FREE Lecce n. 13 del 21.04.2012

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Un proiettile recapitato a una candidata e la bagarre in Procura tra il sindaco e l'opposizione scaldano ancora il clima della campagna elettorale che si scontra con uno dei problemi madre della città, quello degli alloggi popolari Il caso di Adelaide Lanzilao, la candidata al Con- siglio comunale per la lista Lecce Bene Comune, che martedì pomeriggio ha trovato sulla sua auto una busta contenente un proiettile a salve ac- compagnato da un biglietto di minacce, è forse il punto più basso e preoccupante di una campagna elettorale dai toni troppo accesi. E siamo già a tre ondate di sostegno e vicinanza, dopo i petardi da- vanti al comitato elettorale di Damiano D'Auti- lia e i vetri rotti di quello di Severo Martini. Intanto il Pd ha accusato Palazzo Carafa di pro- mettere case popolari in cambio di voti e la vicenda finisce in Procura. Polemiche e proiettili, il problema casa infuoca la campagna elettorale Me ne vado, lo sfogo dei migranti secondo Marcela Serli Fatti nostri EDITORIALE di Aelle Racconta il senso di estraneità di chi si sente straniero ovunque lo spettacolo che l’attrice argentina porterà in scena ai Cantieri Teatrali Koreja venerdì 27 aprile 21 aprile 2012 Settimanale gratuito - Anno I - Numero 13 Copertino: turista avvista Ufo, fa una foto e va dai Carabinieri. Vendola: “Su di me solo schizzi di fango” In un dibattito elettorale che negli ultimi giorni era scivolato sulle accuse reciproche di “co- pia e incolla” del programma, il “brutto scherzo” del proiettile trovato da una candidata del centrosinistra sembra riportare la realtà al centro della scena. In un attimo le immagini di via Pi- stoia, con vecchi e bambini sen- za ascensore e i contatori abu- sivi attaccati come insetti ai fili del sottoscala hanno smesso di essere relegate in una realtà che pretendiamo marginale. Am- messo che questo termine si- gnifichi qualcosa in un luogo che della sua marginalità geo- grafica ha fatto la sua forza. L’episodio è da condannare, certo, come lo furono i petardi abbandonati sulla soglia del co- mitato elettorale del candidato di centrodestra Damiano D’Au- tilia e i vetri rotti dell’assessore uscente Severo Martini. Questa volta però il gesto non ha colpi- to un personaggio che ricopre un qualsiasi ruolo di potere e quel proiettile di scacciacani lascia- to sull’auto di una giovane don- na, che intanto era al lavoro, non sembra neppure verosimil- mente riconducibile a un mes- saggio politico. A parlare, in questo atto dimo- strativo che tutti ci auguriamo essere non più che uno scher- zo stupido, sembra quel volto della città che ci fa comodo di- menticare, confondendoci con la bellezza del suo centro storico battuto dai turisti che la fanno sembrare una capitale euro- pea in miniatura. Accanto a tut- to questo c’è però una compo- nente che rimane immutata, un aspetto arcaico che resiste al tempo come la ricetta del pa- sticciotto e i segreti dell’impa- gliatore. È quella sorta di codi- ce d’onore del “farsi i fatti pro- pri”, il buon senso popolare di non cercare guai. Un ripiega- mento su se stessi che guarda con sospetto all’impegno so- ciale e al senso di comunità, che disprezza la cittadinanza e che, difficile dire quanto a torto, dif- fida della politica. Quest’anima nera sta nascosta nel sottofon- do della città d’arte punteggia- ta dai tavolini dei bar, resta in di- sparte dalla vita pubblica ma non esita a farsi sentire quando qualcosa rischia di mutare lo status quo. Ed è proprio allora che può an- che arrivare a prendere di mira chi ha deciso di esporsi per qualcosa che ritiene giusto. La maniera è la più brutta, ricordare nel peggiore dei modi la regola d’oro del “farsi i fatti propri”, mi- nacciando che “se no saranno guai”. POST IT Immigrati, ecco la carta dei diritti e dei doveri Pag. 5 Attualità La Casa delle storie, dove i bimbi giocano e imparano Pag. 8 Attualità

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Un proiettile recapitato a una candidata e la bagarre in Procura tra il sindaco el'opposizione scaldano ancora il clima della campagna elettorale che si scontra con unodei problemi madre della città, quello degli alloggi popolari

Il caso di Adelaide Lanzilao, la candidata al Con-siglio comunale per la lista Lecce Bene Comune,che martedì pomeriggio ha trovato sulla suaauto una busta contenente un proiettile a salve ac-compagnato da un biglietto di minacce, è forse ilpunto più basso e preoccupante di una campagnaelettorale dai toni troppo accesi. E siamo già a treondate di sostegno e vicinanza, dopo i petardi da-vanti al comitato elettorale di Damiano D'Auti-lia e i vetri rotti di quello di Severo Martini. Intanto il Pd ha accusato Palazzo Carafa di pro-mettere case popolari in cambio di voti e la vicendafinisce in Procura.

Polemiche e proiettili, il problemacasa infuoca la campagna elettorale

Me ne vado, lo sfogo dei migranti secondo Marcela Serli

Fatti nostri EDITORIALE

di Aelle

Racconta il senso di estraneità di chi si sente straniero ovunque lo spettacolo che l’attriceargentina porterà in scena ai Cantieri Teatrali Koreja venerdì 27 aprile

21 aprile 2012Settimanale gratuito - Anno I - Numero 13

Copertino: turista avvista Ufo, fa una foto e va dai Carabinieri. Vendola: “Su di me solo schizzi di fango”

In un dibattito elettorale chenegli ultimi giorni era scivolatosulle accuse reciproche di “co-pia e incolla” del programma, il“brutto scherzo” del proiettiletrovato da una candidata delcentrosinistra sembra riportarela realtà al centro della scena. Inun attimo le immagini di via Pi-stoia, con vecchi e bambini sen-za ascensore e i contatori abu-sivi attaccati come insetti ai filidel sottoscala hanno smesso diessere relegate in una realtà chepretendiamo marginale. Am-messo che questo termine si-gnifichi qualcosa in un luogoche della sua marginalità geo-grafica ha fatto la sua forza. L’episodio è da condannare,certo, come lo furono i petardiabbandonati sulla soglia del co-mitato elettorale del candidatodi centrodestra Damiano D’Au-tilia e i vetri rotti dell’assessoreuscente Severo Martini. Questavolta però il gesto non ha colpi-to un personaggio che ricopre unqualsiasi ruolo di potere e quelproiettile di scacciacani lascia-to sull’auto di una giovane don-na, che intanto era al lavoro, nonsembra neppure verosimil-mente riconducibile a un mes-saggio politico. A parlare, in questo atto dimo-strativo che tutti ci auguriamoessere non più che uno scher-

zo stupido, sembra quel voltodella città che ci fa comodo di-menticare, confondendoci con labellezza del suo centro storicobattuto dai turisti che la fannosembrare una capitale euro-pea in miniatura. Accanto a tut-to questo c’è però una compo-nente che rimane immutata, unaspetto arcaico che resiste altempo come la ricetta del pa-sticciotto e i segreti dell’impa-gliatore. È quella sorta di codi-ce d’onore del “farsi i fatti pro-pri”, il buon senso popolare dinon cercare guai. Un ripiega-mento su se stessi che guardacon sospetto all’impegno so-ciale e al senso di comunità, chedisprezza la cittadinanza e che,difficile dire quanto a torto, dif-fida della politica. Quest’animanera sta nascosta nel sottofon-do della città d’arte punteggia-ta dai tavolini dei bar, resta in di-sparte dalla vita pubblica ma nonesita a farsi sentire quandoqualcosa rischia di mutare lostatus quo. Ed è proprio allora che può an-che arrivare a prendere di mirachi ha deciso di esporsi perqualcosa che ritiene giusto. Lamaniera è la più brutta, ricordarenel peggiore dei modi la regolad’oro del “farsi i fatti propri”, mi-nacciando che “se no sarannoguai”.

POST IT

Immigrati,ecco la cartadei diritti e deidoveri

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Attualità

La Casa dellestorie, dove ibimbi giocanoe imparano

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Attualità

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Politica

Era solo questione di tempo:quella soglia di povertà docu-mentata che si allarga a macc-hia d’olio, quello stato di dis-agio con il quale -oltre agli im-migrati- sempre più famiglieleccesi si stanno abituando a

convivere doveva disturbare letroppo spesso candide dis-cussioni da salotto della cam-pagna elettorale. Lo ha fattocon un video girato dallo staffdi Loredana Capone: una cre-pa tra i sorrisi e le belle facce

ringiovanite da Photoshop diquesti giorni. Il messaggio èchiaro e ribadisce una dina-mica triste quanto radicata: ilvoto è ancora una moneta divalore per chi intende gover-nare Lecce e la zona 167 il ba-

cino più fertile. Dopo aver visto cosa succedenelle “case parcheggio” di viaPistoia, i progetti di rivaluta-zione del campanile del Duo-mo o quelli per realizzare illago di Lecce -senza nulla to-

gliere alla pregevolezza delleidee- assumono tutta un’altraluce. E così, anche la cam-pagna elettorale ne risente. Ilgirotondo di solidarietà perla cadidata Adelaide Lanzi-lao (a destra nella foto) -co-autrice del video in questione-per aver ricevuto una letteraminatoria accompagnata daun proiettile non si è fatto at-tendere. E siamo già a tre on-date di sostegno e vicinanza,dopo i petardi davanti al co-mitato elettorale di DamianoD’Autilia e i vetri rotti di que-llo di Severo Martini. Una de-riva amara di una campagnaelettorale che appare, ai più,lontana dal quotidiano, daiproblemi dei cittadini -alleprese con la crisi, l’aumentodelle tasse, l’inevitabile ridu-zione dei servizi- dai temi verisui quali dovrebbe giocarsiuna partita capace di infiam-marsi soltanto quando cozzacontro l’ineluttabilità del reale,contro la corsa ad inseguire unvivere degno di questo nomecui sono costrette famiglie sti-pate in appartamenti senzaascensore e senza riscalda-mento.

Una deriva della politica -chesi ostina a definire “antipoliti-ca” lo sdegno provato dai più,a Lecce come a Bolzano- cuinessuno schieramento ha pro-vato a fare da argine, primache l’appuntamento con leamministrative incombesse aricordare che amministrare èun servizio e fare opposizionepure, perchè la somma delledue cose dovrebbe dare, comerisultato, una città più vivibi-le, più solidale, più ospitale. È amaro, ancora una volta, ilsapore che resta in bocca alpensiero -tutt’altro che pere-grino- che quando i riflettori sispegneranno, il clamore tor-nerà ad essere brusio, e Lecceavrà una nuova amministra-zione e un nuovo Consigliocomunale, in via Pistoia nes-suno passerà più. E, ancorpeggio, quei cittadini rasseg-nati torneranno alla loro quo-tidianità senza trovare il co-raggio e la forza di pretende-re ciò che spetta loro, di rifiu-tare di vestire i panni di unamerce di scambio, di conside-rare un diritto quello che oggiè diventato favore.

