Atenei telematici in mezzo al guado - USPUR · 2016. 5. 11. · Università Telematica "E-Campus"...

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Università . Hanno retto alla crisi delle iscrizioni e si sono consolidate, ma è ancora assente il decreto attuativo previsto da una norma del 2006 Atenei telematici in mezzo al guado Graziosi (Anvur): realtà che rispondono a necessità formative evidenti, vanno incentivate anno ormai dieci anni di vita (e in qualche caso an- che di più)e hanno retto alla profonda crisi che ha colpito gli atenei tradizionali che negliul- timi anni hanno sofferto unavera e propria emorragia di studenti. Sono le università telematiche - nel nostro Paese benn, un prima- to tutto italiano visto che all'este- ro se ne contano pochissime - scelte oggi da quasi6omilaiscritti (con5mila matricole all'anno) che studiano e seguono le lezioni on line (ma gli esami si fanno "dal vivo"). Oggi ques ti atenei guarda- no al futuro tracertezze e qualche incognita. Complice l'assenzadel regolamento attuativo previsto da un decreto del2oo6. La prima certezza è che quella che nel 2003 sembrava una scommessa- quando fu emenato il decreto "Moratti-Stanca" (dal nome dei ministri dell'Istruzio- ne e dell'Innovazione) cheleisti- tuiva - oggi è una realtà ben con- solidata. Anche se trale telemati- che ci sono comunque grandi dif- ferenze, a partire dal numero di iscritti (le maggiori ne hanno di- verse migliaia,le altrepoche cen- tinaia). Con un dato che ne acco- muna molte: e cioè che questi atenei - che devono rispettare gli stessi requisiti minimi di accre- ditamento di quelli "tradiziona- li" con paletti in più per le piatta- forme telematiche - attraggono sempre più studenti che alle spalle hanno già una esperienza accademica.Il 7o% degli iscritti - secondo i dati raccolti recente- mente dall'Anvur, l'Agenzia na- zionale per la valutazione del- l'università e della ricerca - arri- va da un percorso di studi di un'università non telematica. Questo numero, forse più di ogni altro, conferma la circostan- za che un corso universitario ero- gato attraverso l'e-learning rap- presenti un'opportunità per chi magari già lavora o ha comunque poco tempo per seguire le tradi- zionali lezioni frontali oppure per chi in passato ha abbandona- togli studi avviati inunauniversi- tà "tradizionale". Trai percorsi di studio più gettonati ci sono le scienze economiche e statistiche e quelle giuridiche che insieme fannopiù diunterzo deltotalede- gli iscritti (circa 24mila). A segui- re l'area scienze storiche, filosofi- che, pedagogiche e psicologiche (iimila iscritti), scienze politiche e sociali (7.584), ingegneria indu- striale e dell'informazione (6mila) e Ingegneria civile e ar- chitettura (4.600). Restail fatto però che lamappa di questo fronte della formazio- ne terziariaviaweb sia oggi mol- to frastagliata, come mostrano per esempio i dati sul corpo do- cente: c'è chi ha deciso di "inve- stire" di più nell'assunzione di professori di ruolo - è il caso della Università Guglielmo Marconi laprimatelematicaad essere par- titanel2004 che oggipuntaanche all'estero con i primi sei corsi ac- creditati negli Usa - rispetto a chi ha optato invece per una maggio- re flessibilità, puntando sui con- tratti a tempo determinato per docenti e ricercatori. Si pensi ad esempio all'UniPegaso che nei giorni scorsi da festeggiato i suoi primi io annidi vita e che p arte- cipa di fatto a doppio titolo al- l'esperienza dell'e-learning vi- sto che insieme aUnioncamere è impegnata nell'operazione Mercatorum, il primo caso di università pubblico-privata ita- lian a, che lunedì ha inaugurato la nuova sede a Roma. Tornando alle questioni di "si- stema" e passando dai trend ai va- lori assoluti,va sottolineato come il numero tutto sommato basso di nuove matricole nelle telemati- che-rispetto alle altre università- abbia di fatto abbassato anche i requisiti strutturali (numero do- centi, ricercatori, ecc.) necessari per attivare i corsi. Una disomo- geneità sia tra telematiche che con il resto del mondo accademi- co a cui la pioggia di mini inter- ventinormativisuccedutasinegli anni non è stata certo di aiuto. Anche per questo il ministero dell'Istruzione aveva deciso di nominare una commissione di studio del fenomeno che parto- risse una proposta di riordino.In realtà di quell'esperienza è rima- sto solo un documento di una quindicina di pagine. Doveveni- va, tra l'altro, sottolineata l'esi- genza di varare l'atteso regola- mento (un Dpcm) previsto del decreto 262 del 20o6 e mai ema- nato. Un provvedimento che non è mai arrivato e che è stato sostituito invece da una serie di decreti ministeriali. In vista di quell'appuntamento torneranno utili le visite che nel frattempo l'Anvur ha compiuto negli atenei telematici. «Credo che vadano trattati in modo di- verso dagli alti atenei, perché non ègiusto prima ditutto per loro do- ver rispettare gli stessi requisiti e perché indubbiamente sono un oggetto diverso», avverte An- drea Graziosi, neo presidente dell'Anvur, che tral'altro si sta oc- cupando proprio in questo perio- do delle visite in loco per l'accre- ditamento periodico. «Io credo che le telematiche rispondano a una necessità formativa ben pre- sente nel nostro Paese ed è dun- que unbene che ci siano, mapen- so - aggiunge Graziosi - che vada- no incentivate le cose più virtuo- se incanalandole verso obiettivi che possono essere di aiuto al Pa- ese, per questo l'adozione del re- golamento potrebbe essere l'oc- casione giusta per rilanciarle». M. Bar. Eu. B. LEREGOLE Gli atenei telematici devono rispettare gli stessi requisiti minimi di accreditamento delle università tradizionali, con paletti maggiori Università Gli ateneitelematici non statali istituiti a partire dall'anno accademico 2004- 05 73 Corsi I percorsi di studio attivi nelle università telematiche, di cui 41 triennali e 31 magistrali 60 1 - Iscritti Il numero di studenti. I nuovi ingressi sono oltre 16.300, di cui 5.400 immatricolati 8 Atenei Le università statali non telematiche che hanno attivato l'insegnamento a distanza, con 18 corsi di studio in teledidattica o con modalità mista (in presenza e online)

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Università . Hanno retto alla crisi delle iscrizioni e si sono consolidate, ma è ancora assente il decreto attuativo previsto da una norma del 2006

Atenei telematici in mezzo al guadoGraziosi (Anvur): realtà che rispondono a necessità formative evidenti, vanno incentivate

anno ormai dieci anni divita (e in qualche caso an-che di più)e hanno retto

alla profonda crisi che ha colpitogli atenei tradizionali che negliul-timi anni hanno sofferto unaverae propria emorragia di studenti.Sono le università telematiche -nel nostro Paese benn, un prima-to tutto italiano visto che all'este-ro se ne contano pochissime -scelte oggi da quasi6omilaiscritti(con5mila matricole all'anno)che studiano e seguono le lezionion line (ma gli esami si fanno "dalvivo"). Oggi ques ti atenei guarda-no al futuro tracertezze e qualcheincognita. Complice l'assenzadelregolamento attuativo previstoda un decreto del2oo6.

La prima certezza è che quellache nel 2003 sembrava unascommessa- quando fu emenatoil decreto "Moratti-Stanca" (dalnome dei ministri dell'Istruzio-ne e dell'Innovazione) cheleisti-tuiva - oggi è una realtà ben con-solidata. Anche se trale telemati-che ci sono comunque grandi dif-ferenze, a partire dal numero diiscritti (le maggiori ne hanno di-verse migliaia,le altrepoche cen-tinaia). Con un dato che ne acco-muna molte: e cioè che questi

atenei - che devono rispettare glistessi requisiti minimi di accre-ditamento di quelli "tradiziona-li" con paletti in più per le piatta-forme telematiche - attraggonosempre più studenti che allespalle hanno già una esperienzaaccademica.Il 7o% degli iscritti -secondo i dati raccolti recente-mente dall'Anvur, l'Agenzia na-zionale per la valutazione del-l'università e della ricerca - arri-

va da un percorso di studi diun'università non telematica.

Questo numero, forse più diogni altro, conferma la circostan-za che un corso universitario ero-gato attraverso l'e-learning rap-presenti un'opportunità per chimagari già lavora o ha comunquepoco tempo per seguire le tradi-zionali lezioni frontali oppureper chi in passato ha abbandona-togli studi avviati inunauniversi-tà "tradizionale". Trai percorsi distudio più gettonati ci sono lescienze economiche e statistichee quelle giuridiche che insiemefannopiù diunterzo deltotalede-gli iscritti (circa 24mila). A segui-re l'area scienze storiche, filosofi-che, pedagogiche e psicologiche(iimila iscritti), scienze politichee sociali (7.584), ingegneria indu-striale e dell'informazione(6mila) e Ingegneria civile e ar-chitettura (4.600).

Restail fatto però che lamappadi questo fronte della formazio-ne terziariaviaweb sia oggi mol-to frastagliata, come mostranoper esempio i dati sul corpo do-cente: c'è chi ha deciso di "inve-stire" di più nell'assunzione diprofessori di ruolo - è il caso dellaUniversità Guglielmo Marconilaprimatelematicaad essere par-titanel2004 che oggipuntaancheall'estero con i primi sei corsi ac-creditati negli Usa - rispetto a chiha optato invece per una maggio-re flessibilità, puntando sui con-tratti a tempo determinato perdocenti e ricercatori. Si pensi adesempio all'UniPegaso che neigiorni scorsi da festeggiato i suoiprimi io annidi vita e che p arte-

cipa di fatto a doppio titolo al-l'esperienza dell'e-learning vi-sto che insieme aUnioncamere èimpegnata nell'operazioneMercatorum, il primo caso diuniversità pubblico-privata ita-lian a, che lunedì ha inaugurato lanuova sede a Roma.

Tornando alle questioni di "si-stema" e passando dai trend ai va-lori assoluti,va sottolineato comeil numero tutto sommato basso dinuove matricole nelle telemati-che-rispetto alle altre università-abbia di fatto abbassato anche irequisiti strutturali (numero do-centi, ricercatori, ecc.) necessariper attivare i corsi. Una disomo-geneità sia tra telematiche checon il resto del mondo accademi-co a cui la pioggia di mini inter-ventinormativisuccedutasineglianni non è stata certo di aiuto.

Anche per questo il ministerodell'Istruzione aveva deciso dinominare una commissione distudio del fenomeno che parto-risse una proposta di riordino.Inrealtà di quell'esperienza è rima-sto solo un documento di unaquindicina di pagine. Doveveni-va, tra l'altro, sottolineata l'esi-genza di varare l'atteso regola-mento (un Dpcm) previsto del

decreto 262 del 20o6 e mai ema-nato. Un provvedimento chenon è mai arrivato e che è statosostituito invece da una serie didecreti ministeriali.

In vista di quell'appuntamentotorneranno utili le visite che nelfrattempo l'Anvur ha compiutonegli atenei telematici. «Credoche vadano trattati in modo di-verso dagli alti atenei, perché nonègiusto prima ditutto per loro do-ver rispettare gli stessi requisiti eperché indubbiamente sono unoggetto diverso», avverte An-drea Graziosi, neo presidentedell'Anvur, che tral'altro si sta oc-cupando proprio in questo perio-do delle visite in loco per l'accre-ditamento periodico. «Io credoche le telematiche rispondano auna necessità formativa ben pre-sente nel nostro Paese ed è dun-que unbene che ci siano, mapen-so - aggiunge Graziosi - che vada-no incentivate le cose più virtuo-se incanalandole verso obiettiviche possono essere di aiuto al Pa-ese, per questo l'adozione del re-golamento potrebbe essere l'oc-casione giusta per rilanciarle».

