento dell'ingresso di clandestini nel ter-ritorio italiano, per la maggior parte tunisini eghanesi, destinati a essere sfruttati nella rac-colta di angurie e di pomodori.

Lecce Jazz Festival, il jazz salentino fa sistema

Benvenuti al SudEDITORIALE

di Aelle

Da sabato 26 a lunedì 28 maggio, la prima edizione del festival organizzato da J.a.s.s.- LeCaveau, nuova associazione che riunisce 60 jazzisti attivi sul territorio

26 maggio 2012Settimanale gratuito - Anno I - Numero 18

Licenziato un cameraman di Canale8. Aveva denunciato di non esserepagato da mesi. A più riprese

Ci sono voluti anni perché la giu-stizia fermasse gli aguzzini deibraccianti immigrati finiti nellecampagne di Puglia, Sicilia eCalabria a raccogliere pomodorio angurie sotto il sole per pochispiccioli al giorno. E prima an-cora c'erano voluti anni perchéla società si accorgesse dellaloro condizione di schiavitù,prigionieri di luoghi miserabili,pagati quasi nulla e tenuti sot-to scacco dalla fatica. Sulla loro povertà si era formatauna vera e propria impresa, unfranchising del caporalato cheoperava sotto gli occhi di tutti eche ha applicato a questi giovaniuomini uno schema simile aquello della tratta, reclutan-doli nei loro Paesi con la pro-messa di un lavoro per poi ri-durli in schiavitù nelle campa-gne del Mezzogiorno italiano, dacui i contadini sono fuggiti da de-cenni. L'allarme sul caporalato erastato lanciato più volte dagliosservatori attenti, con inchie-ste e video di denuncia databi-

li a oltre dieci anni fa, ma ci sonovoluti altri anni perché i fatti ve-nissero davvero a galla, spin-gendo l'opinione pubblica e lapolitica a interrogarsi. Un tem-po infinito per chi lo passa sen-za una goccia d'acqua a piegarsimille volte sotto il sole estivo. Alla fine sono stati loro stessi afare il passo decisivo, lascian-dosi guidare da chi aveva i mez-zi culturali per ribellarsi, comelo studente di ingegneria YvanSagnet, camerunense divisotra il politecnico di Milano e il la-voro nei campi del sud Italia, chela scorsa estate passò dallaMasseria Boncuri di Nardò di-ventando il simbolo della rivol-ta contro i caporali. Dalle tv lo-cali al palco della Notte dellaTaranta fino al programma diSaviano e Fazio qualche giornofa, Sagnet ha deciso di raccon-tare quanta durezza può na-scondersi dietro un chilo di po-modori freschi. Poi la confermadegli inquirenti, gli arresti e unraggio di luce vera in mezzo atanto sole accecante.

POST IT A Leccesempre più negozi“chiusi perinventario”

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Attualità

Brindisi, quel terroreancorasconosciuto

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Attualità

Nuovi schiavi, vecchie maniere Stessi metodi della tratta applicata ai lavoratori dei campi. I caporali schiavisti finiscono in carcere e portanofinalmente alla luce tutta la verità, non solo su Boncuri

Con una buona dose di ottimis-mo, i risultati che la DirezioneDistrettuale Antimafia di Lecceha ottenuto -nell’operazioneconclusa con 16 arresti tra Nar-dò e Rosarno- potrebbero rap-presentare un punto di svoltacruciale. Clandestini ridotti inschiavitù, documenti falsi, as-sociazioni a delinquere: tutti in-gredienti di un sistema ormaivisceralmente corrotto e da sos-tituire al più presto. Quello delcosiddetto “Decreto flussi” -lanormativa che regolarizza l’en-trata degli extracomunitari nelnostro Paese- è, in buona sos-tanza, un muro invalicabile. Al-meno legalmente. Le condizio-ni che la legge richiede ad un im-migrato per poter vivere in Ita-lia nascono da una concezioneintenzionalmente distorta de-lla realtà: residenza, lavoro, red-dito, contratti in regola. Nati come deterrente, questipresupposti si sono presto tras-formati, per centinaia di mi-granti disperati e poverissimi, ne-ll’ostacolo da aggirare, in unmodo o nell’altro. Basti imma-

ginare -ragionando per assurdo-che, se le stesse regole valesseroanche per gli italiani, molti tranoi non sarebbero idonei a ri-siedere nel nostro Paese. Com-preso chi scrive. Arrivare in Ita-lia legalmente, oggi, per un ex-tracomunitario significa aspet-tare la pubblicazione del De-creto flussi e sperare che sia ri-servata una quota di ingressi acittadini del suo Paese; doversperare che in Italia ci sia qual-cuno disposto a fare la chiama-ta nominativa impegnandosi adassumerlo alle proprie dipen-denze ed a fornirgli alloggio;

sperare ed aspettare che questoqualcuno sia abbastanza veloceda effettuare la prenotazioneprima della saturazione dellequote disponibili; che la Ques-tura, dopo le opportune verific-he sulla affidabilità del datore dilavoro e sulle sue risorse econo-miche, conceda il nulla ostaall’ingresso; che la Dpl (DirezioneProvinciale del Lavoro) dopo leopportune verifiche, accerti chenessun residente italiano vogliao possa ricoprire il posto di la-voro destinato allo straniero;che lo Sportello Unico sull’Im-migrazione autorizzi l’ingresso e

trasmetta l’autorizzazione allacompetente autorità diplomati-ca o consolare; recarsi pressol’autorità diplomatica o consolaree richiedere il ritiro dell’autoriz-zazione ed il rilascio del visto diingresso; sottoporsi ai controllidi frontiera per ottenere il tim-bro di ingresso; precipitarsi conil suo datore di lavoro presso loSportello Unico per la sottoscri-zione del contratto di soggiornoe lavoro; richiedere entro 8 gior-ni il permesso di soggiorno. Insomma, ad avere fortuna, tut-to questo si traduce in due annidi lavoro. Il sistema avrebbe do-vuto, come detto, scoraggiare efrenare il flusso; in realtà, ha fi-nito invece per invitare all’ille-galità, con l’aiuto di organizza-zioni criminali composte da im-migrati e italiani. Indebitamen-ti, viaggi clandestini in condizionidisumane, ricatti, schiavitù. Chioggi legge la storia di Nardò e Ro-sarno deve immaginare che,dietro, ci sono centinaia di si-tuazioni analoghe. Frutti di unregime criminogeno.

Andrea Gabellone

2 26 maggio 2012

Attualità

Un tempo erano i bastimenti acondurre gli schiavi dai porti del-l’Africa fino alle piantagioni delnuovo continente. Oggi, a di-stanza di secoli, le nuove rottedegli schiavi e dello sfrutta-mento della manodopera afri-cana sembrarono condurre finonel Salento, passando per Ro-sarno e la Sicilia. Con il trascor-rere dei secoli sono cambiatedunque le vie e le destinazioni diun sistema che ha trasformato ideportati in reclutati. È questa la triste realtà emersadall’operazione Sabr, condottadai carabinieri del Ros, guidatidal colonnello Paolo Vincenzo-ni, e del comando provinciale diLecce, al comando del colonnelloMaurizio Ferla, che ha deli-neato la struttura piramidale diun’organizzazione criminaletransnazionale, dedita al favo-reggiamento dell’ingresso diclandestini nel territorio italia-no, per la maggior parte tunisi-ni e ghanesi, destinati a esseresfruttati nella raccolta di angu-rie e di pomodori. Il vertice di quella piramide era-no i datori di lavoro salentini, cuisi affiancavano caporali, cas-sieri e capisquadra. I datori di la-voro sono gli imprenditori eproprietari terrieri: i neretiniMarcello Corvo, Bruno Filieri,

Livio Mandolfo, Salvatore Pano,Corrado Manfredi, e GiuseppeMariano (detto “Pippi”) di Scor-rano; Giovanni Petrelli, di Car-miano. Pantaleo Latino (detto“Pantalucci”) sarebbe stato ilreferente per tutti, costante-mente in contatto con il reclu-tatore Saber Ben Mahmoud Je-lassi. A lui si sarebbero rivolti glialtri imprenditori in cerca diuomini da utilizzare come bestienei campi. Le indagini hanno dimostratoche, già dal 2008, Latino, “co-stantemente in contatto” con icaporali, forniva anche i “localifatiscenti in cui erano alloggia-ti gli extracomunitari utilizzatisui campi”. Ironia della sorte, erastato proprio lui, un anno fa, aguidare la protesta dei produt-tori leccesi contro le importa-zioni dalla Grecia e dalla Spagna,ciò che avrebbe fatto crollare levendite al Nord e dunque laproduzione, scatenando la ri-volta dei migranti. Ventidue lemisure cautelari emesse dal gipdi Lecce Carlo Cazzella, su ri-chiesta della Direzione Distret-tuale Antimafia, in particolaredel procuratore Cataldo Mot-ta e del sostituto Elsa ValeriaMignone. Otto quelle eseguitenella provincia di Lecce, mentreil resto dei provvedimenti è sta-

to operato nelle province diBari, Pisa, Caserta, Reggio Ca-labria, Palermo, Agrigento, Si-racusa e Ragusa. Sei le personeancora ricercate. I capi d’impu-tazione, che vanno dall’associa-zione per delinquere alla ridu-zione o mantenimento in schia-vitù o in servitù, all’interme-diazione illecita e sfruttamentodel lavoro, estorsione e falso,

comprendono anche la tratta dipersone. Le indagini, iniziate nel genna-io del 2009, sono proseguitefino a ottobre scorso. Determi-nati, sono state le dichiarazionidi alcune vittime, coraggiosenel denunciare le condizioni divita disumane cui erano stati sot-toposti nelle campagne di Nar-dò. “Le loro parole hanno fatto

da apripista”, ha affermato ilprocuratore Motta, che ha sot-tolineato come l’operazione“Sabr” abbia fatto emergere unoscenario di sfruttamento e bru-talità che riporta indietro a unpassato lontano. “Il termineschiavo è in apparente conflittocon l’attualità, indice di una si-tuazione intollerabile”.

Andrea Morrone

Nuovi schiavi, vecchie maniere Stessi metodi della tratta applicata ai lavoratori dei campi. I caporali schiavisti finiscono in carcere e portano finalmente alla luce tutta la verità, non solo su Boncuri

I lavoratori stranieri eranoimpiegati nei campi di rac-colta a condizioni inuma-ne, al limite della soppor-tazione psico-fisica, e re-munerati con paghe al disotto della soglia di po-vertà, con una paga cheoscillava tra i 22 e i 25 euroal giorno, con un orariogiornaliero di lavoro di10-12 ore. Una parte con-sistente del salario, inoltre,andava al caporale e al-l'intermediatore, il restoera destinato alle speseper la sopravvivenza. I clandestini venivano so-litamente imbarcati dalporto tunisino di Halk ElWede, dopo un lungo viag-gio della speranza, appro-davano in Sicilia, da doveraggiungevano la Calabriae, infine, il Salento. Qui di-ventavano dell’organizza-zione. Dalle intercettazio-ni telefoniche emergonochiaramente le condizionilavorative disumane a cuierano costretti gli immi-grati. “Ora quelli te li sfian-co fino a questa sera...”,dice un caporale. “Solisono stati! Morti di sonno,di fame e de... de sete...”, silegge ancora nelle cartedell’inchiesta, “E quelli vo-levano pure bere e nonc'era nessuno che gli daval'acqua...”, ribatte sogghi-gnando un capo squadra.

(a.m.)

