La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se...

32

Transcript of La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se...

Page 1: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta
Page 2: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

La superficialitàdei parametri d'analisi

Gli articoli usciti recentemen-te sull'edizione pisana dei Tirre-no sulla classifica Censis dell'uni-

versità, ci hanno portato ad unariflessione pubblica sulla situa-zione in Area Medica all'Universi-tà di Pisa dal punto di vista deglistudenti e sulla metodologia dianalisi del Censis. Semplici consi-derazioni tecnico-metodologi-che e la consultazione di fonticompetenti confermano lasu-perficialità dei parametri impie-gati dall'istituto di analisi. Sareb-be fazioso e steri le da parte no-stra affermare che lo studio diMedicina a Pisa non è passibiledi miglioramenti. Certamente laScuola Medica al l'ombra dellaTorre ha un approccio tradiziona-lista non sempre ideale per lostudente, nia è anche alle eccel-lenze pisane in ambitoci in icoche si deve guardare. Quello diCisanello è un centro sanitariochevanta una esperienza unicain diversi campi: in questo ospe-

dale pratichiamo tirocinio e quiprestano sei-vizio assistenziale inostri docenti. La scelta deglistudenti di svolgere a Pisa i pro-pri studi medici è forte: si guardial l'alta quota di fuori sede, alcompetitivo rapporto doman-da-posti disponibili e alla rapidi-tà con cui questi vengono coper-ti. I questionari compilati dai lau-reandi confermano in uscita dalpercorso quella che è latenden-za in entrata: per citare solo unodei dati concordi, la percentualea Pisa degli studenti "pentiti",ossia che, potendo tornare indie-tro, sceglierebbero di studiareMedicina in un'altra sede (16%),è ben inferiore alla media Alma-l aurea (27,5%), che raccoglie idati del 91% dei laureati italiani.

Gli studenti de L'IstaMinai rappresentanti elettidi medicina e Chirurgia

mcontricvlade"fa

Page 3: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

Quelle classifichebasate sugli algori tm i

Le classifiche basate su algo-ritmi più o meno complessi dellavalutazione dei corsi di laurea inmedicina e chirurgia da parte delCensis risentono in modo criticodella scelta dei parametri e deiloro peso relativo. Questa è an-che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro.Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta nelle prime posi-zioni peri parametri legati allaricerca, viene penalizzato da al-cuni parametri quali il numero difuori corso, la percentuale di lau-reati in corso e la cosiddetta "pro-duttività" (numero di laureatirispetto agli iscritti). L'internazio-nalizzazione si misura con vari

parametri tra cui i corsi in linguainglese e la mobilità studente-sca. Se consideriamo gli studentiErasmus, il numero di quelli inuscita è cresciuto di oltre 6 voltenegli ultimi4anni e il numero diquelli in entrata è più che raddop-piato. Anche gli accordi perstu-dio con prestigiose universitàestere sono aumentati passandoda 10 a24 nello stesso periodo.Un altro parametro importante ècostituito dagli immatricolatistranieri che sono aumentati dioltre il 100% rispetto a 4 anni fa.Al di là dei parametri, un datoimportante pervalutare un cor-so è l'attrattiva che esercita ver-so gli studenti. Con l'adozionedel concorso unico nazionale si èevidenziato che Pisa risulta l'Ate-neo di prima scelta per un grannumero di studenti (1800-2000domande a fronte dei 240 posti

disponibili), molti dei quali risie-dono anche a grande distanzadalla nostra città (oltre il 30%proviene da altre regioni). Se siguarda poi alla soglia di punteg-gio necessario per l'ammissione,questa risulta in generale assaisuperiore alla media nazionaleed è più alta di quella delle altredue Università della Toscana. Leiniziative messe in atto negli ulti-mi anni hanno permesso di au-mentare il numero degli studen-ti che al sesto anno risultano inpari con gli esami. Le principalicriticità residue sono piuttostolegate alla didattica professiona-lizzante, ovvero al l'attività prati-ca chegià durante i sei anni delcorso di laureagli studenti sonotenuti a svolgere in corsia e neireparti clinici. È una criticità co-mune a tutto il sistemaformati-vo italiano, legata a ragioni checoinvolgono tutto il servizio sani-tario nazionale. Un salto di quali-tà potrà essere favorito dal la co-stituzione di una Scuola di Medi-cina, struttura di raccordo tra itre Dipartimenti del l'Area Medi-ca cheavrà lo scopo di coordina-regli insegnamenti dei moltepli-ci corsi di laureaedi specializza-zione rafforzando le azioni giàda tempo intraprese per un sem-pre miglior util izzo ai fini didatti-ci delle strutture assistenzialiaziendali.

Mario Petrini Giulio GuidoRiccardoZucchi mauro Ferrari

ooomaoVaao";

Page 4: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta
Page 5: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta
Page 6: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

EDUCARE I GIOVANIALLA FINANZA

PER CAPIRE LE RIFORMEELSA FoRNERo*

C

aro direttore,si parla molto, oggi,dell'importanza di

una generalizzata alfabetiz-zazione economico-finan-ziaria. Se ne parla come diuno strumento per migliora-re la qualità delle scelte del-le persone su lavoro, rispar-mio, indebitamento, ecc. C'èperò un aspetto di questa al-fabetizzazione che viene ge-neralmente sottaciuto ed èla sua importanza ai fini del-la sostenibilità sociale delleriforme, per cui non è esage-

rato dire che essa ha, oggi,una rilevanza simile a quelladel saper leggere, scrivere efar di conto all'inizio del No-vecento.

La diffusione di una culturaeconomica di base deve peròavvenire rapidamente e conmodalità innovative, ben pri-ma che si inseriscano pro-grammi ad hoc nelle scuole.Per essere concreta, farò unesempio.

I lavoratori «precoci», (os-sia coloro che hanno iniziato alavorare giovanissimi) solleci-tano una revisione dalla rifor-ma delle pensioni del 2011, chereintroduca per loro il dirittoal pensionamento anticipato.Una loro rappresentanza harecentemente chiesto in in-contrarmi e l'incontro ha avu-to luogo, come appropriato, inun'aula dell'Università di To-rino - dove sono tornata a in-segnare - alla presenza di ungruppo di studenti. La riunio-ne - «coinvolgente e costrutti-va», secondo le parole di unpartecipante - è stata l'occa-sione per introdurre, in modosemplice, i concetti alla basedi un sistema previdenziale.Un dialogo nel quale è statopossibile esprimere opinionitalora diametralmente oppo-ste senza insulti e, soprattut-

to, con la reciproca volontà dicomprendere le rispettive po-sizioni. Ho ascoltato storie divite di sacrificio, cominciatepresto, in fabbrica o in ufficio.Ho percepito l'amarezza dichi si è sentito abbandonato.A mia volta ho esposto le ra-gioni della riforma, l'urgenza,le difficoltà, la presenza di pe-santissimi vincoli finanziari.

Ho constatato, come già inaltri incontri, che se le rifor-me sono spiegate in modo tra-sparente e senza secondi finile persone, pur non condivi-dendole, sono disposte a ri-durre la loro contrarietà. E al-lora mi domando, magari in-genuamente: perché la politi-ca non ha mai veramente vo-luto spiegare la riforma dellepensioni? Perché le forze poli-tiche dell'allora maggioranzal'hanno ripudiata quasi subitodopo averla votata, attribuen-done la responsabilità al soloministro del Lavoro? Perché

hanno lasciato spazio ai pro-pagatori di odio, che non han-no altro scopo se non coltiva-re lo scontento per aumenta-re il proprio peso politico?

Certo, un «capro espiato-rio» è utilissimo. «Sappiamotutti, in politica, ciò che è ne-cessario fare; quel che nonsappiamo è come farci rieleg-gere una volta approvate leriforme» ha detto Jean-Clau-de Juncker, attuale presiden-te della Commissione euro-pea. Fa comodo poter dispor-re dei risparmi finanziari edella credibilità internazio-nale che la riforma delle pen-sioni ha comportato, addos-sando contemporaneamenteall'ex ministro del Lavoro la«colpa» dei sacrifici necessa-ri per ottenere questi risulta-ti. Al ministro furono dativenti giorni per preparare lariforma; quattro anni non so-no però bastati alla politicaper introdurre qualche ra-

gionevole modifica.Giustamente, i cittadini vo-

gliono comprendere. E' veroche la riforma ha alleggeritol'onere a carico delle genera-zioni giovani e future? Che loscambio «pensioni contro la-voro» non è la ricetta miglioreper l'occupazione dei giovani?E soprattutto: se la riformaera così sbagliata, perché nonla si cancella? Perché è cosìdifficile cancellare i privilegi?Queste le domande che i poli-tici fanno finta di non sentire.

Per questo, se il governovuole rimettere mano allepensioni, è bene che comincida alcune semplici verità,senza creare l'illusione dinuovi «miracoli», che sonosempre, in realtà, benefici peralcuni ottenuti mettendo ilconto a carico di altri.