Andrea Gabellone

Ancora una volta, come ai tempi del-la ormai celebre querelle legata ai ter-reni dell’Iskenia, a tenere banco è ilconfronto veemente tra Paolo Per-rone (nella foto a sinistra) e AntonioRotundo (nella foto a destra), giun-to questa volta a pochi metri dall’uffi-cio del procuratore della RepubblicaCataldo Motta. Oggetto dello scontrotra il Pd e il sindaco, le presunte pro-messe di alloggi arrivate da esponen-ti del centrodestra in cambio di voti.Senza mezzi termini il Pd ha accusa-to Palazzo Carafa di essersi disinte-ressato delle condizioni di vita negli al-loggi popolari. Un tema di per sé de-licato, tornato alla ribalta, secondo imembri dell’opposizione, solo nelle ul-

time settimane, con la presunta pro-messa di case in cambio di voti. Unapolitica clientelare basata sul nulla, poi-ché a fronte di 1.400 domande pre-sentate, vi sarebbe la disponibilità disoli 15 appartamenti. Il sindaco uscen-te ha allora invitato i suoi avversari po-litici a denunciare tutto in Procura. “Vido appuntamento lunedì mattina a pa-lazzo di giustizia, così vi accompagne-rò dai magistrati e depositeremo le pro-ve”, la replica di Perrone.Sotto un cielo grigio di polemiche epioggia Perrone ha atteso l’arrivo diAntonio Rotundo, leader del Pd a Pa-lazzo Carafa, e dell’onorevole TeresaBellanova. Dopo alcuni disguidi, l’in-contro tra il primo cittadino ed i due

esponenti del Pd è avvenuto non a Tea-no ma al secondo piano della Procura.Un incontro dai toni accesi, al limitodello scontro verbale: “Vi invito a dareseguito alle accuse gravissime cheavete fatto. Dove sono le prove?”, hadetto con malcelata irritazione il sin-daco. Puntuale la risposta di Rotundo:“Il primo cittadino ci ha trascinati quisenza neanche aver fissato un appun-tamento col procuratore. È una mez-za pagliacciata, la sua. La nostra de-nuncia politica confluirà in un espostoche sarà depositato nell’ufficio com-petente. Il sindaco -ha proseguito Ro-tundo- si associ a noi e denunci que-sto malcostume visto che dice che è unatteggiamento squalificante fare false

promesse”. Nei prossimi giorni il legale del Pd, l’av-vocato Stefano Prontera, presente al-l’incontro, dopo aver raccolto gli ele-menti documentali in possesso delpartito, presenterà l’esposto, secondole regole previste dalle leggi, distanti,è il caso di dirlo, dai teatrini della po-litica che dovrebbe seguire le normecome tutti i “normali” cittadini.

Andrea Morrone

A meno di venti giorni dal voto la campagna elettorale approda nelle stanze degli uffici giudiziari. Il Pd sarebbe pronto a presentare un esposto in cui denuncia alcune promesse di casa in cambio del voto.Perrone li invita a mostrare le prove

Promesse in cambio di casa. È lite Pd-Perrone

La realtà buca lo schermo

Il caso di Adelaide Lanzilao,la candidata al consiglio co-munale per la lista “LecceBene Comune”, che marte-dì pomeriggio ha trovatosulla sua auto, una Smart,una busta bianca contenen-te un proiettile a salve, ac-compagnato da un bigliettodi minacce, è forse il puntopiù basso e preoccupantedi una campagna elettoraledai toni troppo accesi. Non è un caso, con ogniprobabilità, che il ritrova-mento sia avvenuto l’indo-mani dalla convocazione,da parte della Lanzilao e

della candidata sindaco delcentrosinistra Loredana Ca-pone, di un incontro sulcontroverso caso delle caseparcheggio. La vicenda è fi-nita all’attenzione della Di-gos della questura di Lecce,dove la donna si è recata perdenunciare il fatto. Una de-nuncia che al momento nonesclude alcuna ipotesi, ne-anche quella di uno scherzodi cattivo gusto. A poco piùdi due settimane dal voto,però, il rinvenimento rima-ne un gesto a dir poco pre-occupante.

(a.m.)

Consiglio o scherzetto?

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Il week end vede un’agendafittissima di big in arrivo nelSalento per fare da testimonialdella campagna elettorale. Venerdì tocca al leader del-l’Udc Pierferdinando Ca-sini, che sarà all’hotel Tizia-no alle 19, e quello di Allean-za di Centro, Francesco Pio-nati, atteso alle 19 pressol’hotel Hilton. Entrambi a so-stegno della corsa a primocittadino del candidato cen-

trista, Luigi Melica. Nello stesso giorno sarà anchein tour nel salento, al fianco diAdriana Poli Bortone, il coor-dinatore nazionale di GrandeSud, Gianfranco Miccichè.Sempre alle ore 19 all’hotel Ti-ziano di Lecce ci sarà inveceresponsabile nazionale delsettore Ambiente Idv, PaoloBrutti, che partecipa all’in-contro sul gasdotto Tap, in-sieme all’assessore regionale

all’Ambiente Antonio Nica-stro e il commissario regionaledell’Idv, Augusto di Stanislao. Sabato arriverà invece nel Sa-lento il leader del Partito De-mocratico, Dario France-schini, che darà il suo perso-nale contributo alla campagnaelettorale di Loredana Capo-ne, con un piccolo tour di ap-puntamenti al fianco dellacandidata. Lunedì toccherà invece al se-

gretario nazionale del Pd,Pierluigi Bersani, attesoper le 15.30 nel foyer del Po-liteama Greco. Bisognerà invece aspettarefine mese per il testimonial delPdl, l’unico big romanoespressamente invitato dalsindaco uscente, Paolo Perro-ne, è infatti il segretario na-zionale del suo partito, An-gelino Alfano, atteso a Lec-ce attorno al 28 aprile.

3 21 aprile 2012

Ci sorridono dai loro cartelloni, ci im-boniscono con i loro slogan, ci lan-ciano messaggi, ci parlano. Tuttoquesto da diversi mesi. Sono i can-didati alle elezioni amministrative del6 e 7 maggio prossimo. Non entrerònel merito di alleanze, programmi econtenuti politici. Quello che mi colpisce, come credoogni cittadino che si trovi a fare unapasseggiata in città, a leggere ungiornale o a guardare un telegiorna-le, è la lingua. E così, in questa campagna elettoraleiniziata a gennaio con le primarie delcentrosinistra,proseguita con quelledel centrodestra e adesso nel suo pie-no fermento, di slogan da commen-tare, congiuntivi da salvare e battu-te da capire ce ne sono tanti, anchecome forse mai prima d’ora, sembrache ognuno dei candidati abbia vo-glia di farsi vedere e sentire. A Lecce esiste ormai da diversi annil’Osservatorio di Comunicazione po-litica dell’Università del Salentocheè nato nel 2005 all’interno del Cor-so di Laurea di Scienze della Comu-nicazione e ha condotto diverse ri-cerche concentrando la sua atten-zione sulle elezioni politiche che sisono svolte a livello nazionale, re-gionale, provinciale e comunale, mo-

nitorando i mezzi di comunicazioneutilizzati dai partiti e dai candidatiper la loro campagna elettorale. L’at-tività dell’Ocp per le elezioni ammi-nistrative 2012 riguarderà i comunidi Brindisi, Lecce e Taranto. L’analisi si concentrerà su televisio-ni (tg e talk show dedicati alla ele-zioni, trasmessi da emittenti regionalie locali), YouTube, Facebook, Twit-ter, stampa locale, quotidiani online

e cartellonistica.Pierpaolo Lala (nella foto), gior-nalista e autore con Maria VittoriaDell’Anna del volume Mi consentaun girotondo. Lingua e lessico del-la Seconda Repubblica, fa parte delgruppo stampa locale e quotidiani online dell’Osservatorio. Gli abbiamo ri-volto qualche domanda per leggerecon lui questa campagna elettorale,cercare di capire se è diversa dalle al-tre in qualche modo e che cosa pos-sono fare i cittadini per difendersi. Pensi che una così lunga cam-pagna possa in qualche modorendere i cittadini un po’ im-permeabili o indifferenti alleproposte politiche? Io non credo che siano le campagneelettorali a dover avvicinare i citta-dini alla politica, al palazzo, ai par-titi. Anzi, credo proprio che sia il con-trario. Il successo delle elezioni pri-marie del centrosinistra e soprattuttodi quelle del centrodestra (in prati-ca le prime in Italia) non credo sia-no sinonimo di partecipazione o diinteresse. A che tipo di campagna eletto-rale stiamo assistendo secondote?Le campagne elettorali sono tutte unpo’ noiose, soprattutto negli ultimi

anni. La flessione notevo-le dell’attività “tradiziona-le” dei partiti trasforma leelezioni in veri e propri momenti diubriacatura. In due mesi circa (maanche meno) molti candidati prova-no a fare quello che avrebbero dovutofare in almeno cinque anni. Si apro-no comitati enormi, si utilizzanotutti i formati di cartelloni, si mettonoin moto le “vele” con le facce che gi-rano per la città, si assumono maghidella comunicazione e dei social net-work sperando che possano trasfor-mare in slogan l’assenza di idee.Non è un caso che le liste dei partitisiano una netta minoranza rispettoa liste civiche o “civetta”. C’è qualche trovata o qualcheslogan che ti ha colpito in par-ticolare? Alcuni mi hanno molto divertito,alcuni erano proprio goffi, altri fin-ti trendy. Secondo me, la campagnadi comunicazione portante dovreb-be essere quella del candidato sin-daco che dovrebbe dare il “senso” allacoalizione. Gli altri candidati, in-tendo i consiglieri, dovrebbero pre-sentarsi solo per quello che sono eper quello che fanno nella vita, sen-za troppi fronzoli, promesse, propo-ste. La gente sceglie il candidato

che conosce, non per il suo slogan suun manifesto. In generale come giudichi il li-vello, da un punto di vista lin-guistico, di questa campagna? Difficile dare una risposta a questadomanda. Credo che la retorica po-litica sia utilizzata a tutti i livelli. Untempo si usavano formule del tipo“convergenze parallele” o comunquesfruttando un armamentario ideo-logico ben preciso. Un politico par-lava e tu comprendevi subito la suaidea o ideologia di fondo. Ora tuttiprovano a essere un po’ tecnici, amettere sul piatto i concetti di par-tecipazione, coinvolgimento, ad es-sere ammiccanti verso l’elettorato“moderato”. Ma al di là della parole in campagnaelettorale tutti cercano voti e i citta-dini questo lo sanno.Quali sono secondo te le paro-le d’ordine di queste ammini-strative? Le parole d’ordine sono sempre lestesse: cambiamento da una parte,continuità (in questo caso avanti)dall’altra.

Dario Goffredo

Breve analisi sociolinguistica di una campagna elettorale che rischia di sembrare infinita

Siamo uomini o candidati?

