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Firmato il protocollod 'intesa tra Inrl e nical-iversit ella Calab ria

E stato siglato nei giorni scorsi il protocollod'intesa tra ll'Inrl e l'Unical. Nellospecifico Gino Mirocle Crisci, magnificorettore Unical (Università della Cala-bria), Francor Ernesto Rubino, ordina-rio di economia aziendale - Dipartimen-to scienze aziendali e giuridiche Unical,il presidente dell'Inrl, Virgilio Baresi, il

consigliere nazionale delll'Inrl CiriacoMonetta, con delega alla formazione esviluppo del Sud, e il delegato regionaleInrl Giuseppe Pizzirri hanno portato atermine la sottoscrizione di una intesache manifesta la comune volontà delleparti di organizzare attività, eventiformativi, scambi culturali e ogni altrainiziativa che rientra nei compitiistituzionali e statutari, finanche ilcoinvolgimento di altri enti, compresala formazione degli iscritti agli entifirmatari.

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Dal Piemonte allaLa frontiera è in orbitaMattioli: «Pechino ora cerca tecnologia». La forza delle Pmi

di Enrica oddolo

iccole, abili nel mettere apunto soluzioni di precisione per l'industria ae-rospaziale. Così è nato al-l'ombra della Mole e nel-

le vallate del Piemonte un riccotessuto di Pmi dell'aerospace.Che adesso guarda a Oriente.Non a caso. Le prospettive di col-laborazione Italia-Cina sono stateil cuore del Business Forum Italia Cina a Pechino, nel febbraioscorso, durante la visita di Statodel presidente Sergio Mattarella.

«Dopo aver cercato la ricchez-za e creatività del nostro manifat-turiero adesso Pechino ha "fame"delle nostre competenze tecnolo-giche dice al Corriere LiciaMattioli, vice presidente di Con-findustria per l'internazionalizzazione . E se non le troverà inItalia, andrà a cercarle altrove:credo sia importante per le no-stre aziende, Pini in primis, cercare aggregazioni, joint ventures.Anche perché oggi, dopo l'inten-so lavoro di Palazzo Chigi, delministero dello Sviluppo Econo-mico e la visita del presidenteMattarella, l'Italia gode del ruolodi partner privilegiato».

Da imprenditrice torinese(Mattioli gioielli), le Pmi sotto leAlpi sono pronte alla sfida globa-le? «La forza di Torino e del Pie-monte sta nelle competenze diffuse, i distretti: quello aerospa-ziale e automotive ma anche delgioiello a Valenza, o della rubinetteria. Ma in un mondo globa-le dove tutti cercano una fetta dibusiness oltreconfine devono an-dare oltre i limiti di dimensione.Con collaborazioni, aggregazioni.Penso a casi come Shandong He-avy Industry Group (Shig) entratoin Ferretti yacht».

Italia e Cina lavorano dal 2014in questa direzione, «con un piano d'azione bilaterale siglato daMatteo Renzi con il premier LiKeqiang nel 2014, che sarà rinno-vato fino al 2020, a metà maggioin occasione della visita del primo ministro Paolo Gentiloni»,aggiunge il numero due dell'Am-basciata italiana a Pechino, Augusto Massari, che ha seguito ildossier aerospace.

«Una grande frontiera non so-lo per i grandi, per Leonardo Elicotteri il 2016 è stato d'oro percontratti firmati, ma anche per lePmi. E le piemontesi sono statetra le più attive». La nuova colla-borazione promessa l'indomanidella visita di Mattarella, arrivafino allo spazio, dove Italia e Cina

lavorano assieme a un progettodi mappatura della luna. Con laprospettiva di avere astronautiitaliani sulla stazione spaziale ci-nese che sarà in orbita nel 2022:«Astro» Samantha Cristoforetti èmolto popolare a Pechino.

«Nel piano Made in China2025 del governo cinese uno deisettori sui quali il Paese puntaoggi è l'aerospaziale: un impegnoche si tradurrà in 8o nuovi aero-porti per l'aviazione civile (in 1oanni), oltre 2mila per quella ge-nerale, investimenti dall'avionicaalla missilistica», aggiunge Sergio Bertasi, presidente della Ca-mera di Commercio Italiana inCina (600 associati). «Questovuol dire opportunità per le no-stre aziende. Ma devono esserein grado di coglierle e invecespesso difettano di dimensione».Già il problema delle small me-dium enterprises. Comunque, unmodello di agilità al quale anchela Cina dei maxi conglomerati

statali guarda ora con interesse.Un modello imprenditoriale

agile ma anche «fragile», ine-sperto, quando deve andare al-l'estero. Da qui il piano della Ca-mera di creare gruppi di lavorosettoriali. Primo, un Avia-tion&Aerospace working group,dalle Pmi ai colossi, guidato daRiccardo Coli che è anche segre-tario generale di IAN, l'Italian Ae-rospace Network che riunisceuna decina di Pmi interessate almercato cinese (da Elytron a Sa-tor, da AE engineering a DeltaInterior Design).

«II network è stato tra i pro-motori dell'accordo bilateralenell'aerospaziale spiega il pre-sidente Andrea Spiriti . Moltiprogetti aerospaziali in Cina sten-tano a decollare perché il conte-sto in cui sono inseriti non è ingrado di fornire personale tecni-co, capacità produttiva specializ-zata, sub-forniture con gli stan-dard richiesti».

Quali progetti italo-cinesi sonopronti a decollare? «Un due postileggero, droni, fino ad aeroporti,simulatori di volo, scuole di voloe centri di manutenzione», conti-nua Spiriti. E sono già entrate ingioco due Pmi piemontesi (la re-gione impiega circa 15.200 perso-ne nel settore): Elytron e GoldenAvio. Uffici nel cuore di Torino,Elytron dell'imprenditore StefanoCanelotto, sviluppa prototipi divelivoli senza pilota, che poi sonorealizzati a Carpi (Emilia). Anchein ottica cinese i droni sono oggetto di molta attenzione per ilcontrollo delle linee elettriche,l'ispezioni di edifici a costi infe-riori di un elicottero. Mentre Gol-den Avio, spin-off di Golden Cara Caramagna, ha conquistato i ci-nesi con l'F3o Brio.

«II progetto dellP3o, di cui ab-biamo realizzato alcuni esempla-ri si era poi arenato nelle secchedella crisi economica spiegaPatrizia Festa, al timone con lasorella Daniela dell'azienda fon-data dal padre Alessandro . Poisi è manifestato l'interesse cine-se: abbiamo portato in volo finoa Cremona il nostro ultraleggero

perché potessero prenderne vi-sione. E in questi giorni, la dele-gazione cinese è a Caramagnaper capire le dinamiche produtti-ve». Sarà realizzato in Cina?«L'idea è in realtà produrre IT30nei nostri stabilimenti con le ca-pacità tecniche interne», conti-nua Festa che con Golden Car (80dipendenti) lavora a componentidella nuova auto elettrica di Bol-loré con PSA, per fine 2017, e perFerrari e Maserati. Aziende diprogettazione di velivoli o che lavorano «per» l'aerospaziale. «Na-te nel Nord Italia da un indottoaeronautico o automotive ma an-che perché qui è nata l'aeronauti-ca», nota Erminio Zanenga, coordinatore del network. Aziendecome Sorma (Torino).

«Aerospaziale, aeronautico eautomotive hanno requirementelevatissimi, esigenze gestionaliche non tutte le soluzioni Erpsoddisfano: in questa nicchia si èinserita la nostra realtà, nata ne-gli `8o come software house, enel 2010 rilevata da un pool dimanager interni», spiega il ceoOscar Polato. Cinquanta dipen-denti, 120 clienti, Sorma fa affarida Torino alla Cina. Fino a Messi-co e Maghreb. Perché il futuro vaafferrato lontano.

