USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che...

32

Transcript of USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che...

Page 1: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero
Page 2: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero
Page 3: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero
Page 4: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero
Page 5: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

Bicocca apre un profilo Snapchat«Così avviciniamo gli studenti»

La appDa marzo

2016l'universitàBicoccaè sbarcatasul socialnetworkSnapchat

L'ateneoè entrato cosìin contattocon un suostudente elo ha coinvoltoper organizzareun evento

Tra le prime istituzioni ita-liane, l'Università Bicocca èsbarcata da qualche mese suSnapchat, l'applicazione percreare storie tramite foto ebrevi video, e già raccoglie iprimi risultati di questo azzar-do tecnologico.

«Avevo dei dubbi all'inizioracconta Diego Di Donato,

che gestisce i social networkdell'ateneo . La molla è scat-ta dopo un corso di formazio-ne sull'uso dei nuovi canali dicomunicazione». A marzo2016 lo staff dell'ufficio stam-pa decide di aprire l'account, afine aprile iniziano ad apparirefoto e video che raccontano indiretta quello che succede in

università . Ma soprattutto,Diego va alla scoperta delle vi-te degli studenti che frequen-tano le aule dell'ateneo. «Hotrovato per caso continua

che per la Bicocca era giàstato creato un geofiltro, unasorta di "adesivo" da applicarealle foto per identificare dovesono state scattate». Sempresu Snapchat , lancia un appelloe si mette in contatto con Lo-renzo Bini , iscritto al primoanno di informatica . «Avevogià creato altri geofiltrispiega lo studente Ho pen-sato di farne uno anche per lamia università».

Da qui nasce l'idea di unacollaborazione con l'universi-

Ateneo La Bicocca, da poco su Snapchat, ha 32 mila studenti

tà. «Mi hanno chiesto rac-conta Lorenzo di creare ungeofiltro per un evento che laBicocca organizzerà tra qual-che mese. E mi hanno offertoanche uno stage per il terzoanno».

Snapchat aiuta l'ateneo an-che a conoscere le future ma-tricole. «E un social networkmolto usato dai giovanissimi

spiega Diego . Ci faccia-mo conoscere in anticipo dachi si iscriverà ai nostri corsi».Rispetto agli altri canali di co-municazione, l'applicazionepermette di instaurare relazio-ni «personali» con i ragazziche diventano «amici» delprofilo della Bicocca. «C'è dia-logo con gli studenti prose-

e arriviamo fino a 5oo vi-sualizzazioni per snap. Ma ri-ceviamo anche contenuti daparte dei ragazzi». Così capitache gli studenti condividanocon l'ateneo una foto della lorofesta per la fine degli esami.«Riceviamo tanti commenti diapprovazione racconta an-cora Diego Snapchat è unostrumento giocoso e favorisceun approccio positivo, anchedi fronte ai problemi».

L'obiettivo è essere al passocon gli altri atenei europei,molto attenti alle nuove formedi comunicazione. Intanto laBicocca ha già partecipato adun convegno a Napoli, i16lu-glio scorso, per «fare scuola» eraccontare alle altre istituzionila sua esperienza di comunica-zione su Snapchat.

Sara Bettoni© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 6: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero
Page 7: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

PER LA R ICERCA , ASSEGNATO IL F ORSCHUNGSPRE IS

01Un momento della premiazione

I PISA

E stato assegnato a Mirko Tavo-ni, docente di Linguistica italia-na all'Università di Pisa, il pre-stigioso Forschungspreis, il pre-mio che la Fondazione Alexan-der von Humboldt, istituzioneche sostiene la cooperazionescientifica tra il mondo della ri-cerca tedesco e quello stranie-ro, consegna a studiosi di fama

internazionale. Tavoni ha rice-vuto il premio dal presidentedella Humboldt Stiftung, Hel-mut Schwarz, nel corso di unacerimonia tenutasi allo SchlossCharlottenburg di Berlino. Que-ste le motivazioni del riconosci-mento: "Il professor Mirko Ta-voni è uno dei più eminenti stu-diosi di Dante Alighieri nel pa-norama internazionale. La suaautorità come massimo esper-

to di storia della lingua italianasi riflette nella combinazionedi grande attenzione dedicataai testi, alla storia della lettera-tura e della cultura, all'episte-mologia del Medioevo e dellaprima Età moderna in Italia. InGermania il professor Tavonisvolgerà la sua ricerca sugliaspetti visionari della DivinaCommedia presso la Freie Uni-versität di Berlino».

Page 8: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

Eredità Montalcini, domani consulto con i vertici CnrANDREA LAVAZZA

n incontro che diventa quasi una riunionedegli stati generali del Consiglio nazionaledelle ricerche. Si annuncia così ciò che av-

verrà domani alle 14 a Fosso di Fiorano nel com-plesso romano della Fondazione Santa Lucia, do-ve ha sede l'Istituto Biologia cellulare e Neurobio-logia del Cnr. E mentre è caldo il tema del trasferi-mento a Monterotondo dei laboratori fondati dalpremio Nobel RitaLevi-Montalcini, arriva sotto i ri-flettori anche la situazione dell'ospedale ad altaspecializzazione per la riabilitazione neurologica,con un'interrogazione parlamentare al ministerodella Salute.Un nodo che può trasformarsi un groviglio diffici-le da sciogliere. Innanzitutto, l'eredità scientifica diLevi-Montalcini che molti ritengono a rischio conl'accorpamento definitivo dei laboratori di neuro-biologia, ora collegati alla struttura clinica del San-ta Lucia, al polo di Monterotondo. Una decisionedifesa dai vertici del Cnr, in primis dal direttore delDipartimento di Scienze Biomediche, Tullio Poz-zan, secondo il quale sono soprattutto ragioni e-conomiche-amministrative agiustificare l'addio aRoma.Alla sua lettera pubblicata martedì da "Avvenire"replica direttamente il direttore generale della Fon-dazione Santa Lucia, Luigi Amadio, per il quale «ladecisione d'interrompere la condivisione di spazie risorse con il Cnr è stata determinata dalla con-statazione che l'obiettivo di creare sinergie com-petitive sul piano della ricerca scientifica è statoraggiunto solo in minima parte». A parere di Ama-dio, «la richiesta formulata dalla Fondazione nonva intesa quindi come "sfratto", ma come la riso-luzione di un rapporto di collaborazione scientifi-ca che era nato nel 2005. A questo aspetto fonda-mentale si aggiungono i continui ritardi di rim-borso del Cnr per la propria porzione di spese digestione del Centro di Ricerca, regolarmente anti-cipati dalla Fondazione». Conclude quindi che «l'at-tuale tempistica del trasferimento del Dipartimentoè frutto di un definitivo accordo stipulato con gli