M. Bar.Eu. B.

LEREGOLEGli atenei telematici devonorispettare gli stessi requisitiminimi di accreditamentodelle università tradizionali,con paletti maggiori

UniversitàGli ateneitelematici nonstatali istituiti a partiredall'anno accademico 2004-05

73CorsiI percorsi di studio attivi nelleuniversità telematiche, di cui41 triennali e 31 magistrali

60 1 -IscrittiIl numero di studenti. I nuoviingressi sono oltre 16.300, dicui 5.400 immatricolati

8AteneiLe università statali nontelematiche che hannoattivato l'insegnamento adistanza, con 18 corsi di studioin teledidattica o con modalitàmista (in presenza e online)

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Lo scenario in Italia

UN TREND IN CRESCITAGli iscritti nelle università telematiche per anno accademico60000

11.3956.827

5.120.235

29.218

40.37144.10

48.025

u4/05 05/06 06/07 07/08 08/09 09/10 10/11 11/12 12/13 13/14 14/15

ANDAMENTO DELL'ORGANICO DEI DOCENTI DI RUOLONelle telematiche, dati in unità

Ateneo 2012 2013 2014Università Telematica Gugliemo Marconi 21 22 12Unicusano Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica RomaUniversità Telematica "E-Campus"Università Telematica Unitelma SapienzaUniversità Telematica Internazionale UninettunoUniversità Telematica "Giustino Fortunato"Università Telematica "Universitas Mercatorum"Università Telematica PegasoUniversità Telematica San Raffaele RomaTotale complessivoFonte: Anagrafe nazionale studenti universitari (Ans); archivio docenti Miur-Cireca

2015

PROVENIENZA DEI NUOVI INGRESSI ALLE TELEMATICHE CON CARRIERA PRECEDENTEDati in unità e in percentuale

Università Università non statali Università Nontelematiche tradizionali statali disponibile

994 (9%) 524 (5%) 7.824 (72%) 1.530 (14%)

I

Sud Centro Nord4 2; 3 (31) `6) 2.008 (1996) 1.543 (1496)

I I

ORGANICO DEI RICERCATORI E STRAORDINARI A TEMPO DETERMINATONelle telematiche, dati in unità

AteneoUniversità Telematica "E-Campus"Università Telematica Gugliemo MarconiUniversità Telematica Pegaso

2012

Al

60

53.4

2013 2014 2015

Gti 132

-, 11140

Università Telematica Internazionale Uninettuno 10 53 50Università Telematica San Raffaele RomaUnicusano Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica RomaUniversità Telematica Unitelma SapienzaUniversità Telematica "Giustino Fortunato" 0Università Telematica "Universi tas Mercatorum" 0Università Telematica "Leonardo da Vinci" 10Totale complessivo

It)

Gli atenei telematiciQuelli riconosciuti dal

Ministero dell'Istruzione,dell'Università e della Ricercasono: la Pegaso UniversitàTelematica di Napoli,l'Università degli StudiGuglielmo Marconi di Roma,l'Università San Raffaele(Roma-Milano), l'UniversitàTelematica InternazionaleUninettuno di Roma,l'Università degli StudieCampus di Novedrate (Como),la Universitas Mercatorum diRoma, l'Università TelematicaUnitelma Sapienza di Roma,l'Università degli StudiGiustino Fortunato diBenevento, l'Italian UniversityLine di Firenze, l'Universitàdegli Studi Niccolò Cusano diRoma e l'Università LeonardoDa Vinci di TorrevecchiaTeatina (Chieti)

L'Università PegasoTra le più longeve, c'è

l'università telematica Pegaso,che ha festeggiato i dieci annidi vita lo scorso 20 aprile. Ilcompleanno è stato celebratonaturalmente in rete, con unadiretta Facebook che hacoinvolto i 30mila studentidell'ateneo e tutte le sedid'esame. L'università è natanel 2006, come start up in unappartamento nel cuore diNapoli, grazie all'iniziativa diDanilo lervolino, fondatore epresidente. Video di augurianche da Malta, dalla Bulgaria,dalla Cina, dove è in atto unprocesso diinterna ziona lizzazionedell'Università che coinvolgeanche altri paesi. L'ateneotelematico Pegaso hconta su58 sedi d'esame e tre sediamministrative, due a Napoli euna a Roma

Il settorea Alla fine del 2013 laCommissione di studio istituitadal Miurstilò una relazione cheaveva come finalità formulareproposte pertutelare la qualitàdell'offerta formativa delleuniversità telematiche. Tre leproposte: rendere omogeneala disciplina relativa alletelematiche rispetto aquella vigente in materia diuniversità tradizionali,imporre ilsoddisfacimentodei requisiti quantitativirelativi al personale docente eintrodurre l'obbligo a svolgereattività di ricerca

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di Mario Neriì PISA

Gli interventi chirurgici piùcomplessi confluiranno tutti suCisanello. Ma se servirà a sfolti-re le liste d'attesa, le pazientiche abbiano iniziato il percorsoclinico a Pisa potranno ancheessere operate a Pontedera. Inogni caso sarà un pool di chi-rurghi coordinato da un medi-co del policlinico a guidare lesale operatorie e le visite per lepazienti ricoverate al Lotti.

F su questi presupposti chenasce il Centro senologico del-la provincia di Pisa. Asl della To-scana nord ovest e Aziendaospedaliera e universitaria han-no appena varato l'accordo chedota la Toscana di un polo ingrado di entrare nella rosa deiprimi cinque istituti specializ-zati nella cura del tumore al se-no in Italia. «Realizziamo cosìun primo pezzetto della rifor-ma del sistema sanitario e deisuoi obiettivi - dice Maria Tere-sa De Lauretis, direttrice gene-rale dell'Asl della Toscana nordovest - e cioè valorizzare le ec-cellenze e migliorare la qualitàdelle cure su tutto il territorioriuscendo a organizzare meglioil motore della sanità integran-do le équipe di medici di realtàdiverse».

Oggi infatti il reparto guidatoe il centro da Manuela Roncellaa Cisanello è al decimo postonelle classifiche dell'Agenas,l'agenzia nazionale che valutagli ospedali italiani sulla basedegli esiti sanitari. L'unità ope-rativa, grazie a un'équipe di al-tissimo livello, macina 638 in-terventi chirurgici alla mam-mella ogni anno, attraendodonne anche dalle altre regio-

Tumore al secoecco il mam* centroche sfida VeronesiNasce dalla fusione fra équipe di Pisa e Pontedera«Così cure al top per le donne su tutto il territorio))

Manuela Roncella , la direttrice

ni. Grazie alla fusione con Pon-tedera, il nuovo centro per il tu-more al seno si attesterà su cir-ca 720 casi, riuscendo così adagganciare il Gemelli di Roma eCareggi, oggi rispettivamenteal quinto e al quarto posto con738 e 761 operazioni all'anno.

Ma la scalata è soprattutto aFirenze. I due policlinici tosca-ni viaggiano su binari paralleliin quanto a standard di qualità:entrambi hanno la stessa per-centuale (bassissima) di secon-di interventi a 90 giorni dal pri-mo. Anzi, va leggermente me-glio Pisa, dove si torna in salaoperatoria dopo un'operazio-ne conservativa solo nel 3,5%dei casi, mentre a Firenze nel3,6%. Fanno meglio solo l'Isti-tuto Europeo di Oncologia diUmberto Veronesi a Milano e ilGemelli, con il 2,5% l'1,27% disecondi interventi.

L'integrazione potrebbe pro-iettare il nuovo centro pisanonei primissimi posti. Lo sa Car-

lo Tomassini, direttoredell'Aoup, che con la creazionedei centri specializzati su singo-le patologie importanti vorreb-be dare un nuovo assetto a tut-to il policlinico. Non è un casoche a dirigere il nuovo polo pro-vinciale sarà proprio la dotto-ressa Roncella, uno dei migliorichirurghi italiani nel suo cam-po; e neppure che a un suo al-lievo, Matteo Ghilli, sia affidatoil percorso chirurgico al Lotti.«E grazie anche a lei se siamoriusciti a mettere a punto unmodello che consentirà alledonne di tutta la Valdera di ac-cedere a cure di altissimo livel-lo rimanendo sul territorio», di-ce De Lauretis. Una volta a set-timana, infatti, due chirurghi diCisanello andranno ad operareal Lotti dalle 8 alle 16 e semprefi, una volta a settimana, si svol-geranno visite e riunioni perprogrammare le attività in sala.

Ma l'accordo prevede la co-stituzione di un pool chirurgico«dinamico», con i medici chepotranno spostarsi e lavorarein team su due fronti, anche at-traverso la valutazione multidi-sciplinare dei pazienti in tele-conferenza con gli oncologi. Ese Pisa guadagnerà casi com-plessi (circa 80) con cui accre-scere la sua attrattività interna-zionale, Pontedera potrà poten-ziarsi, perché un chirurgo delLotti svolgerà periodi di forma-zione a Cisanello. Con un «du-plice obiettivo», scrivono Asi eAoup nella delibera siglata duegiorni fa: portare la competen-za dei medici in provincia a«buoni livelli» e colmare l'as-senza dei due medici del repar-to pisano nei giorni in cui lasquadra si sposta a Pontedera.

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lUna paziente che si sottoponea un esame di mammografia (d'archivio)

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Ospedalieri contro universitari«Il nuovo rettore cambi rotta»

I PISA

«Il rettore fa assunzioni che pa-gano l'Aoup e la Regione, cioètutti noi, e gli aspiranti rettoridovrebbero invece dare un se-gnale di netta discontinuità colpassato». Gerardo Anastasio, se-gretario provinciale dell'Anaoo,il sindacato dei medici ospeda-lieri, torna sull'«infornata di as-sunzioni anche in campo sanita-rio» annunciate da Massimo Au-gello sul finire del suo mandato.

Il rettore uscente annuncia230 nuove assunzioni tra docen-ti e tecnici amministrativi. «Chili pagherà?», si chiede Anasta-sio, che punta i riflettori sul set-tore sanitario. Ad esempio, sulDipint (Dipartimento integratointeristituzionale), sull'assun-zione di docenti-medici pagatiperò coi soldi della Aoup e sulfatto che a tutt'oggi «gli universi-tari nelle timbrature non distin-guano tra assistenza e ricerca».Sotto il mandato di Augelbo, ilDipint, pagato dalla Regione at-traverso l'Aoup, con un costoper il contribuente di 8 milionidi euro annui, «è passato da 72persone a ben 130 dipendenti,per la maggior parte ex dipen-denti della facoltà di Medicina».

Quindi a pagare, dovrebbe es-sere l'ateneo e non il policlinico.Stando a quanto poi appreso inRegione, il Dipint è a forte ri-schio. Il governatore Enrico Ros-si dichiarò meno di un anno fa:

«Anche l'Università dovrà farela sua parte, intanto posso assi-curare che il Dipint non verràcerto rifïnanziato». Anastasioaggiunge: «Dunque, chi fine fan-no i 130 posti di lavoro? Il nuovorettore?».

Al futuro Magnifico l'Anaaochiede un segnale di discontinu-ità da Augello. «E possibile cheancora oggi non si sappianoquante ore di assistenza in re-parto e ricerca o didattica faccia-no i medici docenti universita-ri?». Come dire: se tu docenteuniversitario sei a lezione o a fa-re esami, non sei in corsia equindi lo devi segnalare. «Loscorporo tra il tempo dedicatoall' assistenza in reparto e alladocenza-ricerca, a tutt' oggi nonsi sa e quindi è difficile, se nonimpossibile fare i carichi di lavo-ro».