*Docente di economiaall'Università di Torino

ed ex ministro dei LavoroO BV NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Page 7: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta
Page 8: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta
Page 9: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

Domani specialistialla Normalegrazie alla Lilt

Si intitola "Prendiamoci curadi noi" lagiornata che laLiltdiPisa, in collaborazione con laScuola Normale Superiore,dedica alla prevenzioneandrologica nell'ambito della"Campagna Nastro Azzurro2016". Nella Sala Azzurra deiPalazzo della Carovana,domani, a partire dalle ore 17,la Lilt (Lega italiana perlalotta contro i tumori) haraccolto alcuni dei maggiorispecialisti dell'Aziendaospedaliero-universitariapisana per fare il punto sullemigliori pratiche in ambito diprevenzione, diagnosi e curadelle malattie che interessanoprevalentemente lapopolazione maschile over 50,in particolare il tumore allaprostata.Dopo i saluti del direttoredella Scuola Normale, FabioBeltram, e della presidenteLilt Pisa , Mancia mancino,sarà dato spazio agliinterventi di Maria AntonellaBertozzi (nella foto), direttoreAndrologia Aoup ,AlessandroPaolicchi, Radiologia Aoup,FabiolaPaiar, direttoreRadioterapia Aoup, FrancescoFrancesca, UrologiaAoup,Cesare Selli, Urologia i Aoup.Coordinerà la sezione la stessaprofessoressa Bertozzi,mentre il vicesindaco di PisaPaolo Ghezzi (testimonia)della campagna NastroAzzurro) chiuderà l'incontro.Prima della conferenza, sulloscalone della Scuola Normale,sarà scattata una foto con unlungo nastro azzurro sorrettoda associati Lilt, personaledella Scuola Normale ecittadini.

mcontricvlade"sa

Page 10: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta
Page 11: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

PORTO 20 16 Secondo la ricerca dell'IstitutoToniolo cresce la disponibilità ad avere figli

Università: i giovanihanno bisogno di orientamento

DI ALESSANDRO ROSINAl

E un ritratto ampio e nonscontato delle nuovegenerazioni quello cheemerge dal terzo Rapporto

Giovani, l'indagine nazionalepromossa nel 2012 dall'IstitutoGiuseppe Toniolo incollaborazione con l'UniversitàCattolica e con il sostegno diFondazione Cariplo e IntesaSanpaolo, sui giovani italiani dietà compresa fra ï 18 e 130anni.Uno degli obiettivi chel'Istituto Toniolo intendereproseguire anche grazie aifondi raccolti con la Giornataper l'Università Cattolica delprossimo 10 aprile è proprioproseguire la conoscenza deigiovani attraverso il RapportoGiovani.Assi portanti dell'edizione2016: la formazione, il lavoro ele scelte di vita, le relazionifamiliari, la partecipazionesociale, assieme a quattroapprofondimenti tematici (lamobilità internazionale, ilconfronto tra culture, lo svago ela fruizione dell'arte tramite lenuove tecnologie, l'economiadella condivisione).Una delle novità del Rapporto2016 è il focus sulla scuola: lacarenza di orientamento portamolti ragazzi a prenderedecisioni poco coerenti con leproprie attitudini e con gliobiettivi professionali. Ciòdetermina scadimento dellemotivazioni e basso profitto,

insoddisfazione per il percorsoattuato, disallineamento tracompetenze acquisite e quellerichieste nel mondo del lavoro.Fra i temi della ricerca anchequello relativo alla prospettivadi avere un figlio in relazione alcontesto della crisi economica.Il confronto tra le intenzioniraccolte nell'indagine del 2015e quelle del 2012 mostraun'apertura maggiore allapossibilità di mettere al mondodei figli nei prossimi tre anni.Tuttavia, molto dipenderà daquanto una effettiva crescitaeconomica e politiche familiariadeguate consentiranno alleintenzioni positive ditrasformarsi in realtà.Altri temi trattati sono larappresentazione e l'influenzadella famiglia di origine sulpercorso di transizione alla vitaadulta, analizzati confrontandol'Italia con gli altri grandi paesieuropei.

La seconda parte del Rapportoanalizza l'atteggiamento deigiovani verso l'immigrazioneextracomunitaria. 1 datimostrano una scarsaconoscenza del fenomenoimmigratorio e unapreoccupazione che tende atrasformarsi in ostilità, segni siadi un dibattito pubblicoallarmistico e anche del pocoinvestimento della scuola nellaformazione di competenzeinterculturali.I giovani sono invece semprepiù aperti alla possibilità dispostarsi all'estero.Tra i fenomeni che piùcoinvolgono le nuovegenerazioni e più fortementesoggetti a mutamenti ci sonoquelli legati alla fruizioneculturale e artistica. Tuttavia, ilRapporto Giovani ha evidenziatocome, nonostante sia moltopiù facile che in passato crearepropri contenuti multimediali

1101WEi,,:

e accedere da casa a una ampiaofferta di film e di serie tv,vedere in compagnia un film inun multisala ipertecnologicorimanga il tipo diintrattenimento preferito daigiovani.Dal Rapporto 2016 emergono,in particolare, segnali rilevantidi quanto le nuove generazionisiano affamate di occasioni permettersi in campo con leproprie idee e la propriaenergia positiva.«Nell'Italia di domani io cisarò. Da oggi» è il tema dellaGiornata Universitaria. Aiutarei giovani a riacquistare fiduciain un processo dimiglioramento delle propriecondizioni e di rigenerazionedel paese è l'impegnoprincipale a cui tutti dovremmocontribuire.

»Demografo Università Cattolicadel Sacro Cuore,

Coordinatore Rapporto Giovani

Page 12: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta
Page 13: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

L' Giovanni Cerretani, 27 anni fisico dottorando dell'Università di Pisa

Dl ADRIANA ROMALDO

di qualche giorno fa la notiziadi un giovane ricercatore senese

Etra i partecipanti allasensazionale scoperta scientifica

che ha permesso di individuare leonde gravitazionali. Si tratta diGiovanni Cerretani, 27 anni, fisico,dottorando dell'Università di Pisa chesta svolgendo la sua ricerca pressol'Istituto Nazionale di Fisica Nuclearedi Pisa nell'esperimento «Virgo».La famiglia di Giovanni è piuttostonota in Diocesi, perché da sempreimpegnata sia in ambito sociale sia inAzione Cattolica.Abbiamo raggiunto Giovanni persapere qualcosa di più riguardoall'evento di cui è stato protagonista eper il quale è stato anche ricevuto aPalazzo Pubblico dal sindaco di SienaBruno Valentini e dall'assessore AnnaFerretti.Ci puoi spiegare in modo semplice inche cosa consiste la scopertascientifica di cui sei stato partecipe equale è stato il tuo contributoall'interno di essa?«La ricerca delle onde gravitazionaliparte da lontano. Dalla loroteorizzazione, nel 1916, da parte diAlbert Einstein, sono occorsi 100 anni perriuscire ad osservarle per la prima volta.Questo sforzo tecnologico immane hafinalmente raggiunto il suo traguardo il14 settembre 2015, quando i duerivelatori dell'esperimento 'Zigo ", negliUsa, hanno visto in contemporanea ilsegnale prodotto più di un miliardo dianni fa, in una galassia molto lontana,da due buchi neri che hanno deciso difondersi insieme dando luogo adun'esplosione gigantesca. L'esperimentoitalo francese 'Virgo"sta costruendo unterzo rivelatore vicino a Cascina cheandrà a unirsi ai due statunitensi entro lafine dell'anno. Con il mio gruppo di Pisa

ne progettiamo lesospensioni el'elettronica cheservono a isolare dallevibrazioni del terrenole masse di cuivogliamo misurare ladistanza in modo cosìpreciso».Come credente qualè il tuo approccioalla fisica e ai lavoriche svolgi e qualisono i risvolti nellatua vita di fede?«Non credo cheoccorra alla nostrafede cercare la provadell'esistenza di Dionella ricercascientifica. Nel 1951papa Pio XII dichiarò,in un discorsopubblico, che la teoriadel Big Bangconfermava il racconto delle Crc_.;ionedella Genesi. Qualcuno riuscì aconvincerlo a lasciar perdere l'idea dimescolare il piano teologico con quelloscientifico: quell'uomo era GeorgesLemaître, grande scienziato, primoideatore della teoria del Big Bang, che eraun sacerdote cattolico Da credenti, forse,la cosa più bella che possiamo fare è dirimanere a bocca aperta davanti allabellezza dell'idea che cose così straneavvengono davvero, nel nostro universo».Quali sono gli aspetti più belli deltuo lavoro?«La bellezza di lavorare nel mio campo èche ti poni al limite del sapere, tra ilconosciuto e ciò che ancora è da scoprire.La conoscenza del creato è fondamentale:già Santa Caterina diceva che quanto piùsi conosce tanto più si ama. Comecantava l'Acr l'anno scorso, là fuori c'è«un universo tutto da scoprire», e il lavoroè tutt'altro che finito: pensate che la

mc,'eria come la conoscL:no noi formasolo il 5% dell'universo, e del restosappiamo poco o nulla. Ma la ricercadeve essere sempre rispettosa di ciò che vaa studiare, del creato, della vita».Come giovane impegnato nellaricerca, quale futuro intravedi nelnostro Paese?«Se non cambia radicalmente il sistemadella ricerca in Italia, il futuro rimanemolto, molto incerto. Un Paese che noninveste nella ricerca e nella conoscenza èdestinato a fare poca strada».Stupore e rispetto, questi i duesentimenti che devono, secondoGiovanni, guidare ogni ricercatore chesi accosta al mistero della vita e delcreato, che come afferma PapaFrancesco nella sua enciclica Laudatosi' - «non si contempla dal di fuori madal di dentro, riconoscendo i legamicon i quali il Padre ci ha unito a tuttigli esseri».

Page 14: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

Cresce la confusione sullo Human Technopolee intanto non esiste nemmeno il piano per la ricerca