stessi vertici del Cnr un anno fa».Anche di questo si parlerà domani in un'assem-blea che si prevede partecipata e intensa con il pre-sidente del Cnr, Massimo Inguscio, il direttore ge-nerale Massimiliano Di Bitetto, lo stesso Pozzan etutto il personale dell'Istituto. La maggioranza deiricercatori (inclusi quelli della sede di Montero-tondo) si oppone al trasferimento a tutela dell'at-tività di ricerca che a Monterotondo potrebbe nontrovare adeguata ospitalità. «A oggi nella nuova se-de non è stato avviato alcun lavoro per la realizza-zione/ristrutturazione dei laboratori necessari peraccogliere i ricercatori provenienti dalla colloca-zione presso la Fondazione Santa Lucia. Infatti gliunici interventi di ristrutturazione iniziati riguar-dano alcuni uffici, ma non hanno ancora interes-sato le strutture scientifiche e lo stabulario», fannosapere gli scienziati operativi a Fosso di Fiorano.Si aggiunge il fatto che per circa 100 protocolli disperimentazione animale per cure di patologieneurologiche attualmente in corso si dovranno "ri-derivare" i ceppi dei topi mutati che sono utilizza-ti, a motivo della diversità delle condizioni dei duestabulari. Si tratterebbe di circa un centinaio di cep-pi di cavie, per un tempo stimabile in almeno unanno, che si tradurrebbe quindi nel fermo della ri-cerca operativa. Rimane intanto sul tavolo l'idea diun centro autonomo intitolato proprio a Rita Le-vi-Montalcini.A complicare il quadro l'ombra di una crisi chesembra lambire anche la Fondazione Santa LuciaIrccs, struttura di eccellenza sia clinica sia di ricer-ca. «L'ospedale si trova in una situazione molto gra-ve che potrebbe presto condurre a seri rischi per latenuta stessa dell'organizzazione che, nonostantei problemi di questi anni, sta continuando ad as-sicurare la qualità delle cure e dei livelli occupa-zionali», scrive la deputata Laura Coccia (Pd) inun'interrogazione al ministro Lorenzin, alla qualesollecita attenzione e interventi per una «situazio-ne è divenuta ormai patologica e [che ] richiede in-terventi immediati per garantire la salvaguardia diun bene prezioso per tutta la comunità».

® RIPRODUâONE RISERVATA

II dg della Fondazione SantaLucia : nessuno sfratto , pagamenti

mancati e poca collaborazioneE arriva un'interrogazioneparlamentare a Lorenzin

t,2

Page 9: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

Il «cielo» della ricerca purae la creatività per le irese

IVERSIT. LAVORO

di Dario Braga

n genere quando si parla di trasferimento tecnolo-gico lo si fa per domandarsi se la ricerca scientifica

- svolta nelle università e nei centri di ricerca abbiasufficiente ricaduta sul sistema produttivo e quindisulla occupazione.

Domanda importante, anche se a volte ci si dimenticache per fare trasferimento tecnologico bisogna averequalcosa da trasferire. Bisogna cioè essere prima in gra-do di inventare e di scoprire cose nuove e poi di trasfor-marle in innovazione. Ovvio? Può essere, ma l'essenzadel problema sta tutta li: la ricerca applicata non esistesenza ricerca di base. Senza ricerca libera, «blue sky» o«curiosity driven» che dir sivoglia, può esserci migliora-mento ma non «discovery».

Ecco perché gli scienziati continuano a sostenereche l'investimento nellaricercadibase è indispensabi-le - conditio sine qua non - per poter arrivare alla inno-vazione. t come aspettarsi di raccogliere frutti senzainnaffiare la pianta. Chi non comprende questo è mio-pe o ignorante.

Il finanziamento, tuttavia, non è che uno, seppur in-dispensabile, dei prerequisiti della creatività. Ce nesono almeno altri due.

Oggi più che in passato i migliori risultati sono il pro-dotto diunasorta di ossimoro: massimaspecializzazioneverticale e massima capacità di comprensione orizzon-tale. Serve cioè scambio e comunicazione, co-working,traesperti e un approccio convergente da angolature dif-ferenti su uno stesso tema (energia, alimentazione, tra-sporti, inclusione sociale, medicina ecc.).

Essenziale poi è la capacità di comprendere l'inatteso.In una lettera datata 28 gennaio 1754 a Horace Mann, Ho-race Walpole usò per laprimavolta laparola «serendipi-ty». Walpole disse di averla ricavata dalla antica storia

persiana dei Tre Principi di Serendip, che - cito testual-mente - «avere always making discoveries, by accidentsandsagacity, ofthings they were not in quest of», cioè sta-vano sempre facendo scoperte, per fortuna e arguzia dicose delle quali non erano alla ricerca. Molte delle sco-perte che oggi utilizziamo sono frutto di scoperte acci-dentali (sipensi ai cristalliliquidi, alle microonde, allape-nicillina e altro ancora). Scoperte impreviste mapossibi-liperché il ricercatore, che stava cercando altro, eramen-talmente e culturalmente predisposto a coglierel'inatteso. Scoperte accidentali ma non casuali. Non er-rori, passi falsi, o risultati dabuttare ma porte aperte im-provvisamente e in grado di condurrei preparati e corag-giosi ad avanzamenti importanti.

La domanda è: il nostro sistema formativo è adatto astimolare la creatività? Si direbbe di no. I collegamentitrasversali sono quasi impossibili, le attività di studio ericercatrans-disciplinari scoraggiate. Idipartimenti uni-versitari usciti dalla riforma Gelmini e i corsi, dallatrien-nale al dottorato, seguono la logica dell'arcipelago: iso-lette in cui le diverse discipline sono tenute separate datrattidimare spesso insidiosiepoco navigabili. Il sistemaè impostato su unavisione verticale delle discipline. Lo ènella struttura e lo è - drammaticamente - nell'impiantodei sistemi divalutazione e quindi nelle prospettive diin-gresso e carriera e di promozione. Scatole rigide dove lachimica, la fisica, la matematica, la filosofia, l'economia,la storia, la biologia, la linguistica, ecc. vengono impac-chettate. Con questa impostazione siamo largamente di-sallineati rispetto alle esigenze di un mondo che cambiain maniera esponenziale e che chiede capacitàtrasversa-li per affrontare problemi globali.

E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero chele imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua ilpensiero laterale, o si lasci spazio alla «serendipity».Questo è comprensibile. Ma l'università può e devefarlo, anche nell'interesse del sistema produttivo. Solocosì saràpossibile mantenere pieno il serbatoio di ideee di nuove opportunità da trasferire quando e se servi-rà. La vera sfida oggi è quella di realizzare l'ossimoro:competenza disciplinare e collegamento laterale. Noniperspecializzazione ma apertura mentale e capacitàdi cogliere l'inatteso. Abbiamo bisogno di formare gio-vani in grado di riconoscere l'attimo fuggente che puòconsentire un balzo in avanti.