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Aerospace&Defence : Alenia Aermacchi e Pmi, In Piemonte il settore vale 3.6 mld di euro (http://i b( a( , m)

Nei prossimivent'anni laCina sarà ilprimo mercatopasseggeri almondo,superando gliUsa. E sono giàmoltenell'aerospa-ziale, le piccolee medieimprese chehanno trovatouna collabora-zione a Oriente.Come la Neos,specializzata inpiattaforme ditraining edelearning,coinvolta in unpiano diaddestramentoper l'Ma700 delcolossodell'aviazionecinese Avic,

dopo esseregià statamessa allaprova dai cinesicon unacollaborazioneperi I C919,l'aereo dicorto-medioraggiosviluppato aShanghai. A cuiseguirà il C929.Come Ace Labsche haprogettatosimulatori divolo per unaltro gruppocinese disettore, mentrela Davi havenduto alComaC(Commercialaircraftcorporation ofChina, ndr.) isuoi sistemi dicalandratura.

Decollati progetti perdroni e aeroporti. E conPechino si studia lamappatura della luna

Torinese Licia Mattioli (Confindustria)

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IL BELLO DELL 'ITALIA LA TECNOLOGIA

Torino non era una copia in piccolo di Parigi; non fu città di sommosse (...).Produce eccentrici, solitari, talora tipi geniali; outsider, scrittori e pittori

Vittorio Messori

Nell'istituzione torinese aumenta il numero dei ricercatori stranieri ecrescono le alleanze con altri Paesi nei progetti. L'ultima frontiera? La tutela del territorio

Un ponte tra Italia edi Marco ardesono

Torino la ricerca d'eccellenzaha un indirizzo:corso Duca de-gli Abruzzi 24.E la sede delPolitecnico. Inumeri prima

di tutto, quelli che rendono lefacoltà universitarie e i corsidi specializzazione del «Poli»un'eccellenza a livello planeta-rio nella ricerca e nell'innova-zione. Nel suo insieme, lastruttura comprende quattrocampus, undici dipartimenti esette laboratori interdiparti-mentali.

Questi i contenitori all'in-terno dei qual lavorano 563docenti, 241 ricercatori impe-gnati in corsi di dottorato ditre anni, suddivisi in sedicispecialità, frequentati da set-tecento futuri ricercatori, deiquali, 231 sono stranieri. Uncapitale umano prezioso, chenel 2015 ha prodotto 1.497pubblicazioni su riviste spe-cializzate, 1.039 contributi aconferenze scientifiche, ottoprogetti finanziati dall'Euro-pean Research Council per ol-tre dieci milioni di euro e un-dici progetti Smart Cities fi-nanziati dal Miur. Gli accordidi collaborazione, tra il 2013 eil 2015, tra Politecnico, entipubblici e privati, sono stati1.950 e hanno potuto avvalersidi fondi per la ricerca per 69milioni di euro, mentre i pro-getti di ricerca realizzati con laComunità Europea, tra il 2007e il 2013, sono stati 233 per unvalore finanziato di 66 milio-ni. C'è un altro capitolo degno

di valore e che riguarda il pu-blic engagement : «Nel 201,5spiegano al Politecnico ab-biamo organizzato 300 traconferenze e seminari , e coin-volto un migliaio di studentidelle scuole superiori».

Infine, la «Notte dei ricerca-tori», evento che si svolgeogni anno , vede la presenza diuna media di 20 mila visitato-ri. «Ci troviamo di fronte aduna rapida evoluzione delle

tecnologie emergenti hasottolineato il rettore del Politecnico Marco Gilli nel corsodella cerimonia di aperturadell'Anno Accademico 2016-2107, il 157esimo . Questeavranno un impatto sulla cre-scita economica, ma anche esoprattutto risvolti di caratteresociale e culturale . Alle Uni-versità viene chiesto di contri-buire a promuovere una diffusione inclusiva e sostenibiledelle nuove tecnologie, capacedi offrire risposte alle grandisfide che ci attendono». Unoscenario inedito, dunque, siapre all'orizzonte : «Basti pen-sare sottolinea Gilli al-l'Internet of Thing, con un im-patto economico stimato dal-l'Ocse in più di 2,7 trilioni didollari e che porterà nel perio-do tra il 2017 e il 2022 , sempresecondo l'Ocse, da uno a quat-tordici miliardi di dispositiviconnessi, ciascuno con le ap-plicazioni più svariate». Il Po-litecnico guarda al futuro e al-l'innovazione , ma l'impegnodei ricercatori viene profusoanche nell'opera di salvaguardia e di recupero di ciò cherappresenta la storia e la cul-tura di un popolo, come i benistorici e artistici . Infatti, l'Ate-

neo e l'Università giapponesedi Nagoya, hanno sottoscrittodi recente un Accordo di coo-perazione strategica con il Co-mune di Tolentino (Macerata)per lo studio e il monitoraggiodella Basilica di San Nicola,gravemente danneggiata in se-guito al terremoto della scorsaestate. Tutte le spese del pro-getto, saranno a totale caricodei due atenei; il Politecnicosvolge l'attività di ricerca sottola direzione scientifica delprofessor Donato Sabia, deldipartimento di IngegneriaStrutturale, Edile e Geotecnicae l'Università di Nagoya sottoquella del professor TakayoshiAoki. I docenti delle due uni-versità hanno effettuato unaserie di sopralluoghi nelle zone colpite dal sisma per indi-viduare strutture di interessestorico-artistico danneggiate opotenzialmente vulnerabiliche possano essere oggetto distudi condivisi, tra cui, appun-to, la Basilica di San Nicola. Ilprogetto, dalle finalità scienti-fiche, ha lo scopo di appro-fondire il comportamento del-le strutture attraverso un mo-nitoraggio dinamico che verràeseguito con tecniche nuove enon invasive. @ RIPRODUZIONE RISERVATA

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AntisismaII team deiprofessorDonato Sabia,dei dipartimen-to di IngegneriaStrutturale, Edilee Geotecnicadel Politecnico.L'ateneo lavoracon l'Universitàdi Nagoya permonitorare laBasilicadi S. Nicola aTolentino(foto:Francesca Lai)

Nel 2005 erano9 in tutto glistudenti cinesiiscritti alPolitecnico;oggi sono1.271, più del24% del totaledegli studentiinternazionalidell'Ateneo.Numeri cheoffrono il sensodi come siacresciuta lacollaborazione.Lo scambio distudenti non èl'unico aspetto

della sinergiache si articolain attività diricerca in tutti isettoridell'ingegneria.II sistemauniversitariocinese è il piùgrande almondo. IIPolitecnico hasaputo inserirsiin questoprocesso e lacollaborazionecon la Cina èdiventata labase delle suepolitiche diinternaziona-lizzazione.

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Dopo H pezzo d ì carta

Bocconi, Luisse AlmalaureaEcco cosa succedeParlano i responsabili dei servizi di orientamentoa disposizione dei ragazzi in cerca d'occupazione

::: BEATRICE CORRADI

ENE Come fanno le imprese a contattare ilaureati? Ad esempio un Marco Rossi cheabbia appena preso il pezzo di carta? A chisi devono rivolgere? Ecco i casi di due uni-versità private e di un consorzio a cui aderi-sce il Ministero dell'Istruzione.