MASsImuNO BUCCHIUNIVERSITÀ DI TRENTO

Di per sé, la discussione sullo Human Techno-pole - il centro di ricerca avanzata che il governo haannunciato di voler sviluppare nell'area già dedi-cata all'Expo - potrebbe rappresentare una novitàpositiva. Finalmente, seppure con limiti tipici delcaso italiano, si discute di politiche e fondi alla ri-cerca.I limiti sono però quelli di una discussione perlopiùcircoscritta al caso specifico e fortemente persona-lizzata, il che non aiuta a chiarirsi le idee. Si è forte-mente criticato, ad esempio, l'approccio «dirigi-sta», top-down, con cui il governo avrebbe deciso icontenuti e il coordinamento dei centro, asse-gnandolo all'Istituto Italiano di Tecnologia senzaun bando e senza il coinvolgimento della comuni-tà scientifica. Si è detto che si tratta di una praticaimpropria, che si discosta dalle prassi e dai modelliinternazionali. È vero? Sì e no. Molti Paesi hannoadottato c adottano strategie top-down nel finan-ziare la ricerca. Nel recente passato, ad esempio,tanto il Regno Unito quanto i Paesi Bassi hanno de-

ciso di investire somme significative nello studiodella genomica e delle sue implicazioni sociali, cre-ando una serie di centri che hanno trovato sede inuniversità o istituti che avevano requisiti ed espe-rienze rilevanti. L'idea è che non sempre basti fi-nanziare le idee migliori che vengono dai ricerca-tori, perché ci sono sfide ritenute particolarmenteurgenti e significative - ad esempio in campo am-bientale, sanitario o tecnologico. Chi decide qualisiano queste sfide? La società, attraverso la politi-ca (in certi Paesi, con la consultazione diretta di cit-tadini e «stakeholders»), insieme con la comunitàscientifica che può indicare quali strade sono piùpercorribili, mature o rischiose.Tuttavia, ed è qui più che nel dirigismo che sta ilvero problema italiano, questa modalità ha senso

se integra e completa una solida modalità di fi-nanziamento bottom-up, con cui si sostengono iprogetti migliori dal punto di vista scientifico, dadovunque venganoe qualunque tema affrontino.E questa in sostanza la strada intrapresa anche inEuropa con i finanziamenti Erc (non a caso all'ini-zio fortemente avversati dai molti soggetti cheavrebbero preferito mantenere la logica spartito-ria dei progetti collaborativi finalizzati a scopi spe-cifici e applicativi). E su questa strada - spiace dirlo- per noi è buio totale. A 2016 inoltrato siamo an-cora in attesa dell'approvazione del famoso (anzi,ormai famigerato) Programma Nazionale per laRicerca 2014(!)-2020. Il modello doveva esserequello del programma europeo Horizon 2020, cheperò a differenza del fratellino nazionale è già inpista ed ha distribuito i primi fondi. In Italia i bandidestinati a finanziare i progetti di qualità mettonoin campo cifre modeste, escono senza scadenzeregolari (quello del 2015 è arrivato a fine anno,mentre il bando precedente era del 2012).Insomma, ci troviamo in condizioni simili a queipresidenti di squadre di calcio che, non avendo in-vestito sulla crescita di giovani talenti per costrui-re negli anni una squadra solida, tentano a finecampagna acquisti il colpo ad effetto per scrittu-rare il grande campione: potrà essere bravissimo,per carità, ma sarà difficile vincere con lui solo. Perquesto non ha senso, nei termini in cui se ne parlaoggi, discutere di Human Technopole come se fos-se un referendum, sì o no . Potrebbe certo, (questoo un altro progetto) essere la ciliegina sulla torta,

quella che dà valore aggiunto ad una strategiacomplessiva. Così come potrebbero essere ragio-nevoli alcune delle varie misure ad hoc per ricercae università annunciate e recentemente ripreseanche nella lettera di Renzi sulla scienza. Ma pri-ma dovrebbe esserci appunto una torta, ovverouna strategia, con risorse significative e un im-pianto chiaro e funzionale per selezionare di annoin anno le idee migliori. Solo su questa base, poi,politica, ricercatori e società potrebbero capire in-sieme che cosa manca; e quali linee e temi rimastiscoperti dalla selezione delle proposte «dal bas-so» vanno incentivati con progetti e misure spe-ciali. Di questo, insomma, si dovrebbe discutere inItalia, prima di parlare dello Human Technopole odi altre iniziative specifiche.

Page 15: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

IIpresidente SlzrorLCelll sull `crrinuru;io della Cì'r•ui. dal 201 1 lauree l ro un li

La laurea per una professioneDai geometri la proposta pilota per percorsi accademici

n un recente interventopubblico, il presidentedella Conferenza dei

. rettori (Crei), GaetanoManfredi, ha dichiarato: Alsistema universitario è pron-to per costruire un percorsotriennale professionalizzan-te strutturato per un terzocome formazione formale,per un terzo come formazionetecnica e per un terzo on thejob». L'obiettivo è «costruireun triennio che sia davveroformativo, con una gover-nance composta non solo daiprofessori universitari, main maniera paritetica dairappresentanti del mondodel lavoro e delle professio-ni». Se è questo l'identikitdelle future lauree triennaliprofessionalizzanti, è lecitoaffermare che il percorso diriforma indicato dal Con-siglio nazionale geometri egeometri laureati in occasio-ne del suo insediamento è uncandidato autorevole al ruo-lo di progetto pilota: le lineestrategiche e operative sonostate presentate al mini-stro dell'istruzione StefaniaGiannini sin dal 2014, ori-ginando un dialogo costrut-tivo con le forze politichedivenuto nell'ultimo announ vero e proprio confrontoserrato, preludio all'auspi-cato «ultimo miglio». Comenoto, l'impegno preso con gliiscritti è, in estrema sintesi,riformare il percorso di ac-cesso favorendo l'istituzionedi un nuovo corso di laureatriennale per l'attribuzionedi competenze che carat-terizzano la professione digeometra, anche nel quadrodella più ampia concorrenzaeuropea. Tra i benefici attesi,in questa sede ne sottolineodue: consentire alla categoriadi accrescere le opportunitàoccupazionali rispondendopienamente alla richiestadel mercato di profili tecnici

di primo livello; dare un con-tributo di maggior valore allosviluppo della progettualitàtecnica e del paese. Un as-sist, questo secondo punto,che la Rete delle professionitecniche ha dimostrato diaver colto convergendo sullanecessità, più volte espressadalla categoria, di procederealla revisione dei percor-si formativi universitari.Nell'esortazione di Arman-do Zambrano, presidente delConsiglio nazionale degli in-gegneri e coordinatore dellaRpt, a ripensare e migliorarei percorsi formativi univer-sitari fatta in occasione delrecente congresso nazionale,riconosco la ratio che è allabase del progetto presentatodalla categoria dei geome-tri: la distinzione tra laureetriennali propedeutiche allamagistrale (caratterizzateda un percorso di studi piùgeneralista) e lauree trien-nali professionalizzanti, chegarantiscono l'accesso alleprofessioni di primo livello.Partendo da una piattaformacomune, propria della Rpt,sarà più facile per ciascunacategoria procedere alla de-

finizione delle linee d'indiriz-zo, necessarie per valorizzarele competenze professionalispecifiche e l'offerta forma-tiva nel suo complesso. Giàchiare quelle relative al pro-getto presentato dalla cate-goria dei geometri: la prose-cuzione del percorso di studipresso l'istituto tecnico diprovenienza, in collaborazio-ne con atenei eventualmentedelocalizzati e in linea conl'attenzione tradizionalmen-te riservata al territorio e allesue dinamiche di crescita, an-che culturale; il titolo di stu-dio direttamente abilitanteall'esercizio della professio-ne, proprio in virtù del forteorientamento professionaliz-zante del percorso universi-tario, che in itinere verifical'idoneità dello studente daun punto di vista tecnico,oltre che scientifico. Un pas-saggio coerente con i principisanciti dall'articolo 33 dellaCostituzione italiana.

Pagina a curaDEI. CONsiGLIo NAZIONALE

GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI

Maurizio Savoncei6i, presidente dei

Page 16: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

- - ` - uer°c®rre ter Watson a Milano

Un investimento da 150Anche Ibm è pronta a entrare nello Human

Technopole che sorgerà sui terreni che per seimesi hanno ospitato l'Expo. La manifestazione

di interesse è arrivata poche settimane fa con unalettera del direttore di Ibm research europe AlessandroCurioni, indirizzata al governo e all'Istituto italiano ditecnologia (lit) di Genova, che insieme a Statale,Politecnico e Bicocca sta coordinando il progetto disviluppo di una parte dell'area Expo, dove verràrealizzatala «Città delle scienze della vita». Al centrodell'interesse del ramo europeo di Ibm sono iprogrammi di ricerca nell'ambito dei big data e la partedi sviluppo che riguarda il settore sanitario. Sel'operazione andrà in porto, è possibile ipotizzare uninvestimento attorno ai 15o milioni di dollari e ilcoinvolgimento di circa 6oo addetti. L'entrata in scenadel colosso americano dell'informatica costituisce unpasso ulteriore verso la composizione del grandepuzzle. Alla fine di febbraio il direttore dell'Istitutoitaliano di tecnologia, Roberto Cingolani, hapresentato un progetto articolato in sette aree

oni di dollaritematiche da sottoporre alle valutazioni di una giuriainternazionale che entro la metà di aprile dovràesprimersi sulla solidità del progetto e su eventualicorrettivi. Il piano prevede centri di ricerca distribuitisu una superficie di oltre trentamila metri quadriproprio là dove fino al 31 ottobre scorso sorgevano ipadiglioni dell'Expo e in grado di ospitare l'attivitàdi circa 1.5oo scienziati selezionati con concorsointernazionale, oltre a quelli coinvolti dai privati. Learee tematiche vanno dalla genomica alla genetica,dalle malattie neurodegenerative all'alimentazione. Unlavoro corale, sottolinea lo stesso Cingolani, non di unsolo istituto. E infatti da febbraio sono arrivate diversemanifestazioni di interesse da parte di aziende eassociazioni che stanno valutando una partecipazione.Il primo era stato il Cnr, poi, tra gli altri, Chilometroverde (Coldiretti), Assosementi, Nestlè, il centro diricerca svizzero Mbl. L'entrata in scena di Ibm potrebberivelarsi un importante catalizzatore.

Giampiero Rossi@ RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 17: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

A lungo è stata consideratauna mini cattedrale nel deser-to, costosa e praticamente inu-tile. Invece l'Università dellaValle d'Aosta, sotto la guidadel rettore Fabrizio Cassella,sta ottenendo risultati supe-riori alle migliori aspettative. Esta interpretando ilruolo chelaValle ha sempre sognato: esse-re il carrefour d'Europa.

«Un'Università piccola co-me la nostra- spiega Cassella-deve avere un'offerta formati-va chiara, che la contraddistin-gua.Noici siamo connotati perla comunicazione, raccontia-mo il territorio e con una va-lenza sia culturale sia econo-mica, in particolar modo rivol-ta al turismo».

Il rettore ha deciso di punta-re su Lingue, con un triennio dilingue e comunicazione perl'industria e il turismo che, dal-l'autunno, sarà completato daun biennio incentrato su cultu-re e comunicazione per il turi-smo montano. Per la triennaleè obbligatorio il doppio diplo-ma di laurea, in collaborazionecon l'Université Savoie Cam-pus Chambérv, con la possibi-lità di diploma di laurea triplocon Coventry, in Inghilterra.«La specialistica - aggiungeCassella- offre invece lapossi-bilità, ma non l'obbligo, deldoppio diploma con Cham-béry e Nizza». Si sta inoltrepensando di istituire anche ildottorato in Lingue.