Questo aspetto che riguardal'assistenza sanitaria di tutti i cit-tadini, dipende sia dal rettoratoche dalla direzione della Aoup.L'Anaao insiste: «Perché non sifa come all'Umberto I di Romain cui la direzione ha "destruttu-rato" 19 dipendenti universitariperché non corrispondevanouna controprestazione all'azien-da sanitaria?». Invece no, «a Pisale timbrature fatte dagli univer-sitari sono più segrete dei miste-ri di Fatima», dice Anastasio.«Ovvio che manchino mediciche stiano al pezzo», continua ilnumero uno dell'Anaao pisano.La legge imporrebbe alle regio-ni di comunicare al governo ilfabbisogno di nuove assunzioniper rispettare i vincoli europeisui riposi, ma ancora Roma nonavrebbe ricevuto nulla. L'Aoupe l'Università poi avrebbero do-vuto erogare fondi per la didatti-ca degli ospedalieri. «Nulla, nonabbiamo visto nulla - spiegaAnastasio - ed è per questo chestimolo i candidati rettore a da-re un segnale di discontinuità edi trasparenza».

Carlo VenturiniMedici in corsia @< P<ODJZONERISERVATA

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SABATO IL CONVEGNO A CI

«Umanizziamo cure»

Medici e sanitari a confrontoPAZIENTE anziano, servizi do-miciliari, cure post dimissioniospedalieri e assistenza riabilitati-va. Di questo e molto altro si par-lerà sabato mattina durante il con-vegno, dal titolo `Integrazioneospedale - territorio: umanizzia-mo le cure', organizzato dalla se-zione pisana di AMCI. Un'inizia-tiva che vedrà la partecipazionedi medici di famiglia, professioni-sti sanitari e docenti dell'ateneopisano che proveranno ad inqua-drare le diverse problematiche,mediche e non, alle quali deve farfronte il nostro territorio. Il con-vegno, inoltre, rilascerà creditiEcm validi per l'aggiornamentoprofessionale di medici, infermie-ri, tecnici sanitari di laboratoriobiomedico e radiologi.A fare da cornice alle relazioni de-gli ospiti, che si svolgeranno dalle8.30 alle 13.30, l'auditoriumdell'opera Primaziale in PiazzaArcivescovado. Un'iniziativa cu-rata dalla sezione di Pisa di AM-CI e resa possibile grazie al patro-cinio del Comune, della societàdella salute della zona pisana,dell'azienda usl Toscana nord-ovest, dell'Aoup, dell'Universitàdi Pisa, dell'Arcidiocesi pisananonché della Misericordia di Na-

vacchio e dell'ordine dei medicipisano. Dopo un'introduzione e isaluti delle autorità seguiranno lerelazioni del professor FabioMonzani, direttore del reparto digeriatria, della responsabile curepalliative di Pisa, Angela Gioia edella direttrice del dipartimentodi riabilitazione Asl Toscana, Cri-stina Laddaga. Si parlerà anche di

DaLL'assistenza post degenzaalle cure dom iciLiariLe sfide post riabilitative

cure intermedie con il medico dimedicina generale Paolo Stefani,di nuove prospettive per il nostroterritorio con il direttore dellaSds Giuseppe Cecchi e MauroMaccari, direttore sanitario AslToscana. Prima di procedere conle conclusioni, a cura del Presi-dente di AMCI Pisa, dottor Anto-nio Strambi, di parlerà di gestio-ne della dimissione e servizi infer-mieristici domiciliari con i dotto-ri Salutini, Bigongiari e Cristofa-no. Per coloro che desiderano rice-vere i crediti Ecm è necessariauna mail di prenotazione a: [email protected]

Francesca Franceschi

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Portale « ooc» ® Progetto messo a punto da 14 atenei italiani e finanziato dal Miur - Offre corsi gratuiti di alta formazione sul modello europeo

Eduopen.org, piattaforma aperta a tuttidi Alessia Tripodi che saranno presto attivati e, ac-

canto ai percorsi didattici singoli,l'offerta prevede anche 6 «pa-thways», cioè percorsi più lunghie approfonditi sviluppati con lapartecipazione di docenti di di-versi atenei. Oltre ai 40 corsi giàattivi- fanno sapere daEduOpen-altrettanti sono in fase di inseri-mento nel catalogo, nel quale sipuò scegliere tra discipline chespaziano dalla medicina all'assi-riologia, allamatematicaper prin-cipian ti.I corsi sono disponibili inmodalità aperta e gratuita e perchi vuole attestati e certificazionifinali è previsto il pagamento diuna piccola somma. I crediti for-mativi universitari sarannoscambiabili tra gli atenei.

Grazie alla collaborazione conCineca e al progetto Bestr, allafinedi ogni corso agli studenti di Eduo-pen.org saranno rilasciati degli

«open badge», attestati digitali informato aperto, sicuri everificabi-li, che permetteranno all'utente dimostrare le competenze acquisitein contesti formali (università omondo del lavoro), ma anche in-formali, come i social network. Lacollaborazione con Garr, inoltre,permette a 4 milioni di persone inItalia di essere giàpotenzialiuten-tiEduOpen: gli studenti, i laureatie i dipendenti universitari, infatti,potranno utilizzare credenzialidelle identitàdigitalildem ed edu-Gain di cui sono già in possessotramite gli enti federati.

lo quelle erogate dalle università)e renderle disponibili a studenti,insegnanti e ricercatori - alla finedel 2015 complessivamente i Mo-oc attivati in Europa erano oltre1.700, di cui lamaggiorparte offer-ti daatenei o altri soggetti spagnoli(481 corsi), del Regno Unito (435),di Francia (250) e Germania (204).L'Italia, con 86 corsi già avviati e 5di imminente attivazione, si piaz-za comunque nellaparte alta dellaclassifica (dopo i Paesi Bassi con95 corsi), lasciando indietro Paesiscandinavi, Austria e Portogalloche non superano quota20.

Da Coursera - prima piattafor-ma Mooc nata come spin off del-l'Università di Stanford e che oggiconta 12 milioni di utenti mensili-alle più recentiIversity.org e Uda-city.com, non manca chi alimental'offerta di Mooc. E l'interesse percorsi di laurea e master massivi ècresciuto anche negli ateneiitalia-ni: secondo un rapporto 2015 deirettori della Crui relativo solo aipercorsi proposti dalle università,intre anni il numero dei corsi è au-

mentato di 6 volte. Tra 2013 e 2014,in particolare, il totale delle uni-versità italiane che hanno attivatoMooc è passato da due a otto e ipercorsi formativi da18 a39.

Le altre piattaforme in ItaliaDalla "pioniera" università tele-matica Uninettuno nata nel 2005,alla Sapienza di Roma e alla Boc-coni (trale prime università itali a-ne a offrire lezioni su Coursera),dalla Business School del Politec-nico di Milano - che vanta unapiattaforma tutta dedicata al digi-tal learning- aRomaTor Vergatae Federico II di Napoli, sono tantigli atenei italiani che offrono corsie master Mooc.I corsi sono eroga-ti soprattutto attraverso il consor-zio open source Moodle.org,Coursera o anche tramite portaliindividuali. t il caso, per esempio,della Federico II, già titolare dal2007 della piattaforma di web le-arningFederica.eu e ora allaguidadel networkEmma che raccoglie12 università di 8 paesi Ue.

C) RI PRODDZION E RISERVATA

rriva la piattaforma Mooctutta made inItaly. Sichia-ma eduopen.org ed è il

progetto messo apunto da14 ate-nei italiani e finanziato dal Miurche offre Massive online opencourses (questo il significato del-l'acronimo Mooc), ovvero corsidi alta formazione gratuiti e ap ertia tutti. Il portale, lanciato pochesettimane fa, conta già4o corsi at-tivi e oltre 5mila iscritti: l'obietti-vo è aprire le aule universitarienon solo a studenti e laureati, maanche a professionisti, insegnan-ti, impiegati e pensionati, offren-dolapossibilitàdi seguirelelezio-ni da casa con un solo clic. E così iMooc, nati nel 2008 negli StatiUniti e "accusati", almeno all'ini-zio, di mettere in pericolo la so-pravvivenza delle università, en-

trano a tutti gli effetti a far partedell'offerta didattica degli atenei.

Il progettoIl network degli otto atenei fonda-tori -l'università Al do Moro di Ba-ri, il Politecnico di Bari, la Liberauniversità di Bolzano, gli atenei diCatania, Ferrara, Foggia, Genova,la Politecnica delle Marche, l'uni-versità di Modena e Reggio Emi-lia, laMilano-Bicocca,l'universitàdi Parma, quella di Perugia, del Sa-lento e la Ca' Foscari Venezia- ènato un anno fa ed è in costantecrescita, unarete «aperta dinomee di fatto», dicono i rettori, che siprepara ad accogliere altri ateneinei prossimi mesi.

11 portale, realizzato in collabo-razione con i consorzi Cineca eGarr su piattaforma open source,guarda oltre i confini italiani, gra-zie anche ai corsi in lingua inglese

Moocin Italia e Ue: i numeriSecondo i dati dell'European Mo-ocs Scoreboard - la piattaformaweb creatane12o13 dalla Commis-sione Ue per mettere in rete tuttele raccolte di risorse didatticheaperte esistentiinEuropa (nonso-

1.1

Mooc è un acronimo che sta perMassive online open courses,ovvero corsi di alta formazioneaperti a tutti. La piattaforma websi è diffusa su scala mondiale apartire dall'autunno 2011,quando la Stanford University(California) ha erogatogratuitamente un corso postlaurea di intelligenza artificiale alquale si sono iscritti circa160mila studenti provenienti da190 paesi. L'Italia ha atualmente86 corso Mooc attivati

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Cronaca

CUPA

Università di Agrigento, chiudono Architettura, Legge e Beniculturalidi Paolo Picone— 11 Maggio 2016

AGRIGENTO. L’università di Palermo conferma l’attivazione dei corsi di studio in Servizio Sociale (triennale) e Archeologia(magistrale) ma “taglia” facoltà importanti come Architettura, Giurisprudenza e Beni culturali. E la tensione sale alle stelle. Dauna parte il rettore Fabrizio Micari, dall’altra la rete degli studenti che ha votato no su questa proposta. In mezzo la politica

Home › Cronaca › Università di Agrigento, chiudono Architettura, Legge e Beni culturali

AG

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dormiente. Ma cosa è successo ieri? Alla vigilia dell’assemblea degli studenti e del personale del Cupa, che anticipa l’assembleadei soci del Consorzio, arrivano le rassicurazioni da Palermo sulle intenzioni dell’Università diretta da Fabrizio Micari.

“Il Consiglio di amministrazione dell’Università degli Studi di Palermo ha deliberato – si legge in una nota - con voto compattodelle componenti dei docenti e del personale tecnico-amministrativo, il mantenimento presso il Polo Universitario diAgrigento dei Corsi di Studio in Servizio Sociale (triennale) e Archeologia (magistrale).