AlmaLaurea. Effettuo la registrazione alsito di AlmaLaurea e inizio la ricerca delmio candidato ideale. Almalaurea è un«consorzio inter-univer-sitario al quale aderisco-no 74 atenei italiani e ilMinistero dell'Istruzio-ne», come ci spiega ilpresidente Ivano Dioni-gi. Mi promette di poteraccedere gratuitamen-te a quasi 2 milioni emezzo di cutticulum.«Il consorzio raccogliequelli dei laureati e leaziende possono acce-dervi autonomamen-te», assicura Dionigi. Ciappaiono effettivamen-te numerosi curri-culum, però senza no-mi, né telefoni néemail, ma degli identifi-cativi numerici. Possia-mo selezionarne alcu-ni. Ma dipende da qua-le università provengo-no: c'è chi offre una con-sultazione senza limiti,chi prevede un nume-ro limitato di ricerche.Il contatto diretto delgiovane in cerca di lavo-ro? No, quello non c'è.Se desidero una selezio-ne, mi rivolgerò non alconsorzio Almalaurea,ma all'agenzia per il la-voro Almalaurea Srl. In

questo caso, pagherò ilservizio. Otto euro perciascun curriculum dei100 selezionati sul sitotra i 480 individuati peril laureati nell'ultimasessione di laurea. Miaccrediteranno 50 eurodi abbonamento al primo acquisto.

Bocconi . Dal sito dell'università Bocco-ni, il nome di Marco Rossi non compare.Posso però individuare in base ad alcunicriteri i laureati che corrispondono alla miaricerca, sempre identificati da un numero.Per ciascuno posso conoscere residenza,data e luogo di nascita, titolo della tesi adesempio. Non c'è un contatto diretto, peraverlo Isabelle Lhuillier, responsabile Car-rer Service, ci consiglia di chiamare in uni-versità. «La pubblicazione dei curriculum èaperta alle aziende che si registrano, ma re-sta anonima per esigenze di privacy. Per idettagli basta una telefonata». L'aziendaper la prima selezione o per ottenere le can-didature , assicura Lhuillier, «non paga».Così come, spiega , per il lavoro di primascrematura: «Sul nostro sito sono pubblica-te numerose offerte e se la Bocconi è stataincaricata di selezionare alcuni curriculum

- di solito non ne invia-mo più di una decina -avvertiamo gli studen-ti».

Luiss. Ci colleghia-mo poi al sito della Lu-iss. Alla voce " serviziper gli employer" trovia-mo un lungo modulodi registrazione, ma icurriculum dei laureatinon ci sono. Paolo Boc-cardelli , direttore dellaBusiness school dellaLuiss, spiega: «La sceltadella nostra università èdi non pubblicare tutti icurriculum , ma di dareaccesso a chiunque lo

chieda - in modo total-mente gratuito - a unaselezione di profili dicandidati per un deter-minato posto di lavo-ro». «Siamo convinti»,aggiunge Boccardelli,«che il nostro modusoperandi rispetti in pie-no le esigenze di pri-vacy dei nostri studentie, soprattutto, il rappor-to con il mondo delleimprese che è una prio-rità in Luiss. Dal mo-mento in cui un giova-ne si iscrive presso dinoi, infatti, stringiamocon lui un patto e lavo-riamo insieme così chepossa posizionarsi almeglio rispetto alle sueaspirazioni lavorative.Per ogni studente è pre-visto un percorso indivi-

duale di affiancamento: forniamo un soste-gno nella costruzione del percorso profes-sionale, tramite l'orientamento, l'analisidei punti di forza e delle criticità del singo-lo. Sul nostro sito le imprese possono pub-blicare gli annunci e lo studente può candi-darsi direttamente se interessato. E nume-rosi sono gli incontri diretti con le impreseanche presso l'università».

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Dall'alto: Ivano Dionigi,Lsabelle Lhuillier e PaoloBoccardelli [us]

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Gli «impatriati» devono provaresolo lo studio effettivo all'esteroIl cittadino italiano che abbiastudiato all'estero e sia inpossesso dei requisiti previstidalla legge 238/io, la qualeprevede incentivi fiscali per ilrientro dei lavoratori in Italia(cosiddetti "impatriati"), puòusufruire degli incentivianche nel caso in cui, neiperiodi di intervallo di studionell'anno accademicouniversitario, abbia svolto

attività di lavoro dipendentesporadiche sul territorionazionale, finalizzate almantenimento delle speseuniversitarie.

Il chiarimento è statofornito ieri nella VICommissione della Cameradei deputati dal viceministrodell'Economia e delleFinanze, Luigi Casero, inrisposta a un'interrogazione.

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II «tesoretto» enereticoe l'idea vincente (made in Italy)Electro Power System: dagli atenei di Torino e Milano alla Borsa. Grazie all'accumulo

di Nicola Di Turi

all'Università alla Bor-sa in 18 mesi. Puntan-do tutto sull'energiadel futuro. La storiadi Electro Power Sy-

stems affonda le radici nei Po-litecnici di Torino e Milano. tnelle aule universitarie chenasce l'idea di sfruttare le tec-nologie di accumulo, per ga-rantire continuità energeticaalle fonti rinnovabili. «I pan-nelli fotovoltaici produconosolo se c'è il Sole. Oggi peròriusciamo a trasformare lefonti rinnovabili intermittentiin sorgenti di energia stabilesu richiesta», spiega Carlal-

berto Guglielminotti. Il34enne è amministratore de-legato di Electro Power Sy-stems, che ha la «base» inFrancia e con sedi operative aMoncalieri e Aosta.

Il Belpaese però rappresen-ta solo parte delle attività diEps. La società ha installatosistemi di stoccaggio in 21 Pa-esi nel mondo. Ad ottobre2016 Eps ha messo in serviziola microrete delle Maldivementre, grazie alla centrale diproduzione ibrida installata inSomalia, Eps stima che 100mila persone alimenteranno iloro consumi solo con energiapulita, per un risparmio del17% sulle bollette ogni dodicimesi. Nel complesso le instal-lazioni in Australia, Cile, Mal-dive e Somalia riusciranno aridurre le emissioni di 2.693tonnellate di C02, fornendoenergia ogni giorno a 165 milapersone.l sistemi di accumulo

rappresentano l'anello di congiunzione che mancava all'alimentazione pulita delle nostrecase. Abbinarne uno all'im-pianto fotovoltaico, farebbecrescere l'autonomia energeti-ca della casa dal 40% al 95%.«La chiave di volta è l'intelli-genza artificiale. I sistemi digestione dicono alla rete elet-trica quando accumulare inbatteria e quando scaricare»,spiega Guglielminotti. Fonda-ta nell'ottobre 2013, dall'aprile2015 Eps è quotata sul listinodella Borsa di Parigi Euronext.Nel 2016 Eps ha registrato ri-cavi pari a 7,1 milioni di euro,in crescita di 18 volte rispettoall'anno precedente, un mar-gine lordo di 3,2 milioni e unEbitda negativo per 4 milionidi euro.

Accumulare in una batterial'energia prodotta dai pannel-li, per poi sfruttarla di notte odurante le giornate uggiose, èil sogno di Elon Musk. Il vul-canico fondatore del marchiodi auto elettriche Tesla ha lan-ciato Powerwall, una stilosa (ecostosa) batteria per la casadisponibile anche in Italia. So-no diverse però le soluzioniMade in Italy già sul mercato,come i sistemi d'accumulodelle italiane Fiamm, Aton eVpSolar. Realtà che condivido-no con la piemontese Epsl'obiettivo di rendere autono-mi dalla rete elettrica intericentri abitati. @ RIPRODUZIONE RISERVATA

Energiadi speranzaII sistema Epsdi produzioneibrida attivoin Somalia

CarlalbertoGuglielminotti,il Ceo di ElectroPower System,pioniera nellesoluzioni ibridedi stoccaggiodi energia

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r _' PARTECIPERA A INIZIATIVA NORMALE, S.ANNA E IUSS PAVIA

Il 13 maggio ilIL MINISTRO dell'Istruzio-ne, Università e Ricerca, Vale-ria Fedeli, sarà a Pisa il 13 mag-gio. Parteciperà alla Scuola Nor-male a un'iniziativa per la fede-razione dell'ateneo pisano conla Scuola Superiore e la Iuss diPavia. L'arrivo dell'esponentedi governo è previsto alle 9.30per intrattenersi riservatamen-te con i rettori delle tre istituzio-ni accademiche (Vincenzo Ba-

.inistro Valeria Fedeli in cittàrone, Pierdomenico Perata eMichele Di Francesco). Alle10.30 parteciperà all'incontropubblico in sala Azzurra intito-lato «Scuola Normale Superio-re, Scuola Superiore Sant'Annae Scuola Universitaria Iuss diPavia e la sfida della federazio-ne» del quale curerà le conclu-sioni dopo gli interventi di alcu-ni docenti. Il programma perora è solo abbozzato, ma la pre-

senza del ministro Fedeli all'ini-ziativa è data per certa anchedalle forze dell'ordine. Al mo-mento non sono annunciatecontestazioni da parte della ga-lassia antagonista o studentescaanche se la Digos è già al lavoroper prevenire eventuali azionidi disturbo e ridurre al minimoi disagi che potrebbero derivareda una iniziativa di protestaproveniente dagli ambienti stu-denteschi e non solo.