Ma il successo dell'Univer-sité de la Vallée d'Aoste è este-so anche agli altri corsi. DaEconomia a Scienze Politiche,da Scienze della Formazione aPsicologia. Per un totale di1.300 iscritti, «e poco meno del5o%, arriva da fuori Valle».

L'interesse sta crescendo -assicura il rettore - tra i ragaz-zi delle scuole superiori del-l'Eporediese, del Canavese,del Biellese. Ma non solo tra iterritori piemontesi. «Stannoaumentando gli iscritti cheprovengono dal Sud e, in par-ticolarmodo, dalla Sicilia.At-tratti dagli stages e dalla colla-borazione con l'universitàfrancese. Così, quando si lau-reano e tornano a casa, trova-no subito lavoro nelle azien-de che hanno rapporti con ilMagreb».

Non è solo unvantaggio per ineolaureati del Sud. Ormail'8o-85% dei giovani che termi-nano gli studi ad Aosta trovarapidamente un'occupazione.

-iT _ 1- 11 Fabrizio Cassella Rettore

«Ununiversitaè utilepoliglotta

alle aziende»Anche in Valle, nonostantel'aumento della disoccupazio-ne com plessiva. «In passatoera soprattutto la Pubblica am-ministrazione ad assorbire ineolaureati, lo scorso anno,per la prima volta, gli impieghinel settore privato hanno su-perato il 5o% dei neo laureati».

Piace, alle aziende, il livellodi preparazione e piacciono glistages all'estero, da Parigi adInnbsruck. Il ruolo dell'Uni-versità è radicalmente cambia-to anche nellapreparazione deifuturi insegnanti. Scienze dellaFormazione primaria è statastrutturata in modo nuovo,provocando inizialmente nonpoche polemiche.

Fabrizio Cassella . Rettore Univda

I1 progetto per il plurilin- CAPACITÀ DI ATTRAZIONEguismo ora convince. Le le-zioni in italiano, francese edinglese, l'aderenza dei pro-grammi con la realtà del terri-torio, l'attenzione alla storia,alle tradizioni, alle culture lo-cali ed alla francofonia per-metteranno di creare unaclasse di formatori in grado difar davvero crescere il livelloscolastico della Valle.

Senza dimenticare, infine, leiniziative universitarie perscambi ed approfondimenticulturali a livello internaziona-le. Collaborazioni di prestigio,convegni, pubblicazioni. Per-ché essere il carrefour d'Euro-pa richiede impegno costante.E anche continui investimenti.

A.Gr.

.al %

ch_ _ T -I ____- r _ia trovar, LL :cu azione»..........................................................................

Page 18: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

«nosguardosul 'sor' eto:tra amor dí patríae nazionalismo»VIE N E PRESE N TATO oggidalla Biblioteca della Scuo-la Normale un percorso daltitolo «Uno sguardo sul Ri-sorgimento: tra amor di pa-tria e nazionalismo». L'iti-nerario costituisce un'occa-sione per riflettere sul pro-cesso che condusse, anchein Italia, alla formazione diuno stato nazionale unita-rio. L'iniziativa, rivolta alleclassi degli istituti superio-ri e alla cittadinanza in ge-nere, si articola in una seriedi mostre tematiche, ideateper far conoscere la ricchez-za del patrimonio documen-tario e bibliograficodell'istituzione pisana e labellezza degli spazi architet-tonici in cui esso è conser-vato. Per ogni data in pro-gramma verranno organiz-zate due visite, alle ore 10ed alle ore 17, con 25 postidisponibili ciascuna. E ne-cessario prenotarsi tramitel'apposito form on-line,compilabile sul sitohttp: //vis. sns. it/attivita/per-corsi-nella-storia/. I parteci-panti dovranno presentarsial Palazzo del Capitano, inpiazza del Castelletto, al nu-mero 18/20.

Page 19: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

La start-zip Phresh ha lanciato I oo(t protector: oli essenziali ira nizerocapsule da porre uei cesti

Elisir di lunga vita per 1a fruttaIsraele la polvere magica che conserva frutti e ortaggi

DI IVIMCOL MERCURIALI

chi non capita di acqui-stare ortofrutta fresca,riporla in frigorifero e,dopo un paio di giorni,

trovarla già andata a male?Succede spesso e non a caso sul-la conservazione degli ortofrut-ticoli freschi si gioca il futuro delsettore: non solo è importantela catena del fresco durante ivari passaggi lungo la filiera,ma anche laconservazio-ne a casa delconsumatoreè un fattorestrategico.

Amit Gal-Or, un giovaneisraeliano, diceperò di avere lasoluzione: una«polvere ma-gica» in grado

versioni anche per altri frutti eortaggi. E il suo inventore nonsi pone limiti e già pensa a so-luzioni per i fiori e applicazioniin campo cosmetico.

Questo elisir di lunga vitaper l'ortofrutta ha già unnome, Food Protector, e c'èuna start-up, Phresh, che si stapreparando a commercializzar-lo. Amit Gal-Or ha raccolto 30mila euro sul web per svilup-pare la sua idea, che si basa su

una ricerca diun'altra start-up israeliana,la Botano-Cap, e nelsuo lavoro èstato affian-cato dall'Uni-versità dellaFlorida edall'Univer-sità di BenGurion.

I Kitchen Heroes tra I'ortofrutta

di triplicare la durata di frut-ta e verdura. Si tratta di unasostanza naturale, contenenteoli essenziali naturalmentepresenti in frutta e verdura, chesono stati microincapsulati inquesta polvere, un prodotto chenon va spruzzato o spalmatosull'ortofrutta, ma è sufficienteposizionarlo vicino agli ortofrut-ticoli di cui si vuole aumentarela durata. Per ora la «polveremagica» è raccomandata perprolungare la conservazione dicetrioli, pomodori, patate, me-lanzane, mele, limoni, lattuga,uva, funghi, fragole e peperoni;ma presto saranno sviluppate

«Con Food Protector cambieràil modo con cui conserviamo econsumiamo frutta e verdura»,spiega il fondatore e ceo di Ph-resh . Sono stati così lanciatii Kitchen Heroes, simpaticicontenitori da posizionare nelfrigorifero e contenenti il FoodProtector. Basteranno 25 dol-lari per assicurarsi il prodot-to sufficiente per un anno epresto, come ha annunciatoPhresh, partirà una cam-pagna per la vendita on-line del prodotto.

«Le fragole, per esem-pio, generalmente vannoa male dopo tre giorni,

mentre noi possiamo conser-varle per altri quattro o cinquegiorni», ha spiegato il giovanestartupper all'agenzia Tazpit.«Melanzane e patate, che giàsi mantengono per settimane,possiamo invece conservarleper mesi».

L'obiettivo del giovane israe-liano, che con la sua start-up èdi stanza a Shanghai , è anchequello di limitare lo spreco dicibo (un terzo dei 4,2 miliardidi tonnellate annualmente pro-dotte nel mondo): una famigliamediamente getta nella spaz-zatura il 25% del cibo che com-pra e l'ortofrutta buttata valetra i 250 e i 450 giuro all'anno.Con l'uso di Food Protector, vie-ne spiegato sul sito di Phresh,si può quindi risparmiare dena-ro e contribuire a uno sviluppopiù soste-nibile.

AmitGal-Or

Page 20: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

LA TRAGEDIA IN SPAGNA Studentesse di economia erano a Barcellona con «Erasmus»

LaToscana piange tre giovani viteBandiere a mezz'asta sui palazzi delleistituzioni, momenti di raccoglimentoall'Università, la preghiera dei vescovitoscani. Tutta la regione si è strettaattorno alle famiglie delle tre ragazze

T redici giovani vite spezzate per un colpodi sonno dell'autista. I ragazzi a bordo

dormivano al momento dello schianto,dopo la notte di domenica 20 marzotrascorsa nella spettacolare «festa deifuochi» di Las Fallas di Valencia. C'erano57 persone a bordo. Tutti studentiErasmus, appartenenti a tante nazionalitàdiverse. Tra i sette morti italiani anche treragazze toscane. La fiorentina Valentina

Il card. Betori:«Il Signoreconsoli igenitori e diaconforto ailoro cari inquestomomentoterribile»

Gallo, la grevigiana LucreziaBorghi e la grossetana (diBagno di Gavorrano) ElenaMaestrini , deceduta nellanotte all'ospedale diTerragona dove era stataricoverata in gravissimecondizioni. Erano tuttestudentesse dell'Universitàdi Firenze, come haconfermato il rettore LuigiDei che in segno di lutto haannullato tutte le iniziativepreviste per lunedì 21 emartedì 22. «L un giornocarico di dolore e unatragedia assurda: un dolore euna pena indicibiliamplificati dalla giovane etàdelle vite spezzate - hacommentato il presidentedella Toscana Enrico Rossi -Da questa tragedia laToscana è stata colpitaduramente e la Regionelisterà a lutto le propriebandiere». Tutte leistituzioni si sono stretteattorno alle famiglie delle

vittime. «Partecipiamo al profondo doloreed esprimiamo la nostra più affettuosavicinanza alle famiglie colpite dalla graveperdita di queste giovani vite, rivolgendoun pensiero anche a coloro che sonorimasti feriti nell'incidente - ha fattosapere l'arcivescovo di Firenze, il card.Giuseppe Betori. Assicuriamo la nostrapreghiera perché il Signore consoli igenitori e dia conforto ai loro cari inquesto momento terribile, una tragedia checi vede particolarmente coinvolti e colpitiperché fra le vittime ci sono ragazze diFirenze e della Toscana». Parole commosseanche nel telegramma che il Papa hainviato a monsignor Enrique BenaventVidal, vescovo di Tortosa. Le altre quattrovittime italiane sono Francesca Bonello,Elisa Valent, Serena Saracino e ElisaScarascia Mugnozza.