I big in agenda nel week-end

Politica

Dario Franceschini

Pierluigi BersaniAngelino AlfanoPierferdinando Casini

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4 21 aprile 2012

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5 21 aprile 2012

Attualità

Un’idea così non poteva chenascere da un territorio dove,oramai, l’immigrazione è unfenomeno radicato; una terradi mezzo. La carta dei diritti edei doveri per gli stranieri inItalia -documento essenzialeper chi, attraversando il Ca-nale d’Otranto, cerca in ques-to Paese una nuova vita- è, da-lla settimana scorsa, final-mente una realtà. L’avvocato leccese SalvatoreCentonze, insieme allo staffdel suo studio legale, ha deci-so di pubblicare su carta lenormative delle quali ognistraniero dovrebbe essere aconoscenza. L’articolo 10,comma 6, del Decreto del Pre-sidente della Repubblica del

31 agosto 1999 in materia diimmigrazione obbliga, infatti,tutte le strutture ricettive ita-liane -Cie, Cara, alberghi, maanche carceri- ad averne al-meno una copia: “Negli al-berghi, negli altri esercizi ri-cettivi e nei centri di acco-glienza alle frontiere deve es-sere messa a disposizione deiviaggiatori stranieri una tras-crizione, nelle lingue italiana,francese, inglese, spagnola earaba delle disposizioni deltesto unico e del presente re-golamento concernenti l’in-gresso e il soggiorno deglistranieri nel territorio delloStato”. In Italia, quest’indicazionenon è rispettata. Da qui, l’idea

di Centonze: “La carta dei di-ritti e dei doveri degli stranieriè un compendio in cui ciascunimmigrato può e deve identi-ficarsi attraverso il rispettodelle regole del Paese ospi-tante. Queste non sono solo restri-zioni della libertà, ma sonoanche e, se vogliamo, soprat-tutto, garanzie di libertà. Pur-troppo, però, i centri di acco-glienza, i Cie, i Cara, le carce-ri ne sono sprovvisti e questomette l’immigrato in una si-tuazione di pericolosa igno-ranza nei confronti della leg-ge”. I volumi, con traduzioni infrancese, inglese, spagnolo earabo sono a disposizione de-

gli enti che vogliano dotarse-ne e i proventi saranno desti-nati alla pubblicazione di altrecopie in lingue come il pro-toghese, l’albanese, il russo eil tamil. Giancarlo Mazzotta,sindaco di Carmiano, ne ha giàacquistate 60 copie da rega-lare ad ogni famiglia stranie-ra residente nel suo Comune.C’è da augurarsi che altri Co-muni, la Provincia e le nume-rose strutture di accoglienzafacciano propria quest’inizia-tiva; non dimenticando che iricavi della cosiddetta “tassa disoggiorno” pagata dagli im-migrati prevede anche il fi-nanziamento di questi pro-getti.

Andrea Gabellone

Stranieri, un vademecum per guidarli nelle leggi italiane Uno studio leccese mette a punto un abc di leggi e regole che ogni straniero, soprattutto se migrante, dovrebbe conoscere. L'obiettivo ora è farlo adottare nei luoghi di accoglienza

Eroe d’altri tempi

Semel in anno licet insanire. Si alzano i toni della cam-pagna elettorale che sembra toccare in certi momentivette di un surrealismo inaspettato. Questa settimana èla volta di Antonio Capone. Il sacro furore che ha inve-stito l’ex assessore della Poli non trova corrispondenzenella letteratura recente. Per metà ricorda il principe An-tonio De Curtis alle prese con la famosa lettera: “SonoAntonio Capone (quest’anno... c’è stato una grandemorìa delle vacche. Salutandovi indistintamente. I fra-telli Caponi che siamo noi), candidato sindaco di Lecce”.Metà Don Chisciotte de la Mancia, ingenioso hidalgo:“Se sarò eletto, abbatterò uno ad uno i pali del filobus,perenne monumento allo spreco del denaro pubblico(Vedi là, amico Sancio, come si vengono manifestandotrenta, o poco più smisurati giganti? Io penso di azzuf-farmi con essi, e levandoli di vita cominciare ad arric-chirmi colle loro spoglie; perciocché questa è guerraonorata, ed è un servire Iddio il togliere dalla facciadella terra sì trista semente, nda)”. Altro che Capone.Qui siamo in presenza di una testa grossa così.

Chi copia chi

La candidata Loredana Capone accusa Paolo Perrone diessere un copione: “Il sindaco uscente ricicla i punti delsuo programma elettorale 2007 facendoli passare perdelle priorità”. Ma il primo cittadino chiamato in causaha risposto prontamente: “Loredana ha copiato da Giu-liano Pisapia e dal presidente della sezione umbra del-l’Opera nazionale mutilati e invalidi civili”. Non è difficileimmaginare come andassero le cose qualche decenniofa, in IV elementare.Loredana piccinna: “Maestra, Perrone mi tira i ca-pelli e non mi fa stare attenta. Insieme a Monosi diconoche ho l’accento barese”.Paolo striu: “Maestra, non è vero. Lei e Carlo mi fannole linguacce. Mi chiamano Pinocchio”.Loredana piccinna: “E poi Perrone non mi fa giocarecol filobus”.Paolo striu: “Non è vero. È lei che si tiene tutti i fondiregionali per sé”.Maestra Adriana: “Basta bambini, basta! Adesso vimetto tutti e due in castigo e vi faccio saltare la gita aBruxelles”.

Gioca con me

Alcuni bambini leccesi, più fortunati di altri, hanno ri-trovato nei propri zaini delle figurine elettorali. Sap-piamo per certo che si tratta di una corposa campagna dimarketing, mirata ai più piccoli, che avrà ulteriori svi-luppi nei prossimi giorni. Di seguito la strategia:Pupazzetti di Wojtek Pankiewicz tutto verde e semi-nudo, nello stile dell’incredibile Hulk. Supereroe imbat-tibile! Bamboline di Sabrina Sansonetti che riprendonoJade delle Bratz, il cui soprannome è Cool Kat. Fare at-tenzione perché è molto ma molto delicata.Puzzle di Eugenio Pisanò. Gioco da tavolo di diffici-lissima soluzione per l’altissimo numero di pezzi checompongono l’immagine. Vietata ai minori.

Un singolare disguido tecnicoe fisico, rischia di fermarel’allegria e l’esondazione d’ar-te di Livello 11/8, la strutturasulla SS 7ter Campi-Lecce, inagro di Trepuzzi, nata dalla re-mise en forme del vecchiomercato dei fiori, punta d dia-mante dei Laboratori Urbanifinanziati dal programma re-gionale Bollenti Spiriti. Casus belli, l’accesso vietatoall’edificio a causa dell’eleva-ta pericolosità della statale, ra-gione che impedirebbe pas-saggio pedonale e diretto astrutture che su quella stradasi affacciano. Una storia par-tita nel 2009, un impedimen-to in qualche modo aggirato

con una serie di permessi e ac-cordi con i proprietari di ter-reni confinanti, che hannoconsentito l’accesso al padi-glione dalla parte posteriore. “A nulla -dichiara CesareDell’Anna, direttore artisti-co di 11/8 Records- sono ser-viti i nostri sforzi per renderela struttura perfettamente fun-

zionante dopo la sua conse-gna, per farla diventare pun-to di riferimento sul territoriodi attività artistiche di altissi-mo livello culturale. Non sia-mo noi a dirlo, ma la nutritarassegna stampa a livello lo-cale e nazionale che docu-menta il nostro lavoro. È as-surdo, inconcepibile, per me e

per il mio staff, essere co-stretti ad annullare la pro-grammazione artistica per ilraggiungimento della qualeabbiamo investito mesi di la-voro. Un cartellone che coin-volge artisti internazionali eproduzioni esterne. Il dannoeconomico è elevatissimo, maquello d’immagine è in quan-tificabile! Posso solo sottoli-neare con rammarico che anulla sono valse le nulle trat-tative intercorse con gli enti ti-tolati a dare risposte”.Per firmare la petizione con-tro la chiusura della struttura,costata 700mila euro, bastacliccare sul sito www.firmia-mo.it/livelloundiciottavi.

Livello 11/8 lancia l'allarme, serrata in vista per la Casa della Musica

È cosa fatta, l’exMonty PythonTerry Gilliam,sbarca a Lecce inoccasione dellatredicesima edi-zione del Festi-val del CinemaEuropeo. Con-

fermate le voci che si rincorrono dagiorni, tra annunci ufficiali e smentite,circa l’arrivo del noto regista.Personaggio eclettico e originale, artista

del grande schermo, il regista statuni-tense sarà ospite della rassegna, all’in-terno della sezione Short Matters! cheogni anno propone in rassegna tutti icortometraggi vincitori del Prix UIP ontour, nominati all’European Short FilmAwards dell’Efa. Gilliam si presenta con una pellicola giàvincitrice a Berlino, dicembre 2011,come Miglior Cortometraggio Europeodell’anno. The Wholly Family, questo ilnome del corto, racconta la quotidianitàdi una famiglia-tipo statunitense attra-

verso strade, simboli e storie di Napoli.Una discussione tra marito e moglie, itoni sempre più alti, le urla. Il figlio dellacoppia esce di casa, si allontana..scom-pare e da lì si dipana una vicenda umanaaccattivante.Prodotto da Gabriele Oricchio per PastaGarofalo, The Wholly Family vede tra iprotagonisti Renato De Maria e Cri-stiana Capotondi. Terry Gilliam si è fattoapprezzare, in passato, come autore difilm visionari tra cui Parnassus e Le av-venture del Barone di Munchausen.

E per i cinemaniaci è già caccia a Terry Gilliam

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6 21 aprile 2012

Attualità

Lavoro nero e morti bianche,rappresentano da sempre lo“yin” e “yang” che distruggel’economia salentina. Un fe-nomeno che ormai è conside-rato quasi endemico e che an-cora oggi presenta cifre im-portanti, difficili da cancella-re in fretta. Due mali che sifondono indissolubilmenteperché quelle morti bianchesono in realtà nere come il lut-to che avvolge le loro vite spez-zate dagli incidenti sul lavoro,che ogni anno hanno fatto re-gistrare nella provincia di Lec-ce decessi e gravi infortuni.Uno strumento di particolarerilievo nella lotta al lavoronero è rappresentato dal po-tere, posto dalla legge nellemani del personale ispettivodel Ministero del Lavoro, di so-spendere l’attività imprendi-

toriale, fino al ripristino dellalegalità qualora vengano ac-certate violazioni di particola-re gravità. A questo riguardo,nell’anno appena trascorso,sono stati adottatiben 630 i provvedi-menti di sospensio-ne in tutta la pro-vincia di Lecce, conun sensibile incre-mento rispetto al-l’anno precedente.L’attività di vigilan-za ha riguardato, inparticolare l’edili-zia, il tessile e i ser-vizi di logistica, set-tori che, statistichealla mano, risultano fra quel-li col più rilevante tasso d’ir-regolarità accertata e con lamaggiore incidenza d’infor-tuni sul lavoro e da cui sono

stati recuperati contributi pre-videnziali e assistenziali evasiper diverse centinaia di mi-gliaia di euro.I controlli proseguono serrati

anche nel 2012, concirca 500 aziendegià ispezionate e280 lavoratori innero già segnalatidai carabinieri delNil. “Si tratta -spie-ga Virginio Villa-nova- di un con-trollo capillare delterritorio e delmondo del lavoro,che ha una doppiafinalità: reprimere

le illiceità legate al mondo dellavoro e tutelare le imprese cherispettano le normative vi-genti”. Il tutto a vantaggio e tu-tela della nostra economia. In

tal senso nei giorni scorsi erastato il presidente della Pro-vincia di Lecce, Antonio Ga-

bellone (nella foto), a lanciareun monito: “I lavoratori de-nuncino senza esitare se ven-gono impiegati in nero dalleaziende”. Un fenomeno che,secondo Gabellone, ha nellacrisi economica la sua causaprincipale, ma anche nei ri-tardi con cui le pubbliche am-ministrazioni pagano le azien-de. In particolare la Provinciadi Lecce ha attualmente unplafond di soli 3 milioni dieuro. Ben poco per poter farfronte ai crediti che mature-ranno nel 2012, soprattutto sequesti dovessero attestarsi suilivelli dello scorso anno, vale adire intorno ai 20 milioni dieuro.All’impatto economico del la-voro nero si aggiunge quellosociale in un Salento da sem-pre assetato di lavoro ancor

più che di acqua. Spesso, quin-di, la disperata ricerca diun’occupazione porta i lavo-ratori a ingrossare le file del-la manodopera illegale (e inmolti casi anche illecita), quel-la priva di qualsiasi garanzia esalvaguardia. Un bisogno chesempre più spesso porta mor-ti tragiche, dovute alla crisieconomica, alla perdita del la-voro e l’impossibilità di tro-varne un altro. Li chiamano“suicidi della crisi”, e sono letristi storie legate alla grave si-tuazione economica che col-pisce in maniera particolare ilSud e il Salento. Morti chechiamano in causa non solo lapolitica e il mondo dell’im-prenditoria, ma un po’ tutti,poiché rovescio della medagliadella vita di tutti i giorni.