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La curiositaAteneo di Torino,due casertanitra i migliori laureati

CASERTAUno è tenente dell'esercito ed èstato anche in missione in Libano. L'altro èdottorando alla Scuola Normale di Pisa.Entrambi sono stati premiati tra i migliorilaureati dall'Università di Torino, maentrambi sono casertani di nascita. Il primoè il tenente Ferdinando Picone, classe 1990di San Marcellino, l'altro è Clemente DeRosa, del 1987, di San Felice a Cancello. Duepercorsi diversi ma di eccellenza pura. «Misono laureato racconta Picone inScienze strategiche e delle comunicazioni.Dopo l'ammissione all'Accademia diModena ho iniziato a studiare poi sonostato mandato a Torino per completare ilcorso di laurea decidendo di studiare per lamia tesi il prototipo di un'applicazione perl'iPhone per la cifratura dei messaggi. Avetepresente quello che fa WhatsApp da unpaio di mesi quando avverte che ilmessaggio è crittografato? Qualcosa disimile. Un lavoraccio ma che alla fine mi èvalso il no e lode più la menzione». DopoTorino, Picone si è iscritto a Ingegneriainformatica all'Università di Trieste: «Manon mi sono ancora lanciato nello studio,perché sono stato in missione in Libano ecosì ho messo un attimo il tutto in standby.Con piacere tra l'altro perché l'Esercito miha formato ed è il momento di dare

qualcosa al mio Paese. E questa la miapriorità. Certo nel tempo libero hointenzione di continuare a studiare. Per duemotivi fondamentali. Prima di tutto lapassione per l'informatica, ma anche ilfatto che la mia specialistica potrebbetornarmi utile nel lavoro».Alla Scuola Normale di Pisa, invece,Clemente De Rosa sta facendo undottorando in Mathematical Finance dopola specialistica a Torino e un anno comeResearch Assistant al Collegio CarloAlberto. «Un futuro in campo accademico?Oggi il mio principale obiettivo è prima ditutto finire il dottorato, ma mi piacerebbe,certo. L'importante è comunque nonperdere mai il contatto con la realtà. Nelmio caso con il mondo dell'industria». Laspecialistica di De Rosa è stata in«Quantitative Finance and Insurance», uncorso di studi completamente in inglese.«Dopo la triennale alla Sun cercavo questaspecialistica che non c'era dalle nostreparti. Quello di Torino è uno dei pochi corsiin Italia, e l'unico in inglese. L'ho sceltoanche per questo. Può sembrare undettaglio, ma non va sottovalutato».

Paola Cacace© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dottori Clemente De Rosa e Ferdinando Picone,entrambi nati nel Casertano ma laureati a Torino

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Luiss?•

oe -19 a.-foruiare ir prenditoi'i •

Marceg a lla : a Milano l'acceleratore dì sta -u . La scalata alle classi _'c e1o mettiamo. La fabbrica distart up Luiss Enlabs, conL`,-tinture, ha un grande suc-cesso a Roma, tant'è che stia-mo ampliando a 4 mila metri

di aid ella Potato

Internazionalizzazione. Di-gitalizzazione. Ricerca. Eranoi tre obiettivi il primo, so-prattutto che Emma Mar-cegaglia aveva fissato per laLuiss (e dunque in qualchemaniera per se stessa) il gior-no in cui dell'ateneo di Con-findustria diventò presidente.Sono passati quasi sei anni.Ne manca uno al termine delsuo mandato, così come diquello del vicepresidente ese-cutivo Luigi Serra. In scaden-za c'è però il resto del cda

quadri gli spazi di Termini: di-venteremo uno dei più grandi"acceleratori" d'Europa. E sefunziona nella capitale politi-ca, dove in soli due anni glistudenti che vogliono impara-re il mestiere. d'imprenditore,hanno attirato, con le loroidee, circa 20 milioni di inve-stimenti esterni, creando oltre30 start-up per 350 posti di la-voro, immagini le potenzialitànella capitale economica».

Che però ha già tante uni-versità d'eccellenza.

«Perciò parlo di rispetto. Equindi a Milano porteremol'accelerazione delle start-upma non attività più dirette».

Significa che altrove pen-sate invece di farlo?

«Diciamo così, per ora: ve-diamo un certo spazio perjoint venture in alcune aree

quando verrà rinnovato, a lu-glio, Vincenzo Boccia sarà giàinsediato al vertice di Vialedell'Astronomia, successoredi Giorgio Squinzi e dellastessa Marcegaglia ed èquindi tempo di bilanci. Diannunci, anche. Un altro mo-do per dimostrare che sì, la ta-bella di marcia è stata rispet-tata e a volte superata: la nu-mero uno della Libera Univer-sità Internazionale degli StudiSociali Guido Carli, nonchépresidente dell'Eni, non po-trebbe altrimenti avere pron-to un piano di espansione.Non solo a Roma. Il 2017 sbar-cherà a Milano, casa del ben-chmark Bocconi, con unaestensione di Luiss Enlabs: ilMhuma, o Milano HubMakers, sarà un laboratoriodedicato alla manifattura 4.0.

Primo tentativo di concor-renza diretta all 'ateneo in cuisi è laureata , presidente?

«Abbiamo grande rispettoper la Bocconi. Però, come di-re, intanto un piede a Milano

del Nordest. E se siamo ottimi-sti, in un caso e nell'altro, èperché la Luiss di strada ne hafatta. Anche a livello di reputa-zione internazionale, che poiera uno dei nostri principaliobiettivi. Fino a due anni fa so-lo due università italiane face-vano parte dell'élite globale15o atenei sui 15 mila censiti almondo certificate da Equis.Sono tutte e due, appunto, mi-

lanesi: Bocconi e Politecnico.Oggi in quel circuito, anchegrazie al sostegno dell'Asso-ciazione Amici della Luiss, c'èa pieno titolo la nostra Busi-ness School, incluso il Diparti-mento d'Impresa e Manage-ment. E qui siamo gli unici inEuropa».

Internazionalizzazione delcorpo docente : l'aveva pro-messa , in che misura l'aveterealizzata?

«In questi cinque anni èraddoppiato il numero deiprofessori, da 60 a 120, e al suointerno sono raddoppiati gliinsegnanti stranieri. Lo stessodiscorso vale per gli studenti,quelli che vengono dall'esteroe viceversa. Abbiamo 18o ac-cordi per progetti di scambio edoppia laurea con universitàdi 35 Paesi. Nonostante ciò lerichieste sono molto, moltosuperiori alle possibilità».

Il numero chiuso - a 8 mi-la studenti - vi «salva» dalgenerale calo delle iscrizio-ni?

Ne12017la Luisssbarcherà aMilano conil Mhutna,acronirno diMilano HubMakers

Larivoluzione4.0 cambial'industriaNoiabbiamo giàadeguato laformazione

«Non è questione di nume-ro chiuso. Negli ultimi cinqueanni, è vero, in Italia sono di-minuite mediamente del 20%.In Luiss le domande di am-missione continuano a cresce-re. Più 45i peri corsi triennali,+70i per le lauree magistrali,addirittura +230% per Econo-mia e Finanza in inglese. Equesto incrementando moltoanche le borse di studio ed iposti alloggio nelle residenzedell'ateneo».

Più attrattivi voi o sempli-cemente, in tempi di crisieconomica, i filoni di studi?

«L'una e l'altra. La "rivolu-zione 4.0" cambia l'industria ela domanda di lavoro, noi ab-biamo già cambiato e antici-peremo ancora i nuovi profilidella formazione.. Stiamo pen-sando a una laurea magistralesui temi dei Big data. L'innova-zione ha innescato un circuitovirtuoso, alimentato parec-chio dal passa parola digitale esupportato dai risultati. Il 90%dei nostri laureati magistraliin Economia, contro il 70%della media, trova lavoro entroun anno dalla laurea».

Il bilancio accademico Lu-iss, insomma, è in attivo.Quello economico?

«In cinque anni abbiamoaccumulato 30 milioni di utili.E in cassa, pur dopo un inve-stimento da 25 milioni per ilrestauro di Villa Blanc, a Ro-ma, di milioni ce ne restano60. Un patrimonio solido, direi, per guardare al futuro».

© RIPRODUZIONE RISERVAIA

La presidentedella LuissEmmaMarcegaglia.L'imprenditrice,presidente Eni,ha guidatoConfindustriadal 2008al 2012

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L: V.LISIEugenioBruno

Formazionee qualità:la sfidadel futuro

è un errore che nonbisogna commettere

. quando si parla diistruzione. Specie seuniversitaria. Ed è il nontenere conto dei bisogniformativi ancora insoluti chel'Italia esprime. Un paese cheè noto alle cronache peressere la "Cenerentola" pernumero di giovani laureati(26% contro il 4o del restod'Europa) ma che rischia diconfermarsi tale anche per laquota di adulti impegnati inpercorsi di formazionedurante la loro vitalavorativa.Ce lo dicono inumeri. Due su tutti. Il primogiunge da Eurostat e riguardalapopolazione in età 25-64anni impegnata in programmidi lifelong learning. Ebbenesiamo fermi al 7,3% contro il10,7 di media della Ue a 28. Ilsecondo celo fornisce l'Ocse,secondo cui, nella stessaclasse anagrafica, solo il 17%

degli italiani possiede untitolo di istruzione terziaria.Esattamente la metà deglialtri paesi industrializzati.

Come non vedere allora inquesti due dati un possibilebisogno che l'e-learning persuanatura pare in grado diintercettare? A patto che isuoi principali fornitori - gliatenei telematici appunto -decidano di scommettereveramente sulla qualità dellaformazione. Magari dandoanche vita a unarazionalizzazione dell'offerta.Perché n università onlineaccreditate dal ministerodell'Istruzione sonoveramente un unicum in tuttoilvecchio Continente. Se nonnel mondo. Specie in unmomento storico in cui anchele università "fisiche" sistanno sempre piùattrezzando nel campo dellelezioni a distanza.

Tutti motivi per auspicareche il Miur riprenda in manoil dossier delle telematiche eprovveda al riordino delsettore. Ripartendo magaridai "consigli" messi apuntodalla commissione di studiovoluta nel giugno 2013 dall'exministra Maria ChiaraCarrozza. A cominciare daquell o che i finanziamentipubblici siano legati allaqualità della didattica e dellaricerca. Perchè la via chepoco allavolta sta portandol'università italiana a fare iconti con il merito sembraormai imboccata. Ed è unastrada a senso unico.

C) RI PRO DD ZIO NE RISERVATA

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Watts mette Rovereto il quartier generale della ricerca

li americani scelgono il Trenti-no, ma stavolta le meraviglie

delle Dolomiti non c'entrano. Sem-mai, si potrebbe dire, una sorta di fu-ga di cervelli al contrario. Grazie al-l'appeal di un centro tecnologico dieccellenza tutto made in Italy. Si trat-ta del polo meccatronico di Rovere-to, che il colosso statunitense WattsIndustries ha scelto perché diventi ilsuo primo centro di ricerche mon-diale. Merito e potenza di un'Italiasuper creativa anche in questa com-plessa branca dell'ingegneria del-l'automazione che studia il modo difar interagire tre discipline come lameccanica, l'elettronica e l'informa-tica. E che il gruppo statunitense (chefattura in Europa 405 milioni di euroe conta 2.600 dipendenti in 26 azien-de) abbia scelto Rovereto per farne lasua base di ricerca per proiettarsi inun futuribile progresso ipertecnolo-gico non è un segnale di poco conto.Una decisione presa in considera-zione della notevole forza attrattivadel recente hub meccatronico realiz-zato da Provincia di Trento e Trenti-no Sviluppo, dove i ricercatori diWatts Industries potranno lavoraregomito a gomito con quelli di Bonfi-glioli, Ducati Energia e Dana. Ma an-che interagire con le più diverse startup innovative, potendo contare pre-

sto sui nuovi laboratori con macchi-nari di prototipazione rapida, uniciin Italia. Molto importante è poi ilrapporto instaurato negli ultimi an-ni con l'Università di Trento. «Se ungruppo della forza diWatts sceglie diinsediare a Rovereto il suo primo cen-tro di ricerca e sviluppo a livello mon-diale - dice Alessandro Olivi, vice-presidente e assessore allo sviluppoeconomico e lavoro della Provinciaautonoma di Trento - significa che ilprogetto Polo Meccatronica, questoluogo, questo importante investi-mento pubblico, sta diventando sem-pre più punto di riferimento e snododi quelle politiche industriali che noivogliamo che da qui irradino l'interoterritorio, consentendo alle tante ec-cellenze che abbiamo di crescere esvilupparsi». Per l'Ad di Watts Indu-stries Italia, Fabrizio Fedrizzi, «l'in-novazione di prodotto è oggi uno deidrivers più importanti nella compe-titività delle imprese e molte delle a-ziende con il più alto tasso di cresci-ta operano all'interno di clusters tec-nologici dove le idee creative trovanosostegno e riconoscimento e si con-cretizzano in prodotti innovativi gra-zie al ruolo cruciale svolto dalle si-nergie tra le singole realtà nelle dif-ferenti sfere di competenza. Perciò èper noi oggi strategico essere presentinel Polo Meccatronica».