Page 21: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

Lasciamo parlare queste mortiDI ALESSANDRO ANDREINI

I n queste ore, i volti sorridenti dellestudentesse morte nel terribileincidente sulla via del ritorno daValencia a Barcelona, quasi all'alba

di domenica scorsa 20 marzo, siinseguono sui siti di informazione. Esono accompagnati da pocheinformazioni tra le quali l'età, ribaditacontinuamente fino a diventare ungrido di protesta a cui nessuno dàapparentemente risposta, e la parolamagica Erasmus, il programma di studiall'estero che si cerca atutti i costi di salvare,elencando i dati del suosuccesso in più ditrent'anni di attività. Èvero, come ha scrittoBeppe Severgnini sul«Corriere della Sera»: igiovani devonocontinuare a viaggiare eun incidenteautomobilistico purdevastante non può fermare ildesiderio di crescita e di scoperta dellenuove generazioni. Eppure,quest'ansia di ribadire che tutto devecontinuare, quasi un'eco della famosaespressione the show must go on, messaa fianco dei numeri impietosi dellagiovane età delle vittime, dà molto apensare circa la povertà di argomenti anostra disposizione di fronte a talitragici eventi.Le domande, in effetti, non mancanoe non mancheranno di bussare alnostro cuore. Possono avere un sensomorti come queste? È possibilecontinuare a vivere e a sperare ilgiorno dopo tali notizie? E dov'eraDio mentre l'autista del pullman siaddormentava perdendone ilcontrollo? Può Dio esistere epermettere che accadano similitragedie? Non c è dubbio che eventi diquesto tipo mettono radicalmente incrisi il nostro sistema di vita, nel qualei fallimenti, le difficoltà e perfino lesemplici battute d'arresto non sonocontemplate. Tutto è e deve esseresotto controllo, tutto deve essere anostra disposizione. Ed è singolarenotare che, quando qualcosa vastorto, torna ad affacciarsi una letturavecchia come il mondo, vale a direl'idea del caso o della terribile fatalità,l'idea che, in qualche modo, la mortefosse scritta chissà come nel destino di

quelle giovani. Quasi un toteminnalzato per dirci, dopo tutto: il tuodestino è diverso, tu sei vivo, continuaa vivere.E, invece, la morte degli altri, la mortedei nostri cari, la morte giovane citocca molto più in profondità diquanto pensiamo. Ci ferisce, ciscandalizza. E chiede ragioni, chiedeluce, chiede parole nuove. Soprattutto,chiede che ci si fermi. Chiede di esserenon espulsa, ma piuttosto accolta nelnostro stesso vivere, chiede di esseresimbolizzata e accettata. E non basta

La mortedi un giovaneci ferisce,ci scandalizza.E chiederagioni, luce,parole nuove...

farlo, per esempio, con illinguaggio povero eperfino triviale dellestatue di legno bruciateogni anno a Valencia perla festa di san Giuseppe:non basta esorcizzare lamorte. Occorre salvarla,darle voce. E torna inmente un episodiocommovente della vita diGesù quando, giungendo

nella cittadina di Nain con i suoiamici e seguaci , egli incro-ciacasualmente il corteo funebre che staaccompagnando alla sepoltura ilgiova-ne figlio di una madre vedova.Due processioni , una con al centro lavita, l'altra segnata dalla morte.Potrebbero sfilare una accanto all'altrasenza incontrarsi . Gesù , invece, siferma e si rivolge alla madre: «Nonpiangere ! ». Poi si avvicina alla bara delfanciullo e dice: «Ragazzo , dico a te,àlzati! ». Ed ecco che il morto si metteseduto e comincia a parlare, e Gesùpuò restituirlo a sua madre (cfr. Lc7,11-17).Non sappiamo cosa avrà detto quelragazzo appena riportato in vita daGesù . Possiamo , tuttavia, immaginarela profondità , ma anche la stupitasemplicità di quelle parole di vitavenute dalla morte. E fare così nostroun invito : lasciamo che la morte diqueste giovani studentesse parli, cheparlino le loro speranze , i loro sogni,le attese scritte nei loro occhi pieni diluce, perfino le loro debolezze econtraddizioni . La vita umana non èbella perché è perfetta e infallibile, èbella e irripetibile perché è fragile eindifesa . E vita nonostante la morte,vita perfino dentro la morte , vita piùforte della morte. Ed è proprio cosìche possiamo sperimentare unanticipo di eternità.

Page 22: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

Lilt invita tuttia prendersi curadi se stessi controle forme tuinoralìSIINTITOLA «Prendiamoci curadi noi» la giornata che la Lilt diPisa, in collaborazione con laScuola Normale Superiore,dedica alla prevenzioneandrologica nell'ambito della«Campagna Nastro Azzurro2016». Nella Sala Azzurra delPalazzo della Carovana, domani,a partire dalle ore 17, la Legaitaliana per la lotta contro itumori ha raccolto alcuni deimaggiori specialisti dell'Aziendaospedaliera universitaria pisanaper fare il punto sulle miglioripratiche in ambito diprevenzione, diagnosi e curadelle malattie che interessanoprevalentemente la popolazionemaschile over 50, in particolare iltumore alla prostata.Dopo i saluti del direttore dellaNormale, Fabio Beltram, e dellapresidente Lilt Pisa, ManciaMancino, sarà dato spazio agliinterventi di Maria AntonellaBertozzi, Direttore AndrologiaAoup, Alessandro Paolicchi,Radiologia Aoup, Fabiola Paiar,Direttore Radioterapia Aoup,Francesco Francesca, UrologiaAoup, Cesare Selli, UrologialAoup. Coordinerà la sezione lastessa professoressa Bertozzi,mentre il vicesindaco di PisaPaolo Ghezzi (testimonial dellacampagna Nastro Azzurro)chiuderà l'incontro.

Page 23: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

L'esperto. . . . . ® . . dei

.Milanì : «Sistemi più V a l loro parenti "rigidi " »flano, via Celoria 16: all'interno del Diparti

w 0090 mento di fisica dell'Università di Milano sor-9010100,00,ina, ge quella che, a buon diritto, figura, non solo\ \ \ su piano nazionale, quale punta di diamantedella sperimentazione nanoscientifica, ovvero, il Cen-tro interdisciplinare materiali e interfacce nanostruttu-rati, diretto da Paolo Milani.Come si è evoluta la ricerca negli ultimi anni?«Si è assistito ad un cambiamento sostanziale, soprat-tutto nell'approccio. Ora le nanotecnologie sono consi-

derate abilitanti di per sé in vari settori, in particolare,quello elettronico e biotecnologico. Citando gli appa-recchi diagnostici in cui le nanoparticelle sono impie-gate come mezzo di contrasto, si comprende quanto es-se siano entrate nella "quotidianità" della produzione in-dustriale, miniaturizzate a tal punto da rendersi invisi-bili ed estremamente efficaci. Non fan-no più notizia, ma il loro valore e pesosono strategici».Dunque il potenziale di innovazio-ne delle nanotecnologie non puòdirsi esaurito?«Esatto. Ci stiamo cimentando nella rea-lizzazione di sistemi complessi di gran-de importanza per la scienza di base e

perle applicazioni correlate, in parti-colare, nella manipolazione di mat-

toni su scala nanometrica desti-nati a costituire sistemi con la

complessità tipica di quellibiologici. Le nanotecnolo-

gie sono state e conti-nuano ad essere una pa-lestra insostituibile persviluppare un approc-cio trans- disciplinarea problemi e solu-zioni».In che senso le na-notecnologie sonoabilitanti alla fab-bricazione di strut-ture complesse sulmodello di quellebiologiche?«Controllando l'as-semblaggio di mate-riali a partire dallascala nanometrica, è

possibile organizzarne la struttura edinfluenzarne la crescita a livelli via via

superiori. Il controllo su questa dimen-sione permette inoltre di modulare le pro-

prietà in modo che il materiale reagisca a sti-moli esterni variando in maniera reversibile

forma, colore ed elasticità. L grazie a queste pro-

prietà che si giunge a nuove classi di dispositivi strut-turati che vanno sotto il nome di "robotica soffice"».I sistemi nanostrutturati ed i robot "soffici" pongono in-terrogativi etici?«Non più di quanto facciamo i materiali comunemen-te assemblati e gli automi ("robot") attualmente in uso.

Siamo lontanissimi da sistemi in gradodi sviluppare una autonomia o addirit-tura un'autoconsapevolezza proprie ta-li da porre questioni etiche. Ed, ancheper il futuro, escluderei che in questa di-rezione sarà mai possibile fabbricare si-stemi che simulino anche le più sempli-ci forme di vita, se non nel movimentoe nell'uso sapiente dell'energia. I robot"soffici" sono meno pericolosi e più ver-satili dei loro parenti "rigidi", ed estre-mamente più modesti per consumo di e-nergia. I problemi etici connessi alla lo-ro introduzione sono gli stessi che sor-gono per la funzione ed applicazione as-sociate a qualsiasi altra tecnologia. Sitratta di una questione generale e di fon-do della scienza, non specifica alla na-noscienza».Il sistema della ricerca in Italia è pron-to ad affrontare questo cambiamento diparadigma?«Il contributo italiano allo sviluppo edallo sfruttamento di nanotecnologie èstato cruciale, pur se penalizzati da con-dizioni di carenze di mezzi e infrastrut-ture in cui versa il Paese. Come noto, inItalia la ricerca scientifico-tecnologicanon figura tra le priorità, condannan-doci ad un ruolo sempre più marginale.Il nostro campanilismo scientifico com-porta il rischio di mostrarci poco at-trezzati a gestire iniziative multidisci-

plinari: di grande giovamento sarebbe la creazione diun'Agenzia della ricerca sull'esempio di altri Paesi a-vanzati, ma per arrivare a ciò, dovremmo prima avercompreso che c'è in gioco il nostro futuro e non solo pre-stigio e orgoglio patriottici».