Andrea Morrone

I controlli fiscali a raffica, aLecce e in tutta la provincia,mostrano due facce. Se la pre-senza massiccia di militaridella Guardia di Finanza e di-pendenti dell’Agenzia delleEntrate stringe la morsa at-torno all’abusata pratica del-l’illegalità, dall’altro rischia diparalizzare i piccoli commer-cianti, abituati a rispettare leregole barcamenandosi tra Ca-mera di Commercio, tasse dapagare, controlli Asl e vigili ur-bani, ormai sempre più spes-

so in preda al panico da car-tellino. Quello esibito dai mi-litari.A turbare i sonni dei piccolicontribuenti sarebbero infat-ti non tanto le possibili svisteseguite dalle regolari sanzioni,ma le tirate d’orecchi accesso-rie, frutto di un atteggiamen-to che in alcuni casi viene per-cepito come eccessivamenteautoritario. Il riferimento nonè ai casi, purtroppo numerosi,di evasione totale o lavoronero. La levata di scudi arriva

infatti da tanti commercianti eclienti che nel periodo festivoappena trascorso hanno rice-vuto la visita delle Forze del-l’ordine e che dopo essere sta-ti pizzicati con qualche picco-la irregolarità hanno dato vitaad una vera e propria pioggiadi memorie difensive e azionilegali, non tanto per obiettarealle contravvenzioni elevate,ma per difendere la propriaimmagine. Momenti di tensione si sonoregistrati in alcuni esercizi

sottoposti ad accertamento,con malori e agitazione fino alricorso, da parte di alcunicommercianti, persino allecure mediche.L’opinione comune è che ilmomento difficile per l’eco-nomia del Paese abbia au-mentato la pressione, facendoperdere forse quel pizzico diumanità che si riserva a chi,forse ha commesso un picco-lo errore, ma per lo più è inbuona fede. Rispetto per l’au-torevolezza, insomma, ma in-

comprensione davanti all’au-toritarismo, tanto che più diqualcuno dopo un blitz parti-

colarmente deciso ha optatoper le vie legali.

Fabiana Pacella

In Italia ci sono quasi3 milioni di lavora-tori non regolarizzatiche con la loro ma-nodopera aiutano aprodurre quasi 100

miliardi di Pil (prodotto interno lordo) irregolare, pari al 6, percento del Pil nazionale. In questo modo vengono sottratte allecasse dello Stato entrate pari almeno a 42,7 miliardi di eurol’anno, pari praticamente a 709 euro a persona. Un fenomenoche interessa soprattutto le regioni del sud Italia, nelle quali èpresente oltre il 40% dei lavoratori irregolari.

Cifre allarmanti che trovano purtroppo riscontro anche nellaprovincia salentina, dove quasi il 30% delle aziende leccesi ispe-zionate dai carabinieri del Nil, (Nucleo Ispettorato del Lavoro)coordinati e diretti da Virginio Villanova, direttore territo-riale del Lavoro di Lecce, è irregolare. Nel 2011, infatti, su 3.239aziende controllate in quasi mille casi sono stati riscontrati ille-citi di natura amministrativa in merito alla gestione del perso-nale. I lavoratori interessati dalle irregolarità rilevate sono stati1.055, di cui la maggior parte sconosciuti alla pubblica ammi-nistrazione e cioè privi della benché minima copertura sia pre-videnziale, per quanto attiene ai contributi pensionistici, cheassicurativa, prevista in caso di infortunio sul lavoro. (a.m.)

Lavoro nero, nel Salento irregolarità per un'azienda su tre

Dopo l’intensificarsi dei controlli fiscali alcuni commercianti si sono sentiti tartassati ealcuni hanno anche sporto denuncia contro quello che definisco un eccessivo autoritarismo

Ma ora i commercianti temono la caccia alle streghe

Più legalità contro la crisi, anche al lavoroI controlli a tappeto non riguardano solo il fisco. L'ispettoratodel lavoro passa al setaccio i settori più colpiti. L'obiettivo èrisanare, ma anche tutelare chi rispetta le regole

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7 21 aprile 2012

Attualità

Un’opera d’arte si guarda, si sente, sisfiora. Le sensazioni variano da per-sona e persona così come il ricordo checiascuno ne conserva. Per i diversa-mente abili la cultura può assumeredelle connotazioni sensoriali moltodiverse da quelle comuni ma può es-sere anche un’esperienza inaccessi-bile.L’Associazione Anyway AccesSalen-to, presieduta da Diomede Stabile evincitrice del Bando regionale Princi-pi Attivi, ha svolto in collaborazionecon Apt un’indagine conoscitiva sul-l’accessibilità dei luoghi della culturanella provincia di Lecce mettendo inluce le criticità. In tutto sono staticensiti quaranta luoghi del Salento: 25a Lecce e 15 nei comuni della provin-cia. Si tratta di musei, pinacoteche, tea-tri, cinema, chiese e castelli: osserva-ti e studiati da chi ogni giorno convi-ve con la disabilità in tutte le sue for-me. Con una semplificazione forzata sipotrebbe pensare che l’accessibilitàdi un luogo di cultura sia legata prin-cipalmente alla presenza o meno dibarriere architettoniche all’ingresso.Invece non è così. E a insegnarcelo èproprio il quadro venuto fuori da que-sta indagine che disegna una sostan-ziale inaccessibilità della cultura per idisabili visivi e uditivi. Dei nove musei monitorati da Anyway

AccesSalento, solo uno è risultatoinaccessibile ai disabili motori perchél’unico ingresso ha un gradino e non cisono alternative, cinque sono risulta-ti accessibili ai disabili visivi ma unosolo “apre le porte” anche ai disabiliuditivi. In quattro casi su otto tra i ser-vizi del museo vi è un referente per levisite di persone disabili. L’unica pi-nacoteca presa in esame è accessibilesolo al piano terra ma è off limits ai di-sabili visivi e uditivi. Dei nove spazidella provincia due sono in parte ac-cessibili ai disabili motori ma nessunolo è ai disabili visivi e uditivi. Anche ledue biblioteche che compaiono nel re-port sono prive di questi servizi e in uncaso è anche impossibile raggiungereil secondo piano per chi ha difficoltàmotorie. I sei cinema e teatri esaminati sono tut-ti accessibili ai disabili motori ma solouno ha anche servizi per disabili visi-vi. Penalizzati, ancora una volta sonole persone portatrici di handicap al-l’udito, per le quali non è previsto al-cun servizio. Stessa situazione per leotto chiese monitorate: tranne in uncaso, sono tutte accessibili ai disabilimotori ma nessuna offre servizi per isordi, mentre sola una è accessibile aiciechi. In compenso la metà dellechiese mette a disposizione una per-sona per le visite dei disabili.

Il palazzo esaminato è accessibile ai di-sabili motori, ma non visivi e uditivi,anche se ha servizi per la disabilità epersonale formato ad hoc. I due castellioggetto del monitoraggio sono acces-sibili ai disabili motori ed uno anche aidisabili visivi. Un buon dato è la pre-senza in entrambi i casi di un referenteincaricato di guidare i disabili duran-te la visita. Ma il dossier di Anyway Ac-cesSalento ha preso in esame anche al-tri fattori che per coloro che convivo-no con la disabilità sono altrettante“barriere”: i servizi igienici e le uscitedi sicurezza. Nei musei salentini i ser-vizi igienici sono a norma, ma con qual-che piccolo problema soprattutto ri-

guardo le uscite di sicurezza. I bagnisono off limits in entrambe le biblio-teche e nelle chiese, dove ci sono i ser-vizi igienici (due casi) sono inaccessi-bili. Un cinema su sei non ha i bagni anorma, due spazi culturali su nove han-no servizi inaccessibili mentre sono tut-ti accessibili ai disabili i servizi igieni-ci dei teatri in esame. In tre musei e intre spazi culturali salentini le uscite disicurezza sono inaccessibili. Tirando le somme appare quindi chia-ro che tanto resta ancora da fare perrendere i tesori del Salento, le sue bel-lezze e le sue suggestioni accessibili atutti e “con tutti i sensi”.

Maria Grazia Maci

Anyway AccesSalento e Apt hanno costruito una mappa dei luoghi culturali accessibili davvero per tutti. Risultato: ancora molta strada da fare

Musica, comunicazione,spettacolo, letture e colpi discena, per Cose dell’AltroMondo-conversando conClaudio Baglioni, il volumedi Gianfranco Valentiche sarà presentato dome-nica alle 18.30 presso leOfficine Cantelmo. Si trat-ta di un viaggio tra musica,web e social network, lun-go il fil rouge della poesiadel cantautore italiano.Niente di accademico oprevedibile, però. Al pia-noforte si esibirà infattiWalter Savelli, storico pia-nista di Baglioni, compagnod’eccezione di ogni stepdella serata. A confrontar-si sul tema, coordinati daFabiana Pacella, RonnyTrio e Gigi Spedicato, con leincursioni di Alan Palmie-ri di Tele Norba.

Parole e musica,sulle traccecon Baglioni

Arte e accessibilità. Uno studio svela la cultura negata a molti disabili

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8 21 aprile 2012

Attualità

Biancaneve e i sette nani gioca-no a girotondo insieme a Cap-puccetto Rosso ed il lupo. Ildrago di Eragon sputa fuoco suHarry Potter, mentre GeronimoStilton fa le puzzette che tantoscandalizzano Cenerentola. Nul-la di strano: è solo il disordina-to e creativo mondo dei bambi-ni, in cui tutto può accadere. An-che che le favole e le fiabe si rin-novino, si reinventino. Così dal-la fantasia di un bambino nasceTopo Kong, un supereroe un po’topo un po’ gorilla che sia ar-rampica sui palazzi. E così, an-che, finisce che un delfino di-venti il miglior amico di una ra-gazzina che, in verità, un delfi-no forse non lo ha mai incon-trato. La fantasia al potere, si dicevaun tempo, un motto defrauda-to dagli adulti ai bambini di ogniepoca, veri proprietari di questoslogan. Allora Luca, Francesco,Damiano, Roberta, Giulio, Be-nedetta, sessant’anni in sei, se-duti ordinatamente sulle lorobelle sedioline nella Casa delleStorie, diventano gli autori e iprotagonisti di sogni e vite an-cora da inventare. Nata dal pro-getto dell’associazione cultura-le “Fermenti Lattici”, costituitada frizzanti donne di questaterra affascinate tanto dalla let-teratura quanto dal teatro, tan-to dal sociale quanto dai bam-bini, si riempirà dei colori e deisuoni dei laboratori di lettura,delle attività ludiche, di parolenuove e di fiabe vecchie (e vi-ceversa) che terranno i bambi-ni col fiato sospeso, finalmenteliberi dal giogo/gioco del silen-zio e dal colorare nei margini.