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Ineguaglianza e crescitaIt premio Nobel Stiglïtz a SienaOspite deL Dipartimento di EconomiaPolitica e Statistica dell'Università dì Siena,poco prima di tenere una Lezione pubblicasul tema «InequaLity and growth in theknowLedge society» (ineguaglianza ecrescita nella società della conoscenza), ilpremio NobeL Joseph Stiglitz (foto) haanalizzato La situazione di Mps:«Salvataggio necessario, ma difficile».

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NEW YORK Dopo tanto parlare della necessità diarrestare la fuga di cervelli italiani verso Paesidove il rapporto tra università e imprese è piùsviluppato, ecco un primo tentativo concretonon solo di offrire sbocchi concreti ai nostristudenti, ma anche di attirare i migliori talentida tutto il mondo promettendo esperienze inaziende dell'eccellenza tecnologica del nostroPaese, oltre che in accademia.

L'iniziativa, presentata ieri al consolato italia-no di New York, mette insieme le più prestigio-se università dell'Emilia Romagna (Bologna,Modena, Ferrara, Reggio Emilia e Parma) e leaziende, tutte emiliane, dell'automobilismosportivo e del motociclismo: Ferrari, Maserati,Lamborghini, Ducati, Dallara, e poi ancora Ma-gneti Marelli e le scuderie Toro Rosso e Haas.

Motor Valley contro Silicon Valley: marchileggendari nei quali è concentrato il megliodella meccanica automobilistica e universitàblasonate uniscono le loro forze nella Muner(Motorvehicle University of Emilia-Romagna)presieduta da Andrea Pontremoli, Ceo dellaDallara. Due i corsi biennali per il "master" iningegneria automobilistica avanzata: uno, per120 studenti, in quella meccanica, l'altro, per30, in elettronica, come ha spiegato l'economi-sta industriale Patrizio Bianchi, ora assessoredella Regione Emilia, che ha scelto il «palcosce-nico del mondo» di New York per lanciareun'iniziativa che ambisce a raccogliere candi-dati dagli Usa e anche da altri Paesi, europei enon. Tutti corsi in inglese per accedere ai quali icandidati, già laureati in ingegneria o altre di-scipline scientifiche dovranno presentare do-manda entro il 18 maggio per il master in inge-gneria meccanica avanzata ed entro il 19 giugnoper quello in « Advanced Automotive ElectronicEngineering». Ora si cerca di sfruttare una dellepoche aree di eccellenza mondiale della nostraindustria. Ma siccome, oltre allo studio, conta il"lifestyle", Bianchi ricorda sommessamenteche l'Emilia è pure la regione di tre p: Pavarotti,parmigiano e prosciutto.

Massimo Gaggi© RIPRODUZIONE RISERVATA

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«La strada è statala mia università»

ás7

1 concerto al teatro Regio, l'altra sera, haper titolo Grateful, gratitudine. È unaparola chiave di Patti Smith, che in que-sti giorni passeggia per Parma portando

fra le pietre antiche la sua chioma grigia, ilsuo sorriso mite.

Pronta ad applaudire le ragazze della Banddel Capas che le rendono omaggio, all'ingressodell'Auditorium Paganini dove Patti ha ricevu-

JolandaBufalini

io la laurea honoris causain lettere , cantando Gloriae Distant Fingers. Parolechiave dell'artista: gratitu-

dine, umiltà, imbarazzo.Parole di un'artista donna che, se ha dato,

con la scrittura, con la musica, con la fotogra-fia, non dimentica di avere ricevuto. Gratitudi-ne, certo, verso la millenaria università euro-pea che l'ha laureata. Gratitudine soprattuttoverso la vita libera e piena che ha scelto e con-diviso con gli artisti della scena newyorkesedagli anni Sessanta e Settanta,Ottanta. Gratitudine quasi reli-giosa verso la madre cameriera,che le ha insegnato a leggere,verso le città europee che per-corre con la sua polaroid vinta-ge 250 per catturare le tracce deipoeti che ama.

Imbarazzo per quella laureasolennemente consegnata e u-miltà che contrasta con la pom-pa dei vestimenti accademici:«Fin da bambina - racconta -ho amato i libri».

Li prendeva in prestito inuna piccola biblioteca di perife-

luglio. Le due mostre si avvalgono della colla-borazione della galleria Photology con Bdc diParma, Università e comune di Parma.

Artista, piuttosto che poliedrica, totale, Pat-ti Smith persegue con le fotografie lo stessolinguaggio poetico che è nelle canzoni, nellepoesie, nei libri autobiografici, Just Kids e M-train: non la precisione, non la messa a fuoco.Piuttosto le orme dell'essere, dei poeti che lehanno parlato, nel rapporto diretto o in quellomediato dai libri, dalla conoscenza, dall'ascol-to. E di queste tracce, ovviamente, fanno partele tombe: Sylvia Plath e Samuel Becket, DylanThomas e Pier Paolo Pasolini, Virgilio e Bur-roughs.

I caffè, come l'Ino di New York, e gli stru-menti di lavoro, come la macchina da scriveredi Herman Hesse. E anche, è una costante, ciòche serve a camminare. C'è il bastone da pas-seggio di Virginia Wolf e le stampelle di FridaKhalo, le pantofole ricamate di Benedetto XV e

le pantofole di Nureyev. Queste,le pantofole di Nureyev, sono laprima fotografia del diario inbianco e nero di Patti Smith.Racconta: «Mio marito, Fred So-nic Smith, era morto da poco,ero esausta, avevo i bambinipiccoli». E aveva anche bisognodi dare sfogo nel dolore, allapoesia.

È in questo modo che iniziò afotografare, seguendo ancorauna volta le orme di un amico,Robert Mapplethorpe, che diuna fotografia michelangiole-sca aveva fatto la propria cifra

«Una voltaprendevoappuntiscrivendo,ora scattoconla Polaroid»

ria e, se pioveva, quando li portava con sé perrestituirli, li proteggeva con il cappotto. Eratroppo povera per studiare pagando e non ab-bastanza brava per avere una borsa di studio.Per questo è imbarazzata. La sua università èstata la vita, la strada, i viaggi, i poeti che lehanno fatto da insegnanti. William Burroughs- racconta Smith - di fronte alle professioni diamore, le rispondeva, con un vocione che lei,ancora adesso, imita divertita: «Piccola, io so-no omosessuale».