Silvia Camisasca© RIPRODUBONE RISERVATA

Page 24: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

RICERCA. Paolo Milani

Il direttore dei Centromateriali e interfacce

nanostrutturati di Milano:«Pongono gli stessi

problemi etici di ognialtra tecnologia. Si tratta

di questioni di fondodella scienza, non solo

di quella "nano"Ma siamo lontanissimi

da forme di "coscienza"»

Page 25: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

lar . r i. Alleanza strategica con il Piemonte per spazi e progetti delle Pmi con Mesap, Bioindustry e Environment Park

I poli hitech si mettono in reteDalla Regione due milioni a quanti entrano nel cluster Fabbrica intelligente

Filomena GrecoPrima l'accordo con il Me-

sap, il polo della meccatronicapiemontese, poi è arrivatal'inte-saconilBioindustryParkdiCol-leretto Giacosa, nel Canavese, afebbraio, seguito dalla firma altesto per avviare la collabora-zione con l'Enviroment Park diTorino. La Regione Valle d'Ao-sta punta a strutturare la colla-borazione coni polidell'innova-zione del Piemonte per avviareprogetti e mettere a disposizio-ne delle imprese valdostanespazi, luoghi, e servizi per fareinnovazione.

A guidare il progetto è l'asses-sorato alle Attività produttivedella Regione Autonoma affida-to a Raimondo Donzel. «Lascommessa - spiega l'assessoreDonzel- è agire inmaniera coor-dinata sul fronte dell'innovazio-ne. L'accordo fatto con il Pie-monte è il primo di questo gene-re in Italia, per vincere le sfidedellaricerca e dell'innovazione a

livello europeo è necessario farerete, fare sistema e non agire suisingoli territori». Un esempio?Uno deipunti di partenza, spiegaDonzel, saranno i due milioni dieuro che la Regione mette a di-sposizione delle imprese valdo-stane che riusciranno ad entrare

UN PIANO FORMATIVOEntro il primo semestreun'intensa attivitàanche di informazioneper favorire i processidi trasferimento tecnologico

nei cluster del piano nazionaleFabbrica Intelligente insieme arealtà piemontesi. «In seguitoarriveranno stanziamenti per al-tri progetti - aggiunge - e altriambiti tecnologici». Una strate-gia scelta per garantire alle azio-ni di sostegno a favore dell'inno-vazione un orizzonte più ampio.

«La Valle d'Aosta - aggiungeDonzel- è unaregione che van talapresenza dimultinazionaliim-portanti come STM o la Ther-moplay di Pont-Saint-Martin. Illivello dellaricercaè alto,voglia-mo fare rete per permettere allenostre aziende di muoversi inchiave di area NordOvest, perquesto guardiamo anche allaLombardia in prospettiva».

Come è per il Mesap, coordi-nato da Mauro Zangola, sia l'En-viroment Park, presidente Mau-ro Chianale, che il Bioindustry,guidato da Fiorella Altruda, ge-stiscono uno dei Poli di innova-zione costituiti dalla RegionePiemonte. Il primo è attivo sulfronte dell'Energia e dell'Am-biente, il secondo sul tema dellebiotecnologie e della saluteumana. «L'operatività dell'ac-cordo con BiopMed - spiega Fa-brizio Conicella, generai mana-ger del Bioindustry - nel quadrodi cooperazione in materia di ri-cerca e innovazione è assicuratada un comitato di coordinamen-to composto da rappresentantidella Regione Valle d'Aosta, delBioindustry Park Silvano Fume-

ro e della Associazione clusterbiopmed che raccoglie oltre 6osoggetti piemontesi e che si con-figura come l'elemento di con-nessione tra il sistema piemon-tese e quello valdostano». IlBioindustry Park in particolare,che opera come ente tecnico esoggetto gestore per conto dellaassociazione bioPmed, garanti-rà la possibilità per le aziendeche hanno sede in Valle d'Aostadifruire dei servizi offerti dal Po-lo di Innovazione secondo unalogica di cluster e di ecosistemainnovativo. Oltre che favorire,come prevede la logica dell'ac-cordo, la partecipazione diaziende valdostane a progetti diricerca e sviluppo di livello na-zionale ed europeo.

Schema simile anche per lacollaborazione con l'Environ-ment Park, realtà che ha suppor-tato negliultimisei annipiùdii5oimprese facilitando i progetti diricerca c sviluppo, larealizzazio-ne di studi di fattibilità e l'acqui-sizione di servizi per l'innova-zione, per un totale di 26 milionidi euro di investimenti afronte di14 milioni di contributi regionali.

In queste settimane, in parti-colare, in collaborazione con ilConsorzio Univer di Vercelli,Envipark sta predisponendo ilprogramma del prossimo trien-nio di attività del Polo di Inno-vazione che verterà sul domi-nio tecnologico Energy&Cle-anTech. Entro il primo seme-stre 2016 sul territoriovaldostano sarà realizzato unpiano di informazione e di for-mazione: il Polo di innovazionegestito da Envipark aiuterà leimprese nella selezione dei pro-getti collaborativi, di ricerca in-dustriale e nelle successive fasidi sviluppo sperimentale e tra-sferimento tecnologico.

Ricerca&svituppo . Una stretta alleanza tra Valled'Aosta e Piemonte

In campo

Al via le collaborazioni € Investimenti gre-leall'EnvíparkAccordi siglati per meccatronica, i Si tratta dei progetti seguiti

dal polo di Torino negli ultimi annienergia e biomedicale

Page 26: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

«Così abbiamo `inventatd Internet»La rivoluzione digitale irvziò a1 CrirIl 30 'le 1986: il ffinio collegamento la nostra città e gli Usa

TRENT'ANNI fa a Pisa l'Italia è entrata nelfuturo. I130 aprile 1986 i ricercatori del Cnuce, ilcentro di calcolo elettronico del Cnr, hannostabilito il primo collegamento internet dellastoria dei Belpaese. Quello che all'epocasembrava essere `solo' una cosa per addetti ailavori, la conclusione di un lavoro di ricerca, si èpoi dimostrato essere il punto di partenza per ladi sione di una tecnologia che ha poi finito perrivoluzionare la vita quotidiana di tutti. Oggi,per ricordare questa data, il presidente delConsiglio Matteo Renzi ha deciso di indire per iprossimi 29 e 30 moduli uno speciale «Internetday».

«IL GIORNO in cui l'Italia scoprì Internet' -racconta il presidente del Consiglio in un postsu internet - è il 30 aprile 1986. L'Italia è stato ilquarto paese europeo ad essere collegato: dopoNorvegia, Regno Unito e Germania Ovest. Quel30 aprile 1986 vive ancora nella testa e nei cuori

di CLAUDIO LAUDANNA

«PER IL BATTESIMO di inter-net in Italia non c'è stata alcunainterazione umana. Semplicemen-te abbiamo mandato un segnaledall'altra parte dell'Oceano percalcolare quanto impiegava il pac-chetto dati a viaggiare». L'uomoche ha premuto il pulsante che haproiettato il nostro paese in ma-niera improvvisa verso il terzomillenio si chiama Antonio Bla-sco Bonito e da pochi anni è anda-to in pensione dopo una lunga car-riera al Cnr di Pisa. Era il 30 apri-le 1986 e da allora il mondo è cam-biato completamente e quelloche sembrava essere un esperi-mento per pochi esperti si è rivela-to un passaggio decisivo nella sto-ria nazionale.

Ci racconti come è stata la ge-nesi del primo collegamentointernet in Italia

«All'epoca lavoravo assieme ad al-tri due colleghi, Nedo Celandronied Erina Ferro sulle reti satellita-ri quando uno dei nostri responsa-bili che aveva i contatti con gliamericani di Darpa, Luciano Len-zini, ci disse che c'era la possibili-tà di stabilire un contatto con larete arpanet negli Stati Uniti. Per-sonalmente la cosa mi colpì mol-to e decisi di collaborare immedia-tamente».

dei pionieri di Internet. Quelli che ilcollegamento alla rete di computer lo hannoimmaginato, voluto e realizzato: su tutti, StefanoTrumpy, Luciano Lenzini e Blasco Bonito, cheerano a Pisa il giorno del primo Internet-Day.Tutti uomini del Cnr. Per questo il 30 aprile2016 - dice ancora Renzi - saranno 30 anniesatti. E faremo un altro Internet Day. Tuttisono invitati a partecipare. Iniziando il giornoprima, venerdì 29 aprile, per coinvolgere tutte lescuole d'Italia. Quel giorno, infatti, assieme aRiccardo Luna e con il supporto degli'animatori digitali e la regia del Miur, si farannoattività per approfondire il senso delle rete, leopportunità che ha creato e le competenzenecessarie a difendersi dai pericoli. Lo stessoaccadrà in tutte le regioni, con manifestazionidedicate ai cittadini, alle imprese ed ai servizidella pubblica amministrazione, per creare conil livello centrale una forte sinergia con l'ampiarete di associazioni, enti e privati di sasull'intero territorio regionale».

Com'era il primo collegamen-to internet italiano?

«Ricordo che al progetto collabo-rarono con noi del Cnr anche Te-lespazio per quanto riguarda laconnessione satellitare e Italcableper quanto riguarda la rete telefo-nica. Dai nostri laboratori di Pisala comunicazione viaggiava su ca-vo fino alla piano del Fucino, inAbruzzo e da qui poi partiva il se-gnale per raggiungere gli StatiUniti. Per far funzionare tuttaquesta tecnologia era centrale unmacchinario che avevamo instal-lato al Cnr e che ci era stato forni-to dal governo americano. Si chia-mava batterfly gateway ed era unasorta di antesigano dei modernirouter. Oltre con il nostro paesequesti collegamenti erano statipredisposti anche tra gli Stati Uni-ti e la Germania, la Norvegia el'Inghilterra»

Quanto è stato importante

questo primo collegamento ecosa è successo dopo?

«Prima di allora esistevano già lemail, ma viaggiavano tra reti chiu-se tra i diversi atenei, ognuna del-le quali aveva il proprio standard.In Italia dopo il collegamento a in-ternet del 1986, nel 1987 abbiamoregistrato il dominio `.it'e poi ne-gli anni successivi abbiamo lavo-rato all'espansione di una rete cheha collegato tra loro università,

Page 27: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

centri di ricerca e anche alcuneaziende, e alla formalizzazionedel protocollo tcp-ip».

Cosa l 'ha spinta a lavorarenella ricerca su internet e icomputer in un'epoca in cuil'infor atica era ancora mol-to arretrata?