Lea Barletti, Cecilia Maffeied Antonietta Rosato saran-no le guide di questo strepitosoviaggio nel mondo incantatodei libri e della creatività. La casadelle storie, come tutte le casemagiche che si rispettino, avràil potere di spostarsi: non uno,

infatti il luogo scelto, ma ben tre,tutti all’interno di strutture sco-lastiche della città. “Biblioteche in comune” è ilnome del progetto che porteràla Casa delle storie all’interno didue scuole dell’infanzia comu-nali: la “Topolino” di via Maru-

gi e la “Cappuccetto Rosso” divia delle Anime. Qui tra labo-ratori creativi e storie animate,saltimbanchi e giochi di ruolo,i bimbi di tre e quattro anni -inalcuni giorni- e quelli di cinque-in altri- parteciperanno a que-sto progetto di gioco e avvici-namento alla lettura. Diverso invece il discorso rela-tivo alla Casa delle storie ospi-tata nella biblioteca scolasticadella scuola primaria “Giovan-ni Falcone” in via Abruzzi. Quii ragazzini delle quarte e quin-te classi diventeranno non sologli autori e gli ascoltatori distraordinarie avventure, ma an-che i protagonisti di un nuovomodo di vivere i luoghi, a par-tire da un principio: quello del-

la cittadinanza attiva. La Casa delle Storie nasce ancheper questo: per promuovere lalettura e la riqualificazione di unluogo importante come la bi-blioteca scolastica, ma anche perinsegnare ai piccoli abitanti del-la città che il quartiere non sideve solo necessariamente su-bire, ma anche ripensare, ri-progettare, cambiare.È nell’ambito delle attività di ri-generazione urbana del quar-tiere Leuca, promosso dal Co-mune di Lecce, che si sviluppadunque questa tranche del pro-getto. Declinata così come ilcontesto richiede, ha visto anchela collaborazione della respon-sabile della biblioteca, l’inse-gnante Luciana Santi. La Casa

delle Storie sarà per questa pic-cola ma efficiente bibliotecanuova linfa vitale, è infatti pre-vista una fornitura di circa 3milanuovi titoli e da aprile in poi saràaperta e fruibile anche nel po-meriggio.

Melissa Perrone

Letture animate, giochi, laboratori creativi. Dalle bibliotecheal quartiere, il mondo lo cambiano i bambini

Le storie trovano casaPROSSIMI

APPUNTAMENTIDELLA CASA

DELLE STORIE

Sabato 21Favole RotondeLaboratorio di lettura (bambiniscuola materna)

Lunedì 23I PrepotentiPresentazione albo illustrato(bambini scuole elementari)

Sabato 28Favole rotondeLaboratorio di lettura (bambiniscuole materne)

Tutti gli appuntamenti si ter-ranno dalle 16.30 alle 18.30presso la biblioteca scolasticadel circolo didattico “GiovanniFalcone” in via Abruzzi Info:347.0094900, 340.47220974,[email protected].

"Il primo sole scalda le giovani spine e lepiccole orecchie tonde. Il musetto, ap-puntito, lo guida verso la sua prima av-ventura. La tana è già lontana quandod'improvviso l'erba finisce, lasciando il po-sto ad un nastro di asfalto nero, enorme.Strani animali di metallo, veloci e rumo-rosi, percorrono aggressivi questa terrasenza terra. Qualcosa gli dice che non do-vrebbe farlo, ma non c'è alternativa, nonci sono altre strade: bisogna attraversare". È una quotidiana epopea. Un quotidianoeccidio che avviene sotto i nostri occhi. La

primavera, rossa dei bei papaveri, si fa ros-sa del sangue delle piccole vittime dellastrada. Sono cani, gatti e, in questo pe-riodo, anche gli innocui e utilissimi ricci.I piccoli escono dalle tane alla ricerca dicibo e nuova vita, ma spesso trovanouna morte orribile. Eppure basterebberodei tunnel, dei semplicissimi tunnel sot-to le strade, per permettere agli animali,anche loro abitanti di questa terra, di su-perare indenni i confini innaturali rap-presentati dalle nostre strade. Intanto, at-tendendo che si impari ad abitare nel ri-

spetto di tutti e non nel solo interesse diqualcuno, l'unica buona regola è l'atten-zione.

La prudenza del riccio È la stagione dei piccoli ricci. Per salvarli occorre attenzione sulle strade

Saltimbanchi e attori acco-glieranno i bambini nell'atriodella scuola materna. Con ungioco di ruolo saranno divi-si in gruppi e condotti nelgioco. Tre i momenti signifi-cativi: il primo, il Racconto,durante il quale, all'interno diuna scenografia fiabesca, sa-ranno narrate storie che rac-contano di case. Il secondo,il “Laboratorio Manuale”,per la realizzazione di ma-nufatti da cui si prenderàspunto per costruire una sto-ria. Il terzo, l' “Ascolto”, che

sarà dedicato alla rievoca-zione di suoni e ambientisonori di alcune tra le storiepiù celebri. Al termine, du-rante una cerimonia finale,saranno consegnate ai piccolilettori le "chiavi della storia"e si potrà assistere ad unospettacolo. Dopo l'appuntamento per ibambini di 3 e 4 anni del 19aprile, alla scuola comunaledell'infanzia "CappuccettoRosso" di via delle Anime, ilgiorno dedicato ai bambini di5 anni giorno 26 aprile, scuo-la comunale dell'infanzia"Topolino" in via Marugi,dalle 16.30 alle 20. Info: tel.0832.682628-682626.

Biblioteche in comune

Riservate ai bambini dellequarte e quinte classi, le at-tività della Casa delle Storieall'interno della bibliotecascolastica della scuola pri-maria Giovanni Falcone divia Abruzzi saranno collega-te agli incontri di “Io vivoqui”, il laboratorio perma-nente di riqualificazione ur-bana del quartiere Leuca.Obiettivo del laboratorio èdare la possibilità ai piccolicittadini di monitorare ilcambiamento che sta avve-nendo nella loro città. Unasquadra di piccoli urbanistimuniti di macchine fotogra-fiche, carta e penna, esplo-reranno il quartiere contri-buendo con le loro idee e iloro progetti alla sua rivita-lizzazione.All’interno della biblioteca

della scuola di via Abruzzisarà allestito un piccolo spa-zio dedicato a questo lavoro‘in corso’. Negli appunta-menti settimanali i bambiniavranno la possibilità di in-contrare i responsabili dei la-vori, le associazioni intesta-tarie dei progetti di riquali-ficazione, gli abitanti delquartiere e avranno a di-sposizione un organo distampa ed un sito internetche ospiteranno le fasi del-l’inchiesta a misura di pic-colo cittadino.Il laboratorio (rivolto a unmassimo di 30 iscritti) è gra-tuito ed è riservato a bambi-ni di IV e V elementare, sisvolgerà ogni mercoledì diaprile (a partire dal 18) e ognilunedì e mercoledì nei mesidi maggio e giugno. (m.p.)

Giovani urbanisti crescono

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Cultura & SpettacoloMUSICA

a cura di Lori Albanese

Che a Patrick Watson il Sa-lento avesse lasciato qualcosa,dopo la sua residenza artisti-ca del luglio del 2010 a SoundRes, era sembrato evidentefin da subito. Lo si era sentitonell’aria, nei giorni della suapermanenza nel capoluogosalentino; lo si era visto inquel legame del tutto specia-le che si era stabilito tra lui, lasua famiglia, il suo gruppoWooden Arms e chi gli era sta-to intorno; lo aveva dichiara-to lui stesso prima della suapartenza (“Non sono ancorapartito, e ho già voglia di ri-tornare”). Chi c’era, per esempio, quelpomeriggio di luglio di dueanni fa a San Cesario, difficil-mente scorderà l’aria densa ecarica di emozioni che avevaavvolto quel luogo già di per séfantastico che è Lu Cafausu,quando Patrick Watson avevareso il suo canto d’amore allaterra che lo ospitava con unabellissima interpretazione diAmara terra mia di Domeni-co Modugno, accompagnatodalle voci di Alessandra Caiu-lo, Andrea Mogavero ed Erika

Angell. Avrebbe potuto can-tarla fino a notte -per giorni,forse- senza perdere nemme-no un granello di quel senso diappartenenza che lo aveva col-to, e che lo faceva sorridere traun verso e un altro. Un mo-mento dolcissimo, irreale qua-si, fortunatamente documen-tato da Francesco G. Ragana-to, che ne ha fatto un video. Erano stati giorni intensi,quelli, pieni di suggestioni eracconti incredibili che sono fi-

niti nella musica del cantau-tore canadese e di cui c’è trac-cia sensibile nel nuovo discoAdventures In Your Own Bac-kyard, uscito da qualche gior-no. La canzone che dà il tito-lo all’album, nella sua prima,ispirata versione, è stata com-posta da Patrick Watson pro-prio nei giorni di Sound Res,guardando la statua di bronzodi Fanfulla da Lodi nel centrostorico di Lecce, e sulla basedei racconti che gli aveva fat-

to Luigi Negro, suo amico,condirettore artistico del pro-gramma internazionale per lamusica e l’arte contemporaneaSound Res, al quale va il me-rito di aver portato Watson interra salentina. Il filo magico che ha ispirato ilbrano parte appunto dalla sto-ria della statua del mitico con-dottiero e mago, collocata inpiazzetta Orsini. La leggendanarra che il suo corpo, diven-tato sale e poi scultura dibronzo, sia arrivato fino a Lec-ce secondo dinamiche miste-riose e vaghe, e sia non già unasemplice scultura, ma unapersona trasformata in bron-zo. Sull’iscrizione al monu-mento di Fanfulla si legge:Sono Tito da Lodi /detto ilFanfulla/ un mago di questecontrade /Antonio Bortone/mi tramutò in bronzo/ Lecceospitale mi volle qui/ ma quie dovunque/ Dio e l’Italia nelcuore/ affiliamo la spada/contro ogni prepotenza/ con-tro ogni viltà. “Quando gli ho raccontato lastoria di Fanfulla -dice LuigiNegro- Patrick ha cominciato

a scrivere le sue gesta in unacanzone; chi era al concerto fi-nale di Sound Res a Montero-ni, nel 2010, ha potuto senti-re il brano nella sua primissi-ma versione, che poi è cam-biata con il passare del tempo.Dopo la partenza, infatti, Pa-trick è tornato a girare il mon-do per i suoi concerti, un lun-go tour che è durato quasidue anni; questo pezzo gli è ri-masto in testa per tutto il tem-po, ma è via via cambiato,fino a perdere quasi comple-tamente il testo. Questo è suc-cesso perché alla fine tuttol’album è stato registrato daPatrick e dai suoi musicisti a

casa sua, in una dimensionetotalmente intima, privata,che si è mischiata con gli ele-menti fantastici e visionariche aveva trasferito nei suoi te-sti in un primo momento, mo-dificandoli. La musica è ri-masta quella che avevamo giàavuto modo di ascoltare inanteprima a Sond Res dueanni fa, ma il testo che narra-va le gesta del Fanfulla è spa-rito, e quello che si ritrova è unsenso più misterioso della ma-gia, quella che - come dice il ti-tolo del disco - puoi trovare nelgiardino di casa, e che Pa-trick aveva trovato qui connoi, a Lecce”.