© RIPROOUZJONE RISERVATA

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Zieplero, cacciatore di

®

Il telescopio zorbita ridisegna galassia. ® luoghí ïta iliROMA

CON TI N UA con successo la mis-sione del telescopio Keplero, il`cacciatore di pianeti', lanciatodalla Nasa il 7 marzo 2009. E diieri l'annuncio della scoperta di1.284 pianeti esterni al SistemaSolare, che si aggiungono ai 2.000finora noti. Dei 3.200 mondi alie-ni verificati, ben 2.325 sono statiscoperti da Keplero. Lanciatonell'ambito del programma Di-scovery, il suo obiettivo principa-le è andare alla ricerca di pianetiesterni al sistema solare e in parti-colare di quelli che si trovano nel-la cosiddetta zona abitabile, cioèad una distanza dalla loro stellacompatibile con l'esistenza di ac-qua allo stato liquido, e sui qualipotrebbe essere possibile la vita.

KIE PL IER ha raccolto immagini edati su oltre 150mila stelle. La suamissione, originariamente pro-grammata per tre anni e mezzo,era stata prolungata fino al 2016,ma un guasto nel 2013 lo aveva co-stretto al pensionamento anticipa-to. Keplero è tornato in attivitànel dicembre 2014 con la missio-

ne K2, che si è rivelata finora mol-to produttiva. Nel suo primo an-no infatti sono stati individuati200 possibili pianeti, scoperti 58pianeti singoli e 42 che apparten-gono a piccoli sistemi, visti anchei frammenti di pianeti disintegra-ti dalla gravità della loro stella edesplosioni di supernovae. Nove sa-rebbero rocciosi e alla distanzagiusta dal loro sole, compatibiliquindi per l'acqua allo stato liqui-do. Una caccia diventata ancorapiù raffinata dallo scorso 7 aprile,perché per soli 75 giorni la missio-ne K2 punterà al centro della ViaLattea in cerca delle lenti gravita-zionali previste dalla teoria dellarelatività di Einstein: fenomeniche permettono di vedere oggettimolto lontani grazie alla distorsio-ne che, per effetto della loro gravi-tà, subisce la luce di una stella o diuna galassia nel momento in cuili attraversa. L'effetto è quello diuna lente d'ingrandimento. Nelcaso dei pianeti vengono prodottedelle `microlentì ed proprio que-ste che la missione K2 cercherà divedere. I responsabili della missio-ne si aspettano di poterne indivi-duare fra 85 e 120.Quella di oggi è solo l'ultima tap-pa della caccia ai pianeti esterni alSistema Solare, che ormai dura da20 anni. E del 6 ottobre 1995 lascoperta del primo di questi mon-di alieni, 51 Pegasi b.

red. est.

FUTUROA sinistra,il telescopiospaziale Keplero,lanciato nel 2009(Ansa).In alto,E.T, il famosoextraterrestredel film direttoda StevenSpielbergnel 1982

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TASSE CA' FOSCARI UNIVERSITÀ

10 maggio 2016

VENEZIA. Ca’ Foscari non aumenta anche per il prossimo annoaccademico le tasse universitarie per gli studenti in regola per i suoicorsi e le abbassa addirittura per gli studenti extracomunitari cherisiedono in altri Paesi, ma avvia invece la «stangata» sugli studenti fuori-corso, finora risparmiato, applicando gli incrementi previsti dalla legge 135 del2012, che altri atenei hanno già applicato.

Sono circa 2100 - un decimo del totale - gli studenti cafoscarini non inregola con la durata prevista per completare i corsi di laurea e gli aumentisaranno più salati, quanto più sono gli anni di ritardo negli studi accumulati.Come documenta anche la tabella che pubblichiamo, l’aumento per i fuoricorso con un indice Isee - l’indicatore del reddito - pari o inferiore a 90 milaeuro, gli aumenti dal secondo anno saranno del 10 per cento, salendo al15, 20 e 25 per cento in più su base annua, in base alla crescita degli annidi ritardo.

VENEZIA > CRONACA > CA’ FOSCARI, L'UNIVERSITÀ DI VENEZIA...

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Ancora più pesante l’aumento per quelli che hanno un indice Iseesuperiore ai 90 mila euro all’anno. Qui gli aumenti andranno dal 20 percento previsto che chi è in ritardo di due anni, salendo rispettivamente al 30,40 e 50 per cento per ogni anno di ritardo in più.

Un modo, evidentemente anche,per cercare di risolvere ilproblema: fare sì che gli studenticoncludano in fretta il loropercorso di studio o, al contrario,se non se la sentono o non sonoin grado, lo abbandonino persfuggire alla “stangata” inarrivo. L’ateneo guidato dalprofessor Michele Bugliesiassicura comunque che ilgettito derivato dall’aumentodelle tasse per i fuori-corso sarà interamente utilizzato per finanziaremisure di sostegno del diritto allo studio e dei servizi per gli studenti, conparticolare attenzione per chi frequenta part-time.

Diminuisce invece la tassazione per gli studenti extraconunitari residentiall’estero - poco più di 700 - che prima pagavano circa 5 mila euro all’anno eche ora avranno invece una tassazione fissa simile a quella previsti per glistudenti italiani e europei: circa 1900 euro annui per le lauree triennali e 2100euro per quelle magistrali. La cifra annua potrà essere dimezzata per glistudenti extracomunitari proveniente da quei Paesi definiti «a basso sviluppoumano».

Si estendono le riduzioni delle tasse per gli studenti meritevoli,superando il sistema della fasce contributive sostituito dal calcolo puntuale deicontributi dovuti da ciascuno studente secondo l’attestazione Isee. Ca’ Foscariinnalza inoltre a 50 mila euro la soglia massima di Isee per consentirel’accesso alle riduzioni di reddito e per merito a un numero più ampio dei suoistudenti. Agevolazioni finanziate anche attraverso la «manovra» sui fuoricorso.

A convincere Ca’ Foscari a varare i nuovi aumenti - come riferito anche in

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Albignasego, 11 maggio 2016

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La tabella con le nuove tasse per gli studenti fuoricorso a Ca' Foscari

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TASSE CA' FOSCARI UNIVERSITÀ

10 maggio 2016

Consiglio di amministrazione - anche il fatto che nell’attuale sistema difinanziamento statale degli atenei italiani, la performance degli studenti ha unpeso significativo e vale circa l’8 per cento della quota premiale prevista dalMinistero.

Enrico Tantucci

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Alla Business School, i riconoscimenti consegnati ierio Prodi ai migliori "inventori" under 35

HANNO meno di 35 anni e mol-te idee per la testa. Innovative.Dall'algoritmo per garantire lasicurezza informatica, messo a

punto da Andrea Carcano, al si-stema per trasformare un qual-siasi oggetto in uno strumentomusicale, ideato da Bruno Zam-borlin. La laurea in informaticae il dottorato in tecnologie musi-cali gli hanno permesso di rea-lizzare un sistema che trasfor-ma rumori in suoni: e così un al-

bero diventa un'arpa, la carroz-zeria di un autobus si trasformain uno xilofono. Irma Vetere, 26

Dai comandi vocali peri clienti delle banche allericerche sulle staminaliper riparare gli organi

Sheydaei. Il riconoscimento èstato consegnato dall'ex pre-mier Romano Prodi che ha tenu-to una riflessione sulle «grandisperanze e le profonde preoccu-pazioni» che oggi suscitano lenuove tecnologie. «Il problemapolitico - ha ricordato Prodi - ècome permettere lo sviluppodelle potenzialità limitando altempo stesso i rischi dell'impre-vedibilità delle conseguenze».

L'edizione di quest'anno hapremiato anche «idee già tra-dotte in progetti industriali»,spiega Alessandro Ovi, editoredella "Tecnology Review Italia"legata al Mit di Boston, dove vo-lerà Andrea Carcano, seleziona-to tra i dieci per un viaggio nelcervello dell'America. Altra no-vità, l'incontro avvenuto allaBusiness School tra innovatorie aziende, definite "nursingcompanies", una sorta di alleva-trici. Tra i premiati, anche la ho-

lognese Kristen Martinella, 28anni, per la tecnologia sulle cel-lule staminali che rende econo-micamente sostenibile alla sa-nità pubblica la riparazione diorgani o tessuti danneggiati.Giorgio Dell'Erba si è occupatodi sistemi elettronici innovati-vi. Carlo Giorgi ha realizzato unsistema vocale per i clienti del-le banche. Manuele Lupo un si-stema di controllo di ponti, fer-rovie e impianti industriali. Do-menico Schillaci è autore dellaapp che premia i palermitanivirtuosi nel traffico. FrancescoRieppi firma quella su club ecocktail bar. Alessandra Sciuttivuole dotare i robot di "sestosenso". Infine, i ricercatori ira-niani hanno presentato la appper separarsi e una banca datisugli insuccessi dei ricercatori.

Fallimenti del cuore e dellascienza.

anni, piacentina, ha lanciato in-vece una start-up per allevareinsetti ed estrarne molecole uti-li all'industria cosmetica o far-maceutica. E poi ci sono le app:per prenotare i cocktail bar, persancire la fine di una relazione,per premiare chi gira per Paler-mo a piedi o in bici.

Dieci idee di futuro premiatedall'edizione italiana della "Mittechnology review" ieri alla Bu-siness School, che ha promossol'iniziativa insieme alla presti-giosa rivista. Una due giorni bo-lognese dedicata all'innovazio-ne dal titolo "Giovani innovato-ri Italia 2016" durante la qualesono stati premiati fuori concor-so anche due ricercatori irania-ni, Amin Boroomand e Sogol

l9NIPNODU>JONE NIíERJATA

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PAROLA DEL LIBERAL NICHOLAS KRISTOF

E i progressisti alI'universitasono maestri di intolleranzaEleonora Barbieri

M <,Ci vanno benissimo lepersone con un aspetto diver-so dal nostro, per lo menofinché la pensano comenoi::.Panno bene: donne, uo-mini, transgender, omoses-suali, neri, Latini, musulma-ni, rifugiati, asiatici -qualun-que minoranza possibile.Purché la minoranza rispec-chi un certo modo di inter-pretare il mondo: purché laminoranza non sia conserva-trice. Repubblicana. Cristia-na evangelica, poi. A dirlo èun liberar (nel senso america-no di progressista) dal corri-cultun inattaccabile, Nicho-las Kristof editorialista deiNew l'ork frnes, premio Puli-tzer (con la moglie) per i re-portage sulla rivolta di piaz-za rienanmen, altro Pulitzerper come ha raccontato il ge-nocidio in Darfur, opposito-re della prima ora della guerra in Irak, uno che sul websintetizza i suoi inte

ressi con te parole Politicamente correttistutte salute globale,povertà, questioni digenere nel mondo invia di sviluppo». Unoche si occupa di darevoce a chi non cel'ha.

Solo che questa vol-ta, in uno dei suoicommenti sui New

In Usa i conservatoridiscriminati a scuolaDa chi finge liberalità

che così le aule universitariesi trasformano in ;cameredell'eco», insomma si sente,si insegna e si ripete semprela stessa solfa, lo stesso pen-siero; che così anche la »qua-lità della formazione» ri-schia di risentirne. Non è so-lo questione che i progressi-sii siano incoerenti con quel-lo che loro stessi predicano,non è solo che la tanto stan -dierata diversità ne risultiminata; è che certe opinio-ni, certe idee, spariscono.Lo dicono i numeri, citati daKristoE fra i docenti in ambito umanistico, i repubblicani sono fra il 6e l'l 1 per ecoce; fra il 7 e il 9 per centonelle scienze sociali; appenaff due per cento in inglese.