«Diciamo anzitutto che all'epocacominciavano già ad esserci i pri-mi personal computer e i primiMac con anche un'interfaccia gra-fica. Il grosso del lavoro era peròcomunque tutto in linea di testo.Per quanto riguarda ipotizzarenuove frontiere e nuovi traguardiper la scienza e per la tecnologiacredo poi faccia parte del mestierestesso del ricercatore, seminai semi devo riconoscere un merito

credo sia stato quello, al contrariodi tanti altri, di credere in inter-net. Ho subito riconosciuto tuttele sue potenzialità perché mi pia-ceva il fatto che mettesse assiemecontenuti in maniera assoluta-mente libera, senza alcun interes-se particolare alle spalle».

Qualì potrebbero essere orale nuove frontie delle con-nessioni?

«Quello che è diventato internetper le vite di ognuno di noi lo pos-siamo vedere quotidianamente.Ormai le connessioni sono dap-pertutto, da quello che indossia-mo, agli elettrodomestici che usia-mo nelle nostre case. Credo che infuturo internet diventerà ancorapiù pervasivo.

STUì91D/5% r asco Bonito, per lunghi anni ricercatore al Cnr

BLASCOBON IT

Ho sempre credutonelle potenzialità della reteM i ha da sub ito affascinatoil fatto che fosseassoluta ente libera

Page 28: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

Ima amoIM MM\M 1,1INE E

IMI

Il futuro è "sofficeSILVIA CAMISASCA

oche se la nanotecnologia con-dizionerà la nostra quotidianità

gosomiz più di quanto già - consapevo-li o meno - non lo faccia ora,

MUNMUROM,volú

on coni®

uer tgao gogodarci un gelato ai tavolini di un

caffè , forse più gradevole senza il rumore deimotori a scoppio (sostituito dalla vibrazionediscreta del motore elettrico , simile a quelladelle porte stagne dell 'EnterprisediStar Trek),e senza l 'odore di benzina , ma con quello astento percepibile del metanolo delle celle acombustibile . Manterremo il gesto di mancein monete, ma con spiccioli igienici grazie al-la protezione di nanoparticelle antibatteri-che. Guardererno il mondo attraverso vetri-ne resistenti ai graffi che, alla luce intensa del-l'ora di pranzo , si scuriranno automatica-mente , mentre all ' imbrunire la convertiran-no in energia elettrica, illuminandosi come lu-ne d'agosto . Chissà se la mente brillante diquel fisico visionario che fu Richard Feymannintravide già nel 1959 tutto ciò per i propri"nipoti", quando fondò il concetto di nano-tecnologia , avendo intuito la possibilità dicontrollare la materia e realizzare disposi-tivi su scala nanometrica . Solo infatti nellamiliardesima parte del metro si manifesta-no proprietà e fenomeni chimico-fisici talida rendere la materia sfruttabile a specificiscopi. A quasi sessant ' anni da allora il com-pito della nanotecnologia continua essen-zialmente ad essere il controllo e la mani-polazione consapevole di sistemi dell'ordi-ne di qualche nanometro , come un pugnodi atomi , o di qualche migliaio di nanome-tri, come una cellula.Già sul finire del secolo scorso sull'interesse

Proliferanoapplicazioni,anche impreviste,nel campodell'aeronautica,delle protesi"intelligenti"o dell'elettronicaindossabile

perle nanotecno-logie si è nutrito ilfiorire di miti sul-le potenzialità,spesso illusorie, dinanomacchine,nanorobot, nano-rnedicine e altrenanoinvenzioni,più o meno astru-se, in grado di ri-solvere i problemidell'umanità: fusu tale spinta che

no americanolanciò il programma National Nanotechno-logylnitiative (tuttora in corso) creando i pre-supposti di una nuova rivoluzione industria-le. A qualche decennio di distanza, una si-lenziosa rivoluzione è già avvenuta e una se-conda si sta preparando. £emblema perva-sivo della prima rivoluzione nanotecnologi-ca è sulla bocca e sulle orecchie, si direbbe aragione, di tutti: ovvero lo smartphone, trionfodi tutti quei nanodisposi tlvi il cui esito più re-cente prende il nome di "internet delle cose".Un mondo, cioè, popolato da oggetti - auto-mobili senza conducente, frigoriferi, peace-maker, tosaerba, scarpe da ginnastica-in gra-do di "sentire" l'ambiente che li circonda, co-municare tra loro e con l'umanità e reagire astimoli esterni adattandosi all'evolvere dellecondizioni. Fare tutto questo per una po-polazione di svariati miliardi di individuiimplica potenze di calcolo impossibi-li da realizzare semplicemente im-pacchettando unnumero sernprepiù alto di informazioni via viapiù "nane", come prevede lalegge di Moore, il co-fonda-tore di Intel che nel 1965 a-veva osservato che il nu-mero di transistor in unchip di computer rad-doppiava con cadenzapuntuale ogni 18 mesi, acausa dell'inarrestabilespinta allaminiaturizza-zione. Ad oggi la legge siè sempre verificata finoa realizzare transistor incircuiti integrati compo-sti da elementi di dimen-sioni prossimi ai dieci na-nornetri. Ora, però, l'espe-rienza della nanotecnolo-gia sulla base del paradigmadi "internet delle cose" giun-ge al capolinea, perché sono lastessa meccanica quantistica e lapiù domestica termodinamica adenunciare i propri limiti per accan-tonare l'esperienza di Moore.

Page 29: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

Tuttavia ciò non prefigura il declino della na-notecnologia, ma, al contrario, fornisce la so-luzione del futuro, che non consiste più nel-l'inserire intelligenza nei materiali ma nelcrearli exnovo intelligenti, esattamente comeprevede Madre Natura. La prerogativa dei si-stemi complessi esistenti in natura, capaci dirapportarsi ed adattarsi all'ambiente circo-stante, è quella di essere strutturati attorno adunità fondamentali di dimensioni nanome-triche - Dna, geni, proteine - organizzati suscale di grandezza crescenti all'aumentaredella complessità delle funzioni svolte. Il mo-dello "naturale" originario per eccellenza èl'essere umano, in cui la coesistenza di unitàdi dimensioni diverse - dal nanomentro almicron- è perfettamente armonizzata e rap-presenta una costante per ottenere proprietàe prestazioni più evolute cui le singole partida sole non basterebbero. Si pensi alla du-rezza ed elasticità del legno di bambù dovu-ta all'interazione di sostanze molli ma elasti-che con unità dure ma fragili.Il merito della nanoscienza sta nell'avercimesso a disposizione i mattoni fondamen-tali per comporre sistemi complessi: comeassemblare armonicamente i componentinella loro varietà di dimensioni e natura è an-cora materia di ricerca. Ecco allora che dal-l'organizzazione gerarchica di nanooggettisi formano sistemi nanocompositi in cui icomponenti su scala nanometrica sono di-spersi in matrici polimeriche, così da sfrut-tare nuove e sorprendenti proprietà mecca-niche e funzionali della materia. Ed ecco im-mediato su questa strada il proliferare di ap-

plicazioni, anche impreviste, nel campo del-l'aeronautica, delle protesi "intelligenti" odell'elettronica indossabile. L'integrazionedi nanomateriali su piattaforme microelet-troniche "tradizionali" dà luogo alla realiz-zazione di sensori per la biomedicina, l'am-biente, per il settore energetico e delle tele-comunicazioni: in tale scenario il silicio nonbasta più, occorre sviluppare elementi in cuifunzioni e dimensioni dal manometro al mil-limetro coabitino.I nanocompositi in cui le nanoparticelle so-no disperse in una matrice presentano ca-ratteristiche inusuali: hanno le proprietà diplastiche, ma possono condurre elettricitàcome metalli, sono leggeri, ma molto resi-stenti, variando dimensione a seguito di sti-moli esterni come temperatura o luce. I na-nocompositia base di matrici polimeriche, inparticolare le gomme, offrono entusiasman-ti prospettive in campi in cui è necessario ri-produrre o simulare il comportamento di si-stemi biologici quali muscoli o nervi: si trat-ta di elementi "soffici" in grado di modifica-re le proprie dimensioni per potersi muove-re e trasmettere segnali elettrici. Ad esempio,i conduttori metallici, così come li conoscia-mo, possono trasportare molto bene elettri-cità ma non possono deformarsi e non sono"soffici" come i nervi: ecco dunque che l'u-nicità delle caratteristiche delle nanoparti-celle sfocia in formidabili applicazioni.Nel campo della fabbricazione di protesiintelligenti e di impianti per la terapia incasi di disturbi neurologici e traumi spina-li si possono impiegare nanocompositi concaratteristiche meccaniche ed elettriche i-deali per preservare i tessuti con cui inte-ragiscono ed integrarsi perfettamente agliorganismi danneggiati.Da tali impianti alla cosiddetta "robotica sof-fice" il passo è immediato, progettando ele-menti dotati di movimento e sensorialità, sen-za usare ingranaggi, ma ispirandosi ai mec-canismi a cui ricorrono piante, insetti, pescie mammiferi, cioè gli organismi viventi, permuoversi ed interagire con l'ambiente. Ana-logamente, l'energia necessaria alle funzionidel sistema robotico viene prodotta e distri-buita mediante meccanismi che "replichino"il più possibile i processi della natura, comela trasformazione metabolica e l'immagazzi-namento perla distribuzione di segnali elet-trici nelle reti nervose a bassissime tensioni.Ciò permette di comprendere meglio comela natura organizza sistemi complessi ed ef-ficaci col minimo dispendio di energia e l'u-so sapiente delle risorse. I robot di nuova ge-nerazione, proprio perché "soffici", si adatta-no con grande facilità agli ambienti più varienelle situazioni più disparate, possono ma-neggiare oggetti delicatissimi, senza il rischiodi arrecare danni alle persone o agli animalinel loro raggio d'azione. Ancora una volta,guardandoci attorno, troviamo il suggeri-mento a soluzioni inaspettate: è il compor-tamento stesso della natura secondo i propriritrai e con le proprie inesauribili risorse atracciare la strada maestra.