Scultura eterea e pop art, la sauna ar-chizoica di Duilio Forte e il visio-nario new pop di Andy Fluon. È la

doppia personale dal titolo Eva-sio-ni curata da Katia Olivieri e AndreaNovembre che si aprirà a Palazzo

Vernazza il mese prossimo, domenica13 maggio, alla presenza degli artisti. Il tema delle evasioni intorno a cuigravita la mostra deriva da un in-contro dei due curatori a una cupa easfissiante esposizione a seguito del-la quale hanno avviato un ragiona-mento sull’arte come veicolo di al-lontanamento e distrazione dalleoppressioni del quotidiano. Nascecosì il progetto Eva-sioni, ispiratoalla leggerezza, al colore, alla rifles-sione che parte dall’osservazione delbello. Elementi ricorrenti nei due ar-tisti ospiti, che porteranno alcunedelle loro opere per una settimana diesposizione nel cinquecentesco Pa-lazzo Castromediano-Vernazza, re-stituito alla città come contenitore dinuove visioni contemporanee lo scor-so dicembre con la mostra del foto-grafo Uli Weber. Nel caso di Duilio Forte, architetto e

artista italo-svedese, si tratta dellascultura gigante Mammuthus Belli(nella foto a sinistra), sauna di legnoa forma di mammut alta nove metri(con primo piano utilizzabile a tremetri da terra), che fa parte del di-segno di Forte di creare arte in con-trapposizione all’industria, affinchéquest’ultima non prenda il soprav-vento nell’educazione delle personeal bello. L’opera è l’ultima di una se-rie di grandi sculture che hannorappresentato l’artista alle ultimebiennali di architettura di Venezia. L’altro ospite di Eva-sioni è AndyFluon, artista e musicista (ex Blu-vertigo), che presenta le sue operenelle quali rilegge a suo modo la popart, citando e sovrapponendo ele-menti con i quali dà vita a collage vi-sivi dai colori esuberanti, come inAdam (nella foto a destra). La mostra ospiterà inoltre le instal-

lazioni video dell’artista brindisinoFranco G. Livera, con i video Marta-il passaggio di una bambina dabaco a farfalla- e l’onirico Atrophia;nel corso del vernissage, Massimi-liano Manieri nelle vesti di uomo-al-bero introdurrà il pubblico neglispazi di Palazzo Vernazza con unaperformance dal titolo Azione13.Info: tutti i giorni, dal 13 al 20 mag-gio, Palazzo Vernazza in piazzettaGiuseppe Pellegrino a Lecce. Ver-nissage domenica 13 maggio alle 19;www.palazzovernazza.it.

È uscito martedì scorso Adventures In Your Own Backyard, il nuovo disco del cantautorecanadese con la title track ispirata alla statua di Fanfulla da Lodi di piazzetta Orsini

Nel nuovo disco di Patrick Watson ilmistero e la magia della statua di Fanfulla

ARTE

Eva-sioni, la leggerezza dell’arte per evadere dalla quotidianità

Dal 13 maggio, a Palazzo Vernazza, le opere di Duilio Forte e Andy Fluon in mostra

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Sono ancora aperte le sessionidi musica d’insieme della Gio-vane Orchestra del Salento di-rette dall’organettista ClaudioPrima (nella foto in basso) edal sassofonista EmanueleColuccia ospitate daOPEN_Fucina delle arti condi-vise presso il DB D’Essai di viadei Salesiani. E non sono leuniche attività che la GiovaneOrchestra organizza in attesa diriprendere l’attività concerti-stica. Formatasi nel 2011 dopoun percorso di formazione eselezione che ha condotto allacostituzione di un’orchestra sta-bile, la GOS, insieme a La Fab-brica dei Gesti, organizza damartedì 24 aprile stage di violi-no, batteria, canto e danza in-diana. Il primo corso a partire, proprioda martedì 24 (e poi tutti i mar-tedì successivi fino al 5 giugno)è quello tenuto dalla danzatricee coreografa Luisa Spagna(nella foto in alto) dedicato alla

danza Odissi, uno stile di teatrodanza classico dell’India nord-orientale; aperto a tutti, uomi-ni e donne, anche non profes-sionisti, insegna a utilizzare tut-te le possibilità espressive delcorpo, che viene concepito comestrumento musicale e ritmico.Sabato 28 (e poi il 4, 12 e 28maggio) il violinista FrancescoDel Prete terrà le sue lezionisulle tecniche alternative perstrumenti ad arco che svele-ranno le infinite possibilità ar-moniche e ritmico-percussive diviola, violino e violoncello, sto-ricamente utilizzati in preva-lenza come strumenti melodici. Il 19 e 20 maggio (e poi il 12 e 13giugno), il cantante e polistru-mentista Fabrizio Piepoli in-trodurrà a ritmi e risonanzedello strumento voce, accom-pagnando i partecipanti in unpercorso esplorativo sulla vo-calità che tende non tanto aeducare, ma a diseducare datensioni e inibizioni che impe-discono di trovare la propriavoce naturale. Gli ultimi duemercoledì di maggio (23 e 30)e i primi due di giugno (6 e 30)sarà il ritmo il tema centrale delcorso condotto dal batteristaAntonio De Marianis, che foca-lizzerà l’attenzione sull’ascolto ele percezioni musicali, sulle tec-niche improvvisative e sugli er-rori che fanno stile. Per chi voglia invece approfon-dire le tecniche delle ripresevideo e della fotografia di scena,a partire da maggio ci sono i la-boratori di regia, ripresa e mon-taggio a cura di DB D’Essai eStradeGiovani e quello di foto-grafia tenuto da Stefano Tam-borino di Improvvisart. A con-clusione delle attività, la gran-de festa finale di Fest’InFabbrica(mercoledì 13 giugno). Tutte leinformazioni e i costi sono di-sponibili sul sito www.lafab-bricadeigesti.it o al numero347.5424126.

11 21 aprile 2012

Cultura & Spettacolo

Si trova nel cuore del centrostorico, in quelle sale che untempo erano parte del con-vento di Santa Chiara e che siaffacciano su via degli Ammi-rati, via della Cartapesta e sulteatro Romano. Racconteràla storia della città, acco-gliendo reperti suddivisi perepoche che testimoniano ilpassaggio di diverse culture incirca tremila anni, da quellamessapica a quella bizantina,da quella romana a quellaspagnola. E a completamentodegli spazi museali, al pianoterra ci saranno sale espositi-ve per mostre temporanee e

permanenti di arte moderna econtemporanea, una sala con-ferenze, un bookshop, unacaffetteria. È il MUST, il nuovo MuseoStorico della Città di Leccediretto da Nicola Elia che aprei battenti venerdì 20 aprile,con i suoi tremila metri qua-drati completamente restau-rati e dopo una chiusura alpubblico durata vent’anni.Due le esposizioni che faran-no da apripista alle successi-ve attività del Museo. Si trat-ta della retrospettiva di scul-tura del salentino CosimoCarlucci, a 25 anni dalla

morte, in collaborazione con ilMuseo Provinciale Sigismon-do Castromediano, curata daAntonio Cassiano; e della mo-stra Dreamscape della foto-grafa statunitense JennyOkun, a cura di Anna Ciri-gnola. Entrambe le personaliandranno avanti fino a giugnoe permetteranno di godere, inun caso, di cinquanta scultu-re restaurate dell’apprezzatoartista nato a San Michele Sa-lentino, la cui opera ebbe stra-ordinario successo in Italia eall’estero soprattutto neglianni ‘60-‘70; e nell’altro del-l’opera della fotografa d’arte e

architettura, che presenterà aLecce un lavoro sull’arte ba-rocca e le sue interpretazionimultilivello di testimonianzearchitettoniche colte durantei suoi viaggi per il mondo.L’artista donerà inoltre allacittà 17 dei suoi lavori. Oltre che come luogo esposi-tivo, inoltre, il MUST si pro-pone come centro di semina-ri, convegni, attività didatticheper le scuole del territorio,puntando allo sviluppo di pro-getti congiunti, anche con al-tre realtà museali, per la dif-fusione e la valorizzazionedella cultura locale.

Apre il MUST, il nuovo Museo Storico di Lecce

I nuovi corsi di Fabbricadei Gesti e GiovaneOrchestra del Salento

Racconta il senso di estraneità dichi si sente straniero ovunque lospettacolo Me ne vado che l’attrice ar-gentina Marcela Serli (nella foto)porterà ai Cantieri Teatrali Koreja ve-nerdì 27 aprile nell’ambito della ras-segna “Affinità Elettive”. Nelle suevene scorre il sangue istriano del pa-

dre e quello sirio-libanese dei nonni,e il desiderio di andare in un postosempre altro, la sensazione dell’esseresempre in fuga, anche da se stessa, èqualcosa che conosce bene forse perragioni ereditarie (il nonno fu co-stretto a lasciare Beirut e partire perl’Argentina; il padre affrontò la se-conda guerra mondiale, e dovetteandar via da Trieste). Il monologo da lei scritto e diretto èallora il racconto dell’andarsene,non in forma di narrazione, ma di si-tuazioni poetiche. È lo sfogo di quat-tro generazioni di migranti, ed è lastoria onesta, antiteatrale, che l’attriceha deciso di affrontare per parlaredella sua famiglia e di quella gente in

fuga che cerca disperatamente ditrovare casa, relazioni, appartenenza.Uno spettacolo che Serli definisce ri-schioso, di rottura, senza una regiaprecisa, privo di scenografia, man-cante di tecnici esterni, perché è lastessa Serli che fa da tecnica, al di quadel palco. Una rappresentazione mutevole, incontinuo divenire, con larga parteconcessa all’improvvisazione e lapossibilità per il pubblico di sor-prendersi mentre lo spettacolo acca-de, senza che nessuno -nemmeno laprotagonista- sappia esattamente inquale direzione andrà. Il concettodel voler andar via è così rappresen-tato anche stilisticamente in manie-

ra atipica, con quelle parti moralisti-che e retoriche del testo che vengonosmentite dall’azione scenica, che di re-torico, invece, non ha nulla.Questo fine settimana (venerdì 20 esabato 21), a sostegno delle giovanicreatività salentine, i Cantieri Kore-ja promuovono inoltre il lavoro del-la compagnia di Calimera “SomniaTheatri” dell’attore e regista Fede-rico De Giorgi. Lo spettacolo è un riadattamento deltesto poetico di Maxence Fermine,Neve, e vede in scena il regista e lapercussionista argentina JaquelinaBarra, autrice delle musiche origina-li della piece. Info. 0832.242000,www.teatrokoreja.it.