Higher Learning (istruzione superiore) è iltitolo dell'esposizione al palazzo del governodi Parma, che mette in mostra i suoi scatti po-laroid stampati con sali d'argento: «Each timewe give/ we add a word/we add a breath/wecast a note/we slide a bead". La mostra, che sisvolge in stretta relazione con un'altra, TheNew York Scene, foto di Galella, Gorgoni, Gin-sberg, Goldin, Moakos, Mapplethorpe,Schoepflin, Warhol), sarà visitabile fino al 16

espressiva. Mapplethorpe le aveva fatto scopri-re la Polaroid. Invenzione sublime la Polaroid,la usa Andy Warhol, la usa Allen Ginsberg, ilcui pensiero viene riportato nella mostra Lascena newyorkese: «Una volta prendevo ap-punti scrivendo, ora scatto con la Polaroid.Non ho rinunciato alla poesia, naturalmente. Èun peccato, però, che abbia smesso con i mieischizzi scritti, poiché scrivo molto meglio diquanto non fotografi. La fotografia è l'arte deipigri».

C'è un'altra parola chiave che abbiamo ap-preso da Patti Smith: autodisciplina. Peccatoche ad ascoltare la sua Lectio, nell'auditoriumPaganini, ci fossero pochi studenti, surclassatida autorità e pubblico pagante.

Avrebbero ascoltato una bella lezione sullaserietà dell'artista cresciuta all'università dellastrada. La mostra fotografica si chiude con u-n'istallazione, "Library": tavoli, scaffali e libriamati.

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Milano, in 50mila per 178 posti al Comunedi Sara Monaci aspettava 35mila concorrenti al massimo,

mapoile richieste sono inaspettatamenteconi diiscritti al"concorsone" del Co- salite. Milano dal 2016 ha riavviato ilturn

9 mune di Milano: oltre 5omila doman- over grazie anche all'equilibrio dei conti,de per 178 posizioni, di cui gran parte per che ha permesso di procedere con le nuo-ruoli qualificati. A Palazzo Marino ci si veassunzioni.AinizioaprileilComuneha

chiuso il bando, in autunno inizieranno leselezioni e nel 2018 verranno assegnati iposti. Da almeno un decennio la Pa localenon bandisce un concorso per così tantiposti, ma spiegare il perché di tanto inte-resse non è scontato.

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Milano, 50mila per un posto al ComuneSara Monaci

viamente il grande inte-resseperunconcorsopub-blico è facilmente collega-

bile alla disoccupazione che stasalendo. Ma per l'assessore allePolitiche del lavoro, CristinaTajani,il datovaguardato comun-que come un successo: «C'è unelemento sociologico significati-vo, soprattutto se consideriamoletante domande inviate da laureatie lavoratorigià esperti. La Pa, aMi-lano, viene percepita ormai come

un luogo professionale interes-sante, dove si può dare il propriocontributo alla "cosa pubblica"con soddisfazione».

Guardiamo i numeri. Le carat-teristiche dei partecipanti ci dan-

I160%degli aspirantisono donne, oltre 23milasono i laureati,l'età media degli iscrittial bando è di 34anni

no un piccolo spaccato del paese,o almeno qualche chiave di lettu-ra. Il 6ooo è rappresentato dalledonne, e trailaureatile donne rap-presentano la netta maggioranza(14.225 contro 9.157). Questo puòsignificare varie cose: che le don-ne hanno, come noto,unpercorsodi studi brillante e che ad un certopunto della vita ritengono chel'impiego pubblico meglio si con-cili conitempi della vita familiare(accontentandosi di una minorecrescita della stipendio); ma puòanche voler dire che l'attenzione

al sociale è maggiore nelle donne.L'etàmedia è di34anni , quindi ab-

bastanza alta. Fatto, questo, con unadoppia valenza : ilpubblicoimpiegoèattraenteperchihagiàesperienza,manon attira abbastanza ineolaureati.

Interessante anche la prove-nienza geografica dei richiedenti:per metà sono lombardi (25.310),mentre il resto vive prevalente-mente inSicilia (5.464), C amp aria(4.757) e Puglia (3.178), e pochissi-mi in altre regioni limitrofe delNord. Nella storia dei concorsipubblici questa non è invece una

grande novità: nel Mezzogiornoc'è meno occupazione, ilposto fis-so è ancora un miraggio, e si mettein conto di spostarsi per lavorare.

Osserviamo orala composizio-ne delle competenze. Le posizioniche l'amministrazione cerca ri-guardano - oltre ai più noti serviziamministrativi di medio livello -ilsettore informatico, le relazioniinternazionali, i beni culturali,l'area urbanistica, infrastruttura-le, giuridica e economico-finan-ziaria. Occorre dunque unpercor-so di studi chiaro e qualificato.

Sono statemoltelerichiestepercultura, musei, arte e archeologia(oltre4.300), mentre più deluden-ti delle attese sono state quelleperil settore informatico (899). Pro-babilmente è conseguenza delfat-to che chi studia Beni culturali omaterie artistiche trova in Italiameno sbocchi nel privato e quindicerca impiego nel pubblico, men-tre è vero il contrario per chi stu-dia materie scientifiche. Da nota-re inoltre che questi ultimi hannoun'età media più alta (4o anni nel-le posizioni più elevate). Segno,certo, di una buona preparazione,ma per la Direzione delle risorseumane del Comune è l'unico datoinsoddisfacente: «Un peccato -spiegano gli esperti- perché conladigitalizzazione della Paci sareb-be una prateria sterminata per la-vorare, e sarebbe interessanteproprio come primo impiego».

91 RIPRO U OZIO NE RISERVATA

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Un premio ai cervelliche battono gli sprechi

A Torino l'iniziativa "Io penso circolare" de La Stampa-Tuttogreendedicata all'innovazione di start-up e centri di ricerca

Una scommessa vinta,quella del premio «Iopenso circolare», pro-

mosso da «La Stampa-Tutto-green», il magazine dedicatoall'ambiente e alla sostenibi-lità del nostro quotidiano, as-sieme ad Aquafil, aziendaleader mondiale nella produ-zione di fibre in nylon rigene-rato. Ieri a Torino, in una af-follata sala del Circolo dellaStampa, il direttore Mauri-zio Molinari e il ministro del-l'Ambiente Gian Luca Gallet-ti hanno consegnato il pre-mio destinato alle aziendestart-up e ai centri di ricercaprescelti tra i 46 che si eranocandidati con le loro idee gre-en in questa prima edizionedel concorso. Molte candida-ture di qualità e il grande in-teresse suscitato tra i nostrilettori aprono la strada così auna seconda, ingrandita, edi-zione del premio.

Nella logica dell'econo-mia circolare - quel modelloproduttivo sostenibile chepunta a una riduzione signi-ficativa degli sprechi - gliscarti e i rifiuti non esistono,e la materia si rinnova sem-pre. Una equazione perfet-ta, in cui vince la salvaguar-dia dell'ambiente, ma vinceanche l'innovazione e la cre-azione di lavoro e sviluppo«virtuoso». Temi, quelli del-l'ambiente e dello svilupposostenibile, cui «La Stam-pa» - unico tra i grandi quo-tidiani - dedica attenzionenon solo sul quotidiano, macon «La Stampa-Tuttogre-en», inserto periodico e an-

che canale digitale. E adessoc'è il premio «Io penso circo-lare» per valorizzare le ideeverdi ed innovative propo-ste da imprese startup ecentri di ricerca.

Sono stati ben 46 i progettisottoposti alla giuria del pre-mio, composta dal direttoreMaurizio Molinari, dal coor-dinatore di «La Stampa-Tut-togreen» Roberto Giovanni-ni, dal giornalista AntonioCianciullo, dal presidente diAquafil Giulio Bonazzi, daGianluca Baldo, socio fonda-tore di Lee e da AlessandraAstolfi di Ecomondo. Tra le«aziende giovani» il primopremio è stato assegnato aEnerpaper, start-up dell'13P,l'incubatore del Politecnicodi Torino: il progetto prevedela produzione di materialeisolante per edilizia, utiliz-

zando scarti di produzione del-la carta. Al secondo posto Sto-ne-Brick, sempre da Torino,che, col progetto W.E. Rocksviluppa un nuovo legante dautilizzare in edilizia, il fango disegagione, derivato dalla lavo-razione della pietra. Terzo ilgruppo di Energia per Rico-struire, da Rieti, con un pro-getto ambientale e sociale:l'idea è costruire una rete diimpianti di cogenerazione, dainstallare nei Comuni colpitidai terremoti del 2016.