Page 30: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

NANO. Microsfere respirabili per il rilascio di insulina a livello polmonare

Tecnolog iaLe nuove nanostrutturesono dotatedi movimentoe sensorialitá senza averebisogno di ingranaggi:si ispirano ai meccanismia cui ricorronogli organismi viventi

Page 31: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

BIOE'HCA

nUNA

di Umberto Veronesi

aro direttore, abbiamoaccolto con gioia le diver-se sentenze della Consul-ta che, dal 2009 a oggi,

hanno abbattuto i paletti sulla fe-condazione assistita della legge40, che la rendevano una norma-tiva antifemminile e antiscienti-fica. L'obbligo dell'impianto ditre embrioni, il divieto di crio-conservazione e l'obbligo di ununico impianto cadono nel 2009,il divieto di fecondazione etero-loga viene eliminato nel 2014, e le

pene per il medico che si rifiutadi impiantare embrioni malativengono escluse nel 2015. Tantopiù quindi oggi ci stupisce la bat-tuta d'arresto che la stessa Con-sulta ha recentemente imposto alprocesso di modernizzazionedella legge, dicendo no alla ricer-ca sugli embrioni sovrannume-rari, od orfani. Stiamo parlandodi quegli embrioni che giacciononei frigoriferi dei centri di fecon-dazione assistita, che non sonostati impiantati nell'utero dellafutura madre, né adottati daun'altra mamma con problemi difertilità. Dopo alcuni anni, fra i 5e i io, questi embrioni diventanoappunto sovrannumerari, vale adire inutili ai fini riproduttivi equindi vengono letteralmentegettati nel lavandino. Ed ecco iltema dell'appello degli scienzia-ti: noi vorremmo dare uno scopopiù nobile agli embrioni destina-ti a finire nel nulla, utilizzandoliper la ricerca scientifica a favoredi malattie oggi incurabili, comel'Alzheimer e il Parkinson. Ciòche mi ha colpito leggendo icommenti della sentenza dellaConsulta, è che molti hanno par-lato di scelta fatta in nome delladignità dell'embrione. Ma come

1.1RICERCA SUGLISPERANZAPER LAVITA

possiamo parlare di dignità di uninsieme primordiale di celluleche scegliamo di far finire co-munque tra i rifiuti? Capisco, delresto, la delicatezza di un temache sfiora il grande interrogativodi quando inizia la vita. Ma il di-lemma è essenzialmente di fede.Per esempio nel mondo cattoli-co, Tommaso d'Aquino sostene-va che la vita inizia circa a metàdella gravidanza. Recentemente,invece, la Chiesa aveva posto unospartiacque al sedicesimo giornodall'impianto dell'embrione nel-l'utero: prima di allora si parlavadi pre embrione. Ora invece per icattolici la vita inizia dal giornozero. Queste disquisizioni pro-fonde riguardano tuttavia i cre-denti cattolici che, in linea diprincipio, non dovrebbero nep-pure ricorrere alla fecondazioneassistita anche in caso di inferti-lità, in quanto la vita è dono eproprietà di Dio e solo Dio puòdecidere a chi elargire il dono di

una nuova vita. Per la legge inve-ce non esistono dubbi: la vita ini-zia con la nascita. Anche per lascienza la posizione è chiara:l'embrione ha potenzialità di vi-ta, così come l'ovulo femminile elo spermatozoo maschile, manon ha vita. Ma anche ammet-tendo che fede, scienza e leg-ge a parte esista un desideriosemplicemente umano e natura-le di mantenere indefinitamentegli embrioni, sarebbe un deside-rio irrealizzabile nel concretoperché comunque dopo un certolasso di tempo perderebberoqualsiasi forma di vitalità. È mol-to difficile dunque per il mondodella scienza accettare di buongrado questo freno allo studio diembrioni italiani, che in realtànon frena l'attività di ricercascientifica (per fortuna), che av-viene comunque su embrioni ac-quistati all'estero. Quindi si ge-nerano soltanto costi aggiuntiviper gli istituti di ricerca. Non

possiamo inoltre non segnalarela profonda contraddizione poli-tica di un Paese che legalizzal'aborto, ma impedisce la ricercasugli embrioni sovrannumerari.Tutti odiamo l'aborto, ma tuttiabbiamo votato perla sua legaliz-zazione come «male minore» ri-spetto all'aborto clandestino. Nelcaso degli embrioni il ragiona-mento è analogo, anche se conimplicazioni etiche molto mino-ri. Chi non vorrebbe che ogniembrione diventasse un bambi-no? Ma poiché è un sogno im-possibile, molto meglio fare diogni embrione una speranza perla cura delle malattie più gravi.Rinviare la decisione in merito alParlamento è un'ipocrisia, per-ché sappiamo che le questionibioetiche vengono sistematica-mente arenate. Non ci resta cheaugurarci che la Corte europeadei diritti dell' uomo non confer-mi l'assurda decisione italiana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 32: La - USPUR · 2016. 3. 30. · che la ragione per cui le gradua-torie provenienti da fonti diver-se sono molto difformi fra loro. Nel caso specifico, il corso di Pi-sa, che risulta

"I a lotta ai tumori non. è comemandare l'uomo sulla buna"

Nobel Tomas Linda : non sempre si può eliminare il cancroma impedendogli di riparare il Dna lo terremo sotto controllo

(Á_AI3RIFLE BECCARIA

T on é come man-dare l'uomo sullaLuna. Quell'im-

presa, negli Anni 60 e 70, èstata una questione di inge-gneria e soldi. La lotta al can-cro è diversa». Tomas Lin-dahl, Premio Nobel per laChimica 2015, smonta convoce pacata una serie di ste-reotipi: «Dobbiamo essererealistici. L'obiettivo, in molticasi, è e sarà quello di tenerlosotto controllo. Cronicizzar-lo. Renderlo meno pericolo-so, anche se non si riuscirà aeliminarlo mai del tutto, ga-rantendo ai pazienti una vitapiù lunga e migliore».

Lindahl è un Nobel graziealle clamorose scoperte sullecapacità del nostro Dna di ri-pararsi e di far funzionarel'organismo ora dopo ora,giorno dopo giorno, in unosforzo diuturno che spessoha successo e a volte deraglianella malattia. Come nel casodel cancro. In Italia, tra Mila-no, Pavia e Torino, per unaserie di lezioni e incontri, ilsettantottenne professoreinglese di origine svedese, mitraccia un vasto affresco diche cosa significa, nel 2016, lalotta al cancro. Un affrescodegno di una grande parete,ricco di attori e storie. Conepisodi luminosi e altri dram-matici e altri ancora con unfinale aperto. Come avvienesempre quando protagonistaè la ricerca scientifica.

Professore , le strade sonotante, alcune concrete e altreabbozzate: dall'editing geno-mico all 'oncologia molecola-re, dall 'immunoterapia ai vac-cini, senza dimenticare tera-pie «tradizionali» sempre piùsofisticate, come chemio e ra-dio. Cosa dice la sua bussolaper orientarci e capire se ci sa-rà un 'arma decisiva contro itumori?

«Penso che sia necessariopercorrere molte strade, an-

che perché in alcuni casi cimancano ancora degli approc-ci vincenti, come accade con iltumore del pancreas, mentreabbiamo fatto grandi progres-si in altri casi, come dimostra iltumore al seno. Al momentocredo sia necessario, prima ditutto, ottimizzare le strategied'uso dei farmaci già esistenti:spesso se ne devono combina-re diversi, ma non sempre ne-gli ospedali si è consapevoli diquesta logica. Ci vuole, sempredi più, un pensiero strategico.Poi si sta puntando anche afarmaci di nuova generazione,ben sapendo che portarli sulmercato significa tempo e in-vestimenti e, perciò, c'è la ne-cessità di convincere le societàfarmaceutiche».

Di che farmaci si tratta?«Si basano sui meccanismi diriparazione del Dna, che hostudiato a lungo nella mia car-riera. Sappiamo che agisconocontro i numerosi danni am-bientali che subiamo ogni gior-no e abbiamo scoperto che èpossibile sopprimere, per tem-pi anche ridotti, come un gior-no, questi processi che carat-terizzano non solo le cellule sa-ne, ma anche quelle tumorali.Così, impedendo con specificienzimi la riparazione del Dnadelle cellule neoplastiche, sipuò impedirne la proliferazio-ne e colpirle allo stesso tempocon la radioterapia con un'effi-cacia molto maggiore. Conquesto approccio genetico sipuò eliminare il tumore e im-pedire che si manifesti di nuo-vo a distanza di tempo».

A che punto sono le ricerche suqueste medicine «smart»?

«Si stanno testando sui topoli-ni di laboratorio, però è ancoradifficile fare previsioni esattesu quando saranno disponibili.

So che molti animalisti si op-pongono a questi esperimentie ho visto farmacie che espon-gono prodotti con la scritta"Non testato su animali" perattrarre clienti. Ma io noncomprerei mai medicine delgenere. Le considero tropporischiose. I test con le cavie ciservono e devo dire che la vitadi un bambino è più importan-te della vita di un topolino».

Pensa che arriveremo davveroalle cure personalizzate per tut-ti, con lo screening genetico deltumore di ogni malato eterapiecapaci di colpire solo bersaglispecifici?

«Il futuro è di sicuro questo,però è difficile dire quando sirealizzerà concretamenteuno scenario simile. Non di-mentichiamo che il cancro èuna malattia complessa, lega-ta ai processi dell'invecchia-mento. Saperlo combattere,di conseguenza, significa co-noscere meglio come agisce iltempo sull'organismo e batte-re gli "effetti collaterali" diquesto processo. Invecchiere-mo sempre di più - si spera - e,dato che nessuno vuole torna-re al Medioevo, vogliamo ca-pire come migliorare la quali-tà della vita: l'eternità è di

certo un'illusione, ma non lo èl'obiettivo di un'esistenza ten-denzialmente sana».

A che progetti sta lavorandoadesso?

«Aspetto che il mio ufficio nelnuovo Crick Institute, a Lon-dra, sia finalmente terminato.E intanto mi dedico al mio ruo-lo di consigliere. Vengo spessoin Italia, all'istituto Ifom di Mi-lano, dove ci sono ricercatoridavvero bravi. Sono impres-sionato dai loro standard, an-che se devo dire che voi italianidovreste investire di più nellaricerca oncologica, come fan-no altre nazioni, per esempio iPaesi del Nord Europa. Controil cancro è in corso una sforzointernazionale e l'Italia devepartecipare da protagonista».

O —C NDPLCUNI DIRITTI RISERVATI