Il 20 aprile inaugura il nuovo complesso museale con leretrospettive del salentino Cosimo Carlucci e della fotografaamericana Jenny Okun

E sabato 21, spazio ai salentini di Somnia Theatri con Neve di Maxence Fermine

Al DB D’Essai si approfondiscono gli aspettipiù legati all’approccio soggettivo con ilcorpo, la voce e gli strumenti musicali

Me ne vado, lo sfogo dei migranti nello spettacolo di Marcela Serli

Cosimo Carlucci

Dreamscape di Jenny Okun

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SportCALCIO

a cura di Francesco Covella

No, proprio non ci voleva! Loslittamento proporrà un testpiù probante per il Lecce. Sì,perché i giallorossi si trove-ranno ad affrontare una Lazioagguerritissima sulla propriastrada. E lo faranno all’Olim-pico davanti a 35mila lazialiche cercheranno in tutti i modidi supportare i loro beniami-ni. Ma il Napoli non è unasquadra altrettanto impor-

tante? Certo, e probabilmen-te gli uomini di Mazzarri sonoanche più forti rispetto ai ca-pitolini. Ma nel calcio ci sonotante variabili da tenere pre-sente. Anzitutto si sarebbegiocato al “Via del Mare”. Econ i 20mila spettatori previ-sti i partenopei avrebbero tro-vato un ambiente non proprioospitale per una squadra incrisi. Per non parlare del re-

cupero di Maggio. Detto questo, il Lecce dovràcercare il risultato pieno. Unavittoria è possibile nonostan-te la Lazio recuperi un bel po’di pedine. Turno difficile an-che per le avversarie dirette,con la Fiorentina impegnatanel difficile match contro l’In-ter ed il Bologna atteso da unMilan smanioso di ben figu-rare. Poi una serie di scontri

diretti che porterà alcune con-tendenti a perdere dei puntipreziosi: Siena-Genoa; Par-ma-Cagliari; Cesena-Palermo.Guardando all’undici titolare,il Lecce si schiererà col solito3-5-2: Benassi tra i pali; Oddo,Miglionico e Tomovic in dife-sa; Cuadrado, Bertolacci, Gia-comazzi, Delvecchio e Brivio acentrocampo; Muriel e Di Mi-chele in avanti.

L’inchiesta sul calcio scom-messe è entrata nel vivo con gliinterrogatori del procuratorefederale Stefano Palazzi. Il Lec-ce e i suoi tifosi sembrano nontrovare pace visto che oltrealla presunta combine nel der-by col Bari dello scorso cam-pionato, adesso si sono ag-giunte ufficialmente altre duegare nel mirino dei magistrati:Inter-Lecce e Lazio-Lecce, sem-pre dello scorso torneo. Da-niele Corvia (nella foto a si-nistra) e l’ex Giuseppe Vives(nella foto a destra), sonoiscritti nel registro degli inda-gati della Procura di Cremona.In riferimento alla gara control’Inter, i due vengono chiama-ti in causa da Massimo Ero-diani il quale assicura l’esi-stenza di un accordo per far sìche la gara terminasse con un“over”, dopo l’iniziale vantaggio

del Lecce. Secondo Erodiani, la combinesaltò all’ultimo momento per“colpa” dei giocatori dell’In-ter. A dirglielo sarebbe statoDaniele Corvia, a suo dire cor-rotto dai famigerati “zingari” alpari di Rosati, Ferrario, e Vives.Per quanto concerne il matchcon la Lazio, la procura di Cre-mona sta cercando di appura-re quanto detto da Carlo Ger-vasoni, il quale ha chiamato incausa Benassi e Rosati che asuo dire avrebbero combinatol’ennesimo “over”di concertocon Zamperini. Il risultato fi-nale di 4-2 supporterebbe que-sta tesi, ma la strada per ac-certare la verità è ancora lunga. Per quanto riguarda il derby, laProcura di Bari continua a bat-tere la strada che vedrebbe il ri-sultato alterato causa un ac-cordo tutto da verificare tra

Pierandrea Se-meraro e alcunigiocatori bian-corossi, tra cuiAndrea Masiello,oltre ai rei con-fessi Fabio Gia-cobbe e Giovan-ni Carella. Comenoto Masiello haconfessato diaver provocatovolontariamen-te l’autogol dello0-2, tirando inballo proprio l’expresidente delLecce che si sa-rebbe avvalso

dell’imprenditore Carlo Quar-ta e di un’altra persona comeintermediari per consegnare i230mila euro utili per l’illecitonelle mani proprio di FabioGiacobbe e Giovanni Carella.Semeraro junior ha smentitocategoricamente, ma le inda-gini continuano senza sostasempre nella stessa direzione. Ma cosa rischia il Lecce? Postoche siamo di fronte ad indizi eche la presunzione d’innocen-za non è un occasionale optio-nal, ecco le varie ipotesi. Nelcaso in cui l’Us Lecce dimo-strasse la propria estraneità oil fatto non sussistesse, ne usci-rebbe senza conseguenze per lagioia dell’intera città. Il discor-so si fa diverso se venisse ac-certata una responsabilità og-gettiva. In questo caso le san-zioni andrebbero dalla sem-plice ammenda qualora la so-

cietà optasse per il patteggia-mento, alla penalizzazione inclassifica nella stagione suc-cessiva agli eventuali accadi-menti. Se così fosse il Leccemanterrebbe la categoria: incaso di salvezza si ripartirebbedalla serie A, in caso di retro-cessione dalla B. In caso di re-sponsabilità presunta, l’oneredella prova si inverte, ma lesanzioni sono abbastanza leg-gere: male che vada, pochipunti di penalizzazione. In casodi responsabilità diretta il qua-dro si aggraverebbe non poco.Basti pensare a quanto suc-cesso alla Juventus dopo Cal-ciopoli: la squadra venne re-trocessa, le furono revocati gliscudetti e cominciò il tornocadetto partendo da -9. Que-st’eventualità si verificherebbese la tesi dell’accusa trovasse ri-scontri oggettivi.

Nel caso in cui venisse provata la responsabilità diretta della società il quadro sifarebbe drammatico, con retrocessione e penalizzazione nel campionato successivo

Affrontare il Napoli in casa sarebbe stato forse più agevole, eppure la Lazio non è imbattibile. Anzi, spesso ha sofferto nelle ultime gare

Ma la parola d’ordine rimane una sola: vincere!

Calcio scommesse, quale futuro per il Lecce?

Foto: Afp

Foto: www.studio1.it

Nella vicenda del calcio scom-messe che vede coinvolta l’UsLecce molte sono le voci che sisono levate in difesa del clubdi via Templari. Tra tutti ab-biamo ascoltato AntonioRicciato (nella foto), presi-dente dell’associazione Sa-lento GialloRosso e storico ti-foso del Lecce. Ricciato, che idea si è fat-to in riferimento alle pre-sunte combine, posto chesiamo ancora nel campodelle ipotesi? Guardi, Masiello ha rilasciatouna miriade di dichiarazioni,l’una diversa dall’altra. Se-condo me non è credibile. Sevoleva esserlo doveva confes-sare all’inizio. Seguo il calcioda tanti anni e non credo as-solutamente che nel derby cisia stata una combine. E, poi,da che mondo è mondo unsolo giocatore non basta peraggiustare un incontro. Il di-scorso è diverso se si tratta dicalcio scommesse: lì ci posso-no essere più persone d’ac-cordo ed è più facile. Tornan-do a Masiello credo che mil-lanti. Come mai lui, che sa-rebbe stato l’ideatore, avreb-be intascato meno dei suoicomplici? All’inizio ha parla-to di aver rifiutato la combineper via dei tifosi che volevanovedere il Lecce retrocesso. Epoi?Se venisse appurato che letesi delle Procure corri-spondono a verità, qualiprovvedimenti auspiche-rebbe per i colpevoli?

Io sono dell’idea che quandosi è colpevoli bisogna pagare.Perché tifare con tutta l’animae vedersi traditi è una dellecose peggiori che ti possanocapitare. Se colpevoli ci sonoè giusto che paghino. Ribadi-sco: non credo alle combine,ma se così non fosse l’unicapena possibile è la radiazione.Sì, la radiazione. Perché chi simacchia di tale reato tradiscetutte le componenti del pia-neta calcio, nessuna esclusa. Icalciatori devono rendersiconto di essere dei predesti-nati, di essere molto più for-tunati della maggioranza del-le persone. Come si permet-tono di tradire noi tifosi cheper davvero facciamo sacrifi-ci per sostenere la squadra? Ripone fiducia nella fa-miglia Semeraro?Sì, la proprietà in questi 17anni ci ha permesso di vede-re del grande calcio a Lecce.Dieci campionati di A, sei di Be uno di C1. Ritengo l’avven-to dei Semeraro una fortuna.

Uno degli esponenti storici del tifo leccesecrede all’estraneità di società e calciatori,ma avverte: “Se qualcuno ha sbagliato, chevenga radiato!”

Antonio Ricciato: “Non credo a Masiello”

INTERVISTA AD ANTONIO RICCIATO

Foto: www.sport.it

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SportCALCIO

Al termine di una gara com-battutissima, i Dragons hannoavuto la meglio sugli AcheiCrotone scavalcandoli in clas-sifica, siglando il decisivo tou-chdown a 50 secondi dal ter-mine e contenendo la reazioneavversaria. Il primo quarto èstato assai duro per Vitale ecompagnia, tant’è che i cala-bresi hanno chiuso in vantag-gio per 6-22. Nel secondo lamusica sembrava la stessa, maun sussulto d’orgoglio e la vo-glia di non mollare hanno por-tato ad un 12-22 che perlome-no ha ridato morale. Nell’intervallo coach Nigro haapportato qualche modificatattica, ma soprattutto ha fat-to capire al gruppo che si po-teva e doveva raddrizzare la si-tuazione. La terza porzione digioco si è aperta con Quarta chesegnava il suo primo tou-chdown, mentre gli avversaririspondevano prontamente conMegna. Ma i Dragons hannocambiato marcia ed il 30-22era lì a dimostrarlo. L’entusia-smo sui volti dei ragazzi era pa-lese, così come la voglia dei ca-labresi di non mollare. L’ultima

frazione si è aperta con gliAchei indiavolati, tant’è cheLazzarin li riportava in van-taggio per 32-36 in poco tem-po. Il risultato è cambiato con-tinuamente. Poi, la svolta: Strada con unlancio perfetto trovava Cozzo-li che, dopo aver sfruttato iblocchi dei compagni riporta-va Dragons in vantaggio per38-36. Ma, come detto, i cala-bresi si sono dimostrati deiveri combattenti, con Megna(vero leader della squadra) cheha saputo riportare avanti gliospiti per 36-38. Ultime battuteconcitate con i salentini anco-ra avanti di due lunghezze. Iltime out chiamato da coach Ni-gro è stata l’ultima occasioneper infondere ulteriore caricanel cuore dei ragazzi. E quan-do Quarta ha firmato il 44-42finale, la difesa ha saputo er-gersi a muro invalicabile per lagioia di squadra e tifosi. Ai Dragons non resta che gio-care l’ultima partita contro iGreen Hawks Barletta, unasquadra dalle ottime indivi-dualità con tecnici preparati edesperti. Contrariamente ai pro-nostici, i biancorossi sono an-cora fermi a zero punti, ma ciònon deve trarre in inganno. Èchiaro che i draghi punteran-no come sempre alla vittoria, esaranno ancor più motivati inquanto un successo equivar-rebbe ad un accesso ai Play offquasi certo. Non sarà una pas-seggiata, ma lo spirito dimo-strato contro Crotone fa bensperare in un risultato chesembrava ad un certo punto ir-raggiungibile. Alcuni schemisono da affinare, i tecnici losanno, e c’è da giurare cheQuarta e compagnia non man-cheranno l’appuntamento conla storia.