Tra gli enti di ricerca il mi-glior progetto è stato giudica-to quello della Bio-Raffineriadel futuro (Università di Tren-to), che permette di convertiregli scarti organici umidi in bio-combustibile e bioplastiche. Alsecondo posto c'è ConSolAR,il cui scopo è trattare le acquereflue inquinate attraverso laluce solare. Terzo classificatoil progetto Sostinnovi del-l'Università di Modena e Reg-gio Emilia, che porta l'innova-zione nel vigneto, soprattuttoregalando una seconda vita aisottoprodotti della produzio-ne del vino. Gli altri progetti fi-nalisti sono stati presentati daOltrecafè, EC023, Systemi-cfooddesign.it e «Dal latte alformaggio».

Il centro di ricerca vincitoreha ricevuto un premio di 3milaeuro, mentre la startup primaclassificata usufruirà di unaconsulenza di tre mesi da par-te della Life Cycle Engineering(Lce), società specializzatanelle analisi del ciclo di vita delprodotto e delle performanceambientali. E nelle prossimesettimane i sei progetti pre-miati verranno raccontati dainostri giornalisti . [R. G10.1

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laPENSO

CIRCOLAREAi

«La Stampa-Tuttogreen»e Aquafil hanno dato vita

alla prima edizione delPremio «Io Penso Circolare».

Un'iniziativa riservata allestart-up e ai centri di ricerca

pubblici per l'economiacircolare

Da sinistraGianluca Baldodi Lce,il ministro GianLuca Galletti,il vincitore peri centri di ricercaLuca Fiori,Giulio Bonazzipresidentedi Aquafilil direttore de«La Stampa»Maurizio Molinarie Davide Contuvincitoreperle start-up

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1 3 1 it o In Europa 1110% dei «grant» distribuiti parla italiano ma restail nodo dell'attrattività, legato anche aburocraziae stipendi

Ricerca, italiani all'esteroe gli stranieri ci snobbanoArrivati solo 32 studiosi, vincitori di borse di studio Eredi Marzio Bartoloni

ella champions league della ricercaeuropea i cervelli italiani assomi-gliano un po' ai brasiliani e agli ar-gentini nel calcio. Sonotalentiambi-

ti, tanto che in molti finiscono all'estero.Ilpro-blema è che dagli altri Paesi pochissimi scelgo-no i team di ricerca italiani. E così alla fine ilnostro Paese -nonostante il suo buon "vivaio" -resta molto indietro nella caccia globale aimi-gliori scienziati.

La metafora calcistica sulla coppa europeapiù desiderata dai tifosi del Vecchio Continen-te si adattamoltobene alla competizione perleambitissimeborse del Consiglio europeo dellaricerca(Erc) -definita damoltiunadelle storiedi successo dellaUe- che inlo anni divitaha fi-nanziato con 12 miliardi oltre 7mila supercer-velli della ricerca (compresi 6 premi Nobel e 5medaglie fields) che hanno lavorato a decinediscoperte scientifiche e a centinaia di brevet-ti.I grani dell'Erc sonoipiùprestigiosiricono-scimenti a livello europeo per la ricerca: ogniprogetto viene finanziato con risorse fino a 2,5milioni di euro (per gli scienziati più giovani siparte con "solo" 1,5 milioni). Unabella dote cheha consentito a ognuno dei 7mila campionidella ricerca di dare "lavoro" a loro volta a5omila ricercatori assunti a collaborare nei te-am.Inquesta corsa all'innovazioneiricercato-riitaliani ne esconomoltobene: con662scien-ziati che hanno vinto grani siamo subito dopotedeschi e inglesi e quasi appaiati ai francesi. Inpratica illo%io del totale dei fondi distribuiti inuna decade parla italiano. Ma se quasi la metàdeinostrivincitori- 297-ha scelto un altro Pae-se Ue per fare la ricerca (la mobilità è un fattonormale per gli scienziati) solo 32 stranieri indieci anni hanno optato per un centro di ricer-ca o una università italiana per effettuare i pro-gettiscientifici (Bocconi e Cnrguidano la clas-sifica nel nostro Paese). Pochissimi se si pensache nello stesso arco di tempo ben 739 ricerca-tori europei hanno scelto l'Inghilterra, 357 la

Svizzera, 304 la Germania, 253 la Francia, 184l'Olanda, 95 la Spagna. In questa speciale clas-sifica deiPaesipiùrichiestidaimiglioricervel-li europei (e non) siamo soltanto undicesimi.Insomma siamo bravi a formare ricercatori,ma abbiamo un serio problema di attrattività,come ha ricordato anche lo stesso presidentedel Consiglio europeo della ricercaJean-Pier-re Bourguignon in una recente visita a Roma:«I ricercatori italiani sono tra i migliori, mai centri di ricerca e le università italiane siscontrano con un serio problema di attrattivi-tà». Il numero uno dell'Erc dopo aver ricorda-to problemi noti- dal taglio deifondi alla ricer-ca, da che oggi valgono mezzo punto diPil, alla

A un anno dal termine entroil quale doveva partire la proceduranon è stato approvato il decretoattuativo con le regole di selezionené è partito il primo bando

riduzione dal 2008 del 200io dei finanziamentialle università-punta il dito contro «l'ambien-te» poco favorevole peri ricercatori in terminidi «carriera e stipendio».

Su questo punto unprimo significativo ten-tativo per provare a invertire la tendenza è ar-rivato dal Governo dell'ex premier Renzi chenella legge di stabilità del 2o16 ha stanziato su-bito 38 milioni e poi 75 milioni all'anno dal 2017inpoiper creare il «fondo Natta» (daltrome delnostro ultimo premio Nobel per la chimica)con l'obiettivo di finanziare 50o chiamate di-rette all'anno deimigliori cervelli- strani erimaanche italiani - a cui affidare la cattedra senzadover passare per l'iter ordinario (abilitazioneprima e poi la selezione degli atenei) e con lapromessa di uno stipendio più alto. Questotentativo però finora si è dimostrato un buconell'acqua: a un anno daltermine entro il quale

dovevamettersiinmotolamacchinanonè sta-to approvato il decreto attuativo conleregoleper selezionare i 50o e dunque il primo bandonon è mai partito.

La bozza di Dpcm con le regole in realtà èuscitogiàlascorsa estate, ma èfinitoprima sot-to un diluvio dipolemiche e critiche soprattut-to del mondo accademico - nel mirino sono fi-nitiinparticolarele nomine delle commissioniselezionatrici sceltedaPalazzoChigi-epoian-che sotto la ghigliottina del Consiglio di Statoche ne ha criticato diversi aspetti, in particola-re il fatto che la procedura minacciava l'auto-nomia universitaria. Il colpo di grazia è arriva-to poi conl'uscita diRenzi dopo la sconfitta delreferendum di dicembre, visto che era statoproprio l'ex premier a sostenere con forza lanascita delle cattedre Natta. Il nuovo ministrodell'Istruzione, Valeria Fedeli ha comunqueassicurato che «è allo studio una revisione allaluce di quanto ha deliberato il Consiglio diSta-to» revisione che «verrà regolarmente tra-smessa alle Camere per il parere».