Presidente dell'istituto di Studi superiori, Università di Bologna

Page 10: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

0 rsità, flirt con la Sheasedeinci

Beoni nedì incontrerà Aviv i rappresentanti dell 'ateneoPRATO

DOPO gli Stati Uniti e l'Austra-lia anche Israele potrebbe sbarca-re a Prato. Il sindaco Matteo Biffo-ni, in virtù di alcuni impegni co-me presidente di Anci Toscana sa-bato partirà per Betlemme, da lìpoi si sposterà a Gerusalemme eTel Aviv per diversi appuntamen-ti istituzionali. Sia come Anci maanche e soprattutto come ammini-stratore di Prato. L'incontro chepotrebbe far nascere una nuovapreziosa collaborazione è quelloprevisto proprio per l'ultimo gior-no, a Tel Aviv, quando Biffoni sisiederà al tavolo con i rappresen-tanti della Shenkar University,una delle realtà più significativedel paese. Il dado, come si suol di-re, è stato tratto settimane fa. A Fi-renze infatti, alla presenzadell'ambasciatore israeliano edell'assessore Toccafondi, c'è sta-

COLLABORAZ I ONEII sindaco Matteo B iffoni voleràin Israele per l'Anci , previstimolti incontri istituzionali

to un incontro dove Biffoni ha po-sto le basi e illustrato l'ottimaesperienza che è maturata sul ter-ritorio sia con la New Haven Uni-versity che con la Monash Univer-sity. Ed è soprattutto la collabora-zione con l'ateneo australiano adaver catturato l'attenzione dellaShenkar, che adesso vorrebbe ca-pire di più e conoscere a fondo lecaratteristiche del rapporto peruna eventuale apertura di sededella nostra città. Non è nuovoche il Comune, attraverso il Pin -il polo universitario di piazzaCiardi - stia cercando di attrarrenuove realtà da far arrivare a Pra-to. Proprio sull'onda del successoriscontrato con le esperienze NewHaven e Monash. Alla missionein Israele parteciperà infatti an-che il direttore del polo universita-rio, Enrico Banchelli. Tramite unprofessore dell'ateneo fiorentinoe lo stesso Pin, che ha fatto da apri-

Fiore h'tr arte e ingegneria

La Shenkar è una dellerealtà più i mportantid'Israele . Og ni anno g listudenti laureati dellaShenkar si trovano in pri malinea nella ricerca el'industria, espo ngono leloro opere , partecipano aconcorsi e vincono prem iprestig iosi . L'universitàunisce la facoltà dii ngeg neria all'arte e aldesig n.

pista, si è aperto il canale. «È unapossibilità che cercheremo disfruttare a pieno» spiega il sinda-co Matteo Biffoni. «Gli israelianisono molto interessati e per noi sa-rebbe importante riuscire a cen-trare un obiettivo simile. L'amba-sciatore è apparso molto soddisfat-to della nostra esperienza con le al-tre università straniere, e avere an-che la Shenkar sarebbe un ulterio-re salto in avanti».

IL MODELLO-Prato in Israeleperò non si esaurirà solo con leesperienze di ospitalità delle uni-versità straniere. Biffoni in agen-da ha in programma anche diver-si altri incontri. Uno di questi sa-rà con gli enti israeliani equivalen-ti di Asm e Gida, molto interessa-ti a capire il sistema di riciclo e de-purazione delle acque attualmen-te in uso in città, esempio che vor-rebbero serguire. Un'altra visitadi straordinario rilievo sarà quel-la a Giammarco Piacenti, numerouno dell'impresa di ristrutturazio-ne che sta lavorando alla Basilicadella Natività di Betlemme che siè reso protagonista di un'altrastraordinaria scoperta, ovveroquella del settimo angelo nasco-sto sotto una parte dell'intonacodel luogo sacro israeliano. Pratodunque vola in Israele, sperandodi registrare interessanti segnaliper un prezioso ritorno.

Paolo Biagioni

ü fLn onlsShenkau i ; l róñ

Page 11: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

Sul piatto ci sono 300 milioniaumenti solo ai redditi bassi

ROMA Premiare chi ha meno in bu-sta paga e chi si è distinto per ilproprio impegno. Sono le due di-rettrici che guideranno il governonella trattativa con i sindacati peril rinnovo del contratto degli sta-tali e, dunque, l'aumento degli sti-pendi. Una trattativa attesa dal2010, sbloccata dalla Corte costi-tuzionale con la sentenza di fineluglio dell'anno scorso. Ad aprirela strada alla fase delle trattative èstata la riduzione dei compartipubblici, imposta dalla riformaBrunetta, ma raggiunta solo iericon la firma dell'accordo tral'Aran e i sindacati. Entro fine me-se le sigle sindacali saranno invi-tate a Palazzo Vidoni per un in-contro con Marianna Madia. Perparlare di contratto ma non solo.Sul tavolo della ministra c'è anchela riscrittura complessiva delle re-gole del pubblico impiego, un Te-sto unico previsto dalla riformadella Pubblica amministrazioneche arriverà a ridosso del 2017. Iltavolo sul rinnovo del contrattoentrerà nel vivo verosimilmente asettembre. Da qualche settimanaMadia sta lavorando alla bozza didirettiva da impartire all'Aranproprio in vista dell'apertura deltavolo. E ormai certo che il docu-mento conterrà l'indicazione diconcentrare le poche risorse di-sponibili soprattutto sui redditimedio-bassi. La dote, al momen-to, è di 300 milioni, ma potrebbe-ro aumentare con la prossima leg-ge di Stabilità.

SELEZIONELa strada sarebbe quella dei rialziselettivi. Un meccanismo a sca-glioni per una distribuzione gra-duale delle risorse, con un ridu-

zione degli aumenti al salire dellostipendio. E con l'esclusione tota-le delle fasce più alte, che riguar-derà in particolare i dirigenti. Unadelle ipotesi sul tavolo ricalca loschema del bonus Irpef: concede-re gli aumenti di stipendio soltan-to a chi guadagna meno di 26milaeuro. Se il criterio dovesse esserequesto saranno circa 800mila per-sone a ricevere un incremento inbusta, su una platea di poco più ditre milioni di lavoratori pubblici.Un sistema diverso da quello se-guito negli anni passati, quandogli aumenti venivano suddivisiper tutti i dipendenti con la stessapercentuale. Chi aveva stipendipiù alti finiva per prendere som-me maggiori. Una seconda indica-zione che sarà probabilmente in-serita nella direttiva Madia ri-guarda i salari accessori e i premi,con la richiesta di differenziazio-ne legata alla produttività. Potreb-bero essere applicate, almeno inun primo momento, le soglie deci-de dalla legge Brunetta rimaste fi-nora su carta: solo il 25% dei di-pendenti riceverà il premio per in-tero. Il 50% della fascia interme-dia avrà il premio dimezzato. Infi-ne il 25% che finisce in fondo allagraduatoria dovrà accontentarsidel salario base, senza neancheun centesimo in più legato alla"produttività".