Y ork Tutte», Kristof l'ACCUSA Nha dato voce ai con- editorialista deservatori, discrimina-ti nelle università americane.E i lettori l'hanno subito at-taccato. L'articolo, A Cortfes-sion of Libera! Intolerance,<,confessione di intolleranzaliberala, intende proprio que-sto:che i progressisti, in real-tà, siano intolleranti. Cioè,predicano tanta tolleranza euguaglianza di diritti e amo-re per la diversità, ma c'è unma, uri muro invalicabile: ilpensiero, l'ideologia, la reli-gione. Questi non sono temisu cui dissentire dal credo do-minante, e kristof se n'è ac-corto quando, su Paceboot<,ha provato a discutere sul fat-to che nelle università ame-ricane i conservatori sianoemarginati e la diversità intel-lettuale danneggiata». Kmar-ginazione, attacco alla diver-sità: questioni apparente-mente liberal, apparente-mente di sinistra. Macché. I«compagni liberai= hannoreagito, per esempio, così: «ilgrosso della visione dei mon-do conservatrice è fatto diidee che sappiamo empirica-mente essere false», oppure:«La verità ha un orientamen-to liberata. Quindi per il restonon c'è spazio, no? Logico.Uno ha sintetizzato: «Sonomolto deluso, Mr. Kristoi,.

Dice (osa dire) Kristof.

Un letture spiega la disparità numerica dicendo che leuniversità «richiedonoun'apertura alla quale i con-servatori e gli evangelici nonvogliono sottostare» (ah, e-co. Che poi, lo stesso lettoresi chiede, sinceramente:«Ma l'intolleranza è necessa-riamente un male?»).

Secondo un altro studio,un terzo degli accademici sa-rebbe meno incline a soste-nere un candidato, se fosseun repubblicano . Se poi fos -se un cristiano evangelico.la percentuale salirebbe al53-59 per cento. Tante cheGeorge Yancey, sociologo dicalore e di fede evangelica,ha raccontato a Kristof che,fuori dall'università, ha piùproblemi in quanto neroma, dentro, ha più problemiin quanto cristiano; e un al-tro professore è arrivato a so-stenere che la sua situazio-ne è «come quella di un gaynel Mississippi degli anni`50». Mano, non è vero per-ché, come spiega un altro lei -tore (liberai ) indignato, «nes-sun professore conservatoreè mai stato picchiato o ucci-so per il suo credo politico».Perciò non si può certo direche i conservatori siano di-scriminati...

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ìíGli imprenditoridigitali cercano

nuovi modellieducativi

Ecco la scuola a misura di start upapp alle elementari e addio laurea

FILIPPO SANTELLI

ROMA, «Te li ricordi i siti in Flash?Fino all'altro ieri erano all'ultimamoda, oggi non esistono più».Evolve troppo veloce il mondodel digitale, ecco il problema. Unlinguaggio di programmazione,una tecnologia che andavano perla maggiore, d'un tratto invec-chiano. E la frontiera si sposta al-trove. Per questo Carlotta Schez-zini, 29 anni, toscana, ha decisodi iscriversi al master di TalentGarden. La rete di spazi di cowor-king, nata in Italia e ora diffusain tutta Europa, progetta i suoicorsi al contrario: «Monitoriamole tendenze nel mondo del lavo-ro, parliamo con le aziende percapire di cosa hanno bisogno»,spiega Alessandro Rimassa, re-sponsabile dell'InnovationSchool. «Da li mettiamo a punto iprogrammi». Master intensivi didodici settimane, poca teoria emolta pratica, in cattedra i mi-gliori esperti su piazza. «Ogni tremesi dobbiamo essere liberi di

Diverse iniziative anchein Italia, e le aziendesi contendono a pesod'oro i talenti del settore

cambiare contenuti, materie, du-rate». L'anno scorso era il designdelle interfacce di app e siti, il98% degli iscritti ha trovato lavo-ro. Quest'anno si parla di growthhacking, nuova tendenza deimarketing digitale. Le imprese sicontendono questi professionistia peso d'oro: «Ho già diverse of-ferte davalutare», conferma Car-lotta.

NON SOLO LAVOROBel paradosso, nell'Europa

che non sa produrre occupazio-ne. Entro il 2020, dice uno studioUe, nel settore digitale sarannovacanti 800mila posti, oltre cen-tomila solo in Italia. Perché pochigiovani, e pochissime ragazze,scelgono un percorso tecnico -scientifico. Dietro iniziative co-me quella di Talent Garden perònon c'è solo la volontà di riallinea-re domanda e offerta di compe-tenze. Ma anche la percezione,molto diffusa nella comunità de-gli innovatori, che l'educazionetradizionale si adatti poco ai nati-vi digitali. Sarà pure una provoca-zione quella di Peter Thiel, il fon-datore di PayPal, che ha offerto100 mila dollari ai ragazzi dispo-sti a lasciare l'università per fon-dare una startup. Stadi fatto chepure Larry Page e Sergey Brio, lementi di Google, o il papà di Ama-zon Jeff Bezos non perdono occa-sione di ricordare quando sia sta-ta importante per loro l'educazio-ne Montessori.

Mentre a Parigi Xavier Niel,azionista di minoranza di Tele-com ma soprattutto pioniere diInternet in Francia, ha creatoper i giovani dai 18 ai 28 anni laScuola 42. Senza orari, program-mi o professori: si impara a pro-grammare per progetti, ci si valu-ta tra compagni.

CAM PUS D I G ITALE«E' impossibile convincere i

professori universitari a cambia-re metodo didattico». Carlo Car-raro dice di averci provato a svec-chiare l'accademia, nei suoi annida rettore dell'ateneo venezianodi Ca' Foscari. Salvo poi accetta-re la proposta di Riccardo Dona-

don, Il fondatore di H-Farm, incu-batore di startup nel cuore dellacampagna veneta. Gli ha affida-to: un percorso formativo 2.0dall'asilo all'università. «A set-tembre partiremo con i primi260 iscritti - spiega Carraro - nel2018 o nel 2019 sarà pronta lanuova struttura». Un campuscon impianti sportivi, teatro, bi-

blioteca. Anche se il vero esperi-mento sarà il modo di viverlo.«Niente classi, si lavorerà per ma-terie in vari laboratori attrezzati:quello di programmazione con lestampanti 3D, quello di letteratu-ra con proiettori tridimensionali.Ogni studente si costruirà il pro-prio curriculum». Insegnamentiin inglese, tanto digitale, la possi-bilità di interagire con le impreseinnovative ospitate da H-Farm.«L'insegnante non passerà conte-nuti, accompagnerà i ragazzi acreare». Difficile reclutare mae-stri all'altezza, così H-Farm li stacercando all'estero. Come ColinHegarty, professore dell'anno inInghilterra per il suo insegna-

In Veneto i primi 260iscritti, dall'asiloall'università, il difficile èreclutare i maestri

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Programmatoricercasi

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i posti vacanti solo in Italia

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media Eu 3,7%:,.............................................

degli occupatiGli specialisti Ict in Italia(22esima su 28 Paesi)

E media Eu 16%,'

degli occupatiUnder30 del settore

Le nuove immatricolazionia informatica:'uomini lonne

Il tasso di disoccupazionea cinque anni dalla laureain informatica

N.turoIl salario medio nettoa cinque anni dalla laurea

FONTE Commissione europeaPage Personnel, Aimalaurea

mento innovativo della matema-tica.

1 RAGAZZEE Costerà tra gli otto e i diecimi-

la giuro l'anno. Elitario? H-Farmproverà a schivare la critica of-frendo borse di studio a metà de-gli studenti. «Per i nostri allievi ilcosto non è un problema, può es-sere diviso tra la scuola e i genito-ri», esordisce Mara Marzocchi,Psicologa, nel 2013 ha fondato in-sieme all'ingegnere Chiara Rus-so Codemotion, una conferenzaper programmatori. «Offriamocorsi di robotica e programmazio-ne pensati per bambini delle ele-mentari, e collaboriamo con di-verse scuole», spiega Marzocchi.Durata cinque mesi, costo tra i300 e i 400 giuro: si inizia con lin-guaggi facilitati come lo Scratch,creato dall'Mit, dopo due cicli sipassa già a quelli per "adulti".L'anno scorso hanno partecipato1.500 bambini: «E' importanteavvicinarli fin da piccoli ai codi-ci». Il metodo di insegnamento,anche qui, è il Montessori,

(4 fine)-Wto[JULONe NIíHNATA

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ON sappiamo anco-ra se gli alieni esi-stano, né dove abi-tino. Ma abbiamotrovato tanti altri

nuovi, potenziali, indirizzi dovecercare. La Nasa ha confermatoieri l'esistenza di altri 1.284 eso-pianeti, cioè pianeti che orbita-no attorno a una stella al di fuo-ri del sistema solare. Questobottino si aggiunge agli oltremille osservati e confermati in

precedenza. E stiamo parlandosolo del lavoro svolto fra il 2009e oggi dalla sonda della NasaKeplero. Se teniamo conto an-che di altre sonde, il conteggiosale a 3.200. Gli esopianeti po-tenzialmente abitabili - in cuila temperatura consente la pre-senza di acqua liquida - salgo-no così a 21, 9 dei quali "sbarca-ti" con l'annuncio di ieri.

L'idea che esistano tante al-tre possibili Terre sparse nell'u-niverso è una delle novità piùimportanti della ricerca spazia-le di oggi. Anche se il primo eso-pianeta è stato osservato unaventina di anni fa, fino a ieri l'i-potesi dell'esistenza di così tan-ti gemelli della Terra mantene-va un'aura esotica, «Prima dellancio di Keplero -ha spiegatoPaul Hertz, direttore della divi-sione di astrofisica della Nasa- non sapevamo se gli esopia-neti fossero rari o abbondanti.

Il telescopio partito nel2009 finora ha esaminatosolo uno spicchiodi cielo piccolissimo

Ora sembra che siano addirittu-ra più numerosi delle stelle.Questi dati ci guideranno nelmettere a punto future missio-ni per sapere se siamo soli o nonell'universo», Ellen Stofan, pri-ma scienziata della Nasa, ha ag-giunto che «la scoperta di oggici dà la speranza che da qual-che parte là fuori ci sia un piane-ta orbitante attorno a una stel-la simile al Sole, e che potrebbeessere una nuova Terra».