“Volevanopure bere”

La beffa della legalitàÈ del 1996 la prima indagine sui lavoratori stagionali e ca-poralato nel Salento. Curata dall’Osservatorio Provincialesull’Immigrazione (ex OPI adesso ICISMI), puntava i ri-flettori su un fenomeno che ogni estate, fin dagli anni ‘80,modificava strutturalmente il tessuto sociale del neretino.La ricerca sociologica, che utilizzava il metodo della ri-cerca/azione -ovvero con dei ricercatori stabilmente sulposto- mise in luce da una parte le dinamiche tra autoc-toni e migranti e l’impreparazione delle Istituzioni, dal-l’altra lo sfruttamento e il fenomeno del caporalato, finoad allora pressoché sconosciuto. Gli esiti di quella ricercasono rintracciabili nella pubblicazione collettanea, Tran-siti e approdi. Studi e ricerche sull’universo migratorionel Salento, a cura di Luigi Perrone, Franco Angeli edi-tore, e in un documentario Sargeniscu (anguria) di FluidVideo Crew, regia di Davide Barletti. Nel 2006 era stato il cortometraggio Vita da pomodoro,diretto da Daniela Recchia e premiato al festival Ci-nema&Lavoro di Terni, a raccontare lo sfruttamento dellavoro dei clandestini nelle campagne del foggiano.Un’opera che raccontava la grave crisi del mercato del po-modoro in Puglia e lo sfruttamento selvaggio di immigratipolacchi da parte di due “caporali” durante la raccolta delpomodoro. Il tutto visto attraverso gli “occhi” di un po-modoro stesso. Nel 2008 è stata invece l’inchiesta del ma-gazine di Telerama “L’Indiano” dal titolo “La faccia neradell’anguria”, a riportare alla luce il problema nei campineretini. All’autore del servizio, Danilo Lupo, è andatoanche il primo premio del concorso giornalistico “Mauri-zio Rampino”.

Le inchieste su caporalato pugliese

3 26 maggio 2012

Attualità

“Giù le mani dai nostri bam-bini!”. La comunità migranteè scesa in piazza. Lo ha fattocon discrezione, senza clamo-re -il momento richiede tatto-ma non per questo con menoforza. Ad organizzare ci hapensato una energica DaisyAdasha (nella foto in alto),dell’associazione cubana JoséMarti, mediatrice culturale, aLecce da anni e anni. Il suo -ilnostro, precisa- è un gridod’allarme. “Qui succede ciòche mai dovrebbe accadere,ovvero che si tolgono i figli aduna brava madre solo perchécolpevole del ‘reato’ di pover-tà!”. Il riferimento è all’ennesimoepisodio che vede al centro diuna contesa tra coniugi, i figli.È il caso di Rosanelli SandyPerez (nella foto in basso),Rosa per gli amici, cubana di34 anni, che un giorno si è vi-sta mettere in discussione lasua capacità di badare ai suoibambini. “Ciò che colpisce inquesta storia, ciò che la diffe-renzia da tante altre, è chenon esiste a carico della don-na nessuna accusa di maltrat-tamenti o di abbandono -spie-ga Daisy-. Sono solo in corsodegli accertamenti, come daprassi. I bambini con la mam-

ma ci stanno bene, sono cura-ti, coccolati, puliti, vanno ascuola regolarmente. Solo che,come tantissime altre famiglie,sono in difficoltà economiche.Vi sembra un buon motivoper allontanare i bambini dal-la mamma?”. Rosa non ha un lavoro. Vive aLequile con l’assegno del ma-rito e gli aiuti della sua comu-nità, ma per i servizi socialinon è abbastanza. Dal Tribu-nale dei minori è infatti arri-vata l’ordinanza che, a partire

dallo scorso 15 maggio, pre-scrive l’affido dei bambini nel-le ore pomeridiane ad un isti-tuto. Ma mamma Rosa non hala benché minima intenzionedi lasciare andare i suoi piccoli.E, da vera leonessa, ha impe-dito a chiunque di avvicinarli. Al momento tutto è fermo.L’avvocato della donna, An-nagrazia Maraschio, ha pre-sentato una domanda di revi-sione del provvedimento. Nelfrattempo Rosa ha chiesto aiu-to anche al Presidente della

Repubblica e al Prefetto, ed hainoltre sporto denuncia control’assistente sociale responsa-bile del caso. “I bambini non sitoccano -ribadisce Daisy-! sequalcuno pensa di darli inadozione sbaglia davvero. Fa-remo tutto ciò che è necessa-rio per impedirlo, anche ri-volgerci all’ambasciata cuba-na!”.

Melissa Perrone

Una mamma lotta per il suo diritto a tenere con sé i figli

Ma sarebbe poi possibile negare la po-destà genitoriale per disagiate con-dizioni economiche? Lo abbiamochiesto a chi con questa tematica siconfronta ogni giorno: a RosyD’Agata, responsabile dello sportelloservizi immigrazione Salento dellaProvincia di Lecce, e a DonatellaTanzariello, consulente legale delCir (Consiglio Italiano Rifugiati). Larisposta, da entrambe, è un deciso

“no”. “Anche quando si è di fronte acondizioni di assoluta povertà -spie-ga Donatella Tanzariello-, la tenden-za è sempre a salvaguardare il nucleofamiliare, intervenendo piuttosto construmenti di supporto. Le motiva-zione alla base di ogni provvedimen-to di allontanamento sono sempre piùcomplesse di quanto appaia. Nonconosco il caso specifico, in cui ol-tretutto si dispone esclusivamente un

affidamento diurno ad una struttura,bisognerebbe comunque vederci piùchiaro. Ho fiducia nel Tribunale deiminori -continua- che oltretutto si èsempre dimostrato disponibile a mo-dificare le proprie disposizioni incaso di migliorate condizioni”. “In questi anni -racconta Rosy D’Aga-ta- anche quando vi sono stati prov-vedimenti di allontanamento, il Tri-bunale e i Servizi sociali hanno sem-

pre optato per una destinazione co-mune di madri e figli. Tante volte hovisto le madri scegliere di sacrificar-si, lasciando la propria casa, pur di se-guire i figli nelle case-famiglia. In ognicaso, se esiste una situazione di di-sagio economico, il Comune di resi-denza e i servizi sociali, là dove nonvi siano situazioni limite, dovrebbe-ro fornire piuttosto alle madri formedi sostegno economico”. (m.p.)

“Sì al sostegno, no all'allontanamento”

Colpevole di povertà

Anche dal Cir e dal servizio immigrazione della Provincia le esperte dicono no all'allontanamento dalla madre

4 26 maggio 2012

5 26 maggio 2012

Attualità

Foto e didascalie, per fermareil tempo. Giorno e ora X, ra-diografia di uno dei frammen-ti peggiori di questo millennioiniziato a tentoni. E di fram-menti ce n’erano parecchi, quelgiorno a Brindisi. Di fronte al-l’istituto professionale “Mor-villo-Falcone”, a un tiro dischioppo dal tribunale. E anchepiù lontano, fino a 300 metri epassa. Schizzi disegnati e spar-si dall’esplosione sorda di trebombole. 15kg in tutto di Gpl,inneschi ad arte. Il tutto na-scosto dietro un cassonetto diplastica blu che prima nonc’era.Alle 7.45 arriva la corriera daMesagne, carica di studentesseche frequentano quella scuola.Scendono, chiacchierano, sbir-ciano i cellulari. Melissa Bassi,16 anni, viene sbalzata dall’al-tro lato della strada. Sirene,barelle, forze dell’ordine, dolo-re, vite da salvare. Tranne quel-la di Melissa, svanita, alle 9.15.Papà Massimo urla in ospeda-le. Sua moglie Rita non riusci-rà nemmeno a presenziare alleesequie della sua bambina, duegiorni dopo. L’onda d’urto del-la deflagrazione fa danni den-tro e fuori le case, diventa muc-chio di parole spezzate che sipropagano in città e fuori. E lo strazio non è finito. Quel-lo scoppio senza rivendicazio-

ni ha sfregiato Veronica e Va-nessa Capodieci, sorelle di 16 e19 anni. Gravi Selene Greco,amica del cuore di Melissa, te-stimone di quei momenti ter-ribili, Azzurra Camarda, Vitto-ria Ribezzo, Alessandra Gi-gliola, Nicoletta Missere. Dopo l’inferno il caos delle ipo-tesi investigative. Tre: ritornodel terrorismo degli anni dipiombo, rigurgito di violenzadella Scu di fresco smembrata,gesto folle. Terroristico rimanecomunque l’aggettivo calzante,a prescindere dalla matrice. Il

Procuratore antimafia CataldoMotta lo sottolinea.Indagini senza sosta, l’Italiaintera solidale organizza sit-ine cortei, piazza Vittoria a Brin-disi accoglie studenti terroriz-zati, politici, persone semplici.Il no alla violenza e alla pauradiventa dignità e forza. La Scunon ci sta. Mai usati metodi si-mili, mai colpiti donne e ra-gazzi. Nessuna rivendicazione, neigiorni a seguire, da parte deigruppi noti della lotta armata. Meno di 24 ore dopo o scem-

pio, è svolta. Pare. Le teleca-mere di un chioschetto ripren-dono un uomo. Diversi i fer-mati, un ex militare, due fratellie altre persone. Si diffondononomi e identikit, tutti voglionoil responsabile. Tanta frettache tra sete di scoop e necessi-tà di chiarezza, nomi e cogno-mi finiscono su alcune testate ela folla pensa al linciaggio. Epersone innocenti finisconocon avere paura. Troppe vitti-me, in questa assurda storia cheha tolto il fiato al Paese.

Fabiana Pacella

Uno striscione accoglie chientra con lo slogan “La scuo-la è un’esplosione di cultura enon di morte” (nella foto);più in là un altro, ancor piùgrande, recita “Mafia o non

mafia è sempre uno schifo”. Lascuola media “Quinto Ennio”di Lecce manifesta così il suosdegno per quanto accaduto aBrindisi. Ha scelto di scende-re in piazza, in una domenica

diventata improvvisamentediversa dal solito, di aprire lascuola, per raccogliere le ideee le persone intorno ad unurlato bisogno di giustizia. Il lunedì le aule sono di nuo-

vo pullulanti di vitae rumore. Tuttocome sempre, senon fosse per quel-la sensazione di in-quietudine che sisente a pelle. Ladirigente, Addolo-rata Cosi, fa la suacomparsa tra i cor-ridoi, ha in manola circolare del mi-nistro Profumos u l l ’ a c c a d u t o .Sembra che i ra-gazzi la guardinodiversamente, for-se hanno ancoranegli occhi l’im-magine del giornoprecedente quan-

do, in piazza Sant’Oronzo, convoce rotta ricordava la giova-ne Melissa Bassi.Oggi è un giorno speciale.Oggi la letteratura lascia ilposto alla riflessione: il temaè la legalità, il sottotesto è lapaura. Cresciuti troppo in fret-ta, i ragazzi della II B, ciascu-no nel proprio banco, hannofacce accigliate e sguardi at-tenti. Serpeggia l’ansia tra lescarpe da ginnastica ultimogrido, tra gli zaini afflosciatiper terra. Domina gli occhigrandi da bambini cresciuti diPietro, Danilo, Francesca, Car-lo, Alessandra, Giacomo, En-rica, Ernesto, Tato, Carlos. Lascuola -quella dei compiti, leinterrogazioni, i primi amori ele prime baruffe- diventa d’im-provviso il luogo della rifles-sione sul mondo e sull’esi-stenza. Tutti ovviamente san-no tutto. Le tv hanno sparatoore e ore di cruente dirette.Ognuno di loro conosce anchetroppi particolari di quanto av-venuto e, da improvvisatiesperti in stile CSI, in molti siavventurano in ipotesi. Il momento in cui hanno ri-cevuto la notizia è impresso in-delebilmente nella loro me-moria e adesso snocciolano

dettagliati racconti del come equando. “Sono tornata dascuola e ho saputo -raccontaPaola-. La prima cosa che mié venuta in mente è che as-surdo uscire di casa e nontornare più”. “Ero a Milanoper le olimpiadi della mate-matica -racconta Danilo-, ap-pena l’ho saputo ho sentito ilbisogno di chiamare mia ma-dre”. “Quando sono arrivato ascuola ho avuto la tentazionedi non entrare”, ammette Wil-liam. La situazione non è mol-to diversa in I H. Anche qui, i

giovani cittadini di domani, di-mostrano molta più maturitàdi quanto ci si aspetterebbe.“Che schifo!“, dice Francesco.“Ma non dobbiamo cederealla paura”, dice Benedetta inun moto d’orgoglio. Tutti vorrebbero dire qualco-sa. Tutti, soprattutto, vorreb-bero risposte. Perché? È scrit-to sulla lavagna a grandi let-tere. Una domanda a cui an-che l’insegnante, Rosy DelleRose, questa volta non sa ri-spondere.