Il consigliere regionale punta il dito sullo scarso monitoraggio a cui vengono sottoposti gliatleti nella provincia di Lecce. Ed invita la Regione ad adoperarsi per migliorare la situazione

Quello scorso è stato un saba-to infausto per l’intero sportitaliano. Piermario Morosini,pugnace centrocampista delLivorno, ci ha abbandonatodopo essersi accasciato in ter-ra durante il primo tempo diPescara-Livorno. A detta deimedici del sodalizio toscano,Morosini non ha mai presen-tato alcuna anomalia cardiacadurante i test per l’idoneità. Ep-pure Piermario ci ha abban-donato lo stesso, dopo unavita costellata da tragedie fa-miliari e da una voglia di vive-re fuori dal comune, nono-stante tutto. Gli esperti in me-dicina sportiva ci raccontanoche la morte improvvisa è unapatologia come le altre, tal-volta non riscontrabili dai testa cui vengono sot-toposti gli atleti.Detto questo, èpurtroppo risapu-to che nel mondodelle categorie in-feriori, in alcunicasi, i controllisono addiritturaassenti. Ed è per questoche il consigliereregionale dei Mo-derati e Popolari AntonioBuccoliero (nella foto, tral’altro presidente di una squa-dra di calcio a livello dilettan-tistico), ha lanciato un gridod’allarme: “La morte improv-visa del centrocampista del Li-vorno ha destato grande sgo-mento nel mondo del calcio enon solo. Tuttavia, questa en-nesima tragedia deve aprireuno squarcio sui carenti con-

trolli sanitari nel-le categorie infe-riori del calcio e dialtri sport. Unatragedia nella tra-gedia la morte diquesto valente cal-ciatore -ha conti-nuato Buccoliero-, ed è giusto chedinanzi alle im-magini così dolo-

rose degli ultimi istanti di vitadi un giovane poco più cheventenne, il mondo del calciosi fermi. È necessario, tuttavia,dar vita ad una seria riflessio-ne sulla critica situazione in cuiversano le categorie minori dicalcio e di altri sport. Se in ef-fetti, nelle categorie maggioridei vari sport, i controlli sonosistematici e approfonditi, inquelle inferiori si avverte tutto

il peso della evidente carenza distrumenti e personale medico,da cui segue un inadeguatosistema di monitoraggio dellasalute”, ha accusato.Poi una sguardo alla situazio-ne in provincia dove “pochimedici dello sport sono chia-mati a rilasciare centinaia dimigliaia di certificati, che at-testino la buona salute di ungiovane sportivo”. Per Bucco-liero, quindi, è intollerabileche “sempre più spesso giova-ni sportivi siano costretti adaspettare mesi prima di esse-re sottoposti ad un controllomedico, magari a stagionesportiva già inoltrata”. Il con-sigliere sottolinea anche come“questi controlli, proprio a cau-sa del carente personale me-dico, siano spesso frettolosi esuperficiali, perché la quanti-

tà delle richieste influisce ne-gativamente sulla qualità del-le prestazioni, facendo sì chemolti giovani finiscano con il

praticare l’attività sportiva a ri-schio e pericolo proprio e del-la società a cui appartengono”.In più, bisogna che vi sia “unadeguamento delle strutture edel personale medico per ga-rantire controlli sanitari co-stanti ed efficienti a tutti i livellisportivi, magari realizzandouna collaborazione tra pub-blico e privato, laddove le strut-ture pubbliche non fosserosufficienti a soddisfare tutte lerichieste”. Infine, un invito allaRegione Puglia, per far sì chelavori per migliorare sicurezzae prevenzione, “perché lo sportpossa essere praticato in tuttasicurezza e perché altre trage-die non si ripetano più”.

Antonio Buccoliero: “Più controlli medici nelle categorie inferiori”

È ripartito il progetto del comitatoprovinciale della Fidal di Lecce con il“Salento Tour 2012”: un emozionantecircuito che gli amanti della corsa dif-ficilmente si lasceranno sfuggire. Gli ap-puntamenti saranno 12, tutti importantie da vivere. Le località interessate sa-ranno tante e, come sempre, non man-

cheranno le iniziative a carattere socialee culturale. Le finalità del Comitato sono quelle del-la “diffusione e crescita dell’atleticaleggera nella provincia, la formazionepsicofisica e morale di chi la pratica, gio-ia di vivere, e la prevenzione di diver-se patologie”.

Questa settima edizio-ne promette di esserela migliore, soprattut-to per la partecipazio-ne degli appassionati enon solo. Tra le altre, Il Circuito sarà ri-proposto sino ad novembre nelle se-guenti date e località: il 29 aprile a Ga-

latina, il 20 maggio a Melissano ed il 2agosto a Taurisano, toccando un po’ tut-te le zone della provincia di Lecce.

Al via il “Salento Tour” della Fidal

I salentini, dopo una vera e propriabattaglia contro i calabresi, si apprestano asfidare un Barletta deciso a non sfiguraredopo un campionato in tono minore

La manifestazione, giunta alla settima edizione, toccherà diverselocalità e si svolgerà nell’arco di 12 appuntamenti

I Dragons si sbarazzanodegli Achei Crotone e siportano in zona play-off

FOOTBALL AMERICANO

ATLETICA

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STORIE DELL’ALTRA LECCE

Alla scoperta dell’antica Rugge e dei suoi gioielli

Silenziose rovine di pietra tragli ulivi, ciclopiche mura, coc-ci, cimeli, decorazioni e corni-ci sparse nell’assolata campa-gna salentina, hanno attesoper lungo, troppo tempo ab-bandonate a sé stesse prima diessere, e non ancora del tutto,portate alla luce e opportuna-mente tutelate come patrimo-nio storico-archeologico digrande rilievo per il Salento enon solo. Si tratta dei restidell’antica Rudiae, Rugge oRusce in dialetto locale, im-portante centro messapico,noto oltre tutto per aver dato inatali al poeta latino QuintoEnnio, che vi nacque nel 239a.C. Attualmente sede dell’omoni-mo Parco Archeologico il sito,di grande importanza non soloper la varietà di testimonianzeche vi sono racchiuse ma ancheper il susseguirsi delle stesselungo un arco di tempo che vadall’VIII sec a.C. all’età roma-na e medievale, sorge a ridos-so della via Vecchia Copertino,a circa 3 chilometri dalla cittàdi Lecce, dove inizia l’ampiazona depressionaria conosciu-ta come “la Cupa”. Dopo secoli di degrado totale,solo negli ultimi anni l’areaarcheologica è stata oggetto disistematici interventi di ricer-ca scientifica, nonché di tutelae valorizzazione, grazie al coin-volgimento di università, as-

sociazioni, istituzioni politichelocali e cittadini desiderosi di ri-scoprire una realtà d’inesti-mabile valore per il territorio diappartenenza e per le propriestesse origini. Gli abitanti diRudiae, infatti, si trasferironoda questo antico insediamen-to, la cui estensione diminuìgradualmente a partire dal-l’epoca romana, nella limitro-fa Lupiae -l’attuale Lecce-, chepoi prevarrà come principalecentro del Salento romano,anche per l’amicizia dell’im-peratore Augusto verso i leccesiche gli avevano offerto prote-zione durante le guerre civili.Numerosi sono i reperti e lestrutture emerse nel corso dioltre un secolo e mezzo di tem-po e quelle recentemente ri-portate alla luce, dai resti di edi-fici sacri a interi tratti di stra-de romane basolate, dalle fon-dazioni di abitazioni alla ne-cropoli preromana. Altrettan-ti i manufatti fittili restituiti dal-l’area archeologica, come le ti-piche trozzelle e la ceramica at-tica figurata, e ancora bronzi ecimeli, che iniziarono ad esse-re raccolti da Sigismondo Ca-stromediano, creando le basimateriali per la fondazione delMuseo Archeologico Provin-ciale. La città aveva inoltre unacinta muraria che racchiudevauna superficie di circa 60 etta-ri e resti dell’imponente mu-raglia sono stati recentemente

portati alla luce in tutta la loropossenza; le mura, bugnate ea doppia cortina, sono ancoraben visibili per notevole altez-za e costituiscono, con i loroblocchi squadrati di calcareni-te locale, la più grandiosa ope-ra di fortificazione messapicamai emersa, a testimonianzadella raffinatezza e ingegnosi-tà dell’antico popolo messa-pico. Ma il vero e proprio gioiellodell’antica Rudiae è l’anfiteatrodi epoca romana realizzatonella dolina naturale quasi alcentro dell’abitato e a ridossodel c.d. Fondo Acchiatura, sucui attualmente si stanno con-centrando le indagini del-l’Università del Salento grazieai fondi del progetto europeoPrusst. Di notevoli dimensionirispetto agli altri esempi coevi(l’asse maggiore misura circa100 metri), esso costituisceuna straordinaria attestazioned’età repubblicana, concla-mando Lecce come l’unica cit-tà in Italia, oltre a Roma, chevanta la presenza di due anfi-teatri, se si annovera anchequello più tardo di piazza San-t’Oronzo. L’anfiteatro di Rudiae rispon-de a una particolare tecnica co-struttiva tipica romano-re-pubblicana (è questa la tipolo-gia più antica, databile tra II eI secolo a.C.) definita a strut-tura piena, con i sedili in legno

poggiati su terrapieno, mentrequello che sorge nel centro cit-tadino è del tipo a strutturavuota, i cui sedili poggiano sucostruzioni con volte a botte,diffuso a partire dall’età impe-riale. A Rudiae evidentemente i Ro-mani, dopo la conquista del Sa-lento nella metà del III secoloa.C., vollero creare il centro piùimportante e iniziarono a co-struire edifici pubblici che,come l’anfiteatro, conferivanomaggiore pregio alla città; inetà augustea, poi, fu Lupiae aprendere il sopravvento e cosìfu edificato un nuovo anfitea-

tro con tecnica più complessaed evoluta. Con i Romani giunsero nel Sa-lento nuovi modi di organizzarela vita pubblica, e se si potesseviaggiare a ritroso nel tempo espingersi alle porte di Leccefino alla magnifica cittadella diRudiae, ancora pulsante divita, certamente assisterem-mo, sedendo sulle gradinate li-gnee della cavea, agli spetta-colari munera, i giochi dei gla-diatori, o alle cruente venatio-nes, che prevedevano la cacciae l’uccisione di animali selvaticiprovenienti dall’Africa.

Rosy Paticchio

Com’era Lecce quando non era Lecce

Anno I - n. 13Reg. Trib. Lecce n. 3 del 24.01.2012

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