Partire per controllare se ainuovi indirizzi abitino o no alie-ni non sarà comunque così im-mediato. La sonda Keplero si li-mita infatti a segnalare la pre-senza di eventuali esopianeti,ma fornisce informazioni solo li-mitate sulla loro natura. Si saper esempio che 550 dei nuovipianeti sono probabilmente roc-ciosi. Ma nessun dato è in no-stro possesso sulla presenza diun'atmosfera o sulla sua compo-sizione. Keplero fa il suo lavoropuntando un gruppo di stelle eregistrando il debolissimo calodi luminosità che avviene quan-do un pianeta gli transita da-vanti (proprio come è avvenu-to lunedì con Mercurio che haattraversato il disco solare) . Poi-ché questo transito avviene acadenze regolari, la pulsazionedel segnale di luce captato dal-la sonda viene paragonata albattito del cuore. Calcolandoquanto il transito è frequente equanto intenso è il calo della lu-minosità, Keplero riesce a rico-struire la distanza del pianetadal suo Sole e le sue dimensio-ni, ricostruendo anche la tem-peratura. l: un lavoro che richie-de precisione e pazienza. Nono-stante le 150mila stelle analiz-zate, lo spicchio di cielo osserva-to dalla sonda fra le costellazio-ni del Cigno e della Lira è anco-ra molto piccolo rispetto al tota-

le della volta celeste.Osservare un "battito del

cuore", poi, non equivale a po-ter dire che un nuovo esopiane-ta è stato scoperto. A transitaredavanti al disco della stella po-trebbe infatti essere un'altrastella più piccola, o altri corpi ce-lesti. Fino a ieri i telescopi terre-

L'agenzia spaziale Usasi serve di un metodostatistico per confermarei potenziali "candidati"

stri avevano il compito di con-trollare e confermare uno peruno i potenziali esopianeti (chesi avvicinano a quota 5mila).Da oggi invece - e questo hapermesso di mettere il timbrosu 1.200 nuove potenziali Ter-re in un colpo solo - la Nasa haapplicato un metodo statisticoper separare il grano dal loglio.L'algoritmo che molto semplifi-ca il lavoro degli scienziati è sta-

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1 numeri di Keplero

analizzatehnoora +aa Keplero

"candidati"oss,.,rvati finora

I pianeti confermatidi cui21 potenzialmenteabitabili

01.284I nuovi pianeticonfermati ieridi cui550sono rocciosicome ia Terra9

fa s /.. a;'sbi?:a 'Sai's<-

Ancora da analizzare• 2.034

candidatidi cui

110 1.327sono probabilmentepianeti

11,707sono probabilmentefalse osservazioni

La fascia abitabileè la zona di spazio chepresenta le condizionidi temperatura eirradiamento piùsimili a quelle terrestri

Stelle più calde del Sole

Calda- r. [anca- tl 5,o a

più ftad de dal 15, elaß

to pubblicato ieri - insieme alnuovo contatore degli esopiane-ti - su TheAstrophysical Jour-nal. Da analizzare restano oraaltri 2mila "candidati" osserva-ti da Keplero. La Nasa già preve-de che 1.300 saranno esopiane-ti e 700 no, ma non ha ancora lacertezza del 99% necessaria afare un annuncio. «Possiamopensare ai pianeti candidati -ha spiegato sempre in conferen-za stampa Timothy Morton, ilcapo dell'équipe della Nasa cheha messo a punto il nuovo meto-do statistico - come a bricioledi pane. Se ne versi sul pavimen-to poche e di grandi dimensionipuoi raccoglierle una a una. Mase versi in terra un secchio inte-ro di briciole minuscole, hai bi-sogno di una scopa per racco-glierle. Ecco: la statistica è la no-stra scopa». La buona notiziadella scoperta arriva dopo un at-timo di batticuore avvenuto ll10 aprile, quando la sonda erabrevemente entrata in modali-tà di emergenza.

3 RIVRGIJU<IONE RISER ATA

L'annunciodellaN a G

sulla missionedella sonda

Ke"lero"Sono piùnumerosi

dellestelleOra a entano

le chance d itrovare i gemelli

dellaTerra "

Fonte: Nasa

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Inizia in una grotta della Puglial'esplorazione nel Dna dei primi europei

pioni pugliesi di partenza erano oltre 80. QuelliSTEFANO RIZZATO con un genoma utilizzabile solo tre».

or € € Mesi di lavoro , chini su frammenti di cranio edenti di migliaia di anni fa , per scoprire come l'Ho-mo è diventato uomo . Una collaborazione interna-zionale per trovare risposte chiare , scritte dentroeliche di Dna di individui vissuti quando non esi-steva l 'agricoltura . Così è nato il più completo eac-curato ritratto genetico delle popolazioni europeedell'era glaciale , pubblicato su «Nature».È il frutto del lavoro di oltre 50 scienziati di diversediscipline, che hanno ricostruito la storia genetica

di 51 individui vissuti in Europa tra 45 mila e 7 milaanni fa . Sono riusciti a fotografare l'evoluzioneumana in un momento decisivo : quello che ha vi-sto i tratti dell'uomo di Neanderthal fare spazio acaratteristiche più moderne e «vincenti» nella ca-tena dell 'evoluzione . Lo studio ha infatti confer-mato il declino del Dna neanderthaliano presentenel genoma moderno . Nei campioni analizzati glistudiosi hanno trovato valori tra il 3 e il 6% di que-sto patrimonio genetico arcaico . Un patrimonioche nell 'umanità attuale si è ridotto a meno del2%, in quanto «evolutivamente svantaggioso».

«È un lavoro destinato a diventare un caposaldodella ricerca genetica sull 'uomo europeo , e proba-bilmente ad essere utilizzato come base anche perstudi successivi ». A spiegarlo è David Caramelli, di-rettore del Laboratorio di antropologia molecola-re e paleogenetica dell'Università di Firenze. Il suocentro rappresenta uno dei nodi cruciali della retedella ricerca . Una rete che ha coinvolto l ' Italia supiù livelli . Tre dei campioni fossili utilizzati per leanalisi di biologi e genetisti sono stati ritrovati aGrotta Paglicci, in Puglia , grazie al lavoro di Anna-maria Ronchitelli dell'Università di Siena.Quei reperti sono stati analizzati a Firenze, dove sene sono occupati proprio Caramelli e Martina Lari.«La scoperta che colpisce più di tutte - osserva ilbiologo - è quella che riguarda il Dna neandertha-

liano: è una conferma di quanto si sospettava, mauna conferma importante . Nei reperti si vede laselezione naturale a vantaggio dell'Homo sa-piens , sotto forma di sostituzioni proteiche nelpatrimonio genetico».Per un periodo - com'è noto - Neanderthal e sa-piens sono vissuti sotto lo stesso cielo. Ma poi solouno dei due ha prevalso nella guerra evoluzioni-stica . E in parte è successo nel periodo preso inesame dal team internazionale . «Abbiamo inizia-to tre anni e mezzo fa - spiega Caramelli - e uno deipassaggi più delicati è stato l 'analisi preliminaredei campioni . Di ciascuno dei reperti più promet-tenti è stato fatto uno screening sul Dna mitocon-driale per capire quante molecole leggibili avrem-mo avuto a disposizione . Così, per esempio, i cam-

Già così c'è da ritenerla una fortuna . Nel Sud Euro-pa, anche per le condizioni climatiche, è raro tro-vare reperti così datati eppure in buono stato diconservazione. «Un'altra scoperta importante -aggiunge Caramelli - riguarda uno dei ceppi a cuiappartenevano i primi europei . Era un ceppo checonsideravamo estinto circa 33 mila anni fa e inve-ce è riapparso in alcuni campioni risalenti alla finedel massimo glaciale, circa 20 mila anni fa. E poiabbiamo individuato , già 14 mila anni fa, unanuova componente genetica che oggi è presentenelle popolazioni dei Vicino Oriente . La traccia diun popolo che da lì probabilmente si spostò ver-so l'Europa , via via che procedevano il riscalda-mento climatico e il ritirarsi dei ghiacci».Allo studio hanno collaborato università ed entidi tutto il mondo sotto la supervisione di alcunidei protagonisti del settore : David Reich dell'Har-vard Medical School , Svante Pääbo del Max Plan-ck Institute di Lipsia e Johannes Krause dell'Uni-versità di Tubinga . «Sono state utilizzate anchetecnologie sofisticate - continua Caramelli - e pro-gettate per queste ricerche . È il caso del chip hu-man origin , chip che serve a catturare a grandi ve-locità un enorme numero di regioni nell'analisidel Dna . È anche così che siamo giunti ad un'altrascoperta : nello stesso periodo di cui abbiamo ap-pena parlato è attestato un contatto con popola-zioni dell ' Estremo Oriente . Un altro fattore di tra-sformazione del paesaggio umano europeo».

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Giordano Brunoaveva ragionei nostri vicinisono dietro l'angolo

NIBIGN

RAMAI sono talmen-te tanti che si devo-no contare con la sta-tistica. Parliamo dei

pianeti extrasolari, quelli in or-bita intorno ad altre stelle nel-la nostra Galassia, la Via Lat-tea, Parliamo soprattutto diquelli nuovi, scoperti dalla mis-sione Kepler ed annunciati ie-ri con bella fanfara dalla Nasa.In un colpo solo abbiamo ag-giunto 1.284 oggetti alla lista,arrivando così a più di 3.200. Ilnumero esatto non importapiù: a noi astronomi, ma an-che a noi abitanti di questo pia-neta sempre meno unico, de-vono interessare di più alcunenovità, alquanto sconvolgen-ti.

Intanto, è la prova che queidue geni di Giordano Bruno eGiacomo Leopardi, pur diver-sissimi tra loro, ci avevano pre-so, su questa storia dei pianetiintorno ad altre stelle. Il primoscrisse, addirittura nel '500,che erano abitati (e ci finì sulrogo), il secondo, attento all'a-stronomia, nelle Operette Mo-rali fa dire a Copernico cheogni «minutissima stelluzza

della Via Lattea» avrà il suo, dipianeta, abitato come la Ter-ra, e aggiunge: «Povero gene-re umano..,».

La realtà supera sempre lafantasia, anche le più grandi:facendo un podi conti, adessosi comincia a capire che, ap-punto nella Via Lattea, alla fi-ne ci sono più pianeti che stel-le (e queste ultime sono alme-no 200 miliardi). E se succedenella nostra galassietta di pro-vincia, perché non negli altricento miliardi di galassie e piùdel nostro Universo, evidente-mente sovraffollato?

Ma non è tutto. La missioneKepler ha raddoppiato, di col-po, il numero di pianeti noti co-

me rocciosi, con massa menodi due volte la Terra e alla di-stanza giusta dal loro Sole peravere, per esempio, acqua li-quida in superficie. Adesso so-no 21 gli oggetti simil-terra,dove quindi potrebbe abitareE.T., e il loro numero aumentavertiginosamente. Per ora so-no lontani, in maggioranza, aqualche migliaio di anni luce.Ma tra poco, certo, comincere-mo a trovare vicini di casa die-tro l'angolo galattico e speria-mo che ai nostri nipoti vengavoglia di andarci. Tra poco icandidati abitabili (abitati?)saranno centinaia, e sarà diffi-cile resistere.

Da Kepler della Nasa abbia-mo anche imparato che, ora-mai, la cara vecchia astrono-mia da terra, quella di Galileo,non ce la fa più a stare dietro aquella spaziale, capace di iden-tificare pianeti candidati mol-to più velocemente di quanto imetodi tradizionali terrestririescano a confermarli. Perquesto ci dobbiamo acconten-tare di conteggi statistici, cheperò non sbagliano (tanto).

Ma la prossima grande mis-sione spaziale di caccia al pia-neta sarà Plato, della Esa, cheandrà in orbita nel 2024 conforti contributi italiani di Asied Inaf. Ci sarà molto da impa-rare da Kepler e dal suo modoardito di gestire i dati. Se in tut-to l'Universo ci sono più stelle(e quindi, a maggior ragione,più pianeti) che granelli di sab-bia su tutta la Terra, trovare ilpianeta giusto non troppo lon-tano da casa sarà come trova-re il granello giusto sulla vo-stra spiaggia preferita. Unnuovo gioco per l'estate, conLeopardi da leggere e medita-re sotto all'ombrellone.

3 RIVRGIJU<IONE RISER ATA

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Una scheggia di grafiteretrodata la vita

a 4,1 miliardi di armi faLa scoperta in Australia impone di rivedere

anche le teorie sull'origine del Sistema Solare

LUIGI GRA-31A

er quanto ne sapevamofinora, la vita sulla Ter-ra esiste da 3,8 miliardi

di anni. Abbiamo le provecerte di materiale biologicodi quell'età e sembrava im-possibile un'origine ancorapiù antica.

La Luna è stata bombar-data da meteoriti 3,9 miliardidi anni fa (lo sappiamo per-ché da allora il satellite è ri-masto intatto, a disposizionedelle nostre analisi) e, se que-sto trauma è successo sullaLuna, dev'essere stata coin-volta anche la Terra. Quindi3,9 miliardi di anni fa era tut-ta una pioggia di meteore, uninferno di rocce incande-scenti, inospitale per la vita.Ma 100 milioni di anni dopouna Terra più tranquilla hacominciato a ospitare i primiorganismi viventi.