Melissa Perrone

Brindisi, 19 maggio 2012, ore 7.45. Una di quelle date che finiscono sui libri di storia

Nelle mappe antiche Mesa-gne ha la forma di un cuo-re, pronto a racchiudere letracce di civiltà passatecome quella messapica ebizantina. Un cuore che neigiorni scorsi si è stretto at-torno a Melissa Bassi, la16enne che ha perso la vitanell’attentato compiuto al-l’Istituto Professionale“Morvillo Falcone” di Brin-disi. Da Mesagne partivaogni giorno Melissa per rag-giungere la scuola, lei chesognava di diventare stilista. Una cittadina tranquilla,terra di mezzo sulla via Ap-pia che univa Oria al portodi Brindisi e che solo a par-tire dagli anni ‘80 divennela “Corleone di Puglia”, cit-tà natale di Pino Rogoli,storico fondatore della Sa-cra Corona Unita, travoltada un vortice di violenzache sembrava dovesse in-ghiottirla. Nel centro stori-co, a pochi passi da piazzaIV novembre e dalla celebrePorta Grande, si trova oggila cooperativa Terre di Pu-glia, una delle concessio-narie del marchio e del si-stema Libera Terra. Un pro-getto importante, volto asancire la presenza della le-galità in una terra per mol-ti anni simbolo di crimineorganizzato e diritti violati,che offre non solo una con-

creta opportunità di riscat-to, ma anche di responsa-bilizzazione per un’interacomunità. Paura e legalità si incrocia-no durante tutta questa tra-gica storia, in cui i fatti, ipersonaggi e le circostanzesi rincorrono come nellapiù classica delle tragediegreche, ricordando che ilmale esiste e spesso ci siedeaccanto. Lo stesso male cuisi contrappone il volto di unuomo, quello del procura-tore Cataldo Motta, unavita spesa a combattere lamafia e la Scu, cui al termi-ne di una querelle tra leProcure di Brindisi e Lecce,è stata affidata l’indaginesull’attentato. Forse unadelle più complesse dellasua carriera da magistrato.Le indagini proseguono ser-rate e incessanti. Nella città dove un tempo fi-niva la via Appia sono giun-ti i migliori investigatoriper identificare il respon-sabile, ma anche i possibilicomplici della strage. Ogniindizio, ogni testimonianza,ogni dettaglio e ogni circo-stanza sono passate al se-taccio dagli inquirenti, allaricerca di una pista utile acondurre all’autore o agliautori di un attentato tantotragico quanto anomalo.

Andrea Morrone

Una lotta antica La morte di Melissa Bassi ha scossoMesagne, dove il bene e il maletornano a scontrarsi. Ma questa voltala mafia non c'entra

A scuola di coraggio

Quel terrore ancora sconosciuto

Parlano i ragazzi del “Quinto Ennio” di Lecce: "Non ci lasceremo intimidire"

6 26 maggio 2012

Politica

Tra lunedì e martedì prossimoPaolo Perrone convocherà ilprimo incontro ufficiale con ipartiti della coalizione che lohanno portato alla vittoria. Alritorno dalle vacanze in Croa-zia, il primo cittadino è pron-to a mettere mano all’esecuti-vo che dovrà comporre in tem-pi decisamente brevi, vistoche da approvare entro finegiugno c’è il bilancio di previ-sione dell’ente. Nei giorni scor-si, infatti, dopo avere incon-

trato i suoi fedelissimi, Perro-ne ha iniziato una serie di in-contri informali per tastaregli umori della coalizione, co-glierne istanze e criticità, po-sto che in questa seconda ele-zione i numeri danno al sin-daco la possibilità di compie-re scelte più spedite in meritoall’esecutivo. Una squadra segnata dalla pe-nuria di poltrone, solo nove afronte di almeno dieci atten-denti, e dall’assenza di donne

elette, che assotti-gliano ancora dipiù i posti a dispo-sizione. Al Pdl toc-cheranno quattropostazioni, che ve-dono in ballo At-tilio Monosi,quasi certamentedestinato a bissareal Bilancio, e Gae-tano Messuti,che potrebbe pro-seguire l’impegnoai Lavori Pubblici.Damiano D’Au-tilia andrebbe al-l’Urbanistica al po-sto di SeveroMartini, che po-trebbe trasferirsiin Provincia al po-sto di Gianni Ste-

fàno, che intanto è stato elet-to sindaco. A Gigi Coclite(oppure Pierpaolo Signore)sarebbe destinata la guida del-l’Assessorato al Turismo. Le li-ste collegate vedono poi Pao-lo Cairo e Andrea Guidoche potrebbero prendere l’Am-biente e l’Annona. Luca Pa-squalini potrebbe lasciare ilposto a Giordana Guerrie-ri, risolvendo il problema del-le quote rosa, mentre gli alleativedranno certamente in Giun-ta Alessandro Delli Noci(Fli), probabilmente alle Poli-tiche giovanili, più LucianoBattista (Io Sud) e AlfredoPagliaro (Movimento Regio-ne Salento). Per quest’ultimo,

che ha registrato il risultato piùcontenuto alle comunali, siipotizza che vi sia a disposi-zione solo la postazione dapresidente del Consiglio, ma ilmovimento di Pagliaro sembradeciso a rivendicare il propriopeso nella decisione di corre-re alle primarie. In ballo poi c’è la poltrona divicesindaco che, come da ac-cordo preelettorale, spette-rebbe agli alleati. In questocaso la scelta è ad alto rischiodi incidente diplomatico. Peruna questione numerica il po-sto spetterebbe infatti a IoSud ma è decisamente impro-babile che Perrone replichi lostesso schema del passato.

Il dopo ballottaggi del Pd portacon sé alcune decisioni fonda-mentali per il partito che nonpuò più rimandare leccese ri-masto senza segretario dopo ledimissioni di Fabrizio Marra(scelta seguita a pochi giorni an-che dal segretario gallipolino).Nel capoluogo, però, la scelta dichi reggerà il partito fino alprossimo congresso rischia dicreare altre crepe. La segreteriaprovinciale sarebbe infatti decisaad affidare la segreteria lecceseal consigliere provinciale Al-fonso Rampino. Il gruppo dirigente leccese peròsarebbe pronto ad alzare le bar-ricate. E la stessa LoredanaCapone, capo dell’opposizionein pectore a Palazzo Carafa, aquanto pare non vedrebbe af-fatto di buon occhio l’idea di uncommissario che arrivi da fuo-

ri a dettare legge nel Pd leccesee opterebbe per una reggenza digruppo che coinvolga esponen-ti del Pd sinora rimasti in om-bra, magari anche delle newentry. Ecco perché la segreteriaprovinciale sembrerebbe deci-sa a trovare la soluzione di com-

promesso, affiancando al com-missario esterno una vera epropria commissione, selezio-nata tra coloro che si sono im-pegnati nel partito e ne cono-scono le dinamiche cittadine. Ma il nodo leccese resta com-plicato anche a Palazzo Carafa,

dove l’opposizione dovrà com-pattarsi attorno ad un leader eLoredana Capone si trova di fat-to in una posizione delicata,essendo la vicepresidente dellaRegione. Per questo qualcunoipotizza che a guidare la squa-dra potrebbe essere Carlo Sal-vemini, il più suffragato dopola Capone. Il quadro ovvia-mente dovrà tenere contro deinumeri. Da una parte Salvemini ha in-fatti portato a casa quasi 2milapreferenze, dall’altra, la sua li-sta, Lecce Bene Comune, haeletto solo due consiglieri, con-tro i quattro del Pd che potreb-be quindi non essere disposto ariconoscerlo come guida. Come se non bastasse, nono-stante la buona performance diSalvemini, nella caccia ai moti-vi della disfatta, il Pd ha indicatoapertamente lo “scarso contri-buto dato dai partiti del listone”come uno dei punti su cui ri-flettere. Dato a cui vanno ag-giunte le accuse postume sulnon allargamento della coali-zione, che più di un esponentedel Pd ha attribuito alla “cultu-ra minoritaria dei partiti a sini-stra”. Le basi per la convivenzainsomma vanno costruite concura.

Il sindaco è pronto a incontrare gli alleati per affrontare il nodo della Giunta. Perrone ha poco tempo a disposizione per decidere e intanto tasta il polso degli alleati

Il commissariamento leccese rischia di creare altre frizioni nel Pd,uscito diviso dal voto nel capoluogo. Intanto a Palazzo Carafa prendesempre più corpo l'idea di Salvemini come leader dell'opposizione

Pd: commissario cercasi

Giunta, Perrone alle prese con gli alleati

Dopo le elezioni è arrivato il momento di fare la Giuntaperronea. Il sindaco ha ben presente le Scritture:“Molti i pretendenti, ma soltanto pochi saranno glieletti”. Per questo motivo il primo cittadino, dopo averconsultato il suo staff nel corso di una riunione segre-tissima alle Canarie (o era la Costa Azzurra?), è inten-zionato a promuovere un più moderno metodo diselezione. Sul tavolo varie le ipotesi:- Sistema Grande Fratello. Si richiudono per tremesi i componenti di Grande Sud, Io Sud e di tutti iSud che si trovano in giro assieme ai mantovaniani nelmercato di Settelacquare. Poi si fanno entrare i com-mercianti. A quel punto scatta l’obbligo per i politicidi aprire un’attività. Si riprende tutto e alla fine si vedechi rimane vivo. Chi riesce ad avere un fatturato degnodella Social Card è ammesso in Giunta. - Sistema Isola dei famosi. Si trasferiscono i piùsuffragati in un luogo impervio, dimenticato da Dio edagli uomini. In una parola: Casalabate. I concorrentipotranno portare con loro soltanto una cosa: GiuseppeRipa ha chiesto il dvd di Mine vaganti, mentre AttilioMonosi ha deciso di conservare il Monociglio (da quiil nome di battaglia di Attilio Monocigliosi). France-sca Mariano avrà la possibilità di portarsi dietro l’iconadell’Adriana da mettere sotto il cuscino. Le elimina-zioni si faranno sul filobus. - Sistema Omen nomen. In maniera antipositivi-sta il sindaco potrà assegnare le deleghe in base ad uncriterio poco scientifico: quello anagrafico. Chiunquedimostri di avere un futuro radioso già scritto nel pro-prio nome avrà accesso alle poltrone. Ad esempio: Lu-ciano Battista, delega alla Comunicazione e alleprofezie; Paolo Cairo, delega ai rapporti con le Comu-nità islamiche; Andrea Guido, delega ai trasporti; Se-vero Martini, delega al controllo rigoroso dellesomministrazioni dei barman; Angelo Tondo, delegaai rondò e al soprannaturale. - Sistema Pd. I pretendenti ad un posto in Giuntavengono selezionati in base alla loro assoluta inade-guatezza. C’è il rischio però che il modello da cui si at-tinge sia insuperabile.