S. Ri.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 12: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero
Page 13: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero
Page 14: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

Arriva la laureain climatologiaVuoi diventare climatologa?Dall'anno accademico 2016-2017,l'Università di Pisa organizzerà ilprimo corso di laurea perabbracciare questa professione. Trale materie insegnate, la chimicadell'atmosfera. www,dst . unipi.it

Page 15: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero
Page 16: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

Dlgltal Magics apre sede a PadovaDigital Magics, business incubatoi quotato sul mercato Aim

Italia di Borsa Italiana, ha aperto a Padova la sua quinta sedeper sostenere le startup digitali di Veneto, Trentino Alto Adigee Friuli Venezia Giulia. A presentare Digital Magics Triveneto,collocato nel Talent Garden Padova, sono stati Gianni Potti,partner di Digital Magics Triveneto, Alberto Fioravanti, fonda-tore e presidente esecutivo di Digital Magics, Marco Gay, vice-presidente di Digital Magics, Gabriele Ronchini, fondatore e addi Digital Magics per il portfolio development, Rosario Rizzuto,rettore dell'Università di Padova, e Pietro del Fabbro, presidentedi Friulia. Il Triveneto oggi conta 791 start-up innovative (191in Trentino, 146 in Friuli e 454 in Veneto) e 24 pmi innovative.La prossima sede sarà a Bari per Puglia e Basilicata.

Page 17: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

Parlate411al pilotaper

favoreDopo il primo incidente mortale con un veicolo

automatizzato , aumentano i dubbi . E i potenzialiproblemi . Che verranno ( forse ) risolti così.

10ANNI CIRCA

PRIMADI VEDERE

VEICOLIDRIVERLESSNELLE CITTA

1 futuro delle auto senza pilota è me-no imminente di quanto afferminoi tecnoentusiasti. Il primo incidentemortale dovuto alla guida automatica,con vittima l'americanoJoshua Brown,non è avvenuto nel chiuso della cittàsimulata Mcity (Michigan) dove fanno

i test Ford, Honda, Toyota, Nissan e Gm, malo scorso 7 maggio su una statale in Florida.Perché la Tesla ha affidato la sperimen-tazione del suo sistema di guida assistita(«Autopilot») direttamente ai consumatori,rilasciandolo come «versione beta». Risul-tato: la macchina driverless non ha vistoun camion bianco, e nell'impatto è mortoil guidatore dell'auto. L'episodio alimen-ta i dubbi su quanta guida possa esseredelegata ai computer. Quella della Tesla èoggi un'automazione parziale, che in casodi necessità richiede l'intervento umano.Google, Ford e altri preferiscono la guidainteramente computerizzata, perfetta peròsolo tra qualche decennio. «Nei prossimidieci anni vedremo la guida totalmenteautomatica solo in certe condizioni: con iltraffico a bassa densità in autostrada o lanelle congestioni urbane» spiega a Parrnra-

ma Steven Shladover, che dirige la ricercanella guida automatica per la Universityof California di Berkeley. «Perché diversiproblemi sono ancora sul tavolo».

Rilevazioni di oggetti e sagomeLe tecnologie per rilevare ostacoli sullastrada sono tre: videocamere, radar e lidar(ossia un radar che usa la luce laser invecedelle onde radio). Le videocamere ricono-scono forme e contorni attraverso ombree contrasti, e quindi possono confondere,come nell'incidente della Tesla, un camionbianco con il cielo assolato. Il radar è più af-fidabile ma meno preciso. Quello dell'autodi Brown aveva rilevato il camion di traverso

CHE COSASUCCEDEQUANDOIL ROBOTSi METTE

ALLA GUIDA

Videocamerariconosce forme

e oggetti(pedoni, altreauto, ostacoli,

segnali stradali,carreggiate).Sistema laser(lidar) ottiene

una mappatridimensionaledell'ambiente,a 360 gradi.

Radar segnalaoggetti

in avvicinamento(davanti e dietro)

Gps indicala posizione

e tracciale traiettorie

graziea Google maps.

I

Page 18: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

comunicazione V2v (Vehicle-to-vehicle)permetterà alle auto di coordinarsi tra lororiducendo gli imprevisti.

Fattore umano e imprevisti«I guidatori umani trasmettono segnalicomplessi con il loro comportamento» diceJohn Dolan, direttore della ricerca in guidarobotica della Carnegie Mellon university.«Se mi immetto in autostrada da una cor-sia, a seconda che io acceleri o rallenti chimi vede può prevedere le mie intenzioni.Per le auto driverless è ancora difficilecogliere queste sfumature». Soprattuttodi fronte ai veloci e imprevedibili ciclisti.Google, in questo, è all'avanguardia: haun sistema che, grazie al lidar, riconosce einterpreta i gesti manuali con cui i ciclistipreannunciano la svolta. Gli algoritmi diGoogle sono tanto raffinati da prevedereche, quando un ciclista raggiunge un'autoparcheggiata, se questa ha la portiera aper-ta, il ciclista si allargherà verso il centroper evitarla. Inoltre, grazie al machinelearning, la Coogle car impara un po' dipiù a ogni ciclista incontrato.

sulla strada, ma il software della Tesla ètarato per ignorare ciò che sembra un ponteo un cartello sopraelevato. Le auto in studiopresso Google, Nissan, gmw e Apple hannoanche il fidar, che in un secondo emette 2,Smilioni di brevi impulsi di invisibile lucelaser e, misurando il tempo necessario acoglierne il riflesso, costruisce una fedelemappa in 3L) dell'ambiente. È indipendentedalla luce e molto più preciso del radar,ma costa oltre 60 mila euro e ha un raggiod'efficacia limitato (fino a 109 metri).