Il problema del brain drain comunque rima-ne. I1 Miur haprevisto una corsia preferenzialeper le chiamate dei vincitori di borse Erc. Matutto ilsistemava indubbiamente rivisto. «Og-gi sono due gli ostacoli principali:- avverte Ga-etano Manfredi, presidente della Conferenzadei rettori - innanzitutto la burocrazia che ri-chiede anche un anno per una chiamata diret-ta, quando invece la velocità è cruciale nellacaccia ai migliori ricercatori e poi servono in-centivieconomici,vistochenonsipuòconvin-cere unimportante ricercatore con2mila euroal mese». «Su questo ultimo punto - aggiungeManfredi - alcuni atenei si stanno muovendocambiando i regolamenti». Anche il Cun, ilConsiglio universitario nazionale, è al lavo-ro: «Stiamo creando un gruppo di lavoro - an-nuncia la presidente del Cun, Carla Barbati -con i rettori per rivedere le regole su cui oggic'è una grande confusione e invieremo poi lanostra proposta al Miur».

El RIPRODUZIONE RIS ERVATA

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Dieci anni di studi

LA SITUAZIONE , PAESE PER PAESEIl bilancio di 10 anni di progetti finanziati dal Consiglio europeodella ricerca

á-400

REGNO UNITO

GERMANIA

FRANCIA

OLANDA

SVIZZERA

ITALIA

SPAGNA

ISRAELE

BELGIO

SVEZIA

AUSTRIA

DANIMARCA

FINLANDIA

PORTOGALLO

NORVEGIA

EIRE

UNGHERIA

GRECIA

REP. CECA

POLONIA

0 400 800 1.200 1.600

LA CLASSIFICA ITALIANAI centri di ricerca e le università italiane che hanno vinto più grant

Università Bocconi di Milano 26Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) 21Università La Sapienza di Roma 21Politecnico di Milano 20Università di Padova 19Università Statale di Milano 17Istituto universitario europeo 17Scuola internazionale di studi avanzati di Trieste 17Università di Trento 17Istituto italiano di tecnologia 14Università di Roma - TorVergata 13Istituto nazionale di fisica nucleare 11Scuola normale superiore di Pisa 10Università di Bologna 9Fondazione Telethon 8Università di Pavia 8FIRC - Istituto di oncologia molecolare 8Università Federico II di Napoli 8Università di Firenze 7Università di Milano - Bicocca 7Università di Perugia 7Politecnico di Torino 7Ospedale San Raffaele 7Istituto nazionale di astrofisica 6Università di Parma 6

IN VETTAUniversità e istituti in vetta per numero di grant; centri di ricerca Ue che hanno ottenuto più grant

PaesiUniversità e istituti di formazione al top in Europaper numero di grant Totale Paesi

I centri di ricerca Ue che hanno ottenutopiù grant Totale

UK Università di Cambridge 192 FR National Centre for Scientific Research (CN RS) 364

UK Università di Oxford 190 DE Max Planck Society 190

UK Università College London 142 DE HelmholtzAssociation of German Research Centres 104

CH Swiss Federal Institute of Technology Lausanne118 FR

National Institute of Health and Medical Research 89(EPFL) (INSERM)

CH Swiss Federal Institute of Technology Zurich117 ES

Spanish National Research Council 63(ETH Zurich) (CSIC)

Fonte: Consiglio europeo della ricerca

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IL BELLO DELL'ITALIA LA MEDICINA

Non andare a Torino. A nessun costo.

Franz Kafka

Il team di Antonio Bardelli fa ricercaavanzata. Con una storia (al femminile) di riscatto

Squadra specialecontro i

di Adriana azza

provetta, un

anno cominciatocostruendo gli«avatar» del can-cro in laborato-rio: prelevavanocellule neoplasti-che da un mala-to, ricreavano, in

fac-simile di quelparticolare tumore, con le suetipiche mutazioni genetiche estudiavano come aggredirlocon i farmaci. Adesso sono ri-tornati in clinica e, grazie alleloro scoperte, possono curarepazienti con un nome, un co-gnome e una malattia come,per esempio, il tumore del co-lon-retto metastatizzato.

«Sono malati che hanno giàprovato di tutto dice Anto-nio Bardelli a capo di questoteam di ricercatori e clinici chelavorano all'Irccs di Candiolo,vicino a Torino . Ma hannouna particolarità genetica: sono

positivi per il gene Her2, quelloche si trova anche in certi carci-nomi del seno, e proprio perquesto rispondono positiva-mente a un'accoppiata di far-maci, il trastuzumab e il lapati-

nib (anticorpi monoclonali di-retti contro le proteine prodot-te da questi geni alterati, ndr)».

Bardelli, incluso due anni fanella lista «Beautiful minds»della Thomson Reuters HighlyCited Researchers, capo del-l'Oncologia molecolare a Can-diolo e professore all'Universitàdi Torino, è reduce da Washin-gton dove ha appena presenta-to questa ricerca lombardo-pie-montese (è coinvolto anchel'Ospedale Niguarda di Milano)in una sessione plenaria delcongresso americano per la ri-cerca sul cancro, davanti a oltreio mila persone. A Candiolo,dunque, la ricerca è legata allaclinica: si chiama ricerca trasla-zionale e cerca di tradurre inun beneficio per il paziente tut-to quello che si osserva in labo-ratorio.

«Un altro nostro campo diricerca è la biopsia liquidacontinua Bardelli che ne è unpioniere . Invece di prelevareframmenti di tessuto tumorale

con una vera biopsia per studiare le sue caratteristiche ge-netiche (magari in organi diffi-cili da raggiungere, ndr), sivanno a cercare frammenti diDna del tumore nel sangue. Perdiagnosticare precocementeuna neoplasia o per controllarenel tempo l'efficacia delle tera-pie».

Nell'équipe di Bardelli c'èuna persona in particolare, chestudia la biopsia liquida pro-prio per il colon retto: si chia-ma Giulia Siravegna, 29 anni euna storia particolare, perchélei stessa ha sconfitto una neo-plasia dei linfociti del sangue, ilmorbo di Hodgkin. Così ha de-ciso di dedicarsi alla ricerca in

L'équipe punta sullabiopsia liquida: si cercail Dna tumorale nelsangue, in frammenti

campo oncologico anche grazieal supporto dell'Airc, l'Associa-zione italiana per la ricerca sulcancro. «Nei pazienti con tu-more al colon-retto metastatico

precisa Siravegna è possi-bile, grazie alla biopsia liquida,individuare precocemente lacomparsa della resistenza alleterapie, anticipando di qualchemese rispetto alle indagini ra-diologiche come la Tac».

Bardelli dà spazio ai giovani:è appena stato eletto Presiden-te dell'European Associationfor Cancer Research e sta lavo-rando per portare a Torino, nel2020, il Congresso dell'Associa-zione. Sul fronte internol'obiettivo è innovare l'Istituto(è l'unico Irccs oncologico inPiemonte, completamente pri-vato). «Da un anno abbiamomacchine che analizzano il Dnadelle cellule tumorali in 4 oreinvece che in un giorno pre-cisa Bardelli e diamo spazioai bioinformatici».

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InsiemeII team di AntonioBardelli (alcentro). In alto, laricercatrice di 29anni GiuliaSiravegna che hasconfitto il suomale: saràpresente al Bellodell'Italia (fotocourtesyAIRC)

Guida AntonioBardelli a capodel teamdi ricercatorie clinici all'Irccsdi Candiolo

L'istituto diCandiolo èl'unico Irccsoncologico inPiemonte,interamenteprivato. Qui laricerca è legataalla clinica: sichiama ricercatraslazionalee cerca di tra-durre in unrapido bene-ficio per ilpaziente quelloche si osservain laboratorio

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IL BELLO DELL'ITALIA IN PRIMO PIANO

Microelettronica, meccatronica, robotica.Ma anche chimica verde, nanotecnologie per i trasporti efarmaci genetici. Il problema: si fatica a finanziare le startup

U n postoaPiccoli ma a l l'avanguard i aDove l 'Italia «testa» ì l futurodi Giovanni Caprara

ricercatori italiani possono offrire prospet-tive utili al futuro del nostro Paese. Ci sonosettori nei quali già abbiamo una famainternazionale e, in alcuni casi, siamo addi-rittura all'avanguardia, trasferendo in modoefficace idee originali e attività di laborato-rio in risultati utili per la nostra economia.Partiamo ad esempio dalla microelettroni-

ca. A Milano e Catania St Microelectronics hacostruito decenni di tradizione nelle fabbrica-zioni di chip per rendere più intelligenti lenostre automobili, per fabbricare cellulari digrande memoria o elettrodomestici che si autogovernano. E le linee di produzione, dove itecnici rivestiti di tuniche e maschere bianchis-sime sembrano chirurghi del futuro, sono affiancate da laboratori dove, insieme, progetta-no i ricercatori della società e quelli del Cnr:un esempio vincente che unisce ricerca pubbli-ca e privata. Così St Microelectronics è diventa-ta protagonista di primo piano di un mercatomondiale.