Paolo Pagliaro Adriana Poli Bortone

Paolo Perrone

7 26 maggio 2012

Attualità

Per tre giorni i 4mila metriquadri quadrati saranno de-dicati alle associazioni, alleimprese, alle giovani idee cheanimano il programma regio-nale per le politiche giovanili.Centinaia di progetti sarannomessi in mostra alla quintaedizione del Bollenti SpiritiCamp che si terrà negli spazidelle Manifatture Knos a Lec-ce dal 31 maggio al 2 giugno. Tra Principi Attivi e Labora-tori Urbani. Parteciperannoanche artisti prodotti da Pu-glia Sound e aziende innova-tive di tutti i settori. Le Manifatture, capannoneindustriale recuperato di unavecchia scuola per metalmec-canici in via Frigole, sarannosuddivise in aree che ospite-ranno i banconi dei progetti,i palchi per le presentazioni, lesale attrezzate. Nel dettaglio cisaranno sale con impiantoaudio e video, pc e internet(Camp a tema), un Mercatodelle idee con circa 80 banchida lavoro su cui saranno espo-sti prodotti e materiali, un

palco centrale per i bandi e leopportunità (Spazio Arena),cinema, teatro, bar, mensa euno spazio esterno per glispettacoli.Il Bs Camp non sarà solo unafesta: nel corso delle giornatesarà presentato il nuovo ban-do Principi Attivi 2012, inconcomitanza con la pubbli-cazione prevista per i primi digiugno. Dopo i due bandi del2008 e del 2010, la regionetorna a finanziare fino a unmassimo di 160 progetti ela-borati da pugliesi di età com-presa tra 18 e 32 anni. Dispo-nibili in totale 4 milioni dieuro. Nella tre giorni saràpresentata anche la gradua-toria del bando di sostegnoalla gestione degli spazi pub-blici per la creatività giovani-le, tra cui i Laboratori urbani.Proprio questi occuperannoalcuni tra i più importantispazi di esposizione e presen-tazione: ci penseranno i grup-pi gestori dei vecchi edifici(in tutta la regione 151, trascuole in disuso, siti indu-

striali, ex monasteri, mattatoi,caserme) recuperati, ristrut-turati e trasformati in conte-nitori per l’arte, gli eventi e illavoro. Sono 169 i Comunipugliesi coinvolti e l’investi-mento complessivo è stato di54 milioni di euro.I temi trattati sono ripartiti trale tre giornate. La prima (31maggio) è dedicata al Territo-rio e rivolta ai progetti che sioccupano di agroalimentare,beni culturali, architettura,ecologia e ambiente, rifiuti ericiclo, energia, ospitalità eristorazione, territorio, tra-sporti e mobilità, turismo,animali, sviluppo sostenibile.La seconda giornata (1° giu-gno) sarà incentrata sulla Co-noscenza: innovazione tecno-

logica, informatica, ricercascientifica, web e multime-dia, comunicazione, e-lear-ning, editoria, scuola e for-mazione, imprenditorialità,moda e design. Infine, la gior-nata di chiusura (2 giugno) èintitolata alla Cittadinanza:esporranno le proprie idee iprogetti che si occupano di in-clusione sociale, infanzia, cit-tadinanza attiva, disabilità,migranti, non profit, legalità,lavoro e occupazione, coope-razione internazionale, salutee benessere, volontariato, tem-po liberi, scambi internazio-nali, sport. Si terrà, insieme aLibera e Flare, anche un wor-kshop per imparare a fare an-timafia sociale sul territorio.

Maria Grazia Fasiello

Le insegne cambiano nome, ilocali commerciali si svuotano,i dipendenti perdono il lavoro.La velocità con cui alcunestrade del centro di Leccecambiano marchi e immagineè sulla scia della crisi che in-veste anche attività decenna-li. È quello che raccontano leex commesse di negozi chehanno abbassato la saracine-sca negli ultimi mesi. Che han-no appeso cartelli “Chiuso perinventario” e che non riapri-ranno più. Nel corso degli anni diverse in-segne sono scomparse lungovia Nazario Sauro, una dellestrade centrali dello shoppingleccese, così come nel restodella città. Negozi di scarpe,abbigliamento, accessori,svuotati da un giorno all’altro,dopo una svendita veloce a

prezzi scontati.È la storia delle ex commessedel negozio Extyn, angolo travia Trinchese e via Zanardel-li, della Ambrosio Retail spa.Dieci anni di lavoro, tre con-tratti a tempo indeterminato(due dei quali trasformati re-centemente in contratto di as-sociazione, per venire incontroalle esigenze dell’azienda). Sono state lasciate a casa da unmomento all’altro, dopo mesiin cui s’intuiva che qualcosa distrano stava avvenendo. La collezione estiva è rimasta

nei cassetti. Extyn è ormai unnegozio fantasma nel centro diLecce e di molte altre cittàitaliane. Da fine febbraio ècosì, in tutta Italia. “C’è statoun fallimento dell’azienda na-poletana -racconta un’ex di-pendente-, con le nostre clien-ti abbiamo fatto delle figu-racce dopo dieci anni in cuirappresentavamo il volto del-l’attività. Il nostro era un ne-gozio che vendeva tantissi-mo, fa male vedere il cartello‘Chiuso per inventario’, quan-do la realtà è completamente

diversa. Stiamo cercando direcuperare gli stipendi che cidevono e il sindacato proveràalmeno a farci ottenere la cas-sa integrazione”. Ambrosio ha chiuso ovunque,anche nel centro commercia-le di Cavallino, e ha lasciato acasa, senza preavviso, tutte ledipendenti di molti negozidella Penisola. “Loro hanno lespalle coperte, se noi chia-miamo a Napoli l’azienda è an-cora aperta, eppure la colle-zione estiva non è mai arriva-ta”. (m.g.f.)

Dal 31 maggio al 2 giugno la quinta edizione del Bollenti Spiriti Camp

“A Lecce c’è sempre stata unagrande volatilità -afferma il pre-sidente della Camera di Com-mercio, Alfredo Prete (nellafoto)-, ci sono state sempre mol-te chiusure di negozi che poi ria-privano cambiando ragione so-ciale e nome. È un fenomeno cheil capoluogo ha sempre vissuto,certo non si può dire che sia lastessa cosa quando chiudono ne-gozi storici come avvenuto recen-temente. Significa che qualcosa

non sta funzionando per il verso giusto. Il fatto che abbianospento le luci attività che sorgevano nelle vie centrali di-mostra che la crisi si sta facendo sentire in tutta la sua du-rezza. I primi a risentirne sono i commercianti. In alcuneattività non c’è nemmeno il cosiddetto ricambio genera-zionale che potrebbe portare nuova linfa e nuove idee permandare avanti l’azienda. Ma ricordiamoci sempre che lìdove c’è un’insegna, c’è vita -continua Prete-. Pensiamo acos’era il centro storico di Lecce prima dell’apertura di tan-ti negozi, quando si trovava nel degrado, quando era ri-cettacolo di spaccio e prostituzione. In questo i piccoli com-mercianti, rispetto alle grandi catene, rappresentano unpunto importante di differenza. Sta a chi è in centro cer-care di attirare in tutti i modi le attenzioni del cliente. Pun-tare sul contatto umano può essere un elemento di forza”.

(m.g.f.)

Alfredo Prete: “Dove c'è un'insegna, c'è vita”

Il presidente della Camera diCommercio di Lecce conferma il progressivo svuotamento del centroe sollecita i commercianti: “Si sforzino di resistere alla crisi”

Chiuso per inventario

Alle Knos Bollenti spiriti a confronto

La formula nonsempre risponde a verità. A Leccechiudono da ungiorno all'altroanche catenestoriche come Extyne le commessevanno a casa

8 26 maggio 2012

Attualità

“Sono il risultato dei libri cheho letto, quelli regalati, quellicomperati, quelli rubati (due)”.Inizia così la chiacchierata conSergio Guastini (nella foto)il “raccontalibri” che da Sar-zana sbarca nel Salento perdiffondere il virus della lettu-ra e come dice lui “contagiare”gli under 10. Cominciatuttoquasi quarant’anni fa quandoGuastini smette i panni delsindacalista ed intraprende lastrada che lo porterà a diveni-re il libraio errante che attra-versa tutto il Bel Paese tra-boccante di storie da raccon-tare e si spinge fino a Cubaperché, capita, un libro può es-sere narrato in una sola lingua,per di più universale, la linguadei libri.Baffi quasi a coprire le labbra,un cappello colorato calatosugli occhi tanto da lasciarneuno spiraglio luccicante, vestiticoloratissimi ed una serie dibauli fiorati al seguito, si pre-senta chiassoso nei colori maesordisce in punta di piedi a fildi voce quasi ad accennare unsentiero che andrà definendosinel corso delle letture. Da Sar-zana, dove da circa vent’anniha una libreria per ragazzi di-venuta famosa perché fre-quentata da lettori illustri, vifanno capolino Daniel Pen-

nac, Luis Sepulveda, DaciaMaraini, Erri De Luca e lì leg-gono, raccontano, presentanoognuno le proprie storie, var-ca il confine ligure per “legge-re a domicilio”.“Diceva Roald Dahlche che sesi rende interessante una let-tura a dieci bambini che sor-ridono mentre leggiamo ilgiorno dopo cinque di loroavranno simpatia per il libroed almeno tre di loro divente-ranno lettori”. Questa la filo-sofia di fondo che ispira esprona al viaggio, questo l’im-perativo categorico che muo-ve Guastini. Mentre parla,continuando a giocherellarecon gli attrezzi del mestiere

(due trampoli, un ragno ma-gico e tre coccinelle di legno)sorride, racconta e mischia,senza più segnare il confine, ri-cordi a storie appena lette ovecchie di lustri.In Puglia per un vero e propriotour di lettura ha intrattenutocentinaia di piccole pesti aFoggia, Trani, Molfetta e Zol-lino dove lo incontriamo in oc-casione della notte bianca deiragazzi. Arriva puntuale allaguida di un’auto che non con-serva più le fattezze di un vei-colo normale trasbordando dicolori, valigie, giocattoli edarnesi difficilmente descrivi-bili. Arriva sfoggiando il sor-riso del folle, lo stesso del

bambino, quello del sognato-re. Arriva, parla, canticchia, avolte strimpella e, nuovo flau-tista magico, rapisce i bambi-ni che lo seguono armati disacco a pelo. Il sequestro du-rerà il tempo di una notte,una notte che non lascia spa-zio al sonno ma si riempie, dasubito di storie. L’attenzione dei piccoli, destaper l’intero arco del tempo,corrono le ore, testimonia lariuscita dell’esperimento edinvoglia a ripetere l’esperien-za. Guastini apre una nuovaera e sostituisce in un battitodi ciglia il gioco più intrigan-te con un libro, insegna, anziri-insegna come quel “tutto”che il libro contiene sia chiac-chiera, risata a crepapelle, ma-gia, commozione, inventiva,curiosità, mistero e passa-tempo, come dietro una co-pertina patinata si nasconda ilgioco più bello.Chiara Murri dello Diago

Tappa salentina per il “raccontalibri” Sergio Guastini, che ci racconta la sua missione lettura dedicata ai più piccoli

Quali sono le tipologie, leforme e i generi della lette-ratura per ragazzi? Come siscrivono una fiaba moder-na, un racconto fantastico,un racconto di situazione oun albo illustrato? Il mo-dulo “Scrivere per l’infanziae i ragazzi” del corsoMo(n)di di scivere si terràil 26 e 27 maggio e propor-rà ai partecipanti, in formadi laboratorio operativo conesercitazioni pratiche, lascrittura delle più impor-tanti tipologie testuali pre-senti nella letteratura perragazzi contemporanea. Atenere il corso sarà LivioSossi (nella foto), docente

di Storia e Letteratura perl’infanzia alla Facoltà diScienze della FormazionePrimaria dell’Università diUdine e di Capodistria,massimo punto di riferi-mento per diverse case edi-trici che si occupano di in-fanzia e ragazzi. Il corso co-sta 150 euro e dura 15ore (sabato e domenica dal-le 09.30 alle 13.30 - 15.00 -18.30) nelle sale della Te-nuta Scaloti (strada S. Pie-tro in Lama-Copertino, n.10), una villa d’epoca im-mersa nella natura. Le iscri-zioni scadono il 23 mag-gio. Info: www.lupoeditore.it.