Condizioni dei tempo e della stradaLa pioggia, con i riflessi sulla strada, ridu-ce V accuratezza del liciar. che può inoltre

scambiare i fiocchi di neve per ostacoli.La soluzione sviluppata dall'Universitàdel Michigan per Ford è un algoritmo checonsidera tutti gli echi degli impulsi laserche colpiscono gli oggetti, così da distin-guerli meglio, e un sistema che giudicala persistenza degli ostacoli. Siccome èimprobabile che il laser incontri due voltelo stesso fiocco di neve, il sistema lo rico-nosce come oggetto effimero, da ignorare.La nebbia rende inutili le videocamere,ma non il radar, che riesce ugualmente acostruirsi un quadro fedele degli oggettiche si muovono intorno al veicolo. Un'au-io robot che sfreccia nella nebbia è un pe-ricolo per gli altri guidatori. Soluzione: la

SicurezzaIl sistema autopilot di Tesla sa controllarela velocità di crociera, misurando viaradar la distanza dal veicolo che viaggiadavanti, per rallentare quando è sotto lasoglia di sicurezza, e sterzare d'emer-senza per evitare una collisione quandosi è troppo vicini per risolvere frenando.Ma Tesla richiede al guidatore di rima-nere attento e tenere le mani sul volante:altrimenti scatta un allarme acustico.Google e Ford preferiscono saltare a pièpari questo bisogno di attenzione umana;è difficile mantere vigile, e con tempi direazione ottimali, un guidatore inattivo::oshua Brown al momento dell'inciden-te mortale stava guardando un dvd diHarry fotter. Meglio puntare sull'autointeramente robotica. La Google car, peresempio, non ha né volante né pedali.

(Them Lego calC P. R ' RIISERVATA

Page 19: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

RICERCAmul

LEUCIIAIr AUMENTO DOPO1 60 ANNI

ANCHE SE IL NUMERODEI CASI É IN CRESCITA,LE CURE SONO SEMPRE

PIÙ EFFICACI,SOPRATTUTTO PER LA

FORMA MAGGIORMENTEDIFFUSA, QUELLA

LINFATICA CRONICA.SONO INFATTI DA POCO

DISPONIBILI NUOVIFARMACI MIRATI, IN

GRADO DI TENERESOTTO CONTROLLO LA

MALATTIA GARANTENDOALLO STESSO TEMPO

UNA MIGLIORE QUALITADELLA VITA

Lo SPECIALISTA

Il professor Fabrizio Pane , specialista in emutolo-gia clinica , è direttore dell'Unità operativa di Ema-tologia e trapianti di rnidollo dell'Azienda ospeda-liera universitaria Policlinico di Napoli . E inoltre di-

rettore della Scuola di specializzazio-ne in Ematologia clinica presso lafacoltà di Modicino e Chirurgici del-l'Università Federico II di Napoli. Epresidente della Società italiana diematologia e membro del Comitatoscientifico nazionale dell 'Associazio-ne italicma contro le leucemie (Ail).

84

Page 20: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

C oli oltre 8 mila nuo-vi casi diagnosticatiogni anno, l'inci-denza delle leuce-

mie in Italia è in crescita,anche se fortunatamente lamortalità è in riduzione.Questo vale ancora di più perla leucemia linfatica cronica,la più frequente tra questi tu-mori elle colpiscono le cellu-le ciel sangue. «Questa l'Orinariguarda soprattutto gli over60 e, considerato che l'Italiaè il Paese più longevo d'Eu-ropa, si comprende perchéquesta malattia sia in gra-duale aumento» spiega il pro-fessor Fabrizio Pane. <,I\on neconosciamo le cause, ma ne-gli amni sono stati fatti passiavanti nella comprensionedei incccanismi elle vengonoalterati nelle cellule ttunora-li. Sappiamo, infatti, che tut-to comincia in una solacellula , un linfocita* gene-ralmente di tipo B, il cuiDna viene alterato per fattoriancora sconosciuti. La cellu-la acquisisce così la capacitédi dividersi, dando origine adei cloni, cioè ad altri linfo-citi completamente uguali.Inoltre, non risponde più ainaturali stimoli e quindinon riesce più a svolgerela propria funzione di dife-sa dell 'organismo , ma con-tinua a restare attiva moltopiù a lungo del normale, equindi a riprodursi». Questofavorisce un accumulo di lin-fociti riel sangue, nel midolloosseo e negli altri organi delsistema linfatico, come linfo-nodi` e milza.

L'EMOCROMONON BASTAL'accumulo di questi linfocitispesso non dà sintomi parti-

Quattro tipi principaliLe loucemlo sono tumori che colpiscono le cellule ema-topoietiche immature (o progenitrici ), determinandouna Crescita-incontroiiata . Queste cellule progenitrici,che derivano da una prima differenziazione delle cellu-le staminall ematopoletlche multipotentl *, Infatti, sonocellule del midollo osseo , capaci di proliferare e spe-cializzarsi per dare origine a globuli bianchi , rossi epiastrine. Si distinguono due tipologie di leucemia, inbase al tipo dl cellula progenitrice da cui hanno origine:linfatica se é colpita una progenitrice linfoide , dalla qua-le cioè si svilupperanno i linfociti*, e mieloide se originada una progenitrice mfelolde , che si specializzerà nellecellule dei sangue diverse dal linfociti. Un'ulteriore di-stinzione riguarda poi il tempo di progressione : le for-me acute avanzano rapidamente , quelle croniche piùlentamente. Se ne riconoscono quattro principali tipi:linfatica acuta, linfatica cronica , mieloide acuta e mie-laide cronlca-diverse anche per le-strategie di-cura.- -

colari, «:Infatti, in almeno lametà dei casi la diagnosidi leucemia linfatica croni-ca avviene per caso, du-rante esami del sangue diroutine che rivelano la pre-senza di un numero di linfo-citi 13 superiore alle 5 milaunità per ml di sangue» rive-la il professor Pane. Spesso lamalattia rimane stabile neltempo e non richiede tratta-mento, ma quando progredi-

sce possono cominciare a ve-dersi le coli seguerize dell'ec-cesso (lei linfociti: linfonodi emilza si ingrossano , mentre,mancando lo spazio, le altrecellule del sangue possonoiniziare a diminuire di nume-ro. Il calo dei globuli rossidetermina una situazione dianemia, coli conseguenti stan-chezza e pallore; quello dellepiastrine favorisce ematouri

I ecl emorragie e la carenza di

globuli bianchi sani aumentail rischio di infezioni. « L'emo-cruuro, con la coatta dei linfo-citi, dei globuli rossi e dellepiastrine, noli è però suffi-ciente per la diagnosi di leu-cemia linfatica cronica. Ser-vono infatti ulteriori accerta-menti, alcuni (lei quali effet-tuati sempre a partire da (inprelievo eli sangue, come lacitofluorimetrla (o citome-tria a flusso), l'immunofeno-tipizzazione e l'analisi mor-fologica , che permctlouo diverificare le caratteristichedei linfociti in sovrannumero(quelle che li rendono tumo-rali), conce il fatto che sianotra loro tutti uguali» sottoli-nea l'ematologo. Può poi esse-re necessaria una biopsiadel midollo osseo e a volte,nei casi dubbi, anche dei 1iii-fonodi. Infine, confermata ladiagnosi, servono ulterioriaccertamenti, in particolarela Tac o un'ecografia addo-minale , per verificare se lecellule tumorali si sono diffi.i-se ad altre parti dell'organi-smo (stadiazione).