Sulla stessa scia, il mondo della meccatroni-ca e della robotica. Qui, in particolare nell'areaemiliana ma anche in Lombardia e in Veneto,sono state inventate macchine per l'impacchet-tamento automatico che hanno anticipato lafrontiera tecnologica dell'Industria 4.0, maturando successi commerciali in continua cresci-ta. Ci sono società come Novamont e Sipa che

sfornano materie plastiche biodegradabili ebottiglie di bioplastica da materiali riciclabili ebiodegradabili frutto di nuove indagini.

La chimica verde, infatti, è uno dei nostrisettori d'avanguardia nei quali siamo primi nelmondo. Riusciamo a fabbricare biocarburantida piante non destinate all'alimentazione, co-me avveniva in passato, per cui, ad esempio, siottiene etanolo da canne palustri. Varie sono lesocietà attive: da Mossi Ghisolfi Group a Eni. Enella chimica dei materiali innovativi, soprat-tutto per le costruzioni, si deve aggiungere laMapei. Numerosi prodotti di questo mondoderivano dalle ricerche avviate ancora cinquan-t'anni fa dalla Montedison, che portarono allaconquista del Premio Nobel per la chimica da

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parte di Giulio Natta del Politecnico di Milano.La robotica, con Comau (gruppo Fca), è unaltro punto forte della nostra tecnologia appli-cata alla produzione. Alle spalle ha gruppi diricerca che coinvolgono l'lit di Genova o laScuola S. Anna di Pisa, il Cnr e l'Istituto Rizzoli,tutti in grado di alimentare le future applicazioni robotiche.

Le nanotecnologie dedicate ai trasporti han-no trovato soluzioni già diventate successicommerciali nella fabbricazione delle gommee dei freni. Pirelli costruisce pneumatici utiliz-zando nanotubi di carbonio e con sensori an-negati nella struttura che segnalano al compu-ter dell'auto le condizioni della stessa ruota,aumentando la sicurezza del veicolo. Per que-sto le chiamano «gomme intelligenti». In aggiunta, ci sono i freni della Brembo di Bergamo, sviluppati dalla Formula i e che hannoconquistato i mercati nei continenti.

I nuovi materiali rappresentano un camponel quale si è investito nell'innovazione, con-quistando posizioni d'avanguardia. Sempreguardando ai trasporti, in Campania e in Pu-glia gli stabilimenti di Leonardo, ex Finmecca-nica, producono intere fusoliere dell'aeroplanopasseggeri più moderno esistente oggi, il Dre-amLiner della Boeing, completamente in fibradi carbonio. E volando più in alto, Avio è riu-scita a costruire il lanciatore Vega (a cui parte-cipano altre società europee) per satelliti pic-coli e medi, che ha effettuato nove lanci consuccesso, ponendosi come il più affidabile sulmercato del trasporto spaziale per questa cate-goria. Vega è il frutto di investimenti in nuovetecnologie dei materiali per cui è l'unico vetto-

re in fibra di carbonio, ma altrettanto nell'elet-tronica perché pure il cervello che lo guida inorbita è frutto delle capacità hardware e sof-tware nazionali. Leonardo ha quasi un terzodelle azioni in Avio e investe circa il io percento dei propri ricavi in ricerca e sviluppo,generando innovazioni su un'ampia serie diapplicazioni nell'aerospazio, nella Difesa e nel-la sicurezza, mantenendo il ruolo di grandeattore della scena mondiale.

Cresce, intanto, anche la posizione delle bio-tecnologie che nell'area lombarda hanno il lorofulcro; ma altre regioni sono attive. In questoambito si può inserire la rinascita della produ-zione di nuovi farmaci che, in passato, avevagarantito lustro ma poi è entrata in crisi con ilcollasso di importanti gruppi come FarmitaliaCarlo Erba. Ora, le ricerche hanno prodottomedicine per la nuova frontiera della terapiagenica, sostenute in particolare dalle risorseprivate come le Fondazioni. Dalla ricerca sononate società come Molmed ma anche il Cnr hauna presenza significativa. E i primi farmacigenetici, destinati a malattie rare, sono proprioitaliani. «Abbiamo delle nicchie di capacitàcon una rilevanza internazionale sottolineail professor Renato Ugo, presidente dell'Airi,l'associazione italiana di ricerca industriale .Certo, le nostre dimensioni sono contenuterispetto alle company straniere ma sono areenelle quali possiamo investire per lo sviluppo.Dobbiamo sostenere le nuove società che na-scono, le startup, che nella penisola faticano atrovare risorse finanziarie. E la sfida che uniscela ricerca all'economia». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Dieci settori per costruire il futuro

C

i sono dieci settori di attivitànei quali le industrie italianepossono investire sviluppando

ricerche dalle quali trarre vantaggiper la loro crescita e l'economianazionale in generale. Sono nelrapporto «Le innovazioni delprossimo futuro: tecnologieprioritarie per l'industria» dell'Airi,l'associazione italiana per la ricercaindustriale. Settori che riguardanoinformatica e telecomunicazioni,microelettronica e semiconduttori,energia, chimica, farmaceutica ebiotecnologie, trasporto su strada,ferro e marittimo, aeronautica,spazio, beni strumentali eambiente. L'indagine prodotta da20o ricercatori impegnati in gruppiindustriali ed enti pubblici diricerca soci Airi, è un punto di

riferimento importante peraffrontare scelte critiche. Analizza115 tecnologie sulle quali le aziendenazionali stanno già investendo eche se sviluppate e fatte crescerecon successo, saranno in grado diinnovare non solo i settori diappartenenza ma di alimentaretrasversalmente anche altri settoricontigui. Di ogni settore (oltre aduna descrizione generalecomprendente mercato eoccupazione, criticità einvestimenti) si descrivono letecnologie sulle quali concentrarele risorse nel breve e medioperiodo. Insomma una guida percostruire il futuro utile peruniversità e mondo produttivo.

G. Cap.RIPRODUZIONE RISERVATA

mila, il numerodi ricercatoridei settorepubblico eprivato nelnostro Paese

Giulio Natta(1903 -'79),ingegnere edocente del il numero diPolitecnico di ricercatoriMilano, è stato in Italia ogniinsignito del 1.000 occupati,premio Nobel contro i 9,8perla chimica, della Franciainsieme con KarlZiegler nel 1963,per le scopertenel campo della dollari , la spesachimica e della procapitetecnologia dei perla ricercapolimeri. Le sue in Italia (700ricerche dollari la mediaculminarono europea)nellaformulazione deipolimeriisotattici ( noti la quota in % dicome «moplen») finanziamentidotati di di provenienzaeccellenti industriale;proprietà il 41,9 èchimiche e pubblicomeccaniche

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BioenergiaDal 2013 gliimpianti delgruppo MossiGhisolfi, apertia Crescentino,nel Vercellese,produconobiocarburante(foto di FabrizioGiraLdi)

Nello studio di nuovimateriali per il campoaerospaziale siamoprotagonisti mondiali

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