I tanti mo(n)di di scrivere un romanzo per ragazziIl 26 e il 27 maggio full immersion sullaletteratura per ragazzi con Livio Sossi

Tutto il mondo in un libro

La Soc. Coop. Amrita nasce nel1993 nell’agro di Scorrano (Le)immersa nelle verdi campagnesalentine, tra ulivi secolari e bo-schi di querce, estendendosiper circa 15 ettari tra uliveti, frut-teti e coltivazioni ortive.Produciamo e offriamo al con-sumatore frutta, verdura, olio epassata di pomodoro, certifica-ti biologici, esenti da pesticidi, er-bicidi, concimi chimici, scarti dimacellazione e OGM. (Organi-smi Geneticamente Modificati). Tutte le nostre coltivazioni se-guono rigorosamente il metododell’agricoltura biologica, esclu-dendo l’utilizzo in fase di conci-mazione di prodotti provenien-ti dalla macellazione. Poniamola massima cura in tutte le fasiproduttive controllando l’even-tuale insorgenza di parassiti solo

con prodotti naturali derivanti daerbe. Questo per offrire al con-sumatore finale un prodottosempre sano e gustoso. Riteniamo fondamentale rispet-tare i cicli e i ritmi della natura, inostri prodotti sono stagionaliperché ogni frutto della terraesprime il massimo delle sue ca-ratteristiche organolettiche nel-la sua stagione naturale. Sce-gliere Amrita significa anche so-stenere la salvaguardia dei semiantichi che mantengono tuttal’armonia e le sostanze nutritivedelle varietà originarie. Amrita sostiene la Campagna“Puglia libera da OGM”, pro-mossa dall’Associazione Sum –Stati Uniti del Mondo (www.as-sociazionesum.it). Per tutti questi motivi acquistareprodotti da agricoltura biologica

coltivati da Amrita è una sceltache tutela non solo la nostra sa-lute (che dipende soprattutto datutto ciò che quotidianamentemettiamo sulla nostra tavola)ma anche dell’ambiente in cuiviviamo. I prodotti biologici della Coop.Amrita si possono acquistarepresso il negozio Pronto Bio in viaGaribaldi n. 59 a Maglie e neimercati settimanali di Lecce(venerdì) e Tricase (martedì).

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Amrita: una scelta per la salute e l’ambiente Perchè scegliere i nostri prodotti

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9 26 maggio 2012

Attualità

In tempi in cui la scrittu-ra si contrae e deforma, leparole vengono appun-tate, omesse e sono sem-pre più surclassate dalleimmagini, i blog possonosalvare il linguaggio. Me-ravigliosamente demo-cratici, immediati mapensati, e soprattutto daconsumare in solitudine,appaiono come un limboin cui le pagine si rifiuta-no di rinunciare alla loroforma ma la scaricano inun flusso emotivo.L’avvento e il successivoboom planetario di so-cial network come Facebook oTwitter hanno, negli ultimi anni,costituito una vera e propria in-versione di tendenza; tant’è chealcune piattaforme di blogging,come la famosa Splinder, han-no chiuso i battenti. Al piùcompleto e impegnativo post,tanti hanno preferito l’imme-diatezza di un tweet. Eppure,nonostante tutto, molti blog, an-cora oggi, esistono e resistono. Nel panorama locale, ovvia-mente, ce ne sono tanti e, se vo-gliamo, anche troppi. Tra loroperò ce n’è qualcuno che, neglianni, è riuscito a fidelizzare unpiccolo pubblico di seguaci, di-sposti a rinunciare allo spa-smodico scambio imposto daisocial network per concedersi

un po’ di sana e passiva lettura.Tra le pagine più ispirate cisono quelle della scrittrice egiornalista Luisa Ruggio. Ilsuo blog, “dentroluisa”, è unmondo fatto di racconti e lette-ratura, cinema e musica, il tut-to filtrato dalla curiosità e sen-sibilità dell’autrice. Provare percredere. Nella categoria dei blogpolitici merita senz’altro di es-sere segnalato quello di CarloSalvemini, sempre aggiorna-to, preparato e con le antennetese. Nelle ultime elezioni èstato uno dei pochi esempi diopinion leader sulla rete. E -se-gnale evidente di attenzione almezzo comunicativo- non ha di-minuito l’attività dopo il voto. Nel settore giornalistico il blog,

con i contenuti più puntuali e ta-glienti, c’è quello di 20 Cente-simi. Si può dire che il giorna-le non abbia sofferto più di tan-to la scomparsa dal cartaceo,campeggiando puntualmentesu Facebook e Twitter con la suapronta lucida e irriverente let-tura dei fatti. Di tutt’altra natu-ra, ma spesso utilissimo perorientarsi su cultura e territorio,è il blog “Spigolature salentine”a cura della Fondazione TerraD’Otranto: uno sguardo am-pio che non si limita solo alletradizioni, ma che affronta vo-lentieri anche cronaca e attua-lità legate al Salento. A riprova del fatto che un blogpuò essere uno spazio comple-mentare a tanti altri, trovia-

mo, su piattaforma Blog-spot, “Le parole di den-tro”, lo spazio web curatoda Mauro Marino. Il di-rettore di Paese Nuovoaffida alla rete recensioni,idee e riflessioni, consa-pevole che, al di là di spa-zio e contenuti, un post ri-serverà sempre unosguardo più intimo ri-spetto ad un editoriale.Cambiando atmosfera,impossibile non ricorda-re il blog di Tony Rucola,al secolo Antonio San-sonetti, giornalista lec-cese di Blitz quotidiano e

Repubblica XL. Il sottotitolo -“illounge all’olio d’oliva- aiuta illettore ad immergersi in un cli-ma di vaneggiamento caserec-cio a 360 gradi. Imperdibile ildiario dei giorni di viaggio(vero), con vespa 50, da Bolognaa Barcellona. Per terminare, segnaliamo unblog sportivo: quello del torneoantirazzista “Calcio senza con-fini”. In un momento estrema-mente triste a causa del calcio-scommesse, un buon rimedioper riappacificarsi con la sferadi cuoio è leggere le pagine, inchiave parodistica, della “Gaz-zetta dell’Opis” e vedere come,con un progetto genuino, sipossano coniugare sport e so-ciale.

Invece di soccombere usano i social network per link e richiami, ecco alcuni dei blogleccesi che resistono ai tempi. Rispettando una sola regola: essere davvero interessanti

A tutto blog!

14 concerti in gran parte gra-tuiti, 9 location, 50 musicisticoinvolti, ospiti di rilievo: la pri-ma edizione del Lecce Jazz Fe-stival parte da una precisa con-vinzione: mettere da parte ipersonalismi e fare rete, crea-re nuove e più fertili sinergietra i soggetti attivi nell’ambitojazz e pensare a una program-mazione che non si risolva nel-l’evento singolo, ma sia mirataalla crescita sulla lunga di-stanza. Così come racconta MauroTre, pianista e vicepresidentedi J.a.s.s.Se si esclude la rassegnaestiva Jazz in Puglia, sipuò dire che negli ultimianni Lecce non aveva maiavuto un suo festival jazzclassicamente inteso. Qua-li sono le caratteristichepeculiari di questa mani-festazione?La sua caratteristica principa-le è che abbiamo scelto di va-lorizzare le risorse locali, ri-fuggendo dalla logica del meroevento-vetrina. Siamo orgo-gliosi che degli oltre cinquan-ta musicisti che parteciperan-no, la quasi totalità sia salenti-na o comunque della scenajazz pugliese. A essi abbiamo af-fiancato in questa edizione inomi di grandi musicisti affer-mati sulla scena internaziona-le come Marco Tamburini,Greg Burk, Alberto Parmegia-ni, Max Ionata.L’evento che chiuderà larassegna è un progetto ori-

ginale: unagrande orche-stra che inter-preta le musi-che di un ec-centrico comeSun Ra.Com’è stata creata?Anche qui non si tratta di unfatto esclusivamente musicale.L’orchestra è stata costituitamettendo insieme musicistimolto diversi tra loro: è un po’lo specchio della nostra realtàterritoriale. A questo abbiamovoluto aggiungere una sezioned’archi del Conservatorio TitoSchipa, perché siamo convintiche per la crescita culturale edeconomica di un territorio sidebbano e si possano costrui-re sinergie e progettualità di si-stema.Chi vi sostiene dal punto divista economico? Il Comune di Lecce ha dato ilproprio contributo con unapiccola somma, il resto dellespese verrà ricavato dalla ven-dita dei biglietti, e l’impegno

degli otto locali che hanno ade-rito ci ha permesso di amplia-re l’offerta musicale. Ma certa-mente si può dire che, date leesigue risorse, abbiamo fatto unpiccolo miracolo.Alla base del progettoJ.A.S.S. c’è una convinzio-ne piuttosto ferma: l’unio-ne fa la forza. In che modocontate di essere più fortilavorando insieme?Abbiamo osservato la man-canza di un sistema che fosse ingrado di coordinare al meglio isoggetti che su questo territo-rio partecipano a vario titoloalla scena jazz. Per molti annia Lecce e in provincia tutto èstato lasciato all’iniziativa disingoli coraggiosi, ma era sen-tito da tutti il bisogno di un sal-to di qualità. Insieme all’amicoAndrea Favatano, ho chiama-to a raccolta musicisti e sim-patizzanti, e proposto l’asso-ciazione, chiedendo a tutti di ri-nunciare a personalismi e con-dividere collettivamente stra-tegie e decisioni. Una delle cose di cui mag-giormente si sente l’as-senza in città è la proget-tualità a lungo termine,una programmazione con-tinua e di qualità che per-metta agli appassionati dipoter scegliere. Dopo i tregiorni di festival, quali sa-ranno le attività dell’asso-ciazione? Per il prossimo inverno un fe-stival che si strutturi su unarco temporale di uno o duemesi, in cui alternare propostemusicali varie, collocate neltessuto vivo della città, quindi

ancora una volta teatri, sì, maprivilegiando locali e club, chesono il luogo dove di fatto si co-stituisce l’economia culturale eturistica della città. E non li-mitandoci all’offerta di intrat-tenimento musicale, ma pro-muovendo incontri, formazio-ne.Nel tentare di lavorare pertutti, e con un gruppo cosìnumeroso, non si rischiacomunque di essere di-spersivi, o di scontentarequalcuno. Come funzio-nerà praticamente l’orga-nizzazione?Credo che due siano le parolechiave che ci ispirano nel pen-sare il lavoro dell’associazione:condivisione e merito. Condi-videre, agire collettivamente econ trasparenza, in modo chetutti facciano esperienza. Me-rito, inteso come attenzione epremio verso chi, da solo ocon l’aiuto di altri, lavora per farcrescere il livello qualitativodella scena jazz. Per questo, inseno all’associazione, siamogià al lavoro per creare dellestrutture che operino comeagenzia di spettacoli, promo-zione dei progetti musicali giàstrutturati e che aiutino chiancora non è pronto a realiz-zarne di nuovi. Inoltre stiamogià pensando a un’etichetta di-scografica e all’individuazionedi una sede idonea ad acco-gliere le attività tipiche dellaproduzione musicale indipen-dente. Nell’elenco degli associatici sono evidentemente del-le assenze. Quali sono leragioni di chi ha voluto

aderite, e quali quelle dichi non lo ha fatto?C’è stata una scelta preci-sa fatta all’inizio, ovveroquella di chiamare chinon aveva finora parte-cipato a iniziative pre-cedenti, oltre a una do-verosa cautela nel-l’affacciarsi su unterritorio di pro-vincia che co-munque vedeimportanti e pre-stigiose presenze giàconsolidate. Nessunoha finora declina-to l’invito a par-tecipare, anzi,nelle giornatedel festival siesibiranno sulpalco nomiprestigiosi chesi sono aggiun-ti quando ilgrosso dellacomunica-zione era giàavviato e chesono AndreaS a b a t i n o ,Mirko Signori-le, Cesare Del-l’Anna, Giuseppe Oliveto,Vincenzo Presta, che a va-rio titolo comparirannosui palchi del festival.