Buone notizie anche p er la rnicloicleLa leucemia mieloidecronica è caratterizza-ta dalla produzioneeccessiva e sregolatadi globuli bianchi (gra-nulociti) da parte delmidollo osseo. «E laforma di cui conoscia-mo meglio il meccani-smo: è caratterizzata,infatti, da un'anomaliagenetica delle celluledei sangue, il cromo-soma Philadelphia,che deriva dall'unionedi due porzioni diDna, che in condizioninormali si trovano sudue cromosomi* di-

versi, e che produceuna proteina (BRC-ABL) sempre attiva»spiega il professorPane. Questa formacolpisce per lo più inetà adulta, ma il nu-mero dei malati giova-ni (dai 30 anni) è increscita «Oggi anchela sopravvivenza è inaumento, perché ab-biamo a disposizionefarmaci estremamen-te efficaci: si trattasempre di inibitori del-la tirosin-chinasi (inparticolare imatinib,dasatinib, nilotinib)

che agiscono "spe-gnendo" proprio laproteina incriminata:vanno presi per boccatutta la vita» aggiungeil medico. Solo se lamalattia è scoperta infase avanzata si ricor-re a cicli di chemiote-rapia ad alte dosi se-guiti dal trapianto dimidollo osseo da do-natore. Buone notizieanche per i casi chesviluppano resistenzaai farmaci di primascelta: un sofisticatotest del sangue per-mette di scoprire le

mutazioni geneticheche rendono il tumoreresistente alla terapiae aiuta a orientare lestella di cura alterna-tive. Il test è al me-mento disponibile in 5centri: il Dipartimentodi Medicina speciali-stica, diagnostica esperimentale dell'Uni-versità di Bologna, leUnità di Ematologiadelle Aziende ospe-daliero-universitarie diOrbassano, Catania eNapoli e la Clinica pe-diatrica del San Ge-rardo di Monza.

85

Page 21: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

MIA IN AUMENTO DOPO 1 60 ANNI

SORVEGLIANZAATTIVAUna volta diagnosticata la

malattia ed effettuata la sta-

diazioüe, tirala è comunque

detto che si debba procederesubito al trattamento. «Per

capire come agire occorre

verificare se la malattia

progredisce rapidamente,per esempio se il numero di

linfociti raddoppia iii poche

settimane. inoltre bisogna

capire se è già estesa ad altre

parti dell'organismo e se ci

sono già sinionii conte ane-mia o carenza di piastrine»

chiarisce il professor Parie.

«In assenza di siitlunii, se la

malattia è circoscritta e ilinfociti non crescono rapi-

damente di numero, untrattamento precoce non

offre alcun vantaggio, per

cui si preferisce liti approccio

di sorveglianza attiva, cioè

controlli periodici per comin-

ciare eventualmente la tera-

pia nel momento in cui la

malattia inizia a cvulverc».

CURE DIFFERENZIATEAnche se si decide di interve-nire, la modalità dipende dal-le caratteristiche della malat-tia e da quelle del soggettocolpito: «Si tiene eoiito in par-ticolare dell'età e della condi-zione di salute generale» spie-ga lo specialista. « In chi hameno di 65 anni la strate-gia standard prevede unachemio - immunoterapia,cioè l'assoCiazione di date clic-ntioterapici (conte fludarabinaabbinata a ciclofosfaini(ìe) aun anticorpo nionoclonale, co-me il rittixiinab o l'ofattunu-niab,in genere per via endo-venosa, in da}' llospital, unavolta al mese, per circa seicicli». L'anticorpo ntonoclona-

UN NUOVO PORTALE INFORMATIVOSi chiama Imcome.ilil nuovo porlale de-dicalo ai pazienticon malattie emato-logiche (leucemie,linfomi e mielornalche affronta, perciascuna, sintomi,percorso diagnosti-co, qualità di vita

ed effetti collateralicorrelati, ma anchecome prepararsiper la visita con lospecialista e che co-sa chiedere durante

il colloquio. È il pri-mo sito web con in-formazioni "cerlifi-cate" da esperti di

le è uri farmaco biologico chericonosce determinate protei-ne (recettori) presenti sullasuperficie di alcune celluletumorali e si aggancia nel es-se, stimolando poi le naturalidifese dell'organismo ari attac-carle e detcrniinarido un'azio-ne più mirata Ilei farmaci che-mioterapici. «Nei soggetti piùanziani clic non Hanno proble-liti di salute concomitanti, sipuò abbinare un solo cheinio-terapico (inizialmente viene ingenere adoperato il più blandoclorambucil) all'anticorpo,mentre nell'anziano fragile,in condizioni di salute già pre-carie, è necessario un ap-proccio meno aggressivo,in genere solo con bassedosi di clorambucil, percontenere la malattia» conti-nua l'esperto. Queste terapienoti sono definitive, anche sein alcuni casi possono deter-minare periodi di remissioneprolungati: dalla leucemialinfatica cronica ancora noti siguarisce, se non in pochi casiin cui si ricorre al trapianto dicellule statuinali etnatopoieti-che. Una soluzione riservataunicamente ai giovani, perchéprima di procedere al tra-pianto sono di solito neces-sarie alte dosi di chemiote-rapici per distruggere tutte lecellule tumorali, quindi untrattamento aggressivo.

Ematologia, nazio-nali e internaziona-li, e validate da so-cietà scientifiche:videointerviste inpillole, schede det-tagliate e testi diapprofondimentoscar-icabili gratuita-mente. In più, è di-

DUE FARMACI ANCORAPIZI SELETTIVINoti lutti però rispondono posi-

tivamente al trattamento con

l'iinnuuio-chemioterapia cite,

iuultre, ha pesanti effetti colla-teral i: per esempio espone a un

importante calo delle difese

dell'organismo e quindi al ri-

schio di infezioni. Per questo

negli ultimai anni si sono studia-

te terapie sempre più precise,con farmaci in grado di di-

struggere le cellule tumorali in

rnaltrera aticora più selettiva

rispetto alla cliemio-irntnunote-rapia, salvaguardando le cellu-

le sane. «Sono ora disponibili

in Italia due farmaci, ibrutinib

e idelalisib , che si prendono

per bocca e elle appartengono

a una nuova classe eli antitumo-rali, quella degli inibitori della

iirosin--chinasi di Bruton, elle

vanno a colpire in modo pre-

ciso un meccanismo biolo-gico della cellula tumorale

che abbiamo compreso ne-

gli ultimi anni» rivela lo spe-

cialista. In pratica queste mo-lecole sono in grado non solo ti i

riconoscere alcune proteineche si trovano sulla parete del-

le cellula tumorale o al suo in-

terno, tua anche di bloccare i

nieccanisnai con i quali la cel-lula maligna si riproduce. «Al

niontetito questi sotto farmaci

di seconda linea, cioè indicatiin quei casi in etti la malattia

sponibile un servi-zio di consulenzatelefonica gratuitacon l'esperto (previoappuntamento infasce orarie e gior-nate dedicate), oltreche l'elenco aggior-nato dei centri diriferimento.