Tutte le tessere di questomosaico sembravano anda-vano al loro posto. Poi è arri-vato a rovesciare il tavolo ungeologo di nome Mark Harri-son, dell'Università della Ca-lifornia a Los Angeles. Harri-son ha trovato sulle Jack Hil-ls, in Australia, un frammen-to di zircone (una pietra mol-to antica) con un microscopi-co inserto di grafite. Questagrafite è stata analizzata e harivelato i caratteri tipici di unmicrodeposito di origine or-ganica. Ma lo zircone che av-volge la grafite si è formato4,1 miliardi di anni fa e da al-lora ha fatto da involucro in-violabile a questo inserto bio-

RUOLO : È PROFESSOREALLA UNIVERSITY OF CALIFORNIA

AT LOS ANGELES

logico, a cui nessuno ha potu-to accedere finché Harrisonnon ha frantumato la pietra.

Problema: un depositobiologico si trova dentro unapietra che si è formata 200milioni di anni prima delbombardamento meteoriticoe 300 milioni di anni primadelle tracce di vita più anti-che finora conosciute. Comesi risolve il rompicapo?

Non lo si può risolverein modo facile: qualunqueipotesi si faccia è dirom-pente rispetto a quello che

credevamo di sapere fino apoco tempo fa.

Una prima illazione è che lavita sulla Terra sia nata nonuna, ma due volte. C'era vitasulla Terra già 4,1 miliardi dianni fa; poi è arrivato il bom-bardamento spaziale di 3,9 mi-liardi di anni fa, che ha uccisotutti i microbi; ma, dopo che èfinito quel bombardamento, lavita è nata ex novo 3,8 miliardidi anni fa, senza legame con iltentativo precedente.

Questo è possibile. Però chistudia il nostro passato remo-to sta elaborando una teoriaancora più rivoluzionaria, checambierebbe non solo la rico-struzione sull'origine della vi-ta, ma anche quella sulla nasci-ta del Sistema Solare.

Il Sole e i pianeti si sono for-mati da una nube di polvere egas 4,6 miliardi di anni fa: l'av-vio è stato turbolento, però nelgiro di qualche centinaio di mi-lioni di anni il Sistema Solaresi è abbastanza stabilizzato.Da sottolineare l'avverbio «ab-bastanza». Perché, nonostantela progressiva sistemazionedelle orbite, ci fu comunquequel fastidioso bombardamen-to meteoritico di 3,9 miliardi dianni fa. Gli astronomi lo consi-derano strano e infatti non lochiamano semplicementebombardamento, ma «bom-bardamento tardivo»: perchénon sarebbe dovuto avvenire,in un Sistema Solare che si an-dava assestando.

Per spiegare come mai ci siastato questo bombardamentometeoritico tardivo gli astro-nomi hanno elaborato unacomplicatissima spiegazionead hoc, che renderebbe contoanche di molte anomalie sulleorbite attuali dei pianeti, dellafascia degli asteroidi e di quel-la di Kuiper. Non stiamo a rias-sumere questa ricostruzione(battezzata «modello di Niz-za» dal convegno scientifico incui venne formalizzata), mabasti sapere che per moltotempo è apparsa solida, oltre aessere perfettamente compa-tibile con la nascita della vitasulla Terra, esattamente 3,8miliardi di anni fa e non prima.

Ma ora il «modello di Nizza»sta scricchiolando. Nel 2015Nathan Kaib dell'Universitàdell'Oklahoma e John Cham-bers dell'Istituto Carnegie lohanno sottoposto a una simu-lazione al computer, da cui è ri-sultato che le probabilità che ilmodello produca il SistemaSolare come lo conosciamo so-no pressoché nulle. La simula-zione va a in pezzi quasi subito.

Persino il «bombardamento

meteoritico tardivo», che eraconsiderato certo, viene mes-so in discussione. David Min-ton della Purdue Universitysostiene che non si è trattatodi un macro-evento a livello diSistema Solare, ma solo di unfatto locale: 3,9 miliardi di an-ni fa l'impatto di un asteroidesu Marte avrebbe proiettatonello spazio circostante uncerto numero di detriti e unaparte di questi avrebbe colpitola Luna e la Terra. Ma non sa-rebbe stato un devastantebombardamento cosmico, so-lo una pioggia di piccole rocce,insufficiente, secondo Harri-son, a uccidere la vita che luiha scoperto già esistente inAustralia 4,1 miliardi di annifa. Commenta: «Più si spostaindietro la data di origine e piùla vita dimostra di poter na-scere ovunque nell'Universo,non appena un pianeta si soli-difica». Lo stesso Harrison hagià scoperto un secondo zirco-ne con grafite e conta di ana-lizzarlo e di retrodatare la na-scita della vita ancora più vici-no ai 4,6 miliardi di anni che hala nostra Terra.

8 RYNC NDALCUNI DIRITTI RISERVATI

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LA PATOLOG IA1 numero dei diabetici in Italiafa impressione, le stime per ilfuturo terrorizzano. Perché sein 30 anni gli italiani con il dia-bete sono più che raddoppiati,passando dai 2 a quasi 4 milio-

ni, fra meno di 20 anni si rischia diarrivare, se non di superare, la so-glia dei 5 milioni. Con costi, econo-mici e in termini di vita umane,molto pesanti. «Sono circa 3,6 dimilioni gli italiani colpiti ma un al-tro milione - spiega Giorgio Sestineo eletto presidente della Societàitaliana di diabetologia - non sa diessere malato ed altri 3,5 milioni diconnazionali sono, per familiaritào altro, a forte rischio di svilupparediabete»

LA SVOLTAMa nel panorama delineato dagliesperti, riuniti nel congresso na-zionale della Società italiana di dia-betologia (Sid), che si è tenuto a Ri-mini, non ci sono solo brutte noti-

zie. Perché, mentre "l'epidemia" didiabete avanza, la comunità scien-tifica risponde con idee e strumen-ti nuovi.Una svolta per il diabete di tipo 1, laforma giovanile della malattia, cherappresenta il 10% del totale, po-trebbe arrivare presto. Entro la fi-ne di quest'anno dovrebbero ini-ziare i primi test sull'uomo di unaterapia a base di cellule staminali.Il nuovo approccio prevede l'im-pianto sottocute di una scatolettadi plastica, riempita di cellule sta-minali "allevate" per diventare fab-briche di insulina, in grado di sosti-tuire le funzioni del pancreas.compromesse.

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«Una sperimentazione interna-zionale di fase clinica I-II è partitain California, ha raggiunto il Cana-da e dovrebbe arrivare per la pri-ma volta in Europa entro fine anno- riferisce Lorenzo Piemonti, vice-direttore del Diabetes Research In-stitute dell'Irccs San Raffaele di Mi-lano e coordinatore del Gruppo distudio Sid sulla medicina rigenera-tiva in diabetologia - Il trial impie-ga una linea di staminali embrio-nali pluripotenti». Una volta intro-dotte nel corpo, il paziente non vie-ne sottoposto a nessun'altra tera-pia. «L'idea è che possano matura-re, produrre insulina e liberarel'ormone controlla-zuccheri », ag-giunge Piemonti.

LE STRATEGIEPer i pazienti affetti da diabete di ti-po 2, la forma più diffusa della ma-lattia, si vanno invece a delinearenuove strategie di controllo dellaglicemia. Come quella messo apunto grazie a due studi dell'Uni-versità di Pisa. I ricercatori hannoscoperto che i diabetici possono

evitare il picco glicemico dopo i pa-sti, "imbrogliando" il metaboli-smo. Si tratta di invertire l'ordinecon cui si mangia: prima un anti-pasto proteico e poi pane o pasta,meglio se integrali. Già in questomodo si riesce ad abbassare il pic-co glicemico dopo pranzo del 30%.

«La dieta costituisce un vero eproprio strumento terapeuticoche affianca la terapia farmacolo-gica durante tutto il decorso dellamalattia diabetica», spiega Gior-gio Sesti. Regina indiscussa di que-sto menù stravolto è la dieta medi-terranea. «Via libera dunque a frut-ta e verdura, specie a foglia, e or-taggi a radice - elenca Sesti - ma an-che a pomodori e carciofi, veri epropri nutraceutici. Come fonte dicarboidrati preferire vegetali, legu-mi, frutta e cereali integrali, men-tre sono da limitare pane bianco,pizza e pasta». Pochi grassi anima-li e zero alcol. Sì invece a un filod'olio e il pranzo anti-diabete è ser-vito.

Valentina Arcovio© RIPRODUZIONE RISERVATA

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UNA balena di 10 metri vissuta tremilioni di anni fa. E' la nuova inquili-na dei museo di Storia naturaledell'Università di Firenze, che dadomani diventerà la protagonistadi una sala espositiva permanenteallestita all'interno della sezione diGeologia e Paleontologia. A farecompagnia allo scheletro del ceta-ceo ci saranno gli organismi chehanno vissuto insieme alla balenaprima e dopo la sua fine: squali,granchi, ricci di mare e altri pesci einvertebrati che per un centinaio dianni si sono cibati della sua carcas-sa andando a costituire un vero eproprio ecosistema.

Non si tratta però di una balenaqualsiasi. Lo scheletro fu trovatonel 2007, quasi per caso. I resti fossi-li erano ad appena 50 centimetri diprofondità, sepolti nel campo di uncontadino sulle colline di Orciano Pi-sano. Nel Pliocene, prima che gli Ap-pennini fossero emersi completa-mente, il mare si estendeva per buo-na parte della Toscana e le argillegrigio-azzurre di Orciano erano giànote per essere ricche di materialefossile. Ma nessuno si sarebbeaspettato che la terra potesse na-scondere una balena intera, tantomeno il contadino novantenne alquale è stato comunicato che il suocampo di grano per anni era statola casa di un cetaceo di 10 metri,

«Dal ritrovamento dei primo fos-sile è scattata la chiamata al mu-seo, l'intervento della Soprinten-

VIA LA PIRALo scheletro dellabalena (foto) èesposto inun'apposita sala nelmuseo di storianaturaleinvia La Pira 4

Colonnasonorae una sala tutta bluper la balena vecchiatre milioni di anniEsposto nella sezione di Paleontologiail fossile trovato nel 2007 sulle colline pisane

denza e il coinvolgimento dei pa- sili presenti in corrispondenza del-leontologi - racconta Elisabetta lo scheletro della balena». A quelCioppi, curatrice della sezione di puntoperòilmammiferodovevaes-

A farle compagnia gliorganismi che si sonocibati della carcassa perun centinaio di anni

sere spostato: «Lo abbiamo divisoin nove blocchi, ciascuno dal pesodi qualche centinaio di chili - ag-giunge Cioppi - per recuperarli èstato necessario impacchettarlicon il poliuretano e trasportarli coni mezzi dei vigili del fuoco». Dall'ar-rivo al museo a oggi sono passati no-ve lunghi anni fatti di studio e lavo-

Geologia e Paleontologia insieme a ro: «Il reperto è stato restaurato e ri-Stefano Dominici - durante lo sca- composto - spiega Stefano Domini-vo, durato due mesi, sono emersi ci - perla prima volta sarà possibileda subito resti di altri organismi fos- osservare cosa è successo nei diver-

si tempi geologici nella comunitàmarina che si è creata alla mortedella balena. Vogliamo offrire ai vi-sitatori la sensazione di cammina-re sul fondo del mare dell'antichi-tà». E la sala "Storie di una balena"è proprio questo: un lungo viaggionegli abissi, fatto di suoni e immagi-ni. L'allestimento è a cura dell'ar-chitetto Lorenzo Greppi, mentre laparte multimediale, con tanto dico-lonna sonora in surround 6.0, è sta-ta affidata alla 3P Technologies.L'intero progetto è costato 100 mi-laeuro.

U NIVRODULONENISENVAIA

NELLE TECHECircondano loscheletro dellabalena econtengono fossili:denti di squalo,granchi e pesci

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