10 26 maggio 2012

Cultura & SpettacoloMUSICA

a cura di Lori Albanese

Sabato 26 maggioInizio ore 22, ingresso gratuito

Greg Burk piano solo (Corte dei Pandolfi, piazzetta Or-sini, 0832.332309)Dionisia Cassiano Trio (Black Betty, viale dell’Univer-sità, 328.0973188)Carolina Bubbico/Dario Congedo (Coffe&Cigarettes,via Paladini, 0832.244877)Serena Spedicato/Piero Vincenti (Le volte, via L. DeSimone, 327.8274006)Gianluca Milanese/Mirko Signorile (Off Side, viaMeremonti, 0832.1810125)Del Vitto/Parmegiani/Di Lecce (Life Café, via La-marmora, 338.5725488)Francesco Coppola/Rocco Nigro (Corto Maltese, viaGiusti, 327.8782454)Veronica Moscara Trio feat. Raffaele Vaccaro(Tennets’s Grill, viale Taranto, 0832.279475)

Domenica 27 maggioTeatro Paisiello, ore 21, biglietto: 7 euro (loggione 5 euro)

Stefano Pellegrino Trio + Valeria Noceto e KingaPeterfyEmanuele Coluccia QuartetMauro Tre trio feat. Marco Tamburini e AndreaSabatino

Lunedì 28 maggioTeatro Paisiello, ore 21, biglietto: 7 euro (loggione 5 euro)

Roberto Gagliardi QuartetAndrea Favatano Trio feat. Max IonataJazzisti Assoaciati Orchestra meets Sun Ra

(con la collaborazione del Conservatorio “Tito Schipa”)

Programma

Da sabato 26 a lunedì 28 maggio, la prima edizione del festival organizzato da J.a.s.s.- Le Caveau, nuova associazione che riunisce 60 jazzisti attivi sul territorio

Lecce Jazz Festival, il jazz salentino fa sistema

Mauro Tre

Greg Burk Marco Tamburini

11 26 maggio 2012

Cultura & Spettacolo

Non potrebbero essere piùdiverse. Una è estroversa,positiva, iperconnessa; assi-dua frequentatrice di PieroUmiliani e Bruno Martino,spazia dalla bossa al pop piùleggero e orecchiabile, dallefascinazioni sixties a quelleper il jazz. L’altra ha l’aria ri-servata e romantica di unachanteuse in bianco e nero,quello stile ricercato che sa diantico, l’intenzione sognan-te di chi passa con disinvol-tura da Luigi Tenco ai Deer-hoof, e poi bazzica i territo-ri dell’elettronica del suoamico Andrea PopulousMangia. Semplificando, di-remmo che la prima ha l’ap-peal di un cocktail in spiag-gia sotto grandi ombrellonidi paglia, e fa pensare al fuc-sia, al verde acerbo, al-l’arancio; l’altra ha il fascinodei paesaggi del nord Euro-pa, quelli che -si sa- sem-brano quieti e poi chissà chec’è sotto, e fa venire in men-te l’indaco, il muschio, il ci-liegia. I territori dell’indiesono vari, e una è indie per-ché ne fa mille da sé, scrive,arrangia, si produce, si pro-muove in totale indipen-denza; l’altra è indie perchéla musica che scrive ha quelcarattere malinconico e chia-roscurale che ha radici inun certo folk e rock d’autore

e per il suo primo disco usci-to qualche mese fa ha sceltoun produttore come Giulia-no Dottori degli Amor Fouche nell’indie si muove dasempre.La prima è Evy Arnesano,e la si può ascoltare in trio,con Ovidio Venturoso allepercussioni e Marcello Zap-patore alla chitarra, sabato26 alla cena-concerto di Li-berrima, al ristocafè Al-l’Ombra del Barocco (Cortedei Cicala, tel. 0832.245524).Suonerà i brani del suo pri-mo disco Tipa Ideale, alcu-ne cover tra le meno ovvie diBruno Martino e Nicola Ari-gliano, e tre pezzi che fa-ranno parte del disco di pros-sima uscita al quale sta la-vorando, sempre coniugan-do con gusto swing e popanni sessanta. Lucia Manca sarà invece inunplugged al Corto Maltese(via Giusti, tel.327.8782454), piano e voce,insieme ad Andrea Rizzo allabatteria e Michele Russo allachitarra. I brani sarannoquelli che fanno parte del suoprimo disco, omonimo, tra lecui tracce spiccano Lontanoe Incanto, sussurrate e pre-ziose; e poi due perle comeRitornerai di Bruno Lauzi eUna casa in cima al mondodi Pino Donaggio.

C’è tempo fino al 31 maggio periscriversi alla quinta stagionedel laboratorio-showcase pro-mosso dall’attrice Lea Bar-letti e dal regista WernerWaas di Induma Teatro, incollaborazione con Manifattu-re Knos. Un laboratorio teatralecollettivo, aperto, partecipato,rivolto ad attori, registi, dan-zatori, musicisti e performerpugliesi di diversa estrazione eprovenienza che per qualchegiorno vivranno a stretto con-tatto tra loro, scambiandosi lereciproche esperienze artisti-che, e rappresentando i risultatidi quest’incontro non al chiu-so di un teatro, ma in luoghivivi della città. Palcoscenico dell’edizione diquest’anno sarà quella zonadel centro che va dalle case po-polari Iacp di via dei Ferrari a

Parco Tafuro, nel quartiereLeuca, dove Induma è già daanni impegnata in un proget-to di rigenerazione urbana par-tecipata insieme all’associa-zione LUA. Strade, piazze, cor-tili, negozi del rione divente-ranno, dal 19 al 23 giugno, lascena di ciascun momento dellavoro, dalle prove aperte alconsueto ritrovo serale in cuiciascuno potrà esprimere unpunto di vista critico su quan-to visto. Come negli anni scorsi, l’unicaregola per chi vi partecipa saràaprirsi al confronto, collabo-rare, cogliere gli stimoli forni-ti dall’altro, sia esso un artista,un passante o un rompibolle,ossia lo spettatore attivo, nonteatrante, non addetto ai lavo-ri, che con domande e osser-vazioni interviene a rompere la

bolla artistica nella quale do-vessero trovarsi rinchiusi i par-tecipanti. La partecipazione aicinque giorni di laboratorio ègratuita ed è comprensiva divitto (pranzi e cene rigorosa-mente in convivio) e per chi do-

vesse averne necessità alloggio,con un sistema di ospitalitàfamiliare, in case messe a di-sposizione da persone vicineagli artisti locali. Info: [email protected], 328.3836435.

La città come palcoscenico,riparte K-Now

Il pop d’autore di EvyArnesano e lo stileretrò di Lucia Manca

Una passeggiata a Otranto vale sempre lospostamento, quale che sia il luogo di par-tenza. Nel tempo giusto c’è la granita di gel-si, in tutti gli altri il liquore di fico d’india;ci sono vicoli incantevoli, un’aria come so-spesa, il mare che porta odori lontani. An-darci vale la strada soprattutto in bassa sta-gione, quando ancora si può camminareper le sue viuzze bianche senza l’affannodi uno slalom tra turisti in polo e calzon-cini bianchi, che dio li benedica sempre maanche no. Se invece il senso della gita poetica vi an-

noia, dal 27 maggio al 30 settembre(inaugurazione sabato 26 alle 18) c’èun’ottima ragione che può portarvi versola città idruntina, ed è la mostra “AndyWarhol, I want to be a machine”, che se-gue quelle di Mirò, Picasso e Dalì, e che vaonorata anche se pensate che la robadella Factory non vi ha mai fatto impaz-zire e la pop art è pacchiana. Al CastelloAragonese ci saranno circa cinquantaopere provenienti da collezioni private ita-liane, prodotte dell’artista americano conla tecnica della serigrafia.

La mostra è curata da Gianni Mercurio,profondo conoscitore dell’opera di War-hol, e già curatore nel 2004 e nel 2007 dialtre due esposizioni a lui dedicate allaTriennale di Milano e al Chiostro delBramante a Roma. Tra le serigrafie sele-zionate dal curatore molte rappresenta-to i temi fondanti dell’estetica dell’eccen-trico genio della pop art: dal simbolismotragico della Electric Chair a quelli del po-tere di Dollar Sign e Falce e Martello; dalmito della bellezza di Marilyn a quello delconsumismo della famosissima Cam-pbell’s Soup. E poi la serie Flowers e Ve-suvius, realizzata durante il soggiornonapoletano del 1985. A corredo della mo-stra, tutto un programma di eventi colla-terali dal titolo “Summer Pop”, curati daRaffaella Zizzari. La mostra è visitabile tut-ti i giorni in orari variabili a seconda deimesi; si possono prenotare visite guidateindividuali e di gruppo. Info: www.war-holotranto.it, tel. 199.151.123.

Il laboratorio di teatro promosso da Induma approda quest’anno al quartiere Leuca

Sabato 26 e giovedì 31, le due cantantisalentine si esibiranno rispettivamenteall’Ombra del Barocco e al Corto Maltese

Fuori città, cose che valgono un salto fuori Lecce

TEATRO

Sabato 26 al Castello di Otranto si apre la mostra su Andy Warhol

Evy Arnesano

Lucia Manca (foto Pierluigi De Rubertis)

12 26 maggio 2012

13 26 maggio 2012

SportCALCIO

a cura di Francesco Covella

L’iscrizione nel registro degliindagati di Pierandrea Semera-ro da parte della Procura dellaRepubblica di Bari cambia gliscenari in casa giallorossa. E lofa in maniera sostanziale. Comenoto, Giovanni Semeraro è piùche mai deciso a dismettere ilpacchetto di maggioranza dellasocietà. Ma se fino a pochi gior-ni fa la trattativa con SavinoTesoro (nella foto)pareva in di-

rittura d’arrivo, adesso il quadroè più delicato. Innanzi tutto, il potenziale ac-quirente ha sempre mostrato di-sinteresse nei confronti di unLecce retrocesso in Lega Pro.Conseguentemente, bisogne-rebbe capire se l’attuale pro-prietà sia disposta ancora oggi atenere in vita la squadra in casodi malaugurata retrocessione.Diciamolo, lo scenario comincia

a farsi disarmante, anche perchéla cessione del club sarebbe do-vuta avvenire addirittura nellagiornata di domenica. Alcune indiscrezioni, però, ve-drebbero i Tesoro comunquepronti all’acquisizione del Lec-ce, anche in terza serie, ma a pre-cise condizioni: l’investimentodeve essere a costo zero. Gio-vanni Semeraro accetterà una si-mile proposta? Probabilmente

no, anche se nel caso in cui ve-nisse accertato il reato di frodesportiva nei confronti del figlioPierandrea, sarebbe difficilecontenere il malumore di unapiazza che, a quel punto, riven-dicherebbe il diritto di un avvi-cendamento al vertice.