86

Page 22: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

INella metàdei casi la

diagnosiavviene per

caso, duranteesami delsangue diroutine'

QUELLE ACUTE SONO LE PII/DIFFICILI DA AFFRONTARE

Il numero di cellule tumorali aumenta velocemente e la com-parsa dei sintomi è precoce; ciò rendo io leucemie acute par-ticolarmente aggressive, per cui occorre intervenire il primapossibile, la leucemia linfatica acuto, che compare soprattut-to nell 'infanzia, rappresenta il tumore più frequente nel bam-bini fino a 14 anni: in quelli trattati in centri altamente specia-lizzati la probabilità di guarigione arriva anche all'85-90 percento. Si interviene essenzialmente con farmaci .chemlotera-pici, in associazione tra loro e a dosaggi elevati, secondo unoschema complesso, in quattro Fasi , della durata complessivadi circa due anni: prima si eliminano le cellule tumorali dalsangue e dal midollo (fase di induzione, che dura circa unmese), poi si rafforzano i risultati (fase di consolidamento, chedura pochi mesi), nuova fase di induzione e fase di manteni-mento che dura poco più di un anno , In tutto le fasi la chemio-terapia viene somministrato anche nel fluido cerebrospinale,per evitare la compromissione dei sistema nervoso centrale(iiin questa rma i,linn ociti possono invadere il sistema nervo-so). In chi è resistente all'azione dei farmacie%ova incontro auna ricomparsa precoce della malattia pub essere indicato iltra ianto di cellule staminafi ematopoietiche da donatore.Solo in una forma particolare di leucemia linfatico acuta, nel-la quale viene riscontrato il cromosoma Philadelphia (presen-te nella leucemia mielolde cronica) ala chemioterapia posso-no essere abbinati gli innovativi farmaci "intelligenti" inibito-ri della tirosin-chinasi. Nella leucemia mieloide acuta, checolpisce prevalentemente gli adulti si ricorre ancora allachemioterapia, che distrugge le cellule tumorali, o poi al tra-pianto di staminali ematopoietiche odi midollo ossea.

non risponde alle cure già esi-

stenti: hanno dimostrato diagire anche in presenza dialterazioni genetiche che, col

tempo possono svilupparsi nel-

le cellule trunorali del malain eche determinano ima resisten-

za alla chemioterapia» conclu-

de il medico. <Ma essendo in

grado di tenere sotto controllola malattia garantendo allostesso tempo una migliore qua-

lità della vita, probabilmentein futuro rappresenterannoi farmaci di prima scelta, da

assumere cronicamente». 9

Valeria Ghilli

GLI INDIRIZZIF301OG NADipartimento di Medicinaspecialistica , diagnostica esperimentate dell'Università diBologna , tel. 051/390413CATANIAAzienda ospedalierouniversitaria - Policlinico,Divisione clinicizzata diEmato:ogia con trapianto dimidollo osseo , :el 095/7435915FERRARAAzienda ospedaliero-universitaria, Ematologia efisiopatologia dellacoagulazione,tel. 0532,1236978MILANOe Ospedale San Raffaele,Unità Lin`omi, Centro per laricerca e cura dellaleucemia linfatica cronica,tel. 02/26432643• istituto europeo di oncologia,Programma Ematoncologia,tel. 02157489831MONZAClinica Pediatricadell'Ospedale San Gerardo,tel. 03912332164NAPOLIAzienda ospedaliero-universitaria - Policlinico,Unità operativa di Ematologiae trapianti di midollo,tel 08117462037ORBASSANOAzienda ospedaliero-universitariaUnità di Ematologiatel. 01 119026305ROMAPoliclinico Umberto I -Università La Sapienza,Centro di Ematologia,tel. 0 618 5 7 9 51

ABCD izionarioCELLULE STAMINAI.I EMATOPOIETICHE MUL-TI POTEN T I: cellule non ancora specializzate, madotate della capacità di differenziarsi in altre cel-lule odi autorinnovarsi . Ogni staminale , infatti, dàorigine a due cellule : un'altra slaminale e unacellula immatura otlgopotente , cioè destinata aspecializzarsi ulteriormente , ma solo in alcunitipi di cellule.LINFOCITI: sottogruppo di globuli bianchi che ap-partengono al sistema naturale di difesa dell'orga-nismo. I più importanti sono i linfociti T, che hanno

funzioni di controllo e di difesa, e i linfociti B, cheregolano la produzione degli anticorpi.LINFONODI: piccole ghiandole di tessuto linfaticoche svolgono un importante ruolo di difesa : al lorointerno le cellule del sistema di difesa dell'organi-smo, e in particolare i linfociti, incontrano i poten-ziali aggressori e si attivano per combatterli.CROMOSOMA: ciascuno dei corpiccioli presenti,in numero fisso per ogni specie (nell'uomo sono46), nel nucleo di una cellula e visibili durante ladivisione cellulare,

87

Page 23: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

centroper combatterefimelanoma1 PONTEDERA

L'aumento dei tumori dellapelle in Toscana ha portato laRegione a voler creare un cen-tro specializzato. A settembresarà definita la struttura, affi-data a Giovanni Bagnoni, di-rettore dell'unità operativa didermatologia dell'ospedale diLivorno, ma presto sarà indivi-duata anche la sede, probabil-mente tra Pisa e Livorno. Unnumero di casi, sul litorale, pa-ragonabile a quello dell'Au-stralia con una crescita consi-derevole anche dei costi sani-tari. Pontlab, in collaborazio-ne con Tecnalia, Ge Healthca-re, Esaote e con l'unità opera-tiva di dermatologia di Livor-no, presenterà un progetto al-la Regione e all'Istituto supe-ri ore di sanità incentrato sulladiagnosi precoce e sull'utiliz-zo di sistemi di indagine chepossono ridurre il numero diesami, come le Tac, molto co-stosi e più critici per il pazien-te. Un progetto per strumenta-zioni che siano in grado di mi-gliorare la diagnosi dei tumoricutanei, ma anche di fare pre-venzione di questo genere dipatologie che sta registrandoun aumento molto rilevante,specie in Toscana. Un proble-ma per la sanità regionale siain termini di sofferenza per icittadini, ma anche di costiper il sistema, visto che la ge-stione di pazienti affetti damelanoma avanzato necessi-ta di una spesa annuale com-presa tra i 60mila e 70mila eu-ro. Risparmio economico perle casse pubbliche e diminu-zione del rischio per le perso-ne sono alla base di questoprogetto che vede la realtàpontederese di Pontlab al cen-tro della sperimentazione ilcui investimento è ancora dadefinire. (a.q.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