Il quadro comincia a deline-arsi. Proprio come temuto dal-la tifoseria. Gli inquirenti, in-fatti, hanno iscritto nel registrodegli indagati l’ex presidentedell’Us Lecce, PierandreaSemeraro (nella foto), con-testandogli il reato di frodesportiva. Dalla Procura dellaRepubblica di Bari trapela lasicurezza assoluta che Seme-raro junior abbia giocato unruolo decisivo per “combina-re” il derby del campionato2010/2011, vinto dal Leccecol risultato di 0-2. Tutto è cominciato con le am-missioni di Andrea Masiel-lo che, dopo le prime ritrosie,ha cominciato a collaborarefattivamente con gli inquiren-ti, ammettendo che l’autoreteche fissò il risultato sullo 0-2fu volontaria. Proprio Masiel-lo ha delineato il protocollo at-traverso il quale il derby ven-ne “aggiustato”. PierandreaSemeraro, per mano dell’im-prenditore Carlo Quarta e del-l’avvocato Andrea Starace,avrebbe elargito denaro neiconfronti dell’ex calciatore delBari e della sua cricca(230mila euro) durante il fa-moso incontro dell’Hotel Ti-ziano del 22 agosto scorso. Dopo questa prima ricostru-zione, Pierandrea Semerarosparse ottimismo a pienemani, ribadendo la sua asso-luta estraneità ai fatti, e ades-so, forse, si capisce il perché.La Procura della Repubblica diBari ha lasciato che si rincor-ressero teoremi su teoremi,

facendo trapelare solo quelloche voleva che trapelasse, na-scondendo il vero asso nellamanica. Che consiste nell’averfatto credere agli indagati dinon possedere il quadro com-pleto della vicenda. Ma il gioco è durato solo qual-che settimana, dopodiché, gliinquirenti stessi hanno trat-teggiato minuto per minuto iltragitto della presunta combi-ne, che vedrebbe Masiello e isuoi ricevere i 230mila europattuiti in più tranche (e in piùluoghi), smontando la tesi del-la corresponsione in un’unicasoluzione. E, come previsto,

hanno setacciato i conti cor-renti di Semeraro a lungo,così come i tabulati telefonici,riscontrando delle anomalieche hanno lo hanno portato al-l’iscrizione nel registro degli in-dagati. Insomma, la famigerata trac-cia bancaria sarebbe stata in-dividuata e, a breve, dovrebbeessere notificato l’avviso dichiusura delle indagini, unatto che preannuncia la ri-chiesta di rinvio a giudizio.In città la notizia è stata accoltacon dolore, ma non con stu-pore. Se le tesi della Procura diBari fossero confermate in

sede processuale, per il Leccesi spalancherebbero le portedella Lega Pro. Una vera epropria mazzata per un am-biente che finalmente aveva ri-trovato un’unità sostanziale.Per non parlare della dismis-sione della società: Savino Te-soro cambierà idea? Sarebbepronto ad acquisire il pac-chetto di maggioranza della so-cietà anche in Lega Pro? E, nelcaso non lo fosse, Giovanni Se-meraro, sarebbe pronto a ga-rantire ancora una volta la so-pravvivenza del Lecce? Do-mande che troveranno prestorisposta. Si spera.

L’ex presidente avrebbe pagato Masiello e la sua “cricca” servendosi dell’imprenditoreCarlo Quarta e dell’avvocato Andrea Starace

L’imprenditore bergamasco pare disposto ad acquisire l’Us Lecce anche in Lega Pro. A precise condizioni

Ma Tesoro vuole il Lecce a costo zero

Pierandrea Semeraro indagato per frode sportiva

Foto: laprovinciadivarese.it

“Lecce sforna tantissimi gioiel-li”, questa la convinzione diCarlo Osti (nella foto), diret-tore sportivo dell’Us Lecce, chesnocciola i primi nomi: “Gli ul-timi della collezione giallorossaportano i nomi di Filippo Falcoe Cosimo Chiriacò”. Mentre,per l’anno prossimo, “sono inrampa di lancio Giancarlo Mal-core e Luigi Falcone”. Per nonparlare del passato recente cheha visto tra le altre l’esplosionedei vari Valeri Bojinov e MirkoVucinic. “Alcuni dei nostri hanno brilla-to nelle serie inferiori e sono fi-niti sui taccuini di alcune squa-dre di B e di A. Siamo contentidella loro esperienza impor-tante e formativa. Per noi eraimportante che giocassero concontinuità per crescere ed emer-gere in un campionato profes-sionistico. Possiamo essere sod-disfatti di quanto hanno evi-denziato e dimostrato”. Ri-guardo a Falcone e Malcore“parliamo di due ragazzi conqualità importanti. Sicuramen-te Malcore ha fatto benissimo inPrimavera, segnando parecchigol e dimostrandosi un bombermolto interessante. Falcone èstato penalizzato dagli infortu-ni e dal mancato trasferimentoal Pisa a gennaio, ma ancheGigi rimane un giocatore dalleprospettive molto importanti”. Intanto, Julio Sergio ha già det-to addio al Salento, almeno daun punto di vista professionale.L’ex miglior terzo portiere almondo (così amava definirlomister Spalletti), ha vissuto unastagione sfortunata. Partito ti-tolare, ha dovuto lottare controuna marea di infortuni anchegravi, e con l’esplosione di Be-nassi. Fermo restando che ilsuo cartellino appartiene allaRoma, per Julio si sono fatti

avanti alcuni emissari del Bo-tafogo, storica compagine ca-rioca. I quali, danno per certol’affare, a meno di clamorosi edimprevisti colpi di scena. Diversa la situazione di Brivio.Per il giovane esterno è stata unastagione da di ricordare, pergiunta condita da un paio di goald’autore. Per quanto concerne ilcampionato italiano, Brivio èstato senza dubbio il migliorenel suo ruolo. Tanto da sogna-re una chiamata da parte diCesare Prandelli, che invecenon c’è stata. Detto questo, ap-pare scontata la sua riconferma,a patto che il Lecce non subiscapenalizzazioni che lo releghinoin Lega Pro. “Mi ritengo abbastanza soddi-sfatto sul piano personale -ag-giunge Osti-, anche se mi bru-cia non essere riusciti a con-quistare la permanenza in serieA. Il tecnico mi ha fatto sentireimportante e io ho provato a ri-cambiarlo nel migliore deimodi”. E sul suo futuro ag-giunge: “Ho altri due anni dicontratto e qui sto benissimo.Sarà la società a decidere dopoi deferimenti, io per ora non cipenso proprio”.

Per il ds alcuni giovani sono pronti per affrontare il campionato cadetto Intanto, Julio Sergio saluta, Brivio, invece, è pronto a rimanere

Carlo Osti: “Ripartire dai giovani”

Davide Brivio

14 26 maggio 2012

SportCALCIO

Il tempo è scaduto. Dopo l’in-vio delle richieste di parteci-pazione è partita la 46° edi-zione del “Rally del Salento”.Una delle corse più importantiin Italia e non solo, dove vin-cere significa entrare in unOlimpo assai ristretto di cam-pioni. Il percorso, come al so-lito, promette bene, ma que-st’anno sono state apportatealcune modifiche al fine dimigliorare lo spettacolo, erendere il circuito ancor piùdifficile rispetto alle passateedizioni. Il tutto è stato pos-sibile grazie alla “Scuderia Pi-loti Salentini” (che rispondedella gestione tecnico-orga-nizzativa) e all’AutomobileClub di Lecce, che come ognianno indice la manifestazione. La gara, oltre al Trofeo RallyAsfalto, sarà valida anche peril “Challenge Rallies Nazionalidi Settima Zona a coefficien-te 2” e per i trofei “Suzuki Ral-ly Cup” e “Challenge RenaultSport 2WD”.

Il comitato “Noi Lecce” scende in campo per riportare entusiasmo e fiducia: “Proprio in questomomento, cresce la voglia e la consapevolezza che i tifosi possano giocare un ruolo importante”

Con una retrocessione ancoratutta da digerire ed in attesa de-gli sviluppi legati allo scandalodel calcio-scommesse, per i ti-fosi del Lecce è tempo comun-que di guardare avanti, senza di-menticare le lezioni apprese inquesta stagione davvero tribo-lata. La fase in cui ci ritroviamooggi è, senza dubbio, una dellepiù delicate e difficili nella ul-tracentenaria storia del clubcalcistico del capoluogo salen-tino. Mai come ora è importantefar quadrato e difendere quelbene comune rappresentatodalla squadra giallorossa. Le responsabilità di un cam-pionato nato male e finito an-cora peggio sono chiare agliocchi degli osservatori più omeno attenti. Il disimpegnodella famiglia Semeraro e delpatron Giovanni in particolaresono state il primo tassello ver-so il capitombolo, nonostante ilbuon rendimento della squadracon Serse Cosmi in panchina.Un anno fa, proprio l’ex nume-

ro uno di via Templari convocòuna conferenza stampa per an-nunciare a tutto l’ambiente lec-cese la volontà irrevocabile didire basta col calcio. Troppisoldi da investire, troppi quel-li investiti in 17 anni di gestio-ne e voglia di garantire un fu-turo privo di preoccupazioni aciascun membro della fami-glia. Una vera e propria doccia

fredda, arrivata dopo il trionfonel fatidico derby del “San Ni-cola” contro il Bari che, solo unadecina di mesi dopo, sarebbe di-ventato la classica spada di Da-mocle sul capo del sodaliziosalentino a causa delle conse-guenze sportive che questo epi-sodio potrebbe comportare inchiave penalizzazioni. Inevita-bilmente, tra tanta amarezza e

rabbia, il pensiero dei tifosivola però agli anni felici, allepromozioni in A e alle perma-nenze. Le gioie vissute, i tanti calciatoripassati alla storia e che reste-ranno a lungo nel cuore deisupporter giallorossi. Un rifu-gio, probabilmente, un postotranquillo dove non pensare aciò che potrebbe accadere. E

non potrebbe essere diversa-mente… Eppure, proprio in unfrangente tanto difficile, in unmomento in cui il calcio a Lec-ce rischia di scomparire, crescela voglia e la consapevolezza chei tifosi, senza distinzione alcu-na di età, provenienza o condi-zione sociale possano avere unruolo importante per le futuresorti del club. E non è utopia. Lecondizioni esistono. La deter-minazione non manca. Gli stru-menti ci sono. Certezze chespingono tanti a dichiarare:“Ho un sogno: voglio far partedi un gruppo di veri tifosi, vo-glio inneggiare ai miei colori, vo-glio poter dire: io sono il Lecce!” E molti di quei tanti si sono per-ciò riuniti nell’associazione “NoiLecce”. Il messaggio forte echiaro lanciato a tutto l’am-biente è che il futuro del calcioa Lecce inizia da qui. Solo at-traverso un ricompattamentodelle migliaia di affezionati chetifano per i colori giallorossi è,infatti, possibile guardare al-

l’avvenire con più fiducia.Chiunque vorrà acquisire il pac-chetto di maggioranza della so-cietà leccese deve sapere di po-ter contare su un numero co-spicuo di tifosi, pronti a farsentire il proprio amore e calo-re a squadra e dirigenza. Cia-scuno deve recitare la propriaparte.

Pierpaolo Sergio

Il futuro del Lecce è nelle mani dei tifosi

“Non credo ci sia molto da migliora-re”, “Non faremo sconti a nessuno”.Questo l’approccio di Gabriele DiGennaro (nella foto) nei confrontidella delicatissima sfida con Crotone.Parole da capitano, parole che hannoun solo obiettivo: motivare la squadracome non mai. Qual è il suo giudizio sulla vostrastagione? Di solito sono uno a cui non piace daregiudizi, ma in questo caso lo farò. Lanostra stagione sino ad oggi è alta-mente discutibile, ci sono stati dei mo-menti alti e dei momenti bassi (cometutti sappiamo le sconfitte brucianosempre), ma sono molto fiducioso invista dei playoff, dove diremo sicura-mente la nostra. Ci si aspetta sempredi più, soprattutto quando si cono-scono le proprie potenzialità. In cosa dovrete migliorare perbattere Crotone, una compagineche vi ha messo spesso in diffi-coltà? Non credo che ci sia molto da mi-gliorare, ma solo limare piccoli dettagli

importanti che ci daranno la vittoriase curati bene dall’inizio alla fine del-la partita. Sicuramente, rispetto al-l’anno scorso, la compagine crotone-se si è rafforzata attraverso la fusionecol team di Catanzaro, ma questonon ci ha intimorito. Purtroppo la par-tita fuori casa l’abbiamo persa, ma al-lora non adottavamo ancora il siste-ma di gioco installato dal nostro co-ach Vito Nigro, che lavora in strettacollaborazione con coach Ron Anze-vino, sempre disponibile a chiarireogni dubbio e a dare una mano den-tro e fuori dal campo.Da cosa nasce la vostra fiducia?

Abbiamo dalla nostra il gruppo, noinon siamo solo una squadra in cam-po, siamo una famiglia. E, come tut-te le famiglie, se si lavora tutti insie-me si ottengono ottimi risultati. Battere gli Achei potrebbe ri-sultare una svolta anche da unpunto di vista psicologico? Direi proprio di sì. Questa è la cosid-detta “bella”: una partita a loro, unaa noi, per ora. Vedremo chi avrà la me-glio. In caso di vittoria ci qualifiche-remmo alle fasi successive dei playoffincontrando nuovamente la fortissi-ma squadra dei cugini baresi, i Pa-triots Bari. Strano a dirsi, ma co-

munque vadano i playoff, è come se liavessimo già disputati. Entrambe lesquadre che affronteremmo in caso divittoria, insieme agli Achei, facevanoparte del nostro girone B del Cif 9.Vi siete allenati duramente. Vi dico solo che con questo caldo, noinon siamo andati a mare, ma abbia-mo passato le domeniche sul campoper limare gli ultimi dettagli e poten-ziare ancora di più l’unione che ci ren-de unici in tutta Italia. Noi siamo af-famati di vittoria e non faremo scon-ti a nessuno. Se vorranno vincerecon noi, dovranno sudare fino all’ul-timo secondo.

Gabriele Di Gennaro: “Pronti per la vittoria”

La 46° edizione del“Rally del Salento”promette di esserela più apprezzataPer via di alcunemodifiche alpercorso

Il capitano dei Salento Dragons si mostra fiducioso in vista della sfida con gli Achei Crotone, valida per la prima fase dei playoff

Un rallyemozionante

FOOTBALL AMERICANO

La passione per l’antica artedrammatica è sempre stata nelcuore dei leccesi, tant’è che an-cor prima della nascita di un veroe proprio teatro stabile comin-ciarono a tenersi in città le pri-me rappresentazioni teatrali.Queste si svolgevano abitual-mente in casa di privati espo-nenti dell’aristocrazia locale o,talvolta, nelle chiese, realizzan-do delle impalcature di fortunain legno per sostenere scenari afiori e sipari con decorazioni adarabeschi. Già agli inizi del XVIIsecolo si ha notizia delle pri-missime esibizioni portate inscena, per lo più spettacoli far-seschi, ma non mancavano imelodrammi, come l’Artasersedi Metastasio, rappresentato nel1758 all’interno del cosiddettoMagazzino delle Bombarde, al-lestito per l’occasione con pal-chetti, platea e palcoscenico. Fu così che nacque a Lecce quel-lo che può considerarsi il primoteatro moderno della città, ospi-tato all’interno di un fabbricatoaddossato all’Arco di Trionfoche era stato fino ad allora adi-bito a deposito di armi, in par-ticolare di bombarde, da cui nederivò il nome, poi estesosi al-l’attuale denominazione del vi-colo. Lo spazio disponibile era,tuttavia, assai ristretto, e dopo unbreve periodo fu allestita unanuova sala teatrale presso i localidel Castello Carlo V, e davvero ileccesi amarono a tal punto l’ar-te del dramma che ne sosten-nero interamente le spese di

costruzione, versando ben qua-ranta ducati ciascuno, diven-tandone a tutti gli effetti pro-prietari. Tuttavia ben presto il Re vietò alpubblico l’accesso al teatro, for-se a causa di gelosie venutesi acreare in seno alla nobiltà lecceseper l’attribuzione dei palchi.Non arrendendosi la cittadi-nanza per così poco, ancora unnuovo teatro fu progettato ededificato per mano dei nobi-luomini G. Mancarella e F. A.Bernardini, alle cui famiglie laproprietà si tramandò da gene-razione in generazione per oltreun secolo. Il teatro, cui fu datol’appellativo di Nuovo per di-stinguerlo da quello anteceden-te in Vico delle Bombarde, sor-se sempre nei pressi di Porta Na-poli, lungo la via Palmieri, e fuinaugurato il 4 novembre 1759con l’opera buffa Le gelosie,

musicata dal grande artista Nic-colò Piccinni. Nonostante i tempi brevi di rea-lizzazione (40 giorni) il teatrospiccava tra i primi esempi nel-le province meridionali, con ilsuo prospetto barocco basso elanternato e i tre ordini di palchiirradiati dall’enorme lampada-rio a prismi che pendeva dal sof-fitto fatto in legno ingessato,decorato con un grande rosoneal centro. Il nuovo teatro incon-trò a Lecce anni di grande fer-vore, vedendo rappresentatenumerose opere di vario gene-re, regalando agli spettatori in-dimenticabili momenti di svagoe sollievo dalla routine quoti-diana, e durante il carnevale ilcortile esterno retrostante era untripudio di suoni allegri e vario-pinti colori nelle notti dedicate aiveglioni. All’inizio dell’800, però,l’attività teatrale a Lecce subì un

forte declino, e lo stabile fu sedeper lo più di cerimonie ufficialidi circostanza che ben poco ave-vano dell’antico sapore dellavita teatrale, e tale fu la situa-zione a Lecce almeno per il pri-mo ventennio del XIX secolo,finché la costituzione del 1820non gettò nuovamente un rag-gio di sole. Tutti i teatri nelle cit-tà del sud Italia ripresero vita sot-to l’impulso del diffuso spiritopatriottico e il Teatro Nuovononfece eccezione, ospitando im-portanti opere come la OtrantoLiberata di Taglioni, che canta-va le glorie militari salentine. I cittadini leccesi ripresero apopolare assiduamente le plateee in numero sempre più cre-scente, tanto che si rese neces-sario un ampliamento. Il pro-getto fu ideato da un erede del-la famiglia Bernardini, l’ingegnerBernardino, e i lavoro furono

portati a termine nel 1811, quan-do inizia una rinnovata fase divita dell’edificio culturale, que-sta volta denominato Teatro diSan Giusto, sorgendo a ridossodella casa del santo. Tornano inscena, allora, le opere liriche, sieseguono cantate di inni risor-gimentali e nel frattempo un’ori-ginale forma d’arte teatrale si dif-fonde rapidamente, quella degliimprovvisatori, ovvero attori gi-rovaghi che si esibivano diffon-dendo i nuovi ideali di libertà,unità e indipendenza. In questi anni, però, la manu-tenzione dello stabile fu decisa-mente trascurata, e quando nel1860 il sindaco di Lecce M. Lu-pinacci lo acquisì come benecomunale dai Mancarella, il tea-tro versava in pessime condi-zioni. Seguì, dunque, una terzafase di ricostruzione, questa vol-ta affidata all’ingegnere O. Ber-nardini, in cui il vecchio teatro fucompletamente ricostruito e so-stituito da un impianto tutto inpietra, che si mostrò agli sguar-di degli intrepidi cittadini nel1870. In questa occasione vi fula rappresentazione de Il ballo inmaschera di Verdi, con cui si ce-lebrò ufficialmente l’inaugura-zione del teatro e la sua dedica alnoto musicista tarantino Gio-vanni Paisiello, raffigurato nelbusto marmoreo del peristilio. Ancora una volta si assistette aLecce ad un grande impulso ar-tistico e culturale che investìanche la sfera teatrale, ma le dueguerre mondiali che duramen-te colpirono la nazione segna-rono un duro momento per ilTeatro Paisiello, che cessò pianpiano la sua attività, tranne unbreve periodo negli anni trentain cui fu adibito a sala concertidel vicino Liceo Musicale “TitoSchipa”. Nel dopoguerra lo sta-bile fu declassato a cinema di pe-riferia e fu questo il periodo in cuisubì i più gravi danni in seguitoad atti vandalici, fino al succes-sivo recupero degli anni ‘90,che gli ha reso l’antico sfarzo,rendendolo attualmente unodei teatri più attivi e importan-ti della provincia di Lecce.

Rosy Paticchio

15 26 maggio 2012

STORIE DELL’ALTRA LECCE

Dal Magazzino delle Bombarde al Paisiello, la lunga storia di Lecce per la conquista di un teatro vero

Un amore di teatro

Anno I - n. 18Reg. Trib. Lecce n. 3 del 24.01.2012

Direttore Responsabile Alessandra Lupo

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Ben trovati!Il mese di maggio è veramen-te ricco di eventi in città equesta settimana vi voglio se-gnalare la 20ma edizione diCantine Aperte organizzatadal Movimento Turismo delVino. Sono tante (ben 17) lecantine salentine che aderi-scono con degustazioni di vinie prodotti tipici, è una bella oc-casione per “brindare” allacrescita del nostro territorio! Ispirata quindi dai fiumi di

vino che domenica scorre-ranno nei calici e dalle ciliegiein vendita in tutti gli angoli del-la città, vi voglio dare la ricet-ta della zuppa di ciliegie al Pri-mitivo, speziatissima ed otti-ma da gustare con del gelatoalla vaniglia.Potete leggere il programma diCantine Aperte in Puglia suwww.mtvpuglia.it. Se avetedubbi, scrivetemi a [email protected]. Alla prossima!

Rubrica di cucina a cura di Anna Maria Chirone ArnòIl Gusto del Tacco La ricetta della settimana

Zuppa di ciliegie al Primitivo

Ingredienti½ kg di ciliegie grosse e mature 300 ml di Primitivo 4 cucchiai di zuccheroUna stecca di cannella Un chiodo di garofanoBuccia di un’arancia

PreparazionePrendete le ciliegie, lavatele e snoc-ciolatele, mettetele in una pentola ca-pace con il Primitivo, zucchero, can-nella, il chiodo di garofano e la buc-cia d’arancia. Fate cuocere a fuoco mo-derato e scoperto. Quando le ciliegie saranno cotte,sgocciolatele nella ciotola in cui le ser-virete, e fate restringere ancora il su-ghetto finché diventerà uno sciroppogustoso.

16 26 maggio 2012