PonFlah. l'innmmi i n i1h, in,--i,ihiPpii P

Page 24: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero
Page 25: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero
Page 26: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero

Statali, nuova mappa e via ai contratti Ok alla riforma, dipendenti divisi in quattro super-comparti >L'assetto definito all'Aran dopo sette anni di attesaResta autonoma la presidenza del Consiglio dei ministri ora consente la riapertura della trattativa per i rinnovi

R 0 M A Ci sono voluti sette anni perriscrivere la geografia del pubbli-co impiego. Dopo mesi di trattati-ve, con una prima intesa raggiun-ta il 5 aprile durante una riunio-ne notturna, ieri è arrivato l'ac-cordo definitivo. L'Aran, l'agen-zia governativa che si occupatadei negoziati, e i sindacati hannosottoscritto il testo che ridisegnai settori della contrattazione del-la Pubblica amministrazione.L'intesa è fatta di 12 articoli. Vie-ne innanzitutto definito il nuovoperimetro. Il pubblico impiegonon sarà più diviso in undici set-tori ma in quattro, a cui corri-sponderanno altrettanti contrat-ti. Una mappa semplificata cheattua, dopo diversi anni, la leggeBrunetta del 2009. Con la nuovageografia i comparti previsti sa-ranno quello delle Funzioni cen-trali con 247 mila dipendenti,quello delle Funzioni locali con457 mila persone, la Sanità con531 mila tra infermieri, medici eamministrativi e il grande agglo-merato Istruzione e ricerca conben 1 milione e 111 mila lavorato-ri.

L'ESCLUSIONEDalla griglia dei quattro compar-ti è rimasta esclusa la presidenzadel Consiglio dei ministri, checon i suoi 1.900 dipendenti e 300dirigenti continuerà a rimanereisolata in un comparto a sé, per-ché nessuno dei decreti attuatividella legge del 2009 ne ha previ-sto l'inclusione nel nuovo assetto

della Pa. Sanità ed enti localiescono quasi immutati dalla ri-forma (la dirigenza amministra-tiva di ospedali e Asl è stata desti-nata all'area dei poteri locali),che unisce invece tre grandi set-tori come la scuola, l'università ela ricerca in un unico gruppo, ilpiù grande. L'accordo, infine,mette insieme il resto dell'ammi-nistrazione centrale, oggi suddi-visa fra ministeri, agenzie fiscalicome le Entrate e le Dogane, glienti pubblici non economici (adesempio l'Aci, il Pra, l'Enac e ilConi) e via dicendo. Sono poi sta-bilite le aree dirigenziali, anchequeste ridotte da otto a quattro:6.800 dirigenti nel comparto del-lo Stato 15.300 negli enti locali,7.700 nell'area della conoscenzae 126.800 nella sanità, quasi tuttimedici. L'accorpamento dellearee contrattuali impone aggre-gazioni anche tra i sindacati.

LA RAPPRESENTATI VITAPer essere rappresentativi, con lenuove regole, si dovrà raggiunge-re almeno il 5 per cento nella me-dia di voti e di deleghe nelle Rsu,per cui più i confini sono larghipiù c'è bisogno di iscritti per su-perare la soglia richiesta. E al fi-ne di evitare la scomparsa dellesigle più piccole l'accordo ha pre-visto una soluzione ponte. Una fi-nestra temporale di 30 giorni perle alleanze. I sindacati meno rap-presentativi, in sostanza, avran-no tempo fino alla vigilia di Fer-ragosto per aggregarsi, così dapoter continuare a sedere ai tavo-li delle trattative. Nell'accordo c'èun'altra clausola importante cheriguarda più da vicino i dipen-denti pubblici. E stato infatti con-fermato il principio per il qualela fusione dei vecchi compartinon produrrà subito regole ugua-li per tutti. I quattro contratti na-zionali, infatti, potranno esseredivisi in "parti comuni", ovverole regole di base su malattie, per-messi e giorni di ferie, e "partispeciali" per regolare gli aspettipiù caratteristici dei rispettivi

Gli statali

Età media (anni)43,5

2001

1-210.500

-6,1%retribuzione

media

inflazionenel periodo

49,2

-0,67%stima altrend

dei priminove mesi

*federazioni sportive,autorità portuali,

casse previdenziali,fondazioni musicali,consorzi universitari

e alcune spa

oltre 50

stima2015

oltre 53

V 2014 T stima 2016Fonte: Ragioneria generale dello Stato

La scalataAlitalia, assoltiValori e Baldassarre«L'ex presidente dellaConsulta, AntonioBaldassarre, e l'ex presidentedi Autostrade, Giancarlo EliaValori, sono stati assolti inappello nel procedimento suun tentativo di scalata adAlitalia nel 2007.Così i giudicidella prima Corte hanno fattocadere le accuse, «perché ilfatto non sussiste». In primogrado Baldassarre e Valorierano stati condannati a 2 anni. @ RIPRODUZIONE RISERVATA

siavili, nuova -yppa ,si, ui xnuni

3.253.067 t 3.231.200

-21.800

stima 2019ANSA ZE1T15me1T1

comparti. Un compromesso persalvaguardare realtà diverse fraloro. In particolare, il settore del-la conoscenza con ricercatori, in-segnanti, docenti universitari eamministrativi, che hanno bustepaga molto differenti. La definiti-va riduzione dei comparti è lapremessa, imposta dalla riformadel governo Berlusconi, per far ri-partire la trattativa sui contratti,sbloccati dalla sentenza dellaCorte costituzionale di fine luglio2015. Superato lo scoglio dellearee un nuovo problema investeil governo, chiamato a proporreun rinnovo con solo 300 milionidi euro sul tavolo.

Sonia Ricci

Page 27: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero
Page 28: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero
Page 29: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero
Page 30: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero
Page 31: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero
Page 32: USPUR...E torniamo al trasferimento tecnologico. È vero che le imprese non possono permettersi che nei loro labo-ratori R&D si faccia ricerca «blue sky», o si insegua il pensiero